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In principio... N. 195 OTTOBRE 2007 CAMMINIAMO INSIEME BOLLETTINO PARROCCHIALE Edizione di San Quirino - Udine Direttore responsabile dott. Duilio Corgnali • Lithostampa: Pasian di Prato (Udine) Autorizzazione Tribunale di Udine n. 13 del 25-10-1948 Una delle constatazioni più evi- denti oggi è quella del relativismo, parola grossa, da specialisti e filosofi ma che indica semplicemente la ten- denza a non accettare più nessuna verità assoluta, a mettere tutto e tutti sullo stesso piano, a fare di se stessi la misura del bene e del male. Sono partito lontano, da questa considerazione generale per venire alla mia, alla nostra situazione. Dal 24 giugno ufficialmente, dal 2 luglio 2004 nella realtà, porto la responsa- bilità di un’altra parrocchia a noi vicina geograficamente, ma diversa per storia, tradizioni, identità, pasto- rale. Sento come mio dovere di pastore, quello di una presenza mag- giore, continua, non solo occasionale e burocratica al Redentore, E mi sono chiesto allora: da dove partire? Quali sono le cose più importanti, essenziali? Quali esperienze possia- mo vivere insieme senza inutili dop- pioni e moltiplicazione irrazionale di lavoro e di impegno? Mi è venuta in aiuto la Bibbia che, all’inizio del racconto dell’Antica e della Nuova Alleanza, riporta queste parole: Al principio (Genesi e Van- gelo di Giovanni). Mi è parsa un’ot- tima idea da mettere al centro e prima di tutto la Parola di Dio, quel- la Parola (nella lingua ebraica signi- fica dire e fare) capace di creare, di rinnovare, di divinizzare le cose di questo mondo. Non è solo un’intuizione, ma è anche la logica nel campo della fede. Nella Messa, come in tutti i sacra- menti, la Parola precede, istruisce, fa’ rivivere la fede indispensabile per celebrare quel Segno, necessaria per tradurlo nella vita nuova con Gesù Cristo e con i fratelli. Lo impone anche la situazione pastorale odierna, verificabile ad ogni livello, di una grande ignoranza religiosa di base, di una mancanza di solido fondamento alla propria vita cristiana, anche perché la naturale catena di trasmissione della fede, la famiglia, è quasi sempre assente. Lo richiede questo tempo com- plesso e confuso che stiamo vivendo dove le tradizioni non reggono se non sono accompagnate da profon- de convinzioni. La conseguenza pratica è fare della Parola, il punto di partenza ed il cen- tro di ogni attività, iniziativa, pro- gramma. L’annuncio del Vangelo è il primo compito affidato da Gesù ai suoi: “Andate …” (Matteo 28,19-20). Le messe feriali verranno quindi alternate tra San Quirino e il Redentore (vedi riquadro a pag. 7) con al centro della settimana, la gior- nata di mercoledì, senza Eucarestia ma con al centro la riflessione, lo stu- dio, la preghiera della Parola per ambedue le comunità. Sono certo che il Vangelo crescerà e porterà frutto nella nostra vita individuale e comunitaria e “chiedo a Dio di farvi diventare sempre più forti per mezzo della sua gloriosa potenza, in modo che possiate resiste- re con pazienza di fronte a tutte le difficoltà, e possiate ringraziarlo con gioia” (Ai Colossesi 1,11-12). don Claudio

CAMMINIAMO INSIEME - Parrocchia di San Quirino :: Udine · nostro cammino personale verso Dio. ... forza e la creatività tipiche della loro età. Ecco una sintesi dei contenuti

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In principio...

N. 195 OTTOBRE 2007

CAMMINIAMO INSIEME

B O L L E T T I N O P A R R O C C H I A L E • Edizione di San Quirino - UdineDirettore responsabile dott. Duilio Corgnali • Lithostampa: Pasian di Prato (Udine)

Autorizzazione Tribunale di Udine n. 13 del 25-10-1948

Una delle constatazioni più evi-denti oggi è quella del relativismo,parola grossa, da specialisti e filosofima che indica semplicemente la ten-denza a non accettare più nessunaverità assoluta, a mettere tutto e tuttisullo stesso piano, a fare di se stessila misura del bene e del male.

Sono partito lontano, da questaconsiderazione generale per venirealla mia, alla nostra situazione. Dal24 giugno ufficialmente, dal 2 luglio2004 nella realtà, porto la responsa-bilità di un’altra parrocchia a noivicina geograficamente, ma diversaper storia, tradizioni, identità, pasto-rale. Sento come mio dovere dipastore, quello di una presenza mag-giore, continua, non solo occasionalee burocratica al Redentore, E misono chiesto allora: da dove partire?Quali sono le cose più importanti,essenziali? Quali esperienze possia-mo vivere insieme senza inutili dop-pioni e moltiplicazione irrazionale dilavoro e di impegno?

Mi è venuta in aiuto la Bibbia che,all’inizio del racconto dell’Antica edella Nuova Alleanza, riporta questeparole: Al principio (Genesi e Van-gelo di Giovanni). Mi è parsa un’ot-tima idea da mettere al centro eprima di tutto la Parola di Dio, quel-la Parola (nella lingua ebraica signi-fica dire e fare) capace di creare, dirinnovare, di divinizzare le cose diquesto mondo.

Non è solo un’intuizione, ma èanche la logica nel campo della fede.Nella Messa, come in tutti i sacra-menti, la Parola precede, istruisce, fa’rivivere la fede indispensabile per

celebrare quel Segno, necessaria pertradurlo nella vita nuova con GesùCristo e con i fratelli.

Lo impone anche la situazionepastorale odierna, verificabile adogni livello, di una grande ignoranzareligiosa di base, di una mancanza disolido fondamento alla propria vitacristiana, anche perché la naturalecatena di trasmissione della fede, lafamiglia, è quasi sempre assente.

Lo richiede questo tempo com-plesso e confuso che stiamo vivendodove le tradizioni non reggono senon sono accompagnate da profon-de convinzioni.

La conseguenza pratica è fare dellaParola, il punto di partenza ed il cen-

tro di ogni attività, iniziativa, pro-gramma. L’annuncio del Vangelo è ilprimo compito affidato da Gesù aisuoi: “Andate …” (Matteo 28,19-20).

Le messe feriali verranno quindialternate tra San Quirino e ilRedentore (vedi riquadro a pag. 7)con al centro della settimana, la gior-nata di mercoledì, senza Eucarestiama con al centro la riflessione, lo stu-dio, la preghiera della Parola perambedue le comunità.

Sono certo che il Vangelo cresceràe porterà frutto nella nostra vitaindividuale e comunitaria e “chiedoa Dio di farvi diventare sempre piùforti per mezzo della sua gloriosapotenza, in modo che possiate resiste-re con pazienza di fronte a tutte ledifficoltà, e possiate ringraziarlo congioia” (Ai Colossesi 1,11-12).

don Claudio

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24 giugno, S. Giov. Battista

Come Lui per indicare il Maestro

Domenica 24 giugno la Parrocchiadel SS. Redentore ha festeggiato l’arri-vo di don Claudio come nuovo parro-co. Ha avuto così inizio un percorsonuovo per la comunità che ci è vicina,rimasta senza guida dopo la scomparsadi don Diego.

Abbiamo condiviso la loro gioia par-tecipando alla Messa della domenica.

Quel giorno, la Chiesa festeggiava lanatività di S. Giovanni Battista, conIsaia che annuncia “il Servo delSignore”, e il Vangelo di Luca che rac-conta la nascita di Giovanni, figlio diElisabetta e Zaccaria.

È una nascita che sorprende tutti:Elisabetta era sterile, ed entrambierano avanti con l’età … ma il Signoreha per loro un progetto nuovo, e litrova pronti a servirlo.

Giovanni non è la luce, ma colui chela indica. “Come tutti sanno, quando ildito indica la luna, solo gli stupidi sifermano a guardare il dito” (E. Marie,Un Dio del quotidiano, p. 14).

Don Claudio ha voluto richiamarel’attenzione di tutti su questo. A volteviviamo come se il Signore non fossevenuto, come se dovessimo ancora rin-correre chi ce lo può indicare.Giovanni battezza con acqua, invitan-do la gente a rinascere. Ma rinasceresignifica riconoscere che Gesù è venu-to per cambiare le nostre vite, le nostregiornate, il nostro modo di rapportarciagli altri.

Possiamo rincorrere le mille attivitàparrocchiali, e poi non accorgerci anco-

ra che c’è Uno in mezzo a noi, in fondoal nostro cuore, di cui non abbiamoancora sperimentato la presenza.

Giovanni ha preparato il suo popolo.Oggi possiamo riconoscere che a pre-pararci alla relazione con Dio abbiamoi nostri parroci, i catechisti, e tutti iprofeti del nostro tempo. Ma loro nonfanno altro che preparare la strada.Senza di loro sarebbe tutto più fatico-so, ma il loro operato non sostituisce ilnostro cammino personale verso Dio.Un Dio che, quando arriva, sconvolgela nostra vita.

Nicoletta Bonasia

SERATED’ORGANO

Autunno 2007

Giovedì 11 ottobre 2007 – ore 20.45LÁSZLÓ CSANÁDI(Szeged – H)Musiche di A.Vivaldi, J.S. Bach,F. Liszt, Th. DuboisIn collaborazione con il I Concorso Inter-nazionale “Organi storici del Basso Friuli”

Giovedì 18 ottobre 2007 DOMENICO SEVERIN(Argenteuil – F)Musiche di D. Buxtehude,D. Severin, R. Krasnovsky,L. Vierne, J. Langlais, N. Hakim.

Giovedì 25 ottobre 2007CONCEZIO PANONE(Roma)Musiche di D. Buxtehude,G. Böhm, G.H. Stölzel, J.S. Bach,S.S. Wesley, C. Saint-Saëns,A. Hollins, H. Haselböck,C. Panone.

Mercoledì 31 ottobre 2007Gruppo VocaleDUMBLIS E PUEMASdirettore Sandro Bergamoall’organo Michele BravinMusiche di Domenico Scarlatti(Messa quatuor vocum‘di Madrid’), ed inoltre J.S. Bach.D. Zipoli e D. Buxtehude.

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Scriveva Gianni Rodari: “Il giocodei perché è il più vecchio delmondo. Prima ancora di imparare aparlare l’uomo doveva avere nellatesta un grande punto interrogati-vo; ma di punti interrogativi sonotuttora pieni il cielo e la terra. Ilbambino spara i suoi perché comeuna mitragliatrice. Le sue domande– serie, buffe, strane, divertenti,commoventi – piovono sulla testadei genitori fitte come la grandine”.

Le domande dei bambini nonrisparmiano niente e nessuno; nonci sono tabù né argomenti proibiti.La prima cosa che l’adulto devecomprendere è che esse nasconodallo stupore e dalla meraviglia enon sono, come qualche mamma,papà, catechista sembrano pensare,tentativi di perder tempo o dicogliere in castagna l’adulto.

Il bambino che domanda devetrovare rispetto nell’interlocutoreadulto: è questo il prerequisito indi-spensabile per iniziare un camminoinsieme.

Certamente non è facile accettareil senso di confusione e spesso diimpotenza che ci colgono soprattut-to quando il bambino affronta legrandi domande sull’origine e sullafine della vita, sull’amore e sullamorte, su Dio. Magari ci sentiamomessi di fronte ad enigmi che ci spa-ventano, che da tempo cerchiamo dirimuovere e allora siamo costretti arimetterci dolorosamente in gioco,oppure ci rendiamo ad un trattoconto dell’inadeguatezza di alcunerisposte e siamo costretti a ricono-scere di essere anche noi principian-ti, alla ricerca della verità.

Il bambino non chiede per filoso-fare, ma per saziare la sua fame disenso.

Le parole del genitore e del cate-chista devono rispondere a questadomanda profonda di senso ed eccoallora che il linguaggio più adattonon è quello della spiegazionescientifica, ma della poesia e dellapreghiera..

La prima condizione per stabilireun vero dialogo sarà l’impegno a

…QUÌ CATECHISMO! SI RICOMINCIA…cercare di capire che cosa si nascon-de dietro le domande dei bambini:“Vorrei capire meglio: dimmi qual-cosa di più. Spiega, ti ascolto”. Inquesto modo avremo lanciato unmessaggio importante: “Quello chedici mi interessa. Mi prendo tempoper te”.

CATECHISMO… ma che cos’è?Ma come si svolgequesto CATECHISMO?

Anche il CATECHISMO ha unasua programmazione che si sviluppanei primi quattro anni della scuolaelementare, articolandosi secondauna logica che porterà gradualmen-te i bambini ad accostarsi ai sacra-menti della prima Riconciliazione edella prima partecipazione all’Eu-caristia.

Successivamente i ragazzi vengo-no inseriti nel “gruppo medie” (nelperiodo di frequentazione dellescuole medie inferiori), quindi nelgruppo “cresima” (in preparazionealla cresima nei primi due anni dellescuole medie superiori) e infine nel“gruppo giovani” (o del dopocresi-ma) in cui ragazze e ragazzi potran-no dedicarsi a loro volta all’anima-zione del gruppo medie o a diverse

altre attività importanti per e nellacomunità, con tutto l’entusiasmo, laforza e la creatività tipiche dellaloro età.

Ecco una sintesi dei contenutirelativi ai primi quattro anni:

1° anno(seconda classe elementare)anno dell’incontro con Gesù

Nel primo anno di catechesi, ibambini sono invitati a inserirsi inun gruppo per iniziare un camminosistematico che li porterà ad incon-trare Gesù.

È un anno di scoperta: Dio è Pa-dre di tutti, ci conosce per nome, ciregala la vita e tutte le cose belle delcreato.

Conosciamo la Chiesa che è unagrande famiglia che ci accoglie sinodal Battesimo e con il quale sco-priamo di non essere solo figli dipapà e mamma, ma anche figli diDio.

2° anno(terza classe elementare)anno dell’amicizia con Gesù

In questo secondo anno i bambinifanno esperienza del perdono sa-

IN VIAGGIONEL CUORE DEI

“PERCHE”

…e alla fine del catechismo tutti assieme giochiamo…

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cramentale (prima Riconciliazione)e iniziano a conoscere il dono del-l’Eucaristia, anche con un’assiduapresenza alla Messa domenicale,che li porterà a una più familiarepartecipazione della “Messa di Pri-ma Comunione” nell’anno successi-vo.

In particolare imparano che Gesùè venuto per insegnarci ad esserefelici anche qui, sulla terra, e svilup-pano tutti gli aspetti del suo coman-damento di amore fino a capire chequando non lo seguono, rendonoinfelici coloro che stanno loro vici-no e quindi, alla fine, se stessi. Eccoche questa presa di coscienza sfocianella celebrazione del sacramentodella Prima Riconciliazione (o Pe-nitenza con la Prima Confessione),con cui “rifanno” l’amicizia conGesù.

3° anno(quarta classe elementare)anno della Prima Comunione

È l’anno del grande incontro per-sonale e diretto con Gesù nell’Eu-caristia.Tutta la catechesi è articola-ta su come conoscere e vivere laMessa, perché ormai la gran partedelle famiglie vi partecipa sporadi-camente perdendone il vero signifi-cato.

Ecco che allora si rende necessa-ria una graduale e completa educa-zione all’Eucarestia:

- è importante per noi cristianiconoscere e comprendere i contenu-ti e i vari momenti che la compongo-no, con particolare riguardo all’inse-gnamento di Dio (letture e Vangelo),al rendimento di grazie per tutte lecose belle che Dio ci ha dato, a farememoria di quanto ha fatto Gesùnell’Ultima Cena, a condividere ilPane della Vita - Gesù nell’Euca-ristia – che ci dà la forza e il coraggioper essere cristiani non solo lì, inchiesa, ma fuori, in seno alla nostrasocietà, nell’ambito di tutte le nostreattività di tutti i giorni.

Come già detto prima, un’assiduapartecipazione alla messa domeni-cale aiuta molto i bambini ad unapiù familiare conoscenza ed approc-cio al momento eucaristico, cosic-ché il bambino arrivi all’incontrocon Gesù, durante la Messa dellasua Prima Comunione, più sicuro,consapevole e motivato.

4° anno(quinta elementare)consolidamento della formazionemorale cristiana

L’itinerario propone la moralecristiana fondata sull’insegnamentoe sull’esempio di Gesù, morale chenon consiste nella trasmissione diuna serie di regole, viste come limi-ti alla libertà personale, ma in uncammino da percorrere al seguito diGesù.

UNA BELLA STORIAPER VIVERE LIBERI

Ho appena terminato il mio 10°corso biblico, organizzato dalladiocesi di Udine con il relatoredon Rinaldo Fabris, biblista, daltema “L’esperienza di comunitànella Bibbia”.

Le intense giornate di studiohanno riconfermato e approfondi-to quello che mi è stato trasmessofin dalla mia infanzia e dagliincontri in parrocchia, per il desi-derio di don Claudio, di formarcied educarci ad una fede adulta eresponsabile.

Nella liturgia eucaristica certisegni e parole ci sembrano a voltescontati, forse per abitudine, mariflettendo più a fondo hanno ori-gini ben lontane, dentro ad unagrande storia, la storia della nostrasalvezza, il progetto di un veroamore per noi.

Accogliere questa storia signifi-ca avere la vita. La comunità rivi-ve il passato nel presente, ascoltaDio che ci ha liberato per non tor-nare schiavi e per vivere bene efelici.

L’ascolto, oltre al rapporto per-sonale con Dio, avviene soprattut-to quando Dio ci raduna, ci con-voca, ci chiama e l’assembleariunita, ascoltando, fa memoria diquanto Dio ha fatto per noi e fafesta. Una comunità di figli ‘adul-ti’, ‘liberi’ che messi alla provadalla vita sanno fare delle scelte esono perseveranti in un camminosempre aperto. L’ascolto è insepa-rabile dalla comunione e dallapreghiera per lodare e ringraziare.

Giuliana Biondi

… e mangiamo i dolci preparati dalle nostre mamme…

Si aiuta i fanciulli a vedere la vitamorale cristiana come un agire ispi-rato dall’amore.

In particolare i fanciulli vengonocostantemente invitati ad approfon-dire il significato del perdono diDio per la vita cristiana. È infineimportante capire che la vita cristia-na scaturisce dal Battesimo comedono e come compito che spettaportare avanti a ognuno di noi.

Le catechiste

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I bambini del catechismo in visitaal Santuario della BeataVergine delle Grazie

Lettera del parroco ai “lontani”Caro lontano,

ti chiamo così non perché sei lonta-no da Dio, ma perché io, la chiesa,siamo lontani da te. Mi permetto discriverti perché non abbiamo maimodo di incontrarci fuori dallamischia: voi ci vedete sempre comeprepotenti e censori e noi finiamoper lasciarci convincere dagli attacchispettacolari che alcuni di voi manife-stano contro la chiesa e la religione.

Anche noi talvolta vi abbiamo trat-tato con l’ironia, con il dileggio, conla polemica.Voi avete spesso giudica-to la fede dalle persone che la predi-cano e la rappresentano, avete visto inostri difetti e avete imparato forsead avere noia, a disprezzare e a odia-re la religione.Vi abbiamo rivolto piùrimproveri che inviti, spesso vi abbia-mo dato scandalo, non ci avete vistidecisi per la giustizia, per la pace, perla libertà, per la verità, per il bene ditutti.

Le ultime contrapposizioni vi pos-sono aver fatto capire che noi voglia-

mo vincere, che non ci interessano levostre persone, che siamo attratti dalpotere, che non sappiamo leggere levostre sofferenze. Purtroppo ilmondo della comunicazione, chepure è necessario e importante siasempre più fruibile da tutti, talvoltanon ci permette di presentare lanostra vera faccia e a voi di mostrar-ci la vostra.

Vi domandiamo di aiutarci a farcidomande. Perché vi fa paura la vicen-da di un Dio che muore in croce peramore? Che cosa vi fa pensare chenon rispettiamo la laicità delle sceltedi tutti se ci impegniamo a dirvi conchiarezza quello che il Vangelo pro-pone? Abbiamo tradito il nostromaestro e Signore? Come risuonanella vostra vita la sete di bontà, ladomanda di senso che tutti abbiamo?La verità non l’abbiamo in tascaneanche noi, è più grande di noi eassieme possiamo accoglierla perchéDio l’ha distribuita in tutti.

Ci possiamo incontrare; vi voglia-

mo chiedere perdono e dire che ciinteressa la vostra vita, che nonsiamo desiderosi di convertirvi a noi,ma di proporvi qualche segreto pervivere al meglio l’esistenza e per ren-dere la vita più felice, più vera, piùbella a queste giovani generazioniche incalzano, sempre più in difficol-tà a districarsi dai nostri messaggi diadulti confusi e senza certezze.Abbiamo un Risorto che non cilascia tranquilli a pensare a noi stessie lo vogliamo incontrare con voinella vita di tutti i giorni.

La comunità cristiana e la chiesache abitiamo sarà sempre una portaaperta sulla città e sulle vite di tutti,senza discriminazioni o pregiudizi.

Ti vengo a trovare e so che non misbatterai la porta in faccia.*

Il tuo parroco

* La lettera è stata scritta in occasionedella 57a Settimana nazionale di aggior-namento pastorale, promossa dal COP,Milano-Triuggio, 18-21 giugno 2007.

Da alcuni anni per festeggiare ilmese di maggio noi catechisteaccompagniamo i nostri bambinialla scoperta delle immagini dellaMadonna. Quest’anno ci siamorecati, in un caldo pomeriggio dimaggio, a visitare il Santuario dellaBeata Vergine delle Grazie in piaz-za 1°Maggio.

La Basilica ci è apparsa in altosulla scalinata maestosa e impo-nente e da gli OHHH! di meravi-glia ci sembrava che nessuno l’a-vesse mai vista prima!

Entrati nel vestibolo la nostraattenzione è stata catturata dallamaschera del diavolo di cui abbiamoraccontato la leggenda e dall’immaginea ricordo dei caduti del terremoto del76. Noi catechiste abbiamo spiegato insintesi la storia dell’immagine miraco-losa della Madonna e il motivo deinumerosi ex voto appesi alle pareti.

In chiesa ci siamo recati subito all’al-tare della Vergine Maria alla qualeabbiamo rivolto insieme e individual-mente le nostre preghiere e i nostri

ringraziamenti. La concentrazione erapalpabile, tutti avevano avuto, sicura-mente, qualche richiesta speciale dafare! Siamo poi usciti nel chiostro adammirare gli ex voto, veri e propriquadri raffiguranti gli eventi miracolo-si che hanno destato la curiosità e lameraviglia di tutti i bambini.

All’uscita dalla chiesa molti sonostati i commenti di piccoli e grandi chehanno voluto esprimere le loro sensa-zioni al loro ritorno in aula.

Eccone alcune:“Secondo me quel santuario è

gigantesco, ma la Madonna nemeriterebbe uno un miliardo divolte più grande. Lo dimostra ilmilione di cuori d’argento PGRche secondo me sono soltanto lametà di quelli reali”.(Fabio Zoratti)

“Mi hanno impressionato moltotutti quei ricami e cuoricini e lastoria della cuoca miracolata”.(Gabriele Coluccino)

“Mi ha colpito maggiormente ilmiracolo della maschera del diavolodove il ragazzo, prima scherza in cimi-tero senza rendersi conto di ciò che fa,poi si pente e chiede perdono allaMadonna. Questo miracolo mi ricordala parabola del figliol prodigo”.(Elena Chiurlo)

“Mi hanno affascinato di più tuttiquei cuoricini che le persone hannoricamato e regalato alla Madonna perringraziarla di averle salvate”.(Giulio Smigliani)

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Alla fine dei lavori del 24°Colloquio Europeo delle Parrocchie,tenutosi a Porto dall’otto al dodiciluglio scorso, gli organizzatori porto-ghesi hanno avuto una sensibilitàsignificativa nel donare ad ogni parte-cipante un sacchettino di sale legatoda un nastrino verde e rosso – i coloridel Portogallo – recante il versetto diMatteo: “Voi siete il sale dellaterra…”(5,13).

Ogni volta che lavoro al computer,lo sguardo si posa dritto su quel sac-chettino; senza accorgermene, nellamente e nel cuore, si susseguonoriflessioni, interrogativi, ricordi, a pro-posito del vero significato di quelleparole, tanto impegnative, per la vitadi ogni cristiano autentico. Diciamosempre che dobbiamo vivere allamaniera di Cristo e amare come Luiamò ed ama ancora tutta l’umanità. Ildifficile è riuscire a dare a questo con-cetto un’attuazione pratica, tangibile.Come fare? Innanzi tutto, è necessa-rio uscire dalla propria “tana”, darciuna bella scrollata per toglierci didosso l’indifferenza, quasi l’apatia,tipica del nostro tempo; spalancare gliocchi a 360° per scoprire persone, luo-ghi, fatti, situazioni mai visti primad’ora, o, forse, visti sì, ma senza atten-zione, anzi scappando il più lontano

possibile per non vederli; vincere lapaura che impedisce di instaurare col-legamenti con le persone e le realtàche ci circondano.

Ecco la famiglia, i cui membrihanno bisogno di intrecciare relazionipiù profonde, anche solo attraversoqualche sorriso o un comportamentopiù allegro e ottimista per renderecosì più sopportabile una difficoltàcontingente, o per esprimere la pro-pria solidarietà, o per lenire alcunesofferenze fisiche e morali, ma ancheper condividere la gioia legata a unsuccesso, un evento lieto. Tuttavia,l’arma più potente è la pazienza! Nonè tanto facile!

Perché non fermarci un attimo con inostri vicini di casa, quando li incon-triamo in ascensore, al supermercatoo per la strada: fa bene a tutti scam-biare quattro chiacchiere, magari bereinsieme un caffè e…una parola tiral’altra… si scoprono esigenze, bisogniinsospettati, ai quali possiamo daresollievo con l’ascolto attento e unaparola di conforto. Ma, entrando piùin intimità, con discrezione, potrem-mo fare anche molto di più per essi edi riflesso, anche per noi.

Che dire della parrocchia? Comu-nità troppo esigente e poi dove sonogli altri? Siamo pochi a impegnarci,

ma non dipende, forse, anche da noi?Potremmo essere più accoglienti, piùcordiali, più gentili, più aperti perlasciare spazio ad altri e più generosioffrendo un po’ più del nostro tempopersonale…ma costa tanta fatica. Èsenz’altro più facile fare l’offerta!

Ricordo che a scuola avevo spessoallievi troppo vivaci; parlando conloro, scoprivo che ogni giorno, pertutto il pomeriggio, erano sempre soli,in quanto i genitori lavoravanoentrambi fino a sera; così, a scuola,questi ragazzi si sentivano bene: pote-vano finalmente relazionare concoetanei e professori ed esprimere sestessi.

Che occasione mancata! Uscendodal cimitero dopo l’abituale visita allatomba di papà, incontravo sempre unSenegalese che vendeva un giornalet-to per poter mangiare. Non avevogran voglia di fermarmi a parlare conlui, sebbene sembrasse intelligente esimpatico. Gli comperavo la rivista eme ne andavo. Quando non lo rividipiù, ne sentii nostalgia e provai unforte senso di rimorso. Non ero certa-mente stata una buona cristiana!

Quanti ammalati negli ospedali!Anche insieme ad altri seguivo Aline,la ragazza burundese, adottata daalcune parrocchie udinesi, tra cui lanostra, per curare le profonde feriteriportate nel suo Paese devastatodalla guerra. I suoi occhi non parlava-no di odio; emanavano invece luce diserenità, di perdono, di gratitudineverso chi le aveva dato aiuto. Vive incarrozzella, perché ha perduto legambe per sempre, ma la sua vita è ilsimbolo della felicità eterna, quellache Dio ci ha promesso. Vi assicuroche è lei a dare a me serenità e pace,piuttosto che io a lei.

Ci sono ancora tanti ambiti in cuiabitare da cristiani il nostro tempo –vedi giustizia, pace, economia, società,cultura, scienza, ecologia -, sia nellanostra città che nel nostro Paese. Inogni dove chi ci è vicino deve notareuna differenza di stile di vita, unamarcia in più che ci muove.

E le risorse, i mezzi, chi ce li forni-sce? San Luca dice: “…dove è ilvostro tesoro, là sarà anche il vostrocuore (12,34). Dobbiamo fidarci diDio e fondare la nostra fede solo suquel tesoro che è il suo amore infinitoper ognuno di noi e così diventeremoil sale che sparso sul terreno lo rendefecondo, onde ottenere frutti copiosi.

RDG

SALE PER QUESTO MONDODopo il 24° Colloquio Europeo delle Parrocchie

Un gruppo di friulani al Colloquio di Porto.

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“LA PACE COME SFIDA MULTIRELIGIOSA”A cura della conferenza mondiale delle religioni per la pace WCRP-FVG

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Domenica 2 settembre si è tenuto nella sala del “CentroCulturale Paolino d’Aquileia” l’annunciato incontro inter-religioso tra le comunità cristiane (cattoliche, evangeliche,ortodosse) e quelle buddiste e Bahà’i, attive nella nostraregione.

L’incontro, organizzato e coordinato da ClaudioCaramia responsabile regionale della “Conferenza mon-diale delle religioni per la pace WCRP FVG”, ha visto con-frontarsi sul tema della pace come sfida multireligiosa, irappresentanti della varie comunità, dal pastore dellaChiesa Luterana Dieter Krempem a quello della ChiesaAvventista Patrizio Callieri di Trieste, al Pastore dellaChiesa Metodista Mirella Manocchio, al parroco dellaChiesa serbo ortodossa di S. Spiridione Rasko Radovic, alromeno ortodosso padre Deac Justinian al greco ortodos-so padre Emilianos Stomatelos, a Maura del Prizzo rap-presentante dell’Assemblea Spirituale Bahà’i, alla monacabuddista Ani Malvina. Purtroppo non erano presenti i rap-presentanti delle comunità islamica ed ebraica, entrambeimpegnate: peraltro Claudio Caramia ha tenuto a sottoli-neare come a Trieste ci siano stati segni di avvicinamentoe integrazione tra le due comunità culminati nella parteci-pazione del rabbino RAb Ariel Hadadd all’inaugurazionedella moschea di Trieste.

In tutti gli interventi, compresi quelli del padrone dicasa, mons Igino Schiff e di mons. Ettore Malnati, docentedi teologia nei Seminari di Udine e Trieste, la pace è statainvocata come dono di Dio e occasione di comunione tragli uomini di tutte le latitudini e indipendentemente dallaconfessione religiosa.

In questo senso toccante è stata la nenia intonata da unagiovane tibetana Yangchen, così come il canto di quattrogiovani romeni che vivono e lavorano a Udine.

“..... non vi sia tra voi nessun altro debito se non quellodell'Amore scambievole, perchè chi ama il prossimo suo haadempiuto a tutta la Legge...”

ORARI UTILISS. MESSE - feriali S. Quirino: lunedì ore 9.00

SS. Redentore: martedì ore 18.30S. Quirino: giovedì ore 9.00SS. Redentore: venerdì ore 18.30S. Quirino: 1° venerdì del mese ore 9.00

- festive S.Quirino e SS. Redentore ore 9.00 - ore 11.00

LA PAROLA ogni mercoledì ore 18.30 (a san Quirino)

CATECHISMO elementari: giovedì ore 16.15/17.15medie: sabato ore 15.00/16.00cresimandi: gli orari verranno comunicati

CONFESSIONI 30 minuti prima della messa

UFFICIO PARROCCHIALE - da lunedì a venerdì ore 10.00/12.00

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Un anniversario significativo

LA FEDE, UN DONO DA RIDONARE

Il 21 aprile di quest’anno sono ricor-si i cinquant’anni della Fidei donum,l’Enciclica di Pio XII che ha rafforzatola vocazione non solo dei sacerdoti, maanche dei laici, a farsi dono di fede pertutta la Chiesa, accogliere il privilegio,il lusso di poter amare tutti. Non solo isacerdoti che vengono da lontano, ogniprete è perciò un missionario. E’ chia-mato a portare a tutti la speranza cri-stiana, la speranza che è Cristo.

La responsabilità nei confronti delVangelo non si riferisce soltanto alvescovo, al diacono, al prete, ma anchead ogni battezzato. Ognuno è chiama-to a essere missionario.

L’Enciclica Fidei donum dà perciòimportanza essenziale alla Chiesalocale, alla piccola parrocchia.

Proprio come chi ha una porzionedel pane eucaristico ha tutto il Cristo,allo stesso modo la Chiesa locale èCristo vivente oggi, nella comunitàattuale.

È così che tutti i battezzati sono mis-sionari, innanzitutto verso se stessi.L’opera di rievangelizzazione dei

nostri cuori è continua, deve rinnovar-si ad ogni tappa della nostra vita.

In questo cammino continuo nonpossiamo però essere soli, abbiamobisogno di una realtà in cui fare espe-rienza di comunione, in cui condivide-re e alimentare la fede.

Noi cristiani, ci ricorda questaEnciclica, siamo chiamati a rendere leparrocchie luoghi in cui Cristo è alcentro di tutto. Liberandoci dall’“affanno pastorale”, creando scuole dipreghiera che propongano una spiri-tualità cristiana, pura, essenziale, evan-gelica. Basata sul genuino: “Vieni,Signore Gesù!”.

La Fidei donum ha richiamato i car-dini della vita cristiana, “Parola – Pane– Prossimo”, come fondamento delnostro impegno missionario.

La Parola ci mette in discussione,spingendoci a confrontarci, chiedere,cercare. A non dare mai per scontatole nostre risposte. A vivere la fedecome un mistero. Non dovremmo maisentirci persone “perbene”, che hannocapito tutto, conoscono tutto, e posso-

no vivere in pace. Perché la Parola diDio è delizia e tormento insieme.

Accogliere il pane che è corpo diCristo significa accettare di abbando-narsi al mistero, significa uscire da noistessi per diventare un tutt’uno conDio. E da questa comunione con Dioriceviamo la forza per diventare tutt’u-no con il prossimo.

Sono trascorsi cinquant’anni daquando la Fidei donum è stata donataai credenti; oggi come alloral’Enciclica ci dice che parlare di mis-sionarietà equivale a mettere in risaltoun atteggiamento spirituale inscindibi-le dall’essere cristiano. Non significaprimariamente l’obbligo di andare interre lontane a proclamare Cristo,quanto piuttosto uscire da sé e dalleproprie certezze, mettersi continua-mente in cammino, rivisitare costante-mente i motivi per cui si crede, rievan-gelizzare se stessi e l’ambiente in cui sivive, portare a maturazione i donidello Spirito, profusi in abbondanza inogni credente.

N.B.

20 maggio 2007: 30 coppie festeggiano i Lustri Matrimoniali partecipando alla S. Messa e al pranzo in comune.

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