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CAPITOLO 3 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE E RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE DEL TERRITORIO DELL’AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA

CAPITOLO 3 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE E RISORSE

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CAPITOLO 3

CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE E RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE DEL TERRITORIO

DELL’AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA

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33..11 -- PPrreemmeessssaa

Il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata rappre-senta un’area ricca di risorse idriche sotterranee di buona qualità e anco-ra oggi poco o per nulla soggette a processi d’inquinamento.

La gran parte di tali risorse idriche sotterranee trova sede in potenti edestese idrostrutture carbonatiche, carsificate e fessurate, ed in alcunisignificativi acquiferi porosi detritico - alluvionali presenti nei fondovalledei fiumi lucani (es. Alta Val d’Agri) o nella Piana costiera di Metaponto.

Gran parte delle acque di circolazione idrica sotterranea vengono a gior-no in corrispondenza di numerose sorgenti e sono prelevate sia median-te captazioni alla sorgente sia mediante pozzi.

Importanti contributi allo stato conoscitivo dell’idrogeologia dellaBasilicata, della potenzialità e dei caratteri qualitativi delle risorse idrichesotterranee lucane sono stati evidenziati in numerosi studi e ricerchecondotti negli ultimi anni nell’ambito del Gruppo Nazionale per la Difesadalle Catastrofi Idrogeologiche del CNR. Altri significativi studi idrogeolo-gici sono riportati in alcuni rapporti di ricerca redatti nell’ambito diConvenzioni tecnico-scientifiche stipulate tra i dipartimenti dell’Univer-sità della Basilicata e la Regione Basilicata e/o altri importanti Enti terri-toriali (Piano di Tutela delle Acque, 2004; Piano d’Ambito dell’ATO Unicodella Regione Basilicata, 2002; Progetto PRISMAS DIFA UNIBAS -Regione Basilicata; progetto AGRIFLUID, 2004; Progetto di Ricerca LaTIBI- DIFA).

Nel presente capitolo si descrivono in sintesi le caratteristiche geologi-che, idrogeologiche e di potenzialità idrica delle principali e più produtti-ve idrostrutture che ricadono all’interno del territorio di competenzadell’Autorità di Bacino della Basilicata. In particolare, nella prima parte sitratteggiano i principali caratteri geo-strutturali dell’Appennino lucanocon particolare riferimento a quelli che ne condizionano significativa-

CCAARRAATTTTEERRIISSTTIICCHHEE IIDDRROOGGEEOOLLOOGGIICCHHEE EE RRIISSOORRSSEE IIDDRRIICCHHEE SSOOTTTTEERRRRAANNEEEEDDEELL TTEERRRRIITTOORRIIOO DDEELLLL’’AAUUTTOORRIITTÀÀ DDII BBAACCIINNOO DDEELLLLAA BBAASSIILLIICCAATTAA

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mente l’assetto idrogeologico; nella seconda parte si riportano sia i prin-cipali caratteri idrogeologici del territorio lucano che i caratteri idrogeo-logici e di potenzialità idrica delle più significative strutture idrogeologi-che, oltre che un quadro delle principali utilizzazioni idropotabili dei mag-giori schemi acquedottistici ricadenti nel territorio dell’Autorità diBacino.

A corredo di questo capitolo sono allegate tre tavole in cui sono riporta-ti: i principali complessi idrogeologici del territorio dell’Autorità di Bacino(Tavola 1), la delimitazione dei principali bacini idrografici integrati dal-l’ubicazione delle sorgenti e dei pozzi in essi presenti (Tavola 2), la deli-mitazione delle principali idrostrutture afferenti il territorio dell’Autoritàdi Bacino (Tavola 3).

Per quanto riguarda i valori di portata idrica caratterizzanti le numerosee più importanti sorgenti delle idrostrutture afferenti il territorio dell’AdBdella Basilicata, cui si è fatto riferimento in questo capitolo, ci si è avval-si dei dati contenuti nei principali data base ufficiali (PRA Basilicata,1987; Piano d’Ambito ATO Basilicata, 2002; Boari e Sdao, 2000-ProgettoLaTIBI; Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid; Mancini e Sole, 2003-PRTABasilicata 2004), dei risultati di studi ed indagini condotti nell’ambito diricerche del Gruppo Nazionale per la Difesa dalle CatastrofiIdrogeologiche del CNR. Tali valori di portata rappresentano i dati medirelativi alle misure eseguite nei periodi di osservazione riportate nei database. Da queste si evince che i periodi di osservazione delle portate idri-che delle sorgenti non sono omogenei: infatti, in alcuni casi ci si è riferitia dati relativi a misure di portata rilevate in un solo anno, in altri a datirelativi a misure eseguite in alcuni anni di osservazione, in altri ancora adati medi relativi a misure trentennali di portata. Ciò non consente un’e-saustiva, omogenea ed aggiornata definizione della potenzialità dellerisorse idriche sotterranee disponibili che scaturiscono dalle numerosesorgenti esaminate. Inoltre, nei riferimenti bibliografici utilizzati non sonoriportate tutte le sorgenti presenti sul territorio in esame, ma solo (sep-pur numerose) quelle caratterizzate da portate significative (› 5 l/s) ocomunque che ricadono nelle principali idrostrutture lucane. Esistonoinfatti numerosissime sorgenti che, sebbene siano caratterizzate da por-tate molto modeste (‹ 0,5 l/s), non sono censite e che nel complessocostituiscono una significativa risorsa idrica, di cui non si può non tenereconto.

A fronte degli studi idrogeologici eseguiti e dall’analisi di dati di portatarelativi alle predette sorgenti (riportati nel data base a corredo delle tavo-le 1, 2 e 3), tenendo anche conto di quanto prima detto circa le sorgenticonsiderate, è possibile pervenire ad una prima ed approssimata stimacomplessiva dei volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti afferenti leprincipali e più produttive idrostrutture carbonatiche ed i diversi baciniidrografici inclusi nell’Autorità di Bacino della Basilicata (Tabelle 3.1 e 3.2).

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 85

Tabella 3.1 - Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle principali sorgen-ti presenti nelle idrostrutture carbonatiche più importanti afferenti il territorio dell’AdBdella Basilicata

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33..22 -- QQuuaaddrroo ddii ssiinntteessii ddeellllee ccaarraatttteerriissttiicchhee ggeeoollooggiicchhee eedd iiddrrooggeeoollooggiicchheeddeell tteerrrriittoorriioo ddeellll’’AAuuttoorriittàà ddii BBaacciinnoo ddeellllaa BBaassiilliiccaattaa

Il territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata com-prende parte del segmento campano-lucano dell’Arco Appenninico meri-dionale, che rappresenta un esteso orogene a pieghe e falde di ricopri-mento, generatosi a partire dall’Oligocene superiore (ca 20 Ma). Esso ècostituito da unità tettoniche derivate dalla deformazione dei dominideposizionali mesozoico-terziari, aree di piattaforma e di bacino, delpaleomargine della placca africano-adriatica, e in misura minore da unitàtettoniche derivanti dalla deformazione di domini oceanici tetidei (suc-cessioni pelagiche mesozoico-terziarie localmente associate a gabbri,basalti, serpentiniti, gneiss, localizzate nel settore occidentale del terri-torio dell’Autorità di Bacino).

In particolare, le principali successioni stratigrafiche affioranti nel territo-rio dell’Autorità di Bacino, a partire da ovest verso est, sono (figura 3.1):

- successioni delle Unità Liguridi , dell’Unità del Frido e delle Unità NordCalabresi, che affiorano ampiamente lungo il confine calabro-lucano

Tabella 3.2 - Portate medie totali e volumi idrici medi annui drenati dalle sorgenti presentinei principali bacini idrografici

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 87

(area del Pollino), costituite da depositi argillosi con intercalazionicalcaree ed arenacee e da rocce metamorfiche ed ignee (filadi, quar-ziti, metabasalti, gneiss, ..);

- successioni mesozoico-terziarie dell’Unità Sicilide, costituite da pelitie, in misura minore da risedimenti carbonatici e depositi arenacei,affiorati nel settore occidentale e centrale dell’area in esame;

- successioni calcareo-dolomitiche mesozoico terziarie dell’Unità diVerbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità AlburnoCervati, affioranti prevalentemente nel settore occidentale dell’area inesame (area dei M.ti di Lauria, M.ti della Maddalena, area del Pollino);

- successioni mesozoico-terziarie delle Unità lagonegresi, costituite dadepositi marnoso-argillosi, calcareoclastici ed arenacei di ambientebacinale e, in misura minore, di ambiente di avanfossa, affiorantiampiamente nel settore centro-occidentale del territorio dell’Autoritàdi Bacino;

- successioni di “thrust top basins” rappresentate sia da depositi area-naceo-conglomeratici del Miocene superiore (Flysch di GorgoglioneAuct., ecc) sia da depositi sabbioso-conglomeratici ed argillosi delPliocene superiore-Pleistocene inferiore (bacino di Calvello, bacino diSant’Arcangelo), affioranti nel settore centro-orientale del territoriodell’Autorità di Bacino;

- successioni argillose e sabbioso-conglomeratiche del Pliocene supe-riore-Pleistocene inferiore dell’Avanfossa Bradanica, che si rinvengo-no nel settore orientale dell’Autorità di Bacino;

- successione calcaree mesozoico-terziarie dell’Unità Apula, che carat-terizzano il margine orientale del territorio dell’Autorità di Bacino.

Dal punto di vista strutturale il settore di catena incluso nel territoriodell’Autorità di Bacino della Basilicata è caratterizzato dalla sovrapposi-zione tettonica delle Unità Liguridi, Unità del Frido, Unità Nord-Calabresie Unità Sicilide s.s. sulle unità carbonatiche dell’Unità di Verbicaro,dell’Unità dei Monti della Maddalena e dell’Unità Alburno-Cervati.Queste ultime a loro volta sono sovrapposte tettonicamente alle succes-sioni lagonegresi. Nel settore frontale le unità della catena ricoprono lesuccessioni del margine interno dell’Avanfossa Bradanica.

Sulle coltri di ricoprimento poggiano, con contatto stratigrafico discor-dante, le successioni arenaceo-conglomeratiche, sabbioso-conglomerati-che ed argillose dei bacini intrappenninici (thrust top basins, figura 3.1 efigura 3.2).

Il contatto tra le differenti unità tettoniche si realizza mediante piani disovrascorrimento con geometria ramp-flat, che danno luogo ad una strut-tura di tipo embricate fan. Il settore di catena in esame è inoltre caratte-

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rizzato da sistemi plicativi ed è dissecato da sistemi di faglie dirette e dasistemi di faglie trascorrenti plio-quaternarie orientate secondo gli anda-menti N 120°±10° (area del Pollino, Alta Val d’Agri, area del Bacino diSant’arcangelo), N 50-60°, NW-SE.

Figura 3.1 - Schema geostrutturale dell’Appennino meridionale

Figura 3.2 - Sezione geologica dell’Appennino meridionale, dal Cilento (SW) alla piattafor-ma apula (NE) (da Prosser et al., 1996)

L’assetto stratigrafico-strutturale del settore di catena appenninica inesame condiziona fortemente l’andamento della circolazione idrica sot-terranea.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 89

Le differenti successioni stratigrafiche che costituiscono le unità strati-grafico-strutturali del settore di catena affioranti nel territorio dell’AdBdella Basilicata possono essere raggruppate in complessi idrogeologicicaratterizzati da differente tipo e grado di permeabilità (tavola 1):

- complesso calcareo ad elevata permeabilità per fratturazione e carsi-smo (in cui sono comprese le successioni calcaree mesozoico-terzia-rie dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità dei Monti della Maddalena edell’Unità Alburno Cervati);

- complesso dolomitico, a permeabilità da media ad alta in relazioneallo stato di fratturazione (in cui sono comprese le successioni dolo-mitiche mesozoico-terziarie dell’Unità di Verbicaro, dell’Unità deiMonti della Maddalena e dell’Unità Alburno Cervati);

- complesso calcareo-siliceo a permeabilità variabile da alta a media inrelazione allo stato di fratturazione, alla presenza di intercalazionepelitiche di fenomeni carsici nei livelli lapidei (al suo interno è com-presa parte delle successioni delle unità lagonegesi);

- complesso delle radiolariti, a permeabilità variabile da media a bassa,in relazione allo stato di fratturazione ed alla presenza di intercalazio-ne pelitica (al suo interno è inclusa parte delle successioni lagone-gresi);

- complesso calcareo-marnoso argilloso a permeabilità media, mavariabile in relazine allo stato di fratturazione e alla presenza di inter-calazioni pelitiche;

- complesso argilloso-marnoso, a permeabilità bassa o nulla (in cuisono incluse tutte le successioni prevalentemente argillose delleunità lagonegresi, sicilidi e liguridi);

- complesso arenaceo-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta amedio-bassa variabile in relazione allo stato di fratturazione ed allapresenza di intercalazioni pelitiche (in cui sono inclusi i depositi are-nacei delle unità lagonegresi e del Flysch di Gorgoglione);

- complesso degli argillosciti, a permeabilità molto bassa o nulla (in cuisono incluse parte delle successioni dell’Unità Frido e delle UnitàNord Calabresi);

- complesso dei metacalcari, a permeabilità da media a bassa, in rela-zione allo stato di fratturazione ed alla presenza di livelli pelitici (in cuisono incluse parte delle successioni delle Unità Nord Calabresi e ligu-ridi);

- complesso delle metamorfiti, a permeabilità medio-bassa, in cuisiano incluse rocce metamorfiche rappresentate da gneiss, serpenti-niti, metabasalti appartenenti alle unità interne;

90 Capitolo 3

- complesso argilloso, a permeabilità da bassa a nulla (in cui sonoincluse le successioni argillose dell’Avanfossa Bradanica e dei thrusttop basins);

- complesso sabbioso-conglomeratico, a permeabilità da medio-alta amedio-bassa variabile in relazione allo stato di addensamento e/ocementazione del deposito, alle caratteristiche granulometriche ed inrelazione allo stato di fratturazione per i depositi cementati (in questocomplesso sono inclusi i depositi sabbioso-conglomeratici dell’Avan-fossa Bradanica e dei thrust top basins);

- complessi dei depositi alluvionali, costieri e detritici a permeabilitàvariabile da medio-bassa a medio-alta in relazione alle caratteristichegranulometriche dei depositi ed allo stato di addensamento del depo-sito (in questi complessi sono incluse rispettivamente le successionisabbioso-ghiaiose ed argilloso-sabbiose di riempimento delle pianedei principali corsi d’acqua e i depositi sabbioso-ghiaiosi costieri).

I complessi litologici costituiti da depositi connessi all’attività del centrovulcanico del Vulture (complesso delle lave a permeabilita in genere alta;complesso delle piroclastiti da flusso a permeabilità variabile da bassa amedio-bassa; complesso delle piroclastiti da caduta) si rinvengono soloin areali di limitata estensione lungo il margine nord-occidentale del ter-ritorio dell’AdB della Basilicata.

Gli studi ad oggi realizzati hanno evidenziato che le risorse idriche sot-terranee dell’Autorità di Bacino della Basilicata trovano essenzialmentesede:

1. nelle strutture idrogeologiche carbonatiche ad alta permeabilità perfratturazione e carsismo (tavole 3A-B);

2. negli acquiferi porosi detritico-alluvionali della piana costiera diMetaponto e delle piane dei principali corsi d’acqua.

Accanto a tali domini idrogeologici, ne esistono altri sicuramente menosignificativi dal punto di vista della potenzialità idrica ma che possiedo-no risorse idriche sotterranee che potrebbero costituire un’importanterisorsa da destinare a particolari momenti di penuria idrica. Ci si riferiscein particolare:

a) agli acquiferi sabbioso-conglomeratici ricadenti nel settore centro-orientale dell’area in esame, con particolare riferimento a quelli rica-denti nelle porzioni medie e basse dei bacini dei principali fiumi luca-ni (fiumi Bradano, Basento, Agri e Sinni);

b) agli acquiferi detritico-alluvionali presenti nei fondovalle dei principa-li fiumi lucani o dei bacini fluvio-lacustri dei Fiumi Noce, Agri, ecc.).

Le strutture idrogeologiche carbonatiche, costituite da successioni inclu-se nel complesso calcalcareo-dolomitiche ed in quello calcareo-siliceo

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 91

(tavola 1 e tavole 3A-B) sono sede di gran parte degli acquiferi principalidell’AdB e della regione Basilicata.

Nelle idrostrutture costituite da successioni calcareo-dolomitiche, la por-zione prevalentemente dolomitica è essenzialmente rappresentata dadolomie e calcari dolomitici ben stratificati e in varia misura fessurati. Laporzione calcarea è rappresentata da calcari e calcari dolomitici moltofratturati, stratificati e a luoghi anche intensamente carsificati. In ragionedel grado di fessurazione e di carsismo, la permeabilità relativa varia damolto elevata a medio-alta, mentre il coefficiente di infiltrazione poten-ziale ( χ ) è dell’ordine di 0,90.

Nelle idrostrutture costituite dal complesso calcareo-dolomitico sonoallocati alcuni fra i principali e più produttivi acquiferi dell’area in esame(tavole 3A-B): la struttura idrogeologica del gruppo montuoso delPollino, le idrostrutture dei Monti di Lauria e di Maratea e alcune delleidrostrutture dell’alta valle del Fiume Agri (idrostruttura dei Monti dellaMaddalena, di M. Raparo).

Le idrostrutture formate da successioni incluse nel complesso calcareo-siliceo sono in genere costituite da: calcari, calcilutiti e calcareniti conliste e noduli di selce, ben stratificati e in varia misura fratturati, con inter-calazioni di livelli argilloso-marnosi (Formazione dei Calcari con selceAuct.); diaspri policromi, radiolariti e brecciole calcaree, ben stratificati efessurati, con intercalazioni di argilliti silicifere scagliose (Scisti SiliceiAuct.). Al loro interno il grado di permeabilità varia in ragione dello statodi fessurazione ed della presenza di livelli pelitici: da medio-alto ad altonelle successioni dei Calcari con selce; da medio-basso a medio nellesuccessioni degli Scisti Silicei. Anche il coefficiente di infiltrazione poten-ziale varia da 0,80 delle successioni dei Calcari con selce a 0,40 nelle suc-cessioni degli Scisti Silicei.

Alcune idrostrutture carbonatiche significativamente produttivedell’Autorità di Bacino della Basilicata sono costituite da successioni rife-ribili alla formazione dei Calcari con selce; tra queste spiccano, perimportanza, la dorsale Monte Volturino - Serra di Calvelluzzo (Alta Valledel Fiume Agri), il Monte Sirino, l’idrostruttura di Monte Pierfaone-MonteArioso, in alta Val Basento (tavole 3A-B).

Tali idrostrutture carbonatiche sono bordate da importanti ed evidentilineamenti tettonici (faglie e sovrascorrimenti) che spesso le pongono acontatto con successioni argilloso-marnose a più bassa permeabilitàrelativa, creando le premesse idrogeologiche per la genesi di sorgenti.

Tale sorta di cintura meno permeabile fa sì che le idrostrutture carbona-tiche siano ben delimitate, per cui i travasi idrici sotterranei verso altreidrostrutture limitrofe non sono molto significativi. Non di rado le idro-strutture carbonatiche sono dissecate da importanti lineamenti struttu-rali, che, costituendo una sorta di spartiacque idrogeologico aperto, fra-

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zionano la stessa idrostruttura in più acquiferi. Questi ultimi sono dotatidi un proprio bacino idrogeologico e di specifici caratteri idrogeologici eidrodinamici, ma spesso risultano essere fra loro idraulicamente inter-connessi con conseguenti travasi idrici sotterranei più o meno cospicui.

In queste idrostrutture, la scarsa presenza di significative intercalazioniimpermeabili unitamente ad un alto o molto alto grado di permeabilitàrelativa, per fessurazione e/o per carsismo, implica un’elevata infiltrazio-ne efficace potenziale di acque meteoriche che generano cospicue e con-tinue falde idriche di base. La circolazione idrica sotterranea, fortementeinfluenzata dall’assetto geo-strutturale e dallo stato di fessurazione e/ocarsismo dell’ammasso lapideo, è prevalentemente di tipo freatico e soloa luoghi in pressione.

Le acque sotterranee, la cui direzione di deflusso preferenziale è marca-tamente governata dalla presenza di lineamenti strutturali, defluisconoall’interno delle idrostrutture carbonatiche lungo una rete di fessure, piùo meno fitta ed a varia apertura (per es. in situazioni carsiche molto avan-zate la circolazione idrica avviene lungo grossi collettori).

La discarica della falda idrica sotterranea avviene quasi sempre in corri-spondenza di sorgenti o di fronti sorgentizi, la gran parte dei quali, alme-no quelli più importanti, sono collocati lungo i bordi delle idrostrutture,in corrispondenza di importanti lineamenti tettonici.

In termini quantitativi, i volumi drenati dalle sorgenti delle principali idro-strutture carbonatiche dell’area in esame (tenendo solo conto di quellecensite e con portate superiori a 1 l/s) ammonta a circa 7 mc/s pari ad unvolume annuo di circa 216 Mmc/anno (tabella 3.1). Tali significativi volu-mi di acqua sotterranea vengono a giorno in corrispondenza di almeno153 sorgenti principali, non uniformemente distribuite, e di un grannumero di sorgenti con portate modeste, spesso inferiori a 1 l/s. La granparte delle sorgenti principali, specie quelle interessate da sistemi dicaptazione, mostrano tutto sommato una certa continuità di portata idri-ca e un buon indice di variabilità di Meinzer (cioè mediamente non siosservano grossi scarti fra le portate massima e minima annuale).

Vale la pena evidenziare che anche in Basilicata, come peraltro in tutto ilbacino del Mediterraneo, negli ultimi anni decenni si è assistito ad unanetta e progressiva diminuzione del surplus idrico (intendendo con que-sto la differenza fra precipitazioni ed evapotraspirazione reale, quindi delvolume d’acqua sotterranea che potenzialmente alimenta gli acquiferi)da mettere in relazione anche a cambiamenti climatici, evidenziati dallavariazione del regime delle precipitazioni (precipitazioni più intense con-centrate in periodi brevi) e dall’aumento della temperatura. Ciò ha com-portato una diminuzione dei volumi di infiltrazione efficace con conse-guente diminuzione delle portate delle sorgenti e quindi della disponibi-lità di risorse idriche sotterranee da destinare ai vari usi.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 93

Figure 3.3 - Variazioni delle portate idriche mensili delle principali sorgenti dell’Alta Valle delFiume Agri nel periodo 1983 - 1991 (in alto) e nella sorgente di San Michele nel periodo 1969- 1998 (in basso) nell’alta valle del Basento

In Basilicata gran parte delle sorgenti, in particolare quelle alimentate daipotenti ed estesi acquiferi carbonatici, mostrano un chiaro trend negati-vo delle portate sorgive, che riflette il trend delle precipitazioni meteori-che. A titolo di esempio: in Figura 3.3 si riporta la situazione relativa aduna serie di sorgenti dell’alta valle del Fiume Agri e alla sorgente di SanMichele (alta valle del Basento), in cui è palese detto trend negativo;nella Tabella 3.3 sono confrontati i valori di portata idrica delle sorgentidell’acquifero del Monte Sirino rilevati nel 1937 (S.I., 1937) e nel 1987(PRA, 1987), in cui è ugualmente certificabile la sensibile diminuzione neivolumi idrici sotterranei drenati.

94 Capitolo 3

33..33 -- IIll bbiillaanncciioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo ddeellllee iiddrroossttrruuttttuurree rriiccaaddeennttii nneell tteerrrriittoorriiooddeellll’’AAuuttoorriittàà ddii BBaacciinnoo

Le risorse idriche sotterranee (nel seguito indicate come RIS) rappresen-tano una delle principali georisorse rinnovabili (purtroppo sempre menorinnovabili a causa di variazioni climatiche, di un uso sconsiderato delterritorio e delle stesse RIS); esse forniscono cospicue quantità d’acquaper il consumo umano, per l’industria, per l’agricoltura, ecc. In alcunicasi, peraltro sempre più frequenti (periodi siccitosi), le RIS rappresenta-no l’unico mezzo di sostentamento idrico per le popolazioni e per le atti-vità economiche.

Una corretta utilizzazione delle RIS, la messa in campo di adeguate stra-tegie di gestione e di efficaci azioni di salvaguardia e protezione daldegrado quali-quantitativo di corpi idrici sotterranei non possono pre-scindere da una fedele stima del bilancio idrogeologico delle idrostruttu-re in cui sono allocate, ovverosia della valutazione dei processi di ricari-ca attiva e di discarica di acqua sotterranea da un dato sistema idrogeo-logico, tenendo anche conto delle variazioni di immagazzinamento effet-tivo delle riserve idriche.

La redazione del bilancio idrogeologico globale diretto si basa su accura-ti studi idrogeologici ed idrodinamici, sull’acquisizione ed elaborazionedi un gran numero di dati geologici, idrogeologici, climatici, su accuratestime degli afflussi naturali e dei deflussi idrici sotterranei, dei processidi ricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), degli eventuali pre-lievi; particolare importanza riveste anche la conoscenza dei fenomeni diinterscambio fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici superfi-ciali. Tali dati spesso non sono reperibili o, quando lo sono, essi possononon ricoprire omogeneamente il territorio investigato.

Laddove non si è in possesso di tutti i dati necessari e il modello idro-geologico concettuale sia non sufficientemente noto, la valutazione dellaricarica attiva (ovverosia il volume di medio annuo di RIS potenzialmente

Tabella 3.3 - Acquifero carbonatico del Monte Sirino : confronto fra i valori di portate idri-che di alcune importanti sorgenti rilevati nel 1937 e nel 1987

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 95

disponibile) di un sistema idrogeologico può essere valutata ricorrendo atecniche di valutazione inversa (Lerner, 1990) ed in particolare alla tecni-ca di bilancio idrogeologico inverso messa a punto da Civita (1973) edimplementata in un sistema GIS da Civita & De Maio (1997). Tale tecnicadi valutazione è stata efficacemente applicata in numerosi casi di studioin Italia ed anche in Basilicata.

Qui di seguito saranno sinteticamente tratteggiati i due diversi tipi diapproccio diretto ed inverso per la valutazione della ricarica attiva di unacquifero e per la redazione di un bilancio idrogeologico.

Successivamente saranno evidenziate sia le attuali difficoltà circa laredazione di un bilancio idrogeologico globale delle idrostrutture rica-denti nel territorio dell’Autorità di Bacino della Basilicata, sia i necessaristudi, indagini ed azioni di monitoraggio per poter efficacemente perve-nire ad una fedele stima dello stesso bilancio.

Sulla scorta degli studi idrogeologici fin qui svolti, si propone una tabel-la riassuntiva e preliminare in cui si riporta, per le principali idrostrutturecarbonatiche dell’Autorità di Bacino, il bilancio idrogeologico preliminaree i diversi elementi che lo definiscono (tabella 3.4).

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Tabella 3.4 - Stima del Bilancio idrogeologico delle principali idrostrutture afferenti il terri-torio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 97

98 Capitolo 3

3.3.1 - MMeettooddoollooggiiaa ddii vvaalluuttaazziioonnee ddeell bbiillaanncciioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo gglloobbaallee

Pur rimandando alla nutrita letteratura idrogeologica e ai suoi numerosimanuali, qui di seguito si illustrerà in sintesi la procedura di valutazionediretta dei diversi elementi che costituiscono un bilancio idrogeologicoglobale (tabella 3.5), intendendo con questo termine la valutazionequantitativa dei processi di ricarica attiva (alimentazione naturale e/oricarica artificiale) e di discarica (prelievi e deflussi) di acqua sotterraneada un dato sistema idrogeologico, tenendo anche conto delle variazionidi immagazzinamento effettivo delle riserve idriche.

Nel caso di un’idrostruttura ben definita ed idrogeologicamente isolata(cioè senza travasi idrici verso acquiferi limitrofi), la cui alimentazione èessenzialmente legata agli afflussi meteorici, per la valutazione del bilan-cio, ci si può riferire alla ben nota relazione:

P= Er + Ie + R

Dove P sono gli afflussi meteorici, Er è l’evapotraspirazione reale, Ie è l’in-filtrazione o ricarica attiva dell’acquifero (rappresenta la risorsa idricasotterranea che defluisce nell’idrostruttura) e R è il deflusso idrico super-ficiale, espressi in mm/a.

In particolare il deflusso idrico globale (Dg), espresso in mm/a di altezzad’acqua, è dato da:

Dg = R + I

Lo stesso deflusso idrico globale (espresso in mc/s) è dato:

Qt= Qs + Qw

dove:

Qt è la portata che defluisce globalmente (in mc/s);

Qs è la portata che defluisce in superficie (in mc/s);

Qw è la portata che defluisce nel sottosuolo (in mc/s).

Il parametro Qt (o Dg) rappresenta la potenzialità idrica totale del territo-rio che viene esaminato cioè il massimo volume d’acqua (superficiale osotterranea) teoricamente utilizzabile.

D’altra parte il deflusso idrico globale (Dg) è dato da:

Dg = P - Er

mentre quello sotterraneo è dato da

Ie = P – (Er + R)

dove Ie è l’infiltrazione efficace che costituisce anche l’entità della ricari-ca media dell’acquifero.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 99

Tale procedura di valutazione è da ritenersi speditiva e i risultati sono daconsiderare approssimativi. Infatti, in realtà oltre agli apporti idrici diret-ti si hanno sovente: afflussi più o meno significativi dovuti a processi diricarica artificiale (irrigazioni, urbanizzazioni, ecc.), a fenomeni di inter-scambio idrico fra acquiferi confinanti o fra acquifero e corpi idrici super-ficiali (tabella 3.5); efflussi dovuti a deflussi sorgentizi, ad eventuali pre-lievi artificiali non restituiti all’interno del sistema; perdite idriche versosistemi idrogeologici confinanti; variazioni a breve medio termine delleriserve idrogeologiche; ecc..

Pertanto, identificato il sistema idrogeologico e il periodo temporale diriferimento, per una esaustiva valutazione del bilancio idrogeologico glo-bale si deve tener necessariamente conto di tutte le entrate e le uscitedallo stesso sistema idrogeologico, i cui elementi fondamentali sonoriportati nella tabella 3.5.

Tenendo conto di tutti gli afflussi, il deflusso idrico globale (Dg) espressoin mm/a è dato da :

Dg = R + It

dove:

It = I + A

e rappresenta gli apporti idrici totali (o entrate nel sistema idrogeologi-co), cioè quelli dovuti sia agli afflussi diretti (I) che a quelli indiretti (A).

Analogamente il deflusso globale espresso in mc/s diventa:

Qt= Qs + Qwt

dove

Qwt = Qw + QA

e rappresenta la portata sotterranea totale, cioè quella dovuta sia agliapporti idrici diretti (Qw) che indiretti (QA).

Affinché il bilancio risulti in pareggio, il deflusso sotterraneo totale (It =Qwt) deve corrispondere alle uscite idriche totali (U = Qu) dal dominioidrogeologico (in mm/a o in 106 mc/a). Queste uscite sono rappresenta-te sia dagli efflussi naturali che dai prelievi (tabella 3.5).

Il bilancio si considera in pareggio quando la differenza tra il deflusso sot-terraneo totale (It = Qwt) e le uscite idriche totali (U = Qu) è inferiore al10% circa del valore di It.

In definitiva si ha:

deflusso sotterraneo totale (It = Qwt) = uscite idriche totali (Ut = Qu) ± ∆w

dove ∆w corrisponde alle variazioni delle riserve idriche sotterranee inpiù o meno rispetto agli afflussi per le suddette condizioni di equilibrio.

100 Capitolo 3

3.3.2 - VVaalluuttaazziioonnee ddeellllaa rriiccaarriiccaa aattttiivvaa ddii uunn aaccqquuiiffeerroo ccoonn llaa tteeccnniiccaa ddeellbbiillaanncciioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo iinnvveerrssoo

Nel caso di idrostrutture per le quali non è disponibile un’accurata edesaustiva banca dati degli elementi e dei parametri necessari che con-corrono alla valutazione del bilancio idrogeologico globale o non è suffi-cientemente noto il modello idrogeologico concettuale, la valutazionedella ricarica attiva può essere acquisita utilizzando tecniche di valuta-zione inversa, nel senso di Lerner et al. (1990), ed in particolare quellamessa a punto da Civita (1973) ed implementata in un sistema GIS daCivita & De Maio (1997, figura 3.4), nota come bilancio idrogeologicoinverso. Tale tecnica consiste in un modello numerico che permette, sullascorta di elaborazioni di dati non difficilmente acquisibili, di stimare consufficiente affidabilità la ricarica attiva media annua (ovverosia il volumemedio annuo di risorse idriche sotterranee potenzialmente disponibili) diuna determinata struttura idrogeologica. In tale modello, che sarà sinte-ticamente descritto, la ricarica attiva media annua (i.e. infiltrazione effi-cace - I) è valutata dalla piovosità efficace e dal coefficiente di infiltrazio-ne potenziale ( χ ) determinato dai caratteri litologici ed idrogeologicisuperficiali. I risultati conseguiti con l’applicazione di tale tecnica vengo-no, qualora possibile, confrontati con i dati di deflusso sorgentizio, anchese sommari, o sono utilizzati per una stima della potenzialità idrica delsistema idrogeologico investigato.

Tabella 3.5 - Elementi che concorrono a generare gli afflussi idrici sotterranei totali e gliefflussi idrici sotterranei totali che definiscono il bilancio idrogeologico globale di un siste-ma idrogeologico (da Civita, 2005)

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 101

Le diverse fasi ed operazioni che costituiscono la metodologia del bilan-cio idrogeologico inverso sono schematizzate nella figura di seguitoriportata.

Per l’applicazione di tale tecnica, l’area di interesse viene discretizzatacon una griglia regolare di celle; per ogni singola cella (EFQ), la valuta-zione della ricarica attiva media annua (I) discenda da una serie di ope-razioni di seguito elencate:

1. posizionamento georeferenziato delle stazioni pluviometriche e ter-mometriche esistenti all’interno e all’esterno immediato del territoriodi interesse;

2. selezione, validazione e omogeneizzazione delle serie storiche di datitermo-pluviometrici relative a periodi isocroni sufficientemente lun-ghi (10 - 20 anni);

3. calcolo delle medie mensili e annue interannuali dei dati pluviometricie termometrici rilevati in ciascuna stazione climatica georeferenziata;

4. stima delle temperature corrette (Tc) medie annue interannuali in fun-zione della piovosità mediante la formula:

Figura 3.4 - Diagramma di flusso della metodologia di valutazione del bilancio idrogeologi-co inverso (da Civita & De Maio, 1997)

� Pi· T

iTc

=� P

i

102 Capitolo 3

in cui Pi è la piovosità media mensile (mm) e Ti è la temperatura mediamensile (°C);

5. calcolo delle equazioni piovosità-quota [P = f(q)] e temperatura cor-retta-quota [Tc = f(q)].

Note le suddette equazioni valide per tutto il territorio di interesse, laprocedura di valutazione, applicata ad ogni singola cella individuata, è laseguente:

6. calcolo della quota media (q) di ogni singola cella mediante l’utilizzodi un DTM (Digital Terrain Model) relativo all’area di interesse;

7. calcolo per ogni cella, utilizzando le relazioni [P = f(q)] e [Tc = f(q)],della piovosità specifica (P) e della temperatura corretta Tc;

8. calcolo del tasso di evapotraspirazione reale Er per ogni cella secon-do il modello empirico di Turc;

9. stima della precipitazione efficace specifica media annua (Q)

Q = P - Er (mm/a)

10. identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ (variabiletra 0 e 1) stimato in base alla litologia superficiale del complesso idro-geologico, all’acclività della superficie topografica, all’indice di frattu-razione, all’indice di carsismo, alla presenza o meno di suolo;

11. calcolo dell’infiltrazione media interannuale I (ricarica attiva specificamedia) ottenuta moltiplicando:

nel caso di roccia nuda, il valore della precipitazione efficace Q per ilvalore di χr che compete a ciascuna cella, cioè:

I = Q · χr

(mm/a)

nel caso di presenza di suolo, il valore della precipitazione totale P peril valore di χs del suolo ricadente nella cella, cioè:

I = P · χs

(mm/a)

12. calcolo del ruscellamento specifico R per differenza tra le precipita-zioni efficaci e l’infiltrazione cioè:

R = Q – I (mm/a)

13. calcolo della ricarica attiva media annua e del ruscellamento di tuttal’area di interesse per sommatoria dei parametri suddetti relativi adogni singola cella; interpretazione delle diverse componenti del bilan-cio idrogeologico.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 103

3.3.3 - SSttiimmaa ddeell bbiillaanncciioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo ddeellllee iiddrroossttrruuttttuurree rriiccaaddeennttii nneelltteerrrriittoorriioo ddeellll’’AAuuttoorriittàà ddii BBaacciinnoo ddeellllaa BBaassiilliiccaattaa

A fronte di quanto precedentemente detto, ad oggi con gli studi e i datifin qui acquisiti non si è in grado di redigere, per le molteplici e più omeno complesse idrostrutture che compongono il territorio dell’Autoritàdi Bacino della Basilicata, una valutazione del bilancio idrogeologico glo-bale compiuto ed esaustivo; cioè un bilancio che tenga conto di tutte glielementi, naturali o antropici, che permettono di stimare l’entità degliapporti (fenomeni di ricarica) e dei deflussi (uscite) che si generano all’in-terno del sistema idrogeologico. Tale valutazione è tuttavia necessariaper la definizione e la messa in campo di efficaci strategie di utilizzazio-ne, di gestione e di salvaguardia delle RIS (Risorse idriche sotterranee).Essa potrà essere ragionevolmente effettuata solo a seguito di circostan-ziati studi, indagini ed azioni di monitoraggio che coinvolgano le idro-strutture significative, con particolare riferimento a quelle carbonatichefessurate e carsiche che costituiscono, nel panorama idrogeologico delterritorio dell’Autorità di Bacino, i più produttivi serbatoi idrici sotterra-nei.

In particolare, tale complesso di azioni deve condurre, per ogni singolaidrostruttura investigata, alla circostanziata definizione del modello idro-geologico concettuale e alla fedele stima dell’entità dei diversi elementie parametri di cui alla tabella 3.5.

Per quanto riguarda la definizione del modello idrogeologico concettualeche, come è noto, comprende il riconoscimento della distribuzione edelle proprietà idrogeologiche ed idrodinamiche dei complessi rocciosiche formano l’idrostruttura, dei relativi caratteri fisici e geometrici, deiprocessi di ricarica e di deflusso delle acque sotterranee, le proprietà chi-mico-fisiche delle acque, si rendono necessari:

1. accurati rilievi geologici ed idrogeologici, a scala di dettaglio(1:25.000 o 1:10.000), integrati da analisi ed interpretazione di fotoaeree, di rilievi geostrutturali della fessurazione, da indagini dirette(pozzi e sondaggi) ed indirette (prospezioni geofisiche ad alta risolu-zione);

2. nel caso di idrostrutture molto produttive o idrogeologicamante com-plesse, i suddetti rilievi prevedono anche prove e prospezioni idro-geologiche in situ (prove di permeabilità, prove con traccianti, ecc.);

3. prelievo periodico di campioni d’acqua da destinare a prove di labo-ratorio per la stima dei relativi parametri chimico-fisici ed isotopici.

Per quanto riguarda la stima dell’entità dei diversi termini (afflussi totalee deflussi totali, tabella 3.5) del bilancio, si deve procedere alla redazio-ne di banche dati storiche estese su un congruo periodo di tempo,aggiornabili in tempo reale. In particolare, tali banche dati devono esse-

104 Capitolo 3

re il frutto dell’acquisizione e dell’elaborazione:

- di dati di portata delle sorgenti continui (in mancanza almeno mensi-li) e relativi ad almeno 10 anni;

- di dati meteo-climatici (pioggia, temperatura, umidità dell’aria, ecc.)isocroni con i dati storici di portata sorgentizia;

- di dati, almeno con cadenza mensile, di deflusso idrico superficialemisurato in corrispondenza di sezioni presenti nei principali corsid’acqua;

- di dati relativi all’entità annua di eventuali prelievi d’acqua e dei volu-mi non restituiti all’interno del sistema idrogeologico;

- di dati relativi all’entità dei volumi d’acqua provenienti da ricaricheartificiali.

Uno dei componenti del bilancio idrogeologico, senza dubbio il piùimportante, è la stima delle portate sorgentizie. Nel territorio dell’Auto-rità di Bacino della Basilicata, fatti salvi alcuni importanti acquiferi car-bonatici, per la gran parte delle innumerevoli sorgenti non si è in posses-so di un congruo bagaglio di dati di efflussi sorgentizi continui.

Tale circostanza consiglia la predisposizione e realizzazione di un pianodi monitoraggio che preveda l’acquisizione in continuo di portate sor-gentizie e, in corrispondenza di pozzi, delle variazioni di livello piezome-trico. Per quanto riguarda le sorgenti, il controllo dovrebbe interessare,per ogni idrostruttura esaminata,le principali sorgenti in esse aventi sedecon portate di almeno 5 l/s e le idrostrutture sede di acquiferi di notevo-le potenzialità. Per quegli acquiferi di minore consistenza idrica, e ci siriferisce in particolare alle idrostrutture sabbioso-conglomeratiche plio-quaternarie (affioranti nella porzione centrale ed orientale del territoriolucano) e a quelle modellate nelle successioni pelagiche arenaceo-con-glomeratiche e calcareo-marnose in varia misura fessurate (presentilungo i principali rilievi appenninici ricadenti nella porzione centrale dellaBasilicata), la soglia minima di portata delle sorgenti da monitorare è di1 l/s.

Oltre al monitoraggio delle portate sorgive e dei rilievi piezometrici è difondamentale importanza l’attivazione di sistemi di monitoraggio in con-tinuo delle portate prelevate da corpi idrici sotterranei in corrispondenzadi sorgenti e pozzi, al fine di poter attuare una corretta gestione dellerisorse idriche finalizzata alla salvaguardia delle caratteristiche quantita-tive e qualitative dei corpi idrici sotterranei.

Al momento è stata effettuato un primo censimento delle principali uti-lizzazioni in atto per uso idropotabile. I dati disponibili in merito alle deri-vazioni in atto da corpi idrici sotterranei destinate ad altri usi (agricolo,industriale, ecc.) risultano essere poco numerosi e pertanto non consen-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 105

tano di effettuare una stima attendibile delle quantità derivate; questoaspetto sarà oggetto di approfondimento nelle successive fasi di aggior-namento del piano.

Dalla distribuzione dei pozzi censiti nell’ambito del territorio dell’Autoritàdi Bacino (Tavola 2) appare evidente tuttavia che questi risultano esserelocalizzati prevalentemente in corrispondenza dei fondovalle dei princi-pali corsi d’acqua e nell’area della piana di Metaponto; nell’area dell’altaVal d’Agri i pozzi sono localizzati nei settori di piana prossimi alle princi-pali idrostrutture carbonatiche, in quanto gli acquiferi dei deposti d riem-pimento della piana ricevono cospicui travasi provenienti dagli acqiferi-carbonatici. Ne consegue che i prelievi in atto in corrispondenza dei pozzicensiti interessano soprattutto gli acquiferi ghiaioso-sabbiosi alluvionalie costieri, oltre che glicquiferi delle principali idrostrutture carbonatiche.

Di seguito si riportano i dati al momento disponibili in merito ai bilanciidrogeologici delle principali idrostrutture ricadenti nel territorio di com-petenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata (tavole 3A-B), quali:

1. idrostruttura calcareo-silicea di M. Pierfaone-M. Arioso (alta valle delFiume Basento);

2. idrostrutture carbonatiche dell’alta Valle del Fiume Agri;

3. idrostruttura calcareo-silicea del Monte Sirino;

4. idrostruttura dei Monti di Maratea;

5. idrostruttura dei Monti di Lauria;

6. idrostruttura di Madonna del Pollino (Gruppo montuoso del Pollino).

Per queste idrostrutture, in attesa dei risultati degli studi e monitoraggio,si può procedere ad una valutazione della ricarica attiva media annuaricorrendo alla tecnica del bilancio idrogeologico inverso. Nelle pagineche seguono si riportano i risultati conseguiti in alcuni studi con tale tec-nica di valutazione relativamente ad alcune fra le più importanti idro-strutture carbonatiche.

Nella tabella 3.4 sono sintetizzati i risultati di quanto fin qui prodotto intema di valutazione di bilancio idrogeologico e della ricarica attivamedia annua dei sistemi acquiferi prima elencati, pur tenendo conto delloro carattere spesso speditivo e preliminare e di altre circostanze tra lequali spiccano la non omogeneità del periodo temporale di riferimento,la più o meno sufficiente banca dati utilizzata, le diverse tecniche divalutazione.

Per ciascuna delle principali idrostrutture carbonatiche è stata effettuata,inoltre, una valutazione dei prelievi ad uso idropotabile che vanno ad ali-mentare i principali schemi acquedottistici ricadenti nel territoriodell’Autorità di Bacino (tabella 3.6).

106 Capitolo 3

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 107

Tabella 3.6 - Stima dei volumi prelevati per uso idropotabile dai corpi idrici sotterraneidelle principali idrostrutture dell’Autorità di Bacino della Basilicata

3.3.4 - VVaalluuttaazziioonnee ddeellllaa rriiccaarriiccaa aattttiivvaa mmeeddiiaa aannnnuuaa ddeellll’’iiddrroossttrruuttttuurraaccaallccaarreeoo--ssiilliicceeaa ddeellll’’AAllttaa vvaallllee ddeell FFiiuummee BBaasseennttoo ((ddoorrssaallee MMoonntteePPiieerrffaaoonnee))

L’idrostruttura di Monte Pierfaone - Monte Arioso (tavola 3A) rappresen-ta una ben definita struttura idrogeologica, costituita prevalentementeda successioni calcareo-dolomitiche silicizzate riferibili alla formazionedei Calcari con Selce Auct., caratterizzate da un grado di permeabilità damedio ad alto, e da successioni argillose e siltose inglobanti blocchi dicarbonati di piattaforma riferibili alla Formazione di Monte Facito (Unitàlagonegresi) a permeabilità da bassa (livelli pelitici) a medio-alta (blocchicarbonatici). La presenza di importanti sistemi di faglie, che dissecano ladorsale di M. Pierfaone - Monte Arioso, e di successioni stratigrafichecaratterizzate dalla presenza di livelli pelitici che inglobano livellli o bloc-chi carbonatici a maggiore permeabilità, condiziona l’andamento dellacircolazione idrica sotterranea, determinando la formazione di spartiac-que di tipo aperto con conseguente parziale separazione della circolazio-ne idrica.

All’interno dell’idrostruttura di M. Pierfaone - M. Arioso è possibile distin-guere sei substrutture, quali: substruttura di Monte Pierfaone, di SanMichele, di Monte Arioso - Serra Giumentaro di La Cerchiara e di Serradella Criva (figura 3.5 e tavola 3A), i cui acquiferi presentano propri carat-teri idrogeologici e idrodinamici e differenti recapiti della circolazioneidrica sotterranea (Gruppo Fossa Cupa per l’Acquifero di M. Pierfaone;Gruppo San Michele per l’Acquifero di San Michele; Sorgenti Mar diLevante, Pantano di Mar Levante e Croce Camillo per la Substruttura di M.

108 Capitolo 3

Arioso; Sorgente Linise per l’acquifero di La Cerchiara). Gli acquiferi dimaggiore estensione e potenzialità sono quelli allocati all’interno dellesubstrutture di Monte Pierfaone, di San Michele e di Monte Arioso, men-tre quelli presenti nelle substrutture La Cerchiara e di Serra della Crivasono dotati di minore estensione e di modesta potenzialità idrica.

Per l’intera idrostruttura di M. Pierfaone - M. Arioso, noto il modello idro-geologico concettuale e acquisiti ed elaborati un congruo bagaglio di daticlimatici ed idrogeologici, è stato possibile stimare, applicando la tecni-ca del bilancio idrogeologico inverso, la relativa ricarica attiva mediaannua.

In particolare, il territorio esaminato è stato suddiviso in celle regolari equadrate di 240 m di lato, utilizzando un DTM di uguali caratteristiche.Successivamente la procedura di stima è stata applicata ad ogni singolacella.

Nelle tabelle 3.7 e 3.8 sono riportati i dati pluviometrici e termometricimedi mensili ed annui relativi alle stazioni pluviometriche considerate,registrati nel periodo 1958 - 1968. Nella Tabella 3.9 sono invece riportatii valori delle temperature corrette medie annue pluriennali (TC) calcolatiper ciascuna stazione in funzione della relativa piovosità.

Tale bagaglio di dati climatici ha consentito di individuare le equazionipiovosità - quota e temperatura corretta - quota e le relative rette di inter-polazioni riportate nelle figure 3.6 e 3.7, valide per tutta l’area di interes-se.

Successivamente per ogni singola cella, si è proceduto:

1. alla stima della quota media q;

2. all’identificazione del coefficiente di infiltrazione potenziale χ sullascorta dei caratteri idrogeologici superficiali del complesso idrogeo-logico in essa ricadente, dell’acclività topografica, dell’indice di frat-turazione, alla presenza o meno di suolo (tabella 3.10);

3. alla stima della piovosità e della temperatura corretta Tc utilizzando lerette di correlazione P - q e Tc - q precedentemente determinate;

4. al calcolo dell’evapotraspirazione reale Er mediante la formula di Turc;

5. quindi, al calcolo degli elementi che concorrono a definire il bilancioidrogeologico e cuioè piovosità efficace Q, infiltrazione efficace I (rica-rica attiva media), ruscellamento specifico R;

6. successivamente, per sommatoria dei contributi relativi alle diversecelle che costituiscono l’idrostruttura, sono stati calcolati i valori tota-li dei predetti elementi di bilancio, riportati in tabella 3.11.

Da questa tabella si evince che il volume medio totale annuo di ricaricaattiva dell’idrostruttura carbonatica è dell’ordine di 12.31 Mmc/anno, pari

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 109

a circa 390 l/s, che rappresenta il 35% della piovosità specifica mediaannua.

Nella tabella 3.12 sono riportati i valori delle portate medie annue e deivolumi medi annui drenati (ricarica media annua misurata) dalle princi-pali sorgenti e gruppi sorgentizi ricadenti all’interno della morfostrutturainvestigata.

Dal rapporto fra la ricarica attiva media annua calcolata (Ic) e quella misu-rata (Ic), pari a 1.08, si ricava che lo scarto fra il risultato dell’applicazio-ne della procedura inversa e la realtà dei fatti è trascurabile, consenten-do quindi di ritenere affidabile il bilancio idrogeologico eseguito.

Si è quindi effettuata una valutazione dei principali prelievi in atto ascopo idropotabile dall’idrostruttura in esame (tabella 3.6). Tali prelieviinteressano le sorgenti San Michele, Linise e Fossa Cupa e vanno ad ali-mentare lo schema acquedottistico Basento-Camastra.

Il volume medio annuo prelevato da ciascun punto d’acqua è stato calco-lato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonte datiAcquedotto Lucano).

Il volume medio annuo prelevato complessivamente dalle tre sorgenti inquesto periodo è stato di circa 9,84 Mmc/anno, ma talora sono state rag-giunte punte di 11 Mmc/anno.

Appare evidente che gran parte del volume di ricarica media annua degliacquiferi dell’idrostruttura di M. Pierfaone - M. Arioso (12.31 Mmc/anno)viene prelevata solo per gli schemi acquedottistici principali.

A tale utilizzazione vanno poi aggiunti i volumi di risorsa idrica sotterra-nea prelevati da fonti minori e destinati ad altri usi (le valutazioni delleutilizzazioni per altri usi saranno approfondite nelle fasi di aggiornamen-to del piano).

110 Capitolo 3

Figura 3.5 - Schema idrogeologico degli acquiferi dell’alta valle del Fiume Basento (da Sdaoet al., 2003): 1) Complesso calcareo-siliceo: membro molto fessurato; 2) Complesso calca-reo-siliceo: membro fessurato; 3) Complesso degli Scisti Silicei; 4) Complesso argilloso-marnoso; 5) Limite idrogeologico dell’idrostruttura; 6) Direzioni di preferenziale deflussodella acque sotterranee; 7) Sorgenti; 8) Principali sorgenti captate; 9 Traccia della sezionegeologica; 10) Ubicazioni delle stazioni geostrutturali. A) Substruttura di M. Pierfaone; B)Substruttura San Michele; C) Substruttura di M. Arioso-Serra Giumentaro; D)SubstrutturaBetina; E) Substruttura di Serra della Criva; F) Substruttura La Cerchiara

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 111

Tabella 3.7 - Dati pluviometrici medi mensili ed annui registrati alle stazioni climatiche pre-senti nell’area e in quelle contermini nel periodo 1958-1968

Tabella 3.8 - Dati termometrici medi mensili ed annui rilevati nelle stazioni presenti nell’a-rea investigata e in quelle contermini nel periodo 1958-1968

Tabella 3.9 - Dati di temperatura corretta (TC) per ciascuna stazione considerata

Figura 3.6 - Precipitazioni medie annue registrate nelle stazioni considerate e relativa rettadi interpolazione

112 Capitolo 3

Figura 3.7 - Temperature corrette e relativa retta di interpolazione

Tabella 3.10 - Complessi idrogeologici dell’area e valori del coefficiente di infiltrazionepotenziale

Tabella 3.11 - Valori dei parametri del bilancio idrogeologico inverso

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 113

3.3.5 - BBiillaanncciioo iiddrrooggeeoollooggiiccoo ddeellll’’aaccqquuiiffeerroo ddii MMaaddoonnnnaa ddeell PPoolllliinnoo((ggrruuppppoo mmoonnttuuoossoo ddeell PPoolllliinnoo))

L’idrostruttura carbonatica del Pollino (tavola 3B), localizzata a ridossodel limite sud occidentale del territorio di competenza dell’Autorità diBacino della Basilicata, è caratterizzata da acquiferi dotati di elevatapotenzialità. L’idrostruttura presenta un assetto stratigrafico-strutturalecomplesso, essendo costituita da più unità tettoniche costituite da suc-cessioni calcaree e/o dolomitiche (Unità del Pollino, Unità di Verbicaro,Unità di Timpone Pallone), su cui risultano sovrapposte successioni argil-lose metamorfosate dell’Unità del Frido. La dorsale è inoltre dissecata daun importante sistema di faglie trascorrenti (Sistema del Pollino) ed èdelimitata da strutture distensive e compressive, che mettono a contattole successioni carbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabi-lità che ne tamponano la circolazione idrica. Tale assetto stratigrafico-strutturale della dorsale del Pollino determina la formazione di impor-tanti spartiacque interni, che delimitano alcune importanti substrutture,caratterizzate da una circolazione idrica con differenti caratteristicheidrodinamiche e propri recapiti, quali: substruttura del Massiccio delPollino e Substruttura di Madonna del Pollino, che ricadono all’internodel territorio di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata;Substruttura di M. Sellaro, Substruttura di Timpone Pallone eSubstruttura di M. Maschereto, ricadenti nel territorio di competenzadell’Autorità di Bacino della Calabria.

Tabella 3.12 - Efflussi medi annui delle principali sorgenti e gruppi sorgentizi dell’area

114 Capitolo 3

La substruttura del Massiccio del Pollino comprende i rilievi che vannodal M. Pollino alle sorgenti del Mercure. L’andamento del deflusso idricosotterraneo è diretto prevalentemente verso nord-ovest con recapitoprincipale nella Sogente del Mercure (Qm=2050 l/sec).

L’acquifero carbonatico di Madonna del Pollino è ubicato lungo il versan-te lucano del gruppo montuoso del Pollino ed alimenta un importantefronte sorgentizio noto come Sorgenti del Frido (figura 3.8) che rappre-senta il punto principale di emergenza della falda idrica sotterranea diquesta substruttura.

Il fronte sorgentizio del Frido è localizzato in corrisponda di un importan-te elemento strutturale compressivo che determina la sovrapposizionetettonica delle successioni carbonatiche ad elevata permeabilità delPollino sulle successioni pelitiche a bassa permeabilità dell’Unità delFrido. Esso è costituito da 10 diverse polle e si estende per circa 300 m,tra la quota 1025 m s.l.m. e 1035 m s.l.m. e fa capo ad un sistema fessu-rato e carsificato caratterizzato da un regime idrologico marcatamentecondizionato dagli apporti nivo-pluviali.

La valutazione del bilancio idrogeologico di tale importante morfostrut-tura è stata effettuata da Grassi et al., 19961, sulla scorta di una buonaconoscenza dei caratteri idrogeologici ed idrodinamici e di abbondanti edaffidabili dati climatici ed idrogeologici. Qui di seguito si sintetizzano irisultati conseguiti con tale valutazione (tabella 3.4).

La stima della potenzialità idrica e degli elementi del bilancio idrogeolo-gico è riferita al periodo 1982 - 1987, periodo per cui si disponeva di daticlimatici e di portate sorgentizie omogenei ed isocroni.

La potenzialità idrogeologica è stata stimata utilizzando l’equazione clas-sica del bilancio idrogeologico:

P = I + R + Evr

Da cui

Dp = P – Evr = Ip + Rp

dove: P= precipitazione media annua in mm; Ip= infiltrazione efficacepresunta; Rp= ruscellamento presunto; Evr= evapotraspirazione realecalcolata secondo Thornthwaite & Turc; Dp= deflusso idrico presunto;Us= uscite sorgentizie totali.

1 D. GRASSI, S. GRIMALDI, F. SDAO & G. SPILOTRO (1996) - Idrogeologia dell’acquifero car-bonatico di Madonna del Pollino (Basilicata). Memorie della Società Geologica Italiana., vol.51, pp. 975 - 988, 10 ff., 2 tabb. - Società Geologica Italiana Roma.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 115

In particolare, per quanto riguarda Ip, si è considerato un coefficiente diinfiltrazione potenziale di 0,9 di Dp. L’evapotraspirazione è stata calcola-ta sia con la relazione di Turc che con quella proposta da Thornthwaite &Mather.

Nella suddetta relazione non sono tenuti in considerazioni altri elementiche concorrono alla stima del bilancio (tabella 3.5), in quanto la struttu-ra in esame è ben delineata, non riceve apporti idrici esterni, non è sog-getta né a ricariche né a prelievi antropici.

L’infiltrazione efficace presunta (ricarica attiva media annua) è stata con-frontata con i volumi idrici drenati dalle sorgenti presenti nell’area.

Sebbene la gran parte delle acque sotterranee trovano sbocco in corri-spondenza del fronte sorgentizio del Frido, rilievi accurati hanno eviden-ziato che lungo l’intero alveo a monte e in corrispondenza dello stessofronte sorgentizio vi sono emergenze non captate e significative perditeidriche in alveo (valutabili grosso modo in circa 200 - 250 l/s), che vannoad alimenare il deflusso idrico superficilale.

Pertanto le uscite sorgentizie totali (Us) sono costituite da quelle rive-nienti dalla captazione delle sorgenti del Frido (portata media annua1982 - 1987 pari a 412 l/s) e da quelle relative alle cosiddette perdite sti-mabili in 200 - 250 l/s).

Nelle tabelle 3.13 e 3.14 vengono riportati i risultati del bilancio idrogeo-logico, calcolati utilizzando le formule di Turc e di Thornthwaite e Matherper la stima dell’evapotraspirazione. Dal confronto dei risultati appareevidente che la stima del bilancio per la substruttura di Madonna delPollino risente dell’approssimazione dovuta non solo alla carenza di datiin merito alle serie storiche di portate sorgive, ma anche di approssima-zioni dovute a differenti metodologie di valutazione dell’evapotraspira-zione. Infatti in funzione del tasso di evapotraspirazione il volume di infil-trazione efficace, e quindi la ricarica dell’acquifero, varia tra 21.880.000mc/anno e 24.559.200 mc/anno.

Anche per l’acquifero di Madonna del Pollino è stata effettuata una valu-tazione dei principali prelievi ad uso idropotabile (tabella 3.6) che vannoad alimentare, in questo caso lo schema acquedottistico del Frida.

Il volume medio annuo prelevato dalla sola sorgente Frida, stimato sullabase dei volumi prelevati nel periodo 1999-2004 (fonte AcquedottoLucano), è stato in genere di 13 Mmc/anno con una punta massima dicirca 14 Mmc/anno.

116 Capitolo 3

Figura 3.8 - Schema idrogeologico dell’acquifero di Madonna del Pollino. Legenda: 1)Alluvioni recenti ed attuali; 2) Detriti di frana e detriti di falda; 3) Brecce calcaree cementa-te; 4) Depositi morenici; 5) Flysch argilloso-calcarenitico miocenico; 6) Calcari e calcareniti(Unità del Pollino); 7) Calcari, calcari dolomitici e dolomie (Unità del Pollino); 8) Unità delFrido; 9) Faglia; 10) Sovrascorrimento; 11) Limite stratigrafico; 12) Limite del bacino sotter-raneo con interscambi nulli; 13) Limite del bacino sotterraneo con interscambi trascurabili;14) sorgente minore; 15) Gruppo sorgentizio del Frido; 16) Giacitura degli strati

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 117

3.3.6 - BBiillaanncciioo IIddrrooggeeoollooggiiccoo ddeellllee IIddrroossttrruuttttuurree ddeellllaa VVaall dd’’AAggrrii

Nell’area della Val d’Agri si rinvengono alcune importanti strutture idro-geologiche (tavola 3A), che comprendono punti d’acqua che alimentanoalcuni dei principali schemi acquedottistici della Basilicata. I dati ineren-ti il bilancio idrogeologico delle idrostrutture della Val d’Agri sono trattida “Le risorse idriche sotterranee della Val d’Agri” (2002), che riporta irisultati degli studi realizzati per il Progetto Agrifluid (“Valutazione, carat-terizzazione e monitoraggio delle risorse idriche sotterranee dell’Alta Vald’Agri”).

La metodologia di valutazione del bilancio idrogeologico utilizzata è stataquella del bilancio idrogeologico inverso (Civita, 1973, 1975; Civita &Nicotera, 1974; Civita et Al., 1983; Civita et Al., 1984; Civita et Al., 1991;

Tabella 3.13 - Bilancio idrogeologico con stima dell’evapotraspirazione secondo Turc

Tabella 3.14 - Bilancio idrogeologico con stima dell’evapotraspirazione secondoThornthwaite e Mather

118 Capitolo 3

Civita et Al., 1994; Civita et Al., 1995), in quanto essa rappresenta la solametodologia che consente di fornire una stima del potenziale di risorseidriche medie di aree prive o estremamente povere di dati.

La ricarica attiva media annua di ognuna delle strutture idrogeologiche osubstrutture della Val d’Agri è stata calcolata a partire dalla piovosità effi-cace e dalle condizioni idrogeologiche, che sono espresse dall’indice diinfiltrazione (χ determinato in base alle caratteristiche litologiche super-ficiali (se le rocce sono affioranti o sotto scarsa copertura di suolo) e/odalle caratteristiche idrauliche del suolo (se questo è potente). I volumidi infiltrazione efficace stimati per ogni idrostruttura sono stati confron-tati ai dati d’uscita del sistema idrogeologico noto, anche se sommari,per verificare l’attendibilità dell’elaborazione.

Di seguito si descrivono i risultati del bilancio idrogeologico inverso delleprincipali strutture idrogeologiche della Val d’Agri (da Civita et al.,Progetto Agrifluid 2002; tabella 3.15). Si riportano, inoltre, per alcunidegli acquiferi principali i dati relativi ai seguenti parametri idrogeologici(da Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid; tabella 3.16):

α Coefficiente di esaurimento

W0 Volume delle riserve regolatrici all’inizio del periodo di esaurimento

Wt Volume di riserve effluite nel periodo di esaurimento

∆W Capacità di svuotamento del sistema nell’anno di riferimento

TR Tasso di rinnovamento delle riserve regolatrici

tMR Tempo medio di rinnovamento delle riserve regolatrici

DT Delay time o tempo di autosostentamento della portata (intervallotemporale nel quale il volume delle riserve presenti nell’acquiferopotrebbe sostenere una portata sorgiva uguale a quella misurataalla fine del periodo di esaurimento)

IW Indice di immagazzinamento

Appare opportuno evidenziare che sia le stime del bilancio idrogeologicoinverso che quelle dei principali parametri idrogeologici degli acquiferiallocati nelle strutture o substrutture idrogeologiche devono essere uti-lizzati con notevole cautela, in quanto le stime sono state effettuate uti-lizzando dati di portate sorgive poco numerosi, talora anche poco atten-dibili, distribuiti in intervalli temporali molto ampi. Pertanto le stime delladisponibilità idrica per ciascuna idrostruttura o substruttura non rifletto-no le reali potenzialità degli acquiferi, ma rappresentano valutazioni dimassima, spesso sovrastimate, da sottoporre ad attenta verifica.

Di seguito si descrivono in sintesi le caratteristiche idrogeologiche delleprincipali idrostrutture ricedenti nell’alta Val d’Agri.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 119

Tabella 3.15 - Risultati del bilancio idrogeologico inverso delle principali strutture e substrut-ture idrogeologiche della Val d’Agri (da Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid, modificata)

120 Capitolo 3

Tabella 3.16 - Parametri idrodinamici e volumi delle riserve regolatrici delle sorgenti dell’AltaVal d’Agri (da Civita et al. 2002-progetto Agrifluid, modificata)

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 121

122 Capitolo 3

Le principali idrostrutture in destra idrografica della Val d’Agri sono:

1. L’idrostruttura di Marsico Nuovo-Il Monte. Questa idrostruttura include i rilievi compresi tra Il Monte, Manca delleVespe, M. Cugnone e Marsico Nuovo (tavola 3A) ed è costituita da suc-cessioni calcareo-dolomitiche silicizzate della Formazione dei Calcari conselce e da successioni radiolaritiche ed argilloso-marnose degli ScistiSilicei (Unità di Lagonegro). L’assetto strutturale dell’area è caratterizza-to dalla presenza di più falde sovrapposte dell’Unità di Lagonegro, disse-cate da sistemi di faglie ad andamento NW-SE, N-S ed W-E. In relazioneall’assetto stratigrafico-strutturale di quest’area e è possibile distingue-re le seguenti substrutture, caratterizzate da una circolazione idrica sot-terranea con proprie caratteristiche idrodinamiche:

- Substruttura Il Monte-Betina;

- Substruttura Manca delle Vespe-M. Cugnone-Occhio;

- Substruttura Marsico Nuovo-S. Giovanni.

La substruttura Il Monte-Betina è costituita da successioni calcareo-dolo-mitiche della formazione dei Calcari con Selce, a permeabilità medio-alta,tamponate da successioni pelitiche a bassa permeabilità dellaFormazione di Monte Facito. La falda di base allocata nell’acquifero de ilMonte-Betina ha deflusso diretto verso E-SE con recapito principale nellaSorgente Betina (sorgente per soglia permeabilità sottimposta). Dallepoche misure di portata disponibili (n.8 misure di cui n. 1 del 1928, n. 1del 1987 e n. 5 senza data) si rileva: Qm=15,8 l/sec, Qmin=0,51 l/sec,Qmax= 36,9 l/sec. Per l’anno 2000 è disponibile un’unica misura di por-tata, pari a 11 l/sec.

Dal bilancio idrico stimato sulla base dei pochi dati disponibili (Civita etal., 2002) risulta che il volume medio infiltrato ammonta a 0,686Mmc/anno. Il volume evacuato dall’unica sorgente (censita) è 0,504Mmc/anno.

La differenza che si riscontra tra il valore del volume di infiltrazione effi-cace e quello del volume evacuato dalle sorgente Betina è probabilmen-te dovuta all’elaborazione di dati poco numerosi e statisticamente nonsignificativi, oltre che alla mancanza di informazioni inerenti le portate dialtre sorgenti minori alimentate dalla substruttura.

Il volume medio prelevato dalla sorgente Betina (tabella 3.6) è pari a circa0,16 Mmc/anno (fonte Piano d’Ambito-ATO Basilicata, 2002).

La Substruttura Manca delle Vespe-M. Cugnone-Occhio è costituita dasuccessioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcaricon selce e da successioni radiolaritiche ed argillose degli Scisti Silicei,caratterizzate le prime da permeabilità medio-alta, le seconde da per-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 123

meabilità medio-bassa. L’idrostruttura è delimitata verso ovest da unasuperficie di sovrascorrimento che sovrappone tali successioni a quelleargilloso-marnose del Flysch Galestrino Auct., caratterizzate da permea-bilità bassa o nulla. Lungo il margine sud-orientale della substruttura ilcontatto tra le stesse formazioni si realizza mediante un sistema di fagliead andamento W-E. Il margine settentrionale dell’idrostruttura è delimi-tato da faglie ad andamento W-E che mettono a contatto le successionicalcareo-dolomitiche con i depositi pelitici della Formazione di MonteFacito, caratterizzati da permeabilità bassa o nulla.

La circolazione idrica sotterranea è diretta in prevalenza verso SE ed ha ilsuo recapito principale nella sorgente Occhio. Anche in questo caso lemisure di portata storiche disponibili sono poco numerose (sono solo 8,di cui una del 1933, tre senza data, tre del 1965, una del 1987) da cui deri-vano i seguenti dati di portata: Q m= 21,49 l/s; Qmin=14 l/sec; Qmax=32,6 l/sec.

Le misure disponibili nel periodo 2000-01 sono nove e danno i seguentidati di portata: Q m= 22,11 l/s; Qmin=14 l/sec; Qmax= 27 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to ammonta a 1,495 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalla sorgen-te è molto inferiore, dell’ordine di 0,693 Mmc/anno.

Il volume di infiltrazione stimato da Civita et al. (2002, Progetto Agrifluid)è da ritenersi sovrastimato in quanto alla substruttura Manca delleVespe-M. Cugnone-Occhio sono state attribuite delle aree appartenentiinvece all’Idrostruttura dei Monti della Maddalena. Pertanto se si esclu-dono tali aree il volume di infiltrazione efficace non dovrebbe superare0,8-1,0 Mmc/anno. L’ulteriore differenza tra il volume di infiltrazione effi-cace ed il volume evacuato è da imputare probabilmente alla mancatastima di travasi dall’idrostruttura verso i depositi alluvionali dei torrentiaflluenti dell’Agri.

La Substruttura Marsico Nuovo-S. Giovanni è costituita da successionicalcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari con selce, apermeabilità medio-alta. Essa è delimitata da sistemi di faglie ad anda-mento W-E e N-S che mettono in contatto le successioni calcareo-dolomi-tiche con quelle argilloso-marnose del Flysch Galestrino Auct. La falda dibase della substruttura presenta deflusso idrico sotterraneo diretto pre-valentemente alla sorgente San Giovanni di Marsico Nuovo.

Le misure di portate storiche disponibili per questa sorgente sono solocinque, da cui risulta una Q m= 7 l/s. Le misure di portata disponibili nelperiodo 2000-01 (n.9) indicano: Qm=13 l/sec Qmin=4 l/sec; Qmax= 19l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta un volume medio infiltratopari a 0,285 Mmc/anno. Il Volume evacuato dalla sorgente, stimato sulla

124 Capitolo 3

base dei dati storici di portata, ammonta a 0,252 Mmc/anno, mentrequello stimato sulla base delle misure di portata del 2000-01 ammonta a0,409 Mmc/anno (Civita et al., 2002). Il valore del volume evacuato dallasorgente, stimato su dati recenti, risulta essere nettamente superiorerispetto al valore del volume evacuato dalla sorgente, stimato su dati sto-rici, ed al volume di infiltrazione efficace. Civita et al. (2002) attribuisco-no il forte incremento di volume evacuato in tempi recenti ad apportidovuti a pozzi perdenti.

2. L’idrostruttura dei Monti della Maddalena (tavola 3A) comprende ladorsale dei rilievi dei Monti della Maddalena, il cui assetto strutturale ècaratterizzato dalla sovrapposizione di più unità tettoniche carbonatichecostituite dalle successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità Alburno-Cervati e dell’Unità dei Monti della Maddalena, sovrapposte alle succes-sioni dell’Unità di Lagonegro. La dorsale è inoltre dissecata da sistemi difaglie (dirette, inverse e trascorrenti) ad andamento W-E, NW-SE, NE-SWe N-S.

Il complesso assetto stratigrafico-strutturale dell’area condiziona forte-mente l’andamento della circolazione idrica sotterranea, per cui all’inter-no dell’idrostruttura dei Monti della Maddalena è possibile distinguerealcune substrutture idrogeologiche, che ospitano acquiferi con caratteri-stiche idrogeologiche ed idrodinamiche differenti:

- Substruttura Santino;

- Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso;

- Substruttura Vanzi - Vattinieri;

- Substruttura Aggia;

- Substruttura Capo Cavolo;

- Substruttura S. Stefano;

- Substruttura Salici-Carpineta;

- Substruttura Lupara.

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santino, con caratte-ristiche tipiche di un sistema carsificato, ha i principali recapiti nelle sor-genti:

- Capo d’Acqua. Le misure di portata storica disponibili sono solo dieci(una del 1928, una del 1933, due del 1964, sei senza data) da cui risul-ta: Qm=37 l/sec, Qmax= 116 l/sec, Qmin=11 l/sec. Le misure di por-tata nel periodo 2000-01 sono dieci da cui risultano valori di portatanettamente inferiori: Qm=5,6 l/sec, Qmax= 11 l/sec, Qmin=1 l/sec;

- Monaco Santino. Le misure di portate storiche disponibili sono solootto (due del 1928, due senza data, tre del 1965, una del 1987) men-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 125

tre relativamente al periodo 2000-01 sono disponibili dieci misure. Idati di portata storici e quelli relativi alle misure più recenti sono simi-li; da essi risulta: Qm=190 l/sec, Qmax=282 l/sec, Qmin=115 l/sec;

- Peschiera Santino. Le misure di portata storiche disponibili sono solodiciannove (undici del 1928, una del 1929, una del 1931, due senzadata, tre del 1965, una del 1987) da cui risulta: Qm=67,73 l/sec,Qmax= 160 l/sec, Qmin=47 l/sec. Le misure di portata relative alperiodo 2000-01 sono dieci da cui risulta: Qm=43,4 l/sec, Qmax=56l/sec, Qmin=29 l/sec, valori questi inferiori rispetto a quelli derivantidai dati storici;

- Pagliarelle Santino. Le misure di portate storiche disponibili sono soloquattordici (nove del 1928, due del 1929, due del 1953, una del 1987)mentre quelli del periodo 2000-01 sono dieci. Dai dati disponibilirisultano in genere Qm=24 l/sec (storico Qm simile), Qmax= 40 l/sec,Qmin=11 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to nella substruttura ammonta a 8,914 Mmc/anno, mentre il volume eva-cuato dalle sorgenti è compreso tra 10,249 Mmc/anno (stimato sullabase dei dati storici delle portate sorgive) e 8,262 Mmc/anno (stimatosulle misure di portata sorgiva più recenti). Al momento non è possibilevalutare l’attendibilità delle misure storiche di portata sorgiva, che alme-no in parte potrebbero essere state sovrastimate.

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Oscuriello-ScuroAmoroso ha come principali recapiti le seguenti sorgenti:

- Gruppo sorgivo Scuro Amoroso-Scuro Ruscello. Le misure di portatestoriche disponibili per la sorgente Scuro Amoroso sono solo dicias-sette (nove del 1928, tre del 1929, due del 1953, tre del 1965, proba-bilmente rappresentative dell’intero gruppo sogivo) mentre quellerelative al periodo 2000-2001 sono dieci. Per la sorgente ScuroRuscello sono disponibili solo 10 misure di portata riferibili al periodo2000-2001. Complessivamente dai dati disponibili per il gruppo sorgi-vo risultano i seguenti valori di portata: Qm=22 l/sec (storico Qm=42l/sec), Qmax=27 l/sec (storico Qmax=70,5 l/sec), Qmin=16 l/sec(storico Qmin=11,42 l/sec);

- Gruppo Sorgivo Oscuriello. Questo comprende le sorgenti: OscurielloI, Oscuriello II, Oscuriello bassa. Per la sorgente Oscuriello I (costitui-ta da due emergenze Chiasciumara I e II). le misure di portate storichedisponibili sono quindici (nove del 1928, quattro del 1929, due senzadata) da cui risulta: Qm=48,6 l/sec, Qmax=61 l/sec Qmin=35 l/sec.Anche per la sorgente Oscuriello II (o Sorgitura) le misure di portatestoriche disponibili sono solo quindici (nove del 1928, quattro del1929, due senza data), da cui risulta: Qm=48,33 l/sec, Qmax=79l/sec, Qmin=27 l/sec. Per il periodo 2000-2001 per le sorgenti

126 Capitolo 3

Oscuriello I e II sono disponibili dieci misure complessive di portata,da cui risulta: Qm=60,09 l/sec, Qmax=73 l/sec, Qmin=40 l/sec. Perla sorgente Oscuriello bassa sono disponibili quindici misure di por-tata storiche (nove del 1928, quattro del 1929, due senza data), da cuirisulta: Qm=48,33 l/sec, Qmax=79 l/sec, Qmin=27 l/sec, mentre lemisure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono quattro dacui risulta: Qm=26,75 l/sec, Qmax=28 l/sec, Qmin=25 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della Substruttura Oscuriello-Scuro Amoroso ammonta a 5,766Mmc/anno, il volume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 4,383Mmc/anno (stimato sulla base delle misure di portata storica) e 3,437Mmc/anno (stimato sulla base delle misure più recenti).

La differenza tra il valore del volume infiltrato e quello dei volumi evacuatidalle sorgenti viene attribuito da Civita et al. (2002) ad una non esattavalutazione dell’evapotraspirazione dei bacini di Mandrano eMandranello, per cui il volume di infiltrazione risulterebbe sovrastimato.La sovrastima potrebbe essere tuttavia dovuta anche ad un sovradimen-sionamento dell’idrostruttura.

Parte delle sorgenti del gruppo Oscuriello sono soggette a prelievi ad usoidropotabile, che vanno ad alimentare lo schema acquedottisticodell’Agri (tabella 3.6).

Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla base dei volumi prelevatinel periodo 1996-2004 (fonte Acquedotto Lucano), è di circa 2,5 Mmc/anno, con punta massima registrata di circa 2,9 Mmc/anno.

A questo importante prelievo, vanno aggiunti i prelievi da pozzo o da sor-genti minori, destinati ad altri usi.

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Vanzi-Vattinieri ha ilsuo recapito principale nella Sorgente Vanzi Vattinieri. Le misure di por-tate storiche disponibili sono solo dodici (nove del 1928, tre del 1929) dacui risulta: Qmedia=66 l/sec, Qmax=129 l/sec, Qmin=21 l/sec. Le misu-re di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono solo dieci (con valo-ri più bassi di quelli rilevati negli anni 1928-29), da cui risulta:Qmedia=12,9 l/sec, Qmax=18l/sec, Qmin=11 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della Substruttura Vanzi-Vattinieri ammonta a 2,662 Mmc/anno, ilvolume evacuato dalle sorgenti è compreso tra 1,955 Mmc/anno (stimaeffettuata su dati storici di portata sorgiva) e 0,409 Mmc/anno (stimaeffettuata su dati recenti di portata sorgiva).

La differenza tra i volumi di infiltrazione e quelli evacuati dalla sorgentepotrebbe essere legata ad una non esatta delimitazione della struttura(sovradimensionamento) con conseguente sovrastima dei volumi infiltra-ti. La rilevante differenza esistente tra i volumi evacuati dalla sorgente nel

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 127

periodo 1928-1929 e nel periodo 2000-01 potrebbe essere dovuta sia adifferenze dei metodi di rilevazione delle misure stesse sia alla presenzadi opere di derivazione attestate nello stesso acquifero che alimenta lasorgente.

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Aggia recapita versoun’unica sorgente principale, la sorgente Aggia. Le misure di portate sto-riche disponibili sono ventitre (undici del 1928, uno del 1929, tre del 1931,due del 1932, tre del 1953, tre senza data), da cui risulta: Qm=295 l/sec,Qmax=629 l/sec, Qmin=192 l/sec. Negli anni 2000-01 è stata realizzatauna sola misura di portata (febbraio 2001) pari a 185 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della Substruttura Aggia ammonta a 7,347 Mmc/anno, il volume eva-cuato dalla sorgente è di circa 9,271 Mmc/anno.

La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e il volume evacuatodalla sorgente potrebbe essere dovuto ad un non esatto dimensiona-mento della substruttura, con conseguente sottostima dell’infiltrazioneefficace. Tuttavia il valore del volume evacuato dalle sorgenti potrebbeessere sovrastimato, tenuto conto della scarsa attendibilità delle misurestoriche di portata.

I principali prelievi ad uso idropotabile che interessano l’acquifero dellasubstruttura Aggia sono localizzati in corrispondenza della sorgenteAggia e del pozzo Tempe. Tali prelievi vanno ad alimentare lo schemaacquedottistico Basento-Camastra.

Il volume medio annuo prelevato complessivamente dai due punti d’ac-qua, stimato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonteAcquedotto Lucano) risultano essere di circa 7,9 Mmc/anno, con unapunta massima registrata di 10,2 Mmc/anno.

Appare evidente che i volumi prelevati per solo uso idropotabile equipa-rano il volume di ricarica media annua dell’acquifero; in alcuni casi i pre-lievi sono stati superiori alla ricarica (vedi paragrafo 33.4.1).

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Capo Cavolo ha dueprincipali recapiti sorgivi: Capo Cavolo I e Capo Cavolo II.

I dati di portata relativi alla sorgente Capo Cavolo I si riferiscono ad un’u-nica misura del 04/01/01 con Q=16 l/sec. Per quanto riguarda la sorgen-te Capo Cavolo II le misure di portate storiche disponibili sono ventitre(due del 1928, cinque del 1929, sei del 1930, una del 1931, una del 1932,quattro senza data, tre del 1953, una del 1987) da cui risulta: Qm=962l/sec, Qmax=1205 l/sec, Qmin=612 l/sec. Le misure effettuate nel perio-do 2000-2001 (n. 10) danno valori di portata inferiori: Qm=710,5 l/sec,Qmax=785 l/sec, Qmin=611 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-

128 Capitolo 3

to della substruttura Capo Cavolo ammonta a 19,627 Mmc/anno, il volu-me evacuato dalle sorgenti varia da 30,337 Mmc/anno (stimato su datistorici di portata sorgiva) a 22,895 Mmc/anno (valore calcolato sullabase dei dati recenti delle portate sorgive).

La differenza di valori tra il volume medio di infiltrazione e il volume eva-cuato dalle sorgenti negli anni 2000-2001 potrebbe essere dovuto ad unnon esatto dimensionamento dell’idrostruttura (sottodimensionatarispetto alla substruttura Lupara, con conseguente sottostima del volu-me di infiltrazione). Il valore del volume evacuato dalle sorgenti stimatosulla base dei dati storici è da utilizzare con cautela in quanto deriva dal-l’elaborazione di dati la cui attendibilità non è verificabile (non si cono-scono infatti le tecniche di rilevazione delle portate).

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Santo Stefano hacome recapito principale la Sorgente Santo Stefano. La portata più recen-te registrata è di 65 l/sec (15/05/01). Le misure di portate storiche dis-ponibili sono solo sette (una del 1928, una del 1933, due senza data, tredel 1965) da cui risulta: Qmedia = 59,6 l/sec, Qmax= 67,7 l/sec eQmin=33,8 l/sec. Nel 1987 sarebbe stata registrata una portata di 174l/sec, di gran lunga differente da quelle registrate in precedenza e per-tanto da considerare poco attendibile.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della substruttura Santo Stefano ammonta a 2,025 Mmc/anno, mentreil volume evacuato dalla sorgente è pari a 2,049 Mmc/anno (stimato sullabase delle misure di portata sorgive più recenti).

La circolazione idrica sotterranea della Substruttura Salici-Carpineta hacome principali recapiti le sorgenti:

- Fontana dei Salici. Le misure di portate storiche disponibili sono solosette (una del 1928, una del 1933, quattro senza data, una del 1987)da cui risulta: Qm=184 l/sec, Qmax= 347 l/sec, Qmin=97 l/sec. Lemisure di portata disponibili per il periodo 2000-01 sono dieci da cuirisulta: Qm=119,3 l/sec, Qmax=134 l/sec, Qmin=92 l/sec. Tali valoridi portata sorgiva risultano essere più bassi rispetto a quelli delle por-tate storiche.

- Carpineta. Le misure di portate storiche disponibili sono solo sei (duedel 1961, tre del 1965, una del 1987), da cui risulta: Qm=66,5 l/sec,Qmax= 80,7 l/sec, Qmin=52,9 l/sec. Le misure di portata disponibiliper il periodo 2000-01 sono solo tre e indicano: Qm=49 l/sec, Qmax=51 l/sec, Qmin=47 l/sec. Anche in questo caso le portate recenti risul-tano più basse di quelle rilevate in epoche pecedenti.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infil-trato della substruttura Salici Carpineta ammonta a 4,151 Mmc/anno,mentre il volume evacuato dalle sorgenti varia da 7,852 Mmc/anno

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 129

(stima effettuata su misure storiche di portata sorgiva) a 5,298Mmc/anno (stima riferita alle misure più recenti).

La differenza tra il volume di infiltrazione efficace e quello evacuato dalledue sorgenti in epoche recenti potrebbe essere messa in relazione ad unasottostima delle precipitazioni (Civita et al., 2002). La differenza rilevatatra i valori dei volumi evacuati dalle sorgenti nel periodo 2000-01 e inperiodi precedenti è in parte da mettere in relazione alle differenti tecni-che di rilevazione delle misure.

La circolazione idrica sotterranea della substruttura Lupara ha il suo reca-pito principale nel fronte sorgivo Lupara (alimentato dalle successionidolomitiche che travasano nelle alluvioni del Torrente Sciauro). Le misu-re di portate storiche disponibili sono solo cinque (una del 1928, tresenza data, una del 1987), da cui risulta: Qm=62,39 l/sec, Qmax=139l/sec, Qmin=10,50 l/sec. Le misure di portata relative al periodo 2000-01sono dieci, da cui risulta: Qm=196 l/sec, Qmax=377 l/sec, Qmin=122l/sec.

Probabilmente le misure storiche di portata sorgiva disponibili sono rife-rite ad una sola sorgente del gruppo, il che giustificherebbe la differenzadei valori tra le portate storiche (nettamente più basse) e le portaterecenti.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infil-trato della substruttura Lupara ammonta a 8,369 Mmc/anno, mentre ilvolume evacuato dalle sorgenti ammonta a 6,149 Mmc/anno.

La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato potreb-be essere dovuta ad una non esatta delimitazione della struttura (sovra-dimensionata a discapito della struttura di Capo Cavolo, con conseguen-te sovrastima del volume di infiltrazione).

3. Idrostrutture minori dell’area di MoliternoNell’area a sud-ovest di Moliterno, in destra idraulica del fiume Agri, sonostate individuate alcune idrostrutture minori (tavola 3A) costituite dadepositi calcareo-dolomitici delle unità lagonegresi, quali:

- Idrostruttura Arsiene;

- Idrostruttura di M. Lagarone-Sorgituro;

- Idrostruttura Acqua Viva.

La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura Arsiene (costituita dablocchi carbonatici inclusi nelle successioni pelitiche della Formazione diMonte Facito) trova recapito principale nella sorgente Arsiene. Le misuredi portate storiche disponibili sono solo sei (una del 1928, una del 1933,tre senza data, una del 1987), da cui risulta: Qm=10,36 l/sec, Qmax=18,9l/sec, Qmin=7,8 l/sec. Le misure di portata riferite al periodo 2000-01

130 Capitolo 3

sono nove, da cui si evince: Qm=15,9 l/sec, Qmax=23 l/sec, Qmin=6l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della substruttura Arsiene ammonta a 0,461 Mmc/anno, simile al volu-me evacuato dalla sorgente pari a circa 0,498 Mmc/anno.

La valutazione dell’infiltrazione efficace media è stata eseguita anche perl’idrostruttra Fabbricata, adiacente all’idrostruttura Arsiene. Il volume sti-mato è pari a 0.394 Mmc/anno.

La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura M. Lagarone-Sorgituro (costituita anche essa da blocchi carbonatici inglobati nellesuccessioni pelitiche della formazione dei Calcari con Selce) ha comerecapiti principali:

- la Sorgente di Pietrapanna, con portata irrisoria;

- la Sorgente Sorgituro. Le misure di portate storiche disponibili sonosolo cinque (una del 1928, tre senza data, una del 1987), da cui sievince: Qm=12,7 l/sec, Qmax= 20,3 l/sec, Qmin=6 l/sec. Il solo datodi portata più recente (15/05/01) risulta essere di 18 l/sec.

Dal calcolo del bilancio si evince che il volume medio infiltratodell’Idrostruttra M. Lagarone-Sorgituro ammonta a 0,939 Mmc/anno,valore molto superiore al volume evacuato dalla sorgente pari a circa0,400 Mmc/anno.

La differenza tra il volume medio infiltrato ed il volume evacuato dallesorgenti potrebbe essere dovuta ad una non esatta valutazione delle por-tate sorgive e alla carenza di dati inerenti il numero di sorgenti effettiva-mente alimentate dall’idrostruttura.

La circolazione idrica sotterranea dell’Idrostruttura Acqua Viva (costituitada blocchi carbonatici inglobati nelle successioni pelitiche dellaFormazione di Monte Facito) ha il suo recapito principale nella SorgenteAcqua Viva. Le misure di portate storiche disponibili sono solo sei (unadel 1928, una del 1933, tre senza data, una del 1987), da cui risulta:Qm=6,97 l/sec, Qmax=10,8 l/sec, Qmin=6 l/sec. Le misure di portatariferite al periodo 2000-01 sono dieci, da cui risulta: Qm=20,4 l/sec,Qmax=47 l/sec, Qmin=6 l/sec.

Dal calcolo del bilancio risulta che il volume medio infiltratodell’Idrostruttra Acqua Viva ammonta a 0,457 Mmc/anno, valore inferio-re al valore del volume evacuato dalla sorgente pari a circa 0,645Mmc/anno stimato sulle misure di portata più recenti, ma superiore alvalore del volume evacuato dalla sorgente stimato sulla base di dati sto-rici, pari a 0,219 Mmc/anno.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 131

4. Idrostruttura di M. Raparo-Varco Laino-PrastioloL’assetto strutturale dell’idrostruttura di M. Raparo-Varco Laino-Prastiolo(tavola 3A) risulta essere particolarmente complesso. Questa idrostrut-tura è costituita da successioni carbonatiche dell’Unità Alburno Cervatiaffioranti, nell’area di M. Raparo, in finestra tettonica al di sotto di suc-cessioni pelitiche ed arenacee riferibili all’Unità Sicilide. Le propaggininord-occidentali della struttura di M. Raparo sonon rappresentate daalcuni modesti rilievi carbonatici in destra idrografica del Torrente Maglia.La falda di base dell’idrostruttura di M. Raparo trova recapito nelle sor-genti di Varco Laino e Prastiolo localizzate in corrispondenza dell’implu-vio del torrente Maglia.

Per la Sorgente Varco Laino le misure di portate storiche disponibili sonosolo quattro (tre senza data, una del 1987), da cui risulta: Qm=156 l/sec,Qmax=214 l/sec, Qmin=114 l/sec. Le misure di portata disponibili per ilperiodo 2000-01 sono dieci ed indicano: Qm=154 l/sec, Qmax=290 l/sec,Qmin=111 l/sec.

Per la Sorgente Prastiolo le misure di portate storiche disponibili sonosolo sei (cinque senza data, una del 1987), da cui si evince: Qm=115,36l/sec, Qmax=290 l/sec, Qmin=111 l/sec. Le misure di portata disponibiliper il periodo 2000-01 sono dieci ed indicano: Qm=55,3 l/sec, Qmax=109l/sec, Qmin=27 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to dell’Idrostruttra M. Raparo-Varco Laino-Prastiolo ammonta a 8,279Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recentidi portata ammonta a 6,6 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dallesorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 8,546 Mmc/anno.

La differenza tra il valore del volume di infiltrazione ed il valore del volu-me evacuato dalle sorgenti in epoche differenti potrebbe essere dovutoad un non esatto dimensionamento dell’idrostruttura (sovradimensiona-mento con conseguente maggiorazione della stima dell’infiltrazione). Siritiene, inoltre, che la stima dei volumi evacuati dalle sorgenti effettuatasulla base delle portate storiche potrebbe essere sovrastimata, in quan-to derivante dall’elaborazione di un numero di dati insufficiente.

Le principali idrostrutture in sinistra idrografica della Val d’Agri (tavola3A) sono:

1. L’idrostruttura di M. Calvello-M. Volturino.

La struttura della dorsale di M. Calvelluzzo-M. Volturino è caratterizzatadalla sovrapposizione di più thrust-sheets delle unità lagonegresi costi-tuiti da successioni calcareo-dolomitiche silicizzate della Formazione deiCalcari con selce (caratterizzate da permeabilità da media ad alta), daradiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei (a per-meabilità da media a bassa) e da marne ed argille silicifere del Flysch

132 Capitolo 3

Galestrini Auct. (a permeabilità bassa).

La dorsale è inoltre dissecata da sistemi di faglie con orientamento NW-SE, NE-SW, WSW-ESE.

Tale assetto strutturale condiziona l’andamento della circolazione idricasotterranea, infatti all’interno dell’idrostruttura in esame è possibiledistinguere le seguenti substrutture, ognuna caratterizzata da acquifericon proprie caratteristiche idrogeologiche ed idrodinamiche:

- Substruttura M. Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino;

- Substruttura M Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua;

- Substruttura M. S. Nicola-Capano-Galaino.

La substruttura di M. Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino è costituita da suc-cessioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcari conselce e da radiolariti ed argilliti silicee della formazione degli Scisti Silicei.Essa è delimitata lungo il margine orientale e settentrionale da unasuperficie di sovrascorrimento, che determina la sovrapposizione dellesuccessioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei sulle successionimarnoso-argillose del Flysch Galestrino Auct.. I margini occidentale emeridionale della substruttura sono delimitati rispettivamente da unsistema di faglie orientato circa N-S e da un sistema orientato W-E chemettono a contatto le successioni dei Calcari con selce con le successio-ni marnoso-argillose dei Galestri e con depositi detritici.

Gli acquiferi sono allocati nelle successioni calcareo-dolomitiche siliciz-zate e sono tamponatti dalle successioni marnoso-argillose dei Galestri,caratterizzate da un basso grado di permeabilità.

La circolazione idrica sotterranea è diretta prevalentemente verso il mar-gine occidentale della substruttura ed ha i suoi recapiti principali neigruppi sorgivi:

- Sorgenti Capo d’Agri I, II, III e Sorgenti minori del gruppo Capo d’AgriRuscello;

- Sorgente Curvino.

Nel settore meridionale della substruttura è possibile distinguere dueacquiferi minori, quello della sorgente Romaniello e quello della sorgen-te Acero, separati dall’acquifero principale da spartiacque, rappresentatida superfici di sovrascorrimento, che rendono minimi gli interscambi trai differenti acquiferi.

I dati storici delle misure di portata disponibili per le sorgenti del GruppoCapo d’Agri sono molto diversi dai valori di portata rilevati nel periodo2000-01 (Civita et al., 2002).

In particolare per la sorgente Capo d’Agri I, le misure di portate storiche

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 133

disponibili sono solo otto (una del 1928, tre del 1965, tre senza data, unadel 1987), da cui si evince: Qm=54,84 l/sec, Qmax=172,70 l/sec,Qmin=4,37 l/sec. Le misure di portata riferite all’anno 2000 (in tutto 3misure) sono decisamente più basse e da esse si evince: Qm=19,33l/sec, Qmax=24 l/sec, Qmin=14 l/sec.

Per le sorgenti Capo d’Agri II e III la situazione si inverte in quanto se siutilizzano le misure storiche di portata sorgiva (n. 5 misure senza data)risulta: Qm=72,54 l/sec, Qmax=141 l/sec, Qmin=35,70 l/sec. Se si fariferimento alle misure di portata dell’anno 2000 (solo 3 misure) si rilevainvece: Qm =132 l/sec, Qmax=149 l/sec, Qmin=105 l/sec.

Le differenze tra i valori delle misure di portata effettuate in periodi diffe-renti sono da attribuire sia alle differenti tecniche di misurazione delleportate utilizzate, sia a variazioni del regime sorgivo indotte dalle deriva-zioni in atto dagli acquiferi che alimentano le emergenze sorgive.

Lungo il corso del fiume Agri, a valle delle sorgenti Capo d’Agri I-II-III,sono state effettuate nell’anno 2000 due misure di portata per valutare icontributi di alcune emergenze minori (Capo d’Agri Ruscello), con iseguenti risultati: Qm=254 l/sec, Qmax=314 l/sec, Qmin=194 l/sec.

Per quanto riguarda la sorgente Curvino i valori di portata rilevati su basestorica (undici misure di cui otto del 1930, due del 1931, una del 1933)danno: Qm = 131,55 l/sec, Qmax=207 l/sec, Qmin=42 l/sec. I valori diQm stimati su dati storici sono molto differenti dai valori di Qm prelevatida Acquedotto Pugliese, nell’anno 2000 pari a 30 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della substruttura M. Calvelluzzo-Capo d’Agri-Curvino ammonta a5,638 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei datirecenti di portata è stato valutato pari a 5,708 Mmc/anno, mentre il volu-me evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta paria 8,167 Mmc/anno.

Considerate le incertezze esistenti sulla tecniche di misura delle portatastoriche si ritiene maggiormente attendibile la stima dei volumi evacuatieffettuata su dati di portata recenti.

Importanti prelievi ad uso idropotabile interessano sia la sorgenteCurvino che il Gruppo sorgivo Capo d’Agri e vanno ad alimentare lo sche-ma acquedottistico Basento-Camastra (paragrafo 3.4.1).

Il volume medio prelevato complessivamente solo dalle due sorgenti, sti-mato sulla base dei volumi prelevati nel periodo 1995-2004, è di circa 3,6Mmc/anno con punta massima registrata di 4,67 Mmc/anno. A questautilizzazione vanno aggiunti i prelievi da fonti minori o da pozzi destinatiad altro uso.

La substruttura M. Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua è costituita da

134 Capitolo 3

successioni calcareo-dolomitiche dei Calcari con selce e da radiolariti edargilliti silicee degli Scisti Silicei. L’acquifero principale, allocato nellesuccessioni calcareo-dolomitiche, è tamponato lungo il versante occi-dentale dalle successioni pelitiche a bassa permeabilità della Formazionedi Monte Facito. Il margine occidentale della substruttura è delimitato daun sistema di faglie dirette orientato NW-SE, mentre i margini settentrio-nale e meridionale sono delimitate da faglie ad andamento WSW-ENE concomponente diretta e trascorrente.

La circolazione idrica sotterranea della falda di base è diretta prevalente-mente verso il margine sud-occidentale della substruttura ed ha i suoirecapiti principali nelle sorgenti Bocca dell’Acqua, Gruppo SorgivoMolinara ed Acqua di Genzano.

Acquiferi minori hanno recapito della circolazione idrica nelle sorgentiAcquaturbata e Volturino poste in corrispondenza della propaggine nord-orientale della substruttura.

Per quanto concerne la Sorgente Bocca dell’Acqua è disponibile una solamisura di portata storica pari a 7,9 l/sec (19/08/87). Per il periodo 2000-01 sono disponibili nove misure di portata da cui si evince: Qm=13 l/sec,Qmax=24 l/sec, Qmin=5 l/sec.

Per il Gruppo Sorgivo Molinara, che comprende le sorgenti Molinara I,Molinara II e Molinara Ruscello, le misure storiche di portata disponibilisono probabilmente da riferire all’intero gruppo sorgivo. In base ai datistorici disponibili (diciotto misure di cui otto del 1928, quattro del 1929,due del 1965, tre del 1966, una del 1987) si evince: Qm=95,98 l/sec,Qmax=161 l/sec, Qmin=36,1 l/sec.

Per il periodo 2000-01 sono disponibili dieci misure di portata per cia-scuna delle tre sorgenti del Gruppo Molinara. Dalla somma delle portatederivate e delle portate registrate nel corso d’acqua alimentato dal fron-te sorgivo risulta una Qm pari a circa 71 l/sec (valore più basso rispetto aquello stimato sulla base di dati storici).

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della substruttura M. Volturino-Molinara-Bocca dell’Acqua ammonta a3,171 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base deidati recenti di portata è stato valutato pari a 2,656 Mmc/anno, mentre ilvolume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risultapari a 3,273 Mmc/anno.

La Substruttura M. S. Nicola-Capano-Galaino è costituita da successionicalcareo-dolomitiche silicizzate dei Calcari con selce e da radiolariti edargilliti silicee degli Scisti Silicei. Essa è delimitata lungo i suoi margini dasistemi di faglie orientate NW-SE, N-S e WSW-ENE, che mettono a contat-to le successioni calcareo-dolomitiche e radiolaritiche a permeabilitàmedio-bassa con successioni marnoso-argillose dei Galestri, caratteriz-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 135

zate da bassa permeabilità, che pertanto tamponano la circolazione idri-ca che caratterizza la substruttura.

Il deflusso idrico della falda di base è diretto prevalentemente verso ilmargine sud-occidentale della substruttura, alimentando due sorgentiprincipali:

- Fontana Capano. Dalla serie storica di misure di portata disponibili(diciannove misure di cui undici del 1928, una del 1929, sei senzadata, una del 1987) si evince: Qm=97 l/sec, Qmax=152 l/sec,Qmin=50 l/sec. I valori di portata registrati nel periodo 2000-01 (diecimisure) risultano essere più bassi: Qm=40,6 l/sec, Qmax=55 l/sec,Qmin=13 l/sec;

- Sorgente di Galaino. Ad eccezione di periodi piovosi la sorgente risul-ta da molti anni totalmente asciutta, mentre dati storici riportanovalori di portata media pari a 12 l/sec (Civita et al. 2002).

Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evidenzia che il volume dell’infil-trazione media annua della substruttura M. S. Nicola-Capano-Galainoammonta a 2,252 Mmc/anno, mentre il volume evacuato dalle sorgentivaria da 3,048 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure storichedi portata, a 1,281 Mmc/anno, valore stimato sulla base delle misure diportata del periodo 2000-2001.

Civita et al. (2002) ritengono che il decremento del volume evacuato dallasorgente in epoche recenti sia legato a prelievi da parte di pozzi ad usoidropotabile ed irriguo, attestati nello stesso acquifero che alimenta leemergenze sorgive.

2. Idrostruttura Il Monte-Peschiera di PedaleL’idrostruttura il Monte-Peschiera del Pedale (tavola 3A) è costituita dasuccessioni carbonatiche di ambiente di piattaforma dell’Unità AlburnoCervati. Essa è delimitata lungo il margine orientale da una superficie disovrascorrimento che mette in contatto le successioni carbonatiche adalta permeabilità con successioni pelitiche a bassa permeabilità, riferitealle Unità Sicilidi (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002).

Gli altri margini dell’idrostruttura sono delimitati da sistemi di faglie adandamento NW-SE, NE-SW e W-E, che mettono in contatto le successionicarbonatiche con successioni pelitiche a bassa permeabilità delle unitàlagonegresi, delle unità silicilidi e con successioni arenaceo-pelitiche apermeabilità medio-bassa riferibili alla Formazione di Albidona o alFlysch di Gorgoglione (Bonardi et al., 1988; Civita et al., 2002), su cui sirinvengono spesse coperture detritiche quaternarie.

La falda di base allocata nell’idrostruttura carbonatica presenta deflussoprevalente diretto verso il margine sud-occidentale dell’idrostrutturadove trova recapito principale nella sorgente Peschiera del Pedale.

136 Capitolo 3

Dalla serie storica di misure di portate sorgive disponibili (diciotto misu-re di cui otto del 1930, tre del 1931, tre del 1932, due del 1964, tre del1965, una del 1987) si evince: Qm=299,11 l/sec, Qmax=479 l/sec,Qmin=211 l/sec. Le dieci misure di portata sorgiva effettuate nel periodo2000-01 risultano essere inferiori a quelle storiche e danno: Qm=46,9l/sec, Qmax=109 l/sec, Qmin=9 l/sec.

Civita et al. (2002-Progetto Agrifluid) ritengono che la diminuzione di por-tata sorgiva riscontrata potrebbe essere dovuta alla realizzazione di unpozzo ad uso idropotabile, che alimenta l’acquedotto di Villa d’Agri, e dialtri pozzi ad uso irriguo attestati nello stesso acquifero che alimenta lasorgente.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico risulta che il volume medio infiltra-to della idrostruttura Il Monte-Peschiera di Pedale ammonta a 4,966Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base dei datirecenti di portata, è stato valutato pari a 1,447 Mmc/anno, mentre il volu-me evacuato dalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta paria 9,494 Mmc/anno.

La forte discrepanza tra il volume di infiltrazione e quello evacuato dallesorgenti stimato su dati storici potrebbe essere dovuto ad una non esat-ta delimitazione dell’idrostruttura. L’estensione attribuita a quest’ultimada Civita et al. (2002) è sottostimata di circa 10 kmq, (superficie chedeterminerebbe un apporto ulteriore di infiltrazione efficace di circa 3,8Mmc/anno), per cui l’infiltrazione efficace totale dell’idrostrutturapotrebbe ammontare a circa di 8,75 Mmc/anno. La ulteriore differenza trail volume di infiltrazione efficace riveduto in relazione alla revisione dellimite dell’idrostruttura e il volume evacuato dalla sorgente, calcolato sudati storici, è da mettere in relazione ad una sovrastima delle portate sto-riche.

Secondo Civita et al. (2002) i valori relativi al volume evacuato dalla sor-gente stimati su dati recenti sono nettamente inferiori a quelli registratiin epoca storica per la presenza di derivazioni in atto dall’acquifero chealimenta la sorgente. È opportuno fari rilevare che parte del deflusso idri-co sotterraneo dell’idrostruttura carbonatica potrebbe dar luogo a trava-si nei depositi clastici che bordano il margine occidentale e sud-occiden-tale dell’idrostruttura

La principale utilizzazione al momento censita avviene in corrispondenzadel pozzo Peschiera. Il volume medio annuo prelevato, stimato sulla basedei volumi prelevati nel periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano) èdi circa 0,6 Mmc/anno (tabella 3.6).

A questa vanno aggiunti prelievi minori da pozzo o sorgente destinati adaltro uso.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 137

3. Idrostruttura di M. Caldarosa-M. S. Enoc-Alli L’idrostruttura di M. Caldarosa-M. S. Enoc-Alli (tavola 3A) è costituita dasuccessioni calcareo-dolomitiche silicizzate della formazione dei Calcaricon selce, da radiolariti ed argilliti silicee degli Scisti Silicei, da marne edargille silicifere dei Galestri (unità lagonegresi).

Gli acquiferi sono localizzati prevalentemente nei depositi calcareo-dolo-mitici, caratterizzati da permeabilità medio-alta, ed in misura minorenelle successioni radiolaritiche caratterizzate da grado di permeabilità damedio a basso. L’idrostruttura è delimitata lungo il margine orientale enord-orientale da una superficie di sovrascorrimento che sovrappone lesuccessioni lagonegresi ai depositi marnosi ed arenacei della Formazionedi Albidona, che svolgono il ruolo di impermeabile relativo. Lungo il mar-gine meridionale dell’idrostruttura il contatto tra le stesse unità litostrati-grafiche si realizza mediante un sistema di faglie dirette orientato NW-SE.

La circolazione idrica sotterranea dell’idrostruttura ha come recapiti prin-cipali le sorgenti Alli I e Alli II. I dati storici di misure di portata (diciottomisure di cui nove del 1929, cinque del 1930, tre senza data, una del1987) riferiti alla somma delle portate delle due sorgenti indicano:Qm=68,81 l/sec, Qmax=142 l/sec, Qmin=17,5 l/sec (quest’ultimo dato èprobabilmente riferito ad una sola sorgente).

Le misure di portata eseguite per le due sorgenti (dieci misure per cia-scuna sorgente) nel periodo 2000-01 indicano valori nettamente inferiori:

- Sorgente Alli I: Qm=21 l/sec, Qmax=23 l/sec, Qmin=19 l/sec;

- Sorgente Alli II: Qm=13,8 l/sec, Qmax=22 l/sec, Qmin=9 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infil-trato della idrostruttura M. Caldarosa-M. S. Enoc-Alli ammonta a 2,051Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti stimato sulla base dei datirecenti di portata è pari a 1,088 Mmc/anno, mentre il volume evacuatodalle sorgenti, stimato sulla base di dati storici, risulta pari a 2,169Mmc/anno.

La differenza tra il volume di infiltrazione efficace ed il volume evacuatodalle sorgenti potrebbe essere dovuto ad una sovrastima del tasso diinfiltrazione efficace legato all’attribuzione di un valore del coefficiente diinfiltrazione potenziale delle successioni affioranti maggiore di quelloreale.

4. Idrostruttura di Viggiano-S. GiovanniL’idrostruttura in esame (tavola 3A) è costituita da successioni carbona-tiche di piattaforma dell’Unità Alburno-Cervati, che costituiscono un klip-pe, sovrapposto a successioni argilloso-marnose delle Unità lagonegresied a successioni pelitiche ed arenacee della Formazione di Albidona.Queste ultime sono caratterizzate da un grado di permeabilità da medio

138 Capitolo 3

a basso e pertanto tamponano la circolazione idrica degli acquiferi allo-cati nei carbonati, dotati di permeabilità elevata.

Il deflusso idrico sotterraneo della falda di base dell’idrostruttura inesame è diretto verso il margine sud-occidentale della stessa ed ha comerecapito principale la Sorgente San Giovanni.

Dai dati storici di misure di portata della sorgente (cinque misure di cuiuna del 1928, una del 1933, due senza data, una del 1987) si evince:Qm=4,96 l/sec, Qmax=6,40 l/sec, Qmin=3,80 l/sec.

Dalle misure di portata riferite al periodo 2000-01 (sei misure complessi-ve) risulta: Qm=11 l/sec, Qmax=15 l/sec, Qmin=6 l/sec.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico si evince che il volume medio infil-trato dell’idrostruttura Viggiano-S. Giovanni ammonta a 0,276 Mmc/anno; il volume evacuato dalle sorgenti sulla base dei dati recenti di por-tata è stato valutato pari a 0,351 Mmc/anno.

3.3.7 - IIddrroossttrruuttttuurraa ccaallccaarreeoo--ddoolloommiittiiccaa ddeeii MMoonnttii ddii LLaauurriiaa

I rilievi carbonatici dei Monti di Lauria rappresentano una delle principaliidrostrutture ricadenti lungo il confine Calabro-Lucano (tavola 3B).

Uno schema idrogeologico dettagliato, in cui sono tracciati i principalicaratteri idrogeologici e la configurazione geometrica dell’idrostruttura edei singoli acquiferi che la costituiscono, le modalità di circolazione idri-ca sotterranea e i punti di emergenza della falda, è riportato nella figura3.9. Da tale schema si evince che l’idrostruttura, estesa all’incirca 100Kmq, è caratterizzata dalla sovrapposizione di thrust-sheets costituiti dasuccessioni calcaree e dolomitiche dell’Unità Alburno-Cervati. I limitilaterali dell’idrostruttura sono quasi ovunque rappresentati da importan-ti lineamenti tettonici (faglie e sovrascorrimenti) che pongono a contatto,confinandole, le successioni calcareo-dolomitiche con successioni a per-meabilità più bassa (successioni argilloso-marnose riferibili all’UnitàSicilide in corrispondenza del margine nord-occidentale dell’idrostruttu-ra, alle Unità lagonegresi in corrispondenza del margine nord-orientale, eall’Unità del Frido in corrispondenza di quello orientale).

L’idrostruttura è dissecata inoltre da sistemi di faglie dirette e trascor-renti, che svolgono un ruolo di spartiacque interni e che consentono diindividuare al suo interno almeno cinque substrutture principali caratte-rizzate da acquiferi con propri caratteri idrogeologici e idrodinamici e conpropri recapiti sorgivi (figura 3.9): Substruttura di Serra San Filippo;Substruttura di Lauria; Substruttua di M. Fossino; Substruttura di M.Rossino; Substruttura dei Monti La Spina e Zaccana.

L’idrostruttura dei Monti di Lauria è drenata da almeno 26 sorgenti prin-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 139

cipali con portata totale di circa 1875 l/s, per un volume medio annuo del-l’ordine dei 59 Mmc/anno (tabella 3.17). In particolare la circolazione idri-ca di della Substruttura di Lauria trova recapito principale nelle sorgenti:Caffaro, Caffaro Mandarino I, Arena Bianca, Montepesco.

Il deflusso idrico sotterranea della substruttura di Serra San Filippo èdiretto verso la valle del fiume Noce e trova recapito principale nelle sor-genti: San Filippo, Malfitano, Squeglia I, Camporotondo, La Sorgente,Piano Mancoso.

La Substruttura di M. Rossino presenta recapito del deflusso idrico sot-terraneo diretto verso nord-ovest, con recapiti principali nelle sorgenti diFiumicello Pesce e Santa Maria. All’interno della substruttura di M.Fossino si possono distinguere almeno due acquiferi, uno carbonatico el’altro dolomitico, i cui deflussi idrici sotterranei sono diretti prevalente-mente verso sud-ovest ed hanno come recapiti principali le sorgenti:Collereto, Guaragnolo, Gruppo Santoianni (o gruppo Mangosa),Camozza, Gran Pantano, Oronzo.

Per quanto concerne la Substruttura M. La Spina-Zaccana, al suo i inter-no è possibile distinguere l’acquifero calcareo di M. Zaccana, in cui ildeflusso idrico della falda di base va ad alimentare le sorgenti Salice disopra e Salice di sotto, Peschiera, Sorgituro, e l’acquifero dolomitico diM. La Spina che va ad alimentare le sorgenti San Giovanni, Acqua delLavatoio e Pantanello di Castelluccio inferiore.

Al momento non sono state realizzate stime dell’infiltrazione efficace nel-l’idrostruttura dei Monti di Lauria.

I principali prelievi a scopo idropotabile dagli acquiferi dei Monti di Lauriaavvengono in corrispondenza delle sorgenti Mangosa, Caffaro, ArenaBianca, Montepesco, Piano Mancoso, Santa Maria, Salice, e vanno adalimentare lo Schema Torbido-Maratea e lo Schema Frido (tabella 3.6).

Il volume medio annuo prelevato complessivamente da questi punti d’ac-qua (fonte Acquedotto Lucano e Piano d’Ambito-Ato Basilicata 2002) è dicirca 5,43 Mmc/anno con una punta massima registrata di circa 6,8Mmc/anno. A questi vanno aggiunti altri prelievi da sorgenti o pozzidestinati sia ad uso idropotabile che ad altri usi.

140 Capitolo 3

Figura 3.9 - Schema idrogeologico dei Monti di Lauria (da Sdao e D’Ecclesiis, 1999). 1)Complesso dei flysch argilloso-marnosi; 2) Complesso detritico: depositi colluviali; 3)Complesso detritico: depositi fluvio-lacustri; 4) Complesso calcareo-dolomitico: membrocalcareo; 5) Complesso calcareo-dolomitico: membro dolomitico; 6) Conoide detritica; 7)Faglie; 8) Sovrascorrimento; 9) Limite dell’idrostruttura dei Monti di Lauria; 10) Spartiacquesotterraneo; 11) Sorgenti principali; 12) Probabile direzione di deflusso delle acque sotter-ranee; 13) Pozzo; A) Substruttura di Serra San Filippo; B) Substruttura di Lauria; C)Substruttua di M. Fossino; D) Substrttura di M. Rossino; E) Substruttura dei Moti La Spinae Zaccana

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 141

Tabella 3.17 - Sorgenti principali censite nell’idrostruttura dei Monti di Lauria

142 Capitolo 3

3.3.8 - IIddrroossttrruuttttuurraa ddii MMoonnttee SSiirriinnoo

L’idrostruttura di Monte Sirino (tavola 3B), di forma quasi circolare, ècaratterizzata da un’estensione di circa 33 Kmq e si sviluppa fra le quote1200 - 1880 m s.l.m..

Sebbene di limitata estensione, tale idrostruttura è caratterizzata da unapprezzabile spessore e da una buona capacità di immagazzinamento,pertanto è sede di acquiferi di buona potenzialità. L’idrostruttura (figura3.10 ) è costituita da successioni riferibili all’Unità Lagonegro I affiorantiin finestra tettonica. I bordi esterni della finestra tettonica sono costitui-ti, lungo il margine nord-occidentale e meridionale, da successioni car-bonatiche dell’Unità Alburno-Cervati, lungo il margine nord-orientale dasuccessioni dell’Unità Lagonegro II, lungo i margini orientali e occidenta-li prevalentemente da successioni riferibili all’Unità Sicilide.

In particolare l’idrostruttura di M. Sirino è essenzialmente costituita dasuccessioni dei complessi calcareo-siliceo e radiolaritico (riferibili alleformazioni dei Calcari con selce e degli Scisti Silicei dell’Unità LagonegroI) ed è interamente circoscritta da successioni argilloso - marnoso poco oper niente permeabili (riferibili al Flysch Galestrino dell’Unità lagonegro I)che confinano l’idrostruttura stessa determinando le condizioni struttu-rali per l’emergenza delle acque di circolazione idrica sotterranea e, quin-di, la formazione di numerose sorgenti che drenano l’abbondante risorsaidrica sotterranea allocata negli acquiferi (tabella 3.18). Nel complessol’assetto strutturale dell’area è rappresentato da un’ampia antiforme alcui nucleo affiorano le successioni della formazione dei Calcari con selcee degli Scisti Silicei, a permeabilità maggiore, ed ai fianchi le successionidel Flysch Galestrino, a permeabilità bassa o nulla.

L’idrostruttura è inoltre dissecata da sistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW che, svolgendo il ruolo di spartiacque aperti, condizionanol’andamento della circolazione idrica sotterranea e consentono di distin-guere al suo interno tre differenti substrutture: la substruttura di M.Sirino s.s. ad occidente, la substruttura di Monte del Papa a nord-est e lasubstruttura di Serra Orticosa a sud-est.

Gli acquiferi di tali substrutture mostrano propri caratteri idrogeologici edidrodinamici; gli spartiacque che li delimitano, essendo di tipo aperto,consentono interscambi idrici sotterranei più o meno significatici. Negliacquiferi delle tre substrutture le acque sotterranee defluiscono di normaa pelo libero con ben definite direzioni di deflusso preferenziale, marca-tamente influenzate dalla presenza di lineamenti strutturali; solo a luo-ghi, in particolare in corrispondenza del versante meridionale del MonteSirino, le acque sotterranee defluiscono in pressione.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 143

Le acque sotterranee allocate negli acquiferi di M. Sirino vengono a gior-no in corrispondenza di numerose sorgenti di vario tipo, in gran parte ubi-cate lungo il perimetro dell’idrostruttura. Di queste solo nove mostranoportate significative (tabella 3.18); le altre sorgenti hanno portate massi-me dell’ordine di 1 l/s.

In particolare la circolazione idrica sotterranea della substruttura di M.Sirino s.s. ha come recapiti principali le sorgenti Sirino, Timpa delle Felci,Sotto il Lago, tutte localizzate nel suo settore merdionale. Nella porzionenord-occidentale della substruttura, la presenza di una faglia diretta chedelimita il versante sud-orientale di M. Bramafarina condiziona il deflus-so idrico sotterraneo orientandolo verso nord-ovest, dove va ad alimen-tare le sorgenti Bramafarina e Chiotto.

Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Serra Orticosaha come recapito principale la sorgente Torbido; tuttavia considerati ivalori di portata di questa sorgente si ritiene che la falda di base di que-sta substruttura riceva cospicui travasi dalle substrutture adiacenti.

Il deflusso idrico della falda di base della substruttura di Monte del Papaè diretto verso nord-est e va ad alimentare le sorgenti Niella e PetinaPiana.

Da stime del bilancio idrogeologico effettuate per l’idrostruttura del M.Sirino (D’Ecclesiis et al., 1990) risulta che il volume medio annuale di infil-trazione efficace dell’intera idrostruttura ammonta a circa 50 Mmc/anno(tabella 3.4). Si tratta comunque di una stima effettuata sulla base di datiidrologici relativi al periodo 1922-1987, che non tengono conto pertantodei trend più recenti delle precipitazioni e delle temperature. Inoltre lastima del tasso di evapotraspirazione è stata effettuata utilizzando la for-mula di Thornthwaite e Mather, che in genere determina una sottostimadel tasso di evapotraspirazione portando quindi ad una valutazione mag-giore dell’infiltrazione efficace.

Le stime del bilancio idrogeologico effettuate in tempi più recenti daMonaco e Panetta (1998) portano ad una valutazione inferiore dei volumidi infiltrazione efficace dell’intera idrostruttura, che risulterebbero esse-re pari a 28.410.782 mc/anno. Le riserve regolatrici stimate dagli Autoriper la sola sorgente Torbido sarebbero dell’ordine di 22,8 Mmc/anno.

I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dell’idrostruttura diM. Sirino (tabella 3.6) interessano le sorgenti Torbido, Niella, Chiotto,Varco della Valle, Paccione, Salomone (fonti Acquedotto lucano e Pianod’Ambito-ATO Basilicata 2002).

Il volume medio annuo prelevato complessivo è di circa 8,3 Mmc/annocon punta massima registrata di 8,8 Mmc/anno. A questi vanno aggiuntiprelievi da sorgenti e da pozzi destinati ad altro uso.

144 Capitolo 3

Figura 3.10 - Schema idrogeologico del Monte Sirino (da D’Ecclesiis et al., 1990) . 1)Complesso detritico; Complesso dei Flysch argilloso-marnosi : 2) Formazione di MonteFacito; 3) Flysch Galestrino; 4) Complesso degli Scisti Silicei; 6) Complesso calcareo-siliceo;6) Giacitura degli strati; 7) Limite geologico; 8) Faglie; 9) Sovrascorrimento; 10) Limite del-l’idrostruttura; 11) Probabile andamento di spartiacque di tipo aperto; 12) Direzione princi-pale (a) o secondaria (b) di deflusso delle acque sotterranee; 13) Principali sorgenti; 14)Lago Sirino

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 145

3.3.9 - IIddrroossttrruuttttuurraa ddeeii MMoonnttii ddii MMaarraatteeaa

I rilievi ricadenti fra gli abitati di Maratea e di Trecchina (Valle del FiumeNoce) costituiscono una significativa idrostruttura carbonatica ricca diacque sotterranee che rappresentano un’importante e strategica risorsaidrica per un’ampia porzione del confine calabro-lucano (tavola 3B).

L’idrostruttura dei Monti di Maratea è formata da due unità tettonichecarbonatiche: una costituita da calcari mesozoici dell’Unità Alburno-Cervati e l’altra da successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità diVerbicaro. Sulle due unità carbonatiche poggiano, a luoghi, in contattotettonico successioni argilloso- marnoso riferibili all’Unità NordCalabrese.

L’idrostruttura è dissecata da lineamenti tettonici a cinematica distensi-va e/o trascorrente ad andamento N-S ed W-E, che condizionano forte-mente l’andamento della circolazione idrica sotterranea. Infatti la stessaidrostruttura può essere suddivisa nelle seguenti substrutture:Substruttura di M. Crivo, Substruttura di Serra di Castrocucco,Substruttura di M. Rotonda e Substruttura di M. S. Angelo.

Ognuna è caratterizzata da acquiferi con caratteri idrogeologici e idrodi-namici significativamente diversi. La presenza di fasce milonitiche lungola direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, che separa Lasubstruttura di M. Crivo a nord, dalle altre substrutture collocate a sud ditale faglia, fa si che gli scambi idrici tra queste substrutture siano pocosignificativi.

Queste substrutture sono sede di acquiferi caratterizzati da una buonapotenzialità ed alimentano numerose sorgenti (tabella 3.19).

Tabella 3.18 - Principali sorgenti censite nell’idrostruttura del Monte Sirino

146 Capitolo 3

La substruttura di M. Crivo, che si estende per circa 23 Kmq , è essenzial-mente costituita da successioni calcareo-dolomitiche dell’Unità diVerbicaro; è delimitata a sud dalla direttrice tettonica W-E Maratea-Brefaro-Piano dei Peri mentre lungo la restante parte del perimetro del-l’idrostruttura le successioni carbonatiche sono sovrapposte a succes-sioni pelitiche delle Unità Liguridi. Al suo interno alcuni sistemi di fagliead andamento circa N-S svolgono un ruolo di spartiacque aperto sepa-rando parzialmente la circolazione idrica degli acquiferi di M. Crivo s.s.,ad ovest, da quella degli acquiferi dei rilievi di Madonna del Soccorso, adest. Pertanto il deflusso della falda di base dei rilievi di Madonna delSoccorso ha i suoi principali recapiti lungo il margine orientale della sub-struttura in corrispondenza della valle del Noce (Sorgenti Parrutta, Acquadei Lauri, Forzone e Calavro); mentre la falda di base dell’acquifero di M.Crivo s.s. presenta deflusso diretto verso il margine occidentale dellasubstruttura in corrispondenza della valle di Maratea ed ha i suoi recapi-ti principali nelle sorgenti Curzo, Santa Maria, San Basile, Sorgimpiano,Cavalero, Vallina, Fontanelle. Lungo il margine settentrionale sono pre-senti sorgenti di modesta potenzialità (Fontana del Turchio e Scuola).

Tabella 3.19 - Principali sorgenti censite nei Monti di Maratea

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 147

La substruttura di Serra di Castrocucco è costituita da successioni calca-reo-dolomitiche dell’Unità di Verbicaro che ricoprono tettonicamente suc-cessioni prevalentemente calcaree dell’Unità Alburno-Cervati. Essa èdelimitata a nord dalla faglia Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, a nord-estda una superficie di accavallamento tettonico che sovrappone i carbona-ti dell’Unità di Verbicaro sulle successioni pelitiche delle Unità Liguridi.Lungo i restanti margini i limiti dell’unità sono rappresentati da sistemi difaglie ad andamento NW-SE e NE-SW, che consentono travasi idrici più omeno cospicui delle acque della circolazione idrica sotterranea verso ilMar Tirreno lungo il bordo occidentale alimentando alcune scaturiginisottomarine; altri travasi avvengono nei depositi alluvionali della valledel Noce, lungo il bordo meridionale della substruttura, ove sono pre-senti le sorgenti Fulco, Tombino e Fontana delle Canne. Altri travasi,anche se limitati, si realizzano in corrispondenza del limite sud-orientaledella substruttura, dove vanno ad alimentare la circolazione idrica sot-terranea della Substruttura di M. Rotonda.

Le Substrutture di M. Rotondo e di M. S. Angelo sono delimitate a norddalla faglia Maratea-Brefaro-Piano dei Peri, lungo i restanti margini dasistemi di faglie ad andamento NW-SE e NE-SW. La circolazione idricadella falda di base della substruttura di M. Rotondo è diretta prevalente-mente verso S-SE, con travasi nei depositi alluvionali del fiume Noce everso la substruttura di M. S. Angelo. Falde di limitata potenzialità, aquote più alte, alimentano la sorgente Tiviglione ed altre sorgenti minorilocalizzate lungo il suo margine settentrionale (Pitarrone, Piede di Noce,Bocca Canina I e II, Brefaro).

La circolazione idrica sotterranea della substruttura di M. S. Angelo èdiretta prevalentemente verso S-SE dove alimenta la Sorgente AcquaBianca ed in parte da luogo a travasi nei depositi alluvionali della valledel fiume Noce.

Dal calcolo del bilancio idrogeologico dell’intera idrostruttura (Cotecchiaet al., 1990; tabella 3.4) riferito al periodo 1922-1987, risulta che il volu-me dell’infiltrazione efficace per la substruttura di M. Crivo ammonta acirca 17,5 Mmc/anno, per la substruttura di Serra di Castrocucco ammon-ta a circa 5,4 Mmc/a mentre per le substrutture di M. Rotondo e M. S.Angelo è stato stimato un volume di infiltrazione efficace complessivopari a circa 3,9 Mmc/anno.

I principali prelievi ad uso idropotabile dagli acquiferi dei Monti diMaratea (tabella 3.6) avvengono in corrispondenza delle sorgentiParrutta, San Basile, Ondavo, Fonte del Prete Acqua Bianca e dal pozzoSorgimpiano (Acquedotto Lucano e Piano d’Ambito ATO Basilicata 2002).

Il volume medio annuo prelevato complessivamente risulta essere dicirca 16,7 Mmc/anno, con una punta massima registrata di circa 20Mmc/anno.

148 Capitolo 3

In questo caso i volumi prelevati a solo uso idropotabile sono simili alvolume di infiltrazione media annua dell’idrostruttura.

3.3.10 - GGllii aaccqquuiiffeerrii ppoorroossii nneeii ddoommiinnii ssaabbbbiioossoo--ccoonngglloommeerraattiiccii pplliioo--pplleeii--ssttoocceenniiccii lluuccaannii:: aallccuunnii cceennnnii ssuullll’’iiddrrooggeeoollooggiiaa

Sebbene non siano caratterizzati da una significativa potenzialità idricasotterranea, gli estesi acquiferi sabbioso-conglomeratici potrebberocostituire, in situazioni di emergenza idrica, un’importante risorsa per learee centro-orientali della Basilicata (parti medie e basse dei bacini deifiumi Bradano, Basento, Agri, Sinni, Cavone).

Tali acquiferi si rinvengono in genere nei livelli a permeabilità maggioredelle successioni sabbioso-conglomeratiche plio-pleistoceniche dell’Avan-fossa Bradanica e dei bacini intramontani (Bacino di Sant’Arcangelo,Bacino di Calvello, ecc) o delle successioni sabbioso-conglomeratichepleistoceniche dei terrazzi dell’area ionica.

Essi sono drenati da numerose sorgenti, di portata spesso modesta, gene-rate da limiti di permeabilità definiti, e sovente localizzate in corrispon-denza del limite fra le successioni argillose e i sovrastanti depositi sab-bioso-conglomeratici. Per molte di queste sorgenti non sono disponibilidati di portata, laddove i dati sono disponibili questi, in genere, sono pocoaffidabili. Le portate idriche degli acquiferi sabbioso-coglomeratici dellesuccessioni dell Fossa Bradanica sono sempre modeste: variabili tra 0,5l/s a qualche l/s; solo in pochi casi il deflusso idrico sotterraneo supera i10 l/s.

Le sorgenti alimentate dagli acquiferi presenti nelle successioni dei ter-razzi dell’area ionica sono caratterizzate da portate basse, dell’ordine di0,1 - 0,5 l/s

La mancanza di dati inerenti le portate sorgive non consente al momentodi valutare, seppure in via preliminare, la disponibilità idrica di tali acqui-feri e di pervenire quindi alla stima del bilancio idrogeologico.

Oltre agli acquiferi sopra citati, di particolare interesse idrogeologicorisultano essere gli acquiferi allocati nelle successioni sabbioso-ghiaioseche colmano la Piana di Metaponto.

La Piana di Metaponto ricade lungo la costa ionica lucana e si estendeper circa 400 Kmq fra i Fiumi Sinni, a sud, e Bradano a nord (Figura 3.11).In tale area e in quelle contermini l’assetto idrogeologico è essenzial-mente caratterizzato da estesi e potenti acquiferi detritico-alluvionali invaria misura tra loro idraulicamente interconnessi. Nella piana costiera,le acque sotterranee, che defluiscono prevalentemente a pelo libero esolo localmente in pressione, sono significativamente sfruttate mediantepozzi di varia potenzialità e profondità (tavola 2).

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 149

Negli ultimi anni, tale area è stata oggetto di numerosi studi ed indaginia vario grado di dettaglio; in particolare, è stata oggetto di un circostan-ziato progetto di ricerca nazionale, denominato PRISMAS, che ha analiz-zato e studiato, mediante rilievi ed indagini condotti per mezzo di unarete di monitoraggio i caratteri idrogeologici delle risorse idriche sotter-ranee e il loro stato quali-quantitativo.

I depositi detritico alluvionali e i depositi sabbiosi costieri della piana diMetaponto poggiano su depositi marini pleistocenici, che ricoprono alloro volta le successioni argillose dell’Avanfossa Bradanica.

I dati derivanti dall’analisi di numerosi logs di pozzi ha evidenziato cheall’interno dei depositi di colmamento della piana è possibile distingueretre diverse unità litologiche: un’unità argillosa superiore non dotata dibuona continuità di affioramento; un’unità essenzialmente sabbiosaintermedia, potente al massimo 35 m; un’unità argillosa inferiore (riferi-bile alle Argille subappenniniche).

I caratteri idrogeologici della piana costiera di Metaponto e delle aree adessa immediatamente contermini sono strettamente correlati al com-plesso assetto litologico-strutturale di tale area.

A rendere ancor più complesso l’assetto idrogeologico concorre anche lapresenza delle valli dei fiumi ionici che, almeno nelle porzioni alte dell’a-rea, interrompono la continuità fisica degli acquiferi e non di rado drena-no parte delle acque circolanti nei depositi alluvionali recenti ed attuali.

In relazione all’assetto stratigrafico-strutturale del sottosuolo della pianaè possibile distinguere tre differenti tipologie di acquiferi, fra loro inter-connessi e con caratteristiche di ricarica, di deflusso idrico sotterraneo edi potenzialità idrica del tutto differenti. In particolare sono stati ricono-sciuti:

1. un acquifero nei depositi marini sabbioso-ghiaiosi pleistocenici ter-razzati;

2. un acquifero alluvionale nei depositi alluvionali recenti ed attuali deitratti terminali dei fondovalle fluviali sfocianti nella piana costiera. Talidepositi sono caratterizzati dalla presenza di livelli ghiaiosi disconti-nui e poco produttivi, sede di falde di limitata potenzialità. Essi infat-ti sono caratterizzati da una conducibilità idraulica variabile da bassaa media e sono quasi sempre dotati di modesti spessori; pertanto dinorma non consentono la captazione di rilevanti risorse idriche, tran-ne che nell’area del fondovalle del Fiume Sinni dove mostrano unadiscreta potenzialità idrica;

3. un acquifero sabbioso costiero che rappresenta l’elemento idrogeolo-gico più significativo e un importante serbatoio di risorse idriche sot-terranee.

150 Capitolo 3

Quest’ultimo acquifero è dotato di buona continuità litostratigrafia edidrogeologica e di un discreto spessore e ricade in un’area a marcata esi-genza idrica. Esso è delimitato nella parte alta da depositi argillosi dis-continui, potenti alcuni metri, e nella parte bassa da un’unità argillosa. Ilsuo spessore è compreso tra 10 m e 30 m. La conducibilità idraulica nonè elevata, variando tra 3,4 · 10-6 m/s e 2,3· 10-4 m/s. Tali livelli sabbiosiacquiferi sono confinati da livelli argillosi di vario spessore ed estensio-ne. Tale circostanza fa sì che la ricarica diretta - per infiltrazione di acquepiovane - sia modesta se non trascurabile e che tale acquifero costiero siain gran parte alimentato dai travasi idrici sotterranei provenienti soprat-tutto dagli acquiferi dei depositi marini terrazzati e da quelli presentinelle alluvioni fluviali. Tale circostanza sarebbe confermata dall’anda-mento delle curve piezometriche pressoché parallelo alla linea di costa eal limite idrogeologico fra l’acquifero costiero e quelli dei depositi mariniterrazzati.

Le acque sotterranee defluiscono all’interno dell’acquifero costiero quasisempre in condizioni freatiche; solo a luoghi, ove è confinato da terreniargillosi al tetto, circola in pressione. Come si evince dalla figura 3.11, icarichi piezometrici massimi sono dell’ordine di qualche metro e la dire-zione preferenziale del deflusso sotterraneo è essenzialmente ortogona-le alla linea di costa. Il letto di tale acquifero, costituito dal tetto delleArgille subappenniniche, non è regolare, immergendosi, procedendo dal-l’interno verso la costa, sempre più in profondità; di modo che, in prossi-mità della costa, il tetto delle argille si trova al di sotto del livello mediodel mare, consentendo processi di intrusione salina in relazione alle con-dizioni idrodinamiche e di sfruttamento della falda idrica.

Le acque sotterranee defluenti in tale acquifero hanno una temperaturavariabile tra i 16 e i 22 °C, un pH compreso fra 6,7 e 9 e una conducibilitàelettrica variabile tra 200 e 4000 µS/cm. Tali parametri tendono adaumentare irregolarmente verso la costa. Dal punto di vista chimico, leacque sono riconducibili a due diversi tipi: bicarbonato-alcalina-terrosa esolfato-clorurato-alcalina.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 151

L’acquifero costiero è soggetto a fenomeni di intrusione marina e a este-se ed intense attività antropiche. Ciò determina un significativo degradoqualitativo delle acque sotterranee in esso aventi sede. In particolare, glieffetti dell’intrusione salina, legata al peculiare assetto litostratigraficodella Piana, di cui si è già detto, si risentono in un’ampia fascia costiera,compresa fra i fiumi Sinni e Bradano e che si estende per almeno 1 - 2 km(Progetto Prismas).

Per quanto riguarda le caratteristiche idrogelogiche dei depositi di riem-pimento del bacino intramontano dell’Alta Val d’Agri, queste sono forte-mente condizionate dall’assetto stratigrafico strutturale dell’area. In par-ticolare i depositi di colmamento del bacino sono rappresentati da suc-cessioni fluvio-lacustri e di conoide detritico alluvionale di età Pleisto-cene-Olocene (Progetto Agrifluid, 2002). L’organizzazione di questi depo-siti è tale per cui nel sottosuolo sono state rinvenute continui passaggiverticali e laterali da depositi argilloso-siltosi a depositi ghiaiosi.Pertanto la permeabilità varia notevolmente in relazione alle caratteristi-che granulometriche ed allo stato di addensamento dei depositi da valo-ri medio-alti nei depositi sabbioso-ghiaiosi a valori medio-bassi nei depo-siti sabbioso-limosi. Gli acquiferi sono allocati all’interno dei depositi apermeabilità maggiore e ricevono cospicui travasi dalle idrosrutture car-bonatiche e calcareo-silicee che delimitano l’area di piana.

Figura 3.11 - Schema geologico ed idrogeologico della Piana costiera di Metaponto e dellearee contermini

152 Capitolo 3

33..44 -- PPrriinncciippaallii SSttrruuttttuurree iiddrrooggeeoollooggiicchhee ddeellll’’AAuuttoorriittàà ddii BBaacciinnoo ddeellllaaBBaassiilliiccaattaa ee SScchheemmii AAccqquueeddoottttiissttiiccii aalliimmeennttaattii

Alcuni dei principali schemi acquedottistici della Regione Basilicata sonoalimentati da risorse idriche captate e/o derivate da corpi idrici sotterra-nei allocati in strutture idrogeologiche comprese nel territorio di compe-tenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata o localizzate a ridosso deilimiti dell’Autorità di Bacino ma con recapiti principali della circolazioneidrica sotterranea localizzati al suo interno.

I principali schemi acquedottistici ricadenti nel territorio di competenzadell’Autorità di Bacino, alimentati da risorse idriche sotterranee sono:

- Schema Basento-Camastra;

- Schema Agri;

- Schema Frida;

- Schema Torbido Maratea.

Per ognuno dei punti d’acqua (sorgenti e pozzi) che alimentano gli sche-mi acquedottistici sono state analizzate le serie storiche di portate prele-vate (Fonte Acquedotto Lucano S.p.A.) e le serie storiche di portate sor-give disponibili (da tabella 3.20 a tabella 3.51, riportate in allegato alparagrafo) al fine di poter pervenire ad una stima quanto più attendibilepossibile delle disponibilità di risorsa idrica e delle sue variazioni nell’ar-co dell’anno.

A tal proposito si ritiene necessario far rilevare che ad oggi solo per alcu-ne delle sorgenti principali sono disponibili serie storiche di portata.Tuttavia nella maggior parte dei casi anche per le sorgenti principali sihanno a disposizione solo sporadiche misure di portata distribuite inampi intervalli temporali. Per le sorgenti minori spesso risulta disponibi-le una sola misura di portata. In molti casi sono disponibili solo serie sto-riche delle portate derivate.

La carenza e/o l’incompletezza delle serie storiche di portate sorgive nonconsente di valutare con precisione le reali quantità di risorsa idrica cheuna sorgente può fornire ad uno schema acquedottistico, né consente distimare le variazioni temporali di disponibilità idriche.

Pertanto per la stima delle disponibilità di risorsa idrica che ciascuna sor-gente potrà fornire in prospettiva futura allo schema acquedottistico ali-mentato si farà riferimento in via cautelare ai valori minimi riscontratinelle serie di misure di portata sorgiva e/o di portata derivata.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 153

3.4.1 - SScchheemmaa BBaasseennttoo--CCaammaassttrraa

Lo Schema acquedottistico Basento-Camastra è alimentato dalle seguen-ti fonti (tabella 3.20):

- sorgenti Aggia, Capo d’Agri II e III, Curvino, Betina, che costituisconoi principali recapiti di alcune strutture idrogeologiche della Val d’Agri(paragrafo 3.3.6);

- dai pozzi Tempe e Peschiera, che derivano da acquiferi di idrostruttu-re dell’Alta Val d’Agri (paragrafo 3.3.6);

- sorgenti San Michele, Linise e Fossa Cupa, che costituiscono i princi-pali recapiti di alcune strutture idrogeologiche dell’Alta Val Basento(paragrafo 3.3.4);

- dall’invaso del Camastra.

Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalla SorgenteAggia (tabella 3.21) i dati disponibili si riferiscono all’intervallo 1975-1988ed all’intervallo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Da questirisulta che nell’intervallo 1995-2004 i valori minimi di portata derivatasono variati tra 90 l/sec e 139 l/sec, ad eccezione degli anni 1996-1997 incui sono state registrate portate minime prelevate di 204-207 l/sec. Leportate massime prelevate si aggirano in genere tra 250-350 l/sec, adeccezione del 2002, che ha registrato un minimo di 200 l/sec.

Decisamente più basse risultano essere le portate derivate nell’interval-lo 1975-1999.

Per la sorgente Aggia il periodo in cui il prelievo di acqua è maggiore è ingenere compreso tra i mesi di febbraio e luglio, mentre i periodi in cui iprelievi assumono valori minori sono compresi tra agosto e gennaio(tabella 3.22).

Parte della portata sorgiva della sorgente Aggia va ad alimentare loSchema Agri (tabella 3.22).

Dall’analisi dei dati delle portate prelevate e distribuite ai due schemiacquedottistici nel periodo 1995-2004 si rileva che i valori minimi di por-tate che alimentano lo Schema Basento si aggirano intorno ai 50 l/sec(2003) con punte di minimo comprese tra 4 l/sec e 22 l/sec nei mesi diluglio ed agosto del 2000-2001 e nei mesi di novembre e dicembre 2004.

La media delle portate distribuite allo Schema Basento, nello stesso inter-vallo temporale, sono variate tra un minimo 68 l/sec e un massimo di 236l/sec. La media delle misure di portata media prelevate è di circa 136 l/sec.

La media delle portate massime distribuite allo Schema Basento varianotra 171 l/sec e 296 l/sec con picchi di massimo apporto di 347-350 l/secnel 1996-1997.

154 Capitolo 3

Per lo Schema Agri i valori minimi di portata provenienti dalla SorgenteAggia nel periodo 1995-2004 sono variati in genere tra 61 l/sec (conpunte minime di 13 l/sec e 41 l/sec negli anni 1997 e 2000) e 94 l/sec. Lamedia delle portate distribuite allo Schema Agri sono variate in generetra 81 l/sec e 109 l/sec. La media dei valori delle portate medie ammontaa 84 l/sec, ma scende a 75, 57 l/sec se si escludono dalla media i valoridi portata superiori a 100 l/sec.

Se si considera la distribuzione delle portate della sorgente Aggia ai dueschemi acquedottistici nei periodi febbraio-luglio ed agosto-gennaionegli anni 1998-2005 (tabella 3.22) si rileva che nel periodo febbraio-luglio lo schema Agri riceve in media portate comprese tra 71 l/sec e 90l/sec con punte di 105 l/sec nel 2002. Nel periodo agosto-gennaio le por-tate fornite allo Schema Agri sono variate tra 98 l/sec e 106 l/sec (2001-2004) con punte minime di 80-87 l/sec negli anni 1999-2000 e un massi-mo di 168 l/sec nel 1998.

Allo Schema Basento invece nel periodo febbraio-luglio sono andate inmedia portate comprese tra 100 l/sec e 156 l/sec, con punta minima regi-strata nel 2002 di 86 l/sec e picchi massimi di 175 l/sec e 234 l/sec nel1998-99. Nel periodo agosto-gennaio si rilevano invece portate ricevutecomprese in media tra 52 l/sec e 77 l/sec, con minimi di 49 l/sec nel 2002e un massimo di 114 l/sec nel 1999. Particolare è la situazione del 1998,infatti dai dati disponibili risulterebbe che nel periodo agosto-gennaiogran parte della portata sorgiva sarebbe stata destinata allo SchemaAgri.

Le serie storiche di misure di portate sorgive disponibili per la sorgenteAggia non sono complete. I dati esistenti sono scarsi ed in genere fannoregistrare valori di portata molto elevati (Civita et al. 2002-ProgettoAgrifluid), di cui è difficile valutare l’attendibilità in quanto le misure sonorelative prevalentemente al periodo 1928-32 ed al 1953.

La misura di portata più recente risale al febbraio 2000 ed è pari a 185l/sec (Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid). Al momento è quindi difficileeffettuare una stima della portata sorgiva nel periodo di esaurimento.

Sorgenti Capo d’Agri II e III

Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalle SorgentiCapo d’Agri II e III (tabella 3.23) i dati disponibili si riferiscono al periodo1972-1981 ed al periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Daquesti risulta che nel periodo 1972-1981 le portate minime prelevate sonovariate in genere tra 69 l/sec e 88 l/sec con picchi di minimo di 40 l/sece 50 l/sec negli anni 1972 e 1974 ed un massimo di 144 l/sec nel 1980.Nel periodo 1995-2004 le portate minime prelevate sono variate da 47l/sec a 70 l/sec, con una punta massima di 80 l/sec nel 1996.

Le portate massime derivate nel periodo 1972-1981 sono variate tra 100-

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 155

160 l/sec con punte massime di 204 l/sec e 194 l/sec nel 1980-1981. Nelperiodo 1995-2004 le portate massime derivate sono variate tra 112 l/sece 133 l/sec con punta minima anche di 83 l/sec nel 2002 e valore massi-mo di 181 l/sec nel 1996.

Il valore delle portate medie derivate nel periodo 1995-2004 è variato tra83 l/sec e 113 l/sec con punta minima di 69 l/sec nel 2002. Nel periodo1972-1981 le medie delle portate derivate risultano essere più alte essen-do comprese tra 83 l/sec e 125 l/sec, con un minimo di 77 l/sec e massi-mo di 164 l/sec.

Nel periodo 1995-2004 le portate massime derivate sono state registratein genere nel periodo febbraio-luglio con valori compresi tra 73 l/sec e109 l/sec con punte massime di 135 l/sec (tabella 3.24), mentre le porta-te minime derivate nel periodo agosto-gennaio sono variate tra 67 l/sece 75 l/sec con punte di 87 l/sec e 104 l/sec.

Se si analizzano le poche misure di portata sorgive delle sorgenti Capod’Agri II e III (Civita et al., 2002) si rileva che il gruppo sorgivo ha fattoregistrare durante il periodo di ricarica dell’acquifero nell’anno 2000 unaportata minima di 105 l/sec, una portata massima di 149 l/sec e una por-tata media di 132 l/sec (Civita et al., 2002, Progetto Agrifluid). Non sonodisponibili dati in merito alle portate sorgive in periodo di esaurimento.Ulteriori dati di portata in epoche precedenti, ma di cui non è fornita ladata, danno valori di Qmin di 35,70 l/sec, di Qmax di 141 l/sec e di Qm di132 l/sec.

Tenuto conto dei trend delle portate prelevate e dei pochi dati di misura diportata disponibile sarebbe opportuno assumere quale valore di disponi-bilità minima della sorgente una portata non superiore a 40 l/sec, qualevalore di disponibilità massima una portata non superiore a 112 l/sec,quale valore di disponibilità media una portata non superiore a 83 l/sec.

Sorgente Curvino

Per quanto concerne le serie storiche di portate derivate dalla SorgenteCurvino (tabella 3.25) i dati disponibili si riferiscono al periodo 1976-1981ed al periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Da questirisulta che nel periodo 1976-1981 le portate minime derivate sono state ingenere di 19-20 l/sec con un picco minimo di 15 l/sec nel 1980 e puntamassima di 24 l/sec nel 1979. Nel periodo 1995-2004 le portate minimesono variate tra 19-25 l/sec con punte minime di 7 l/sec e 10 l/sec nel2002 e 2001.

Nel periodo 1976-1981 le portate massime derivate sono variate tra 40l/sec e 46 l/sec con un minimo di 33 l/sec nel 1980. Nel periodo 1995-2004 le portate massime derivate sono variate tra 29 l/sec e 32 l/sec conun minimo di 27 l/sec nel 2001 e un massimo di 50 l/sec nel 1996 e 1998.

156 Capitolo 3

Il valore delle portate medie derivate è variato nel periodo 1976-1981 tra27 l/sec e 32 l/sec, con un minimo di 23 l/sec nel 1980. Nel periodo 1995-2004 il valore delle portate medie prelevate è variato tra 20 l/sec e 27l/sec , con un minimo di 16 l/sec nel 2003-2002 e un massimo di 35 l/secnel 1996 e1998. La media dei valori delle portate medie prelevate risultaessere 26, 75 l/sec.

Dall’analisi delle misure di portata sorgiva disponibili (Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid), che risalgono agli anni 1930-33, si evince una Qmin di42 l/sec, una Qmax di 207 l/sec ed una Qm di 131,5 l/sec. Gli unici duedati disponibili di misure di portata per l’anno 2000 (febbraio ed aprile,in periodo di ricarica dell’acquifero) danno una portata di 30 l/sec, deci-samente più bassa dei valori delle portate storiche.

Tenuto conto dell’incertezza sull’attendibilità delle misure di portata dis-ponibili (le portate storiche risultano essere decisamente elevate, quellerecenti sembrano in linea con i valori delle portate derivate, anche se piùbasse) sarebbe opportuno assumere quale valore di disponibilità minimadella sorgente una portata non superiore a 19 l/sec, quale valore didsponbilità massima una portata non superiore a 30 l/sec ed, infine,come valore di disponibilità media una portata non superiore a 20 l/sec.

Sorgente Betina

I dati di misure di portata sorgiva disponibili per la sorgente Betina sonoscarsi. Alcune misure di portata, riferibili al periodo di esaurimento del-l’acquifero, danno valori di 5 l/sec (agosto 1987) e 0,51 l/sec (ottobre1928). Altre misure di portata disponibili, ma di cui non è noto il periododella misura (Civita et al., 2002-progetto Agrifluid) hanno valori compre-si tra un minimo di 6,10 l/sec, un massimo di 26 l/sec ed una media dicirca 15 l/sec. La sola misura di portata più recente disponibile risale almaggio 2000 (in periodo di ricarica dell’acquifero) ed ha un valore di 11l/sec.

Considerate le incertezze sulle misure per la sorgente Betina sarebbeopportuno assumere quale valore di disponibilità massima una portatanon superiore a 5 l/sec. Le previsioni del Piano d’Ambito della Basilicata(2002) si riferiscono ad una portata media derivabile di 5 l/sec. Per quan-to riguarda il valore di portata media derivabile, tenuto conto dei dati dis-ponibili sarebbe opportuno considerare portate non superiori a 3 l/sec.

Sorgente San Michele

Per la sorgente San Michele sono stati reperiti al momento solo dati delleportate derivate relativi al periodo 1969-2004 (fonte Acquedotto Lucano,Tabella 3.26).

Dai dati disponibili risulta quanto segue. Le portate minime prelevate nelperiodo 1969-1985 hanno in genere valori compresi tra 40 l/sec e 90

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 157

l/sec, mentre nel periodo 1986-2004 i valori delle portate minime prele-vate sono decisamente più bassi e sono variati in genere tra 12 l/sec e 30l/sec con minimi di 5-2 l/sec nel 2001-02 e massimi di 50 l/sec e 41 l/secnel 1991 e 1996.

I valori delle portate massime prelevate nel periodo 1969-1986 sonovariati tra 150 l/sec e 200 l/sec. Nel periodo 1987-2004 i valori delle por-tate massime prelevate sono decisamente più bassi e si aggirano ingenere tra 83 l/sec e 105 l/sec, con un minimo di 21 l/sec nel 2002 i valo-ri massimi compresi tra 140 l/sec e 190 l/sec nel periodo 1994 1999 e nel2003-2004.

Per le portate medie derivate nel periodo 1986-2004 risultano valori com-presi tra 52 l/sec e 93 l/sec, con picchi di 111 l/sec,100 l/sec e 104 l/secnegli anni 1991, 1996, 2004.

Considerata l’indisponibilità di misure di portata alla sorgente e tenutoconto dei trend delle portate prelevate, sarebbe opportuno assumerequale valore di disponibilità minima derivabile una portata non superio-re a 12 l/sec (per gli anni particolarmente siccitosi sarebbe opportun farriferimento a valori minimi di portata derivabile di 2-5 l/sec), quale valo-re di disponibilità massima una portata non superiore a 80 l/sec (per glianni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valori massimidi portata derivabile di 21 l/sec).

Per quanto riguarda le portate medie derivabili si evidenzia che dall’ana-lisi dei trend delle portate prelevate, a partire dal 1993 nell’intervallo ago-sto-dicembre si sono registrate spesso portate medie in genere inferioriai 40 l/sec (valori compresi tra 21 l/sec e 37 l/sec con un picco negativodi 7 l/sec nel 2002), per cui non sarebbe opportuno considerare qualevalore medio annuao di portata derivabile quello di 52 l/sec, perché nonrifletterebbe la media delle portate derivabili nei mesi agosto-dicembre.Pertanto sarebbe opportuno assumere quale disponibilità media dellasorgente una portata non superiore a 36,5 l/sec (media tra il valore dellaportata media minima annuale e la portata media minima del periodoagosto-dicembre), mentre negli anni particolarmente siccitosi si potreb-be far riferimento ad una portata media derivabile di 29 l/sec, e a valoridi 7 l/sec nel periodo agosto-dicembre.

Sorgente Linise

Per quanto concerne le serie storiche di portate prelevate dalla SorgenteLinise (tabella 3.27) i dati disponibili si riferiscono al periodo 1969-2004(fonte Acquedotto Lucano S.p.A.). Dai questi risulta che nel periodo 1969-1991 il valore minimo delle portate prelevate è variato tra 3 l/sec e 10l/sec, con una punta massima di 20 l/sec nel 1985. Le portate massimeprelevate sono variate invece tra 28 l/sec e 33 l/sec, con minimi di 13l/sec e 17 l/sec nel 1973 e 1990 e punte massime di 55 l/sec e 61 l/sec nel

158 Capitolo 3

periodo 1978-81. Le portate medie prelevate si aggirano tra 13 l/sec e 24l/sec con minimi di 5 l/sec e 7 l/sec nel 1973 e 1990, e valori più alti com-presi tra 24 l/sec e 38 l/sec nel periodo 1978-81 e nel 1985.

Nel periodo 1992- 2004 si riscontrano valori di portate minime prelevatecomprese tra 19 l/sec e 22 l/sec con punta massima di 25 l/sec nel 1999e valori minimi di 10 l/sec nel 2004 e di 15-16 l/sec negli anni 1993-1994.Le portate massime prelevate risultano essere comprese tra 40 l/sec e 52l/sec con punte di massimo 59 l/sec e 66 l/sec negli anni 2003 e 1999 eminimi di 45 l/sec nel 1992. Le portate medie derivate sono variate inve-ce tra 32 l/sec e 37 l/sec con punte massime di 47 l/sec nel 1999.

Per quanto concerne le misure di portata sorgiva disponibili i pochi datiriguardano una misura di portata di 5 l/sec nel settembre 1987 e dei valo-ri di Qmax (12 l/sec), Q min (10 L/sec) e Qm (10,8 l/sec) relativi sempreall’anno 1987. Altre fonti indicano per gli anni:

- 1997: Qmax (50 l/sec), Q min (19 L/sec) e Qm (36 l/sec);

- 1998: Qmax (53 l/sec), Q min (25 L/sec) e Qm (37 l/sec);

- 1999: Qmax (55 l/sec), Q min (25 L/sec) e Qm (37 l/sec).

Considerata l’incertezza sull’attendibilità dei dati di portata sorgiva etenuto conto dei trend delle portate derivate in via cautelativa sarebbeopportuno assumere quale valore di disponibilità minima una portatadella sorgente non superiore a 10 l/sec (per gli anni particolarmente sic-citosi si potrebbe far riferimento a valori minimi di portata derivabile di 3-4 l/sec).

Per la portata massima derivabile sarebbe opportuno considerare valorinon superiori a 40 l/sec, mentre per gli anni particolarmente siccitosi sipotrebbe far riferimento a valori massimi di portata derivabile di 25 l/sec.Per le portate medie sarebbe opportuno considerare valori non superioria 24 l/sec, mentre per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe farriferimento a valori massimi di portata derivabile di 13 l/sec.

Fossa Cupa

Per la sorgente Fossa Cupa sono stati reperiti al momento solo i dati diportate derivate relativi al periodo 1969-2004 (fonte Acquedotto LucanoS.p.A., tabella 3.28).

Dai dati disponibili risulta quanto segue. I valori delle portate minimeprelevate in genere sono variati tra 55 l/sec e 66 l/sec, con picchi negati-vi di 27 l/sec (1975) e di 31-49 l/sec (1978-79; 1981-1983, 2002) e puntemassime comprese tra 70 l/sec e 75 l/sec negli anni 1984, 1991, 1996-1999, 2004.

I valori delle portate massime prelevate sono variati tra 146 l/sec e 174l/sec con punte minime di 80 l/sec nel 2002 e di 109 l/sec nel 1990.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 159

I valori delle portate medie prelevate sono variati tra 103 l/sec e 126 l/seccon picchi di minimo di 62-69 l/sec, registrati nel 2002 e 1981, e di 79-97l/sec nel 1987-1990, 1992-1993, 1978, 1975 e con picchi di massimo di133-139 l/sec, registrati nel 1996-1998 e nel 1970, e di 141 l/sec nel 2004.

La media dei valori delle portate medie prelevate risulta essere di 109,52l/sec.

Considerata l’indisponibilità di misure di portata alla sorgente e tenutoconto dei trend delle portate prelevate sarebbe opportuno assumerequale disponibilità minima un valore di portata non superiore a 55 l/sec(per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento a valoriminimi di portata derivabile di 27-31 l/sec). Per la disponibilità massimasarebbe opportuno considerare valori non superiori a 146-174 l/sec,mentre per gli anni particolarmente siccitosi si potrebbe far riferimento avalori massimi di disponibilità non superiori a 80-109 l/sec.

Pozzi Tempe e Peschiera

Per i pozzi Tempe e Peschiera i dati disponibili inerenti le portate deriva-te riguardano il periodo 1995-2004 (fonte Acquedotto Lucano, tabelle3.29 e 3.30).

Per il Pozzo Tempe (tabella 3.29) le portate derivate tra il 1995 ed il 2004sono in genere comprese tra 36 e 40 l/sec e talora ammontano a 26-27l/sec. I minimi di prelievo sono stati raggiunti in alcuni mesi del 2002 (7l/sec), 2003 (5 l/sec), 2004 (2 l/sec).

Considerato che al momento vi sono stime approssimative sulla poten-zialità dell’acquifero interessato dalla derivazione, sarebbe opportunoassumere valori massimi di portate derivabili non superiori a 26 l/sec.Per quanto riguarda la stima delle portate medie prelevabili, dall’elabo-razione dei dati disponili risulta che nei mesi di funzionamento del pozzole portate medie prelevate risultano essere di 20 l/sec, escludendo dallamedia le portate più elevate (40 l/sec).

Per quanto riguarda il Pozzo Peschiera le portate derivate (tabella 3.30)sono in genere comprese tra 26 e 35 l/sec, con minimi di 15-17 l/sec e pic-chi negativi estremi compresi tra 2 l/sec e 9 l/sec.

Anche in questo caso al momento vi sono solo stime approssimativedella potenzialità dell’acquifero interessato dalla derivazione, pertantosarebbe opportuno assumere valori massimi di portate derivabili nonsuperiori a 26 l/sec.

Per la stima della portata media derivabile dai dati disponibili risulta cheil pozzo, nei mesi di funzionamento, ha prelevato in media 22,8 l/sec (talevalore è stato calcolato escludendo dalla media i valori di portate prele-vate superiori ai 30 l/sec).

160 Capitolo 3

Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Basento-Camastra

In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata (2002) lo SchemaBasento-Camastra riceve gli apporti da altre sorgenti minori (tabella3.20) per una portata totale di circa 23 l/sec. Si tratta di sorgenti con por-tata bassa (non superiore ad 1 l/sec) ad eccezione della sorgente SanMichele (Struttura idrogeologica dell’Alta Val Basento) per la quale è dis-ponibile una sola misura di portata di 3.5 l/sec relativa al periodo di ago-sto del 1987.

Anche in questo caso, considerato che le sorgenti minori presentano por-tate basse e che probabilmente esse sono alimentate da acquiferi mino-ri dotati di bassa potenzialità, la valutazione delle disponibilità effettua-ta dall’ATO può essere considerata quale valore massimo di portata chele fonti minori possono fornire allo Schema Basento-Camastra. Per quelche riguarda il valore medio di portata che le fonti minori possono appor-tare allo schema questo è stato ottenuto dimezzando le stime di portatamassima disponibile.

Nella tabella 3.31 è riportata una sintesi delle stime di disponibilità che lesorgenti e pozzi sopra elencate forniscono allo Schema Basento-Camastra.

3.4.2 - SScchheemmaa AAggrrii

Le fonti di alimentazione principali dello Schema Agri sono rappresenta-te dalle sorgenti del Gruppo Oscuriello e da una integrazione provenien-te dallo Schema Basento-Camastra (tabella 3.32).

Per le sorgenti del Gruppo Oscuriello, che include le sorgenti Amorosa,Chiasciumara e Sorgitora, sono stati reperiti al momento solo i dati diportate derivate relativi al periodo 1993-2004 (fonte Acquedotto LucanoS.p.A., tabelle 3.33 e 3.34). Nell’analisi dei dati non si è tenuto conto deidati relativi al periodo 1993-1995 perché incompleti.

Per la sorgente Amorosa (Oscuriello Bassa) le portate minime prelevatenell’arco temporale considerato sono variate tra 22 l/sec e 27 l/sec. Leportate massime sono variate tra 28 l/sec e 35 l/sec con un minimo di 26l/sec (tabella 3.33).

Per la sorgente Chiasciumara (Oscuriello I) le portate minime prelevatesono variate tra 20 l/sec e 22 l/sec nel periodo 1996-2000 e tra 14 l/sece 19 l/sec nel periodo 2001-2004. Le portate massime prelevate sonovariate tra 28 l/sec e 36 l/sec con un minimo di 21 l/sec nel 2002 (tabel-la 3.33).

Anche per la sorgente Sorgitora (Oscuriello II) le portate minime preleva-te sono variate tra 26 l/sec e 30 l/sec con minimi di 18-22 l/sec negli anni

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 161

2000-2002. Le portate massime derivate sono variate tra 28 l/sec e 38l/sec con un minimo di 23 l/sec nel 2002 (tabella 3.33).

Complessivamente la portata prelevata dall’intero gruppo sorgivo(Tabella 3.34) presenta valori minimi compresi tra 69 l/sec e 75 l/sec conminimi di 58-60 l/sec negli anni 2001-2002. I valori delle portate massi-me prelevate sono variati tra 83 l/sec e 96 l/sec con un minimo di 74l/sec nel 2002 e massimi di 105-111 l/sec negli anni 1996-97 e 2004.

Se si analizzano le misure di portata disponibili per la sorgenteChiasciumara e Sorgitora (Civita et al., 2002-Progetto Agrifluid) si rilevache negli anni 2000-2001 la somma delle portate delle due sorgenti haraggiunto minimi di 40 l/sec e massimi di 73 l/sec (con una portata mediadi 60.9 l/sec).

Dati relativi agli anni 1928-1929 riportano valori di Qmin di 35 l/sec e diQmax di 61 l/sec (con una portata media di 48,60 l/sec).

Per quanto riguarda la sorgente Amorosa le misure di portata più recentidisponibili (Civita et al. 2002-Progetto Agrifluid) relative agli anni 2000-2001 indicano una portata minima di 25 l/sec, una portata massima di 28l/sec ed una media di 26,75 l/sec. Dati storici degli anni 1928-29 indica-no valori di portate sorgive superiori (Qmin=27 l/sec, Qmax=79 l/sec,Qm=48,33 l/sec).

In considerazione del numero limitato di informazioni inerenti le portatesorgive del Gruppo Oscuriello e tenuto conto dei trend delle serie di por-tata derivate sarebbe opportuno considerare per la Sorgente Amorosauna disponibilità minima non superiore a 22 l/sec ed una massima nonsuperiore a 26 l/sec. Per il gruppo sorgivo Chiasciumara e Sorgiturasarebbe opportuno considerare una disponibilità minima non superiore a32 l/sec ed una disponibilità massima non superiore a 53 l/sec.

Per l’intero Gruppo Oscuriello sarebbe opportuno considerare valori didisponibilità minima non superiori a 52 l/sec, valori di disponibilità mas-sima non superiori a 79 l/sec e valori di disponibilità media non superio-ri a 65,5 l/sec.

Per quanto riguarda il contributo dello schema Basento-Camastra alloSchema Agri, i valori minimi di portata provenienti dalla Sorgente Aggianel periodo 1995-2004 sono variati in genere tra 61 l/sec (con punte mini-me di 13 e 41 l/sec negli anni 1997 e 2000) e 94 l/sec. La media delle por-tate distribuite allo Scema Agri è variato tra 81 l/sec e 109 l/sec. I valorimassimi forniti sono variati tra 90 e 125 l/sec con punta minima di 80l/sec nel 1996 e punta massima di 146 l/sec nel 1998.

Se si considera la distribuzione delle portate derivate dalla sorgenteAggia ai due schemi acquedottistici nei periodi febbraio-luglio ed agosto-gennaio nel periodo 1998-2005 si rileva che nel periodo febbraio-luglio loschema Agri ha ricevuto in media portate comprese tra 71 l/sec e 90 l/sec

162 Capitolo 3

con punte di 105 l/sec nel 2002. Nel periodo agosto-gennaio le portatefornite allo schema Agri sono variate tra 98 l/sec e 106 l/sec (2001-2004)con minimi di 80-87 l/sec nel 1999-2000 e massimo di 168 l/sec nel 1998.

In base ai dati forniti da Acquedotto Lucano le portate complessive assi-curate allo Schema Agri dal gruppo Oscuriello e dallo Schema Basento-Camastra (tabella 3.35) assumono valori minimi compresi tra 110 l/sec e152 l/sec con punte minime di 88 l/sec (1997) e valori massimi compresitra 186 e 206 l/sec con punte di 230-238 l/sec registrate nel 1998 e 2004.

Tenuto conto delle stime effettuate sulle portate sorgive e sulle portateprelevate dalle sorgenti del Gruppo Oscuriello e sulle portate provenien-ti dallo Schema Basento-Camastra sarebbe opportuno assumere una dis-ponibilità minima complessiva per l’intero schema non superiore a 113l/sec, una disponibiltà massima non superire a 169 l/sec.

Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Agri

In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata lo schema in esamericeve gli apporti da altre sorgenti minori (tabella 3.32) per una portatacomplessiva totale di circa 2,7 l/sec. Tenuto conto della indisponibilità oscarsità dei dati di portata delle sorgenti minori, la disponibilità mediadelle fonti minori è stata ottenuta dimezzando il valore di portata sopracitato.

Nella tabella 3.36 è stata riportata una sintesi delle stime di disponibilitàche le fonti di alimentazione elencate in precedenza forniscono alloSchema Agri.

3.4.3 - SScchheemmaa FFrriiddaa

Le principali fonti di alimentazione dello Schema Frida sono rappresenta-te dalla Sorgente Frida (Idrostruttura del Pollino), dalle sorgenti Mangosae San Giovanni (Idrostruttura dei Monti di Lauria) e dalla SorgenteCaramola (Unità del Frido; tabella 3.37).

Per quanto riguarda la Sorgente Frida i dati disponibili relativi alle porta-te derivate si riferiscono al periodo 1999-2004 (fonte Acquedotto Lucano,tabella 3.38). Le portate minime prelevate presentano valori compresi tra315 l/sec e 383 l/sec con un minimo di 272 l/sec nel 2002. Le portatemassime prelevate mostrano valori compresi tra 445 l/sec e 493 l/seccon un minimo di 403 l/sec nel 2002. Le portate medie prelevate varianotra 393 l/sec e 408 l/sec con un minimo di 313 l/sec nel 2002 e un mas-simo di 438 l/sec nel 2004.

Se si analizzano i valori delle portate derivate riportate da Sdao et al.(1999), relativi al periodo 1981-1999 (tabella 3.39), le portate minime pre-levate dalla sorgente Frida sono variate tra 302 l/sec e 383 l/sec con

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 163

picco massimo di 401 l/sec nel 1981 e un minimo di 233 l/sec nel 1990.

Le portate massime derivate sono variate tra 413 l/sec e 479 l/sec conpicchi più elevati nel 1985 (529 l/sec) e nel 1991 (504 l/sec).

I valori delle portate medie prelevate sono variati tra 343 l/sec e 446 l/sec,con un minimo di 269 l/sec nel 1980 ed un massimo di 481 l/sec nel 1985.

Tenuto conto dei trend delle portate derivate dalla Sorgente Frida sareb-be opportuno considerare quale disponibilità minima della sorgente unaportata non superiore a 302 l/sec, una massima non superiore a 413l/sec ed una media non superiore a 269 l/sec.

Per quanto concerne le portate derivate dalla Sorgente Mangosa e SanGiovanni i dati di portate prelevate disponibili si riferiscono al periodo1999-2004 (tabella 3.40).

Nel periodo 1999-2001 i dati di portata prelevata riguardano solo la sor-gente Mangosa per la quale ui valori delle portate minime prelevate sonovariati tra 79-114 l/sec; i valori della portata massima prelevata sonovariati tra 127-136 l/sec.

Nel periodo 2002-2004 i dati inerenti le portate prelevate riguardano lasomma dei contributi della sorgente Mangosa e della sorgente SanGiovanni; tali contributi hanno fatto registrare valori minimi di 109-115l/sec e valori massimi di 156-206 l/sec. Nel periodo 1999-2004 i valoridelle portate medie prelevate sono variati tra 108 l/sec e 133 l/sec.

I dati relativi alla portata sorgiva della Sorgente Mangosa sono scarsi epoco attendibili (tabella 3.41, i valori si riferiscono probabilmente a misu-re di portate derivate).

Per la sorgente San Giovanni si dispone di una misura di portata del 1987pari a circa 540 l/sec.

Tenuto conto della indisponibilità dei dati di portata sorgiva e dei trendsdelle portate prelevate sarebbe opportuno assumere valori di portataminima disponibile per la sorgente Mangosa non superiori a 79 l/sec evalori di portata massima non superiori a 156 l/sec.

Per quanto riguarda il contributo della disponibilità della sorgente SanGiovanni questo al, momento, è di difficile valutazione, considerata l’in-disponibilità dei dati.

Pertanto considerati i trend di portate prelevate da entrambe le sorgentici si riferirà a valori di disponibilità minima non superiori a 109 l/sec, didisponibilità massima non superiori a 138 l/sec e di disponibilità medianon superiori a 123 l/sec.

Per quanto riguarda la Sorgente Caramola le serie di portata prelevatadisponibili si riferiscono al periodo 1999-2004 (tabella 3.42). In questoperiodo le portate minime prelevate hanno assunto valori compresi tra 6-

164 Capitolo 3

9 l/sec negli anni 1999-2002 e valori di 16-25 l/sec negli anni 2003-04.

I valori massimi di portata prelevata sono variati tra 30 l/sec e 38 l/seccon un minimo di 21 l/sec nel 2002.

Non si hanno a disposizione dati inerenti misure di portata sorgive, per-tanto, considerato il trend delle portate prelevate sarebbe opportunoconsiderare quale valore di disponibilità minima una portata non supe-riore a 9 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata nonsuperiore a 21 l/sec, quale valor di disponibilità media una portata nonsuperiore a 15 l/sec.

Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Frida

In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata (2002), lo schema inesame riceve apporti da altre sorgenti minori (tabella 3.37) per una por-tata complessiva totale di circa 14,75 l/sec.

Si tratta di sorgenti con portata bassa (non superiore ad 2 l/sec), alimen-tate probabilmente da acquiferi minori, caratterizzati da potenzialitàbasse. Pertanto la valutazione delle disponibilità effettuata dall’ATO puòessere considerata quale valore di portata massima che le fonti minoripossono apportare allo Schema Frida, mentre il valore di portata mediadisponibile è stato valutato dimezzando il valore di portata massima.

Nella tabella 3.43 viene riportata una sintesi delle stime di disponibilitàche le sorgenti sopra elencate forniscono allo Schema Frida.

3.4.4 - SScchheemmaa TToorrbbiiddoo--MMaarraatteeaa

Le principali fonti di alimentazione dello Schema Torbido-Maratea (tabel-la 3.44) sono rappresentate dalla Sorgente Torbido (Idrostruttura delSirino), dalle sorgenti Ondavo, Parrutta, San Basile e Torno (Idrostrutturadei Monti di Maratea) e dal pozzo Sorgimpiano (Idrostruttura dei Monti diMaratea).

Per quanto riguarda la Sorgente Torbido le serie di portate prelevate dis-ponibili si riferiscono al periodo 1992-2004 (tabella 3.45). Da questerisulta che i valori delle portate minime prelevate sono variati tra 132l/sec e 167 l/sec, mentre i valori delle portate massime prelevate in gene-re sono variati tra 190 l/sec e 200 l/sec con picchi massimi di 243-250l/sec negli anni 1996-97 ed un minimo di 170 l/sec nel 2001.

Le portate medie prelevate sono variate tra 155 l/sec e 184 l/sec.

La sola misura di portata sorgiva disponibile risale al 1987 ed indica unvalore di 260 l/sec.

Considerata la mancanza di dati inerenti le portate sorgive ed i trends

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 165

delle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale disponibili-tà minima un valore di portata non superiore a 132 l/sec, quale valore didisponibilità massima un valore di portata non superiore a 168 l/secquale valore di dsponibiltà media un valore non superiore a a 150 l/sec.

Anche per la Sorgente Ondavo la serie di portate prelevate disponibili siriferisce al periodo 1992-2004 (tabella 3.46). Da questa risulta che i valo-ri di portate minime prelevate sono stati dell’ordine di 10-13 l/sec neglianni 1992-1995; essi sono variati tra 2 l/sec e 6 l/sec nel periodo 1996-2004 raggiungendo il valore minimo di 2 l/sec nel 2002.

I valori massimi delle portate prelevate sono variati tra 19 l/sec e 22 l/secnegli anni 1993-1998 con un massimo di 31 l/sec nel 1992. Nell’intervallo1999-2004 le portate massime prelevate sono variate tra 11 l/sec e 15l/sec.

I valori delle portate medie prelevate sono compresi tra 7 l/sec e 19 l/sec.

La sola misura di portata sorgiva disponibile risale all’agosto del 1987 edè pari a 9 l/sec.

Tenuto conto dell’indisponibilità di misure di portata sorgiva e del trenddelle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale valore didisponibilità minima un valore di portata non superiore a 3 l/sec, qualevalore di disponibilità massima un valore di portata non superiore a 11l/sec, quale valore di disponibilità media una portata non superiore a 7l/sec.

Per la Sorgente Parrutta risultano disponibili solo dati di portate preleva-te per il 1991 e per il periodo 1995-2004 (tabella 3.47). Da questi risultache le portate minime prelevate sono variate tra 10 l/sec e 20 l/sec neglianni 2001-2004, mentre assumono valori compresi tra 7 l/sec e 13 l/secnel periodo 1996-2000 con una punta massima di 43 l/sec nel 1996 e di45 l/sec nel 1998.

Le portate massime prelevate sono variate tra 16 l/sec e 28 l/sec neglianni 2000-2004, con un picco di 30 l/sec nel 1999 e valori decisamentepiù alti negli anni 1996-98 (79-81 l/sec).

Le portate medie prelevate sono variate tra 12 l/sec e 22 l/sec nel perio-do 1999-2004 con picchi compresi tra 54 l/sec e 67 l/sec tra il 1996 ed il1998 ed un minimo di 9 l/sec nel 1995.

Al momento non risultano disponibili misure di portata sorgiva, pertanto,tenuto conto dei trends di portata prelevata si suppone che la disponibi-lità media della sorgente possa variare tra un minimo di 7 l/sec ed unmassimo di 24 l/sec e che i valori della disponibilità media non sianosuperiori a 15,5 l/sec.

Per quanto riguarda la Sorgente San Basile le misure di portata preleva-ta disponibili sono comprensive del contributo della portata derivata dal

166 Capitolo 3

pozzo Monaco (tabella 3.48). Da questi risulta che le portate minime pre-levate sono variate tra 22 l/sec e 33 l/sec negli anni 1993-1995 e 2002-2004, mentre negli anni 1996-2001 sono variate tra 6 l/sec e 13 l/sec.

Le portate massime prelevate presentano valori estremamente variabilicon un minimo di 20-25 l/sec nel periodo 1999-2001 ed un picco di 105l/sec nel 1995. I valori delle portate medie prelevate sono variati in gene-re tra 37 l/sec e 61 l/sec con minimi di 16-20 l/sec negli anni 1999-2001.

La sola misura di portata disponibile per la sorgente San Basile risale al1987 e indica un valore di portata di 11 l/sec.

Pertanto tenuto conto dell’estrema variabilità del trends delle portateprelevate dalla Sorgente San Basile e dal pozzo Monaco e dell’unicamisura di portata sorgiva disponibile sarebbe opportuno considerarequale valore di disponibilità minima della sorgente una portata non supe-riore a 11 l/sec, quale valore di disponibilità massima una portata nonsuperiore a 20 l/sec, quale disponibilità media un valore di portata nonsuperiore a 15,5 l/sec.

Per quanto riguarda la Sorgente Torno sono disponibili solo serie di por-tate prelevate del periodo 1992-2004 (tabella 3.49). Le portate minimeprelevate presentano valori variabili tra 11 l/sec e 18 l/sec, con minimi di6-8 l/sec negli anni 2000, 2003-04. I valori delle portate massime prele-vate sono variate tra 42 l/sec e 60 l/sec con minimi di 17 l/sec nel 2000,di 22 l/sec nel 1999 e di 25 l/sec nel 2004. Le portate medie prelevatesono variate tra 25 l/sec e 41 l/sec con punte di minimo di 10 l/sec nel2000 e di 15 l/sec nel 1999 e nel 2004.

Considerata la mancanza di misure di portata sorgive e tenuto conto deltrend delle portate prelevate sarebbe opportuno considerare quale valredisponibilità minima una portata non superiore a 6 l/sec, quale valore didisponibilità massima una portata non superiore a 25 l/sec e quale valo-re di disponibilità media una portata non superiore a 15,5 l/sec.

Per quanto riguarda il contributo del pozzo Sorgimpiano i trends di por-tate derivate (tabella 3.50) si riferiscono agli anni 1993-2004. Nei mesi difunzionamento le portate minime derivate sono variate in genere tra 24l/sec e 45 l/sec con picchi di minimo di 12 l/sec nel 2001 e di 7 l/sec nel2002. Le portate massime derivate sono variate in genere tra 40 l/sec e52 l/sec con minimi di 30-35 l/sec negli anni 2003-04. Le portate medieprelevate sono variate tra 33 l/sec e 45 l/sec con un minimo di 19 l/secnel 2002.

Al momento essendo disponibili solo stime approssimate della potenzia-lità idriche dell’acquifero soggetto a derivazione, sarebbe opportunoconsiderare una portata minima derivabile non superiore a 15 l/sec, unaportata massima derivabile non superiore a 30 l/sec ed una media nonsuperiore a 22,5 l/sec.

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 167

Altre fonti di approvvigionamento dello Schema Torbido-Maratea

In base al Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata (2002), lo schema inesame riceve apporti da numerose altre sorgenti minori (tabella 3.44) peruna portata complessiva totale di circa 236 l/sec, valutata sulla base deidati contenuti nel Piano d’Ambito dell’ATO Unico Basilicata, dei dati for-niti da Acquedotto Lucano e dei dati bibliografici disponibili.

Molte delle sorgenti riportate in elenco presentano portata bassa (nonsuperiore ad 2 l/sec). Per tutte le sorgenti, anche quelle di portata mag-giore, non sono disponibili valori di portata sorgivi sufficienti per poterdefinire le reali variazioni di portata sorgiva, pertanto la valutazione delledisponibilità effettuata sulla base delle informazioni disponibili puòessere considerata quale valore di portata massimo che le fonti minoripossono apportare allo schema Torbido-Maratea.

Nella tabella 3.51 è riportata una sintesi delle stime di disponibilità che lesorgenti sopra elencate forniscono allo Schema Frida.

168 Capitolo 3

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 169

Tabella 3.20 - Fonti di alimentazione dello Schema Basento-Camastra

170 Capitolo 3

Tabella 3.21 - Portate derivate dalla Sorgente Aggia nel periodo 1998- 2004

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 171

Tabella 3.22 - Stima delle distribuzioni delle Portate derivate dalla Sorgente Aggia nel perio-do 1998-2005 (agosto)

Tabella 3.23 - Portate derivate dalla Sorgenti Capo d’Agri II e III nel periodo 1998- 2004

172 Capitolo 3

Tabella 3.24 - Stima delle distribuzioni delle Portate derivate dalle Sorgenti Capo d’Agri IIe III nel periodo 1998- 2004

Tabella 3.25 - Portate derivate dalla Sorgente Curvino nel periodo 1976- 2004

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 173

Tabella 3.26 - Portate derivate dalla Sorgente San Michele nel periodo 1969-2004

174 Capitolo 3

Tabella 3.27 - Portate derivate dalla Sorgente Linise nel periodo 1969- 2004

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 175

Tabella 3.28 - Portate derivate dalla Sorgente Fossa Cupa nel periodo 1969-2004

176 Capitolo 3

Tabella 3.29 - Portate derivate dal Pozzo Tempe nel periodo 1995- 2004

Tabella 3.30 - Portate derivate dal Pozzo Peschiera nel periodo 1995- 2004

Tabella 3.31 - Schema Basento-Camastra: Stima delle disponibilità dello schema in funzio-ne degli apporti da corpi idrici sotterranei

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 177

Tabella 3.32 - Fonti di alimentazione dello Schema Agri

178 Capitolo 3

Tabella 3.33 - Portate derivate dalle Sorgenti Amorosa, Chiasciumara, Sorgitora nel periodo1996- 2004 (Fonte dati Acquedotto Lucano)

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 179

Tabella 3.34 - Portata complessiva derivata dal Gruppo Sorgivo Oscuriello* nel periodo1993-2004

Tabella 3.35 - Portate fornite allo Schema Agri dal Gruppo sorgivo Oscuriello e dallo SchemaBasento-Camastra nel periodo 1996-2004

Tabella 3.36 - Schema Agri: Stima disponibilità dello schema in funzione degli apporti dacorpi idrici sotterranei

180 Capitolo 3

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 181

Tabella 3.37 - Fonti di alimentazione dello Schema Frida

Tabella 3.38 - Portate derivate dalla Sorgente Frida nel periodo 1999-2004

Tabella 3.39 - Portate derivate della Sorgente Frida nel periodo 1981-1999

182 Capitolo 3

Tabella 3.40 - Portata complessiva derivata dalla Sorgente Mangosa e dalla Sorgente SanGiovanni nel periodo 1999- 2004

Tabella 3.41 - Portate della Sorgente Mangosa

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 183

Tabella 3.42 - Portate derivate dalla Sorgente Caramola nel periodo 1999- 2004

Tabella 3.43 - Schema Frida: Stima disponibilità dello schema in funzione degli apporti dacorpi idrici sotterranei

184 Capitolo 3

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 185

Tabella 3.44 - Fonti di alimentazione dello Schema Torbido-Maratea

186 Capitolo 3

Tabella 3.45 - Portate derivate dalla Sorgente Torbido nel periodo 1992-2004

Tabella 3.46 - Portate derivate dalla Sorgente Ondavo nel periodo 1992- 2004

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 187

Tabella 3.47 - Portate derivate dalla Sorgente Parrutta nel periodo 1991- 2004

Tabella 3.48 - Portata complessiva derivata dalla Sorgente San Basile e dal Pozzo Monaconel periodo 1993- 2004

188 Capitolo 3

Tabella 3.49 - Portate derivate dalla Sorgente Torno nel periodo 1992-2004

Tabella 3.50 - Portate derivate dal Pozzo Sorgimpiano nel periodo 1993-2004

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 189

Tabella 3.51 - Schema Torbido-Maratea: Stima delle disponibilità dello schema in funzionedegli apporti da corpi idrici sotterranei

190 Capitolo 3

Tavola 1 - Carta dei complessi idrogeologici

scala 1:1.000.000

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 191

192 Capitolo 3

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 193

Tavola 2 - Carta delle sorgenti e dei pozzi

scala 1:1.000.000

194 Capitolo 3

Tavole 3A e 3B - Principali idrostrutture del territorio dell’Auto-rità di Bacino della Basilicata

Tav. 3A

Caratteristiche idrogeologiche e risorse idriche sotterranee 195

Tav. B

196 Capitolo 3