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CARLA LONZI

CARLA LONZI. Biografia Carla Lonzi nasce a Firenze, il 6 marzo 1931, da una famiglia della borghesia fiorentina, primogenita di due fratelli e di due

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Biografia

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Biografia

• Carla Lonzi nasce a Firenze, il 6 marzo 1931, da una famiglia della borghesia fiorentina, primogenita di due fratelli e di due sorelle.

• Dopo aver frequentato il liceo classico Michelangelo, la Lonzi s’iscrive alla facoltà di lettere dove si laurea, nel 1956, seguita dallo storico dell’arte Roberto Longhi, con una tesi molto apprezzata dal titolo I rapporti tra la scena e le arti figurative dalla fine dell'Ottocento.

• Lonzi rifiuta però di pubblicarla e di dare così inizio alla sua carriera universitaria.

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Biografia

• Nel 1957 inizia una convivenza, regolarizzata l'anno dopo, con Mario Lena (chimico industriale e sindacalista) da cui ha un figlio, Battista. Vive però l'istituzione matrimoniale come conflittuale con il suo desiderio di libertà dai condizionamenti sociali e, dopo breve tempo, si separa dal marito.

• Per circa dieci anni svolge attività di critica d’arte, collabora a riviste, programmi RAI sull’arte, cura mostre personali e collettive.

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Biografia

• Nonostante l’affermazione nell’attività professionale, Lonzi vive con frustrazione la realizzazione di sé affidata all’inserimento nel mondo maschile.

• All’inizio degli anni Settanta, risponde a questa insoddisfazione attraverso l’avvicinamento al femminismo, in quanto contestazione, ribellione e rifiuto del modello di donna subalterna e sottomessa al potere maschile.

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Biografia

• Fonda il gruppo Rivolta Femminile e una piccola casa editrice ad esso collegata (Scritti di rivolta femminile) che avrà in seguito due collane: ‘i libretti verdi’, che ospita i testi dell’autocoscienza femminile e ‘prototipi’ che accoglie il confronto con la natura maschile.

• Questa casa editrice è una delle prime esperienze in Italia a cimentarsi con l’esigenza dell’autonomia femminile, e con i collegati problemi del fare impresa, del mercato, dei soldi.

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Biografia

• Il decennio degli anni Settanta vede anche l’affermazione della relazione con lo scultore Pietro Consagra, precedentemente conosciuto da Lonzi.

• Nel 1979 si apre una crisi in questo rapporto che darà luogo ad un periodo di separazione.

• Lonzi muore nel 1982 per la riacutizzazione di un tumore che si era manifestato alcuni anni prima.

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Il contesto storico: la contestazione studentesca

-Affermazione della contestazione studentesca che denunciava: a) l’autoritarismo, b) il controllo sociale operato dai media e dalle istituzioni educativec) il capitalismo, l’imperialismo, la società dei consumi, d) i valori della cultura borghese, in particolar modo quelli legati alla famiglia patriarcale (nascita di modelli anticonformisti di relazione: le comunità hippies, ecc).- Ostilità in Italia da parte dei partiti conservatori, ma anche del PCI che, caratterizzato da una rigida struttura organizzativa, non comprendeva la tensione anarchica presente in questo movimento.

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Il contesto storico:le lotte operaie

- In Europa, ed in particolare in Italia, affermazione delle lotte operaie che incontrarono la rivolta giovanile e si svilupparono spesso in polemica con le organizzazione partitiche della sinistra e con i sindacati, accusati di essersi bloccati su posizioni troppo riformistiche (nascita di formazioni politiche extraparlamentari come Potere Operaio, Lotta continua, i gruppi dell’Autonomia). - Tali fermenti operai culminarono in importanti conquiste tra cui, nel 1970, lo Statuto dei lavoratori.

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Il contesto storico:il femminismo della seconda ondata

Nascita e sviluppo della seconda ondata del movimento femminista tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta:- Si formarono anche in Italia diversi gruppi femministi (costituiti da giovani donne e studentesse) che, pur attraverso ideali e strategia di lotta differenziati, diedero vita ad un movimento.- In Italia, dalla più precoce esperienza statunitense, è stata ripresa l’idea del separatismo rispetto al soggetto maschile (la prima ondata ha ricercato invece l’alleanza) e l’esigenza di affermare l’identità femminile a partire dal principio della differenza (vd. diapositive sul Femminismo tra XIX e XX secolo)

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Il contesto storico:il femminismo della seconda ondata

• Le femministe elaborarono l’idea della loro liberazione non come una conquista da effettuare in tempi lunghi, ma come una pratica da costruire nell’oggi, attraverso il mutamento dei rapporti con le altre donne, con gli uomini, con i bambini, all’interno di un mondo ancora costruito al maschile, dove persistevano i valori tipici della famiglia e della società tradizionali.

• In tale prospettiva i gruppi femministi elaborarono un modo di fare politica alternativo sia a quello dei partiti, sia a quello della rivolta studentesca (l’autocoscienza, il partire dall’esperienza personale, ecc., l’elaborazione della teoria a partire dalle pratiche).

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Il contesto storico:il femminismo della seconda ondata

• Uno dei primi e più attivi gruppi fu quello di Rivolta femminile fondato a Roma da Carla Lonzi (insieme a Carla Accardi e ad Elvira Banotti) il quale, con il suo manifesto programmatico (Manifesto di Rivolta femminile, 1970), divenne ben presto un punto di riferimento molto importante del femminismo italiano. Gruppi di Rivolta femminile si formarono infatti anche a Milano ed in molte altre città italiane.

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Il contesto storico:le conquiste

• Si affermarono in Italia, grazie alla nuova ondata del femminismo, importanti conquiste in questioni che toccavano direttamente la vita delle cittadine e dei cittadini:

- Legge sul divorzio nel 1970, a cui seguì nel 1974, l’indizione di un referendum, su richiesta di alcuni gruppi cattolici, per la sua abolizione. Favorevoli all’abrogazione: DC e MSI e CEI (che intervenne con una dura ammonizione ai fedeli richiamando il dovere di difendere in ogni modo la famiglia e l’indissolubilità del matrimonio).Contrari: le sinistre, i partiti laici, alcuni cattolici. I divorzisti ottennero il 60% dei consensi (su questo risultato ebbe un’importanza fondamentale lo sviluppo del femminismo)

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Il contesto storico:le conquiste

• - 1975: la riforma del diritto di famiglia che affermava, tra l’altro, la parità giuridica dei coniugi.

• - 1978: venne approvata, dopo un aspro confronto parlamentare, la legge 194 che legalizzava e regolamentava l’interruzione volontaria della gravidanza. Opposizioni: da DC e MSI ma anche da gruppi di femministe come Rivolta Femminile che chiedevano non una nuova legislazione sull’aborto ma la libertà di aborto e prima ancora l’affermazione di una libera sessualità della donna.

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Il contesto storico:le conquiste

• La sentenza della Corte Costituzionale sulla pubblicità dei metodi contraccettivi (1971).

• L'approvazione della legge istitutiva dei Consultori Familiari (n. 405/75) a cui hanno fatto seguito, dal 1975 al 1979, le leggi regionali attuative. Compiti: attenzione alla sessualità e alla salute riproduttiva delle donne.

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Carla Lonzi:gli scritti

• Manifesto di Rivolta femminile, 1970• Sputiamo su Hegel, 1970• Sessualità femminile e aborto, 1971• La donna clitoridea e la donna vaginale, 1971• Significato dell’autocoscienza nei gruppi femministi(pubblicati dalla casa editrice Scritti di Rivolta Femminile e poi raccolti in un’unica edizione nel 1974, ripubblicati nel 2010 da et. al./Edizioni con il titolo Sputiamo su Hegel e altri scritti; nel 1975 il libro è stato tradotto in Argentina e Germania).

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Carla Lonzi:gli scritti

• Rapporto tra la scena e le arti figurative dalla fine dell’Ottocento (tesi di laurea edita postuma da Olschki nel 1996).

• Autoritratto, Bari, De donato, 1969 (libro ripubblicato da et. al. nel 2010).

• Scritti sull’arte, Milano, et. al./Edizion, 2012 (raccoglie saggi, articoli e conversazioni dedicati all’arte prodotti dal 1955 al 1970).

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Carla Lonzi:gli scritti

• Taci, anzi parla. Diario di una femminista,Scritti di Rivolta Femminile, Milano, 1978 (ripubblicato da et. al./Edizioni nel 2010).

• Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra, Scritti di Rivolta Femminile, Milano 1980 (ripubblicato da et. al./ Edizioni nel 2011).

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Carla Lonzi:gli scritti

• E’ già politica, 1977 (volume a più voci, esito degli incontri di Rivolta e pubblicato da Scritti di Rivolta Femminile).

• La presenza del femminismo, 1978 (volume a più voci, esito degli incontri di Rivolta e pubblicato da Scritti di Rivolta Femminile).

• Scacco ragionato. Poesie dal ’58 al ’63, Scritti di Rivolta Femminile, 1985.

• Armande sono io!, Scritti di Rivolta Femminile, 1992 (pubblicazione dei materiali prodotti da Lonzi su Le preziose di Molière in cui l’autrice cercava antecedenti rispetto all’esperienza di Rivolta).

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Il pensiero di Carla Lonzi

• Il pensiero di C. Lonzi si pone nell’intersezione tra:

- Il filone femminista della ‘Differenza sessuale’ con la sua duplice operazione di:

- liberazione linguistica (dal linguaggio-sapere) - liberazione sessuale (liberazione del corpo)- Il filone post-femminista delle identità multiple

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• La tesi formulata in questo scritto consiste nel ritenere che il problema femminile:

- non si limiti a mettere in discussione il soggetto maschile rispetto alle azioni pratiche e teoriche volte alla dominazione della donna, - ma contribuisca invece a invalidare tutta la tradizione politica e culturale da esso prodotta, anche per quanto riguarda i suoi esiti apparentemente neutrali da un punto di vista di genere.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• «Il problema femminile mette in discussione tutto l’operato e il pensato dell’uomo assoluto, dell’uomo che non aveva coscienza della donna come di un essere umano alla sua stessa stregua» (p. 13)

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

I° corollario di questa tesi:- Rifiuto del principio di uguaglianza come strumento unico

e privilegiato di emancipazione della donna.- L’uguaglianza si dimostra infatti coerente con il

mantenimento dell’operato e del pensato del soggetto maschile e soprattutto con le sue strutture di potere e di dominio (p. 13.3,4; p. 14; p. 15,1-5)

- Affermazione della differenza (non essenzialistica ma storica e declinata al plurale) a partire da una prospettiva politica di messa in discussione del potere e del dominio in quanto tali.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

II° corollario: • Messa in discussione e critica del marxismo e

dell’hegelismo (i paradigmi politico-filosofici più importante dell’età contemporanea):

- dal punto di vista della loro concezione relativa al rapporto tra i generi;

- dal punto di vista dell’ideologia in se stessa.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• G. W. Friedrich Hegel (1770-1831): - il rappresentante più importante della filosofia

idealistica secondo la quale l’essere e la realtà vengono ad essere concepiti come sviluppo dell’idea.

- Secondo Hegel l’idea esce da se stessa come natura e ritorna a se stessa come spirito, di cui l’umanità nel suo sviluppo storico rappresenta l’istanza fondamentale.

- La legge che governa questo processo è la dialettica di tesi, antitesi, sintesi.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

G. W. Friedrich Hegel:- La sua opera più famosa e più importante è La fenomenologia dello spirito (1807):• storia romanzata del cammino che percorre la

coscienza errabonda dell’uomo per raggiungere l’universale, attraverso cui l’idea torna a se stessa e si compie come ragione e come spirito assoluto

• In quanto tale la “Fenomenologia” concerne le figure: ovvero le situazioni storiche romanzate attraverso le quali la coscienza compie questo cammino.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

G. W. Friedrich Hegel:- La figura più importante della fenomenologia

è quella di Signoria e Servitù.- Lotta a morte tra due autocoscienze per il

riconoscimento, in cui una giunge a mettere a repentaglio la sua stessa vita (il signore), mentre l’altra, incapace di rinunciarvi, si sottomette (il servo).

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

- In seguito, mentre il signore si limita a consumare quel che il servo produce, non dando luogo ad alcun risultato positivo, nel proprio lavoro il servo si oggettiva, trasferisce cioè una parte di se stesso nell’oggetto (che deve dare al signore per il suo consumo).

- Questa oggettivazione è per Hegel una appropriazione, infatti attraverso il lavoro il servo dà forma alla natura e se ne appropria e da qui perviene anche alla coscienza della propria dignità.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Karl Marx:- Pensatore materialista, fondatore del materialismo

storico. - L’essere, la realtà non dipendono dallo sviluppo dell’idea

ma da quello delle forme economiche attraverso cui gli esseri umani provvedono a soddisfare i loro bisogni.

- Rapporto tra struttura (l’economia) e sovrastruttura (tutto il resto: le forme della coscienza umana, della cultura, della politica, ecc.): è la struttura che determina la sovrastruttura.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Karl Marx: - Secondo il materialismo marxiano, la storia umana è un

succedersi di forme economiche caratterizzate dallo scontro e dalla lotta attraverso cui classi sociali prima asservite prendono il posto di quelle dominanti.

- Si tratta di una prospettiva dialettica in cui il rapporto tra signoria e servitù viene ad avere un ruolo esplicativo dei rapporti tra gli esseri umani, fino all’affermazione ultima del socialismo in cui la lotta cessa e gli esseri umani possono cominciare a vivere in un regime di libertà ed uguaglianza.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:- Lettura p. 18.2,3; 20.1-4- Hegel è un pensatore ‘patriarcale’ e la Fenomenologia dello

spirito è una fenomenologia dello spirito patriarcale.- Naturalizzazione in Hegel del rapporto di dominazione del

soggetto maschile sul soggetto femminile. - Per Hegel il principio femminile presiede alla famiglia, il

principio maschile alla comunità umana.- Per Hegel la donna, in questo suo legame costitutivo e ‘naturale’

con la famiglia, è incapace di raggiungere le forme più evolute dell’autocoscienza universale e di divenire così cittadino, passaggio questo che è invece proprio del principio maschile.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:- Lonzi fa notare che in questa operazione di

definizione del rapporto tra i sessi, Hegel trasforma in movente dell’oppressione del soggetto maschile su quello femminile (la passività della donna) ciò che in realtà è il prodotto dell’oppressione stessa, a cui la donna si è adeguata come se fosse un esito naturalistico dipendente dalla propria natura.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:• In questo modo Hegel ha negato l’origine del

tutto umana dell’oppressione maschile su quella femminile, ha negato cioè la sua appartenenza alla dialettica di Signoria e servitù, contrapponendosi in questo modo alla possibilità di un suo superamento, così come avviene a proposito del rapporto tra il signore e il servo.

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Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:• In questa critica, obiettivo di Lonzi non è però

quello del recupero della dialettica Signoria-serivitù come modello a partire dal quale pensare l’emancipazione femminile dal dominio maschile.

• La dialettica Signoria-servitù è infatti per Lonzi un prodotto tipico del pensiero e della politica patriarcale.

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Carla Lonzi critica del pensiero hegeliano:• La liberazione della donna non può rientrare in

questa dialettica poiché è impensabile una soluzione in cui il soggetto femminile elimini il soggetto maschile, così come il servo può eliminare il signore.

• Per liberare la donna è necessario appellarsi a logiche e a modelli che trascendano le operazioni teoretiche e politiche del patriarcato.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:- Lettura pp. 15.6; 16.2-3; 17.3; 22.1- Lonzi fa vedere che nella misura in cui il marxismo fa propria

la dialettica servo-padrone in una prospettiva di lotta di classe su base economia, la liberazione della donna diventa qualcosa di velleitario ed impossibile.

- A differenza di quanto sostiene Engels nel suo libro L’origine della famiglia della proprietà privata e dello stato, Lonzi ritiene che l’abolizione della proprietà privata sia compatibile con il mantenimento delle strutture psichiche di tipo patriarcale che hanno portato alla proprietà privata.

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Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:- Lonzi ritiene che l’avvento del regime economico della

proprietà privata sia la conseguenza di un meccanismo di appropriazione elaborato su base psichica ed emozionale, a partire dal quale il soggetto maschile si è appropriato dell’oggetto sessuale: la donna.

- Lonzi ritiene, cioè, che la prima forma di proprietà privata sia quella della donna e che la proprietà privata abbia a che fare e sia causata dall’esercizio di un potere di tipo sessista.

- Dominio sessista come origine di tutte le altre prevaricazioni: economica, razziale, ecc. E’ questo un comun denominatore presente in tutta la seconda ondata del movimento femminista.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:- Lettura pp. 22.3; 24.2; 26.3; 27.2; 28.2- Lonzi ci fa vedere che il pensiero marxista mentre ha svolto da

un lato una polemica agguerrita nei confronti della proprietà privata, altrettanto non ha fatto nei confronti della famiglia.

- Il pensiero marxista si è cioè limitato a mettere in discussione la famiglia di tipo borghese, in cui la donna compare come uno strumento di produzione funzionale al capitale, ma non ha operato una critica della matrimonio e quindi della famiglia in se stessa.

- Sia Lenin sia Engels non condannano infatti il matrimonio e la famiglia, ma semplicemente si limitano a rivendicare forme civili di unione basate sull’amore e non sull’interesse economico.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica del socialismo e di Marx:- Lonzi ritiene che la famiglia e le modalità di relazioni

emozionali e psichiche che stanno alla sua base siano responsabili del regime di dominazione del soggetto maschile su quello femminile.

- Lonzi ritiene perciò che solo attraverso l’eliminazione della famiglia sia possibile perseguire l’emancipazione femminile (lettura p. 31.4; 34.2-3; 40.3; 36.2).

- Liberazione dell’umanità dal regime sociale basato sulla famiglia significa affermazione dell’amore libero.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

Carla Lonzi critica della psicanalisi:• La riflessione di Carla Lonzi dedicata alla

decostruzione al femminile delle forme del sapere-potere e quindi alla ‘liberazione linguistica’ si conclude con un discorso sulla liberazione sessuale concepita come sua stessa condizione di possibilità.

• In questo discorso Lonzi entra in polemica con un’altra forma di sapere del suo tempo: la psicanalisi accusata di essere al servizio del patriarcato così come il sapere filosofico e politico (vd. p. 32.1, 4 ; 35.2-4)

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• In questo aspetto del suo pensiero, prossimità di Lonzi a molte delle argomentazioni che sono state elaborate dai movimenti giovanili del ’68.

• Proposta di collaborazione tra donne e giovani, in particolar modo per quanto riguarda le avanguardie del movimento giovanile: gli Hippies (lettura p. 31.3; 32.3; 33.2-3).

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• Condivisione da parte di Lonzi anche del pacifismo e della non-violenza che ha ispirato molte frange dei movimenti sessantottini.

• La guerra è per Lonzi uno dei prodotti del soggetto patriarcale e dell’organizzazione sociale fondata sulla famiglia (p. 37.3-4; 38.2; 39.1; 40.1; 43.6)

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

III Corollario: la donna come soggetto imprevisto:- Per rompere la continuità storica del soggetto

maschile è necessario per Lonzi istituire un nuovo soggetto (lettura p. 47.2);

- Si tratta di un soggetto che può emergere solo come conseguenza di un processo di deculturazione (lettura pp. 43.5; 36.6).

- Polemica con Marx e rifermento all’antropologia strutturalista di Lévi-Strauss.

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

La donna come soggetto imprevisto:• Nella riflessione sulla nuova soggettività da contrapporre

all’ordine patriarcale, manca una definizione in positivo della donna a partire da connotati identitari specifici (come avviene nella teoria della differenza sessuale):

• a) presa di distanza di Lonzi dal mito dell’identità come qualcosa di fisso, di stabile e di definibile a priori (45.2);

• b) la donna non può essere definita come struttura identitaria antitetica al soggetto maschile (negazione della dialettica e quindi dei dualismi e delle loro conciliazioni nella sintesi): la donna si muove su un altro piano (lettura p. 42.2).

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

La donna come soggetto imprevisto:• c) la donna come soggetto imprevisto (p.

47.3).• d) la donna come libertà e trascendenza, cioè

come libero progetto di se stessa (p. 46.3).

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Il pensiero di Carla Lonzi: la liberazione linguisticaSputiamo su Hegel

• La sola caratterizzazione in positivo dell’identità femminile è quella che salva, rispetto alla dialettica servo-signore, il rifiuto del servo di sacrificare la vita.

• Da qui la tensione della donna verso la vita, in antitesi alla propensione mortifera del soggetto maschile (in questa definizione della donna, Carla Lonzi resta legata al femminismo della differenza) (lettura: pp. 37.2; 39.4; 46.2).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

• Nello scritto del 1971 La donna clitoridea e la donna vaginale Carla Lonzi approda alla convinzione che per raggiungere la liberazione femminile sia necessario elaborare un discorso sull’autonomia sessuale della donna rispetto all’uomo.

• La decostruzione della famiglia e dei dispositivi emotivi e psichici che la sorreggono e che istituiscono la logica patriarcale non dipendono soltanto dall’amore libero ma dalla capacità di coniugare questo regime libertario con l’affermazione di una sessualità femminile distinta da quella maschile.

• Specificazione femminista del discorso sessantottino sulla sessualità.

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

Tesi sostenuta da Lonzi nello scritto La donna clitoridea e la donna vaginale:- La dominazione dell’uomo sulla donna vede la sua

origine nel dispositivo sessuale.- L’uomo ha dominato la donna attraverso l’imposizione di una sessualità procreativa e coitale.- La donna dominata coincide con la donna vaginale

mentre la donna clitoridea corrisponde alla donna liberata.

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• Nel sostenere questa tesi, Lonzi entra in polemica con la psicologia e con la psicanalisi accusate di essere forme di sapere tese a convalidare in termini scientifici il modello di dominio del soggetto maschile su quello femminile e il tipo di sessualità che vi corrisponde.

• Intreccio e reciproci rimandi tra il dominio di tipo sessuale esercitato sul corpo e il dominio esercitato dalle forme del sapere.

• I due psicanalisti presi in considerazione da Lonzi sono Sigmund Freud e Wilhelm Reich.

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La teoria freudiana della sessualità:- Fase orale: il piacere sessuale è ottenuto attraverso la

stimolazione della mucosa orale.- Fase anale: il piacere sessuale è ottenuto attraverso la

stimolazione della anale.- Fase fallica: il piacere è legato alla manipolazione dei

genitali. E’ questa anche la fase edipica, in cui il bambino comincia a nutrire sentimenti di ostilità nei confronti della figura paterna da cui si sente minacciato di castrazione rispetto al desiderio che prova nei confronti della madre (desiderio di donare a lei il fallo).

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- La teoria freudiana della sessualità- Fase di latenza delle pulsioni sessuali- Fase genitale: nell’adolescenza, che coincide con

la maturazione sessuale e l’affermarsi della sessualità genitale vera e propria.

- Presenza di forme perverse di sessualità dove questo processo non si svolge secondo le normali scansioni; le perversioni sono forma di sessualità incapaci di raggiungere la maturità genitale.

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• La teoria freudiana della sessualità femminile:- Durante la fase edipo-fallica si ha una scoperta della zona

genitale - la clitoride - come zona di piacere.- Durante la fase edipico-fallica nella bambina è rinvenibile

una forma di ostilità nei confronti della madre a causa del desiderio di ricevere il fallo dal padre e di restituirglielo tramite il dono di un figlio (cfr. il pensiero di Lacan).

- In questa fase la bambina scopre di non avere il fallo, scopre l’inferiorità della clitoride (vd. p. 20.1 di Invidia del pene, Boringhieri); nasce in lei l’invidia del pene e la castrazione ha modo di affermarsi in tutta la sua potenza.

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- La teoria freudiana della sessualità femminile:- Il bambino scopre a sua volta che la bambina

non ha il fallo e questo incide profondamente sulla natura della relazione che in seguito avrà con le donne, improntata alla compassione e/o al disprezzo nei loro confronti (vd. Freud, Alcune conseguenze psichiche della differenza anatomica tra i sessi, in Invidia del pene, Boringhieri,1992 p. 21.1).

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• La teoria freudiana della sessualità femminile:• Dalla ferita narcisistica provocata dalla scoperta da parte

della femmina di non avere il fallo si produce il suo senso di inferiorità, il suo disprezzo per il suo sesso (vd. p. 22.1), la sua innata gelosia (vd. 23.1), il suo sviluppo etico così profondamente diverso rispetto al maschio (minor senso di giustizia, minor impersonalità, scarsa autonomia dal livello affettivo-emotivo) (vd. p. 28).

• Sono queste le caratteristiche fondamentali della femminilità che si afferma pienamente durante la fase genitale.

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• La teoria freudiana della sessualità femminile:• Nella fase genitale nella femmina si realizza:• una scarsa propensione alla masturbazione,

attraverso la manipolazione della clitoride, a differenza del soggetto maschile che fa invece ampio uso dell’autoerotismo attraverso la manipolazione del pene (vd. p. 24-25.1).

• Lo spostamento delle zone di piacere dalla clitoride alla vagina (possibilità dell’orgasmo vaginale), che così diviene pronta ad accogliere l’atto sessuale procreativo.

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• La teoria freudiana della sessualità femminile:• Senza la realizzazione di questo ultimo passaggio la

femminilità vera e propria non si realizza e si ha invece la comparsa di identità anormali, nevrotiche sino alla psicosi vera e propria.

• Si tratta di turbe dell’identità molto spesso legate, secondo Freud, ad un eccesso di invidia del pene che dà origine ad un complesso di mascolinità, il quale impedisce alla bambina-ragazza di giungere ad una accettazione della sua castrazione e della sua inferiorità (vd. p. 21-22.2).

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• Wilhelm Reich• W. R. (1897-1957) è uno psicanalista di origine

austriaca, allievo di Freud, che a metà degli anni Venti ha tentato una coniugazione della psicanalisi con il marxismo e con la filosofia della vita di Nietzsche.

• Ha voluto fare della psicanalisi non uno strumento di disciplinamento di carattere borghese, così come rischiava di divenire in Freud, ma un mezzo di liberazione sociale collettiva.

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• Wilhelm Reich• Egli ha ritenuto che le pulsioni sempre più

aggressive e violente a cui erano soggetti gli uomini fossero una conseguenza della sempre più accentuata disciplina e repressione imposta dai sistemi sociali individualistici che hanno trovato la loro apoteosi nel capitalismo.

• Si tratta, ai suoi occhi, di una repressione di carattere sessuale con la quale gli individui vengono normalizzati rispetto ai valori dell’ordine sociale.

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• Wilhelm Reich• L’esito finale di questa repressione è, secondo Reich, il

fascismo con l’apoteosi delle pulsioni sadiche e aggressive.

• Soltanto il ripristino delle pulsioni sessuali gioiose e degli originari istinti di socializzazione può permettere un nuovo equilibrio sociale: la rivoluzione sessuale diventa quindi la base della rivoluzione politica.

• Scrive: Psicologia di massa del fascismo (1933); La rivoluzione sessuale (1930-34).

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• Wilhelm Reich:• Reich vive in una Europa borghese, alcuni decenni

prima del movimento del 1968 che ha contestato l'etica sessuale in vigore nel mondo occidentale.

• Reich, a causa della sua teoria sulla sessualità e dei suoi appelli a favore della liberazione dei costumi, è passato alla storia come il "profeta" della "rivoluzione sessuale" che scosse l'Europa tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta.

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• Wilhelm Reich• Nonostante le forti accentuazioni in senso libertario di

Reich, Lonzi considera questo autore un reazionario, tradizionalista e patriarcale e prende distanza dal suo pensiero: nella sua teoria della sessualità egli riprende infatti quasi integralmente l’ideale della sessualità genitale e coitale proposto da Freud con i due ruoli: passivo (vagina) della femmina e attivo (pene) del maschio.

• La distanza da Reich comporta anche un atteggiamento più critico verso la rivoluzione sessuale giovanile che si afferma negli anni in cui Lonzi scrive (vd. Donna clitoridea p. 106.3).

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• La donna vaginale secondo Carla Lonzi:• Quello che per Freud e Reich è l’esito della corretta

maturazione psicosessuale della donna è invece per Lonzi l’esito della dominazione patriarcale del sesso maschile su quello femminile (pertiene quindi non all’ambito della natura ma a quello della ‘politica’).

• L’autrice ritiene infatti che il patriarcato abbia una rigida vocazione eterosessuale dipendente dalla sua vocazione alla procreazione e dalla coincidenza nel soggetto maschile tra piacere e procreazione

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La donna vaginale secondo Carla Lonzi:• Per questi motivi il patriarcato ha creato per la

donna un modello ‘naturalistico’ di piacere vaginale.

• Si tratta di un modello di piacere femminile subordinato e dipendente dal piacere maschile che ha sottratto alla donna ogni forma di autonomia, di libertà e di creatività (vd. Sputiamo su Hegel, p. 36.2.3).

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La donna vaginale secondo Carla Lonzi:- Lonzi resta però una reichiana (una figlia del suo tempo) nel ritenere che la libera espressione della sessualità e del piacere siano le condizioni di strutturazione di una soggettività libera, creativa ed autonoma.- Secondo questo assunto, l’imposizione alla donna di un piacere a misura maschile ha determinato il suo depotenziamento come soggetto e il venir meno della sua libertà in tutti gli altri ambiti della sua esistenza (vd. La donna clitoridea, pp. 63.3; 82.2; 67.2; 68.1; 69.3 e 4; 75.3 e 4; 77. 2 e 3; 79.3; 80.2; 81.2; 87.3 e 4; 88.2; 93.3; 101.2).

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La donna vaginale secondo Carla Lonzi: - Nella donna ‘patriarcale’: rigorosa monogamia, catarsi dell’esperienza del sesso nel sentimento e quindi depotenziamento della ricchezza e dell’autonomia dell’esperienza sessuale.- ne consegue: - difficoltà nel provare piacere sessuale sino all’assenza di orgasmo. - inibizione della libertà, della potenza creativa, della vitalità stessa.

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La donna vaginale secondo Carla Lonzi:• «La donna è monogama, l’uomo è poligamo; la

donna è ricettiva, l’uomo è aggressivo; la donna è passiva, l’uomo è attivo; la donna è per la famiglia, l’uomo è per la società; la donna è esecutiva, l’uomo è creativo; la donna è preda, l’uomo è cacciatore; la donna è irresponsabile, l’uomo è responsabile; la donna è immanenza, l’uomo è trascendenza. La donna è vagina, l’uomo pene».

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• «La donna è oppressa dal modello sessuale, non è repressa perché non risponde al modello sessuale»

• Rispondendo al modello sessuale la donna diventa, infatti, al contempo oppressa e repressa, repressa perché oppressa da un modello di sessualità che le è imposto.

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La donna vaginale secondo Carla Lonzi:• «La coppia patriarcale è la coppia pene-vagina, marito e

moglie, padre e madre della cultura animale procreativa: il loro rapporto non è stato determinato in base al funzionamento del sesso, ma in base al funzionamento della procreazione a cui il sesso femminile è stato subordinato. La donna vaginale è il portato di questa cultura: è la donna del patriarca e la sede di ogni mito materno, la donna schiava che tramanda la catena delle soggezioni da cui il dominio è stato reso permanente in qualsiasi mutamento storico» (vd. p. 116).

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• La donna vaginale secondo Carla Lonzi:«Ci si chiede: ma perché la vagina è passiva? Non si può avvertire come qualcosa che prende, che agisce, invece di qualcosa che accoglie, si uniforma e subisce? Questa è una interpretazione dell’uomo che suggerisce alla donna emozioni attive o piuttosto varia il suo piacere dal possedere all’essere assorbito e posseduto dalla donna» (vd. p. 75-76).«la donna…non aspira al matriarcato che è una mitica epoca di donne vaginali glorificate. La donna non è la grande-madre, la vagina del mondo…».

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• Nel suo atto di accusa contro la donna vaginale, Lonzi entra in polemica con tutte quelle forme di presunta riabilitazione della donna che, insistendo su differenze e specificità femminili prese a prestito dall’ideologia maschile, si dimostrano ad essa succubi.

• Sta prendendo distanza dalla teoria della differenza sessuale di matrice francese ed italiana? (vd. L. Irigaray, Speculum; Vd. L. Muraro, L’ordine simbolico della madre).

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• Anna Grazia Papone nel suo saggio Donne e filosofia nel ‘secolo breve’. Appunti per una ricerca, in Donne e Filosofia, a cura di M. Marsonet, Genova, Erga, 2001 critica la teoria femminista della differenza sessuale, la quale a suo parere invece di contrastare il patriarcato gli ha dato voce. Tra le autrici con le quali Papone si pone in contraddittorio vi è Luce Irigaray, accusata di aver messo a punto un pensiero che, pur affermando che la donna non ha ancora avuto un luogo, finisce per trovare questo luogo proprio nei territori in cui la donna è stata insediata dall’uomo, il quale da sempre ne concepisce la natura in termini di affettività, abbandono, irrazionalità, maternità ecc.

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• «la donna era posta dalla parte della natura e Irigaray rivendica il debito mai pagato nei confronti del materno, del naturale; la donna era posta dalla parte dell’ a-logico e Irigaray intende riconoscere al femminile un’altra logica da quella che impone la coerenza discorsiva; la donna era consegnata a una corporeità intrascendibile e Irigaray evoca un pensiero incarnato del corpo e nel corpo» (Papone, Donne e filosofia, cit., pp. 140-1)

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

La donna clitoridea:- La contrapposizione di Lonzi ai ‘femminismi’ che

riscattano la donna attraverso valori presi a prestito dal soggetto maschile si esercita non solo sulle ‘false’ differenza ma anche sulle operazioni centrate sull’uguaglianza.

- Suo obiettivo è infatti quello di puntare ad una differenza più ‘problematica’, differenza che viene affermata attraverso il suo discorso sulla donna clitoridea.

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La donna clitoridea:- Come rappresentante del femminismo della

seconda ondata, Lonzi arriva alla conclusione che il femminismo per essere veramente tale e portare alla liberazione delle donne deve partire dalla liberazione sessuale e da un discorso sulla sessualità.

- Discorso comune ai movimenti giovanili, ma che se ne stacca perchè articolato a partire da una prospettiva di genere.

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La donna clitoridea:- Secondo Lonzi, rivendicare la differenza

femminile significa dare risalto alle forme proprie del piacere femminile, da lei individuato nel piacere clitorideo e nell’organo centrale della sessualità femminile: la clitoride (letture, p. 61.1,2,3,4,5).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

La donna clitoridea:

- La prima mossa che Lonzi attua nel legare la sessualità femminile alla clitoride è quella di sganciarla dal fine procreativo e di connetterla al solo piacere (lettura p. 65.2.3.4.5; 104.2).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

La donna clitoridea- La seconda mossa consiste nel falsificare l’immagine

distorta che il soggetto maschile ha prodotto della sessualità femminile (infibulazione simbolica), attribuendola:

a) al fine procreativo e alla coincidenza tra piacere e procreazione che è sempre stata l’ossessione del sesso maschile (lettura p. 65.6);

b) alla paura del confronto con un soggetto libero e autonomo da questo fine (p. 82.4, 5; 90.2; 100.1- da metà; 107.3; 110.2).

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La donna clitoridea:- La terza mossa è consistita nella definizione del

nuovo soggetto femminile che emerge dall’esercizio di una sessualità autonoma e non procreativa.

- Si tratta di una soggettività diversa sia dalla versione che ne ha dato il femminismo dell’uguaglianza sia da quello della differenza, in quanto definita come «soggetto imprevisto», quindi come soggettività che si sottrae alle definizioni a priori (lettura p. 78.1; 101.3; 101.4)

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

- La donna clitoridea:- Si tratta di una soggettività post-umana, nella

misura in cui i valori che hanno definito l’umanità e l’umano sono una produzione del soggetto maschile.

- Soggettività molto vicina alla teorizzazione della teoria queer e del post-femminismo lesbico.

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La donna clitoridea:- La quarta mossa è consistita nella messa in

discussione dell’istituzione centrale del patriarcato: l’eterosessualità e le sue istituzioni (il matrimonio, la famiglia e la visione complementare dei sessi) (lettura p. 66.4,5; 72.3; 95.3.

- Contestazione dell’eterosessualità prossima a quella messa a punto dal lesbismo filosofico e dalla teoria queer.

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. La donna clitoridea e la donna vaginale

Carla Lonzi, agli inizi degli anni Settanta, ha traghettato il femminismo italiano oltre la teoria della differenza sessuale, verso le prese di posizione assunte dal più recente lesbismo filosofico.

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. Sessualità femminile e aborto

- La riflessione di Carla Lonzi sulla sessualità femminile determina una sua presa di posizione molto particolare all’interno del dibattito sull’aborto che cominciava ad affermarsi nell’Italia dei primi anni Settanta.

- Lonzi riconosce che il culmine della colonizzazione del soggetto femminile da parte di quello maschile coincide con il divieto di ricorrere a soluzioni abortive (vd. p. 62.2).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. Sessualità femminile e aborto

- Riconosce anche che i milioni di aborti clandestini che venivano effettuati nell’Italia del suo tempo, in cui era ancora presente la legge antiabortiva, costituivano di fatto il motivo sufficiente per affermare la sua abolizione (vd. 53.1).- Ma riconosce che una nuova legge sull’abortocostituisce un nuovo atto di dominio del soggetto maschile su quello femminile.

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. Sessualità femminile e aborto

• Lonzi rivendica, infatti, da un lato la completa depenalizzazione dell’aborto, cioè la libertà piena di aborto.

• Dall’altro lato, Lonzi rivendica come solo strumento per garantire una maternità veramente libera, la presa di distanza da un modello di sessualità di tipo procreativo in cui alla donna viene imposto il piacere vaginale con la sua funzionalizzazione alla maternità (lettura p. 53.2; 54.2,; 55.2,3; 56.2; 57,2; 59.2; 54.3).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. Sessualità femminile e aborto

• Anche il dibattito sulla contraccezione trova Lonzi in una posizione molto particolare, poiché nella sua riflessione la contraccezione, come la legge abortiva, è uno strumento che lascia intatto un modello procreativo di sessualità (vd. 57.3 e 59.3).

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Il pensiero di Carla Lonzi: La liberazione sessuale. Sessualità femminile e aborto

• Lonzi propone di andare oltre il modello procreativo e critica le forme di educazione sessuale in ambito scolastico, che cominciavano a prendere piede, tutte centrate sui meccanismi della procreazione e non sull’educazione al piacere (vd. p. 96.2).