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R R A A P P P P O O R R T T O O A A N N N N U U A A L L E E 2 2 0 0 1 1 2 2 SERVIZIO CIVILE SPES ASSOCIAZIONE PROMOZIONE E SOLIDARIETÀ

Centro di Servizio per il Volontariato. Homepage. - SERVIZIO CIVILE … · 2013-01-29 · INDICE: 1) Dati morfologici dei progetti attivati nel 2011 Pag. 1 2) Dati morfologici dei

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RRAAPPPPOORRTTOO AANNNNUUAALLEE 22001122 SERVIZIO CIVILE

SPES ASSOCIAZIONE PROMOZIONE E SOLIDARIETÀ

INDICE:

1) Dati morfologici dei progetti attivati nel 2011

Pag. 1

2) Dati morfologici dei Volontari in servizio civile

Pag. 7

3) La selezione ed il reclutamento dei volontari

Pag. 12

4) La formazione dei volontari e delle altre figure coinvolte nel sistema del servizio civile (progettazione, realizzazione e valutazione delle competenze acquisite dai destinatari)

Pag. 20

5) Il monitoraggio dei progetti e della formazione

Pag. 30

6) La valutazione dei progetti ed il loro impatto sui destinatari e/o sulle collettività

Pag. 32

7) Competenze acquisite dai Volontari durante la realizzazione dei progetti, crediti formativi e tirocini attivati per diversi progetti e loro effettiva spendibilità nel mondo del lavoro e degli studi

Pag. 43

Allegati: All. 1 CD contenente Rassegna Stampa e Video promozionale

CD Rom

All. 2 Scheda dati personali

Pag. 45

All. 3 Copia attestato di “Nozioni di Primo Soccorso”

Pag. 53

All. 4 Copia attestato di partecipazione modulo informatico della società Fusilla s.r.l

Pag. 53

All. 5 Copia attestato di partecipazione formazione Asap Pag. 54

All. 6 Copia di acquisizione di competenze Spes Pagg. 55/56

1

RAPPORTO ANNUALE 2012 SERVIZIO CIVILE NAZIONALE

SPES – ASSOCIAZIONE PROMOZIONE E SOLIDARIETA’

R12NZ02016

1) Dati morfologici dei progetti attivati nel 2011 Dati progetti e volontari SPES – Associazione Promozione e Solidarietà propone progetti di servizio civile dal 2002 ed è ente di servizio civile, a seguito della normativa sull’accreditamento, dall’aprile 2004, iscritto inizialmente in seconda classe, ha ottenuto il passaggio in prima nel 2008, in risposta all’istanza presentata ad aprile di quello stesso anno. Nel corso del 2011 sono stati realizzati 7 progetti, tutti avviati il 4 aprile. I 7 progetti hanno visto l’impegno dei volontari in servizio civile in 28 sedi di organizzazioni di volontariato e in 5 sedi ascrivibili direttamente a SPES. Tab. 1.1: Numero progetti realizzati e numero volontari previsti Numero progetti realizzati 7 Numero volontari previsti 73

Di seguito elencate le organizzazioni di volontariato sedi di realizzazione dei 7 progetti: “Contro la violenza, felici di esserci”

1. Piccole Apostole Sociali (Roma) 2. Associazione “Maria Madre Della Vita” Onlus (Viterbo)

“Dona in vita, per la Vita” 1. ADMO Associazione Donatori Midollo Osseo (Amaseno – FR) 2. ADMO Associazione Donatori Midollo Osseo (Roma) 3. ADMO Associazione Donatori Midollo Osseo (Latina) 4. ADMO Associazione Donatori Midollo Osseo (Viterbo)

“Immigrati: percorsi di integrazione” 1. Associazione Banca del Tempo -Tempo Amico 2. Movimento di Volontariato Famiglia Migrante 3. Associazione Insieme 4. Forum delle Comunità straniere in Italia 5. Associazione Camminare Insieme 6. Spes - Associazione Promozione e Solidarietà

“Insieme per i malati oncologici ”

1. A.M.A.N. Associazione per il Miglioramento dell’Assistenza ai Malati Neoplastici (Viterbo)

2. A.M.S.O. Associazione per l’Assistenza Morale e sociale negli Istituti Oncologici (Roma) 3. ALCLI “Giorgio e Silvia” (Rieti) 4. Associazione Andrea Tudisco Onlus (Roma)

2

5. Associazione per lo Studio e Assistenza Neoplasie del Sangue (S.A.Ne.S.) Claudio Pacifici (Roma)

6. Ospedale Domiciliare di Roma e Lazio (Ostia – RM) 7. Ospedale Domiciliare di Roma e Lazio (Fara Sabina – RI) 8. Associazione Peter Pan Onlus (Roma) 9. Associazione Peter Pan 2 (Roma) 10. Spes – Associazione Promozione e Solidarietà (Roma) 11. Spes - Associazione Promozione e Solidarietà (Rieti) 12. Spes - Associazione Promozione e Solidarietà (Frosinone) 13. Spes - Associazione Promozione e Solidarietà (Viterbo) 14. S.O.G.IT – Opera di Soccorso dell'Ordine di San Giovanni in Italia i Giovanniti

(Morolo-FR) 15. Wellness Prevenzione e Salute (Ceccano – FR)

“La città solidale”

1. Banco Alimentare del Lazio onlus (Roma) 2. Banco Alimentare del Lazio onlus (Guidonia) 3. Banco Alimentare del Lazio onlus (Guidonia)

“Un faro sulla vita”

1. Associazione Il Faro Onlus (Sora – FR) “Una bussola per il disagio”

1. Associazione Umanitaria Semi di Pace (Tarquinia – VT) 2. Associazione Umanitaria Semi di Pace - Cittadella dei giovani (Tarquinia – VT)

La distribuzione delle sedi per provincia è evidenziata nella tabella 1.2 dalla quale si evince come dei 7 progetti, soltanto uno interviene in un’unica sede mentre gli altri 6 riguardano più sedi. Questo dato potrebbe spiegare l’attenzione particolare riposta a favore di un modello di lavoro di rete all’interno dei progetti attivati da Spes e peraltro già sviluppato e consolidato negli anni precedenti. Tab. 1.2: Ripartizione delle sedi attive per progetto

Progetti SPES Sedi di realizzazione

Progetti 2011-2012 FR LT RI RM VT TOT Sedi

Contro la violenza, felici di esserci 1 1 2

Dona in vita, per la Vita 1 1 1 1 4

Immigrati: percorsi di integrazione 3 3 6

Insieme per i malati oncologici 3 3 7 2 15

La città solidale 3 3

Un faro sulla vita 1 1

Una bussola per il disagio 2 2

Totale 5 4 3 15 6 33

3

Settori e ed Aree d’intervento dei Progetti di Servizio Civile Il dato rilevante dell’Assistenza quale unico settore d’intervento dei progetti approvati nel 2010 si evince dalla tabella 1.3, in cui vengono indicate anche le aree di intervento di ogni singolo progetto. La varietà dei destinatari diretti dei progetti di servizio civile (donne in difficoltà, immigrati, pazienti con patologie gravi etc.) riflette l’importanza del ruolo svolto dai volontari in servizio civile nel settore dell’assistenza offerta dalle associazioni di volontariato, realtà importanti del welfare regionale. Tab. 1.3: Settori ed aree di intervento dei singoli progetti

Nome Progetto Settore d’intervento dei progetti

Aree d’intervento dei Progetti

Contro la violenza, felici di esserci

Assistenza Donne con minori a carico e donne in difficoltà

Dona in vita, per la Vita Assistenza Salute Immigrati: percorsi di

integrazione Assistenza Immigrati, profughi

Insieme per i malati oncologici

Assistenza Pazienti affetti patologie temporaneamente e/o

permanentemente invalidanti e/o in fase terminale

La città solidale Assistenza Disagio adulto Un faro sulla vita Assistenza Giovani, Devianza sociale

Una bussola per il disagio Assistenza Disagio adulto

Enti coinvolti e tipo di attività svolte da questi ultimi L’UNSC e la Regione Lazio hanno valorizzato i progetti di servizio civile capaci di sviluppare partnership rilevanti per l’apporto formativo dei volontari e la realizzazione degli obiettivi; SPES ha intessuto una rete di rapporti con enti in grado di soddisfare queste richieste. L’elenco che segue contiene l’indicazione dei partner coinvolti in tutti i 7 progetti di servizio civile dell’anno 2011: Tab. 1.4: Enti coinvolti nella realizzazione dei progetti

Enti coinvolti Attività svolte

Comitato Scientifico “CSE Christian Manzi”

formazione specifica: modulo nozioni di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare con annesso rilascio di due attestati.

Università degli Studi Roma Tre – Facoltà di Scienze della Formazione - Collegio didattico educativo-formativo LT FSRU-LS SEAFC

riconoscimento di un esame da 5 CFU per il nuovo ordinamento 270, oppure 2 esami da 4 CFU per il vecchio ordinamento 509, ai propri studenti impegnati in progetti in servizio civile presentati da SPES

La Società Fusilla s.r.l formazione specifica: modulo informatico, con annessa certificazione delle competenze acquisite dai volontari.

Università degli Studi di Cassino riconoscimento del Servizio Civile svolto nei progetti SPES come tirocinio che dia diritto all’attribuzione di crediti formativi.

4

Università degli Studi Roma Tre – Facoltà di Scienze della Formazione

riconoscimento del Servizio Civile svolto nei progetti SPES come tirocinio.

La Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana

riconoscimento del Servizio Civile svolto nei progetti SPES come tirocinio.

Università La Sapienza di Roma – Facoltà di Scienze della Comunicazione

riconoscimento delle attività previste dal progetto di servizio civile nazionale “Immigrati: percorsi di integrazione” coerenti con i percorsi formativi della Facoltà e idonei alla maturazione di crediti formativi e di tirocinio di laurea.

Di seguito gli altri Enti partner coinvolti, suddivisi per progetto: Tab. 1.5: Enti coinvolti suddivisi per ciascun progetto

Progetto “Contro la violenza, felici di esserci”

Enti coinvolti Attività svolte Asili Nido “I Cuccioli 1” e “I Cuccioli 2” partner con ruolo molto rilevante nella

formazione specifica dei volontari in servizio civile

Società Cooperativa Sociale “Il Mosaico” partner che si è occupato: - del sostegno per una parte della

formazione specifica dei volontari in servizio civile

- di gestire un periodo di stage della durata di gg. 20 offerto ai volontari in servizio civile impegnati nel progetto, per attività di coordinamento dei servizi di assistenza alla persona presso la propria struttura

Caritas Diocesana di Viterbo partner con ruolo molto rilevante rispetto ai moduli della formazione specifica, in particolare per le attività di gestione del Progetto di Intervento Individualizzato per le ospiti della Casa di Accoglienza.

Progetto “Dona in vita, per la Vita”

Enti coinvolti Attività svolte

Policlinico Umberto I – Dipartimento di Medicina Trasfusionale Roma Centro

ha collaborato nella realizzazione della formazione specifica, realizzando corsi di formazione intensivi della durata di una settimana.

Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini – Dip. Medicina Sperimentale UOC Laboratorio di Genetica Medica

ha certificato ai volontari l’acquisizione di competenze sviluppate durante i progetti di servizio civile, tramite l’implementazione di corsi di formazione della durata di una settimana.

Progetto “Immigrati: percorsi di integrazione”

5

Enti coinvolti Attività svolte Direzione Didattica Statale Priverno 1 ha collaborato alla realizzazione del progetto,

ed in particolare con l’Associazione “Insieme Onlus” favorendo gli interventi previsti nella scuola e nelle classi in cui sono presenti immigrati.

Società di Mutuo Soccorso “San Gregorio al Celio”

ha collaborato con il Forum delle Comunità Straniere nella promozione delle attività interculturali organizzate in favore delle famiglie immigrate.

Associazione Culturale Fajaloby ha collaborato con l’Associazione Camminare Insieme intervenendo nelle attività di promozione e sostenendo le attività di mediazione culturale, segretariato sociale e animazione sociale del territorio.

Parrocchia S. Maria Regina Mundi di Roma ha sostenuto il progetto di servizio civile in collaborazione con l’Associazione Camminare Insieme per quel che riguarda le attività di promozione, segretariato sociale e animazione sociale del territorio.

Municipio VIII Roma ha collaborato con l’Associazione Camminare Insieme sostenendo le attività di promozione e di segretariato sociale.

Associazione Civiltà dei Valori ha collaborato con l’Associazione Camminare Insieme sostenendo le attività di promozione e di segretariato sociale.

Progetto “Insieme per i malati oncologici”

Enti coinvolti Attività svolte

Antea Formad partner con ruolo molto rilevante per il progetto di servizio civile, ha realizzato alcuni moduli della formazione specifica, rilasciando, al termine del progetto, un attestato a certificazione delle competenze acquisite dai volontari.

GARIRO – Giunone Associazione Internazionale Ricerca Oncologica

ha collaborato con l’Associazione Wellness nelle attività di promozione del progetto, nei programmi di ricerca oncologica e per la prevenzione del tumore alla mammella.

Centro Studi Tolerus di Ceccano ha messo a disposizione dell’Associazione Wellness i locali per la realizzazione delle attività oltre a sostenerne la promozione sul territorio.

Comune di Fara in Sabina ha messo a disposizione dell’Associazione Ospedale Domiciliare di Roma e Lazio i locali per la realizzazione delle attività.

Progetto “Un faro sulla vita”

Enti coinvolti

Attività svolte Sirio Formazione e Orientamento ha collaborato al progetto di servizio civile

nell’organizzazione delle attività di reinserimento sociale di soggetti ex

6

tossicodipendenti e nella conduzione delle attività svolte nelle scuole.

Scuola Media Statale Edoardo Facchini ha partecipato ai progetti di prevenzione in materia di dipendenze da sostanze psico – attive e nel rilevamento dei fattori di disagio adolescenziale e giovanile.

Centro Studi Talete di Armando Caringi ha sostenuto il progetto di servizio civile nelle attività di progettazione rivolte alle scuole ed ai soggetti tossicodipendenti.

Progetto “Una bussola per il disagio”

Enti coinvolti Attività svolte

Cooperativa “Il Melograno” partner con ruolo molto rilevante per il progetto di servizio civile, ha riconosciuto e certificato le competenze acquisite dai volontari.

Comune di Tarquinia ha collaborato alle attività di promozione del progetto di servizio civile, segnalando le utenze che necessitino dei servizi informativi per immigrati, distribuzione viveri e vestiario e percorsi di formazione alla lingua italiana.

Azienda Sanitaria Locale Viterbo – Distretto 2

ha collaborato con l’Associazione Semi di Pace al servizio di consegna a domicilio di farmaci a persone disagiate individuate dall’ ASL stessa.

Direzione Didattica Statale di Tarquinia partner con ruolo molto rilevante per il progetto di servizio civile, ha partecipato alle attività di promozione dello stesso.

Le collaborazioni e le partecipazioni ai progetti di servizio civile di altri enti, siano essi pubblici, privati o di Terzo settore svolgono un’azione rilevante nel lavoro di rete proposto dai progetti a emblema di un costante coinvolgimento delle realtà territoriali per migliorare la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini della comunità locale.

7

2) Dati morfologici dei Volontari impiegati nell’anno di riferimento Volontari attivi al 4 aprile 2011 I dati di seguito riportati si riferiscono unicamente ai Volontari attivi nei 7 progetti alla data del 4 aprile 2011: Tab. 2.1: Numero di Volontari attivi al 4 aprile 2011 suddivisi per progetto

Titolo Progetto Settore

d’intervento dei progetti

Aree d’intervento dei Progetti Volontari

Contro la violenza, felici di esserci Assistenza

Donne con minori a carico e donne in

difficoltà 3

Dona in vita, per la Vita Assistenza Salute 8 Immigrati: percorsi di

integrazione Assistenza Immigrati, profughi 11

Insieme per i malati oncologici Assistenza

Pazienti affetti patologie temporaneamente e/o

permanentemente invalidanti e/o in fase

terminale

30

La città solidale Assistenza Disagio adulto 8

Una bussola per il disagio Assistenza Giovani, Devianza

sociale 4

Un faro sulla vita Assistenza Disagio adulto 4 Totale 68

Sono state ricevute 370 candidature per 73 posti messi a bando (vedi Rapporto SPES 2011). I candidati ritenuti idonei selezionati e riconosciuti come tali dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile (UNSC) sono stati 71; ma al 4 aprile, la data di effettiva avvio dei progetti, i volontari a presentarsi in servizio sono stati 68. Distribuzione volontari in servizio civile 2011 per provincia La tabella 2.2 mostra la ripartizione dei 68 volontari avviati il 4 aprile sulle 5 province laziali, evidenziando una netta maggioranza di risorse impiegate sul territorio romano (48,5%) a conferma dell’evidenza degli anni precedenti (50% nel 2010, 47% nel 2009, 59% nel 2008).

Tab. 2.2: Distribuzione vvsc per provincia

Progetto FR LT RI RM VTContro la violenza, felici di esserci 2 1 Dona in vita, per la Vita 2 2 2 2 Immigrati: percorsi di integrazione 5 6 Insieme per i malati oncologici 5 7 15 3 La città solidale 8

8

Una bussola per il disagio 4 Un faro sulla vita 4 Vvsc per provincia 11 7 7 33 10

Ripartizione dei Volontari 2011 per genere

26%

74%

FEMMINEMASCHI

Tab. 2.3: Ripartizione dei Volontari 2011 per genere

N. Volontari Valore Percentuale MASCHI 18 26% FEMMINE 50 74% TOTALE 68 100%

Il grafico e la tabella 2.3 mostrano la suddivisione per genere dei volontari attivi al 4 aprile 2011. La prevalenza del numero di volontarie rispetto ai colleghi di sesso maschile costituisce un dato in assoluta continuità rispetto agli anni precedenti e alla media regionale e nazionale dei volontari impiegati in progetti di servizio civile. I dati ASAP sul Servizio Civile Nazionale nel Lazio mostrano tra i volontari impiegati nel 2010 una percentuale di ragazze al 69%, mentre il Rapporto CNESC sui dati nazionali per lo stesso anno riferisce una percentuale femminile del 65%. L’incremento percentuale di volontarie impiegate nei progetti Spes (74% vs. 61% del 2010) potrebbe essere correlato al settore d’intervento dei progetti 2011 limitato al solo ambito dell’assistenza, che conosce probabilmente un maggiore interesse e sicuramente una preferenza da parte di giovani donne. Il dato infatti, si riflette anche sul totale delle candidature presentate; qui il 71,6% si riferisce a domande da parte di aspiranti volontarie mentre il 28,4% delle richieste è stato presentato da candidati di sesso maschile.

9

Ripartizione Volontari 2011 per età (in anni)

9%19%

13%

7% 4% 0% 7%9%

13%

10%9%

18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28

46%

29%25%

Classe di età 18-21 Classe di età 22-25 Classe di età 26-28

Tab. 2.4: Ripartizione Volontari 2011 per età

Età N. Volontari Valore Percentuale

Fasce di Età N. Volontari Valore Percentuale

18 0 0%

19 5 7%

20 6 9%

21 9 13%

18-21

20

29%

22 7 10%

23 6 9%

24 6 9%

25 12 19%

22-25

31

46%

26 9 13%

27 5 7%

28 3 4%

26-28

17

25%

TOTALE 68 100% TOTALE 68 100%

10

La ripartizione per classe di età dei volontari mostra un andamento costante negli anni, con una prevalenza (46%) della classe centrale 22-25 anni (41% nel 2010, 39% nel 2009 e 44% nel 2008), mentre le altre due classi risultano in percentuali costanti nel tempo. Il dato caratterizzante i volontari in servizio civile negli anni 2011-2012, è costituito dall’incremento della fascia d’età relativa a 25 anni, che potrebbe essere letto in correlazione alle percentuali relative al titolo di studio (tab.2.5). Ripartizione Volontari 2011 per Titolo di Studio

31%

63%

6%

Laurea Diploma Licenza media inferiore

Tab. 2.5: Ripartizione Volontari 2011 per ultimo Titolo di Studio conseguito

Titolo di Studio N. Volontari Valori Percentuali Licenza Media 4 6% Diploma 43 63% Laurea 21 31% TOTALE 68 100%

La suddivisione per titolo di studio conseguito dai volontari in servizio civile mostra come classe prevalente quella dei diplomati (al 63%), in continuità con gli anni precedenti (69% nel 2010, 70% nel 2009 e 71% nel 2008). Il dato rilevante invece, è costituito da un incremento della percentuale di volontari con la laurea quale ultimo titolo di studio conseguito. Dal 24% dell’anno 2010 all’attuale 31%, con una frequenza di 1 laureato ogni 3 volontari in servizio civile; dato per altro confermato a livello regionale dove nel 2010 era impiegato nei progetti di servizio civile nazionale il 32% di volontari laureati (dati ASAP). Questo potrebbe spiegare un crescente interesse verso il servizio civile come percorso professionalizzante e primo ponte di contatto con il mondo del lavoro.

11

Ripartizione Volontari 2011 per regione di provenienza

83%

3%3%3%

1%

1%

1%

4%

1%

Lazio Lombardia Veneto Marche ToscanaPuglia Sicilia Basilicata Campania

Tab. 2.6: Ripartizione Volontari 2011 per regione di provenienza

Regione di Provenienza N. Volontari Valore Percentuale

Lazio 56 83% Toscana 2 4%

Basilicata 2 3% Campania 2 3%

Sicilia 2 3% Lombardia 1 1%

Marche 1 1% Puglia 1 1% Veneto 1 1%

TOTALE 68 100% Il 17% dei volontari in servizio civile ha una provenienza diversa dalla Regione Lazio, se infatti, la percentuale di volontari residenti nel Lazio rimane costante nel tempo (83% nel 2011, 84% nel 2010 e 79% nel 2009), si riduce il numero totale di regioni di provenienza dal 13 del 2009, al 10 del 2010 fino alle 9 attuali da cui provengono i 68 volontari in servizio civile. Nota bene: sul totale delle candidature il 12,4% (ovvero 46 su 370) non possiede o non dichiara un indirizzo mail tra i contatti personali, di questi il 52% ha un’età compresa nella fascia 18-21 anni. Da notare che invece tutti i volontari attivi al 4 aprile 2011 possiedono un’ indirizzo mail.

12

3) La selezione ed il reclutamento dei volontari La promozione del Servizio Civile Nazionale nel territorio della Regione Lazio è uno degli obiettivi di SPES – Associazione Promozione e Solidarietà, e anche nel 2011 è stata attivata la rete di diffusione del Bando per la partecipazione ai 13 progetti finanziati. Si tratta di un vero e proprio sistema articolato di contatti che conta sulla possibilità di agire sul territorio regionale, grazie alla dislocazione territoriale di SPES con le Case del Volontariato e gli Sportelli collocati nelle province e, quindi, gli operatori che in tali strutture agiscono. Il 20 settembre 2011 è stato pubblicato il Bando con scadenza alle 14.00 del 21 ottobre, periodo durante il quale è stato realizzato un piano di comunicazione integrata rivolto a due differenti tipologie di target:

a) un pubblico indifferenziato di giovani, b) un pubblico segmentato di giovani potenzialmente interessati a specifici

progetti e tematiche. La strategia comunicativa realizzata per il reclutamento dei volontari è stata articolata in diverse fasi e ha comportato l’utilizzo sinergico di diversi mezzi di comunicazione (stampa, radio e tv locali, web e social media, volantinaggio) nonché la collaborazione e l’impegno di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione dei progetti (associazioni, operatori locali di progetto e partner delle associazioni). In una prima fase si è lavorato alla realizzazione dei materiali promozionali, che ha visto coinvolto il Settore Comunicazione di SPES nella presentazione di proposte per le locandine e i volantini. Sulla base della precedente campagna promozionale (una pesca colta da una scimmietta) si è deciso di mantenere l’immagine del frutto da cogliere ma modificando la pesca in una mela verde, adeguata alla stagione di uscita del bando, e di dare maggiore risalto all’elemento testo con il messaggio: “Servizio Civile da cogliere…ora!!!”.

1. (fronte) 1. (retro) Immagine 1: Cartolina di promozione rivolta ad un pubblico indifferenziato (fronte/retro).

I prodotti sono stati realizzati con programmi e software di ultima generazione

come il pacchetto Adobe Creative Suite (Illustrator, InDesign, Photoshop) e pensati e resi graficamente per essere veicolati ad un pubblico giovanile.

13

2. 3.

Immagine 2: Manifesto generale rivolto ad un pubblico indifferenziato.

Immagine 3: Locandina nella versione riferita ad uno specifico progetto (Associazione S. A. Ne. S.)

La scelta di una maggiore sintesi ed immediatezza del messaggio da veicolare è ricaduta anche nella realizzazione del video, costruito a partire da un montaggio più serrato e rendendo maggiore la preminenza del testo rispetto all’immagine. Le fasi successive hanno visto la pubblicazione della notizia sul portale www.volontariato.lazio.it, la realizzazione di numerose pagine di approfondimento sui singoli progetti e la promozione su numerosi altri siti web rivolti a giovani e studenti (Rassegna Stampa consultabile nel CD allegato 1 al Rapporto Annuale). Sono state inoltre pubblicate campagne promozionali e manchette sui principali quotidiani locali, tra questi il Corriere di Rieti e della Sabina, Ciociaria Oggi e Il Nuovo Corriere Viterbese. Inoltre anche alcuni periodici hanno pubblicato l’iniziativa, sia testate con spazi dedicati al sociale come Tam Tam Volontariato e Reporter News sia giornali locali e di quartiere come La Fiera dell’Est, Il Granchio e Frontiera. Le novità che hanno caratterizzato la campagna promozionale in occasione del Bando 2011 rispetto alle precedenti sono rappresentate dall’utilizzo di nuovi ed ulteriori canali di comunicazione diffusi nel mondo giovanile. Il comunicato stampa è stato infatti inviato ad alcune emittenti radiofoniche ed alle reti televisive locali, ed alcune di esse hanno dedicato spazi sia ad annunci e servizi di promozione dei progetti che ad interviste rilasciate da un referente SPES. Tra queste hanno dato notizia le emittenti di seguito riportate: • Radio ies • Provincia Latina TV • ITR7 Gold

Proprio in occasione dell’uscita del Bando di settembre è stata creata una pagina facebook Servizio Civile SPES Lazio (nell’immagine 4) che ha contribuito alla diffusione di informazioni relative alle modalità per candidarsi, facilitando l’accesso dei ragazzi interessati ai progetti SPES alla sezione servizio civile del sito internet www.volontariato.lazio.it: si sono registrati infatti, nel solo periodo intercorso tra il 16 settembre (data di creazione della pagina) ed il 21 ottobre (data di scadenza del Bando) oltre 3300 visitatori di questa particolare sezione del portale di SPES.

14

Immagine 4: Pagina facebook Servizio Civile SPES Lazio La pagina facebook è tutt’ora attiva e costantemente aggiornata con le notizie di interesse per i volontari attualmente in servizio nei progetti SPES e per chiunque cerchi informazioni sul servizio civile Un’importante opera di collegamento e promozione è stata inoltre effettuata dalle associazioni sedi di attuazione dei progetti che hanno comunicato e diffuso la notizia del bando all’interno del proprio sistema di relazioni e conoscenze e attraverso il web, utilizzando il proprio sito internet o la propria pagina facebook (Immagini 5 e 6). Immagine 5: Banner sulla homepage del sito di una sede del progetto “Immigrati percorsi di integrazione”

15

Immagine 6: Pagina dedicata al servizio civile presso una delle sedi del progetto “Insieme per i malati oncologici” con la locandina del Bando 2011 in evidenza Per completare il piano di comunicazione integrata è stato creato un video promozionale (Immagine 6) usando il pacchetto Adobe Creative Suite e il programma di montaggio Adobe Flash. Il filmato realizzato è stato poi inserito e pubblicizzato nei principali siti di video sharing (primo tra tutti YouTube ma anche Flickr, YouReporter, Yahoo Video ecc…) favorendo la condivisione e la diffusione anche nei social network più utilizzati dai giovani (come ad esempio Facebook) e registrando circa 820 visualizzazioni. La scelta adoperata non è stata casuale: le esperienze degli anni precedenti hanno infatti dimostrato che la rete informativa informale, così come quella “del passaparola”, è una modalità efficace di promozione dei progetti di Servizio Civile.

16

Immagine 6: Fotogramma del video di promozione link: http://www.youtube.com/watch?v=wrA4KsmWiIU

Al termine della campagna promozionale, per le diverse attività descritte sono state dedicate circa 83 ore per ciascun progetto.

Tabella 3.2: Ore dedicate all’attività di sensibilizzazione (per progetto) Realizzazione apposite pagine su sito web: 6 Realizzazione manifesti, volantini e cartoline: 8 Attacchinaggio manifesti promozionali: 35 Volantinaggio: 17 Realizzazione del video promozionale: 6 Ufficio stampa: 11 Totale: 83

Nonostante il minor numero di posti disponibili, l’elevato numero di candidature pervenute in occasione del Bando 2011 dimostrerebbe che l’impatto finale della campagna promozionale si è rivelato positivo, come dimostrano i grafici di seguito. Il Grafico 1 mostra l’andamento del numero delle candidature nei tre anni considerati (2009-2011) e la progressiva riduzione del numero di posti disponibili, che proprio nel triennio considerato ha subito una radicale contrazione.

17

Grafico 1: Numero candidature e Posti Disponibili

0

100

200

300

400

500

600

Bando 2009 Bando 2010 Bando 2011

Anno

N° c

andi

datu

re/p

osti

Numero Candidature Numero Posti Disponibili

Lineare (Numero Candidature) Lineare (Numero Posti Disponibili)

Il Grafico 2 mostra l’incremento delle candidature ai progetti di Servizio Civile

Nazionale promossi da Spes rispetto al numero di posti messi a disposizione dai bandi. Le candidature del 2011 come quelle registrate negli anni precedenti fanno rilevare un interessamento costante nei confronti dell’esperienza di servizio civile come opportunità di collaborazione all’interno di un contesto organizzato.

Grafico 2: Rappresentazione incremento candidature rispetto ai posti disponibili in valore percentuale

0%100%200%300%400%500%600%

Incremento in percentuale

Rapporto N. Candidature/N. Posti Disponibili

Perc

entu

ale

Bando 2009 Bando 2010 Bando 2011

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Il Bando per la selezione di volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile Nazionale nella Regione Lazio è stato emanato, come già ricordato, il 2o settembre 2011; è da questa data che è stata avviata la promozione verso l’esterno ed è cominciata la raccolta delle candidature dei ragazzi (380) e la successiva comunicazione agli esclusi (15), per mancati requisiti previsti dal Bando o per ritardo della consegna della candidatura (non oltre il 21 ottobre 2011 alle h 14.00). Con le associazioni sede di realizzazione dei progetti è stato svolto un incontro in data 28 settembre in cui è sta condivisa l’azione di promozione dei progetti e di orientamento dei ragazzi interessati. La tempestività della ricezione della candidatura è stata accertata mediante apposizione sulla stessa del timbro recante la data di acquisizione. Si è dato inizio allo screening dei curricula finalizzato all’attribuzione dei punteggi. Spes si è dotato in fase di accreditamento di un sistema di selezione, seguito per gestire appunto la definizione delle graduatorie.

Contemporaneamente al lavoro di valutazione dei curricula dei candidati quindi, Spes ha programmato la fase di selezione, prima coordinando la presenza dei selettori e la disponibilità degli spazi per i colloqui e poi mettendo online il calendario dettagliato degli appuntamenti, affinché i candidati, come previsto dal Bando, ne fossero opportunamente informati.

Il calendario delle selezioni si è articolato in 22 giornate distribuite nell’arco di tempo compreso tra il 29 novembre 2011 e il 26 gennaio 2012 e, dovendo incontrare 365 candidati su tutto il territorio regionale, la metà delle giornate si sono svolte in 2, se non 3, sedi contemporaneamente, per cui è stato necessario impegnare nella stessa giornata fino a 6 operatori.

Per condurre il colloqui e successivamente stilare la graduatoria definitiva, SPES si è valsa di quattro selettori accreditati:

Ciascun selezionatore è stato coadiuvato dal presidente dell’associazione coinvolta nel progetto (sostituito, in caso di impossibilità a presenziare alla giornata di selezione, da un delegato) per garantire ai giovani durante il colloquio, la più precisa e completa informazione sulle attività previste nei progetti e sugli aspetti prettamente pratici.

Oltre ai selettori accreditati, laddove possibile, Spes ha impiegato un altro operatore ( del settore “Territori” e/o il Responsabile del servizio Civile) che potesse occuparsi di:

- illustrare ai candidati l’agenda della giornata e delle fasi successive;

- descrivere le principali attività di Spes in quanto Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio ed il suo ruolo di ente accreditato per il servizio civile;

- riepilogare le principali caratteristiche del Servizio Civile Nazionale e dei progetti Spes (percorsi di formazione, modalità di monitoraggio);

- seguire i candidati nella compilazione di una scheda che recupera, approfondendole, le informazioni curriculari ed esperienziali già, in parte, fornite dal candidato nella compilazione degli allegati della domanda (All. 2);

- introdurre la fase subito successiva, ovvero quella del colloquio personale.

Durante il colloquio, della durata di circa 20 minuti, il selezionatore esperto, sulla base di una traccia fornita dalla scheda di valutazione, ha potuto sondare in particolare le motivazioni generali del candidato per la prestazione del servizio civile volontario, l’interesse del candidato per l'acquisizione di particolari abilità e professionalità, l’idoneità a svolgere le mansioni, le particolari doti e abilità umane, nonché la piena condivisione da parte del candidato degli obiettivi specifici previsti dal progetto.

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A seguito del colloquio il selettore ha proceduto all’assegnazione dei punteggi per ogni voce della scheda, arrivando così ad attribuire una Valutazione finale: un punteggio frutto della somma dei punti attribuiti a ciascun elemento. Tale punteggio è stato sommato a quello derivante dalla considerazione degli elementi curriculari, così come previsto dall’UNSC, determinando con ciò la collocazione del candidato all’interno della graduatoria. A completare la fase selettiva si è provveduto alla comunicazione telefonica tempestiva ai candidati esclusi per mancata presentazione alle selezioni e ai non idonei dell’esito della selezione e alla contestuale pubblicazione online delle graduatorie ottenute con l’indicazione, quindi, degli idonei selezionati e degli idonei ma non selezionati per mancanza di posti disponibili.

 

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4) La formazione dei volontari e delle altre figure coinvolte nel sistema del servizio civile (progettazione, realizzazione, e valutazione delle competenze acquisite dai destinatari) Tutti i progetti di servizio civile oggetto del rapporto prevedevano che SPES realizzasse in proprio l’intero percorso di formazione generale per i volontari, parte della formazione specifica e percorsi dedicati alla preparazione delle diverse figure facenti parte del sistema servizio civile. Parte della normativa vigente in materia di formazione generale (“Linee guida per la formazione generale dei giovani in servizio civile nazionale”, Determina ministeriale 4 aprile 2006) stabilisce i contenuti e le modalità di erogazione della stessa, lasciando però alcuni margini per le modifiche adottate da Spes e di seguito indicate:

- si è scelto di aumentare il monte ore, passando dal minimo previsto di 30 alle 44 effettivamente erogate;

- ad integrazione dei contenuti già stabiliti dall’Ufficio Nazionale per il servizio civile, sono stati introdotti temi ritenuti di valido apporto per l’accrescimento delle conoscenze dei volontari, quali i programmi europei per i giovani cittadini, le iniziative realizzate per l’Anno europeo del volontariato e una più tecnica e approfondita informazione sulla pratica della donazione del sangue;

- pur mantenendo la divisione prevista delle linee guida in 11 moduli l’articolazione del percorso si è modificata realizzando 7 giornate di formazione a cadenza settimanale in aule composte da un massimo di 25 partecipanti;

- sono state utilizzate diverse metodologie, dalla lezione frontale alle dinamiche non formali quali esercitazioni, simulazioni, gruppi di lavoro, analisi del caso;

- i formatori accreditati sono stati affiancati nel percorso da operatori esperti delle tematiche trattate.

Tab. 4.1: Metodologie e contenuti della Formazione Generale suddivisi in moduli

Moduli Contenuti Metodologie 1° Modulo - Descrizione del percorso formativo e dei

suoi obiettivi - Costituzione del gruppo - La comunicazione interpersonale e la negoziazione nei gruppi

Dinamiche non formali

2° e 3° Modulo - Il sistema “Servizio Civile Nazionale”: la normativa vigente - La Carta di impegno etico - Diritti e doveri del volontario in servizio civile

Lezione frontale/ Dinamiche non formali

3° - 4° e 5° Modulo

- Solidarietà e forme di cittadinanza: sussidiarietà verticale e orizzontale - La protezione civile - Presentazione dell’ente accreditato SPES Centro di servizio per il volontariato del Lazio

Lezione frontale

6° e 7° Modulo - L’Unione Europea: Carta dei diritti, Istituzioni e principali programmi per i giovani cittadini – Anno Europeo del Volontariato - Il Terzo settore e il volontariato nel Lazio e in Italia

Lezione frontale/ Dinamiche non formali

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8° e 9° Modulo

- Dall’obiezione di coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà - Il dovere di difesa della patria La difesa civile non armata e non violenta

Lezione frontale/ Dinamiche non formali

10° Modulo - Il lavoro per progetti Lezione frontale/ Dinamiche non formali

11° Modulo - Il lavoro per progetti - Chiusura percorso

Lezione frontale/ Dinamiche non formali

I 70 volontari che hanno portato a termine il corso, sono confluiti tutti in 3 aule romane, favorendo l’interazione e la conoscenza più approfondita tra realtà territoriali completamente diverse; sono stati quindi realizzati 3 diversi calendari che prevedevano 7 incontri per ciascun gruppo, per un totale di 21 incontri della durata di circa 6 ore e 30 minuti, nel periodo intercorso tra il 17 maggio e il 14 luglio 2011:

Tab. 4.2: Calendario degli incontri di Formazione Generale relativo ai singoli gruppi

Gruppo A Roma

Gruppo B Roma

Gruppo C Roma Durata

17 maggio 19 maggio 20 maggio 6,5 ore 24 maggio 26 maggio 27 maggio 6 ore 8 giugno 9 giugno 10 giugno 6,5 ore 14 giugno 16 giugno 17 giugno 6,5 ore 21 giugno 23 giugno 24 giugno 6 ore

5 luglio 7 luglio 8 luglio 6 ore 12 luglio 14 luglio 13 luglio 6,5 ore

Per ciascun incontro sono state messe a disposizione aule adeguate e strumentazione necessaria ovvero, computer portatile, videoproiettore, lavagna a fogli mobili, materiale didattico e documentazione relativa ad ogni modulo formativo da mostrare o consegnare ai volontari, successivamente riversata in una dispensa a disposizione dei ragazzi. E’ stata garantita la possibilità di recuperare eventuali assenze per malattia o grave impedimento.

Nelle immagini: alcuni momenti durante le attività di formazione generale

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Il sistema di formazione messo a punto da SPES prevede inoltre, quale strumento di valutazione dell’efficacia e del gradimento relativo al percorso di formazione generale, un questionario da somministrare ai ragazzi durante l’ultimo appuntamento formativo. Oltre alle domande a risposte aperte e agli spazi dedicati ad eventuali commenti, si è richiesto ai partecipanti di esprimere valutazioni utilizzando una scala di gradienti che va da 1 (poco) a 7 (molto). L’analisi dei dati elaborati a partire dai questionari ha permesso di rilevare, tra gli altri, i seguenti aspetti:

- il livello di gradimento rispetto all’esperienza globale del percorso di formazione;

- il grado di acquisizione di conoscenze rispetto all’esperienza di servizio civile; - il legame tra la formazione generale e l’esperienza concreta di servizio; - il livello di soddisfazione rispetto all’organizzazione e la struttura del percorso; - l’interesse suscitato da ogni singolo modulo di formazione.

Valutazione complessiva del percorso di formazione generale La media dei punteggi attribuiti dai partecipanti all’esperienza globale del percorso di formazione generale pari a 5,8 è un dato estremamente positivo, influenzato da una molteplicità di fattori che, analizzati successivamente nel dettaglio, ci forniscono utilissimi elementi di valutazione del percorso. Come si evincerà dalle percentuali di seguito presentate, per la maggior parte dei volontari in servizio civile le giornate di formazione sono un’occasione per accrescere le proprie conoscenze e un momento utile di incontro tra varie realtà, “la cornice di riferimento e stimolo per comprendere meglio l’esperienza” (Eleonora, progetto “Insieme per i malati oncologici”), che li aiuta a rintracciare meglio il legame tra i temi trattati in aula e la loro esperienza concreta di servizio.

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Tab. 4.3: Valutazione complessiva del percorso di formazione generale

Punteggio N. risposte Valore Percentuale 1 0 0% 2 0 0,00% 3 2 3,08% 4 4 6,15% 5 15 23,08% 6 22 33,85% 7 11 16,92%

non risponde 11 16,92% TOTALE 65 100%

Acquisizione di conoscenze rispetto all’esperienza di servizio civile Circa il 95 per cento dei rispondenti ha dichiarato che il percorso di formazione generale ha contribuito ad accrescere le proprie conoscenze: “ho imparato molto su argomenti che non avevo mai affrontato” (Luca, progetto “Dona in vita, per la Vita”), “mi ha fatto capire meglio cosa vuol dire servizio civile, come e perché è nato e mi ha aiutata a comprenderne l’importanza” (Federica, progetto “Un faro sulla vita”), “ ho compreso meglio il mio ruolo all’interno del progetto” (Roberta, progetto “Insieme per i malati oncologici”). Meno del 5 per cento dei volontari si esprime in maniera critica definendo gli argomenti della formazione generale poco o per nulla pertinenti alle attività concrete svolte durante il servizio.

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Tab. 4.4: Acquisizione di conoscenze rispetto all’esperienza di servizio civile

Punteggio N. risposte Valore Percentuale 1 1 1,54% 2 0 0,00% 3 2 3,08% 4 4 6,15% 5 13 20,00% 6 19 29,23% 7 26 40,00%

TOTALE 65 100,00% Legame tra la formazione generale e l’esperienza concreta di servizio La media dei punteggi attribuiti alla domanda relativa all’attinenza tra i temi affrontati in aula di formazione generale e l’esperienza concreta di servizio è pari al 4,9: “tutte le lezioni mi hanno dato spunti per nuove idee, indicazioni su come comportarmi e su come apprezzare a 360 gradi la mia esperienza” (Gioia, progetto “Immigrati: percorsi di integrazione”).

Tab. 4.5: Legame tra la formazione ed l’esperienza concreta di servizio

Punteggio N. risposte Valore Percentuale

1 2 3,08%

2 2 3,08%

3 5 7,69%

4 11 16,92%

5 24 36,92%

6 14 21,54%

7 7 10,77%

TOTALE 65 100,00%

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Valutazione dell’organizzazione e della struttura del percorso di formazione generale L’organizzazione e la struttura del percorso è stata valutata dai rispondenti interrogati sui seguenti elementi: giorni e orari stabiliti per lezioni, puntualità e durata, chiarezza espositiva, capacità di coinvolgere i partecipanti, esaustività ed efficacia nella trattazione degli argomenti, metodologia utilizzata, capacità di comunicazione tra SPES e i partecipanti e didattica generale del percorso. La media dei punteggi ha evidenziato come l’unico elemento di “minor gradimento” per i ragazzi sia stato la scelta dei giorni e degli orari degli appuntamenti (4,3), mentre i punti di forza sono stati la chiarezza espositiva (5,6), la comunicazione tra Spes e i partecipanti (5,9) e la didattica generale (6,1). Da un’attenta analisi dei questionari che, oltre all’elaborazione dei valori indicati, ha privilegiato la raccolta dei commenti e suggerimenti e considerato anche l’approfondita conoscenza delle realtà in cui i volontari operano, si rileva che la parziale insoddisfazione relativa al calendario degli incontri riguarda soprattutto i ragazzi che svolgono il servizio nelle province del Lazio (Latina, Rieti, Viterbo, Frosinone) a cui è stato chiesto di raggiungere la sede romana di SPES per partecipare alla formazione; d’altra parte uno degli elementi positivi maggiormente rilevati dai questionari e dalle attività di gruppo è sicuramente la possibilità di conoscere le altre realtà in cui il volontariato e il servizio civile operano e, perché no, fare amicizia con tanti altri volontari dello stesso gruppo aula.

Tab. 4.6: Media dei punteggi attribuiti alla valutazione del percorso

Elemento di Valutazione Livello di gradimento

Giorni e orari degli incontri 4,3 Puntualità e durata degli incontri 5,2 

Chiarezza espositiva dimostrata durante gli incontri 5,6 Coinvolgimento dei partecipanti da parte dei formatori 5,5 Esaustività e efficacia nella trattazione degli argomenti 5,5 

Metodologia utilizzata 5,5 Comunicazione tra Spes e i partecipanti 5,9 

Didattica generale del percorso 6,1  Valutazione dei singoli moduli di formazione generale Nell’analizzare i punteggi attribuiti a ciascun modulo formativo si nota come, a prescindere dal personale interesse per i diversi argomenti, il più alto livello di gradimento è ottenuto dagli incontri che hanno utilizzato maggiormente la metodologia “non formale”, coinvolgendo i ragazzi in attività pratiche, dibattiti, momenti di conoscenza reciproca (Identità di gruppo e comunicazione interpersonale) e fornendo le informazioni necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza sul proprio ruolo di volontario in servizio civile (Diritti e doveri dei volontari, Storia dell’Obiezione di coscienza e La difesa civile non armata e non violenta).

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Tab. 4.7: Media dei punteggi attribuiti e sintesi delle conoscenze acquisite indicate per ogni modulo di formazione generale

Contenuto Livello di gradimento

Conoscenze acquisite

1° Identità di gruppo e comunicazione interpersonale

6,1 Conoscenza del gruppo, importanza della comunicazione e del rispetto tra persone che collaborano per raggiungere lo stesso risultato.

2° Il sistema “Servizio Civile Nazionale”: la normativa

vigente La Carta di impegno etico

5,4 Struttura, funzionamento e legislazione che regola il sistema Servizio Civile Nazionale.

3° Solidarietà e forme di Cittadinanza:

sussidiarietà verticale e orizzontale

5 Concetto di cittadinanza attiva e di sussidiarietà.

4° Presentazione dell’Ente accreditato SPES – Centro

di Servizio per il Volontariato del Lazio

5,3 Ruolo del Centro di Servizio per il Volontariato, come nasce e quali sono i servizi offerti.

5° Diritti e doveri del volontario in servizio civile

5,8 Maggiore consapevolezza sui propri diritti e doveri e conoscenza della normativa che li regola

6° Dall’obiezione di coscienza al Servizio Civile Nazionale: evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

5,9 Storia del primo obiettore di coscienza e varie tappe che hanno portato alla nascita del Servizio Civile Nazionale.

7° Il dovere di difesa della patria

La difesa civile non armata e non violenta

6 Evoluzione del concetto di difesa della Patria e riconoscimento del proprio ruolo di volontario in servizio civile nella “difesa coraggiosa ma senza armi”.

8° L’Unione Europea – Anno Europeo del Volontariato Carta di Nizza e principali programmi per i giovani

5,3 Nascita, struttura e funzionamento dell’Unione Europea e possibilità offerte ai giovani cittadini che ne fanno parte; iniziative realizzate per l’anno europeo del volontariato.

9° La Protezione Civile 5,8 Maggiori chiarimenti sul ruolo e sulla struttura della Protezione Civile.

10° Servizio Civile Nazionale, associazionismo e

volontariato Il Terzo settore

5,5 Conoscenza del Terzo Settore, dei vari tipi di strutture associative e degli aspetti economici e legislativi.

11° Il lavoro per progetti 4,7 Conoscenza del ciclo di vita del progetto e acquisizione degli strumenti per strutturare un progetto.

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La formazione specifica è stata realizzata, così come previsto in fase progettuale, in parte presso le singole sedi di attuazione con formatori delle associazioni, in parte presso le sedi di SPES con formatori propri e formatori esterni di enti partner dei progetti capaci di gestire il modulo formativo e di certificarne le competenze acquisite. L’intervento di formatori esterni si è avuto sicuramente per i progetti cosiddetti “di rete”, cioè animati da più organizzazioni, sedi dello stesso progetto, che si occupano di attività simili, afferenti allo stesso settore, come è avvenuto per il progetto che impegna i volontari nell’assistenza ai malati oncologici, o in quello a sostegno degli immigrati. In questi casi gli operatori SPES che operano normalmente a sostegno di ognuno di questi specifici settori, si sono occupati di organizzare e fare attività di tutoraggio nei percorsi di formazione specifica comuni ai volontari in servizio nelle diverse sedi e su diversi territori:

• per il progetto “Insieme per i malati oncologici” sono stati realizzati 5 incontri da circa 6 ore l’uno, tenuti da medici, psicologi, operatori SPES e volontari esperti sui temi dell’assistenza ai malati oncologici e loro familiari nelle diverse fasi della malattia. Dello stesso progetto hanno fatto parte quattro sedi Spes che hanno impiegato i volontari in servizio civile nell’attività di promozione e comunicazione dei servizi offerti dalle associazioni della rete; per permettere loro di svolgere queste attività è stato organizzato uno specifico corso di formazione sulla comunicazione sociale (realizzazione ufficio stampa, materiale promozionale, siti internet) della durata di 28 ore di formazione in aula e 18 ore a distanza;

• per il progetto “Immigrati: percorsi di integrazione” l’operatrice SPES che segue la rete delle associazioni che si occupano del sostegno agli immigrati, ha realizzato 12 ore di formazione in aula sui seguenti temi: la legislazione italiana per i minori immigrati, analisi del bisogno delle popolazioni immigrate, la cultura Rom, la mediazione culturale, i programmi didattici interculturali.

Tra i moduli di formazione specifica comuni a tutti i progetti, che SPES ha organizzato sostenendo anche la spesa necessaria ad offrire un contributo formativo che potesse essere riconosciuto e attestato da un ente esterno qualificato, quello relativo alle nozioni di primo soccorso e rianimazione cardiopolmonare è stato gestito da 4 istruttori messi a disposizione dal Comitato Scientifico “CSE Christian Manzi” che hanno realizzato un totale di 3 incontri della durata di una giornata. Tab. 4.8: Riepilogo delle date di svolgimento del modulo di primo soccorso e rianimazione cardio polmonare

Data Luogo Numero partecipanti

Metodologie

24 novembre 2011 Sede SPES di Roma 15 Lezione frontale/ esercitazione

pratica 25 novembre 2011 Sede SPES di Roma 21 Lezione frontale/

esercitazione pratica

14 dicembre 2011 Sede SPES di Roma 25 Lezione frontale/ esercitazione

pratica

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Per ciascun incontro sono state messe a disposizione aule adeguate (con lo spazio necessario ad eseguire l’esercitazione pratica e l’esame finale) e strumentazione necessaria, ovvero computer portatile, videoproiettore, lavagna a fogli mobili, dispense e due manichini. Al termine della giornata tutti i partecipanti hanno sostenuto un esame teorico-pratico per il conseguimento degli attestati di frequenza al corso di formazione medico professionale NPS e BLS, a certificazione dell’acquisizione delle competenze in materia (All. 3). L’altro modulo comune a tutti i progetti, quello relativo alle conoscenze informatiche di base, è stato gestito dalla Società Fusilla S.r.l. che ha messo a disposizione un tutor online e facendo ricorso all’e-learning quale metodologia formativa, una piattaforma informatica attraverso la quale i volontari hanno acquisito le competenze previste, ricevendo il contributo formativo a distanza. Tutti i volontari in servizio hanno svolto questo modulo formativo ciascuno dalla propria sede, avendo a disposizione una utenza personale. Per verificare che le competenze fossero state effettivamente acquisite e al fine di consegnare loro l’attestato di frequenza (All. 4), ai partecipanti è stato infine sottoposto un test online, composto da domande a risposta multipla. La particolare attenzione riservata alla parte formativa dell’esperienza del servizio civile però non si esaurisce con i percorsi dedicati ai volontari, ma ha garantito un continuo aggiornamento anche delle risorse accreditate e ha fatto sì che tutte le figure coinvolte nel sistema servizio civile avessero un’adeguata preparazione. A sostegno dell’impegno degli Operatori Locali di Progetto (Olp) nel seguire i progetti di servizio civile in corso è stato realizzato, un “Percorso Olp” così articolato: 3 incontri in plenaria di circa 3 ore ciascuno, che potessero coincidere anche con i momenti previsti per il monitoraggio (ovvero subito prima la fase di avvio dei progetti, a metà percorso e pochi giorni prima della fine del servizio) e laddove ritenuto necessario incontri individuali aggiuntivi. Tutti gli incontri in plenaria sono stati realizzati presso la sede romana di Spes e hanno previsto un momento riservato alle indicazioni necessarie per la corretta gestione dei progetti ed una parte dedicata all’analisi e la comprensione del ruolo dell’Olp come “maestro” per i volontari, coordinatore del progetto, mediatore in quanto profondo conoscitore della realtà locale. In particolare, nel secondo incontro è stato introdotto e poi approfondito il concetto di monitoraggio dei progetti, analizzando le modalità al momento utilizzate presso le varie sedi di realizzazione, condividendo le “buone prassi” e stimolando le proposte dei partecipanti per arrivare a definire l’utilizzo di strumenti comuni che potessero risultare efficaci per monitorare l’effettivo raggiungimento degli obiettivi previsti dai progetti. Si è scelto di utilizzare uno schema scritto sulla base del quale gli Olp potessero ragionare sulle azioni concrete realizzate dai volontari, indicando anche la frequenza delle stesse, il coinvolgimento degli altri operatori delle associazioni e il collegamento con l’obiettivo da raggiungere. Il terzo e ultimo incontro è stato invece dedicato alla valutazione finale dei progetti, con preciso riferimento agli indicatori di risultato, oltre che a tracciare un bilancio dell’esperienza insieme ai ragazzi; Olp e volontari in servizio civile a confronto sull’esperienza vissuta fianco a fianco. Inoltre, in quanto attori di tutte le fasi salienti del sistema servizio civile, gli Olp sono stati adeguatamente formati per ogni attività che ha richiesto il loro intervento: incontrando i progettisti in fase progettuale, apprendendo e utilizzando alcuni degli strumenti di promozione dei progetti al momento dell’uscita del Bando, per seguire al meglio la fase delle candidature.

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Le altre risorse specificatamente dedicate al servizio civile, per le quali si è già dimostrato in fase di accreditamento il possesso delle competenze necessarie a ricoprire il ruolo a loro assegnato, hanno partecipato, (così come accade ciclicamente per gli Olp), ai corsi di aggiornamento organizzati dalla Regione Lazio e realizzati dall’Asap - Agenzia per lo Sviluppo delle Amministrazioni Pubbliche. Avendo espresso la preferenza per alcuni dei corsi proposti nel catalogo formativo inviato dall’Asap agli enti, nel 2011 hanno potuto partecipare a corsi d’aggiornamento sulla formazione generale (16 ore), sulla selezione (8 ore), sui moduli di formazione aggiuntiva regionale (8 ore), sul monitoraggio (8 ore) e sul percorso di validazione delle competenze acquisite dai volontari in servizio civile (16 ore). I suddetti corsi prevedevano la frequenza di una o più giornate formative in base all’argomento trattato e il rilascio di un attestato al completamento del monte ore stabilito. (All. 5)

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5) Il monitoraggio dei progetti e della formazione SPES è dotato di un complesso sistema di monitoraggio che prevede l’impiego di personale specifico nell’elaborazione dei dati sia sull’andamento dei progetti che sull’attività di formazione, ma che soprattutto coinvolge programmaticamente diverse figure: volontari in servizio civile, Operatori Locali di Progetto (Olp), Responsabile locale di ente accreditato (RLEA), Responsabile per il servizio civile, Formatori e operatori Spes attivi su tutto il territorio della regione Lazio, dove si realizzano i progetti di servizio civile. Nel corso dei dodici mesi quindi, grazie al lavoro di coordinamento tra le figure indicate, l’andamento dei progetti è stato monitorato a più livelli; in maniera costante e continuativa per quanto riguarda la presenza dei volontari, le interruzioni, gli infortuni e qualsiasi altra fattispecie inerente al servizio facendo ricorso a strumenti e modalità quali:

- fogli di riepilogo delle assenze dei volontari compilati dagli Olp e trasmessi ogni mese alla sede Spes di riferimento;

- tempestive comunicazioni telefoniche e via e-mail per fornire le indicazioni necessarie al rispetto delle procedure;

- incontri con gli Olp e i volontari presso la sede centrale e/o presso le sedi di realizzazione, su richiesta degli stessi per intervenire in caso di conflitti o problematiche di carattere organizzativo.

Il sistema di monitoraggio prevede però anche un intervento strutturato in maniera periodica e mirata per cui, anche in occasione di alcuni incontri del percorso di formazione dedicato agli Olp o chiedendo la loro collaborazione a distanza, sono stati raccolti i dati necessari rispetto a:

- eventuali modifiche avvenute tra la presentazione dei progetti e l’avvio degli stessi, come variazioni rispetto a Olp, sede di realizzazione, formatori o parti di attività (fase iniziale);

- modalità di coinvolgimento dei volontari in servizio civile nelle attività previste, modalità di verifica delle stesse e interazione con le altre figure di riferimento presenti in ciascuna sede di progetto (fase intermedia);

- percentuale di raggiungimento degli obiettivi previsti da progetto e grado di soddisfazione dei volontari in servizio civile e dell’associazione tutta rispetto all’esperienza vissuta (fase finale).

Gli strumenti utilizzati per la raccolta dei dati sono quelli previsti dal sistema di monitoraggio, aggiornati nel corso degli anni, ed integrati da documenti prodotti sia dagli Olp che dai volontari durante le attività proposte in aula di formazione. Già a partire dai progetti attivati nel 2010, ma in maniera più sistematica per i 7 progetti che analizziamo nel rapporto, gli strumenti di monitoraggio sono stati inoltre rivisti e adattati alla necessità di coadiuvare anche l’attività di monitoraggio regionale, realizzata attraverso gli esperti dell’agenzia Asap. Questi ultimi si sono rivolti ai responsabili degli enti accreditati, quindi direttamente a Spes, somministrando un questionario per progetto in due momenti: alla fine del secondo mese di servizio e intorno all’ottavo. Nel primo questionario è stato possibile riversare le informazioni che Spes aveva già ottenuto dal monitoraggio, chiedendo l’intervento degli Olp rispetto agli elementi più specifici (modalità di accoglienza dei volontari nella sede); il secondo questionario è stato invece inoltrato agli Olp di ogni singola sede di progetto perché poi Spes potesse fare il lavoro di assemblaggio delle informazioni per rispondere alle domande relative al raggiungimento degli obiettivi di ciascun progetto.

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Il coinvolgimento dei volontari invece, è stato strutturato in modo da sfruttare ogni occasione di incontro come momento per monitorare l’andamento del progetto:

- il primo giorno di servizio compilando il “questionario di ingresso” nel corso dell’incontro in plenaria, i ragazzi hanno risposto ad alcune domande sulle loro aspettative e sulle motivazioni che li hanno spinti a scegliere di sperimentarsi in questa esperienza;

- durante il primo incontro di formazione generale si è chiesto loro di ragionare sul senso di un percorso di formazione incentrato sui temi indicati rispetto ad una migliore comprensione dell’esperienza;

- nell’incontro dedicato al funzionamento del “sistema servizio civile”, attraverso un’attività mirata, si è ragionato sull’impegno etico, oltre che pratico, che gli enti si assumono imbarcandosi in questa esperienza e i volontari hanno potuto e saputo esprimere chiaramente punti di forza e punti deboli del loro servizio;

- analizzando insieme la normativa che disciplina i rapporti tra gli enti e i volontari, collegandola all’esperienza pratica che i partecipanti hanno avuto modo di riportare in aula;

- il questionario somministrato ai volontari al temine del progetto è stato volutamente più “tecnico”; i ragazzi sono stati interrogati sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi previsti dai progetti, per comprendere meglio il loro grado di consapevolezza rispetto all’utilità del loro servizio per la collettività.

Dove necessario, le risorse impegnate a seguire i progetti di servizio civile per SPES, ,hanno realizzato incontri di tutoraggio in presenza degli Olp e in alcuni casi dei volontari in servizio civile. E’ stato così possibile realizzare gli interventi “correttivi” necessari ed elaborare i dati raccolti unendo quanto riportato nei questionari agli elementi emersi da tutte le occasioni di confronto con i volontari e gli Olp nel corso dei dodici mesi, per procedere alla valutazione finale. Anche per i percorsi di formazione generale e specifica gestiti da Spes è stato adottato un sistema di monitoraggio che tenesse conto dell’aspetto “quantitativo”, registrando costantemente:

- le presenze dei volontari, attraverso la firma di un registro sia in entrata che in uscita ad ogni incontro;

- le motivazioni per eventuali assenze e tutti i giustificativi trasmessi successivamente (certificati medici);

- il rispetto dei giorni e degli orari previsti da una calendarizzazione condivisa da Spes, formatori, associazione e volontari;

- le tematiche trattate e le metodologie utilizzate da ciascun formatore; - gli interventi degli esperti e i materiali consegnati o utilizzati in aula.

La scelta di utilizzare un questionario quale strumento privilegiato di rilevazione standard, volto a raccogliere ed organizzare diversi tipi di informazione, ha permesso invece il monitoraggio “qualitativo” della formazione generale rilevando e analizzando diversi aspetti quali:

- il livello di gradimento dei partecipanti;

- l’utilità delle competenze acquisite rispetto allo svolgimento del servizio;

- l’attività di docenza (chiarezza, efficacia, professionalità);

- i metodi didattici ed il coinvolgimento personale. Relativamente alla formazione specifica realizzata presso le singole sedi di attuazione dei progetti, gli Olp hanno consegnato a SPES il calendario dei percorsi (luogo, orario e nominativo dei formatori) e comunicato eventuali assenze dei volontari.

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6) La valutazione dei progetti ed il loro impatto sui destinatari e/o sulle collettività (scostamenti tra i progetti iniziali e le effettive attività svolte con l’evidenziazione delle cause in caso scostamenti rilevanti; benefici apportati dai progetti ai destinatari e/o alle collettività di appartenenza) La valutazione, quindi la possibilità di esprimere un giudizio per un fine, ci riporta a uno degli items essenziali della scheda progetto e della pratica di servizio civile, quello relativo agli obiettivi. La definizione dei contesti di ciascuna proposta poggiava sull’illustrazione dei medesimi attraverso degli indicatori capaci di rappresentare la realtà territoriale e l’area di intervento, quegli stessi indicatori sono stati adoperati per esprimere gli obiettivi progettuali, i risultati attesi dei progetti, stabilendo così, sin dalla fase di scrittura, la situazione di “partenza” e “quella di arrivo”. Agli obiettivi e a una loro conoscenza da parte anche dei volontari in servizio civile ci si è dedicati sin dalla promozione dei progetti, in fase di Bando, e poi, durante le selezioni e, quindi, in alcuni momenti di formazione e monitoraggio nel corso dell’anno, non senza fatica, ma con il convincimento che l’individuazione dell’esito previsto permettesse di costruire il gruppo, di affidare a ciascun membro delle funzioni, riconoscendogli un ruolo. La ricerca valutativa messa in campo ha permesso di riconoscere i destinatari diretti dei progetti, colori sui quali gli interventi hanno inciso in maniera esplicita e mirata, ma anche, sempre, beneficiari favoriti indirettamente dall’impatto dei progetti sulle varie realtà territoriali e le diverse aree di intervento ecco perché, a sei mesi dalla chiusura dei setti progetti, dal combinato disposto delle gestione delle attività progettuali e delle azioni di monitoraggio, si formulano i giudizi rispetto al raggiungimento degli obiettivi per ciascuno di essi, riconoscendo la piena concordanza tra ciò che è stato realizzato e “i principi e le finalità” di cui all’articolo 1 della legge istitutiva del Servizio Civile Nazionale (Legge 6 marzo 2001, n. 64) . “Contro la violenza, felici di esserci” Entrambe le associazioni sedi di progetto, anche se in modalità diverse, incentrano le loro attività sul reinserimento sociale e lavorativo di giovani che vivono o hanno vissuto varie situazioni di disagio. Presso la Casa d’Accoglienza “Madre Teresa di Calcutta” a Viterbo, vengono ospitate giovani donne che stanno affrontando una gravidanza senza l’aiuto di un nucleo familiare, o madri con i loro bambini che se ne sono dovute allontanare a causa di violenze o situazioni di degrado subite. All’interno della Casa si cerca di offrire un ambiente sereno “sviluppando percorsi concreti di inserimento sociale e lavorativo, dando l’opportunità di maturare, cammin facendo, una positiva relazione madre-figlio” (Maria Fanti, Olp dell’associazione Maria Madre della Vita Onlus). Durante i 7 mesi di collaborazione con le volontarie in servizio civile (entrambe costrette ad interrompere il servizio per motivi di salute)

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sono state ospitate 9 madri, 4 delle quali, oltre a dover affrontare i problemi legati alla maternità, provenivano da situazioni di violenza familiare, e una donna senza figli, ma ugualmente fuggita da una situazione di violenza fisica e psicologica. Le ospiti della Casa e i loro bambini non sono stati solo accolti e sostenuti dal punto di vista pratico, ma inseriti in attività di socializzazione e aggregazione come la redazione di giornalini, l’organizzazione di un teatrino di burattini, l’approfondimento della danza, della musica e del canto, e la partecipazione a corsi di formazione di vario tipo. Le attività del progetto sono state pubblicizzate attraverso al redazione di articoli pubblicati sia sui quotidiani locali (il Tempo, il nuovo Corriere viterbese, il Corriere di Viterbo, l’Opinione) che su mensili (Vita della Diocesi, Sì alla Vita); inoltre due importanti eventi di promozione sono stati La settimana del volontariato a Viterbo e il convegno dei Centri di aiuto alla vita a Firenze. Presso l’Associazione Piccole Apostole Sociali, che ha sede a Roma all’interno di una ex casa famiglia nel famoso quartiere di Trastevere, il progetto ha perseguito l’obiettivo

comune del reinserimento socio lavorativo, ma lo ha fatto attraverso l’impegno delle volontarie in servizio civile nell’attività dello Sportello “Approdo sociale”, rivolte ai giovani in difficoltà del XVI Municipio costruendo e promuovendo spazi di gruppo relativi al confronto delle varie esperienze personali soprattutto per quei giovani appena usciti da Case Famiglia e Strutture Residenziali Protette. Nel corso dei dodici mesi sono stati 70 i giovani a rivolgersi allo sportello, sia telefonicamente attraverso il numero verde, che personalmente dopo aver fissato un appuntamento. Ben oltre le previsioni fatte in fase progettuale, sono stati 50 i percorsi di inserimento socio-lavorativo avviati e monitorati, anche

grazie al lavoro di rete che associazione e volontarie in servizio civile hanno saputo incrementare con le istituzioni ed altre realtà, in particolare con i Servizio Sociali del Municipio e con il progetto “Salvamamme” dell’ospedale San Camillo. Arrivati alla fine dell’anno di servizio civile l’analisi dei dati raccolti mostra una buona percentuale di raggiungimento degli obiettivi di cui ci si era fatti carico, nonostante a portare a termine il progetto sia stata una sola volontaria su quattro. E proprio Marilisa nel questionario di fine percorso scrive: “E’ stata una delle scelte più giuste fatte fino ad ora….sono sorpresa positivamente di come questa esperienza mi abbia aiutato a crescere interiormente”.    

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“Un faro sulla vita” Le attività dell’associazione Il Faro di Sora (FR) nascono a seguito di una diretta richiesta di aiuto di un gruppo di ragazzi tossicodipendenti, e i volontari, partendo dall’esperienza di un’altra realtà presente sul territorio della provincia di Frosinone, la Comunità Incontro, hanno iniziato un percorso di prevenzione del disagio e di recupero di quei giovani con l’obiettivo di diminuire il fenomeno della devianza giovanile sociale e culturale nell’area dei 27 comuni del Distretto socio-sanitario C. Le attività del progetto sono state realizzate in favore della fascia di popolazione più a rischio, quella che ha un’età che va dai 15 ai 29 anni (circa 20.000 nell’area interessata). I volontari in servizio civile hanno partecipato con entusiasmo e interesse all’attività di prevenzione e sensibilizzazione realizzata in collaborazione con il distretto scolastico n. 56 che ha raggiunto circa 1100 ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori; nello specifico hanno preparato i materiali necessari e realizzato incontri della durata di un’ora per aula, spiegando i rischi correlati all’uso di sostanze stupefacenti. Grazie alla loro presenza è stato anche possibile garantire l’accoglienza degli studenti presso i due sportelli informativi che già esistevano nelle due scuole medie inferiori di Sora. Nel corso del progetto inoltre, si sono svolte presso il Centro Documentale Argonauti, promosso dall’ASL di Frosinone, una serie attività rivolte ai giovani di età compresa

tra i 15 e 29 anni, registrando un netto incremento della partecipazione dei giovani utenti (circa 100) ai laboratori creativi (corso di fumetti, corsi di teatro), alle iniziative di socializzazione realizzate con cadenza settimanale (cineforum), alle attività sportive (tornei di calcetto e pallavolo) e al laboratorio di informatica.

Anche il Centro diurno è stato un punto di riferimento costante per il supporto ai propri utenti; sono stati realizzati diversi “Gruppi genitori” per i genitori dei ragazzi

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residenti presso i centri delle Comunità terapeutiche, ai quali però la partecipazione dei genitori stessi non è stata sempre assidua. La promozione di tutte le attività di socializzazione è stata curata soprattutto dai volontari, oltre che con il passaparola anche attraverso il costante aggiornamento della pagina facebook “Il Faro Onlus” attiva dal febbraio 2010 che conta, ad oggi, 523 contatti. I 4 volontari hanno dichiarato di aver visto confermare le loro aspettative iniziali e di voler continuare a partecipare ad alcune delle attività in cui si sono impegnati durante l’anno. Sicuramente quello che è stato più evidente in ogni occasione, compresi gli appuntamenti formativi, sono l’armonia e l’unione creatasi tra di loro in maniera naturale e spontanea: “Penso sia stata un’avventura fantastica, unica! Ho imparato ad essere più umile, ho lavorato con uno staff stupendo, siamo stati una squadra.” (Michela) “Sono soddisfatta del lavoro svolto insieme ai miei compagni durante quest’anno e contenta degli obiettivi che insieme abbiamo raggiunto. Potendo scegliere rivivrei da capo questa esperienza” (Federica). “Insieme per i malati oncologici” Potenziare la relazione d’aiuto verso il malato oncologico è la finalità sulla quale è stato costruito questo progetto da una rete di associazioni che operano nel settore dell’assistenza sociale alla malattia oncologica. Questo perché la qualità e la rete di relazioni d’aiuto che si riescono a tessere intorno ad un malato oncologico e alla sua famiglia permette di superare una serie di difficoltà di tipo organizzativo, sociale, relazionale, cui il paziente va incontro e che si vanno ad aggiungere alle già considerevoli cure mediche e alle preoccupazioni per il proprio stato di salute. La malattia oncologica, infatti, sconvolge l’equilibrio del paziente e dei suoi familiari a 360 gradi, inserendosi in ogni ambito della vita ( personale, relazionale, professionale, sociale…) e quello che le associazioni facenti parte di questa rete hanno modo di rilevare continuamente, grazie al continuo contatto con i propri utenti, è lo smarrimento per una mancanza di orientamento e di informazioni chiare, aggiornate, fruibili riguardo a strutture sanitarie, servizi sociali, procedure burocratiche, agevolazioni concesse, sostegno psicologico, servizi attivati dalle istituzioni territoriali e altro ancora. Quello che viene a mancare, infatti, è il collegamento fra le varie realtà che operano a sostegno del malato oncologico e un punto chiaro di accesso a queste informazioni. Inoltre, senza dubbio, non risultano ancora sufficienti i servizi sociali esistenti ( come ad es. assistenza domiciliare sociale e trasporto presso i luoghi di cura) rispetto al numero di richiedenti e alle dislocazioni territoriali. Questo progetto, allora, si è mosso principalmente in tre direzioni: l’attivazione di sportelli informativi e servizi di orientamento all’utente; l’attivazione, ove possibile, di servizi concreti di supporto al malato e alla sua famiglia come, ad esempio, il trasporto e, infine, l’organizzazione di campagne di sensibilizzazione sul proprio territorio di riferimento. Per quanto concerne la prima direzione, tutte le associazioni hanno attivato almeno uno sportello informativo per 5 giorni a settimana, almeno 4 ore al giorno ( alcune associazioni hanno tenuto lo sportello aperto l’intera giornata) riuscendo ad incrementare di oltre il 5% il volume degli utenti raggiunti rispetto al 2010. Questo intervento si è rivelato di estrema importanza in quanto si è andati a supportare i servizi orientativi istituzionali presenti sul territorio e a proporre uno sportello informativo in luoghi “chiave” per il malato oncologico, come ad esempio è successo

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per l’Associazione Sanes che opera direttamente all’interno del padiglione di Ematologia dell’ospedale San Camillo di Roma, per la sede di realizzazione viterbese, l’associazione Aman presso l’Ospedale Belcolle, per le attività dei volontari dell’associazione AMSO presso l’Istituto Regina Elena di Roma. Nella direzione progettuale del supporto diretto al malato attraverso servizi di assistenza le associazioni si sono mosse attivando servizi diversi secondo le loro peculiarità e possibilità. I ragazzi sono stati coinvolti in azioni di trasporto dei malati presso i luoghi di cura, in assistenza domiciliare sociale, in assistenza sanitaria e in assistenza ospedaliera.

(Nella foto il mezzo di trasporto utilizzato dall’Associazione Andrea Tudisco Onlus e i suoi clowndottori)

Tali servizi hanno avuto continuità per tutta la durata del progetto e hanno permesso un maggior afflusso di utenti proprio grazie alla presenza dei volontari in servizio civile. Dalle parole stesse di alcuni dei ragazzi in servizio civile è più facile comprendere il senso di questa esperienza. Sonia, ad esempio, dichiara: “Per me è stata una sorpresa, perché conoscevo solo superficialmente questa realtà e ho avuto modo di ampliare molto i miei orizzonti”, mentre Alessandra ci dice: “ Mi sento veramente una ragazza più tollerante rispetto ad un anno fa”, ed infine ecco le toccanti parole di Riccardo “ Penso che questa esperienza mi abbia profondamente cambiato, ha suscitato in me

Utenti raggiunti Associazione 

Anno 2010  Anno 2011 WELLNESS  500  523 SOGIT  850  900 ALCLI  115  12067 OSPEDALE  DOMICILIARE  FARA SABINA 

85  380 

AMAN  1545  2000 AMSO                 11000 ca.              12000 ca ASS. ANDREA TUDISCO  6200  6500 ASS. PETER PAN ONLUS  7000  7400 OSPEDALE DOMICILIARE ROMA  160   180 SANeS  2300  5000 

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una reazione più che positiva, dandomi l’opportunità di conoscere in ogni aspetto la vita di persone in grandi difficoltà e di “condividere” con loro queste situazioni, imparando ad affrontare la realtà ogni giorno; insomma…il servizio civile mi ha veramente cambiato la vita!” .

Infine, per ciò che concerne le iniziative di sensibilizzazione sono diverse le associazioni della rete che hanno partecipato alla manifestazione SANIT-VIII FORUM INTERNAZIONALE DELLA SALUTE 2011, tenutosi al Palazzo dei Congressi di Roma a cui hanno partecipato molte delle associazioni della rete. Ogni associazione ha poi organizzato autonomamente delle iniziative nel proprio territorio quali, per esempio: “Il soffio magico –

seconda edizione”

(spettacolo teatrale

presso la sala

Sinopoli dell’Audito

rium parco della musica di Roma ad Ottobre 2011); “Merry Christmas Peter Pan” (Spettacolo di solidarietà tenutosi al Gran Teatro di Roma il 5 Dicembre 2011); “Run 4 Sanes” (gara podistica non competitiva di 5 Km).

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“Una bussola per il disagio” “Una Bussola per il disagio” si occupa di sostenere le fasce più deboli della popolazione, non di rado, le più esposte ai rischi derivanti dall’emarginazione e dall’esclusione sociale. In particolare le attività hanno avuto luogo nel comune di Tarquinia e in quelli limitrofi, appartenenti al Distretto socio-sanitario VT2, in cui è attiva l’Associazione Umanitaria “Semi di Pace”, sede del progetto. Nella “vision” del progetto ha avuto un ruolo centrale l’ampio spazio lasciato allo sviluppo fisico, relazionale, psicologico e morale della persona. Lo sforzo costante è stato volto, infatti, sicuramente alla soddisfazione dei bisogni primari ma soprattutto alla maturazione della condizione personale e sociale delle persone utenti dei servizio progettuali. A questo fine, l'associazione ha sviluppato una vasta serie di attività che vanno dalla distribuzione di viveri e vestiario a persone con difficoltà economiche, alla costituzione di uno sportello informativo per migranti o ancora all’organizzazione di attività ludiche, ricreative e formative per persone diversamente abili. I locali e le attrezzature dell’associazione sono state costantemente messe a disposizione della cittadinanza e, in particolare, al mondo giovanile che, spesso, non riesce a trovare luoghi di aggregazione positiva. Da non sottovalutare, infine, l’importante attività comunicativa che ha impegnato le volontarie attive nel progetto. Tutti gli obiettivi del progetto sono stati raggiunti fornendo informazioni a più di 180 migranti, viveri e vestiario a circa 280 nuclei familiari, supportando 35 persone in stato di depressione e/o disagio psicologico e 20 mamme e ragazze madri che si sono rivolte all’associazione per avere un sostegno morale e materiale così da affrontare con serenità la propria gravidanza. Circa 1.100 contatti sono stati periodicamente aggiornati sulle tematiche associative e sono stati organizzati 3 eventi volti alla loro diffusione sul territorio, in collaborazione con l’equipe del “Gruppo Sorriso” che organizza le attività di cui si è detto per le persone diversamente abili. L’unica eccezione riguarda la fornitura di farmaci a domicilio degli utenti: per questo servizio ci si è attestati a soli 15 utenti rispetto ai 100 previsti a causa dell’ASL di Viterbo che, dopo essersi impegnata formalmente nel progetto, ha tagliato i fondi ad esso destinati. Tutte le volontarie hanno mostrato un tasso di gradimento del progetto molto alto e rimarranno attive nell’associazione compatibilmente con i propri impegni. In un caso, l’associazione ha deciso di creare e affidare a una di loro un nuovo settore.

Le volontarie in servizio civile presso l’associazione Semi di Pace

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“Dona in vita, per la Vita” Il progetto nasce dal desiderio di dare un contributo al superamento della carenza d’informazione che caratterizza il territorio della regione Lazio, su temi come la donazione e il trapianto di midollo osseo. È solo attraverso questi strumenti, ovvero trovando donatori HLA identici, che è possibile combattere efficacemente leucemie, linfomi, mielomi e altre neoplasie del sangue. Un simile obiettivo, peraltro, non è affatto semplice da raggiungere, essendo la probabilità particolarmente esigua (pari a circa 1/100.000) fra soggetti non consanguinei, mentre solo tra fratelli sale a circa un terzo. Vanno, inoltre considerate altre limitazioni come l’età del donatore o lo stato di salute. A tal fine, il progetto promuove una massiccia campagna informativa con target di riferimento costituito dalla cittadinanza laziale, e in modo particolare alla popolazione giovanile tra 18 e 35 anni, viste le recenti statistiche che mostrano un significativo rallentamento nel ricambio degli iscritti. L’Associazione Donatori Midollo Osseo (ADMO), che opera proprio con le finalità di cui si è fin qui detto dal 1990 e oggi attiva su tutto il territorio nazionale, ha costituito sedi con competenza sulle provincie di Roma, Latina, Frosinone e Viterbo attive nella sensibilizzazione, reclutamento di potenziali donatori e nel loro accompagnamento nelle varie fasi che potranno condurli alla donazione del midollo. È, inoltre, impegnata in attività di raccolta fondi con cui finanziare borse di studio a giovani medici biologi che approfondiscano lo studio delle leucemie e delle altre neoplasie del sangue e provvedano alla tipizzazione dei potenziali donatori. Giunti alla scadenza del progetto, la valutazione finale ha consentito di evidenziare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla scheda progettuale: sono state organizzate 8 manifestazioni nelle diverse province del Lazio, come ad esempio “Ehi, Tu! Hai midollo?”, a Roma e a Viterbo, o “Baskettiamo”, a Roma e Latina, consentendo un incremento di 208 nuovi potenziali donatori inseriti all’interno del data base nazionale (IBMDR). Ad essi è stata dedicata un’attività di assistenza nelle varie fasi, dalla richiesta d’informazioni fino alla possibile donazione, per un totale di 25 ore mensili. Durante l’anno i volontari sono intervenuti in diverse scuole, incontrando complessivamente circa 1.200 studenti. Una maggiore difficoltà, anche a causa della crisi economica che investe il nostro paese, è stata riscontrata nell’attività di fund raising, per la quale non è stato possibile raggiungere l’obiettivo prefissato di aumentare del 10% i fondi raccolti nell’anno precedente. Tutti i volontari hanno manifestato livelli di gradimento molto alti e intendono continuare a collaborare con l’associazione, come possibile, nelle varie attività. In un caso, la permanenza nell’associazione si è ancor più strutturata visto che il volontario è stato inserito nel consiglio direttivo dell’associazione

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I volontari in servizio civile di tutte le sedi ADMO

Le volontarie in servizio civile presso la sede ADMO di Viterbo  

Immigrati: percorsi di integrazione Il progetto ha coinvolto associazioni che da diversi anni sostengono la popolazione immigrata nella Regione Lazio: 6 le sedi di realizzazione di “Immigrati: percorsi di integrazione”, a Roma e a Latina e provincia. Poiché la presenza di persone provenienti da altre Nazioni è in costante aumento, tra gli obiettivi progettuali riuscire a “sostenere un’utenza maggiore”: il numero degli utenti immigrati seguiti per bisogni legati alla “prima accoglienza” ha superato le aspettative previste, soprattutto nelle sedi dell’associazione Camminare Insieme (che nel corso dei 12 mesi di attività ha raggiunto più di 10.000 persone) e dell’associazione Tempo Amico, che ha incrementato del 1000% gli utenti e nella sede di Priverno (LT) dell’associazione Insieme che ha attivato il servizio, richiesto da 260 utenti.

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Anche gli sportelli informativi, fondamentali per l’orientamento legislativo e civico, hanno registrato un aumento molto rilevante di accessi dall’aprile 2011, da 140 a 300 contatti per la sola sede di Priverno (LT), da 5000 a 5502 per la sede del Forum delle Comunità Straniere, da 2750 a 3249 a Roma, nella sede di Camminare Insieme. I volontari in servizio civile, che sono stati coinvolti in tutte le attività previste, sono stati un supporto essenziale visto il flusso degli utenti e le attività innovative proprie del progetto come i laboratori di insegnamento della lingua italiana (L2) a “Camminare Insieme” e la diffusione dell’intercultura presso la cittadinanza, in particolare con interventi negli Istituti scolastici (per es. Istituto Tecnico Turistico “Via della Stella” di Albano Laziale – RM) e, dunque, proposte efficaci per coinvolgere sul tema i più giovani (concorso fotografico “Gente e colori…verso la multiculturalità”). Il progetto “Immigrati: percorsi di integrazione” ha coinvolto i volontari in servizio civile in nuove realtà associative e in un ambito settoriale che conoscevano poco, o affatto e, dalle loro dichiarazioni (la maggior parte rilasciate nel questionario di monitoraggio finale) emerge come abbiano “scoperto un nuovo, affascinante mondo” , che li ha aiutati nella loro crescita, “sensibilizzandoli” verso le persone che si trovano in un contesto socialmente e culturalmente diverso da quello di origine. Del resto, quando si parla di immigrazione molto spesso ci si scorda quanto la diversità possa aiutare a conoscere se stessi. Svolgendo il servizio civile si sono impegnati come insegnati di lingua italiana, operatori nel sostegno al disbrigo di pratiche amministrative ma anche “come buoni e pazienti ascoltatori delle problematiche che affrontano gli immigrati”. Oltre alla “distruzione degli stereotipi e pregiudizi legati al mondo dell’immigrazione”, l’esperienza di questo progetto li ha portati “ad acquisire fiducia verso il prossimo” (Gioia). La maggior parte dei ragazzi ha espresso il desiderio di continuare a collaborare volontariamente con l’associazione dove ha svolto il servizio e per diversi di loro questa esperienza è stata utile per “un valido orientamento al futuro lavoro”. Una volontaria in servizio ha deciso di scrivere la tesi di laurea sull’esperienza che ha svolto in associazione e un’altra, a progetto concluso da 2 mesi, ha chiesto una consulenza a SPES per la redazione di un progetto in favore di persone immigrate. L’esperienza di lavoro in gruppo li ha aiutati nel relazionarsi con gli altri, rispettandoli e rispettandone opinioni, consigli e suggerimenti. La città solidale Il contesto settoriale del progetto “La città solidale” è quello del disagio sociale dovuto alla povertà; il contesto territoriale quello della Regione Lazio, dove l’Associazione Banco Alimentare del Lazio Onlus opera. Il Lazio presenta contesti territoriali fortemente diversificati da un punto di vista socio demografico, economico, culturale e di articolazione del disagio sociale. Convivono, infatti, aree di dinamismo socio economico, dove prevalgono forme di disagio tipicamente metropolitane, come senza fissa dimora e nuove povertà familiari; aree

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caratterizzate da un’economia di sussistenza, fortemente condizionate dalla presenza di popolazione anziana e fenomeni di marginalità sociale legata soprattutto ai giovani; aree di precarietà socio economica, dovuta alla difficile transizione produttiva. Per quanto concerne la situazione del fenomeno “povertà”, nella Regione Lazio sono circa 428.676 i residenti in condizione di povertà relativa che rappresentano in percentuale l’8,1% della popolazione complessiva. In totale corrispondenza con la missione propria del Banco Alimentare, cioè la valorizzazione sociale delle eccedenze alimentari a scopo benefico, gli obiettivi del progetto hanno consolidato l’attività già svolta, incrementandola e innovandola per far fronte alle nuove e continue richieste delle associazioni ed enti caritativi “riceventi” accreditati, che distribuiscono sul territorio gli alimenti raccolti e che, nel 2011, sono passati da 366 a 420. L’obiettivo progettuale di incrementare la raccolta degli alimenti è stato ampiamente raggiunto; l’operato, a tal fine particolarmente dei tre volontari in servizio presso la sede romana, indirizzato e sostenuto dai responsabili dell’associazione, ha garantito di recuperare 4332 tonnellate di prodotti alimentari, superando sensibilmente l’incremento del 20% delle 2390 T. raccolte nel 2008. I generi alimentari a lunga scadenza sono stati opportunamente immagazzinati e conservati, con l’impegno dei quattro volontari in servizio civile delle due sedi di Guidonia (RM). Decine i soggetti della filiera agroalimentare (grande distribuzione e non solo) che donano le proprie eccedenze alla Rete Banco Alimentare che, col servizio di promozione previsto dal progetto nel 2011, ha portato alla messa a sistema dell’azione “Siticibo”, la raccolta di cibo cucinato ma non servito (e di alimenti freschi come frutta

e verdura, pane e dolci), coinvolgendo mense e grande ristorazione da cui recuperare quei beni alimentari con arco temporale “breve” da ridistrubuire agli enti riceventi nel rispetto delle norme di sicurezza alimentare. I giovani volontari in servizio hanno dichiarato al termine dell’esperienza di aver avute “confermate le pur alte aspettative iniziali” (Francesca), acquisito “esperienza con cui affrontare anche il mondo del lavoro” (Andrea), imparato “a essere utile” (Nancy) e aver vissuto “un’avventura” che tutti sarebbero pronti a ripetere perché “ultra-importante dal punto di vista umano” (Carlos).

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7) Competenze acquisite dai Volontari durante la realizzazione dei progetti, crediti formativi e tirocini attivati per diversi progetti e loro effettiva spendibilità nel mondo del lavoro e degli studi Il sistema servizio civile SPES ha operato al fine di garantire che i progetti promossi rappresentassero valide esperienze di “realizzazione dei principi costituzionali di solidarietà sociale” e contributi “alla formazione civica, sociale, culturale e professionale dei giovani”, in continuità con le finalità proprie dell’istituto del Servizio civile (cfr. art. 1, lett. c e e, Legge 6 marzo 2001, n.64 “Istituzione del servizio civile nazionale). Indispensabile a tal pro la componente formativa, sia quella di natura “generale” che quella eminentemente “specifica”, la pratica, orientata dal metodo “dell’imparare facendo” (cfr. anche “Carta di Impegno Etico”) e le azioni di monitoraggio. I giovani hanno potuto seguire e confrontarsi con persone con esperienza nel loro settore di impiego, potendo maturare e rinsaldare le proprie attitudini, capacità e competenze. Per valorizzare l’esperienza si è deciso di rilasciare una certificazione delle competenze come documento utile per il volontario, capace di dire e mostrare quali acquisizioni siano state maturate grazie all’anno di servizio civile. Il certificato ha rappresentato l’output del processo di riconoscimento delle competenze che ha coinvolto tutti i soggetti interessati a partire dall’azione condotta dall’esperta del monitoraggio Govinda Vecchi e dalla Responsabile del Servizio Civile Chiara Mantovani, sono state declinati i panel di competenze propri di ogni progetto, la valutazione del livello di acquisizione è stata richiesta al volontario stesso (auto-valutazione) e all'operatore locale di progetto perché suo referente (etero-valutazione) e poi, ancora, a SPES che ha operato un raccordo delle due.

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L’attestato personalizzato è stato consegnato a ciascun volontario in servizio civile nel corso dell’incontro conclusivo organizzato per la chiusura dei progetti. (All. 6) Tutti i volontari in servizio civile hanno sperimentato la dimensione del gruppo, in effetti è la dimensione propria dell’impegno quotidiano di servizio civile, anche nei progetti che hanno conosciuto la presenza di un solo volontario in una determinata sede, il volontario è stato in relazione con altre persone. La complessità dell’incontro con l’altro è stata sperimentata e vissuta ogni giorno, riferita ai destinatari dell’attività progettuale e, a volte con fatica maggiore, alle persone con le quali è stata condivisa l’esperienza di servizio ecco perché la competenza del lavoro di gruppo è stata riconosciuta in tutti i certificati. Per quanto attiene il riconoscimento di crediti e tirocini è possibile rifarsi alla tabella 1.4; SPES ha rilasciato, inoltre, una certificazione a supporto della richiesta del volontario in servizio civile per il riconoscimento di crediti formativi universitari, facendo riferimento alla Circolare del MIUR 9 luglio 2004 rivolta ai Rettori delle Università degli Studi italiane circa l’attribuzione di crediti formativi per l’anno di servizio civile svolto. Anche le certificazioni ottenute a seguito dei moduli di formazione sopra descritti (BLS, NPS, informatica) sono valide ai fini del curriculum vitae e da considerarsi perciò spendibili nel mondo del lavoro.

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(All.2)

Dati Personali

nome e cognome

data strettamente confidenziale

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Informativa ai sensi dell’art. 13 D.Lgs. 196/2003

Con il Decreto Legislativo n. 196 del 30 giugno 2003 (Testo unico in materia di protezione dei dati personali, di seguito T.U.) sono previste specifiche norme di tutela dei dati relativi a persone fisiche, giuridiche e ad altri enti privati e pubblici. In virtù del T.U. il trattamento dei dati personali da parte di soggetti diversi dai diretti interessati deve avvenire secondo i principi di correttezza, liceità, trasparenza e protezione dei diritti e della riservatezza delle persone. Ai sensi dell’art. 13 del T.U., al fine di procedere al trattamento dei Vostri dati, Vi forniamo le seguenti informazioni. 1. Finalità del trattamento I dati1 da Voi forniti sono trattati da parte di SPES, ai sensi e per gli effetti dell’Autorizzazione Generale del Garante per la privacy, per le seguenti finalità: - consentire l’archiviazione, il censimento ed il monitoraggio dei dati dei volontari in servizio civile, anche ai fini delle successive comunicazioni all’Ufficio Nazionale e Regionale per il servizio civile; - trasmettere i dati acquisiti all’ente che predispone il modulo informatico, al quale i volontari avranno accesso durante lo svolgimento del servizio; - pubblicare sul proprio sito internet le notizie, le fotografie ed eventuale altro materiale illustrativo, relativo alle attività di servizio civile; - ogni altro tipo di trattamento che si rendesse necessario ai fini dell’assolvimento delle proprie funzioni quale ente di servizio civile accreditato. 2. Modalità di trattamento Il trattamento dei dati e del materiale documentale è effettuato per mezzo delle operazioni o del complesso di operazioni di cui all’art. 4 comma 1° lett. a) del T.U. (raccolta, registrazione, organizzazione, conservazione, cancellazione, blocco e distruzione dei dati). Le operazioni sono svolte con l’ausilio di strumenti elettronici e telematici. Il trattamento è svolto dal titolare. 3. Conferimento dei dati Il conferimento dei vostri dati personali è facoltativo. 4. Rifiuto del conferimento dei dati L’eventuale rifiuto al conferimento o alla comunicazione dei vostri dati personali comporta l’impossibilità di adempiere integralmente o parzialmente alle attività di cui al punto 1. 5. Comunicazione dei dati I dati da voi comunicati, nonché le notizie e l’altro materiale documentale sulle attività di servizio civile, saranno diffusi con le modalità indicate al punto 1. 6. Diritti dell’interessato L’art. 7 del T.U. conferisce all’interessato l’esercizio di specifici diritti, tra i quali: 1) ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se non ancora registrati, e la loro comunicazione; 2) ottenere l’indicazione dell’origine dei dati; delle finalità e modalità del trattamento; della logica del trattamento in caso di uso di strumenti elettronici; degli estremi identificativi del titolare, del responsabile e del rappresentante del trattamento, nonché dei soggetti e/o della categoria di soggetti ai quali i dati possono essere comunicati o che possono venirne a conoscenza in qualità di rappresentanti, responsabili e/o incaricati; 3) ottenere: l’aggiornamento, la rettificazione, l’integrazione dei dati; la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione della legge o di quelli di cui non è necessaria la conservazione; l’attestazione che dette operazioni sono state portate a conoscenza anche di coloro ai quali i dati sono stati diffusi o comunicati; 4) opporsi in tutto o in parte al trattamento dei dati che lo riguardano, al trattamento finalizzato all’invio di materiale pubblicitario o alla vendita diretta o al compimento di ricerche di mercato ovvero alla comunicazione commerciale. 7. Titolare del trattamento Il titolare del trattamento è il Centro di Servizio per il volontariato “SPES – Associazione Promozione e Solidarietà” con sede in via Liberiana, 17 – 00185 Roma. In relazione alle informazioni fornite dal titolare del trattamento dei dati con nota somministrata ai sensi dell’art 13 D.Lgs. 196/03 (T.U. in materia di protezione dei dati personali), il sottoscritto…………………………………………………………………………………………………………………………….

presta non presta il suo consenso al trattamento dei dati personali necessari al perseguimento delle finalità indicate nella nota informativa sopra riportata. Luogo e data Firma

…………………………….. …………………………………………

1 Si definiscono dati “sensibili” i dati idonei a rivelare l’origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l’adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Si definisce dato “personale” qualunque informazione relativa a persona fisica, persona giuridica, ente od associazione, identificati o identificabili, anche indirettamente, mediante riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi compreso un numero di identificazione personale. In base all’art. 23, comma 1 del T.U. in materia di protezione dei dati personali, di cui al D.Lgs. n. 196/2003, il trattamento di dati personali da parte di privati o di enti pubblici economici è ammesso solo con il consenso espresso dell'interessato.

47

DATI PERSONALI

Cognome:………………………………………………………………………………………….

Nome:………………………………………………………………………………………………

Comune e data di nascita:…………………………………………………….……………………………………….

Indirizzo attuale (domicilio):……………………………………………………………Comune……………………CAP……………………..

Tel. casa:………………………………… Cellulare:…………………………………….........

Tel. ufficio:…………………………………………………………………………………………. E-mail : ……………………………………………………………………………………………. Stato civile:……………………………………………………………………………………….. Figli: SI NO FORMAZIONE (indicare solo l’ultimo titolo conseguito e l’eventuale iscrizione ad uno dei percorsi formativi sotto indicati) Laurea:……………………………………………………………………………………………… Università:………………………………………………………………………………………….. Anno Accademico:……………………….. Votazione:…………………………………. Titolo e materia della Tesi:………………………………………………………………………. ……………………………………………………………………………………………………...

48

Iscrizione al Corso di Laurea:……………………………………………………………………. Università:………………………………………………………………………………………….. Esami sostenuti:…………………………………………………………………………………… Anno Accademico:……………………………………………………………………………….. Diploma / Iscrizione alla Scuola Media Secondaria:…………………………………………… Istituto:………………………………………………………………………………………….. Anno Scolastico:…………………… Votazione:……………………… Licenza di Scuola Media Inferiore:………………………………………………………… Istituto:………………………………………………………………………………………….. Anno Scolastico:…………… Votazione:…………………………………………. LINGUE CONOSCIUTE

(livello di conoscenza da 1 a 5, il valore 5 equivale a madrelingua)

Lingua

Letta

Scritta

Parlata Certificazione (Si/No)

Inglese

Francese

Tedesco

Spagnolo

Altra lingua

CONOSCENZE INFORMATICHE (base):

……………………………………………………………………………………………………

49

…………………………………………………………………………………………………… Certificate: SI NO (avanzate): …………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………

Certificate: SI NO

ALTRI TIPI DI FORMAZIONE Corsi/Master:

Dal Al

Struttura erogatrice

Titolo/Argomento

Tirocini scolastici/universitari: Dal Al

Azienda/Ente

Tipologia dell’attività

50

Stage: Dal Al

Azienda/Ente

Contenuti

ESPERIENZE PRECEDENTI NELLO STESSO SETTORE INDICATO NEL PROGETTO (LAVORO/VOLONTARIATO) indicare la durata in mesi o frazioni di mese uguali o superiori a 15 gg. Durata: Dal Al

Società

Settore

Ruolo ricoperto:………………………………………………………………………………………………

Durata: Dal Al

Società

Settore

Ruolo ricoperto:……… …………………………………………………………………………

51

ESPERIENZE PRECEDENTI IN SETTORI ANALOGHI A QUELLI INDICATI NEL PROGETTO (LAVORO/VOLONTARIATO) indicare la durata in mesi o frazioni di mese uguali o superiori a 15 gg. Durata: Dal Al

Società

Settore

Ruolo ricoperto:……………………………………………………………………………………..

Durata: Dal Al

Società

Settore

Ruolo ricoperto:……………………………………………………………………………………..

ESPERIENZE PRECEDENTI DI LAVORO (non attinente al progetto) Dal Al

Società

Settore

Ruolo ricoperto:…………………………………………………………………………………………. Motivo del cambiamento:……………………………………………………………………………….

52

Dal Al

Società Settore

Ruolo ricoperto:…………………………………………………………………………………… Motivo del cambiamento:………………………………………………………………………………

Motivo del cambiamento:………………………………………………………………………………

Indica quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scegliere il progetto di servizio civile a cui ti sei candidato ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… Cosa ti aspetti di acquisire in termini di conoscenze e competenze da questa esperienza? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………… A partire dalle tue qualità e capacità, che contribuito ritieni di poter dare al progetto? ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….

53

(All. 3)

 

(All. 4)

54

(All. 5)

55

(All. 6)

Fronte

56

Retro