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Centro Studi C.N.I. 15 giugno 2017

Centro Studi C.N.I. 15 giugno 2017...INDICE RASSEGNA STAMPA Indice Rassegna Stampa Centro Studi C.N.I. 15 giugno 2017 Pagina I ALBI E MERCATO Sole 24 Ore 15/06/17 P. 1 Serve un equilibrio

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Centro Studi C.N.I. 15 giugno 2017

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. 15 giugno 2017

Pagina I

ALBI E MERCATO

Serve un equilibrio (vero) per correggere le «lenzuolate»Sole 24 Ore 15/06/17 P. 1 Guido Alpa 1

APPALTI

Gli appalti tornano a crescereSole 24 Ore 15/06/17 P. 13 Alessandro Arona,Alessandro Lerbini

3

ORDINI PROFESSIONALI

Professioni, studi con «vista Ue»Sole 24 Ore 15/06/17 P. 39 Maria Carla DeCesari

4

PREVIDENZA PROFESSIONISTI

Casse aperte ai «senz'Albo»Sole 24 Ore 15/06/17 P. 38 Federica Micardi 6

BIG DATA

Un'antitrust per difendere le democrazie dai Big dataSole 24 Ore 15/06/17 P. 1 Stefano Mannoni,Guido Stazi

7

PERITI INDUSTRIALI

Professionisti al passo coi tempiItalia Oggi 15/06/17 P. 35 10

MEDIAZIONI

Mediazione (semi)obbligatoriaItalia Oggi 15/06/17 P. 28 Eden Uboldi 11

ROGO DI LONDRA

Troppa plastica nessun allarmeCorriere Della Sera 15/06/17 P. 5 Luigi Ippolito 12

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ALBI & MERCATO

Serve un equilibrio (vero)per correggere le «lenzuolate»

di Guido Alpa

J 1rapporto dell' Ocse 2017

riguardante l'Italia espri-me apprezzamento per le

riforme attuate e sottolineache restano ancora importan-ti sfide da cogliere, e quindisollecita un ulteriore sforzoper ampliare e migliorare laconcorrenza nel mercato.

È evidente che, in un siste-ma come il nostro, incluso nelMercato Unico, la concorren-za e la sua disciplina costitui-scano uno dei valori priorita-ri, ma due osservazionidebbono essere fatte.

La prima. Nel mercato - secosì vogliamo chiamarlo,anche se sarebbe preferibiledefinirlo "settore" - delleprofessioni si sono succedutinegli ultimi anni interventigovernativi e parlamentari digrande momento.

Per le professioni "protet-te", che tutelano diritti garan-titi dalla Costituzione (adesempio, l'avvocatura e lamedicina) il nostro Paese si èadeguato alla disciplinacomunitaria.

-"vnua ► pagina 39

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Albi e mercato Pagina 1

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ALBI & MERCATO

Serve un equilibrio (vero)fra le regole e l'economiadi Guido Alpa

► ConN"

Anzi, per l'avvocatura èandato anche più in là,sopprimendo le tariffe

sia minime sia massime, men-tre la Corte di giustizia nellediverse decisioni emanate alriguardo aveva sempre atte-stato la conformità della disci-plina italiana a quella europea.Ha reso lecita la conclusionedi patti in cui professionista ecliente si dividono i rischi del-la perdita della causa, ha inclu-so una maggior trasparenzanei rapporti economici tra leparti, ha modificato i codicideontologici, ha aperto il set-tore alla pubblicità.

Non si può pretendere dieliminare ogni mezzo di con-trollo sulla formazione, sul ti-rocinio, sull'esame di Stato,sull' aggiornamento continuo- tutti strumenti che servonoper controllare la preparazio-ne, l'affidabilità e l'esperienzadel professionista - quando laprofessione tocca interessisocialmente così rilevanti co-melo sono la tutela della saluteo la difesa inunprocedimentogiudiziario.

S e vengono a mancare que-sti baluardi che costituisco-no un metodo di qualificazio-ne e uno schermo molto net-to di distinzione tra l'eserci-zio di una attività lavorativaindipendente qualsiasi e l'at-tività concernente le profes-sioni "protette" , non vi sa-rebbe più ragione di impedi-re all'avvocato di esercitareun'attività d'impresa, di ac-collarsi compiti di natura so-ciale (come tutte le forme dicollaborazione nell'ammini-strazione della giustizia oggimesse in pratica spontanea-mente), di addossare agli Or-

dini professionali compiti dinatura pubblicistica.

In altri termini, non si puòcontemporaneamente man-tenere un impianto normativoche distingue professionisti eloro Ordini da imprenditori eloro associazioni da un lato, edall'altro trattare i professio-nisti come imprenditori.

Si calcoli che l'Ocse (ma an-che la Banca Mondiale e gli al-tri organismi che si occupanodi monitorare i mercati) svol-gono la loro pregevole attivitàdi ricerca e di indirizzo conun'ottica limitata, squisita-mente mercantile e senza al-cuna considerazione degli al-tri interessi socialmente rile-vanti che debbono essere con-temperati con quelli delmercato e che sono tutelatidalle professioni intellettuali.

La seconda osservazione ri-guarda la situazione concretadel "mercato professionale"in Italia. Posso parlare del set-tore dell'avvocatura, che co-nosco meglio di altri. Il nume-ro degli avvocati (circa25omila) certamente non in-duce a credere che l'avvocatu-ra sia in mano a un oligopolio.Il fatto che il 15%io degli studiprofessionali realizzi il 65%iodel fatturato complessivo, lapersistente crisi economicache ha ridotto gli introiti, l'as-senza di ogni provvidenza dinatura sociale, l'incertezza delfuturo ha indotto molti avvo-catiad aggregarsi in studi mul-tifunzionali con competenzediversificate, a fare economiadi costi, riducendo il persona-le e purtroppo anche gli acqui-sti librari, affidandosi esclusi-vamente alle informazioni e aidati acquisibili gratuitamenteda internet. Senza parlare del-le miserevoli condizioni eco-nomiche imposte da banche e

assicurazioni ai loro difensori,sicché è nato unproblemagra-ve di cui si dovranno far caricoil Governo e il Parlamento, ecioè l'equo compenso per illa-voro prestato: anche l'attivitàindipendente, intellettuale eprofessionale ha diritto allagaranzia costituzionale riser-vata al lavoro.

Non si vede quali siano an-cora le regole da sopprimereper estendere la concorrenza,ma semai, sidevepensare are-gole che rimedino agli effettinegativi che hanno prodottole cosiddette "lenzuolate".

Alcuni economisti, si sa, nonhanno simpatia per le regolegiuridiche, considerate comelacci e lacciuoli, l'Autorità an-titrustnonha simpatia per i co-dici deontologici, ritenendoche l'etica sia un ostacolo airapporti economici (!), la co-stituzione di società di tipocommerciale è considerata lapanacea per promuovere ulte-riori progressi della concor-renza, e non si considera checosìfacendo si inducono i pro-fessionisti ad adottare l'otticamercantilista, li si spinge a di-ventare sempre più imprendi-tori, quindi a commerciare ladifesa in giudizio, le cure dellasalute, la garanzia notarile del-la autenticità degli atti e cosìvia. E allora, anziché seguire laScuola di Chicago, si potrebbecominciare studiare i preziosicontributi della Scuola diYale,con Guido Calabresi in testa, ea bilanciare law & economics,e gli altri interessi che la socie-tà reclama senza ottenere ri-sposte affidabili?

O RIPRODUZIONE RISERVATA

.......................................................................................

Il dibattitoL'intervento di Guido Alpa seguequello di Andrea Goldsteinpubblicato sul Sole 24 Ore di ieri

Albi e mercato Pagina 2

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Il caso . Primi dati positivi coni Inuovo codice peri lavori pubblici: nei primi cinque mesi dell'anno +2,3% in valore

Gli appalti tornano a crescereAlessandro AronaAlessandro LerbiniROMA

Torna a crescere il mercatodei lavori pubblici. Lo scossoneprovocato dal nuovo codice ap-palti nell'ultimo anno haportatoil settore a lunghi periodi di caloseguiti dapoche fasidirecupero.Ora il dato di maggio fornitodall'osservatorio Cresme Euro-pa Servizi mostra unboom di ga-re e importi mala chiave stapro-prio nel confronto con maggio2016, ovvero il primo mese "pie-no" dopo l'entrata in vigore (adaprile dello scorso anno) del co-dice appalti, quando gli enti si ri-trovarono in forte difficoltà nelrecepire le nuove regole e le atti-vità di pubblicazione di gare fu-rono quasi azzerate.

Il mese scorso sono state pro-mosse 1.597 gare per un importodi 1,644 miliardi. Rispetto a mag-gio 2016, quando i bandi furonosolamente 965 per appena 262

ENTI. APPALTANTIIn rialzo amministrazionicomunali (+1,6%),Ferrovie (+225%)e l'edilizia sanitaria (+84%)Frenano le maxiopere

L'andamento

milioni, il numero di avvisi cre-sce del 65,5% e il valore del 526percento. Con questo risultato, iprimi cinque mesi del 2017 tor-nano inpositivo:+5,2°io pergli av-visi (7.249) e +2,3°io per i valori(6,996 miliardi).

Indici in rialzo per le ammini-

strazioni comunali che hanno

promosso da gennaio a maggio

4.507 appalti (+9,8%) per2,07mi-

liardi (+1,6%). Spingono sull'ac-

celeratore anche le Ferrovie (so-

prattutto con Cociv) che hanno

indetto 117 gare (+72%) per 1,094

miliardi (+225%). Seguono le

aziende speciali con 555 avvisi(+5,3%) per 942 milioni (-44,4°o),

la sanità pubblica con 292 proce-

dure (+1o,6%) per 784 milioni

(+83,9%), l'Anas con 129 bandi

(-25%) per 329 milioni (-11%) e le

amministrazioni provinciali

con 351 gare (-23,2%) per 329 mi-

lioni (+3,6%).

Tranne ibandioltre i5o milio-ni, in calo del13°io (1,7 miliardi) ri-spetto ai primi cinque mesi delloscorso anno, tutte le altre classimettono a segno incrementi piùo meno consistenti.

Il maxi convegno «Connnet-tere l'Italia» organizzato a Romadal ministero delle Infrastruttu-re ha invece chiarito le priorità ei risultati dell'azione del mini-

Numero e importo dei bandi di gara pubblicati per mese. In min di euro_. IM PORTI (scala sx)

3.000

NUMERO BANDI (scala dx) -

2.000

1.800

1.600

1.400

1.200

1.000

0

2016 M G L A S 0 N D 2017 F M A M

800

stro Graziano Delrio in materiadi trasporti (tuttiidocumentidelconvegno sul quotidiano digita-le «Edilizia e Territorio»). Quat-tro le strategie chiave: 1) Integra-zione modale e intermodalità,perfavorire itrasporti sostenibi-li e ridurre l'uso della gomma.«Abbiamo messo al centro dellaprogrammazione lalogistica-hadetto Delrio - un settore che valeloo miliardi di euro di fatturato.Sono stati finanziati tutti i vali-chi e le connessioni porti-ferro-vie». Ricordati anche la riformadei porti, con i fast-corridor e losdoganamento inmare e l'accor-pamento delle autorità portuali,e gli incentivi al ferro e all'inter-modalità. Poi: 2) valorizzazionee manutenzione delle infrastrut-ture esistenti, prima di farne di

nuove (aumento della manuten-zione nei piani Anas e Ferrovie,sicurezza dighe e ferrovie regio-nali); 3) sviluppo urbano soste-nibile (5,8 miliardi per il rinnovodi autobus locali e treni regiona-li, 13,6 miliardi per ferrovie re-gionali, metropolitane e tram).Solo alla fine il punto 4) selezio-ne di opere utili, snelle e condivi-se. Proprio in questi giorniDelrio ha varato due decreti at-tuativi per lanciare il ,dibattitopubblico" preventivo sulle ope-re di dimensione rilevante, e leLinee guida perla selezione del-le priorità, con analisi difattibili-tà e costi-benefici finora maiusate in Italia come strumentoper la programmazione nazio-nale delle infrastrutture.

0 RI PRO OU ZIO NE RISERVATA

Fonti: Cresme Europa Servizi; elaborazioni C-log - LIUC Università Cattaneo

Appalti Pagina 3

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Ordini. I dati del Desk europeo di Confprofessioni evidenziano un aumento della libera circolazione

Professioni, studi con «vista Ue»Il primato dei riconoscimenti ai medici - Pochissimi gli avvocati

Maria Carla De Cesari

I professionisti italiani sem-pre più scelgono di esercitare laprofessione in altri Paesi Ue. Tra il2013 efl2o15ilnumero diquantihan-no scelto di svolgere l'attività inuno dei Paesi europei è aumentatoquasi del 35 per cento. t vero che inumeri assoluti continuano a esse-re contenuti in poco più di 5.300unità (procedure con esito positi-vo) e che oltre il 21% di quanti scel-gono un Paese Ue svolge la profes-sione di medico, una qualifica "faci-litata" nella libera circolazione dal-la formazione omogenea. Con unavocazione a uscire fuori dall amuranazionali di meidic e architetti,mentre gli avvocati italiani stabilitiin altri Stati Ue superano di poco ledita delle mani (sono 12).

Inumeri,purcontenuti,testimo-niano però un processo di euro-peizzazione delle professioni ita-liane. Una cartina di tornasole èrappresentata anche dalle azioniintraprese nell'ambito delle istitu-zioni professionali: per esempio,l'Ordine dei commercialisti di Mi-lano staaprendo uno sportelloperitirocini all'estero e Confprofessio-ni, confederazione di associazioniprofessionali, promuove l'Era-smusperiprofessionistiincollabo-razione con dieci centri di contatto(atenei, consorzie Cdc).

«Abbiamo seguito passo dopopasso l'evoluzione normativa co-munitaria. La direttiva del 2005 sulriconoscimento delle qualifiche -

spiega Gaetano Stella, presidente diConfprofessioni - è risultata nonidonea al raggiungimento degliobiettivi di libera circolazione acausa dei differenti modelli di rego-lamentazione delle professioni neidiversi Paesi e delle barriere che al-cuniStatihanno eretto aprotezionedi talune attività professionali. Soloconladirettiva2o13/55/Ue,recepitainltalia nel2o16, il Parlamento euro-peo è riuscito a imprimereun'acce-lerazione sul riconoscimento dellequalifiche professionali, utilizzan-do la piattaforma del sistema Imi esoprattutto l'introduzione dellates-sera professionale europea».

Il sistema lini è lo strumento ob-bligatorio per lo scambio di infor-mazioni tra autorità competenti re-lative almercatointerno, sviluppatodalla Commissione europea in col-laborazione congli Statiinrelazionealla cooperazione amministrativa eall'assistenzareciproca:insomma, èuna piattaforma su cui viaggiano leinformazioni relative, tra l'altro, ali-bera circolazione dei professionistie qualifiche. Sempre nel segno dellasemplificazione, dal2o16percinqueprofessioniregolamentate (nel"lin-guaggio Ue" si tratta delle attività ilcuiesercizioè sottoposto aregoleadhoc) èstataprevista(sivedalatabel-la) la tessera professionale europea(Epc), che "registra" formazione ecompetenze. Si tratta di una proce-dura elettronica, utile anche per il ri-conoscimento delle qualifiche pro-fessionali, in cui è possibile segui-reiol'iteronline.

Secondii dati elaborati dal Deskeuropeo di Coniprofessini «i Paesipiù gettonati - spiega Stella -sonoRegno Unito e Svizzera, in quantoil mercato dei servizi professionaliè piùvivace rispetto all'Italia».Pro-prio il destino di lavoratori e pro-fessionisti Ue stabiliti in Gran Bre-tagna sarà uno dei capitoli dellatrattativa per Brexit.

91 E] PRO D UZID NE RISERVATA

Ordini professionali Pagina 4

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La libera circolazione

LA MOBILITÀ DEI PROFESSIONISTI ITALIANIIl bilancio delle richieste di riconoscimento delle qualifiche conseguite in Italia

Anno 2013 2014 2015

Richieste di riconoscimento automatico perle professioni settoriali -esito positivo 2.922 3.703 4.300

Richieste di riconoscimento automatico basato sull'esperienza professionale -esito positivo

41 88 41

Sistema automatico di riconoscimento senza misure compensatrici - esitopositivo 496 990 918

Richieste di riconoscimento a seguito di una prova attitudinale - esitopositivo 17 16 41

Richieste di riconoscimento a seguito di un tirocinio di adattamento -esito positivo 41 71 35

Richieste di riconoscimento automatico per le professioni settoriali - esitonegativo 23 60 38

Richieste di riconoscimento automatico basato sull'esperienza professionale -esito negativo 138 104 124

Richieste di riconoscimento a seguito di una prova attitudinale - esitopositivo 5 5 5

Richieste di riconoscimento a seguito di un tirocinio di adattamento -esito negativo 7 2 3

Ricorsi 5 3 3

Periodi di adattamento in corso 78 180 55

In corso di esame 312 511 376

Decisione prese dagli Stati membri ospitanti 4.085 5.737 5.939

I II

LA TESSERA PROFESSIONALEDati gennaio 2016- marzo 2017

Fisioterapisti Infermieri Guidealpine Farmacisti

Ag.Immob.

999 706 517 289 87

337 209 321 110 38

180 143 118 81 31

29 21 83 14 14

GLOBETROTTERLe statistiche per medici e architetti

2013

2014

2015

Totalerichieste

47

36

326

Decisionipositive

42

20

311

di cuiSpagna

19

30

30

di cuiRegno Unito

251

2013 1.784 1.714 98 548

2014 1.830 1.678 - 830

2015 L216 1.153 124 374

Fonte: Confprofessioni Fonte: Confprofessioni

Ordini professionali Pagina 5

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Previdenze La proposta di riforma sugli enti dei professionisti

Casse aperte ai «senzAlbo»Federica Micardi

È arrivato il momento di re-visionare il sistema della Cassedi previdenza dei professioni-sti.Apensarlo sono ivertici dellaCommissioneparlamentare dicontrollo sull'attività degli entigestori di forme obbligatorie diprevidenza e assistenza; il presi-dente Lello Di Gioia e i vice pre-sidenti Titti Di Salvo e GiuseppeGalati hanno infatti presentatouna proposta di legge (atto Ca-mera 4495) che ri-disciplina glienti previdenziali privati.

Tra le novità: l'apertura anchealle professioni "non ordinisti-che", l'accorpamento tra enti dastimolare con la tassazione age-volata, la costituzione di un fon-do di garanzia tragli enti (a stabi-lirne il funzionamento sarà undecreto ministeriale), il definiti-vo chiarimento della natura"privata" delle Casse. La propo-sta di riforma interviene anchesul sistema dei controlli, ricono-scendo un maggior potere allaCovip, riducendo i ministericoinvolti e prevedendo lo scio-glimento degli enti che si trova-no inuna situazione di squilibriofinanziario non sanabile.

Ma andiamo con ordine. Laproposta di legge Di Gioia-DiSalvo-Galati è composta da 20articoli e 6 sei capitoli. L'articolo

1, che delinea l'ambito di applica-zione, apre l'iscrizione anche«agli appartenenti a professioninon organizzate in Ordini e col-legi», ex lege 4-2013 purché nonesercitate nella forma del lavorodipendente. Quest'apertura siaccompagna al divieto di costi-tuire nuovi enti monocategoriali(articolo 3, comma 1).

Per incentivare l'accorpa-mento degli enti già esistenti la

Ji:ALTRE ilACostituzione di un fondodi gara nzi a , sconto perchi siaccorpa, riordino del sistemadei controlli e stretta perchinon hai conti in ordine

proposta di legge prevede unatassazione agevolata, pari al 15%quando quella generale propo-sta, armonizzata a quella dei fon-di di previdenza complementa-re, è del 2o%. La leva fiscale vieneanche prevista per agevolare gliinvestimenti nell'economia rea-le, anche in questo caso la tassa-zione prevista è del 15%.

Sulla pressione fiscale,nell'in-troduzione al testo, si auspicache anche in Italia - finanza pub-blica e Patto di stabilità europeo

permettendo- siarrivi atassareilrisparmio previdenziale solo almomento dell'erogazione, comeaccade nella maggioranza deiPaesi europei. Una mossa ogginon applicabile.

Sul fronte del controllo laproposta di legge prevede di af-fidarlo alla Covip, e che ci sianodue soli ministeri vigilanti (La-voro ed Economia), che hannotempo 6o giorni per esprimersisui documenti degli enti - se-gnalazioni periodiche, bilancieccetera - scaduto questo ter-mine scatta il silenzio-assenso.Un ruolo di controllo è ancheaffidato alla Commissione par-lamentare di vigilanza degli en-ti. Il testo interviene inoltre sul-la rappresentanza del Cda(massimo 5 membri) e i compo-nenti assembleari (massimo40).Per evitare il conflitto di in-teresse è, inoltre, previsto il di-vieto di nomina di rappresen-tanti ministeriali neicollegisin-dacali degli enti. Pugno di ferroper le Casse che si trovano in si-tuazioni di disavanzo economi-co-finanziario, gli step (articolo8) sono due: la nomina di uncommissario gestore e se in untriennio la Cassa commissariatanon torna in equilibrio scatta laprocedura di liquidazione.

91 RIPRO D UZION E RISERVATA

Previdenza professionisti Pagina 6

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Un'anrimwtper difenderele democraziedaiBigdatadi Stefano Mannonie Guido Stazi

remila miliardi didollari: è la

capitalizzazione dellecinque grandi imprese hightech statunitensi, collocateai vertici assoluti del listinodiWall Street.

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Big Data Pagina 7

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Un'antitrust per difenderele democrazie dai Big dataLa sfida è scrivere regole al passo con le nuove tecnologiedi Stefano Mannonie Guido Stazi

mondo occidentale. Nel mondo digitale nonpare valere la legge deirendimenti decrescen-ti. Anzi: con l'aumento degli utenti una piatta-forma aumenta divalore, perché simoltiplica-no le informazioni a disposizione e quindi gliinvestimenti per incrementare gli utenti han-no rendimenti marginalmente crescenti. Nonsolo: lapossibilità di profilare miliardi di utentiper via algoritmica, assemblandone gruppisterminati da esporre a pubblicità e offerte mi-

rate di determinati inserzionisti, indirizzan-done e condizionandone quindile scelte, sem-bra attaccare un altro caposaldo dell'econo-mia teorica, quello hayekiano per cui è il pro-cesso concorrenziale che governaimpersonalmente i sistemi di mercato, basatosulle scelte personali e individuali.

► Continui

Apple, Google, Microsoft, Amazon eFacebookinsieme pesanopocome-no del Pil della Germania, ma più diquello di Russia, Regno Unito,

Francia, Italia. Ma nonhanno debiti; anzi nelleloro casse, mal contati, strabordano 50o mi-liardi di dollari di liquidità in cerca di impie-ghi. È a tutti gli effetti l'alba di una nuova rivo-luzione industriale. La sua cifra? Un'econo-mia della disintermediazione digitale, che starendendo obsoleti molti lavori: circa il 5000delle attuali occupazioni, secondo alcuni ana-listi, sono automatizzabili e quindi in via diestinzione.Pochie significativiesempi:Ama-zon è il negozio più grande del mondo, senzaspazi fisici espositivi ma con un catalogo vir-tuale di 175mila pro dotti, 35 omila dipendenti e45mila robot impiegati solo nei magazzini; harimpiazzato migliaia di negozi, centri com-merciali e relativi dipendenti.

L'era della disintermediazioneNell'intermediazione finanziaria il processodi disintermediazione digitale è iniziato datempo col decollo delle banche online, chesvuota gli sportelli e le filiali, ma è pur sempregestito dagli operatori tradizionali: è in vistaperò una brusca accelerazione con l'entratanei sistemi dipagamento di Google,Amazon,Apple, e Facebook. Fenomeni cui abbiamogià assistito nei mercati delle comunicazionielettroniche e dell'intrattenimento, comple-tamente stravolti dal potere di mercato degliOverThe Top e dallaloro capacità di occupa-re e di sfruttare, più o meno gratis, le reti co-struite dagli operatori tradizionali del setto-re, sfuggendo non solo a una regolazione nonpensata per loro ma anche ai sistemi fiscalinazionali.

Google e Facebook rastrellano fl 40%io dellapubblicità mondiale online, circa il 9000 nel

Molti dati in mano a pochi soggettiCon una conseguenza inquietante: in un con-testo di informazione incompleta tale scena-rio potrebbe configurare un uso illegittimodel potere economico, diretto a falsare il mer-

SUL GRANDE SCHERMO

In The circle il dilemmafra privacy e trasparenza

I big data sono ormai parte anche del cine-ma. Il film The circle, con Toni Hanks ed

Emma Watson e ispirato all'omonimo librodi Dave Eggers, è una delle ultime pellicoleche affronta il tema delle implicazioni dellaraccolta dei dati personal i sullalibertà degliindividui. Mae Holland (in foto, l'attriceEmma Watson) è una giovane informaticache, in breve, porta The circle, l'azienda ditlc per cuilavora alivelli altissimi. Sitrova avivere da vicino il dilemma fra condisionedei dati, trasparenza, privacyper conclude-re che la tecnologia può avere impatti posi-tivi anche sulle nostre vite.

cato. E non solo: l'enorme concentrazione dipotere economico, costituito in gran parte dadettagliate informazioni, che ha generato ric-chezze inestimabili in possesso di un numeroristretto di soggetti pone anche un problemadi carattere politico. Questi patrimoni di co-noscenza possono essere utilizzati per in-fluenzare e condizionare anche altri tipi discelte. Oltreché consumatori siamo cittadiniche fanno parte di stati, sistemi di alleanze ul-tra statali e prendiamo decisioni che riguarda-no la vita di queste comunità e, in definitiva, laloro sovranità.

E qui la cronaca ci riserva una sorpresa. Lasovranità? Un inatteso ritorno di fiamma ver-rebbe dadire.PrimalaBrexit,poilapresidenzaTrump sembrano smentire i pronostici che fi-no a ieri affollavano le pagine dei tanti osserva-tori pronti a scommettere sul tramonto di que-stapietra angolare dello Stato moderno. La pa-rola d'ordine era interdipendenza, globalizza-zione, condivisione dei valori. La terra è piattaaveva scritto Thomas Friedman, brillante edi-torialista del NewYork Times, per sottolinea-re come la tecnologia stesse portando all'eva-porazione deigelosiconfini statali. E ora? Sem-bra che l'orologio abbia rimesso le lancette in-dietro. Conclusione condivisibile? No:affrettata.

Per afferrare la distanza tra apparenza e re-altà torniamo avolgerelo sguardo ai titani del-l'high tech e agli altri soggetti coinvolti nella

Big Data Pagina 8

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Le vite degli altri. Il data center di Facebook a Forest City in North Carolina

Dove si forma chi maneggiai Big data

Laureati con una forte formazione in statistica e analisi dei dati e relativo reddito nazionalelordo (dimensione delle bolle)

Romania

v

PaesiBassi

Spagna

0 Polonia

IlItalia

=Germania

• Russia

IndiaW Cina

0-5 0 5 10 15 20 25 30

Totale laureati ( in migliaia)

Nota: Si considerano gli studenti che hanno seguito corsi post-laurea o nell'ultimo annodi università in statisticacomputazionaleFonte: elaborazione Martin Hilbert (Università California) su dati Manyika e altri 2001 e Banca Mondiale 2010

tumultuosa epopea del digitale 2.o, della robo-tica e, a seguire, dell'intelligenza artificiale. Inpresenza dei budget illimitati di cui dispongo-no queste imprese, al cospetto della rapiditàdel passo dell'evoluzione tecnologica chespiazza l'agenda della politica, ebbene la so-vranità appare come uno di quei cassettonidell'Ottocento che finiscono irrimediabil-mente in cantina perché pomposi, ma inutili.La potenza dell'industria high tech non è do-mata dalla volontà politica dei singoli Stati.Anzi questi ultimi ne subiscono la lobby e nechiedono i servigi, che si tratti dell'ambito mi-litare o di intelligence o per condurre le pro-prie campagne elettorali che vengono indivi-dualizzate per definire con la massima preci-sione itarget deivotanti.

Se l'algoritmo è sovranoMa proprio qui sta la novità.I Big Data svolgo-no un ruolo attivo, non meramente servente.Nonèlaprimavoltanellastoriadell'Occidenteche lamacchina fairruzione sullo scenario po-litico ed economico. La differenza conilpassa-to è però che stavolta la macchina conduce igiochi, nonl'uomo. L'algoritmo è sovrano. E lademocrazia?Ecco, se c'è unperdenteinquestapartita questo è proprio la democrazia che halegato le sue sorti alla sovranità statale. E non èuna perdita da poco. Irrimediabile? Forse no.

Se è possibile iniettare una dose di ottimi-smo, questa proviene da due strumenti classi-ci, che sistanno cimentando sulterreno:l'anti-trust e la regolazione. Il primo, soprattutto inEuropa, sta provando, non senza fatica a con-tenere gli eccessi dei padroni dell'algoritmo. Isuoi mezzi sono potenti: l'abuso di posizionedominante è una clava che non lascia indiffe-rente nessuno, nemmeno le imprese più gran-di.Il secondo, laregolazione, neivari settori diinteresse, deve cercare di imbrigliare nellesue maglie lo sviluppo tecnologico per indi-rizzarlo verso obiettivi compatibili con uncerto grado di uguaglianza di opportunità, li-vellando il campo di gioco, garantendo l'effi-cienza del sistema.

Ci riesce? Con molta fatica perché il tempodell'evoluzione tecnologica e quello dell'in-tervento normativo sono sfasati. 11 primogodesempre di un vantaggio. E tuttavia, pur conquesti limiti, questi due poteri vanno valoriz-zati, assecondati e incoraggiati. Perché allostato attuale sono l'unico strumento per rigua-dagnare alla democrazia il terreno che ha per-so nel suo sodalizio conla sovranità. E pare cheBruxelles questa lezione l'abbia capita. Lo dob-biamo capire tutti.

Stefano Mannoni insegna all'Università di Firenze

Guido Stazi è segretario generale della Consob

91 RIPRO D OZIO NE RISERVATA

Big Data Pagina 9

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!Nell'Osservatorio del Consiglio nczziorrale lo stato della categoria e le prospe tive future

Professionisti al passo coi tempiCrescono i laureati. E l attività scopre salute e designAnalizzare l'evoluzione

della professione, lesue dinamiche inter-ne, ma anche metter-

ne a fuoco bisogni, potenzialità,domande. Con questi obiettivinasceva un anno fa un pro-getto ambizioso che il Con-siglio nazionale ha ritenutoindispensabile per disegnareil futuro: l'Osservatorio sullaprofessione del perito indu-striale, uno strumento pensatoper supportare la politica di ca-tegoria nella progettazione edelaborazione dei propri inter-venti. A febbraio erano prontii primi risultati, frutto di unapprofondito e ricco lavoro dianalisi portato avanti graziealla collaborazione di quasi 10mila iscritti che, partecipandoall'indagine di campo condot-ta, hanno fornito informazioniutili e preziose.

Pensato pochi mesi primadell'approvazione della legge89/16, l'Osservatorio ha mossoi suoi primi passi in un periododecisivo per la professione diperito industriale: il passag-gio legislativo che nel maggio2016 ha sancito l'obbligo diuna laurea per l'accesso allaprofessione. Non un mero tra-guardo formale, ma un tassellofondamentale che ha posto lebasi per avviare quel percorsodi cambiamento che la catego-ria vuole intraprendere.

Se c'è, infatti, un elemento difondo che traspare chiaramen-te dall'indagine, è la consape-volezza di trovarsi in un pas-saggio decisivo per la categoriae, più che mai, necessario pergarantire una nuova prospet-tiva di futuro. Ma la categoriaquesto cambiamento lo ha giàiniziato come evidenziano al-cuni dati della ricerca. Uno sututti il fatto di contare al suointerno circa il 10% dei laure-ati, non poco per una professio-ne un tempo di soli diplomati.Un altro dato che certifica il

cambiamento è, secondo i datidell'Osservatorio, l'attenzioneverso nuove specializzazioni,frutto di quella capacità reat-tiva e adattiva che negli anniha caratterizzato i periti indu-striali.

Se, infatti, i settori tradi-zionali (l'edilizia tra i primi)su cui la professione ha sto-ricamente fondato la propriaidentità presentano una do-manda declinante, la catego-ria si è spostata su nuove aree:dall'informatica alla salutee sicurezza fino al design. Diconseguenza anche l'attivitàdei professionisti si sta di-versificando assecondando leesigenze del mercato: quindile certificazioni, la consulen-za tecnica, legale e fiscale, laprevenzione. Non è un caso chegrazie a questo spostamento diprospettiva i periti industrialisono riusciti a resistere allacrisi tanto che nel 2016 quasiun quarto dei professionisti

ha visto aumentare il propriofatturato mentre per il 47,3%questo è rimasto invariato.

Ma è evidente che tutto ciònon basta di fronte alle sfideche la categoria ha di fronte asé. La prima è quella di riflet-tere sui profili di conoscenzee competenze necessarie pertornare a crescere. A questaè legato a doppio nodo il temadell'innovazione: c'è una una-nime consapevolezza di trovar-si in una fase nuova in cui tuttisono chiamati a reinventarsi,in una logica di rinnovamentoessenziale. In questa partita laformazione gioca un ruolo cru-ciale. Gli iscritti non la consi-derano un semplice obbligo dilegge, ma una necessità detta-ta dalla voglia di acquisire co-noscenze e competenze nuoveche oggi il mercato richiede.

Infine c'è il tema dell'inclu-sione, di quelle componenticioè, che, certifica il rapporto,sono ancora troppo margina-

li, quindi i giovani e le donne.Per quanto nell'ambito tecni-co-ingegneristico la presenzafemminile risulti ormai affer-mata, la professione di peritoindustriale continua ad avereun'impronta quasi esclusiva-mente maschile non più soste-nibile.

«Questo lavoro di analisisvolto tramite l'Osservatorio»,ha dichiarato il presidente delCnpi Giampiero Giovannetti,«costituisce una base conosci-tiva importante per fornireelementi utili all'elaborazionedelle politiche di categoria fu-ture. I dati a nostra disposizio-ne consentiranno, infatti, a chiha la delicata responsabilità diguida, di individuare le princi-pali criticità su cui è urgenteintervenire, sondando l'umoredella base o la sua condivisionerispetto a possibili iniziativefuture a supporto degli iscrittie di ogni singolo perito indu-striale».

Periti industriali Pagina 10

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Urla sentenza della Corte dr rusl,rzra I_,-'e indebolisce /(I. procedlini, il

Mediazione (semi)obbligatoriaLibertà di ritirarsi anche senza giustificato motivo

DI EDEN UBOLDI

Sì alla mediazione ob-bligatoria preventivama il consumatoreha diritto a ritirarsi

in qualsiasi momento, con osenza un giustificato motivo,in favore di un ricorso giuri-sdizionale. Questo il principiodichiarato nella sentenza sulcaso C-75/16, emessa ieri dellaCorte di giustizia dell'Unioneeuropea, che si è allineataall'avvocato generale Sau-gmandsgaard Oe (si veda Ita-liaOggi del 17 febbraio 2017),che aveva presentato le con-clusioni, non vincolanti, sullacontroversia riguardante uncontratto di apertura di cre-dito in conto corrente pressoil Banco Popolare Società Coo-perativa contestato dai consu-matori Livio Menini e MariaAntonia Rampanelli.Dopo aver concesso l'aperturadi credito al signor Menini ealla signora Rampanelli perpotergli mettere l'acquistod'azioni, il Banco Popolare harichiesto un decreto ingiunti-vo nei loro confronti per unaingente cifra, dovuta secondoquanto stabilito dal contratto,firmato dalle parti il 16 luglio2009. La coppia ha propostoopposizione, domandando lasospensione dell'esecuzione.Il tribunale di Verona, da unaparte ha rilevato che per pro-cedere all'opposizione, secondola legge italiana (art. 5, commi1-bis e 4, del dlgs 28/2010) ènecessario prima l'esperimen-to di una procedura di media-zione, dall'altra ha osservatoche i due correntisti sono daconsiderarsi consumatori se-

condo il codice del consumo,modificato dal dlgs 130/2015,provvedimento recepente delladirettiva 11/2013.Sospendendo il procedimento,il tribunale ha chiesto alla Cor-te se: i) il rimando della diretti-va 11/2013 a quella n. 52/2008possa essere inteso nel sensoche gli stati hanno la possibi-lità di prevedere la mediazioneobbligatoria solo nelle contro-versie derivanti da contrattidiversi da quelli di vendita odi servizi oltre quelle che nonriguardino consumatori; ii) sel'art. 1 della direttiva 11/2013osta a una normativa nazio-nale che prevede il ricorso allamediazione preventiva obbli-gatoria nelle liti insorte conun consumatore, prevedendo,inoltre, l'imposizione dell'assi-stenza difensiva e l'eccezionedel giustificato motivo, comeunica opzione per non parte-cipare.Sul primo quesito, la Corte haritenuto di non dover rispon-dere alla luce di una conside-razione: il paragrafo 2 delladirettiva 52/2008, infatti, af-ferma che tale provvedimen-to si applica alle controversietransfrontaliere in materiacivile e commerciale e il casoin questione vede tutte le par-ti domiciliate o abitualmenteresidenti in Italia.Sul secondo quesito, invece,ha stabilito che la direttiva11/2013 deve essere interpre-tato come non ostativa dellanormativa nazionale che pre-vede il ricorso a una proceduradi mediazione «nelle contro-versie indicate all'articolo 2,paragrafo 1, di tale direttiva,

come condizione di procedibi-lità della domanda giudizialerelativa a queste medesimecontroversie, purché un re-quisito siffatto non impediscaalle parti di esercitare il lorodiritto di accesso al sistemagiudiziario». Ma non si puòimporre l'assistenza obbliga-toria di un avvocato e limitareal giustificato motivo la possi-bilità di rinuncia alla misuradi risoluzione alternativa, haperò aggiunto la Corte. Infat-ti, l'art. 9, paragrafo 2, letteraa) della direttiva impone aglistati di garantire, nelle proce-dure alternative di risoluzione,la libertà delle parti di ritirarsiquando lo desiderino, se insod-disfatte dall'andamento delladisputa. E il ritiro non devemai comportare conseguenzesfavorevoli in sede giudizia-ria, ha dichiarato la Corte,aggiungendo anche che la di-sciplina nazionale può preve-dere sanzioni in caso di man-cata partecipazione delle partialla procedura di mediazionesenza giustificato motivo,purché il consumatore possaritirarsi successivamente alprimo incontro. Infine, perquanto riguarda l'assistenzadell'avvocato, l'art. 8, lettera b)statuisce che le parti possanopartecipare senza nessuna fi-gura legale a supporto.

Mediazioni Pagina 11

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C «Si è incendiato comeun cerino»: sotto accusala ristrutturazione esterna«Li avevamo avvertiti, erasolo questione di tempo»

dal nostro corrispondente che la torre venisse demolita.a Londra Luigi Ippolito Invece era stata ristrutturata

Tna tragedia annun-ciata. Provocata dal-l'incuria e dall'avidi-tà. A spese di chinon può permetter-

si una casa adeguata agli stan-dard di sicurezza moderni. Co-me sia stato possibile che unasimile catastrofe sia accadutanella Londra del Ventunesimosecolo: questa era la domandache in tanti ieri ponevano.E ci sarà bisogno ditrovare risposteadeguate. Soprattut-to perché un gruppodi attivisti locali ave-va avvertito più voltenel corso degli anniche la Grenfell Towerera a rischio. «Tutti inostri moniti sono ri-masti inascoltati hadetto ieri il portavocedel Grenfell ActionGroup . Quello che èaccaduto era inevitabile.Era soltanto una questio-ne di tempo».

Il gruppo aveva chiesto

con l'istallazione di un rivesti-mento esterno in alluminio epolistirolo , materiale plastico,che è stato probabilmente lacausa della rapida propagazio-ne delle fiamme . «Si è accesacome un cerino », hanno rac-contato i testimoni.

La torre era stata costruitanella prima metà degli anniSettanta ed era di proprietàdelle autorità locali: alloggipopolari per le fasce più debolidella popolazione . In quel-l'epoca Londra aveva visto sor-gere numerosi grattacieli, neltentativo di soddisfare le cre-scenti necessità abitative dellacapitale. Edifici però moltolontani come qualità da quellimoderni e scintillanti chepunteggiano la City . E proprioper «abbellire » la GrenfellTower e nascondere la struttu-ra esterna di cemento sarebbestato disposto il nuovo rivesti-mento.

Nel1996la gestione era stataaffidata a una società indipen-dente, la Kctmo. Ed è contro diessa che si sono indirizzati glistrali del gruppo di attivisti. «E

La ricostruzioneOre 0.45 Ore 1.30 Ore 9.45

dei famigerati pannelli ester-ni, oltre a finestre isolanti e unnuovo sistema di riscaldamen-to. Lavori durati due anni cheerano stati condotti in part-nership con la Rydon Con-struction. E ieri il direttore diquesta società ha cercato di di-fendersi: «Non sappiamo se cisia un legame diretto fra l'in-cendio e il rivestimento haaffermato . Ci sono diversitipi di rivestimento e non co-nosco le specifiche tecniche diquello in questione. Tutti imateriali e le procedure im-piegati hanno seguito le lineeguide di sicurezza: e il tutto èstato approvato dalle autoritàcompetenti». Ma i residentihanno denunciato la mancan-za di un sistema antincendiocentralizzato o di un sistema diestintori automatico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Prime chiamate al numero Testimoni confermano che le I vigili del fuoco arrivano ald'emergenza 999 fiamme hanno completamente 2lesimo piano, le fiamme nonper un incendio al quarto piano. avvolto l'edificio. Qualcuno sono ancora del tutto domate.In soli sei minuti, secondo racconta di bimbi lanciati dalla Un esperto di ingegneriai calcoli dei vigili del fuoco, finestra (e salvati), altri accusano strutturale valuta la stabilitàle fiamme raggiungono il tetto i pompieri di attendismo della Grenfell Tower

un pensiero terrificanteavevano scritto appena lo scor-so novembre ma temiamoche solo un evento catastroficoesporrà l'inettitudine e l'in-competenza del nostro proprietario, la Kctmo, e potràmettere fine alle pericolosecondizioni di vitae all'incuriaverso le norme di sicurezza che

vengono inflitte agli inquili-ni». Una sinistra profezia.

Che si concludeva conqueste parole: «Ab-

biamo raggiunto laconclusione chesolo un incidenteche risulti in unagrave perdita divite consentiràlo scrutinio ne-cessario a get-tare luce sullepratiche checaratterizzanola malvagia ge-stione da parte

di quella organiz-zazione».Lo scorso maggio

era stata completatala ristrutturazione da

dieci milioni di sterlineche aveva visto l'installazione

rogo di Londra Pagina 12

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L'edificio

• PopolareLa GrenfellTower, nelquartiere NorthKensington, ègrattacielo«proletario» di24 pianipopolato dacentinaia difamiglie dellaworking class esoprattutto daimmigrati.120appartamentiabitati da 400-600 persone

• RestylingLa Torre erastatainaugurata nel'74 ed era statasottoposta aristrutturazionenel 2015-2016per quasi 10milioni disterlinenell'ambito diun progetto diriqualificazionedell'area

• ComunaleIl palazzo èamministratodallaKensington andChelsea TenantManagementOrganisationper conto delmunicipio diKensington eChelsea

L'incendioè partitodal quartopiano

Ingresso

Lobby

Appartamenti

120 appartamenti

Gli italiani

IL RIVESTIMENTO SOTTO ACCUSAAncora ignota la causa dei rogo,anche se alcuni inquilini hanno riferitoche potrebbe essere stato un frigoriferodifettoso. II recente rivestimentodella facciata con pannelli di alluminioimbottito di polistirolo, forseinfiammabili, avrebbe acceleratola propagazione del fuoco:si tratta di pannelli isolantichiamati «elotex fr500»

Appartamento

Finestre

Pannelli di plastica i

Le fiamme si sono propagatesalendo lungo le pareti esternealimentate forse anchedal combustibile utilizzatoper riscaldamento e cucina,generalmente abbondantein un edificio di abitazioni.Sotto accusa pure la mancanzadi sistemi di controlloantincendio e l'invitoagli inquilini a chiudersiin casa e aspettare i pompieri

Finestre

• Le protesteNel 2013 uncomitato dicittadini, ilGrenfell ActionGroup,avevadenunciato lamancanza disistemi anti-incendioefficaci emesso inguardia suimaterialiscadenti usatiper ilrivestimento

• Il rischioDopo laristrutturazionela London FineBrigade avevaclassificato lostabile «arischio incendionormale» ma ilGrenfell ActionGroup avevacontinuato alanciare accusesostenendoche solo un«eventocatastrofico»avrebbe potutomettere finealle condizionipericolose divista deicittadini dellaTorre

rogo di Londra Pagina 13