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INTERVISTA A Norberto Ferretti Il costruttore delle Ferrari galleggianti CER

Cer il giornale della Ceramica n. 306 - assopiastrelle.it · gio e altri piccoli servizi». Come apprezzamento, Otello pro-mosse il figlio alle vendite. ... termini di assicurazione,

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INTERVISTA A

Norberto Ferretti

Il costruttore delleFerrari galleggianti

CER

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ria che si è nutritadi manualità e disudore, di impre-visti e di immagi-nazione, di casua-lità e di visioneimprenditoriale.A partire daquando, ad appe-na 16 anni, deci-se di piantarlacon la scuola permettersi a fare ilmeccanico nel-l’officina del padre Otello, che a Bologna,dopo essere partito con il commercio deicombustibili solidi (legna e carbone), avevaallargato il suo raggio d’azione a quelli liqui-di (nafta e gasolio) in abbinata ad alcuniarticoli per l’edilizia. Un’attività che avrebbepoi beneficiato di una concessionaria Lancia,arricchita del marchio Autobianchi, quindidi una subagenzia Maserati e infine di unaconcessionaria Lamborghini.

La decisione del giovane Norberto - bolo-gnese, classe 1946 - non era stata quindisuggerita da motivazioni economiche.Complice invece il padre, il quale non lospinse più di tanto a proseguire gli studi. «Ineffetti papà non si era reso conto che io,tutto preso dalle prime corse sui go-kart,diventavo matto nel cercare di sistemarlipersonalmente. E non me la presi quindipiù di tanto quando ordinò al caporepartoaddetto ai cambi e alle frizioni di dimenti-carsi che fossi suo figlio e di farmi lavorarecome e più degli altri».

Orgoglioso com’era, il giovanotto nonavrebbe mai ammesso di avere sbagliato(«Mio fratello Alessandro si era invece gua-dagnato il diploma di ragioniere»), anche seun po’ si vergognava a farsi trovare, da chi loconosceva, con una tuta unta e bisunta.Tuttavia Otello sapeva come “gestirlo”. Cosìun paio di anni dopo gli avrebbe affidato iprecollaudi delle auto. E non era certo male

di Mauro Castelli

Un creativo con la “C” maiuscola,pronto a guardare avanti («Per quanto

si cresca, il traguardo è sempre lontano»);un imprenditore particolarmente abile nelsaper coinvolgere i dipendenti, e non è datutti («Se ne guadagna in salute e per di più- ironizza - si allungano le vacanze»); unuomo che si vuole bene, e appunto per que-sto non si fa mancare nulla: si va dalla barcaa una scuderia di auto d’epoca, dall’aereoall’elicottero che a volte ama pilotare perso-nalmente. E ancora: un decisionista a tuttocampo («È una dote ereditata da papà»), maanche uno sportivo avventuroso ed eccessi-vo in gioventù, che il tempo ha saputo pla-smare: non prima comunque di essersi por-tato a casa il titolo di campione del mondooffshore, in classe 1, quando aveva già 48anni e l’età avrebbe forse consigliato maggio-re prudenza. Il tutto a fronte di una stradacostellata di sacrifici, intuizioni, difficoltà,successi.

Un personaggio davvero fuori dagli sche-mi il cavaliere del lavoro Norberto Ferretti,un nome e una garanzia a livello mondialenel campo della nautica di lusso, alle presecon una crescita del giro d’affari, da alcunianni a questa parte, che ha del sorprenden-te. E il cui merito è stato quello di essersisaputo inventare un “mestiere” più perscommessa che per altro; una prima-guidageniale e intuitiva che, pur disdegnando ingioventù i banchi di scuola, si è meritatouna laurea honoris causa in ingegneria navaleda parte di un ateneo, quello di Genova,non certo incline alla manica larga; un presi-dente che guida con lungimiranza il gruppoche porta il suo nome, peraltro gratificatodel riconoscimento di imprenditore dell’an-

no da partedella Ernst &Y o u n g .Insomma, unnumero unoche ha saputovia via, in

un’ottica vincente di acquisizioni, portarsi acasa i maggiori brand sul mercato facendolicrescere in valore e qualità. E che oggi èimpegnato nella progettazione del nuovoquartier generale, «che crescerà per step,proprio a fianco dell’attuale sede alla perife-ria di Forlì, a fronte di una potenzialità di50mila metri quadrati coperti».

Di certo è una bella storia, la sua. Una sto-

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NORBERTO FERETTIPresidente Ferretti Group

L’ingresso di fondi private equityha finanziato lo shopping dialtre aziende nautiche

In alto: lo yacht Pershing del 1972

Sotto: il cantierenavale CRN di Ancona

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andare in giro ad appena 18 anni alvolante di una Maserati o di unaLamborghini; incarico in seguitoaffiancato dalla guida della divisioneassistenza, che avrebbe saputoriportare in attivo grazie alla suaintraprendenza. «A quei tempi itagliandi comportavano il solo cam-bio dell’olio a pagamento; quindidecisi di apportare del valoreaggiunto, come la presa e consegnaa domicilio dei veicoli, il loro lavag-gio e altri piccoli servizi».Come apprezzamento, Otello pro-

mosse il figlio alle vendite. «Ma non facevaper me. Alessandro sì che era un genio nelsettore. Lui che era il mio punto di riferi-mento nonostante fosse nato meno di cin-que anni prima del sottoscritto. Per me unpadre in seconda quando diverso tempodopo papà venne a mancare, dopo avercomunque lasciato nelle mani di noi figli -della partita faceva parte anche la sorellaMiriam - la gestione aziendale. E, per poter-lo fare, dovetti essere emancipato in quantominorenne».

Ma torniamo al dunque. Il giro di svoltadi Norberto nel campo della nautica sarebbestato legato alla decisione di Otello di acqui-stare una barchetta, un Arcoa 570, nel nego-zio “Marina Sport” di Bologna. Ma quelloscafo lasciava molto a desiderare, «così unpaio di anni dopo passammo all’acquisto diun cabinato da sette metri sempre attraversoil Marina Sport, il cui proprietario,Giancarlo Bortolazzi, ci parlò di un possibileaccordo con l’americana Chris Craft, chetuttavia per dargli la rappresentanza preten-deva l’acquisto di almeno due barche. Ma luii soldi non li aveva. Perché non buttarci nel-l’affare? Così per pochi milioni di vecchielire diventammo soci al 50% di Bortolazzi,che avremmo ben presto perso per strada inquanto più interessato a produrre botti ecisterne in vetroresina che non a venderebarche».

Così il Marina Sport, nel 1968, venneribattezzato “Ferretti Nautica”. Ma gli affarierano quelli che erano, tanto che i contiquadravano soprattutto per la vendita inabbinata di moto Honda di grossa cilindrata.Tuttavia vendere barche si portava dietro ilvantaggio di poterle personalizzare. Anchese non era facile. A questo punto sarebbestato il caso a dare una svolta all’avventuranella nautica, complice un incidente.

«In effetti caddi da una barca, ancora

sistemata sul camion che ce la stava conse-gnando, fratturandomi un dito e lesionan-domi il bacino. Il che mi avrebbe fruttato, intermini di assicurazione, un milione e200mila lire. Quattrini che decisi di investi-re, in società con un amico, nella costruzio-ne di una barca per andare a pesca. Societàsciolta in quanto le nostre rispettive moglinon andavano d’accordo. Così mi misi adallestirla fruttando pezzi di recupero, motorecompreso, e utilizzando per i lavori di alle-stimento un certo Franchini, che sarebbediventato mio socio. Salvo poi ritirarsi, inperfetta amicizia, in quanto non se la sentivadi ingrandirsi troppo».

Quella barca, battezzata MS 11,60,Ferretti l’avrebbe presentata l’anno successi-vo al Salone di Genova dove, pur rifiutandol’offerta di acquisto del principe Ranieri diMonaco («Non potevo rischiare la faccia conun prodotto il cui “cuore” non era dei

Il Gruppo Ferretti si propone fra i numero uno a livello mondialenel settore della progettazione e della costruzione di megayacht eimbarcazioni sportive attraverso gli esclusivi marchi Ferretti Yachts,Pershing, Itama, Bertram, Riva, Apreamare, Mochi Craft, CustomLine e Crn.I numeri aziendali parlano di 22 stabilimenti, oltre 3.000 dipendenti,un giro d’affari che lo scorso 31 agosto (mese di chiusura degli eser-cizi nel campo della nautica) ha toccato i 933 milioni di euro controi 770,4 del 2006, i 652,9 del 2005 e una previsione per il 2008 supe-riore al miliardo, con un Ebitda attestato a quota 158 milioni. Iltutto a fronte di un portafoglio ordini ricchissimo, una previsione dioltre 50 nuovi modelli nei prossimi tre anni e un export dei branditaliani a ridosso del 70%, cui va aggiunta la quota estero su estero.Presente in 95 Paesi, Ferretti conta su un network internazionale didealer composto da oltre 85 selezionati distributori. Inoltre il grup-po si avvale – per la progettazione delle sue lussuose imbarcazioni -di un centinaio di ingegneri specializzati, “aggregati”nell’Advanced Yacht Technology Team. Per quanto riguarda infinel’azionariato, il 51% fa capo al fondo Candover, il 9% al fondoPermira mentre il restante 40% figura nel portafogli di NorbertoFerretti e del suo management.

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CERINTERVISTA

migliori»), ne avrebbe venduto tre modellisulla carta. Un successo legato, oltre che allaproduzione in serie, al fatto che quel motor-sailer risultava più comodo e luminosorispetto agli altri su piazza.

In una successiva partecipazione al Salonedi Genova, Norberto Ferretti prese contattocon un costruttore di Fano, l’ingegnerMoschini, dal quale ottenne l’esclusiva di unguscio in vetroresina che avrebbe generatol’Altura 33, un motorsailer ispirato alla tipo-logia degli scafi nordici che fu commercializ-zato sino al 1982 in ben 61 esemplari sottoil marchio “Ferretti Craft”. A seguire nel1975, visto che gli affari nel settore dellanautica andavano bene, Alessandro decise dilasciare il mondo dell’auto per affiancare,«con la carica di presidente come si conve-niva a un capofamiglia», Norberto, a suavolta amministratore delegato. E mentre ilprimo si occupava della gestione, al secondospettava il prodotto, decidendo «cosa fare,come fare e con chi fare».

L’ingresso del fratello in azienda «coincisecon un periodo di grande fermento creativo,che si identificava nell’Altura 42, una barcadella quale ne sarebbero stati venduti 79esemplari». In altre parole i cantieri Ferrettiavevano imboccato la strada giusta a suon dinovità, peraltro sempre di maggiore gran-dezza. Ma non bastava. Così, quasi una sfidaper una battuta infelice di un concorrenteche si chiamava Luciano Mochi ed era unodei big del settore, Norberto decise di passa-re, con successo, alla costruzione di barche a

motore.«A questo punto, visto che gliordini si erano andati moltipli-cando e non ce la facevamo piùad accontentare tutti, decidem-mo di stipulare una joint ventureal 50% con la Comar di Forlì,

molto apprezzata sul mercato. Il che ciavrebbe regalato ulteriore visibilità sull’este-ro. Purtroppo quell’azienda si trovò ben pre-sto a far di conto con una crisi irreversibile.Ci separammo e con le plusvalenze, non tas-sate, realizzammo un nuovo cantiere a Forlì,da affiancare a quelli già attivi a SanGiovanni in Marignano e a Limitesull’Arno».

Nacque così la Ferretti New, che avrebbesfornato subito una chicca, un 34 piediFisherman, seguito da molti altri scafi disuccesso. Questa società sarebbe poi con-fluita, nel 1990, nella Ferretti Craft, portan-dosi dietro tutta la sua forza lavoro. A questopunto la crescita sembrava inarrestabile, male disastrose condizioni del mercato genera-rono i grossi guai del 1993, con una pesanteperdita pur a fronte di un giro d’affari ancorain crescita. A questo punto fu quasi azzeratolo staff manageriale, il che portò i due fratellia confrontarsi di nuovo con l’operativitàdiretta. E i risultati, supportati dagli investi-menti già fatti e dal debutto della Ferretti ofAmerica, non mancarono di farsi sentire giànell’anno successivo.

Dopo la prematura scomparsa diAlessandro a causa di uno «stupido inciden-te» nel 1995, Norberto dovette accollarsil’intera gestione, commerciale compreso, ilche lo avrebbe portato a cedere il 55% dellasocietà al fondo Schröder. Un passo giustifi-cato dalla necessità di fare shopping, che sisarebbe identificato, fra il 1998 e il 2000,nell’acquisto di Custom Line, Pershing,Bertram, Crn e Riva.

«A vendere sarebbero stati comunque miasorella e gli eredi di mio fratello, mentre ioavrei continuato a gestire il gruppo, chesarebbe approdato in Borsa nel 2000 per poiconfrontarsi con il successivo “delisting”».L’Opa del 2003, che aveva visto i soci diSchröder fondare Permira, avrebbe infattiportato all’azzeramento della quotazione. Afine 2006, «quando eravamo nuovamentepronti per la Borsa - ne eravamo usciti perdare corpo a robusti investimenti, non sem-pre graditi da Piazza Affari - si fece avanti ilfondo inglese Candover che si portò a casa il51%, «a patto che restasse in pista anchePermira». Così fu e così è ancora oggi, conuna azienda «alle prese con una crescita sin-golare rispetto al mercato mondiale dell’in-dustria. Forte di un management che mi haconsentito di gestire il Gruppo senza aggravipersonali». Perché il tempo libero non haprezzo.

Sopra: lo scafo di uno yacht infase di movimentazioneSotto: lo yacht Ferretti 881 RPHIn basso: fase di lavorazione conutilizzo del pantografo

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CERPUBBLIREDAZIONALE

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SI È TENUTO venerdi 9 novembre a Cortedi Villa Spalletti a San Donnino di Liguria

presso Casalgrande (RE) “Pre-Vision 09”, un work-shop dedicato all’analisi sociologica del Trade e deiMega Trends per la stagione primavera-estate 2009.

Organizzata da Esmalglass Itaca Grupo e daOmniadvert SpA, la giornata ha analizzato i nuovitrend per la ceramica ed ha fotografato le caratteri-stiche principali del momento presente, fornendo lechiavi di lettura con le quali delineare gli scenarifuturi verso i quali orientare scelte aziendali e strate-giche. Il workshop è stato suddiviso in due sessioniintervallate da un ricco buffet, anch’esso ispirato alletematiche affrontate nel corso del seminario.

Una giornata all’insegna delle nuove tendenzeche ha visto la partecipazione dei maggiori gruppidel comparto ceramico, arricchita da interventi signi-ficativi, fra i quali quelli della dott.ssa ValentinaDurante, responsabile ricerca di District Vision Lab, ildott. Marco Mancin, grafico ricercatore di DistrictVision Lab, Gino Venturelli, chief designer diOmniadvert, e Carlos Ferrer, direttore generale diEsmalglass Italia.

Quattro i mega trend individuati (ORAL ERA,PRINT ERA, BROADCAST ERA, DIGITAL ERA) rilevatisulla base di una attenta osservazione e della suc-cessiva analisi di fenomeni demografici, sociali, poli-tici, tecnologici, ambientali e di lifestyle in atto oggied in continua evoluzione. La ricerca tiene contodella “storicità” di alcuni fenomeni, delle attitudinigenerazionali e dei diversi target di riferimento pervolgere ad una analisi dei “bisogni” e delle “rispo-ste” dettati dai consumer trends e dagli industrytrends.

Sulla base di queste utili indicazioni il mondoindustriale - incluso quello ceramico - sarà in gradodi cogliere le ispirazioni per creare nuovi prodottiin linea con il gusto contemporaneo, assecondan-do o influenzando la sensibilità del consumatore e

la sua propensione all’acquisto.La grande affluenza di pubblicoha caratterizzato la giornata, pia-cevole conferma sia per le dueaziende organizzatrici, sia per irelatori, che hanno conquistatol’intera platea. Un parterre d’ec-cellenza composto dal fior fioredel comparto ceramico italianoper una giornata di riflessionededicata ad un settore in continuaevoluzione, pronto a cogliere glispunti interessanti relativi alle ten-denze più significative per la pri-mavera-estate 2009.

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Quattro i mega trendsindividuati sulla basedi una ricerca che haanalizzato i fenomenidemografici, sociali,politici, tecnologicied ambientali dellanostra società

La platea durante il workshop e il buffet ispirato alle “nuove tendenze”

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di Valentina Pellati

Le nozze d’argento di Cersaie,il Salone internazionale della

ceramica per l’architettura e dell’arre-dobagno, confermano con tre nuovirecord la centralità della fiera, che siè tenuta dal 2 al 6 ottobre scorso aBologna. Nuovo record per i visitatoricomplessivi, per gli operatori professio-nali provenienti da oltre confine e peri giornalisti italiani ed esteri.

Sono stati 91.935 (+1,1%) i visita-tori che hanno affollato i padiglionidella fiera di Bologna. Ad entrarenegli stand delle 1.078 aziende rap-presentanti 32 diverse nazioni, sonostati ben 27.121 operatori profes-sionali esteri (+3,7%), in ulteriorecrescita rispetto al record stabilito loscorso anno, pari adesso al 29,5% deltotale. Di grande qualità è stata anchela partecipazione dei professionistiitaliani, che ha raggiunto le 59.345unità, con una crescita del +0,4%.

Positivi riscontri si sono registratianche nella presenza di giornalisti: i604 accrediti dell’edizione 2006 sonolievitati a 632 (+4,63%), grazie aduna più massiccia presenza sia digiornalisti italiani (+7,8%), adessopari a 360 unità, sia esteri (272, il43% del totale).

Qual è la ricetta di lunga vita di

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CERFIERE

EDIZIONE D’OROper Cersaie “d’argento”

Cersaie? Forse non una, ma tantesono le ragioni di un successo plane-tario. Tra queste, l’essere interpretedel proprio tempo. Cosa che si puònotare fin dalla prima giornata, in cuiil convegno inaugurale 2007 ha trattatodi un tema centrale della vita politi-co–istituzionale dell’Italia. Liberaliz-zazioni: a che punto siamo? havisto la presenza del presidente diConfidustria Luca di Montezemolo, delpresidente di Ferrovie dello StatoInnocenzo Cipolletta, dell’editorialistade Il Corriere della Sera FrancescoGiavazzi e del presidente di Confin-dustria Ceramica Alfonso Panzani,moderati da Giuseppe Turani de LaRepubblica (gli Atti del Convegno sonoscaricabili dal sito www.confindustriace-ramica.it - Servizi - Documenti - Pub-blicazioni - Riviste).

Dedicato al grande tema dell’archi-tettura è stato invece il convegno“Architettura e Memoria”, moderatoda Aldo Colonetti e che ha visto la pre-senza di veste di protagonista MarioBotta.

Dall’architettura all’arte il passaggioè breve e, in tal senso, va letta lamostra Creativitiles, che ha occupa-to nei cinque giorni della manifesta-zione il Centro Servizi. Sedici capola-

Sotto a sinistra: la premiazione del Ceramic Tilesof Italy Journalism Award, tenutosi al termine dellaConferenza Stampa Internazionale presso PalazzoRe Enzo e del Podestà a Bologna. A sinistra:Giorgio Squinzi, C.E.O. Mapei, e Alfonso Panzani.La sig.ra Olena Kobinska ha ritirato il premio perOlga Shyshova, la giornalista ucraina vincitrice, chescrive per il magazine “Ceramics: style andfashion”, l’unico in Ucraina specializzato inceramica e sanitari.A destra: Massimo Mamberti, direttore generale ICE.Sotto a destra: la premiazione del ConfindustriaCeramica Distributors Award al termine delconvegno inaugurale di Cersaie.A sinistra: i premiati Dieter Stammel (Harry’sFliesenmarkt, Amburgo - Germania) e FilippoFraccalvieri (Filgrès Carrelages, Saint-Genis-Laval -Francia). Al centro: Alfonso Panzani (presidenteConfindustria Ceramica) e Luca di Montezemolo(presidente Confindustria). A destra: i premiati HansPersson (Konradssons Kakel, Jönköping - Svezia) eAndrea Barili (Centro Ceramiche Barili, Bari - Italia).

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vori dell’arte del 900 sotto la direzio-ne artistica di Enrico Manelli sonostati reinterpretati attraverso l’uso dipiastrelle di ceramica di corrente pro-duzione. Un chiaro esempio non solodella versatilità della ceramica, maanche della sua capacità di essererappresentazione delle moltepliciforme con le quali si caratterizza lacreatività stessa.

Palazzo Re Enzo, prospiciente Piaz-za del Nettuno nel cuore di Bologna,ha ospitato la Conferenza StampaInternazionale a cui, davanti ad unaplatea di 200 giornalisti provenientida ogni parte del mondo, hannopreso parte il direttore generale di IceMassimo Mamberti, il presidenteAlfonso Panzani, il presidente dellaCommissione Attività Promozionali eFiere dell’Associazione Vittorio Borelli,il presidente di Mapei Giorgio Squinzi.Un evento promosso da Confindu-stria Ceramica (e moderato dal suodirettore generale Franco Vantaggi) incollaborazione con Ice ed organizzatoda Edi.Cer. SpA con il contributo diMapei.

Di grande interesse anche il ciclo diseminari tecnici, organizzati dalCentro Ceramico di Bologna in colla-borazione con Confindustria Cerami-ca. Esperti del settore hanno affronta-to tematiche di grande attualità perl’industria ceramica, quali ad esem-pio la marcatura obbligatoria CE e lenorme europee EN con riferimentoagli articoli sanitari in ceramica, lenuove frontiere della ricerca e leinnovazioni in tema di rivestimentodi pavimenti e pareti, le norma sullaposa, l’efficienza energetica in edili-zia.

[email protected]

di Cristina Faedi

Una ideale staffetta per portare Cersaie primo al traguardo. Dove, peruna volta, il testimone è una targaconsegnata ad ognuno dei 7 presiden-ti dell’Associazione che si sono succe-duti negli ultimi 25 anniDurante la cena di gala, presentata daLeo Turrini e organizzata nella splendi-da cornice del Salone del Podestà diPalazzo Re Enzo, si è svolta la cerimo-nia di premiazione dei protagonisti, avario titolo, di questo venticinquenna-le, ai quali è andata una targa ricordo.Per sottolineare e rimarcare la collabo-razione con le istituzioni locali, il Presi-

dente di Confindustria Ceramica,Alfonso Panzani ha consegnato unatarga al Presidente della Regione EmiliaRomagna Vasco Errani e all’Assessoreregionale alle Attività Produttive DuccioCampagnoli. Michele Porcelli ha ritiratoil premio in rappresentanza di Bolo-gnaFiere, presso i cui padiglioni si svol-ge da 25 anni Cersaie.In questo quarto di secolo, Cersaie ècresciuto grazie alla preziosa collabo-razione con Promos, nelle persone diGiulio Cesare Alberghini e Nerio Man-

fredini, menti e braccia organizzativedell’evento.Cersaie è anche sinonimo di sviluppo,innovazione e ricerca sul prodottoceramico: a tal proposito, uno specialericonoscimento è andato al ricordo diCarlo Palmonari, per anni direttore delCentro Ceramico di Bologna e promo-tore dei seminari tecnico-scientifici chesi svolgono ogni anni durante i giornidella manifestazione.Molto apprezzato il filmato che ha fis-sato i momenti principali di questi 25anni della fiera bolognese, suggellatida continui successi e presenze presti-

giose agli eventi istituzionali e culturali.È stata poi la volta dei presidenti del-l’Associazione, che si sono alternati dal1983 ad oggi. Nell’ordine, Alfredo Romani (1983-1984), Antonio Camellini (1984-1990),Francesco Zironi (1990-1993), OscarZannoni (1993- 1997), Angelo Borelli,(1997-2001), Sergio Sassi (2001-2005)e Alfonso Panzani (in carica dal 2005). Al termine della serata, il tradizionaletaglio della torta celebrativa.

[email protected]

E V E N T I

I Fantastici Sette della piastrella

I presidenti di Assopiastrelle e Confindustria Ceramica. Da sx: Alfredo Romani, Antonio Camellini, Sergio Sassi,Francesco Zironi, Franco Vantaggi (direttore generale), Alfonso Panzani, Angelo Borelli, Oscar Zannoni.

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di Giulia Vellani

Ha lasciato senza dubbio ilsegno con la sua lectio magistra-

lis. A Cersaie 2007, in occasione delconsueto spazio che la kermesse bolo-gnese dedica all’architettura, MarioBotta ha parlato di “Architettura eMemoria” di fronte ad una platea gre-mita ed incuriosita.

Attraverso le sue parole l’architettosvizzero ha trasmesso pensieri, aspi-razioni, illusioni e quant’altro celi lamente di un grande architetto, le cuiopere dalla cifra stilistica ineguaglia-bile sono presenti nei cinque conti-nenti. Attraverso la narrazione inprima persona delle recenti opererealizzate in giro per il mondo, ser-vendosi della proiezione di immagini,Botta ha dato ampia dimostrazionedei suoi capisaldi, delle peculiarità edel forte carattere personale cheemerge delle sue progettazioni.

Dalle prime case unifamiliari nelCanton Ticino il lavoro di MarioBotta ha affrontato molte altre tipolo-gie: banche, scuole, edifici ammini-strativi, biblioteche e musei. Uno fratanti è il museo d’arte moderna econtemporanea Mart a Rovereto, edi-ficio insolito senza fronte né immagi-

CERSAIE ASCOLTA AMMIRATAla poetica architettonica di Botta

ne forte poiché lo si deve cercare tra ipalazzi settecenteschi. E poi ancora ilSFMoma, museo d’arte moderna aSan Francisco, il museo Jean Tinguelya Basilea, la Fondazione Bodmer aCologny.

Senza dubbio Botta ha sviluppatosin da quando era adolescente unasincera passione per l’arte del costrui-re. La sua architettura, influenzatadecisamente dai maestri Le Corbu-sier, Carlo Scarpa e Louis I. Kahn, sicaratterizza per il notevole pragmati-smo e la creazione di uno spazioarchitettonico forte e geometrico;

sono tipici l’utilizzo del mattone edella pietra, gli edifici costituiti davolumi puri tagliati o traforati dagrandi spaccature. La sua attenzioneper il particolare è inconfondibile.

Ma quello che forse più di tuttocaratterizza la sua produzione sono lebellissime chiese, dodici, realizzatenel corso di un iter professionale cheprese il via nel 1970 a Lugano. Percitarne alcune: la cattedrale dellaresurrezione a Evry, una grande super-ficie muraria priva di aperture sull’e-sterno e caratterizzata da grandivetrate che proiettano la luce radenteall’interno; la chiesa del Santo Volto aTorino, particolare per le sue torriche portano all’interno spicchi diluce differenti in ogni ora della gior-nata, un progetto che adotta il lin-guaggio di oggi ma che ricerca anchenella storia delle tipologie ecclesiali laragione di esprimersi. La luce è unacostante nel lavoro di Mario Botta,come lui stesso la definisce “la verageneratrice dello spazio, senza lucenon vi è spazio architettonico”.

Non è un caso che l’architetturaecclesiastica sia un tema in lui ricor-rente, perché la chiesa è il luogo per

Mario Botta

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definizione della memoria. Spaziosacro per eccellenza, la cattedrale èstraordinaria poiché offre qualcosa adoggi forse raro: un momento di silen-zio, di riflessione, un'occasione dipreghiera che parli dell'uomo di fron-te ai cambiamenti rapidi e alle con-traddizioni della città attuale. “Iocredo che la cattedrale - sottolinea -sia una necessità per credenti e laici.Essa è la testimonianza che ci ricolle-ga al grande passato, quando lenostre belle vecchie città eranonuove.” Costruire è per l’architettoticinese un atto sacro, “un’azione chetrasforma una condizione di naturain una condizione di cultura; la storiadell’architettura è la storia di questetrasformazioni”. In tal senso, straor-dinario è l’esercizio dentro il luogosacro, affinché la memoria sia ingrado di farci guardare avanti e nonindietro.

“Architettura e Memoria” perché lamemoria rappresenta il territorio pri-vilegiato entro il quale oggi l’architet-to è chiamato ad operare. L’architettu-ra più di altre discipline ha la possi-bilità di nascere prima dell’architettoe di morire dopo di lui, possiede lastraordinaria caratteristica di durarenel tempo, di fungere da anello dicongiunzione tra le diverse genera-zioni. “Non è una forma esclusiva-mente legata alla testimonianza delcontemporaneo - spiega Botta - èqualcosa di cui le generazioni futureusufruiranno in maniera del tuttodiversa”.

Si spiega così il benessere cheognuno di noi riconosce quando sitrova nel centro storico di una città, ilsentirsi a proprio agio all’interno dispazi realizzati dai popoli estinti perrispondere a esigenze del tutto diver-

se da quelle attuali. È la dimensionedella memoria che assegna anche alpiù povero dei centri una qualità divita infinitamente superiore.

Ecco che nel confronto tra locale eglobale è sicuramente il locale adaverla vinta, poiché solo in esso sitrova quella storia, quella memoriache in un certo senso rassicura e agi-sce come un anticorpo rispetto allabanalizzazione del moderno, all’ap-piattimento della cultura del globale.

In tal senso, la città intesa attraver-so il modello europeo rimane perBotta un riferimento insostituibileperché impossibile è fare a menodella nostra storia, della nostramemoria selettiva.

Lontano da ogni nostalgia poiché“la memoria non ci lascia soli”, l’ar-chitetto richiama al “pericolo” delprogresso tecnologico e della granderivoluzione elettronica responsabili diaver modificato la nostra millenariaconsuetudine di avere un rapportofisico con il contesto. Questo molti-

A sinistra: Centro wellnessTschuggen Berg Oase, Arosa(CH), 2003-2006,architetto partner Fanzun AG.

Sotto: MART Museo di ArteModerna, Rovereto, Trento (I),1996-2002.Fo

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plicarsi della rapidità e della com-plessità della trasformazione portacon sé, spiega, anche oblio e dimen-ticanza.

La sensazione del sentire dallaviva voce di questo protagonista del-l’architettura il suo punto di vistasui percorsi evolutivi dell’architettu-ra può essere così descritta: un attodi estremo interesse e fascino. Attra-verso le sue parole Botta ha rimessoal centro dell’architettura la culturadel territorio. Ha descritto la veraarchitettura come qualcosa di indis-solubile dal contesto, come entitàche si radica ad un luogo sempreunico, che non può permettersi didimenticare spazio e tempo. L’archi-tettura come disciplina che costrui-sce quel contesto, geografico, cultu-rale, storico: “la relazione con il sitosi materializza soprattutto come unrapporto con la memoria del luogoche deve essere sempre interpretatocon l’atto architettonico”. Per chiinterviene come Botta su città e ter-ritorio, la memoria è anche un per-

corso da perse-guire, senzastoricismi macercando dii n t e r p r e t a r l aalla luce dellac o n t e m p o r a -neità. Architet-tura e memoriasignifica ancherapporto natu-rale artificiale;un tema impor-tante se sipensa alla cera-mica poiché il prodotto ceramico ènaturale e artificiale assieme.

Ancora una volta Cersaie, sottol’egida della conferenza Mario Botta:Architettura e memoria, ha confer-mato la particolare attenzione che dasempre l’industria italiana delle pia-strelle di ceramica riserva alle esi-genze in continuo mutamento delmondo dell’architettura e del design.

[email protected]

In alto: Cantina Petra, Suvereto (I), 2001-2003.Sopra: Nuova parrocchia del Santo Volto, Torino (I),2000-2006.

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di Valentina Resmini

È stato più che positivo ilbilancio di Creativitiles, la

mostra promossa da ConfindustriaCeramica ed organizzata da Edi.CerSpa in collaborazione con Promos Srlsotto la direzione artistica del prof.Enrico Manelli in occasione dellaXXV edizione di Cersaie. La grandeaffluenza degli addetti ai lavori e deivisitatori durante le cinque giornatedi fiera è stata un’ulteriore confermadell’apprezzamento riscosso dall’ini-ziativa.

Il progetto è nato dall’idea di sug-gerire una nuova interpretazione edun nuovo impiego della ceramica,mostrando le potenzialità che emer-gono da un utilizzo innovativo delprodotto, troppo spesso associato inmaniera esclusiva al rivestimento.“Creativitiles è nata dall ’ idea dimostrare le potenzialità ancora ine-splorate del prodotto ceramico. È unamostra che ha incontrato il favore delpubblico perché è riuscita a stupire

CREATIVITILES:una scommessa vincente

mostrando il solito in modo insolito,ha suscitato emozioni e stimolato lafantasia del visitatore catturandonecosì l’attenzione” ha detto LauraManfredini, art director di Promos Srl.

Enrico Manelli, direttore dell’Acca-demia di Belle Arti di Ravenna, ha sot-tolineato come l’utilizzo innovativodella piastrella abbia dato confermadella versatilità del prodotto cerami-co, capace di esaltare la propria forzaespressiva anche quando utilizzato incontesti diversi da quelli canonici.“Abbiamo proposto un utilizzo dellaceramica che esce dai canoni dellaripetitività, allontanandosi dall’ordineculturale stratificato e convenzionaledell’abitare. Il successo di Creativitilesrisiede nella sua non appartenenza alpensiero e alla logica produttiva del-l’industria della ceramica” ha conclu-so il prof. Manelli.

La mostra, estesa su di una superfi-cie di 600 metri quadrati all’internodel Centro Servizi di Cersaie, ha rivi-

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Sopra: l’allestimento della mostra presso ilcentro servizi della fiera

Sotto: le 16 opere realizzate con piastrelle diceramica italiane

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sto le scenografie di sedici opere pit-toriche riproponendole in ambienta-zioni tridimensionali, dove la pia-strella di ceramica è stato l’elementodeterminante nella creazione diimpatti visivi diversi e stimolanti: “IlBacio” [1] di Francesco Hayez (Cera-mica Leonardo 1502), “Il Pergolato”[2] di Silvestro Lega (Ceramica DelConca), “Ritratto di Fritza Riedler”[3] di Gustav Klimt (CasalgrandePadana), “Die Empfindung” [4] diFerdinando Jodler (Fap Ceramiche),“Venere di Urbino” [5] (particolare)di Tiziano Vecellio (Lea Ceramiche),“Jeanne Hebuterne” [6] di AmedeoModiglioni (Saime San Prospero),“Fumee” [7] di Georges Barbier(Ceramica De Maio Francesco), “StillLife with a melon and a vase offlowers” [8] di Pierre-Auguste Renoir(Gamma Due), Bozzetto scenograficoper “Feu d’artifice” [9] di GiacomoBalla (Ceramiche Edilcuoghi), “La

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Vasque” [10] di Georges Barbier(Cercom), “Cactus” [11] (1917) diGiorgio Morandi (Emilceramica),“Sfera a settantadue facce e punte”[12] di Paolo Uccello (Etruria Desi-gn), “Escena II, Gnomus” [13] diWassily Kandinsky (Floor Gres),“Dancers practicing at the bar” [14]di Edgar Degas (La Faenza), “IlBacio” [15] di Gustav Klimt (CeramicTiles of Italy), “Dinamismo di uncane al guinzaglio” [16] di GiacomoBalla (Ceramic Tiles of Italy).

Ed è stata proprio la piastrella diceramica l’elemento imprescindibiledella mostra. Grazie all’alta qualitàdel prodotto, la piastrella di ceramicaha esaltato la forza espressiva dell’ar-te, divenendo il comune denomina-tore tra due realtà concettualmentedistanti, arte ed industria, che, inCreativitiles, hanno convissuto inmaniera armoniosa, valorizzandosireciprocamente. Fusione ribadita

anche da Eugenio Riccòmini, criticod’arte: “L’occhio non ha un attimo ditregua, attratto com’è, e quasi calami-tato da immagini colorate e verosimiliall’interno di edifici pubblici o priva-ti, o dilagano nelle zone aperte d’unacorte, d’una piazza. Sono, questefigurazioni, inattesi approdi del con-giungersi d’una tecnica affinata edelaborata in tempi recenti, e che perònon rifiuta un’esperienza manualech’è vecchia di secoli, e che porta consé il suo profumo di antica bravura,di destrezza ammirevole”. Una scom-messa vincente quella di Creativitilesche si è rivolta ad architetti, interiordesigners, giornalisti ed utilizzatorifinali del prodotto per testimoniare lagrande forza espressiva intrinsecanella ceramica e per incentivarli allaricerca continua di nuovi percorsi edutilizzi del prodotto ceramico.

[email protected]

Il prof. Enrico Manelli e il critico d’arteEugenio Riccomini durante

l’inaugurazione della mostra

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CERPUBBLIREDAZIONALE

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IL RICONOSCIMENTO di Distretto Industrialeche sia espressione della produzione

Ceramica della vasta area Salernitana e garanzia diprodotto tradizionale di alta qualità.

“L’obiettivo deve essere quello di un grande pro-getto, che ci veda tutti insieme uniti ad attivare centridi eccellenza, indirizzati verso alta formazione e qua-lificata ricerca applicata alla ceramica, fino all’otteni-mento di un grande riconoscimento del nostro territo-rio, quale quello di Distretto Ceramico della Qualità edi un marchio comune che credo ci spetti a tutela delnostro patrimonio culturale che ha le sue radici inquesto territorio.”

Un distretto all’interno del quale attivare tuttequelle attività di conservazione delle tradizioni, dirilancio e ricerca industriale fino alla creazione di unascuola di alta formazione professionale che ponga lebasi per le future generazioni di imprenditori, di arti-giani e di ricercatori.

E’ questa in sintesi la proposta di Gianni De Maioche ha preso parte al convegno sul tema L’Arte dellaCeramica - Salerno Terra dei Fuochi, organizzatodall’Associazione culturale “I Castellani” di Giovi, etenutosi lo scorso 22 ottobre presso il Comune diSalerno. L’imprenditore salernitano, amministratoredelegato della Antiche Fornaci d’Agostino, componen-te del direttivo nazionale di Confindustria Ceramica edel direttivo di Confindustria Salerno, in rappresentan-za delle aziende del gruppo Francesco De Maio cuifanno parte la Ceramica di Vietri Francesco De Maio,Ceramica Vietri Antico, la Antiche Fornaci D’Agostino

e la Ce.Vi. Ceramica Vietrese, oltre a tre marchi com-merciali (La Tavolozza Vietrese, Tiles Club e La Terradi Vietri), con un fatturato complessivo di oltre 30milioni di euro l’anno, ha posto l’accento sulla doppiavelocità del settore: da una parte le numerose botte-ghe artigiane con le proprie difficoltà legate soprattut-to alle ridotte dimensioni; dall’altra le grosse aziende

Vietri Ceramic Group per il distretto della Ceramica di Qualità

che in quanto tali potrebbero avere un ruolo trainantenel rilancio dell’intero comparto.

Esempio lo è il nuovo stabilimento di Buccino,primo ed unico nel Centro Sud Italia a produrre sup-porto con il marchio “La Terra di Vietri”, nato per sod-disfare l’esigenza produttiva delle aziende meridiona-li e che oggi “esporta” anche al Nord.

Partendo dalla positiva esperienza del VietriCeramic Group, consorzio voluto e pensato per otti-mizzare le risorse e inizialmente aperto a quanti neavessero voluto far parte, Gianni De Maio ha poiposto l’accento sulla necessità di unire le forze perfar fronte alle sfide del mercato globalizzato lancian-do anche la proposta di uno sforzo comune per lacreazione di un’area logistica di smistamento al sudche consenta di recuperare il gap di competitivitàrispetto ai più organizzati “poli” industriali di altreparti d’Italia.

L’imprenditore ha poi concluso il suo interventocon una frase di J. Hillman, che il padre Francesco gliripeteva spesso “Non c’è bellezza domani se nonpartiamo dalla bellezza di ieri”. Una frase che evocala tradizione ceramica che da ben cinque secoli èradicata nel territorio salernitano.

Vietri Ceramic Group S.c.a r.l.Via Nazionale, 584015 Nocera Superiore (SA)Tel. 081 5145013 - Fax 081 5143091www.vietri-ceramic.it - [email protected]

Gianni De Maio

Durante il convegno L’Arte della Ceramica -Salerno Terra dei Fuochi, la proposta diGianni de Maio: “alta formazione e qualificataricerca applicata alla ceramica”

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CERMERCATI

fatto registrare nella storia recente. Inuna Europa Occidentale che nel suocomplesso vede affievolirsi di alcunefrazioni decimali la sua espansione(ora pari al 2%), ciò che emerge conchiarezza è che le due nazioni a mag-gior consumo vedono declinare la cre-scita: nel 2007 l’Italia si ferma ad un+1,7% (dal +2,3%), ma è soprattutto laSpagna (+2,1% dal +4,6% del 2006)che deve fare i conti con un settoreedile fortemente perturbato.

Musica diversa, pur essendo sempreEuropa, è quella che proviene dai paesiorientali. Si raddoppia quasi l’espan-sione dei Paesi Nuovi entrantinell’Unione, la cui domanda di pia-strelle era pari a 253 milioni di metriquadrati ed è cresciuta, nel 2007, dlun ulteriore +9%. Ampliamento ancheper gli ‘altri paesi dell’Europa’, il cui+10,7% risulta però in frenata dal piùsignificativo +13,8% fatto registrare nel

di Andrea Serri

Un 2007 che, nonostante le bennote difficoltà, conferma l’appeal

che la piastrella di ceramica riscuotenei cinque continenti. A scorrere leevidenze contenute nell’OsservatorioPrevisionale redatto dal Centro StudiConfindustria Ceramica e daPrometeia, emerge con chiarezza unrallentamento, nemmeno troppo mar-cato, nei consumi mondiali di questomateriale, a cui si affianca però uncambiamento nel contributo apportatodai diversi Paesi.

I consumi complessivi di piastrelle,pari a 7,8 miliardi di metri quadrati nel2006, sono cresciuti del 6,7% nelcorso del 2007, facendo registrare unlieve calo (0,7 punti percentuali)rispetto all’anno precedente.L’elemento però di centrale importanzaè il comportamento tenuto dai diversipaesi e continenti, in molti casi ancheparticolarmente diverso da quanto

CONSUMI MONDIALIRALLENTATIe con alternanza di paesi

corso del 2006.Situazione pesante è quella che inte-

ressa il Nord America, dove il cumu-larsi delle ben note difficoltà ha portatoquesto continente a passare da unasostanziale stasi nei consumi (+2,8%nel 2006) ad un drastico crollo delladomanda (-12,1%), come peraltrotestimoniato anche dai flussi di espor-tazione di quasi tutti i Paesi fornitori.Permane fortemente positiva, anche sein rallentamento di oltre 1,5 punti per-centuali, l’espansione dell’AmericaLatina, area in cui la domanda di pia-strelle del suo paese leader - il Brasile -perde oltre tre punti percentuali (nel2007: +6,6%).

Particolarmente vivace è la situazio-ne in Medio ed Estremo Oriente, dovel’espansione nella domanda di piastrel-le di ceramica si conferma nel corri-doio +8 / +9%, con la Cina che prose-gue imperterrita la sua corsa (+8,9%nel 2007); il ‘resto del mondo’ si asse-sta sul +7%.

Le previsioni 2008 confermano l’e-spansione totale della domanda(+6,6%), quale risultato di un ulteriorepeggioramento delle vendite in EuropaOccidentale (+0,7%), di una crescitanell’ordine del +8% sia nella restanteparte dell’Europa (che equivale ad uncalo di due punti percentuali rispettoal 2006), che in Medio Oriente edAsia, dove si conferma il ‘corridoio2007’. Dinamica a parte è quella delNord America, in cui il -1,8% previstodepone per la tesi secondo cui il ‘ciclo-ne immobiliare’ dovrebbe essersisostanzialmente esaurito nel corso diquesto 2007.

[email protected]

Livelli ‘06(mil. m2)

var %

2005 2006 2007 2008 2009

Europa Occidentale 1108 1,4 2,3 2,0 0,7 0,4

- Italia 198 0,6 2,5 1,7 1,1 0,8

- Spagna 344 6,5 4,6 2,1 -0,5 -1,8

Nuovi entrati UE 253 9,4 5,0 9,0 7,0 6,8

Altri Europa* 532 19,2 13,8 10,7 8,1 8,4

Nord America 351 4,1 2,8 -12,1 -1,8 2,8

Medio Oriente e Nord Africa

592 7,2 7,2 8,2 7,9 8,0

America Latina 864 1,3 8,9 7,1 5,9 5,8

- Brasile 486 -1,3 9,8 6,6 5,7 5,6

Asia 3879 7,9 8,5 8,8 8,5 8,3

Cina 2812 7,9 8,7 8,9 8,7 8,5

Resto del mondo 264 1,4 6,5 7,0 6,6 5,7

TOTALE 7844 6,4 7,4 6,7 6,6 6,7

I consumi di piastrelle nel mondoValori in milioni di metri quadrati e variazioni percentuali

Fonte: Confindustria Ceramica e Prometeia -“Osservatorio Previsionale sul mercato della ceramica”, 2007*comprende Russia e Turchia

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CERMERCATI

di Luciano Galassini

Con la proverbiale semplicità edeleganza che lo caratterizzano, il

Giappone ha organizzato in perfettostile wabi-sabi l’annuale incontro tra iprincipali paesi produttori mondiali dipiastrelle di ceramica dal 7 al 10novembre scorsi a Nagoya.

Conoscersi ed interagire è il leit-motiv di tali incontri, nei quali imomenti formali di discussione sialternano a quelli informali di cono-scenza della realtà del paese ospitante edegli attori partecipanti. Il dialogo, inparticolare tra i paesi occidentali equelli orientali, non è facile e non soloper ragioni linguistiche ma anche esoprattutto culturali. Il concetto giap-ponese di amae ci è di aiuto per capireciò che si riporta da tali incontri. InGiappone, infatti, basandosi sull’amaechi parla si affida alla capacità di chiascolta di “leggere tra le righe” percomprendere il vero significato dellaconversazione. Nelle “culture ad altocontesto” quale quella giapponese inparticolare e orientali in generale, lamaggior parte delle informazioni risie-de nel contesto o nelle persone coin-volte nell’interazione e poche informa-zioni sono contenute nel messaggioverbale, al contrario di quanto avvienenella cultura occidentale dove il con-fronto è più diretto. Per tali ragioni allafine degli incontri ci si interroga su ciòche si è realmente concordato. Le zonegrigie sono spesso più ampie di quellenitide. Con questa premessa possiamorapidamente sintetizzare quanto disignificativo è emerso a Nagoya. I datimettono in evidenza il trend consoli-datosi negli ultimi cinque anni di untasso di crescita dell’industria cinese

nell’ordine del 10%l’anno che dovrebbecontinuare a lorodire anche per iprossimi anni. Arassicurare gli animidei presenti, i cinesihanno riferito dellapoltica del governodi Pechino tesa ascoraggiare le espor-tazioni attraverso laprossima elimina-zione del rimborsoalle esportazioni e l’introduzione diuna tassa sull’export. Queste misuredovrebbero raffreddare le esportazioniche nel 2006, secondo le fonti cinesi,avrebbero superato la soglia dei 500milioni di metri quadrati con una pro-duzione superiore ai 4 miliardi dimetri quadrati. Come se la passano glialtri produttori? Coloro che hannonell’Europa e nelle Americhe i loromercati di riferimento non vivonocerto momenti di euforia, con consumistagnanti o in preoccupante calo comenel caso degli USA. L’unica nota di sol-lievo è rappresentata dal buon anda-mento dell’Est Europa e della Russia inparticolare. Il potenziale produttivo deipaesi asiatici, Cina soprattutto maanche India e Sud Est asiatico, tuttavia,è tale da determinare forti squilibri etensioni sui mercati internazionaliverso i quali stanno sempre più dirot-tando il loro output. Anche la Spagna,paese che in questi anni ha mantenutoalti volumi produttivi ha iniziato adaccusare un calo dei consumi interniche sono stati la forza trainante dellacorsa iberica.

IL WORLD FORUMfa tappa in Giappone

Le riunioni di Nagoya sono poi statecaratterizzate da una lunga discussioneconclusasi con una risoluzione su pro-posta europea ed italiana in materia dilotta alla contraffazione, applicazionedelle norme tecniche ISO ed impegnoad indicare l’origine dei prodotti.Discussione che ha visto la Cina suposizioni di maggiore cautela e purtuttavia disponibile ad aderire a taleraccomandazione.

Ultime note di rilievo riguardano lavisita ad una azienda produttice delgruppo Inax e la visita al museo diquest’ultima che vanta una vasta esignificativa collezione ceramica daitempi più remoti ad oggi, in un conte-sto espositivo ed architettonico dinotevole suggestione.

Queste impressioni rafforzano l’im-magine di un “paese spaesante” secon-do la bella definizione del regista ChrisMarker, nel quale convivono nel giustomix tradizione e modernità, quest’ulti-ma frutto di una storia cumulativa piùche di una semplice occidentalizzazio-ne. “Ganbare, Nippon!”

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CERREAL ESTATE

di Roberto Faben

Dopo molti anni di crescitaininterrotta, la più lunga che si

sia mai registrata nella storia del mer-cato immobiliare italiano, i prezzidegli immobili, nel primo semestredel 2007, hanno fatto registrare il loroincremento più basso. Per la primavolta, dal 1998, nelle grandi città sisegnalano più situazioni con variazio-ni nominali negative nelle quotazioni,ormai a livelli troppo elevati. Questotrend, che nei primi 6 mesi del 2007si è manifestato con una riduzionemedia dei prezzi delle compravenditein varie città italiane (Bari, Bologna,Firenze, Genova e Napoli) è statoaccelerato dal ripetuto aumento deitassi di interesse praticato della BancaCentrale Europea. L’altro elementoinnovativo che si delinea è unaperformance tendenzialmente miglio-re per i Comuni dell’hinterland, conuna crescita media dei prezzi degliimmobili del +1,4%, e per le piccolecittà capoluogo di provincia (+1%),rispetto alle aree metropolitane, chehanno registrato una crescita che si èfermata allo 0,6% (nel 2006 l’incre-

mento medio, per queste ultime, erastato del 2,7%, e, nel 2005, del10,4%).

Gli ulteriori elementi nuovi cheemergono sono la diminuzione delladomanda d’immobili, soprattutto diquelli acquistati a fini d’investimento,un allargamento della forbice offerta -domanda di abitazioni, l’allungamen-to dei tempi medi di vendita e la scar-sa dinamicità del mercato delle loca-zioni, con conseguente contrazionedei rendimenti immobiliari.

È l’identikit che emerge da uno stu-dio presentato, a Milano, da Tecnoca-sa, sulla base di elaborazioni prove-nienti dall’archivio del network diagenzie in franchising, un sistemainformativo che raccoglie informazio-ni relative agli ultimi 13 anni.

Per quel che riguarda le grandi città(la ricerca ha preso in considerazionele 10 aree metropolitane), variazioninegative delle quotazioni si sonoriscontrate a Genova (-2,1%), Bolo-gna (-1%), Napoli (-0,9%), Firenze (-0,6%) e Bari (-0,4%), mentre l’anda-mento si è confermato crescente aPalermo (+3,1%), Milano (+2,9%),Torino (+2,7%), Verona (+1,1%) eRoma (+0,7%). Fra i Comuni del-l’hinterland, effervescenze apprezzabi-li si sono evidenziate nel Milanese enel Barese (+2,5%), e in provincia diVerona (+2,3%). Rispetto ad unavisione di insieme, gli incrementi piùinteressanti si osservano al Sud, conuna crescita dell’1,6%, rispettoall’1,3% del Centro e allo 0,3% delNord. Tra le realtà più dinamiche del-l’Italia meridionale si segnalano Calta-nissetta (+12,9%), Isernia e Oristano(+7,1%), Agrigento (+5,1%) e Taranto(+4,6%). Nell’Italia Centrale si distin-guono Viterbo (+9,5%), Frosinone

(7,7%) e Terni (+7,3%). Al Nordperformance positive si sonno osser-vate, nel 2007, a Lecco (+7,1%), Tre-viso (+6,3%) e Alessandria (+3,7%).

Un altro fattore che si profila conchiarezza è la minor importanza degliacquisiti di immobili ‘a fini di investi-mento - reddito’ a favore di unadomanda di abitazioni destinate asoddisfare la necessità di acquistare laprima casa o di un appartamento“sostitutivo” / “migliorativa” di quelloposseduto. In tal senso, si innalza illivello di selettività nella scelta e diricerca di uno standard qualitativopiù elevato. Importante è poi questoconcetto di “qualità”, che non si riferi-sce alla sola tipologia abitativa, mache tende a valorizzare aspetti com-plementari altrettanto importantiquali la presenza del box o del postoauto, la prossimità ai trasporti pubbli-

Città giugno 07 giugno 06 giugno 05

Bari -0,4% 1,1% 11,6%

Bologna -1%% 0,8% 5,8%

Firenze -0,6% 2,3% 5,7%

Genova -2,1% -0,1% 11,3%

Milano 2,9% 6,9% 10,4%

Napoli -0,9% 0,3% 14%

Palermo 3,1% 6,3% 22,3%

Roma 0,7% 2,9% 11,3%

Torino 2,7% 6,7% 11,9%

Verona - - -

MEDIA 0,6% 2,7% 10,4%

I prezzi nelle principali città italianeVariazioni percentuali

Fonte: Ufficio Studi Tecnocasa

I PREZZI DELLE ABITAZIONIfanno la “siesta”

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CERREAL ESTATE

co, il posizionamento ai piani alti, laluminosità, la presenza di balconi oterrazzi e di riscaldamento autonomo,l’inserimento dell’immobile in conte-sti abitativi medio-piccoli, il posizio-namento in strade tranquille e pocotrafficate.

Relativamente alle dimensioni delleabitazioni richieste, nelle grandi cittàprevalgono i trilocali, con il 38,5%delle preferenze, seguite dai bilocalicon il 29,2%. Nelle metropoli, comeMilano, Roma e Napoli la tipologia sucui punta la maggior parte degliacquirenti è invece il bilocale. A Mila-no la somma delle richieste di mono-locali e bilocali raccoglie il 55,1%delle preferenze, confermando quindiuna maggiore domanda sulle piccoledimensioni. Per quel che riguardal’offerta, la tipologia più presente sulmercato è il tri-

di Rossella Giavarini

Cerco di fare una valutazionedell ’ impatto che la nuova

Finanziaria avrà sui settori di nostracompetenza.

Di certo la riduzione dell’Ires favo-rirà gli investimenti, come importanteè anche la riduzione dell’IRAP. È man-cato, però, il coraggio di effettuare realitagli alla spesa pubblica, che continuaa correre agli stessi ritmi del PIL.

Per quanto riguarda i nostri ambitipiù prossimi, la Finanziaria non puòche essere sostanzialmente positiva,anche se non mancano alcuni aspettiche meriterebbero una migliore defini-zione.

La proroga per un ulteriore trien-nio del bonus del 36% assicureràeffetti positivi al nostro settore, anchese pecca della limitazione data daltetto fissato a 48.000 euro per unitàimmobiliare e difetta per il mancatocoinvolgimento, nelle ristrutturazio-ni, del comparto delle schermature echiusure.

Accolgo con soddisfazione la proro-ga delle agevolazioni fiscali del 55%per le spese di riqualificazione energe-tica degli edifici fino al 31 dicembre2010: un segnale che risponde inmodo concreto alle istanze avanzate daFinco. Ci impegniamo da anni affinchéquesti aspetti specifici vengano tradottiin scelte progettuali, perché si adottinoprodotti, servizi e impianti per l’edili-zia in grado di favorire elevati standarddi comfort e soluzioni architettoniche,urbanistiche ed infrastrutturali moder-ne e sostenibili.

Per quanto riguarda le politiche perla casa, emergono i primi dati negativi.È apprezzabile l’abbattimento dell’ICI,anche se l’aumento degli estimi cata-stali ne pregiudica in parte le positi-vità. Comprendiamo meno il motivo

per cui questa detrazione vada applica-ta solo qualora i soggetti passivi del-l’imposta abbiano un reddito comples-sivo non superiore a 50.000 euro.

Bene la detassazione applicata sugliaffitti, anche se ci sono dei limiti:detrazioni di 300 Euro solo per i red-diti fino a 15.500 Euro e di 150 Euro(!) per redditi fino a 31.000 Euro circa.Molto meno bene, invece, più in gene-rale, l’ennesima occasione persa perabbattere significativamente le voci dispesa. E se da un lato una parte rile-vante degli 8.000 miliardi di euro del-l’extra gettito è stato attribuito alleinfrastrutture, cosa di cui ci compiac-ciamo, solo 500 miliardi di euro sonodestinati all’edilizia residenziale, e solosotto il profilo delle pur necessariemisure sociali. Infatti, i nuovi alloggiprevisti sono riferiti a soggetti con red-diti inferiori ai 27.000 euro con a cari-co disabili, malati terminali o ultrases-santacinquenni. Mentre più di uno èstato destinato al rinnovo del contrattodegli statali e quasi due ad una distri-buzione a pioggia di 200 euro ai citta-dini meno abbienti. Non si accontentanessuno e si è rinunciato a mettere incantiere una misura vera per lo svilup-po, che da tempo Finco invoca, comela “rottamazione degli edifici”.

FINANZIARIAdi luci ed ombre

2007 novembre/dicembre CER 59

(continua a pag 61)

Rossella Giavarini, presidente Finco

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Condivisionedi valoricomuni

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CERREAL ESTATE

locale, con il33,4%, seguito dal bilocale con il25,3%, mentre i quadrilocali copronoil 21,3% del totale. Anche la doman-da di abitazioni di più elevate dimen-sioni e valore, tuttavia, ha manifestatoun trend positivo nel corso del primosemestre di quest’anno. Nel luglio2007, secondo Tecnocasa, la maggiorconcentrazione delle richieste nelnostro Paese si è posizionata suimmobili che si collocano nella fasciadi spesa superiore ai 249mila euro.«Nei prossimi mesi - osserva FabianaMegliola, responsabile dell’ufficio studi

di Tecnocasa - il mercato sarà caratte-rizzato da acquirenti sempre più selet-tivi ed attenti nelle loro scelte d’acqui-sto, pronti a valutare diverse opportu-nità e consapevoli di avere un piùampio margine di trattativa con i ven-ditori. Sarà sempre più importante ilprezzo a cui proporre l’immobile sulmercato, che dovrà essere congruoalla qualità offerta. Tutto questo dovràessere valutato con uno sguardo alledecisioni che saranno messe in attodalla Bce».

[email protected]

F I N A N Z A

La gelata dei mutui immobiliari

di Roberto Faben

Nel 2006, il credito bancarioconcesso alle famiglie per l’ac-quisto delle abitazioni è cre-sciuto dell’11,74%, purmostrando una decelerazione.Nel primo trimestre 2007, si èregistrato un ulteriore rallenta-mento dei flussi, da attribuiread una minore crescita deiprezzi degli immobili, al rialzodei tassi d’interesse e ad unoscarso aumento dei redditidelle famiglie. Il valore eroga-to, in questo arco temporale,è stato di 14,2 miliardi di euro,con una variazione negativa (-1,6%), rispetto al primo trime-stre 2006. A livello regionale,l’area che ha registrato la cre-scita maggiore, nei primi 3mesi del 2007, è stata l’Um-bria, con il +22,7% rispetto al

primo trimestre 2006. Seguo-no il Trentino (+21,7%) e ilMolise (+16.8%). Cresce, trale grandi regioni, il Lazio(+0,39%). Da segnalare, unadiminuzione delle erogazioniin Valle d’Aosta (-41%), Ligu-ria (-10,3%) Veneto (-6,5%),Lombardia (-5,9%), e Piemon-te (-1,4%). «Il tasso annuoeffettivo (Taeg) sulle erogazio-ni alle famiglie per l’acquistodelle abitazioni - sottolineaRenato Landoni, responsabi-le dell’ufficio studi Kìron, retedi mediazione creditizia delGruppo Tecnocasa - è gra-dualmente aumentatodell’1,26% da quando, nelfebbraio 2006, la Bce ha ini-ziato ad elevare i tassi ufficiali.Un finanziamento concessonel giugno 2007 di 150milaeuro in 30 anni, ha una rata

più elevata di circa di 110euro mensili rispetto al giugno2006». I tassi d’interesse, inItalia per l’acquisto di abitazio-ni sono lievemente più altirispetto a quelli dell’area euro(mediamente +0,15%). «Larecente direttiva sui coveredbond - aggiunge Landoni -permetterà di incrementare lagamma degli strumenti di rac-colta e ridurre i tassi in unalogica di mercato concorren-ziale». Nel 61% dei casi i mutui sono

a tasso variabile, ma aumenta-no anche quelli a tasso fisso(ora al 25%, contro il 14% del2005). Sono aumentate anchele durate dei finanziamenti.Oggi più di un terzo dei mutuiha una durata superiore ai 25anni e il 58% va oltre i 21.L’importo medio erogato è inlieve crescita (126mila eurorispetto ai 116mila del 2005).«Nei prossimi anni - concludeLandoni - il mercato del credi-to alle famiglie dovrebbe pro-seguire sulla strada della cre-scita, anche se in misura piùcontenuta, a causa dell’au-mento dei tassi di interesse. Ladomanda risulterà essere piùselettiva e interessata alle pro-poste degli istituti, mentrel’offerta sarà orientata gra-dualmente all’ampliamentodelle fasce di clientela».

Altri studi, monitoraggi e ricerche si trovano o possono essere richiesti

sui seguenti siti:www.gabettigroup.com/ufficioStudi/

Pubblicazioni.aspx

www.scenari-immobiliari.it/ITPublic/fset00.aspx

www.cresme.it

www.assoimmobiliare.it

WWW

2007 novembre/dicembre CER 61

(segue da pag 59)

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di Simona Storchi

In attesa dell ’ introduzionedelle Siiq, le società di investi-

mento immobiliare quotate, il seg-mento direzionale del mercatoimmobiliare, nonostante una flessio-ne generalizzata della domanda,continua ad avere un ruolo primarionelle scelte d’investimento dei prin-cipali player nazionali e internazio-nali. L’immobiliare direzionale rap-presenta infatti il 54% degli investi-menti immobiliari italiani, valore frai più alti d’Europa dopo Svezia,Danimarca e Norvegia.

È Nomisma a fare il quadro delsettore immobiliare degli uffici sti-mando il valore del mercato direzio-nale italiano al dettaglio in 3,3miliardi di euro, cioè il 2,4% del fat-turato complessivo del comparto. Lacifra raggiunge i 7,6 miliardi di eurose si considerano gli investitori isti-tuzionali.

L’andamento del mercato italiano ècaratterizzato da una domanda incalo di immobili “senza qualità”,mentre risulta essere sempre piùsostenuta quella di immobili digrado A. Nel primo semestre dell’an-no i prezzi sono cresciuti comunque,

in generale, del 3,5% edel 6,1% su base annua(i prezzi medi varianoda 1.533 euro al mq aPalermo a 4.161 euro almq a Venezia). Prose-gue una contrazionedella redditività delcomparto, legata al fattoche negli ultimi sei annii canoni sono cresciutimeno dei prezzi. Nel

62 CER novembre/dicembre 2007

CERREAL ESTATE

2007 la redditività lorda da locazio-ne è scesa infatti al 5,3% (era il 6,3%nel 2001), ma rimane sufficiente-mente alta da collocare l’Italia inottima posizione rispetto ai mercatieuropei occidentali (Milano e Romasono superate solo da Bruxelles),mentre la redditività potenziale lordasi attesta sull’11,6%.

Nel 2006 i nuovi uffici completatisono stati 4.431 a fronte di 738.331immobili realizzati in Italia, cioè lo0,6% del totale. Secondo GualtieroTamburini, presidente di Nomisma,“il mercato domestico degli uffici èdebole in quanto molto spesso lostock non è adeguato a soddisfareuna domanda di immobili direziona-li di elevato standard qualitativo. Glispazi di nuova realizzazione appaio-no ancora insufficienti a soddisfarele richieste della domanda e la pro-gettualità è tutto sommato ancoralimitata”. Nomisma ha censito alivello nazionale circa 21 progetti a

MILANO, CAPITALE nazionale degli uffici

Stock(numero)

Numero transaz.

Fatturato*(ml/€)

Uffici 531.629 21.283 3.330

Negozi 2.395.606 52.684 8.039

Capannoni 353.302 8.682 3.906

Il mercato immobiliare non residenziale italianoAnno 2006

* Le stime riportate non comprendono la componente istituzionaleFonte: Elaborazioni Nomisma su dati Istat e Agenzia del Territorio

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quarto, quinto e sesto posto. “Gliutilizzatori - si legge nel rapporto -apprezzano la qualità dell’offertabolognese, accompagnata da quota-zioni ragionevoli, da una redditivitàinteressante e un rischio contenuto”.

[email protected]

2007 novembre/dicembre CER 63

CERREAL ESTATE

destinazione unicamente direzionalee un centinaio a destinazione mistain cui è presente anche una compo-nete di uffici. Di questi circa dueterzi sono ubicati in Lombardia, conuna forte presenza di interventi nelcapoluogo milanese, lasciando alresto della penisola un ruolo disecondo piano, in quanto caratteriz-zato da minore liquidità e rendimen-ti più contenuti rispetto al livello dirischio.

Le previsioni degli operatori sonoprudenti e parlano di un mercato inrallentamento il cui trend è “diretta-mente connesso alla qualità e alledotazioni infrastrutturali dei territo-ri, fattori decisivi nell’orientare lescelte degli investitori”. Fra le novitàpositive che potrebbero vivacizzare ilsettore è in primo piano l’introduzio-ne delle Siiq “anche se per apprez-zarne gli effetti - ha spiegato Tambu-rini - bisognerà attendere il 2009”.

Tra le città del Paese, il mercatoimmobiliare degli uffici che rispondeal meglio alle aspettative degli inve-stitori e ai bisogni degli utilizzatorifinali, risultando così il più competi-tivo a livello nazionale, è quello diMilano. Il dato emerge dalla classifi-ca sulla competitività del mercatodirezionane stilata da Nomisma eGabetti su 26 città tenendo conto di101 indicatori. Al secondo postodella graduatoria si piazza il mercatodi Roma (-3,9% rispetto al punteg-gio dell’anno scorso) e al terzo quel-lo di Bologna che ha guadagnato 4punti percentuali scavalcando Firen-ze, Padova e Brescia, mercati cheoggi si collocano rispettivamente al

Rank 2007 Rispetto al 2006 Mercati Punteggio%

2006/2007

1 0 Milano 1.000 -1,3

2 0 Roma 907 -3,9

3 3 Bologna 836 4,0

4 0 Firenze 812 -3,0

5 -2 Padova 797 -5,1

6 -1 Brescia 762 -6,6

7 3 Modena 749 5,7

8 1 Parma 738 1,7

9 -1 Venezia 729 0,3

10 3 Verona 705 6,0

11 0 Ancona 701 1,0

12 -5 Bergamo 700 -6,9

13 -1 Trieste 676 1,3

14 0 Livorno 663 0,0

15 1 Genova 613 -5,0

16 1 Torino 611 -3,9

17 -2 Novara 609 -6,7

18 0 Perugia 606 0,2

19 0 Napoli 504 -7,9

20 1 Cagliari 470 -1,7

21 -1 Salerno 465 -14,3

22 0 Bari 451 -2,5

23 0 Catania 355 -1,4

24 0 Palermo 318 -4,5

25 1 Messina 311 9,7

26 -1 Taranto 297 1,1

Classifica della competitività dei mercati immobiliari degli ufficiPrime location

Fonte: Gabetti Nomisma, 2007

Per approfondimenti:www.nomisma.it

www.ipd.com www.agenziaterritorio.it

www.gabetti.it

WWW

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66 CER novembre/dicembre 2007

CERMARKETING

30mila abitanti (nel nord ovest, nelleregioni “rosse” e nelle aree urbane delmeridione). Ma anche coloro chenavigano in internet, leggono, vannoal cinema e viaggiano all’estero. Unprofilo che, a conti fatti, rispecchiaquasi metà della popolazione italianadai 18 anni in su: 23,9 milioni di per-sone su un totale di 48,5 milioni cherichiede un adeguato contenuto didesign nelle proprie abitazioni, spe-cialmente per bagno e cucina. “Questodecennio, malgrado la semistagnazio-ne dei consumi - spiega Enrico Finzi,il sociologo che ha curato la ricerca -verrà ricordato come quello del boomdi massa a favore del design applicatoall’abitazione. Il goodwill e il desideriodi disporne sono cresciuti enorme-mente”. Tanto che, se nel 1988 tuttociò interessava il 26,1% delle popola-zione adulta, nel 2007 questa percen-tuale è arrivata al 49,3 per cento.

Non è un caso, dunque, se l’indagi-ne di Astra Ricerche porta nel titolo ilconcetto di “democratizzazione” dellusso, inteso come soddisfazione delbenessere psicofisico, dei piccoli pia-ceri di ogni giorno. “Non è più il lussoélitario, inaccessibile ai più e simbolodi status - continua Finzi - ma è dive-nuto quello alla portata della largemiddle class”.

Un design non più inteso comeostentazione, vuoto orpello fine a séstesso, ma come sobrietà ed essenzia-lità, perché suo obiettivo non è piùfare mostra di sé, ma aiutare a miglio-rare la qualità della vita. “Si può parla-re di passaggio dalla passione per ciòche è appetibile in quanto frutto diaccrescimento alla passione per ciò

di Barbara Benini

La metà delle popolazione ita-liana adulta chiede più design.

Un design che sappia coniugare confunzionalità estetica e usabilità in uncontenuto che prende forma. A foto-grafare percezione, richiesta e caratte-ristiche della domanda di design tra lapopolazione italiana è l’indaginedemoscopica “La democratizzazionedel design”, realizzata da AstraRicerche per conto di TDA e CimaArredobagno e presentata in occasionedell’edizione 2007 del Cersaie.

La richiesta di design interessa inmodo trasversale la società italiana eha come protagonista, soprattutto, laclasse media e superiore. In particola-re le persone tra i 18 e i 44 anni, ledonne, coloro che sono in possesso diun titolo di studio superiore e dellalaurea, i residenti in città con più di

LA DOMANDAdi design in Italia

Una ricerca di Astra Demoskopea,

presentata inanteprima a Cersaie,

fa il punto dellasituazione

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CERMARKETING

che deriva da processi di sottrazione,ripulitura, persino di impoverimento”,spiega ancora Finzi.

Siamo davanti a un design che èsinonimo di “bello fatto bene”, accet-tato e ricercato nella misura in cuirisponde in modo funzionale al crite-rio principe dell’usabilità. “Oggi - diceFinzi - si considera design solo ciò cherisulta perfettamente efficiente, perfor-mante, ergonomico e, contemporanea-mente, originale, elegante, armonio-so”. Tre concetti possono riassumerequesta nuova visione del design:risparmiare, risolvere, facilitare.Risparmiare tempo (e denaro).Risolvere i problemi. Facilitare la frui-zione. In una parola, semplificare lavita. Naturalmente la maggiore dime-stichezza con le tecnologie (dove, tral’altro, sempre più elevato è il conte-nuto di design - si pensi ai cellulari eai computer) che negli ultimi anni si èradicata anche in Italia ha influitomolto sul nuovo modo di percepirel’estetica applicata agli oggetti di usoquotidiano. Non è un caso se nel1990 il 61% degli italiani adulti eraostile alla tecnologia, nel 2006 i favo-revoli erano già saliti al 66 per cento.

Un conto, tuttavia, è la richiesta cheproviene dal mercato, altro la rispostaalle aspettative che si riscontra nellarealtà. Spesso, anzi, la domanda ètanto maggiore quanto meno adeguatepaiono essere le condizioni reali difruibilità del bene ricercato. E infattisolo il 31% degli italiani si dichiarasoddisfatto del design delle propriecase. “Quasi sette adulti su dieci, tracoloro che desiderano una casa conprodotti adeguati sotto questo profilo,

tico. Tutto ciò in spazi ampi, allegri,colorati, moderni. La richiesta dibagni meno angusti interessa infatti il35% degli italiani, mentre il 40% livorrebbe più luminosi e il 38% dotatidi sanitari più efficienti.

Ma c’è ancora molta strada da farein Italia sotto questo profilo se sipensa che, come risulta dall’indagine,1,6 milioni di persone ancora ogginon possiedono un bagno in casa e unterzo della popolazione ha accessolimitato all’acqua, sia calda che fredda.Dati, questi ultimi, che ci dicono chein Italia, per quanto riguarda i sanitari,esiste un enorme mercato di massaancora tutto da esplorare e soddisfare.

Non mancano dunque ostacoli alpieno sviluppo di una compiuta cultu-ra del design e del bagno “bello e benfatto”, primo fra tutti i prezzi, ritenutida molti esorbitanti. “Ciò pone il pro-blema del contenimento delle spesenecessarie per dotarsi ex novo dell’am-biente bagno o per rinnovarlo comple-tamente - conclude Finzi - Oggi dueterzi del ceto medio italiano si trova adover scegliere se cambiare macchinao rinnovare il bagno. La sfida dei pros-simi anni è quella di trasformare que-sta gigantesca domanda collettiva inrealtà sostenibile e perciò non discri-minatoria”.

[email protected]

risultano totalmente scontenti - spiegaFinzi - Solo la sicurezza, intesa comeprotezione da ladri e intrusi, apparepiù problematica”.

Il bagno, naturalmente, è uno degliambienti maggiormente predisposti alasciare spazio al design, anche perchéè qui, per definizione, che ci si cura dipiù, ci si concede più tempo per séstessi. Per i propri bagni gli italianiavanzano richieste di alta qualità epraticità: 6 milioni vorrebbero avereuna vasca da bagno, oltre 10 milioniuna cabina doccia e addirittura 16,3milioni un idromassaggio.

In particolare, la richiesta di cabinedoccia si articola in modi molto vari:la si vorrebbe ampia e, ancor meglio, apianta rettangolare, per avere maggio-re agevolezza nei movimenti. Maanche luminosa, allegra, arredante esobriamente elegante, sicura, funzio-nale al proprio benessere, con un altotasso di design e materiali adeguati daun punto di vista sia estetico che pra-

Per informazioni:www.astraricerche.it www.tdaboxdoccia.it

www.cima-arredobagno.it

Per approfondimenti:http://casa.corriere.it/Arredamenti/Bagno

www.luxgallery.ithttp://www.design.tv.itwww.designrepublic.itwww.designpeople.itwww.design-italia.it

www.architetturaedesign.itwww.italianidea.it

WWW

6 milioni una vasca da bagno

10 milioni una cabina doccia

16,3 milioni un idromassaggio

35 % un bagno meno angusto

40 % un bagno più luminoso

38 % un bagno più efficiente

Il bagno:cosa vorrebbero gli italiani

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68 CER novembre/dicembre 2007

CERMARKETING

di Alessandra Ferretti

In un’epoca storica in cui ilconcetto di marketing è usato

così di frequente da rischiare divenire anche in parte strumentaliz-zato, Mario d’Andrea, managementadvisor e consulente strategico specia-lizzato in marketing, in particolarenel settore della moda, conia il con-cetto di “kaleidoscope marketing”.

Ma cosa significa esattamente?D’Andrea lo ha spiegato il 18 otto-

bre a Modena in occasione delForum Monzani dal titolo

“Pluralities. La diversitàcrea innovazione”,

organizzato da FerroCorporation . “I lcaleidoscopio ècaratterizzato daun gioco di spec-chi ed angoli, cherimandano al la

necessità di osserva-re i fenomeni da un

punto di vista nuovo,con creatività ed immagi-

nazione. Gli specchi delcaleidoscopio sono moltissimi,

ed il quadro che ne consegue è per-tanto articolato, ricco di spunti e diri f lessi . Alla stessa maniera, èimportante declinare il concetto dimarketing in una nuova prospettiva,nella fattispecie è importante pensa-re diagonale”. È come dire di allon-tanarsi dal pensiero a spirale - quel-lo in cui si guarda solo dentro -, peracquisire nuovi strumenti, che pos-sono andare, ad esempio, dalla psi-cologia alla sociologia, alla neuro-biologia.

Per chiarire questo modello di

pensiero diagonale, D’Andrea fa rife-rimento alla lettera “T”. “La lineaorizzontale”, riferisce, “sta ad indi-care l’allargamento laterale ai settoriesterni di cui non si è specialisti; lalinea verticale suggerisce invece unapprofondimento del proprio settoredi competenza. Il caleidoscopio ciaiuterà a gestire con maggiore sem-plicità e creatività un contesto carat-terizzato da elementi diversi e mute-voli”.

Tradotto nel linguaggio concretodella strategia d’impresa, anche esoprattutto nell’ambito che più ciinteressa, quello ceramico, “unastrategia di marketing non può pre-scindere da un coinvolgimentodiretto del settore della distribuzio-ne, per esempio, di ceramica”.

Dal canto loro, gli imprenditori sitrovano in una posizione tale percui, da un lato, possiedono la creati-vità e l’innovazione tecnologica,mentre, dall’altro, avrebbero bisognodi qualcuno che proponesse il pro-dotto al cliente. Questi sarebbe,

È GIUNTA L’ORAdel kaleidoscope marketing?

Nuove “lenti” per lalettura dei fenomeni

sono indispensabiliper cogliere la

complessità e intuirenuovi percorsi

Approfondimenti su:www.delabs.org

www.7thfloor.it

www.thebrandgym.com

www.contagiousmagazine.com

www.brandchannel.com

www.thefuturelaboratory.com

www.futurefoundation.net

www.luxe-mag.com/en

www.marketinggeniuslive.com

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photo by H.Pellikka

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CERMARKETING

appunto, il distributore, che dovreb-be rivestire il ruolo, per così dire, dimediatore tra il produttore ed ilcliente.

Ma quali sono le strade più agiliperché un produttore riesca a comu-nicare col consumatore nel modopiù diretto e, soprattutto, più esattopossibile? Risponde ancoraD’Andrea: “Innanzitutto, sarebbeauspicabile che diverse aziende sicoordinassero e collaborassero perdar vita, ad esempio, ad uno show-room comune. Un’operazione chequalcuno potrebbe considerare osti-ca, dal momento che si tratterebbedi aziende dello stesso settore, dun-que concorrenti, ma che opportuna-mente strutturata e definita fin neidettagli dall’inizio, è destinata ad

avere successo. In secondo luogo, gliimprenditori dovrebbero coinvolge-re maggiormente i propri distributo-ri attraverso percorsi di formazione,perché abbiano una conoscenzaapprofondita e strategica di ciò chepresentano al consumatore e,soprattutto, di come lo presentano”.

Anche questo modo di ragionarerientra secondo D’Andrea in quelloche egli stesso ha definito “pensierodiagonale”. Continua: “Le aziende sitroverebbero a lavorare tra unoshow room multimarca ed una for-mazione regolare dei propri operato-ri di showroom. Un giusto utilizzodel web sarebbe poi la ciliegina sullatorta, sempre per il discorso del tra-sferimento delle conoscenze del pro-dotto”.

Così facendo, siavrebbe anche lamaggiore garanziache la lunga catena arischio di dispersioneproduttore-consuma-tore rimanga saldalungo tutto i l suopercorso. Un fattoreimportante, dato chele ceramiche sono unprodotto abbastanzafacile da copiare.“Altrimenti detto”,ancora D’Andrea, “sirecupera quel valoreaggiunto che puòvantare un distrettocome quello emilia-no-romagnolo. Cosasignifica esattamentevalore aggiunto? Esso

dovrebbe essere quanto si aggiungead uno stato valoriale già esistente edefinito, senza per questo alterarlo,ma integrandolo in una nuovasostanza”.

Come tornare, dunque, a produrredifferenza di valore? “Un ulterioreelemento da considerare sarebbequello della distintività artigianale.Che non significa tornare al piccolo,al fatto a mano. Ad esempio, nelcaso del settore delle piastrelle diceramica, significa difendere qualco-sa che possiede già un proprio valo-re riconosciuto. Ciò che in Italia siconsidera “ben fatto”. Sinonimo,cioè di creatività, innovazione, tec-nologia, in una parola, qualità”.

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CERTENDENZE

di Laura Franchini

Un’occasione di approfondi-mento e confronto quella che

Ferro ha proposto con l’organizzazionedi Pluralities, vero e proprio eventoculturale, atto a definire, interpretare ecomunicare le nuove tendenze stilisti-che del mondo ceramico. Tendenzedella ceramica come della moda, ten-denze dei consumi come dello stile divita. È infatti un consumatore evolutoquello contemporaneo, che attua sceltedettate dall’individualità e non si lasciasoggiogare da mode singole, ma cercauna complessità di trend, in un otticadi scelta di vita, più che di costume.Una multiculturalità di proposte quin-di, contro il concetto di globalizzazio-ne si fa strada il concetto di pluralità,di condivisione di tradizioni e compe-tenze.

Gli stessi cambiamenti stilistici, sug-gerisce Ornella Bignami, che da seiedizioni cura Moods per conto diFerro, si strutturano secondo due livel-li: il primo, con ritmi più dilatati va adabbracciare i valori e le scelte idealidell’uomo; il secondo invece delinea ivelocissimi e molteplici cambiamentidella moda. Un futuro nel quale l’uo-mo vuole trovare innanzitutto sicurez-za, ed un ritorno alla struttura dei con-tenuti, al valore realedella materia comedegli ideali.

Ed è la casa intesacome riparo e comenido il luogo principa-le dove sicurezza,valori ed esperienze sia r m o n i z z a n o .Ambienti che richia-mano suggestioni edemozioni ma chesoprattutto riflettonovalori, secondo un’as-

soluta esigenza etica. Etica intesaanche come sostenibilità, come natura-lità, come vero e assoluto valore. Valoriche attingono dalle diversità e le tradu-cono in esperienze. Linee guida intrisedi colore, vero e proprio elemento fon-dente dei progetti artistici, oggi più chemai. Proposte compenetrate dalla lucein tutte le sue declinazioni, richiamo dibagliori sorprendenti, come di imper-turbabile nitore, di calma cromatica.Assisteremo così a decorazioni fatte diombre e sottili sagome, di opalescentisfumature, di iridescenti tonalità, cheassumono significato non da se stesse,ma dalla volontà della luce che le rive-la. Metalli che riflettono nuove grada-zioni, effetti terragni accennati di graf-

fiti, polveri che si levano e si posanosecondo un’apparente casualità.

Una combinazione che ricorda leinterpretazioni imprevedibili di Pol-lock, le macchie che vanno ad assume-re significati a seconda di che le guar-da, l’espressività della poesia visiva edell’arte multisensoriale, la dissacrantemodernità del surrealismo.

Un’interpretazione di grande auten-ticità, che affonda le mani nella natura-lità delle cose, nei paesaggi intatti,nelle pietre, nella terra, nella storia del-l’uomo. Non solo quindi natura crudae grezza, ma anche storia intesa comeintelletto, passaggi nelle tradizionicome nella memoria della cultura, verae propria ricchezza dell’umanità.Mosaici antichi ristrutturati, civiltà chesuggeriscono ricami e arabeschi,richiami a popoli lontani.

Accenni quindi a culture fertili e avoghe artistiche importanti, interpreta-ti secondo moderne esigenze, arricchitidi significati, di dimensioni e di com-plessità. Sono onde che dal mare siispirano ma con colori avulsi da esso;sono linee geometriche e intrasigentisolo all’apparenza; sono inaspettatiincroci e giochi di movimento.

È l’uomo, inteso come designer, ilgrande interprete di ciò.È l’uomo che aggiungecromatismi e significati.È l’uomo che traduce inrealtà fisiche le esigenzeumane, funzionali e spi-rituali.E la ceramica è una asso-luta realtà, fisica e funzio-nale, oggi più che mai,specchio della pluralitàdel mondo.

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DESIGN 2009 frutto di cultura e valori

Ornella Bignami

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DOSSIERCERCER

Logistica edistribuzione

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I COSTI della logistica in ceramica

stabilimento ceramico nella sua com-plessità, nonché l’universo di fornitorie clienti che gli gravita attorno. Ovve-ro, dalla cava fino al cliente finale.

Come spiega l’autore dello studio,“tra i nostri principali obiettivi, c’eraquello di sensibilizzare le aziende deldistretto ceramico alle problematichedella logistica anche attraverso l’iden-tificazione dei costi della supply chain.Come? Identificando i costi totalidella logistica lungo tutta la catena,dalla produzione alla distribuzione. Ilsecondo passo sarà quello di valutarele eventuali opportunità di reingegne-rizzazione della supply chain, finalizza-te ad aumentare la competitività delleaziende del distretto e di costruire unlinguaggio comune della logistica, perpermettere alle stesse di confrontarsiin modo più sistematico”.

La segmentazione dei costi vieneanalizzata dal punto di vista sia dellostabilimento che del cliente. Per lostabilimento, i costi della logisticaincidono per il 14,4% del fatturato. Itrasporti di distribuzione incidonoper il 3%, la logistica interna di sup-porto alla distribuzione per il 6%, lalogistica di produzione per l’1%, itrasporti di rifornimento allo stabili-mento per il 2%, e i costi di gover-nance e supporto per il 3%.

Nella scomposizione delle vocidella logistica di stabilimento i costiinterni pesano per il 57,9% e le prin-cipali componenti sono il costo dellavoro con un peso pari al 24,2%, lasuperficie che incide per il 15,2% e imateriali per il 6%. I costi esternisono pari al 42,1%, di cui il 25,6%relativo al rifornimento di materialedai fornitori allo stabilimento e il16,5% dovuto alla distribuzione dallostabilimento al cliente finale.

Una straordinaria mobilitàdelle merci all’interno del terri-

torio, ma anche un’alta percentualedi dipendenza delle aziende dagestori esterni per quanto riguarda itrasporti.

Questi i risultati principali cheemergono da una prima mappaturadei costi della logistica nelle aziendedel settore delle piastrelle di cerami-ca. Lo studio, promosso da Edi.Cer.SpA, Cargo Clay SpA e Cerform, èstato realizzato da Nicolò PascaleGuidotti Magnani , esperto dilogistica, e rappresenta il primo passodi un’analisi che verrà approfonditain seguito.

Fino ad oggi la ricerca ha coinvolto12 aziende ed i loro 16 stabilimenti -essenzialmente realtà di grandidimensioni -, per un totale di 100milioni mq di produzione, quasiequamente diviso tra il distretto diSassuolo e Scandiano e la restanteparte della regione. Il campione, chesi ferma al 18% dell’intera produzionenazionale, illustra con precisione lo

di Alessandra Ferretti

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I clienti “vedono” invece un costodella logistica pari al 23,7% del valo-re totale di acquisto, differenza prin-cipalmente dovuta all’enorme pesodei trasporti ai clienti finali con reseex works, a carico dei clienti stessi.

Ciò determina un livello di atten-zione maggiore che in passato neiconfronti del ruolo della logistica,dove peraltro gli operatori vannoassumendo competenze più speciali-stiche e sono in grado di offrire servi-zi più personalizzati alle esigenze delbusiness ceramico.

Il ruolo chiave della logistica perun distretto come quello ceramicoconsiste per le imprese nell’offrire ai

propri clienti un servizio eccellenteattraverso un controllo più esteso edefficace della supply chain. “Pensiamoal fatto”, conclude Pascale, “che soloil 30% dei flussi di trasporto sonogestiti direttamente dalle industrieceramiche. Una corretta e più effi-ciente organizzazione degli enormivolumi movimentati nel distretto magestiti da terzi può rappresentare unsignificativo ambito di intervento,anche in forza del fatto che in talmodo si potenzierebbe ulteriormentequella sinergia distrettuale che è unodei punti di forza sul quale deve pun-tare il distretto ceramico”.

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Fonte. Edi.Cer. - Cargo Clay - Cerform: “Indagine sui costi della logistica”, 2007

Flussi per macroareaValori in tonnellate

Nicolò Pascale Guidotti Magnani

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GLI INVESTIMENTIvanno ora alla Pedemontana

presentano anche il primo stralcio delprolungamento della Pedemontana(intervento che la Provincia ha rileva-to da Anas).

Raddoppio della Pedemontana. Ilprincipale obiettivo, a oggi, è di con-cludere i lavori entro il 2008. Questigli interventi: a Sassuolo, tre rotatorieverranno costruite agli incroci tra laPedemontana con via Ghiarola nuova,via Regina Pacis e nella zona del cimi-tero. La Pedemontana da Sassuolo aFiorano diverrà quindi una strada aquattro corsie nel tratto da via ReginaPacis fino alla rotatoria della Modena-Fiorano. Otto milioni di euro l’inve-stimento complessivo.

Prolungamento della Pedemontanada Pozza di Maranello a Solignano

Il cantiere è stato aperto in estate,con un costo pari a 5.600.000 euro.In programma c’è la costruzione di untratto di circa 1,5 km di strada, di unarotatoria all’incrocio con la NuovaEstense e di un nuovo ponte sul Tie-pido (114 mt). Un anno e mezzo ladurata dei lavori.

Nel frattempo, procedono i lavorisul versante di Vignola con la realiz-zazione del tratto da Bazzano ad Erga-stolo (12 km). Sono già stati realizzatiil nuovo ponte sul Panaro, tre caval-cavia e gran parte del tracciato strada-le. “L’obiettivo - precisa Pagani - è diconcludere questi lavori entro l’estatedel 2008”.

Questo tratto sarà in grado di favo-rire i collegamenti tra Modena e Bolo-gna e di decongestionare il centro diVignola dal traffico.

La Pedemontata fornirà una validaalternativa alla via Emilia nei collega-menti tra il distretto ceramico, l’areapedecollinare modenese e il territorio

di Giulia Vellani

Infrastrutture, infrastrutture eancora infrastrutture. Il distretto

ceramico emiliano ha “sete” di questistrumenti indispensabili per il rilan-cio dell’economia e della viabilitàintermodale nel suo complesso.

Un’inchiesta strettamente dedicataa questo tema la pubblicammo circaun anno fa. Emersero ritardi e diffi-coltà in relazione a due arterie: la Bre-tella autostradale Campogalliano-Sas-suolo e la Pedemontana, sul versantesia reggiano che modenese. Il tentati-vo è quello di fare il punto dellasituazione a oggi, per capire se inqualche modo si è passati dai progettiai fatti. Se insomma, sul tema qualco-sa si è mosso.

Pedemontana modenese. Il puntodegli interventi nel comparto cera-mico

Il tratto conclusivo della Modena-Fiorano-Sassuolo è stato aperto; l’im-pegno attuale della Provincia è quellodi rendere più scorrevole il tratto Sas-suolo-Maranello. Nel corso di unanno sono stati realizzati svincoli erotatorie agli incroci con via Radici inpiano, via Ghiarola vecchia e viaCanaletto a Fiorano.

I risultati, come sottolinea l’assesso-re alla Viabilità della Provincia di Mode-na Egidio Pagani, sono sotto gliocchi di tutti: “meno code, menoinquinamento e collegamenti piùsnelli lungo uno degli assi viari piùtrafficati dal modenese, soprattutto dimezzi pesanti diretti o provenienti daldistretto ceramico”. Provare per cre-dere. Allo stato attuale, i tempi dipercorrenza da Sassuolo a Maranellosono diminuiti da trenta a dieciminuti. Otto milioni e mezzo di eurol’investimento complessivo, che rap-

Egidio Pagani

Andrea Rossi

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saranno mitigati dalla nuova rotatoriagià in costruzione sulla Provinciale 51per Rubiera, all’intersezione con ViaCanale e il prossimo allargamento diVia Ripa.

Vantaggi sul piano dei tempi di per-correnza, del minor carico inquinan-te, di una maggiore sicurezza; unavolta portata a termine, la realizzazio-ne della Pedemontana in sponda reg-giana del Fiume Secchia contribuirà asnellire e razionalizzare i flussi di traf-fico in tutto il distretto della ceramica,soprattutto in direzione est-ovest.Non solo. L’arteria consentirà di legarela viabilità dei Comuni reggiani deldistretto al tronco modenese. A operaultimata i flussi di traffico da Scandia-no a Maranello saranno più sicuri e itempi di percorrenza minori. Evidentianche i benefici ambientali per effettodella riduzione dell’inquinamento daveicoli.

[email protected]

bolognese. Nel 2009 la strada prose-guirà fino a Solignano, per collegarsicon la viabilità comunale. In futuroquesto prolungamento si ricongiun-gerà con gli altri tratti di nuova Pede-montana previsti.

Pedemontana reggiana, utile aldistretto e vitale per Casalgrande

Sul territorio di Casalgrande in par-ticolare la Pedemontana continua afare i conti con numerose difficoltàlegate alla viabilità esistente, agli abi-tati, agli assi viari. Diverse le proble-matiche che fino ad oggi si sono pre-sentate, come la necessità di apporremigliorie al progetto iniziale soprat-tutto in relazione all’innesto sullaPedemontana modenese, all’accessoallo scalo ferroviario di Dinazzano,alla definizione delle barriere di miti-gazione ambientale.

Il sindaco di Casalgrande AndreaRossi, che non fa previsioni certesulla data di conclusione dei lavori,tiene a sottolineare che “non si trattadi tempi morti, o di ritardi eccessivi,quanto piuttosto di un iter laboriosoche si sta avviando alla conclusione”.In ogni caso, i lavori si protrarrannoalmeno per un altro anno e mezzo.

La concomitanza con il cantiere incorso per l’ampliamento dello scalo diDinazzano si presenterà non appena iltracciato della Pedemontana interfe-rirà con l’attuale ingresso dello scalo.Il fatto che le due strade siano suquote diverse, sottolinea il sindaco,“comporterà una serie di opere cherenderanno inagibile l’ingresso aimezzi pesanti, i quali, per tre mesi,dovranno raggiungere i convogli perle operazioni di carico percorrendoVia Canale e Via Ripa”. Inevitabili infuturo alcuni disagi che tuttavia

Un tratto della Pedemontana

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FOR ADV mrkt 27-11-2007 21:25 Pagina 1

Colori compositi

C M Y CM MY CY CMY K

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IL TRENO CORRE A REGGIOmentre a Modena va per prati

potrebbe permettere la messa in rete dicirca una cinquantina di treni al gior-no. Esteso su un’area di 280 mila mq,è dotato di due terminal: quello dicarico-scarico intermodale, compostoda 6 binari (2 fasci da 3 binari) conmodulo di circa 650 m, dotato di zoneper la movimentazione delle grandiunità di carico e corsie di viabilitàinterna; quello destinato al traffico tra-dizionale, si compone di 4 binari araso per carico e scarico diretto di 450m, di cui uno attrezzabile per scaricotramogge di caolino, dotato di un piaz-zale asfaltato di 81.328 mq. In una fasesuccessiva, si prevede un gruppo di trebinari, da adibire al traffico combinatoo tradizionale secondo le esigenze chesaranno verificabili al momento.

Sono inoltre previsti: un fascio di 9binari per arrivo/partenze; un fascio di6 binari per manovra; un’area manu-tenzione, che si compone di 2 binari di90 m per il servizio e la manutenzionedei carri e dei locomotori, su un'areacomplessiva di 2 mila mq; una stazio-ne merci, architettonicamente costitui-ta da tre elementi, di cui uno centralecon due ali simmetriche; un gate diingresso allo scalo intermodale; un fab-bricato servizi esteso su un’area di 3mila mq e organizzato in 5 unità fun-zionali; un magazzino merci con anti-stante area di lavoro, su un’area di 15mila mq ;un’area parcheggi contenente67 posti auto. (Informazioni trattedalla documentazione FS/RFI).

Secondo le stime contenute nel pro-getto “Quadrilatero”, che interessa laparte infrastrutturale (sulle modalità digestione dello scalo infatti, ancora nes-suna notizia), se si ipotizza una totalefunzionalità 24 ore su 24 il nuovoscalo potrebbe avere una capacità dimovimentazione di circa 12,6 milioni

di Simone Lazzaretti

Un sistema integrato di traspor-to merci su rotaia più efficiente e

competitivo è indispensabile perapportare migliorie alla mobilità deldistretto e risolvere molti problemi diviabilità ed inquinamento del territorioprovinciale. A tale proposito, due sonogli interventi di fondamentale impor-tanza per incentivare l’utilizzo deltreno: la realizzazione dello scalomerci di Cittanova-Marzaglia e l’am-pliamento dello scalo di Dinazzano.

Scalo Cittanova-MarzagliaUna situazione a luci ed ombre.

Così la definisce l’assessore alle Infra-strutture del Comune di Modena Danie-le Sitta. Se da un lato, infatti, i lavoridi realizzazione dello scalo sono indirittura d’arrivo e il termine degliinterventi è confermato al 2010, perinverso “sono in alto mare i collega-menti viari che dovranno successiva-mente garantire la funzionalità delloscalo merci perché contenuti all’inter-no dell’appalto più complessivo cheriguarda il prolungamento della Bren-nero fino a Sassuolo.

Il rischio è che si arrivi al completa-mento dello scalo merci senza ladisponibilità dei collegamenti viari chene possano garantire il pieno funzio-namento. Si tratterebbe di un vero eproprio disastro. Anche perché - preci-sa Sitta - senza i collegamenti viari loscalo merci non si apre” mentre auspi-ca che venga affrontata anche la que-stione del collegamento ferroviariodiretto tra Cittanova-Dinazzano, pas-sando da Rubiera”.

Ad oggi la dinamica del trafficomerci è sempre più vivace, motivo percui la realizzazione di questo scalorappresenta un’opera dalle grandipotenzialità. Il nuovo scalo infatti,

Senza la bretellaCampogalliano-

Sassuolo lo scalo diMarzaglia rimane...

in aperta campagna

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tenuto. La conferma viene da Giusep-pe Davoli, amministratore delegato dellaDinazzano Po, società che gestisce ilterminale intermodale di Dinazzano edi S. Giacomo di Guastalla. “Allo statoattuale sono state realizzate le operecivili più importanti, come il sottopas-so per collegare lo scalo esistente conquello nuovo, e i piazzali sono a buonpunto. Restano da fare nel 2008 laposa dei binari, le finiture, la sistema-zione delle reti delle fognature, e gliimpianti. I costi restano quelli previsti,senza alcuna variazione”. Confermatoanche l’intervento che prevede l’inseri-mento di ulteriori sette binari, tre perla ricezione e partenza dei treni e quat-tro per lo scarico delle merci. In più,sempre entro il 2008, precisa Davoli,“sul lato sud a servizio dello scalo esi-stente verranno realizzati altri tre bina-ri per ulteriori arrivi e partenze deltreno delle argille”.

L’intento è quello di raddoppiare giàdal prossimo anno i treni attualmentea disposizione, sia in arrivo che in par-tenza. E anche per il 2009 le previsionisono a dir poco ottimistiche: “Credoche si potranno tranquillamente movi-

di tonnellate all’anno, e consentireogni giorno l’arrivo e la partenza di 56treni, di cui 36 per il traffico intermo-dale e 20 per quello convenzionale.

“Insistiamo inoltre - conclude l’as-sessore - sul fatto che il nuovo scalimerci di Marzaglia sia oggetto assiemea quello di Dinazzano di un unico pro-getto di gestione, devono funzionarecome fossero un solo scalo delle dueprovince di Modena e Reggio. Su que-sto siamo in sintonia anche coi nostricolleghi reggiani”.

Scalo di DinazzanoProcedono spediti i lavori di amplia-

mento di questo scalo merci, la cuirealizzazione ha l’obiettivo di mettere adisposizione delle industrie ceramichedel comprensorio una struttura ingrado di consentire trasporti economi-camente vantaggiosi e alleggerire iltraffico stradale del maggior numeropossibile di mezzi pesanti, con notevo-li miglioramenti dal punto di vista del-l'impatto ambientale.

Il termine di conclusione lavori (loscorso anno si parlava di terminare iltutto entro il 2008) sembra verrà man-

mentare, attraverso i treni, un milionedi tonnellate in più all’anno di argillada Ravenna a Dinazzano. Se si consi-dera che ogni camion solitamente tra-sporta 32,33 tonnellate di merce, èsufficiente un rapido calcolo per capirequanti autotreni si possono toglieredalla strada”. Dal 2009 dovrebbe quin-di raddoppiare senza alcun problema iltraffico verso lo scalo merci di Dinaz-zano attraverso le linee esistenti, conun aumento consistente del numeroquotidiano di treni; dai dieci attuali, aventi.

L’obiettivo è insomma quello di ren-dere maggiormente competitivo il tra-sporto su rotaia, anche se già oggi iltrasporto ferroviario fornisce un servi-zio puntuale e quotidiano: “tutti i gior-ni arrivano treni sia dalla Germaniache da Ravenna. Il trasporto ferroviarioè competitivo anche dal punto di vistadei prezzi; per mantenere questo trendè chiaro che dobbiamo garantire unservizio valido ed essere in grado diridurre sempre più i costi, realizzarequindi tutte le operazioni necessarie amantenere lo scalo in efficienza”.

Resta confermata anche la pienaintenzione di sfruttare nel migliormodo possibile la ferrovia, per potertrasportare non solo la materia prima,ma anche il prodotto finito. “Allo statoattuale - precisa Davoli - organizziamogià contenitori di prodotto finito inparticolare verso il porto di Genova,mentre abbiamo iniziato anche versoLivorno e Ravenna, ma si potrebbecertamente fare molto di più, sonoancora pochi quelli che partono. Aquesto proposito, il nuovo scalo con-sentirà al traffico di contenitori di averemolte più opportunità di carico di pia-strelle verso tutti i porti”.

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Veduta aerea dello scalo di Dinazzano

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di Elena Cristoni

Adriatico e Tirreno sono le dueAutostrade Italiane del Mare,

arterie la cui importanza strategica stanel fluidificare il traffico alleggerendo ipunti terrestri congestionati. I portirappresentano i “caselli” di ingressoper le merci che arrivano dall’estero e,di conseguenza, devono essere dotatidi adeguate strutture logistiche, magaricaratterizzate da soluzioni innovative.Tra queste, il treno delle argille che tra-sporta le materie prime dal porto diRavenna fino alle fabbriche di piastrelledel distretto emiliano.

Ravenna guarda a SuezIl porto di Ravenna ha un ruolo pre-

dominante per l’import di materieprime destinate al comparto ceramicoe sta sviluppando il proprio ruoloanche nell’export di prodotti finiti,sapendo che quasi il 17% del totalemerci in container che partono dalporto sono di piastrelle.

Nei primi 9 mesi del 2007 sonocirca 3,6 milioni le tonnellate di mate-riali ceramici movimentate, con unincremento superiore al 10% tra feld-spato, argilla, caolino e nefelina; questosettore merceologico rappresenta il39,2% della movimentazione di rinfu-se solide ed il 18,4% della movimenta-zione totale di merci nel porto. Turchiae Ucraina sono i paesi partner (da que-sti ha origine il 95% dei prodotti cera-mici movimentati).

È attualmente in corso l’escavo deifondali del Canale Candiano a -11,5mt, che dovrebbe concludersi entro il2008, ed è in previsione un ulterioreapprofondimento a -14,5 mt, non oltreil 2011. A questo si aggiunge il proget-to proposto da Contship; creare unNuovo Terminal Container. “Con que-sti interventi - sottolinea il presidente

PIASTRELLA,i progetti dei porti italiani

dell’autorità portuale Giuseppe Parrel-lo - si vuole aumentare anche l’attuale17% di materiali ceramici trasportati incontainer grazie ai nuovi e frequentiservizi marittimi che verranno attivati,con specifico riferimento ai mercatioltre-Suez”.

Di assoluta rilevanza è l’aumentoregistrato nel 2007 della modalitàferroviaria utilizzata per il trasportodi piastrelle e materiali ceramici.“Stiamo operando per promuovereun rilancio del combinato terrestre inuna logica di sistema che veda unarete di terminal integrati ed intercon-nessi, e in questa direzione si collocaanche l’ingresso dell’Autorità Portualedi Ravenna nella Società DinazzanoPo. Agli operatori del distretto dellaceramica vogliamo offrire una con-creta alternativa ai porti tirrenici perquanto riguarda servizi intermodali,modalità di condizionamento e rottemarittime”.

Il porto di Livorno potenzia il trenoper Sassuolo

Al porto di Livorno sono giunti atermine i lavori di ampliamento delfondale da -12 a -13 metri, come con-ferma il direttore commerciale dellaCompagnia Portuale di Livorno e ammi-nistratore delegato del Terminal CalataOrlando Gabriele Gargiulo, che sot-tolinea l’intenzione futura di portare ilfondale a -15 mt attraverso la creazio-ne del maxi terminal Darsena Europa.Un progetto realizzabile in 4-5 anni eche permetterà la ricezione di navi diultima generazione, capaci di contene-re dagli 8 ai 10 mila teus.

Nel porto livornese sono state movi-mentate all’incirca 200 mila tonnellatedi materie prime destinate al compartoceramico (dati ottobre 2007); di que-

Il porto di Ravenna

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ste, una parte viene trasportata amezzo gomma ed un’altra attraversoun sistema combinato nave-scarico aLivorno e inoltro via ferrovia verso Sas-suolo. La previsione è di arrivare a 240mila attraverso il servizio combinato.

Tra gli interventi più significatividegli ultimi anni si ricorda la realizza-zione del nuovo Molo Italia. Ciò cheancora deve essere completato, sottoli-nea Gargiulo, “è il raccordo ferroviarioche permetterà di rafforzare i collega-menti tra Livorno e l’area della cerami-ca di Modena-Sassuolo, con treni gior-nalieri e costanti di merci alla rinfusa,sabbia, argilla, feldpsato”. Nell’imme-diato l’impegno è massimo per miglio-rare il servizio già esistente, che constadi tre treni alla settimana.

Quello che al porto di Livornopotrebbe sensibilmente aumentare è iltraffico di merci provenienti dalla Tur-chia e destinate al comparto ceramico.L’intenzione nei prossimi anni è diaccrescere tali volumi attraverso unservizio regolare che permetta di rice-vere merci di importazione dalla Tur-chia per Livorno, ottimizzando al con-tempo il servizio con merci in esporta-zione.

Lo shuttle di La SpeziaIl porto di La Spezia si conferma

riferimento di assoluto rilievo perquanto riguarda il trasporto ferroviario

portuale. La merce trasportata ammon-ta, tra combinato e tradizionale, a1.469.000 tonnellate; 63.105 i carrimovimentati nel corso del semestre. Inparticolare per quanto riguarda i traffi-ci containerizzati il numero di conteni-tori (teus) movimentati, in tutto588.762, ha registrato un aumento del+8,3% rispetto al precedente semestre2006.

I positivi risultati raggiunti sono daattribuirsi anche alla definitiva appro-vazione del nuovo Piano RegolatorePortuale, che ha tra gli obiettivi ilpotenziamento del trasporto intermo-dale, per movimentare a mezzo ferro-via il 50% del traffico contenitori.

In tema di trasporto intermodale èstata raggiunta un’intesa di rilievo, cheha portato alla definizione di uno“shuttle” di trasporto veloce per i con-tainer marittimi diretti al Brennero, ilquale si muoverà rapidamente permet-tendo al Quadrante Europa di Veronadi aggiungere agli altri segmenti trattatianche quello dei container marittimi.

I benefici di questo servizio - sottoli-nea Franco Pomo segretario generaledell’Autorità Portuale di La Spezia - sonorelativi al più limitato uso dei mezzi sugomma con riflessi positivi sull’am-biente. Le recenti intese sottoscrittevanno nella direzione di potenziare losviluppo intermodale e i servizi logisti-ci, valorizzando potenzialità e caratteridegli inland terminal nel veronese enel parmense da un lato e della piat-taforma logistica spezzina come acces-so marittimo privilegiato ai territori delnord Italia lungo l’asse Ti-Bre (Tirreno-Brennero)”.

I nuovi terminal container di GenovaIl mercato dello scalo genovese è

costituito per circa il 96% dalle regioni

italiane, con significative quote per lepiastrelle di ceramica.

Il bacino d’utenza si estende su unraggio di circa 350 km, favorendo sumolte tratte la convenienza del traspor-to su gomma. L’obiettivo dell’Autoritàportuale, sottolinea il presidente Gio-vanni Novi, è “incentivare l’inoltro e laricezione delle merci via ferrovia. Nelcorso degli ultimi due anni si è verifi-cata una positiva inversione di tenden-za a favore di questa modalità di tra-sporto, che ha registrato tassi di cresci-ta nell’ordine del 7%”.

Il nuovo polo offrirà una capacitàpari a circa 3 milioni di metri lineari,adeguando l’offerta portuale agli svi-luppi del mercato della navigazione acorto raggio. Tra il 2011 e 2012 si pre-vede di ultimare il Nuovo Terminalcontenitori di Calata Bettolo ed il riem-pimento Ronco/Canepa, realizzazioniprioritarie per adeguare l’offerta infra-strutturale dello scalo genovese alleesigenze del mercato, con una ricadutapositiva in termini di crescita dei traffi-ci (circa 800mila teu addizionali), a cuisi affianca la riorganizzazione del siste-ma logistico-distributivo. “In particola-re si prevede lo sviluppo di un’arearetroportuale dedicata alla gestione deiparchi contenitori, per decongestiona-re le aree portuali migliorando laperformance dell’intera catena del tra-sporto. A questo progetto si accompa-gna l’obiettivo di sviluppare un servi-zio di navettamento ferroviario traporto e retroporto, e a quello di cresci-ta del servizio ferroviario nel suo com-plesso, connesso al previsto sviluppodei traffici portuali previsti dal PianoRegolatore Portuale e dai piani di svi-luppo elaborati da RFI, compreso ilTerzo Valico Ferroviario”.

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Il porto di Livorno

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CERAMBIENTE

di Walter Sancassiani

La filiera fornitori può permet-tere di coniugare risparmi, inno-

vazione di prodotto e riduzione diimpatti ambientali e sociali, in sintesipuò fornire un contributo ad una com-petitività socialmente responsabile.Questo sia per l’azienda acquirente,per l’azienda fornitrice, che per le filie-re di imprese fornitrici in rete nel terri-torio in cui operano.

La sfida della cosiddetta GreeningSupply Chain, ossia l’introduzione dicriteri ambientali e sociali nelle proce-dure d’acquisto lungo la filiera fornito-ri, è elemento qualificante dal punto divista manageriale, commerciale e sti-molo all’innovazione di prodotti e diprocessi produttivi lungo il loro ciclodi vita.

Come si posiziona il settore cerami-co rispetto a questo nuovo approcciogestionale? Cosi come per altri aspettidi applicazione della responsabilitàsociale d’impresa, si segnalano attual-mente elementi di non conoscenzaparallelamente a situazioni di rilievosebbene sporadici e non strutturati eopportunità ancora inespresse nelleloro varie potenzialità. Di seguito sidelineano in sintesi i principali impattilungo l’approvvigionamento di materieprime nel settore, con alcuni esempiesistenti di “acquisti-approviggiona-menti verdi socialmente responsabili”realizzate da alcune aziende ceramiche.

Le criticità e le opportunità lungola filiera degli approvigionamenti

Gli ambiti e le filiere di approvvigio-namenti merceologici e di servizi delsettore ceramico sono numerosissimi,e costituiscono i vari settori “indotti”del comparto ceramico che hannocaratterizzato la logica e la forza, fino-ra, del distretto. Oltre agli “elementi di

base” per la produzione quali le mate-rie prime come argille e smalti, la filie-ra dell’impiantistica come forni, pressee sistemi di automazione, altri appro-vigionamenti strategici sono quellienergetici, i trasporti e la logistica, iservizi di manutenzione e pulizia, iservizi contabili, finanziari, di comu-nicazione e promozione, i serviziavanzati, i consumabili e arredi per gliuffici, di catering, l’informatizzazionetelematica.

Lungo ognuna di queste filiere difornitura avvengono varie fasi di lavo-ro (dalle materie prime alla trasforma-zione, dalla produzione al consumo epost consumo) ed entrano in gioconumerosi attori economici e tecnici(produttori, rivenditori e distributori),con procedure di acquisto-fornituramolto diversificate e incentrate su varifattori, principalmente prezzi, quanti-tativi, qualità, tempi di fornitura, affi-dabilità, collaborazione per ricerca esviluppo di prodotti e servizi.

Green Supply ChainLa Green-Responsible Supply Chain è

ACQUISTI E FORNITURE socialmente responsabili

un nuovo approccio gestionale d’im-presa, maggiormente consapevole eresponsabile degli impatti e delleopportunità lungo il ciclo di vita deiprodotti e della catena di fornitura,che mira ad integrare nelle varie fasi difornitura e tra i diversi attori coinvoltidei criteri qualitativi di tipo ambienta-le: riduzione di impatti energetici, diimballaggi e rifiuti, di emissioni, dimaterie prime, in sintesi riduzione dicosti economici. Inoltre la “fornituraresponsabile e sostenibile” consente di“creare valore” aggiunto non solo peril prodotto dell’azienda che acquista,ma anche per quella che produce oquella che svolge un ruolo intermediolungo la filiera, dando maggiore coe-renza alla reputazione e al profilo d’a-zienda, specie quando queste hannogià certificazioni ambientali di prodot-to e di processo (es. Eco-Label, EMAS,ISO14001).

Questo approccio d’impresa è inoltrestrettamente connesso al Green PublicProcurement o Acquisti SocialmenteResponsabili da parte degli Enti Pubbli-ci, con iniziative anche nel distretto

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CERAMBIENTE

ceramico, attraverso Bandi e Gared’appalto che “premiano” commercial-mente i fornitori di prodotti e servizi abasso impatto ambientale e ad altovalore innovativo, su varie tipologie esettori d’uso (arredi, computer, flottamezzi, cancelleria, consumabili, cate-ring, energia), ma anche per i lavoripubblici e l’edilizia residenziale, ambi-to più strettamente legato al compartoceramico, con potenziali opportunitàcommerciali per prodotti con caratteri-sche ambientali certificate. Come crite-ri di valutazione vengono infatti prin-cipalmente usati marchi di certificazio-ne ambientale e sociale e il profilo diresponsabilità sociale dell’impresa.

Materie primePer quanto concerne le materie

prime, se fino agli anni ’70 le materieprime ceramiche, principalmente argil-le e smalti, erano facilmente reperibilinelle province di Modena e ReggioEmilia, oggi molte materie sonoimportate per esigenze tecniche davarie regioni italiane (Sardegna, Pie-monte, Calabria e Toscana) e da altripaesi quali: Repubblica Ceca, Germa-nia, Ucraina, Turchia, Portogallo, GranBretagna, Francia. Secondo il Politec-nico di Torino, il settore delle piastrelleitaliano consuma quasi 11 milionicirca di tonnellate di materie primel'anno.

Le materie prime ceramiche nonsono materiali rinnovabili e l’attivitàsvolta nelle cave produce un impattoambientale, dato, da un lato, dallamodifica del paesaggio, dall'altro, dalconsumo di risorse, dall'emissione dipolveri e dalla produzione di rifiuti.Tuttavia l’innovazione tecnologica e iprocessi produttivi consentono diridurre e razionalizzare megli l’uso

delle materie prime in rapporto al pro-dotto realizzato.

TrasportiGli impatti maggiori sono soprattut-

to legati ai trasporti e alle loro ricadutein termini di consumi energetici, emis-sioni di sostanze climalteranti lungo letrasferte. Com’è noto, ogni anno neldistretto ceramico vengono movimen-tate oltre 20 milioni di tonnellate dimerci, sia materie prime che prodottifiniti. Quotidianamente transitano nel-l’area 4000-6000 mezzi, senza consi-derare i trasporti tra aziende locali. Leargille provenienti da Germania eFrancia vengono trasportate prevalen-temente su ferrovia; le argille dell'U-craina, il feldspato turco e le sabbiedella Sardegna raggiungono invece ildistretto ceramico via nave, attraverso iporti di Livorno e Ravenna, e poi viagomma; le materie prime provenientida altre zone d'Italia arrivano sugomma, con una una serie di impattiambientali di vario tipo.

Su questo fronte sono in atto diver-se risposte, quali l’attivazione di un

nuovo collegamento dal porto diRavenna allo scalo ferroviario diDinazzano, che a regime, dovrebbepermettere l’uso di 66 vagoni a setti-mana per 3.600 tonnellate nette diargille e feldspati, consentendo ditogliere dalle strade dell’Emilia Roma-gna circa 5.500 tir all'anno. Ancora, 4treni settimanali misti (composti cia-scuno di 10 carri per le argille e 14carri per il prodotto finito) che percor-rono la tratta Ferrara-Suzzara-Guastal-la ed il duplice treno “pesante” (da 33vagoni a convoglio) lungo la direttriceRavenna-Bologna-Reggio Emilia -sarebbe possibile eliminare dalle stra-de della regione oltre 24.000 TIRall'anno.

Esempi di acquisti sostenibili e difiliera socialmente responsabile

Grazie all’introduzione di trattamen-ti innovativi, oggi molti materiali chein passato erano inutilizzabili, hannoacquisito un valore di tipo economico.Si segnalano di seguito diversi esempirecenti di Green Supply Chain nelcomparto ceramico.

Impasti riciclatiUn esempio è quello di Polis cera-

miche, che ha prodotto una serie dipiastrelle in gres porcellanato, “ReluxGres”, prodotta con smalto realizzatoper il 40% con vetro riciclato, prove-niente da rifiuti di apparecchi elettro-nici come televisori, raccolti e fornitidal Laboratorio Relight, con il suppor-to dell’Università di Modena. La pia-strella, oltre a favorire una partnershipsocialmente responsabile e innovativa,permette di ridurre consistentementeil consumo di materie prime che com-pongono lo smalto, riduce i consumidi energia e le sostanze climalteranti

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CERAMBIENTE

legate ai trasporti. È inoltre prodotta inparte con energia solare, ed è in pro-cinto di ottenere la certificazione Eco-label.

Altri esempi di piastrelle che con-corrono a ridurre gli impatti ambienta-li e che possono favorire filiere di con-sumo e acquisti socialmente responsa-bili sul fronte della domanda, sonoquelli di Floor Gres e Gambarelli.Floor Gres ha lanciato la serie di pia-strelle “Eco-tech”, che prevede il riuti-lizzo delle rimanenze e dei residuidella produzione industriale, come lepolveri, gli impasti e i residui che pro-vengono dalla lavorazione di altri pro-dotti. La piastrella è certificata Eco-Label UE.

Funzionalità energetica ed ecologicaAltra soluzione è la piastrella da

esterno ideata da Ceramiche Gamba-relli, “Oxigena”, e distribuita da IdealStandard, che contiene biossido dititanio e consente, tramite un processofoto-catalitico, di ridurre sostanze leinquinanti. Da segnalare il progetto incorso Cencerbench, del Centro Cera-mico, per lo sviluppo di piastrelle perfacciate esterne con funzioni di produ-zione di energia elettrica con tecnolo-gia fotovoltaica. Come modalità diapprovigionamento energetico rinno-vabile, un’azienda del settore ceramicodi un grande gruppo ha recentementeacquistato pannelli solari termici perriscaldare l’acqua degli spogliatoi deidipendenti.

CarburantiCome altro esempio di acquisti

volontari con criteri ambientali pressofornitori di carburanti, si segnala unrecente accordo tra ConfindustriaCeramica ed un distributore di carbu-

ranti, a cui possono aderire impresedel settore, per l’acquisto di Gecam,“gasolio bianco”, per la movimentazio-ne di mezzi all’interno delle aziendeceramiche. Si tratta di gasolio a base diacqua, che, evaporando, favorisce lacorretta miscelazione aria/combustibi-le, che riduce la formazione degliinquinanti. Secondo il distributore,riduce le polveri del 40% con picchidel 70% per le frazioni delle polveri,gli ossidi di azoto del 10% e l’anidridecarbonica del 5 %.

Mezzi flottaUna ceramica del distretto ceramico

reggiano ha recentemente acquistatoun pulmino elettrico come mezzo dimobilità per i propri dipendenti per icollegamenti tra i diversi stabilimenti,contribuendo a rafforzare i propri tar-get ambientali dell’EMAS, e di “pre-miare” le imprese fornitrici e le rispet-tive filiere industriali più sostenibili.

PackagingSul fronte della movimentazione e

degli imballaggi, si segnalano i casi-esperienze di acquisto di pallet ecolo-gici da parte delle ceramiche Casal-grande Padana, Polis, Coop Imola,eco-certificati con marchio PEFC (Pro-gramme for Endorsement Forset certi-fication) o FSC (Forest StewardshipCouncil) o “Pallet a Km0”, prodotti daPalm, con criteri di eco-design e valu-tazione lungo il loro ciclo di vita perottimizzare i volumi di trasporto e

ridurre emissioni e consumi energetici.In questo caso, anche l’imballaggioconsente alle aziende acquirenti diridurre i propri impatti e creare valoreaggiunto alla propria merce trasportatapresso i clienti. L’azienda acquirente efornitrice fanno parte del network“Imprese Amiche dell’Ambiente”.

AdditiviAlcune aziende, come Keope e Fin-

cuoghi, sono riuscite a ridurre di oltreil 30% i consumi di metano per il fattodi acquistare e utilizzare fluidificanti dinuova generazione nel processo pro-duttivo.

In conclusione, si tratta ancora diprime esperienze di Green SupplyChain dal punto di vista quantitativo,inconsapevoli, non ancora strutturatee sistematizzate con procedure e criteriappropriati da parte dei responsabiliacquisti, sebbene innovative e convantaggi “win-win-win”, ossia ambien-tali, economici, sociali, nonché di van-taggio reputazionale, in termini diresponsabilità sociale d’impresa.

Una combinazione di maggioreinformazione, aggiornamento nel set-tore dei centri di acquisto, una mag-giore integrazione gestionale tra inno-vazione di prodotto e altre funzioniaziendali, una maggiore conoscenzatra domanda e offerta di prodotti avalore aggiunto, potrebbero offrireulteriori opportunità di risparmi, van-taggi commerciali, stimolo all’innova-zione di prodotti e servizi, con mag-giore qualità e profilo di competitivitàresponsabile per le singole aziende, lefiliere fornitori e il territorio deldistretto nel suo complesso.

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Approfondimenti su:www.supply-chain.orgwww.acquistiverdi.it

www.dsa.minambiente.it/gpp

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