Cervello e mentalità

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    2009 Neuroscienze.netJournal of Neuroscience, Psychology and Cognitive Science

    On-line date: 2009-05-01

    Cervello e mentalit

    di Alessandro Bertirotti

    Keywords: Area, Areale, Cervello, Immagine, Stimolazione

    Permalink:http://www.neuroscienze.net/index.asp?pid=idart&cat=3&arid=539

    E' assodata la consapevolezza che qualsiasi funzione vitale si svolge sotto il dominio e controllo

    del sistema nervoso, che si configura come network formato da miliardi di cellule e filamenti

    altamente specializzati. Il sistema nervoso assolve ai seguenti compiti:

    -Permette il funzionamento degli organi del corpo in coordinazione fra loro.

    -Stimola nell'organismo la possibilit di adattarsi rapidamente e correttamente alle continue

    modi-ficazioni che avvengono nell'ambiente in cui si vive.

    -Crea il frutto del pensiero, ossia il pensato, producendo cos tutte le attivit mentali e psichiche.

    L'organo principe del sistema nervoso il cervello, situato nella scatola cranica e diviso in due

    emisferi (destro e sinistro), collegati fra loro da fasci di fibre. Nell'emisfero destro risiedono i

    processi rapidi, paralleli (attivi simultaneamente), detti anche olistici. Il lato destro anche la sede

    specifica di rappresentazioni che si riferiscono a sensazioni, ad immagini e significati non verbali

    (polisemantici e multipli) delle parole. Un esempio di tale attivit non verbale sono le percezioni

    visuospaziali, spesso definite analogiche. Nella parte sinistra del cervello risiedono invece i

    processi relativamente pi lenti, lineari, attivi sequenzialmente perch tempo-dipendenti. In un

    certo senso, si potrebbe sostenere che l'emisfero destro riproduce il mondo pi fedelmente, mentre

    il sinistro deve ridurlo in unit di informazioni definite mentalmente, dunque costruitesocialmente. L'operazione mentale grazie alla quale identifichiamo in noi e negli altri aspetti della

    nostra mentalit, come intenzioni, credenze, attitudini, percezioni, ricordi e sentimenti, tipica

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    dell'emisfero destro e si presenta sotto forma di rappresentazioni analogiche, non facilmente

    traducibili in informazioni digitali (Bertirotti A., in Locatelli A., 2004).

    Il nostro cervello dunque la sede cui giungono impulsi primitivi e primigenei che vengono

    modificati in ideali pi elevati, in sentimenti ed emozioni. La sede di queste trasformazioni intutto il cervello, anche se vi una ampia zona particolarmente adatta per l'esercizio di questa

    attivit: "la corteccia cerebrale". Essa particolarmente sviluppata negli animali superiori, mentre

    il cervello degli uccelli, dei pesci, dei rettili, degli anfibi, privo di corteccia.

    La corteccia umana, con la presenza di circa 15 miliardi di neuroni, la pi estesa di quella di

    qualsiasi altro essere vivente. Nonostante la sua estensione contenuta nel cranio grazie ad un

    grande numero di rilievi o circonvoluzioni, divisi da solchi sinuosi, che la ripiegano su se stessa. I

    solchi pi profondi delimitano, in ciascun emisfero, i lobi:

    -Il lobo frontale, nella regione anteriore.

    -Il lobo parietale, nella regione media e superiore.

    -Il lobo temporale nella regione media inferiore.

    -Il lobo occipitale, nella regione posteriore.

    In base alle differenze strutturali dei tessuti che la compongono ed alle funzioni svolte, la corteccia

    cerebrale divisa in tre grandi aree:

    -Area motoria.

    -Area sensitiva.

    -Area sensoriale.

    Per farci un'idea delle funzioni di queste aree si veda la figura che segue

    [IMMAGINE: aree cerebrali]

    La funzione senso-percettiva mette in relazione l'uomo con l'ambiente, oltre che con la sua

    dimensione interna. Essa consente l'acquisizione di informazioni che, attraverso i molteplici canali

    sensoriali, raggiungono i centri nervosi e, adeguatamente elaborati, strutturano tutti gli elementi di

    base sui quali si organizza la conoscenza che l'uomo possiede di s e del mondo in cui vive. Grazie

    all'esercizio di questa abilit fisiologicamente determinata, l'essere umano crea un costante econtinuo rapporto con il versante intrapsichico di se stesso e quello esterno, e questa doppia

    relazione gli permette di raccogliere ed organizzare i dati della realt (Cfr. Areale 2004).

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    Attraverso il processo percettivo, un incessante e variegato flusso di stimoli entra nel campo della

    nostra co-scienza e produce sensazioni come suoni, odori, sapori, colori, forme e dimensioni degli

    oggetti, temperature, impressioni tattili, secondo una gamma pressoch infinita di qualit ed

    intensit. I momenti cruciali grazie ai quali si svolge il processo percettivo sono: -La sensazione.

    -La percezione.

    -La rappresentazione.

    Con la sensazione si prende contatto primigenio con gli stimoli interni ed esterni del corpo. La

    distinzione tra sensazione e percezione potrebbe apparire artificiosa. In effetti, al processo

    biologico della stimolazione dei recettori sensoriali periferici corrisponde inevitabilmente, a livello

    psichico, una esperienza percettiva. Quest'ultima, a sua volta, si configura secondo un processo di

    integrazione della sensazione con elementi af-fettivi, mnestici ed esperienziali. Eppure, questa

    distinzione meglio chiarisce le due fasi del processo attraverso cui il nostro cervello crea i

    presupposti per la produzione della mentalit. Per questo motivo, preferiamo mantenere viva

    questa distinzione.

    La percezione dunque quel processo che ci consente, attraverso un riconoscimento attivo, di

    identificare un dato oggetto, di discriminarne i caratteri in modo da classificarlo mentalmente,

    individuando la categoria d'appartenenza. Tale processo si realizza grazie all'azione ed alla

    elaborazione sintetica ed integrativa dei dati sensoriali, che vanno a strutturarsi nel vissuto

    esperienziale della persona.

    La rappresentazione il momento mentale in cui si verifica questa strutturazione e si realizza

    grazie alla memoria. La rappresentazione una riproduzione mentale che si basa su esperienzepercettive pregresse, e grazie alla quale si possono ricreare le caratteristiche di un oggetto nello

    spazio e nel tempo, indipendente-mente dalla sua concreta esistenza. Per questo motivo, la

    rappresentazione mentale agisce anche nel tempo futuro, (sebbene) ma sempre grazie

    all'esperienza elaborata nel passato. Il luogo fisiologico, all'interno del cervello, adibito alla

    creazione di una relazione fra passato, presente e futuro l'ippocampo (Spiers H., Maguire E.A.,

    2007, in Bertirotti A., 2007).

    Esistono dunque differenze significative fra l'esperienza percettiva e l'esperienza rappresentativa,

    perch l'oggetto rappresentato non possiede una forma ben strutturata come invece accade per

    l'oggetto percepito. Il primo presenta caratteri di minore precisione formale, perch meno nitido

    e preciso, meno stabile e costante. La capacit di rendere stabile e persistente una rappresentazione

    una attitudine soggettiva, ma che pu essere potenziata con un esercizio cognitivo graduale. Ad

    esempio, la produzione di immagini mentali (quindi di concetti e significati) una tecnica

    impiegata in alcune psicoterapie. il caso di visualizzazioni creative, di esercizi di

    immedesimazione, di assunzioni di ruolo, del training autogeno, oppure di meditazioni yoga. In

    ogni caso, l'attitudine alla rappresentazione mentale si accompagna ad una buona capacit di

    concentrazione e dunque influenza positivamente lo stato psicologico e psicosomatico

    dell'individuo.

    L'unione di tutte queste tre attivit, la loro costante e continua integrazione del tempo e nello

    spazio, d origine alla mentalit. Le nostre cinque capacit sensoriali (la vista, l'olfatto, il tatto, ilgusto e l'udito) si modificano in relazione ai nostri desideri, sino a percepire come reali anche

    oggetti, soggetti e situazioni che non esistono affatto. Tutti i bisogni organici tendono a

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    condizionare ci che noi percepiamo. Ciascuno di noi condizionato, nella per-cezione, dalle

    proprie esperienze precedenti, dalla propria storia personale e da quella condivisa con altri

    in-dividui. Inoltre, ogni persona tende anche ad essere coerente con s stessa nei propri giudizi

    percettivi, proprio perch la percezione frutto anche della propria identit. Ad esempio, individui

    con schemi mentali rigidi (le rappresentazioni di cui abbiamo appena parlato) non tolleranosituazioni relazionali ambigue, oppure oggetti che non abbiamo contorni precisi. Esse non

    utilizzano giudizi di valore ambigui e ricorrono frequentemente a modelli del tipo"tutto o niente",

    "buono o cattivo", "bianco o nero". Nel vissuto personale di questo tipo di persone si riscontra

    spesso la presenza di una educazione rigida, ricca di pregiudizi, basata su azioni autoritarie ed

    intollerante, con genitori richiedenti obbedienza e sottomissione. Questo tipo di persone non sono

    dunque riuscite ad esprimere una spontanea aggressivit, senza spazio per una sana ambiguit

    cognitiva, che avrebbe potuto evolversi in creativit. Invece, la mentalit che questo tipo di

    educazione produce in genere, induce una riduzione del mondo in "minimi termini" e chiaramente

    classificabili. Essa produce anche rapporti sociali spesso basati sull'esteriorit e sul formalismo. Si

    temono i propri impulsi e si sviluppa una scarsa autostima. Al contrario, i soggetti che hanno

    raggiunto nel corso della maturazione un buon controllo dei propri impulsi, che appunto non

    temono le proprie manifestazioni di aggressivit, che sono stati educati a gestire la propria

    auto-nomia, tendono ad una mentalit "indipendente dal campo", cio tendono a fidarsi dei propri

    giudizi, senza lasciarsi troppo influenzare da quanto li circonda. Ci accade perch possiedono un

    sufficiente livello di autostima, che consente loro di aver fiducia nella propria percezione,

    accettando le ambiguit, tollerando l'ansia delle situazioni incerte, senza perdere il controllo di s

    stessi.

    Bibliografia

    Bertirotti A., 2007, Lo spazio della differenza. Ovvero per una Antropologia della Mente, Firenze

    University Press, Firenze.

    Bertirotti A., 2004, Apparente-mente, in Locatelli A., 2004, Areale. Luogo e relazione,

    Fondazione Italiana per la Fotografia, Torino.

    Locatelli A., 2004, Areale. Luogo e relazione, Fondazione Italiana per la Fotografia, Torino.

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