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Pagina1 Settimanale di informazione sul settore radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Radio Televisioni Terzo Polo Digitale www.cnrtv.eu Anno X N. 16 del 30/04/2016 I N Q U E S T O N U M E R O - TV: LCN, l’interminabile epilogo che ha ucciso il mercato - FREQUENZE: il caos del rilascio della banda 700MHz - DIRITTI TV: in arrivo la riforma sui diritti tv del calcio - PAYTV: Vivendi entra a gamba tesa nel mercato italiano - TV: editori nella morsa del fisco, grande attesa per il ddl - TV: canone Rai in bolletta, Ok del Consiglio di Stato - ASCOLTI TV: Auditel triplica il panel, nuovi device - PAYTV: cresce il monopolio di Sky con +34mila abbonati - PUBBLICITA:benvenuto triopolio Rai-Mediaset-Discovery - RADIO:40 anni delle radio libere e nuova web radio AE - AGCOM: richiamo alla Rai su puntata di ‘Porta a Porta’ - News in breve: on line il nuovo sito del CNRT-TPD NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO STIAMO ASPETTANDO L’INTERMINABILE EPILOGO CHE HA UCCISO IL MERCATO E’ormai chiaro che sul fronte telecomando il settore va verso una stabilizzazione, dopo che, con un colpo di scena, la Corte di Cassazione, con la sentenza 1836/2016 (decisa il 01/12/2015 ), ha cancellato tutto il lavoro svolto dal Commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato nel giudizio di ottemperanza alla sentenza 6021/2013 del medesimo organo giurisdizionale, che aveva in parte annullato il previgente piano LCN approvato dall'AGCom (delibera N. 237/13/CONS , adottata a seguito delle sentenze di primo grado confermate in secondo, che avevano annullato la prima normativa, di cui alla delibera N. 366/10/CONS ). In sostanza tutto è tornato come prima e, con ogni probabilità, tutto rimarrà com'é, perché così conviene ai big players. IL FATTO PIU’ GRAVE: MANCA ANCORA LA DEFINITIVA NORMATIVA Il problema è che, dopo il primo dicembre del 2015, non è ancora arrivato l’OK definitivo da parte dell’AGCom alla piena attuazione di ciò che resta della delibera N. 237/13/CONS , per cui si persevera nell’attesa e nella previgente assegnazione illegittima degli LCN che è causa di enormi danni per molte tv, sia nazionali che locali, ingiustamente penalizzate. Altre tv, invece, forti dell’ottima posizione ottenuta, continuano ad aumentare punti in Auditel come accade per TV8 (ex MTV) e di 9 Deejay divenute, per incanto, tv nazionali generaliste. MENTRE SI ATTENDE LA NUOVA NORMATIVA FREME IL MERCATO DEGLI LCN La tv generalista è ancora molto forte in Italia e non ha risentito dell'avvento della Pay IP Tv (Netflix e piattaforme online di Sky e Mediaset). Ciò ha indotto ad una rincorsa all'accaparramento delle posizioni più appetibili del telecomando, per le quali si è ormai giunti a modalità di determinazione del valore economico e strategico estremamente sofisticate. "Agli esordi - commenta l’ingegnere Massimo Rinaldi, , che ha elaborato lo schema di valutazione degli LCN ormai divenuto lo standard nazionale per l'attribuzione del valore economico del posizionamento - si attribuivano i valori quasi esclusivamente in considerazione del numero in sé: più era basso, maggiore era il valore, fatto salvo il caso dei numeri gemelli (33, 44, 55, 66, ecc.) che godono del plusvalore determinato dall'errata digitazione sul telecomando (chi per errore digita due volte il canale di Raitre si trova sull'LCN 33). Oggi invece si calcolano altri fattori, quali il costante impiego sul territorio, la capillarizzazione del segnale del vettore, l'effetto traino di canali viciniori, ecc.".

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Settimanale di informazione sul settore

radiotelevisivo dell’Associazione Coordinamento Nazionale Radio Televisioni

Terzo Polo Digitale www.cnrtv.eu

Anno X N. 16 del 30/04/2016

I N Q U E S T O N U M E R O

- TV: LCN, l’interminabile epilogo che ha ucciso il mercato

- FREQUENZE: il caos del rilascio della banda 700MHz

- DIRITTI TV: in arrivo la riforma sui diritti tv del calcio

- PAYTV: Vivendi entra a gamba tesa nel mercato italiano

- TV: editori nella morsa del fisco, grande attesa per il ddl

- TV: canone Rai in bolletta, Ok del Consiglio di Stato

- ASCOLTI TV: Auditel triplica il panel, nuovi device

- PAYTV: cresce il monopolio di Sky con +34mila abbonati

- PUBBLICITA :benvenuto triopolio Rai-Mediaset-Discovery

- RADIO:40 anni delle radio libere e nuova web radio AE

- AGCOM: richiamo alla Rai su puntata di ‘Porta a Porta’

- News in breve : on line il nuovo sito del CNRT-TPD

NUMERAZIONE DEI CANALI SUL TELECOMANDO

STIAMO ASPETTANDO L’INTERMINABILE EPILOGO CHE HA UCCISO IL MERCATO

E’ormai chiaro che sul fronte telecomando il settore va verso una stabilizzazione, dopo che, con un colpo di scena, la Corte di Cassazione, con la sentenza 1836/2016 (decisa il 01/12/2015), ha cancellato tutto il lavoro svolto dal Commissario ad acta nominato dal Consiglio di Stato nel giudizio di ottemperanza alla sentenza 6021/2013 del medesimo organo giurisdizionale, che aveva in parte annullato il previgente piano LCN approvato dall'AGCom (delibera N. 237/13/CONS, adottata a seguito delle sentenze di primo grado confermate in secondo, che avevano annullato la prima normativa, di cui alla delibera N. 366/10/CONS). In sostanza tutto è tornato come prima e, con ogni probabilità, tutto rimarrà com'é, perché così conviene ai big players.

IL FATTO PIU’ GRAVE: MANCA ANCORA LA DEFINITIVA NOR MATIVA Il problema è che, dopo il primo dicembre del 2015, non è ancora arrivato l’OK definitivo da parte dell’AGCom alla piena attuazione di ciò che resta della delibera N. 237/13/CONS, per cui si persevera nell’attesa e nella previgente assegnazione illegittima degli LCN che è causa di enormi danni per molte tv, sia nazionali che locali, ingiustamente penalizzate. Altre tv, invece, forti dell’ottima posizione ottenuta, continuano ad aumentare punti in Auditel come accade per TV8 (ex MTV) e di 9 Deejay divenute, per incanto, tv nazionali generaliste.

MENTRE SI ATTENDE LA NUOVA NORMATIVA FREME IL MERCA TO DEGLI LCN La tv generalista è ancora molto forte in Italia e non ha risentito dell'avvento della Pay IP Tv (Netflix e piattaforme online di Sky e Mediaset). Ciò ha indotto ad una rincorsa all'accaparramento delle posizioni più appetibili del telecomando, per le quali si è ormai giunti a modalità di determinazione del valore economico e strategico estremamente sofisticate. "Agli esordi - commenta l’ingegnere Massimo Rinaldi, , che ha elaborato lo schema di valutazione degli LCN ormai divenuto lo standard nazionale per l'attribuzione del valore economico del posizionamento - si attribuivano i valori quasi esclusivamente in considerazione del numero in sé: più era basso, maggiore era il valore, fatto salvo il caso dei numeri gemelli (33, 44, 55, 66, ecc.) che godono del plusvalore determinato dall'errata digitazione sul telecomando (chi per errore digita due volte il canale di Raitre si trova sull'LCN 33). Oggi invece si calcolano altri fattori, quali il costante impiego sul territorio, la capillarizzazione del segnale del vettore, l'effetto traino di canali viciniori, ecc.".

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IL CAOS DEL RILASCIO DELLA BANDA 700 MHZ

Nel corso degli ultimi giorni continuano le allarmanti discussioni riguardanti il futuro delle trasmissioni televisive in Italia. Tutto nasce dalla normativa che regola il passaggio della banda dei 700MHz (quella compresa tra 694MHz e 790MHz, vale a dire i canali 49-60) alla connettività mobile (con particolare riferimento al 5G). Il termine fissato in precedenza nel Rapporto Lamy prevedeva una scadenza nel 2020 con due anni di tolleranza (quindi fino al 2022). L'ultima proposta offre però

tempi più stretti, con lo scopo di liberare la banda dei 700MHz in concomitanza con l'arrivo dei primi servizi commerciali 5G. La Commissione Europea ha proposto che tutti gli Stati membri attuino la liberazione delle frequenze entro il 30 Giugno 2020, senza ulteriori deroghe. Per rispettare questo termine, entro il 30 giugno 2017 gli Stati membri dovranno adottare e rendere pubblico un piano nazionale finalizzato ad assicurare la copertura della rete e a liberare la banda dei 700 MHz. Entro la fine del 2017 dovranno inoltre concludere accordi di coordinamento transfrontaliero. E' proprio questo punto a richiedere un coordinamento transnazionale: se gli Stati confinanti attuassero il passaggio in tempi differenti, le zone di confine si troverebbero soggette ad inevitabili interferenze.

ECCO LE CRITICITÀ PER IL SISTEMA TELEVISIVO Attualmente le frequenze interessate dal passaggio al mobile vengono utilizzate per trasmettere segnali televisivi sul digitale terrestre. Liberare le frequenze interessate comporterebbe una diminuzione dei multiplex: attualmente sono 19 quelli con copertura nazionale. Nella migliore delle ipotesi ne resterebbero 14. Le emittenti coinvolte dovrebbero quindi cercare altri mezzi per trasmettere, ma qui si innesta una seconda criticità. Vi sono concessioni già rinnovate fino al 2032: questo significa che i possessori dei suddetti diritti andrebbero indennizzati se impossibilitati a trasmettere. Ed è bene tenere conto che ci sono operatori di rete che posseggono fino a 5 multiplex (come Rai, Mediaset e Telecom) per cui perdere un mux non costituirebbe un genocidio, mentre altri che ne hanno soltanto uno si troverebbero in totale discriminazione oltre che a subire danni ingenti sotto tutti i livelli.

LA PROPOSTA DELLE COMMISSIONI - La Commissione trasporti si allinea al Senato e chiede di posticipare al 2022 il termine del passaggio delle frequenze dai broadcaster agli operatori tlc. “Risulta opportuno ritardare per un massimo di due anni” il termine previsto dalla Ue. A chiederlo è la Commissione Trasporti della Camera, che specifica come le frequenze al di sotto dei 700Mhz potranno essere destinate a rimanere a disposizione dei servizi televisivi fino al 2030, ma previa verifica della situazione nel 2025 (come chiedeva il rapporto Lamy). Viene anche richiesto che coordinare l’abbandono dei 700 Mhz sia coordinato con l’adozione dello standard DvtB2.

COSA SUCCEDERÀ? Anzitutto, come visto, la linea principale dell'Italia sembra per ora orientata a guadagnare tempo. E' però evidente che il tempo eventualmente ottenuto non sposterà significativamente il problema. Sicuramente un eventuale passaggio al DVB-T2 non sarà affatto "indolore". Se si dovesse optare per il DVB-T2 con HEVC si dovrebbe prevedere una massiccia sostituzione di TV e decoder: la base installata di prodotti già rispondenti a questi requisiti è sicuramente esigua al momento. Peserebbe anche l'aver rinviato il provvedimento che obbliga a vendere solo TV dotati di decoder DVB-T2 con HEVC: la normativa entrerà in vigore il primo Gennaio 2017. La maggior parte delle famiglie dovrebbe quindi adeguare uno o più TV, pena il non poter più ricevere le trasmissioni televisive. Per dare un'idea di quanto massiccia sarebbe la sostituzione dei prodotti, basti pensare che si sta già considerando la problematica relativa allo smaltimento dei rifiuti elettronici che ne conseguirebbe. Secondo alcuni addetti ai lavori l'attuale sistema non sarebbe in grado di fare fronte ad una tale eventualità. Vi sono poi altre problematiche più concrete: il passaggio al DVB-T2 avverrebbe con un nuovo switch-off a causa dell'impossibilità di trasmettere simultaneamente in DVB-T e in DVB-T2.

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LA LOBBY DEL CALCIO IN ARRIVO LA RIFORMA SUI

DIRITTI TV DEL CALCIO

In dirittura la bozza di riforma del decreto Melandri sui diritti tv del calcio per scongiurare accordi tra le società che li gestiscono, come quello appena sanzionato dall’Antitrust, e introdurre il modello inglese nella ripartizione dei proventi tra i club. La riforma sui diritti tv del calcio è stata annunciata lunedì in un’intervista su ‘Repubblica’ dal premier, Renzi: “ci sta lavorando in modo costante il sottosegretario Lotti. Questione di qualche settimana e presenteremo il nostro progetto”.

OBIETTIVO: SCONGIURARE “ASTE FARSA” COME QUELLA SANZIONATA DALL’ANTITRUST

A mettere pressione sui tempi è stata anche l’Antitrust, con la decisione di multare Mediaset premium (51 milioni) e Sky (4 milioni), Lega Calcio (quasi 2) e la società di consulenza Infront Italy (9 milioni) per l’accordo, illecito, stipulato sui diritti tv. Quella che, secondo il ‘Fatto Quotidiano’, è stata una vera e propria “asta farsa”, a conferma delle numerose denunce che da anni il CNRT-TPD va documentando. Sulla scia della decisione dell’Antitrust, l’AGCom ha osservato che la legge Melandri è ormai superata oltre che di difficile attuazione, sollecitandone a sua volta la riforma. In gioco ci sono i diritti tv fino al 2021, che saranno assegnati nel 2017 e che fanno gola al “duopolio”, Sky Italia e Mediaset Premium, che si assicurata la Champions League per i prossimi due anni. Come spiegato sul quotidiano diretto da Mario Calabresi, “la riforma camminerà di pari passo con la proposta di legge parlamentare che entro dieci giorni sarà ufficializzata dalle proponenti, le due deputate Pd Lorenza Bonaccorsi e Daniela Sbrollini (responsabile sport), e che si limiterà a ridefinire la titolarità e la commercializzazione dei diritti tv, ovvero i primi due titoli (i primi 20 articoli) della Melandri. Ma il ‘cuore’ e le centinaia di milioni dei diritti tv ballano sulla terza parte, passata ai raggi X della riforma”.

INTRODURRE IL MODELLO INGLESE PER I CLUB ITALIANI La normativa in questione risale al 2009 e ha sancito finora la vendita centralizzata dei diritti tv. Ad oggi, spiega ‘Repubblica’, in base al contratto ultimo (che ha validità 2015-2018), la torta da 943 milioni distribuiti dalle pay tv è stata distribuita “in parti uguali per il 40%, dunque 18,5 milioni per ciascuno dei 20 club di serie A, il 30% in base al bacino di utenza e un restante 30 per i risultati sportivi e dunque il ‘prestigio’ storico di ogni squadra”. Andando, di fatto, dai 100 milioni della Juventus ai 22 delle neopromoesse Frosinone e Carpi. La riforma mira a introdurre in Italia il modello inglese, per cui la parte uguale per tutti sale dal 40 al 50%(da 18 a 23 milioni) e rivisto il criterio del “bacino di utenza”, che assegna un altro 30% in base non al numero incerto dei tifosi ma degli abitanti per città, secondo un criterio di “massima oggettività”. E così “quello dei risultati sportivi, messo già in discussione da alcuni presidenti”. Dovrebbe essere rivista, conclude ‘Repubblica’, la piena autonomia gestionale delle Lega Calcio sull’asta per l’assegnazione dei diritti tv. Nemmeno è escluso che venga rimessa in discussione la norma che oggi prevede un mega paracadute (circa 40 milioni) alle squadre che retrocedono in B, “col rischio di falsare il campionato cadetto e col paradosso per cui i presidenti di squadre oggi in bilico potrebbero avere convenienza a retrocedere”.

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VIVENDI A GAMBA TESA SULL’ENTERTAINMENT

MA LA VERA SFIDA SONO I DIRITTI PER LA SERIE A

Rafforzata la propria posizione in Telecom Italia e una volta chiuso l’accordo per l’acquisizione di Mediaset Premium, Vivendi è pronta a correre per assicurarsi contenuti di pregio sul mercato italiano, rendendo giù agguerrita la competizione non solo con i broadcaster come Sky ma anche con i newcomers come Netflix. La media company francese, con una chiara vocazione a diventare un gigante europeo dei contenuti, è già entrata a gamba tesa in Italia sulle produzioni di entertainment e di serie tv e film. Senza tralasciare gli importanti diritti sportivi senza i quali è difficile restare forti sul mercato.

DALLA LOBBY DEI DIRITTI SUL CALCIO AL MONOPOLIO? Per la prossima asta ci sarà un duello d’eccezione che vedrà contrapposte Vivendi e Sky? Possibile. Dopo il caso scoppiato a seguito delle multe dell’Antitrust, il Governo, come descritto nella pagina precedente, ha annunciato l’imminente riforma della Legge Melandri che stabilirà le nuove regole per la gara. Si profila, quindi, un quadro interessante che vedrà questa volta con ogni probabilità la discesa in campo di Vivendi che, a differenza di Premium, potrà contare su solide risorse finanziare per assicurarsi i pacchetti più grossi. Ma non solo. Essendo azionista di maggioranza di Telecom (24,9%), potrà portare a casa anche quelli per la trasmissione online delle partite, il famoso Pacchetto E che, non essendo stato assegnato alla scorsa asta, disertata, era finito alla tv Serie A Tim, il cui produttore esecutivo è Infront. All’asta del 2014 a Sky Italia è stato assegnato il Pacchetto A – 8 squadre – e l’ambito Pacchetto D per l’esclusiva delle partite degli altri club. In altre parole, la pay tv di Rupert Murdoch ha avuto i diritti per trasmettere sul satellite tutte le partite della Serie A per 572 milioni di euro. A Mediaset è invece andato il Pacchetto B con le partite di 8 squadre big per il digitale terrestre per 373 milioni di euro. Dalla sua Vivendi ha un po’ di tempo davanti per poter prepararsi a questa nuova sfida e magari predisporre dei pacchetti combinati, Premium-Telecom Italia, da offrire agli abbonati. Bisognerà poi tagliare i costi e probabilmente rivedere il management, ma soprattutto sanare i bilanci, in perdita, delle due pay tv, Canal+ e Premium.

EDITORI NELLA MORSA DEL FISCO

C’è grande attesa circa gli esiti della presentazione del ddl “Rottamazione dei Ruoli” presentato la scorsa settimana in Senato, non un condono, ma un importante primo passo per alleviare la morsa fiscale che soffoca singoli

cittadini e piccole imprese che devono saldare le cartelle di Equitalia. La sanatoria mira ad obbligare quest’ultima ad accettare la rateizzazione dei debiti dei cittadini e imprese insolventi con l’erario o con la previdenza. Gli effetti della crisi e della cattiva gestione del passaggio al digitale terrestre hanno decimato le imprese radiotelevisive locali e il CNRT-TPD ha continuamente lanciato un grido di allarme su questa graduale moria (un apposita rubrica “Bollettino di guerra” aggiornava di volta in volta “l’elenco dei caduti”), ed ha anche avanzato proposte per tamponare l’emorragia: rafforzare le misure di sostegno (contributi) e attuare un condono secondo le indicazioni della Commissione UE per rilanciare la produttività.

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CANONE RAI IN BOLLETTA DICHIARAZIONE DI NON DETENZIONE

TV, LA SCADENZA PER LA COMUNICAZIONE SLITTA AL 16/5

I contribuenti hanno più tempo per presentare la dichiarazione sostitutiva relativa al canone di abbonamento alla Tv. Con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Entrate viene spostato al 16 maggio 2016 il termine unico entro cui presentare la dichiarazione, sia in forma cartacea che online. In questo modo, i contribuenti possono presentare la dichiarazione in tempo utile per evitare l’addebito del canone da parte delle imprese elettriche, a partire dal mese di luglio 2016, qualora abbiano i requisiti previsti dalla legge.

ARRIVA IL VIA LIBERA DAL CONSIGLIO DI STATO AL DECRE TO ATTUATIVO Via libera dal Consiglio di Stato al decreto attuativo del MISE-Com sul canone Rai in bolletta che aveva ricevuto lo stop lo scorso 13 aprile. Il CDS aveva, infatti, sollevato una serie di dubbi e criticità, definendo il testo poco chiaro in alcuni passaggi chiave come la definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo o la tutela della privacy dei cittadini in merito al previsto scambio di dati e d’informazioni fra gli enti coinvolti. Il dispositivo potrà adesso essere pubblicato in Gazzetta ufficiale e si rispetterà la scadenza del mese di luglio per il pagamento della prima rata del canone con la fattura elettrica. Restano però delle divergenze con il MISE-Com e la polemica è ancora alta specie sul versante dei consumatori. C’è, infatti, ancora molto da rifinire con il rischio di un gran caos. Il Canone, secondo il CNRT-TPD, ha ragione di esistere solo se gli introiti vengono destinati alle tv locali, un ottimo modo per sopperire al taglio sofferto delle misure di sostegno.

AUDITEL TRIPLICA IL PANEL E INVESTE SUI NUOVI DEVICE Auditel triplica e rinnova il panel per la rilevazione: completa sostituzione delle famiglie monitorate e aumento del campione statistico sino a 15.700 soggetti (il più grande al mondo). In corso lo studio di mercato (come anticipammo) che porterà al monitoraggio di tablet, smartphone e pc. Il nuovo corso avviato da Andrea Imperiali ha indicato come priorità l’implemento dell’audience derivante da smartphone, tablet e pc, oltre alla revisione del paniere di famiglie tramite le quali avviene l’analisi dei dati.

La svolta è dettata in primo luogo dalle esigenze imposte dall’uso sempre più frequente dei sopracitati device, e in secondo luogo alla luce della recente falla che ha portato all’erronea pubblicazione di 5700 nomi delle famiglie sottoposte a rilevazione. In quest’ottica il panel è stato completamente rinnovato, e sarebbe già in programmazione per le prossime settimane l’incremento del numero di famiglie monitorate sino a 15700, il triplo rispetto alla platea di riferimento precedente: così facendo, Auditel si aggiudica il record per il campione di rilevazione statistico più ampio al mondo. È già avvenuta, invece, la sostituzione del 70% delle famiglie precedentemente monitorate, mentre l’avvicendamento completo avverrà entro fine giugno. Le tempistiche riguardanti la raccolta dati da smartphone, pc e tablet, invece, sembrano essere un po’ più lunghe: attualmente sarebbe in corso il relativo studio di mercato, ma per l’implementazione definitiva si dovrà aspettare ancora un anno.

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CRESCE SMISURATAMENTE IL MONOPOLIO DI SKY ITALIA

34 MILA NUOVI ABBONATI, CRESCITA RECORD NEL TERZO TRIMESTRE

Crescita dei risultati per Sky che ha presentato i nove mesi dell’anno fiscale 2015-16. A far da traino l’aumento degli abbonati e la solida domanda per i nuovi prodotti in

Regno Unito e Germania. Nel terzo trimestre Sky Italia ha visto salire i proprio abbonati a 4,734 milioni (+34 mila nuovi clienti). E’ il secondo trimestre consecutivo di crescita. L’Arpu, si legge in una nota, è stabile a 42 euro mentre il risultato operativo si attesta a 28 milioni di euro (22 milioni di sterline), in calo rispetto allo scorso anno per andamento dei ricavi anno su anno (-2%). Sul trimestre pesa l’investimento una tantum per 20,3 milioni di euro (16 milioni di sterline) per il lancio di nuove iniziative quali Sky Box Sets avvenuto a marzo. “Stiamo portando a termine la nostra strategia in Italia – si legge nella nota – per rafforzare l’offerta Tv con grandi contenuti, innovazione e servizio, estendendo la nostra portata attraverso le piattaforme. Nel terzo trimestre abbiamo raggiunto la nostra più alta crescita dei clienti trimestrale in quattro anni, l’aggiunta di 34.000 nuovi clienti retail e 49.000 nuovi prodotti”.

“BENVENUTO” TRIOPOLIO DISCOVERY + 21,1%. BENE LA

RAI (+6,1%) E MEDIASET (+3,9%)

Nel primo bimestre dell’anno, a fronte della crescita generalizzata della pubblicità televisiva a febbraio, tutti i gruppi tv hanno registrato risultati soddisfacenti, ognuno col segno positivo:

• Discovery porta a casa un aumento del 21,1% (si parla di 35,7 mln di euro),

• Rai segna un +6,1% (134,5 mln di euro) • Mediaset un +3,9% (336,6 mln di euro). • Sky cresce del 12,4% (78 mln). • La7 va bene con il suo +4,8% (25 mln).

Per quanto concerne le quote di mercato, invece, il Mediaset scende al 55,2% (nei primi due mesi del 2015 era al 56,5%), il tutto a vantaggio di Sky (12,77% a fronte del precedente 12%) e Discovery (5,86% vs 5,1%), mentre Rai e La7 si mantengono stabili, registrando, rispettivamente, 22,1% e 4,1%. Secondo le stime, alla base dei buoni risultati conseguiti risiederebbe l’incremento dei listini.

IL CNRT-TPD RICORDA CHE E’ IN FASE DI RISTRUTTURAZI ONE IL SITO WEB ISTITUZIONALE

CHE E’ ORA RAGGIUNGIBILE AL NUOVO INDIRIZZO: WWW.CNRTV.EU DAL SITO E’ POSSIBILE CONSULTARE TUTTI I NUMERI DEL ‘CNRT-INFORMA’.

SONO PRESENTI TUTTE LE INFORMAZIONI SULL’ASSOCIAZI ONE

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NEWS DAL MONDO DELLA RADIO

A 40 ANNI DA QUEL 28 LUGLIO

Anno domini 1976, l’emittenza “privata” italiana si prende la sua rivincita con la sentenza della Corte Costituzionale n. 202 che il 28 luglio sancì la “libertà di antenna”. Da quel momento iniziò una proliferazione di emittenti che in ogni parte del paese dettero vita ad una esperienza pioneristica senza pari nel mondo dando vita poi ad settore fra i più dinamici e all’avanguardia. Nel 1990 poi la regolamentazione del settore con la Legge ‘Mammì’. Grazie

all’esperienza acquisita oggi il solo settore radiofonico occupa quasi 5.000 addetti generando un indotto almeno triplo. Sul piano sociale, invece, rappresenta il modello più evoluto e dinamico di pluralità che, senza ombra di dubbio, può considerarsi uno degli elementi fondanti della democrazia. Forse proprio per questo le norme che si sono succedute alla ‘Mammì’ hanno sempre teso a “snellire” il settore.

A tre mesi dalla 40esima candelina CNRT-TPD ha proposto, attraverso le oltre 1.170 emittenti italiane, di chiedere ad ogni comune italiano di riconoscere il valore della Radio locale italiana individuando una strada o una piazza a cui assegnare la denominazione toponomastica “Radio Libera” proprio in ricordo della sentenza che la legittimò. Questa iniziativa, oltre a rappresentare un giusto riconoscimento alla Radio è un giusto riconoscimento agli editori e collaboratori delle radio locali che quotidianamente profondono lavoro e impegno e, a volte, la vita: uno su tutti Peppino Impastato. Il 40ennale, inoltre, rappresenta anche un momento importante per il più antico e versatile mezzo che si appresta per ultimo a digitalizzarsi e che, nonostante tutto, in termini di ascolti è in fase ascendente secondo le più recenti indagini. Inoltre, il 2016 oltre a rappresentare l’anno della svolta al digitale radiofonico (DAB) potrebbe rappresentare l’anno dell’avvio della Pianificazione FM visto che il pressing in tal senso presso Ministero ed AGCom è sempre più forte. Su queste pagine daremo notizia delle iniziative intraprese da Radio e Comuni in questa direzione.

L'AGENZIA DELLE ENTRATE ATTIVA UNA WEB RADIO Parte dall'Emilia Romagna l'idea di attivare una web radio per consentire all'Agenzia delle Entrate di comunicare con il cittadino. Come accedere alla dichiarazione precompilata, quali sono le novità di quest’anno, chi sono i contribuenti interessati, quali le agevolazioni fiscali più comuni. Questi i contenuti essenziali della campagna di comunicazione dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna sul 730/2016, che quest’anno prevede il lancio anche di una web-radio, un nuovo strumento social per ampliare i canali informativi e consentire un rapporto più diretto con i contribuenti. La novità di quest’anno è il lancio della nuova web-radio dell’Agenzia delle Entrate Emilia-Romagna. Il canale, disponibile a questo indirizzo sulla piattaforma gratuita https://www.spreaker.com/user/agenziaentrateemiliaromagna, contiene già le prime 4 puntate dedicate alla dichiarazione dei redditi 2016:

1.Introduzione alla dichiarazione precompilata 2.I dati nella precompilata 3.Novità del 730/2016 4.Agevolazioni fiscali

La web-radio, autoprodotta a costo zero, si arricchirà di interventi informativi su argomenti di attualità fiscale, con ospiti i funzionari dell’Agenzia delle Entrate. Tutti i contenuti pubblicati possono essere condivisi via Facebook, Twitter e Google+”.

Una domanda viene spontanea: ma l’Agenzia delle Entrate sarà tenuta o no a pagare SIAE ed SCF?

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RICHIAMO DALL’AGCOM ALLA RAI PER LA PRESENZA DI SALVO RIINA A ‘PORTA A

PORTA’: INTERVISTA PRIVA DI UN

ADEGUATO CONTRADDITTORIO

Un “fermo richiamo” alla Rai per la puntata di ‘Porta a porta’ che lo scorso 6 aprile ha ospitato Salvo Riina. Questa la decisione presa dall’AGCom nella seduta del 19 aprile, come spiega il presidente dell’Autorità Angelo Marcello Cardani in una lettera inviata al dg Antonio Campo Dall’Orto, pubblicata dal sito della ‘Stampa’. Nella sua comunicazione l’Autorità garante nelle comunicazioni, che si è mossa sulla base di un esposto presentato dal deputato Pd e segretario della Commissione di Vigilanza Miche Anzaldi, punta il dito sulla “censurabile unilateralità di molte fasi dell’intervista, condotta senza un adeguato contraddittorio”, che ha “pregiudicato” la “completezza delle informazioni”. L’intervista a Riina Jr, si legge nel testo della lettera, presenta “criticità quanto alla modalità e alla contestualizzazione della stessa, nonché alla complessiva caratterizzazione del personaggio intervistato”.

IN BREVE

IN BREVE

FREQUENZE IN DTT L’ASSETTO DI MERCATO

FORTEMENTE SQUILIBRATO ------------------------------------------------------------------------------------

Ricordiamo che la divisione dei multiplex nazionali in DVB-t tra gli operatori di rete del nostro Paese resta ancora fortemente squilibrata tale da non consentire la chiusura della procedura di infrazione da parte della Commissione UE nei confronti dell’Italia. Di seguito l’assetto di mercato per numero di operatori e mux assegnati:

• E. Industriale (EI Towers–Mediaset): 5 • RaiWay (Rai): 5 • Persidera (Telecom-L’Espresso): 5 • Premiata Ditta Borghini & Stocchetti di Torino (ReteCapri): 1 • Prima Tv: 1 • Europa Way: 1 • H3G: 1 • Cairo Network: 1

ADERISCI ALLA

NOSTRA ASSOCIAZIONE Questo momento delicato per le emittenti locali e nazionali indipendenti vede il CNRT-TPD fortemente attivo sul campo allo scopo di tutelarle. Gli editori che lo volessero, possono aderire allo nostra associazione collegandosi al sito:

www.cnrtv.eu dove poter scaricare il modulo di adesione. Uniti si vince !

ON LINE IL NUOVO SITO DEL

CNRT-TPD www.cnrtv.eu Lo avevamo annunciato un mese fa, quando l’associazione si è ulteriormente rafforzata istituendo una divisione specificamente dedicata alla radiofonia, diretta da Gino Conte. Contemporaneamente, infatti, anche il sito ha subìto una profonda ristrutturazione divenendo più funzionale, con tutte le informazioni relative all’associazione, il modulo di adesione e la possibilità di consultare tutti i numeri del CNRT-Informa degli ultimi due anni. Al momento stiamo lavorando per istituire una sezione con le news sul settore radiofonico aggiornate 24h.

Comunicazione per i destinatari di “CNRT-Informa”: In base all’art. 13 del Decreto Legislativo N°196 del 2003, i vostri

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