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DAL NOSTRO INVIATO ANTONELLA GAETANI iapriamo ai tanti crocifissi della vita le porte della speranza. Sappiamo perdonare, condividiamo le sofferenze dei poveri, degli ultimi, degli emarginati, dei tanti cercatori di pace e dignità». Questo lìinvito del cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, durante l’omelia della Messa per la festa di san Francesco, patrono d’Italia, che ieri mattina è stata il momento chiave del pellegrinaggio delle Chiese del Lazio ad Assisi. Dal 1939 il Poverello è il patrono della Penisola per volere di papa Pio XII e, a turno, le regioni offrono l’olio per la lampada votiva che arde sulla tomba del santo. Quest’anno è la volta del Lazio, che lo offrì proprio nel 1939 e poi ancora nel 1956, nel 1974 e nel 1994. Molti i fedeli che riempiono già dalla mattina presto le strade di Assisi: persone col sacco a pelo sulle spalle, bambini in carrozzina, giovani. «Il Vangelo – ha detto ancora il cardinale – sia luce ai nostri ai nostri passi, illumini la nostra vita e le relazioni che intratteniamo con chi ci vive accanto». La semplicità è, dunque, la chiave per vivere con serenità. «Le cose della terra usiamole, non con l’animo di possederle per sempre, ma come mezzi necessari alla nostra condizione», ha ribadito il cardinale vicario. Faro della vita è «il Crocifisso: fissando lo sguardo sul suo dolore, riconosceremo il male del peccato, sentiremo il bisogno della purificazione e ci libereremo da ciò che ci opprime». Sull’esempio del Poverello, il Vangelo va vissuto senza sconti e interpretazioni riduttive, anche contro «il pensiero dominante», ha detto Vallini, che è anche presidente della Conferenza episcopale del Lazio. Da Assisi un messaggio di amore che porta a considerare «tutti gli uomini come fratelli – ha sottolineato il porporato –. In un mondo in cui la logica della ragione, della scienza e della tecnica sembrano l’unica misura della conoscenza umana, chiediamo al Signore il dono della sapienza». Vibrante anche l’appello alla pace: «È questo il modo cristiano di superare le contese: non prevalere su nessuno e non imporsi con la violenza». Parte, dunque, da Assisi l’invito a guardare a Francesco come esempio per ritrovare coraggio in un tempo dilaniato dalla crisi che sta travolgendo ogni aspetto della vita. E il lavoro è al centro delle preoccupazioni. Presente anche un gruppo di lavoratori dell’Ast di Terni, dove è in corso una trattativa tra azienda e sindacati. Ad accendere la lampada votiva, nel corso della celebrazione nella basilica superiore di San Francesco, il sindaco di Roma Ignazio Marino, in rappresentanza di tutti i Comuni della regione. Inoltre, durante la Messa, sono stati offerti al patrono d’Italia i prodotti tipici del Lazio, una lampada, un’ampolla e un ostensorio. Tanti i volontari al lavoro per allestire gli spazi in cui sono avvenute le celebrazioni iniziate venerdì con il corteo delle autorità civili, la commemorazione del transito del Poverello e la processione in Santa Maria degli Angeli con i flambeaux. Ieri mattina, prima della celebrazione eucaristica, l’incontro delle autorità civili con la municipalità di Assisi. Poi il corteo, iniziato con lo squillo delle chiarine, si è diretto verso la Basilica di San Francesco. Al termine della Messa il saluto del sindaco di Assisi, Claudio Ricci, insieme alle altre autorità, dalla Loggia del Sacro Convento. Ha introdotto padre Enzo Fortunato, direttore della Sala stampa del Convento, poi padre Marco Tasca, ministro generale dell’Ordine frati minori, quindi il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, ha pronunciato il suo messaggio all’Italia. Tra i premier italiani, lo scorso anno aveva partecipato Enrico Letta, e poi nel 1998 Prodi, nel 1977 Andreotti e nel 1962 Fanfani. Nel pomeriggio di ieri sono stati celebrati i Vespri da monsignor Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina e delegato per il pellegrinaggio regionale laziale ad Assisi, terminati con la preghiera di protezione all’Italia e al mondo con l’autografo della benedizione di san Francesco e la distribuzione dei ramoscelli d’ulivo alle autorità e ai fedeli. R « on la Messa presieduta da Papa Francesco si apre questa mattina alle 10, nella basilica di San Pietro, l’atteso Sinodo dei vescovi sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Il primo di un cammino biennale che culminerà nell’assemblea ordinaria del 2015, anch’essa dedicata alla famiglia, chiamata a individuare proposte pastorali adeguate alle sfide del momento che saranno discusse in quest’assise. Due settimane di lavori - il Papa parteciperà a tutte le giornate e presiederà domenica 19 la Messa per la conclusione con la beatificazione di Paolo VI - con 191 padri sinodali, di cui 61 cardinali e 26 membri di nomina pontificia, e complessivamente 253 partecipanti. L’Africa è il continente più rappresentato. Tra gli esperti, una coppia di sposi, i coniugi Miano, che abbiamo intervistato domenica scorsa. Al centro dei lavori - dichiara Manuel Jesús Arroba Conde, tra i partecipanti all’assise, nell’intervista a Romasette.it (www.romasette.it) - «urgenze che investono molteplicità di ambiti, tra cui quelli economico, socio-politico, giuridico, e ovviamente quello direttamente pastorale, trattandosi di situazioni che richiamano un particolare accompagnamento da parte di una Chiesa che si senta davvero “in uscita”». Arroba Conde insegna Diritto processuale canonico ed è preside dell’Institutum Utriusque Iuris della Pontificia Università Lateranense. Previsto un servizio di comunicazione quotidiano, con un «briefing» e una sintesi per i giornalisti; l’impegno si avvarrà anche dell’uso di Twitter e di interviste ai padri sinodali, una vera e propria novità. Informazioni diffuse venerdì in occasione della presentazione del metodo e del tema dei lavori. Tra l’altro, è stato chiarito che ogni intervento non potrà superare i 4 minuti. La seconda settimana del Sinodo sarà dedicata alle riunioni dei gruppi, i cosidetti «circuli minores». Al termine, il messaggio finale, base per il lavoro della seconda assemblea sinodale. La basilica di Santa Maria Maggiore sarà luogo privilegiato per la preghiera du- rante i lavori sinodali. Accoglierà le reli- quie di santa Teresa di Lisieux e dei suoi genitori, i beati Luigi e Zelia Martin, vis- suti nella seconda metà dell’Ottocento (questa mattina a San Pietro per la Mes- sa d’apertura), insieme a quelle dei beati coniugi romani Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi. «Con il riferimento a que- ste figure - spiega l’Ufficio liturgico del Vicariato - il Santo Padre intnde eviden- ziare come la famgilia sia luogo di santi- ficazione e come il matrimonio sia una vera vocazione alla santità per i coniugi». Nella chiesa che custodisce l’antica icona venerata come Salus populi romani, l’ap- puntamento è fissato ogni giorno alle 16.45, domenica compresa (ma alle 16.30), con la celebrazione dei vespri, la recita del Rosario meditata e la celebra- zione dell’Eucaristia, alla presenza di pa- dri sinodali. «Alcuni momenti di pre- ghiera - ha detto il cardinale Baldisseri - saranno guidati dalla Diocesi di Roma, e ogni sera alle ore 18, un vescovo o un cardinale celebrerà la Santa Messa per la famiglia». In ogni celebrazione in basili- ca è prevista una intenzione di preghiera per il Sinodo e inoltre, ha spiegato anco- ra il cardinale arciprete, «sarà sempre re- citata l’orazione composta dal Papa per implorare la benedizione del Signore sul Sinodo». Intanto nel pomeriggio di ieri il cuore della preghiera è stata piazza San Pietro grazie alla veglia promossa dalla Conferenza episcopale italiana, culminata con la partecipazione dei pa- dri sinodali e con l’intervento del Santo Padre (ampio servizio sulle pagine nazionali di Avvenire). La Segreteria generale del Si- nodo invita alla preghiera per i lavori si- nodali tutte le Chiese particolari, le par- rocchie, le comunità religiose, le associa- zioni e i movimenti. (R. S.) C Stamani il Papa apre il Sinodo sulla famiglia Alle 10 la Messa a San Pietro La preghiera quotidiana a Santa Maria Maggiore: la recita del Rosario e l’Eucaristia con uno dei padri sinodali Ieri, festa di san Francesco, il pellegrinaggio delle Chiese del Lazio nella città umbra Offerto l’olio per la lampada votiva. Forte appello alla pace «Non imporsi con violenza» Da Assisi l’invito del cardinale vicario Vallini: portare la speranza fra i tanti crocifissi della vita «Col Poverello accanto a tutti» ROMA SETTE Anno XLI • Numero 34 • Domenica 5 ottobre 2014 On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma - [email protected] Tel. 06.69886150 / 6478 - fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 le presenze Più di venti vescovi e cento sindaci concelebrare la Messa con il cardinale vicario Agostino Vallini più di venti vescovi e ol- tre centocinquanta sacerdoti. Più di settanta i gonfaloni presenti e oltre cento sindaci. Spiccano gio- vani amministratori: il consi- gliere alle politiche giovanili di Civitavecchia ha ventuno anni. Numerosa la presenza dei pelle- grini, solo dal Lazio oltre cin- quemila. Tra le tv accreditate an- che una russa, una coreana e e una israeliana. In un mese con la webcam alla tomba di san Francesco ci sono stati nove mi- lioni di accessi. Il prossimo anno la regione che offrirà l’olio per la lampada votiva sarà la Lombar- dia. (A.Ga.) A a settantacinque anni san France- sco d’Assisi è il patrono d’Italia in- sieme con santa Caterina da Siena. Da- vanti al Poverello le autorità civili e i fe- deli portano tanti dolori. Come ha riba- dito all’inizio della Messa padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento: «Portiamo all’altare i drammi della di- soccupazione e della fuga dalle proprie terre». Al termine della Messa, dalla Loggia del Sacro Convento, i saluti delle autorità re- ligiose e civili. Padre Marco Tasca, mini- stro generale dell’Ordine dei frati mino- ri conventuali, ha invitato a rifarsi al san- to come «uomo di dialogo e pace di fron- te ad un mondo sconvolto dai conflitti che insanguinano diverse parti della ter- ra». Alla sua intercessione ha affidato la terza assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. An- che l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ha parlato del travaglio del no- stro tempo. «In questa connessione tra economico e morale – ha detto – solo u- na politica dello struzzo non vede quan- to sarebbe vano sventolare come una pa- rola magica la bandiera delle riforme, se non implicano una riforma morale». E ha ricordato la visita del Papa lo scorso an- no per questa ricorrenza quando Bergo- glio condannò la cultura dello scarto. Presente anche il presidente del Consi- glio, Matteo Renzi, con il ministro dell’I- struzione Stefania Giannini. «Nel nostro Paese – ha affermato Renzi – ci sono da riparare molte cose, a partire dal lavoro. Va rivista anche la scuola: se non si par- te da lì non si va da nessuna parte. Poi la pubblica amministrazione e la giusti- zia». Mentre il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, ha evidenziato come rifacendosi a Fran- cesco sia importante coniugare «intelli- genza creativa e umanità», Nicola Zin- garetti, presidente della Regione Lazio, ha sottolineato come il Poverello sia fi- gura che unisce diverse visioni del mon- do. «Per lui è importante il cammino, il viaggio, l’incontro con l’altro». Antonella Gaetani D Dal premier Renzi al presidente della Regione Zingaretti, il richiamo a una nuova visione della società alla scuola del santo le parole dell’evento. Il dramma del lavoro affidato nelle mani del patrono d’Italia Proveniente dal santuario di Si- racusa giungerà nella chiesa di San Salvatore in Lauro, il reli- quiario contenente parte delle lacrime scaturite da una im- magine della Madonna nel 1953. Numerose celebrazioni accompagneranno l’evento, a cominciare dall’accoglienza l’8 ottobre alle 16. Fino all’11. Lectio fino a maggio a Santa Maria in Traspontina Inizia il prossimo 10 ottobre il ciclo di lectio divina organiz- zato nella parrocchia di Santa Maria in Traspontina, in pro- gramma fino a maggio con in- contri dalle 18.30 alle 19.45. A guidare il primo il teologo car- melitano padre Bruno Secon- din, su «La Parola va accolta e vissuta (Fil. 4, 1-20)». parrocchie / 2 Il vescovo Pacomio a San Tommaso Moro sabato 11 ottobre La parrocchia di San Tommaso Moro (via dei Marrucini) pro- muove una giornata di spiri- tualità di inizio anno pastora- le con il vescovo di Mondovì Lu- ciano Pacomio, per sabato 11 ottobre dalle 16. In programma meditazioni del vescovo, rifles- sioni in gruppi, cena comuni- taria, momento di preghiera. parrocchie/1 Festa a Campitelli e a Torre Maura per Giovanni Leonardi Per la festa di san Giovanni Leo- nardi la parrocchia omonima di Torre Maura propone, il 7 alle 21, un incontro con mon- signor Lonardo, direttore del- l’Ufficio catechistico. L’8, alle 18.30, a Santa Maria in Porti- co in Campitelli, vespri con il vescovo Zuppi; il 9 alle 18.30, Messa del cardinale Filoni. parrocchie / 3 Da Siracusa a Roma, in arrivo il reliquiario con lacrime di Maria spiritualità La Basilica di Assisi con i pellegrini del Lazio. Sotto il cardinale Vallini durante la Messa (foto Antonella Gaetani)

«Col Poverello accanto a tutti» - romasette.it · E il lavoro è al centro delle preoccupazioni. ... di Porto-Santa Rufina e delegato per il pellegrinaggio regionale laziale ad

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DAL NOSTRO INVIATOANTONELLA GAETANI

iapriamo ai tanticrocifissi della vita leporte della speranza.

Sappiamo perdonare,condividiamo le sofferenze deipoveri, degli ultimi, degliemarginati, dei tanti cercatori dipace e dignità». Questo lìinvitodel cardinale Agostino Vallini,vicario del Papa per la diocesi diRoma, durante l’omelia dellaMessa per la festa di sanFrancesco, patrono d’Italia, cheieri mattina è stata il momentochiave del pellegrinaggio delleChiese del Lazio ad Assisi. Dal1939 il Poverello è il patronodella Penisola per volere di papaPio XII e, a turno, le regionioffrono l’olio per la lampadavotiva che arde sulla tomba delsanto. Quest’anno è la volta delLazio, che lo offrì proprio nel1939 e poi ancora nel 1956, nel1974 e nel 1994. Molti i fedeliche riempiono già dalla mattinapresto le strade di Assisi: personecol sacco a pelo sulle spalle,bambini in carrozzina, giovani. «IlVangelo – ha detto ancora ilcardinale – sia luce ai nostri ainostri passi, illumini la nostra vitae le relazioni che intratteniamocon chi ci vive accanto». Lasemplicità è, dunque, la chiaveper vivere con serenità. «Le cosedella terra usiamole, non conl’animo di possederle per sempre,ma come mezzi necessari allanostra condizione», ha ribadito ilcardinale vicario. Faro della vita è«il Crocifisso: fissando lo sguardosul suo dolore, riconosceremo il

male del peccato, sentiremo ilbisogno della purificazione e cilibereremo da ciò che ciopprime».Sull’esempio del Poverello, ilVangelo va vissuto senza sconti einterpretazioni riduttive, anchecontro «il pensiero dominante»,ha detto Vallini, che è anchepresidente della Conferenzaepiscopale del Lazio. Da Assisi unmessaggio di amore che porta aconsiderare «tutti gli uominicome fratelli – ha sottolineato ilporporato –. In un mondo in cuila logica della ragione, dellascienza e della tecnica sembranol’unica misura della conoscenzaumana, chiediamo al Signore ildono della sapienza». Vibranteanche l’appello alla pace: «Èquesto il modo cristiano disuperare le contese: non prevaleresu nessuno e non imporsi con laviolenza». Parte, dunque, da Assisil’invito a guardare a Francescocome esempio per ritrovarecoraggio in un tempo dilaniatodalla crisi che sta travolgendoogni aspetto della vita. E il lavoroè al centro delle preoccupazioni.Presente anche un gruppo dilavoratori dell’Ast di Terni, dove èin corso una trattativa tra aziendae sindacati. Ad accendere lalampada votiva, nel corso dellacelebrazione nella basilicasuperiore di San Francesco, ilsindaco di Roma Ignazio Marino,in rappresentanza di tutti iComuni della regione. Inoltre,durante la Messa, sono stati offertial patrono d’Italia i prodotti tipicidel Lazio, una lampada,un’ampolla e un ostensorio.Tanti i volontari al lavoro perallestire gli spazi in cui sonoavvenute le celebrazioni iniziatevenerdì con il corteo delleautorità civili, lacommemorazione del transito delPoverello e la processione inSanta Maria degli Angeli con iflambeaux. Ieri mattina, primadella celebrazione eucaristica,l’incontro delle autorità civili conla municipalità di Assisi. Poi il

corteo, iniziato con lo squillodelle chiarine, si è diretto verso laBasilica di San Francesco. Altermine della Messa il saluto delsindaco di Assisi, Claudio Ricci,insieme alle altre autorità, dallaLoggia del Sacro Convento. Haintrodotto padre Enzo Fortunato,direttore della Sala stampa delConvento, poi padre Marco Tasca,ministro generale dell’Ordine fratiminori, quindi il presidente delConsiglio dei ministri, MatteoRenzi, ha pronunciato il suomessaggio all’Italia. Tra i premieritaliani, lo scorso anno avevapartecipato Enrico Letta, e poi nel1998 Prodi, nel 1977 Andreotti enel 1962 Fanfani. Nel pomeriggiodi ieri sono stati celebrati i Vesprida monsignor Gino Reali, vescovodi Porto-Santa Rufina e delegatoper il pellegrinaggio regionalelaziale ad Assisi, terminati con lapreghiera di protezione all’Italia eal mondo con l’autografo dellabenedizione di san Francesco e ladistribuzione dei ramoscellid’ulivo alle autorità e ai fedeli.

on la Messa presieduta da PapaFrancesco si apre questa mattinaalle 10, nella basilica di San Pietro,

l’atteso Sinodo dei vescovi sul tema «Lesfide pastorali sulla famiglia nel contestodell’evangelizzazione». Il primo di uncammino biennale che culminerànell’assemblea ordinaria del 2015,anch’essa dedicata alla famiglia,chiamata a individuare propostepastorali adeguate alle sfide delmomento che saranno discusse inquest’assise. Due settimane di lavori - ilPapa parteciperà a tutte le giornate epresiederà domenica 19 la Messa per laconclusione con la beatificazione diPaolo VI - con 191 padri sinodali, di cui61 cardinali e 26 membri di nomina

pontificia, e complessivamente 253partecipanti. L’Africa è il continente piùrappresentato. Tra gli esperti, una coppiadi sposi, i coniugi Miano, che abbiamointervistato domenica scorsa. Al centrodei lavori - dichiara Manuel Jesús ArrobaConde, tra i partecipanti all’assise,nell’intervista a Romasette.it(www.romasette.it) - «urgenze cheinvestono molteplicità di ambiti, tra cuiquelli economico, socio-politico,giuridico, e ovviamente quellodirettamente pastorale, trattandosi disituazioni che richiamano un particolareaccompagnamento da parte di unaChiesa che si senta davvero “in uscita”».Arroba Conde insegna Dirittoprocessuale canonico ed è presidedell’Institutum Utriusque Iuris dellaPontificia Università Lateranense.Previsto un servizio di comunicazionequotidiano, con un «briefing» e unasintesi per i giornalisti; l’impegno siavvarrà anche dell’uso di Twitter e diinterviste ai padri sinodali, una vera epropria novità. Informazioni diffusevenerdì in occasione della presentazione

del metodo e del tema dei lavori. Tral’altro, è stato chiarito che ogniintervento non potrà superare i 4minuti. La seconda settimana delSinodo sarà dedicata alle riunioni deigruppi, i cosidetti «circuli minores». Altermine, il messaggio finale, base per illavoro della seconda assembleasinodale.La basilica di Santa Maria Maggiore saràluogo privilegiato per la preghiera du-rante i lavori sinodali. Accoglierà le reli-quie di santa Teresa di Lisieux e dei suoigenitori, i beati Luigi e Zelia Martin, vis-suti nella seconda metà dell’Ottocento(questa mattina a San Pietro per la Mes-sa d’apertura), insieme a quelle dei beaticoniugi romani Luigi e Maria BeltrameQuattrocchi. «Con il riferimento a que-ste figure - spiega l’Ufficio liturgico delVicariato - il Santo Padre intnde eviden-ziare come la famgilia sia luogo di santi-ficazione e come il matrimonio sia unavera vocazione alla santità per i coniugi».Nella chiesa che custodisce l’antica iconavenerata come Salus populi romani, l’ap-puntamento è fissato ogni giorno alle

16.45, domenica compresa (ma alle16.30), con la celebrazione dei vespri, larecita del Rosario meditata e la celebra-zione dell’Eucaristia, alla presenza di pa-dri sinodali. «Alcuni momenti di pre-ghiera - ha detto il cardinale Baldisseri -saranno guidati dalla Diocesi di Roma, eogni sera alle ore 18, un vescovo o uncardinale celebrerà la Santa Messa per lafamiglia». In ogni celebrazione in basili-ca è prevista una intenzione di preghieraper il Sinodo e inoltre, ha spiegato anco-ra il cardinale arciprete, «sarà sempre re-citata l’orazione composta dal Papa perimplorare la benedizione del Signore sulSinodo». Intanto nel pomeriggio di ieriil cuore della preghiera è stata piazzaSan Pietro grazie alla veglia promossadalla Conferenza episcopale italiana,culminata con la partecipazione dei pa-dri sinodali e con l’intervento del SantoPadre (ampio servizio sulle pagine nazionalidi Avvenire). La Segreteria generale del Si-nodo invita alla preghiera per i lavori si-nodali tutte le Chiese particolari, le par-rocchie, le comunità religiose, le associa-zioni e i movimenti. (R. S.)

C

Stamani il Papa apre il Sinodo sulla famigliaAlle 10 la Messa a San PietroLa preghiera quotidianaa Santa Maria Maggiore: larecita del Rosario e l’Eucaristiacon uno dei padri sinodali

Ieri, festa di san Francesco,il pellegrinaggio delle Chiesedel Lazio nella città umbraOfferto l’olio per la lampadavotiva. Forte appello alla pace«Non imporsi con violenza»

Da Assisi l’invito del cardinale vicario Vallini: portare la speranza fra i tanti crocifissi della vita

«Col Poverelloaccanto a tutti»

ROMA SETTEAnno XLI • Numero 34 • Domenica 5 ottobre 2014

On line su www.romasette.itfacebook.com/romasettetwitter.com/romasette

Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo ZemaCoordinamento redazionale: Giulia RocchiSede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a00184 Roma - [email protected] Tel. 06.69886150 / 6478 - fax 06.69886491

Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

le presenzePiù di venti vescovie cento sindaci

concelebrare la Messa conil cardinale vicario Agostino

Vallini più di venti vescovi e ol-tre centocinquanta sacerdoti. Piùdi settanta i gonfaloni presenti eoltre cento sindaci. Spiccano gio-vani amministratori: il consi-gliere alle politiche giovanili diCivitavecchia ha ventuno anni.Numerosa la presenza dei pelle-grini, solo dal Lazio oltre cin-quemila. Tra le tv accreditate an-che una russa, una coreana e euna israeliana. In un mese conla webcam alla tomba di sanFrancesco ci sono stati nove mi-lioni di accessi. Il prossimo annola regione che offrirà l’olio per lalampada votiva sarà la Lombar-dia. (A.Ga.)

A

a settantacinque anni san France-sco d’Assisi è il patrono d’Italia in-

sieme con santa Caterina da Siena. Da-vanti al Poverello le autorità civili e i fe-deli portano tanti dolori. Come ha riba-dito all’inizio della Messa padre MauroGambetti, custode del Sacro Convento:«Portiamo all’altare i drammi della di-soccupazione e della fuga dalle proprieterre».Al termine della Messa, dalla Loggia delSacro Convento, i saluti delle autorità re-ligiose e civili. Padre Marco Tasca, mini-stro generale dell’Ordine dei frati mino-ri conventuali, ha invitato a rifarsi al san-to come «uomo di dialogo e pace di fron-te ad un mondo sconvolto dai conflittiche insanguinano diverse parti della ter-ra». Alla sua intercessione ha affidato laterza assemblea generale straordinariadel Sinodo dei vescovi sulla famiglia. An-che l’arcivescovo Domenico Sorrentino,vescovo di Assisi-Nocera Umbra-GualdoTadino, ha parlato del travaglio del no-stro tempo. «In questa connessione traeconomico e morale – ha detto – solo u-

na politica dello struzzo non vede quan-to sarebbe vano sventolare come una pa-rola magica la bandiera delle riforme, senon implicano una riforma morale». E haricordato la visita del Papa lo scorso an-no per questa ricorrenza quando Bergo-glio condannò la cultura dello scarto.Presente anche il presidente del Consi-glio, Matteo Renzi, con il ministro dell’I-struzione Stefania Giannini. «Nel nostroPaese – ha affermato Renzi – ci sono dariparare molte cose, a partire dal lavoro.Va rivista anche la scuola: se non si par-te da lì non si va da nessuna parte. Poila pubblica amministrazione e la giusti-zia».Mentre il sindaco di Assisi, Claudio Ricci,ha evidenziato come rifacendosi a Fran-cesco sia importante coniugare «intelli-genza creativa e umanità», Nicola Zin-garetti, presidente della Regione Lazio,ha sottolineato come il Poverello sia fi-gura che unisce diverse visioni del mon-do. «Per lui è importante il cammino, ilviaggio, l’incontro con l’altro».

Antonella Gaetani

D

Dal premier Renzial presidente dellaRegione Zingaretti, ilrichiamo a una nuovavisione della societàalla scuola del santo

le parole dell’evento. Il dramma del lavoroaffidato nelle mani del patrono d’Italia

Proveniente dal santuario di Si-racusa giungerà nella chiesa diSan Salvatore in Lauro, il reli-quiario contenente parte dellelacrime scaturite da una im-magine della Madonna nel1953. Numerose celebrazioniaccompagneranno l’evento, acominciare dall’accoglienza l’8ottobre alle 16. Fino all’11.

Lectio fino a maggioa Santa Mariain Traspontina

Inizia il prossimo 10 ottobre ilciclo di lectio divina organiz-zato nella parrocchia di SantaMaria in Traspontina, in pro-gramma fino a maggio con in-contri dalle 18.30 alle 19.45. Aguidare il primo il teologo car-melitano padre Bruno Secon-din, su «La Parola va accolta evissuta (Fil. 4, 1-20)».

parrocchie / 2

Il vescovo Pacomioa San Tommaso Morosabato 11 ottobre

La parrocchia di San TommasoMoro (via dei Marrucini) pro-muove una giornata di spiri-tualità di inizio anno pastora-le con il vescovo di Mondovì Lu-ciano Pacomio, per sabato 11ottobre dalle 16. In programmameditazioni del vescovo, rifles-sioni in gruppi, cena comuni-taria, momento di preghiera.

parrocchie/1

Festa a Campitellie a Torre Mauraper Giovanni Leonardi

Per la festa di san Giovanni Leo-nardi la parrocchia omonimadi Torre Maura propone, il 7alle 21, un incontro con mon-signor Lonardo, direttore del-l’Ufficio catechistico. L’8, alle18.30, a Santa Maria in Porti-co in Campitelli, vespri con ilvescovo Zuppi; il 9 alle 18.30,Messa del cardinale Filoni.

parrocchie / 3

Da Siracusa a Roma,in arrivo il reliquiariocon lacrime di Maria

spiritualità

La Basilica di Assisi con i pellegrini del Lazio. Sotto il cardinale Vallini durante la Messa (foto Antonella Gaetani)

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Flopliberalizzazioni,negozichiusiecalooccupati

DI PAOLA PROIETTI

ltre 67mila negozi aperti negli ultimitre anni a fronte di 124mila cheinvece hanno chiuso. Numeri

spaventosi, frutto non solo della crisieconomica, ma anche della liberalizzazionedegli orari degli esercizi commerciali volutatre anni fa dal governo Monti, che non haportato i frutti sperati. I dati sono racchiusinel dossier presentato mercoledì allaCamera dei deputati dall’associazione«Libera la domenica», all’indomani delprovvedimento di modifica degli orari deinegozi passato alla Camera e ora al vagliodel Senato, che metterebbe ancora più in

difficoltà i commercianti. Nella nuovanorma, infatti, le giornate di chiusuraobbligatoria passano da 12 a 6; giornate, tral’altro, scelte dal commerciante. «Perché se sivende di meno bisogna tener aperto ladomenica? I dati dimostrano - dice MauroBussoni, segretario generale di Confesercenti- che avere la libertà di scegliere se rimanereaperti o no la domenica va a vantaggio dellagrande distribuzione, mentre affossa ipiccoli commercianti. Negli ultimi tre annisono stati 105mila i lavoratori che hannoperso il posto. Lavorare di più, in questocaso rimanere aperti più a lungo, non portaun beneficio, anzi. La nostra soluzione -continua - è affidare la decisione ai sindaci,che ben conoscono il territorio». Roma, nelcomplesso, tiene bene: la Capitale dal 2012ad oggi registra un 7% di chiusure ma,insieme a Milano, detiene il record dinegozi sfitti. Secondo Rosario Trefiletti,presidente di Federconsumatori,«bisognerebbe fare i turni come fanno le

farmacie. Ragionare senza fare i conti con larealtà significa diminuire fortemente laproduttività e aumentare, di conseguenza, iprezzi». La norma non considera l’ampioconsenso che ha fatto registrare la campagna«Libera la domenica», che con 150milafirme sostiene una proposta di leggepopolare per restituire alle Regioni lacompetenza in materia. Promossa daConfesercenti e Federstrade e sostenuta dallaCei e da molte Regioni, non viene peròtenuta in considerazione dal Parlamento.«Abbiamo fatto noi il dossier invece delgoverno - ammette Tiziana D’Andrea,portavoce di "Domenica no grazie Italia" - edopo tre anni ci aspettavamo una normativache regolasse il mercato. Sei giorni dichiusura sono una presa in giro». Ma c’èanche chi sfida la legge: «È un anno e mezzoche la domenica chiudo il centrocommerciale - dice Bruno Mestichella de "IGranai" -; pago 500 euro di multa per ognigiorno che rimango chiuso. La domenica è

il giorno del riposo, bisogna stare con lefamiglie. La colpa è anche di alcuneassociazioni di categoria che non si battonocome dovrebbero». E ricorda che anni fa,l’allora sindaco Rutelli, decise unaturnazione di quartiere in quartiere sulleaperture domenicali: «Al massimo erano 2 o3 le domeniche in cui si rimaneva apertidurante l’anno, escluso il periodo di Nataleo dei saldi». E a ricordare che la domenica èun giorno di riposo è stato anche unmessaggio di monsignor GiancarloBregantini, presidente della CommissioneCei problemi sociali e lavoro, che haricordato le parole di Papa Francesco: «Ladomenica va resa libera dal lavoro peraffermare che la priorità non è a livelloeconomico, ma all’umano, al gratuito allerelazioni non commerciali, ma familiari,amicali e per i credenti alla relazione conDio e con la comunità. Forse è giunto ilmomento di domandarci se quella dilavorare la domenica sia una vera libertà».

O

Convegnocori,cantosacroparteessenzialedellaliturgia

Francesco condanna«la cultura dello scarto»che emargina glianziani ed esalta la lorofede: «Sono alberi checontinuano a portarefrutto». LaMessain piazza San Pietropresente Benedetto XVI

IlPapaainonni:più inclusione

DI CHRISTIAN GIORGIO

ubarak e Aneesa hannodovuto abbandonare lapropria casa, i loro 10 figli, i

12 nipoti. Dopo 51 anni trascorsiinsieme a Qaraqosh, lo scorsoagosto sono stati costretti a lasciarela principale città cristiana dell’Iraq acausa dell’arrivo dei jihadistidell’Isis. «Hanno distrutto le

Mcampane per mettere al loro posto idrappi neri del califfato», ha spiegatoMubarak a Papa Francesco. Quelladei coniugi iracheni è stata latestimonianza più toccante de «Labenedizione della lunga vita», lafesta degli anziani e dei nonniorganizzata in piazza San Pietro,domenica scorsa, dal PontificioConsiglio per la Famiglia. Francescoha ringraziato i nonni d’Iraqoffrendo loro «vicinanza, preghiera el’aiuto concreto». La violenza suglianziani è «disumana», hasottolineato il Papa, «come quellasui bambini. Questi fratelli citestimoniano che anche nelle provepiù difficili, gli anziani che hannofede sono come alberi checontinuano a portare frutto». Adaprire l’incontro è stato l’arcivescovoVincenzo Paglia, presidente delPontificio consiglio per la famiglia,che ha indirizzato un particolaresaluto al Papa emerito BenedettoXVI, presente sul sagrato di SanPietro, definendolo «primo nonnotra tutti i nonni». Riferimento fattoproprio anche da Francesco che,

durante il discorso ai 30milapresenti, ha sottolineato la gioia diavere Benedetto XVI in Vaticano,«perché - ha detto a braccio - è comeavere il nonno saggio in casa».Guardando la folla riunita in piazza,il Papa ha proseguito ricordando ilcompito degli anziani: trasmettere econdividere la saggezza della fede. Eripercorrendo con la memorial’ultimo viaggio, ha aggiunto: «Inquei Paesi dove la persecuzionereligiosa è stata crudele, penso peresempio l’Albania dove mi sonorecato domenica scorsa, sono stati inonni a battezzare i bambini dinascosto e a dare la fede, bravi, sonostati bravi nella persecuzione ehanno salvato la fede in quel Paese».E invece, quante volte si «scartano»gli anziani. Abbandonandoli,condannandoli a «una vera e propriaeutanasia». Come lo si fa con ibambini, ha riflettuto Francesco, o«con i giovani perché non hannolavoro». Quindi l’appello del Papa:«Siamo tutti chiamati a contrastarequesta velenosa cultura, i cristianicon tutti gli uomini di buona

volontà sono chiamati a costruireuna società più umana, paziente einclusiva». Benedetto XVI e PapaFrancesco hanno poi ascoltatoinsieme i numerosi artisti che hannopartecipato alla giornata. Tra di loroAndrea Bocelli, Massimo Ranieri eClaudio Baglioni che hannodedicato ai nonni Con te partirò, Tivoglio bene assai e Strada facendo.Nell’omelia della Messa, conclusivadella giornata, Papa Francesco haosservato: «Nel Vangelo Gesù non haabolito la legge della famiglia e delpassaggio tra generazioni, ma l’haportata a compimento». «Il Signore -ha ricordato - ha formato una nuovafamiglia, nella quale sui legami disangue prevale la relazione con Lui eil fare la volontà di Dio Padre. Mal’amore per Gesù e per il Padre portaa compimento l’amore per i genitori,per i fratelli, per i nonni, rinnova lerelazioni familiari con la linfa delVangelo e dello Spirito Santo».Prima di regalare a tutti ipartecipanti una copia del Vangelodi Marco, Francesco ha invitato apregare per il Sinodo sulla famiglia.

Aula magna della PontificiaUniversità San Tommaso

d’Aquino è gremita. Perlopiùgiovani siedono ai banchi perassistere al convegno «Cantare lafede» che, tra i relatori, ha alcunitra i più importanti esperti dimusica liturgica come monsignorVincenzo De Gregorio, preside delPontificio istituto di Musica sacra, epadre Jordi A. Piquè, preside delPontificio Istituto liturgicoSant’Anselmo. Un incontro natoper il 50° della «SacrosanctumConcilium» e il 30° anniversario delCoro della Diocesi di Roma per fareil punto sullo stato di salute dellamusica liturgica. Circa 1.500 idelegati in rappresentanza dellecappelle musicali italiane, diSpagna, Portogallo, Brasile eTurchia. Al maestro Marco Frisina ilcardinale Vallini riconosce il meritodi essere «il vero e instancabileanimatore» del Coro della diocesidi Roma, da lui fondato e direttosin dal 1984 e composto da oltre250 elementi. «I vostri concerti nonsono esibizioni canore - spiega ilporporato rivolgendosi alla plateadi esperti di musica sacra,rappresentanti del movimentomusicale-liturgico e coristi didiocesi e parrocchie - ma “catechesiin canto”, musica e parole in gradodi annunciare il Vangelo. E ilConcilio Vaticano II, affermandoche il canto sacro è partenecessaria della liturgia, hariconosciuto il ruolo pedagogicodelle schole cantorum perchépermettono di vivere l’esperienzadi Dio». Dunque «essenziale», il

coro «non è ornamento marginalema è la liturgia ad esigerne lapresenza». A patto «che i canti nonsiano improvvisati, che ci siapreparazione tecnica epreparazione spirituale dei coristi».Dello stesso avviso è padreGiuseppe Midili: la «SacrosanctumConcilium» individua «i principidella musica liturgica che, per dirsitale, deve ispirarsi ai testi biblici,rispettare i cicli legati all’annoliturgico, adattarsi ai singolimomenti della celebrazione,esprimere la preghiera, favorirel’unanimità e arricchire disolennità i riti». E tra le fonti a cuiattingere ci sono i Salmi: qui,monsignor Frisina - commossodall’accoglienza festosa riservataglidalla platea - indica una preziosaminiera di trame per il canto, allaquale lui stesso ha fatto ricorso intutti questi anni per comporre lesue opere più belle. I suoni, quelli,sono invece nel Creato: «Ovunque èmusica, perché la musica è fatta divibrazioni, impalpabili epotentissime. L’infinitamente alto el’infinitamente profondo sitoccano». Tra i momenti piùimportanti della tre giorni romana,la celebrazione della Messa nellabasilica di Santa Maria Maggiore, ilconcerto del Coro della diocesi diRoma e dell’Orchestra Fideles etAmati diretti da monsignor Frisina,la partecipazione alla Messacelebrata da Papa Francesco inpiazza San Pietro, animata nelcanto da tutte le corali intervenuteal convegno.

Mariaelena Finessi

’L

amiglie inprima lineacontro il di-sagio giovanile. È l’idea del pro-

getto «InFamiglia», promossodal Cen-tro per la pastorale familiare del Vi-cariato e dall’associazione FuoriDel-laPorta, daanni impegnata conun in-tervento negli ambienti aggregatividei ragazzi. Quattro incontri - aperticomunque anche a "single" - al Se-minario Maggiore, dal 17 ottobre, o-

gni venerdì alle 15.30. Ci saranno le«istruzioni per l’uso» rivolte a chi vo-glia mettersi in gioco in questo com-pito impegnativoma indilazionabile,vista la gravità delle situazioni che lacronaca quotidiana ci pone sotto gliocchi. «L’iniziativa - spiegano i pro-motori - si rivolge ai nuclei familiariche desiderino conoscere percorsi diaccompagnamentoadadolescenti ro-

mani,minori nonaccompagnati, gio-vani immigrati di seconda genera-zione, ragazze che escono dal circui-to della prostituzione, che urgono diuna famiglia o più semplicemente diuna prossimità adulta. Questa espe-rienza vuole lanciare nel vivo dell’a-zione pastorale». (iscrizioni entro lu-nedì 13 al tel. 06.69886211, [email protected]).

FFamiglie in campo contro il disagio giovanile

L’ereditàdiGedda,uncristianopoliedricoolitico, genetista, pensatoreoriginale del valore educativodello sport, ma soprattutto un

cristiano. Tutto questo è stato LuigiGedda, nato a Venezia nel 1902 escomparso a Roma nel 2000, a cuisabato 27 settembre nel teatro dellaparrocchia San Leone Magno è statodedicato il convegno «Luigi Gedda,un cattolico a tutto campo». Adorganizzarlo, il Centro per lapastorale sanitaria del Vicariato,insieme alle sezioni romane di duerealtà da lui stesso fondatesettant’anni fa, l’Associazione medicicattolici italiani e il Centro sportivoitaliano, oltre che all’Azione cattolica,della quale Gedda fu presidentenazionale dal 1952 al 1959. Lagiornata è iniziata alle 11 con ladeposizione di fiori sulla sua tomba

al Verano, presieduta dal consulenteecclesiastico del Csi Roma,monsignor Piergaetano Lugano.Quindi la Messa nella chiesa di SanLeone Magno, presieduta dal vescovoGiuseppe Marciante. «Questaparrocchia - ha ricordato il presule - èun’opera architettonica voluta daGedda nella periferia romana, teatrodello scontro con il comunismo. Unmodello di parrocchia completa, di"cittadella cristiana". Gli uominidell’Azione cattolica regalarono a PioXII questa parrocchia dotata di ognistrumento dell’apostolato, della vitasociale e dell’assistenza. È stata datacentralità alla liturgia, culmine efonte della vita cristiana. Allatrasmissione della fede, con la cura diun altro ambiente importantespecialmente per le nuove

generazioni: la catechesi». Della fededi Gedda, che diventava capacità difondazione, ha parlato durante ilconvegno che è seguito il direttore delCentro diocesano per la pastoralesanitaria monsignor Andrea Manto,introdotto dai saluti del parroco diSan Leone, don Vito Di Nuzzo.«Gedda ha dimostrato con la sua vitache credeva nell’incarnazione. Dioinfatti ha parlato con parole e confatti. Tutto questo - ha esortatomonsignor Manto - va recuperato.Questo convegno non è solo unacommemorazione per i 70 anni delCsi. La figura di Gedda ha unaprofonda attualità che dobbiamorecuperare». Il senso del convegno, haspiegato Daniele Pasquini, presidentedel comitato romano del Csi, è«rendere evidente la poliedricità di

Gedda, un uomo in grado di stare supiù fronti senza disperdere energie.Dobbiamo recuperare questaeredità». Una personalità poliedrica,quella di Gedda, capace di «esseretestimone come medico cattolico»,ha sottolineato Luca Chinni,presidente Amci Roma. È stato unuomo capace di «favorire una vastapartecipazione di uomini e di donnealla vita della Chiesa» attraverso larisorsa dell’associazionismo, come haricordato Rosa Calabria, presidentedell’Ac di Roma. E di scoprire il valoreeducativo dello sport. «Attraverso losport - ha detto Edio Costantini,presidente della FondazioneGiovanni Paolo II per lo sport - hasaputo dare una serie di indicazionispirituali ancora attualissime».

Daniele Piccini

P

Presentato alla Camera il dossier«Libera la domenica», mentreil Parlamento sta per confermarele aperture festive degli esercizi

Il convegnoall’UniversitàSan Tommasod’Aquino (fotoCristianGennari)

2 Domenica5 ottobre 2014

l’iniziativa

L’incontro e la celebrazione nellachiesa di San LeoneMagno,voluta dal medico e politicofondatiore di Amci e Csi

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LaMessa di ringraziamentopresieduta dal cardinale Vallininella basilica di SanGiovanni inLateranoper la beatificazione

del primoprelatodell’OpusDei,«instancabile promotore diopere sociali» conun «orizzontesconfinatodell’apostolato»

Del Portillo, paternitàaccantoallepersoneDIDANIELE PICCINI

opo la cerimonia dibeatificazione di sabato 27settembre, nella città dove

nacque cento anni fa, Madrid,anche la diocesi «adottiva», quelladi Roma, ha ricordato Álvaro delPortillo, vescovo e prelatodell’Opus Dei. Lo ha fatto martedìscorso, nella basilica di SanGiovanni in Laterano con unaMessa solenne di ringraziamentopresieduta dal cardinalevicario Agostino Vallinie animata dallaPontificia CappellaMusicale Lateranensediretta da monsignorMarco Frisina. Acomporre l’assemblea,circa 7mila fedeli: tanti ibiglietti distribuitidall’Opera. Sull’altareaccanto al cardinaleVallini hannoconcelebrato 8cardinali, 19 vescovi e50 sacerdoti dell’Opus Deiprovenienti da tutto il mondo. Leletture della liturgia del giorno,tutte gravitanti intorno alla figuradel buon pastore (Ezechiele 34, 11-16; Lettera di Paolo ai Colossesi; ilSalmo 23; e Giovanni 10, 11-16),sembrano tratteggiare anche lozelo apostolico del neo beato.«Ezechiele - ha detto il cardinaleVallini nell’omelia - parlando anome di Dio ci ha rivelato l’amorepremuroso del Signore che prendel’iniziativa per salvare il suo gregge.Dio cerca le sue pecore, soprattuttoquelle disperse, le conduce supascoli erbosi e le fa riposare. Èconsolante pensare che il Signorenon ci abbandona mai perché ciama». Nel Vangelo Gesù definiscese stesso «Buon pastore che nonsolo guida il gregge e si prendecura di esso, ma dà la vita per ilgregge. Sulla croce Gesù - haproseguito il porporato - ha datotutto se stesso per noi. E con laresurrezione ci ha comunicato lavita divina. E con lo Spirito Santo

Dci ha resi membri dellasua famiglia. Gesùrisorto è la vita senzafine. In lui possiamorivolgerci a Dio». Nelbeato del Portillo lostesso entusiasmoapostolico di san Paolo.«Con questa certezza difede - ha detto ancora ilvicario del Papa per ladiocesi di Roma - èvissuto il beato Álvaro

del Portillo. Don Álvaroesercitò il sacerdozio el’episcopato con sensodi paternità. Cercava dicomprendere le attesedelle persone. Per lui eraesercizio di paternità.Era instancabilepromotore di operesociali. L’orizzontedell’apostolato èsconfinato. Si estendeanche ai laici e al lororuolo nelle professioni.Inizia nella famiglia, si estende agliamici, a quelli che incontriamooccasionalmente, fino a sentirciresponsabili di tutta la società». LaMessa nella basilica lateranense èstato solo uno dei tanti eventiorganizzati per ricordare il neobeato nella città di Roma, dovevisse e operò dal 1946 fino alla suamorte, nel 1994. «Roma - ha dettodon Carlo De Marchi, vicariodell’Opus Dei per Roma e l’Italia diCentro Sud - sta reagendo congioia alla beatificazione. Ma

colpisce molto vedere anche tantefamiglie che vengono da lontano,filippini e africani. Loro hannosentito la vicinanza del nuovobeato durante un viaggio in ottotappe che monsignor del Portillofece in quei paesi nel 1989. È statoaccolto molto bene e, benché giàsettantenne, riuscì a entrare insintonia con loro». Anche lunedì29 settembre, mella basilica diSant’Eugenio, dove il corpo delbeato è stato espostoall’adorazione dei fedeli, «c’era

clima di grande comunione. Romariserva sempre a tutti una grandeaccoglienza». Consistente lapartecipazione delle parrocchieromane agli eventi celebrativi.«Nelle parrocchie di Roma - haspiegato Mara Celani, portavocedel comitato organizzatore - è statafatta comunicazione distribuendole immagini del nuovo beato.Abbiamo stampato circa 1.500locandine. Nel complesso sonogiunti a Roma più di 10milapellegrini».

Diverse celebrazioni aRoma, dove il vescovo vissee operò dal 1946 fino allamorte, nel 1994. Il corpodel beato esposto nellachiesa di Sant’EugenioOltre 10mila i pellegrini

u modello di monaca,di adoratrice, dipriora, di

evangelizzatrice e strumentodi comunione». Una «figura dirara ricchezza e bellezza,nobile, eccellente». Sono tonientusiastici quelli chemonsignor Slawomir Oder,vicario giudiziale delTribunale ordinario delladiocesi di Roma, utilizza perdescrivere madre Giuseppa deiSacri Cuori, cofondatricedell’ordine dell’Adorazioneperpetua del SantissimoSacramento. Martedì scorso siè chiusa la fase diocesana delprocesso di beatificazione ecanonizzazione della religiosa,aperto meno di un anno fa.Nell’Aula della Conciliazione,affollatissima, sono tornati arisuonare i canti delleadoratrici, velo nero escapolare rosso, giunte datutta Italia per l’occasione.Marianna Fortunata IgnaziaCherubini - questo il nome dimadre Giuseppa - nacque aIschia di Castro (Viterbo) nel1788 e spese tutta la sua vitaper l’ordine, dapprima per lasua fondazione insieme con labeata Maria Maddalenadell’Incarnazione, quindi «perricomporre le divisioni sorteall’interno dell’istituto», comericorda monsignor Oder. «Ladifficoltà maggiore - prosegue- fu la revisione delleCostituzioni, lasciate alquantoincomplete dalla beatafondatrice». Madre Giuseppafondò inoltre i monasteri diNapoli e di Squillace, e siadoperò per riportare lacomunità a Roma,precedentemente

abbondonata a causa dellepersecuzioni napoleonichecontro la Chiesa cattolica. «Trale sue qualità - sottolineamonsignor Oder - emergonola fedeltà al quotidianomonastico e il rapporto, conl’abbandono filiale, verso Dio.La madre Cherubini fu unavera mistica, per la qualel’Eucaristia era il mistero daadorare nel silenzio,nell’umiltà, nelnascondimento». Il vicariogiudiziale ne tratteggia laspiritualità: «Era immersa inuna piena comunione conGesù che incontravagiornalmente in uno spazioniente affatto esoterico, maaccessibile a tutti: nellacelebrazione quotidianadell’Eucaristia, nei sacramenti,nella carità verso le consorellee il prossimo esterno. La suaidentità monastica non avevaniente di artificioso, maconservava la genuinità, ilprofumo e la signorilità dellasemplicità di Dio.Confessando la pochezza e ladebolezza delle proprie forze,aprì la sua animaall’abbondanza della graziadivina, che la inondava nellapreghiera e nella comunioneeucaristica». Il «segreto dellasantità» di madre Giuseppa èproprio quello di «affidare lapropria vita e i propri progettia Dio - conclude monsignorOder -, nella fiducia che saràlui a portare a perfezione iltutto. È la logicadell’inarnazione: il Signorediventa un odi noi, perché noipossiamo diventare comeLui».

Giulia Rocchi

MadreGiuseppa,mistica:il camminoversogli altari

La chiusura della fase diocesana dell’inchiesta di beatificazione

3 Domenica5 ottobre 2014

Leuzzi: «Elaborareculturapercostruire lasocietà»

DI ELISA STORACE

ra meno di un mese, il prossimo 31ottobre, si concluderà laconsultazione pubblica per

contribuire alla revisione intermedia di«Europa 2020», la strategia decennale perla crescita e l’occupazione varatadall’Unione europea per superare la crisi,attuata e controllata nell’ambito delcosiddetto «semestre europeo», il ciclo dicoordinamento delle politicheeconomiche e di bilancio dei paesi dell’Ue.Non è quindi un caso che l’XI Simposio

internazionale dei docenti universitari,promosso dall’Ufficio per la pastoraleuniversitaria della diocesi di Roma einauguratosi giovedì nella sala dellaProtomoteca in Campidoglio, si distinguadalle edizioni precedenti per un taglioparticolarmente progettuale, proprio inconcomitanza con la presidenza italianadel semestre europeo. Fin dal titolo sceltoper questa edizione, ovvero «L’idea diuniversità. Investire per la conoscenza inEuropa e per l’Europa» - omaggio allostorico scritto del 1852 del beato cardinaleJ. Henry Newman The idea of university -appare chiaro come l’attenzione sia infatticoncentrata sull’apporto che le istituzioniaccademiche possono e devono dare allosviluppo di una strategia per una crescitapiù intelligente, sostenibile e socialmenteinclusiva. «Bisogna elaborare cultura percostruire la società - ha detto il vescovoLorenzo Leuzzi, delegato per la pastoraleuniversitaria della diocesi di Roma -,

lavorare insieme in modo disinteressatoper la formazione delle nuove generazionicreando comunità accademiche aperte allarealtà, tutta intera», secondo un punto divista evidentemente molto concreto. Unpunto di vista condiviso da tutti i relatoripresenti. Da Francis Campbell, rettoredella Mary University Twickenham diLondra, che ha ricordato come l’universitàsia «primariamente una dimensionemorale e sociale, una visione della societàguidata dall’impegno e dallaresponsabilità del sapere», a GuidoFabiani, già rettore dell’Università degliStudi Roma Tre dal 1998 al 2013intervenuto in rappresentanza dellaRegione Lazio, per il quale «il dovere di chiamministra l’università è senza dubbioquello di formare competenze che, primadi ogni altra cosa, abbiano la capacitàprogettuale di cui la nostra società oggi haestremo bisogno». L’idea del Simposio,che nasce nel 2003 per trovare un punto di

incontro tra i grandi temi della fede e dellaragione e che nel corso degli anni ha vistola partecipazione di relatori quali EricMcLuhan, Ugo Amaldi, Jean Luc Marion,Salvador Giner, Jean-Paul Fitoussi e PeterKoslowski, quest’anno si è aperto con lelectio magistralis di Per Carlson, del RoyalInstitute of Technology di Stoccolma, eJean Dominique, docente dell’università diLione. L’uno e l’altro, parlandorispettivamente degli investimenti inconoscenza in Europa e del ruolo delleuniversità cattoliche di fronte alla sfidadella modernità, hanno espresso con forzala necessità di «creare dei ponti checolleghino la ricerca con la società» el’importanza di «trasmettere il sapere nonsolo come un cumulo di nozioni ma comestrumento al servizio dell’uomo». Unagrande sfida lanciata all’università su cui irelatori si sono confrontati presso laPontificia Università Lateranense fino aieri.

F

L’apertura in Campidogliodell’XI Simposio dei docentiuniversitari su «Investire sullaconoscenza in Europa» conclusoieri all’Università Lateranense

La Messa a San Giovanni in Laterano (foto Gennari)

DI GRAZIELLA MELINA

a nostra è una generazione di figliche non vede speranza sufficiente equindi non ce la fa a diventare

grande. Anzi, rischia di sentire come unaoscura colpa. Quasi che fosse una colpal’essere venuto al mondo. E molti sipuniscono per questo. Non hanno nessunoche gli attesti la bontà della vita, dell’esserci».Franco Nembrini, insegnante, rettore dellascuola paritaria La Traccia, in provincia diBergamo, sul tema dell’emergenza educativaha un’idea ben precisa: «Il problema non

Primo incontro di Nembrinicon i catechisti: «I giovaninon hanno nessuno cheattesti loro la bontà della vita»

sono i figli, siamo noi, gli adulti». Inutiledunque continuare a rimpallare laresponsabilità, quasi come una girandolaimpazzita, alla scuola, alla famiglia o aicatechisti. Quello che manca oggi sono i«testimoni». Di fronte alla platea diinsegnanti, catechisti, genitori, che sabato 27settembre si è ritrovata al SeminarioRomano Maggiore, per l’incontroorganizzato dall’Ufficio catechistico delladiocesi sul «rischio di educare», Nembrini èandato dritto al problema: «L’educazionenon ha bisogno di parole, ma di fatti».Quarto di dieci figli, autore del libro Dipadre in figlio. Conversazioni sul rischio dieducare (edizione Ares) e appassionato diDante (tra i suoi estimatori anche RobertoBenigni, che pare abbia imparato a spiegareil sommo poeta proprio prendendo spuntodalle letture dell’insegnante bergamasco),per Nembrini «nell’educazione non esistonoricette, la strada concreta bisogna cercarla,

perché non c’è a priori». Ma su unpresupposto bisogna essere tutti d’accordo:«I genitori non danno solo la vita. Gliuomini hanno anche un certo "sentire" dellavita e con essa il sentimento della suagrandezza e positività. L’educazione, chenon è indottrinamento, richiede comeprima virtù questa fiducia. Quando viene almondo, il figlio osserva, perché ha giàdentro questa attrattiva, quel movimentoverso le cose, quel desiderio: vorrebbe vedereche la vita è una cosa grande». Ed è qui cheentrano in gioco i genitori. «Mio padre - haricordato Nembrini - si è occupato della suasantità, non della mia. E così facendo si èoccupato del suo essere padre, del suorapporto con noi. Era "ignorante", parlava indialetto, ma sapeva tutto delle cose chebisogna sapere per vivere: la differenza traverità e menzogna, vita e morte. E io potevoseguirlo, fiducioso che sarei diventato unuomo grande, lieto, come lui. I giovani oggi

vivono una pressionesociale spaventosa. Lemamme - ha poiaggiunto con una nota diamara ironia - senzaaccorgersene guardano ifigli con il giudizio divalore che è quello dellaperformance scolastica.Ma la scuola è unostrumento, non è loscopo della vita.L’educazione cominciadal perdono, dallamisericordia. Questi figli, come dice papaFrancesco, soffrono di "orfanezza". Ma pervivere hanno bisogno di misericordia, diessere perdonati». «Ci rendiamo conto cheoggi nell’annuncio della fede - ha rimarcatomonsignor Andrea Lonardo, direttoredell’Ufficio catechistico diocesano -educatori, genitori, catechisti hanno gli stessi

Emergenzaeducativa,mancanoi«testimoni»

problemi. Dobbiamo accendere nei ragazziuna scintilla, mostrare loro la grandezza e labellezza della fede, della poesia. Educarevuol dire testimoniare una cosa che ègrande». Sul «rischio di educare» i catechistidella diocesi si confronteranno ancora conNembrini l’11 ottobre, il 9 novembre e il 21febbraio alle ore 21 al Teatro Orione.

Franco Nembrini e monsignor Lonardo (foto Gennari)

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4 Domenica5 ottobre 2014

DI DANIELE PICCINI

a "leggenda nera"possiamo considerarlaormai demolita: Papa

Pio XII non è il Papa antisemita,non è il Papa filonazista, non èil Papa di Hitler. Gli archiviconsentono di cancellare questaleggenda e di porre le tematicheda un punto di vista nuovo.L’apertura delle carte su Pio XIIci svelerà il funzionamento delmeccanismo interno delladiplomazia vaticana». MatteoLuigi Napolitano, docente diStoria delle relazioniinternazionali all’Universitàdegli studi Guglielmo Marconidi Roma, riassume così, nel suointervento conclusivo, il senso

della conferenza internazionale«Pio XII e la Seconda guerramondiale: eventi, ipotesi enovità dagli archivi», svoltasigiovedì nella sala delleCerimonie del rettoratodell’ateneo. Incontroorganizzato dalla stessauniversità in collaborazione conla Fondazione Pave the way, iKnights of Columbus e ilVicariato di Roma. La «leggendanera» iniziò a diffondersi neglianni Sessanta, con l’operateatrale «Il Vicario» scritta daldrammaturgo tedesco RolfHochhuth nel 1963, cherappresentava un Pio XIIcomplice delle atrocità delNazismo. «Nella diplomaziadella Santa Sede - ha proseguito

Napolitano - per laprima volta il soggetto"essere umano" ebberilevanza internazionalenei comportamenti dellacollettività mondiale:vale per gli ebrei, vale perchiunque soffra perragioni di razza, per idetenuti, per i prigionieridi guerra. L’orientamentoe le scelte della SantaSede vanno consideratetenendo presenti questecategorie». Decisivo, perconfutare la tesi di unPio XII filonazista, il

libro di Andrea Riccardi,docente di Storiacontemporanea all’Universitàdegli studi di Roma Tre, L’invernopiù lungo. 1943-44: Pio XII, gliebrei e i nazisti a Roma. «Neglianni Settanta - racconta ilprofessore - ho sentitonecessario ristoricizzare la figuradi Pio XII. In quel periodo laposizione contro Pio XII erasoprattutto il sintomo diun’opposizione control’autorità. Ma bisogna lottarecontro la "leggenda nera".Giovanni Spadolini diceva diPio XII che "non è una figuraadatta ai semplificatori, tuttoluce o tutto tenebra. In luiconfluiscono ispirazionidiverse"». Documenti attestanocome Papa Eugenio Pacelliindirizzasse la Curia negliatteggiamenti e nei gesti dacompiere verso gli ebrei.«Lanovità del pontificato di Pio XIIè quella di una leadershippubblica che propone ai vescovimodelli da seguire. Per esempio- ha proseguito il fondatore diSant’Egidio - sappiamo di unalettera con cui monsignorRoberto Ronca, rettore delSeminario Romano Maggiore,ringrazia il Papa dell’invio delgrano». Evidentemente ilMaggiore non ospitava soloseminaristi, in quel momento.

«L’aiuto clandestino - haconcluso Riccardi - è un incrociotra uno spontaneo movimento ele direttive del Papa. C’è unapolitica concordataria pernascondere la clandestinità,organizzata e voluta dalla base elegittimata dai vertici pontifici».«Alla "leggenda nera" - ha dettoAnna Foa, docente di Storiamoderna all’Università deglistudi La Sapienza di Roma - sicontrappongono gli aiuti datidal Papa agli ebrei. Questo perònon è bastato, non è statorecepito dal grosso pubblico odalla storiografia. Prevalestoriograficamente l’immaginedi un’accoglienza voluta dalbasso, dai parroci, e sconosciutae ignorata dai palazzi pontifici.Queste tesi sono state demoliteda Andrea Riccardi con lapubblicazione del documentodi Pio XII che autorizzava iconventi ad accogliere gli ebrei.Sappiamo, per esempio, che aRoma a differenza di altre cittàcome Firenze, non venne chiusala Sinagoga e che ci furono aiutiagli ebrei, anche se scoordinati».

Demolitala leggendanera suPioXII

il fatto.Unconvegnone ripercorre l’impegnoversogli ebrei le saledellacomunità

DELLE PROVINCIE Da merc. 8 a dom. 12V. Delle Provincie, 41Mai così vicinitel. 06.44236021 Ore 16.30-18.30-20.30

-22.30

DON BOSCO Gio. 9 e ven. 10V. Publio Valerio, 63 Le due vie del destinotel. 06.71587612 Ore 18-21

Sab. 11 e dom. 12Planes 2 - MissioneantincendioOre 16

Una nuova avventura per gli aeroplani Dusty eMayday. I formidabili aeroplanini sono chiamatiquesta volta a trasformarsi in pompieri, diventarearei cisterne e proteggere lo storico ParcoNazionale Pistone Peak da un furioso incendio.

Sab. 11, ore 18-21,e dom. 12, ore 18Chef - La ricettaperfetta

Carl Casper è un cuoco creativo, chef di un celebreristorante di Los Angeles. Il critico gastronomicoRamsey Michel decide di visitare il locale e Carlpianifica per lui un menu innovativo. Ma ilproprietario del ristorante insiste affinché Carlriproduca fedelmente il menu ormai collaudato daun decennio. E il critico, dopo aver assaggiato,stronca il cuoco sul suo blog. Carl allora lascia illavoro e va a Miami, ritrova la ex moglie e il figlio,e decide di aprire un chiosco ambulante...

cinema

partita venerdì sera la missione «Gesù alCentro», promossa dal Servizio diocesano

per la pastorale giovanile, che porterà i giova-ni evangelizzatori della diocesi nelle strade enelle piazze del rione Trastevere, una delle zo-ne della movida romana. Ma dal 3 all’11 otto-bre - questo il periodo di durata della missione- ad animare le serate e le giornate trasteveri-ne ci saranno i ragazzi coinvolti nell’iniziativa:ognimattina visiteranno le scuole,mentre il po-meriggio gli ospedali e le carceri. Nel peniten-ziario di Regina Coeli, tra l’altro, si terrà anchela Messa conclusiva di «Gesù al Centro», dome-nica prossima.L’inaugurazione, invece, si è svolta venerdì alle19, con l’investitura ufficiale dei giovani mis-sionari, in una Messa presieduta da don Anto-nio Magnotta, nuovo direttore del Servizio dio-cesano, nella parrocchia di Santa Dorotea. Lachiesa trasteverina è rimasta apertapoinella se-ratadi sabatoper l’adorazioneeucaristica apar-tire dalle 22; e anche stasera è in programmala preghiera silenziosa davanti al Santissimo al-la stessa ora. Tra gli eventi da segnalare, all’in-ternodellamissione, la celebrazionedellaMes-sa all’ospedale Fatebenefratelli, venerdì 10 al-le 17.30, e la lectiodivinadi donMagnotta, sem-pre il 10 alle 20 a Santa Dorotea.

È

Con «Gesù al Centro»lamissione arriva a Trastevere

giovani

DOMANIAlle 10 in Vicariato presiede la riunionedel Consiglio dei prefetti.

GIOVEDÌ 9Alle 17 partecipa alla seduta del senatoaccademico della Pontificia UniversitàLateranense.Alle 19 in Vicariato presiede la riunionedel Consiglio pastorale diocesano.

SABATO 11Alle 17 in San Giovanni in Lateranopresiede la Messa per l’inizio del XIVcentenario della morte di sanColombano.

DOMENICA 12Alle 10 incontra gli operatori pastorali ecelebra la Messa nella parrocchia diSant’Ugo.

Riccardi: «L’aiuto clandestino èun incrociotra uno spontaneomovimento e le direttivedel Papa». Foa: «Prevale storiograficamentel’immaginedi un’accoglienza voluta dal basso»

DI MARIA ELENA ROSATI

assato e presente, storia e modernità,rivivono nella Chiesa del Gesù, dove lunedìè stata presentata la «Deposizione del

corpo del Signore dalla croce», nuova palad’altare della Cappella della Passione, realizzatadall’artista bosniaco Safet Zec nel secondocentenario della ricostituzione della Compagniadi Gesù. L’opera, benedetta da Papa Francescosabato 27, dopo la celebrazione dei vesprisolenni per il bicentenario, è frutto di unpercorso lungo e impegnativo, segnato, come hasottolineato il rettore della Chiesa del Gesùpadre Daniele Libanori, «dalla difficoltà diintrodurre un’opera moderna che dialogasse conle altre della chiesa, e di scegliere un artistacapace lavorare in accordo con la committenza».Al pittore bosniaco è stato affidato il compito diesprimere nel linguaggio dell’artecontemporanea la continuità con il passato,

raccontando la storia della Compagnia nei voltidei protagonisti. «I personaggi che depongonoCristo dalla croce sono i padri sepolti nellacappella in cui si trova la tela: GiuseppePignatelli, Jan Philip Roothaan, primo generaledella Compagnia ricostruita, e Pedro Arrupe, cheha segnato il rinnovamento post conciliare -continua il rettore -. Dovevano rappresentarecome ci sentiamo noi nei confronti della Chiesae come vogliamo svolgere il nostro servizio». Ivolti contratti, i muscoli tesi, le manichearrotolate: i dettagli nell’opera parlano dellafatica di deporre il corpo diCristo, icona del corposofferente; raccontano ladimensione del servizio dellaChiesa verso ogni uomo,nell’immagine del catino conl’asciugamano ai piedi dellacroce; celebrano la regalità,espressa dalla veste bianca edalla corona di spine dorata.Tutto questo raffigurato in uncantiere, perché, spiega padreLibanori, «la deposizione èl’immagine del cantiere dellacarità: la Chiesa nasce dove lepersone nel nome del

Signore si pongono al servizio dell’uomo».L’opera inaugurata al Gesù segna una nuovatappa nella carriera di Zec, frutto dell’esperienzamaturata come paesaggista e nellarappresentazione figurativa di abbracci e corpiprovati dalla sofferenza. «La pittura - hadichiarato - è bisogno naturale per me, è il mioparadiso. Per la prima volta però ho lavoratocon un committente, che chiedeva un’operamolto concreta: ho cercato di creare qualcosache fosse degno di questa chiesa». Il risultato è«un capolavoro fuori dal tempo», come l’hanno

definita gli storici dell’arte PascalBonafoux e GiandomenicoRomanelli. Inserita nel ciclopittorico di Giuseppe Valeriani eGaspare Celio, la pala creal’ideale connessione tra passato epresente e ridona alla Cappelladella Passione la completezzanarrativa interrotta dallascomparsa, agli inizi del 1800,della pala originale di ScipionePulzone, oggi al MetropolitanMuseum di New York. Numerosigli schizzi e i bozzetti preparatori,esposti fino al 27 ottobre nellasagrestia della Chiesa del Gesù.

P

Presentata lunedì la «Deposizione»realizzata dall’artista bosniaconel bicentenario della ricostituzionedella Compagnia di Gesù

Lapalad’altarediZecallaChiesadelGesùflash.GliappuntamentiLA DIOCESI ALLA RADIO SUI 105FM.Riprendono oggi alle 12.30 sui105FM di Radio Vaticana«Crocevia di bellezza». Mercoledìalle 18.30 «Ecclesia in urbe».

IL CONVEGNO «GUARIREL’INFORMAZIONE». Alla Casa diSanta Francesca Romana a PonteRotto (via dei Vascellari, 61)«Guarire l’informazione», oggi alle16.30, con il cardinaleCoccopalmerio, il vescovo Zuppi,e Brunelli, direttore delle news diTv2000.

FESTA PATRONALE A SANGIOACCHINO. A San Gioacchino(piazza dei Quiriti, 17), oggi alle18.30 il cardinal Solòrzanopresiderà la Messa.

GREGORIANA: INAUGURAZIONEDELL’ANNO. Il 6 inaugurazionedell’anno accademico allaGregoriana: alle 16.30 la Messa aSant’Ignazio in Campo Marzio.

«INCONTRO CON LA PAROLA»ALL’ISTITUZIONE TERESIANA. Allasede dell’istituzione Teresiana (viaCornelio Celso, 1), l’8 alle 20.30,riprendono gli appuntamenti di«Incontro con la Parola» a cura dipadre Ottavio De Bertolis.

UFFICIO LITURGICO: FORMAZIONE.Giovedì 9 alle 19, nella parrocchiadel Preziosissimo Sangue (viaFlaminia, 732/T), corso di«Proclamazione della Parola» per ilettori di fatto. L’11 e il 18 ottobre,alle 9.30 a San Giovanni inLaterano, incontri di formazioneper i ministri della comunione chehanno il mandato in scadenza.

GIORNATA SU GIOVANNI XXIIIALL’ANTONIANUM. Incontro distudio all’Antonianum (viaMerulana, 124) su «GiovanniXXIII: una vita segnata daFrancesco». Sabato 11 alle 16, inaula Sant’Antonio, interverrà ilsaggista Marco Roncalli.

l soggetto raccoglievarie suggestioniderivate da

differenti trame deglianni passati, e lecolloca ai giorni nostri.È Fratelli unici, filmitaliano in uscita nellesale in questo finesettimana. Il cast èimportante: RaoulBova, Luca Argentero

(nella foto), Carolina Crescentini, MiriamLeone. La storia comincia quando unincidente fa perdere del tutto la memoria aPietro, medico. La sua ex moglie Giulia sta perrisposarsi e non vuole più saperne di lui, cosìil fratello Francesco, stuntman dalla vitasregolata, è costretto a portarselo a casa, adaccudirlo e a fare una cosa che non ha maifatto, la persona adulta. Nella convivenzaforzata tra i due viene coinvolta anche Sofia,vicina di casa di Francesco. I rapporti tra i

quattro si intrecciano, si complicano (nelconto entra anche Stella, la figlia oraadolescente di Pietro e Giulia), corrono lungovari equivoci, prima di arrivare alla soluzionefinale. «Il film - dice Alessio Maria Federici, ilregista qui al suo terzo film dopo Lezioni dicioccolato 2 e Stai lontana da me - racconta inchiave di commedia sentimentaledolce/amara le vicende di due fratelli che nonsi parlano da anni. Quando Pietro escedall’incidente e ritrova la memoria, entrambicapiscono che quella esperienza harappresentato una sorta di spugna sul passato,ha portato entrambi a ritrovare nuoviequilibri e antichi amori». Siamo totalmentedentro quella commedia italiana che sembraaver ritrovato nelle ultime stagioni (ilbotteghino conferma) slancio e vigore.Confermando però un significativocambiamento di approccio e di prospettiva.Chi ricorda i film di Mario Monicelli, DinoRisi, Luigi Comencini nota subito ledifferenze. In quei copioni, spesso firmati da

Age e Scarpelli, si cercava di tenere viva ladialettica tra gli opposti: per capirsi,ricordiamo i due personaggi de Il sorpasso.Qui, al contrario, anche nei momenti dirabbia, l’approccio dei protagonisti gioca alribasso, va nella direzione di smussarecontrasti e divisioni, sceglie la strada dellariconciliazione. Pietro e Francesco capisconodi avere sprecato tanto tempo a odiarsi, e ilnuovo rapporto tra loro apre la strada allaripresa dei rapporti con la ex moglie perPietro, con la vicina sempre amata perFrancesco. Insomma la sceneggiatura rinunciaa inserire anche un pizzico di cinismo che senon altro avrebbe reso più realistica la storia.Che, per come la vediamo, tocca più icontorni della favola che quelli del vero, dellaquotidianità. Con alcuni, prevedibili agganciall’americanismo della «seconda occasione»,momento ineliminabile della narrazione.Film semplice, piacevole, pieno di buoneintenzioni.

Massimo Giraldi

I«Fratelliunici»,piùfavolacherealtàcinema

All’Ara Pacis le fotodi Cartier-Bresson

dieci anni dallascomparsa di Henri

Cartier-Bresson (1908-2004), il Museo dell’AraPacis dedica una retro-spettiva a quello che èstato forse il più grandefotografo del ventesimosecolo. Sono esposte ol-tre 500 tra fotografie, di-segni, dipinti, film e do-cumenti, riunendo lepiùimportanti iconemaan-che le immagini menoconosciute del maestro.Fino al 25 gennaio 2015.

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