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Comune - download.istella.itdownload.istella.it/user/51498e4ded7b48642b000030/originals/983e2d... · Made in Sedilo. Le campagne in agro di Sedilo. 12 13 Roberto Bertin e la corte

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Comune di Sedilo

Made in Sedilo© 2011 Comune di Sedilo

© fotografie: Roberto Salgo© Progetto editoriale: Blackwood (Cagliari)

Progetto grafico: Francesco SogosOrganizzazione: Be Tools - Cagliari

Si ringrazia: Giuseppe Giordano e Roberto Virdis

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Sedilo

Per chi arriva da Cagliari ed Oristano:Percorrere la S.S. 131 fino al Km 123, deviare per la S.S. 131 D.C.N. e percorrerla fino al Km 13.Uscire per Sedilo Sud, seguire le indicazioni sul posto.

Per chi arriva da Sassari:Percorrere la S.S. 131 fino al Km 124, deviare per la S.S. 131 D.C.N. e percorrerla fino al Kn 13Uscire per Sedilo Sud, seguire le indicazioni sul posto.

Per chi arriva da Olbia e Nuoro:Percorrere la S.S. 131 D.C.N. fino al Km 16.Uscire per Sedilo Sud, seguire le indicazioni sul posto.

Abitanti: 2.410 Superficie: kmq 68,57Provincia: Oristano Denominazione abitanti: sedilesiSanto Patrono: S. Giovanni BattistaFesta patronale: 24 Giugno

Come arrivare a Sedilo

Cagliari

Oristano

Nuoro

Sassari

Comune di Sedilo

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Sedilo. Il paese con la Sardegna intorno.

Nel cuore della Sardegna, su un verde altopiano affacciato

su un lago, a mezz’ora dal mare, esiste un millenario

luogo di incontro, dove l’ospitalità è cultura antica. è

Sedilo, la nostra piccola comunità: gente fiera, dove la stretta

di mano è ancora un gesto importante e tutti si chiamano per

nome. Qui da noi, fin dalla notte dei tempi, il sacro e il profano, la

devozione e la gioia si uniscono magicamente in feste di origine

arcaica dalle emozioni intense. Vieni a scoprire un ambiente

intatto, ricco di differenti habitat naturali, di leggende e di

testimonianze storiche e archeologiche. Ti accompagneremo

a scoprire i suggestivi scenari delle valli con una passeggiata

a cavallo, oppure a piedi lungo gli antichi itinerari delle chiese

campestri tra querce, olivastri e orchidee selvatiche.

Ti faremo assaggiare il prelibato casizzolu o i nostri pecorini

con il pane carasau appena sfornato, accompagnato da un

bicchiere di birra artigianale. Ti faremo conoscere le botteghe dei

nostri artigiani, le nostre produzioni e ti apriremo le nostre case.

Ti faremo vivere insieme a noi le vibranti emozioni

dell’Ardia, l’appassionata e spettacolare corsa di cavalli e

cavalieri dalle origini remote e scoprire i tanti appuntamenti

culturali e di spettacolo di un piccolo borgo dal cuore grande.

Ti aspettiamo per una giornata, un week-end o una

settimana per offrirti l’esperienza di una Sardegna autentica,

tutta rigorosamente Made in Sédilo.

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Vista sul lago OmodeoPaesaggio di campagna

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Made in Sedilo.

Le campagne in agro di Sedilo

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Roberto Bertin e la corte di collaboratori del ristorante “da Armando”,al bivio di Sedilo sulla Abbasanta-Nuoro.

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Sergio Cìulu e Alberto Nieddu, birrai del birrificio artigianale Horo,aperto qualche anno fa in una casa al centro del paese.

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Angelica Cara, venditrice in un box del mercato del paese. Frutta e verdura, tranne le mele, prodotte in serra, all’aperto e in biologico nella vicinissimavalle del Tirso, a pochi chilometri da Sedilo, dai fratelli Deiana.

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Antonietta Mongili e Costantino Norio,macellai da alcune generazioni,trattano produzioni rigorosamentelocali, innanzitutto delle aziendedelle rispettive famiglie. Su tutte, i bovini di razza “Mèlina” che popolano i pascoli degli altopiani centrali della Sardegna.

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Roberto Salaris, altro macellaio del paese.Commercianti, i macellai di Sedilolo sono solo per un verso,quello della vendita al pubblico,che preferivano affidare alle donne. Loro erano e sono allevatori, commercianti di bestiame, hanno in azienda bovini, maiali, cavalli.

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Sullo sfondo dei rilievi del Marghine, i pascoli dell’altopiano fra Sedilo, Noragugume, Borore, Aidomaggiore.L’altopiano basaltico ricamato dalla trama dei muretti a secco, protetto dalle leggi europee sul paesaggio per la ricchezza delle sue biodiversità, le grandi tanche frequentate da millenni dai pastori.

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Mario Meloni, allevatore di pecoredi recente riconvertito all’allevamento dei bovini, è uno dei produttori di casizzòlu in un bel laboratoriomoderno a due passidalla parrocchia e dal municipio.Laboratorio di famiglia,con uomini e donne impegnati nel ciclo produttivo, sino alla vendita in proprioin banchetti delle fiere subitopresi d’assalto.

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Peppino Puddu, allevatore,produttore di formaggi pecorini in uno dei primi minicaseificidella storia del paese. Evasione coraggiosa (e premiata) dal sistema di conferimento del latte agli industriali privati, ai quali la quasitotalità dei pastori di Sedilo continuano a versare il prodotto, mal pagato.

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I fratelli Antonio e Salvatore Pes,prima storia di successo del caseificio aziendale. Insediati a Lochéle, nella bellissima campagna al confine con Olzai e Austis, hanno messo insieme una grande famiglia, fratelli, mogli, figli, ciascuno con un ruolo. Esportano da anni il formaggio nel circuitodel biologico in Europa, a cominciare dalla Germania. Chissà che non la scoprano anche i sardi, la varietà delle loro produzioni genuine.

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“Sa fresa” è il pane (in Barbagia noto come “carasàu”)prodotto da due grandiforni a Sedilo, quello della famigliaCarta nella zona artigianale all’ingresso da Ottana, e della famiglia Salis, all’ingresso da Ghilarza: produzioni esportate anche nella Penisola, esempi di impresa locale, anche loro con grandi e unite famiglie alle spalle.

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“Su zichi ladu” è un altro panedella tradizione sedilese, presente in ogni casa: è tenero per qualche giorno e indurendosi è adattissimo per le zuppe, il caffelatte, per spalmarci miele, formaggi.O come base per verdure al forno, carni. A Sedilo lo producono i panifici Carta e Frau, lo esportano soprattutto nella confezione a forme rotonde o rettangolari.

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Costantino Fodde, calzolaio, nella sua bottega nel rione “Mandraudda”. Allevatore di cavalli, conosciuto da tutti e conoscitore di mezza Sardegna, le campagne palmo a palmo, nome per nome di ogni svolta, raccontatore felice di storie,in un sardo memorabile, “Titti” è un ottantenne simbolo di un paese riscattato.

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Antonietta Deiana nel suo bar lungo il corso. Anche lei una grande famiglia alle spalle, il padre alle origini di un’avventura commerciale nel paese non faciledegli anni ‘60, cantoniere di Mamoiada e rappresentante dei forestieri che si sono fatti sedilesi a volte più attivi degli “indigeni”.

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Anna Barranca, parrucchiera

Francesca Meloni, ingegnere e dirigente di una delle importanti società che hanno aperto a Sedilo la frontiera dell’estrazione del basalto, alcune decine di occupati nel settore, secondo alcuni dati il solo freno alla disoccupazione dei giovani e all’emigrazione.

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Immacolata Vinci, titolare dell’impresa di viaggi Imma,una delle due attive a Sedilo.I pullman sono i mezzi pubbliciche collegano il paese con le stazioni ferroviarie di Abbasanta e Macomer, e con le sedi delle scuole superiori (Ghilarza, Macomer, Nuoro, Oristano).

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Tony Zoccheddu, piccolo imprenditore del settorelapideo, laboratorio alle porte del paese, nato sulla scia della “scoperta” del basaltonell’altopiano fra Paulilatino, Norbello, Borore e Sedilo, un triangolo interessantedi distretto industriale possibile.

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Cristian Faedda, fabbro ferraio.Da solo resiste conservando una forma di artigianato che sta scomparendo nella Sardegna interna. E naturalmente, un’officina così è luogo di mille interventi, aggiustamenti, riparazioni, l’antico costretto a fare i conti con le tecnologie moderne.

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Mario Pia, operaio alle prese con le lastre di trachite con le quali è pavimentata la piazza San Giovanni, dove si affacciano il municipio, la chiesa parrocchiale, la caserma dei carabinieri, altri edifici storici. Le immagini ritraggono l’operaio nel cantiere che nella primavera del 2011 ha posto fine a una ristrutturazione durata 5 anni.

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Alessandra Manca, titolare del Centro di educazione ambientale aperto a Sedilo da due anni per sua iniziativa in un vecchio mulino, ristrutturato con gusto e rispetto dell’architettura particolarissima del luogo. A lei e a al suo “CENTRO!” fanno capo le attività di ricerca ed escursionistiche nell’area Sic e nella Zona di protezione speciale.

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Il Santuario di San Costantino.Le pareti dell’interno sono stracolmedi ex voto, testimonianza della grande devozione popolare diffusa soprattuttonella provincia di Sassari, dal Goceano al Meilogu, sino a Sassari, Porto Torres. Anche il pellegrinaggio verso il santuariomuove da quelle contrade.

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Maddalena Putzulu, “priorissa” de Sant’Antinu. Figura importantissima nella conduzione del santuario al centro di una così larga devozione (più di seimila visitatori all’anno), per non parlare dell’Ardia, guida un “consiglio” di donne che svolgono un lavoro spesso oscuro, quotidiano, gratuito.

Francesco Putzulu,sacrestano e campanaro.

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La grande piazzaSan Giovanni, da poco finitadi ristrutturare, con la parrocchiale sullo sfondo; a destra, la Chiesetta di San Giacomo, nella cui “corte” si svolge la prima delle feste del calendario religioso sedilese, ai primi di maggio, e che è una tappa del cammino di San Giacomo che attraversa la Sardegna da nord a sud.

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Il parroco Don Agostino Carboni nella sacrestia della chiesa di San Giovanni.

I ceri accesi nei giorni di San Costantino e appoggiati al muro di Sa Muredda: attorno a questo recinto con una croce al centro, e attorno alla chiesa, si snodano per ore e ore, anche durante le notti fra il 5, 6 e 7 luglio, lunghe processioni di oranti.

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L’Ardia, la sfrenata corsa a cavallo che si corre il 6 luglio nel tardopomeriggio e la mattina del 7: una lenta processione a cavallo della gioventù locale, soprattutto pastori, che arrivati davanti all’area di San Costantino, si trasforma in una prova di impressionante irruenza e pericolo, davanti a migliaia di persone che guardano sopraffatti dalla tensione, nella polvere, in una bolgia di caldo, sudore, grida, spari a salve.

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Il sindaco del paese (Umberto Cocco) accompagna il parroco nella parte lenta dell’Ardia,prima di raggiungere a passo d’uomoil sagrato della chiesa di San Costantino, meta della prima sfuriata dei cavalieri, la discesa da Su Frontigheddu sino a uno stretto arco oltre il quale c’è insiemela salvezza, il luogo sacro.

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Franco Manca e Giulia Puddu, entrambi cavalieri dell’Ardia.Il primo è anche titolare del solo maneggiodel paese, la ragazza è studentessa in veterinaria, una delle poche donnead avere partecipato all’Ardia nella lunga storia della pericolosa corsa.La prima fu una amazzone non sarda, che frequentavai sedilesi emigrati in Toscana e venne “ammessa”, erano i primi anni ‘70, alla corsa esclusiva.

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Giuseppe Carboni, cavaliere dell’Ardia, maniscalco.

Alessandro Carta,allevatore di cavali.

Una folla di allevatori di cavalli,un partrimonio equinoche oscilla fra 400 e 500 cavalli,le campagne di Sedilo sonocome sorvegliate da questi animali,a testa alta sopra i lentischi,sopra i muretti a secco.Non ancora un'economia,nonostante due cavalli allevatia Sedilo abbiamo vinto quattrorecenti Palii di Siena, sono elementidel paesaggio sedilese, da soli uno delle attrazioni e del fascino di queste campagne.

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Titti Puddu, nella sua bottega di artigiano specializzata nella bardatura e sellatura dei cavalli. In un angolo della casa Zonchello, forse la più importante famiglia di Sedilo per vastità dei dominii posseduti e per i successi di alcuni componenti avviati agli studi fra fine ‘800 e la prima parte del secolo scorso, Titti ha intrapreso da solo l’attività così indispensabile nel paese.

Finito di stampare nel mese di Giugno 2011