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Comunicazione Fondamenti della Musicale a.a. 2010-11 - LGCaprioli
Intervalli
• Gli intervalli si indicano per gradualità (la distanza fra due suoni è calcolata enumerando la separazione in note diatoniche)
• Gli intervalli si qualificano secondo categorie armonico-tonali: rispetto al modello di distanza tra i suoni nella scala tipo, gli intervalli (sia melodici che armonici, cioè gli accordi) si definiscono:
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– Maggiori (la distanza in T e S corrisponde alla scala-tipo Do maggiore):
– DO-MI
– Minori (la distanza tra due suoni è minore di un S rispetto ad un intervallo maggiore):
– DO-MIb
– Diminuiti (la distanza tra due suoni è minore di un T rispetto ad un intervallo maggiore):
– DO-MIbb
– Più che diminuiti (la distanza tra due suoni è minore di un Ts rispetto ad un intervallo maggiore):
– DO-MIbbb
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– Aumentato (o Eccedente, la distanza tra due suoni è maggiore di un S rispetto ad un intervallo maggiore):
– DO-MI#
– Più che aumentato (la distanza tra due suoni è maggiore di un T rispetto ad un intervallo maggiore):
– DO-MI##
• Il rivolto di un intervallo è sempre di segno opposto (il maggiore diventa minore, il diminuito eccedente etc.)
• Gli intervalli di IV, V e VIII non partecipano della categoria maggiore-minore, ma si dicono giusti (perché il loro rivolto rimane inalterato dal punto di vista della misura tonale).
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Accordi e loro rivolti
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Melodia
• La melodia è una successione lineare di suoni, ritmicamente organizzati e rispondenti a determinate regole e meccanismi di strutturazione.
• I suoni di una melodia hanno altezza definita e durate inquadrabili in un tempo musicale, in accordo a convenzioni culturali date.
«Una melodia è un insieme di suoni successivi di altezza variabile, aventi fra loro rapporti tali che la loro percezione globale sia suscettibile di soddisfare
contemporaneamente l'intelligenza e la sensibilità» (Guy Ferchault)
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DeMauro:• elemento fondamentale del linguaggio
musicale che riguarda i vari suoni di altezza variabile, i quali, prendendo le mosse dal motivo e regolati dal ritmo, si succedono progressivamente entro una struttura unitaria, in modo da formare una frase o un’aria di valore espressivo definito
• composizione o esecuzione musicale sia vocale sia strumentale, considerata indipendentemente dall’accompagnamento armonico
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• Melodia e ritmo– In Occidente, la definizione d’una melodia in
termini ritmici fa riferimento a strutture quali il periodo, la frase, la mezzafrase (cfr. più avanti)
– La funzione tonale ha influenza sulla durata– In altre culture, l’elemento ritmico prevale
sull’espressione melodica a livello di comunicazione musicale (p.e. in Africa, ove l’uso di strumenti a percussione non intonati ha sostituito a livello semantico la melodia)
– Il ritmo determina alcuni criteri di definizione della melodia
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• Melodia e linearità– Linearità come dimensione essenziale: i suoni
si succedono riuscendo a mantenere la capacità di essere precisamente distinti a livello percettivo da ogni altro elemento musicale
– La percezione lineare della melodia è analoga a quella visiva del contorno di una figura (cfr. la Gestalttheorie, teoria della percezione delle forme)
– La melodia, secondo i meccanismi della memoria, funziona da riferimento estetico e normativo:
• la melodia è ciò che rimane una volta che la musica è finita, • la melodia è ciò che è cantabile, • la buona melodia è quella che si può facilmente memorizzare.
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Johann Sebastian Bach (1685-1750), Suites francesi BWV 816, Suite n. 5 in Sol maggiore, Sarabanda e Giga, Piotr Andreszewskihttp://www.youtube.com/watch?v=b-j-n0B_2A8
Camille Saint-Saëns (1835-1921), Carnival of the Animals (1886), The Swan, Clara Rockmore, thereminhttp://www.youtube.com/watch?v=pSzTPGlNa5U
Björk, Antony Hegarty, Dull flame of desire (Volta, 2008)http://www.youtube.com/watch?v=Fpmq4Fi8ic0