of 2 /2
L’Associazione culturale Italo-Russa del Veneto presenta Architetture in traccia: taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni di Curzio Vivarelli 07 APRILE 2011 ORE 17.00 La conferenza si terrà presso la sede dell’Associazione Via A. Costa, 14 - Mestre Ingresso libero ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALO-RUSSA DEL VENETO per i rapporti con i popoli e le repubbliche dell'ex Unione Sovietica via A. Costa 14, 30170 Mestre-VE tel./fax 041 986783 e-mail: [email protected] QuickTimeª and a decompressor are needed to see this pictur

Conferenza C. Vivarelli "Architetture in traccia"

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Conferenza "Architetture in traccia: taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni di Curzio Vivarelli" - 7 aprile 2011 - ore 17.00 - Volantino e articolo introduttivo -

Text of Conferenza C. Vivarelli "Architetture in traccia"

  • LAssociazione culturale Italo-Russa del Veneto presenta

    Architetture in traccia:

    taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni

    di Curzio Vivarelli

    07 APRILE 2011

    ORE 17.00

    La conferenza si terr presso la sede dellAssociazione

    Via A. Costa, 14 - Mestre

    Ingresso libero

    ASSOCIAZIONE CULTURALE ITALO-RUSSA DEL VENETO

    per i rapporti con i popoli e le repubbliche dell'ex Unione Sovietica

    via A. Costa 14, 30170 Mestre-VE tel./fax 041 986783

    e-mail: [email protected]

    QuickTime and a decompressor

    are needed to see this picture.

    QuickTime and a decompressor

    are needed to see this picture.

  • Architetture in traccia:

    taccuino di fantasie russo-veneziane in disegni di Curzio

    Vivarelli Si immagini di ammirare la regalit architettonica della basilica palladiana di San Giorgio

    Maggiore in un muto giorno di nebbia luminosa.

    Questo avviene quando, in certi d dellinverno che termina e annuncia una primavera

    fredda, il sole, che invisibile sovrasta la coltre di nubi, diffonde tuttavia una luce

    abbagliante che penetra laria in ogni direzione e annienta tutte le ombre.

    In tali momenti, larchitettura, ogni vera architettura, si rivela per ci che deve essere:

    volont di dare una forma allo spazio in attesa e di stabilirne un orientamento allo stesso

    modo in cui stelle e monti o stelle e grandi distese marine orientano i paesaggi notturni.

    Si immagini ancora di interrogarsi sulla natura ultima dello spazio e, in particolare, di

    quello nel quale Venezia si erge come cristallo trasparente dalle acque e teso al cielo.

    Diventer inesplicabile e invincibile una malinconia per la bellezza tersa ed eterea di

    questo cristallo. A questo punto, caduto tutto riguardo al mezzo espressivo e a quanto

    dono si possegga per lespressione, prorompe invulnerabile una sorta di navigare

    necesse est che il navigare di una penna (e di una mente) sul bianco mare di un foglio

    qualsiasi ( il cosmos), ovvero volont che ricrea attraverso dei disegni, filtrato nel

    ricordo e nella fantasia che accentua certi tratti e altri trascolora, un qualche frammento di

    questo cristallo.

    Nascono cos dei disegni ingenui e realmente rudimentali nel senso latino del termine.

    Sono visioni ora di arcadie lagunari, ora di costruzioni incombenti e paurose nelle quali le

    architetture elleniche, i quieti templi romani, case e ponti lagunari, segni antichi il

    delfino di Apollo e la linea summae tenuitatis- e la distesa luccicante delle acque

    accolgono in questo paesaggio solo interiore -pure se non, a volte, impossibile- linnesto

    muto, chiaro ma non dominatore, di architetture e segni della tradizione dei Rus,

    declinata nel passato lontanissimo e eroico dal veliero che risale i fiumi, poi dalle

    basiliche costellate di cupole doro, dalle fortezze erte su isole, infine dalle filigrane

    spaziali del costruttivismo.

    Ornamento per molte architetture quello, radicato nei geometrismi ellenici, delle forme

    suprematiste.

    Ed elemento di queste fantasie disegnate, permanente al pari dellacqua della laguna

    tesa a specchio per riverberarne i moti, il puro infinito cielo