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6,00 EURO - TARIFFA R.O.C.: POSTE ITALIANESPA - SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/04 N.46) ART.1 COMMA 1, DCB 6 GIUGNO 2015 Armenia 1915-2015

Confronti di giugno 2015 (parziale)

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    6GIUGNO 2015

    Armenia 1915-2015

  • 2Anno XLII, numero 6Confronti, mensile di fede, politica, vita quotidia-na, propriet della cooperativa di lettori ComNuovi Tempi, rappresentata dal Consiglio di Am-ministrazione: Nicoletta Cocretoli, Ernesto FlavioGhizzoni (presidente), Daniela Mazzarella, Pie-ra Rella, Stefania Sarallo (vicepresidente).

    Direttore Claudio ParavatiCaporedattore Mostafa El Ayoubi

    In redazioneLuca Baratto, Antonio Delrio, Franca Di Lecce,Filippo Gentiloni, Adriano Gizzi, Giuliano Liga-bue, Michele Lipori, Rocco Luigi Mangiavillano,Anna Maria Marlia, Daniela Mazzarella, Carme-lo Russo, Luigi Sandri, Stefania Sarallo, Lia Ta-gliacozzo, Stefano Toppi.

    Collaborano a ConfrontiStefano Allievi, Massimo Aprile, Giovanni Avena,Vittorio Bellavite, Daniele Benini, Dora Bognan-di, Maria Bonafede, Giorgio Bouchard, StefanoCavallotto, Giancarla Codrignani, Galle Cour-tens, Biagio De Giovanni, Ottavio Di Grazia,Jayendranatha Franco Di Maria, Piero Di Nepi,Monica Di Pietro, Piera Egidi, Mahmoud SalemElsheikh, Giulio Ercolessi, Maria Angela Fal,Giovanni Franzoni, Pupa Garribba, Daniele Gar-rone, Francesco Gentiloni, Gian Mario Gillio,Svamini Hamsananda Giri, Giorgio Gomel, Lau-ra Grassi, Bruna Iacopino, Domenico Jervolino,Maria Cristina Laurenzi, Giacoma Limentani,Franca Long, Maria Immacolata Macioti, AnnaMaffei, Fiammetta Mariani, Dafne Marzoli, Do-menico Maselli, Cristina Mattiello, Lidia Mena-pace, Adnane Mokrani, Paolo Naso, Luca MariaNegro, Silvana Nitti, Enzo Nucci, Paolo Odello,Enzo Pace, Gianluca Polverari, Pier GiorgioRauzi (direttore responsabile), Jos Ramos Re-gidor, Paolo Ricca, Carlo Rubini, Andrea Sabba-dini, Brunetto Salvarani, Iacopo Scaramuzzi,Daniele Solvi, Francesca Spedicato, Valdo Spini,Patrizia Toss, Gianna Urizio, Roberto Vacca, Cri-stina Zanazzo, Luca Zevi.

    Abbonamenti, diffusione e pubblicitNicoletta CocretoliAmministrazione Gioia Guar naProgrammi Michele Lipori, Stefania SaralloRedazione tecnica e grafica Daniela Mazzarella

    Publicazione registrata presso il Tribunale diRoma il 12/03/73, n. 15012 e il 7/01/75,n.15476. ROC n. 6551.

    Hanno collaborato a questo numero: S. Ceccanti, J. de Mul, P. Larese, V.Maggio, A. Ricci, R. Ricucci, A. Romele,S. Salacone, S. Spinelli.

    Le immaginiArmenia, 1915-2015 G. Pantosti e G. Giannini, copertinaPer non dimenticare Gianna Pantosti e Giampaolo Giannini, 3

    Gli editorialiQuesta buona scuola a molti non piace Simonetta Salacone, 4Rom, sinti, immigrati: il razzismo elettorale Santino Spinelli, 5Netanyahu, vittoria di Pirro? David Gabrielli, 6

    I serviziPolitica Se il gioco si fa duro, i duri fanno le regole Adriano Gizzi, 8

    Una riforma utile e necessaria (intervista a) Stefano Ceccanti, 11Non aprire la strada ad avventure autoritarie (int. a) Giulio Ercolessi, 13

    Armenia Se il nontiscordardim simboleggia il genocidio Luigi Sandri, 15Due narrazioni inconciliabili L. S., 18

    Immigrazione Laffanno dellaccoglienza Antonio Ricci, 20Giovani stranieri e religione Roberta Ricucci, 24

    Media Multiculturalismo, nuove tecnologie e religione (int. a) Jos de Mul, 26Economia Ma la LegaCoop cos, senza solidariet? Giuliano Ligabue, 29

    Le notizieArmi Calano di poco le spese militari nel mondo, 31Libia Amnesty denuncia i crimini ai danni dei migranti, 31Rifugiati Riforma del sistema asilo: unoccasione persa, 31Ambiente La Giornata mondiale delle vittime dellamianto, 32Salute La Corte di giustizia Ue sugli omosessuali donatori di sangue, 32Iraq Un seminario dellAssociazione Italia-Iraq, 33Religioni Europa e cultura europea: le religioni come sistemi educativi, 33Protestanti I protestanti francesi a favore della benedizione di coppie gay, 34Medio Oriente Il Vaticano riconosce lo Stato di Palestina, 35

    Breaking the silence denuncia il comportamento dei militari israeliani, 35Chiesa cattolica Il convegno di Chiesadituttichiesadeipoveri, 36

    Le rubricheDiario africano Quando la xenofobia made in Africa Enzo Nucci, 37In genere Procreazione: la legge continua a perdere pezzi Anna Maria Marlia, 38Note dal margine Chiesa cattolica e maschilismo Giovanni Franzoni, 39Osservatorio sulle fedi I testimoni di Geova esortano a imitare Ges Antonio Delrio, 40Cibo e religioni Il cibo nella tradizione induista Svamini Hamsananda Giri, 41Spigolature dEuropa Niente coalizioni, siamo inglesi Adriano Gizzi, 42Libro Agar, figura di liberazione Stefania Sarallo, 43Libro Il Congo, una terra meravigliosa e martoriata Patrizia Larese, 44Segnalazioni 45

    RISERVATO AGLI ABBONATI: chi fosse interessato a ricevere, oltre alla copia cartacea della rivista, anche una mail con Confronti in formato pdf pu scriverci a [email protected]

    CONFRONTI6/GIUGNO 2015

    WWW.CONFRONTI.NET

  • 3LE IMMAGINI

    Le foto che illustrano questo numero sono state scattate in occasione del viaggio dellinviato di Confronti in Armenia

    per assistere, il 24 aprile, alle celebrazioni per il centenario dellinizio del Metz Yeghern (Grande Male), il genocidio del popolo armeno (si veda il servizio a pag. 15).

    Le foto sono di Gianna Pantosti e Giampaolo Giannini.

    PER NON DIMENTICARE

  • 4GLI EDITORIALI

    La riforma voluta dal governo Renziattribuisce molto potereal dirigente scolastico,al quale verr affidatala valutazione deidocenti, con tutti iprevedibili rischi didiscrezionalit e dipressioni. Senza contarepoi che questo favorirla creazione di una fortecompetizione fracolleghi allinterno dellescuole. Lo schoolbonus, inoltre, finirovviamente per favorirele scuole frequentate daalunni di famigliebenestanti. Sono moltepoi le problematichedella scuola che nonvengono affrontate daquesto disegno di legge.

    Questa buona scuolaa molti non piaceSimonetta Salacone

    I l 19 maggio 2014 il ddl 2994 denomina-to La buona scuola ha concluso il suoiter alla Camera dei deputati, apprestan-dosi ad affrontare quello in Senato, do-ve il cammino sar pi in salita. Al di l del-le critiche ai singoli articoli e nonostante lemodifiche apportate durante il dibattito par-lamentare, ci che non convince la filoso-fia che sta dietro il ddl. Viene infatti stravol-to il modello di scuola disegnato dalla Costi-tuzione, perch ai valori di inclusivit e diuguaglianza si sostituisce la competizione frascuole, docenti, alunni.

    Per ottenere i risultati migliori, le scuole per esse i dirigenti scolastici dovrannoimpegnarsi nella selezione dei migliori do-centi, allinterno delle graduatorie di territo-rio, non si sa bene con quali competenze esulla base di quali criteri. Sono evidenti i ri-schi di discrezionalit, di pressioni clientela-ri, di compressione della libert di insegna-mento.

    Ogni singola scuola potr godere delle ri-sorse direttamente provenienti da privati: stato scorporato dal testo il finanziamentodel 5 per mille, ma resta lo school bonus,cio il credito di imposta del 65% delle ero-gazioni che potranno essere volontariamen-te versate da persone fisiche ed enti diretta-mente alla scuola scelta. evidente che le ri-sorse finanziarie pi consistenti arriverannoalle scuole frequentate da alunni di famigliebenestanti. Le famiglie che vorranno servir-si delle scuole paritarie, otterranno un bo-nus di 400 euro lanno, mentre queste scuo-le continueranno a godere dei finanziamen-ti di Stato.

    Oltre alla necessit di reperire risorse eco-nomiche, al dirigente scolastico affidata lavalutazione dei docenti e leventuale dispen-sa dal servizio per giudizio negativo, senti-to il comitato di valutazione, integrato conla presenza di genitori e alunni. Non basta:allinterno delle scuole i singoli docenti sa-ranno chiamati a competere e i migliori po-tranno accedere a premi stipendiali, sulla ba-se della valutazione del solito dirigente sco-lastico.

    Vengono depotenziati gli organi collegiali,ridotti ad una funzione consultiva, e vengo-no introdotti al loro interno soggetti econo-mici del territorio.

    Le risorse restituite dopo i tagli feroci del-la Gelmini sono poche e sul medio-lungo pe-riodo gli investimenti rispetto al Pil diminui-scono, restando comunque notevolmente in-feriori alla media di quelli dei Paesi dellU-nione europea.

    Il problema precari affrontato dividen-do la platea degli aventi diritto a diverso tito-lo, ma soprattutto senza un piano plurienna-le chiaro che preveda i tempi per lesauri-mento delle attuali graduatorie.

    La buona scuola non tratta di revisionedei cicli, di innalzamento dellobbligo scola-stico, di ripristino di modelli di tempo pienoe tempo prolungato, di revisione dei Pro-grammi in linea con le innovazioni e con las-setto sempre pi multiculturale della nostrasociet. Su troppi argomenti di natura orga-nizzativa e di merito sono affidate deleghe inbianco al governo.

    Nel ddl espressa unidea di autonomiache, anzich servire a realizzare esiti simili insituazioni difformi, con la possibilit di inter-venti perequativi dello Stato, ratifica le disu-guaglianze e frantuma lunitariet del siste-ma di istruzione.

    Lidea di scuola che dagli anni 70 molti dinoi hanno coltivato e tentato di realizzare quella di un luogo ricco di relazioni, in cui li-struzione non separata dalleducazione, incui gli alunni crescono e apprendono in for-ma collaborativa e vengono valutati non so-lo su performance di tipo strumentale, do-ve anche i docenti sono stimolati a migliora-re le proprie capacit professionali, ad ag-giornarsi, a praticare la collegialit e a diven-tare, tutti, pi competenti. La scuola disegna-ta nel ddl, invece, toglie spazi alla collabora-zione, isola, induce a valutare i docenti sullabase dei risultati conseguiti dagli alunni enon sui percorsi svolti per ottenerli.

    Lidea contenuta nel ddl sembra la stessache caratterizza il riformismo del governoRenzi: quello che privilegia le decisioni del-lesecutivo rispetto al coinvolgimento degliorgani della partecipazione democratica.

    Ci provoca lo scontro con coloro che icambiamenti dovranno poi gestire e applica-re. Non un caso che docenti titolari, ancheanziani e addirittura in pensione, abbianopartecipato in massa, accanto a colleghi pre-

    Simonetta Salacone stata dirigente scolastica della scuola Iqbal Masih di Roma.

  • 5GLI EDITORIALI

    Come sempre, sotto elezioni si moltiplica la propagandaxenofoba che finisce per criminalizzarealcune categoriedeboli della societ,strumentalizzando il disagio e parlandoalla pancia degli italiani. Le responsabilitpolitiche, mediatiche ed istituzionali di frontea scandali come quello definito Mafia capitale,mentre prosegue la politica dei campinomadi e dellasegregazione razziale.

    cari, a genitori e studenti, alla manifestazio-ne del 5 maggio e che le iniziative di mobili-tazione proseguano quotidianamente in tut-to il Paese: tutti avvertiamo il rischio grave diuna deriva mercantilista e di privatizzazionedella istituzione a cui affidato il futuro del-la formazione delle nuove generazioni.

    Rom, sinti, immigrati:il razzismo elettoraleSantino Spinelli

    I l razzismo e la xenofobia sono tornati adessere dilaganti in Italia e fomentati dapolitici, articoli di giornali e trasmissionitelevisive discutibili che incitano allodiorazziale. A questo si aggiunge la disinforma-zione e, spesso, anche linformazione farloc-ca a fini elettorali e propagandistici, facendoleva sulla strumentalizzazione artefatta dellenotizie. Davvero qualcosa di inaudito che sot-tolinea il momento di profonda crisi moraleche stiamo vivendo. A farne le spese i pi de-boli, su cui si accaniscono gli opportunisti esu cui si fa sciacallaggio politico e giornalisti-co. E ci che pi preoccupante che i raz-zisti hanno una grande copertura mediaticaed istituzionale. Si pu dire e fare qualsiasicosa su immigrati, rom e sinti. Cos si rischiauna deriva pericolosa.

    Linformazione inquinata e talvolta arri-va ad istigare allodio razziale, come nel ca-so vergognoso della falsificazione di un ser-vizio ad opera della trasmissione Quintacolonna. In piena campagna elettorale perle scorse elezioni regionali, la macchina pro-pagandistica ha usato i capri espiatori idea-li. In questo contesto non c informazionema solo strumentalizzazione mediatica. Nonsi fanno trasmissioni culturali o intercultu-rali, ma solo propaganda contro rom, arabi,immigrati o le fasce deboli della societ e sifa passare per normale ci che disumano.Il tutto per raccattare voti o per arricchirsi,visto che il business sui rom ed immigrati immenso come Roma Capitale ha dimostra-to. La propaganda romfobica si basa, in par-ticolar modo, sulla disinformazione proprioper creare stereotipi funzionali. I mass me-dia e i politici a cui essi fanno capo hannouna grossa responsabilit. Le istituzioni, conil loro silenzio, sono conniventi.

    da quasi trentanni, dalla fine degli anni80, che denuncio Ziganopoli. Basta leggerei miei articoli o i miei libri. Oggi mi meravi-glio di chi si stupisce di aver scoperto MafiaCapitale, con cos tanto ritardo. Non si vo-luto intervenire prima. Ci sono responsabi-lit politiche, mediatiche ed istituzionali.Tutti hanno preferito guardare dallaltraparte. Il tutto sulla pelle di donne, bambinie anziani inermi. Ora che tutti sanno cos Ziganopoli=Mafia Capitale, cos cambiato?Assolutamente nulla. La politica dei campinomadi e della segregazione razziale conti-nua e nessuno fa nulla, tantomeno le istitu-zioni. Il magna magna continua, in barbaallopinione pubblica.

    Alcuni politici approfittano della crisieconomica e del disagio sociale per parlarealla pancia degli italiani e non alla loro te-sta. Allora occorre creare i capri espiatoriideali: lalterit nemica e minacciosa, lo stra-niero pericoloso, limmigrato e i rom porta-tori di ogni male. La realt che si cerca dicoprire la vera corruzione e le incapacit dipolitici inadeguati e truffaldini. Si fa levasullinsicurezza dei cittadini altrettanto iner-mi per fomentare una guerra fra poveri. Unsistema disumano e perverso. La crisi eco-nomica e morale favorisce questo sistema e

    Santino Spinelli musicista,poeta e docente di Lingua e cultura roman allUniversit di Chieti.

  • 6GLI EDITORIALI

    Il quarto governoNetanyahu, appenavarato, ha unarisicatissimamaggioranza di 61 seggi sui 120 della Knesset(parlamentomonocameraleisraeliano), ed un programma tutto di destra. Saranno possibili, ora,vere trattative di pacecon i palestinesi,mentre continualespansione delle colonie neiTerritori occupati? Lira del nuovo esecutivocontro la Santa Sede che ha riconosciuto lo Stato di Palestina.

    i razzisti e xenofobi, che nella normalit sa-rebbero delle nullit, diventano protagoni-sti e punti di riferimento, riescono cos ademergere con i facili consensi, hanno unagrande visibilit mediatica.

    I rom e sinti non sono mai stati nomadi percultura ma la mobilit sempre stata coatta,conseguenza di persecuzioni e di repressio-ni. I campi nomadi sono una forma orrendadi segregazione razziale che arricchisce ma-fie, associazioni di pseudo-volontariato e po-litici corrotti. I rom non hanno nessun pro-blema a vivere nelle case come nel restodEuropa e del mondo. Certamente esistonoforme di emarginazione molto gravi, ma so-no situazioni sociali, non culturali.

    Fortunatamente il mondo roman fattoanche di ben altro: cultura, arte, teatro, let-teratura, tradizioni, lingua, sport, moda, ci-nematografia e tanto altro. Lapporto musi-cale e strumentale dei rom, sinti, kale, ma-nouches e romanichals allEuropa e al mon-do considerevole ma sconosciuto.

    Occorre spostare lo sguardo e la politicadal piano sociale a quello culturale. I romnon sono un problema sociale (seppur cospresentato da chi deve speculare) ma unagrande ricchezza umana e culturale. Questoil passaggio fondamentale e significativo an-cora da acquisire per iniziare una seria po-litica dinclusione al di l degli stereotipi ne-gativi e delle politiche speculative. Ma sivuole realmente?

    Netanyahu, vittoria di Pirro?David Gabrielli

    6 1 su 120: pu reggere un governo chealla Knesset ha una maggioranza cosrisicata, e tale perch possibili alleati sisono defilati non ritenendo il nuovoesecutivo abbastanza energico nella sua op-posizione ai palestinesi? Eppure su tale lievis-simo vantaggio si basa il nuovo esecutivo, didestra-destra, di Benyamin Netanyahu che, amet maggio, guidando per la quarta volta ungoverno, ha ottenuto la fiducia al parlamentomonocamerale israeliano. Dalle elezioni del17 marzo il premier uscente era risultato vin-citore e il suo partito, il Likud, aveva ottenu-to 29 seggi, contro i 24 dellUnione sionistadominata dai laburisti, e i 14 della coalizionedei partiti arabi, diventati terza forza politica(che, per contare, dovr per operare allean-ze politiche decisive). Il Likud, alla preceden-te consultazione del 2013, aveva ottenuto 31seggi, ma si era presentato unito con YisraelBeitenu (Israele nostra casa), che ora ha otte-nuto sei seggi; tuttavia il suo leader, AvigdorLieberman, finora ministro degli Esteri, si rifiutato di entrare nel nuovo Gabinetto, ac-cusando il premier di essere remissivo (sic!)nei confronti dei palestinesi e debole nella di-fesa della ebraicit dello Stato. vero cheuna maggioranza di 61 voti non inedita inIsraele; tale era anche quella di Yitzhak Rabin assassinato da un ebreo israeliano nel 1995 per allora il contesto era diverso, ed egli sireggeva con lappoggio di partiti arabi.

    Seppure incombano molti problemi di po-litica interna come le crescenti disugua-glianze sociali che creano tensioni sem-pre la questione palestinese a gravare, alme-no indirettamente, sulla formazione dei go-verni israeliani. Cruciale, in proposito, il no-do degli insediamenti nella Cisgiordania oc-cupata dal 1967. Anche se, a norma del dirit-to internazionale, Israele non dovrebbe co-struirli, a poco a poco molti dei minuscoli in-sediamenti sono diventati cittadine; essi so-no stati voluti e protetti anche da governi dicentrosinistra ma, soprattutto, da governi dicentrodestra, e in particolare da quelli guida-ti da Netanyahu. Il quale, oggi, non potrebbegovernare senza quei partiti (soprattutto Ha-

  • 7GLI EDITORIALI

    bayit Hayehudi Focolareebraico di Naftali Bennett)che rappresentano gli interes-si dei coloni 400mila, sparsiin 150 insediamenti, e senzaquelli che garantiscono gli in-teressi dei religiosi.

    Il governo del 61 seggi (su120) poi contrarissimo alpossibile accordo tra Washing-ton e Teheran sulla limitazio-ne della potenza nucleare ira-niana; infatti, mentre il presi-dente Barack Obama convin-to che esso (siglato ai primi diaprile, e che dovrebbe esseredefinitivamente varato a finegiugno) permetta, s, allIran disviluppare lenergia nucleare,ma solamente a scopi civili enon militari, il premier ritieneinvece che, a causa dellinaudi-ta debolezza statunitense, pro-prio alla bomba atomica infineil regime iraniano arriver.

    Tale questione, e lavanzatadellIsis il cosiddetto Califfa-to reo di delitti efferati di-stolgono quasi del tutto lat-tenzione delle Cancellerie oc-cidentali dal problema palestinese; e distol-gono anche lattenzione dei regimi arabi oislamici mediorientali, interessati solo aquanto accade in Siria ed in Iraq.

    In questa tenaglia i palestinesi rischiano dirimanere incastrati; comunque la loro Auto-rit nazionale ha giudicato estremista... ba-sata sullavversione alla pace la nuova coali-zione israeliana. In effetti, per quanto ora fa-vorevole, a parole, alla Soluzione dei dueStati, Netanyahu immagina la futura Pale-stina come una specie di Bantustan, e ampu-tata il pi possibile della sua terra; e si benguardato, ora, dal prospettare uno stop agliinsediamenti. Da parte sua, dopo anni di la-titanza, negli ultimi mesi ogni tanto Obamaha protestato contro questa politica, ma in-fine senza mai costringere lalleato a desiste-re da un espansionismo bellicoso.

    Vi da aggiungere guardando al frontepalestinese che leffimera pacificazione,mai giunta fino in fondo, tra al-Fatah, il par-tito del presidente Mahmud Abbas (Abu Ma-zen), che controlla la Cisgiordania, conHamas, il movimento di resistenza islamico

    che governa nella Striscia di Gaza (ancoragravata dalle tremende conseguenze dello-perazione israeliana Margine protettivo diun anno fa: vedi Confronti 10/2014), indebo-lisce alla radice la stessa causa palestinese.

    Anche papa Francesco non poteva uscireindenne dal groviglio di Gerusalemme, do-po che il 13 maggio (vedi questo stesso nu-mero, pagina 35) con limpida coerenza laSanta Sede aveva riconosciuto lo Stato diPalestina; e dopo che il 16 maggio, riceven-do il presidente palestinese Mahmud Abbaslo aveva invitato ad essere un angelo di pa-ce. Al che un giornalista israeliano su Ynetha chiosato: Sua Santit una persona mol-to ingenua, oppure non ha la minima idea diquello che accade in Medio Oriente. Ma ilcommento indiretto pi importante quello di Netanyahu, il quale da sempre so-stiene che la Palestina potrebbe chiamarsiStato solo se, e quando, si arriver ad unapositiva conclusione delle trattative conIsraele. Un traguardo che, guardando al pas-sato antico e recente, si potrebbe prospetta-re in tempi... biblici.

  • 8POLITICA

    Adriano Gizzi

    C hi fa le porzioni della torta non devescegliere per primo la fetta: lo prevedeuna regola elementare di buon senso,proprio per evitare che poi possa sce-gliere per s la pi grande. Cos dovrebbe es-sere anche per le regole del gioco democra-tico. Non solo per correttezza nei confrontidegli avversari, ma perch anche chi stabili-sce le regole ha interesse a evitare che ven-ga dato troppo potere al vincitore delle ele-zioni, sapendo che quello stesso potere cheoggi nelle mani di uno domani potrebbe fi-nire nelle mani di un altro. Er popolo bojae cambia gabbana: stasera tonora, domani tesbrana, ammoniva una canzone di un vec-chio film di Luigi Magni.

    Tutti ripetono sempre che le leggi elettora-li andrebbero votate con la pi ampia mag-gioranza possibile, poi per questo non suc-cede mai. Non accaduto il 4 maggio con lI-talicum, approvato definitivamente dalla Ca-mera con 334 voti a favore, 61 contrari e qua-si tutti i deputati delle opposizioni fuori dal-laula. 334 voti potrebbero sembrare pochi,ma il costituzionalista Stefano Ceccanti (loabbiamo intervistato in questo stesso servi-zio) ha fatto notare che in realt le altre leg-gi elettorali sono state approvate con mag-gioranze ancora inferiori: 323 voti per il co-siddetto porcellum, 287 per la legge Mat-tarella per lelezione della Camera e addirit-tura solo 248 per quella che serviva ad eleg-gere il Senato.

    Il Partito democratico, che alle elezioni del2013 con un quarto dei voti aveva ottenutoquasi la met dei seggi (legittimamente, sin-tende, grazie al premio di maggioranza pre-visto dal porcellum), ha sempre detto di nonvoler abusare della propria posizione domi-nante. Per questo motivo, Renzi aveva tenta-

    to con il famigerato patto del Nazareno di approvare la legge elettorale almeno conuna parte delle opposizioni (quella guidatada Berlusconi, che al momento appariva pidisponibile al dialogo... o allo scambio), mapoi quando laccordo venuto meno non si perso danimo ed andato avanti comunque,con chi ci stava. Pi o meno la maggioranzacrescente che appoggia il suo governo, macon decine di parlamentari del Pd che hannofinito per votare contro, aprendo una frattu-ra politica che pesa ancora molto.

    Dal porcellum allItalicum,passando per il consultellumDopo la sentenza della Corte costituzionaleche a dicembre 2013 aveva dichiarato illegit-time alcune parti del porcellum, lapprova-zione di una nuova legge elettorale si era re-sa necessaria. Ma la sentenza della Consul-ta aveva in un certo senso gi prodotto unalegge, il cosiddetto consultellum, che poinon altro che il porcellum depurato delleparti che aveva dichiarato illegittime: in par-ticolare il premio di maggioranza troppo di-storsivo, perch attribuito senza alcuna so-glia minima, e il fatto che le liste bloccatecomposte di molti nomi rendessero pratica-mente impossibile per lelettore conoscere icandidati che votava.

    Anche se il Parlamento ha dato il via libe-ra allItalicum, c una clausola di salva-guardia che ne fissa lentrata in vigore a lu-glio 2016. Nel caso in cui si dovesse andareal voto prima, la legge vigente sarebbe ap-punto il consultellum: un proporzionale consoglia di sbarramento al 4% e senza alcunpremio di maggioranza per chi arriva primo.Questa clausola stata inserita per dare iltempo al Parlamento di approvare la rifor-ma costituzionale (il ddl Boschi) che, tra lealtre cose, prevede il superamento del bica-meralismo paritario. Con la trasformazionedel Senato in organo di rappresentanza del-le istituzioni territoriali (sar composto da100 membri: 74 consiglieri regionali e 21sindaci, tutti decisi dai consigli regionali, pii cinque senatori a vita di nomina presiden-

    Dopo aver fatto approvare la legge elettorale a colpi di fiducia, con-tro tutte le opposizioni e una parte del proprio stesso partito, Ren-zi affronta ora la lunga battaglia per far passare anche le riformecostituzionali, a cominciare dal ridimensionamento del Senato chediventer organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali.

    Se il gioco si fa duro, i duri fanno le regole

  • 9POLITICA

    ziale), rester infatti alla sola Camera dei de-putati la titolarit del rapporto di fiducia. Inparole povere, al governo baster avere la fi-ducia della Camera e quindi grazie al pre-mio di maggioranza previsto dallItalicum il partito vincente potr governare da solo,senza bisogno di alleati.

    Ma per vedere approvata la riforma costi-tuzionale Renzi dovr pazientare ancoramolto. Il Senato dove la maggioranza digoverno molto pi traballante, soprattuttotenendo conto della minoranza del Pd siappresta ad esaminare di nuovo il ddl Boschi.La prima volta laveva approvato nellestatedel 2014, ma siccome poi la Camera lha mo-dificato, questa nuova lettura sar considera-ta come se fosse la prima. Un particolare nonda poco, considerando che le leggi di riformacostituzionale necessitano di una doppia ap-provazione sia da parte della Camera sia daparte del Senato dello stesso testo: ogni ramodel Parlamento prevede larticolo 138 del-la Costituzione si deve pronunciare duevolte (a distanza minima di tre mesi), per untotale di quattro passaggi parlamentari. Mase c una modifica, anche piccolissima, si ri-parte da zero.

    Secondo le speranze del governo, il Senatodovrebbe a breve approvare il testo gi licen-ziato a marzo dalla Camera, per poi procede-re alla seconda votazione della Camera a ot-tobre e alla seconda del Senato entro dicem-bre. Per riuscire a chiudere tutto entro la finedellanno, per, occorre appunto che non cisiano modifiche. Ma Renzi, dopo la prova diforza dellItalicum, si mostrato molto pi di-sponibile al dialogo verso la minoranza delproprio partito, consapevole del fatto che inSenato la strada pi in salita. Come si fa,per, a immaginare delle modifiche senza cheil conteggio delle quattro votazioni torni ine-sorabilmente al punto di partenza? In ognicaso, essendo escluso che le due camere ap-provino il testo a maggioranza di due terzi deicomponenti, lo stesso articolo 138 prevede lapossibilit di un referendum confermativo. Esar l che si giocher la battaglia finale.

    Oltre alleliminazione della competenzalegislativa concorrente tra Stato e Regioni,con la correzione della riforma del titolo Vdella Costituzione (quella voluta dal centro-sinistra nel 2001, nella speranza di disinne-scare le spinte secessioniste), la riforma co-stituzionale introduce lo statuto delle oppo-sizioni, stabilisce che la funzione legislativa

    sia esercitata collettivamente dalle due Ca-mere solo in materia costituzionale ed elet-torale (oltre che su altre questioni di granderilevanza), introduce in Costituzione il prin-cipio dellequilibrio di rappresentanza tradonne e uomini e abbassa il quorum checonsente a un referendum abrogativo di es-sere considerato valido. Fino ad ora neces-sario che alla consultazione partecipi alme-no la met degli aventi diritto al voto, men-tre con la riforma sar sufficiente ma solonel caso in cui siano state raccolte 800milafirme che partecipi la maggioranza deglielettori che avevano votato alle ultime ele-zioni politiche. Infine, si alza il quorum perlelezione del presidente della Repubblica:dal quarto scrutinio servir la maggioranzadei tre quinti dellassemblea (deputati pisenatori) e dal settimo in poi la maggioran-za dei tre quinti dei votanti.

    Governabilit e rappresentativit:due esigenze difficili da conciliareLa legge elettorale appena approvata parti-ta dal principio che si dovesse seguire la lineatracciata dalla Corte costituzionale, senzaper rinunciare al premio di maggioranzache assicura la governabilit. Come si sa,nessuna legge elettorale pu garantire allostesso tempo il massimo della rappresentati-vit e il massimo della governabilit. Con ilproporzionale della cosiddetta prima Repub-blica la rappresentanza era altissima e la go-vernabilit bassissima. Con il porcellum, li-mitatamente alla Camera, avevamo il massi-

    i servizi giugno 2015 confronti

    Essendo escluso che le due camereapprovino il testo di riformacostituzionale a maggioranza di dueterzi dei componenti,larticolo 138 prevede la possibilit di un referendumconfermativo. E sar l che si giocherla battaglia finale.