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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation N° 24 giugno/luglio 2010 - € 7,00 Gli schermi da proiezione Il valore aggiunto Le tecnoglogie video Proiezione e display La terza dimensione Scenari e tecnologie Mercato video Numeri, situazione, prospettive In caso di mancato recapito inviare al CPO di Pesaro per la restituzione al mittente.

Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation - Scenari, Soluzioni, Vox Technologica, Approfondimenti, Dal Mondo

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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation

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Gli schermi da proiezioneIl valore aggiunto

Le tecnoglogie videoProiezione e display

La terza dimensioneScenari e tecnologie

Mercato videoNumeri, situazione, prospettive

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Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è

riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia”

dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa

Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”

Sala Consiliare di Montelupone

Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone

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Montelupone,

“Borgo Ideale”,

ha inteso rendere

grande il suono sia in

ambienti chiusi che tra

le vie del paese.

Un suono che supera

il concetto di diffusione

sonora geometrica,

ma offre un effetto

olografico

e tridimensionale

attraverso diffusori

che non deturpano

l’architettura

medioevale dei palazzi.

2009

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Giorgio Ungania

Direttore editoriale

mercato del video in Italia che trovate sulle prossime pagine è stato davvero interessante,

non solo per i risultati che ha dato, ma anche per il percorso che abbiamo fatto di

rifl essione in compagnia di persone chiave dell’industria, con ruoli diversi, che operano

all’interno di importanti aziende del settore. Potrete leggere bilanci e interviste in dettaglio

qui di seguito ma, in generale, questo giro di microfono è stato utile per mettere a

fuoco le strategie messe in atto dai grandi produttori al fi ne di reagire a un momento

economico diffi cile a livello globale. Lontani da atteggiamenti rinunciatari, per riaffermare

la loro posizione leader le aziende si affi dano a un rapporto sempre più stretto con i loro

rappresentanti di zona, rapporto che passa attraverso la formazione e la possibilità di

offrire, grazie a loro, assistenza e qualità. Infatti, l’industria del professionale si è spostata

ormai dal concetto di prodotto (che comunque deve essere impeccabile) a quello della

soluzione completa, che si acquista non in funzione del prezzo ma del valore aggiunto.

In defi nitiva, anche se si percepisce qualche incertezza in merito ai grandi progetti (“l’onda

lunga” degli appalti non partiti nel 2008/09 per via della situazione economica), l’industria

del video si dimostra agguerrita e per nulla a corto di argomenti e spunti di crescita.

Leggere per credere.

In questo numero troverete anche il report dallo Screen Media Expo di Londra, dedicato

al digital signage, argomento che seguiamo in maniera costante fi n dagli esordi di

Connessioni. È sempre utile confrontarsi con quanto accade nel resto dell’Europa,

specialmente per la cartellonistica digitale, ambito nel quale l’Italia deve ancora stabilire

le regole di un gioco proprio; l’ambiente è spumeggiante, le idee non mancano, i prodotti

sono maturi… ora è necessario trovare un modello di business adatto.

Con questo numero, inoltre, inauguriamo il primo di una serie di aggiornamenti grafi ci

volti a rinnovare l’estetica della rivista, ma pensati anche per essere interpretazione

del costante aggiornamento di argomenti e modalità redazionali che stanno dietro alla

creazione di Connessioni. Abbiamo semplifi cato la copertina per dare maggiore spazio

alla foto centrale, in linea con la tendenza che ha sempre cercato di fare di Connessioni

un oggetto utile, ma anche bello. Non a caso tecnologia ed estetica camminano sempre

di più con lo stesso passo.

Vi preannunciamo che il prossimo numero conterrà anch’esso un piccolo

approfondimento, questa volta dedicato all’audio. Direttività, alto livello sonoro,

intelligibilità sono argomenti chiave della produzione di diffusori professionali per le

installazioni: oggi i costruttori possono contare sulla teoria del line-array per offrire qualità

di emissione e controllo, teoria alla quale si sono aggiunti raffi nati sistemi elettronici per

l’ottimizzazione e la variazione dei rapporti temporali tra gli altoparlanti, e software per

gestire e modifi care le impostazioni anche in tempo reale. L’approfondimento di settembre

intende quindi ripercorrere gli elementi fondamentali delle tecnologie oggi disponibili,

inquadrare il funzionamento dei sistemi audio a colonna sonora, comprendere le loro

applicazioni, offrendo anche una panoramica sull’offerta dei vari marchi sul mercato. Per

la creazione di una vera cultura dell’ascolto, dove corretta progettazione, qualità delle

apparecchiature, competenza sono gli ingredienti fondamentali.

Buon ascolto… ops, buona lettura.

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Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation

Anno 5

Numero 24

giugno/luglio

2010

>4Scenari

Il mercato del video professionale

Valutazioni e prospettive

>20Scenari

Il “fenomeno” 3DDa Wheatstone

ai Mondiali di Calcio

>26Soluzioni

Tecnologia per il design

La videoproiezione

al Fuorisalone

>30Soluzioni

3D e 4k all’Arcadia di Melzo

Sony in Sala Aqua

>1 Editoriale

>66 Dal MondoReportage da Screen Media Expo

>72 Open Day

>75 News

>80inserzionisti/az. citate

Mercato videoSpeciale>

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>32Vox Technologica

Le visione umana e le tecnologie video

La videoproiezione

>44Vox Technologica

Costruire e vedere il 3D

Tecnologie di produzione

e visualizzazione

>50Vox Technologica

Gli schermi da proiezione

L’importanza dei dettagli

>56Vox Technologica

Mitsubishi ElectricXD-8x00

>62Approfondimenti

LG ElectronicsSupersign

>64Approfondimenti

SamsungSynch Master 2233RZ

>40Vox Technologica

Le visione umana e le tecnologie video

I display piatti

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4 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Il mercato del video professionaleValutazioni e prospettive

Per fare il punto sul mercato del video ci siamo rivolti a chi quotidianamente lo vive: professionisti che vi operano in posizioni e con qualifi che differenti, che fanno parte di aziende con profi li diversi, benché tutte saldamente radicate nel mercato del video professionale; alcuni di loro, poi, non sono italiani, perché abbiamo ritenuto interessante offrire ai nostri lettori un’apertura oltre i confi ni della Penisola. A tutti, però, abbiamo sottoposto le stesse questioni, cercando poi di ricostruire il puzzle dei punti di vista

Barbara Trigari

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5

scenari

Il mercato in ItaliaAnche se le esigenze dell’utenza professionale sono sostanzialmente simili, almeno a livello europeo, il mercato

italiano presenta ovviamente caratteristiche proprie determinate da motivazioni strutturali (piccole aziende con

richieste frequenti vs grandi aziende con grossi ordini in Europa) e culturali. Ciò nonostante, l’Italia è considerata

un mercato interessante dalle multinazionali del video. Jeff Meyer, Country Manager Italy per InFocus: “Nel

settore della videoproiezione da 5.000 Lumen in su, l’Italia è il secondo miglior mercato in Europa dietro la

Germania, quindi anche se il professionale al momento è un po’ fermo, credo che in Italia ci siano moltissime

opportunità di crescita soprattutto per l’aggiornamento di sistemi vecchi. Ci sono ancora in giro molti 4:3, quindi

penso che salteremo il formato WXGA per passare direttamente al WUXGA. In Italia siamo solo nella fase iniziale

della creazione di un mercato professionale, mentre negli Stati Uniti o in Germania il quadro è molto più avanzato,

nel senso che c’è molto più accesso all’informazione da parte degli operatori”.

Neil Wittering, Strategic Business Manager projectiondesign: “Il mercato più grosso, evoluto e diversifi cato

per qualsiasi produttore di videoproiettori, sono gli USA, ma anche l’Europa nel suo insieme è un mercato forte”.

Guido Villa, Sales Manager South Europe di projectiondesign: “Il mercato italiano secondo me ha grandi

possibilità, però continua a forzarsi sulle commodity, come la sala riunioni, la videoconferenza... Sono pochissimi

i dealer specializzati che pensano di investire tempo, risorse umane ed expertise su tecnologie di visualizzazione

più evolute, come la simulazione, la sala controllo in multivisione, le proiezioni in correzione geometrica, e c’è

poca volontà di informare l’utente fi nale, al quale bisogna mostrare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie per

ampliarne le possibili applicazioni: molte le abbiamo quasi inventate insieme ai clienti. Questa è la modalità con la

quale ci piace affrontare il mercato”.

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6 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Duccio Petrocchi, Account Manager Hitachi-Display Product:

“Per Hitachi il mercato italiano è il secondo o il terzo a livello europeo,

quindi molto importante, anche se l’anno scorso ha subito una crisi

notevole, parliamo del 50% nella distribuzione. Noi però siamo orientati

su mercati stabili, il medicale, l’automotive, le applicazioni industriali

e di controllo, con uno spettro larghissimo di prodotto”. L’Italia è

interessante anche per Sanyo, stando ai dati forniti da Keiichi Yodoshi,

General Manager di Sanyo: “A livello globale nel 2009 Sanyo è stata

particolarmente forte per volume di vendite di proiettori sopra i 5.000

Lumen. L’Europa è per noi il secondo mercato più importante dopo gli

USA (con una quota del 19%), e l’Italia è quello più importante, infatti

deteniamo il primo posto con una quota del 18% per volume di vendite

sopra i 5.000 Lumen”.

Crisi economica e sviluppo tecnologico hanno inciso sulla struttura

stessa del mercato, promuovendo l’affermarsi di realtà più articolate

rispetto al tradizionale installatore specializzato: i system integrator,

caratterizzati da una visione più ampia e da un approccio al mercato

per soluzioni complete, e non per prodotti isolati. I produttori si

riconoscono molto bene in questa prospettiva, come conferma Delio

Rovelli, Division Manager di Mitsubishi Electric: “I system integrator

sono key-dealer, perché come noi affrontano il mercato professionale

da un punto di vista non limitato alla singola famiglia di prodotto. Non

a caso la divisione si chiama ‘Visual Information’: abbiamo bisogno di

partner in grado di proporre tutte le nostre soluzioni, sia per il mercato

trade che per il rental, che ormai non sono più ambiti separati”.

Entrando poi nello specifi co dei diversi settori di applicazione, emerge

come alcuni siano collaudati, mentre altri si trovino in fase iniziale.

Roberto Gambarato, Corporate Sales Manager LG Electronics

Italia: “Vedo il mercato del video professionale diviso in due grandi

aree: video professionale classico e digital signage. Mentre la prima

area è presente da sempre in Italia, la seconda è molto giovane, di

conseguenza molte aziende provenienti anche da altri settori rispetto

al video professionale hanno cominciato ad approcciare diversamente

il ds, partendo da modelli di business differenti. Tuttavia, non esistono

ancora realtà in grado di affrontarlo in maniera globale”. L’esperienza

di Sony nel Digital Cinema, come riferisce Mauro Contursi, Project &

Proposal Manager B&I divisione professionale, è di un panorama

frastagliato composto da numerosi esercenti proprietari di poche sale

o multiplex ciascuno, mentre “in Europa, generalmente, sono i grandi

gruppi a prendere le decisioni sulla digitalizzazione, determinando

così la tecnologia vincente e facendo da traino per il mercato. In

Italia, invece, dove ci sono molte sale indipendenti, ogni esercente

L’uso dei display per il digital signage e la comunicazione in centri commerciali,

ambienti retail, luoghi pubblici...

© ToDo Interaction Design Studio

© dnp denmark

© dnp denmark

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scenari

tende a voler testare tutte le soluzioni per individuare quella più

idonea. Inoltre, prima dell’avvento del DCinema erano solo un

paio gli interlocutori importanti sul mercato italiano, mentre con la

digitalizzazione sono aumentati, coinvolgendo anche Sony con il

4K. Il mercato italiano del DCinema è in espansione, pur soffrendo

della mancanza di liquidità e di problemi di gestione delle richieste,

non sempre supportate dalla reale disponibilità economica degli

esercenti”.

Oltre la realtà italiana, è stato utile sentire il parere di Jonathan

Cooper, impegnato come consulente esterno per diversi e

importanti marchi del video. La prima osservazione è che i grossi

volumi del mercato consumer fi niscono per infl uenzare anche le

scelte tecnologiche del settore pro; un esempio tipico è costituito

dal formato dei display, ma anche l’alta risoluzione e i cellulari touch,

mentre parleremo dopo delle problematiche relative al prezzo. A

livello strutturale, la disponibilità di nuove tecnologie e conseguenti

applicazioni ha complicato il panorama delle aziende nel mercato:

molti sono entrati in nuovi settori o stanno cercando di spostarsi dal

“box-mover” verso un posizionamento più qualifi cato. La clientela

stessa sta scoprendo nuove applicazioni nate dalla maggiore

familiarità con alcune tecnologie, impegnando gli operatori in sfi de

sempre nuove. Di conseguenza, conclude Cooper, “la pianifi cazione

richiede oggi alle aziende molta attenzione e ricerca, e la creazione

di nuove connessioni e nuovi accordi basati su analisi di mercato e

sulla conoscenza diretta del rivenditore specializzato e dell’utente

fi nale. Il system integrator ha le capacità tecniche, ma non servono

se non sono affi ancate da un serio project management, supporto

alle vendite, business development. Quindi si tratta proprio di

‘unire i puntini’, fare networking anche se, quando si tratta di nuove

partnership, c’è sempre una percentuale di rischio”.

Crisi, prospettive, strategieNon è il pessimismo la chiave di lettura della crisi economica, anzi.

La fase di declino ha spinto le aziende a razionalizzare i processi e a

fare delle scelte. Non tutti sono stati colpiti nella stessa maniera, come è

ovvio, poiché le variabili sono infi nite, ma ad accomunare la visione c’è

la fi ducia nel futuro, confortata dai feedback del mercato. L’attenzione

maggiore viene rivolta alle installazioni di fascia medio-alta, al ds e al

settore education, ma non tutte le aziende sono così selettive...

Cooper conferma la nostra analisi aggiungendo che le aziende si

concentreranno sui prodotti ecologici e a risparmio energetico (molti

Gli intervistati

InFocus - Jeff Meyer, Country Manager Italy

Produttore statunitense di videoproiettori digitali attivo

nell’ambito delle proiezioni di largo formato e in generale

nella comunicazione e nell’intrattenimento, business,

education e home theater.

Nec - Antonio Zulianello, General Manager della Divisione

Display Solutions; Jonathan Cooper, Consulente Business

Development, attualmente in forza presso Nec.

Nec nasce nel 1899 in Giappone. La fi liale italiana è nata

nel 1990, nel 2007 Nec Display Solutions raccoglie le

soluzioni di proiezione, display LCD e plasma nei settori

medicale, ds, home cinema, business, cinema digitale.

Epson - Vincent Van Rij, Product Manager Business

Projectors EMEA

Il focus della multinazionale giapponese è la visualizzazione

digitale. Il gruppo Seiko Epson nasce nel 1881, il marchio

Epson nel 1975 specializzandosi nelle stampanti. Oggi

realizza anche proiettori professionali per business,

education, ds e custom installation.

Sanyo - Takashi Hirao, Vice President & Chief Regional

Offi ce EMEA, Dr. Keiichi Yodoshi, General Manager e

Gianluca Codina, Sales & Marketing Manager

Fondata nel 1947 in Giappone, Sanyo signifi ca “tre

oceani”, ovvero, il mondo. La multinazionale ha focalizzato

le proprie attività sul ciclo dell’energia. Nel settore video

professionale ha lanciato i primi proiettori LCD nel 1989 e

nel 2007 il primo ultra short throw.

Mitsubishi Electric - Delio Rovelli, Division Manager

Mitsubishi Electric nasce nel 1921 in Giappone. È presente

in 34 paesi, dal 1969 anche in Europa. La fi liale italiana

opera con cinque divisioni commerciali tra le quali la

Sistemi di Visione Multimediali. La gamma di prodotti video

professionali include proiettori, monitor LCD, videowall

DLP, LED wall.

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scenari

si sono già adeguati alle direttive europee sul consumo degli

apparecchi in stand-by). Chi opera nelle nicchie continuerà a

focalizzarsi su quelle, mentre alcune multinazionali giapponesi

stanno sviluppando prodotti con risoluzione e luminosità sempre

maggiori, aggredendo nuovi settori. Tesi confermata dal lancio di

un proiettore pro da 7.000 Lumen da parte di Epson.

Per chi lavora con i videoproiettori, la sempre maggiore

disponibilità di display di grande formato a bassi consumi e

costi in calo, collegata alla diffusione di tecnologie nuove o

migliorate rispetto al passato, costituisce un incentivo a puntare

su prodotti di fascia più alta, a elevata luminosità, per proiezioni

di grandezza superiore ai 100” (ma l’hi-end fa sempre discorso

a parte), come sottolinea Vincent Van Rij, Product Manager

Business Projectors EMEA per Epson. “Rispetto ad altri

marchi Epson non ha sofferto particolarmente della crisi, cosa

dovuta in gran parte al fatto che i governi stanno investendo per

sostenere l’economia, quindi il nostro obiettivo è vincere le gare.

Abbiamo sofferto invece nel mercato corporate, installation e

cinema hi-end, anche in Italia dove è stato forse meno grave,

perché molti hanno solo rimandato gli acquisti, concentrandoli

negli ultimi tre mesi dell’anno. La crisi ha avuto un impatto più

signifi cativo sui marchi più piccoli, operando una forte selezione

sul mercato e avvantaggiando chi, come Epson, sviluppa e

produce tecnologia”.

Uno dei settori in cui Epson opera è quello dell’education - con

una forte presenza in Inghilterra - caratterizzato da una larga

diffusione delle lavagne interattive, decisioni di acquisto prese

localmente e una evoluzione nelle applicazioni verso il ds nelle

scuole. Come afferma Van Rij, “Stiamo lavorando con grande

attenzione sul mercato education. Il nostro obiettivo è spingerlo

verso un più alto livello e per questo già da tempo in Italia stiamo

collaborando con i partner più qualifi cati. Senza dimenticare che

Epson è presente in tutti i segmenti con una quota di mercato del

22% in Europa e del 28% in Italia”.

Analizzando i dati di mercato, Yodoshi per Sanyo aggiunge

ai settori in crescita sui quali puntare (oltre all’education),

anche il large venue, mentre offi ce e home rimarranno stabili

o scenderanno. “Per le large venue proporremo proiettori con qualità d’immagine più elevata, con l’obiettivo

di rispondere alle necessità del segmento, mentre per l’education proseguiremo con la tecnologia ultra short

throw, nella quale Sanyo è stata la prima a entrare, e riducendo la frequenza delle manutenzioni; inoltre

abbiamo costituito delle partnership per la lavagna interattiva e i software”. Dal punto di vista strategico, ecco

la dichiarazione di Takashi Hirao, Vice President & Chief Regional Offi ce EMEA Sanyo: “Combinando i

© dnp denmark

© DailyDOOH.com

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scenari

tre domini Energy, Digital Solutions ed Enviromental/Commercial

intendiamo diventare un fornitore di soluzioni, con il vantaggio

competitivo di essere anche progettisti e produttori del nostro

motore ottico.” Nel dettaglio per l’Italia Sanyo dichiara di aver

mantenuto le posizioni in termini di fatturato nel 2009 rispetto al

2008, nonostante il calo dovuto anche al blocco dei progetti pubblici

(problema che ha toccato anche altri produttori) registrato tra

maggio e luglio, ma a fronte di un aumento dei pezzi venduti, quindi

perdendo sul valore medio del prodotto. Tuttavia, dichiara Gianluca

Codina, Sales & Marketing Manager Sanyo: “Siamo ottimisti

perché stanno tornando i progetti. Questa è la visione per il mercato

italiano in termini di volumi… anche se per i margini non è altrettanto

ottimistica”. In Italia Sanyo punta sull’education, con un nuovo

canale dedicato, e ds: “Abbiamo segnali positivi nel digital signage

con i monitor LCD, in questo caso con una crescita più a valore che

a volume, e nel noleggio con i proiettori di fascia medio-alta sopra i

6.000 ANSI Lumen”.

Anche Samsung ha rilevato un’importante stretta del mercato

nel 2009, manifestatasi in una dilazione dei progetti, soprattutto

per quanto riguarda clienti come banche, assicurazioni, aziende:

“Hanno preferito concentrare i propri sforzi sulle attività operative

e hanno dilazionato nel tempo le scelte che riguardavano le

infrastrutture”, dichiara Mario Levratto, Direttore Marketing IT

Division, Samsung, “quest’anno però la consapevolezza in termini

di benefi ci e risparmio rispetto ai progetti di ds è maggiore, e si è

concretizzata in un aumento delle richieste; non direi che l’Italia sia

particolarmente in ritardo rispetto ad altre realtà europee, mentre

c’è una differenza marcata con il mercato statunitense”. Samsung

ha reagito rinforzando la propria struttura di vendita per avere

un contatto diretto con il mercato e lavorare con l’utente fi nale

a soluzioni customizzate; inoltre ha mantenuto un approccio a

360° aprendosi a ogni possibile applicazione per il digital signage:

“Sarebbe limitativo puntare su un solo mercato… sicuramente il

mondo retail oggi è molto interessante, ma siamo presenti anche

nel fi nance e manufacturing, e poi con gli hotel TV, con applicazioni

specifi che per l’hospitality, e non ultimo nell’education, con la

lavagna interattiva LCD da 65”.

Mitsubishi Electric Italia ha attraversato la crisi mantenendosi stabile,

anzi assumendo personale, grazie alla presenza su più aree di

business alcune delle quali, come il fotovoltaico, in decisa crescita.

I problemi però si sono fatti sentire nelle gare d’appalto telematiche,

dove la tendenza al ribasso si è accentuata portando le aziende a

Projectiondesign - Neil Wittering, Strategic Business

Manager, Trond Solvold, Product & Application Manager, 3D

and Medical, Guido Villa, Sales Manager South Europe

Produttore norvegese di proiettori a elevate prestazioni

rivolti ad applicazioni professionali, business e consumer nei

settori medicale, e-cinema, home cinema e public display.

Dalla nascita, nel 2001, ha registrato numerosi brevetti.

Samsung - Mario Levratto, Direttore Marketing IT Division

Nata in Corea nel 1938, oggi Samsung opera nei settori

delle apparecchiature digitali, semiconduttori, dispositivi

di memoria e integrazione di sistemi. Il nome signifi ca “tre

stelle”.

Hitachi - Duccio Petrocchi, Account Manager Display

Product

Fondata nel 1910 in Giappone, in Europa Hitachi è

presente dal 1982, oggi con le divisioni Air Conditioning

and Refrigerators, Power System, Digital Media e Display

Product, rivolta alla commercializzazione di pannelli e

schermi LCD per applicazioni industriali.

Sony - Mauro Contursi, Project & Proposal Manager B&I

della divisione professionale

La multinazionale giapponese fondata nel 1946 con sede a

Tokyo è attiva nei settori audio, video, delle comunicazioni e

IT con prodotti dedicati al mondo professionale e consumer.

La divisione Professional Services si occupa di broadcast,

media, retail ed eventi offrendo la propria consulenza per la

realizzazione di soluzioni personalizzate, dalla progettazione

alla gestione.

LG Electronics - Roberto Gambarato, Corporate Sales

Manager

Nata nel 1958 in Corea, opera in Italia nell’elettronica di

consumo, telefonia mobile, elettrodomestici, prodotti

informatici e condizionamento in ambito professionale

e consumer. Quest’anno è stata inaugurata la divisione

Business Solutions Group, specializzata nelle esigenze

degli utenti home e aziendali, in particolare nella Pubblica

Amministrazione, advertising, education e hospitality.

www.lg.com/it

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10 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

scelte e compromessi. L’area di investimento, dichiara

Rovelli, “è quella delle installazioni di fascia medio-

alta, presidiando parallelamente le altre fasce di

mercato con le tecnologie DLP e LCD. In particolare

l’home cinema, nel quale Mitsubishi è molto presente,

e dove per prima ha lanciato videoproiettori full HD”.

Petrocchi per Hitachi dichiara di avere chiuso

l’anno rispettando il budget, quindi guadagnando

quote di mercato secondo le previsioni. La crisi si

è fatta sentire, soprattutto sui consumi, e non ne

siamo ancora usciti, come dimostrano i problemi di

budget di alcuni clienti: “Contiamo di portare avanti la

strategia che abbiamo seguito con successo nel 2009

mirando a un mercato più solido anche se con volumi

ridotti, allargando il numero dei clienti per diversifi care

il rischio e conquistare un business più stabile. Già da

un paio di anni stiamo puntando sull’automotive e sul

medicale, mentre in campo industriale ci interessa il settore treni. Abbiamo scartato l’education per via dei costi: il

mercato chiede un prodotto consumer”.

Per LG il 2009, nonostante un cattivo inizio, è stato addirittura un anno positivo, racconta Gambarato, e il 2010 ha

preso la stessa direzione, per quanto i segnali non siano tutti idilliaci. “In questo momento l’opportunità di business

più interessante è il ds, anche se in Italia deve ancora svilupparsi in maniera completa, ma non abbiamo mai

abbandonato congressuale, sale meeting ed educational con la neonata divisione ‘Business Solutions’”.

Anche projectiondesign si aspetta un buon 2010 e un 2011 ancora migliore, Wittering: “Nonostante tardino

a decollare in Italia tecnologie come la stereoscopia, per la quale Germania e Nord Europa sono più avanti.

Parliamo di installazioni professionali di simulazione con richieste tecniche stringenti, per applicazioni in ambiti

prima irraggiungibili, come le sale di controllo e gli studi audio”.

I Modelli di vendita e comunicazioneCome comunicare la specifi cità del prodotto a distributori e installatori? E il cliente fi nale? Partendo da queste

domande abbiamo approfondito la relazione tra produttori e cultura del mercato, confrontando la percezione

dell’Italia rispetto all’Europa e al mondo. Molti hanno espresso l’esigenza di interfacciarsi con interlocutori dotati

di una visione ampia del mercato, e anche se ciascun marchio ha la propria strategia, tutti sono consapevoli

dell’importanza del contatto diretto con il cliente e della necessità di offrire valore aggiunto. Ancora una volta,

non solo prodotti.

Meyer ha riassunto le doti del distributore video professionale ideale: “deve avere un contatto molto stretto

con coloro che effettuano installazioni professionali, fi sse, rental e staging; possedere una competenza sulla

tecnologia in generale e sul video in particolare; deve avere un forte portafoglio di prodotti correlati al video ed

essere in grado di offrire una soluzione completa. Per questo secondo me il mercato video in Italia è in una sorta

di infanzia, ma credo ci siano buone prospettive perché fi nalmente è nata SIEC, un’associazione di categoria

che va a benefi cio di tutto il settore”.

© Scala

Outdoor TV in metropolitana in

Turchia con Scala

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scenari

projectiondesign presenta il nuovo F10 AS3D – il primo proiettore stereo 3D attivo, portatile ad alta risoluzione. Basato sulla meccanica consolidata del modello F10 in uno chassis di soli 3,5 kg., è in grado di gestire contemporaneamente due segnali video con risoluzione nativa 1400 x 1050 con una compatibilità Full HD 1080p a 120Hz.

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Page 14: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

12 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Il cuore dell’analisi di Meyer è proprio il passaggio delle

informazioni, cioè il meccanismo grazie al quale l’utente fi nale

seleziona un system integrator, e quest’ultimo opera le scelte

tecniche determinate dalle necessità del progetto che metterà

in pratica al meglio delle possibilità offerte dalla tecnologia e dal

budget. La formazione in Italia è completamente demandata ai

produttori (che formano i distributori, i quali formano integratori

e installatori) i quali suppliscono di fatto a una carenza,

destreggiandosi tra il bisogno di formazione di base degli

operatori (sia tecnica che di marketing) e le esigenze aziendali di

far conoscere (e spingere) i prodotti. Il tutto poi si scontra, come

rilevato da Antonio Zulianello, General Manager della Divisione

Display Solutions per Nec Italia, con la mancanza di tempo

(perché tutto dedicato a produrre reddito) dei rivenditori, le cui

strutture sono sempre più tirate all’osso: “Saltare da un marchio

all’altro a caccia di offerte non aiuta a conoscerne meglio le

caratteristiche e quindi, paradossalmente, non aiuta a vendere di

più. Eppure le caratteristiche chiave alla fi ne non sono infi nite, e

soprattutto almeno per Nec una volta implementate rimangono nel

tempo”.

Così le aziende organizzano direttamente, o in partnership,

formazione e roadshow. Alcuni, come Epson, hanno previsto

un percorso formativo dedicato agli installatori professionali,

offrendo una vera e propria certifi cazione interna; altri si sono

limitati a selezionarli secondo criteri propri, ma senza preclusioni

di principio, perché la crisi ha costretto ad allargare il mercato e la

fl essibilità di approccio è una delle chiavi del successo. Sanyo per

esempio lavora con quattro partner in Italia, Adeo per l’audio-video,

Nuovevie per la fascia alta di proiezione e il rental, Esprinet per

l’IT e Intersistemi per il ds. Risalendo verso la casa madre ci sono

le fi liali nazionali e regionali, Sanyo Sales & Marketing Europe con

sede a Monaco si approvvigiona in Giappone e in Cina, rifornendo

centralmente tutte le nazioni europee, nelle quali sono dislocati i

sales manager e i partner locali formati direttamente, i quali a loro

volta formano i rivenditori. Anche Sony si avvale di un integratore

specializzato per le proprie installazioni per il cinema: Prevost, che

offre la soluzione completa di installazione, integrazione, schermo,

3D e contratto post vendita, senza dimenticare le agevolazioni

di pagamento attraverso una società di leasing convenzionata.

Prevost a sua volta si avvale di agenti e aziende per seguire l’intero

territorio italiano.

Mitsubishi Electric con le fi liali nazionali ha visto di recente la

I display e la videoproiezione si usano ormai correntemente anche nelle sale controllo

di aeroporti, stazioni, operatori della sicurezza

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13

scenari

nascita di una centrale logistica comune all’Europa, localizzata in Germania. Rovelli aggiunge: “L’Italia, insieme

alla Spagna, non può ancora permettersi di fare capo a una logistica centralizzata, a causa delle dimensioni

limitate e della distanza dei nostri clienti (pensiamo alla Sicilia). Ci arriveremo, intanto stiamo lavorando per

uniformare a livello europeo anche il servizio al cliente professionale; per un’esigenza di semplifi cazione da

parte della casa madre, che ha bisogno di elaborare le strategie sulla base di un’unica voce europea, ma

anche per venire incontro alle complesse esigenze dell’utente pro, ottimizzando risorse e costi”. Per quanto

riguarda la formazione del system integrator, Mitsubishi ha sperimentato i vantaggi del training on the job, anche

mettendo insieme il momento del Factory Acceptance Test con quello della formazione sul prodotto. Inoltre

ha aperto presso la propria sede di Agrate Brianza (MI) un centro di formazione e si avvale delle competenze

condivise a livello europeo per il supporto ai propri dealer e system integrator. Hitachi, invece, punta sul sito

Internet aziendale sul quale pubblica i comunicati relativi alle novità in quattro lingue, sulla propria mailing list,

ma soprattutto sui distributori, perché hanno il contatto diretto con il cliente. Fermo restando che l’obiettivo è

dare valore aggiunto all’utente per lo sviluppo della soluzione più adatta a lui, i distributori sono stati scelti di

conseguenza, e Hitachi provvede alla loro formazione a livello europeo, con giornate di training e webinar.

Anche LG integra eventi, presentazioni e meeting di formazione mirata, organizzati in alcuni casi con terzi, con un

sito Web dedicato all’operatore pro sul quale si trovano informazioni sui prodotti ma anche sulle problematiche

degli operatori in questo mercato. Gambarato: “Abbiamo puntato molto sulla partnership diretta con i system

integrator, selezionati in base alla specializzazione e alla serietà delle intenzioni. Non si è trattato sempre di

aziende grandi, anzi, spesso sono realtà medio-piccole, e probabilmente in futuro questa selezione sarà meglio

orientata includendo nuove tipologie di professionisti e aziende che si sono affacciate a questo mercato”.

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14 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Per projectiondesign l’interscambio tra casa madre e sedi

locali aiuta a cucire il messaggio aziendale sulle realtà locali,

anche diverse, come spiega Wittering: “per esempio in

Germania i nostri clienti hanno familiarità con applicazioni

molto tecniche, quindi ci pongono domande con un livello

diverso rispetto a quelle poste in Italia. Ci affi diamo ai partner

locali, che conoscono il proprio mercato e ci forniscono gli

imput per le strategie di marketing. Villa: “Cerchiamo di essere

coerenti nella comunicazione e di dare lo stesso messaggio in

tutto il mondo, traducendolo in una forma che sia la migliore

per ciascuna regione. Da diverso tempo abbiamo attivato un

programma di formazione a vari livelli per i nostri partner con

sessioni in Norvegia o localmente. I corsi base sono orientati

prevalentemente al personale commerciale con informazioni sui

prodotti, su come utilizzare le risorse messe a disposizione da

projectiondesign e su come approcciare il cliente”.

Vendita 100% indiretta anche per Samsung, che agisce con

una divisione IT snella e un grande numero di partner di canale,

con un approccio a 360°. Da qui l’esigenza di comunicare

loro i valori del prodotto attraverso corsi di formazione

organizzati presso le sedi di Roma e Cernusco sul Naviglio (MI),

incentrati sugli andamenti dei mercati, la proposta Samsung,

quest’anno lievitata molto, e un training tecnico vero e proprio.

L’informazione è rivolta anche all’utente fi nale, tramite giornate

organizzate con il partner di canale e volte a stabilire strategie

per soluzioni complete per tecnologia e servizio.

Samsung si distingue per un approccio cluster, così spiegato

da Mario Levratto: “La nostra divisione si articola in quattro

macro-categorie: monitor tradizionali, large format display,

notebook e printing solutions. La nostra strategia, premiata dai

fatti, consiste nel proporre al cliente queste soluzioni in maniera

unitaria. Così, grazie alla presenza storicamente importante

che abbiamo nel mondo monitor e stampanti, siamo riusciti a

proporre in questi ambiti tutta la gamma del mobile computing

e dell’LFD”.

Prodotto e soluzioneLa comunicazione tra cliente fi nale e produttore si ripercuote

poi sullo sviluppo dei nuovi prodotti, la cui disponibilità è

ormai possibile a livello mondiale. I marchi utilizzano in modo

diverso i feedback del mercato: per Sanyo, conferma Takashi

La vodeoproiezione per gli ambienti residenziali: qualità e scelte custom

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Page 17: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

15

scenari

Hirao, la casa madre rende i prodotti disponibili ovunque, mentre è la strategia locale a decidere cosa

è meglio commercializzare e cosa no. Per l’Italia in particolare, per esempio, i proiettori con risoluzione

SVGA rappresentano il 30% del mercato, mentre in Germania sono al 10-15%, e di conseguenza verranno

declinate le scelte distributive. I nuovi prodotti nascono da feedback periodici che il settore produzione

della casa madre raccoglie visitando direttamente i clienti. Come racconta Levratto, le articolazioni locali

di Samsung raccolgono gli input dal mercato per riportarli direttamente alla R&D che ha sede in Corea,

attraverso gli account manager della business unit coreana che fungono quindi da contatto sia commerciale

che tecnico. I nuovi prodotti Hitachi invece nascono da una proposta elaborata dalla casa madre (a causa

dei costi molto elevati degli investimenti richiesti) testata sul campo attraverso market survey o feedback dei

distributori e dei clienti. La fabbrica raccoglie questi suggerimenti e distilla il nuovo prodotto tenendo conto

del bilancio industriale e delle possibili varianti che potrebbe avere a livello locale. Petrocchi, “Il mercato,

il prodotto, le necessità sono i medesimi a livello europeo”. Zulianello concorda, aggiungendo che non ci

sono differenze sostanziali nel professionale neanche a livello mondiale, a parte l’aspetto della sensibilità

al prezzo. Anche per questo non occorre avere a catalogo un numero spropositato di modelli, come

nel mercato consumer, cosa che comunque non sarebbe possibile, perché il professionale ha esigenze

specifi che: “Bastano due o tre serie per coprire tutte le esigenze, naturalmente se c’è la capacità di far

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16 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Il cliente ha sempre ragioneAziende diverse, prodotti diversi, fasce di mercato diverse, ambiti

d’azione a volte inconciliabili... è interessante però vedere le differenti

fi losofi e di approccio a un problema comune, ovvero capire le esigenze

del cliente. La prospettiva di InFocus con Meyer è aperta e stimolante,

a nostro parere: “Penso che ‘soluzione’ e ‘personalizzazione’ siano le

parole chiave per il futuro, aggiungo che come costruttori dovremmo

cercare di lavorare meglio insieme per proporre al cliente migliori

soluzioni, soprattutto nelle installazioni più impegnative. Distributore,

produttore, dobbiamo lavorare in accordo per dare al cliente delle

buone ragioni per aggiornare il proprio sistema. Il servizio clienti ha

un’importanza cruciale, e penso che dovrebbe essere incluso nel

pacchetto progetto”.

Lo stile di projectiondesign versione italiana si differenzia per la

consapevolezza del fattore tempo, come spiega Villa: “Il ‘vendi e

fuggi’ non è la nostra fi losofi a; al contrario, quella che ci sta premiando

tiene presente il fattore tempo; non abbiamo fretta, siamo disponibili

a dedicare tutto il tempo necessario affi nché un prodotto, un marchio

si sviluppino e crescano con serietà sul mercato. Questo ci porta ad

avere una maggiore attenzione al brand, al prodotto, a proporli con

calma, quasi in maniera dedicata cliente per cliente. Quindi la crescita

è più lenta ma più stabile, e soprattutto aiuta i clienti ad acquisire

maggiore consapevolezza e indipendenza sulla gestione del prodotto”.

Nel professionale “semplicità” riferito al prodotto non è sinonimo di

“banalità”, anzi, è il risultato di un progetto molto complesso, ma

facile da gestire per chi dovrà metterci sopra le mani (utente fi nale) od

occuparsi della manutenzione (installatore o chi per lui).

Tutti sono contenti di ridurre i costi, e le aziende si comportano

di conseguenza. Alcuni ne hanno fatto una fi losofi a di business

votandosi all’ecologia, come Mitsubishi o Nec, spinti dalle richieste

dei consumatori. Un altro aspetto importante per tutta l’industria

è l’attenzione, da parte del settore vendite, nel proporre una

soluzione a misura di utente; spiega Zulianello: “Spesso si fanno

impianti tecnologici ma non si cura la semplicità di gestione che,

indipendente dalle evoluzioni tecnologiche, è legata ai protocolli

e al dimensionamento del progetto; è inutile vendere a un utente

apparecchiature che non userà, o che userà al 20% della performance.

Su questo i produttori devono lavorare”.

La defi nizione di soluzione è particolarmente appropriata per i progetti di digital signage, che ha spinto chi produce a

sviluppare prodotti mirati attraverso partnership e collaborazioni. Anche qui, la spinta all’acquisto arriva soprattutto da una

valutazione sulla riduzione dei costi rispetto al signage cartaceo tradizionale, come riferisce Levratto: “Da un anno e mezzo

a questa parte la nostra politica di prodotto ha cambiato radicalmente pelle, gli apparecchi si sono trasformati da puri e

La videoproiezione per il 3D e la realtà virtuale

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Page 19: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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scenari

semplici riproduttori di immagini in soluzioni complete, declinate a seconda dei mercati potenziali di riferimento.

Abbiamo potuto vivere direttamente l’entusiasmo di un mercato completamente nuovo per l’Italia, sicuramente il

primo motore dei risultati che abbiamo ottenuto lo scorso anno”.

Ok, ma quanto costa?Rispetto alle conseguenze della crisi economica ciascuna azienda ha fatto le proprie valutazioni e, nelle

differenze di prospettiva, a volte profonde, emerge però un minimo comune denominatore: la fase di declino

economico non ha fatto che accentuare alcuni aspetti critici del mercato, a volte specifi ci italiani, come

appunto l’attenzione eccessiva al prezzo. Il mercato consumer orienta in certa misura la percezione del prezzo

anche per il cliente pro, aggiungiamo i reali problemi di budget delle aziende, e poi la sensazione che spesso i

committenti non percepiscono il valore monetario di un’installazione fatta a regola d’arte, di uno schermo 24/7

o di un proiettore di alta gamma. Come se la tecnologia fosse data per scontata. Qualcuno degli intervistati ha

addirittura riportato l’esperienza di clienti che hanno scelto consapevolmente prodotti consumer per installazioni

professionali.

Secondo Contursi, di Sony, “Il prezzo è sempre importante. Per questo Sony ha deciso di offrire una soluzione

allo stato dell’arte nel cinema digitale, il nostro proiettore 4K, contenendo i costi di produzione; un proiettore

che offre la possibilità di avere una risoluzione quattro volte superiore allo standard 2k e un 3D con occhialini

monouso con un costo di poco superiore”.

A parere di Zulianello gli installatori che hanno puntato sul prezzo basso sono quelli che con la crisi stanno

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18 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

soffrendo di più: “Perché hanno banalizzato la propria proposta, senza

nessun tipo di valore aggiunto”, mentre viene premiato chi ha cercato

di mantenere alto il profi lo. È un problema di mancanza di prospettive e

culturale: “C’è diffi coltà di comunicazione sul ritorno dell’investimento”.

Alcuni marchi si sono trovati in diffi coltà a causa di una concorrenza

che ha fatto leva sul prezzo proprio nel momento della crisi

economica, quando cioè si stava già verifi cando un calo. A risentirne

sono stati anche i produttori di fascia alta, se projectiondesign in

Italia ha dichiarato che sarà più attenta alle esigenze di budget dei

clienti, “purché questi capiscano il valore che c’è dietro il marchio”,

aggiunge Villa. Non mancano per fortuna i segnali positivi: “La

mentalità sta cambiando”, spiega Rovelli, “cinque anni fa il mercato

della videoproiezione in Italia era composto al 70% dal segmento

Super VGA, quello più economico e dettato dal prezzo; oggi questa

percentuale, nonostante sia dimezzata, non è ancora ai livelli

della Germania, dove già cinque anni fa il 90% era composto dal

segmento XGA: prima la qualità, poi il prezzo”. E ancora: “Solo

chi offre servizio sopravvive, altrimenti nella giungla del prezzo si è

facilmente imitabili, e in Italia ci sono delle belle realtà professionali

con cui dialogare”. Anche per Meyer “lentamente ma sicuramente

ci si allontanerà dalla preoccupazione del prezzo, man mano che

crescerà la comunità professionale, la quale però si deve impegnare

a mantenere l’equilibrio tra valore per il cliente e giusto guadagno per

gli operatori. Se l’installazione non funziona, perché l’utente fi nale ha

scelto un prodotto inadeguato, la responsabilità è in parte anche del

produttore, del distributore e del venditore. La perfezione non esiste,

ci saranno sempre dei problemi in qualsiasi progetto, ma quello che fa

la differenza è come vengono affrontati dai professionisti”. Positiva anche la visione di Samsung con Levratto:

“La consapevolezza del total cost of ownership è molto più presente nella grande utenza di quanto si possa

immaginare, l’abbiamo sperimentata nel mondo printing e siamo riusciti a trasferirla ad ambiti diversi, come

il retail. Nel b2b occorre essere affi dabili, capaci di soddisfare queste istanze nel lungo termine, essere prima

ancora che venditori dei consulenti veri e propri”.

Largo, arriva il 3D!Volevamo dire “stereoscopia”... insomma, siamo pronti o no per le applicazioni professionali con la terza

dimensione? Qui i pareri sono discordanti, si dividono tra entusiasti e scettici. Entrambi i partiti però hanno

qualcosa di interessante da dire. La mancanza degli standard (ma recentemente è stato defi nito quello del

Blu-Ray 3D), la ridotta disponibilità (per ora) di contenuti, occhialetti sì o no? Oltre a questi aspetti, Meyer per

esempio ha evidenziato come la tecnologia si evolva così rapidamente che l’utente non fa nemmeno in tempo

ad adeguare le proprie apparecchiature. Il problema nasce dallo scarso controllo che ha l’industria su questi

aspetti, affi dati alla libera concorrenza e non gestiti dalla comunità dei produttori. Secondo Meyer, “non siamo

Le tecnologie video si usano con successo in ambito education e nel digital signage

© dZine

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Page 21: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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scenari

ancora pronti per il 3D, neanche da punto di vista del servizio”. Epson con Van

Rij ha dichiarato di essere in una fase esplorativa: “il punto è capire quali saranno

i volumi e, a parte il mercato hi-end più esclusivo, non possiamo ancora dire che

aumenteremo le vendite grazie al 3D. Qualcosa si sta muovendo nell’education

e si è già mosso nel cinema, ma penso che con gli occhialini questa tecnologia

non funzionerà nel consumer, a meno che non ci sia un salto tecnologico”.

Anche per Trond Solvold, Product & Application Manager, 3D and Medical

projectiondesign, è troppo presto: “Il giorno in cui avremo il 3D senza occhiali sarà

un bel giorno. I sistemi disponibili oggi secondo me non sono adatti all’ambiente

domestico. Tuttavia non vedo gli occhiali come un ostacolo, lo sono di più la

dimensione dell’immagine e il contenuto”. projectiondesign però sta lavorando per

la stereoscopia in campo medicale. Molto più scettico Petrocchi: “Non vediamo

grosso interesse nel mercato industriale o di comunicazione, e nel digital signage

ci si scontra con i costi. Non siamo ancora pronti, non c’è ancora una necessità da

parte del mercato b2b”.

Per Samsung il 3D ha una connotazione consumer, e come tale viene gestito dalla

divisione Audio-Video e non dalla IT, e quindi il suo sviluppo è molto legato alla

disponibilità di contenuti. “Abbiamo ragione di credere”, dichiara Levratto, “sulla

base dell’immediata diffusione sperimentata con DVD e Blu-Ray, che anche il 3D sia

destinato a una affermazione quando i broadcaster e le major si attiveranno in questa direzione, e la tecnologia

a occhialini attivi fa la differenza”. LG si è impegnata nella stereoscopia già da qualche anno con un monitor 42”

con PC embedded per 3D senza occhialini, Gambarato: “C’è grande interesse; stiamo ragionando su quale

tecnologia portare avanti, è un argomento in forte discussione in questo momento”.

Tra gli stereo-entusiasti annoveriamo Mitsubishi, che sottolinea il calo dei costi, a tutto vantaggio delle

applicazioni corporate. Gaming e televisori casalinghi abilitati sono già a disponibili per i consumatori. Sony

ha sposato con convinzione la tecnologia per il 3D nelle sale cinematografi che ed è già pronta per le riprese

in 3D live del mondiali di calcio” anticipa Contursi, “Sony ha continuato a lavorare al perfezionamento delle

registrazioni in 3D delle azioni calcistiche, caratterizzate da un’estrema rapidità di movimento”. Cooper,

come osservatore esterno conferma che il 3D professionale è già affermato in settori come il design delle

automobili, delle estrazioni petrolifere e di gas e in generale nelle applicazioni business, laddove Barco, Christie

e projectiondesign hanno prodotti dedicati già da 15 anni a questa parte. “Adesso credo tocchi a mercati più

ampi, come l’education e il retail, non a caso si sono avvicinati a queste tecnologie anche marchi come Nec,

Mitsubishi, Samsung e i prodotti hanno prezzi più accessibili. Penso che le applicazioni 3D potenzialmente

non potranno che crescere in termini di audience, ma saremo in grado di valutarne i benefi ci solo nel corso dei

prossimi due o tre anni”.

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www.infocus.com

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www.samsung.it

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Page 22: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

20 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Il “fenomeno” 3DDa Wheatstone ai Mondiali di Calcio È ormai un dato di fatto che questo 2010 sia l’anno della stereoscopia o, per chiamarla con il suo nome commerciale, del 3D, cioè quella terza dimensione che dopo essere servita da testa d’ariete per la vendita di sistemi digitali nei cinema, si prepara ora ad approdare nelle case di milioni di persone in tutto il mondo. Senza dimenticare le applicazioni professionali…

Rolando Alberti

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21

scenari

La stereosocopia non è certo una novità: fu il fi sico Sir Charles Wheatstone, nel 1838, a inventare uno

strumento che permetteva di visualizzare immagini tridimensionali, lo stereoscopio. Fu tuttavia solo nel

1922 che il primo fi lm stereoscopico, The power of love, fu presentato al pubblico dell’Ambassador Theatre

di Los Angeles, esperimento seguito nel 1933 dai fratelli Lumière che presentarono al pubblico il primo vero

fi lm commerciale in 3D, ovvero il remake in 3D del loro storico L’arrivée d’un train en gare de La Ciotat del

1896. I sistemi 3D dell’epoca erano piuttosto complessi e si basavano sugli “anaglifi ”, ovvero due immagini

sovrapposte che rappresentano ognuna il punto di vista di ciascun occhio e che, grazie all’aiuto di fi ltri

colorati montati su degli appositi occhiali, danno l’illusione della profondità delle immagini. Nel 1932 la svolta

tecnologica, ovvero l’introduzione delle lenti polarizzate, poi negli anni ’50 gli Sudios scesero in campo con

svariati fi lm tridimensionali, benché la tecnologia fosse ancora tecnicamente complessa e provocasse nel

pubblico anche problemi psicofosici. Durante gli anni ’60 la possibilità di sovrapporre le due immagini in

un’unica pellicola dette nuovo smalto al 3D. Oggi la proiezione digitale permette, almeno sulla carta, di gestire

la stereoscopia in maniera ottimale: sebbene già negli anni ’90 dello scorso secolo esistesse la TV 3D, l’attuale

perfezionamento tecnico sta alla base del ritrovato entusiasmo per i contenuti tridimensionali.

Dal pro al consumer

Nel cinema stiamo assistendo a un picco di interesse (legato a un reiterarsi della “moda”, e alla volontà dei

produttori di cavalcarla), aiutato dal lancio di alcuni fi lm, Avatar ne è forse il miglior esempio, tecnicamente

e artisticamente costruiti in modo da trarre il massimo dalla stereoscopia. Ma anche il settore consumer sta

reagendo all’introduzione di apparecchi e contenuti in 3D, fenomeno che può rappresentare un’opportunità per

chi si occupa di installazioni residenziali.

Da un punto di vista commerciale e di marketing, il passaggio al 3D signifi ca infatti dare il via alla vendita di

milioni di televisori, occhialini, lettori Blue-Ray di nuova generazione, computer portatili, telefonini, schermi,

dispositivi di ogni tipo e via discorrendo. Un mercato globale di proporzioni abbastanza interessanti che,

secondo le statistiche, è destinato a crescere rapidamente. Un rapporto pubblicato a gennaio 2010 da

“DisplaySearch”, una società specializzata in questo tipo di ricerche, prevede che il mercato dei display 3D

passerà da 0,6 milioni di unità vendute nel 2009 a 196 milioni nel 2018, con un fatturato di 22 miliardi di dollari e

un tasso di crescita annuo del 38%.

A fare la parte del leone saranno naturalmente i televisori nella loro versione 3D-Ready, sebbene al momento

non esista uno standard preciso né dal punto di vista della produzione dei

contenuti, né da quello della loro fruizione. Seguono i monitor per PC, per

i quali si prevede una più modesta penetrazione del 3,6% nel 2018, e i

notebook PC con il 3,2%. Interessante il dato secondo cui nel 2018 saranno

in circolazione 71 milioni di telefonini 3D-Ready, dei quali la buona parte con

schermi tra gli 1” e 4”.

La tecnologia più diffusa sarà quella LCD, accoppiata agli occhiali, i quali

costituiscono per ora il vero e più evidente limite alla diffusione di schermi di

grandi dimensioni, ad esempio per il digital signage. Almeno fi no a quando

gli schermi auto-stereoscopici, cioè capaci di rendere la terza dimensione

senza occhiali, non avranno superato gli attuali limiti. Inoltre, sempre secondo

questo rapporto, esistono al momento oltre 150 aziende che producono

dispositivi correlati ai display 3D, e oltre una dozzina di diverse tecnologie 3D.

Alcuni stereoscopi e immagini per

visione stereoscopica degli inizi

dell’avventura 3D

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22 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Il trampolino di lancio

Nel frattempo, lo scorso aprile il canale Sky ha lanciato in Gran Bretagna

il suo primo canale 3D-HD, visibile grazie allo SkyBox HD già in uso dagli

abbonati e a un display 3D-Ready. Il canale è destinato principalmente

ai Pub, dove gli inglesi potranno recarsi per assistere alle partite di calcio

della Premier League. E sempre a proposito di calcio, anche i prossimi

Mondiali dal Sud Africa saranno ripresi e trasmessi anche nella versione

tridimensionale, destinata principalmente ai consumatori inglesi, dove pare

che il 3D domestico sia più avanti che in altre nazioni. Per i broadcaster di

mezzo mondo sarà un importante test sia delle possibilità di penetrazione

di questa tecnologia in ambito consumer, sia dal punto di vista tecnologico

e della fattibilità. Altri esperimenti annunciati riguardano il Belgio, che

da maggio 2010 ha iniziato a trasmettere partite di calcio, Bell TV in

Canada, che invece ha scelto il Golf, il canale USA sportivo EPSN, che

sta stringendo alleanze con Sony per essere 3D nel 2011 e Canal+ in

Francia, che sta facendo sperimentazioni su vari contenuti. Ricalcando una

modalità piuttosto collaudata, sono ancora una volta gli eventi sportivi la

leva utilizzata per fare breccia nei gusti (e nel portafogli) dei consumatori.

Ma il 3D offre sviluppi anche nel settore professionale, partendo dal già

citato cinema per arrivare alla progettazione e al medicale. In questi ultimi

due ambiti, pur parlando evidentemente di numeri diversi dal settore

consumer, è facile immaginare l’utilità di una progettazione, per esempio

di apparecchi meccanici, direttamente in 3D. Interessante è anche l’uso

per fi nalità di marketing, dove il 3D può creare… “brochure” estremamente

realistiche da mostrare ai clienti, e un esempio classico è il settore nautico:

gli yacht sono spesso opere uniche e delle quali è diffi cile poter vedere delle demo, ma che l’acquirente

desidera per forza di cose valutare bene prima dell’acquisto. Importanti prospettive sono offerte anche al settore

medicale, per la diagnosi ma anche per la didattica.

Occhialini o non occhialini, questo è il problema…

Esistono due principali scuole di pensiero sul 3D, la prima perora la causa dispositivi dotati di appositi occhiali

che vanno indossati per poter vedere l’effetto 3D, la seconda sostiene invece i sistemi auto-stereoscopici, in

grado di visualizzare immagini tridimensonali senza uso di occhiali o altre “protesi”.

Questi ultimi sono ovviamente i più appetibili in termini di possibilità di diffusione, poiché la possibilità di vedere

l’effetto 3D senza accessori da indossare permette un utilizzo di questo tipo di schermi in ogni situazione, dal

cellulare all’intera parete di un palazzo. Sfortunatamente la tecnologia allo stato attuale richiede allo spettatore

di posizionarsi entro un angolo di visione piuttosto stretto; già questo limita l’uso per situazioni “di passaggio”

(per esempio il digital signage) ma anche per l’ambito casalingo, dove la TV, quasi sempre piazzata dove

capita, serve molti spettatori generalmente seduti su un divano, e magari anche non uno solo. Salvo quindi

particolari applicazioni, che in ogni caso escludono il cinema per varie ragioni di ordine tecnico, gli schermi auto-

stereoscopici sono per ora una nicchia anche se, laddove utilizzati correttamente, sembrano dare il loro bravo

risultato.

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scenari

Stereoscopia pro: quali standard e applicazioni?

Parliamo con Edmondo Orlotti, Professional Solutions Sales Manager Southern Europe per Nvidia, delle applicazioni

professionali per la stereoscopia.

“Il settore, dal punto di vista della scrittura degli standard, è maturo, a fi ne 2009 è stato defi nito anche il Blu-Ray stereoscopico,

ma dobbiamo distinguere tra la produzione e la fruizione dei contenuti 3D: l’industria fi nora si è concentrata sugli strumenti

di produzione, mentre coesistono diverse tecnologie per la fruizione. Tra queste, a mio parere quella attiva è la più vicina al

comportamento della visione umana, ma anche Infi tec con occhialini passivi dà risultati molto buoni”.

In merito alla produzione il mercato è in via di maturazione grazie alla disponibilità di monitor a 120 Hz (per ora in ambito

consumer). Signifi ca che chi lavora in grafi ca 3D o nel broadcast può verifi care immediatamente il risultato di un progetto, basta

inforcare gli occhialini, e il passo successivo per Nvidia è aumentare il realismo facendo sì che i contenuti 3D reagiscano ai

movimenti dello spettatore, come avviene nella realtà: “lanceremo occhialetti per il 3D professionale basati sulla radiofrequenza,

invece che sull’infrarosso, per installazioni multiple (più monitor, ciascuno con uno spettatore diverso) senza interferenze; saranno

anche dotati di un accelerometro per consentire maggiore immersività. In sostanza, con l’occhialino tradizionale il punto di vista

non muta a seconda del movimento dello spettatore; con questi, invece, sarebbe come guardare un paesaggio in evoluzione in

funzione del variare della posizione dello spettatore”.

Il punto debole sono le tecnologie di visualizzazione, e le TV 3D adottano tecnologie diverse anche incompatibili. Sempre

partendo dal consumer (i videogiochi, perché alla fi ne il grosso del business è consumer) Nvidia rilascerà a giugno un software PC

in grado di “fi ltrare” qualsiasi contenuto 3D e adattarlo alle esigenze dello specifi co televisore. Il passo successivo è lo streaming

Internet di immagini 3D: la tecnologia è già disponibile.

Riassumendo le applicazioni, “nel broadcast c’è interesse per il 3D e anche l’ambito del CAD CAM è affermato, le applicazioni

sono supportate e si tratta ora di espanderne l’utilizzo sulla scrivania, appunto con i monitor. Nel virtual prototyping la

stereoscopia si utilizza per le decisioni fi nali, più che in fase progettuale, nel settore della simulazione, invece, è matura e utilizzata

da anni: Airbus, per esempio, ha una saletta virtuale, mentre nel medicale si comincia a pensarci per esami come le Tac, o per la

chirurgia laparoscopica, ma con monitor autostereoscopici. Tra i settori più interessanti ci sono la formazione dei medici chirurghi

e il museale, per i quali avrebbe senso anche rendere disponibili i contenuti via Internet. Infi ne, crediamo molto nelle possibilità del

ray tracing”.

www.nvidia.it

Un altro motivo per cui l’industria dell’elettronica di consumo predilige gli occhiali attivi è che essi costituiscono

in qualche modo uno strumento di fi delizzazione alla soluzione scelta.

Il 3D nel vicino futuro

Il 3D sta occupando molto spazio sui media, sia specializzati che dedicati al grande pubblico, ma che si riveli

o meno una vera “killer application” lo dirà come sempre la reazione dei consumatori (per ora abbastanza

entusiasti). Tuttavia, è opportuno essere coscienti che l’adozione del 3D in ambito domestico, specialmente per

godersi eventi sportivi e fi lm in BlueRay, potrebbe essere favorita, rallentata o addirittura bloccata da vari fattori

con cui l’industria dovrà fare i conti. Il primo riguarda i già citati occhiali; vero è che il pubblico ha già dimostrato

di tollerarli al cinema o nei parchi divertimento, per cui non è diffi cile prevedere siano accettati anche in casa

(sebbene, specialmente quelli attivi, richiedano una certa manutenzione). Se nel frattempo la tecnologia auto-

stereoscopica raggiungerà risultati pari a quella che impone gli occhiali, il problema sarà risolto.

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scenari

Certo è che non tutti i programmi sono adatti alla stereoscopia:

immaginate La vita in diretta in 3D? Diffi cilmente quindi tutti i

programmi TV in futuro saranno in 3D, benché ora si affermi il

contrario… ma ricordate quando si diceva che entro il decennio 2000-

2010 tutti i programmi TV avrebbero avuto l’audio in 5.1?

In ambito professionale il 3D non si è ancora conquistato fi ducia

incondizionata, sebbene molte società già propongano soluzioni di

comunicazione, ad esempio a livello di digital signage, che si basano

su queste tecnologie. È probabile che questo modo di mostrare

contenuti e di comunicare verrà utilizzato più per particolari eventi

che non in modo massiccio, almeno fi ntanto che non esisteranno

sistemi autostereoscopici più effi cienti e di grandi dimensioni. È

inoltre prevedibile che il 3D potrà essere usato anche in particolari

situazioni all’interno dei punti vendita, laddove si vogliano mostrare

determinati prodotti che magari non sono disponibili in negozio o

devono essere ordinati o assemblati su misura. Occorre anche tenere

conto che il 3D è di per se un’esperienza immersiva che, se da un lato

può lasciare una traccia nella mente dello spettatore/utente, richiede

dall’altro un’attenzione pressoché totale, che non sempre è ottenibile

in situazioni di vita reale dove la comunicazione si insinua nelle attività

ordinarie delle persone. D’altro canto, usi più spettacolari del 3D sono in

presenti da anni ad esempio nei parchi tematici anche se, ovviamente, le

nuove tecnologie rendono la loro messa in opera e la loro manutenzione

molto meno complesse di quanto non lo fossero in passato.

Sassolini nella scarpa

Un tasto (molto) dolente è la mancanza di standard nel 3D, quindi

di compatibilità tra i vari sistemi, cosa che comporta diffi coltà di

passaggio e visualizzazione dei documenti, e relativa fatica nello

sviluppo stesso dell’uso di questa tecnologia. In ambito consumer,

questo implica il doversi attrezzare in caso di visite (che si fa se

l’amico arriva con gli occhiali del proprio sistema, magari diverso da

quello dei padroni di casa…); altro fattore è l’incertezza nell’acquisto:

nonostante le catene di vendita di elettronica di consumo propongano

già televisori 3D-Ready, rare sono le informazioni adeguate sulla

compatibilità dei vari sistemi. Inoltre, anche se le tecnologie sono grosso

modo simili, non esiste nessun tipo di autorità, anche volontaria, che al

momento stabilisca degli standard di interoperabilità, come ad esempio

è successo per il GSM o l’UMTS, a tutto svantaggio dell’utente fi nale.

Certo questo è il prezzo che pagano gli early adopters, ma sembra che

stavolta questa fase sia stata saltata a piè pari.

Chi invece ha appena acquistato un bel display a LED ad esempio,

Avatar e Alice in Wonderland hanno stimolato l’interesse per il 3D nello scorso

inverno, con risultati anche nel settore consumer.

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scenari

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eu/it_IT

investendo non propriamente due euro, si ritroverebbe a doverlo cambiare per il 3D… ma del resto anche chi ha

acquistato ora un televisore 3D-Ready avrà qualche problema a reperire contenuti nell’immediato.

Infi ne, sebbene le associazioni oftalmiche di mezzo mondo abbiano smentito ogni possibile rischio sulla salute

dell’utente 3D, è pur vero che si sono verifi cati casi, almeno al cinema, di persone con problemi a livello di mal di testa,

disorientamento, nausea. Dove stia la verità è diffi cile dirlo.

A prescindere da tutti questi fattori vi è poi la reale percezione di valore aggiunto dei consumatori,

nel senso che l’acquisto di una nuova tecnologia presuppone che il destinatario le accordi un

valore maggiore rispetto a quella di cui già dispone, e che la nuova andrà a sostituire. Ora che

molte persone sono soddisfatte dell’alta defi nizione che è stata introdotta solo da poco, sarà

diffi cile pensare al 3D quando ancora non tutti si sono abituati all’HD? E nel professionale, le

aziende saranno pronte agli investimenti necessari per la creazione e la divulgazione di materiale

per la visione stereoscopica?

In defi nitiva, come dice un vecchio adagio, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e il 3D dovrà passare l’approvazione

di consumatori sempre più accorti e consapevoli prima di divenire uno standard comune. Tuttavia, i risultati al cinema

lasciano ben sperare anche per la sua adozione in ambito domestico, ed è abbastanza evidente che fi lm come Avatar o

Alice nel paese delle meraviglie, costruiti espressamente per la visione stereoscopica, abbiano contribuito ad aumentare

l’interesse verso l’argomento. Anche in previsione degli usi professionali.

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26 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Tecnologia per il designLa videoproiezione al Fuori SaloneCon il comune denominatore dell’organizzazione Ar-thema ed Engeneering Solutions, alcune installazioni del Fuorisalone di Milano hanno dimostrato ancora una volta come design, architettura e tecnologia possano fornire infi niti reciproci spunti

Chiara Benedettini

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scenari

Il Salone del Mobile, e il suo ancora più famoso, trendy e frequentato Fuorisalone (13-19 aprile 2010), è uno

degli appuntamenti imperdibili legati al design e alla moda: alcune location strategiche di Milano vengono

occupate da installazioni e animate da eventi a cura di sponsor ed espositori, il tutto all’insegna del design.

Un appuntamento imperdibile per architetti, designer e operatori del lusso, e comunque per tutti coloro che

lavorano nel fi lone dello stile. Uno stile che ormai da qualche anno va di pari passo con la tecnologia, divenuta

un vero e proprio strumento per la creazione di soluzioni nelle quali confort, sicurezza, estetica e piacevolezza

sono punti fondamentali.

Ne abbiamo avuto chiaro esempio proprio durante la settimana del Fuorisalone nell’installazione Think Tank

(organizzata dalla rivista Interni) che ha avuto luogo nel chiostro superiore dell’Università Statale di Milano.

Uno spazio dove hanno trovato collocazione alcuni concept design di architetti e, tra questi, anche quello

dell’architetto Maurizio Favetta, in collaborazione con Ar-thema International (che ha affi ancato i progettisti

nell’organizzazione e scelta di materiali e modalità), e con Engineering Solutions dell’ing. Andrea De Martino,

system integrator attento all’estetica e al design, che ha già alle spalle diverse collaborazioni per installazioni e

realizzazioni al crocevia tra architettura, arte e tecnologia.

Lo spazio pensato da Favetta era un ambiente da vivere, modulare e luminoso, e arricchito da diverse pennellate

tecnologiche: strisce LED sotto gli arredi, materiali hi-tech e, soprattutto, una parete d’arredo multiforme e

camaleontica costituita da 16 moduli Christie MicroTile. Ed è stata anche l’occasione, per noi, per vedere il nuovo

prodotto in una reale applicazione (la prima in Italia) dopo il lancio all’ultima edizione dell’ISE di Amsterdam,

in una situazione che ha svelato solo una delle sue applicazioni, ancora tutte da inventare. I contenuti, erano

prevalentemente di tipo grafi co, gestiti da un mini PC che fungeva da player.

I MicroTile sono dei “cubi” che contengono un potente videoproiettore con sorgente

a LED, la luce viene proiettata su uno dei lati, su una lente che ne rende l’emissione

brillante e uniforme. Per facilitare l’installazione sono stati completati con un

sistema di auto testing, che permette di uniformare reciprocamente tra i vari cubi le

caratteristiche colorimetriche e di luminosità. Le loro caratteristiche (modulabilità,

leggerezza, alta risoluzione) li rendono adatti ad applicazioni legate al design,

all’entertainment, alla comunicazione. Andrea De Martino ci ha spiegato le ragioni

della scelta: “La parete video inserita nello spazio disegnato da Favetta è del tutto

integrata e funzionale al suo progetto, espressione di una ricerca di arredo mista

alla tecnologia. Il videowall che abbiamo creato aveva molteplici funzioni, divenendo

di volta in volta elemento d’arredo tecnologico, punto di informazione, piattaforma

comunicativa ma anche emozionale: alla sera la sua luce colorata trasformava

letteralmente l’apparenza di tutta l’installazione. Abbiamo scelto il MicroTile perché

si può ottenere una risoluzione molto alta, qualità di visione, ma anche semplicità

di settaggio. In generale il pubblico ha reagito con curiosità alla nostra parete

tecnologica. In questa occasione abbiamo inoltre fatto un po’ da “cavia”, essendo

i primi a usare il MicroTile in Italia, e abbiamo verifi cato una scelta costruttiva

di Christie che ci ha sul momento anche un po’ stupito: in alcuni momenti gli

apparecchi sono rimasti sotto il sole e, raggiunta una certa temperatura, un pistone

faceva aprire automaticamente la lente di proiezione, lasciando entrare l’aria. Certo il

surriscaldamento è un’eventualità remota, visto che il proiettore funziona a LED, ma

certo val la pena di saperlo se si intende usare i MicroTile”.

Particolare di Think Tank

al Fuorisalone

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28 giugno / luglio ‘10 • n. 24

scenari

Showroom La Perla, videoproiezioni sull’acqua

Un altro ambito di applicazione delle tecnologie durante il Fuorisalone è

stato lo spazio La Perla, organizzato sempre da Ar-thema ed Engineering

Solutions, e il coinvolgimento di Euphon per la parte tecnica : un’area

di esposizione delle ultime creazioni della Maison, uno spazio circolare

con un soffi tto in costante cambiamento cromatico (grazie all’uso di LED

RGB), a simulare il mutevole passaggio delle nuvole. Ma il pezzo forte era

una grande proiezione in alta defi nizione su una cascata d’acqua di 10 m

di base con formato 16:9, che ha richiesto attenzioni tecniche particolari:

è stata operata in retroproiezione, ma con un angolo di proiezione tale

(circa 35°, al limite della perdita del fuoco agli estremi inferiore e superiore

dell’immagine) da lasciare lo spettatore all’ombra e non accecarlo, inoltre

è stata creata una camera buia dietro la superfi cie di proiezione per non

far fi ltrare la luce ai lati. Il proiettore è stato posizionato a circa 7 m di

altezza, fuori dallo specchio di proiezione, così l’“hot point” della proiezione non ha creato disturbi di

visione, a patto però di una importante correzione con la funzione di shift dell’apparecchio.

Anche perché di potenza ce n’era: 12.000 ANSI Lumen di un Barco SLM12 professionale; ci ha

spiegato Biselli di Euphon, tuttavia, che aumentare ancora la luminosità non avrebbe avuto senso

perché lacqua frena l’immagine, la rifl ette fi no a una certa soglia e una luminosità eccessiva si

trasformerebbe in luce spuria o di disturbo al pubblico. I contenuti, gestiti da un player Roku, non

hanno avuto necessità grafi che particolari, salvo una sovra saturazione per renderle più facilmente

distinguibili sull’acqua.

ntr

u

Christie MicroTile

I MicroTiles sono dei cubi di circa 30x40 cm e soli 26 cm di profondità (9,2 kg di peso), che

alloggiano un videoproiettore DLP con alimentazione a LED, che garantisce secondo i dati del

costruttore oltre 65.000 ore di attività a luminosità media. I Tiles sono modulabili a piacere,

sia nella posizione che nel numero, potenzialmente infi nito; il bordo esterno è di solo 1 mm,

praticamente impercettibile quando i moduli sono in cluster. Alta densità dei pixel (0,5 mm)

per immagini defi nite, e una gamma quasi infi nita di colori disponibili grazie ai LED. L’unità

esterna Christie MicroTiles ECU (External Control Unit) permette di gestire i contenuti (video

e grafi ca, semplicemente da PC o altri media player), calibrare al meglio colori e luminosità

in modalità automatica, defi nire la risoluzione delle immagini e controllare i vari palinsesti.

In pratica, se la risoluzione è 1.920x1.080 e si vuole visualizzare ciascun pixel, occorrerà

collegare sei Tiles per ogni ECU, ma se l’applicazione lo richiede, i Tiles sono in grado di

scalare l’immagine. Ciascun Tile è dotato di sensore ottico e riconosce la propria posizione

all’interno del wideowall, comunicandola all’ECU che così confi gura il sistema. Con lo stesso

sistema vengono tarati automaticamente luminosità e colore (ma Christie offre anche l’opzione

di regolazione manuale).

v

A

www.christiedigital.com

www.engineeringsolutions.it

www.barco.com

www.ar-thema.com

Lo spazio La Perla

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scenari

Forum 9000Sistema digitale per conferenze e votazioni

Forum 2000Sistema di traduzione simultanea

Forum 6000Sistema digitale per conferenze e discussioni

Comune di Tortona

Parlamento del Galles

Fondazione Stella Maris (Tirrenia)

PPPPPPrrrrrroooooooooooovvvvvvviiiinnnncia di Verrrccccelllii

CCCCCCCCCCCCCCCCCooooooooooooommmmmmmmmmmmmmuuuuuuuuuuuuunnnnnnnnnnnneeeeeeeeeeeeee ddddddddddddiii CCaaaaataaannzarroooo

Comune di Trapani

Circoscrizioni comunali di Torino

Camera consiliare di Cardiff (UK)

Università di Lecce

CCammmera cccoonnssiiiiliare dii CCCCossttttaannntttinneeeee ((((((Camera consiliare Civic Offi ces di Basingstoke (UK)

ntro per il lavoro e l’impiego di Dongguan, Cina

Comune di TortonaComune di Trapan

SSSSSSSSSSSSSSSaaaaaaaaaaaaalllllllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaaa cccccccccccooooooooooooonnnnnnnnffffffeeeeeeeeerrrrrrrreeeeeeeeennnnnnnnzzzzzzzzzaaaaaaaaaaa ddddddeeeeeeellllllll’’’UUUUUUUnnnniiiiivvvvvveeeeerrrrrssssiiiiitttttàààà ddeeelleee SSSSSSccciieeennzzeee EElleettttttrrooonniicchhhheeee eeee TTTeeeccnnoolllooooggggiiiccchhee ddddeeellllllllllaaaaa CCCCCCiina (Zhongshaaaaann Innsssstttttiittuttee))

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RCF UKtel. 0844 745 1234e-mail: [email protected]

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RCF Spaintel. +34 91 817 42 66e-mail: [email protected]

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Page 32: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

30 giugno / luglio ‘10 • n. 24

soluzioni

3D e 4k all’Arcadia di MelzoSony in sala AcquaIl 3D al cinema rappresenta l’ultima novità per gli amanti delle emozioni sul grande schermo, ma anche una grande opportunità per tutta la catena di valore, dalle Majors produttrici dei contenuti, fi no ai costruttori degli apparati tecnologici. A patto però che la sala offra una visione stereoscopica di effettiva qualità, e il Cinema Arcadia di Melzo è uno dei primi, e anche dei migliori, esempi di adozione di apparecchiature per il 3D

Barbara Trigari

Sempre all’avanguardia per le tecnologie di proiezione, il cinema Arcadia di Melzo

ha installato in sala Acqua un sistema 3D con risoluzione 4K, il nuovo CineAlta

4K di Sony. A occuparsi di tutto è stata Prevost, storico produttore di apparecchiature

per il cinema, oggi impegnato nella progettazione, installazione e assistenza tecnica

per le sale cinematografi che

L’occasione per l’aggiornamento tecnologico è stata fornita dall’atteso fi lm di Tim

Burton Alice nel paese delle meraviglie, realizzato in 3D da Walt Disney Pictures.

Le sale cinematografi che stanno infatti investendo molto in questa tecnologia, e il

multisala Arcadia di Melzo è famoso per i primati tecnologici. È nata da qui l’iniziativa

promozionale di Sony Professional che ha portato lo scorso marzo nel multisala

Arcadia le videocamere, i televisori Bravia full HD 3D, playstation, videogiochi e i

Blu-Ray compatibili 3D, contestualmente alla proiezione del fi lm di Burton in 3D e 4k.

Questa è la cronaca, parliamo invece del rinnovamento della sala Acqua.

3d e 4k

Come ci ha illustrato Paolo Prevost, titolare della società omonima, Sony è al

momento l’unica a gestire tutta la catena di produzione del 3D, annoverando nel

proprio catalogo cineprese, sistemi per la trasmissione dei contenuti, sistemi

di proiezione e apparecchiature consumer per il 3D. La sfi da in questo tipo di

applicazioni consiste nell’offrire allo spettatore un’esperienza quanto più coinvolgente

possibile: da qui l’idea di offrire una proiezione in 3D a risoluzione elevatissima, 4k

appunto, ovvero 4.096x2.160 pixel, una matrice di proiezione veramente grande, tale

da permettere una visione uniforme (senza distinguere i pixel) anche a chi sceglie le

prime fi le della sala.

3D Live

A proposito delle proiezioni in 3D Live,

con contenuti ripresi al momento,

come partite e concerti, ecco la

dichiarazione di Paolo Prevost

per quanto riguarda i sistemi di

trasmissione.

Prevost - Al momento in Europa

tutti lavorano con sistemi satellitari:

viene noleggiata una frequenza, uno

spazio del satellite, poi nel locale o

nella sala il segnale viene ricevuto

con una parabola satellitare di quelle

classiche, tipo Sky, sostanzialmente

con un decoder collegato al proiettore.

I primi esperimenti di stereoscopia in

diretta verranno fatti con le partite dei

mondiali di calcio. Naturalmente per

i gestori delle sale cinematografi che

rappresenta una grossa occasione,

ma anche una sfi da, perché dovranno

cambiare le loro strategie di gestione

prendendo contatti, per i contenuti,

con nuovi distributori.

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Page 33: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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soluzioni

La spaziosa cabina di proiezione del multisala Arcadia ha permesso

di installare il proiettore per il 3D accanto al 35 mm tradizionale,

per una maggiore fl essibilità di utilizzo. La sala Acqua accoglie

220 posti e ha uno schermo delle dimensioni di 18x9,5 m, suono

certifi cato THX, Dolby Digital, DTS e Dolby Ex. Lo schermo, inoltre,

è stato sostituito con uno “argentato”, ovvero ricoperto di polvere

di alluminio, come richiesto per la stereoscopia per rifl ettere la

proiezione di luce polarizzata; ciò non toglie che sia utilizzabile

anche per le proiezioni tradizionali, riducendo la corrente della

lampada del proiettore.

Il 3D scelto da Sony è quello denominato RealD con occhialini

passivi monouso, che utilizza due fasci distinti per la proiezione

delle immagini polarizzate per l’occhio destro e per l’occhio sinistro,

quindi due obiettivi affi ancati che producono un’immagine molto più

stabile e rilassante. Lo spettatore fruisce l’immagine tridimensionale

grazie a semplici occhiali dotati di fi ltri a polarizzazione circolare,

visualizzando alternativamente le immagini destinate all’uno o

all’altro occhio. Il proiettore installato all’Arcadia è l’SRX-R320 con

opzione 3D.

Da spettatori possiamo dire che l’esperienza di visione

stereoscopica con una risoluzione così elevata è notevole, ovvero

è naturale, non si avvertono disturbi ai margini del campo di visione

né affaticamento agli occhi. Il vantaggio del sistema RealD consiste,

oltre che in una esperienza 3D molto effi cace, in un miglioramento

nella gestione degli occhialetti, che sono di tipo usa e getta, quindi

vengono consegnati allo spettatore all’inizio dello spettacolo in

una busta sigillata, e poi vengono raccolti all’uscita e riciclati come

articoli in plastica.

Prospettive

Il prossimo passo per il 3D al cinema è costituito dalla proiezione di

eventi tridimensionali live, e manco a dirlo il riferimento è ai mondiali

di calcio. Dopo lo sport, per il quale Sony ha già messo in cantiere

la ripresa di alcune partite, partiranno gli altri contenuti, come per

esempio i concerti.

Il foyer dell’Arcadia, con una riproduzione del T-Rex, rievocazione

dell’omonimo fi lm in 3D

Il Cinema Arcadia in una immagine diurna

La risoluzione 4k, comparata a quella dell’alta defi nizione

www.reald.com

www.prevost.it

www.sony

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32 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

La visione umana e le tecnologie videoQuali le tecnologie in uso oggi e quali quelle di domaniProviamo a fare il punto sulla situazione della tecnologia appannaggio dei sistemi di visualizzazione, siano essi display piatti come videoproiettori, per orientarci tra le attuali tendenze e quelle per il prossimo futuro

Alberto Pilot

Negli ultimi anni si sono verifi cate alcune “battaglie” tra le varie tecnologie dell’area video: tra plasma ed

LCD, e più recentemente tra 3LCD e DLP, con il ritorno in auge di quest’ultima. Con questo articolo di

approfondimento daremo una rinfrescata alle nostre nozioni in relazione alle differenze fra i vari display e i

brevetti che li sovrintendono, parlando sia di video proiezione, come di riproduzione tramite display piatto.

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approfondimenti

Visione notturna, diurna e percezione della risoluzione

Prima di addentrarci fra le varie tecnologie, è utile un breve ripasso sul

funzionamento del nostro sistema di visione, per capire il perché di

alcune scelte tecnologiche.

Se introducessimo il concetto di “alta fedeltà video” signifi cherebbe

che, quando guardiamo un’immagine riprodotta da un sistema di

visualizzazione, dovremmo aver l’impressione di essere fi sicamente

presenti nei luoghi rappresentati, oppure di guardare fuori dalla

fi nestra la realtà che ci circonda, con i suoi colori, le sue sfumature

e la sua tridimensionalità. Tuttavia, la stessa visione è fortemente

soggettiva, per questo è diffi cile codifi care uno standard… oltre al

fatto che è complicato educare l’occhio umano, che per sua natura è

uno strumento imperfetto, a una corretta visione.

È noto il principio per cui in natura i colori non esistono, ma esiste

semplicemente la capacità o meno di qualsiasi materiale di assorbire

determinate frequenze dello spettro luminoso, rifl ettendone altre. Sono

proprio quelle frequenze rifl esse che poi il nostro occhio percepisce

come il “colore” dell’oggetto. Ma se potessimo entrare nella testa

di un’altra persona e guardare con il “suo sistema visivo” occhi +

cervello, è probabile che noteremmo anche delle differenze sensibili

rispetto alle nostre percezioni, senza contare che altri animali in

natura percepiscono le radiazioni emesse dalla luce solare in tutt’altra

maniera. Ecco perché è complicato parlare di “correttezza cromatica”

senza dare dei riferimenti precisi, unici e inequivocabili; senza contare

che il nostro occhio è più sensibile alle immagini in bianco e nero,

rispetto a quelle a colori. All’interno del bulbo oculare, infatti, troviamo

due gruppi di cellule: i bastoncelli (per la visione “scotopica”, diciamo

in bianco e nero), demandati alla visione notturna, e i coni (per la

visione “fotopica”, diciamo a colori) per la visione diurna (lunghezze

d’onda di max 555 nm). Nei bastoncelli la sostanza fotosensibile è la

radopsina, la cui risposta fotometrica alle varie lunghezze d’onda ha

un andamento Gaussiano con un massimo posto a 507 nm, per cui

la dipendenza dello stimolo dalla lunghezza d’onda è solo in termini

di variazione di probabilità di assorbimento (vale a dire che non

sono discriminate cromaticamente le diverse lunghezze d’onda). A

differenza di queste cellule, esistono tre tipi di coni: Short (420 nm),

Medium (530 nm) e Long (560 nm), in base alla risposta fotometrica

di ogni gruppo. Lo stimolo relativo a ognuno dei fotorecettori dipende

dal numero dei fotoni e non dalla loro lunghezza d’onda (come invece

succede per i bastoncelli), e la probabilità di assorbimento dipende

dalla lunghezza d’onda ma lo stimolo trasmesso ne è indipendente.

Dato che si possono riconoscere tre colori (detti “fondamentali”)

Capacità di assorbimento di coni e bastoncelli in relazione allo spettro luminoso

L’area interna al triangolo del gamut rappresenta la quantità di colori visualizzabili

dal sistema. Nell’esempio vediamo: in rosso rec. 709 Gamut (tipico di plasma,

CRT...), in giallo RPTV DLP Gamut, in blu DLP Cinema Color Gamut

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approfondimenti

proprio in base alla lunghezza d’onda del proprio spettro luminoso, diciamo

che i coni sono principalmente preposti al riconoscimento del colore Blu (short),

Verde (medium) e Rosso (long), fatto che trova riscontro nel modello per la

rappresentazione dei colori di un dispositivo: lo spazio colore RGB (Red, Green e

Blue). Tutti i display hanno la possibilità di riprodurre poi solo una data porzione

dello spettro luminoso, che viene rappresentata in un diagramma cartesiano con

il famoso “triangolo del Gamut”, ossia proprio l’area contenuta fra le fondamentali

RGB che l’apparato può visualizzare. Maggiore e più estesa sarà questa area, e

migliore sarà la capacità del display di ricreare la visualizzazione di sfumature,

“qualità” e saturazione dei colori stessi (vedi immagini della pagina precedente).

Qualche (utile) curiosità sulla visione

Per completezza d’informazione aggiungiamo che, per ciò che riguarda il processo

di visione, l’occhio integra stimoli diversi nella defi nizione del colore fi nale, la cui

la percezione deriva dalla stimolazione più o meno contemporanea dei recettori.

La corrispondenza fra la stimolazione dei recettori e il colore percepito è univoca.

Abbiamo visto che il nostro occhio è parecchio complesso ma, lo ripetiamo, anche

parecchio “imperfetto”: non solo è più sensibile alla variazione di luce che alla

differenza di colore, ma anche in una scala di grigi è la parte a bassa luminosità

quella dove percepiamo maggiori dettagli. Oltre una certa “soglia di luce”, infatti,

per il nostro occhio tutto diventa una macchia bianca, senza più possibilità di

percepire differenze. Quindi la risposta allo stimolo luminoso non è proporzionale

(rappresentabile con una retta), ma assume la forma di una curva.

Aggiungiamo anche che la capacità di messa a fuoco delle immagini non è uguale

per ogni colore che siamo in grado di distinguere, ma dipende dalla regione del

nostro occhio dove si trovano i tre gruppi di coni (e la loro distanza dalla retina);

per questo siamo in grado di percepire delle “sfocature” su immagini con una

dominante rossa (ad esempio) in maniera nettamente superiore a quanto accade

con immagini con una forte dominante blu.

Concludiamo questa carrellata con gli accenni alle aberrazioni geometriche

che il cristallino induce sulle immagini che “lo fi ltrano” per capire che, oltre un

certo limite fi sico, non siamo più in grado di percepire la differenza data da un

determinato numero di linee (di risoluzione, ad esempio) o di dimensioni dell’oggetto che stiamo guardando

(pensiamo ai pixel di un’immagine digitale): per portare un esempio pratico, su un display da 42” osservato da 3

m di distanza, che l’immagine rappresentata abbia una risoluzione effettiva di 1.280x720 punti piuttosto che di

1.920x1.080 punti, per il nostro occhio non fa alcuna differenza.

Quindi, tutto da rifare ?

No, semplicemente l’analisi del funzionamento del nostro sistema visivo ha portato gli ingegneri dei vari reparti

ricerca e sviluppo a trovare soluzioni tecniche che rendessero i display digitali (per loro natura lineari e “perfetti”)

e la videoproiezione più aderenti al nostro modo di percepire la realtà… in termini pratici come provare a

ingannare il nostro apparato ottico perché il tutto sembri davvero una fi nestra sulla realtà.

Principali neuroni della retina,

sono visibili coni e bastoncelli

responsabili della percezione

umana di luminosità e colore

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approfondimenti

Tecnologie video: la videoproiezioneDai vetusti crt ai moderni proiettori al laser… siamo al capolinea?

L’ultima frase potrebbe sembrare una provocazione, ma in realtà è il pensiero di diversi addetti ai lavori che

individuano nella sempre maggiore qualità video dei display piatti una delle cause del rallentamento del mercato

della videoproiezione, e nelle nuove tecnologie (pellicole o display super sottili) delle possibili alternative.

Incurante di questo, il “buon vecchio” videoproiettore rimane una scelta vincente nel rapporto euro/pollice, e

rappresenta a tutt’ora una valida soluzione (se non l’unica economicamente percorribile, per la maggior parte

dei casi) nelle situazioni dove sia richiesta una buona risoluzione ma soprattutto una notevole luminosità.

CRT

La gestazione di questi strumenti di visualizzazione, gioco forza, corre di pari passo con quella delle immagini

televisive e della loro rappresentazione. In origine, date le limitazioni proprie delle trasmissioni analogiche

via etere, le immagini da visualizzare erano dei semplici standard televisivi interlacciati (480i per l’NTSC e

576i per PAL e SECAM), quindi anche l’hardware necessario a questo scopo era un vero e proprio “telaio

televisivo” installato in un videoproiettore a tubo catodico (i famosi CRT con i “tre occhi” rosso-verde-blu).

Successivamente anche questi “bisonti” si sono evoluti, diventando il sistema preferito per le sale controllo

di enti pubblici o privati (o in ambito militare), arrivando a visualizzare immagini molto risolute. Alcuni modelli

erano dichiarati compatibili con segnali RGBHV da oltre 2.500 colonne e 2.000 linee di risoluzione massima e,

grazie a una tecnica di posizionamento a stack multiplo (orizzontale o verticale) era possibile coprire superfi ci

molto importanti con l’immagine da riprodurre. Il fatto di essere costruiti con componenti discreti, la necessaria

periodica manutenzione, la scarsa luminosità in uscita, il raster in 4:3 (si hanno notizie solo di alcuni prototipi di

tubo catodico in 16:9, utilizzati per trasmissioni sperimentali in alta defi nizione TV) e soprattutto la via via sempre

più obsoleta concezione tecnica, ne hanno decretato la fi ne dopo una lunga e onorata carriera.

LCD

Creata per contrastare e migliorare l’analogica a tubo catodico, la tecnologia LCD è stata inventata da

Seiko-Epson. Basata su un principio fi sico per il quale un dato materiale (cristallo liquido) riesce a orientare

le proprie molecole mediante una polarizzazione elettrica, divenendo così permeabile o impermeabile a una

fonte luminosa, l’LCD ha preso sempre più

piede nel corso degli anni, rappresentando

tutt’ora una delle scelte più appetibili nel

mercato. La tecnologia prevede una tripletta

di chip appannaggio ognuno dei colori primari

R-G-B. Non avendo a disposizione dei fosfori

da eccitare e che emettono luce, l’LCD ha

introdotto anche il concetto di fonte luminosa,

che da sempre è rappresentata da una (o

più) lampade di varia potenza e tecnologia,

soluzione solo recentemente soppiantata da

triplette di LED oppure da una testa laser.

Il funzionamento della

tecnologia 3LCD

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approfondimenti

DLP

Killer naturale della tecnologia LCD è da sempre la tecnologia DLP di

Texas Instruments, basata sull’ormai noto chip DMD; questo è costituito

da una matrice di celle di memoria sulle quali sono fi sicamente vincolati

dei microspecchi, che hanno la caratteristica di orientarsi in due posizioni

distinte (On e Off), permettendo così di rifl ettere o meno la luce che

arriva dal percorso ottico del proiettore. Con questa tecnologia è stata

anche introdotta la variante a singolo chip, che necessita però di una

ruota colore divisa in spicchi di opportuna grandezza, numero e fi ltro

dicroico applicato. La ruota permette di creare immagini a dominante

Rossa – Verde – Blu che si combinano sullo schermo in maniera più

veloce di quanto la nostra retina possa registrare, e la cui risultante viene

registrata dal nostro cervello dandoci la percezione di un’immagine unica

e normalmente colorata. Questo ha comportato in passato il famigerato

“effetto arcobaleno”, perché in base alla sensibilità dell’occhio, differente

da individuo a individuo, alcune persone percepivano l’alternanza di

semi immagini colorate, avendone nausea o cefalea. Oggi questo effetto

è praticamente scomparso, grazie all’affi namento della tecnologia e

dei chip di comando che sovrintendono le operazioni, ma soprattutto

grazie all’introduzione di motori ottici dotati di tre matrici DMD, ognuna

appannaggio di un colore primario, proprio come nella tecnologia LCD

storicamente concorrente.

Naturalezza, accuratezza cromatica, contrasto e velocità di

commutazione dei microspecchi sono le carte vincenti del brevetto TI;

costo di alcune soluzioni e larga diffusione dei modelli a singolo chip

(relativamente poco luminosi) probabilmente quelli negativi. Da segnalare,

comunque, come proprio la DLP sia la tecnologia scelta per i proiettori

D-Cinema in moltissime sale cinematografi che del mondo, per la qualità

delle immagini che questi proiettori riescono a generare.

I componenti interni del videoproiettore a singolo chip LCD con ruota colore

a quattro segmenti InFocus LP425z. la luce passa attraverso la ruota colore,

attraversa la lampada principale, viene rifl essa su uno specchio e inviata al

chip DMD (freccia rossa). La freccia gialla indica il percorso della luce poi

emessa attraverso la lente di proiezione, la blu indica la luce spuria assorbita

La tecnologia DLP a singolo chip

…e a tre matrici DMD

All’inizio il punto debole era rappresentato dalla risoluzione che questi

proiettori erano in grado di gestire, a partire da quella “fi sica” di ogni chip

LCD per arrivare a quella elettronica interpolabile. Il materiale organico

che ricopre la superfi cie dei chip, inoltre, con l’andare del tempo tende a

deteriorarsi e a perdere la completa trasparenza, colorando lo schermo

di macchie giallognole. Inoltre, essendo necessario al funzionamento

dell’LCD un materiale di consumo come le lampade, queste si bruciano

e vanno sostituite dopo un certo numero di ore, a differenza dei proiettori

CRT che invece avevano una vita media decisamente più lunga. A livello

di vantaggi, riscontriamo invece la totale assenza di regolazioni periodiche

di geometria e fuoco, una capacità di accettare segnali via via sempre più

complessi e risoluti e, soprattutto, una buona luminosità a schermo.

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Page 39: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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approfondimenti

LCoS

Dalla diatriba fra una tecnologia trasmissiva (LCD) e una rifl essiva

(DLP), con una mossa a sorpresa Philips decide di proporre una “terza

incomoda”, e brevetta assieme a Canon le matrici LCoS; volendo

semplifi care molto, sono matrici LCD alle quali è stata applicata una

superfi cie rifl essiva dietro lo strato di cristalli liquidi: in questo modo si

annulla la percezione della “zanzariera” a schermo (effetto screen door)

degli LCD, causata dal passaggio della luce della lampada dentro la

matrice di micro celle, inoltre la dimensione dei singoli pixel e lo spazio

fra loro viene sensibilmente ridotto a tutto vantaggio della naturalezza

delle immagini e del contrasto percepito a video. I proiettori con questa

tecnologia non hanno avuto molta fortuna, tanto che recentemente

il brevetto è stato portato avanti dalla sola Canon con la serie Xeed

per il settore professional ed educational, mentre c’è stata la fugace

apparizione sul mercato di un modello 1.080p Cinetron per l’Home

Theater. Come detto i vantaggi rispetto alla LCD sono evidenti, anche

se forse non così sostanziali da far cambiare le sorti del mercato,

soprattutto quando il marchio da battere è un colosso come Canon.

D-Ila

Dato che il mercato non si fa solo con i prodotti, ma anche con le

royalty e i brevetti, JVC ha deciso di riprendere la tecnologia LCoS e

migliorarla, dando vita al famoso D-Ila. Detto anche “amplifi catore di

luce” per l’ottimizzato percorso ottico della lampada, riesce a garantire

un boost di luminosità a schermo, complice anche il miglioramento della

costruzione della matrice (aumentato fi ll rate, contrasto reale e materiale

organico più stabile). Il tallone di Achille di questa tecnologia, a modesto

avviso di chi vi scrive, è rappresentato dal tempo di commutazione delle

celle LCD nell’ordine dei millisecondi, che crea scie sulle immagini in

rapido movimento, ma anche dalla necessità di utilizzare lampade di

cospicua potenza perché comunque, prima di essere rifl essa, la luce

deve attraversare la matrice; con conseguenze quali deterioramento nel

tempo e “cottura” del materiale stesso.

SXRD

Sulla stessa linea di pensiero, ultima in termini temporali, è scesa

in campo anche Sony che, con il suo SXRD, ha ottimizzato ulteriormente il prodotto JVC in termini di risoluzione,

dimensione e spazio fra i pixel della matrice, linearità della superfi cie e omogeneità di risposta. Per il D-Cinema, le

prime matrici 4K a essere presentate al pubblico sono state proprio quelle di tipo SXRD, raggiunte solo ora anche dalle

DLP. Questa tecnologia, al pari della D-Ila, ha trovato spazio e apprezzamento di pubblico soprattutto in ambito Home

Theater per la fedeltà cromatica e il contrasto nell’immagine che riesce a generare; in ambito professionale il maggior

costo complessivo non fa pendere l’ago della bilancia in favore dell’SXRD, e sembra aver la meglio la “matura”

tecnologia LCD che, con l’ultimo affi namento della matrici Seiko-Epson, ha ancora molte frecce al proprio arco.

Funzionamento della tecnologia di proiezione D-Ila

Schema di funzionamento della tecnologia SXRD

Schema della tecnologia LCoS

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Page 40: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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approfondimenti

LED, Laser e poco più

Da qualche tempo, in ambito videoproiezione, più che sperimentare

nuove tecnologie si preferisce ottimizzare quello che si ha, in funzione dei

nuovi materiali. Anche perché ci sono molti aspetti ancora migliorabili:

sembrerà banale, ma una delle più frequenti cause di manutenzione di un

video proiettore è sempre stata la lampada (tranne appunto sui CRT), un

elemento delicato, soggetto a stress elettrico e termico, che può infi ciare

la colorimetria generale e la risposta spettrale dell’intera macchina. Fiumi

d’inchiostro, reale e digitale, sono stati sparsi riguardo alle caratteristiche

e costi sul mercato dei vari bulbi… la verità nuda e cruda è che le lampade

a volte si bruciano anche sotto il tempo di vita stimato, e possono perdere

luminosità anche senza l’infl uenza di agenti esterni.

Epson le lampade se le produce in casa, e quasi tutti gli altri brand

utilizzano Philips e Osram, con qualche rara eccezione. Alcuni hanno

percorso la strada dello Xenon, per poi tornare mestamente alle

lampade a scarica in atmosfera ad alta pressione. Xenon o scarica, il

rendimento elettrotermico di una lampada non è mai molto alto, e gran

parte dell’energia si trasforma in calore, che va poi gioco forza dissipato

ma entro uno specifi co range termico, difatti i bulbi hanno una precisa

temperatura di esercizio.

Il citato Xenon produce uno spettro luminoso vicinissimo a quello del sole

(con temperatura del bianco normalizzata a 6.500° K o D65), ma ha un

basso rendimento e oltretutto la sua caratteristica colorimetrica collassa

entro pochissime ore di funzionamento. Le lampade a scarica (Philips

UHP, Osram P-VIP…) sono bulbi abbastanza simili, con una dominante

nello spettro generato che va corretta con un fi ltro nel percorso ottico della

macchina, ma che garantiscono un funzionamento lineare durante la loro

vita; gran parte degli sforzi di miglioramento sono da anni concentrati nell’alimentatore (ballast) che permette di

pilotare la lampada in modo da preservarla il più a lungo possibile, e in espedienti per incontrare le specifi che

esigenze degli apparecchi nei quali sono applicate (aumentare il contrasto complessivo, la luminosità generale e,

in alcuni casi, anche la colorimetria del proiettore).

Per dribblare tutti queste diffi coltà, alcuni brand stanno usando una tripletta di LED al posto della lampada.

Nonostante alcuni prototipi a con tecnologia D-Ila, al momento in commercio ci sono solo apparecchi DLP che

traggono vantaggio da questa innovazione, soprattutto nelle macchine a chip singolo, dove la tripletta RGB va a

sostituire sia la lampada che la ruota colore. Con i LED, grazie anche all’algoritmo proprietario della TI chiamato

“Brilliant Color”, è possibile creare il colore desiderato esattamente nelle coordinate volute sul triangolo del

Gamut “dosando” ognuna delle componenti primarie. La colorimetria risultante di questi prodotti è quanto

di più vicino si sia mai visto a un CRT (il riferimento), ma con geometria e capacità di visualizzare risoluzioni

tipiche di un digitale. Per come è concepita, al momento la soluzione LED trova relativamente poco spazio

nell’ambito a tre chip DLP ma, come rovescio della medaglia, offre grande luminosità; tuttavia una macchina

calibrata secondo specifi che D-Cinema (40 cd/mq minimo) non riesce a coprire diagonali superiori ai 100” di

schermo, soprattutto se installata a 5/6 m. Le applicazioni ravvisabili sono quindi nel mondo Home Theater

Uso della videoproiezione in ambito architetturale, per la spettacolarizzazione

di edifi ci e monumenti

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Page 41: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

39

approfondimenti

Tecnologie di proiezione

CRT, Cathode Ray Tube

Pro: colorimetria generale a naturalezza delle immagi-

ni, la migliore per le immagini televisive

Contro: necessità di manutenzione e tarature co-

stanti, non adatto a segnali particolarmente risoluti,

geometria e convergenza non sempre ottimali

LCD, Liquid Crystal Display

Pro: luminosità a schermo, tecnologia a “basso

costo”

Contro: effetto screen door, durata delle lampade,

matrici destinate a logorarsi nel tempo

DLP, Digital Light Processing con DMD, Digital

Micromirror Device

Pro: colorimetria generale a naturalezza delle immagi-

ni, transizione fra gli stati dei microspecchi (no scie),

disponibile nella variante a LED (singolo chip DMD)

Contro: effetto rainbow (singolo chip DMD), costo

elevato degli engine a tre chip DMD, luminosità scar-

sa di alcune soluzioni a singolo chip DMD

LCoS, Liquid Crystal on Silicon

Pro: tecnologia rifl essiva, relativo basso costo

Contro: matrici a rischio di deterioramento nel tempo,

fi ll rate dei chip proprietari

D-ILA, Digital Direct Drive - Image Light Amplifi er

Pro: colorimetria generale dopo accurata taratura con

CMS, altissimo contrasto nativo (per applicazioni HT),

relativo basso costo della tecnologia

Contro: tempo di commutazione delle celle (scie

sull’immagine), diffi cile omogeneità di produzione

delle matrici, matrici a rischio di deterioramento nel

tempo

SXRD, Silicon X-tal Refl ective Display

Pro: fi ll rate dei chip proprietari, materiali organici

utilizzati, qualità generale delle immagini (per applica-

zioni HT)

Contro: tempo di commutazione delle celle (scie

sull’immagine), matrici a rischio di deterioramento

nel tempo, relativa luminosità generale in uscita al

proiettore

altissimo di gamma (per i costi generali), ma sfortunatamente ancora

non si riesce a traslare nel settore professionale le oltre 100.000 ore

di ciclo vitale garantite dal LED. Il prossimo step sarà sviluppare i

moduli PhlatLight PT-120, quasi universalmente utilizzati, in vista di

una maggiore luminosità: celle di Peltier ancora più effi cienti per il loro

raffreddamento, in modo da ottenere apparecchi che possano coprire

diagonali di schermo più elevate, oppure che riescano a operare in

condizioni di luce non controllata. Bisogna però dire che i proiettori

professionali hanno necessità opposte a quelle della riproduzione

di contenuti cinematografi ci, per cui anche se i costi si riducessero

drammaticamente (come è auspicabile pensare) nel prossimo futuro,

non è assolutamente detto che questa tecnologia trovi spazio fra i

professionisti del rental o delle installazioni pro.

Molto simili nel concetto di base, ma ben diversi per ambito di

applicazione, sono invece i proiettori basati su sorgente luminosa a

laser. Si parla comunque di apparecchi appena arrivati in commercio

(e solo su alcuni mercati), ben lungi dal rappresentare la panacea

di tutti i mali. Sebbene il laser sia la sorgente monocromatica più

pura che si possa ottenere oggi giorno (a tutto vantaggio del Gamut

complessivo del proiettore), e oltre tutto fredda (si evitano i costosi

e ingombranti sistemi di dissipazione del calore), è anche vero

che, opportunamente modifi cata, la stessa luce diventa un’arma

letale, e soprattutto la testa laser ha dimensioni che comunque non

permettono una miniaturizzazione del prodotto. Ci sono annunci molto

promettenti per il prossimo futuro, ma al momento si tratta più che

altro di un esperimento tecnologico, più che di una soluzione alla quale

i brand puntano in maniera diretta… a ogni buon conto rimandiamo

sull’argomento all’articolo pubblicato sul numero 23 di Connessioni

(aprile/maggio, pagina 58-59).

Chiudiamo la carrellata con una nota: queste tecnologie sono

appannaggio anche di macchine pensate per retro proiezione, diretta o

con l’ausilio di specchi; l’apposizione di una specifi ca lente per aumento

del contrasto e di una lente di Fresnel, infatti, permette di ottenere

“schermi piatti” di dimensioni importanti, utilizzando un proiettore

all’interno di chassis o di strutture di contenimento specifi catamente

progettate, e molti costruttori ne hanno fatto un prodotto a sé.

www.audioholics.com/

education/display-formats-

technology/display-

technologies-guide-lcd-

plasma-dlp-lcos-d-ila-crt

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Page 42: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

40 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

Tecnologie video: i display piattiCome la vecchia TV è diventata un monitor per l’alta defi nizione

Rappresentando una notevole fetta di fatturato per le aziende direttamente coinvolte nella creazione di

tecnologie video per il mercato, i display piatti subiscono un aggiornamento praticamente semestrale, cercando

per lo più di far coincidere le nuove esigenze (del pubblico, del marketing…) con caratteristiche tecniche

che possano supportarle. All’inizio la battaglia si è giocata a suon di pixel (o comunque di risoluzione), per

passare alla predisposizione ai collegamenti digitali, alle dimensioni e spessore, alla visualizzazione di contenuti

tridimensionali. Va comunque considerato, infatti, che molte volte ancora oggi i display non Full-HD sono

tranquillamente installabili (anche in quantità notevoli) perché le esigenze non prevedono contenuti in alta

defi nizione: nel 2010 la “buona cara e vecchia VGA”, (connessione RGBHV via connettore DB15HD), mette al

riparo da distanze, HDCP e altre “trappole” del collegamento digitale. Ecco perché nel catalogo di costruttori

storici esistono tutt’ora prodotti che potrebbero sembrare quasi anacronistici, ma che invece rappresentano la

scelta di budget corretta per una determinata funzione.

In principio fu il tubo catodico

La visualizzazione di contenuti video è iniziata qualche anno dopo la seconda

guerra mondiale: “l’uomo della strada” poteva guardare fi nalmente la televisione.

Per questo l’hardware era “semplice” e a prezzi di mercato, e di segnali ce n’era

da visualizzare solo uno: il buon video composito (CVBS), oltretutto demodulato

tramite antenna. Di strada ne è stata fatta e, prima che i costruttori dichiarassero

l’abbandono della tecnologia CRT per i display, a cavallo del 2005, anche per il

settore broadcast si utilizzavano (quasi in esclusiva) monitor a tubo catodico in

grado di risolvere diverse centinaia di linee televisive, con una cura nella taratura

del colore e della qualità d’immagine che è stata il riferimento assoluto per

decenni. Prima dell’abbandono delle mastodontiche TV da 32/36” (più di 50 kg di

peso e oltre 60 cm di profondità) da parte di Panasonic o JVC (al tempo ancora

consorelle nella Matsushita Corporation), per non parlare di Sony e Toshiba,

esistevano anche per il mondo consumer dei modelli in grado di accettare in ingresso un segnale 720p@50/60

Hz o un 1.080i allo stesso refresh, tramite connessione Component YCrCb. Alcuni di essi addirittura

annoveravano la HDMI nel parco connessioni e, come canto del cigno, si sono affacciate sul mercato TV CRT

“ultra piatte”, soprattutto Samsung, grazie all’arrivo di transistor ad altissima corrente.

Senza entrare in dissertazioni manualistiche, ricordiamo che il tubo catodico funziona perché, grazie alla

produzione di una certa corrente, si crea un vero e proprio raggio perfettamente puntiforme (diciamo così) ma

fermo; tramite elettromagneti molto potenti (gioghi di defl essione) si è riusciti a indirizzare questo “cannone

elettronico” modifi candone appunto il campo magnetico. In questo modo si fa muovere il raggio sulla superfi cie

di fosfori, che si illuminano al passaggio di questa sorta di “pennello” che compie un tragitto predefi nito

dall’angolo superiore sinistro a quello inferiore destro, spostandosi per linee, disegnando una sorta di “zeta

continua”. Da lì il cannone si riposiziona in altro a sinistra e ricomincia a “pennellare”, il tutto per 50 o 60 volte al

secondo (oppure molto di più), secondo gli standard di refresh del PAL o NTSC.

Catodo (per i fosfori rosso, verde e blu)

Anodo per messa a fuoco

Anodi di accelerazione

Bobina di rifl essione

Fascio di elettroni

Schermo completo di uno strato di fosfori con zone rosse, verdi e blu, e di apposita maschera per separare il fascio di luce nei tre colori dell’immagine visualizzata

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Page 43: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

41

approfondimenti

Tralasciando i già citati monitor per broadcast, i primi display CRT non pensati per immagini televisive erano

dei cinescopi con un’elettronica più raffi nata, pensati per segnali e stringhe di comando tipiche dei mercati

professionali con esigenze di informazione e advertising. Sono in concreto “morti” qualche anno fa per una

questione di consumi, dimensioni, peso e fl essibilità, ma soprattutto perché il segnale televisivo non è più quello

di 50 anni fa.

Prima di parlare di plasma e LCD, una menzione storica andrebbe proprio per il diretto sostituto digitale del

CRT, la tecnologia SED (Surface-conduction Electron-emitter Display) brevettata da Canon e Toshiba che tante

volte è stata annunciata, vista in forma di prototipo, e poi mai rilasciata per tutta una serie di motivi. Non ultimo

l’abbandono dello sviluppo da parte di Toshiba e la decisione di Canon di non proseguire sulla strada dello

sviluppo del brevetto. Si trattava di una tecnologia sempre basata su un cannone elettronico che andava a

eccitare dei fosfori, solo che questi erano vincolati e agganciati a una “griglia magnetica”, di risoluzione fi sica

opportuna, che aveva geometria e fuoco tipici dei display digitali, angoli compresi, eludendo il problema della

defl essione (e della convergenza). Contrasto infi nito (quando non sono eccitati i fosfori emettono zero energia,

assenza assoluta di qualsiasi rifl essione o luce spuria), colorimetria e triangolo del Gamut estesi, “pasta del

colore” tipica di un analogico (il riferimento), capacità di visualizzare immagini Full-HD e consumi generali a una

frazione di quelli dei plasma. Per i primi prototipi le immagini erano interlacciate ma, con l’evolversi dei chip

di controllo e gestione, il passo verso la scansione progressiva sarebbe stato breve… Troppo bello per essere

vero? Probabilmente sì, dato che dopo aver solleticato il palato di migliaia di appassionati e operatori, sono stati

lasciati in un cassetto.

Plasma

Per anni, quando si chiedeva alle persone il modello di “display

piatto”, o comunque di una tecnologia moderna che potesse sostituire

la zoppicante CRT, il 90% degli intervistati avrebbe risposto: “il

plasma”. E difatti dai primi Fujitsu in risoluzione XGA da (ai tempi) oltre

30 milioni delle vecchie lire, siamo arrivati ai Panasonic full HD da oltre

150” di diagonale. Non senza migliorie, brevetti a corollario e battaglie

fra reparti R&D. In sostanza il “plasma” è lo stato fi sico che assume un

gas eccitato da una differenza di potenziale elettrico. Immaginiamoci

migliaia di mini cellette che contengono neon e xenon che andranno

a eccitare dei fosfori: ognuna di esse rappresenta dei sub-pixel (ne

servono tre per creare ogni pixel, formato appunto da una tripletta

RGB). Questi pixel sono contenuti fra due lastre di vetro, dove sono

fatti passare anche degli elettrodi (davanti e dietro le celle) che appunto creano la differenza di potenziale utile

per “accendere” il plasma e di conseguenza far emettere luce ai fosfori. Lo stato “on/off” viene gestito tramite

dithering (tecnica a errore diffuso), che controlla un processo PWM (Pulse Width Modulation) di alimentazione

delle cellette stesse, così da creare delle “sfumature” fi ttizie di colore a schermo. Questo, e un consumo

energetico importante, sono un po’ il tallone d’Achille della tecnologia, uniti alla tendenza allo stampaggio dei

fosfori sullo schermo in caso di immagini statiche, tipico dei primi modelli di plasma. Oggi questo fenomeno è

decisamente ridimensionato se non completamente scomparso, al pari di un netto calo dei consumi generali,

anche se questi aspetti restano una discriminante nella scelta di un pannello piatto.

Display al plasma

Vetro di protezione

Vetro di protezioneStrato dielettrico

Strato dielettrico

Elettrodo di arrivo

Pixel

Fosfori nelle celle

Elettrodi del display(all’interno del layer dielettrico)

Copertura di ossido di magnesio

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42 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

LCD

Il principio di funzionamento degli LCD è noto: il cristallo

liquido è in grado di variare la direzione e l’orientamento delle

proprie molecole se sottoposto a una differenza di potenziale.

Quando questa “superfi cie mobile” e una luce debitamente

polarizzata si incontrano, la luce attraverserà o meno la

superfi cie in relazione alla differenza di potenziale. Se alla fi ne

di questa “fi nestra” apporremo un fi ltro dicroico, otterremo dei

sub-pixel colorati che, organizzati in triplette RGB, creeranno

proprio la nostra matrice fi sica di pixel. A differenza del plasma,

un pannello LCD è a funzionamento analogico, perché per

variare l’intensità luminosa di ogni pixel basterà agire sulla

differenza di potenziale che ne governa l’accensione.

Gli LCD hanno subito affi namenti nel tempo, e sono forse

quelli che si sono evoluti in modo più sensibile. All’inizio i

punti deboli erano il contrasto nativo e la qualità dei colori:

non essendoci fosfori da eccitare e che emettono luce, in un

pannello LCD la fonte luminosa è rappresentata da lampade

a incandescenza che, organizzate in disposizioni verticali e

parallele, non possono essere spente o parzializzate; questo

comporta che nei segnali privi di luce o colori (immagini

nere o buie), le lampade restino accese, rendendo il nero

meno compatto e vanifi cando la qualità del contrasto nativo

e percepito. La colorimetria, inoltre, già indebolita dai fi ltri

dicroici davanti a ogni sub pixel, era dipendente anche dalla

temperatura colore delle lampade stesse, con il risultato

di un Gamut complessivo non particolarmente esteso. Per

questi motivi, recentemente si è ricorsi ai LED come fonte

luminosa, e in due modalità: quella più economica si chiama

Led Edge, con LED perimetrali apposti sulla cornice che,

grazie a una fi tta matrice di tubicini in plastica che ricordano

il concetto delle fi bre ottiche, riescono a retro-illuminare tutto

il pannello; soluzione che garantisce uno spessore minimo del pannello, a tutto vantaggio dell’estetica, anche

se le prestazioni video generali ne vengono un po’ minimizzate. Più performante la seconda modalità, la Local

Dimming, realizzata con una fi tta matrice di LED (idealmente uno per ogni pixel di risoluzione, anche se a conti

fatti sarebbe quasi impossibile ed improponibile economicamente) posta dietro al pannello LCD; in questo caso

lo spessore del display è quasi doppio, perché si ha un vero e proprio sandwich di pannelli completi, inoltre

serve un secondo processore dedicato al controllo dinamico dei LED in base al contenuto da visualizzare, per

cui i costi complessivi salgono. A bilanciare il tutto, una qualità dell’immagine davvero soddisfacente, un alto

contrasto (nelle zone buie dell’immagine i LED sono spenti e non creano luce spuria in quelli adiacenti, accesi)

e una colorimetria eccellente, unita a consumi elettrici molto bassi. Ultimo problema che affl iggeva i pannelli di

precedente generazione era il tempo di commutazione dei pixel, fenomeno che creava il fastidioso effetto scia

Funzionamento della tecnologia LCD per display piatti

Tecnologie per display piatti

CRT, Cathode Ray TubePro: oggi giorno, nessunoContro: consumi, ingombro e peso, banda passante e segnali riproducibili limitati, geometria e convergenza non sempre ottimali

LCD, Liquid Crystal Display - Versione “classica” recentePro: qualità dell’immagine, nessuno stampaggio del display, costo limitatoContro: contrasto nativo e ampiezza gamut con limiti, front end on board di qualità quasi mai alta

LCD + LED, Liquid Crystal Display - Versione LED EdgePro: buone colorimetria e contrasto dell’immagine, basso consumo elettrico, costo limitatoContro: non uniformità della retroilluminazione, spessore generale, possibile fragilità meccanica nel tempo

LCD + LED, Liquid Crystal Display - Versione Local DimmingPro: qualità assoluta dell’immagine, contrasto nativo tendente a infi nito, con-sumo elettrico contenutoContro: costo della soluzione, necessità di doppio processamento video in real time (display + matrice LED)

PLASMA, PDP (Plasma display panel) - modelli recentiPro: contrasto nativo e qualità dell’immagine, durata del pannello (oltre 100.000 ore dichiarate)Contro: consumo elettrico, saltuari stampaggi del display, costo di alcune soluzioni

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approfondimenti

in presenza di contenuti in movimento (tipicamente un evento sportivo), ma

che oggi giorno è stato praticamente risolto sia migliorando i pannelli stessi (a

livello chimico ed elettrico), sia aggiungendo dei chip di post produzione del

segnale che permettono una migliore gestione della tecnologia.

Digital Signage, 3D, OLED

Come per il mondo dei video proiettori, anche quello dei display piatti

si evolve più per il settore home/consumer che per quello del mercato

professionale, che ha delle esigenze più specifi che ma meno mutevoli.

Non è raro, nell’uso professionale, usare display piatti per creare dei video

wall, ossia una superfi cie di visione importante per condividere le informazioni

(sale di controllo, tipicamente), oppure per avere in un’unica videata migliaia

di dati (applicazioni militari, ad esempio). Esistevano, ed esistono tutt’ora,

video pareti formate da LCD o da Plasma nelle quali la risoluzione singola

non è così importante, proprio perché ogni pannello è elemento di un display

più grande; quello che conta in queste applicazioni è che il bordo (bezel)

sia il più sottile possibile, in modo che la cornice complessiva (formata dall’adiacenza di due pannelli) non dia

fastidio guardando l’immagine nel suo complesso. Altro uso di questi pannelli professionali (tipicamente dotati

di due alimentatori e costruiti per resistere a un utilizzo intensivo 24/7/365) è quello per il digital signage. In

quest’accezione i pannelli non sono necessariamente organizzati in video wall, quanto in batterie, e sistemati

in modo opportuno. Esistono le varianti per installazione interna, esterna, contro la luce del sole, in contenitori

blindati e per venire incontro a ogni tipologia di richiesta. A differenza di quelli specifi ci per video wall, che

possono contenere al loro interno hardware ed elettronica per il montaggio in matrici senza l’ausilio di

processori esterni, i display per il digital signage sono collegabili in rete a player per la gestione dei contenuti;

inoltre hanno spesso software che permettono l’orientamento delle immagini a seconda che il pannello sia

posizionato sul lato lungo (landscape) o corto (portrait), o la gestione semplifi cata del Picture-in-

Picture ecc. Ultima frontiera nell’offerta di display piatti è la tecnologia per la visione di contenuti

3D mediante l’uso di occhiali polarizzati. Questa funzione ha al momento più il sapore di un test

(per la visualizzazione professionale d’immagini olografi che o stereoscopiche è opportuno usare dei

videoproiettori) anche perché è ancora tutta da verifi care la disponibilità di contenuti adatti. Ha però

buona diffusione nell’ambito dei videogiochi. Per questi usi la tecnologia prescelta è la LCD, con

possibilità di accettare immagini con refresh a 120 Hz al secondo (60 immagini per l’occhio sinistro e

60 per l’occhio destro), sincronizzate tramite un emettitore IR collegato a occhiali attivi e polarizzati.

Ad onor del vero ci sono altre tecnologie che si stanno affacciando al mercato: gli OLED o gli

AMOLED, usati per telefonini, smart phone o game console portatili. Il loro uso come display di grosse

dimensioni > 32” al momento è stato però solo annunciato e ipotizzato, dato il costo della tecnologia

e le attuali limitazioni di produzione per formati accettabili. Dopo dichiarazioni e smentite, è stata LG

la prima a introdurre sul mercato, a fi ne del 2009, un display OLED da 15” non a risoluzione Full-HD

come televisore, con tutti i pro e i contro di un prototipo avanzato. Il costo della “vecchia” tecnologia

LCD, rinvigorita dalla retroilluminazione a LED, potrebbe confi nare queste due varianti ai dispositivi

portatili attenti al consumo energetico, come è tutt’ora, e praticamente inibirne la diffusione come

tecnologia per display piatti a uso anche professionale.

Esploso della struttura dell’OLED

www.maximumpc.com/

article/features/white_

paper_lcd_technologies_

compared?page=0%2C0

http://www.imagingscience.com/upload/IDC%20ISF%20Flat%20Panel%2030%20day%20analysis.pdf

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vox technologica

Costruire e vedere il 3DTecnologie di produzione e di visualizzazione

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vox technologica

Una volta fatti i conti per quanto riguada il mercato, ecco una carrellata per mettere a fuoco tutta la catena della poduzione di contenuti tridimensionali, dalla ripresa e creazione, alla scelta della tecnologia più idonea, alla visualizzazione con i vari mezzi messi a disposizione dai costruttori

Rolando Alberti

La produzione di contenuti 3D non differisce particolarmente da quella tradizionale in 2D, passando

sostanzialmente attraverso i medesimi processi, e ciò che fa la differenza sono i dispositivi “stereoscopici”

utilizzati per l’acquisizione delle immagini e per la loro visione.

L’acquisizione di immagini per il 3D può avvenire in vari modi. Il primo e più immediato, tra l’altro il solo metodo

disponibile fi no all’avvento di vere e proprie videocamere 3D, era quello della simulazione della vista umana: due

sono gli occhi e due sono quindi le videocamere. Sul loro posizionamento in termini di distanza di una dall’altra

e di angolo tra le due vi sono varie fi losofi e che portano a ottenere risultati diversi, tutti apprezzabili, anche se,

in certi casi, poco realistici. Possiamo dire che il posizionamento delle camere segue gli stessi principi applicati

all’audio, dove distanza e angolo tra i dispositivi di acquisizione creano diversi tipi di stereofonia o, nel nostro

caso, di stereoscopia. Le immagini vengono poi registrate su appositi video recorders HD che, lavorando in Dual

Mode (registrano cioè contemporaneamente le immagini delle due videocamere), le mantengono sincronizzate.

Il problema maggiore presentato da questo procedimento è il poter agilmente spostare le videocamere

contemporaneamente e, soprattutto, poter controllare parametri come fuoco ed esposizione in modo che siano

esattamente identici per entrambe le macchine.

Esiste poi un altro sistema per effettuare riprese in 3D, che permette una più agile gestione delle videocamere

in termini sia logistici che di controllo, e di conseguenza anche un loro utilizzo dal vivo: si monta su una normale

videocamera HD un adattatore che, attraverso un sistema di prismi, specchi e otturatori LCD, provvede a far

arrivare ai sensori della videocamera le immagini alternate per i due occhi, utilizzando una frequenza doppia

rispetto a quella che si userebbe per il 2D. Quindi, ad esempio, per il cinema si lavora a 48Fps invece che a

24, mentre per la HDTV si lavora a 50Fps invece che a 25, o a 60Fps invece che a 30. In questo caso il fl usso

di post-produzione procede come quello standard 2D. Per inciso, sono in uscita sul mercato consumer delle

videocamere HD 3D con una doppia ottica che sostituisce gli adattatori.

Capitolo a parte è costituito dai sftware di computer grafi ca in 3D, che però non fanno parte del nostro

approfondimento.

Post produzione

La visione del girato, indispensabile per il monitoring e il montaggio, avviene generalmente su schermi LCD

dotati di una superfi cie “micro polarizzatrice” abbinata a degli occhialini 3D passivi, e generalmente con

polarizzazione circolare che permette di vedere subito il risultato delle riprese, a tutto vantaggio delle eventuali

correzioni. La polarizzazione circolare è preferita a quella ortogonale per il semplice fatto che, anche inclinando

la testa durante la visione, non vi è il rischio di assumere un angolo di visione scorretto.

Nel caso del cinema la fi nalizzazione del prodotto, ad esempio il color grading e le operazioni che richiedono

l’uso di un proiettore per essere espletate al meglio, avviene successivamente in una sala attrezzata con un

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vox technologica

proiettore digitale equipaggiato con uno dei sistemi 3D diffusi anche

nelle sale. Questi sistemi possono essere sia attivi che passivi, ognuno

con i suoi pro ed i suoi contro, tanto che non è diffi cile trovarli spesso tutti

presenti e utilizzati alternativamente in modo da sapere con esattezza

come apparirà il prodotto fi nito agli spettatori dotati dei vari sistemi.

Le tecnologie per il 3D

I metodi che la tecnologia mette a disposizione per ricreare l’illusione

della terza dimensione al momento sono diversi, ma si basano tutti

sul principio dell’alternanza tra le immagini dedicate all’occhio destro

e a quello sinistro, facendole arrivare (in quache modo) al nostro

cervello abbastanza velocemente così da non far percepire questa

sovrapposizione sincrona dei quadri.

Per lo più abbandonata la tecnologia che si basa sugli anaglifi ,

tecnicamente la stereoscopia di oggi si basa sull’uso di luce polarizzata,

in modo che le immagini destinate all’occhio sinistro abbiano una

polarizzazione diversa rispetto a quelle per l’occhio destro, il tutto

con un frame rate più elevato rispetto ai tradizionali 24 fotogrammi al

secondo: questo permette di “imbrogliare” il cervello dello spettatore

non facendogli percepire l’alternanza delle immagini.

Attualmente esistono vari tipi di sistemi 3D che, manco a dirlo, non

sono compatibili tra loro, ma buona notizia è invece che i contenuti,

a prescindere dal sistema di riproduzione utilizzato, sono sempre gli

stessi e non devono essere pubblicati con metodi diversi (grazie alla

lungimiranza del consorzio DCI il quale ha stabilito che qualsiasi sistema

3D debba usare comunque dallo stesso tipo di immagini).

Per la visualizzazione in ambito cinematografi co si usano proiettori

DLP Cinema, cioè con risoluzione 2K in grado di gestire un frame rate

di almeno 48Fps. Per la visualizzazione in area pro, anche qui ci si

affi da prevalentemente alla videoproiezione: sono ormai a disposizione

proiettori capaci di una cadenza di proiezione e velocità doppie rispetto

al normale, e le immagini vengono così indirizzate, rispettivamente,

all’uno e all’altro occhio, che le ricevono in maniera alternata grazie agli

occhiali LCD (vedi box). Questi vengono poi sincronizzati tramite un

controller sul proiettore che invia un segnale all’elettronica degli occhiali.

In alternativa, esistono le soluzioni a due proiettori (stereoscopia

passiva), dove le immagini vengono opportunamente fi ltrate da lenti

polarizzate, o “separate” attraverso l’applicazione di un fi ltro dicroico che

cambia il colore delle immagini destinate all’uno e all’altro occhio (come

nel caso del brevetto di Infi tec WMI, Wavelenght Multiplex Imaging).

Di norma è necessaria anche un’elettronica che “coordini” le emissioni

dei due videoproiettori in termini di distanza tra le due focali e di

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sincronizzazione delle immagini proiettate, e di uno schermo speciale. Oltre, naturalmente, all’uso degli occhiali polarizzati.

Qunado possibile si preferisce utilizzare la stereoscopia attiva: non si deve utilizzare uno schermo apposito (vanno

benissimo i tradizionali) e soprattutto non si richiede una taratura meccanica con convergenza micrometrica fra le macchine,

sempre lunga e poco agevole; è una soluzione che in alcuni ambiti può costare di più di quella passiva, di contro utilizza

proiettori già comunemente in commercio e non macchine specifi che.

Sempre in area professionale per applicazioni specifi che (digital signage, medicale…) si usano anche display LCD

3D-Ready; nel primo caso ovvie ragioni legate all’suo degli occhiali fanno preferire display auto-stereoscopici, per quanto

impongano alcuni compromessi in termini di dimensione del display e dell’anglo di visione.

In area consumer, per fi nire, la fanno da padrone gli LCD 3D-Ready, corredati di opportuno Box 3D (e relativo abbonamento

servizi!) per la ricezione. Si tratta di display corredati di un opportuno schermo polarizzato che “divide” le immagini, in

abbinamento a occhiali passivi.

Videoproiezione e 3D, i metodi

I metodi per la resa del 3D con videoproiezione sono molteplici, e implicano

metodi di visualizzazione diversi, ecco un breve riassunto. Ormai abbandonato

l’anaglifo (che prevede la creazione di due immagini differenti, a dominante

rossa e verde, poi riunite un’unica immagine in 3D dagli occhialini) esistono

tuttavia altri metodi di “scomposizione” dell’immagine, tra i quali il già

citato WMI, che prevede uno sdoppiamento della gaussiana di riferimento

dell’immagine per ciascun colore RGB, e indirizzata ognuna ad uno dei due

occhi. Lo sdoppiamento cromatico avviene con appositi fi ltri colorati.

È stato l’Active Stereo, invece, a portarci nell’area della resa del 3D tramite

polarizzazione della luce. Le immagini vengono proiettate in maniera alternata,

con frequenza simile a quella con cui gli occhiali, evidentemente attivi a

cristalli liquidi, oscurano in alternanza la visione di un occhio o dell’altro dello

Come funziona il 3D?

Nel mondo reale i nostri occhi, sistemati nelle orbite oculari del cranio a distanza di alcuni centimetri, vedono una stessa scena

in modo leggermente diverso tra loro grazie a quello che è comunemente chiamato “errore di parallasse”, ossia la differenza di

rapporto fra la visione ortogonale al piano dell’oggetto e quella dove invece si trova il nostro occhio; questa differenza fa sì che

si possa percepire la profondità delle immagini. Come riprova del meccanismo della visione binoculare, si può tentare, tenendo

solo un occhio aperto, di riempire con una brocca un bicchiere d’acqua posto su un tavolo che non avevamo osservato in

precedenza… senza la percezione della profondità di campo non sarebbe per niente facile.

Il 3D sfrutta esattamente questo principio e, tramite lo “sdoppiamento” dell’immagine con colori diversi o con polarizzazione della

luce o ancora con alternanza di immagini, simula la differenza di visione creata dalla distanza tra i due occhi e, di fatto, ricrea

l’illusone della profondità.

Nel caso della polarizzazione, il metodo oggi più usato, il proiettore mostra alternativamente agli occhi una sequenza d’immagini

per l’occhio destro e per quello sinistro, che vengono fi ltrate attraverso dei polarizzatori di luce; questi poi fanno arrivare l’immagine

“giusta” a ogni occhio. L’alternanza rapida di questi quadri, così come succede con le immagini in movimento, non è percepita dagli

occhi, i quali invece vedono le immagini come un fl usso continuo ed unico di movimenti contestualizzati nello spazio.

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spettatore; in questo modo un occhio vede una sequenza di imamgini e l’altro la seconda, ricreando la

sensazione i profondità. È affi ancato dal metodo Passive Stereo, che prevede un proiettore digitale

il quale, funzionando a velocità doppia rispetto a quella normale, mostra alternativamente due

immagini con polarizzazione differente che occhiali passivi con lenti di polarizzazione diversa fi ltrano

per ognuno dei due occhi.

L’ultima novità, l’auto-stereoscopia, prevede una speciale generazione delle immagini, visualizzate

dal display in sottili bande verticali, e la distanza tra i due occhi dell’osservatore fa sì che venga

percepita la profondità; non sono necessari gli occhiali, ma è indispensabile una determinata

distanza e un angolo di visione molto stretto.

In ambito consumer, gli schermi più utilizzati sono a ecnologia LCD e dotati di uno schermo in

grado di polarizzare la luce; vanno come detto abbinati a occhialini passivi.

Per quanto riguarda il 3D al cinema, diversi brand offrono soluzioni a pacchetto che si basano sulle metodologie

sopra descritte, la differenza tra loro sta nel punto e nel modo con cui la luce viene polarizzata. Il sistema

X-Pand utilizza occhiali attivi ai quali, generalmente tramite infarossi, un controller applicato al proiettore invia

un segnale di link: le lenti sono costituite da LCD che si polarizzano a seconda del fotogramma corrente. Gli

occhiali X-Pand, dotati di batteria, sono riutilizzabili.

Nel sistema Real-D la luce viene polarizzata circolarmente e gli occhiali utilizzati sono “passivi”: le lenti sono

polarizzate una in senso orario ed una in senso antiorario fungendo così da fi ltro. L’immagine viene a sua

volta fi ltrata da una sorta di chermo, lo Z-Screen, modulatore elettro ottico, posizionato davanti alla lente

del proiettore e ad esso sincronizzato, che cambia la polarizzazione del fascio di luce. In questo caso gli

occhiali possono essere del tipo usa e getta o riutilizzabili ed è opportuno l’uso di uno schermo argentato per

Gli occhiali per il 3d

L’uso di occhiali per la visione di contenuti in 3D è, purtroppo, ancora una necessità

ineliminabile per la visione delle immagini stereoscopiche, con l’unica eccezione

costituita dai display auto stereoscopici, che però richiedono diversi compromessi

in termini di posizionamento dell’osservatore e qualità della riproduzione.

Sul mercato esistono occhiali passivi e attivi. I primi sono occhiali essenzialmente

statici e privi di elettronica interna; hanno lenti colorate da abbinare alle immagini

create con le tecnologie che si basano sul loro sdoppiamento cromatico,

oppure polarizzate, in modo da “ricevere” solo l’immagine di loro competenza.

Un videoproiettore o un display, quindi, produrranno immagini polarizzate

diversamente, e le lenti permetteranno la visione a ciascun occhio solo di quelle di

un tipo, o dell’altro; questo ricrea l’illusione della prospettiva. Di questo tipo sono gli

occhiali usa e getta e, ovviamente, quelli più maneggevoli e portabili.

Gli occhiali attivi hanno una montatura più importante perché contengono

un’elettronica e le batterie per funzionare. Le lenti sono costituite da piccoli pannelli

LCD che si oscurano alternativamente, in sincrono con l’immagine prodotta dal videoproiettore: quest’ultimo proietta infatti in

alternanza le immagini destinate all’uno e all’altro occhio. La sincronia fra l’apertura degli otturatori LCD è defi nita da un segnale

emesso dal videoproiettore, spesso in radiofrequenza.

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www.fi lm3d.it

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vox technologica

minimizzare la perdita di luminosità a cui tale sistema è

soggetto.

Il sistema Dolby, una versione moderna del sistema

anaglifo, utilizza invece una sorta di ruota polarizzata

e colorata posizionata davanti alla lente del proiettore:

girando ad una certa velocità in sync con il frame rate

del proiettore, cambia la polarizzazione del fascio

di luce che viene poi “interpretata” dagli occhiali.

Gli occhiali Dolby sono riutilizzabili e uno schermo

argentato è auspicabile.

L’ultima nata si chiama Master Image e utilizza un

disco rotante che, analogamente agli altri sistemi,

polarizza il fascio di luce diretto allo schermo attraverso

la sua rotazione davanti alla lente del proiettore. Master

Image offre occhiali sia riutilizzabili, che usa e getta.

Sebbene a livello teorico tutto dovrebbe funzionare

perfettamente, è pur vero che creare contenuti in 3D è

un’attività in un certo senso ancora sperimentale e sta cercando, come ogni nuova tecnologia, di trovare una sua

dimensione specifi ca e un suo linguaggio.

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Gli schermi da proiezioneAlle volte si tende a dimenticare il valore delle superfci da proiezione, che invece possono fare molto per la qualità dell’esperienza visiva. La loro posizione, le proporzioni e il materiale di cui sono costituiti sono elementi fondamentali, da valutare con attenzione per la riuscita di ogni installazione (e la soddisfazione del committente)

Sia che si tratti di videoproiezione che di visione su display, la regola d’oro nella fruizione di contenuti

impone che la qualità sia pari a quella raggiunta dall’elemento più “debole” della catena di distribuzione

dell’immagine, dalla sua acquisizione all’arrivo davanti ai nostri occhi. Un assunto che induce a svariate

considerazioni: nessun elemento, dal cavo alla matrice al videoproiettore, deve essere dimenticato e vale

comunque la pena, in relazione al budget disponibile, di impostare una catena con qualità uniforme piuttosto

che privilegiare solo uno, o alcuni, degli elementi. Lo schermo per la videoproiezione non fa eccezione: tutt’altro

che marginale, è a pieno titolo parte integrante della catena di qualità nella fruizione delle immagini.

Per soddisfare le aspettative del cliente o del suo architetto di fi ducia, è quindi opportuno che il progettista

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vox technologica

o system integrator sappia orientarne le scelte, per quanto, ci rendiamo conto, non sia sempre semplice far

comprendere il valore di un oggetto che, agli occhi dei più, è “solo” un telo bianco alla parete. Spesso anche

sentito come fastidioso e antiestetico. Ma è un lavoro che val certamente la pena di fare se si vuole mantenere il

rapporto nel tempo con il committente, e comunque offrirgli un lavoro a regola d’arte.

I primi passi

I nostri testi sulle tecnologie spesso partono da assunti applicativi, e anche in questo caso vorremmo iniziare col

chiederci quali siano i parametri e le considerazioni da fare quando c’è da scegliere uno schermo da proiezione.

Naturalmente la prima cosa è analizzare l’ambiente nel quale la proiezione avverrà, sia che si tratti di un

impianto per home cinema che per usi professionali o legati al cinema. Occorrerà valutare le dimensioni

dell’ambiente, che infl uiscono sia sull’angolo di visione che sulla distanza del pubblico dall’immagine (mai

dimenticare le ultime fi le), ma anche la posizione stessa dello schermo in rapporto al videoproiettore. Se

l’ambiente ha il soffi tto basso, per esempio, questo imporrà spesso il posizionamento della sorgente a fi lo del

soffi tto (magari con un opportuno sistema di alloggiamento a scomparsa) per minimizzare le ombre del pubblico

sullo schermo. Soluzione consigliabile anche in via generale, salvo ambienti con soffi tti molto alti, dato che

la maggior parte della luce rifl essa dallo schermo si percepisce con un angolo uguale od opposto a quello di

incidenza della luce stessa.

Da non sottovalutare anche i vincoli estetici, in particolare per installazioni in ambienti di pregio, dove si

potranno prevedere schermi a scomparsa o avvolgibili. In questo caso sarà necessario orientarsi su soluzioni

di gamma alta, perché il meccanismo dovrà mantenere la sua capacità di tendere alla perfezione la tela

anche dopo innumerevoli “saliscendi” o avvolgimenti: la proiezione su una superfi cie non perfettamente tesa

o uniforme, anche negli angoli, va a discapito della qualità dell’immagine, con la comparsa di aberrazioni

geometriche. Per questo i costi di uno schermo avvolgibile possono esser anche doppi rispetto a uno fi sso della

stessa misura.

Anche la posizione dello schermo nella stanza ha la sua importanza: se è posto davanti a una superfi cie

rifl ettente (un muro bianco, un mobile laccato…) e se gli spettatori sono in linea con il proiettore, non è raro

incorrere in problemi di mutua rifl essione che danneggiano la

visione. È consigliabile in questi casi disporre un materiale scuro

dietro allo schermo (oppure, se possibile, verniciare in nero mat

la parete).

Da valutare anche la presenza dei diffusori audio: quando

posizionati dietro la tela, come nei cinema, sarà necessario uno

schermo in materiale microforato che lasci passare il suono.

Decisiva è poi la questione della luce ambientale, ovvero

dell’illuminazione della sala “al netto” della luce proveniente

dalla proiezione. La luce ambientale può essere diffusa, oppure

essere il risultato della combinazione di diversi fattori, come le

possibili rifl essioni sullo schermo (provenienti per esempio da

una fi nestra, o da una o più sorgenti puntiformi) e le rifl essioni

provenienti dalla proiezione stessa. Essa è particolarmente

nociva per una buona visione perché alza (o abbassa, se il

rapporto è favorevole) la tolleranza dell’occhio umano alla luce,

cambiando la percezione dell’immagine: la luce ambientale

New Wide Angle Screens di dnp

per un ospedale in Norvegia

© dnp denmark

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vox technologica

diminuisce la sensibilità dell’occhio, diminuendo di conseguenza anche

la sensibilità alle immagini proiettate. Infatti, la luce ambientale infl uisce

pesantemente anche sulla nostra sensibilità al contrasto, essenziale per la

percezione della qualità dell’immagine stessa. Un parametro di riferimento,

utile un po’ in tutte le occasioni e per tutti i tipi di immagine (perché una

cosa è leggere una scritta nera su fondo bianco, un’altra è cogliere i dettagli

di un’immagine complessa), è fare in modo che la luminanza dell’immagine

sia almeno uguale al livello di luminanza nell’area di visione, presupponendo

comunque un buon livello di contrasto. In generale, in relazione alla luce

ambientale, per la maggior parte dei contenuti (scritte, schemi, immagini

semplici)il rapporto è 15:1, mentre per immagini complesse e in generale

per essere sicuri del risultato, si dovrebbe arrivare a un rapporto di contrasto

di 20:1. Altrettanto importante, per una visione buona e non faticosa, è il

bilanciamento tra la luce ambientale e quella proveniente dalla proiezione:

è nell’esperienza di tutti rimanere abbagliati se intorno a noi è buio e la

proiezione è invece molto luminosa.

Angolo di visione e distanza dallo schermo

Un altro elemento da considerare è il rapporto tra le immagini che

verranno proiettate, l’angolo di visione, la distanza di osservazione e la

grandezza della superfi cie di proiezione. La regola empirica vuole che la

distanza massima di visione sia compresa tra 1,5 e 2,5 volte la diagonale

dello schermo, per un fattore legato alla fi siologia umana: è dimostrato

che l’immagine proiettata dovrebbe rimanere nel cono di visione della

persona; se questi è costretto a muovere occhi, e testa, per visualizzarla

completamente, la visione risulta molto faticosa o addirittura può portare

a disturbi quali accenni di nausea e giramenti di testa. Salvo coloro che

desiderano essere immersi nella proiezione, e infatti c’è sempre qualcuno

seduto nelle prime fi le dei cinema… In generale, comunque, una proiezione

di schemi e testo richiede una maggiore vicinanza allo schermo di quanto

non richieda la visione, per esempio, di fi lmati.

Ad ogni modo qualche parametro per la leggibilità di scritte e schemi ce

lo offre lo standard DIN (riferito principalmente alle presentazioni da PC):

la distanza ottimale dovrebbe essere pari a quattro volte l’altezza delle

immagini, e comunque non inferiore a due volte la loro altezza e non

superiore alle otto volte.

Anche l’angolo di visione ha un ruolo: sempre in relazione allo standard

DIN, non dovrebbe superare i 45° (orizzontale) e i 30° (verticale), senza

dimenticare la posizione delle sedute (come per esempio in un anfi teatro).

La grandezza dello schermo, poi, e le sue proporzioni andranno anche

valutate in relazione ai contenuti che ci si propone di visualizzare: le

trasmissioni televisive sono in 4:3, molti DVD sono registrati in 16:9 (o

L’impatto della luce ambientale sul rapporto di contrasto nella

videoproiezione frontale e retro.

L’infl uenza della luce ambientale sullo schermo

La dimensione degli schermi e i formati più comuni, in relazione a quella

dei contenuti:

Original video and PC (e.g. XGA - 1024 x 768): 4:3:5

Some CAD displays (e.g. SXGA - 1280 x 1024): 5:4:6.4

Video widescreen (e.g. HD - 1920 x 1080): 16:9:18.3

Computer widescreen ((e.g. WUXGA - 1920 x 1200): 16:10:18.9

35 mm slide: 3:2:3.6

Standard VideoXGA 1024 x 768

SXGA 1280 x 1024

Wide screen video16:9

Standard slide35 mm

WUXGA 1920 x 1200

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53

vox technologica

1,78:1 oppure 1,85:1), alcuni fi lm su supporto digitale, in particolare

quelli che si mantengono fedeli a determinate scelte registiche, sono

nel formato cinematografi co 2,35:1, così come molti HD-DVD o Blue-

Ray Disc. Come combinarli tutti con uno schermo a parametro fi sso?

Per non stravolgere le proporzioni dei contenuti, nella proiezione

apparirano delle fasce scure ai lati oppure sopra e sotto le immagini,

con un duplice effetto negativo: l’immagine risulta più piccola, perché

non a pieno schermo, ma soprattutto le bande proiettate non possono

essere nere (perché la natura della proiezione stessa non permette un

nero totale, ma un gradiente del grigio scuro), rendendo il “nero video”

meno profondo e danneggiando così la qualità della visione. Per questo

sono in commercio schermi dotati di una mascheratura variabile,

capaci di adattare il rapporto d’aspetto originale al formato immagine,

con il vantaggio di evitare la disparità tra il nero delle bande e quello

dell’immagine e di “mascherare” la riduzione dell’immagine.

Date le variabili del rapporto d’aspetto, i costruttori non misurano più gli

schermi solo in termini di diagonale, quindi bisogna prestare attenzione a

quale parametro viene adottato.

A o B side?

La proiezione frontale porta semplicità di realizzazione e gestione, e

minori investimenti, ma la sua riuscita dipende comunque da molti

fattori esterni, come la luce ambientale, la posizione del proiettore ecc.

L’alternativa è la retroproiezione, che offre molti vantaggi (sorgente

non visibile, pulizia dell’installazione, assenza di ombre sullo schermo,

controllo delle rifl essioni, minore infl uenza della luce ambientale…) ma

che ha costi maggiori, non necessariamente per lo schermo in sé ma

per il tipo di installazione che richiede. Ci sarà infatti bisogno di uno

spazio minimo di proiezione dietro lo schermo (anche se oggi esistono

in commercio apparecchi che offrono proiezioni del diametro di 2 m

con pochi cm di distanza), e di una struttura che dovrà “contenere” il

proiettore. Schermi particolari, come le lenti di Fresnel utilizzate come

superfi ci per la retroproiezione, offrono uniformità e brillantezza notevoli.

Per tutte queste ragioni, la retro viene usata mediamente più in ambito

professionale (sale controllo, simulazioni 3D, cartelloni pubblicitari

dinamici…) che residenziale.

Il gain

Il gain, è il fattore di rifl essione del materiale utilizzato come superfi cie di proiezione, defi nito dal materiale

dello schermo e dalle eventuali vernici e coperture ottiche (tecnicamente è la quantità di luce rifl essa misurata

perpendicolarmente al centro dello schermo, comparata con la medesima luce rifl essa da una superfi cie

Lambertiana. Diffi cile dare la ricetta del “gain ottimale”, perché appunto sono molte le variabili che un

professionista preparato dovrà prendere in considerazione, ma di solito un gain medio è tra 1 e 2. Oggi, tuttavia,

Schema esplicativo del principio della lente di Fresnel. La curva della lente viene

“simulata” attraverso una serie di cerchi concentrici

Per gli schemi si ringrazia dnp denmark

Il fl usso della luce del videoproiettore con diffusione in asse o fuori asse. Per non

creare dsparità di luminosità o distrisioni dell’immagine, è necessario correggere

l’angolo di diffusione attraverso lo strumento dello shift del videoproiettore.

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54 giugno / luglio ‘10 • n. 24

vox technologica

Il mercato degli schermi da proiezione

Il mercato degli schermi da proiezione ha avuto una importante evoluzione negli ultimi anni, sia in termini di materiali che di

tecniche di produzione. Ne abbiamo parlato con Jes Enevolsen, che rappresenta in Italia il costruttore danese dnp Denmark, e

con Stefano Sanna, Product Manager di Screen Line, produttore italiano che all’offerta standard affi anca una cospicua attività

di produzioni su misura.

Jes Enevolsen: “Il miglioramento delle tecniche di produzione garantisce una maggiore uniformità sulla riuscita, una caratteristica

importante quando si deve lavorare con più schermi. Inoltre, negli ultimi anni dnp Denmark ha presentato molti schermi speciali

che hanno migliorato il rapporto di contrasto (come quello ottico Supernova), il guadagno agli angoli, la stabilità dei materiali”.

È lo stesso concetto espresso da Sanna, che ha aggiunto qualche osservazione sui prodotti speciali: “da qualche tempo sono

presenti gli schermi in ceiling, per andare incontro a chi vuole una installazione a impatto visivo zero, e sono state introdotte

le elettroniche che ‘leggono’ il formato della proiezione e adattano la superfi cie al suo formato, passando disinvoltamente per

esempio dai 21:9 ai 4:3 di una presentazione in Power Point. Da parte nostra abbiamo lavorato anche molto sull’affi dabilità delle

meccaniche, per rendere le movimentazioni affi dabili nel tempo, e continuiamo la produzione custom, benché signifi chi uno

sforzo in più nel ‘fuori standard’”. Secondo l’esperienza degli intervistati il mercato è in crescita costante, complice la sempre

maggiore attenzione degli utenti al linguaggio video; per quanto riguarda i trend in crescita, invece, sempre stabili sono gli schermi

di misura media sui 4 m di base, ma come reazione alla diffusione dei display piatti stanno avendo buona diffusione gli schermi

di grandi dimensioni; Enevolsen: “La richiesta di dimensioni intorno ai 100”/120” è in crescita, ma anche le soluzioni speciali

come appunto il Supernova. Per noi è molto importante anche il mercato delle lenti poi montate dai alcuni produttori sui “cubi”

per le sale controllo, come Barco, Christie, Planar ecc.”. Ma anche i motorizzati stanno avendo buon riscontro, Sanna: “Il nostro

recente Arena, lo schermo cilindrico, è stato recepito bene, e anche lo schermo in-ceiling sta avendo un buon riscontro, perché la

possibilità di nascondere la superfi cie da proiezione è molto apprezzata da architetti e utenti attenti, ma soprattutto registriamo un

ritorno del cliente a una soluzione magari un po’ più costosa ma di buona qualità, una volta abbandonata l’illusione che qualsiasi

prodotto vada bene. Un buon schermo alza infatti di molto la qualità generale della visione: una superfi cie non uniforme e con dei

difetti viene immediatamente notata infi ciando la proiezione anche del miglior proiettore al mondo”. Infatti la battaglia più dura,

ma che dà anche più soddisfazione a un costruttore o rivenditore di schermi, è creare la cultura giusta per farne riconoscere

l’importanza; Sanna: “Il luogo comune che lo schermo è solo un telo va combattuta a suon di qualità e di soluzioni specifi che, ben

supportate da una rete di rappresentanti adeguatamente formati e informati”. Un concetto ribadito da Enevolsen: “Lo schermo

viene erroneamente considerato un accessorio, ma quando manca o è carente, si nota subito. Da parte nostra, cerchiamo di

creare una vera cultura della qualità della visione, anche diffondendola attraverso seminari, e possiamo dire di avere tre strategie:

1) Educazione del mercato, 2) Educazione del mercato. 3) Educazione del mercato!”.

tramontata l’era dei proiettori CRT, è possibile disporre di sorgenti ad alta luminosità anche a prezzi raggiungibili,

per cui la tendenza è avere uno schermo con gain tra lo 0,8 e lo 0,95 e un proiettore settato alla gamma media,

per evitare di “uccidere” le basse luci e i dettagli dell’immagine.

Altri aspetti collaterali vanno però considerati nella scelta del gain: il guadagno incide anche sull’angolo di

rifl essione dell’energia luminosa rimandata agli spettatori, e tanto è maggiore quanto più l’angolo è stretto.

Questo va tenuto in considerazione perché la luce della proiezione non colpisce sempre ortogonalmente lo

schermo, salvo quando proietta verso il suo centro geometrico, e un gain maggiore o minore riesce a limitare le

rifl essioni indesiderate (come quando lo schermo è all’interno di superfi ci rifl ettenti), stando attenti tuttavia a non

escludere dall’angolo di rifl essione gli spettatori seduti lateralmente.

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vox technologica

L’offerta sul mercato

Negli ultimi dieci anni è stato registrato un interessante miglioramento

tecnologico nel settore, sia per quanto riguarda i materiali che le tecniche

di produzione.

Il PVC è ancora utilizzato, ma è stato molto migliorato, ed è ormai

affi ancato da altri polimeri che offrono maggiore stabilità al variare

della temperatura e una maggior scelta sulla tipologia di superfi cie.

Per necessità particolari esistono anche schermi rigidi, certo diffi cili da

trasportare ma evidentemente indeformabili.

Nati per assorbire la luce spuria, e per non affogare i dettagli alle basse

luci, sono stati introdotti schermi grigi. Dato che l’occhio umano è

sensibile nella porzione intermedia della scala dei grigi, la presenza di

uno schermo grigio dovrebbe aumentare il contrasto percepito, anche

se va tenuto conto che la base grigia cambia tutta la colorimetria del

display.

Un’altra importante famiglia è costituita dagli schermi ottici, la cui

speciale superfi cie è in grado di distinguere la luce diretta proveniente

dal videoproiettore da quella dell’illuminazione ambientale, e

discriminarla nel momento della sua rifl essione. Si tratta di soluzioni

estremamente effi caci, che permettono di minimizzare il problema luce

ambientale e ottenere videoproiezioni defi nite anche in presenza di luce.

Inoltre, mantengono un contrasto alto nelle immagini e una colorimetria immutata.

Le lenti di Fresnel usate come superfi ci di proiezione sono lastre di materiale rigido trasparente, il

cui scopo è riportare in geometria la luce: il principio della lente di Fresnel è infatti riprodurre la

funzione di una lente pianoconvessa attraverso uno speciale frazionamento della superfi cie in anelli

concentrici, ma evitando il peso e l’ingombro della lente. Il risultato è una superfi cie di proiezione

che dirige la luce verso l’esterno (maggiore direttività e luminosità), che offre gain maggiore, e

soprattutto dalla resa uniforme e senza rischio di effetti da “hot spot” (il punto nel quale la luce della

proiezione arriva ortogonalmente e con maggiore potenza rispetto ai margini). Sul mercato si trovano

lenti di Fresnel che hanno sulla superfi cie opposta le caratteristiche di una lente lenticolare, nata per

aumentare il gain per proiezioni con formati “wide”: il design orienta la luminosità in senso orizzontale;

in questo modo si sommano le caratteristiche delle due lenti a tutto vantaggio della visione.

Ci sono poi soluzioni particolari, che richiedono qualche compromesso nella qualità ma offrono appunto

specifi ci risultati: vernici rifl ettenti (da applicare direttamente sulla superfi cie di proiezione, per aumentare

luminosità e direttività senza avere la fi sicità dello schermo), pellicole adesive (utilizzate per esempio per rendere

“proiettabili” le vetrine), o schermi interattivi, che però sono di fatto delle pellicole a tecnologia LCD.

Il rifi orire del fenomeno 3D ha richiesto in alcuni casi (per esempio per proiezioni di fi lm in tecnologia Real-D, che

prevede occhiali usa e getta passivi) superfi ci adatte, polarizzate, dotate di microprismi orientati; una soluzione

che però restringe l’angolo ideale di visione e richiede maggiore attenzione nella disposizione del pubblico.

Si ringraziano per la gentile disponibilità Jes Enevolsen di dnp Denmark per aver messo a disposizione materiali

e spunti per il presente articolo, e Stefano Sanna di Screen Line per le informazioni e le letture di mercato.

© Screenline

www.dnp.dk

www.screenline.it

www.screenlineproav.com

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56 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

Mitsubishi Electric Xd-8X00 FalconIl colosso giapponese vola alto

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approfondimenti

Un tempo il suffi sso “falcon” era appannaggio di un aereo da combattimento multiruolo dell’aeronautica militare statunitense, l’F-16 (fi ghting) Falcon, appunto; sebbene le similitudini fra i due prodotti fi niscano qui, è chiaro che questa serie di videoproiettori Mitsubishi Electric è pronta a dare fi lo da torcere alla concorrenza, in un settore sempre più agguerrito del mercato, con solide argomentazioni tecniche. Vediamole in quest’anteprima esclusiva di prodotto.

Alberto Pilot

I proiettori ad alta luminosità, di dimensioni compatte, dal design accattivante e con prestazioni di livello,

rappresentano la nicchia di mercato nella quale più di un player internazionale sta giocando la propria

battaglia per incrementare i consensi da parte di una clientela che, gioco forza, si fa più esperta e attenta col

passare del tempo. Nel panorama internazionale si notano dinamiche differenti: alcuni brand sono più attivi

nel rinnovamento della gamma dei prodotti, altri sono più “rifl essivi”, se ci viene concesso il termine, nel senso

che centellinano le novità, ma quando presentano qualcosa lo fanno a ragion veduta, forti di caratteristiche

tecniche e commerciali effi caci e calibrate per il settore al quale si rivolgono. Mitsubishi è sicuramente una di

queste.

La serie di videoproiettori DLP XD-8x00 si declina in tre versioni, che riassumiamo qui di seguito:

-XD-8100: risoluzione XGA e 7.000 ANSI Lumen di luminosità nominale;

-XD-8200: risoluzione WXGA e 6.500 ANSI Lumen di luminosità nominale;

-XD-8400: risoluzione WUXGA e 7.000 ANSI Lumen di luminosità nominale.

Segnaliamo tuttavia che, trattandosi proprio di un’anteprima assoluta, qualche caratteristica potrebbe subire

dei cambiamenti prima della commercializzazione dei prodotti, che avverrà a luglio per il primo modello e per

gli altri due dopo l’estate.

Volo di ricognizione

Come si può dedurre anche dal dato di luminosità dichiarato, si tratta di modelli a doppia lampada: possono

funzionare simultaneamente (per la massima prestazione), oppure alternativamente (per garantire ore/macchina

elevate), o ancora secondo una specifi ca sequenza fra le due. Se a questo uniamo che il loro raffreddamento

avviene tramite un sistema a batteria con scambiatore a liquido (non dimentichiamoci che Mitsubishi è uno dei

leader per il mercato della climatizzazione, e che quindi un circuito del genere appartiene al DNA dell’azienda),

capace di garantire un livello di scambio termico molto maggiore rispetto alla classica soluzione con ventole, e

che il fi ltro è dotato di una tecnologia proprietaria auto-pulente, è evidente che i proiettori sono stati progettati

per un uso 24/7 intensivo.

Gli scenari di utilizzo sono molteplici, dalle sale di controllo fi no alle applicazioni per digital signage: 7.000

ANSI Lumen sono un dato di tutto rispetto, che permette di proiettare immagini anche senza un controllo

accurato della luminosità in ambiente (pensiamo a un auditorium, una sala conferenze…), oppure contenuti di

grandi dimensioni quando le condizioni ottimali di riproduzione siano soddisfatte.

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Page 60: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

58 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

Un’altra caratteristica che sulla carta sembra molto interessante è la tecnologia chiamata “Super Resolution”:

basata su di un algoritmo proprietario Mitsubishi, è già presente in televisori e monitor piatti dello stesso

produttore. In pratica la perdita di fuoco, contrasto e risoluzione che si ha quando si allarga (upscaling)

un’immagine originariamente a bassa risoluzione per portarla a quella nativa di un pannello HD, viene “calcolata

e compensata” con questa tecnologia: Super Resolution restituisce all’immagine elaborata la stessa qualità

in termini di dettaglio e contrasto che aveva l’originale in dimensioni normali. Aspettiamo la prova sul campo di

uno di questi proiettori per saggiare la bontà dell’algoritmo, che si rivelerebbe comunque molto interessante nel

caso si arrivasse a riprodurre materiale in defi nizione standard, soprattutto sui due modelli maggiori attualmente

previsti in gamma.

Le cinque carte vincenti

Mitsubishi ha evidenziato le caratteristiche della nuova serie, ed eccone

i punti forti:

- Continuità nel funzionamento prolungato

Come detto, i proiettori della serie sono dotati di due lampade che

possono funzionare contemporaneamente o in successione. Una terza

possibilità è la “funzione relè”, ossia l’uso in alternanza per garantire loro

una vita più lunga e, soprattutto, per assicurare la qualità dell’immagine

a schermo per più tempo possibile prima della loro sostituzione. Nello

specifi co questa funzione si declina in due tipi di operatività, suddivisi a

loro volta in due categorie. Vediamole nel dettaglio.

Se si utilizzano entrambe le lampade contemporaneamente si ha la

possibilità di scegliere fra Short-time operation mode ed Extended-

time operation mode; la prima modalità prevede che, per un’ora

ogni 24 di funzionamento continuativo, il proiettore lasci in funzione

una sola delle due lampade, rimanendo a mezza luminosità solo

un’ora al giorno. Con la seconda modalità, una delle due lampade, in

alternanza, si spegne per la durata di due ore nell’arco della settimana

di funzionamento.

Se invece si sceglie il funzionamento del proiettore con una lampada

singola, per duplicarne il tempo di sostituzione, anche qui si può

scegliere tra Short-time operation mode, che alterna l’uso delle singole

lampade ogni 24 ore di utilizzo continuativo, oppure Extended-time

operation mode, che prevede l’alternanza dopo ogni settimana.

Filtro macchina autopulente e sistema di raffreddamento “heat

pipe” (anche per il DMD interno) derivano dal know how maturato

da Mitsubishi nel mondo della climatizzazione; una tecnologia che

garantisce un risparmio energetico consistente (essendo priva di parti

elettroniche), silenziosità e assenza di manutenzioni o sostituzioni

(essendo costruita senza parti in movimento), semplifi cazione della

Il telecomando in dotazione

La ruota colore della serie XD-8x00

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Page 61: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

59

approfondimenti

costruzione a vantaggio delle dimensioni

generali del circuito di raffreddamento e

del costo industriale. Inoltre, dato che il

circuito è sigillato, si evita completamente

il pericolo di fuoriuscite di liquido, che

potrebbe danneggiare l’elettronica del

proiettore.

Ultimo dato ma non meno importante, le

lampade a lunga durata: 4.000 ore oppure

8.000 ore complessive senza stop nel

caso di utilizzo in modo alternato, cosa

che riduce sensibilmente le necessità di sostituzione rispetto a macchine dotate di lampade tradizionali. Il fatto

che le lampade si possano sostituire dal lato, poi, aiuta nei tempi e nella semplicità di manutenzione.

- Comfort

L’utilizzo all’interno dello chassis di una sola ventola a bassa rumorosità (29 i dBA dichiarati in funzionamento

“low mode”) permette l’installazione del proiettore in ambienti dove è richiesta la silenziosità, o per evitare

rumori di sottofondo durante conferenze o riunioni. A puro titolo di paragone, 20 dBA sono la rumorosità

prodotta dal ticchettio di un orologio da parete ascoltato da un metro di distanza, 30 dBA sono un sospiro e 40

dBA il cinguettio di un uccellino.

Il cabinet offre un’estetica gradevole, anche per il posizionamento centrale della lente rispetto al baricentro

geometrico, il colore bianco del materiale esterno e il coperchio posteriore che copre tutti i cablaggi e le

connessioni, per una generale pulizia dell’installazione.

- Qualità dell’immagine

Trattandosi di un proiettre a DLP a singolo chip ad alta luminosità, è possibile sostituire la ruota colore originale

(a cinque segmenti RGBYW, con l’ultimo detto anche “boost” per l’apporto di luce che dona all’immagine)

con una che enfatizzi i colori (a sei segmenti RGBCMY) e che permetta di rendere l’algoritmo Brilliant Color di

TI al massimo delle sue possibilità. La scelta di una o dell’altra ruota colore permette di usare i proiettori della

serie per ogni esigenza, dalla business presentation alla riproduzione fedele di immagini che richiedono ottima

colorimetria generale.

- Flessibilità d’installazione

Per la sua nuova serie Mitsubishi propone una serie di funzioni per migliorare l’installazione e gestione: oltre

a un classico Keyston che lavora sugli assi orizzontale e verticale, offre una funzione speciale che permette la

correzione della geometria dell’immagine quando questa è proiettata su superfi ci curve o tonde, per una grande

fl essibilità di utilizzo anche per eventi particolari o digital signage.

Meno particolare, ma sempre molto apprezzata a bordo di macchine di questo lignaggio, è la funzione di

edge blending dell’immagine, e l’auto-calibrazione del colore quando si utilizzano due o più proiettori in stack

orizzontale o verticale. Senza l’ausilio di apparati esterni è quindi possibile far combaciare, sovrapponendole, le

due (o più) semi-immagini riprodotte da apparecchi affi ancati, in modo che la porzione sovrapposta non risulti più

luminosa; grazie a quest’algoritmo, inoltre, le immagini avranno la stessa temperatura colore e punto del bianco.

Il retro del proiettore, dove

si trovano le connessioni

e i tasti per la gestione da

menu delle funzioni

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60 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

Altrettanto utile per alcune applicazioni può essere la

funzione “P-in-P”, Picture in Picture, per visualizzare

in una schermata formata da due fi nestre altrettante

apparecchiature in ingresso. Segnaliamo anche la

possibilità di installazione a 360° rispetto all’asse

di appoggio del proiettore: si può quindi proiettare

perpendicolarmente sul pavimento, sul soffi tto, con il

proiettore sotto-sopra ecc… questo grazie alla tecnica

di dissipazione del calore, che annulla i normali moti

convettivi all’interno del cabinet generati quando si

utilizzano delle ventole e un percorso forzato per estrarre

l’aria calda generata soprattutto dalle lampade. L’unica

eccezione è quando si seleziona la modalità “alta quota”, per l’installazione del proiettore da 2.000 a 2.700 m di

altitudine.

Un set di cinque lenti opzionali, a focale fi ssa oppure di misure diverse, permette virtualmente di soddisfare

ogni richiesta di diagonale di schermo, proiettando anche da posizioni differenti, possibilità agevolata in fase di

installazione del proiettore anche dal lens shift motorizzato.

- Connessioni

Il pannello posteriore garantisce la connettività con tutti i tipi di segnale/standard presenti in commercio, inoltre

il modello XD-8400 presenta anche in esclusiva per la gamma un connettore BNC per i segnali SDI in ingresso.

Naturalmente aperto agli standard digitali (DVI e HDMI), c’è anche un terminale compatibile con i protocolli

seriali RS-232, per il comando remoto dell’apparecchiatura o il suo inserimento in sistemi di integrazione più

complessi. Un pannellino posteriore che replica tutti i comandi principali, poi, garantisce una semplifi cazione

di comando anche dei menù del software, in prossimità della macchina e senza l’utilizzo del telecomando in

dotazione.

Proprio a proposito di questo accessorio, fornito come dotazione standard, è importante segnalare la possibilità

di defi nire un ID differente per fi no a 64 proiettori diversi presenti nella stessa installazione: questo permette di

impartire comandi IR solo a uno di questi, evitando così la mutua infl uenza o, peggio, il rischio che settando

una macchina reagiscano ai comandi impartiti anche un gruppo di proiettori vicini. A ogni modo, la possibilità di

cablare il telecomando permette di comandare un proiettore anche da distanze di 30 metri e oltre.

Naturalmente un prodotto del genere è pensato per essere inserito anche in contesti impiantistici,

per cui gli XD-8x00 sono totalmente compatibili con i protocolli di controllo degli impianti, AMX e

Crestron in testa come ormai standard de facto.

Un dettaglio importante saranno il prezzo di listino e la policy di garanzia generale della

macchina e rispetto alle lampade, aspetti che l’utente professionale indica come prioritari e che

verranno svelati a breve da Mitsubishi Electric.

Gli XD-8x00 sono in defi nitiva proiettori polivalenti, attenti all’ambiente (con un consumo in

stand-by di meno di 1W) e dalle caratteristiche interessanti.

www.mitsubishielectric.it/vis

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approfondimenti

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62 giugno / luglio ‘10 • n. 24

approfondimenti

LG SupersignDigital signage “all in one”LG ha studiato una soluzione per il digital signage agile, scalabile ed effi cace, senza rinunciare alla qualità dei contenuti e al coinvolgimento offerto da una visualizzazione di qualità.

Una recente ricerca promossa dalla stessa LG ha svelato che il 31% del mercato europeo del digital

signage è rappresentato dalle piccole e medie realtà commerciali, dal Retail alle catene di negozi. Una

quota importante, tanto che LG ha sviluppato appositamente per questi utenti una soluzione che possa

rispondere alle loro necessità: facilità d’uso per una semplice e veloce operatività, scalabilità per adattarsi ad

ambienti e situazioni diverse, fl essibilità per creare contenuti calibrati sulle diverse situazioni, affi dabilità. Ultimo

elemento interessante il prezzo, contenuto ed equiparato alle possibilità di spesa dei mercati Retail, Pubblica

Amministrazione, Enterprise/Corporate.

In base a questi presupposti LG ha creato SuperSign, una soluzione per il digital signage “all in one” che

riunisce in un unico pacchetto tutto il necessario per la creazione di un network funzionale ed effi cace, sia in

termini di hardware che di software: il display, il player, il software.

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approfondimenti

Il progetto Supersign

SuperSign è una soluzione che riunisce differenti componenti già in partenza studiate per lavorare insieme,

consentendo di ottenere il meglio da ciascuna

Il potente software di gestione (SuperSign Manager) è installato direttamente sul PC di controllo e permette

la creazione dei contenuti, la schedulazione e il monitoraggio dei player e dei display. Molte le funzioni e le

possibilità grafi che per la creazione di contenuti effi caci e di qualità, sia concettuale che estetica, in grado di

stupire e interessare ogni tipologia di cliente. Il software e le brillanti funzionalità del

player permettono di integrare differenti fi le in formato grafi co (jpg, bmp, png, avi, mp-

4, mpeg…), audio (wav, mp3) e documenti di testo e Offi ce (doc, pdf, xls…). È possibile

anche impostare dei feed RSS con testo e icone per la visualizzazione, per esempio,

delle previsioni del tempo o delle ultime notizie di attualità.

Il sistema può riprodurre contemporaneamente due contenuti in formato Full-HD o

addirittura quattro in formato HD.

La soluzione dispone di un sistema di diagnostica della funzionalità dei vari elementi del

network e la possibilità di monitorare in tempo reale le attività dei vari display e player.

Gli elementi di Supersign

Supersign è costituito da tre elementi: il software (SuperSign Manager), i display e i

player (equipaggiato con SW SuperSign Player); vediamoli nel dettaglio.

Per i display, è previsto l’uso di monitor professionali con tecnologia LCD e risoluzione

fi no a 1.920x1.080, completi di diffusori audio stereo di potenza 10+10 W.

Il player è un piccolo box di 250x45x220 mm (WxDxH) basato su processore ATOM

330, 1,6 GHz, scheda video Nvidia MCP7A-ION e memoria interna di 8 GB. È dotato di

quattro porte USB ad alta velocità, utilizzabili per installare programmi, trasferire fi le, ma

anche per collegare per esempio un hard-disk esterno, un lettore di CD-Rom o anche

una tastiera. Possiede poi una porta seriale RS-232 per la gestione del display, una

uscita D-Sub e naturalmente una porta HDMI Fondamentale la presenza della porta LAN

10/100 Mbyte che assicura la connettività di rete del player al PC SuperSign Manager.

Non manca un alloggiamento per una scheda di memoria esterna, che accetta SD Card,

MM Card, Memory stick e schede XD Memory.

A completamento della soluzione la disponibilità dell’uscita audio di linea per i contenuti

sonori.

SuperSign è quindi una soluzione chiavi in mano che consente di approfi ttare al meglio

delle infi nite possibilità di comunicazione offerte dai media digitali, in maniera semplice e

a un prezzo sostenibile

Caratteristiche tecniche

Software di gestione dei contenuti.

Accetta i più comuni formati per le immagini

(bmp, png, jpg) video (avi, wmv, mp4, mov, mkv,

ts, tp, mpg, mpeg, fl v), musicali (wav, mp3, wma)

su piattaforma Microsoft (pdf, ppt, xls, doc, swf).

possibilità di ricevere feed RSS.

Player

CPU Intel ATOM Processor 330, 1,6 GHz (Dual

Core), FSB 533 MHz

Memoria: DDR3 1066 1024 MB SODIMM Type

Storage: SATA SSD 8GB

Scheda video: Nvidia MCP7A-ION Card Memory ac-

cettate: SD / MMC / Memory Stick / XD Memory Card

Porte esterne: 1xRS-232, 5xUSB 2.0, 1xHDMI,

1 alloggiamento memory card, 1xD-Sub

Misure: 250(W) x45(D) x220(H) mm

Peso: 1321 g

Display

Risoluzione: 1.920x1.080 @ 60 Hz

Audio: due output audio 10+10 W

www.lgcommercial.eu

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approfondimenti

Samsung Synch Master 2233RZIl 3D su display piatto

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approfondimenti

Da Samsung, un display in tecnologia LCD che ha tutte le caratteristiche per fruire al meglio contenuti stereoscopici, senza dimenticare un design elegante adatto all’integrazione a ogni ambiente e accorgimenti costruttivi eco-friendly

Rolando Alberti

La terza dimensione contagia anche i monitor per PC e questo Samsung Synch Master

2233RZ è un esempio lampante di come sia facile trasformare un PC in un sistema in

grado di gestire immagini in 3D. Attenzione, non stiamo parlando di grafi ca 3D ma proprio di

stereoscopia, quella tecnologia che permette cioè di vedere in tre dimensioni fi lm, giochi e molto

altro. Samsung 2233RZ è un monitor LCD da 22” con risoluzione 1.680x1.050 che, supportando

una frequenza di refresh di 120 Hz, è compatibile con la scheda video GeForce 3D Vision di

Nvidia. Il suo contrasto è molto accentuato, pari a 20.000:1, per una visione dei contenuti di

qualità, anche nella percezione del nero, e una luminosità di 300 cd/m2.

Inoltre, presenta un angolo di visione di 170°/160°, che permette una agevole osservazione anche

quando non si è esattamente in posizione frontale rispetto allo schermo.

Le caratteristiche

Da un punto di vista del design il Samsung 2233RZ si distingue subito per l’aspetto simile più a quello di un

piccolo televisore che non a un monitor, e questo fatto lo colloca in maniera “elegante” in ogni ambiente. Il

costruttore ha prestato un occhio anche all’ecologia, visto che i materiali di cui è fatto sono a basso impatto

ambientale, inoltre ha previsto lo spegnimento automatico dopo 10 minuti nei quali il monitor resta in attesa di

segnale, minimizzando così anche il consumo energetico.

La connessione alla scheda video del PC è l’ormai solita DVI mentre i controlli, posti sul pannello anteriore,

permettono di regolare l’immagine a piacere. Tra questi anche una serie di

preset chiamati “Magic Bright” già impostati per confi gurare il monitor per gli usi

più frequenti come vedere fi lm, giocare a videogames o leggere dei testi.

Il segreto di questo monitor è la frequenza di refresh di 120 Hz che gli permette

di mostrare due set di immagini, ognuno a 60Hz, in rapida sequenza sotto il

controllo della scheda GeForce. Queste immagini viste attraverso degli occhialini

stereoscopici creano un piacevole effetto 3D che non ha niente da invidiare a

quello di sistemi più costosi sia da casa, sia professionali. Il tempo di risposta

degli LCD in 3D è di 3 ms (e 5 ms per il 2D), garantendo quindi una notevole

perfomance anche con le immagini più veloci.

Naturalmente il Samsung 2233RZ può funzionare anche come monitor 2D ed

è quindi la scelta ideale per coloro che pur non essendo ancora dotati di una

scheda video 3D sul loro PC, hanno però intenzione di farlo presto e vogliono

già essere pronti senza spendere cifre esagerate.

www.samsung.it

Caratteristiche tecniche

Dimensione schermo: 22”

Luminosità: 300 cd/m2

Rapporto di contrasto DC 20.000:1 (1.000:1)

Risoluzione: 1.680x1.050

Angolo di visione: 170°/160°

Tempo di risposta: 2D 5 ms, 3D 3ms

Tecnologie adottate: MagiBright3, 3D Ready,

supporta il refresh a 120 Hz

peso: 5,2 kg

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Page 68: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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dal mondo

Screen Media Expo 2010Londra, 5-6 maggioCon un passato dedicato al retail “pre-digitale”, nella quinta edizione Screen Media Expo è stata totalmente dedicata alle soluzioni per il digital signage indoor e outdoor: proposte e novità per la cartellonistica digitale in senso lato, dalla soluzione più economica e facile da installare per il singolo negozio, a quella più articolata, fl essibile e scalabile per network planetari, dal produttore di hardware a quello di software, per arrivare al fornitore di contenuti

Barbara Trigari

http://www.screenevents.

co.uk/screenexpo2010/

index.html

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Page 69: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

67

dal mondo

Screen Media Expo si è tenuta il 5 e 6 maggio scorsi all’Earls Court di Londra; accanto all’area espositiva,

abbastanza ridotta, era possibile assistere a conferenze e singoli interventi, a pagamento (come il Digital

Signage Strategies Forum e il DOOH Media Summit, con case history e le esperienze delle aziende, vedi

articoli a parte) o gratuiti, come le mini-lezioni tenute da esperti (rappresentanti di aziende, creativi, analisti

del mercato...), organizzati attorno a quattro aree tematiche (marketing, gestione della catena ds, contenuti,

tendenze) ciascuna con “theatre” dedicato nell’area espositiva. Insomma una fi era ricca di stimoli e occasioni

di fare networking, addirittura troppe per due sole giornate, visto che tutte le presentazioni erano “one shot”

e non venivano ripetute in orari o giorni diversi. Per inciso, tra i pochi italiani abbiamo incontrato due relatori

in rappresentanza dello studio di design torinese ToDo (www.todo.to.it), venuti a esporre alcune delle loro

realizzazioni tra comunicazione e tecnologia.

Tendenze

Interattività, ecologia, sistemi a matrice e 3D. Queste le tendenze che emergono dalla fi era inglese. Interattività

signifi ca prima di tutto sistemi touch o multitouch, come primo livello di interazione, per arrivare fi no alla realtà

aumentata, passando per la comunicazione via cellulare, il rilevamento facciale (che non serve solo a misurare

l’audience), il tutto mirato a sviluppare la partecipazione dell’utente/cliente. Ormai quando vediamo un display la

prima cosa che facciamo è spiaccicarci le dita sopra, rimanendo addirittura delusi se non succede nulla.

Passando all’argomento eco-digitale, la sensazione è che tutti i produttori si stiano sforzando di privilegiare

soluzioni meno costose, meno inquinanti e più rispettose dell’ambiente. Quindi consumi di 1W in stand-by per

le apparecchiature, preferenza quando possibile per i LED, progettazione intelligente per evitare di usare più

energia di quella che serve nella specifi ca applicazione, riduzione degli interventi di assistenza, riduzione degli

elementi consumabili.

Infi ne il 3D: anche nel digital signage? In principio fu l’alta defi nizione, ormai suffi cientemente diffusa almeno

nel professionale (se necessaria al buon esito) e ampiamente rappresentata in fi era su magnifi ci videowall tra

cui il 3x3 4k allo stand Intel in partnership con Minicom. Qui apriamo una parentesi per introdurre la tendenza

alle confi gurazioni a matrice, come quella portata da dZine con quattro LCD e il proprio DISplayer, per

sincronizzarli tra loro e con altri display, e utilizzarli al pieno della risoluzione. Semplice ed effi cace. Torniamo

al 3D, o meglio alla stereoscopia, rappresentato a Londra in tutte le salse tecnologiche, con o senza occhialini.

La questione però, TV di casa e sale cinematografi che a parte, è che in ambito digital signage la soluzione

deve essere auto-stereoscopica. Al momento però i display che adottano questo sistema sono ben lontani da

offrire un’esperienza 3D al livello di quella che le persone sono ormai abituate a vedere al cinema. Qualcuno in

realtà (Clear Channel Outdoor in Inghilterra, con display HD da 42” sui quali è stato posto uno speciale fi ltro) ha

già portato avanti una campagna pubblicitaria in 3D sfruttando alcune selezionate fermate del bus a Londra,

e i risultati sono interessanti. Una pubblicità tridimensionale attira molto di più l’attenzione dei passanti (fi no

a quattro volte più della pubblicità tradizionale) e moltiplica fi no a dieci volte il tempo di attenzione, con un

conseguente miglior risultato nel ricordare il marchio pubblicizzato. Un display di questa campagna era visibile

in fi era e... be’, effettivamente attira l’attenzione.

L’area espositiva

In fi era gli stand erano presidiati da un marchio-cappello sotto il quale si radunavano spesso, anche se non

sempre, altri brand partner per la messa a punto delle proposte o soluzioni esposte. Un esempio tipico (e ovvio)

di questo approccio era lo stand Intel Embedded, nel quale erano raccolte diverse applicazioni accomunate

dall’utilizzo del processore Intel (più o meno potente, a seconda delle necessità) abbinato a display, software,

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68 giugno / luglio ‘10 • n. 24

dal mondo

player ecc. di terze parti. Un’idea che si avvicina alla realtà del digital signage, dove spesso è necessario

ricorrere a diversi fornitori per realizzare l’installazione. Altri, come Sony, Christie o Hyundai, hanno meno

bisogno di partner per visualizzare i propri prodotti, ma non signifi ca che ne possano fare a meno.

Guardandosi intorno, e non parlo della sola area espositiva ma anche della città di Londra, il destino della

cartellonistica tradizionale pare segnato, e l’esito digitale inevitabile: nel centro commerciale cittadino di Westfi eld,

“digitale” sin dalla progettazione con posizionamenti nati insieme al mall, un vero e proprio network di 103 display

più tre grandi schermi LED è visti ogni giorno da 900.000 persone il cui scontrino medio è nientemeno che 130

sterline. Il tutto contornato da un’altrettanto effi cace comunicazione outdoor con videowall visibili dalla strada (la

sicurezza degli automobilisti è garantita dal fatto che la pubblicità trasmessa è di tipo statico).

Curiosità

Un’area espositiva di dimensioni limitate permette in certa misura di curiosare un po’ ovunque. Tra le interessanti scoperte

segnalo la società BrandPlay Group che, tra le diverse soluzioni, proponeva un display interattivo dotato di telecamera e sistema

touch in grado di comunicare via Bluetooth, effettuare chiamate telefoniche, collegarsi a Facebook (per esempio) e augmented

reality: “mostrandogli” un disegno riproduceva l’oggetto rappresentato come visualizzato in uno specchio, e con la possibilità di

aggiungere effetti come per esempio l’esplosione dell’oggetto (una macchinina). Nello stesso stand anche un display 3D senza

occhialini. [email protected]

Bits Av è un service e installatore inglese che per il ds ha pensato a una formula di affi tto del network. www.bitsav.com

Vogel’s era presente con il nuovo supporto per monitor dedicato ai negozi: Connect-it, disponibile con la staffa colorata in

tonalità diverse. www.vogels.com

Infotraffi c è un fornitore francese di informazioni in tempo reale per il ds, ha quindi pensato di creare contenuti direttamente in

fi era, fi lmando un personaggio mentre sposta avanti le lancette dell’orologio.... www.infotraffi c.co.uk

Esprit Digital ha lanciato The Wafer, un poster digitale double face dello spessore di 7,5 cm e con un consumo di 300W.

www.espritdigital.com

Litelogic, che si vanta di avere il più sottile e

defi nito display LED da esterno per applicazione

sui mezzi pubblici, si è lanciata con Disclite, un

display LED per ds circolare con diametro 85

cm, pixel pitch 2 mm, luminosità 5.000 Nits e

consumo 400W a 240V.

www.litelogic.com

Display da taschino, da appuntare sulla giacca

per una pubblicità che viaggia, è quello suggerito

da Sun Group con Digital TAG. Ricorda un po’ le

spille a forma di fi ore con lo spruzzo d’acqua di

Goucho Marx.www.sgmonitor.com

In giro per la fi era anche i furgoncini attrezzati

con display, come quello di SA Screen Media

(www.digiadvans.com) Wafer: ESprit Digital: Poster digitale double face

dello spessore di 7,5 cm

Il display LED di Litelogic

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Page 71: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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dal mondo

Intel

Il multi-stand Intel era organizzato come una carrellata di partnership, concretizzate nelle diverse soluzioni

presentate. Ciascuna era sostenuta da un processore Intel Core e dalla piattaforma Windows Embedded

Standard 7, certifi cata congiuntamente da Microsoft e da Intel e frutto dell’alleanza strategica tra i due colossi,

annunciata appunto a Londra. Tra gli altri partner per il ds citiamo Harris, Minicom, Philips (con i display), YCD

(software YCD|RAMP 2.0 per le campagne di pubblicità in ambito retail), C-Nario (software C-sign a base web

per ds in piccole e medie imprese), Panphonics (per l’audio) e Digital Panorama. Quest’ultima è un’azienda

di comunicazioni turca che ha mostrato l’Arcelik (è un produttore turco di beni di consumo) Sales

Assistant, proposto a oltre 1.000 punti di vendita in Turchia: un’applicazione interattiva per schermi

touch screen che integra Internet, telefonia, video, 3D, catalogo dell’azienda, RFID, cellulari... in

un unico prodotto di informazione e sostegno alla vendita. La novità più appariscente era invece

il multi user e multi touch screen “POC” (Proof Of Evidence), una soluzione specifi ca per i negozi

composta da un pannello LCD touch ad alta defi nizione affi ancato a un vetro rivestito da una

pellicola olografi ca touch screen, dietro il quale si intravedeva il negozio (abbigliamento, con i

vari scaffali e gli abiti appesi). Lo schermo LCD trasmetteva una serie di immagini pubblicitarie

contestualizzate e selezionabili dall’utente, mentre la superfi cie trasparente del vetro permetteva

di ottenere informazioni sui prodotti in vendita, visualizzando tag all’altezza del prodotto intravisto

in trasparenza dal cliente (e adattandosi alla sua altezza) nella modalità di “realtà aumentata”,

oppure di navigare tra i piani del negozio ricercando degli articoli, o di ricevere direttamente sul

proprio telefonino il voucher per uno dei prodotti in offerta. Dulcis in fundo, le statistiche sulla

visualizzazione del POC con il software di riconoscimento facciale. Processore Intel Core i7,

tecnologia vPro e Active Management Technology Intel.

www.consumer.philips.com www.minicomdigitalsignage.com www.3dpros.com

www.c-nario.com www.ycdmultimedia.com www.intel.com

Christie Digital

Protagonisti i MicroTiles (dei

quali abbiamo già parlato su

Connessioni) in uno stand

spettacolare valorizzato dalle

intelligenti soluzioni creative

dal punto di vista dei contenuti,

studiati appositamente per

Christie da Arsenal Media.

Christie era presente anche allo

stand del provider di contenuti

10squared, un’altra partnership.

www.10squared.co.uk

www.arsenal-media.com

www.microtiles.mobi/#page_top

www.christiedigital.com

Minicom Digital Signage

Uno stand “didattico” costruito

sulle partnership, dove abbiamo

potuto vedere un sistema

ds HDMI basato su un unico

computer al quale erano

collegati quattro trasmettitori,

a loro volta connessi via CAT5

ad altrettanti ricevitori quindi ai

monitor. In sostanza un sistema

di trasmissione e controllo

chiamato DS Vision Digital

(DSVD), realizzato in partner con Harris, per trasmettere

a distanze di centinaia di metri segnale video HD 24/7

gestito da un’unica centrale, con il monitoring dei guasti e

il controllo da remoto.

www.minicomdigitalsignage.com

La soluzione in partenariato con YDC

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dal mondo

Barco + dZine

Barco e dZine condividevano

lo stand e la partnership nella

realizzazione del ds. dZine con

il suo DISplayer e i software di

creazione e programmazione dei

contenuti (DISplay Studio 4.9 e

Campaign manager), Barco con

gli schermi ad alta risoluzione,

LCD e LED (sfruttando monitor di

solito utilizzati nelle applicazioni di

controllo del traffi co, perché meno

costosi). In mostra un cluster di

quattro schermi HD sincronizzati tra

di loro e con un altro gruppo di display più piccoli,

pensando appunto ai negozi e in sostituzione del

sistema gestito da un computer (che altrimenti

dovrebbe essere molto potente), interattività con

touch screen e bluetooth.

www.barco.com www.dzine.be

Sony

Sobrio, funzionale e soprattutto affollato, lo stand Sony

esponeva tutte le proposte del costruttore giapponese,

dal videowall con il software Ziris Canvas composto da

12 schermi, ai nuovi schermi Bravia B2B basati sulla serie

consumer EX50 con l’aggiunta della connessione RS-232

(disponibili nei formati 32”, 40”, 46” e 55”), alla versione 7.0

del software Ziris Professional fi no ad arrivare al nuovo

player “ecologico” per ds, BKM-FW55, presentato in una

soluzione-base per installazioni singole con il massimo del

risparmio (anche energetico): uno schermo da 42” FWD-

S42E1 e un player

BKM-FW55 full HD

embedded. È Sony

anche la dotazione

signage del nuovo

cinema Vue aperto

nel già citato centro

commerciale Westfi eld.

www.sony.it

Scala

Era presente a Londra con un ampio stand ricco di soluzioni in partnership con

Philips Public Signage (videowall con i display BDL5231V), Sightsystems

(computer e sistemi professionali su misura), fornitore in questa occasione dei

media player della gamma Dimension con accelerazione 3D “di serie” (GPU

Nvidia e processore Intel). Più estetica la partnership con Brighter Signs, in

esposizione il sistema Topaz Digital Signs HalO composto da un display

Samsung DID da 40” più cornice brevettata con 200 possibili variazioni di

colore: per attirare l’attenzione del cliente. Per quanto riguarda le novità Scala,

presentata la release 5.1 del software (con il supporto di Windows 7) e l’offerta il

Software-as-a-service Scala QuickStart, per la gestione di network di ds.

www.sightsystems.co.uk www.brightersigns.us

www.scala.com

Mitsubishi

Mitsubishi presidiava la fi era con le novità già presentate a ISE: i display LCD ultra-slim bezel per sistemi multipli

o stand alone L46XM con card selezionabili dall’utente (come per i DLP Cubes serie Seventy), il sistema per

ds Play-Out rivolto ai professionisti come ausilio nella costruzione di network, il monitor LCD slim-bezel da 52”

MDT521S con connettività CAT5 e doppio sensore per la rilevazione della luminosità ambientale e conseguente

regolazione di quella del display.

www.mitsubishielectric.it

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dal mondo

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dal mondo

Exhibo e AGMultivision per l’audio video professionale A cura della RedazioneCollaborazione tra Exhibo e AGMultivision per l’open day organizzato a Torino presso l’Hotel Méridien,

con l’obiettivo di mostrare le soluzioni tecnologiche distribuite dalle due aziende e le integrazioni possibili

tra di loro; un evento che ha sottolineato i vantaggi della cooperazione tra realtà che condividono lo stesso

mercato completando le reciproche proposte, a tutto vantaggio di un’utenza la cui parola d’ordine è appunto

l’integrazione tra le tecnologie (e le competenze). All’evento hanno partecipato molti system integrator e dealer

AV legati alle due aziende, provenienti prevalentemente dall’area Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta. Durante

la giornata sono state presentate le soluzioni projectiondesign per il 3D (proiettore stereo attivo F10 AS3D

e Infi tec), per la gestione dei segnali video sia standard che HD (Spatz), oltre al digital presenter Samsung

Techwin e i sostegni Chief. In particolare, l’F10 è un videoproiettore con tecnologia DLP a un pannello, con

emissione di 2.000 ANSI Lumen, defi nizione SXGA+ (1.400x768) ma compatibilità estesa al Full HD. Per la

resa del 3D il videoproiettore funziona con cadenza doppia rispetto al normale, perché le immagini vengono

distribuite alternativamente all’uno e all’altro occhio (e selezionate dagli occhiali attivi), con frequenza di

refresh da 48 a 120 Fps. Exhibo ha proposto una carrellata dei principali marchi distribuiti legati all’audio

pro e commercial, al broadcast e congressuale, all’automazione per il settore ospedaliero: da Sennheiser a

EAW, da Neumann a G&M, Tascam, Ecler ecc. K-array è uno degli ultimi marchi di cui Exhibo ha acquisito

la distribuzione, e segnaliamo KZ10, un micro line array (2,2x10x1,7 cm per 92 dB continui) da installazione

per bar, ristoranti, musei, che alloggia 4 coni da 0,5” di grande effi cienza, grazie al magnete in neodimio e

sospensioni costruite per un’escursione lineare e minimizzare il rumore del trasduttore. Possono essere integrati

con i sub KKS50.

www.exhibo.it www.agmultivision.it

Biamp Vocia workshop A cura della RedazioneLo scorso 30 aprile si è svolta presso Prase Engineering, distributore Biamp

per l’Italia, la presentazione del nuovo Vocia di Biamp, un sistema PA/VA

decentralizzato basato su rete Ethernet. Dedicato al mercato dell’evacuazione

con messaggistica audio, Vocia introduce il concetto di networking per

l’interconnessione e la gestione delle varie aree da controllare, con un potenziale

in termini di funzioni fi nora sconosciuto a questo mercato. La comunicazione e il

controllo attraverso la rete e la totale indipendenza dei moduli satelliti rispetto al

core del sistema fanno di Vocia una piccola rivoluzione, perché vengono eliminate

alla base le possibilità che il sistema fallisca per problemi all’unità centrale. Al

progettista vengono offerte innumerevoli possibilità nel concepire un impianto di

evacuazione, grazie all’introduzione del concetto di Universo, Mondo e Zona, che permettono la realizzazione

di un numero di punti audio virtualmente infi niti. Per il trasporto di tutto l’audio e per il controllo tra i dispositivi

viene usata la tecnologia CobraNet, con assegnazioni dinamiche Multicast Bundle, dove i pacchetti di

informazioni sono utilizzati solo per la durata delle chiamate, alleggerendo enormemente il carico di lavoro del

sistema, con un fl owing permanente dei pacchetti solo per la musica di sottofondo.

www.prase.it www.biamp.com

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dal mondo

Videoworks, Intel e CRN, automazione a cinque stelle per lo yachting Chiara BenedettiniAppuntamento d’eccezione per Videoworks (system integrator anconetano specializzato in sistemi di controllo

per il settore yachting) Intel e CRN (cantiere del gruppo Ferretti costruttore di megayacht di lusso), per

presentare alla stampa e ai partner le soluzioni per la gestione automatizzata dei servizi sulle imbarcazioni: dopo

una visita agli uffi ci Videoworks e ai cantieri CRN, è stato possibile vedere i nuovi yacht Eviva e Kate (superiori

ai 24 m) dotati del sistema integrato myOlos, studiato per gestire entertainment, informazioni e domotica.

Durante la conferenza stampa tenuta da Maurizio Minossi (Responsabile Tecnico Videoworks) Franco Lombardi

(Consumer e SMB Channels Manager Intel per Italia e Svizzera) e Vasco Buonpensiere (Brand Manager CRN),

abbiamo potuto approfondire le caratteristiche di myOlos e lo spirito che ha portato alla collaborazione tra le tre

aziende. Con myOlos, che integra un processore Intel Core i5, è possibile gestire

l’audio dell’imbarcazione in maniera semplice agendo sia a livello centrale che per

zone, utilizzando contenuti centralizzati o provenienti da iPod personali, distribuire

video HD e on demand, provenienti da sorgenti satellitari o da server dedicati, o

semplicemente divertirsi con i videogiochi più diffusi, ma anche gestire il confort

legato all’illuminazione, la climatizzazione, la videososrveglianza. Le funzioni

specifi che per l’uso marine prevedono inoltre la possibilità di collegarsi alla plancia

e controllare la rotta e la mappa di navigazione, oppure effettuare chiamate di

servizio all’equipaggio. Il tutto a portata di touch: il sistema funziona con screen

dedicati, ma anche da iPhone e iPod, scaricando gratuitamente l’applicazione

ottimizzata da Videoworks, in modo da controllare tutto il sistema muovendosi in

Prospettive GE Lighting A cura della RedazioneLo scorso aprile GE Lighting ha voluto incontrare a Milano stampa e operatori del settore per informare il

mercato di alcune novità che coinvolgono il marchio. L’importanza dell’evento è stata sottolineata dalla

presenza di Phil Marshall, Presidente e CEO EMEA, e di Nino Piredda, AD di GE Lighting Italia,

che hanno esposto i piani dell’azienda e illustrato le strategie legate ai prodotti presentati all’ultimo

Light+Building di Francoforte. Tre le linee guida di GE per il prossimo futuro, la prima è la scelta di un

impegno“green” sia per la ricerca e sviluppo di apparecchi sempre più performanti (sono stati investiti

500 milioni di dollari per la conversione della produzione delle lampade a incandescenza) sia per

l’incentivo al passaggio a sorgenti luminose più effi cienti e in linea con le direttive europee sul risparmio

energetico. La seconda è la ricerca di forme di comunicazione e marketing sempre più effi caci,

che ripropongano il marchio GE presso fi gure chiave quali architetti e lighting designer, e in questa

direzione si inscrive anche la sponsorizzazione del Master in Lighting Design del Politecnico di Milano.

Infi ne, GE si impegnerà ulteriormente nell’ingegnerizzazione di apparecchi di illuminazione effi cienti e

integrabili con qualsiasi ambiente. Tra i molti prodotti presentati nell’occasione milanese, anche alcuni

OLED: fl essibili e sottili, sono integrabili nelle situazioni più diverse, e GE si propone di presentarli a

breve sul mercato a un prezzo accessibile anche per applicazioni residenziali o su larga scala.

www.geligting.com/eu

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Page 76: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

74 giugno / luglio ‘10 • n. 24

dal mondo

II Congresso Regionale di Domotica e Building Automation Chiara BenedettiniPiquadro è un’azienda marchigiana che ha recentemente affi ancato all’attività immobiliare

quella di progettazione illuminotecnica, e da qui ha fatto il passo verso l’automazione

residenziale, secondo un percorso di valorizzazione degli edifi ci che sta avendo buoni riscontri

nella risposta da parte del pubblico. Per il secondo anno consecutivo PiquadroLuce (sezione

illuminotecnica e domotica di Piquadro) ha proposto un Congresso Regionale di Domotica

e Building Automation, in partenariato con ABB, produttore di sistemi di automazione

specialmente per il terziario, e in collaborazione con AciSistel (sistemi di sicurezza), Sinapsi

(automazione residenziale e per la gestione delle energie rinnovabili), Prase Engineering

(distributore di apparecchi per audio e video professionale), domoticalabs (software per

sistemi di automazione), Vetreria Misa (vetri isolanti e di sicurezza). Il Congresso si è tenuto

il 16 aprile scorso all’Hotel Federico II di Jesi (AN), e ha visto la partecipazione di oltre 200

professionisti e architetti provenienti da tutto il Centro Italia.

Il convegno si è aperto con un interessante case history a cura di Sandro Cardinali di PiquadroLuce sul sistema

domotico per disabili realizzato a Chiaramonti (Sassari); l’obiettivo era automatizzare la gestione del quotidiano

in un appartamento, dalla comunicazione con il mondo esterno tramite PC e videocitofono, all’accendere la TV

e cambiare canale… tutte azioni semplici ma inarrivabili per chi soffre di disabilità gravi. Un impianto semplice,

con interfacce utente inusuali come un mouse a bocca e un computer con funzioni da palmare Samsung Q1, su

cablaggio a stella, ma molto customizzato e soprattutto affi dabile, con accesso da remoto per monitoraggio e

manutenzione. Un grande regalo che l’automazione residenziale può fare alle persone con importanti problemi

di salute. Gli interventi successivi sono stati a cura di Simone Zoani di ABB, sulle possibilità che l’automazione

offre, anche nel risparmio energetico, di Claudio Caldera di domoticalabs, che ha parlato dell’importanza

del software nei sistemi di automazione, con alcuni interessanti spunti sul concetto di valore aggiunto che i

professionisti possono utilizzare nei rapporti col cliente. Nel pomeriggio hanno parlato Sandro Cardinali ed

Enzo Treviglio, sempre di PiquadroLuce, che ha illustrato un progetto illuminotecnico e di domotica per un

centro benessere, esteticamente molto interessante, con soluzioni avanzate per la gestione e il contenimento

dei consumi, e infi ne Massimo Valerii di Sinapsi – Gruppo Energy, che ha spiegato come l’automazione possa

monitorare e trarre il massimo dagli impianti fotovoltaici.

Una giornata interessante dedicata alla cultura di settore, organizzata da player consapevoli del valore della

formazione in un mercato in crescita ma che ha bisogno di forti contenuti.

www.abb.it www.acisistel.cit www.domoticalbs.com www.gruppo-energy.com

www.piquadroluce.com www.prase.it www.vetreriamisa.com

libertà sull’imbarcazione. L’assistenza tecnica, in questi contesti, è tanto importante quanto le funzioni messe a

disposizione: per questo con l’autorizzazione del Comandante è possibile collegarsi in remoto con myOlos per

la manutenzione o l’aggiornamento e variazione della programmazione, rendendo ogni intervento tempestivo e

riducendo le trasferte.

La giornata si è conclusa con una memorabile uscita in mare su uno yacht di 72 m dotato di servizi e arredi a

cinque stelle, vero fi ore all’occhiello di CRN, fi no alle meravigliose coste del Monte Conero.

www.crn-yacht.com www.videoworks.it www.intel.com

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Page 77: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

news

75

APG Workshop

Come già l’anno scorso Audio Pro Group ha

organizzato un roadshow per incontrare partner e

operatori del settore; due le location, Roma e Milano,

tra il 10 e il 14 maggio, dove si sono svolti alcuni

workshop su argomenti legati all’audio: Wireless,

dalla progettazione del sistema d’antenna al controllo

remoto, e Wireless, dall’analogico al digitale. Durante

il primo incontro sono state presentate problematiche

e soluzioni per trasmissione e ricezione di segnali in

RF, con esempi pratici grazie all’uso dei radiomicrofoni

AKG WMS4500, di in-ear monitor AKG IVM4 e del

protocollo HiQnet,

per la gestione e

routing dei segnali.

Durante il secondo

workshop è invece

stato presentato

il nuovo sistema

di radiomicrofoni

AKG DMS700.

Ulteriori sessioni di

approfondimento sono state inoltre dedicate ai mixer

digitali Soundcraft e Studer (è stato possibile vedere in

anteprima il Soundcraft Vi1), tutti marchi presenti nella

scuderia APG.

www.apgweb.it

Errata Corrige

Nell’articolo dello scorso numero relativo allo

Starshotels Rosa di Milano è stato riportato

erroneamente il nome di Gabel Guagliumi

come responsabile tecnico di Yamaha

Commercial Audio Italia. Nello scusarci con

le persone coinvolte, vi informiamo che il

responsabile tecnico dell’azienda giapponese

in Italia è Sandro Chinellato.

DM-MD32X32 Crestron

Crestron completa la gamma di switcher a matrice

DigitalMedia con DM-MD32X32, rivolto alle

installazioni di grandi dimensioni ove sia richiesta

qualità video HD. La possibilità di

scegliere tra diverse card di ingresso

e uscita permette all’integratore di

avere la massima fl essibilità: DM-

MD32X32 infatti accetta e distribuisce

qualsiasi combinazione tra le più

diverse tipologie di segnale audio

video, inclusi VGA, HDMI, DVI,

DisplayPort, 3G-SDI, Ethernet e USB

per la gestione via tastiera o mouse

di altri dispositivi, mantenendo la

risoluzione nativa del materiale. Può

gestire fi no a 32 sorgenti audio video

con altrettante uscite, sempre completamente

confi gurabili in loco, ed espandibili fi no a 160 uscite.

L’importazione avviene da pannello frontale o tramite

il software Crestron Toolbox. L’architettura modulare

consente di fare variazioni anche all’ultimo minuto.

Per quanto riguarda l’audio, lo switcher supporta

la gestione contemporanea di audio surround 7.1

e stereo dalla stessa sorgente HDMI, per esempio

nel caso venga impiegato per un sistema home

theater e per l’audio multiroom di un appartamento.

Tramite l’EDID, lo switcher provvede a individuare il

formato ottimale di segnale per ciascun apparecchio

collegato, e un sistema chiamato QuickSwitch

HD riduce il delay causato dal processo di

riconoscimento HDCP del dispositivo. Sempre per

la gestione dell’HDCP, DM-MD32X32 testa i limiti

di ciascun dispositivo (numero limitato di chiavi)

consentendo all’integratore di evitare brutte sorprese

nei collegamenti. Supporta risoluzione video fi no

al formato WUXGA 1.920x1.200 e HD 1.080p60, il

controllo di dispositivi via CEC.

www.crestron.com new

s

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Page 78: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

76 giugno / luglio ‘10 • n. 24

news

Sostegni B-Tech per scrivania

B-tech, distribuita in Italia da Nuova Videosuono, ha presentato a ISE quattro

nuove linee di supporti, e fra queste è ora disponibile sul nostro territorio quella da

scrivania per uno o due monitor, fi no ai 24” e 9 kg. La serie superiore full motion,

in particolare, offre un comodo sistema di frizioni e molle di sostentamento utili per

cambiare la posizione del monitor istantaneamente senza regolare e rifi ssare la

posizione del braccio, indipendentemente dal peso del monitor. Passaggio dei cavi

a scomparsa e fori standard VESA. Il distributore annuncia anche che è possibile

sfogliare il catalogo completo on line in modo semplice e intuitivo all’indirizzo http://

www.btechcatalogues.com/btechcatalogue2010.html.

www.btechpro.it www.videosuono.it

L’Acoustics Serie XTi Architectural

Discendenti diretti della serie XT, gli XTi sono stati ottimizzati

per l’uso in installazioni fi sse come sound reinforcement.

Due le varianti: 8XTi (risposta in frequenza da 65 Hz a 20

kHz, driver di compressione con diaframma da 1,5” caricato

coassialmente da un trasduttore

per i bassi da 8”, disersione di

100°, SPL massima 127 dB) e

12XTi (banda di frequenza da 55

Hz a 20 kHz, driver con diaframma

da 3”, trasduttore per i bassi

da 12”, dispersione 90°, SPL

massima 133 dB). Per entrambi i

modelli è possibile abbassare la

risposta in frequenza a 32 Hz con

l’aggiunta di subwoofer SB118 o SB 18. Si tratta di soluzioni

plug and play, ottimizzabili tramite i controller amplifi cati LA4

e LA8, che offrono diversi preset: Full range per l’uso dei

diffusori sfruttando l’intera banda, High-pass per l’uso con un

fi ltro passa alto settato a 100 Hz e l’aggiunta dei subwoofer

SB 118 o SB 18, Hybrid per confi gurazione ibrida con i sub

complementari; per ognuno di questi preset è poi possibile

defi nirli ulteriormente se i diffusori sono utilizzati come front,

fi ll o monitor. Cabinet in betulla, possono essere montati

su staffa o su sostegno verticale. Misure e (AxLxP) e peso:

421x250x269 mm per 11 kg (8XTi), 540x410x389 mm per 28

kg (12XTi), fi niture RAl custom disponibili.

www.l-acoustics.com

Distribuito in Italia da Sisme, www.sisme.com

Egodom, open source per il controllo residenziale

Al Salone del Mobile 2010 Global Building

Automation Italia ha presentato Egodom,

sistema open source per il controllo

dell’ambiente domestico, sviluppandone sia

hardware che software (download gratuito

da Sourceforge.net); è possibile agire

su tutti i servizi, dalla videosorveglianza

alla distribuzione audio e video, dalla

climatizzazione all’illuminazione. Tra i vantaggi

più importanti, la possibilità di scegliere

i dispositivi di controllo (sensori, motori,

pulsanti…) del costruttore preferito, senza

dover adottare un protocollo prestabilito,

inoltre il sistema è ampliabile e modifi cabile

nel tempo estendendolo a nuove periferiche

e ricalibrando la programmazione; l’azienda

assicura che il software può essere adattato al

linguaggio di ogni periferica, e come interfacce

è possibile usare qualsiasi dispositivo in

grado di connettersi a una rete. Egodom può

essere installato dal professionista di fi ducia,

ma è comunque disponibile già con alcune

funzioni base preimpostate tipiche di un

impianto elettrico standard, per facilitarne un

uso plug&play. Alla pagina www.domotica-

opensource.com si può inoltre accedere al

blog di discussione e sostegno degli utenti.

www.egodom.com

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Page 79: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

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news

Barco al World Expo di Shanghai 2010

Apparecchiature e tecnologie Barco sono state

impiegate per illuminare e per le videoproiezioni di

alcuni padiglioni del World Expo: in quello dedicato

all’automotive 20 proiettori

ad alta defi nizione sono

serviti a visualizzare un

futuro nel quale si potrà

viaggiare attraverso il tempo,

nel padiglione di Taiwan,

invece, la videoproiezione

è protagonista di effetti 4-D

nell’I-Max dome theater, e

nel padiglione cinese legato

all’industria privata, 15 Barco

DML-1200 hanno ricreato un’ambientazione dedicata;

infi ne, oltre 20 sale videoconferenza con tecnologia

Barco si trovano all’Expo Center, che verrà utilizzato

come centro conference dal Governo di Shangai.

www.barco.com

Da Sony, monitor professionale OLED

Sony ha implementato la tecnologia OLED

sull’ultimo display professionale PVM-740 (7,4”),

pensato per l’editing, produzione ENG e EFT,

OB van ecc, ideale per l’uso con le telecamere in

confi gurazione 3D. È dotato di tecnologia Super

Top Emission per ottenere contrasto elevato anche

con luce ambientale elevata, mentre il driver per

pannello a 10 bite la tecnologia ChromaTRU

permettono di emulare colori e gamma dei CRT e

supportano diversi standard broadcast (SMPTE-C,

EBU…). Il sistema a circuito di feedback controlla

la luce e regola il bilanciamento del bianco, e la

funzione di scansione nativa consente di riprodurre

le immagini senza modifi care il numero dei pixel

del segnale in ingesso garantisce corrispondenza

tra questi e i pixel del pannello. Dispone di

connessioni standard, accetta formati ideo SD o

HD e incorpora come standard varie interfacce

video, compresa la HDMI.

www.pro.sony.eu

MixRack Allen & Heath iDR-64

Vi parliamo in anteprima di un prodotto che sarà presentato a giugno all’Infocomm di Las Vegas da Allen &

Heath, si tratta di iDR-64, dedicato al digital mixing e audio networking con tecnologia iLive. In nove unità rack

iDR-64 integra 64 preamplifi catori microfonici per il mix su 32 uscite (XLR bilanciate)

confi gurabili, con l’ausilio di otto effetti stereo basati sull’emulazione di dispositivi

standard, Eq parametrico ed FX-shaper sui ritorni. Il cuore del sistema è lo stesso DSP

RackExtra della famiglia iDR. Inoltre è possibile montare schede opzionali (porta B) per

l’audio networking (Ethersound, MADI, ADAT, Aviom ecc.), per il mic splitting tra sala e

palco, per espandere il sistema (in dual rack con un altro MixRackiDR, fi no a 128 canali)

o per la registrazione. MixRack può essere usato come laptop o tablet, controllato via

Midi o tramite controller serie PL, o collegandolo a una delle sette superfi ci di controllo

iLive con un cavo CAT5 (fi no 120 m) e protocollo proprietario Allen & Heath ACE per

il trasferimento point-to-point bidirezionale di audio e controlli. Tutti i prodotti della

serie iLive, infatti, si possono usare in combinazione tra di loro perché condividono

il fi rmware. Allen & Heath ha annunciato contestualmente il lancio del fi rmware ed editor software V 1.7 (con

supporto per una applicazione iPhone), di nuove schede opzionali Dante e RockNet. Tra le novità della versione

V 1.7 troviamo le funzioni pre-amp safe, selezione della sidechain source, controllo remoto da PL del canale

monitor del fonico, miglioramento della sezione Eq.

www.allen-heath.com Distribuito in Italia da Grisby Music, www.grisbymusic.it

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Page 80: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

78 giugno / luglio ‘10 • n. 24

news

Disponibili i Panasonic Viera 3D al plasma

Da poco commercializzati, i TX-P50VT20 (50”)

e TX-P65VT20 (65”) sono schermi al plasma

3D Full HD con tecnologia 600 Hz; la scelta

della tecnologia al plasma, assicura Panasonic,

riduce il rischio di “cross talking”, ovvero

la sovrapposizione parziale delle immagini

destinate all’occhio destro

con quelle destinate all’occhio

sinistro (e viceversa), grazie

al più veloce tempo di

risposta del plasma, inoltre la

tecnologia Frame Sequential

permette di visualizzare

due volte più velocemente

le immagini in Full HD,

riducendo la luminescenza ma conservando

piena luminosità. Il processore d’immagine

Sub-Field Drive, poi, permette di ottenere

massima fl uidità dalle immagini in movimento

con risoluzione Full-HD, e ogni frame è

visualizzato per un tempo inferiore rispetto agli

altri modelli, eliminando l’After Effect.

www.panasonic.it

Osram per retail e architetturale

È un nuovo LED ottimizzato dalla ricerca Osram per

applicazioni commerciali e architetturali, ad alta luminosità

(fi no a 27 lm di fl usso), effi cienza (90 lm/W) e involucro

esterno particolarmente resistente. È disponibile in varie

tonalità di bianco dai 2.700 K ai 6.500 K, è adatto a una

potenza fi no a 5W e offre un’effi cace sistema di dissipazione

del calore per mezzo di terminali reverse gullwing sul circuito

stampato, senza bisogno di ulteriore gestione termica.

Osram ha anche ampliato la

gamma delle lampade agli

alogenuri metallici Powerball HCI-

TT e HCI-TM ad alta effi cienza,

lunga durata (3 anni) pensata

per l’illuminazione dei punti

vendita, degli ambienti pubblici

ma soprattutto per sostituirsi alle

lampade al sodio a luce gialla.

La particolare conformazione

del tubo di scarico permette

maggiore effi cienza (100 lm/W) e

piacevolezza (3.000 K).

www.osram.it

Nuovo software RockWorks per sistemi Rocknet

RockNEt è un sistema di gestione di segnali audio digitali per il mercato professionale, il

costruttore Riedel ha recentemente introdotto la verisone 2.0 del software, che presenta

diverse novità: un offl ine editor permette di incorporare una routine per il controllo

della coerenza dei settaggi e della struttura della rete, funziona a 96 kHz, e la funzione

Ethernet Tunneling consente di trasportare accanto all’audio anche dati a 5 Mbit/s, inoltre la manutenzione e

aggiornamenti sono ora possibili da remoto, connettendosi ad un singolo modulo. Riedl ha inoltre presentato la

nuova scheda di espansione RN.343 che permette di integrare nel sistema console Soundcraft e Studer tramite la

gestione di 64 in e 64 out. Il software è disponibile sul sito del produttore e del distributore italiano G-Mep-Molpass.

www.riedel.com www.molpass.com

DSN Technologies entra in ATS

DSN Technologies dal mese di aprile è entrata a far parte del gruppo ATS, che opera nell’ICT e nell’IPC

(Industrial Process Control) con l’obiettivo di potenziare la propria offerta nei settori Digital Broadcasting e digital

signage. Nell’occasione, variazione anche per la ragione sociale, divenuta AlhenaCom S.r.l.

www.alhena.it

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Page 81: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

79

news

Exhibo K-day

K-array è il marchio che contraddistingue alcuni sistemi audio per installazione e live del costruttore fi orentino HP-Sound,

conosciuti per le dimensioni contenute e la leggerezza, e distribuiti con successo da Exhibo. Per coloro che non avevano avuto

l’occasione di “toccare con mano” le soluzioni a catalogo, Exhibo e HP-Sound hanno organizzato lo scorso 5 Maggio una

giornata di studio presso il Teatro Palladium di Roma. Alex Tatini (General Manager HP-Sound) ed Edoardo Ravelli (Product

Manager Exhibo) hanno presentato dapprima i piccoli (ma molto effi caci) diffusori Lyzard (KZ10), di solo 10 cm di altezza,

che fanno parte della serie di diffusori a display comprendente anche i Tornado (KT20), Vyper (KV50) e Kobra (KK50). In

seguito sono stati spiegati e ascoltati i sistemi per diffusione frontale RedLine (Kr100S, KR200S e KF12S), che comprendono

un diffusore per le alte e medie e un sub, e la serie KH4 ultracompatta dedicata al live, attiva e a due vie, con cabinet dello

spessore di soli 16 cm (anche il subwofer KS4); per fi nire, il K-array da concerto KH15 con diffusione orizzontale di 120° e di

solo 16 cm di spessore, supportato da due subwoofer con doppio 21” KO70. La giornata si è chiusa con la presentazione

di Paolo Corchia (PM Exhibo settore radiofrequenza), che ha affrontato le problematiche nella radiofrequenza generate

dall’avvento del digitale terrestre, e ha illustrato le serie di microfoni wireless Evolution G3 e 2000, 3000 e 5000 di Sennheiser.

www.exhibo.it

Proiettori ultra short-throw Sanyo

Sanyo ha annunciato due nuovi modelli di videoproiettori

ultra short-throw, sono PDG-DXL2000 e PDG-DWL2500,

entrambi con tecnologia DLP, possibilità di installazione

verticale od orizzontale, 3D

ready e altoparlante da 10W, per

presentazioni multimediali. PDG-

DWL2500 (da 2.500 Ansi Lumen) con

formato 16:10 (per i PC widescreen,

per esempio), risoluzione WXGA

(1.280x800p) e rapporto di proiezione

0,19:1, può proiettare immagini

con diagonale pari a 80” a una distanza di 2,4 cm; PDG-

DXL2000 (da 2.000 Ansi Lumen) con risoluzione XGA

(1.024x768p) e formato 4:3, ha un rapporto di proiezione

pari a 0,24:1, per immagini con diagonale da 80” a una

distanza di 8,8 cm. L’ambito di impiego cui si rivolgono

è l’education: aule con soffi tto basso, integrazione con

lavagne interattive (le diagonali di immagine supportate

sono pensate proprio per questo tipo di impiego). Funzione

3D ready a 60 Hz, sono richiesti occhiali 3D shutter.

Le funzioni includono la regolazione automatica con

riconoscimento del segnale, correzione trapezoidale, Direct

Power Off per attivare e disattivare il proiettore rapidamente

(basta staccare la presa di corrente) senza danneggiare

il ciclo della lampada, ingressi HDMI, connettore RJ-45.

Garanzia di tre anni sul proiettore e un anno sulla lampada.

www.sanyo.com

Christie per Airbus

L’esigenza di visualizzare un oggetto non ancora realizzato nella

realtà, e quella di spettacolarizzare l’evento in occasione di fi ere di

settore, hanno offerto l’occasione ad Airbus di realizzare una sala

cinematografi ca particolare: quella costruita dentro la fusoliera

del nuovo jet A350. Il velivolo per ora è un progetto sulla carta,

ma i dati 3D messi a

disposizione da Airbus

hanno permesso a

Master Image Films di

Tolosa di realizzarne un

modellino a grandezza

naturale, allestito con

quattro superfi ci di

proiezione (davanti,

ai lati e sul soffi tto) al

fi ne di dare agli “spettatori” la sensazione di volare su un vero jet. I

proiettori utilizzati per la speciale installazione sono otto Roadster

HD10 Christie, che offrono le caratteristiche tecniche richieste

dall’inconsueto ambiente di proiezione: obiettivi a focale molto corta,

design compatto (i proiettori sono stati posizionati a terra sotto

lastre di vetro), lampade a elevate prestazioni. Le immagini erano

memorizzate su PC rack e mini Mac modifi cati; il tutto era avviato

da un comando a sensori e gestito da un sistema programmato

con Flex, a sua volta collegato a un’interfaccia di rete creata

appositamente da Avant Garde Imaging, e connessa a un sistema

Dataton Watchout.

www.christiedigital.com

Conn_24.indb 79 07/06/10 12.24

Page 82: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

Gli inserzionisti

Le aziende citate

Anno 5° - n°24giugno / luglio 2010

Direttore responsabile:

Elisabetta Ferri

Direttore editoriale:

Giorgio Ungania

Sales & Marketing:

Vincenzo Ametrano - [email protected]

Coordinamento:

Chiara Benedettini - [email protected]

In redazione:

Barbara Trigari, Alessandra Voltani

[email protected]

Tel/Fax 0721 208696

Hanno collaborato a questo numero:

Rolando Alberti, Alberto Pilot

Progetto grafi co:

Atlante Associati - Pesaro

Grafi ca e impaginazione:

Andrea Gasperoni Ferri

Stampa:

Tipografi a Toscana

Amministrazione:

traffi [email protected]

Informativa ai sensi dell’art. 13, d.lgs 196/2003. I dati sono trattati, con modalità anche informatiche, per l’invio della

rivista e per svolgere le attività ad essa connesse. Titolare del trattamento è: B2B Media srl – Strada della Romagna 371 –

61100 Colombarone [PU]. Le categorie di soggetti incaricati del trattamento dei dati per le finalità suddette sono gli addetti alla

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amministrativa e contabile. Ai sensi dell’art.7, d.lgs 196/2003 è possibile esercitare i relativi diritti tra cui consultare, modificare,

aggiornare o cancellare i dati, rivolgendosi al titolare che succitato indirizzo.

Informativa dell’editore al pubblico ai sensi dell’art.13 lgs 196/2003. Ai sensi del decreto legislativo del 30 giugno

2003, n°196 e dell’art.2, comma 2 del Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività

giornalistica, B2B Media srl – titolare del trattamento – rende noto che presso i propri locali siti in Strada della Romagna 371 –

61100 Colombarone [PU], vengono conservati gli archivi di dati personali e di immagini fotografiche cui i giornalisti, praticanti,

pubblicisti e altri soggetti (che occasionalmente redigono articoli o saggi) che collaborano col predetto titolare attingono nello

svolgimento della propria attività giornalistica per le finalità di informazioni connesse allo svolgimento della stessa. I soggetti che

possono conoscere i predetti dati sono esclusivamente i suddetti professionisti, nonché gli addetti preposti alla stampa ed alla

realizzazione editoriale della testata. Ai sensi dell’art.7, d.lgs 196/2003 si possono esercitare i relativi diritti, fra cui consultare,

modificare, cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo, rivolgendosi al predetto titolare. Si ricorda che, ai sensi dell’art.138,

d.lgs 196/2003, non è esercitatile il diritto di conoscere l’origine dei dati personali ai sensi dell’art.7, comma 2, lettera a), d.lgs

196/2003, in virtù delle norme sul segreto professionali, limitatamente alla fonte della notizia.

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Registrazione al Tribunale di Pesaro n.540 del 9/10/2006

AGMultivision p. 11Via Plinio, 4320129 MilanoTel 02.45471864 – Fax 02.45471865www.agmultivision.it

Crestron Italia S.r.l p. 61Via Verona 1620063 Cernusco sul Naviglio (MI)Tel 02.9214375 – Fax 02.92729770www.crestron-int.be www.crestron.com

Euromet S.r.l p. 13Z.i. Brodolini60025 Loreto (AN)Tel 071.976444 - Fax 071.978988www.euromet.com

FBT Elettronica S.p.A III cop.Zona Industriale Squartabue62019 Recanati (MC) Tel. 071.750591 - Fax 071.7505920www.fbt.it

Omniabit S.r.l. p. 25Via Val Camonica 11210128 Milano (MI)Tel 02.97372811 - Fax 02.2573548www.omniabit.com

Audio Communications Systems p. 15Via Nobel 1030020 Noventa di Piave (VE)Tel 0421.571411www.inout-digital.com

RCF S.p.a. p. 29Via Raffaello 1342124 Reggio Emilia (RE)Tel 0522.274411 - Fax 0522.232428www.rcf.it

Roland Systems Group p. 17C.so Trapani 1610139 Torino Tel 011.19710332 – Fax 011.19710347www.rolandsystemsgroup.net

Samsung Electronics Italia S.p.A. p. 71Via C. Donat Cattin 520063 Cernusco sul Naviglio (MI)www.samsung.com

Vogel’s Products Italia S.r.l. II cop.Piazza F. Caltagirone, 7520199 Sesto San Giovanni (MI)Tel 02.24420100Fax 02.24420199www.vogels.com

Yamaha Musica Italia IV cop.Viale Italia, 8820020 Lainate (MI)Tel 02.93577241Fax 02.9370956www.yamahacommercialaudio.com/commercial_audio/italy

10squaredABBAciSistelAGMultivisionAlhenaComAllen&HeathArcelikArsenal MediaAr-themaATSBarcoBrand Play GroupBits AVB-TechCanonChristieClear ChannelC-NarioDigital Panoramadnp denmarkdomoticalabsDSN technologiesdZineEpson

Engineering SoultionsEsprit DigitalEuphonExhiboGE LighitngGlobal Building Automation ItaliaGrisby MusicGruppo EnergyHarrisHitachiHP SoundHyndaiInfocusInfotraffi cIntelJVCL’AcousticsLa PerlaLG ElectronicsLitelogicMinicomMitsubishi ElectricNECNuova Videosuono

NvidiaOsramPanasonicPanphonicsPhilipsPiquadroLucePrase EngineeringprojectiondesignPrevostRiedelSA Screen MediaSamsungSanyoScalaScreenlineSismeSinapsiSonySun GroupToshibaVetreria MisaVogel’sYCD

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Page 83: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

FBT elettronica SpA 62019 Recanati (MC) - ItalyTel. +39-071750591 Fax +39-0717505920www.fbt.it [email protected]

Montelupone, nelle Marche, in provincia di Macerata, è

riconosciuto dal: Club “I Borghi più Belli d’Italia”

dell’ANCI, “Bandiera Arancione” del Touring Club Italiano, “Targa

Blu” ed è appartenente a “Il Paesaggio dell’Eccellenza”

Sala Consiliare di Montelupone

Teatro Nicola degli Angeli di Montelupone

nei “B

org

hi p

iù b

elli d

’Ita

lia”

Montelupone,

“Borgo Ideale”,

ha inteso rendere

grande il suono sia in

ambienti chiusi che tra

le vie del paese.

Un suono che supera

il concetto di diffusione

sonora geometrica,

ma offre un effetto

olografico

e tridimensionale

attraverso diffusori

che non deturpano

l’architettura

medioevale dei palazzi.

2009

2009

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Page 84: Connessioni n°24 | giugno/luglio 2010

Tecnologia e tendenze nel mondo del Building & Home Automation

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Gli schermi da proiezioneIl valore aggiunto

Le tecnoglogie videoProiezione e display

La terza dimensioneScenari e tecnologie

Mercato videoNumeri, situazione, prospettive

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