42
Conoscere i nostri apprendenti Alessandra Korner Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Conoscere i nostri apprendenti - ustservizibs.it · Conoscere i nostri apprendenti Alessandra Korner Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

Embed Size (px)

Citation preview

Conoscere i nostri apprendenti

Alessandra Korner

Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

La storia della rana

Si ringrazia la Prof.ssa Arcangela Mastromarcoche ha fornito le immagini tratte dal testo di

Meier (1964)

Studente A: Guarda e riduce tutto all’osso. La cerca la cerca, la cerca e poi la trova (SISTEMA)

Studente B: Narrazione precisa; descrive niente di più niente di meno di quello che c’è disegnato. Con pause e precisioni. Piuttosto che sbagliare sta zitta e cambia strada quando non sa (NORMA)

Studente C: Si immedesima in un bambino che fa il sogno. In un italiano piuttosto maccheronico, con qualche errore con strumenti limitati narra inventando anche dei dati in più (COMPITO)

Un esercizio come questo non è tanto utile per valutare il livello di lingua, quanto a conoscere lo stile cognitivo

dell’allievo per poi ideare strategie di insegnamento adeguate

Soprattutto quando abbiamo a che fare con classi diversificate, è estremamente utile conoscere meglio l’apprendente

L’insegnante di lingua che pensa di dare un voto e dire quanto unosa ad ogni studente… darebbe 4 al primo 8 al secondo 6/7 al terzo.

Ma bisogna risalire alla richiesta in particolare: se abbiamo chiesto di raccontare una storia devo accettare qualsiasi storia…più o meno dettagliata che sia, dobbiamo accettare modalità diverse, stili cognitivi diversi.

Lo stesso esercizio, richiesto a distanza di tempo in lingua materna (dunque senza blocchi e condizionamenti di alcun tipo) ha dato gli stessi risultati. Le stesse persone hanno riferito racconti molto simili.

Il modo di raccontare una storia caratterizza le persone

Un esercizio come questo non Un esercizio come questo non èè tanto utile per valutare il livello di tanto utile per valutare il livello di lingualingua, quanto a conoscere lo stile cognitivostile cognitivo delldell’’allievoallievo per poi ideare strategie di insegnamento adeguate. Quando si ha a che fare con classi diversificate, permette di conoscere meglio l’apprendente.

Ci sono 3 grosse modalità per definire il profilo strategico:

PRIORITPRIORITÁÁ: :

�� SISTEMASISTEMA: lingua / sistema linguistico in apprendimento –

dimostra il suo reale livello di competenza in L2

� NORMANORMA: regole – non parla fino a quando non è sicuro della sua produzione

��COMPITOCOMPITO: attività – segue il compito assegnatogli pur commettendo errori

BERNARD PY BERNARD PY 1939 – 2012

Professore di Linguistica Applicata all’Università di Neuchatel

PRIORITPRIORITÁÁ: :

�� SISTEMASISTEMA: il sistema linguistico in apprendimento

� NORMANORMA: le regole

��COMPITOCOMPITO: l’attività

Non c’è un profilo più corretto di un altro

A seconda della situazione dovremmo cercare di produrre testi diversi con priorità diverse

Esempio � LA PUBBLICITÁ

PROPONE LINGUAGGI DIVERSI A SECONDA DEL DESTINATARIO

A LIVELLO COGNITIVO

Ogni apprendente tende a dare priorità sempre e solo ad uno degli aspetti

L’IDEALE

Sarebbe cambiare la priorità a seconda del contesto nel quale ci troviamo

IL PROFILO DELLIL PROFILO DELL’’APPRENDENTEAPPRENDENTE

FINALITFINALITÁÁ

� Ambito Linguistico – Glottodidattico

DESCRITTIVADESCRITTIVA

� Ambito Linguistico

ESPLICATIVA ESPLICATIVA

� Ambito Glottodidattico

INTERVENTISTAINTERVENTISTA

QUALI TIPOLOGIE?QUALI TIPOLOGIE?

1) DAI DATI ALLE TEORIEDAI DATI ALLE TEORIE � (modello di Monique Lambert)Nel rendere conto della variabilità degli apprendimenti da parte di alcune studentesse universitarie, M. Lambert propone una definizione di “profilo d’apprendente” che si articola su tre livelli di descrizione e per la quale rinvia al modello di Py:� il profilo linguistico e il profilo strategico� la priorità verso il sistema, la norma o l’attività (cfr. Py)� il profilo “psico-socio-biografico”

2) DALLE TEORIE AI DATIDALLE TEORIE AI DATI � (modello di Bernard Py)Secondo Py è necessario ampliare le investigazioni al territorio dell’apprendente, ossia al contesto linguistico nel quale si sviluppa il processo di acquisizione di una LS. Tale nozione si definisce intorno a tre poli:� la costruzione di un sistema di conoscenze linguistiche (per sistema si intende l’insieme più o meno organizzato e stabilizzato di conoscenze linguistiche dell’apprendente, la sua IL)� l’aggiustamento alle norme della L2 (per norma si intende l’insieme delle pressioni esterne che si esercitano sul sistema)� la realizzazione di attività specifiche (per attività si intende qualunque attivitàcomunicativa in L2)

La nozione di PROFILO permette di intrecciare preoccupazioni linguistichepreoccupazioni linguistiche con preoccupazionipreoccupazioniacquisizionaliacquisizionali e didattichedidattiche.

“Essa integra dimensioni diverse, linguistiche, cognitive, attitudinali, sociali, culturali, istituzionali, rendendo necessario un approccio pluridisciplinare

Non può essere considerata in modo isolato e astratto. Essa è strettamente legata alle nozioni della linguistica dell’acquisizione, in particolare alle nozioni di lingua di partenza, lingua seconda o lingua straniera, lingua di arrivo, lingua materna, lingua di origine o di accoglienza, contesto scolastico o naturale”

[MONDADA L., PY B., Vers une définition interactionnelle de la catégorie d’apprenant, in POCHARD J.Ch. (a cura di), Profils d’apprenants. Actes …cit., pp. 381-382]

PROFILO LINGUISTICO

� Componente Linguistica

LINGUA MATERNA, ALTRE LINGUE CHE CONOSCO, QUANTA LINGUA GIÀ UNO SA, COME LA SA, QUANTE LINGUE ALTRE SA ÈIMPORTANTE

PROFILO PSICOLOGICO

� Componente Psicologica

CHI È LA PERSONA, ETÀ, DATA DI NASCITA, LUOGO DI NASCITA ESPERIENZE PERSONALI

PROFILO STRATEGICO-COGNITIVO

� Componente Linguistica

� Componente Sociolinguistica

� Componente Psicologica

PRIORITÀ AL SISTEMA, ALLA NORMA, AL COMPITO

UN MODELLO INTEGRATO UN MODELLO INTEGRATO

Utile distinguere quattro grandi aree di stili tra loro interagenti:

� le preferenze fisico-ambientali

� le modalità sensoriali

� gli stili cognitivi

� i tratti di personalità

LE PREFERENZE FISICOLE PREFERENZE FISICO--AMBIENTALIAMBIENTALIRiguardano i modi personali di gestire i rapporti con la propriaidentità psico-fisica e con l’ambiente circostante: si tratta delle preferenze riguardo ai tempi e ai luoghi dello studio; alle condizioni climatiche (luce, temperatura, umidità, tempo atmosferico); alla presenza o assenza di suoni e i rumori; alle abitudini alimentari; alla postura e alla mobilità

LE MODALITLE MODALITÀÀ SENSORIALISENSORIALIRiguardano i modi preferenziali di utilizzare i sensi per gestire le informazioni in arrivo: tradizionalmente vengono considerate le modalità visiva/visiva non verbale, uditiva e cinestetica (o cinetica).

La persona con preferenza cinestetica è facilmente riconoscibile per il bisogno di movimento, di coinvolgimento continuo, di attività concrete con cui sperimentare di persona quanto ha magari già letto o ascoltato.

Quest’ultima modalità, spesso trascurata a scuola, è invece ben integrata negli approcci glottodidattici umanistico-affettivi come, per esempio, il Metodo della Risposta Fisica Totale o la Programmazione Neurolinguistica

STILI DI COGNITIVI STILI DI COGNITIVI “Gli stili di apprendimento sono caratteristici comportamenti cognitivi, affettivi e fisiologici che lo studente utilizza abitualmente in situazioni di raccolta ed elaborazione di informazioni, per la loro memorizzazione e la loro utilizzazione nello studio in generale e che funzionano come indicatori relativamente stabili di come i discenti percepiscono l’ambiente di apprendimento, interagiscono con esso e vi reagiscono.”(Keefe 1979).

Può essere utile dunque conoscere quali sono gli stili prevalenti tra gli studenti, sia per tenerli presenti

nell’intento di rendere più efficaci le lezioni, sia per contrastarli quando risultassero più di ostacolo che di aiuto, facilitando l’uso di stili ritenuti più adeguati.

L’attenzione per gli stili degli allievi consente inoltre di valorizzare alcune caratteristiche su cui non ci si sofferma

adeguatamente e favorisce le relazioni interpersonali.

Non si tratta di contrapporre una modalità ad un altra, ma di esplicitare quando è più efficace e opportuna una e quando l’altra.

Gli stili cognitivi sono normalmente accoppiati, come due polarità della stessa dimensione:

VERBALE/VISUALE SISTEMATICO/INTUITIVO

ANALITICO/ GLOBALE RIFLESSIVO/IMPULSIVO

AUTONOMO/CONFORME OTTIMISTA/PESSIMISTA

Ciascuna persona tende ad usare modalità che si collocano in posizioni più vicine ad una o all’altra polarità; saperlo puòesserle utile, sia per sfruttarle meglio, sia per capire che le si può cambiare quando le si ritiene controproducenti

VERBALE

Preferenza per la parola detta o scritta, testi, riproduzioni sonore, con tendenza ad imparare per

lettura e ripetizione

VISUALE

Preferenza per l’immagine, le figure dei libri, le rappresentazioni grafiche, le raffigurazioni in genere,

con tendenza ad usarle per imparare

SISTEMATICO

Approccio alla formulazione di ipotesi con un procedere metodico di raccolta di indizi e del loro

collegamento seguendo delle regole

INTUITIVO

Privilegiare la scoperta o l’invenzione personale per arrivare ad un’ipotesi che cerca conferme nei

dati disponibili

ANALITICO

Partire dai dettagli per costruire man mano il quadro generale, avendo a cura la descrizione minuziosa dei

particolari

GLOBALE

Costruirsi una visione d’insieme di un argomento senza perdersi nei particolari, cercando di cogliere il

concetto centrale o il senso generale

RIFLESSIVO

Nel cercare una risposta chiedersi quale sia la rilevanza degli elementi disponibili e sceglierli con

attenzione, piuttosto che utilizzare i primi che vengono alla mente

IMPULSIVO

Tendenza a rispondere prontamente quello che viene in mente per primo, senza pensarci sopra

AUTONOMO / INDIPENDENTE DAL CAMPO

Le situazioni sono affrontate in maniera personale, evitando di ripetere comportamenti e risposte date da altri

CONFORME / DIPENDENTE DAL CAMPO

Attenersi alle indicazioni date, appoggiarsi a chi ne sa di più per affrontare situazioni problematiche, preferire

risposte che qualcuno ha già dato

OTTIMISTA

Riuscire a vedere sempre il lato positivo delle cose ed interpretare le avversità come

accidentali, limitate e non dipendenti da sé

PESSIMISTA

Tendere a vedere sempre il lato negativo delle cose ed interpretare le avversità come pervasive,

permanenti e dipendenti da sé

I TRATTI DI PERSONALITI TRATTI DI PERSONALITÀÀ

Essi incidono sulla definizione complessiva di uno stile.

Di particolare rilevanza è certamente l’opposizione introverso/estroverso, a cui è correlata l’eventuale

preferenza per un lavoro individuale rispetto al lavoro in coppie o a gruppi.

Anche in questo caso, nella glottodidattica si tratta di realizzare un equilibrio tra attività più basate

sull'interazione, su contenuti di immediato interesse personale, su un’espressività più libera e creativa (che

favoriscono i tipi estroversi) e attività più autonome, basate sullo studio più formalizzato e sulla riflessione personale, su un uso più consistente del controllo e della correzione

(che favoriscono gli introversi).

LL’’INTELLIGENZAINTELLIGENZA É LA CAPACITÀ DI COMPRENDERE IL MONDO IN CUI VIVIAMO E DI RISOLVERE I PROBLEMI AMBIENTALI, SOCIALI E CULTURALI CHE CI VENGNO

POSTI NEL CORSO DELLA NOSTRA ESISTENZA

‘900 � INTELLIGENZA: Capacità o potenziale generale che ogni essere umano possiede in misura più o meno grande e che può essere misurata da strumenti verbali standard, come test con carta e matita e

fondati su risposte brevi e batterie di domande (consideranti solamente l’intelligenza linguistica e quella logico-matematica)

HOWARD GARDNERHOWARD GARDNER, in FORMAE MENTIS, introduce il concetto delle INTELLIGENZE MULTIPLEINTELLIGENZE MULTIPLE, secondo il quale non

esiste una facoltà comune di intelligenza, bensì diverse forme di essa, ognuna indipendente dalle altre

SETTE INTELLIGENZE SETTE INTELLIGENZE –– GARDNER GARDNER

LINGUISTICA

LOGICO-MATEMATICA

CINESTETICA

MUSICALE

SPAZIALE

INTERPERSONALE

INTRAPERSONALE

INTELLIGENZA LINGUISTICA:

� Amano scrivere

� Inventano racconti e storie e raccontano barzellette

� Hanno una buona memoria per nomi, luoghi e dati

� Amano leggere libri nel tempo libero

� Non hanno alcun problema di ortografia

� Gradiscono rime senza senso e scioglilingua

� Amano fare cruciverba o giocare a giochi come scarabeo e risolvere anagrammi

INTELLIGENZA LOGICO-MATEMATICA

� Risolvono problemi di matematica molto velocemente a mente

� Si divertono a usare il computer

� Pongono domande quali: “Dove finisce l’Universo?”, “Cosa accade quando moriamo?”, “Quando è cominciato il tempo?”

� Giocano a scacchi, a dama, a giochi strategici e vincono

� Ragionano sui fatti logicamente e con chiarezza

� Inventano esperimenti per verificare le cose che non comprendono

� Trascorrono molto tempo su enigmi logici come il cubo di Rubik

INTELLIGENZA SPAZIALE

� Trascorrono molto tempo in attività artistiche

� Compongono chiare immagini visive quando pensano

� Leggono con facilità mappe, cartine e diagrammi

� Disegnano rappresentazioni dettagliate di persone o cose

� Sono contenti quando si mostrano loro film, diapositive e fotografie

� Si divertono a creare labirinti o giochi di composizione

� Sognano molto ad occhi aperti

INTELLIGENZA MUSICALE

� Suonano uno strumento musicale

� Ricordano le melodie delle canzoni

� Vi diranno quando una nota è stonata

� Vi diranno che per studiare hanno bisogno della musica

� Collezionano dischi o cassette

� Cantano canzoni quando sono soli

� Tengono il tempo ritmicamente

INTELLIGENZA CORPOREO CINESTETICA

� Sono bravi negli sport competitivi

� Si muovono, si dimenano, tamburellano con le dita o giocherellano mentre sono seduti

� Sono impegnati in attività fisiche quali il nuoto, la bicicletta, l’escursionismo, lo skateboard

� Hanno bisogno di toccare le persone quando parlano con loro

� Si divertono in pericolosi giri in bicicletta

� Mostrano capacità in attività come il cucito e l’intaglio

� Mimano con arguzia gesti, manierismi e comportamenti di altri

INTELLIGENZA INTERPERSONALE

� Hanno molti amici

� Socializzano molto a scuola o nel vicinato

� Sembrano adattarsi bene ai contesti urbani

� Partecipano ad attività extrascolastiche

� Si offrono come mediatori familiari quando scoppiano dispute

� Si divertono a fare giochi di gruppo con altri bambini

� Hanno molta comprensione per i sentimenti altrui

INTELLIGENZA INTRAPERSONALE � Mostrano un senso di indipendenza o una forte volontà

� Reagiscono con opinioni categoriche quando si discute di argomenti controversi

� Sembra che vivano nel loro privato mondo interiore

� Amano restare da soli per coltivare un interesse personale, un hobby o realizzare un progetto

� Sembrano possedere un profondo senso d’autostima

� Vanno controcorrente nel modo di vestire, di comportarsi e nelle attitudini generali

� Motivano se stessi nel riuscire bene in progetti di studio indipendenti

ROBERT STERNBERG ROBERT STERNBERG

1994 TEORIA SUL PENSIERO INTELLIGENTE1994 TEORIA SUL PENSIERO INTELLIGENTE

Il pensiero umano si fonda su tre tipi di intelligenze fondamentali:

� Analitica: Capacità di scomporre, confrontare, esaminare, giudicare, valutare, spiegare le cause

� Pratica: Si esplicita nell’abilità di usare strumenti, di saper organizzare, attuare progetti concreti, dimostrare come si fa

� Creativa: É chiaramente caratterizzata dall’intuizione, dall’immaginazione, dalla scoperta, dall’abilità di produrre il nuovo, dal saper inventare e immaginare

“Se è vero che un insegnamento rigido e autoritario non è più né ben visto né oggettivamente accettabile, l’immagine del docente moderno somiglia piuttosto a quella di un consigliere serio e preparato, che sostiene l’apprendente ma non si annulla, anzi lo assiste, osserva la classe e se stesso per migliorarsi, insegna a imparare e a programmare.

[…] In un certo senso l’insegnante ‘facilitatore’ si fa sempre di più ‘compagno di studi’ non solo in quanto personaggio meno autoritario che condivide le esperienze di classe ma anche nell’atteggiamento ‘riflessivo’ e programmatico, di ricerca continua e modificazione degli atteggiamenti, con una forte propensione ad un approccio ‘cognitivo’ e ‘costruttivistico’ nei confronti della sua attività”

[Cfr. SERRA BORNETO C., Introduzione, in Id. (a cura di), C’era una volta il

metodo. Tendenze attuali nella didattica delle lingue straniere, Carrocci Editore, Roma, 1998, pp. 21, 36]

QUALE RUOLO PER LQUALE RUOLO PER L’’INSEGNANTE?INSEGNANTE?

L’insegnante è a sua volta portatore di uno stile (di apprendimento prima ancora che di insegnamento), che, con la sua scelta di compiti e con la gestione dei rapporti interpersonali, può contribuire a realizzare una didattica varia e bilanciata.

Questo comporta la necessità di esplorare la gamma delle diversità individuali, in modo da identificare il piùchiaramente possibile i profili individuali e del gruppo-classe, di cui gli alunni stessi devono diventare consapevoli.

LA PRATICA DIDATTICALA PRATICA DIDATTICA

I compiti di apprendimento dovrebbero cercare di soddisfare la varietà di stili sempre presente nel gruppo-classe.Per esempio, un compito come “guardare una sequenza di un film senza il sonoro e discutere a gruppi ipotesi sulla trama”, favorisce gli stili visivo-non verbale, globale e intuitivo, ma anche uditivo ed estroverso (nella discussione di gruppo); un compito come “scrivere il resoconto di una gita scolastica e scambiarla con un compagno che la controlla e la corregge”favorisce gli stili visivo-verbale, analitico, sistematico e riflessivo e introverso; un compito come “a coppie, a turno un alunno mima delle azioni e l’altro le descrive oralmente”favorisce gli stili cinestetico, uditivo, intuitivo ed estroverso

Ma l’impatto degli stili sulle scelte pedagogiche e didattiche deve anche considerare la necessità di abituare gli studenti a far fronte a compiti che non siano in sintonia con le loro preferenze individuali: si tratterà allora di sostenerli con la stimolazione di opportune strategie di apprendimento per compensare i loro eventuali punti di criticità nella gestione di problemi. Questo apre la strada a una didattica che sia nel contempo strategica, perché basata sull’attivazione di strategie nel vivo dei compiti di apprendimento, e metacognitiva, perché strutturata sull’alternanza tra esperienza e riflessione e sullo sforzo costante di aumentare la consapevolezza, individuale e del gruppo-classe, non solo di che cosa si sta imparando, ma anche di come si impara.

“Les enseignants de L2 n’ont aucune difficulté à concevoir que le but de la classe de langue est de faire acquérir à l’élève des connaissances (déclaratives) et des habiletés (procédurales et conditionnelles) qui lui permettront d’interagir de façon significative avec le réel en dehors de la classe. […].[…] un penseur, un preneur de décisions, un motivateur, un modèle, un médiateur et un entraîneur. L’enseignant de L2 se reconnaîtra facilement dans plusieurs de ces rôles”

[Cfr. CYR P., GERMAIN C., Les stratégies d’apprentissage, Clé International, Paris, 1998, pp. 113, 115]

“La langue anglaise a forgé le mot «TEACHER» (enseignant) du gothique «TAIKU», qui veut dire «SIGNE». L’enseignant est l’interprète des signes; sa mission est d’observer ce qui n’est pas remarqué par la multitude, et de révéler ce qu’il a découvert”

[Cfr. TROCME-FABRE H., J’apprends, donc je suis, Les Editions d’Organisation, Paris, 1994, pag. 249]