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Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi per un’agricoltura di montagna capace di futuro Conservare la diversità alpina Proposte di modifica relative alle proposte di legge sulla Politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014 – 2020, presentate dalla Commissione UE in data 12.10.2011

Conservare la diversità alpina - Umweltschutz, · Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014

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Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi per un’agricoltura di montagna capace di futuro

Conservare la diversità alpina

Proposte di modifica relative alle proposte di legge sulla Politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014 – 2020, presentate dalla Commissione UE in data 12.10.2011

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L’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi (in breve: Alleanza) è la federazione che unisce diverse associazioni di agricoltori e associazioni per la protezione della natura con lo scopo di

conservare e promuovere l’agricoltura di montagna e di

conservare e ripristinare la biodiversità nelle Alpi e in altri territori di montagna dell‘Europa

L‘Alleanza intende promuovere un’agricoltura multifunzionale, contadina ed ecologica nel suo insieme. Il presente documento, tuttavia, si concentra sugli effetti delle proposte di legge sulla Politica agricola comune (PAC) europea, presentata dalla Commissione UE in data 12 ottobre 2011

L’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi raggruppa le seguenti organizzazioni:

Arbeitsgemeinschaft bäuerliche Landwirtschaft Landesverband Baden-Württemberg (D)Arbeitsgemeinschaft bäuerliche Landwirtschaft Landesverband Bayern (D)Alpenschutzkommission CIPRA Deutschland (D)Bayerischer Landesverband der Landwirte im Nebenberuf (D)Bund Naturschutz in Bayern (D)Bundesverband der Regionalbewegung (D)Deutscher Alpenverein - DAV (D)Deutscher Verband für Landschaftspflege - DVL (D)EuroNatur Stiftung (D)Forum Pro Schwarzwaldbauern (D)Friends of the Earth Europe - FoEE (INT)Landesbund für Vogelschutz - LBV (D)Landesvereinigung für den Ökologischen Landbau in Bayern - LVÖ (D)NaturFreunde Deutschlands (D)Amici della natura (INT)Naturfreunde Österreich (A)Naturschutzbund Österreich (A)ÖBV - Via Campesina Austria (A)Schweisfurth-Stiftung (D)Umweltdachverband (A)Verein zum Schutz der Bergwelt - VzSB (D)

Con il supporto tecnico di: ProNatura (CH)

Sigle: A = Austria, D = Germania, CH = Svizzera, INT = Internazionale

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Deutscher Verband für Landschaftspflege

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La fienagione a Bonneval-sur-Arc in Francia.

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Colofone:

Questo documento di posizione è frutto del lavoro congiunto delle associazioni firmatarie. Il coordinamento è stato svolto dalla Fondazione EuroNatur.

Radolfzell, luglio 2012

Il presente documento è nato nell’ambito del progetto “Ecologizzazione della politica agricola europea dopo il 2013 per un’agricoltura sostenibile nelle Alpi”, finanziato dalla MAVA Fondazione per la protezione della natura. Cofinanziatore è la Fondazione in memoria di Ludwig Raue.

Editore:EuroNatur FoundationKonstanzer Str. 22D - 78315 Radolfzell am BodenseeTel.: [email protected]

EuroNatur Foundation (editore) (2012): Conservare la diversità alpina. Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi per un’agricoltura di montagna capace di futuro. Proposte di modifica relative alle proposte di legge sulla Politica agricola comune (PAC) per il periodo 2014 – 2020, presentate dalla Commissione UE in data 12.10.2011.

Layout: Kerstin Sauer, EuroNatur Service GmbH

Stampa:digitalcentrum by Working Hands GbR100% Recyclingpapier Cyclus Print

Foto di copertina del parco naturale di Weißbach – Christine Klenovec:E‘ molto intenso il lavoro manuale svolto dagli agricoltori di montagna durante la fienagione sull’alpeggio Kallbrunnalm nel parco naturale austriaco Weißbach.

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Paesaggio alpino nel parco naturale francese di Bauges.

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1. La Politica agricola europea e il futuro dell‘agricoltura di montagna

Introduzione Obiettivi dell‘Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi

Le richieste dell‘Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in sintesi Valutazione e discussione delle proposte della Commissione Riassunto delle richieste dell‘Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi

3. Bibliografia(disponibile solo in inglese e in tedesco)

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Indice

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8 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

1.

Secondo l’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi (in breve: Alleanza), a partire dal 2014 la futura politica agricola comune (PAC) dell’UE dovrebbe sostenere una forma di agricoltura di montagna volta al ripristino, alla valorizzazione e alla conservazione duratura dell’eccezionale biodiversità e qualità delle risorse delle Alpi e di altri territori montani europei. Un’agricoltura di montagna capace di futuro in tal senso richiede adeguamenti delle proposte legislative sulla politica agricola comune presentate dalla Commissione UE in data 12 ottobre 20111.

Le valutazioni di massima della PAC e della sua importanza per l’agricoltura di montagna e gli obiettivi dell’Alleanza sono illustrati nel Capitolo 1. Il Capitolo 2 (pag. 16) contiene una breve spiegazione delle principali richieste dell’Alleanza, riferite concretamente alle proposte di legge della Commissione UE, che peraltro vengono elencate in un catalogo di facile consultazione. Il Capitolo 3 comprende un’esposizione dettagliata corredata di motivazione delle raccomandazioni dell’Alleanza per l’adattamento delle proposte della Commissione (vedi versione inglese o tedesca).

La politica agricola comune UE e il futuro dell’agricoltura di montagna1.

1 Proposta per la regolamentazione dei pagamenti diretti (REG PD), Proposta relativa al sostegno dello sviluppo rurale (REG FEASR), Proposta per un’organizzazione comune di mercato (OCM unitaria).

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Nella zona cuscinetto del parco nazionale francese della Vanoise la conservazione del patrimonio culturale e naturale è in primo piano.

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9Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

L’Unione europea spende ogni anno più di 50 miliardi di Euro a sostegno dell’agricoltura. Questa somma considerevo-le è giustificabile solamente se la distribuzione delle sovvenzioni risulta trasparente e intellegibile. La società chiede di conoscere la destinazione di questa somma e pretende, a ragione, che a fronte di ogni spesa debbano essere eroga-te prestazioni sociali che vadano oltre la semplice osservanza delle leggi in vigore (“public goods for public money”). In altri termini, se oltre alla produzione agro-alimentare sana, l’agricoltura contribuisce alla protezione del suolo e dell’acqua potabile, alla conservazione della biodiversità, alla cura del paesaggio, alla creazione di posti di lavoro o all’attuazione di concept regionali innovativi finalizzati allo sviluppo rurale, essa ha diritto a vedersi adeguatamente remunerate queste particolari prestazioni. Se i mezzi a disposizione fossero utilizzati con coerenza in questo modo, l’Europa potrebbe rapidamente avvicinarsi all’obiettivo di un’agricoltura multifunzionale e sostenibile.

Ma le proposte legislative per la Politica agricola comune (PAC) presentate dalla Commissione UE in data 12 ottobre 2011 mantengono saldamente in vita il vecchio sistema dei pagamenti diretti legati alle superfici (1° pilastro) e alle misure per lo sviluppo rurale (FEASR, 2° pilastro) ,e non sono pertanto da considerarsi una riforma e men che meno un riorientamento della PAC. Un riorientamento verso un’agricoltura sostenibile, multifunzionale avrebbe richiesto un radicale cambiamento del sistema di sostegno, e almeno uno spostamento sostanziale dei mezzi dal 1° al 2° pilastro. Le proposte invece non sono altro che un compromesso: nel primo pilastro ora vengono sistemate le cosiddette com-ponenti greening, ma la maggior parte dei finanziamenti continua ad essere distribuito a pioggia (esclusivamente in base alla superficie), mentre per le misure del 2° pilastro (sviluppo rurale, protezione del clima, protezione della natura e tutela degli animali, ecc.) nella migliore delle ipotesi rimane lo status quo. L’incentivazione dell’agricoltura conta-dina e della tutela delle risorse continuano ad essere sottorappresentati. Questo non sarà sufficiente per compiere il passaggio verso un’agricoltura compatibile con la natura, indicato come obiettivo2, 3 dalla UE in altre sedi.

2 La Strategia Europa 2020 approvata dalla Commissione UE nel marzo 2010 annovera come uno dei tre più importanti obiettivi quello di “promuovere un‘economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più ecologica e più competitiva”.3 La strategia UE per la biodiversità del mese di maggio 2011 assicurazione sulla vita e capitale naturale: una strategia UE per la biodiversità per il 2020 si propone come obiettivo per il 2020 di “arrestare la perdita di biodiversità e il degrado dei servizi ecosistemici nell’UE, ripristinarli, per quanto possibile, rafforzando il contributo dell‘UE alla prevenzione della perdita di biodiversità a livello mondiale”.

Molto denaro – Per che cosa?

Introduzione

1.

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10 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

Gli agricoltori di montagna non si limitano alla produzione agro-alimentare, ma conservano e curano i prati e i pascoli montani, uno dei nostri più preziosi paesaggi culturali con un’eccezionale diversità di specie faunistiche e floristiche rare e con un elevato valore turistico. L‘agricoltura in montagna è per lo più legata ad un elevato carico di lavoro e ad una scarsità di resa. A ciò si aggiunge il fatto che l’attuale distribuzione delle sovvenzioni agricole UE, frutto di uno sviluppo storico, danneggia gli agricoltori di montagna in vario modo: nella maggior parte degli Stati membri, infatti, i pagamenti diretti destinati a prati e pascoli sono inferiori a quelli previsti per le superfici arabili. Si accoglie con favore la caduta delle referenze storiche per i pagamenti diretti a partire dal 2014. Nonostante le sovvenzioni speciali europee e nazionali, le aziende agricole di montagna dispongono in media di redditi sensibilmente inferiori a quelli dei loro colleghi al di fuori delle zone di montagna4. L’attuale sistema di incentivazione non è riuscito ad impedire né il progressivo abbandono dell‘agricoltura di montagna (nell’arco alpino il 36% o 160.000 fattorie in meno fra il 1980 e il 20005, 6), né la costante rapida perdita di biodiversità tuttora in corso 7, 8. Soprattutto nell’arco alpino, meno fattorie significa spesso l’abbandono della gestione delle superfici particolarmente sfavorevoli con conseguente perdita di pregiati paesaggi culturali insieme alla sua elevata biodiversità, in particolare a livello di prati estensivi 9. L’agricoltura di montagna è la spina dorsale delle regioni di montagna. Per conservarla c’è bisogno di un sistema differenziato di incentivi basato sulla dichiarazione agricoltura di montagna10 e sul Protocollo Agricoltura di montagna della Con-venzione delle Alpi 11, che formulano come obiettivi importanti la sostenibilità e la multifunzionalità dell’agricoltura di montagna.

4 Reddito medio annuo delle aziende agricole in Baviera: agricoltori di montagna poco meno di 30.000 €, aziende agricole in zone non svantag giate, poco meno di 40.000 € (Fonte: Bayerischer Agrarbericht 2010); Austria: agricoltori di montagna 22.000 €, agricoltori di montagna in zone particolarmente svantaggiate (BHK4) 14.000 €, aziende in zone non svantaggiate 24.600 € (Fonte: Grüner Bericht 2011); Svizzera: agricoltori di montagna 47.000 SFR, agricoltori di fondo valle 72.800 SFR (Fonte: Rapporto agricolo 2008 dell’Ufficio federale di agricoltura UFAG).5 Streifeneder, T. (2009): Die Agrarstrukturen in den Alpen und ihre Entwicklung unter Berücksichtigung ihrer Bestimmungsgründe, Tesi di laurea LMU Monaco di Baviera, dati dell‘allegato Tab. 3, pag. 199. 6 Si constatano differenze regionali significative, in particolare fra le aree di lingua tedesca e quelle di lingua francese, italiana e slovena dell’arco alpino.7 7 In base a una ricerca del botanico inglese Jonathan Storkey, svolta con colleghi di 29 Paesi europei, la Germania, l’Austria e la Svizzera presentano i tassi di perdita più elevati di vegetazione segetale in Europa. Storkey, J. et al. (2012): The impact of agricultural intensification and land use change on the European arable flora. Proceedings of Royal Society B.8 48% di calo (riferito al numero complessivo) di 36 specie dell’avifauna in habitat agricolo in 25 Paesi europei tra il 1980 e il 2009, Quelle: European Bird Census Council - EBCC, scaricabile dal sito http://www.ebcc.info/index.php?ID=470.9 “Con questo cambiamento delle strutture agricole, il tipo e l’intensità dell’utilizzo del paesaggio nell’ambito della gestione dei prati sono drasticamente cambiati; il risultato è una netta polarizzazione: gestione estensiva e nel caso estremo dismissione nelle zone sfavorevoli ed intensificazione nelle zone favorevoli tramite maggiore frequenza di sfalcio, concimazione, semina di varietà di erbe più produttive, ecc.. In entrambi i casi si constatano effetti negativi sulla biodiversità.”, da Streifeneder, T. (2009), pag.9.10 Dichiarazione agricoltura di montagna; decisione del 47° Comitato permanente della Convenzione delle Alpi del mese di ottobre 2011.11 Il Protocollo Agricoltura di montagna della Convenzione delle Alpi è stato sottoscritto dall’UE il 20 dicembre 1994 e ratificato dalla UE il 27 giugno 2006; è entrato in vigore nell’UE il 6 ottobre 2006.

L’agricoltura di montagna scompare

1.

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11Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

“Il presente Protocollo stabilisce misure a livello internazionale al fine di conservare e di incentivare l‘agricoltura di montagna adatta ai siti e compatibile con l‘ambiente, in modo che venga riconos-ciuto e garantito nel tempo il suo contributo sostanziale alla permanenza della popolazione e al mantenimento di attività economiche sostenibili, specie mediante la produzione di prodotti tipici di qualità, alla salvaguardia delle basi naturali della vita, alla prevenzione dei rischi naturali, alla conservazione della bellezza e del valore ricreativo del paesaggio naturale e rurale, nonché alla cultura nel territorio alpino.”

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L’agricoltura di montagna caratterizza la regione attorno al Massif du Mont Thabor nel sud della Francia.

1.

La finalità del Protocollo Agricoltura di montagna della Convenzione delle Alpi (articolo 1, comma 1)

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12 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

Il seguente documento si concentra sulla configurazione della riforma della PAC dell’UE per gli anni 2014 – 2020. La PAC determina le condizioni quadro per gli aiuti agricoli. Si fa tuttavia presente che gli Stati membri e le amministra-zioni a livello regionale (p. es. i Länder in Austria e in Germania) hanno notevoli margini per l’attuazione delle direttive di Bruxelles. Sfruttare appieno questo margine ai sensi degli obiettivi sopra indicati è una richiesta centrale alla poli-tica degli Stati membri. Sarà infatti essenziale che gli Stati membri organizzino propri programmi di agricoltura della montagna tagliati su misura per le proprie zone montane12. Inoltre, fino al 10% del limite superiore nazionale per i pagamenti diretti può essere spostato dal 1° al 2° pilastro13 – più i mezzi derivanti dalla riduzione e dal taglio dei pa-gamenti diretti. Questo margine di manovra è assolutamente necessario per rafforzare le misure del 2° pilastro – dove si accumulano i vecchi e i nuovi compiti (fra cui protezione del clima, Natura 2000, Convenzione delle Alpi e suoi Protocolli 14), senza che sia previsto un aumento del fondo in dotazione. Gli “aiuti accoppiati” e la “riserva nazionale” offrono agli Stati membri ulteriori opportunità per incentivare l‘agricoltura di montagna all’interno del 1° pilastro.

Oltre ai fondi UE, gli Stati membri hanno a disposizione altri strumenti, ad esempio nei settori della ricerca, della for-mazione scolastica, dei posti di lavoro qualificati, della promozione delle economie regionali e dell’approvvigionamento decentralizzato, della promozione di iniziative rurali della società civile e delle innovazioni. In breve: anche i governi degli Stati membri sono chiamati ad adempiere ai propri impegni presi ad esempio nell‘ambito della Convenzione del-le Alpi e della “Dichiarazione di Oberammergau” 15. Usando le parole della Ministra tedesca Ilse Aigner: “L’agricoltura di montagna è irrinunciabile per la cultura e per la natura nell’arco alpino. […] Non possiamo lasciare soli gli agricol-tori di montagna!” 16

12 La Commissione indica questa possibilità espressamente nella motivazione della proposta relativa al regolamento FEASR, dove il paragrafo 3, dopo l’elencazione delle priorità FEASR recita: “Il regolamento contiene norme in materia di elaborazione, approvazione e revisione dei programmi ampiamente ricalcate su quelle esistenti e prevede la possibilità di presentare sottoprogrammi (ad esempio riguardo i giovani agricoltori, i piccoli agricoltori, le zone montane, le filiere corte) che beneficiano di aliquote di sostegno più elevate.”13 vedi articolo 14 della proposta di legge sul regolamento sui pagamenti diretti.14 fra l‘altro Protocollo Protezione della natura e tutela del paesaggio della Convenzione delle Alpi, sottoscritto dall’UE il 20 dicembre 1994.15 Dichiarazione di Oberammergau del 11 aprile 2011: Conservare e organizzare insieme l‘agricoltura montana! Sottoscritta da rappresentanti governativi di Slovenia, Austria, Germania, Italia, Francia e Svizzera.16 Citazione di un discorso della Ministra tedesca per l’alimentazione, l’agricoltura e la tutela dei consumatori, Ilse Aigner, in occasione di una conferenza a Krün, in Alta Baviera il 10 luglio 2009.

Grande responsabilità degli Stati membri

1.

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13Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

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La staccionata del Pinzgau, un elemento tradizionale del paesaggio culturale sul alpeggio Litzlalm nel parco naturale austriaco di Weißbach.

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14 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

1.

La politica agricola UE ha un ruolo essenziale in relazione alla promozione di un’agricoltura di montagna capace di futuro nelle Alpi. Secondo l’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi, a partire dal 2014 la PAC deve:

promuovere un’agricoltura contadina sostenibile, salvaguardando la diversità e struttura naturale del paesaggio alpino per conservare il patrimonio naturale e culturale delle Alpi (art. 29, 30 e 32 REG PD e art. 21 e 22 REG FEASR);

riconoscere il sovraccarico di lavoro per la gestione del paesaggio culturale alpino e diffe-renziare di conseguenza i finanziamenti (art. 11 e 25 REG PD e art. 32 REG FEASR);

usare maggiormente i finanziamenti per gli obiettivi ambientali, per conservare la biodi-versità delle Alpi come base per l’economia, la cultura e il tempo libero (art. 14 e 31 REG PD);

conservare e promuovere i prati estensivi in quanto elemento tipico del paesaggio cultura-le alpino e creare incen-tivi per il ripristino e la conservazione di forme di utilizzo uniche e tipicamente alpine, come ad esempio gli alpeggi (art. 4, 9, 23, 25 e 31 REG PD);

garantire la distribuzione equa e finalizzata dei finanziamenti UE (art. 20 e 22 REG PD);

Obiettivi dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura

L’anemone alpina (Pulsatilla alpina apiifolia) predilige i pascoli magri e i prati sassosi ad altitudini superiori delle Alpi occidentali.

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15Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

legare l’uso dei finanziamenti pubblici al conseguimento di prestazioni particolari per la protezione del clima e della natura e per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità dell‘UE e promuovere una gestione prudenziale e con un uso efficiente delle risorse (art. 18, 29, 31 e 37-41 REG FEASR);

contribuire alla produzione regionale ed ecologica di prodotti alimentari sani e privi di or-ganismi geneticamente modificati e quindi allo sviluppo sostenibile dello spazio rurale (organizzazione comune di mercato OCM);

promuovere il valore aggiunto dell‘agricoltura di montagna nelle Alpi tramite una com-mercializzazione mirata dei prodotti provenienti dall‘agricoltura contadina (marchio di protezione) (organizzazione comune di mercato OCM);

promuovere un mercato del latte equo e sostenibile che sia orientato al mercato interno UE e che valorizzi le risorse naturali e la forza lavoro (organizzazione comune di mercato OCM).

1.

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16 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

2.

Le associazioni dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi avrebbero auspicato un riorientamento sostanziale della PAC. Le proposte di legge della Commissione invece rappresentano un compromesso le cui fondamenta difficilmente sono modificabili; si tratta perciò di apportare una critica costruttiva a queste proposte. In questo capitolo vengono brevemente elencati i principali punti criticati e le relative richieste.

Più verde e più giusto?

Nel corso della presentazione delle proposte di legge della Commissione, il Commissario europeo per l‘agricoltura Ciolos ha parlato di una PAC che doveva essere “più verde e più giusta”. Da ciò deriva il fatto che i pagamenti diretti sono condizionati al “Greening” e la loro distribuzione più uniforme. L’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi accoglie con favore questo approccio, ma in ampie sua parti nota l’assenza di un applicazione coerente in strumenti e misure. Un vero Greening della PAC sarebbe raggiungibile in particolare rafforzando il 2° pilastro. Nei testi della legge mancano completamente gli indicatori elaborati dalla stessa UE (p.es. High Nature Value Farmland) e gli obiettivi per la sostenibilità (p. es. strategia della biodiversità). Mentre sarebbe urgente legare molte misure (p. es. promozione degli investimenti, giovani agricoltori, consulenza, gestione del modello regionale) a criteri di sostenibili-tà. La PAC dovrebbe finanziare maggiormente anche i progetti di ricerca e di formazione sull’agricoltura multifunzio-nale. In generale l’assegnazione di finanziamenti per la ricerca e la formazione dovrebbe essere condizionata a criteri di sostenibilità (p. es. protezione della biodiversità, rinuncia alle biotecnologie). Misure importanti in questo senso sono ad esempio le consulenze di sostenibilità a livello aziendale o i progetti di ricerca nell’agricoltura ecologica.

Una distribuzione più equa dei pagamenti diretti comprende l’abolizione delle referenze storiche auspicata dalla Commissione e l’introduzione di un modello unitario di premi aziendali – un obiettivo giusto. Così come la riduzione progressiva e l’introduzione di massimali per il premio unico legato alla superficie. Gli Stati membri dovrebbero avere la possibilità di distribuire fino al 50% del premio base in funzione di un impegno lavorativo standardizzato. Un ulteriore requisito qualitativo da introdurre per la conservazione del premio base devono essere i limiti massimi in termini di carico di bestiame e resa azoto.

La proposta legislativa prevede diverse possibilità di incentivazione per gli erbai estensivi (programmi agro-ambien-tali, indennità compensativa, pagamenti accoppiati, riserva nazionale) – tuttavia riteniamo che vi sia la necessità di ottimizzazioni in alcuni punti a livello di definizioni e prescrizioni. La protezione dei prati e pascoli permanenti dal dissodamento va di per se salutata, pur essendovi stata attribuita una data di riferimento devastante che, fino a tale scadenza condurrebbe a massicci dissodamenti degli erbai. La Commissione dovrebbe anche offrire degli incentivi per il ripristino dei prati e pascoli permanenti. Anche il 7% di superfici ecologiche privilegiate viene salutato con favore; tuttavia è necessario garantirne la funzione di interconnessione dei biotopi.

Le richieste dell’Alleanza in sintesi2.

Valutazione e discussione delle proposte della Commissione

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17Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

2.

Quanto è verde il Greening?!

La componente di ecologizzazione del 1° pilastro può solamente imporre nuovi standard minimi che nelle regioni agricole intensive possono produrre attività aggiuntive. Solo il riconoscimento delle prestazioni ambientali e incentivi che vadano oltre questi standard minimi, soprattutto nelle aree con un elevato fabbisogno di tutela o di intervento come nelle zone montane, potrà determi-nare il raggiungimento degli obiettivi europei a livello ambientale e di sostenibilità.

L’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi richiede una dotazione finanziaria minima dei fondi FEASR conformemente alle priorità definite nell‘articolo 5 del Regolamento FEASR. Il 50% dei fondi FEASR dovrebbe comunque essere riservato alle priorità 4 e 5 (ecosistemi, efficienza delle risorse e protezione del clima). Vi sono comprese le misure degli articoli FEASR da 29 a 35 (ambiente agricolo, agricoltura ecologica, Natura 2000 e Direttiva quadro sulle acque, indennità compensativa, tutela degli animali e protezione dei boschi). Anche la priorità 6 (inclu-sione sociale, riduzione della povertà, sviluppo delle zone rurali) e i programmi LEADER sono di particolare rilievo per l’agricoltura di montagna e dovrebbero essere considerati in fase di allocazione dei fondi.

L‘indennità compensativa indennizza le condizioni sfavorevoli del sito nelle zone svantaggiate per ragioni naturali, quali appunto le zone montane con le forti pendenze, le difficoltà di accesso e la brevità del periodo vegetativo. I fondi dovrebbero essere allocati in maniera differenziata sulla base del grado di difficoltà; per una distribuzione equa non è sufficiente definire come montane tutte le aree a partire da una certa altitudine (ad esempio 700 m sopra il livello del mare), trattandole quindi allo stesso modo a livello di incentivazione; si tratta invece di definire il grado di difficoltà per ogni singola azienda, come ad esempio nel modello austriaco del catasto dei masi di montagna. I testi di legge devono essere formulati in modo tale che gli Stati membri siano in grado di attuare modelli di incentivi differenziati di questo tipo, e che siano invitati a sviluppare modelli del genere.

La protezione e la gestione delle aree Natura-200017, nonché l’attuazione della Direttiva quadro sulle acque (DQA) devono essere migliorate a fondo per raggiungere gli obiettivi a livello di biodiversità per il 202018. Tutti gli strumenti di finanziamento dell’UE vi devono contribuire. Ma la garanzia di un buono stato di conservazione delle aree Natura-2000, in quanto obiettivo europeo centrale, dovrebbe in gran parte derivare dalla PAC. Le attuali proposte di legge della Commissione non consentiranno un finanziamento adeguato delle aree Natura-2000 e della DQA.

17 Natura 2000 è l’elemento centrale della politica europea sulla biodiversità, ma solo il 17 percento delle specie e degli habitat si trovano in uno stato di conservazione soddisfacente. Fonte: Commissione UE (2009): KOM(2009)358 definitiva, pag. 7 e 9.18 Commissione UE (2011): Assicurazione sulla vita e capitale naturale: una strategia europea per la biodiversità per l‘anno 2020.

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18 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

2.

Gli Stati membri hanno il diritto di scegliere una ripartizione regionale per l’allocazione dei premi base. Per configu-rare questi modelli regionali l‘Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi propone di chiedere preventivamente agli Stati membri una valutazione dell’impatto (“impact assessment”), che renda trasparente gli effetti di diversi scenari. In caso contrario c’è il rischio che l’istituzione dei modelli regionali sia tale da non raggiun-gere gli obiettivi prefissati.

Gli agricoltori pretendono a ragione di poter ricavare un reddito equo dalla vendita dei loro prodotti al mercato e dalla remunerazione delle prestazioni sociali da loro erogate. Si tratta di istituire strumenti di mercato efficaci per stabilizzare i prezzi ed evitarne le forti oscillazioni. E’ necessario sostenere la produzione e la commercializzazione di prodotti di qualità in quanto espressione della regionalità e della diversità dei territori rurali. Oltre a ciò l’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi chiede un divieto di pubblicità ingannevole, nonché la mag-giore promozione di circuiti di distribuzione brevi, iniziative di vendita diretta e mercati degli agricoltori consolidati a livello regionale. Soprattutto per l’agricoltura di montagna è necessario un marchio di protezione per i prodotti di montagna la cui produzione è all’insegna della sostenibilità. La maggiore incentivazione di associazioni di produttori e il programma latte per le scuole previsti nelle proposte di legge vengono accolti con favore. Quest’ultima iniziativa potrebbe sviluppare una maggiore efficacia stabilendo criteri di qualità elevata per il latte destinato alle scuole (latte biologico regionale o latte regionale da fieno). Nel complesso tutta la competitività delle aziende agricole deve essere migliorata per affrontare la posizione negoziale potentissima delle grandi catene di distribuzione.

Stambecco alpino (Capra ibex).

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2.

Misure di mercato

L’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi chiede una politica agricola europea orientata al mercato interno i cui obiettivi siano una conservazione capillare dell’agricoltura e un approvvigionamento della propria popolazione con prodotti alimentari di qualità e di pregio. La crisi del sistema finanziario dal 2008 in poi mostra in maniera drastica che i mercati essenzialmente non regolamentati non consentono di conseguire gli obiettivi dal punto di vista sociale. La crisi alimentare mondiale, infatti, si è sviluppata con molti parallelismi e in diversi modi legata a questo.

L’Alleanza è delusa del fatto che l’obiettivo della stabilizzazione dei mercati, dichiarato nei Trattati europei 19, non è preso in considerazione nelle proposte di legge della Commissione. Il Parlamento europeo ha identificato il problema e, nella sua analisi “Redditi equi per gli agricoltori: migliorare il funzionamento della filiera alimentare in Europa”20, evidenzia numerose carenze e ne desume delle richieste. In questo contesto, l’Alleanza per l’agricoltura e la prote-zione della natura nelle Alpi ribadisce la particolare importanza di un mercato del latte più equo per l’agricoltura di montagna. Qui di seguito sono riportate alcune misure selezionate, atte a creare migliori condizioni quadro sul mercato del latte, ma anche in altri settori della produzione alimentare, e che possono contribuire all’obiettivo della stabilizzazione del mercato:

19 Trattato di Lisbona.20 Gazzetta ufficiale dell‘Unione europea C308E del 20.10.2011, pag. 22 – 30: Entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamento della filiera alimentare in Europa, Risoluzione del Parlamento europeo del 7 settembre 2010 sul tema “Entrate eque per gli agricoltori: migliore funzionamen- to della filiera alimentare in Europa” (2009/2072(INI)).

Con l’ausilio di misure in grado di regolare l’offerta, gli stessi produttori di latte devono essere in grado di reagire efficacemente ai cambiamenti della domanda. A questo fine, con lo European Milk Board (EMB), è già stato creato un ente europeo di monitoraggio. E‘ però urgente conferire a questo ente le competenze per controllare il mercato.

I limiti per l’uso degli strumenti di stabilizzazione “Regime di intervento e ammasso pri-vato” devono tenere conto della relazione che c’è fra sviluppo dei prezzi, costi e margini. Gli attuali limiti di intervento scattano a prezzi troppo bassi ed hanno pertanto già causato delle immense perdite di valore aggiunto per i produttori di latte.

Lo schema volontario di contenimento della produzione di latte dietro risarcimento, pro-posto dalla Commissione UE.

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In caso di crisi gli aumenti decisi delle quote latte dovranno temporaneamente non essere assegnati alle singole aziende.

Per rafforzare il potere contrattuale e disseminare il rischio, i produttori di latte dovrebbe-ro avere la possibilità di contrattare collettivamente i prezzi in più di un’organizzazione di produttori, con quote chiaramente definite. Lo stesso vale per la possibilità di commercia-lizzare una parte dei quantitativi di latte attraverso un’azienda a struttura cooperativa e l’altra parte attraverso un’associazione di produttori di latte ossia nella veste di singola a-zienda.

Per poter influire sull’equilibrio di mercato e per creare in tutta l’Europa condizioni qua-dro di mercato pressoché simili, i criteri minimi proposti per la formulazione contrattuale fra produttori di latte e settore lattiero-caseario devono essere prescritti obbligatoriamente per tutti gli Stati membri.

Introduzione di un marchio di protezione per prodotti provenienti dall‘agricoltura di mon-tagna. Il label dovrebbe garantire l‘informazione affidabile per il consumatore sulla pro-venienza geografica e, in combinazione con schemi di qualità quali agricoltura ecologica, la protezione dell’ambiente, la protezione della natura, la tutela degli animali e gli aspetti sociali, contribuire ad aumentare il valore aggiunto nell’agricoltura alpina.

Divieto di dichiarazioni e pubblicità ingannevoli: le immagini e le denominazioni di pro-dotto sulle confezioni che suggeriscono una modalità produttiva diversa da quella effetti-vamente adottata, devono essere vietate (p. es. mucca al pascolo sul latte proveniente da stabulazione permanente). In relazione all’agricoltura di montagna deve essere garantito che l’uso dei termini “montagna”, “alpe” e “alpeggio” e tutte le altre denominazioni com-prese le traduzioni siano utilizzabili solamente per le produzioni provenienti dalle zone montane (va definito un preciso catalogo dei criteri). Lo stesso dicasi per la pubblicità re-lativa a questi prodotti.

Sostegno delle iniziative di vendita diretta/per conto proprio e dei mercati dei contadini a livello regionale: la creazione di valore aggiunto tramite i prodotti è possibile proprio nel-la regione alpina. Questi prodotti sono particolarmente apprezzati e desiderati dai consu-matori. Per stabilire propri circuiti di commercializzazione sono necessari finanziamenti statali perché gli investimenti necessari rappresenterebbero un aggravio ecces-sivo per gli agricoltori.

2.

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21Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

Fine delle quote latte nel 2015. In molte aree alpine, le quote latte hanno contribuito sostan-zialmente alla conservazione dell’agricoltura di montagna. La liberalizzazione del settore del latte sarà seguita da un aumento dei quantitativi e dall’abbassamento dei prezzi; la produzione del latte sarà fortemente dislocata nelle zone favorevoli. Questo a sua volta avrà conseguenze negative in particolare per l’agricoltura di montagna che in parte potranno essere compensate dalle misure di stabilizzazione del mercato. La bozza della Commissione sulla riforma della PAC non contiene purtroppo spunti concreti per risolvere il problema.

Gli agricoltori, in particolare del settore del latte, devono avere la possibilità di stabilire e con-servare un equilibrio di mercato. Non si tratta di fissare i prezzi dei produttori, ma di reagire con rapidità e impegno per tutti con un adattamento dell’offerta ai prevedibili cambiamenti del mercato. Senza queste condizioni quadro stabilite per legge, la volatilità dei mercati continuerà a generare sempre più notevoli distorsioni del mercato seguite da un dumping di esportazione e dal un‘immensa perdita di valore aggiunto per le aree rurali. Si perdono posti di lavoro e la pressione verso l’intensivizzazione aumenta.

Necessità di regole di mercato nel settore del latte

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Sulla proposta di legge per la regolamentazione dei pagamenti diretti chiediamo:

Riassunto delle richieste dell‘Alleanza

una definizione precisa del termine di “prato stabile”, per garantire l‘incentivazione di pra-ti e pascoli estensivi (art. 4, s. pag. 26);

una rinuncia al puro premio unico legato alla superficie e la possibilità di utilizzare il cari-co di lavoro necessario, adeguatamente standardizzato, come riferimento per l’attivazione del diritto ai pagamenti diretti (art. 11, vedi pag. 29 e art. 25, vedi pag. 38);

in caso di mantenimento del puro premio unico legato alla superficie, per i massimali e la degressione si raccomanda l’istituzione di soglie significativamente inferiori (art. 11, vedi pag. 29);

in caso di mantenimento del puro premio unico legato alla superficie, l’adattamento dei diritti al pagamento dovrebbero essere disposti fin da subito con l’entrata in vigore del re-golamento (art. 22, vedi pag. 34);

l‘obbligatorietà di una valutazione dell‘impatto (“impact assessment”) in relazione agli ef-fetti di diversi modelli regionali possibili negli Stati membri (art. 20, vedi pag. 32);

2.

l’astro alpino (Aster alpinus) predilige terreni calcarei asciutti e caldi fino ad altitudini che raggiungono i 3.100 metri s.l.m.

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23Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

l’impiego della riserva nazionale per l’incentivazione delle forme di utilizzo estensive de-gli erbai (art. 23, vedi pag. 36);

l’introduzione di altri due criteri per l’ecologizzazione del primo pilastro e cioè la riduzio-ne del bilancio dell’azoto ad un valore target ≤50 kg di eccesso di azoto per ettaro ed an-no, ed una riduzione della densità del bestiame a 2,2 LU (unità di bestiame) per ettaro (art. 29, vedi pag. 40);

che – in riferimento alla diversificazione delle colture – una coltura per periodo vegetativo debba occupare al massimo il 50%, le leguminose invece almeno il 20% della superficie arabile dell’azienda agricola (art. 30 , vedi pag. 44);

che la data di riferimento per il divieto del dissodamento del prato stabile debba essere al massimo il 12 ottobre 2011 (art. 31, vedi pag. 45);

che sul 7% delle superficie ecologiche prioritarie l’uso di fitofarmaci chimici e di concimi minerali debba essere escluso e queste superfici siano configurate in modo tale da rag-giungere la funzione auspicata di interconnes-sione dei biotopi (art. 32, vedi pag. 46);

che anche dopo il 1° agosto 2013 gli Stati membri abbiano la possibilità di iscrivere fino al 5% del limite superiore nazionale all’incentivazione delle zone svantaggiate (art. 34 e 35, vedi pag. 48).

2.

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Per la proposta relativa al regolamento FEASR chiediamo:

che gli incentivi per le infrastrutture aziendali, fra cui la costruzione di strade, stalle, ecc., sia legata alla partecipa-zione alle misure agroambientali (art. 18, vedi pag. 50);

che gli investimenti in ambiente, biodiversità e Natura 2000 siano dotati di quote di cofi-nanziamento UE decisamente superiori rispetto agli investimenti in trasformazione, com-mercializzazione e infrastrutture (art. 18, vedi pag. 50);

una dotazione minima dei fondi FEASR per le priorità 4, 5 e 6 (ecosistemi, efficienza del-le risorse, protezione del clima, componente sociale) e del programma LEADER (art. 29, vedi pag. 54);

l‘aumento dei massimali degli incentivi per misure agroambientali e di protezione della natura (Natura 2000 e Direttiva quadro sulle acque) (art. 29 e 31, vedi pag. 54 e pag. 59);

l‘aumento dei massimali degli incentivi e una distribuzione dei fondi per le aree svantag-giate, differenziati in base al grado di difficoltà (art. 32, vedi pag. 60);

la rinuncia ai contributi comunitari per le assicurazione (art. 37-41, vedi pag. 62).

2.

Sui prati scoscesi della Svizzera si utilizzano motofalciatrici.

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2.

In merito alla proposta su un‘organizzazione comune di mercato chiediamo:

l‘introduzione di strumenti e l‘attuazione di misure efficaci per la stabilizzazione del mer-cato;

il vincolo di criteri di qualità elevati per il latte per le scuole (latte biologico regionale o latte da fieno regionale) (art. 24-26, vedi pag. 64).

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Case tradizionali in legno con l‘orto a Hameau de Chandon in Francia, nel parco nazionale della Vanoise.

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26 Conservare la diversità alpina Richieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

3.

Alpine Convention (1994): Protocol on the implementation of the 1991 Alpine Convention in the field of mountain farming,

Mountain Farming Protocol.

http://www.alpconv.org/en/convention/protocols/Documents/MountainfarmingProtocolEN.pdf

Alpine Convention (1994): Protocol on the implementation of the Alpine Convention of 1991 relating to theconservation of nature and

the countryside.

http://www.alpconv.org/en/convention/protocols/Documents/protokoll_naturschutzGB.pdf

Alpine Convention (2011): Declaration on Mountain Farming, Resolution adopted by the Alpine Convention Permanent

Committee in October 2011 (no English version available)

http://www.alpconv.org/de/convention/protocols/Documents/Declaration_Mountain%20farming_fin_de.pdf

Bayerisches Staatsministerium für Ernährung, Landwirtschaft und Forsten (2010): Bayerischer Agrarbericht 2010.

http://www.stmelf.bayern.de/agrarpolitik/daten_fakten/003543/index.php

Bundesamt für Landwirtschaft (BLW) (2008): Agrarbericht 2008 des Bundesamtes für Landwirtschaft.

http://www.blw.admin.ch/dokumentation/00018/00498/index.html?lang=de&download=NHzLpZeg7t,lnp6I0NTU042l2Z6l

n1acy4Zn4Z2qZpnO2Yuq2Z6gpJCEdIJ6gmym162epYbg2c_JjKbNoKSn6A--

Bundesministerium für Ernährung, Landwirtschaft und Verbraucherschutz (2009): Rede der Ministerin Ilse Aigner: Die Zukunft

der Berglandwirtschaft am 10. Juli 2009 in Krün.

http://www.bmelv.de/SharedDocs/Reden/2009/07-10-Berglandwirtschaft.html

Bundesministerium für Land- und Forstwirtschaft, Umwelt und Wasserwirtschaft (2011): Grüner Bericht 2011 - Bericht über die

Situation der österreichischen Land- und Forstwirtschaft.

http://www.gruenerbericht.at

Erklärung von Oberammergau vom 11. April 2011: Berglandwirtschaft gemeinsam erhalten und gestalten! Gemeinsame

Erklärung der Alpen-Anrainerstaaten.

http://www.bmelv.de/SharedDocs/Downloads/Landwirtschaft/LaendlicheRaeume/Erklaerung-von-Oberammergau-2011.

pdf?__blob=publicationFile

European Bird Census Council – EBCC (2011): Population Trends of Common European Breeding Birds 2011 – Pan European

Common Bird Monitoring Scheme (PECBMS).

http://www.ebcc.info/index.php?ID=470.

EU - Official Journal of the European Union C 308E of 20.10.2011, p. 22–30: Fair revenues for farmers: A better functioning food

supply chain in Europe, European Parliament resolution of 7 September 2010 on fair revenues for farmers: A better functioning

food supply chain in Europe (2009/2237(INI))

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2011:308E:FULL:EN:PDF

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27Conservare la diversità alpinaRichieste dell’Alleanza per l’agricoltura e la protezione della natura nelle Alpi in merito alla Politica agricola comune 2014 – 2020

4.

EU Commission (2009): COM(2009) 358 final; Report from the Commission to the Council and the European Parliament, Composite

Report on the Conservation Status of Habitat Types and Species as required under Article 17 of the Habitats Directive.

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2009:0358:FIN:EN:PDF

EU Commission (2010): EUROPE 2020 A strategy for smart, sustainable and inclusive growth.

http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2010:2020:FIN:EN:PDF

EU Commission (2011): Our life insurance, our natural capital: an EU biodiversity strategy to 2020.

http://ec.europa.eu/environment/nature/biodiversity/comm2006/pdf/2020/1_EN_ACT_part1_v7%5B1%5D.pdf

Storkey, J, Meyer, S., Leuschner, C. & Still, K.S. (2012): The impact of agricultural intensification and land use change on the Eu-

ropean arable flora. Proceedings of Royal Society B.

Streifeneder, T. (2009): Die Agrarstrukturen in den Alpen und ihre Entwicklung unter Berücksichtigung ihrer Bestimmungsgründe,

Dissertation LMU München, 230 S., Data from the Annex Table 3, p. 199.

http://edoc.ub.uni-muenchen.de/11975/1/Streifeneder_Thomas_Ph.pdf

Legal texts

The legislative proposals tabled by the EU Commission on 12.10.2011 which are cited and discussed in this paper can be accessed

at the EU Commission website at:

http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/index_en.htm

The discussion focuses on three legislative proposals in particular:

Regulation on direct payments (2011/0280 (COD)): Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing rules for direct payments to farmers under support schemes within theframework of the common agricultural policyhttp://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/com625/625_en.pdf

Regulation on a common organisation of the markets (2011/0281 (COD)): Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council establishing a common organisation of the markets in agri-cultural products (Single CMO Regulation)http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/com626/626_en.pdf

Regulation on support for rural development (2011/0282 (COD)): Proposal for a Regulation of the European Parliament and of the Council on support for rural development by the European Agricultural Fund for Rural Development (EAFRD)http://ec.europa.eu/agriculture/cap-post-2013/legal-proposals/com627/627_en.pdf

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Deutscher Verband für Landschaftspflege