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1 Informatica umanistica Cosa è? A cosa serve? Il dibattito teorico sulla disciplina Daniele Silvi – Università degli studi di Roma Tor Vergata 21/02/13 Lez. 1 Gli argomenti di oggi Che cos’è l’informatica umanistica Un po’ di storia (e gloria) Arte e processi comunicativi Le applicazioni La didattica Innanzi tutto, che cosa non è? Non è un ossimoro (es. “matematica ariostesca”, “brivido caldo”, “urlo silenzioso”, “professore buono”, ecc…) Non è una informatica dal volto ‘umano’ Non è un ECDL per studenti di Lettere Non è – solo – l’applicazione di strumenti e metodologie informatiche allo studio e alla ricerca in campo umanistico MA Un progetto culturale di rilancio delle discipline umanistiche Chi è l’informatico umanista? È il dottor Jekyll e il signor Hyde o il mostro di Frankenstein? “Il guaio è che siamo diventati tutti o un po’ troppo letterati o un po’ troppo tecnici” [Gigliozzi, 1997] Che cosa ci fa il computer nella facoltà di Lettere? Cosa ci insegna la Firenze dei Medici? La storia è comunque più antica… Le ultime due domande meritano profonda riflessione. Iniziamo dalla seconda: la Firenze di Leonardo, Michelangelo, ecc raccoglie figure che erano al tempo stesso scienziati e artisti, e univano le due cose senza dicotomie o cesure: l’arte aveva carattere scientifico e la scienza, artistico. Leonardo in particolare è il massimo esempio di questa simbiosi, ma anche Michelangelo (architetto, pittore, scultore). Il computer nella facoltà di Lettere ci sta, e a pieno diritto, in virtù della storia dei ragazzi di Bletchley park, di cui parleremo nelle prossime lezioni. Si tratta di smetterla di pensare che il computer risolve le equazioni o fa i conti: il computer manipola i simboli, cioè gli elementi atomici della comunicazione. Approfondimenti per non frequentanti Ἀγεωμέτρητος μηδεὶς εἰσίτω “Non entri nessuno che non conosca la geometria” Pitagora, Leonardo, Michelangelo, ecc. Postulazione da parte di certi ambienti della separazione del sapere umanistico da quello tecnologico L’arte come forma di comunicazione

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Informatica umanistica

Cosa è? A cosa serve? Il dibattito teorico sulla disciplina

Daniele Silvi – Università degli studi di Roma Tor Vergata

21/02/13

Lez. 1

Gli argomenti di oggi

•  Che cos’è l’informatica umanistica •  Un po’ di storia (e gloria) •  Arte e processi comunicativi •  Le applicazioni •  La didattica

Innanzi tutto, che cosa non è?

•  Non è un ossimoro (es. “matematica ariostesca”, “brivido caldo”, “urlo silenzioso”, “professore buono”, ecc…)

•  Non è una informatica dal volto ‘umano’ •  Non è un ECDL per studenti di Lettere •  Non è – solo – l’applicazione di strumenti e

metodologie informatiche allo studio e alla ricerca in campo umanistico

MA Un progetto culturale di rilancio delle discipline

umanistiche

Chi è l’informatico umanista? •  È il dottor Jekyll e il signor Hyde o il

mostro di Frankenstein? •  “Il guaio è che siamo diventati tutti o un

po’ troppo letterati o un po’ troppo tecnici” [Gigliozzi, 1997]

•  Che cosa ci fa il computer nella facoltà di Lettere? Cosa ci insegna la Firenze dei Medici?

•  La storia è comunque più antica…

•  Le ultime due domande meritano profonda riflessione. Iniziamo dalla seconda: la Firenze di Leonardo, Michelangelo, ecc raccoglie figure che erano al tempo stesso scienziati e artisti, e univano le due cose senza dicotomie o cesure: l’arte aveva carattere scientifico e la scienza, artistico. Leonardo in particolare è il massimo esempio di questa simbiosi, ma anche Michelangelo (architetto, pittore, scultore).

•  Il computer nella facoltà di Lettere ci sta, e a pieno diritto, in virtù della storia dei ragazzi di Bletchley park, di cui parleremo nelle prossime lezioni. Si tratta di smetterla di pensare che il computer risolve le equazioni o fa i conti: il computer manipola i simboli, cioè gli elementi atomici della comunicazione.

Approfondimenti per non frequentanti Ἀγεωμέτρητος μηδεὶς

εἰσίτω

•  “Non entri nessuno che non conosca la geometria”

•  Pitagora, Leonardo, Michelangelo, ecc. •  Postulazione da parte di certi ambienti

della separazione del sapere umanistico da quello tecnologico

•  L’arte come forma di comunicazione

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•  C’è una unica linea di coerenza che va da Pitagora a Leonardo, rappresentata dalla sostanziale omogeneità tra arte e scienza, tra ars e tecnè. Questa uniformità si è rotta nell’800, principalmente con la formulazione delle categorie kantiane e la divisione tra razionale e irrazionale (apertura dei manicomi, il saggio diventa il pazzo).

Approfondimenti per non frequentanti Cos’è l’informatica?

•  Informatica: scienza della rappresentazione e dell’elaborazione dell’informazione

•  L’informatica studia l’informazione: i processi che avvengono dentro, e grazie, ad un elaboratore sono subordinati alle leggi della scienza della comunicazione

•  Paradossalmente quindi ci vorrà proprio un linguista, filosofo, letterato, ecc per capire il funzionamento di un computer

•  Walter Benjamin (1892 – 1940): filosofo, scrittore e critico letterario tedesco.

•  Riflette nei suoi scritti sul rapporto tra arte e tecnologie comunicative

•  Con nuove tecnologie di rappresentazione e comunicazione si modifica il modo di fare arte ed il suo ruolo nella società.

I protagonisti di una lunga storia I mestieri della transizione

•  In L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, scrive Benjamin: “già verso il 1840 moltissimi tra gli innumerevoli pittori di miniature diventano fotografi professionisti, dapprima a tempo perso, poi in modo esclusivo”

•  Quello che sta accadendo al laureato in scienze umanistiche e al textual scholar è molto simile: si svela la natura ‘tecnica’ e artigianale del lavoro dell’umanista. Le sue competenze gli permettono di ‘riciclarsi’ nel mondo della comunicazione digitale

•  L'ambizione però è quella di influire sui processi produttivi e prima ancora sui modelli teorici dell’informatica

“Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro.” (p. 77)

Bell e Edison •  Alexander Graham Bell (1847 – 1922), scozzese •  Thomas Alva Edison (1847 – 1931), statunitense •  Sono due esempi di nascita di mestieri di transizione •  Avevano intuito che l’apparato tecnico da loro messo a

punto non aveva futuro senza un ‘sistema’ di distribuzione capace di inserire in un’unica rete abitazioni, uffici, aziende: furono quindi, oltre che inventori e imprenditori, veri e propri ‘architetti di sistemi’.

•  Le nuove tecnologie infatti imponevano un nuovo approccio alla tecnologia stessa perché questa funzionasse.

I mestieri della transizione •  Edison reclutò i primi tecnici dell’elettricità fra i

telegrafisti, perché erano gli unici ad avere competenze da “elettricista”

•  Queste vicende (Benjamin, Edison, Bell) ci suggeriscono che nella storia della tecnologia arriva un momento in cui, non essendoci sul mercato figure professionali specifiche (ed essendo troppo presto per avere scuole che le formino) emergono professionalità e mestieri ‘ibridi’, e si apre anche un ampio spazio per la sperimentazione.

•  Sono forse questi gli unici momenti - in tempo di pace - in cui si hanno opportunità di creatività e innovazione.

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…ma concretamente?

•  Rapporto strumentale o metodologico? – Operazione antica con nuovi strumenti?

Solo questo?

•  Tradizione o tradimento? – Un primo accenno: il supporto digitale

garantisce immortalità al documento? – Le risorse necessarie sono sempre

disponibili e/o alla portata di tutti?

Quante Informatiche Umanistiche ci sono?

•  Diversi rami e applicazioni: – Filologia informatica – Linguistica computazionale – Analisi testuale – Editoria elettronica – Stilometria – ecc…

Un incontro tra due culture •  L’introduzione delle tecnologie informatiche nelle

singole discipline umanistiche è avvenuta con modi e tempi diversi

•  Ciascuna disciplina specialistica ha sviluppato metodologie e strumenti informatici peculiari: le scienze letterarie, la storia, la linguistica, la filosofia, l’archeologia, le scienze della comunicazione, ecc…

•  È andato progressivamente emergendo un insieme di problemi teorici e pratici comuni, sia dal punto di vista della ricerca sia da quello della didattica, e parallelamente si è andata costituendo una vera e propria comunità scientifica

•  Si è costituita una disciplina autonoma denominata «informatica umanistica» o «humanities computing»

Un incontro tra due culture /2

•  Il rapporto tra l’informatica e le singole discipline umanistiche non è esclusivamente strumentale ma investe anche aspetti metodologici ed epistemologici di ciascuna disciplina

•  Humanities Computing (calcolo) o Humanities Informatics (informazione)?

•  Norbert Wiener e la Human-Computer Interaction (cibernetica)

I temi •  “L’applicazione di metodologie

informatiche tende a mutare l’assetto teorico delle discipline umanistiche” (T. Orlandi)

•  Trattamento delle lingue • Memorizzazione e codifica dei testi •  Architettura dell’informazione • Multimedialità •  Sociologia della comunicazione

La storia, i protagonisti •  1949: Roberto Busa si reca negli USA

•  Inizia l’avventura dell’Index Thomisticus che si conclude nel 2005

•  1966: Computers and the Humanities (rivista)

•  1973: Association for Literary and Linguistic Computing (ALLC) -> ora coordinata in ADHO

•  1978: Association for Computer in the Humanities

•  1986: Literary and Linguistic Computing (rivista di ALLC)

•  1987: Text Encoding Initiative e Humanist

•  1998: Busa Award (ALLC+ACH)

•  1999: A.CO.*HUM. (didattica)

•  2005: ADHO -> Alliance of Digital Humanities Organizations

•  2007: Digital Humanities Quarterly (rivista)

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Antonio Zampolli (1937-2003)

Giuseppe Gigliozzi (1949-2001)

• Norbert Wiener

• Alan Turing

• Roberto Busa

• Tito Orlandi

• Giuseppe Gigliozzi

Arricchiamo la nostra lista di protagonisti…

Roberto Busa (1913- 2011)

Norbert Wiener (1894-1964 )

La scuola italiana della IU

•  La Linguistica Computazionale •  Zampolli e l’ambiente pisano

•  La “scuola romana”: Orlandi, Gigliozzi, Mordenti, Stoppelli, Ciotti, Roncaglia, Fiormonte

•  La “scuola bolognese”: Buzzetti, Pellizzi, Tomasi

•  Il polo aretino e Firenze: Emiliano degli Innocenti

Il dibattito recente

•  Lo statuto “epistemologico” della IU •  Per l’individuazione dei "nuclei fondanti" di una

disciplina occorrerà tenere presente, da una parte, lo statuto epistemologico (oggetto, linguaggio, metodologia di ricerca) e dall’altra la finalità formativa che a essa viene attribuita

•  IU “trasversali” o IU “pure”? [Roncaglia, 2002]

•  Il problema del riconoscimento disciplinare •  Il curriculum: formare i formatori •  La didattica nelle facoltà umanistiche

La didattica attuale

•  Universita' Ca' Foscari di Venezia: dal 2008 e' attivo un "Master Universitario in Informatica per la Comunicazione", che raccoglie l'eredità della laurea specialistica in "Informatica per le Discipline Umanistiche", attivata dal 2003 al 2007

•  Università di Pisa c’è l’unico corso di laurea triennale e specialistica in Informatica Umanistica

•  l’Università di RomaTRE offre un Corso di perfezionamento per laureati in “Editoria, giornalismo, comunicazione scritta e on line”

•  Arezzo: Master interfacoltà in Informatica del testo-Edizione elettronica

•  Trento: corso di informatica umanistica •  Verona: Laboratorio di I.U.

•  Siti Web dedicati alla IU •  Dati recenti sulla diffusione della rete

Internet (giugno 2012) •  <http://llc.oxfordjournals.org/> [LLC] •  <http://www.allc.org/> [ALLC] •  <http://www.ach.org/> [ACH] •  <http://infouma.di.unipi.it/studenti/

index.asp> [Laurea triennale Univ. Pisa]

Esempi, dati

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Sitografia

•  http://www.corpusthomisticum.org/it/in]dex.age [Index Thomisticus on-line]

•  http://www.infotext.unisi.it/ [Master in Informatica del testo e edizione elettronica, bando 2012]

•  http://www.digitalhumanities.org/ [ADHO]

•  http://infouma.di.unipi.it/laurea/index.asp [Università di Pisa]

Bibliografia

•  Walter Benjamin, L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, Torino, Einaudi, 2000