Corso Sicurezza 81-2008

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    Il D.Lgs 81/2008 formato da 306

    articoli divisi in XIII titoli: Titolo I - (art. 1-61)

    Principi comuni (Disposizionigenerali, sistema istituzionale,

    gestione della previdenza neiluoghi di lavoro, disposizionipenali)

    Titolo II (art. 62-68) Luoghi di lavoro (Disposizioni

    generali, Sanzioni) Titolo III (art. 69-87) Uso delle attrezzature di lavoro

    e dei disposit ivi di protezioneindividuale (Uso delleattrezzature di lavoro, uso dei

    dispositivi di protezioneindividuale, impianti eapparecchiature elettriche)

    Titolo IV (art. 88-160) Cantieri temporanei o mobili

    (Misure per la salute e sicurezza

    nei cantieri temporanei e mobili,Norme per la prevenzione degliinfortuni sul lavoro nellecostruzioni e nei lavori in quota,sanzioni)

    Titolo V (art. 161-166) Segnaletica di salute e

    sicurezza sul lavoro (Disposizionigenerali, sanzioni)

    Titolo VI (art. 167-171) Movimentazione manuale dei

    carichi (Disposizioni generali,sanzioni)

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    . Titolo VII (art. 172-179)

    Attrezzature munite divideoterminali (Disposizionigenerali, obblighi del datore dilavoro, dei dirigenti e deipreposti, sanzioni)

    Titolo VIII (art. 180-220) Agenti fisici (Disposizioni

    generali, protezione deilavoratori contro i rischi diesposizione al rumore duranteil lavoro, protezione deilavoratori dai rischi di

    esposizione a vibrazioni,protezione dei lavoratori dairischi di esposizione a campielettromagnetici, protezionedei lavoratori dai rischi diesposizione a radiazioniottiche, sanzioni)

    Titolo IX (art. 221-265) Sostanze pericolose

    (protezione da agenti chimici,protezione da agenticancerogeni e mutageni,protezione dai rischi connessiallesposizione allamianto,sanzioni)

    Titolo X (art. 266-286) Esposizione ad agenti

    biologici (obblighi del datoredi lavoro, sorveglianzasanitaria, sanzioni)

    Titolo XI (art. 287-297) Protezione da atmosfere

    esplosive (disposizionigenerali, obblighi del datore dilavoro, sanzioni)

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    Titolo XII (art. 298 - 303)

    Disposizioni diverse in

    materia penale e diprocedura penale

    Titolo XIII (art. 304 - 306)

    Disposizioni finali

    Al testo degli articoli deldecreto sono statiaggiunti altri 51 allegatitecnici che riportano inmodo sistematico e

    coordinato le prescrizionitecniche di quasi tutte lenorme pi importati

    emanate in italia daldopoguerra ad oggi.

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    I soggetti interessati a gestire la Sicurezza e

    la Salute sui luoghi di lavoro :1)

    DDL

    -

    Datori di Lavoro

    2) RSPP - Responsabile Servizio Prevenzione eProtezione

    3)

    ASPP

    -

    addetto servizio prevenzione e

    protezione4)

    Addetti alle emergenze (pronto soccorso,antincendio, evacuazione)

    5)

    RLS

    Rappresentante dei lavoratori per laSicurezza

    6) MC

    Medico competente

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    GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROGLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

    E DEL DIRIGENTEE DEL DIRIGENTE

    Il Datore Di Lavoro (DL) secondo lart. 2 del D. Lgs. 81/08 iltitolare del rapporto di lavoro con il lavoratore, ovvero il

    soggetto dotato di poteri decisionali che ha responsabilitdellimpresa.Uno dei principali obblighi a carico del DL (vedi Art.18) costituito senzaltro dallelaborazione del Documento dellavalutazione dei rischi basato sul monitoraggio di: Ambienti e posti di lavoro, Attrezzature,

    Impianti Sostanze pericolosee nella verifica della loro conformit alle norme di legge e dibuona tecnica, nonch sulla stima dellincidenza dei fattoriorganizzativi e di quelli interattivi con luomo.

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    GLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROGLI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

    E DEL DIRIGENTEE DEL DIRIGENTEIl documento, custodito presso lazienda o unit produttiva,viene elaborato con la collaborazione del RSPP e del MC e

    previa consultazione del RLS come prevede lart. 29 delD.Lgs. 81/08.La valutazione sar aggiornata in relazione ai cambiamenti

    pi significativi dei processi produttivi e dellassettoorganizzativo dellazienda, atti ad incidere sullesposizionea rischio dei lavoratori. Almeno una volta lanno sarindetta dal DL una riunione con la partecipazione del RLS,

    del RSPP e del MC, volta a verificare lo stato di attuazionedei programmi e lefficacia delle misure di protezione eprevenzione adottate (Art. 35 del D.Lgs. 81/08).

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    LA DELEGA DI FUNZIONILA DELEGA DI FUNZIONI

    La delega di funzioni (art. 16 del D.Lgs. 81/08) da parte del DL, ovenon espressamente esclusa, ammessa con i seguenti limiti econdizioni:

    Che essa risulti da atto scritto recante data certa; Che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalit edesperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate;

    Che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione,gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzionidelegate;

    Che essa attribuisca al delegato lautonomia di spesa necessariaallo svolgimento delle funzioni delegate.

    Che la delega sia accettata dal delegato per iscritto.

    Alla delega deve essere data adeguata e tempestiva pubblicit.

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    OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

    NON DELEGABILIIl DL secondo lArt. 17 del D.Lgs. 81/08, non

    pu delegare le seguenti attivit: La valutazione di tutti i rischi con la

    conseguente elaborazione del documentodi Valutazione dei rischi;

    La designazione del RSPP.

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    OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROOBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO

    DELEGABILIDELEGABILIDESIGNARE gli addetti al SPP e nominare il MC;ADOTTARE le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori;

    INFORMARE immediatamente i lavoratori esposti ai rischi di pericolo graveed immediato ed aggiornare il MC sui processi ed i rischi di produzione;DESIGNARE e formare i lavoratori incaricati della lotta antincendio, delpronto soccorso, della gestione dellemergenza e dellevacuazione in casodi pericolo grave;

    TENERE conto delle capacit e delle condizioni dei lavoratori quandoaffida loro i compiti;FORNIRE ai lavoratori i DPI e richiedere losservanza delle disposizioni disicurezza e di uso dei DPI.

    INFORMARE i lavoratori sui rischi ed i pericoli connessi allattivit, sullemisure di prevenzione e protezione adottate, sulle procedure cheriguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e levacuazione dal postodi lavoro.

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    OBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORIOBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORI

    Ogni lavoratore (Art. 47 del D. Lgs. 81/08) deve prendersi curadella propria salute e sicurezza e di quella delle altre personepresenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sueazioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle

    istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. Essi devono inparticolare: CONTRIBUIRE, insieme al DL, ai dirigenti e ai preposti,alladempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e

    sicurezza sui luoghi di lavoro; OSSERVARE LE DISPOSIZIONI e le istruzioni impartite dal DL,dai dirigenti e dai preposti, ai fini della protezione collettiva edindividuale;

    UTILIZZARE CORRETTAMENTE le attrezzature di lavoro, lesostanze e i preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e, nonch idispositivi di sicurezza; UTILIZZARE IN MODO APPROPRIATO I DPI messi a lorodisposizione;

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    OBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORIOBBLIGHI E DIRITTI DEI LAVORATORI

    NON RIMUOVERE O MODIFICARE senza autorizzazione idispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo;

    NON COMPIERE di propria iniziativa operazioni o manovreche non sono di loro competenza ovvero che possonocompromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;

    PARTECIPARE ai programmi di formazione e diaddestramento organizzati dal datore di lavoro;

    SOTTOPORSI ai controlli sanitari previsti dal presentedecreto legislativo o comunque disposti dal medicocompetente.

    SEGNALARE IMMEDIATAMENTE al DL, al dirigente o alpreposto le deficienze dei mezzi e dei DPI, nonch qualsiasi

    eventuale condizione di pericolo di cui vengano aconoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza,nellambito delle proprie competenze e possibilit pereliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave e

    incombente, dandone notizia al rappresentante dei lavoratoriper la sicurezza;

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    I COMPITI DEL SPPI COMPITI DEL SPP

    Il DL deve organizzare allinterno dellazienda, ovvero dellunit produttiva, ilSPP(Art. 31 del D. Lgs. 81/08).A tale scopo esso designa per lespletamento dei compiti, una o pi persone dalui dipendenti, tra cui il RSPP in possesso di attitudini e capacit adeguate. IlSPP, sotto il coordinamento del RSPP svolge funzioni di supporto per il DL e inparticolare provvede a (art. 33):

    Allindividuazione dei fattori di rischio, alla valutazione dei rischi eallindividuazione delle misure per la sicurezza e la salubrit degli ambienti dilavoro, nel rispetto della normativa vigente sulla base della specificaconoscenza dellorganizzazione aziendale;

    Ad elaborare, per quanto di competenza, le misure preventive e protettive di cuiallart. 28, e i sistemi di controllo di tali misure;

    Ad elaborare le procedure di sicurezza per le varie attivit aziendali;A proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori;A partecipare alle consultazioni in materia di tutela della salute e sicurezza sul

    lavoro, nonch alla riunione periodica di cui allart. 35;A fornire ai lavoratori le informazioni di cui allart. 36.I componenti del SPP sono tenuti al segreto in ordine ai processi lavorativi dicui vengono a conoscenza nellesercizio delle funzioni di cui al presente D.Lgs.

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    OBBLIGHI DEI PROGETTISTIOBBLIGHI DEI PROGETTISTI

    I progettisti (Art. 22 del D. Lgs. 81/08) dei luoghi e dei posti dilavoro e degli impianti devono rispettare i principi generali diprevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro almomento delle scelte progettuali e tecniche e scegliereattrezzature, componenti e dispositivi di protezione rispondenti

    alle disposizioni legislative e regolamentari in materia.

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    OBBLIGHI DEI FABBRICANTI E DEI FORNITORI

    Sono vietati la fabbricazione, la vendita, il noleggio e laconcessione in uso di attrezzature di lavoro, DPI edimpianti non rispondenti alle disposizioni legislative eregolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul

    lavoro. In caso di locazione finanziaria di beni assoggettatia procedure di attestazione alla conformit, gli stessidebbono essere accompagnati, a cura del concedente,dalla relativa documentazione.OBBLIGHI DEGLI INSTALLATORIGli installatori (Art. 22 del D. Lgs. 81/08) e montatori diimpianti, attrezzature di lavoro o altri mezzi tecnici, per la

    parte di loro competenza, devono attenersi alle norme disalute e sicurezza sul lavoro, nonch alle istruzioni fornitedai rispettivi fabbricanti.

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    IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PERIL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PERLA SICUREZZA E SUE FUNZIONILA SICUREZZA E SUE FUNZIONI

    Il RLS (Art. 47 del D. Lgs. 81/08) istituito a livello territoriale o dicomparto, aziendale e di sito produttivo. Egli deve essere eletto odesignato in tutte le aziende. Nelle imprese che occupano fino a

    15 lavoratori il RLS di norma eletto direttamente dai lavoratori alloro interno oppure individuato per pi aziende nellambitoterritoriale o del comparto produttivo secondo quanto previstodallArt. 48.

    Nelle aziende con pi di 15 lavoratori il RLS eletto o designatodai lavoratori nellambito delle rappresentanze sindacali in azienda.In assenza di tali rappresentanze eletto dai lavoratori dellazienda

    al loro interno. Il numero, le modalit di designazione o di elezionedel RLS, nonch il tempo di lavoro retribuito e gli strumenti perlespletamento delle funzioni sono stabiliti in sede di contrattazione

    collettiva.

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    IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORIIL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI

    PER LA SICUREZZAPER LA SICUREZZAIl RLS deve essere consultato su:

    Valutazione dei rischi

    Individuazione e programmazione delle

    misure di prevenzione

    Nomina RSPP - Responsabile Servizio

    Prevenzione e Protezione

    Nomina addetti sevizi emergenza;

    Organizzazione della formazione

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    ATTRIBUZIONI DEL RLSATTRIBUZIONI DEL RLS

    Il RLS: Accede ai luoghi di lavoro in cui si svolgono

    le lavorazioni; Riceve le informazioni e la documentazioneaziendale inerente alla valutazione dei

    rischi e le misure di prevenzione relative,nonch quelle inerenti alle sostanze ed aipreparati pericolosi, alle macchine, agliimpianti, alla organizzazione e agli ambientidi lavoro, agli infortuni ed alle malattie

    professionali;

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    ATTRIBUZIONI DEL RLSATTRIBUZIONI DEL RLS Riceve le informazioni provenienti dai servizi di vigilanza; Riceve una formazione adeguata e, comunque, non inferiore a

    quella prevista dallart. 37;

    Promuove lelaborazione, lindividuazione e lattuazione delle misuredi prevenzione idonee a tutelare la salute e lintegrit fisica deilavoratori;

    Formula osservazioni in occasione di visite e verifiche effettuatedalle autorit competenti, dalle quali , di norma, sentito;

    Partecipa alla riunione periodica di cui allart. 35; Fa proposte in merito alla attivit di prevenzione; Avverte il responsabile dellazienda dei rischi individuati nel corso

    della sua attivit;

    Pu fare ricorso alle autorit competenti qualora ritenga che lemisure di prevenzione e protezione dai rischi adottate dal datore dilavoro o dai dirigenti e i mezzi impiegati per attuarle non sianoidonei a garantire la sicurezza e la salute durante il lavoro.

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    ATTRIBUZIONI DEL RLSATTRIBUZIONI DEL RLS

    Il RLS deve disporre del tempo necessario allo svolgimento dellincaricosenza perdita di retribuzione, nonch dei mezzi e degli spazi necessariper lesercizio delle funzioni e delle facolt riconosciutegli, anche tramitelaccesso ai dati, contenuti in applicazioni informatiche. Egli inoltre non

    pu subire pregiudizio alcuno a causa delle svolgimento della propriaattivit e nei suoi confronti si applicano le stesse tutele previste dallalegge per le rappresentanze sindacali.

    Il RLS, su sua richiesta e per lespletamento della sua funzione, ricevecopia del documento di valutazione dei rischi e/o del documento di

    valutazione dei rischi legati alle interferenze. Il RLS tenuto al rispetto delle disposizioni di cui al D.Lgs. 196/03 e del

    segreto industriale relativamente alle informazioni contenute neldocumento di valutazione dei rischi e nel documento di valutazione deirischi legati alle interferenze, nonch al segreto in ordine ai processilavorativi di cui vengono a conoscenza nellesercizio delle funzioni.

    Lesercizio delle funzioni di RLS incompatibile con la nomina di RSPPo addetto al SPP.

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    IL MEDICO COMPETENTEIL MEDICO COMPETENTE

    Il MC (Art. 25 del D. Lgs. 81/08)

    COLLABORA con il DL e con il SPP alla valutazione dei rischi, anche aifini della programmazione, ove necessario, della sorveglianza sanitaria,alla predisposizione della attuazione delle misure per la tutela della salutee della integrit psico-fisica dei lavoratori, allattivit di formazione einformazione nei confronti dei lavoratori, per la parte di competenza, e allaorganizzazione del Servizio di Primo Soccorso considerando i particolaritipi di lavorazione ed esposizione e le peculiari modalit organizzative dellavoro. Collabora inoltre alla attuazione e valorizzazione di programmivolontari di promozione della salute, secondo i principi dellaresponsabilit sociale;

    PROGRAMMA ed effettua la sorveglianza sanitaria di cui allart. 41attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici etenendo in considerazione gli indirizzi scientifici pi avanzati;

    ISTITUISCE, anche tramite laccesso alle cartelle sanitarie e di rischio,

    aggiorna e custodisce, sotto la propria responsabilit, una cartellasanitaria e di rischio per ogni lavoratore sottoposto a sorveglianzasanitaria. Nelle aziende o unit produttive con pi di 15 lavoratori il MCconcorda con il datore di lavoro il luogo di custodia;

    CONSEGNA al DL, alla cessazione dellincarico, la documentazionesanitaria in suo possesso, nel rispetto delle disposizioni di cui al D. Lgs.196/03, e con salvaguardia del segreto professionale;

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    IL MEDICO COMPETENTEIL MEDICO COMPETENTE

    CONSEGNA al lavoratore, alla cessazione del rapporto di lavoro, ladocumentazione sanitaria in suo possesso e gli fornisce leinformazioni riguardo la necessit di conservazione;

    INVIA allISPESL, esclusivamente per via telematica, le cartelle

    sanitarie e di rischio nei casi previsti dal presente decreto legislativo,alla cessazione del rapporto di lavoro, nel rispetto delle disposizionidi cui al decreto legislativo D. Lgs. 196/03;

    FORNISCE informazioni ai lavoratori sul significato dellasorveglianza sanitaria cui sono sottoposti e, nel caso di esposizionead agenti con effetti a lungo termine, sulla necessit di sottoporsi adaccertamenti sanitari anche dopo la cessazione della attivit checomporta lesposizione a tali agenti. Fornisce altres, a richiesta,informazioni analoghe ai RLS;

    INFORMA ogni lavoratore interessato dei risultati della sorveglianzasanitaria di cui allArt. 41 e, a richiesta dello stesso, gli rilascia copiadella documentazione sanitaria;

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    Il Dlgs 81/08 preve lelaborazione diun DOCUMENTO sintesi della

    valutazione dei rischi per la sicurezzae la salute dei lavoratori.

    E obbligatorio documentare i criteri divalutazione adottati, lindividuazionedelle misure di prevenzione eprotezione conseguenti allavalutazione ed infine il programma diattuazione delle misure

    individuate con indicazione dellepriorit e dei tempi di attuazione dellemisure individuate.

    Il processo di valutazione dei rischi

    deve essere attuato in modoPERMANENTE al f ine di mantenere illivello di sicurezza messo in atto e ditendere al continuo miglioramentodelle condizioni di sicurezza e salutedei lavoratori.

    Frequentemente i termini PERICOLO e

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    Frequentemente i termini PERICOLO eRISCHIO vengono utilizzati comesinonimi; in realt hanno significatidifferenti.

    Le definizioni di questi termini, formulateda apposite norme armonizzate(riconosciute a livello europeo),consentono di chiarirne il significato e illegame reciproco.

    Il corretto utilizzo della terminologia evitafraintendimenti e consente l'adozione diun linguaggio comune, indispensabile atutti coloro che, a vari livelli, si occupanodi igiene e sicurezza del lavoro.

    In particolare la presenza di unPERICOLO identifica unicamente unai p o t e t i c a p o s s i b i l i t d i d a n n o , mentrela definizione di RISCHIO comportaanche una q u a n t i f i c a z i o n e d e lm e d e s im o i n r e l a z i o n e a l p e r i c o l o

    c o n s i d e r a t o .Esempio: il rumore di per se un pericolo . ma per quantificarne il rischio occorre accertarne leCARATTERISTICHE (es. frequenza), l'ENTIT (es.livello,potenza, pressione, ecc), la possibile ESPOSIZIONE delle

    persone e l'entit di questa esposizione.La presenza di un pericolo non necessariamente prevedeun rischio per le persone.

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    Tra RISCHIO e DANNO esiste un chiaro rapportoriconducibile al BINOMIO CAUSA-EFFETTO .

    E' bene tenere in considerazione che la contemporanea presenza didiversi rischi, in alcuni casi, pu favorire un effetto sinergico intermini del verificarsi di eventuali danni alla salute degli operatori.

    Inoltre importante sottolineare che alcuni agenti possono, aseconda delle modalit di esposizione, essere all'origine di infortuni

    oppure di malattie professionali ma anche favorire l'evoluzione dimalattie.

    Un elemento fondamentale

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    Un elemento fondamentaleche facilita la distinzione tral'INFORTUNIO e laMALATTIA professionale

    sicuramente il tempod'esposizioneall'agente pericoloso.Esempi:L'esposizione ad un rumore

    elevatissimo (boato), che siesaurisce in un tempolimitatissimo pu determinareuna lesione all'apparatouditivo ed un conseguente

    deficit funzionale. Tale dannova classificato comeINFORTUNIO.

    L'esposizione prolungata(diverse ore al giorno, perdiversi mesi o meglio anni) aelevati livelli di rumore pudeterminare una perdita dicapacit uditiva. Tale dannova classificato comeMALATTIA PROFESSIONALE.

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    Insieme di azioni chehanno lo scopo di mantenere lo stato di salute,

    inteso come benessere psico-fisico delluomo

    Insieme di azioni chehanno lo scopo di mantenere lo stato di salute,

    inteso come benessere psico-fisico delluomo

    PREVENZIONEPREVENZIONEPREVENZIONE

    PREVENZIONE PRIMARIAPREVENZIONE PRIMARIAPREVENZIONE PRIMARIA

    PREVENZIONE SECONDARIAPREVENZIONE SECONDARIAPREVENZIONE SECONDARIA

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    PREVENZIONE:

    Nella definizione PREVENZIONE PRIMARIA sono compresetutte le misure strutturali, operative o gestionali e ledisposizioni che a vario titolo e con diverse modalitcontribuiscono ad eliminare o ridurre i rischi.

    Nella definizione PREVENZIONE SECONDARIA vanno

    comprese tutte quelle attivit sanitarie tese ad accertareeventuali stati di salute che predispongono gli operatori aspecifiche malattie di tipo professionale ovvero adaccertare stati definiti preclinici che preludono quindi

    all'insorgenza di malattie professionale dovuteall'esposizione agli agenti presenti sul luogo di lavoro.

    TUTTE LE AZIONIDA ATTIVARE PERELIMINARE ORIDURRE I RISCHI

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    La prevenzione primaria deve seguire un importante principioche prevede

    in primo luogo l 'INTERVENTO ALLA FONTE DELRISCHIO, dando priorit alle azioni che tendono adeliminare il rischio stesso;

    in secondo luogo necessario agire in modo daEVITARE LA PROPAGAZIONE DEL RISCHIO cercandodi contenerlo e circoscriverlo;

    infine quando, non vi sono altre possibilit, OCCORREINTERVENIRE SULLE PERSONE in modo da fornirepossibilit o strumentianche culturali tesi alla riduzione del rischio medesimo

    (cantieri,industrie,ecc.)

    SCOPO DELLA PREVENZIONE

    PRIMARIA:

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    Principi generali di PREVENZIONEPrincipi generali di PREVENZIONEPrincipi generali di PREVENZIONE

    Eliminazione del rischio

    Riduzione del rischio alla fonte

    Prevenzione integrata (misure tecniche, produttive e

    organizzative)

    Sostituzione del pericoloso con il meno o il non pericoloso

    Rispetto dei principi ergonomici

    Priorit delle misure di protezione collettiva

    Limitazione al minimo del numero degli esposti

    Uso limitato di agenti chimici, fisici, biologici

    Controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi, ecc.

    Eliminazione del rischio

    Riduzione del rischio alla fonte

    Prevenzione integrata (misure tecniche, produttive eorganizzative)

    Sostituzione del pericoloso con il meno o il non pericoloso

    Rispetto dei principi ergonomici

    Priorit delle misure di protezione collettiva

    Limitazione al minimo del numero degli esposti

    Uso limitato di agenti chimici, fisici, biologici

    Controllo sanitario dei lavoratori in funzione dei rischi, ecc.

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    Prevenzione secondaria

    SORVEGLIANZA

    SANITARIAper gli esposti a fattoridi rischio professionali

    ACCERTAM EN T I SAN I TARIPREVEN T I V I :

    prima dell'assunzioneper il rilascio dell'idoneit

    ACCERTAM EN T I SAN I TARI

    PER I OD I CI :per la verifica e il controllo

    dello stato di salute

    Ricerca di alterazioniprecliniche negli organi, prima che si manifesti la malattiaRicerca di alterazioniprecliniche negli organi, prima che si manifesti la malattia

    PREVENZIONESECONDARIAPREVENZIONEPREVENZIONESECONDARIASECONDARIA

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    Un rischio sicaratterizzanormalmente in ragione

    della PresenzaContemporanea DiDiversi Fattori.

    Tutti i singoli fattori checontribuiscono adeterminare un rischio

    sono riconducibili a tregrandi gruppi:

    Ambiente: illuminazione, rumore, aspetti strutturali, ecc. del luogopossono essere all'origine o quantomeno favorire il verificarsi didanni alla salute dell'uomo.

    FATTORI CHE CARATTERIZZANOFATTORI CHE CARATTERIZZANOIL RISCHIOIL RISCHIO

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    Uomo: ovviamente la sola presenza o assenza dipersone determina di per se la possibilit o meno dirischi. Oltre a questo i comportamenti delle personesono fondamentali nell'incrementare ovvero limitarel'entit di un rischio.

    Attrezzature, macchine, impianti: facilmente intuibileche l'adozione e l'uso di apparecchiature con diversogrado di sicurezza determina automaticamente unadiversa entit di rischio e di conseguenza una diversaprobabilit di provocare danni alla salute.

    FATTORI CHE CARATTERIZZANOFATTORI CHE CARATTERIZZANOIL RISCHIOIL RISCHIO

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    FATTORI DI RISCHIOFATTORI DI RISCHIOOCCUPAZIONALEOCCUPAZIONALE

    RISCHIO

    INFORTUNI

    RISCHIO

    INFORTUNI

    RISCH

    IO

    CHIMI

    CORISC

    HIO

    CHIMI

    CO

    RISCHIOFISICO

    RISCHIOFISICO RISCHIO

    BIOLOGICO

    RISCHIO

    BIOLOGICO

    RISCHIO

    legatoa

    ORGANIZZAZIONE

    DELLAVORO

    RISCHIOlegatoa

    ORGANIZZAZIONE

    DELLAVORO

    RISCHIOda

    MOVIMENTA

    ZIONE

    MANUALEC

    ARICHI

    RISCHIO

    da

    MOVIMENTAZIONE

    MANUALEC

    ARICHI

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    RISCHIO INFORTUNIRISCHIO INFORTUNIRISCHIO INFORTUNI

    MECCANICOMECCANICO

    ELETTRICOELETTRICO

    IMPIGLIAMENTOIMPIGLIAMENTO INTRAPPOLAMENTOINTRAPPOLAMENTO

    TRASCINAMENTOTRASCINAMENTOSCHIACCIAMENTOSCHIACCIAMENTO

    ATTORCIGLIAMENTOATTORCIGLIAMENTO CESOIAMENTOCESOIAMENTO

    CONTATTO - TAGLIOCONTATTO - TAGLIOURTOURTO

    PERFORAZIONEPERFORAZIONEATTRITO - ABRASIONEATTRITO - ABRASIONE

    PROIEZIONEPROIEZIONE

    CONTATTO INDIRETTOCONTATTO INDIRETTO

    CONTATTO DIRETTOCONTATTO DIRETTO

    RISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICO

    http://3c2rischiomeccanico.ppt/http://3c2rischiomeccanico.ppt/http://3c1rischioelettrico.ppt/http://3c1rischioelettrico.ppt/http://3c1rischioelettrico.ppt/http://3c2rischiomeccanico.ppt/http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/
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    RISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICORISCHIO CHIMICO

    Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con lorganismoumano e che possono provocare patologie acute, croniche e irreversibili

    Rischio dovuto a sostanze inquinanti che interagiscono con lorganismo

    umano e che possono provocare patologie acute, croniche e irreversibili

    GASGAS Saldatura:

    Ossidi di Carbonio,Ossidi di Azoto

    AEROSOLAEROSOL

    VAPORIVAPORIUso di solventi:Laboratorio di chimica, Vernici

    Argilla, Plastica, Legno

    Minerali (Amianto)

    Lavoraz. con impiego di olii, Fitofarmaci

    Saldatura, Stampaggio a caldo plasticaFUMIFUMI

    NEBBIENEBBIE

    POLVERIPOLVERI

    FIBREFIBRE

    http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/http://3d1rischiochimicobase.doc/
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    LE VIE DI INTRODUZIONE DELLE SOSTANZE CHIMICHE NELLORGANISMOLassorbimento delle sostanze tossiche pu avvenire per: INALAZIONE, INGESTIONE

    o CONTATTO CUTANEO.

    Assorbimento per inalazione: Linalazione, cio lintroduzione nei polmoni durante larespirazione dellagente chimico, rappresenta la via di ingresso principale nel corpodi sostanze/preparati pericolosi durante il lavoro. Il rischio di esposizione perinalazione a sostanze/preparati chimici pericolosi si presenta quando i processi o lemodalit operative provocano lemissione di detti agenti con la conseguente

    diffusione nellambiente sotto forma di inquinanti chimici aerodispersi. (Tra le normeigieniche ricordiamo il divieto di fumare nei luoghi di lavoro ed in particolare dove possibile lesposizione a sostanze pericolose, in quanto il fumo pu ulteriormenteveicolare allinterno dellorganismo il tossico, oltre a presentare rischi specificiaggiuntivi quali la cancerogenicit dei prodotti di combustione o rischi quali incendio,

    esplosioni, ecc.)Assorbimento per ingestione: Lingestione accidentale di sostanze pericolose,

    specialmente in grandi quantit, piuttosto infrequente anche se non impossibile.(Tra le norme igieniche da rispettare ricordiamo il divieto di assumere cibi ebevande nei luoghi di lavoro e in particolare dove possibile lesposizione a

    sostanze pericolose, laccurata pulizia delle mani prima di mangiare, il divieto diconservare cibi e bevande in frigoriferi dove sono stoccate sostanze pericolose, (es.nei laboratori), contenitori etichettati a norma, non usare contenitori per alimenti, ecc

    Assorbimento per contatto cutaneo: In genere le sostanze chimiche sono assorbitedalla pelle pi lentamente che dallintestino o dai polmoni. Comunque le

    sostanze/preparati chimici (in particolare i solventi organici) possono entrare nelcorpo sia direttamente che attraverso indumenti impregnati. Il rischio di esposizioneper contatto cutaneo si pu presentare durante le fasi di manipolazione dellesostanze/ re arati ericolosi.

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    Lintossicazione dovuta a sostanze o preparati tossici e nocivirappresenta leffetto dannoso che viene prodotto da queste

    sullorganismo. Si distinguono tre forme di intossicazione:INTOSSICAZIONE ACUTA : esposizione di breve durata a forti

    concentrazioni con assorbimento rapido del tossico. Gli effetti sonoimmediati e si hanno entro le 24 ore con morte o guarigione rapida.

    INTOSSICAZIONE SUB-ACUTA : esposizioni per un periodo di pi giornio settimane prima che appaiano i primi effetti.

    INTOSSICAZIONE CRONICA: esposizione frequenti e prolungate neltempo. Gli effetti sono tardivi (fino anche a diverse decine di anni).

    Lintossicazione in questo caso si manifesta :

    Perch la quantit di tossico eliminata inferiore alla quantitassorbita in modo da ottenere una concentrazione tale da ingeneraremanifestazioni cliniche. (esempio saturnismo)

    Perch la quantit di tossico assorbita a seguito di esposizioniripetute si accumula su un particolare tessuto e viene rilasciata solo inun tempo successivo (es. sostanze liposolubili che si vanno aconcentrare in tessuti adiposi; a seguito di dimagrimento e quindi di

    diminuzione del tessuto adiposo si libera il tossico che genera cos glieffetti tossici).

    L i d ll t ti t i i i i

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    Lazione delle sostanze e preparati tossici e nocivipu essere:

    LOCALE: se agisce unicamente intorno al punto di contatto(pelle, occhi, vie respiratorie, ecc) (es. lazione corrosivadi acidi concentrati sulla cute con cui vengono a contatto)

    GENERALE O SISTEMATICO: se lazione si manifesta inpunti lontani dal contatto (es. linalazione della 2 naftilammina provoca linsorgenza di cancro alla vescica) checomportano e questo a causa:

    1) della via di trasmissione del tossico (tramite linalazione eil passaggio nella circolazione sanguigna si possonoavere effetti su altri organi quali il fegato),

    2) della composizione chimica dellorgano (tenore in lipidi),3) grado di perfusione dellorgano che pu ivi comportareuna concentrazione eccessiva del tossico,

    4) delle caratteristiche biochimiche dellorgano colpito(capacit dellorgano a produrre metaboliti pi tossici diquello assorbito)

    http://3f1rischiobiologicobase.doc/
  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIO BIOLOGICORISCHIO BIOLOGICORISCHIO BIOLOGICO

    BATTERIBATTERI

    FUNGHI

    MUFFE

    FUNGHIMUFFE

    VIRUSVIRUS

    PARASSITIPARASSITI

    LAVORAZIONI CON OLIILAVORAZIONI CON OLII

    PRODOTTI ANIMALIPRODOTTI ANIMALI

    LAVORAZIONI ALIMENTARILAVORAZIONI ALIMENTARI

    LAVORAZIONI CON ANIMALILAVORAZIONI CON ANIMALI

    PRODOTTI ANIMALIPRODOTTI ANIMALI

    LAVORAZIONI AGRICOLELAVORAZIONI AGRICOLE

    PRODOTTI ANIMALIPRODOTTI ANIMALI

    PROVENIENZA UMANAPROVENIENZA UMANA

    PROVENIENZA UMANAPROVENIENZA UMANA

    PROVENIENZA UMANAPROVENIENZA UMANA

    http://3f1rischiobiologicobase.doc/http://3f1rischiobiologicobase.doc/http://3f1rischiobiologicobase.doc/http://3f1rischiobiologicobase.doc/
  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIOORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

    RISCHIORISCHIOORGANIZZAZIONE DEL LAVOROORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

    ANSIA

    RESPONSABILITA

    ANSIA

    RESPONSABILITA

    RITMIECCESSIVI

    RITMI

    ECCESSIVI

    MONOTONIARIPETITIVITAMONOTONIARIPETITIVITA

    TURNI DILAVORO

    TURNI DILAVORO

    MANSIONI SUPERIORIMANSIONI SUPERIORI

    LAVORO A COTTIMOLAVORO A COTTIMO

    CATENA DI MONTAGGIOCATENA DI MONTAGGIO

    LAVORO NOTTURNOLAVORO NOTTURNO

    http://3g1mmc.doc/
  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIO DAMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI

    CARICHI

    RISCHIO DARISCHIO DAMOVIMENTAZIONE MANUALE DEIMOVIMENTAZIONE MANUALE DEI

    CARICHICARICHI

    CARATTERISTICHEDEL CARICO

    CARATTERISTICHEDEL CARICO

    ESIGENZEOPERATIVE

    ESIGENZEOPERATIVE

    FORMAZIONE

    PERSONE

    FORMAZIONE

    PERSONE

    PESOPESO

    FORMA/INGOMBROFORMA/INGOMBROAFFERRABILITA

    AFFERRABILITA

    AMPIEZZA SPOSTAMENTOAMPIEZZA SPOSTAMENTO

    FREQUENZA SPOSTAMENTOFREQUENZA SPOSTAMENTO

    MODALITA SPOSTAMENTOMODALITA SPOSTAMENTO

    CORRETTEZZA DEI MOVIMENTICORRETTEZZA DEI MOVIMENTI

    SCELTA MODALITA OPERATIVESCELTA MODALITA OPERATIVE

    http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/http://3g1mmc.doc/
  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    LA MOVIMENTAZIONELA MOVIMENTAZIONE

    MANUALE DEI CARICHIMANUALE DEI CARICHIPESO MASSIMO RACOMANDATO IN CONDIZIONI

    OTTIMALI DI SOLLEVAMENTO

    ETA' MASCHI FEMMINEFino a 18 anni 30 20

    Oltre 18 anni 20 15

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    RISCHIOORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

    RISCHIORISCHIOORGANIZZAZIONE DEL LAVOROORGANIZZAZIONE DEL LAVORO

    ANSIA

    RESPONSABILITA

    ANSIA

    RESPONSABILITA

    RITMIECCESSIVI

    RITMI

    ECCESSIVI

    MONOTONIARIPETITIVITAMONOTONIARIPETITIVITA

    TURNI DILAVORO

    TURNI DILAVORO

    MANSIONI SUPERIORIMANSIONI SUPERIORI

    LAVORO A COTTIMOLAVORO A COTTIMO

    CATENA DI MONTAGGIOCATENA DI MONTAGGIO

    LAVORO NOTTURNOLAVORO NOTTURNO

    RISCHIO FISICO

    RISCHIO FISICORISCHIO FISICO

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    RISCHIO FISICORISCHIO FISICORISCHIO FISICO

    MACCHINE, IMPIANTIMACCHINE, IMPIANTIRUMORERUMORE

    MICROCLIMAMICROCLIMA

    RADIAZIONIIONIZZANTI E

    NON IONIZZANTI

    RADIAZIONIIONIZZANTI E

    NON IONIZZANTI

    VIBRAZIONIVIBRAZIONI

    TEMPERATURA, UMIDITA,

    VENTILAZIONE

    TEMPERATURA, UMIDITA,

    VENTILAZIONE

    UTENSILI AD ARIA COMPRESSAUTENSILI AD ARIA COMPRESSA

    ILLUMINAZIONEILLUMINAZIONE ABBAGLIAMENTO,LUCE SCARSA

    ABBAGLIAMENTO,

    LUCE SCARSA

    CAMPI ELETTROMAGNETICI,

    RAGGI X, LASER

    CAMPI ELETTROMAGNETICI,

    RAGGI X, LASER

    VIDEOTERMINALIVIDEOTERMINALI

    USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEO TERMINALE

    http://3e1rumore.doc/http://3e1rumore.doc/http://3e2microclima.doc/http://3e2microclima.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3e3radiazioni.doc/http://3i1ambientiarredi.ppt/http://3i1ambientiarredi.ppt/http://3e4vdt.doc/http://3e4vdt.doc/http://3e4vdt.doc/http://3i1ambientiarredi.ppt/http://3e3radiazioni.doc/http://3e2microclima.doc/http://3e1rumore.doc/
  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    a) VDT: schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di

    procedimento di visualizzazione utilizzatob) lavoratore: colui che utilizza il VDT in modo sistematico o abituale per20 ore settimanaliArt. () (svolgimento quotidiano del lavoro):

    Il lavoratore, qualora svolga la sua attivit per almeno quattro oreconsecutive, ha diritto ad una interruzione della sua attivit mediante pauseovvero cambiamento di attivit.Le modalit di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva

    anche aziendale.3) In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l'interruzione dicui al comma 1, il lavoratore comunque ha diritto ad una pausa di quindiciminuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale.

    LA SORVEGLIANZA SANITARIA (visite mediche specifiche eseguite dalmedico competente) ANDR PREVISTA NEL CASO IN CUI VI SIAPRESENZA DI LAVORATORI COS COME DEFINITI DALLART. 51.Le postazioni di lavoro al videoterminale devono essere, a

    prescindere dal numero di ore di ut ilizzo, conformi a quantocontenuto nell allegato VII.

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    IL LOCALE DI LAVORO DEVE AVERE:

    superficie di dimensioni adeguate (> 9 mq per 1 addetto, > 12 mq per 2

    addetti; meglio > 10 mq reali per addetto)

    illuminazione ed aerazione naturali (RI > 1/8 e RA > 1/16)

    ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE UFFICIO: 500 lux (eccessivi per VDT)VDT: 200 lux (pochi per lufficio normale)

    VALORI OTTIMALI: 200-300 lux (con il luminazione localizzata-mista)

    ILLUMINAZIONE NATURALE:

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    finestratura posta su di 1 solo lato (ottimale se a NE, N, NO),dotata di schermatura (tende) idonea

    tinteggiatura delle pareti a colori neutri per ridurre il problema dei riflessi

    IL VDT DEVE ESSERE POSTO A 90

    RISPETTO ALLE FINESTRE

    LA POSTAZIONE DI LAVORO ott imale quando

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    LA POSTAZIONE DI LAVORO ott imale quando assicurata la flessibil it pi ampia possibile in tutte le sue

    componenti

    SCHEMA DI

    UNAPOSTAZIONEVDT TIPO E

    REGOLABILITDEI SINGOLIELEMENTI

    RI HI LE AT ALLU DI

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    RI HI LE AT ALL U DIATTREZZATURE E MACCHINE DAATTREZZATURE E MACCHINE DA

    UFFICIOUFFICIONellimpiego di macchine da ufficio necessario: Leggere attentamente le istruzioni del costruttore: tutti i lavoratori addetti alle macchine

    devono prenderne visione. Il libretto di istruzioni infatti, descrive la funzione e luso dellamacchina, le cautele da osservare in caso di anomalie e riporta la dichiarazione delfabbricante della rispondenza ai requisiti essenziali di sicurezza previsti dalle direttive CEEdi riferimento. Il libretto documento probante anche per listituto di vigilanza.

    Evitare che i cavi di alimentazione si arrotolino disordinatamente o comunque rimanganovolanti in mezzo agli ambienti o ai passaggi;

    Segnalare qualsiasi abrasione o fessurazione nei cavi di alimentazione elettrica evitandoneluso fino a quando non siano stati riparati o sostituiti;

    Non eseguire modifiche o collegamenti di fortuna alle spine di alimentazione dellemacchine n usare prolunghe inadatte;

    Staccare le spine dalle prese, agendo sulle spine stesse e non sul cavo di alimentazione; Disalimentare ogni macchina dopo luso e comunque al termine di ogni giornata lavorativa; Non rimuovere le coperture predisposte dal costruttore sulle parti mobili delle macchine; tali

    coperture possono essere momentaneamente rimosse solo da personale specializzato inoccasione di ispezioni o riparazioni;

    Non operare allinterno di telescriventi, stampanti ecc. mentre sono in azione; Osservare le prescrizioni del costruttore, evitare spandimenti e lavarsi le mani al terminedelle operazioni, nel maneggio del toner delle fotocopiatrici o di parti in contatto con esso.

    STAMPANTE

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    STAMPANTE

    va collocata su tavolo separato

    privilegiare stampanti silenziose (art. 46 Dlgs 277/91) come laser

    o a getto dinchiostro rispetto a quelle ad aghi

    pu causare problemi legati al rumore se collocata nello stessoambiente di lavoro: disagio, difficolt a concentrarsi.

    Livelli di rumorosit da non superarsi:

    55 dBA per alta concentrazione

    65 dBA per bassa concentrazione

    le vecchie stampanti (pi rumorose) vanno separate in localiappositi o collocate in cabine insonorizzate

    RISCHIO LEGATO ALLRISCHIO LEGATO ALLUSO DIUSO DI

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIO LEGATO ALLRISCHIO LEGATO ALL USO DIUSO DI

    SCALE PORTATILISCALE PORTATILIINFORMAZIONE PER IL CORRETTO UTILIZZOLa maggior parte degli incidenti che avvengono nellutilizzo delle scale portatili,

    sono da ricondursi ad un non corretto utilizzo delle stesse. Si riportano pertantodi seguito alcune norme comportamentali:

    Prima dellutilizzo, verificare sempre lintegrit, la stabilit e la funzionalit dellascala;

    La scala deve essere sufficientemente lunga (deve rimanere libero almeno unmetro della scala sopra il piolo su cui si poggiano i piedi);. 626

    INFORMAZIONI AL Si deve dare uninclinazione sufficiente. Se non vincolata in alto, la scala deve essere trattenuta al piede da altra

    persona;

    La scala deve essere utilizzata da una sola persona per volta; Non sporgersi mai per raggiungere oggetti fuori dalla propria portata(eventualmente scendere e posizionare di nuovo la scala);

    Prendere e spostare solo oggetti che possono essere tenuti con una sola mano;

    Per lutilizzo della scala necessario calzare scarpe adeguate; La salita e la discesa vanno effettuate con il viso rivolto verso la scala; Il trasporto della scala deve avvenire con estrema attenzione.

    RISCHIO INCENDIORISCHIO INCENDIO

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIO INCENDIORISCHIO INCENDIO Lincendio pu essere definito come una combustione

    sufficientemente rapida e non controllata che si sviluppasenza limitazioni nello spazio e nel tempo in un luogo non

    predisposto a contenerla. Normalmente per combustionesintende la reazione chimica sufficientemente rapida diuna sostanza combustibile con un comburente,accompagnata da sviluppo di calore, di fiamma, di gas di

    combustione, di fumo e di luce. Affinch un incendio si verifichi necessario pertanto che

    siano soddisfatte contemporaneamente tre condizioni :

    Presenza del combustibile, Presenza del comburente (ingenere lossigeno dellaria) e Temperatura minima noninferiore alla temperatura di accensione.

    il cosiddetto triangolo del fuoco

    LE PRIN IPALI AU E DI IN ENDI INRELAZIONE ALLO SPECIFICO AMBIENTE DI

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RELAZIONE ALLO SPECIFICO AMBIENTE DI

    LAVORODeposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili ocombustibili;

    Accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile ;Negligenza nell'uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore;Inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delleapparecchiature;Impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamenteprotetti ;Riparazioni o modifiche di impianti elettrici effettuate da persone nonqualificate ;

    Apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate;

    Utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili ;Ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari,apparecchiature elettriche e di ufficio;Fumare in aree ove proibito, o non usare il posacenere;

    Negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione

    LE SOSTANZE ESTINGUENTI

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    LE SOSTANZE ESTINGUENTI Non tutte le sostanze estinguenti possono essere

    impiegate nei vari tipi di incendio dovuti alla

    combustione dei molteplici materiali suscettibili diaccendersi. Come gi accennato, lestinzionedellincendio si ottiene per raffreddamento,

    sottrazione del combustibile e soffocamento. Taliazioni possono essere ottenute singolarmente ocontemporaneamente mediante luso delle

    sostanze estinguenti, che vanno scelte in funzionedella natura del combustibile e delle dimensioni delfuoco.

    LE SOSTANZE ESTINGUENTI

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    LE SOSTANZE ESTINGUENTIACQUALacqua la sostanza estinguente per antonomasia conseguentemente alla facilit con

    cui pu essere reperita a basso costo. Luso dellacqua quale agente estinguente consigliato per incendi di combustibili solidi (detti di classe A). Lacqua, risultandoun buon conduttore di energia elettrica non impiegabile su impianti e

    apparecchiature in tensione (altrettanto la schiuma che un agente estinguentecostituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno).

    POLVERILe polveri sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio,

    potassio, fosfati e sali organici. Lazione estinguente delle polveri prodotta dalladecomposizione delle stesse per effetto delle alte temperature raggiuntenellincendio, che d luogo principalmente ad effetti chimici sulla fiamma, con azioneanticatalitica. Le polveri sono adatte per fuochi di sostanze solide, liquide egassose (classe A, B, e C).

    GAS INERTII gas inerti, utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi, sono generalmente

    lanidride carbonica e, in minor misura, lazoto. La loro presenza nellaria riduce laconcentrazione del comburente fino ad impedirne la combustione. Lanidridecarbonica non risulta tossica per luomo, un gas pi pesante dellaria

    perfettamente dielettrico, normalmente conservato come gas liquefatto sottopressione. Essa produce, differentemente dallazoto, anche unazione estinguenteper raffreddamento.

    RISCHIO LEGATO ALLARISCHIO LEGATO ALLA

  • 7/24/2019 Corso Sicurezza 81-2008

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    RISCHIO LEGATO ALLARISCHIO LEGATO ALLA

    CORRENTE ELETTRICACORRENTE ELETTRICAI pericoli legati alla corrente elettrica sono : Contatto diretto, Contattoindiretto, Arco elettrico, Incendio di origine elettrica.

    CONTATTO DIRETTO

    Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) ilcorpo umano sottoposto al passaggio diuna corrente elettrica, provocando una scossa elettrica", la

    quale produce una sensazione dolorosa ed sempre pericolosa etalvolta mortale.

    CONTATTO INDIRETTO

    I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non intensione

    (ad esempio linvolucro di una apparecchiatura, di uno strumento etc. che

    normalmente isolato e non in contatto con elementi in tensione) per un

    guastointerno o per la perdita di isolamento; tali contatti sono i pi pericolosi.

    ARCO ELETTRICO

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    ARCO ELETTRICO costituito da una sorgente di calore assai intensa e

    concentrata, con emissione di gas e di vaporisurriscaldati e tossici, irraggiamento termico e raggiultravioletti che si manifestano in caso di guasto o

    di manovre su apparecchiature elettriche, es. cortocircuiti.

    INCENDIO DI ORIGINE ELETTRICA

    un incendio dovuto ad una anomalia dellimpiantoelettrico che causa linnesco della combustione, ades. sovraccarico, sotto dimensionamento dei cavi

    elettrici etc.

    SISTEMI DI PREVENZIONE E

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    SISTEMI DI PREVENZIONE EPROTEZIONE

    PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTILe misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono

    essere TOTALI o PARZIALI.Le PROTEZIONI PARZIALI vengono applicate nei luoghi dellaziendadove hanno accesso soltanto le persone addestrate e qualificate. Leprotezioni totali sono destinati alle protezioni delle persone non aconoscenza sui pericoli connessi allutilizzo dellenergia elettrica.

    Oltre agli involucri e alle barriere, per prevenire i contatti diretti, limpiego diun interruttore differenziale ad alta sensibilit pu costituire unaprotezione supplementare (e non alternativa) in grado di intervenireallatto del guasto per esempio quando un conduttore in tensione viene acontatto con la carcassa metallica di uno strumento collegato

    correttamente a terra.Interruttore differenziale.Linterruttore differenziale facilmente riconoscibile per la presenza di un

    pulsante contrassegnato dalla lettera T, conosciuto anche come

    "salvavita", che confronta continuamente la corrente elettrica entrantecon quella uscente e scatta quando avverte una differenza.

    PROTEZIONI CONTRO I CONTATTI INDIRETTI

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    Le protezioni contro i contatti indiretti possono effettuarsi condispositivi che impediscono il contatto con gli elementi in tensioneo con mezzi che interrompono in circuito impedendo eventualitensioni di contatto.Per la salvaguardia contro i contatti indiretti, che sono i pipericolosi, le norme CEI 64-8 suddividono le protezioni in :PROTEZIONI SENZA INTERRUZIONE AUTOMATICA DELCIRCUITO e PROTEZIONI CON INTERRUZIONE AUTOMATICADEL CIRCUITO.

    Protezioni senza interruzione automatica del circuitoPer le protezioni senza interruzione automatica del circuito sipossono impiegare materiali con particolari caratteristiche diisolamento, adeguate separazioni elettriche dei circuiti, oppure

    ambienti isolanti o locali equipotenziali. Quando si parla diisolamento necessario considerare che i materiali da utilizzaredevono possedere specifiche caratteristiche come il doppioisolamento che viene mantenuto con adeguata manutenzione.

    Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali cheimpediscono il manifestarsi di una tensione pericolosa sulle partiaccessibili di componenti elettrici a seguito di un guasto

    Protezioni con interruzione automatica del

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    Protezioni con interruzione automatica delcircuito.

    La protezione con interruzione automatica del circuitomediante messa a terra consiste nel realizzare un impiantodi messa a terra opportunamente coordinato con

    interruttori posti a monte dellimpianto atti ad interromperetempestivamente lalimentazione elettrica del circuitoguasto se la tensione di contatto assume valori particolari.Si dividono: Protezioni per sistemi TT, Protezioni per

    sistemi TN , Protezioni per sistemi IT.Il neutro connesso a terra in cabina e gli utilizzatori

    dellutente sono collegati a terra mediante un loro impianto

    separato.Il neutro connesso a terra in cabina e gliutilizzatori fanno capo alla stessa terra tramite un unicoimpianto. Il sistema IT ha il generatore isolato a terra ocollegato con una impedenza di notevole valore, gli

    utilizzatori sono collegati ad un proprio impianto di terra.

    RISCHI LEGATI AL RUMORERISCHI LEGATI AL RUMORE

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    RISCHI LEGATI AL RUMORERISCHI LEGATI AL RUMORE

    Il RUMORE pu essere definito come un suonoindesiderabile, a livello fisiologico e psicologico, cheinterferisce con le diverse attivit individuali o di

    gruppo.EFFETTI SULLA SALUTE

    I rumori producono effetti dannosi sia sul sistemauditivo sia su altri organi ed apparati (effettiextrauditivi). Per quanto riguarda gli effetti uditivi

    essi sono in relazione diretta col livello sonoro e ladurata di esposizione per cui, superati certi limiti,esiste un rischio statisticamente determinabile di

    danno all'apparato uditivo.

    Livello di 5 anni 10 anni 20 anni 30 anni

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    rumorosit

    80 dBA 0 0 0 085 dBA 1% 3% 6% 8%

    90 dBA 4% 10% 16% 18%

    95 dBA 7% 17% 28% 31%100 dBA 12% 29% 42% 44%

    VALORI LIMITE

    La legge stabilisce tre livelli desposizione quotidiana al rumore e gliadempimenti ai quali sono tenuti i lavoratori, qualora siano superati i livellistessi.

    1o livello 80 - 85 dB(A),

    2o livello 85 - 90 dB(A),

    3o livello superiore 90 dB(A).

    Il datore di lavoro comunque obbligato a ridurre al minimo il rumoreprodotto anche al di sotto di 80 dBA

    RISCHI LEGATI ALLE ESPOSIZIONI DEIRISCHI LEGATI ALLE ESPOSIZIONI DEI

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    LAVORATORI ALLE VIBRAZIONILAVORATORI ALLE VIBRAZIONI

    SISTEMA MANOSISTEMA MANO -- BRACCIOBRACCIOIdentificazione e caratterizzazione del rischi

    E noto che lavorazioni in cui si impugnino utensili vibranti omateriali sottoposti a vibrazioni o impatti, possono indurre uninsieme di disturbi neurologici e circolatori digitali e lesioni

    osteoarticolari a carico degli arti superiori, definito con termine

    unitario Sindrome da Vibrazioni Mano-Braccio.L'esposizione a vibrazioni al sistema mano-braccio generalmente causata dal contatto delle mani con

    l'impugnatura di utensili manuali o di macchinari condotti amano. I criteri valutativi definiti dallo standard internazionale

    ISO 5349 (1986) rappresentano attualmente il quadro diriferimento principale ai fini della prevenzione del rischio da

    esposizione a vibrazioni mano-braccio, ed a questi ancoratala normativa comunitaria in materia di prevenzione del rischioda esposizione a vibrazioni.

    RISCHI LEGATI ALLRISCHI LEGATI ALLUTILIZZOUTILIZZO

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    RISCHI LEGATI ALLRISCHI LEGATI ALL UTILIZZOUTILIZZODEI MACCHINARIDEI MACCHINARI

    Macchina Nuova (cio costruita dopo il 20/9/96)Allatto della consegna, la macchina deve essere dotata da parte del costruttore di:Marcatura CE, Dichiarazione di conformit e Manuale di istruzione (per

    listallazione, luso, la manutenzione, il trasporto,ecc.) in lingua italiana. Quantosopra deve risultare anche dalla bolla di consegna. Una macchina, marcata CE,pu essere venduta anche parecchie volte senza necessitare di ulterioriadempimenti, qualora non abbia subito modifiche.

    Macchina Usata (cio costruita prima del 20/9/96)

    Il venditore tenuto, ai sensi dellart.11, comma 1 del DPR 459/96, a rilasciaredichiarazione che "la macchina conforme al momento della consegna, allalegislazione in materia di sicurezza del lavoro previdente al 20/9/96 ".

    La data di costruzione va attestata per iscritto da parte del cedente.

    Anche la machina usata deve essere sempre dotata di adeguato manuale diistruzione in lingua italiana.Il Servizio di Prevenzione e Protezione deve essere informato dell'acquisto di

    nuove attrezzature, della modifica di quelle esistenti, nonch della installazionedi nuovi impianti o della modifica di quelli esistenti. Ci allo scopo di valutare inuovi rischi che si introducono sul luogo di lavoro, comprese le possibilivariazioni al microclima e l'utilizzazione razionale degli spazi nell'interesse delbenessere dei dipendenti.

    Le macchine presentano pericoli ben definiti : MECCANICI: la tipologia di rischio pi diffusa legata essenzialmente alla

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    MECCANICI: la tipologia di rischio pi diffusa legata essenzialmente allapresenza di elementi in movimento, alla possibilit di proiezione, caduta,ribaltamento di oggetti e alle eventuali conseguenze rottura della macchina;

    ELETTRICI E DA RADIAZIONI: derivano dalla presenza di impianti elettrici esistemi di controllo a corredo della macchina;

    ALTRI RISCHI : termici, da prodotti e materiali in lavorazione ecc.Pericoli di natura meccanica: Schiacciamento, Cesoiamento, Taglio o

    sezionamento, Urto, Proiezione di un fluido ad alta pressioneImpigliamento,Trascinamento o intrappolamento, Perforazione o puntura, Attritoo di abrasione, Proiezione delle parti (della macchina o materiali/pezzi lavorati),Perdita di stabilit (della macchina o di parti), Scivolamento, di inciampo e dicaduta in relazione alla macchina.

    Pericoli di natura elettrica, che causano:Lesioni o morte per contatti con elementiin tensione (contatto diretto e indiretto), importante il corretto isolamento dei cavie delle parti in tensione, nel rispetto della legislazione e normativa vigente,

    Fenomeni elettrostatici, Influenze esterne sugli equipaggiamenti elettrici, inparticolare se tali influenze riguardano i circuiti preposti alla sicurezza dellamacchina, Spruzzi metallici da cortocircuiti, Radiazioni termiche ed altri fenomeni.

    Pericoli di natura termica, che causano:Bruciature e scottature, provocate dacontatto con elementi in temperatura, irraggiamento, fiamme o esplosioni, Danni

    alla salute provocate dalterazioni delle condizioni ambientali dei luoghi di lavoro,provocati dalla temperatura delle macchine in funzione.

    RISCHI LEGATI ALLRISCHI LEGATI ALLUTILIZZOUTILIZZO

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    SC GSC G U OU ODEI CARRELLIDEI CARRELLI

    I carrelli elevatori vengono realizzati in diverse soluzioni costruttive: le pidiffuse sono quelle con forche frontali o laterali. Date le ridotte dimensionidel carrello ne possibile l'utilizzazione anche in ambienti ristretti in

    particolar modo se si ricorre al tipo a forche laterali.STABILIT DEL MEZZO E DEL CARICO

    a) Rispondenza del carrello alle norme di stabilit UNI;

    b) Divieto assoluto di superare il carico massimo ammissibile agli sbraccidati;

    c) Trasporto del carico con forche il pi basso possibile ed inclinateall'indietro;

    d) Sollevamento per impilaggio a montanti verticali con carico in prossimitdella catasta;

    e) Inclinazione in avanti dei montanti quando il carico si trova sulla catasta.

    STABILIT DELLE CATASTE

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    Nel depositare un carico su una catasta il cartellista dovr prendere queiprovvedimenti atti a garantire la stabilit della catasta stessa. Dovr, adesempio, aver cura di appoggiare gradualmente il carico e diabbandonarlo senza urti laterali. Gli elementi che costituiscono lacatasta, come pure le superfici di appoggio, non dovranno essere caricatioltre i limiti di portata consentiti.

    2. SPAZI LIBERI PER I PASSAGGILa larghezza dei passaggi deve superare di almeno cm. 70 l'ingombro

    massimo dei carrelli.Il passaggio dei carrelli deve essere segnalato con cartelli in loco e col

    segnalatore acusticodel carrello stesso.

    3. POSTO DI MANOVRA E VISIBILITSe esiste il pericolo di caduta all'indietro del materiale trasportato, il posto di

    manovra dovr risultare protetto con tetto capace di sopportare ilmateriale caduto. Se l'ingombro del carico ostacola la visibilit delcartellista, il trasporto va effettuato all'indietro, oppure si potr ricorrereall'ausilio di un incaricato che segnali al manovratore la presenza dieventuali ostacoli.

    MICROCLIMA E VENTILAZIONEMICROCLIMA E VENTILAZIONE

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    MICROCLIMA E VENTILAZIONEMICROCLIMA E VENTILAZIONE

    Per MICROCLIMA s'intende l'insieme dellecaratteristiche climatiche: temperatura, umidit,velocit dell'aria, ecc. di un ambiente chiuso e nel

    caso particolare di un Ambiente di Lavoro. Talicaratteristiche hanno importanza, da un lato, per lostato di salute e di benessere dei lavoratori e,

    dall'altro, per il regolare andamento del processotecnologico. Il controllo delle condizionimicroclimatiche, attraverso i sistemi di ventilazione,

    s'integra di solito anche con l'aspirazione e/odiluizione degli inquinanti atmosferici presenti sulposto di lavoro.

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    ILLUMINAZIONE DEI LOCALIILLUMINAZIONE DEI LOCALI

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    ILLUMINAZIONE DEI LOCALIILLUMINAZIONE DEI LOCALILa maggior parte delle lavorazioni dellazienda richiede una

    buona visibilit; per questo motivo una corretta illuminazionepu giocare un ruolo importante innanzi tutto nella

    prevenzione infortuni ed anche sulla produttivit, agendopositivamente sullo stato di benessere individuale.Un'illuminazione inadeguata per intensit o per posizione

    delle lampade, pu provocare irritazioni dell'apparato visivoe stati di malessere (cefalee in particolare), aumentandoquindi il rischio d'errori nel lavoro e d'infortuni. Sottol'aspetto fisico si ricorda che le onde luminose sono del tipo

    elettromagnetico.

    TIPOLOGIE DI ILLUMINAZIONEL'illuminazione dei locali di lavoro stata ottenuta tanto con la luce naturale che con la

    luce artificiale La luce naturale stata preferita a quell'artificiale in quanto pi

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    luce artificiale. La luce naturale stata preferita a quell'artificiale in quanto pitollerata dall'occhio, permette una migliore visione, agisce su tutto l'organismo comestimolo delle funzioni vitali ed influisce beneficamente me-diante l'azione dei raggisolari. Alla luce solare diretta, che pu dare origine a vari disturbi da abbagliamento, stata preferita la luce solare diffusa ottenuta mediante un razionale orientamentodel fabbricato o con un'opportuna distribuzione delle finestre. La luminosit dei localidi lavoro stata aumentata colorando di bianco o con tinte chiare tutte le superfici del

    locale, ricordando che le superfici bianche riflettono sino all'80% della luce ricevuta,mentre una superficie grigia - scura ne riflette soltanto dal 15% al 25%. Sono statiutilizzati colori diversi tra loro armoniz-zati (ad esempio contrastando il colore dellemacchine rispetto a quello dell'ambiente di lavoro). L'illuminazione artificiale rispondeai seguenti requisiti:

    - Fornisce da sola i livelli ottimali stabiliti e, pertanto, i rilievi fotometrici relativi vannoeffettuati anche in ore notturne o comunque in condizioni tali che l'apporto della lucenaturale sei trascurabile;

    - Per non stancare l'occhio non oscillante, deve cio avere spettro e intensitd'emissione costanti;

    - Non abbagliante per non arrecare offesa all'occhio e permettere la giusta percezionedegli oggetti meno illuminanti;

    - Non provoca alterazioni dell'aria n chimicamente con prodotti di combu-stione, nfisicamente con la produzione d'eccessivo calore;

    - Ha spettro (cio colore) il pi vicino possibile a quello della luce naturale, sia per ilbenessere della vista, sia per non alterare il colore degli oggetti. La distribuzionedella luce artificiale stata fatta, pertanto, tenendo presente che le esigenze

    CARATTERISTICHE DI ALCUNI TIPI DI LAMPADELa realizzazione di un buon sistema di illuminazione artificiale non pu prescindere da

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    un'attenta valutazione delle caratteristiche delle lampade impiegate. Di ogni tipo dilampada importante conoscere la qualit della luce e della resa dei colori, l'efficacia

    di illuminamento e il flusso luminoso emesso, anche in funzione della potenzaimpegnata e della durata di vita della lampada. Le lampade usate per l'illuminazioneartificiale hanno una temperatura di colore (Tc) attorno a 4.000 K, per una miglioreresa dei colori e l'ottimizzazione dei contrasti. Esistono anche lampade che

    riproducono fedelmente lo spettro della luce solare: sono estremamente salutari, egrazie alle radiazioni emesse hanno una significativa funzione igienica di disinfezionedell'ambiente . Viene fatta grande attenzione anche alla manutenzione dellelampade, perch hanno tutte una ben definita durata di funzionamento, oltre la qualel'efficienza luminosa si riduce del 25%.Lo stesso accumulo di polvere pu ridurre ilflusso luminoso fino al 40%.Si ricordano nel seguito alcune caratteristiche dellelampade ad incandescenza. Esse presentano i seguenti vantaggi : il basso costo,l'accensione immediata, la semplicit. Hanno tuttavia costi di esercizio elevati avendouna scarsa efficienza luminosa (meno di 20 lumen/watt), limitata durata, elevata

    luminanza con conseguente abbagliamento quando la sorgente rientra nel campovisivo. Particolari lampade ad incandescenza sono le lampade ad alogeni (nel bulbo,di solito in quarzo, vengono introdotte piccole quantit di iodio): sono caratterizzateda un minor decadi-mento nel tempo, maggiore efficienza, minori dimensioni. Dato

    l'elevato costo vengono utilizzate in campi limitati (proiettori per autoveicoli, lampadeper riprese foto-cinematografiche, apparecchi per proiezione, ecc.). Un altrosvantaggio delle lampade ad incandescenza dato dall'elevata produzione di calore

    Descrizione Lux

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    Ambiente destinato a deposito di materiali

    grossi15

    Orientamento, passaggio saltuario 30

    Impegno visivo leggero: dettagli grandicon forte contrasto 120Impegno visivo normale: dettagli medi

    con contrasti medi

    500

    Impegno visivo difficile: dettagli piccolicon contrasti scarsi

    1000

    Impegno visivo molto difficile: dettaglipiccolissimi con contrasti minimi 2000

    Casi speciali (ad esempio campooperatorio) 5000

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    FONDAMENTALI AZIONIFONDAMENTALI AZIONI

    COMPORTAMENTALI A CUICOMPORTAMENTALI A CUIATTENERSI PER ALCUNEATTENERSI PER ALCUNESITUAZIONI INCIDENTALISITUAZIONI INCIDENTALI

    INCIDENTI ED INFORTUNI SUL LAVORO

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    COME COMPORTARSI IN CASO DI INFORTUNIO

    Lo scopo di questa sezione di fornire semplici informazioni circa il comportamento da tenerein caso di infortunio. Pu accadere infatti che, durante l'ordinaria attivit lavorativa o inoccasione di un evento sinistrorso, qualcuno possa restare vittima di incidente o subire unmalore momentaneo.In attesa di un soccorso qualificato (medico, ambulanza, ProntoSoccorso ospedaliero) le persone opportunamente addestrate presenti nel plesso

    aziendale, possono prestare un primo soccorso ed assistenza all'infortunato usandomateriali e mezzi disponibili al momento dell'incidente. In caso di infortunio, infatti, sia perdisposizioni di legge che per motivi etici, necessario adoperarsi per un intervento correttonellambito delle proprie competenze.

    GENERALIT

    Se qualcuno subisce un infortunio si tenuti a chiamare lambulanza. Non compiere in nessun caso interventi non conosciuti o non autorizzati

    sullinfortunato.

    Non muovere linfortunato a meno che non sia necessario sottrarlo a ulteriori

    pericoli. Mai somministrare alcolici allinfortunato e, se in stato di incoscienza, alcun tipo dibevanda.

    Mai prendere iniziative che siano di competenza del medico (ad esempiosomministrare medicinali).

    DISPOSITIVI DI PROTEZIONEDISPOSITIVI DI PROTEZIONE

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    S OS O O

    INDIVIDUALEINDIVIDUALECon tale termine si intende i prodotti che hanno la funzione disalvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con s, darischi per la salute e la sicurezza.

    CATEGORIE DI DPI PRIMA CATEGORIAAppartengono alla Prima Categoria, i DPI destinati a salvaguardare la

    persona da rischi di danni fisici di lieve entit. La persona che usa il DPIdeve avere la possibilit di valutarne l'efficacia e di percepire se il DPIrimane efficiente per tutto il periodo in cui viene utilizzato.

    Azioni lesive superficiali per azione meccanica;

    Azioni lesive di lieve entit e facilmente reversibili causate da prodottiper la pulizia; Urti o contatto con oggetti con temperatura non superiore a 50 C; Ordinari fenomeni atmosferici nel corso di attivit;

    Urti e vibrazioni lievi inidonei a aggiungere organi vitali; Azioni lesive dei raggi solari.

    CATEGORIE DI DPI SECONDA CATEGORIATutti i DPI che non rientrano nella prima e nella terza categoriaI DPI devono essere utilizzati solo dopo aver constatato l'impossibilit di attuare tutte le misure

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    I DPI devono essere utilizzati solo dopo aver constatato l impossibilit di attuare tutte le misuretecniche, procedurali o riorganizzative di prevenzione come le misure di protezione collettiva.Il lavoratore si pu trovare di fronte ad un "rischio residuo" imprevedibile ed inevitabile

    nonostante il ricorso a provvedimenti preventivi; il DPI ha lo scopo di eliminare o ridurre leconseguenze di eventuali incidenti. I DPI devono essere conformi a quanto previsto nelD.Lgs. n. 475/1992 e inoltre devono essere adeguati ai rischi da prevenire, non costituire diper s cause di nuovi rischi e tenere conto dei parametri individuali dipendenti dall'utilizzatoree dalla natura del lavoro svolto. Qualora pi DPI siano forniti ad uno stesso lavoratore, gli

    stessi devono essere reciprocamente compatibili; nel caso che un DPI debba essere utilizzatoda diversi lavoratori, si dovr curare il rispetto rigoroso delle norme igieniche.CATEGORIE DI DPI - TERZA CATEGORIAI DPI destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. La

    persona che usa il DPI non deve avere la possibilit di percepire tempestivamente la

    verificazione istantanea di effetti lesivi. Rientrano esclusivamente nella terza categoria:a) Gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gasirritanti, pericolosi, tossici o radiotossici;

    b) Gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione subacquea;c) I DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro

    le radiazioni ionizzanti;d) I DPI per attivit in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a

    100 C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;e) I DPI per attivit in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non superiore

    a -50 C;

    f) I DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto;g) I DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attivit che espongano a tensioni

    elettriche; pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche.

    PROTEZIONE DEGLI OCCHI

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    RISCHI :

    MECCANICO RADIAZIONI LUMINOSE GOCCE SPRUZZI POLVERI SCHEGGE GAS

    REQUISITI PROTETTIVI : Resistenza meccanica Protezione da

    radiazione luminosa Metalli fusi e solidi incandescenti Liquidi Polveri Gas

    Archi elettrici Protezione laser

    PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIEVENTILAZIONE E AREAZIONE

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    Tecniche di ventilazione ed aspirazione forzata per bonificare gli ambienti di

    lavoro dagli inquinanti aerodispersi (polvere, gas, fumi, fibre, nebbie).Aspirazione localizzata

    Captazione degli inquinanti in prossimit del punto di emissione.

    Cappe aspiranti mobili.

    Cappe aspiranti a flusso verticale o laminare fisse.

    Vantaggi:

    Aspirazione completa delle sostanze prima della loro diffusione in ambiente.

    Richiesta energetica contenuta.Abbattimento e recupero degli inquinanti.

    Evita di diffondere in ambiente esterno gli inquinanti.

    Svantaggi: Difficile realizzazione in caso di numerosi punti di utilizzo di inquinanti.

    Notevoli costi di impianto.

    Ingombro e rigidit del lay-out.

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    Venti lazione per diluizione Creazione di un impianto di ventilazione che apporta aria pulita (filtrata)

    negli ambienti di lavoro. Diluizione dellaria inquinata.Vantaggi Costi ridotti.

    Integra laspirazione localizzata quando le sorgenti inquinanti sono moltonumerose.

    Unico sistema quando non esistono sorgenti di inquinamento localizzato.Svantaggi Non elimina gli inquinanti ma diluisce laria inquinata. Non cattura e non abbatte gli inquinanti che pertanto si disperdono in

    ambiente esterno.

    In caso di trattamento termico/filtrazione richiede un grande dispendio dienergia.

    PROTEZIONE DELLE MANI

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    Devono essere di spessore costante, prive di fori, assegnate in dotazione personale,

    facilmente calzabili, riposti al termine del turno in luoghi adeguati (armadietti) e

    non abbandonati sui ripiani o nei luoghi di lavoro.

    A seconda del tipo di lavoro, la superficie esterna dovr essere liscia, rugosa o

    zigrinata per consentire una presa adeguata di oggetti e materiali devono riportare

    nome del produttore, caratteristiche di utilizzazione e descrizione del tipo. Devono

    essere abbastanza lunghi, fino all'avambraccio per evitare la penetrazione disostanze tossiche per quanto possibile al di sotto dei guanti non devono aderire

    troppo alla pelle ne troppo poco perch si deve evitare il ristagno del sudore, e la

    limitazione al movimento delle mani ed alla prensione non devono essere infilati

    con le mani sporche oppure tolti nel corso del lavoro devono essere rivoltati, allafine di ogni turno, per far evaporare il sudore e, possibilmente, cosparsi di talco

    all'interno devono avere la minima rigidit compatibile con la protezione dal

    rischio al fine di non creare problemi alla prensione ed all'articolazione delle mani

    in caso di comparsa di fenomeni allergici (abbastanza frequenti nei confronti dipreparati usati per la mescola della gomma) i guanti dovrebbero essere sostituiti

    con altri di tipo e caratteristiche diverse.

    PROTEZIONE DEL RISCHIO CHIMICO La scelta del guanto deve tenere conto dellindice di degradazione a contatto con

    li i t

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    linquinante .

    La conoscenza del livello di protezione importante quando siamo in presenza di un

    rischio chimico o biologico. Il livello di protezione per questo tipo di pericolo assumevalori da 1 a 6 in funzione del tempo di permeazione (tempo necessario ad un liquidoper penetrare all'interno).

    PROTEZIONE DAI RISCHI MECCANICI RESISTENZA ALLABRASIONE

    RESISTENZA ALLABRASIONE

    RESISTENZA ALLA LACERAZIONE

    RESISTENZA ALLA PERFORAZIONE

    PROTEZIONE DA CALORE / FUOCO

    PROTEZIONE CONTRO FREDDO

    PROTEZIONE DA RISCHI ELETTRICI

    PROTEZIONE DEL CORPO

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    PROVE DI RESISTENZA Resistenza alla penetrazione (liquido e solido)

    Resistenza alla permeazione ( a livello molecolare)

    Prova dei 7 movimenti Prova barriera ai liquidi (getto, spray)

    PROTEZIONE DEI PIEDI

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    PROPRIET DI SICUREZZA

    Antistatiche Impermeabilit tomaia

    Lamina antiforo

    Conduttivit elettrica della suola

    Isolamento da calore Isolamento da freddo

    Resistenza agli idrocarburi

    Resistenza al calore per contatto

    SCARPE DI PROTEZIONE

    Calzature di sicurezza: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 200 joule.

    Calzature di protezione: hanno puntale per sostenere un impatto fisico di 100joule.

    Calzature da lavoro: non hanno puntale.

    PROTEZIONE DELLUDITO

    ISOLAMENTO ACUSTICO

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    ISOLAMENTO ACUSTICO

    Il rumore nellambiente di lavoro diffuso per via diretta o riflessa .

    E possibile diminuire la propagazione del rumore impiegando determinatimateriali contro la propagazione diretta si usano tramezzi o schermidevono essere collocati il pi vicino possibile alla sorgente di rumorecontro la propagazione riflessa si usano materiali fonoassorbenti (lana divetro, di roccia, poliuretano) il coefficiente di assorbimento del rumore funzione della frequenza .

    I mezzi di protezione auricolare rappresentano una soluzione efficace per la

    protezione dei lavoratori dal danno provocato dal rumore ambientale(ipoacusia) quando i mezzi tecnici sulle sorgenti di rumore non sonosufficienti a proteggere i lavoratori. Possiamo distinguere i mezzi diprotezione individuale dividendoli in due categorie:

    - Mezzi ad inserimento;- Cuffie auricolari e caschi.