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PERIODICO DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PISA ANNO 5 N° 20  Aprile 2016 CON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C  ASA COTTOLENGO DI FIRENZE Ora che abbiamo finito di leggere il libro dedicato al nostro Santo, ci è sembrato edificante ed interessante proporre alla nostra riflessione la figura di questo Beato, che ha concretato nella sua vita gli insegnamenti del nostro Santo. Seguiremo il libro di Domenico Carena intitolato “Dalla Siberia al Cottolengo”. Fratel Luigi Bordino nacque a Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzogenito di una famiglia di profondi sentimenti cattolici. Ricevette la prima comunione a sette anni con grande entusiasmo. Nell’adolescenza partecipò ad un corso di esercizi spirituali organizzato dall’Azione Cattolica della diocesi, che lo smosse profondamente. Si può ricondurre proprio a questo episodio l’inizio del suo cammino di uomo di Chies a. Anche il parroco notò un suo cambiamento da l punto di vista spirituale, e lo no minò “delegato aspiranti” tra la gioventù cattoli ca. L’impegno di guidare i giovani aspiranti lo aiutò a maturare cristianamente. Ricoprì questo incarico fino al 1941, quando fu nominato “presidente” della locale sezione dell’Azione Cattolica. Caro Danilo, anche tu ci hai lasciati per raggiungere i tanti nostri amici che godono quella pace eterna che solo Dio ci può dare. “Preghiamo!” è stata l’ultima parola che sul letto di morte mi hai rivolto. Questo invito a pregare è molto significativo; vuol dire che eri un uomo di fede, che confidavi nella misericordia divina. Non hai avuto una vita facile, la tua disabilità ti ha condizionato fortemente, per cui hai trascorso al Cottolengo pisano ben sessantatre anni! Eri per noi un punto di riferimento importante, eri la persona con cui si poteva colloquiare su tanti argomenti: dalla religione alla politica, da episodi del passato (avevi una memoria prodigiosa!), a quelli più recenti, senza mai cadere alla critica distruttiva, senza mai prestare l’orecchio a “radio marciapiede” … Anzi, difendevi a spada tratta quanti erano facile bersaglio di coloro che si ergono a giudici, dimenticando che anche essi un giorno saranno sottoposti al giudizio di colui che solo può giudicare. Quando ti hanno proposto l’eventuale trasferimento in una struttura più vicina al tuo paese di origine e quindi vicina ai tuoi parenti, tu ha i risposto “Al Cottolengo mi sono sempre trovato bene, non intendo cambiare”. Tale risposta evidenziava il forte legame, anche affettivo, che intercorreva fra te e la realtà cottolenghina.  Ora sei “Nell’alto dei cieli”, con i cottolenghini passati a miglior vita e con la “Santa Madonna” che tante volte hai venerato nei santuari di Lourdes, Loreto e Montenero.Caro Danilo, intercedi per noi poveri cottolenghini ancora zoccolanti sugli aspri sentieri di questo mondo di lacrime. Grazie Danilo! (Fratel Pietro  Piccola Casa di Pisa) Paola sta lavorando per noi come volontaria fin dal 1981, stabilendo cosi un record ineguagliato: 25 anni di impegno e di affetto. Perciò vogliamo dirle grazie. Tante sono le prove del suo attaccamento alla Piccola Casa: la collaborazione con Suor Candida, il fatto che lei ed il marito abbiano voluto celebrare qui il loro cinquantesimo anno di matrimonio, le mostre organizzate con i lavori delle Ospiti, che hanno sempre riscosso successo. Però in tutti questi anni molte cose sono cambiate. Le Ospiti che lavoravano in questo settore dei lavori femminili, sono invecchiate o ci hanno lasciato (come l’indimenticabile Licia). Per cui, anche se il suo talento, il tempo che ci dedica, la capacità di stimolare il lavoro delle ospiti, non sono cambiati, ormai questo settore sta diventando sempre più marginale. Nonostante ciò, lei trova sempre il modo di rendersi utile, e la sua presenza qui è costante. Grazie Cara Paola, che Dio benedica te, la tua famiglia e la tua cara nipotina Bianca. Ti vogliamo bene! (Le ospiti della Piccola Casa di Pisa)  

Cottolengo sotto la Torre - Aprile 2016

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PERIODICO DELLA PICCOLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI PISA ANNO 5 N° 20 – Aprile 2016

CON ALCUNI CONTRIBUTI DELLA C ASA COTTOLENGO DI FIRENZE 

Ora che abbiamo finito di leggere il libro dedicato al nostro Santo, ci è sembrato edificante ed interessante proporre alla

nostra riflessione la figura di questo Beato, che ha concretato nella sua vita gli insegnamenti del nostro Santo.

Seguiremo il libro di Domenico Carena intitolato “Dalla Siberia al Cottolengo”. Fratel Luigi Bordino nacque a

Castellinaldo il 12 agosto 1922, terzogenito di una famiglia di profondi sentimenti cattolici. Ricevette la prima

comunione a sette anni con grande entusiasmo. Nell’adolescenza partecipò ad un corso di esercizi spirituali organizzato

dall’Azione Cattolica della diocesi, che lo smosse profondamente. Si può ricondurre proprio a questo episodio l’inizio del

suo cammino di uomo di Chiesa. Anche il parroco notò un suo cambiamento dal punto di vista spirituale, e lo nominò

“delegato aspiranti” tra la gioventù cattolica. L’impegno di guidare i giovani aspiranti lo aiutò a maturare cristianamente.

Ricoprì questo incarico fino al 1941, quando fu nominato “presidente” della locale sezione dell’Azione Cattolica.

Caro Danilo,

anche tu ci hai lasciati per raggiungere i tanti nostri amici che godono quella pace

eterna che solo Dio ci può dare.

“Preghiamo!” è stata l’ultima parola che sul letto di morte mi hai rivolto. Questo

invito a pregare è molto significativo; vuol dire che eri un uomo di fede, che confidavi

nella misericordia divina.

Non hai avuto una vita facile, la tua disabilità ti ha condizionato fortemente, per cui

hai trascorso al Cottolengo pisano ben sessantatre anni! Eri per noi un punto di

riferimento importante, eri la persona con cui si poteva colloquiare su tanti

argomenti: dalla religione alla politica, da episodi del passato (avevi una memoria

prodigiosa!), a quelli più recenti, senza mai cadere alla critica distruttiva, senza mai

prestare l’orecchio a “radio marciapiede” … Anzi, difendevi a spada tratta quanti

erano facile bersaglio di coloro che si ergono a giudici, dimenticando che anche essi

un giorno saranno sottoposti al giudizio di colui che solo può giudicare.

Quando ti hanno proposto l’eventuale trasferimento in una struttura più vicina al tuo

paese di origine e quindi vicina ai tuoi parenti, tu ha i risposto “Al Cottolengo mi sono sempre trovato bene, non intendo

cambiare”. Tale risposta evidenziava il forte legame, anche affettivo, che intercorreva fra te e la realtà cottolenghina. 

Ora sei “Nell’alto dei cieli”, con i cottolenghini passati a miglior vita e con la “Santa Madonna” che tante volte haivenerato nei santuari di Lourdes, Loreto e Montenero.Caro Danilo, intercedi per noi poveri cottolenghini ancora

zoccolanti sugli aspri sentieri di questo mondo di lacrime. Grazie Danilo! (Fratel Pietro – Piccola Casa di Pisa) 

Paola sta lavorando per noi come volontaria fin dal 1981, stabilendo cosi un record ineguagliato: 25 anni di impegno e di

affetto. Perciò vogliamo dirle grazie. Tante sono le prove del suo attaccamento alla Piccola Casa: la collaborazione con

Suor Candida, il fatto che lei ed il marito abbiano voluto celebrare qui il loro cinquantesimo anno di matrimonio, le

mostre organizzate con i lavori delle Ospiti, che hanno sempre riscosso successo. Però in tutti questi anni molte cose

sono cambiate. Le Ospiti che lavoravano in questo settore dei lavori femminili, sono invecchiate o ci hanno lasciato(come l’indimenticabile Licia). Per cui, anche se il suo talento, il tempo che ci dedica, la capacità di stimolare il lavoro

delle ospiti, non sono cambiati, ormai questo settore sta diventando sempre più marginale. Nonostante ciò, lei trova

sempre il modo di rendersi utile, e la sua presenza qui è costante.

Grazie Cara Paola, che Dio benedica te, la tua famiglia e la tua cara nipotina Bianca.

Ti vogliamo bene! (Le ospiti della Piccola Casa di Pisa) 

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SAN FRANCESCO INCONTRA SAN GIUSEPPE COTTOLENGO …

 

ED E’ SUBITO AM ICIZIA

L’esperienza nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Firenze è stata arricchente!

Avere la fortuna di poter prestare servizio volontario per 15 giorni e dedicare del tempo agli ospiti del Cottolengo può

cambiare il modo di vedere la vita.

Noi 6 novizi delle Provincie Abruzzo/Lazio dell’Ordine dei Frati

Minori, assieme ai 2 Formatori, siamo partiti dal Sacro Monte della

Verna (luogo dove S. Francesco ricevette sulla sua stessa carne isegni della passione di Gesù Cristo) per incontrare in modo nuovo

Gesù povero e crocifisso  attraverso i tanti volti di fratelli

svantaggiati. Abbiamo sperimentato quella famosa pagina del

Vangelo (Matteo 25,40) dove Gesù dice “Ogni volta che avete fatto

questo [dare da mangiare, dare da bere, accogliere, vestire, visitare]

a uno di questi miei piccoli fratelli, l'avete fatto a me" .

Il desiderio di noi novizi era restituire a Dio, mediante l’aiuto ai

fratelli ospiti del Cottolengo, ciò che Dio ha donato in abbondanza

nella nostra vita. Ma cosa restituire? Cosa donare?

Inizialmente non ci era chiaro cosa potessimo donare e poi abbiamo percepito che mentre donavamo, eravamo noi a

ricevere di più, attraverso il continuo affetto che ci veniva manifestato. Voi vi chiederete come ciò sia stato possibileconcretamente! Ebbene: tramite un sorriso o una carezza, durante il servizio ai pasti, nel gioco e in tutte quelle

occasioni dove abbiamo avuto l’opportunità di essere, per molti degli ospiti, le loro mani, le loro gambe, i loro occhi, la

loro voce … Essere volontario affianco ai fratelli fragili fa bene ai fratelli stessi e fa bene anche ai volontari perché fa 

emergere quella parte interiore solidale e accogliente che c’è in ciascuno e che tante volte rimane come assopita e

infeconda. Passare attraverso la porta stretta della sofferenza degli altri aiuta a ridimensionare le priorità della vita e ad

ancorare il cuore all’amore gratuito, che cambia il mondo. 

Divisi in gruppi di 2, noi 6 novizi abbiamo preso parte alla vita quotidiana di 3 reparti-Famiglie del Cottolengo: Casa

Paleari, Casa Santa Fina e Casa Santa Giuliana, cercando ogni giorno di animare le giornate con chitarra, recite, film,

disegni, preghiera del rosario etc. Ci siamo sentiti fratelli, padri e madri!

Che dire poi delle Suore cottolenghine, del Direttore don Giovanni, di tutti gli OSS, le Infermiere, gli Educatori, i

dipendenti e i Volontari della Piccola Casa? Ringraziamo il Signore di averli conosciuti e li portiamo nella nostrapreghiera! Grazie al “sì” fiducioso del fondatore S. Giuseppe Benedetto Cottolengo (Deo Gratias!) è stato possibile

realizzare questa opera di accoglienza, dando l’opportunità così a molte persone in difficoltà fisica e morale di “trovare

casa”. Tutti noi siamo interpellati, cristiani e non, religiosi e non, nel dare una risposta immediata a una richiesta di cura

e d’amore impellente che ogni giorno grida alle porte del nostro cuore. ( Alessandro, Alessandro Maria, Andrea, Emanuele, Luigi,

Marco )

Lunedì 7 marzo 2016, si è svolto un compleanno molto importante e sentito da tutti, ma

in particolar modo dal protagonista di questo fantastico e raro evento: Sirio Castellacci.

Quest’ultimo ha infatti festeggiato gli attesi 101 anni. Non è da tutti festeggiare un

compleanno così importante, in pochi hanno questa fortuna e lui era molto emozionato

e commosso. Tutti gli ospiti erano presenti nessuno ha voluto mancare per celebrare

quest’ uomo che nella vita ha lavorato tanto e faticato nei campi sotto il sole, freddo o

pioggia che sia. La festa è incominciata con le note della chitarra: c’era tanta, tanta

musica e tutti che cantavano e chi pure ha “ballato”. E’ stata persino recitata una poesia

dedicata e scritta proprio per onorare quest’uomo così importante per tutta la comunità

Cottolenghina e non solo. Naturalmente erano presenti le nipoti del festeggiato, tutte

strette intorno a lui senza lasciarlo nemmeno per un attimo. Quest ’ultime hanno

regalato a il loro nonno una meravigliosa e squisita torta con panna che tutti hanno gradito e finito in un attimo. Sirio,

chiamato da tutti amorevolmente “ Il nonno” era molto felice specialmente per la visita della nipoti che vengono spesso  

e volentieri rammentate da lui. Ha infatti riferito che non si sarebbe mai aspettato una festa del genere circondato da

tanta gente, solo per lui. 101 anni e non sentirli!! Se gli domandi di raccontarti del suo passato sa dirti tutto nei minimi

dettagli e non ci si stanca mai di ascoltare la storia della sua vita: da quando lavorava al Cottolengo di San Jacopo o della

guerra che ha vissuto. Sirio è un pezzo di storia e questa festa è il minimo che la struttura potesse offrirgli. Tanti

auguroni di nuovo da tutti noi e ti auguriamo di vivere cosi altri 100 anni!! (Benedetta – Servizio Civile) 

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BENEDETTA: La mia esperienza di servizio civile è incominciata a giugno del 2015: conoscevo già questo ambiente

avendo già svolto un tirocinio due anni fa. Mi sono trovata bene sin da subito con le altre ragazze che mi affiancavano in

questo bel percorso e sin da quest’estate abbiamo incominciato a collaborare per cercare di rendere gli ospiti allegri e

attivi per quel che è possibile, ovviamente. L’ obiettivo principale di questa esperienza era proprio questo secondo me:

cercare di distrarre l’anziano dai suoi brutti pensieri o dalla sua routine quotidiana per farlo sorridere e rallegrare anche

solo per poco. Io ho cercato di fare il possibile per far ciò che questo accadesse

mettendoci tutta la mia volontà e le mie energie anche se a volte non riuscivo nei

risultati sperati. Ho cercato di capire i loro bisogni e di comportarmi diconseguenza: ognuno infatti ha un temperamento a sé, stava a me capire come

cercare di pormi nei loro confronti e cercare di intuire i loro bisogni. Intrattenere

delle persone anziane non è semplice perché spesso si distraggono, non ascoltano

o litigano fra loro quindi ci vuole molta pazienza, comprensione ed empatia. Si ha a

che fare con persone fragili e bisognose quindi è importante secondo me avere un

temperamento che possa renderli tranquilli e allo stesso tempo attivi verso le

attività proposte. Tutto l’impegno che ci mettevamo io e le altre ragazze era infatti

ripagato anche solo da un sorriso o dalla partecipazione che notavo veniva messa

da queste persone all’attività svolta in quel momento. Credo di avere imparato

molto da tutto ciò, non solo dal punto di vista lavorativo, ma soprattutto interiormente, perché mi sono affezionata

molto ad ognuno degli ospiti presenti nella struttura. Fortunatamente mi sono trovata con delle ragazze collaborative,che avevano voglia di intraprendere questo percorso affianco a persone anziane e spesso non facili da gestire. Credo e

spero di essere riuscita nel mio intento sopra citato e mi auguro di aver lasciato qualcosa ad ognuno degli ospiti

presenti.

GIADA: In tutto quello che facciamo o in ogni persona che vediamo, speriamo di incontrarti. Sei stato figlio, amico,

maestro, povero, lavoratore, viandante. Ma non sei mai invecchiato. Come incontrarti al Cottolengo allora? Prima di

venire qui non avrei saputo rispondere a questa domanda, ma ora, quasi alla fine della mia esperienza, sono certa di

aver riconosciuto la tua bellezza anche in questa Piccola Casa: nella

semplice e profonda fiducia dei nonni in chi si prende cura di loro,

non basata su referenze o qualifiche, ma sul solo fatto che hanno

bisogno di aiuto, ti ho riconosciuto figlio. Nel caldo clima diaccoglienza e letizia che si respira in questa Piccola Casa, frutto di

una faticosa condivisione dei tempi, spazi, sofferenze e affetti, ti ho

riconosciuto amico. Nella generosità dei nonni quando ci

raccontano ricordi, pensieri e storie di vissuto, per donarci la

bellezza dei valori più importanti della vita perché sperano di farli

vivere anche a noi, ti ho riconosciuto maestro. Nella grande

sofferenza fisica, spesso anche spirituale, dei nonni malati, a volte

accolta con fede, altre con dolore, altre ancora con rassegnazione, ti

ho riconosciuto povero. Nei sorrisi e nelle parole di tenerezza

gratuite per i nonni da parte di chi lavora qui, segno di una chiara consapevolezza di non avere davanti un utente a cui

prestare un servizio, ma una persona con una dignità infinitamente grande, che ha bisogno di amore, oltre che di curefisiche, ti ho riconosciuto lavoratore. Nell’aver incontrato le storie di chi ho conosciuto qui, nonni, dipendenti, volontari  

e religiosi, ti conosco viandante perché ho visto tutte persone in cammino verso una vita più felice e un mondo più

generoso o, per dirla con parole tue, in cammino per costruire il regno dei cieli. Non sei mai invecchiato, ma ti ho

incontrato tra i nonni di questa Piccola Casa, perché l’amore e la bellezza mantengono il cuore giovane.

Domenica 3 aprile, Giulio, Enzo, Massimo,

Luigi, Vito e Natale sono stati all’Arena

Garibaldi ad assistere alla partita PISA –

 SPAL, accompagnati da Fabiana e i nostri

volontari Cinzia e Lorenzo. Anche questa

volta i nostri ospiti hanno portato fortuna alla

squadra della nostra città, portando a casa

una vittoria di 2 a 0!

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CACCIUCCO di IDA 

Ingredienti:

-  Pesce Misto

-  Prezzemolo

-  Aglio

Pomodoro-  Sale & Pepe

Si pulisce il

pesce, i

calamari e altri

pesciolini. Si

aggiunge prezzemolo e aglio (mai la cipolla) e tanto

pomodoro. Si mette tutto a cuocere lentamente in un

tegame con tanto olio.

Tempi di cottura? E’ come un macinato, lo vediamo ad

occhio. Bisogna controllare se il pesce è morbido.

Pomeriggio di usica

Il 19 marzo abbiamo festeggiato la festa del Papà e la

Festa di San Giuseppe in compagnia del coro della

Parrocchia di Putignano. Li ringraziamo per averci

tenuto compagnia e rallegrato il pomeriggio!

PENSIERO RELIGIOSO 

La salvezza di Dio non viene dalle cose

grandi, dal potere o dai soldi, dalle

cordate clericali o politiche, ma dalle cose

piccole e semplici che alle volte suscitano

persino sdegno.

(Papa Francesco –  Omelia in Santa Marta)

PROSSIMI APPUNTAMENTI

- 1 aprile: Centenario di Anna Placanica

- 3 aprile: Domenica allo Stadio di Pisa

- 4 aprile: Pomeriggio in città

- 16 aprile: pomeriggio con i ragazzi del

catechismo di S. Marco

- 17 aprile: Pomeriggio a Viareggio

- 22 aprile: Agrifiera di Pontasserchio

- 30 aprile: Festa del Santo Cottolengo

Ogni mercoledì tempo e volontari

 permettendo, uscite in città. 

Pro manoscritto – circolare interna

Redazione: Via Mazzini 61, 56125 PisaTel. 050 23709 – Fax 050 20354

Email: [email protected] 

http://assistenza.cottolengo.org/index.php 

Il giornalino è consultabile nella pagina di Pisa

Qui al Cottolengo, in quanto a visite culturali, non ci

facciamo mancare niente! Nel mese di marzo alcuni

ospiti hanno avuto la possibilità di visitare la Gipsoteca,

presso la Chiesa di San Paolo all’Orto, che raccoglie

calchi in gesso di proprietà dell’Università di Pisa e la

Domus Mazziniana a due passi dalla Piccola Casa, dove

Mazzini trascorse gli ultimi suoi anni di vita.

Vi lasciamo con alcune foto dei nostri ospiti!