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Info: Dolomiti Turismo 0437 940084 www.infodolomiti.it IL PREMIO PELMO D’ORO AD AGORDO Sarà il comune di Agordo ad ospitare la XII edizione del “Pelmo d’oro, sabato 25 luglio 2009, nella sala “Don Ferdinando Tamis” della Comunità Montana Agordina. Il capoluogo di vallata, dove nel 1868 è nata la prima sezione CAI del nord-est (la quarta in Italia) si prepara ad accogliere i premiati con un corollario di manifestazioni che culmineranno con la giornata del Pelmo: i premiati Pelmo d’oro 2009 (Mauro Corona, Richard Goedeke e Gianni Gianeselli) presentati dalla giovane giornalista Samanta Cornaviera, saranno introdotti da brevi filmati curati da Italo Zandonella Callegher in collaborazione con il Filmfestival di Trento e Telebelluno. Fra le novità di questa edizione del Pelmo d’oro, il premio alla sezione agordina Armando “Tama” Da Roit unitamente al Gruppo Rocciatori Gir e alla stazione del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, il riconoscimento al rifugio Capanna degli Alpini (Calalzo di Cadore) e ai malgari con più di 30 anni di alpeggio. Gli appassionati di filatelia potranno trovare sabato 25 luglio 2009 il consueto speciale annullo filatelico dedicato al premio Pelmo. Il premio, voluto dalla Provincia di Belluno e che si avvale della collaborazione del Club Alpino Italiano, riconosce particolari meriti nell’ambito dell’alpinismo e della solidarietà alpina, della tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse montane, della conoscenza e promozione della cultura, della storia e delle tradizioni delle genti di montagna nelle Dolomiti Bellunesi. PREMIO “PELMO D’ORO” 2009 La Giuria del Premio “Pelmo d’oro”, composta dal Presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon, dall’Accademico del CAI Giuliano De Marchi, dal past Presidente del Club Arc Alpin Roberto De Martin, dalla Guida alpina Soro Dorotei, dal past Presidente CNSAS del Veneto Matteo Fiori, dall’Accademico del CAI Ugo Pompanin, dall’Accademico Socio Onorario del CAI e Vicepresidente del TrentoFilmfestival Italo Zandonella Callegher, ha attribuito i riconoscimenti dell’anno 2009 per la valorizzazione alpina e alpinistica delle Dolomiti Bellunesi. La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’oro” 2009 per l’alpinismo in attività a Gianni GIANESELLI Personaggio carismatico e per certi versi sorprendente dell'alpinismo bellunese, sulla linea della tradizione ereditata da più generazioni di arrampicatori locali, ha intrapreso con compagni fidati centinaia di salite, molte delle quali di nuova apertura, specie sulla Schiara e sulle amate montagne di Zoldo, sospinto da quell'anelito esplorativo che solo gli alpinisti di razza sanno esprimere. Per decenni figura di riferimento nell'ambito del Soccorso Alpino Bellunese è stato d' esempio per molti giovani ai quali ha sicuramente trasmesso la sua volitiva e longeva passione per l' arrampicata.

cs pelmo d'oro 2009 · La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’oro” 2009 per la carriera alpinistica a ... la Marmolada, legati in sette a un’unica corda. E l’anno successivo

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Info: Dolomiti Turismo 0437 940084 www.infodolomiti.it

IL PREMIO PELMO D’ORO AD AGORDO Sarà il comune di Agordo ad ospitare la XII edizione del “Pelmo d’oro”, sabato 25 luglio 2009, nella sala “Don Ferdinando Tamis” della Comunità Montana Agordina. Il capoluogo di vallata, dove nel 1868 è nata la prima sezione CAI del nord-est (la quarta in Italia) si prepara ad accogliere i premiati con un corollario di manifestazioni che culmineranno con la giornata del Pelmo: i premiati Pelmo d’oro 2009 (Mauro Corona, Richard Goedeke e Gianni Gianeselli) presentati dalla giovane giornalista Samanta Cornaviera, saranno introdotti da brevi filmati curati da Italo Zandonella Callegher in collaborazione con il Filmfestival di Trento e Telebelluno. Fra le novità di questa edizione del Pelmo d’oro, il premio alla sezione agordina Armando “Tama” Da Roit unitamente al Gruppo Rocciatori Gir e alla stazione del Corpo Nazionale di Soccorso Alpino e Speleologico, il riconoscimento al rifugio Capanna degli Alpini (Calalzo di Cadore) e ai malgari con più di 30 anni di alpeggio. Gli appassionati di filatelia potranno trovare sabato 25 luglio 2009 il consueto speciale annullo filatelico dedicato al premio Pelmo. Il premio, voluto dalla Provincia di Belluno e che si avvale della collaborazione del Club Alpino Italiano, riconosce particolari meriti nell’ambito dell’alpinismo e della solidarietà alpina, della tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse montane, della conoscenza e promozione della cultura, della storia e delle tradizioni delle genti di montagna nelle Dolomiti Bellunesi.

PREMIO “PELMO D’ORO” 2009 La Giuria del Premio “Pelmo d’oro”, composta dal Presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon, dall’Accademico del CAI Giuliano De Marchi, dal past Presidente del Club Arc Alpin Roberto De Martin, dalla Guida alpina Soro Dorotei, dal past Presidente CNSAS del Veneto Matteo Fiori, dall’Accademico del CAI Ugo Pompanin, dall’Accademico Socio Onorario del CAI e Vicepresidente del TrentoFilmfestival Italo Zandonella Callegher, ha attribuito i riconoscimenti dell’anno 2009 per la valorizzazione alpina e alpinistica delle Dolomiti Bellunesi.

La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’oro” 2009 per l’alpinismo in attività a Gianni GIANESELLI

Personaggio carismatico e per certi versi sorprendente dell'alpinismo bellunese, sulla linea della tradizione ereditata da più generazioni di arrampicatori locali, ha intrapreso con compagni fidati centinaia di salite, molte delle quali di nuova apertura, specie sulla Schiara e sulle amate montagne di Zoldo, sospinto da quell'anelito esplorativo che solo gli alpinisti di razza sanno esprimere. Per decenni figura di riferimento nell'ambito del Soccorso Alpino Bellunese è stato d' esempio per molti giovani ai quali ha sicuramente trasmesso la sua volitiva e longeva passione per l' arrampicata.

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La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’oro” 2009 per la carriera alpinistica a Richard GOEDEKE

Uno fra i migliori alpinisti tedeschi della sua epoca è compilatore di prestigiose guide alpinistiche e accademico del Cai impegnato nella salvaguardia dell’ambiente alpino. Ha divulgato con competenza e passione le Dolomiti Bellunesi nella sua terra, anche attraverso un’attività arrampicatoria di alta qualità.

La Giuria assegna il Premio “Pelmo d’oro” 2009 per la cultura alpina a Mauro CORONA

Artista originale che con matita, penna e scalpello ha saputo dare voce ai monti ed alle Dolomiti vicine in particolare. E' riuscito a far parlare di loro animali e piante, arbusti e boschi, sentieri e pareti. Con semplici mezzi espressivi ha scalato vette mediatiche rimanendo persona intimamente legata al proprio ambiente, diventandone ambasciatore per un nuovo umanesimo alpino. Salendo in stile pulito, scolpendo e scrivendo di panorami bellunesi ha realizzato l'obiettivo che Antonio Berti riconosceva agli alpinisti: quello di saper unire l'azione alla contemplazione. La Giunta Provinciale, sentito il parere della Giuria, assegna il Premio Speciale Pelmo d’oro 2009 a

Sezione Agordina del CAI – Gruppo GIR – Stazione CNSAS Agordo Protagonista da oltre 140 anni della storia dell’alpinismo dolomitico, fucina di guide alpine e di figure leggendarie dell’alpinismo, culla del gruppo rocciatori Gir e della Stazione del Soccorso Alpino, ha conseguito, anche con le sue 30 “Adunanze”, un prestigioso patrimonio di valori, conoscenze, realizzazioni.

La Giuria attribuisce una Menzione Speciale Pelmo d’oro 2009 alla

Famiglia Vascellari del rifugio Capanna degli Alpini “Per l’ospitalità offerta con professionalità, amicizia e spirito di sacrificio, campanula d’oro alla famiglia Vascellari che ha gestito per più di 50 anni il rifugio “Capanna degli Alpini”.

La Giuria attribuisce infine una Menzione Speciale Pelmo d’oro 2009 alle

famiglie bellunesi che hanno gestito malghe per oltre 30 anni Per il trentennale impegno nell’attività di alpeggio,praticato con passione e rinnovata iniziativa di impresa, fedele interprete delle migliori tradizioni delle Dolomiti e testimonianza esemplare di un nuovo modo di produrre e tutelare il territorio.

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2009

GIANNI GIANESELLI Belluno, 1941 Premio Pelmo d’Oro 2009 per l’alpinismo in attività Personaggio carismatico e per certi versi sorprendente dell’alpinismo bellunese, sulla linea della tradizione ereditata da più generazioni di arrampicatori locali, ha intrapreso con compagni fidati centinaia di salite, molte delle quali di nuova apertura, specie sulla Schiara e sulle amate montagne di Zoldo, sospinto da quel anelito esplorativo che solo gli alpinisti di razza sanno esprimere. Per decenni figura di riferimento nell’ambito del Soccorso Alpino bellunese è stato d’esempio per molti giovani ai quali ha sicuramente trasmesso la sua volitiva e longeva passione per l’arrampicata. Prima ascensione “vera” a 13 anni, nel 1954: la normale del Pelmo. Gita della Sezione Cai di Belluno per la reinaugurazione del rifugio Venezia e, con l’occasione, folta schiera in vetta. «Al Passo del gatto gli accompagnatori avevano sistemato un cordino con due-tre chiodi; al ritorno il cordino non c’era più, ma siamo passati lo stesso. Per noi ragazzi, allora, un’avventura…». Seconda vetta, pochi anni dopo, la Marmolada, legati in sette a un’unica corda. E l’anno successivo la Grande di Lavaredo, sempre gita Cai. «Dopo di che - taglia corto Gianeselli - abbiamo incominciato ad andare per i cavoli nostri». Dai poco amati banchi del liceo, via in bicicletta a fare pratica sui sassi di Mas. E sulla Schiara, tanta Schiara. Nel ’58 la prima Gusèla del Vescovà, capocordata Piero Sommavilla; l’anno dopo la Gusèla da solo, rimettendoci la corda rimasta agganciata alla croce di vetta («ma chissenefrega, volavo dalla

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gioia: volavo!»). Quindi il sodalizio con Giorgio Garna e Toni Carlin. «Si andava di notte in Civetta: Toni guidava la Lambretta, io seduto dietro, Giorgio in bicicletta trainato dal cordino». Stagione intensa: Punta Civetta, Nord della Grande di Lavaredo, Cassin della Ovest, Pilastro della Tofana, Torre Trieste… Poi il Burèl: Gianni e Giorgio con i polacchi. E tutta una serie di grandi via con Miotto, Bee, Sorgato, Andrich, Dorotei, Timillero, Zonta, Dal Mas, De Marchi… «Ho arrampicato con almeno un centinaio di compagni». Origini agordine (il nonno materno era un Baiolla di Martin di Cencenighe approdato a Listolade), accademico del Cai e del Klub Wisokogorski Polka (l’Accademico polacco), 1.200 ascensioni, un centinaio di vie nuove, Gianeselli ha arrampicato prevalentemente nelle Dolomiti, ma anche in Corsica, nelle isole della Croazia, nelle Alpi Occidentali (Bianco, Cervino, Badile, Gran Paradiso). Tra le vie nuove: Croda del Settimo («Con Garna, Diego Dal Farra e Bepi Viel: è la via alla quale tengo di più») e Gran Diedro della Schiara nel 1966, Burèl nel 1967, parete nord del Ferùch nel 1970, Nord del Pelmo nel 1971. Determinante l’impulso dato, fin dal 1971, alla individuazione di impegnativi itinerari di allenamento sulla Parete dei Falchi di Soverzene. Quarant’anni di Soccorso Alpino, venti dei quali in qualità di responsabile della stazione di Belluno. Con il Soccorso, dopo l’alluvione del 1966, è intervenuto a Davestra, Longarone, Avoscan, California. Con Giorgio Garna, nel 1967, è stato ospite d’onore al Filmfestival di Trento. A dispetto dell’anagrafe viaggia ancora fortissimo. Non lo ha fermato, l’estate scorsa, il forzato “restauro” di un ginocchio, come non lo hanno fermato, negli anni, fratture e incidenti. Da un po’ ha scoperto le solari pareti della Valle del Sarca: «E’ un ambiente incredibile, vie di 1.200 metri che si possono fare tutto l’anno. Quello è Yosemite!».

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2009 RICHARD GOEDEKE Braunschweig (Germania), 1939 Premio Pelmo d’Oro 2009 per la carriera alpinistica Uno fra i migliori alpinisti tedeschi della sua epoca, Accademico del Cai, compilatore di prestigiose guide alpinistiche, impegnato nella salvaguardia dell’ambiente alpino. Ha divulgato con competenza e passione le Dolomiti Bellunesi nella sua terra, anche attraverso un’attività arrampicatoria di alta qualità. Un migliaio di ascensioni distribuite su tutto l’arco alpino, un centinaio di vie nuove e una intensa attività pubblicistica rivolta con particolare attenzione e competenza ai Monti Pallidi, la cui conoscenza - con costante applicazione e sicura efficacia - Richard Goedeke ha contribuito a diffondere in particolare nei Paesi di lingua tedesca. Tra Bassa Sassonia e Dolomiti Bellunesi, per oltre cinquant’anni, dal 1958 in avanti, Goedeke ha saputo stringere legami forti, sia per quanto riguarda la sua attività alpinistica, che si è espressa con ripetizioni delle più affermate classiche e con l’apertura di nuove vie di assoluto rilievo, sia per i rapporti di stima ed amicizia instaurati con compagni di cordata di questo versante delle Alpi, sia infine attraverso una importante produzione letteraria. Tanto che il Club alpino Accademico italiano lo annovera tra i suoi soci. Nelle Dolomiti Bellunesi ha arrampicato sulle Tre Cime, in Civetta, Bosconero, Schiara, Burèl, Vette Feltrine, Col Nudo, Marmarole, Monti del Sole, Moiazza, Pelmo, Tàmer, Spiz di Mezzodì, Popèra, Marmolada, Sorapìss, Cimon della Pala, Croda Rossa d’Ampezzo, Cadini, Tofana, Cristallo.

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Tra le tante ascensioni che ha firmato possiamo ricordare: nel 1982 sulla Croda dei Tóni, con Franco Miotto, la prima salita del Pilastro Sud, 850 metri di sviluppo con difficoltà di VI e A3; nel 1991, con Barbara Spies, lo spallone del Sassolungo aprendo la via Sopra le nuvole; nel 1993, con Ivo Rabanser, Il gran pilastro verso il sole sul Sassolungo; nel 1994, ancora sul Sassolungo, da solo la via Odissea solitaria e con Ivo Rabanser sul Pilastro Ovest del Sassopiatto la via Caleidoscopio. E’ autore apprezzato di guide escursionistiche ed alpinistiche, alcune tradotte anche in italiano, almeno sei dedicate anche alle Dolomiti Bellunesi (Pelmo Bosconero Prampèr Moiazza, 1981; Schiara Tàmer Talvena Monti del Sole, 1981; Sextener Dolomiten, 1985; 3000er der Dolomiten, 1993; AVF extrem Sextener, Ampezzaner und Pragser Dolomiten, 2003; ecc…). Sostenitore dell’arrampicata “che non lascia traccia”, si batte per una frequentazione consapevole della regione alpina, in sintonia con la tutela della natura. Insegnante, più volte consigliere comunale per i Verdi dal 1981 in poi, è tra i fondatori ed è garante di Mountain Wilderness International.

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2009 MAURO CORONA Pinè (Trento), 1950 Premio Pelmo d’Oro 2009 per la cultura alpina Artista originale che con matita, penna e scalpello ha saputo dare voce ai monti ed alle Dolomiti vicine in particolare. E' riuscito a far parlare di loro animali e piante, arbusti e boschi, sentieri e pareti. Con semplici mezzi espressivi ha scalato vette mediatiche rimanendo persona intimamente legata al proprio ambiente, diventandone ambasciatore per un nuovo umanesimo alpino. Salendo in stile pulito, scolpendo e scrivendo di panorami bellunesi ha realizzato l'obiettivo che Antonio Berti riconosceva agli alpinisti: quello di saper unire l'azione alla contemplazione. Nasce casualmente a Pinè, in Trentino. E ci vivrà, anche, per qualche anno. Ma non conserva ricordi di quel suo inizio. E’ Erto il mondo di Mauro Corona. E’ l’amore per la montagna e l’alpinismo che gli entra nel sangue seguendo il padre Domenico “Mene” nelle battute di caccia al camoscio. E’ l’abilità di intagliare il legno che fin da piccolo impara dal nonno Felice. A 13 anni, in agosto, è sul Duranno, a 18 apre la sua prima via sulla Palazza: ne firmerà quasi trecento . Intanto l’ondata del Vajont cancella Longarone e sconvolge l’esistenza di chi è sopravvissuto. Corona studia tre anni malvolentieri a Pordenone, poi comincia presto a lavorare: manovale, boscaiolo, cavatore. La naja (alpino a Tarvisio) durerà 32 giorni più del dovuto: quelli passati in cella di punizione. La svolta della vita giunge quando qualcuno crede nelle sculture che nel frattempo Corona ha continuato a realizzare, tanto da convincerlo

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dell’opportunità di appoggiarsi ad un maestro che gli possa insegnare a far meglio. E’ Augusto Murer ad accoglierlo nel suo studio di Falcade, dove Mauro Corona approfondisce la tecnica fino a diventare uno scultore ligneo apprezzato in tutta Europa. Nel 1975 la sua prima mostra a Longarone, con il conforto della presenza di Murer. Intanto continua ad arrampicare. Nel 1977 comincia ad attrezzare le falesie del Vajont, che presto diventano punto d’incontro dei climbers di tutto il mondo. Nel 1994 è in Groenlandia con la spedizione internazionale diretta da Gianni Pais Becher: venti cime nuove, 27 nuove vie. Corona partecipa direttamente al battesimo, tra le altre, delle cime Belluno, Cristina, Erto, Valcellina, 9 ottobre 1963. E scrive. Racconta di un mondo quasi scomparso, della vita e delle tradizioni della sua valle. Personaggi ed echi del passato affiorano tra le righe di Corona, che affronta con sguardo appassionato ma disincantato il rapporto dell’uomo con la natura, con le proprie radici, con il cosiddetto progresso. Nel 1997 pubblica il suo primo libro, poi è un susseguirsi di pubblicazioni. Merita elencarle: Il volo della martora, 1997; Le voci del bosco, 1998 e 2008; Finché il cuculo canta, 1999; Gocce di resina, 2001; La montagna, 2002; Nel legno e nella pietra, 2003; Aspro e dolce, 2004; Storie del bosco antico, 2005 e 2007; L’ombra del bastone, 2005; Vajont: quelli del dopo, 2006; I fantasmi di pietra, 2006; Cani, camosci, cuculi (e un corvo), 2007; Storia di Neve, 2008. Di successo in successo, di traduzione in traduzione.

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2009

SEZIONE AGORDINA DEL CAI GRUPPO GIR, STAZIONE CNSAS Pelmo d’Oro 2009 Premio speciale della Giunta Provinciale Protagonista da oltre 140 anni della storia dell’alpinismo dolomitico, fucina di guide alpine e di figure leggendarie dell’alpinismo, culla del gruppo rocciatori Gir e della Stazione del Soccorso Alpino, ha conseguito, anche con le sue 30 “Adunanze”, un prestigioso patrimonio di valori, conoscenze, realizzazioni. Fondata nel 1868, prima Sezione CAI delle Venezie e delle Alpi Orientali, quarta in Italia, da oltre 140

anni è protagonista della storia dell’alpinismo dolomitico e attiva partecipe della cultura e delle vicende

delle genti agordine. Dal periodo dei pionieri, contrassegnato dalla esplorazione e dalla conquista delle

principali cime montuose dei gruppi della Marmolada, Civetta-Moiazza, Tamer-San Sebastiano, Pale di

San Lucano, Pale di San Martino, Agnèr e Cimonega, alla battaglia del VI grado, che vide gli agordini

tracciare alcuni dei più ardui itinerari delle pareti dolomitiche, alla stagione dei “nuovi mattini”, che ha

conosciuto la crescita delle ultime leve dell’alpinismo agordino.

E’ stata fucina di valenti guide alpine: da Pellegrino Pellegrini, autore della storica ascensione della

Marmolada nel 1856 e prima guida delle Dolomiti, a Clemente e Michele Callegari, Eugenio Conedera

“Bèca”, Tomaso Dal Col, Giovanni Battista Dalla Santa, Santo De Toni, Vincenzo Fersuoch, Agostino

Murer, Serafino Parissenti, Mariano De Toni, Cesare “Ceci” Pollazzon, Silvio Cagnati, Luciano Luciani,

Silvio Adami e molti altri.

Annovera tra i suoi soci figure leggendarie dell’alpinismo tra cui il pioniere Cesare Tomè, Domenico

Rudatis, Attilio Tissi, i fratelli Alvise e Giovanni Andrich, Armando Da Roit “Tama”, quelle della nuova

generazione del secondo dopoguerra con Attilio Penasa, Giuseppe Lise, Oddone Zasso “Topo”, Enzo e

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Bepi Sorarù, Mario Facciotto, Attilio Tazzer Mario Botter, Arvedo Decima e del periodo più recente con

don Igino Serafini, Bepi Pellegrinon, Toni Serafini, Emilio e Giorgio Ronchi, Carlo Andrich, Piero De

Lazzer, Emilio Marmolada, Berto Lagunaz, Gianni Costantini, Renzo Conedera, Arcangelo e Edoardo

Serafini, Vittorio Fenti, Berto Micheluzzi, Franco Busin, Walter Levis, Eugenio Bien, Bruno De Donà

“baréta”, fino ai numerosi componenti delle più giovani generazioni tra cui Ennio Zasso, Diego Favero,

Michele Costantini, Ilio e Ettore De Biasio, Berto Benvegnù e molti altri.

Eredi e moderni interpreti di queste alte tradizioni sono i Gruppi Rocciatori della Val Biois, i Crodaioli

dell’Auta, il gruppo Amici della Montagna di Cencenighe ed il gruppo rocciatori GIR di Agordo, fondato

nel 1965, ove si sono formate e cresciute le ultime generazioni dell’alpinismo agordino, dando anche vita

alla attiva scuola di alpinismo e sci alpinismo della Sezione.

Con le 30 “Adunanze” annuali (1874-1878 e 1984-2008), l’accogliente sede e la ricca biblioteca,

l’impegno dei valorosi presidenti e soci, la Sezione ha portato un contributo decisivo allo studio ed alla

conoscenza del territorio, dei monti e delle comunità agordine.

Con i suoi rifugi e bivacchi, realizzati, gestiti e conservati con sacrificio, generosità e passione, ha sempre

saputo offrire cordiale ospitalità agli alpinisti di tutto il mondo guadagnandosi l’affetto e l’amicizia di

scalatori di primo ordine come Couzy, Gabriel, Livanos.

Nel suo ambito si è costituita, tra le prime in Italia, la Stazione del Soccorso Alpino, erede di una lunga e

gloriosa tradizione di memorabili azioni compiute in Civetta nel periodo tra le due guerre, che nei 55

anni di attività, ha dato impulso alla costituzione delle Stazioni di Alleghe, Val Biois, Val Fiorentina, Val

Pettorina e Livinallongo, e, realizzando oltre 500 interventi nei confronti di 613 persone, ha scritto

straordinarie pagine di eroismo e sacrificio sulle aspre pareti della Civetta, dell’Agnèr, delle Pale di San

Lucano, della Moiazza e del Tamer, venendo insignita, fra l’altro, dell’“Ordine del Cardo” per la

solidarietà alpina e conseguendo numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali.

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PREMIO “PELMO D’ORO” 2009

CAPANNA DEGLI ALPINI Calalzo di Cadore Premio Pelmo d’Oro 2009 Menzione speciale La Giuria attribuisce infine una Menzione Speciale Pelmo d’oro 2009 Famiglia Vascellari del rifugio Capanna degli Alpini “Per l’ospitalità offerta con professionalità, amicizia e spirito di sacrificio, campanula d’oro alla famiglia Vascellari che ha gestito per più di 50 anni il rifugio Capanna degli Alpini”. La data ufficiale di apertura del rifugio escursionistico Capanna degli Alpini, costruito per iniziativa di Giovanni Vascellari in località Pian de la Gravina, dove prima sorgeva la casèra Val d’Oten, è l’8 luglio 1958. Si può ritenere, peraltro, che già da un paio d’anni l’edificio a quota 1.385 costituisse un prezioso punto d’appoggio per quanti risalivano la Val d’Oten diretti verso l’Antelao e le Marmarole. In precedenza, per qualche decennio, è attestato l’utilizzo come ricovero per alpinisti, escursionisti e cacciatori di una modesta costruzione in legno e muratura, di proprietà del Comune di Calalzo, denominata “Capanna di caccia Val d’Oten”, non lontana dall’attuale rifugio. Sempre gestita dalla famiglia Vascellari, ampliata nel 1970, la Capanna degli Alpini è inserita in un grandioso ambiente dolomitico, a pochi minuti di cammino dalla suggestiva cascata delle Pile.

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PELMO D’ORO 2009 CONDURRE UNA MALGA PER TRENT’ANNI

MERITA UN PREMIO Per il trentennale impegno nell’attività di alpeggio,praticato con passione e rinnovata iniziativa di impresa, fedele interprete delle migliori tradizioni delle Dolomiti e testimonianza esemplare di un nuovo modo di produrre e tutelare il territorio. Nella storia della montagna bellunese non si può dimenticare l’attività dell’alpeggio (che deriva da “Alpe”) o meglio monticazione che deriva dalla parola monte nel significato di pascolo alto. “Andar su in montagna”, anno dopo anno, conducendo le mandrie al pascolo, ha costituito non solo continuità di una tradizione ma mantenimento di un territorio. E’ per questo che la commissione giudicatrice del Pelmo d’oro ha ritenuto di attribuire una menzione speciale alle famiglie che da almeno trent’anni gestiscono una malga nel territorio della provincia. Una quindicina i malgari presi in considerazione: sette nel feltrino e altrettanti in agordino e Comelico, che riceveranno un riconoscimento in segno di stima per chi ha saputo, per tanti anni, spesso continuando l’attività familiare, condurre un genere di vita come l’alpeggio in montagna.

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IL PREMIO PELMO D’ORO L’istituzione del Premio annuale itinerante denominato “Pelmo d’oro” è stata decisa dal Consiglio provinciale di Belluno contestualmente all’approvazione del bilancio di previsione 1998. Il 12 maggio 1998, la Giunta ha stabilito i criteri di valutazione e ha costituito la prima commissione giudicatrice: presidente l’assessore provinciale al Turismo Massimiliano Pachner delegato dal Presidente della Provincia Oscar De Bona, componenti l’alpinista Agostino Da Polenza, la guida alpina Gianni Pais Becher, l’accademico del Cai Italo Zandonella Callegher, l’allora presidente generale del Cai Roberto De Martin, la guida alpina Soro Dorotei. Attualmente la Giuria, presieduta dal Presidente della Provincia di Belluno Sergio Reolon, è composta dal past president del Club Arc Alpin Roberto De Martin, dal past president del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico del Veneto Matteo Fiori, dalla guida alpina Soro Dorotei, dagli Accademici del Cai Ugo Pompanin e Giuliano De Marchi, dall’Accademico Socio Onorario del Cai e Vicepresidente di TrentoFilmfestival Italo Zandonella Callegher. Il “Pelmo d’oro” è finalizzato al riconoscimento di particolari meriti acquisiti da persone fisiche, enti pubblici e privati nell’ambito dell’alpinismo e della solidarietà alpina, della tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle risorse montane, della conoscenza e promozione della cultura, della storia e delle tradizioni delle genti di montagna. E’ aperto, quindi, a tutte le espressioni di approccio e confronto con la montagna, in particolare a tutte le forme e ai modi di divulgazione dei valori di un patrimonio unico al mondo quali sono le Dolomiti Bellunesi. Tre, secondo regolamento, gli ambiti di giudizio della commissione giudicatrice: Sezione alpinismo in attività – Il Premio viene conferito ad alpinisti o gruppi alpinistici, sia italiani che stranieri, che abbiano svolto significativa pratica nelle Dolomiti Bellunesi nel campo dell’alpinismo classico o nell’arrampicata sportiva o compiendo imprese di eccezionale rilievo. Sezione alla carriera alpinistica – Il Premio viene conferito ad alpinisti, gruppi alpinistici o istituzioni, italiani o stranieri, che nel corso della loro carriera abbiano dato lustro alle Dolomiti bellunesi e alla provincia di Belluno, anche con imprese di carattere internazionale. Sezione cultura alpina – Il premio viene conferito a persone, enti pubblici o privati che con le loro opere scientifiche, artistiche o letterarie abbiano contribuito in modo significativo alla conoscenza, valorizzazione e divulgazione delle Dolomiti bellunesi e del patrimonio naturalistico ed ambientale della provincia di Belluno. Il Premio consiste in una artistica riproduzione del monte Pelmo - massiccio emblematico del fascino delle Dolomiti, imponente cerniera tra Val Fiorentina, Val di Zoldo e Valle del Boite - opera dello scultore agordino Gianni Pezzei. Il Premio speciale 2009 Pelmo d’oro, dono del Comune di Agordo, è un’opera dell’artista Franco Murer. All’iniziativa collabora il Club Alpino Italiano.

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L’ALBO D’ORO

1998 (Cortina d’Ampezzo)

Alpinismo in attività: Gruppo Scoiattoli di Cortina d’Ampezzo Carriera alpinistica: Roberto Sorgato Cultura alpina: Camillo Berti e i suoi collaboratori Segnalazioni: Armando Da Roit “Tama”, Ettore Costantini “Vecio”, Bepi De Francesch Menzione d’onore: Papa Giovanni Paolo II

1999

(Belluno) Alpinismo in attività: Maurizio Zanolla “Manolo” Carriera alpinistica: Alziro Molin Cultura alpina: Fondazione Giovanni Angelini Premio speciale per la solidarietà alpina: Delegazione bellunese del Corpo nazionale del Soccorso alpino e speleologico

2000

(Zoppé di Cadore) Alpinismo in attività: Marco Anghileri Carriera alpinistica: Cesare “Ceci” Pollazzon e Mariano De Toni Cultura alpina: Olaf Beer

2001

(Selva di Cadore – Rifugio Aquileia) Alpinismo in attività: Gildo Zanderigo Carriera alpinistica: Franco Miotto Cultura alpina: Casa editrice Nuovi Sentieri

2002

(Alleghe - Caprile) Alpinismo in attività: Mauro “Bubu” Bole Carriera alpinistica: Georges e Sonia Livanos Cultura alpina: rivista “Le Dolomiti Bellunesi” Premio speciale: Reinhold Messner

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2003

(San Vito di Cadore) Alpinismo in attività: Luisa Iovane e Heinz Mariacher Carriera alpinistica: Ignazio Piussi Cultura alpina: Luca Visentini e Mario Crespan Menzione speciale: Marcello Bonafede e Natalino Menegus

2004 (San Pietro di Cadore – Val Visdende)

Alpinismo in attività: Gruppo Ragni di Pieve di Cadore Carriera alpinistica: Gabriele Franceschini Cultura alpina: Vico Calabrò Menzione speciale: Angelo Devich Menzione speciale alla memoria: vescovo Vincenzo Savio

2005 (Zoldo Alto – Fusine)

Alpinismo in attività: Giuliano De Marchi Carriera alpinistica: Pierre Mazeaud Cultura alpina: Wolfgang Thomaseth Menzione speciale: Alessandro Masucci e Pietro Sommavilla Premio speciale della Giunta Provinciale: Mario Rigoni Stern

2006 (Feltre)

Alpinismo in attività: Ivo Ferrari Carriera alpinistica: Gruppo Rocciatori CAI Feltre Cultura alpina: Robert Striffler Menzione speciale: Andy Holzer e Erik Weihenmayer Premio speciale della Giunta Provinciale: Associazione Internazionale “Dino Buzzati” in memoria di Nella Giannetto

Info: Dolomiti Turismo 0437 940084 www.infodolomiti.it

2007 (Livinallongo del Col di Lana)

Alpinismo in attività: Alexander e Thomas Huber Carriera alpinistica: Alessandro Gogna Cultura alpina: Bepi De Marzi Premio speciale della Giunta Provinciale: Rolly Marchi Menzione speciale: gestori di rifugi alpini ed escursionistici da 50 anni Stella Alpina d’oro: Rifugi Alpini Rifugio Lavaredo – Auronzo di Cadore – famiglia Corte Colò Rifugio Capanna Tondi – Cortina d’Ampezzo – famiglia Verzi Rifugio Cinque Torri – Cortina d’Ampezzo – famiglia Alberti Rifugi Croda da Lago Gianni Palmieri e Nuvolau - Cortina d’Ampezzo – famiglia Siorpaes “ki de Sorabànces” Rifugio Duca d’Aosta – Cortina d’Ampezzo – famiglia Lancedelli Rifugio Pomedes – Cortina d’Ampezzo – famiglia Ghedina “Bibi” Rifugio Giuseppe Volpi al Mulaz – Falcade – famiglia Adami Rifugio Tita Barba – Pieve di Cadore – famiglia Ciotti Rifugio Onorio Falier – Rocca Pietore – famiglia Del Bon Campanula d’oro: Rifugi escursionistici Remauro – Cibiana di Cadore – famiglia De Zordo Angelo Dibona – Cortina d’Ampezzo – famiglia Recafina Lago d’Ajàl – Cortina d’Ampezzo – famiglia Dibona Italo Lunelli – Comelico Superiore – famiglia Martini Barzolai Valparola – Livinallongo del Col di Lana – famiglia Trebo Pranolz – Trichiana – famiglia Magagnin

2008 (Auronzo di Cadore) Alpinismo in attività: Gigi Dal Pozzo Carriera alpinistica: Armando Aste Cultura alpina: Lothar Brandler Pelmo d’Oro: Riccardo Cassin Menzione speciale: Valerio Quinz Premio speciale della Giunta Provinciale: Alpini del 7° Reggimento

2009 (Agordo) Alpinismo in attività: Gianni Gianeselli Carriera alpinistica: Richard Goedeke Cultura alpina: Mauro Corona Menzione speciale: riconoscimento alle famiglie bellunesi che si sono distinte per l’alpeggio Menzione speciale: Campanula d’oro: famiglia Vascellari, gestori da 50 anni del rifugio escursionistico “Capanna degli Alpini” – Calalzo di Cadore - Premio speciale della Giunta Provinciale: Sezione Agordina del Cai, Gruppo Gir, Stazione CNSAS Agordo

Info: Dolomiti Turismo 0437 940084 www.infodolomiti.it

Info: I – Ufficio informazioni turistiche Agordo tel. +39 0437 62105 – [email protected] www.infodolomiti.it Organizzazione Premio Pelmo d’oro: Provincia di Belluno - Dolomiti Turismo – tel. +39 0437 940084 [email protected] www.infodolomiti.it Comune di Agordo – tel. +39 0437 641295 [email protected]