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52 Panorama | 3 gennaio 2013 COPERTINA Nella nuova «cucina da incubo» entra Cannavacciuolo Il cuoco napoletano avrà il ruolo di Gordon Ramsey nella versione italiana di «Nightmare kitchen». in onda nel 2012 su Rai 2: un’avventurosa gara a coppie in viaggio con sacco in spalla tra India e Cina. Non ha un suo ristorante, Rugiati, ma è già testimonial della Coca-Cola, della Auricchio e della Ariete, casa di prodotti da cucina. La sua presenza per un paio d’ore vale circa 7 mila euro. Eppure, il suo dicem- bre era fittamente impegnato da mesi (vedere il riquadro a pagina 51): almeno 16 giorni su 31 riempiti da presentazioni, meeting, cene e trasmissioni. Trentun anni, cultore della forma fisica e dell’abbronzatura calibrata, Simone, detto Simo, rientra nella schiera dei cosiddetti «toy boy» della tavola televisiva, con un mix di ricette semplici e sane (le sue trasmissioni sono Sos Simone e Se in cucina c’è Simone, entrambe su Gambero rosso channel), condite da allegri consigli per la seduzione rapida e indolore (Cuochi e fiamme, su La7). Rugiati sa perfettamente di potere giocare con la sua fama, anche senza ristorante: «Non ne ho aperto uno soltanto perché non mi va» sorride «ma quando mi fermo e ne apro uno, scommettete che la stella me la danno?». Piace alle spettatrici anche Alessandro Borghese, 36 anni: un esercito di fan soggiac- ciono come ipnotizzate davanti al televisore ormai dal 2004, a seguire la sua trasmissione Cortesie per gli ospiti su Real Time. Borghe- se fattura 1 milione di euro l’anno. Questo ovviamente dà soddisfazione, ma impegna: perché c’è la sua società di catering Il lusso della semplicità, e poi la linea di prodotti ve- getariani per una multinazionale svizzera, e poi contratti con una compagnia petrolifera, una grossa catena sportiva e i team building aziendali, dove Borghese coordina la prepa- razione di un menù tra colleghi che per un pomeriggio dimenticano di doversi fare le scarpe per fare (invece) squadra. C’è chi invece affronta e vince la scom- messa di trasformare il modello italiano della trattoria paterna in un’impresa-famiglia: di- ventare un’azienda mantenendo le origina- rie caratteristiche artigianali è difficile per chiunque, figuriamoci in cucina. Ci sono riusciti i Cerea con il loro Relais & chateaux Da Vittorio a Brusaporto, vicino a Bergamo: un superristorante con una decina di suite, affiancato dalla pasticceria di Bergamo Alta, dalla scuola di cucina, da un catering di altissimo livello, capace di soddisfare da 10 a 1.500 invitati in ogni parte del mondo. Il gestore è Enrico Cerea (detto Chicco), chef dalle 3 stelle Michelin, che accanto ha la madre Bruna e, in scala dai 35 ai 48 anni, i fratelli Francesco, Roberto (detto Bobo), Rossella e Barbara. Insieme hanno mante- nuto un rilassante dna culinario lombardo, lontano dalle stravaganze ma affinato nelle tecniche. Pare che l’offerta di gestire il risto- rante che i Cerea hanno aperto a Natale nello storico Carlton hotel di Sankt Moritz sia nata dalle lacrime di felicità sgorgate dagli occhi dei vip all’assaggio del loro risotto, spiedo, e buffet dei dolci durante un’esibizione al locale Food festival, momento di culto nella rinata capitale del lusso montano. Infine c’è un altro tipo di power chef. È il più inafferrabile; lavora e recita in presa diretta senza maquillage, registi, differite: è l’oste contemporaneo, il gestore di un locale che riesce nell’arte di fare sentire ogni ospite Carlo CRACCO 47 anni, da 11 è il proprietario dell’omonimo ristorante a Milano, con 2 stelle Michelin. Ha avuto Gualtiero Marchesi come maestro, poi si è messo in proprio. Da due anni è in tv con «Masterchef». Ha appena pubblicato il best-seller «Se vuoi fare il figo usa lo scalogno» (Rizzoli); nel 2010 con Davide Oldani aveva scritto «Panettone a due voci» per l’editore Giunti, lo stesso che nel 2006 aveva pubblicato «Sapori in movimento». Enrico CEREA Chicco, come viene chiamato, con il fratello Roberto ha dal 2009 la terza stella Michelin per il ristorante Da Vittorio, alle porte di Bergamo. Ha 48 anni e ha scritto «Peccati di gola», per la Elemond, e nel 2009 «Damare»: il libro, pubblicato dalla Montagud, raccoglie 40 ricette sul pesce crudo, che ha contribuito alla crescente fama del suo ristorante. Il tuo ristorante va male? Rischi la chiusura per una gestione non proprio stellata (nel senso delle stelle Michelin)? Bene, è il momento di fare intervenire il tipo qui a destra, con la barba. Da aprile il suo volto sarà familiare a tutti gli appassionati del genere culinario in tv: si chiama Antonino Cannavacciuolo, ha 37 anni ed è lo chef napoleta- no che sarà l’erede di Gordon Ramsey (più a destra nella foto) nella versione italiana di Cucine da incubo su Fox. Cannavacciuolo è il proprietario dell’hotel ristorante a due stelle Michelin Villa Crespi, sul lago d’Orta. Dotato di forte temperamento e di spiccate doti imprendito- riali, dovrà risollevare le sorti di ristoranti in cattive acque affrontando i loro tipici problemi: pietanze poco gustose, cucine sporche, ingredienti avariati e staff poco qualificati. Quali ristoranti italiani avranno il coraggio di mandare in onda i loro aspetti più negativi? Sono già partite le riprese delle 10 puntate da 60 minuti che il canale 114 di Sky manderà in onda fra quattro mesi. 4Bw 046-055_pa02_cuochiA.indd 52 21/12/12 17.09

Cucine da incubo by Antonino Cannavacciuolo

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Nuova avventura per Antonino Cannavacciuolo in Cucine da incubo per la primavera su Sky

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Page 1: Cucine da incubo by Antonino Cannavacciuolo

52 Panorama | 3 gennaio 2013

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Nella nuova «cucina da incubo» entra CannavacciuoloIl cuoco napoletano avrà il ruolo di Gordon Ramsey nella versione italiana di «Nightmare kitchen».

in onda nel 2012 su Rai 2: un’avventurosa gara a coppie in viaggio con sacco in spalla tra India e Cina. Non ha un suo ristorante, Rugiati, ma è già testimonial della Coca-Cola, della Auricchio e della Ariete, casa di prodotti da cucina. La sua presenza per un paio d’ore vale circa 7 mila euro. Eppure, il suo dicem-bre era fittamente impegnato da mesi (vedere il riquadro a pagina 51): almeno 16 giorni su 31 riempiti da presentazioni, meeting, cene e trasmissioni. Trentun anni, cultore della forma fisica e dell’abbronzatura calibrata, Simone, detto Simo, rientra nella schiera dei cosiddetti «toy boy» della tavola televisiva, con un mix di ricette semplici e sane (le sue trasmissioni sono Sos Simone e Se in cucina c’è Simone, entrambe su Gambero rosso channel), condite da allegri consigli per la seduzione rapida e indolore (Cuochi e fiamme, su La7). Rugiati sa perfettamente di potere giocare con la sua fama, anche senza ristorante: «Non ne ho aperto uno soltanto perché non mi va» sorride «ma quando mi fermo e ne apro uno, scommettete che la stella me la danno?».

Piace alle spettatrici anche Alessandro Borghese, 36 anni: un esercito di fan soggiac-ciono come ipnotizzate davanti al televisore ormai dal 2004, a seguire la sua trasmissione Cortesie per gli ospiti su Real Time. Borghe-se fattura 1 milione di euro l’anno. Questo ovviamente dà soddisfazione, ma impegna: perché c’è la sua società di catering Il lusso della semplicità, e poi la linea di prodotti ve-getariani per una multinazionale svizzera, e poi contratti con una compagnia petrolifera, una grossa catena sportiva e i team building

aziendali, dove Borghese coordina la prepa-razione di un menù tra colleghi che per un pomeriggio dimenticano di doversi fare le scarpe per fare (invece) squadra.

C’è chi invece affronta e vince la scom-messa di trasformare il modello italiano della trattoria paterna in un’impresa-famiglia: di-ventare un’azienda mantenendo le origina-rie caratteristiche artigianali è difficile per chiunque, figuriamoci in cucina. Ci sono riusciti i Cerea con il loro Relais & chateaux Da Vittorio a Brusaporto, vicino a Bergamo: un superristorante con una decina di suite, affiancato dalla pasticceria di Bergamo Alta, dalla scuola di cucina, da un catering di altissimo livello, capace di soddisfare da 10 a 1.500 invitati in ogni parte del mondo.

Il gestore è Enrico Cerea (detto Chicco), chef dalle 3 stelle Michelin, che accanto ha la madre Bruna e, in scala dai 35 ai 48 anni, i fratelli Francesco, Roberto (detto Bobo), Rossella e Barbara. Insieme hanno mante-nuto un rilassante dna culinario lombardo, lontano dalle stravaganze ma affinato nelle tecniche. Pare che l’offerta di gestire il risto-rante che i Cerea hanno aperto a Natale nello storico Carlton hotel di Sankt Moritz sia nata dalle lacrime di felicità sgorgate dagli occhi dei vip all’assaggio del loro risotto, spiedo, e buffet dei dolci durante un’esibizione al locale Food festival, momento di culto nella rinata capitale del lusso montano.

Infine c’è un altro tipo di power chef. È il più inafferrabile; lavora e recita in presa diretta senza maquillage, registi, differite: è l’oste contemporaneo, il gestore di un locale che riesce nell’arte di fare sentire ogni ospite

Carlo CRACCO47 anni, da 11 è il proprietario dell’omonimo ristorante a Milano, con 2 stelle Michelin. Ha avuto Gualtiero Marchesi come maestro, poi si è messo in proprio. Da due anni è in tv con «Masterchef». Ha appena pubblicato il best-seller «Se vuoi fare il figo usa lo scalogno» (Rizzoli); nel 2010 con Davide Oldani aveva scritto «Panettone a due voci» per l’editore Giunti, lo stesso che nel 2006 aveva pubblicato «Sapori in movimento».

Enrico CEREA Chicco, come viene chiamato, con il fratello Roberto ha dal 2009 la terza stella Michelin per il ristorante Da Vittorio, alle porte di Bergamo. Ha 48 anni e ha scritto «Peccati di gola», per la Elemond,e nel 2009 «Damare»: il libro, pubblicato dalla Montagud, raccoglie 40 ricette sul pesce crudo, che ha contribuito alla crescente fama del suo ristorante.

Il tuo ristorante va male? Rischi la chiusura per una gestione non proprio stellata (nel senso delle stelle Michelin)? Bene, è il momento di fare intervenire il tipo qui a destra, con la barba. Da aprile il suo volto sarà familiare a tutti gli appassionati del genere culinario in tv: si chiama Antonino Cannavacciuolo, ha 37 anni ed è lo chef napoleta-no che sarà l’erede di Gordon Ramsey (più a destra nella foto) nella versione italiana di Cucine da incubo su Fox. Cannavacciuolo è il proprietario dell’hotel

ristorante a due stelle Michelin Villa Crespi, sul lago d’Orta. Dotato di forte temperamento e di spiccate doti imprendito-riali, dovrà risollevare le sorti di ristoranti in cattive acque affrontando i loro tipici problemi: pietanze poco gustose, cucine sporche, ingredienti avariati e staff poco qualificati. Quali ristoranti italiani avranno il coraggio di mandare in onda i loro aspetti più negativi? Sono già partite le riprese delle 10 puntate da 60 minuti che il canale 114 di Sky manderà in onda fra quattro mesi.

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