47
CURIOSANDO NELL' ARTE CONTEMPORANEA DOCENTE GIAN PIERO NUCCIO LE AVANGUARDIE STORICHE Introduzione storica sintetica Tra il 900 e il 1300 la popolazione europea duplica arrivando a 80 Ml. di abitanti. Europa eccellenti università, cattedrali gotiche. Carestie, malattie, la peste nel 1348 uccide 25 Ml di abitanti (1/3). Centro uomo creato da Dio prospettiva. Nel 1800 nasce la fabbrica nel 1900 la grande fabbrica (FIAT)

CURIOSANDO NELL' ARTE CONTEMPORANEA · 2019. 2. 4. · Il cubismo analitico è la fase iniziale del cubismo sviluppatasi e conclusasi tra il 1907 e il 1912. In una prima fase (fino

  • Upload
    others

  • View
    9

  • Download
    2

Embed Size (px)

Citation preview

  • CURIOSANDO NELL' ARTE CONTEMPORANEA

    DOCENTE GIAN PIERO NUCCIO

    LE AVANGUARDIE STORICHE

    Introduzione storica sintetica

    Tra il 900 e il 1300 la popolazione europea duplica arrivando a 80 Ml. di abitanti. Europa eccellenti università, cattedrali

    gotiche. Carestie, malattie, la peste nel 1348 uccide 25 Ml di abitanti (1/3). Centro uomo creato da Dioprospettiva. Nel 1800 nasce la fabbrica nel 1900 la grande fabbrica (FIAT)

  • IL CUBISMO

    I cubisti tendono sempre a non rappresentare la dimensione interiore, spirituale, bensì una realtà concreta; ciò si evince anche dalla scelta dei soggetti. Le rappresentazioni tradizionali della realtà sembrano parziali e di contro sviluppano una tecnica pittorica che segna la dissoluzione della prospettiva tradizionale, rinascimentale. sviluppando una lettura della realtà in chiave volumetrica e moltiplicando i punti di vista secondo cui l’oggetto rappresentato viene osservato. Per raggiungere questo obiettivo il cubista spezza la superficie pittorica in tasselli, piccole superfici che registrano ognuna un punto di vista diverso, così che lo spettatore guardando il quadro possa compiere una sorta di itinerario virtuale a trecentosessanta gradi nello spazio e nel tempo.

  • Il cubismo reagisce direttamente all'Impressionismo accentuando il valore del volume su quello del colore, che viene eliminato quasi totalmente (al massimo vengono utilizzate le gamme del grigio e del bruno) e gli elementi chiaroscurali sono dati da luce ed ombra. Il colore infatti è visto come componente solo decorativa, come elemento di disturbo per l'artista quanto per lo spettatore, capace di distogliere entrambi dalla necessità di analizzare ed indagare la realtà. Tra il 1910 e il 1920 Picasso e Braque si rendono conto che spezzando troppo la superficie pittorica, i suoi singoli frammenti non sono più ricomponibili virtualmente e l'opera si avvicina sempre più ai caratteri dell'astrattismo. Per far sì che la loro pittura non sconfinasse mai all'astrazione, cioè in qualcosa di puramente mentale, senza più alcun rapporto concreto con la realtà, i due artisti incominciano a introdurre nelle loro opere anche le lettere dell'alfabeto e numeri. In questo modo ogni fuga verso l'astrazione viene volontariamente bloccata dalla immediata riconoscibilità di questi elementi, subito riconducibili alla concretezza del quotidiano.

  • Il cubismo analitico è la fase iniziale del cubismo sviluppatasi e conclusasi tra il 1907 e il 1912. In una prima fase (fino al 1909) gli artisti semplificano geometricamente le forme portandole a puri volumi (vedi arte africana). Gli oggetti iniziano ad acquistare una morfologia cubica, con divaricazione netta tra le facce in luce e le facce in ombra e si tende ad annullare il valore dello sfondo. I soggetti sono prevalentemente paesaggi, nature morte, figure. I colori sono caldi, tendenti al legno, utilizzati in gamme monocromatiche che variano da dipinto a dipinto. Su queste basi si muove il primo grande del cubismo analitico, ovvero Pablo Picasso. Picasso rigetta l'uso in un certo qual modo ancora tradizionale che Cézanne fa del colore e sposta l'attenzione, influenzato dalla scultura africana, sulla sintesi volumetrica.

    Maschera Fang

    Picasso è dunque il primo artista a cercare una sintesi di piani sull'unico livello della tela, una sintesi di movimenti nell'unico istante rappresentato.Il dipinto capostipite del cubismo, Les demoiselles d'Avignon (1907), è l'emblema di questo processo: la luce, completamente innaturale, è passata a sottolineare semplicemente la sovrapposizione e la giustapposizione dei piani, verso un percorso di sintesi che porterà presto al cubismo sintetico .

  • Il Cubismo sintetico

    La moltiplicazione del punto di vista alla base del cubismo analitico verrà invece portata avanti con fedeltà da autori come Georges Braque, che nel 1910 con La mandola raggiungerà la resa di una visione binoculare sull'unica superficie della tela. Sarà sufficiente aggiungere la tematica del movimento a questa riflessione per portare al futurismo, con artisti quali Umberto Boccioni e Gino Severini, attenti alla rappresentazione su tela dei vari piani e delle varie "vedute" generate da un movimento.

    I colori tipici del cubismo analitico sono l'ocra e il grigio che vengono usati per rendere il volume.

    La nascita del cubismo sintetico, termine con cui usualmente si identifica la terza parte del movimento pittorico, viene comunemente fatta risalire al 1912, anno in cui Picasso dipinse Natura morta con sedia.

  • PICASSO – Natura morta con sedia impagliata - 1912

  • Le caratteristiche compositive principali del cubismo sintetico risiedono nella scelta di giustapporre o sovrapporre parti distinte di una rappresentazione, spesso avvalendosi di significative tecniche quali il collage privilegiando quindi le composizioni di oggetti a visioni polioculari dello stesso oggetto. Nell'opera del 1912, ad esempio, Picasso dipinse separatamente su cerata la trama intrecciata della seduta e poi la incollò alla tela. La stessa tecnica è stata utilizzata da Braque, che la perfezionò nel suo Piatto di frutta e bicchiere. Tra le tecniche preferite dai cubisti sintetici figura anche il lettering, e grande importanza ha l'utilizzo di carta stampata. Non è raro che le opere di questo periodo siano monocromatiche e si avvalgano di tecniche sperimentali. Tra i più importanti seguaci di questa corrente, oltre a Picasso e Braque che ne gettarono le basi, figura lo spagnolo Juan Gris.

  • BRAQUE – La Mandola - 1910 BRAQUE- Piatto con frutta e bicchiere - 1912

  • IL FUTURISMOQuadro storico sintetico

    1909 Manifesto. Futurismo – 1915 Scoppio guerra mondiale. Tutti vogliono cambiare il mondo e tutti gli intellettuali sono favorevoli alla guerra.

    15 Ml. di morti ma sembrava l’unico modo di scardinare una società vecchia, vacua inutile. Sviluppo forze produttive 1900 circa fordismo catena di montaggio

    Questioni imperialistiche: Imperi centrali (Germania-Impero austro-ungarico) e potenze più moderne (Francia Inghilterra) si scontrano, ma per questioni banali, territoriali, (Alsazia-Lorena) Alto adige Sentimento nazionale dei popoli.

    Austria-Ungheria e impero ottomano non stavano più insieme perché il nazionalismo cercava di disgregarli sulla base di idee che venivano dall’800. L'Impero Ottomano era arretrato anche tecnologicamente. Ungheria si era sempre sentita di serie B, i Cecoslovacchi avevano una letteratura gloriosa, tradizione antica slava e non tedesca ecc.. Sarajevo erede al trono imperiale. Vienna dichiara guerra, Berlino si allea con Vienna la Francia attaca Berlino e l’Inghilterra si allea con la Francia.

  • In questo contesto nasce il Futurismo che è stato un movimento artistico e culturale Italiano dell'inizio del XX secolo, nonché la prima avanguardia europea. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi dell'Europa (in particolare in Russia e Francia), negli Stati Uniti d'America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione ufficiale del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.

    Primo Futurismo (1909-1918) «Compagni! Noi vi dichiariamo che il trionfante progresso delle scienze ha determinato nell'umanità mutamenti tanto profondi, da scavare un abisso fra i docili schiavi del passato e noi liberi, noi sicuri della radiosa magnificenza del futuro…» (dal Manifesto dei pittori futuristi, febbraio 1910)

  • Il primo Manifesto Futurista (1909) viene pubblicato inizialmente in vari giornali italiani. Poco tempo dopo a Milano nel febbraio 1910 i pittori Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini e Luigi Russolo firmarono il Manifesto dei pittori futuristi e nell'aprile dello stesso anno il Manifesto tecnico della pittura futurista. Nei manifesti si esaltava la tecnica e si dichiarava una fiducia illimitata nel progresso, si decretava la fine delle vecchie ideologie (bollate con l'etichetta di "passatismo"). Si esaltavano inoltre il dinamismo, la velocità, l'industria, il militarismo, il nazionalismo e la guerra, che veniva intesa come "igiene dei popoli". La prima importante esposizione futurista si tenne a Parigi presso la galleria Bernheim-Jeune dal 5 al 24 febbraio 1912. All'inaugurazione della mostra erano presenti Marinetti, Boccioni, Carrà, Severini e Russolo. L'accoglienza iniziale fu fredda, ma nelle settimane successive il movimento suscitò un certo interesse divenendo presto oggetto di attenzioni internazionali tanto da favorire la riproposizione della mostra anche in altre città europee come Berlino.

  • BOCCIONI – La città che sale - 1910

  • SEVERINI – Mare=ballerina - 1911 SEVERINI – Ragazza che corre sul balcone - 1911

  • Alla morte di Umberto Boccioni nel 1916, Carrà e Severini si ritrovarono in una fase di evoluzione verso la pittura cubista, di conseguenza il gruppo milanese si sciolse spostando la sede del movimento da Milano a Roma, con la conseguente nascita del "secondo Futurismo".

    Secondo Futurismo (1918-1928; 1928-1938)Il secondo Futurismo fu sostanzialmente diviso in due fasi; la prima andava dal 1918, due anni dopo la morte di Umberto Boccioni, al 1928 e fu caratterizzata da un forte legame con la cultura post-cubista e costruttivista, la seconda invece, dal 1929 al 1938, fu molto più legata alle idee del surrealismo. Di questa corrente - che si concluse attraverso il cosiddetto "terzo Futurismo", portando anche all'epilogo del Futurismo stesso - fecero parte molti pittori fra cui Mario Sironi, Ardengo Soffici, Ottone Rosai, Se la prima fase del Futurismo fu caratterizzata da un'ideologia guerrafondaia e fanatica (in pieno contrasto con altre avanguardie) ma spesso anche anarchica, la seconda stagione ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che abbracciò gli stilemi della comunicazione governativa dell'epoca e si valse di speciali favori.

  • SIRONI - Sintesi paesaggio urbano - 1919

    ROSAI- Carabinieri in via Toscanella - 1927

  • I futuristi di sinistra, generalmente meno noti nel panorama culturale italiano dell'epoca, comunque, costituirono quella parte del Futurismo collocata politicamente su posizioni vicine all'anarchismo e al bolscevismo anche quando il movimento con i suoi fondatori e personaggi ritenuti principali fu fagocitato dal fascismo. Anche se la gerarchia fascista riservò ai futuristi coevi una sottovalutazione talvolta sprezzante, l'osservazione dei principi autoritaristici e la poetica interventista del Futurismo furono quasi sempre presenti negli artisti del gruppo, fino a che alcuni di questi non abbracciarono altri movimenti e presero le distanze dall'ideologia fascista (Carlo Carrà, ad esempio, abbracciò la metafisica).

  • Futurismo russoIl Manifesto futurista di Marinetti era stato pubblicato a San Pietroburgo appena un mese dopo l'uscita su Le Figaro, e già negli anni 1911 e 1912 Natal'ja Sergeevna Gončarova e Michail Fëdorovič Larionov, che in patria verrà definito il "padre del Futurismo russo", furono i concreti iniziatori del movimento in Russia. Nel 1913 il pittore Kazimir Severinovič Malevič, il compositore Michail Matjušin e lo scrittore Aleksej Eliseevič Kručënych redassero il manifesto del Primo congresso Futurista russo. Al movimento, conosciuto anche come Cubofuturismo o Raggismo, aderirono personalità come il poeta e drammaturgo Vladimir Vladimirovič Majakovskij. +Nel gennaio 1914 Marinetti stesso si recò a Mosca. Dal movimento d'avanguardia futurista nacquero negli anni immediatamente precedenti la rivoluzione del 1917 due importanti avanguardie artistiche, il Costruttivismo e il Suprematismo.

  • GONCHAROVA – Il Ciclista - 1913 LARIONOV – Ray Rayonism - 1913

  • Il Costruttivismo rifiutava il culto dell'"arte per l'arte" a favore dell'arte come pratica diretta verso scopi sociali Il Suprematismo con Malevič sosteneva che l'artista moderno doveva guardare a un'arte finalmente liberata da fini pratici ed estetici e lavorare soltanto assecondando una pura sensibilità plastica. Sosteneva quindi che la pittura fino a quel momento non fosse stata altro che la rappresentazione estetica della realtà e che invece il fine dell'artista doveva essere quello di ricercare un percorso che conducesse all'essenza dell'arte: all'arte fine a se stessa. La parola suprematismo deriva dal pensiero dell'autore: secondo Malevič l'arte astratta sarebbe superiore a quella figurativa, infatti in un quadro figurativo vediamo rappresentato un qualsiasi oggetto o forma vivente, mentre sull'opera suprematista non c'è che un solo elemento: il colore, che viene espresso nel miglior modo possibile in un dipinto astratto.In Russia il movimento non fu caratterizzato dal bellicismo come quello dei futuristi italiani, criticato da Majakovskij, ma fu accompagnato da un'utopica idea di pace e libertà, sia individuale (dell'artista), sia collettiva (del mondo), che si sarebbe concluso con l'adesione di una parte del gruppo al bolscevismo. Dopo la rivoluzione d'ottobre molti futuristi confluirono nel cubismo e nell'astrattismo.

  • MALEVICH – The Woodcutter - 1912

    MALEVICH – Suprematist Composition - 1915

  • MALEVICH – Quadrato nero su fondo bianco - 1915

  • IL DADAISMOIl Dadaismo o Dada è una tendenza culturale nata a Zurigo, nella Svizzera neutrale della prima guerra mondiale, e sviluppatasi tra il 1916 e il 1920. Il movimento, che ha interessato soprattutto le arti visive, la letteratura (poesia, manifesti artistici), il teatro e la grafica, incarnava la sua politica antibellica attraverso un rifiuto degli standard artistici, come dimostra il nome dada che non ha un vero e proprio significato, tramite opere culturali che erano contro l'arte stessa.

    Il dadaismo ha quindi messo in dubbio e stravolto le convenzioni dell'epoca, dall'estetica cinematografica e artistica, alle ideologie politiche; ha inoltre proposto il rifiuto della ragione e della logica, ed ha enfatizzato la stravaganza, la derisione e l'umorismo. Gli artisti dada erano volutamente irrispettosi, stravaganti, provavano disgusto nei confronti delle usanze del passato; ricercavano la libertà di creatività per la quale utilizzavano tutti i materiali e le forme disponibili.

  • Le attività dada includevano manifestazioni pubbliche, dimostrazioni, pubblicazioni di periodici d'arte e letteratura. Le tematiche trattate spaziavano dall'arte alla politica.

    Dada nacque come protesta contro il barbarismo della Prima guerra mondiale, in seguito il movimento divenne più improntato su una sorta di nichilismo artistico, che escludeva e condannava la rigidità e il manierismo in vari campi dell'arte come la letteratura, la pittura, la scultura. Tutto ciò era applicato anche e soprattutto alle convenzioni della società in cui gli artisti vivevano.

    Il dadaismo ha influenzato stili artistici e movimenti nati successivamente, come il surrealismo e il gruppo neo-dada Fluxus.

    Dada è stato un movimento internazionale, ed è relativamente difficile classificare gli artisti in base al loro paese di provenienza, in quanto si spostavano costantemente.

  • Secondo i dadaisti stessi, il dadaismo non era arte, era anti-arte. Tentava, infatti, di combattere l'arte con l'arte.

    Per ogni cosa che l'arte sosteneva, Dada rappresentava l'opposto. Se l'arte prestava attenzione all'estetica, Dada ignorava l'estetica; se l'arte doveva lanciare un messaggio implicito attraverso le opere, Dada tentava di non avere alcun messaggio, infatti l'interpretazione di Dada dipende interamente dal singolo individuo; se l'arte voleva richiamare sentimenti positivi, Dada offendeva. Attraverso questo rifiuto della cultura e dell'estetica tradizionali i dadaisti speravano di distruggere loro stessi, ma, ironicamente, l'arte Dada è diventato un movimento che ha influenzato l'arte moderna

    La ragione e la logica avevano lasciato alla gente gli orrori della guerra, e l'unica via di salvezza era il rifiuto della logica per abbracciare l'anarchia e l'irrazionalità. Comunque, tutto ciò può essere inteso come lato logico dell'anarchia e il rifiuto dei valori e dell'ordine. La distruzione sistematica dei valori, non è quindi irrazionale, se si pensa che debba essere messa in atto.

  • Nel 1916, Hugo Ball, , Tristan Tzara, Hans Arp, insieme con altri, discutevano sull'arte e mettevano in scena esibizioni al Cabaret Voltaire, il locale dove è stato concepito e dove è nato il dadaismo. La prima serata pubblica si svolse il 14 luglio 1916: durante la festa Ball recitò il primo manifesto Dada. Nel 1918 Tzara lo riscrisse apportando modifiche sostanziali .

    Nasce quindi anche un ideale dadaista: il principio cardine dell'azione Dada è la negazione di tutti i valori e canoni estetici dell'arte, di quella tradizionale, ma anche di quella d'avanguardia, entrambe accusate di essere funzionali ai valori del sistema borghese. Essa si traduce nel rifiuto del concetto di bellezza, degli ideali, della ragione positivistica, del progresso e del modernismo, cui vengono contrapposti una libertà senza freni, l'irrazionalità, l'ironia, il gusto per il gesto ribelle e irridente, lo spirito anarchico.

    La volontà di mettere in crisi modi di pensare definiti borghesi stimola una strategia di spiazzamento imperniata sull'accostamento di forme e materiali inconsueti, sulla

    degerarchizzazione delle tecniche e dei generi artistici tradizionali e sulla valorizzazione dei nuovi procedimenti quali il collage e il fotomontaggio (inventato dai dadaisti tedeschi). Poco tempo dopo uscì il primo ed unico numero della rivista Dada Cabaret Voltaire. Dopo la chiusura dell'omonimo locale, le attività si spostarono altrove, e Ball lasciò l'Europa. Tzara iniziò una campagna per la diffusione delle idee dadaiste, contattando artisti e scrittori francesi ed italiani; in poco tempo divenne il leader e lo stratega del movimento.

  • SCHWITTERS -Construction for noble Ladies - 1919

    HANS ARP – Concrete Relief - 1916

  • Dada - Ready Made

    Un notevole contributo dato alla definizione di una nuova estetica sono i «ready made». Il termine indica opere realizzate con oggetti reali, non prodotti con finalità estetiche e presentati come opere d'arte. In pratica i «ready-made» sono un'invenzione di Marcel Duchamp, il quale inventa anche il termine per definirli che in italiano significa approssimativamente «già fatti», «già pronti». I «ready-made» nascono ancor prima del movimento dadaista, dato che il primo «ready-made» di Duchamp, la ruota di bicicletta, è del 1913. Essi diventano, nell'ambito dell'estetica dadaista, uno dei meccanismi di maggior dissacrazione dei concetti tradizionali d'arte. Soprattutto quando Duchamp, nel 1917, propose uno dei suoi più noti «ready-made»: fontana. In pratica, con i «ready-made» si ruppe il concetto per cui l'arte era il prodotto di un'attività manuale coltivata e ben finalizzata. Opera d'arte poteva essere qualsiasi cosa: posizione che aveva la sua conseguenza che nulla è arte. Questa evidente tautologia era superata dal capire che innanzitutto l'arte non deve separarsi altezzosamente dalla vita reale, ma confondersi con questa, e che l'opera dell'artista non consiste nella sua abilità manuale, ma nelle idee che riesce a proporre. Infatti, il valore dei «ready-made» era solo nell'idea. Abolendo qualsiasi significato o valore alla manualità dell'artista, l'artista, non è più colui che sa fare cose con le proprie mani, ma colui che sa proporre nuovi significati alle cose, anche per quelle già esistenti.

  • DUCHAMP – Ruota di bicicletta - 1913

    DUCHAMP – Scolabottiglie - 1914

  • DUCHAMP – Fontana - 1917

  • IL SURREALISMO

    Il surrealismo fu un movimento artistico d'avanguardia del Novecento nato come evoluzione del dadaismo e che coinvolse tutte le arti, toccando anche letteratura e cinema, nato negli anni 20 a Parigi dove, nel 1925, era stata allestita la prima mostra del movimento. Il Surrealismo è un movimento letterario e artistico che vuole esprimere una realtà superiore, fatta di irrazionale e di sogno e che vuole rivelare gli aspetti più profondi della mente.

    Il Surrealismo ebbe come principale teorico il poeta André Breton, che canalizzò la vitalità distruttiva del dadaismo. Breton fu influenzato dalla lettura de L'interpretazione dei sogni di Freud del 1900; dopo averlo letto arrivò alla conclusione che fosse inaccettabile il fatto che il sogno e l'inconscio avessero avuto così poco spazio nella civiltà moderna, e pensò quindi di fondare un nuovo movimento artistico e letterario in cui essi avessero un ruolo fondamentale. Nacque così il surrealismo, che aveva avuto tra i suoi precursori recenti il poeta e scrittore Guillaume Apollinaire, morto nel 1918.

  • «Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale

    Il surrealismo è quindi un automatismo psichico, ovvero quel processo in cui l'inconscio, quella parte di noi che emerge durante i sogni, emerge anche quando siamo svegli e ci permette di associare libere parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati.

    I surrealisti si avvalevano di diverse tecniche per far in modo di attivare il loro inconscio, una di queste è il cadavre exquis (cadavere squisito), tecnica basata sulla casualità e sulla coralità, che prevede la collaborazione di più artisti: uno di essi comincia l'operazione tracciando un disegno, una figura, che deve essere ignorata dagli altri, poi il foglio deve essere passato a tutti i partecipanti, uno per uno, i quali a loro volta faranno una figura, e così via.

  • Questa tecnica era utilizzata dai surrealisti anche in ambito poetico, ovvero aggiungendo uno per uno una parola, ignorando lo scopo finale dei singoli. Il nome della tecnica deriva infatti da una poesia surrealista: "Il cadavere squisito berrà il vino nuovo". Altre tecniche frequentemente utilizzate dai pittori di questo movimento sono:

    il frottage (strofinamento)il grattage (grattamento, raschiamento)il collagel'assemblageil dripping (Max Ernst è il primo ad utilizzare questa tecnica, resa famosa dopo la

    seconda guerra mondiale da Jackson Pollock).Il surrealismo ha tre tematiche principali:

    amore: inteso come fulcro della vita.sogno e follia: considerati i mezzi per superare la razionalità (molti surrealisti

    ammiravano Freud e Jung).liberazione: dell'individuo dalle convenzioni sociali.

  • La caratteristica comune a tutte le manifestazioni surrealiste è la critica radicale alla razionalità cosciente, e la liberazione delle potenzialità immaginative dell'inconscio per il raggiungimento di uno stato conoscitivo "oltre" la realtà (sur-realtà) in cui veglia e sogno sono entrambe presenti e si conciliano in modo armonico e profondo. Il Surrealismo è certamente la più "onirica" delle manifestazioni artistiche, proprio perché dà accesso a ciò che sta oltre il visibile. Inoltre esso comprende immagini nitide e reali ma accostandole tra di loro senza alcun nesso logico.

    Il pensiero surrealista si manifestò spesso come ribellione alle convenzioni culturali e sociali, concepita come una trasformazione totale della vita, attraverso la libertà di costumi, la poesia e l'amore.

    Suoi referenti sono Marx e Freud: "Trasformare il mondo, ha detto Marx, cambiare la vita, ha detto Rimbaud. Queste due parole d'ordine sono per noi una sola" (André Breton).

    Spesso, molti esponenti del surrealismo sposarono la causa del comunismo e dell'anarchismo (con l'eccezione del conservatore Dalì), per contribuire attivamente al cambiamento politico e sociale che avrebbe poi portato ad una partecipazione più generale alla surrealtà. Altri precursori esaltati dai surrealisti furono il marchese de Sade e Restif de la Bretonne.

  • La critica si divide su dove collocare il punto finale del movimento surrealista: sicuramente, la fine della Seconda guerra mondiale (1945), e la morte di Breton (1966) hanno segnato dei punti di svolta importanti nella storia del surrealismo, che però annovera esponenti anche nella seconda metà del Novecento e continua ancora oggi ad essere una realtà artistica vitale.

    Il movimento surrealista è di gran lunga il più longevo fra le avanguardie storiche, e la sua diffusione capillare in tutto il mondo ha reso la sua storia molto variegata rispetto a movimenti circoscritti nel tempo e nello spazio come il dadaismo o il futurismo. L'attività del primo gruppo surrealista parigino, gravitante intorno ad André Breton, vide la partecipazione di un grande numero di scrittori e artisti di diverso orientamento, spesso in conflitto tra loro e con la guida spirituale del movimento.

  • Tra gli artisti di arti visive più riconosciuti spaziamo tra Joan Miró nel suo allucinato mondo parallelo popolato di forme geometriche colorate sospese che ricerca l'interiorità delle cose con crescente astrazione, con Max Ernst l'illogica scava nel profondo dell'animo umano, con René Magritte che gioca molto sull'estraniamento dalla realtà e le sue opere sono sollecitazioni visive che ci portano a riflettere.

    E, naturalmente, c'è Salvador Dalí ("il surrealismo sono io"), con la sua fantastica o fantasmatica proiezione del "sogno" e del pensiero subcosciente o pre-cosciente in una visionaria pseudo-realtà.

  • MAGRITTE – La Trahis on des images - 1928

    MAGRITTE – Golconda - 1953

  • MAX ERNST – surreale, inquietante, onirico, fantastico, magico. Sono le tessere di un puzzle suggestivo che, una volta composto, rivela la poetica di Max Ernst. Fugge dalla Germania e sfugge alle convenzioni e alle regole, troppo restrittive, troppo razionali, troppo lucide, per una creatività’ esplosiva ed una genialità’ senza limiti.L’esperienze Dada e Blaue Reiter, sono solo il proscenio di una teatralità’ che sconfina nei meandri della mente e acquista il suo vero valore nel surrealismo. Andre’ Breton e Paul Eluard ne riconoscono la prorompente valenza artistica e invitano Ernst nella capitale francese. La sua forza magnetica e il suo carisma, sviluppano un linguaggio, che spazia verso territori ancora inesplorati, aprendo la strada ad un’estatica visione dell’inconscio.Spregiudicato, chiacchierato e provocante, trafigge Parigi con la disarmante forza surrealista e lascia che l’onirico, nella sua visione più’ autentica, dipinga l’essenza di un immaginario, dietro la quiete apparente della realtà. Soggetti e oggetti in sospensione, vuoti mentali, metafisiche espressioni, rimandano al mai dimenticato De Chirico, scoperto sfogliando la rivista “ Valori Plastici “, nel 1919.Ernst dà voce e volto all’inconscio, all’irrazionalità’ fluttuante di un sommerso in movimento, ad immagini, che scorrono sul filo dell’equilibrio mentale. Un mondo che l’artista conosce bene, per aver studiato psicologia ed essersi interessato all’arte e alla poesia degli psicotici e dei malati di mente.

  • Sono frammenti criptici di un’interiorità’ che affiora in associazioni di idee freudiane. Ernst li materializza sulla tela, in viaggi nell’incoerenza psichica, in luoghi allucinati, in spazialità’ naufragate nella profondità’ della solitudine. Incapace e impossibilitato di rimanere ignaro e insensibile al nazismo e alla Guerra, il suo surrealismo si tinge di oscuri richiami alla realtà.Sulle tele emerge una sofferenza latente, infatti il regime lo considerava “ degenerato” e molte opere furono sequestrate e andate perdute. Un periodo della sua vita conclusosi quando lascia la Germania che mantiene il sapore amaro di un’angosciante silenzio trattenuto. Non solo pittura, anche collage per rappresentare la luce dell’anima sotto la coltre del reale.Decalcomania, frottage e grottage, tecniche dell’universo infantile, sono adottati come strumenti per indagare oltre la pittura, nelle città’ surreali della nostra mente.

    Celebes.La forma rotonda centrale di questo dipinto deriva da una fotografia di un bidone sudanese, che Ernst ha trasformato in un sinistro mostro meccanico. Ernst spesso riutilizzava le immagini trovate e aggiungeva o rimuoveva elementi per creare nuove realtà, tanto più inquietante per essere stato tratto dal mondo conosciuto. Il titolo dell'opera deriva da una filastrocca infantile tedesca che inizia: "L'elefante di Celebes ha un grasso inferiore appiccicoso e giallo". Le combinazioni inspiegabili del dipinto, come la figura femminile senza testa e la creatura simile ad un elefante, suggeriscono immagini da un sogno e la tecnica freudiana di libera associazione.

  • MAX ERNST – Celebes - 1921 MAX ERNST – Vestizione della sposa - 1940

  • Joan Mirò Mirò è l’artista che disegna cieli immensi e che quando passeggia per la strada guarda in basso, la terra, o in alto, il cielo, e non il paesaggio.

    Mirò è il pittore che lavora con le dita, perché per dipingere le sue opere vuole essere sporco dalla testa ai piedi. Mirò è il genio a cui basta un pezzo di filo per costruire un mondo. Dai fili, alle linee, ai segni.

    In Mirò, l’ispirazione arriva dalle piccole cose: dal filo che esce dalla tela, da una macchia sul muro, da un minuscolo granello di polvere. Le sue forme sono semplici, i tratti elementari e le linee, curve, sinuose o dritte, danno vita a strani personaggi. Uccelli, donne e figure in bilico tra realtà e fantasia che sembrano danzare su sfondi dai colori accesi.

    Mirò è uno sperimentatore: utilizza i supporti più insoliti, assi di legno, carta vetrata. Distrugge e crea allo stesso tempo. Si interessa alla scultura, all’arazzo e all’incisione e sfida tutti i vincoli della tecnica per superare gli ostacoli che contrastano la sua libertà d’espressione. L’arte di Mirò infrange le regole, ma è intimamente legata al surrealismo e all’influenza che artisti e poeti hanno esercitato su di lui negli anni Venti e Trenta.

  • MIRO' – La scala della Fuga - 1940 MIRO' – Lettera - 1943

  • FALSO MIRO'

  • Dalì Nel suo lavoro Dalí si è ampiamente servito del simbolismo. Ad esempio, il simbolo caratteristico degli "orologi molli" apparso per la prima volta in La persistenza della memoria si riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo e non qualcosa di fisso L'idea di servirsi degli orologi in questo modo venne a Dalí mentre in una calda giornata d'agosto osservò un pezzo di formaggio Camembert che si scioglieva e gocciolava.

    Quella dell'elefante è un'altra delle immagini ricorrenti nelle opere di Dalí. Comparve per la prima volta nell'opera del 1944Sogno causato dal volo di un'ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio.

    L'elefante, ispirato al piedistallo di una scultura di Gian Lorenzo Bernini che si trova a Roma e rappresenta un elefante che trasporta un antico obelisco viene ritratto con le "lunghe gambe del desiderio, con molte giunture e quasi invisibili"e con un obelisco sulla schiena.

  • Grazie all'incongrua associazione con le zampe sottili e fragili, questi goffi animali, noti anche per essere un tipico simbolo fallico, creano un senso di irrealtà. L'elefante

    rappresenta la distorsione dello spazio ha spiegato una volta Dalí, le zampe lunghe ed esili contrastano l'idea dell'assenza di peso con la struttura. "Dipingo immagini che mi

    riempiono di gioia, che creo con assoluta naturalezza, senza la minima preoccupazione per l'estetica, faccio cose che mi ispirano un'emozione profonda e tento di dipingerle con

    onestà" L'uovo è un'altra delle immagini tipiche di cui si serviva Dalí. Associa all'uovo il periodo

    prenatale e intrauterino, usandolo per simboleggiare la speranza e l'amore; l'uovo compare ad esempio ne Il grande masturbatore e ne La metamorfosi di Narciso. Nelle

    sue opere compaiono inoltre varie specie animali: le formiche rappresentano la morte, la decadenza e uno smisurato desiderio sessuale; la chiocciola è in stretta connessione con

    la testa umana (la prima volta che incontrò Sigmund Freud Dalí aveva visto una chiocciola su una bicicletta appoggiata fuori dalla sua casa), mentre le locuste sono per

    lui un simbolo di distruzione e paura

  • DALI' – Gli oggetti molli - 1931 DALI' – Metamorfosi di Narciso - 1937

  • DALI' – Sogno causato dal volo di un'ape un attimo prima del risveglio

    1944

    DALI' Il Cristo di S:Juan de la Cruz - 1951