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PRIMO PIANO VOTAZIONE POPOLARE 3 Corriere del Ticino VENERDÌ 29 MAGGIO 2015 ❚❘❙ Per quale motivo dire no a questa tec- nica medica? «La mia è stata un’evoluzione. All’inizio confesso di essere stato tendenzialmente favorevole al nuovo articolo costituziona- le. Poi però, nel corso delle discussioni sulla legge di applicazione, leggendo, ap- profondendo e avendo contatti con chi pratica medicina riproduttiva ho maturato un’altra convinzione». Cosa l’ha disturbata? «Mi sono reso conto che questa non è l’e- voluzione della società che auspico. Que- sta volontà della scienza medica di arriva- re a dominare la procreazione mi spaven- ta. Il Consiglio federale proponeva che la DPI fosse mirata a malattie genetiche ed ereditarie gravi (circa 500, 600 coppie l’an- no); il Parlamento ha allargato la possibili- tà fino ad arrivare a circa 6.000. E una volta aperta la porta, come dimostrano le espe- rienze fatte negli altri Paesi la tendenza è sempre stata quella di cercare di spalan- carla sempre più, di cercare il figlio perfet- to e su misura. Questa di sicuro non è la società che desidero». Malgrado così si possa eliminare o per lo meno attenuare la sofferenza? «Di fondo mi pongo tre domande: esiste un diritto ad avere un figlio? Ad averlo sa- no? Ad essere sempre sani? La mia rispo- sta è no: non può esistere un’esistenza priva di malattia e di sofferenza, anche se si spera sempre che non arrivi mai. Sce- gliere in un laboratorio chi è degno di vive- re e chi no è un fatto che non si sposa con la mia visione del mondo». Appunto, la sua; perché non permettere a chi lo desidera di eseguire una DPI? Nessuno è obbligato. «Ne sono consapevole: questo non è un tema di partito (tutti sono divisi trasversal- mente) né di propaganda elettorale, ma di coscienza, in cui ognuno deve arrivare alla propria conclusione e in cui in ogni caso non esiste il giusto o sbagliato. Senza di- menticare che lo stesso corpo medico è diviso su bontà ed efficacia di queste tec- niche. Sono anche consapevole che in altri Paesi è fattibile, però io sono stato eletto per decidere le leggi svizzere, non di un altro Paese. Guardare cosa è possibile fare in Gran Bretagna o negli Stati Uniti fa veni- re i brividi: andiamo verso l’eliminazione di tutta una categoria di persone». Consiglio federale prima e Parlamento dopo hanno escluso queste derive. «Al momento sì. Ma già il Legislativo ri- spetto all’Esecutivo è stato più permissivo, e altre proposte più liberali, chiamiamole così, non sono state accettate dopo lunghe discussioni e passaggi tra le due Camere per comporre le divergenze. Lo ribadisco: una volta aperta questa porta si entra su un piano inclinato che porta a volere sem- pre di più (è la natura umana) e a non capi- re quali sono i limiti, quasi ci fosse un’on- nipotenza della scienza e della tecnica sulla vita». Perché attaccare subito l’articolo costitu- zionale allora? Perché non limitarsi al referendum sulla legge? «Molto pragmaticamente, perché dopo diverrebbe molto più difficile spiegare alla popolazione la differenza, perché uno sì e l’altra no. Per evitare che la legge entri in vigore bisogna quindi combattere l’artico- lo costituzionale. Riconosco tuttavia che ci sono persone che hanno bisogno di que- sta diagnosi e che sto dicendo di no anche a loro per paura che altri possano abusar- ne; non dimentico però che in Parlamento è già stato proposto ad esempio di permet- tere di creare un “bambino salvatore” , né dimentico gli enormi interessi economici in gioco, per cui ritengo che il rischio di derive sia ben più che ipotetico. Sono cer- to che una volta che avremo la legge arri- veranno atti parlamentari per chiedere di permettere anche in Svizzera ciò che è già realtà in altri Paesi. Ho assoluta compren- sione per chi oggi vive questi drammi, ma come politico devo guardare oltre». *consigliere nazionale PPD ❚❘❙ Lei è un medico. Per quale motivo è favorevole ? «Soprattutto perché la legge attuale è trop- po restrittiva rispetto ai desideri della po- polazione e le possibilità della medicina. L’unico obiettivo che raggiungiamo con la normativa attuale è di obbligare le coppie che desiderano effettuare una diagnosi preimpianto o comunque questo tipo di medicina riproduttiva ad andare all’estero. Creiamo un disagio, una sofferenza inutile per delle coppie che già probabilmente stanno vivendo una situazione non facile e dolorosa». Lei parla di desideri di molte coppie; non è un discorso un po’ pericoloso accoglie- re ogni desiderio? «Viviamo in una società libera, dove ogni donna può decidere da sola se interrom- pere la gravidanza entro la 12. settimana, dopo una diagnosi prenatale del feto. Per- ché non permettere alla coppia di antici- pare quella decisione prima della gravi- danza, evitando il trauma fisico e psicolo- gico di un’interruzione di gravidanza?» Dunque occorre accettare tutto quello che la medicina offre? «Ovviamente no! Occorre agire con pru- denza su questi temi. Il prossimo 14 giu- gno dobbiamo solo decidere se mantene- re il divieto assoluto o se permettere la diagnosi preimpianto a due ben precise condizioni, enumerate nella legge già ap- provata dal Parlamento: cioè permettere a coppie portatrici di grave malattia eredita- ria (come la fibrosi cistica o la distrofia muscolare) di avere figli che non ne siano affetti e aumentare la probabilità di coppie sterili di dare alla luce un figlio». Ma l’apertura a queste tecnologie preoc- cupa. Non se ne tiene conto? «Ogni tecnologia porta grandi vantaggi per l’umanità, ma anche pericoli. Proibire qualsiasi innovazione perché un giorno qualcuno potrebbe abusarne non mi pare costruttivo. Allora dovremmo proibire i telefonini perché con essi si fa commercio di droga o proibire Internet perché può diffondere la pedofilia. Dobbiamo invece imparare a gestire l’innovazione entro cer- ti limiti etici insieme definiti, per averne i vantaggi e impedirne gli svantaggi». Questa diagnosi porta con sé ricordi sto- rici terribili, legati all’eugenetica... «Chiaro che l’eugenetica del periodo nazi- sta fa ancora oggi paura. Ma votando sì, l’eugenetica resta proibita nella Costitu- zione. Questa continuerebbe a proibire i cosiddetti “bebé su misura” e i “bebé sal- vatori“ (per generare cellule staminali utili a fratellini o sorelline malate)». Gli oppositori temono che la selezione di bebé sani discriminerebbe le coppie che accolgono figli con handicap. Non si ri- schia di diminuire la solidarietà? «Già oggi i genitori possono beneficiare della diagnosi prenatale e interrompere la gravidanza per non avere un bebé malato. La realtà mostra però che ci sono sempre portatori di handicap. La grande maggio- ranza lo sviluppa nel corso della vita. Non credo che ci vogliano “quote di handicap- pati” per garantire la solidarietà!» Che succederà dopo il voto popolare? «Il 14 giugno dobbiamo decidere se stral- ciare la seguente frase dell’art. 119 della Costituzione: “Fuori dal corpo della donna possono essere sviluppati in embrioni solo tanti oociti umani quanti se ne possono trapiantare immediatamente” , e sostituirla con la seguente: “Fuori dal corpo della donna può essere sviluppato in embrioni soltanto il numero di oociti umani neces- sari ai fini della procreazione assistita” . Se il risultato sarà un sì, allora la legge d’appli- cazione sarà pubblicata sul Foglio ufficiale e sarà possibile promuovere il referendum (già annunciato). Dunque voteremo an- che sulla legge, probabilmente nel 2016. Se il risultato sarà un no, resterà in vigore la proibizione attuale e le coppie continue- ranno a doversi recare nei Paesi dell’UE. Perciò invito tutti a votare sì!» *consigliere nazionale PLR ❚❘❙ PERCHÉ NO MARCO ROMANO* «Mi spaventa voler dominare la procreazione» ❚❘❙ PERCHÉ SÌ IGNAZIO CASSIS* «Alle coppie oggi si causano inutili disagi» ‘‘ Dobbiamo imparare a gestire l’innovazione entro certi limiti etici definiti insieme ‘‘ Scegliere in labora- torio chi è degno di vivere e chi no non fa parte della mia visione La fecondazione in vitro (FIV) Per FIV s’intende la fecondazione in cui l’ovocita e lo spermatozoo sono uniti in provetta (in vitro) fuo- ri dal corpo della donna e succes- sivamente impiantati nell’utero. Come è disciplinata oggi La FIV può essere applicata solo se è garantito il benessere del nascituro. È inoltre consentita unicamente se serve a rimediare alla sterilità di una coppia, dopo che gli altri metodi di trattamento sono falliti o sono verosimilmen- te destinati al fallimento e se non si può evitare altrimenti il perico- lo di trasmettere ai discendenti una malattia grave e inguaribile. Chi la utilizza Nel 2012 erano 6.320 le donne in Svizzera che hanno fatto ricor- so alla fecondazione in vitro; l’età media era di 36,2 anni (39,4 per gli uomini), la minima di 19 (21) e la massima di 51 (66). Il 9% delle donne trattate aveva 29 anni o meno, il 39,3% tra 35 e 39 anni, il 19,8% tra 40 e 44 anni e il 2,2% aveva 45 o più. Nel 2011 i parti con nascite plurime Sono stati il 18,3% di tutte le nascite avvenute in vitro. In Svizzera attualmente si contano 27 centri per il tratta- mento contro l’infertilità. I motivi per cui si fa In Svizzera una coppia su sei ri- chiede una consultazione per dif- ficoltà di concepimento. Nel 2011 tra le coppie che avevano iniziato un trattamento, il 18,2% delle indicazioni riguardavano una sterilità femminile, il 47,7% una sterilità maschile e il 23,3% una sterilità maschile e femmini- le. Per il restante 10%, l’infertilità rimane inspiegata. Il tasso di gra- vidanza è di circa il 30% per ogni ciclo di trattamento. La diagnosi preimpianto (DPI) La DPI è una tecnica medica, con cui gli embrioni prodotti con la fe- condazione artificiale sono sotto- posti a un esame genetico prima di essere impiantati nell’utero. Alle coppie portatrici di gravi ma- lattie ereditarie permette di sele- zionare gli embrioni che non pre- sentano i corrispondenti difetti genetici e di conseguenza di evi- tare che il/la bambino/a sia affetto/a dalla malattia ereditaria dei genitori; alle coppie che non possono avere figli in modo natu- rale consente invece di individua- re gli embrioni che lasciano pre- supporre una buona capacità di sviluppo, favorendo una gravidan- za il più possibile senza complica- zioni ed evitando che la donna perda il bambino. Come è disciplinata oggi Oggi la legge vieta di sottoporre a un esame genetico mediante la DPI gli embrioni prodotti con la fecondazione artificiale. Stabili- sce inoltre che per ogni ciclo di trattamento possono essere svi- luppati al massimo tre embrioni. Inoltre possono essere sviluppati in embrioni solo tanti ovociti quanti se ne possono impiantare immediatamente nella donna. Lo screening delle aneuploidie Per «screening delle aneuploidie» s’intende l’esame dell’embrione in vitro effettuato per rilevare ano- malie cromosomiche (nelle aneu- ploidie i cromosomi sono presen- ti in numero errato). Questa tecnica è applicata in particolare per le coppie che hanno già subi- to diversi aborti spontanei o han- no alle spalle diversi cicli di fe- condazione in vitro non andati a buon fine. L’obiettivo è di aumen- tare le probabilità di successo della FIV. La situazione in Europa Tutti i Paesi europei permettono la diagnosi preimpianto. Solo la Sviz- zera non la autorizza, mentre in Albania, Irlanda e Lussemburgo o non è disciplinata o non è pratica- ta. Lo «screening delle aneuploi- die» invece, oltre che nei Paesi già citati, non è autorizzato in Francia, Grecia, Olanda, Norvegia e Svezia. LE PRINCIPALI COSE DA SAPERE

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PRIMO PIANO VOTAZIONE POPOLARE 3Corriere del TicinoVENERDÌ 29 MAGGIO 2015PRIMO PIANO VOTAZIONE POPOLARE2 Corriere del Ticino

VENERDÌ 29 MAGGIO 2015

Diagnosi preimpiantoUn passo verso l’eugeneticao semplice tecnica medica?Il 14giugnosi voterà sullaprima tappaper legalizzaregli esami sugli embrioni fecondati invitroDivisi partiti e associazioni: chi temeabusimilitaper il no, chi vuoleevitare sofferenzeper il sì

PAGINE DIROCCO BIANCHI

❚❘❙ Ogni anno in Svizzera nascono circa80.000bambini.Diquesti, circa2.000ven-gonoalmondograzie a tecnichedi fecon-dazione artificiale. Tutto benequindi? Pa-re di no, ché la Svizzera ha, oggi, forse lalegislazione inmateria più severa inEuro-pa. Inparticolare vietadi sottoporre a esa-me genetico gli embrioni generati artifi-cialmente prima che vengano impiantatinell’utero, la cosiddetta diagnosi preim-pianto (DPI), chepermette appuntodi di-videre gli embrioni sani daquelli non saniprima che vengano impiantati nell’uterodella futuramadre.Non potendolo fare, le coppie elveticheche o non possono avere figli o sono po-tenzialmente portatrici di gravi malattiedevono quindi assumersi il rischio di ge-nerarefigliconmalformazionipiùomenogravi. Due le conseguenze: chi può vaall’estero, nei Paesi dove come detto leleggeèpiùliberale;chinonpuòescoprediportare in grembo un figlio portatore dihandicap (la diagnosi prenatale infatti èpermessa), è confrontato al dilemma seabortireoppureno.Per ovviare a questo problema, che co-munque anche se riguarda solo alcunecentinaia di coppie l’anno genera grandisofferenze,Consiglio federaleeParlamen-to hanno deciso di rivedere le norme cheregolanolaquestione,decidendoappuntodi permettere anche in Svizzera la DPI.Prima tappa, la creazione di un articolocostituzionale ad hoc, che è poi l’oggettosucui voteremo il 14 giugno; seconda tap-pa, una legge apposita, già varata dallaCamere federali (cfr. articolo a in basso), eche entrerà in vigore dopo l’eventuale ac-cettazione dell’articolo costituzionale. Re-ferendumpermettendo.Il tema è tecnico,ma nonmanca di susci-tareemozioni,ancheperchésottendepro-blemietici emorali nondipococontocheattraversano e dividono praticamente tut-te le formazionipolitiche.L’UDCadesem-pio è schierata per il no, ma questa deci-sione è stata presa dal Comitato centrale(36 a 25) enondall’assembleadei delegati– la direzione ha ammesso che a pochimesi dalle elezioni federali non ha volutocorrere il rischio di far emergere profondedivisioninel partito – e chediverse sezionisi sono schierate per il sì; dall’altra partedello schieramento politico, i delegati delPS pur essendo tendenzialmente favore-volialnuovoarticolocostituzionalehannocomunquedeciso di lasciare libertàdi vo-to. Divisioni anche tra i partiti «religiosi»,

con gli Evangelici contrari, in linea conquanto propongono le chiese protestanti,e ilPPDunpo’asorpresa(120a83) favore-vole malgrado i vescovi svizzeri abbianoraccomandatodi votareno.Divise pure la associazioni delle personedisabili: alcune si sono infatti dette con-trarie in nome di una società la più plu-rale possibile (dicendo sì aumenterebbela pressione sui disabili e la marginaliz-zazione delle persone «fuori dalla nor-ma»), altre invece si sono espresse inmodo favorevole al nuovo articolo costi-tuzionale, rimandando la loro opposi-zione alla futura legge di applicazione,che giudicano troppo liberale e chedun-que combatteranno conun referendum.Una «terza via» che complica il quadrodella situazione e fatta propria anche daalcuni esponenti politici.

Le ragioni del sì e del noL’intento dei favorevoli allamodifica co-stituzionale è chiaro: evitare il più possi-

bile ogni sofferenza allamadre e al futu-ro bambino. Per le coppie che non pos-sono avere figli infatti la DPI permette diselezionare gli embrioni che presentanobuone probabilità di svilupparsi, facen-do sì che la gravidanzaprocedapossibil-mente senza complicazioni e la donnanon perda il bambino; per quelle poten-zialmente portatrici di malattie gravi, diselezionare gli embrioni prima di im-piantarli nell’uterodellamadre, inmodoche il figlio non erediti la malattia gene-tica dei genitori.Da notare inoltre che oggi tutti gli em-brioni concepiti nell’ambito di un tratta-mentomedico devono essere subito im-piantati nell’utero. La legge permette-rebbe invecedi selezionare e impiantareun embrione per trattamento. Con que-sta nuova disposizione si ridurrebbe ilnumero di gravidanze plurigemellari edi conseguenza i rischi per la salute dimadri e bambini.Per il comitato dei contrari invece si trat-

ta di una norma con tendenze eugeneti-che che distingue tra persone che sonodegne di vivere e altre che non lo sono.Contestate sono in particolare le regoleche si trovano nella legge, come l’au-mento del numero di embrioni e lo scre-ening per rilevare non solo anomaliegenetiche,ma anche cromosomiche.In generale, per chi chiede di votare no èfuor di dubbio che il Parlamento haaperto la porta alla selezione degli em-brioni, scoperchiando quindi il vaso diPandora della selezione eugenetica allavana ricerca di una società perfetta epriva di malattie. A loro avviso la pres-sione sociale sulle donne affinché si sot-topongano ad analisi genetiche per nonmettere almondo bimbi disabili potreb-be farsi dunque intollerabile, tanto chec’è già chi paventa che in futuro le assi-curazioni potrebbero richiedere test ge-netici alle future mamme, con conse-guenze finanziarie spiacevoli per chinon dovesse ottemperare.

COS’È LA DPI La diagnosi preimpianto consente di separare gli embrioni sani da quelli non sani prima che vengano impiantatinell’utero della futura madre. (Foto Keystone)

❚❘❙ Per qualemotivo dire no a questa tec-nicamedica?«La mia è stata un’evoluzione. All’inizioconfesso di essere stato tendenzialmentefavorevole al nuovo articolo costituziona-le. Poi però, nel corso delle discussionisulla legge di applicazione, leggendo, ap-profondendo e avendo contatti con chipraticamedicinariproduttivahomaturatoun’altra convinzione».Cosa l’hadisturbata?«Mi sono reso conto che questa non è l’e-voluzione della società che auspico. Que-sta volontàdella scienzamedicadi arriva-re a dominare la procreazionemi spaven-ta. Il Consiglio federale proponeva che laDPI fosse mirata a malattie genetiche edereditarie gravi (circa 500, 600 coppie l’an-no); il Parlamentohaallargato lapossibili-tàfinoadarrivareacirca6.000.Eunavoltaaperta la porta, comedimostrano le espe-rienze fatte negli altri Paesi la tendenza èsempre stata quella di cercare di spalan-carla semprepiù, di cercare ilfiglioperfet-to e su misura. Questa di sicuro non è lasocietàchedesidero».Malgradocosì si possaeliminareoper lomenoattenuare lasofferenza?«Di fondo mi pongo tre domande: esisteun diritto ad avere un figlio? Ad averlo sa-no? Ad essere sempre sani? Lamia rispo-sta è no: non può esistere un’esistenzapriva di malattia e di sofferenza, anche sesi spera sempre che non arrivi mai. Sce-gliere inunlaboratoriochièdegnodivive-re e chi no è un fatto che non si sposa conlamiavisionedelmondo».

Appunto, la sua; perché non permetterea chi lo desidera di eseguire una DPI?Nessunoèobbligato.«Ne sono consapevole: questo non è untemadipartito (tutti sonodivisi trasversal-mente)nédipropagandaelettorale,madicoscienza, incuiognunodevearrivareallapropria conclusione e in cui in ogni casonon esiste il giusto o sbagliato. Senza di-menticare che lo stesso corpo medico èdiviso su bontà ed efficacia di queste tec-niche.SonoancheconsapevolecheinaltriPaesi è fattibile, però io sono stato elettoper decidere le leggi svizzere, non di unaltro Paese. Guardare cosa è possibile fareinGranBretagnaonegliStatiUniti faveni-re i brividi: andiamo verso l’eliminazionedi tuttaunacategoriadipersone».Consiglio federale prima e Parlamentodopohannoesclusoquestederive.«Al momento sì. Ma già il Legislativo ri-spettoall’Esecutivoèstatopiùpermissivo,e altre proposte più liberali, chiamiamolecosì,nonsonostateaccettatedopolunghediscussioni e passaggi tra le due Camereper comporre le divergenze. Lo ribadisco:una volta aperta questa porta si entra suunpiano inclinatocheportaavolere sem-predipiù(è lanaturaumana)eanoncapi-re quali sono i limiti, quasi ci fosse un’on-nipotenza della scienza e della tecnicasulla vita».Perchéattaccaresubitol’articolocostitu-zionale allora? Perché non limitarsi alreferendumsulla legge?«Molto pragmaticamente, perché dopodiverrebbemoltopiùdifficile spiegareallapopolazione la differenza, perchéuno sì el’altra no. Per evitare che la legge entri invigorebisognaquindi combattere l’artico-locostituzionale.Riconoscotuttaviachecisono persone che hanno bisogno di que-stadiagnosi e che stodicendodinoanchea loro per paura che altri possano abusar-ne;nondimenticoperòcheinParlamentoègiàstatopropostoadesempiodipermet-tere di creare un “bambino salvatore”, nédimentico gli enormi interessi economiciin gioco, per cui ritengo che il rischio diderive sia ben più che ipotetico. Sono cer-to che una volta che avremo la legge arri-veranno atti parlamentari per chiedere dipermettere anche in Svizzera ciò che è giàrealtà in altri Paesi. Ho assoluta compren-sione per chi oggi vive questi drammi,macomepoliticodevoguardareoltre».

*consigliere nazionale PPD

❚❘❙ Lei è un medico. Per quale motivo èfavorevole?«Soprattuttoperché la leggeattualeè trop-po restrittiva rispetto ai desideri della po-polazione e le possibilità della medicina.L’unicoobiettivo che raggiungiamocon lanormativa attuale è di obbligare le coppieche desiderano effettuare una diagnosipreimpianto o comunque questo tipo dimedicinariproduttivaadandareall’estero.Creiamoundisagio,unasofferenzainutileper delle coppie che già probabilmentestannovivendounasituazionenonfacileedolorosa».

Leiparladidesideridimoltecoppie;nonèundiscorsounpo’pericolosoaccoglie-reognidesiderio?«Viviamo in una società libera, dove ognidonna può decidere da sola se interrom-pere la gravidanza entro la 12. settimana,dopounadiagnosi prenatale del feto. Per-ché non permettere alla coppia di antici-pare quella decisione prima della gravi-danza, evitando il trauma fisico e psicolo-gicodiun’interruzionedi gravidanza?»Dunque occorre accettare tutto quelloche lamedicinaoffre?«Ovviamente no! Occorre agire con pru-denza su questi temi. Il prossimo 14 giu-gno dobbiamo solo decidere semantene-re il divieto assoluto o se permettere ladiagnosi preimpianto a due ben precisecondizioni, enumerate nella legge già ap-provatadalParlamento: cioèpermettereacoppieportatricidi gravemalattiaeredita-ria (come la fibrosi cistica o la distrofiamuscolare) di avere figli che non ne sianoaffettieaumentare laprobabilitàdicoppiesterili didarealla luceunfiglio».Ma l’apertura a queste tecnologie preoc-cupa.Nonsene tieneconto?«Ogni tecnologia porta grandi vantaggiper l’umanità,ma anchepericoli. Proibirequalsiasi innovazione perché un giornoqualcunopotrebbeabusarnenonmiparecostruttivo. Allora dovremmo proibire itelefonini perché conessi si fa commerciodi droga o proibire Internet perché puòdiffondere la pedofilia. Dobbiamo inveceimparareagestire l’innovazioneentrocer-ti limiti etici insieme definiti, per averne ivantaggi e impedirnegli svantaggi».Questa diagnosi porta con sé ricordi sto-rici terribili, legati all’eugenetica...«Chiaroche l’eugeneticadelperiodonazi-sta fa ancora oggi paura. Ma votando sì,l’eugenetica resta proibita nella Costitu-zione. Questa continuerebbe a proibire icosiddetti “bebé su misura” e i “bebé sal-vatori“ (pergenerarecellule staminaliutilia fratellini o sorellinemalate)».Glioppositori temonoche laselezionedibebé sani discriminerebbe le coppie cheaccolgono figli con handicap. Non si ri-schiadidiminuire lasolidarietà?«Già oggi i genitori possono beneficiaredella diagnosi prenatale e interrompere lagravidanzapernonavereunbebémalato.La realtàmostra però che ci sono sempreportatori di handicap. La grande maggio-ranza lo sviluppa nel corso della vita. Noncredo che ci vogliano “quote di handicap-pati”pergarantire la solidarietà!»Chesuccederàdopo il votopopolare?«Il 14 giugno dobbiamo decidere se stral-ciare la seguente frase dell’art. 119 dellaCostituzione:“Fuoridalcorpodelladonnapossonoesseresviluppati inembrionisolotanti oociti umani quanti se ne possonotrapiantare immediatamente”, e sostituirlacon la seguente: “Fuori dal corpo delladonna può essere sviluppato in embrionisoltanto il numero di oociti umani neces-sariaifinidellaprocreazioneassistita”. Se ilrisultato sarà un sì, allora la legge d’appli-cazionesaràpubblicatasulFoglioufficialeesaràpossibilepromuovere il referendum(già annunciato). Dunque voteremo an-che sulla legge, probabilmente nel 2016.Se il risultatosaràunno,resterà invigore laproibizione attuale e le coppie continue-ranno a doversi recare nei Paesi dell’UE.Perciò invito tutti a votare sì!»

*consigliere nazionale PLR

❚❘❙ PERCHÉ NOMARCO ROMANO*

«Mispaventavolerdominarelaprocreazione»

❚❘❙ PERCHÉ SÌIGNAZIO CASSIS*

«Allecoppieoggi si causanoinutilidisagi»

‘‘Dobbiamo impararea gestire l’innovazioneentro certi limiti eticidefiniti insieme

‘‘Scegliere in labora-torio chi è degno divivere e chi no non faparte dellamia visione

Legge Ammesse le analisi per la sindrome di DownGiàprontaunapropostadinormativa sullaprocreazione incasodiapprovazione–Ma il referendumèannunciato

❚❘❙ Se pensavate che una votazione fos-se sufficiente per decidere, probabil-mente siete in errore. Il Parlamentosvizzero ha in effetti già adottato la re-visionedella Legge sullamedicinadel-la procreazione (LPAM). Contro que-stamodificapuò essere lanciato il refe-rendum, che del resto è già annuncia-to. Se riesce, l’elettorato svizzero saràdunque nuovamente chiamato a vota-re sul tema.In base alla nuova legge la diagnosipreimpianto (DPI) sarebbe autorizza-ta per le coppie che sono portatrici digravi malattie ereditarie o non posso-no avere figli in modo naturale. Restainvece vietata per tutte le altre coppie eper finalità diverse, come la determi-nazione del sesso o di particolari ca-ratteristiche fisiche e la produzione diun cosiddetto «bambino salvatore»,

ossia che abbia tessuti compatibili perla successiva donazione di cellule sta-minali a favore di una sorella o un fra-tello gravementemalati.L’aspetto principale della LPAM è chesarà consentita l’analisi dell’ovulo fe-condatoperdeterminare lapresenzadianomalie cromosomiche, come la sin-dromediDown(causatadallapresenzadi un cromosoma 21 in eccesso), e nonsolodimalattie genetichegravi eredita-rie, come lamucoviscidosi.Questapos-sibilità è stata voluta dal Parlamento; ilGoverno infatti aveva proposto di limi-tare le analisi alle sole patologie rare.Inoltre il numerodi embrioni sviluppa-bili in provetta verrà portato da tre adodici (tanto più elevato è il numero diembrioni, quantomaggiore è la proba-bilità che fra questi ve ne sia uno senzaanomaliegenetiche), e l’usodi sperma-

tozoi sarà permesso anche dopo il de-cesso del donatore, sia pure per un pe-riodo limitato.Saràpuresoppresso ildivietodi conser-varegli embrioni. Ledonnechericorro-no alla fecondazione in vitro potrannoinfatti farsi impiantare un solo embrio-ne e congelare gli altri. Ciò ridurrà ilnumero di gravidanze multiple. Il pe-riodo di conservazione sarà di cinqueanni, prolungabile al massimo di altricinque. Dopodiché gli embrioni saran-nodistrutti outilizzatiper l’ottenimentodi cellule staminali embrionali, con ilconsenso della coppia e alle restrittivecondizioni stabilite dall’apposita legge,in vigore dal 2005.Piccolo problema, la legge non defini-sce in modo preciso il grado di gravitàdi una malattia. Tuttavia, il messaggiodel Consiglio federale sulla modifica

dell’articolocostituzionaleenunciaunaserie di caratteristiche che possono de-scriverne il quadro: dolori forti e resi-stenti alle terapie, gravi limitazionidellamotricità, mancanza di autonomia chesi protrae oltre l’infanzia, gravi limita-zioni delle capacità cognitive o gravimalattie psichiche, gravi limitazionidella regolazione affettiva e la dipen-denzapermanenteagrandiapparecchidi assistenza (ossigenatori ecc.)….Oggi la Svizzera ha una delle regola-mentazioni più severe d’Europa inmateria di procreazione assistita. Lecoppie portatrici di unamalattia eredi-taria sono autorizzate a verificarne latrasmissione solo durante la gravidan-za, fatto che conduce spesso a unaborto. Di conseguenza chi può vaall’esteroper procedere a fecondazioniin vitro in condizioni meno rigide. In

futuro la LPAM permetterà agli inte-ressati di chiedereunadiagnosi preim-pianto, ossia un’analisi dell’embrioneconcepito in vitro prima del suo im-pianto nell’utero.Complessivamente con questa leggeall’anno in Svizzera potrebbero essereeffettuati 1.000 esami, da raffrontare ai6.000 tentativi di procreazione assisti-ta. La versione più restrittiva inizialeavrebbe permesso 50-100 diagnosiprenatali.Da notare che l’assicurazione malattiaobbligatoria (LAMal) non assumerà icosti néper la fecondazione in vitro néper la DPI. Sarà invece tenuta a rim-borsare i costi di un trattamentoormo-nale, purché il medicamento in que-stione figuri nell’elenco delle speciali-tà. Anche l’inseminazione sarà a cari-co della cassamalati.

La fecondazione in vitro (FIV)Per FIV s’intende la fecondazionein cui l’ovocita e lo spermatozoosono uniti in provetta (in vitro) fuo-ri dal corpo della donna e succes-sivamente impiantati nell’utero.

Come è disciplinata oggiLa FIV può essere applicata solose è garantito il benessere delnascituro. È inoltre consentitaunicamente se serve a rimediarealla sterilità di una coppia, dopoche gli altri metodi di trattamentosono falliti o sono verosimilmen-te destinati al fallimento e se nonsi può evitare altrimenti il perico-lo di trasmettere ai discendentiuna malattia grave e inguaribile.

Chi la utilizzaNel 2012 erano 6.320 le donnein Svizzera che hanno fatto ricor-so alla fecondazione in vitro; l’etàmedia era di 36,2 anni (39,4 pergli uomini), la minima di 19 (21) ela massima di 51 (66). Il 9% delledonne trattate aveva 29 anni omeno, il 39,3% tra 35 e 39 anni,il 19,8% tra 40 e 44 anni e il 2,2%aveva 45 o più. Nel 2011 i particon nascite plurime Sono stati il18,3% di tutte le nascite avvenutein vitro. In Svizzera attualmente sicontano 27 centri per il tratta-mento contro l’infertilità.

I motivi per cui si faIn Svizzera una coppia su sei ri-chiede una consultazione per dif-ficoltà di concepimento. Nel2011 tra le coppie che avevanoiniziato un trattamento, il 18,2%delle indicazioni riguardavanouna sterilità femminile, il 47,7%una sterilità maschile e il 23,3%una sterilità maschile e femmini-le. Per il restante 10%, l’infertilitàrimane inspiegata. Il tasso di gra-vidanza è di circa il 30% per ogniciclo di trattamento.

La diagnosi preimpianto (DPI)La DPI è una tecnica medica, concui gli embrioni prodotti con la fe-condazione artificiale sono sotto-posti a un esame genetico primadi essere impiantati nell’utero.Alle coppie portatrici di gravi ma-lattie ereditarie permette di sele-zionare gli embrioni che non pre-sentano i corrispondenti difettigenetici e di conseguenza di evi-tare che il/la bambino/a siaaffetto/a dalla malattia ereditariadei genitori; alle coppie che nonpossono avere figli in modo natu-rale consente invece di individua-re gli embrioni che lasciano pre-supporre una buona capacità disviluppo, favorendo una gravidan-za il più possibile senza complica-zioni ed evitando che la donnaperda il bambino.

Come è disciplinata oggiOggi la legge vieta di sottoporre aun esame genetico mediante laDPI gli embrioni prodotti con lafecondazione artificiale. Stabili-sce inoltre che per ogni ciclo ditrattamento possono essere svi-luppati al massimo tre embrioni.Inoltre possono essere sviluppatiin embrioni solo tanti ovocitiquanti se ne possono impiantareimmediatamente nella donna.Lo screening delle aneuploidiePer «screening delle aneuploidie»s’intende l’esame dell’embrionein vitro effettuato per rilevare ano-malie cromosomiche (nelle aneu-ploidie i cromosomi sono presen-ti in numero errato). Questatecnica è applicata in particolareper le coppie che hanno già subi-to diversi aborti spontanei o han-no alle spalle diversi cicli di fe-condazione in vitro non andati abuon fine. L’obiettivo è di aumen-tare le probabilità di successodella FIV.La situazione in EuropaTutti i Paesi europei permettono ladiagnosi preimpianto. Solo la Sviz-zera non la autorizza, mentre inAlbania, Irlanda e Lussemburgo onon è disciplinata o non è pratica-ta. Lo «screening delle aneuploi-die» invece, oltre che nei Paesi giàcitati, non è autorizzato in Francia,Grecia, Olanda, Norvegia e Svezia.LE

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