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Domenico Ludovico Raschellà, Saggio storico sul monachismo Italo-Greco in CalabriaMessina, Tip. D'Amico1925
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w/m/mmma
CTbc
lalnivcrsU^ of CbicaQOi
Kllbraries
I
'mM>MM'Mw/'^//MMm7Mwmm!'mimwM;m:mwmwM
Saggio Storicosul
MONACHISMO ITALO-GRECOin
Calabria
Pott.
DOMENICO LODOVICO RASCHELLA
SAGGIO STORICOSUL
MONACHISMO ITALO-GRECOIN CALABRIA
M
MESSINATipografia Ditta
D'Amico
1925
^^
^r^
-
"-f.A\;5'
\
1
V-'
--:iV.Vv^,
1040786
AI MIEI GENITOEIer
menarviil
con cui
Santo
protegge
debole dalle oppressioni del forte, tutto concorre a trasfor-
mare
la spelonca inaccessibile ini
meta di continui
pellegri-
naggi e a popolare
dintorni di altri penitenti che, pur abisi
tando in grotte diverse,
dichiarano tutti discepoli dell'Abateil
eremita e riconoscono in lui
proprio superiore.S. Elia
Trovandosi
il
divino
Cosma insieme con
nella
spelonca di Melicucc, nel tempo dellamattutini, vide tutto quel luogo
recita
degli innispe-
circondato di piccole
lonche abitate da una
moltitudine di monaci,
che
salmeg-
giavano e lodavano Iddio, e in mezzo ad essi
S. Elia,
come
una lucidala visione,
stella. Il
che veduto e rettamente interpretandoin sul
appena svegliatosi
mattino, disse al suo
discepolo
:
Levati su o fratello, perch io parta di qui. Iddio
vuole che in questo luogo sia
eretto
un cenobio.
e molti si
salveranno perIl
il
nostro Padre Eliacos,
(2)
Cenobio sorgeil
a grado a grado,
dall'Eremo,
donde
penitente solitario ricondottoal
ben presto, anche
contro voglia,
Monastero.
(3)
Non
vi
neppure sostanziale differenza fra la vita ce-
nobitica e la eremitica.cui duplice soltanto la
La Eegolaforma
unica: la Basiliana, di
di professione.
Se
si
vogliono
(1) {2) (3)
Vita di S. Mio, Pag, 165 e Vita di S. B. Vita di S. Mia S , Pag. 109-110. Vita di 8. Nilo, Pag. 182.
S.,
Pag. 106-107.
37fare distinzioni, si
pu concedere una differenza quantitativa,
non qualitativa.Nel cenobiola pluralit e
quindi la diversit delle co-
scienze sono rese uniformi sempre, almeno in quanto apparisce all'esterno, dall'osservanza della
Eegola e dalla ubbi-
dienza dovuta
ai superiori. Il cenobita^
come
tale,
obbli-
gato alla strettaziativa, setal
osservanza
della
Eegola, e
qualsiasi inidi
anche partisse dal superiore, dovrebbe esserele
natura da non superare
norme sancitealtrimenti
e
da nonsarebbe
urin-
tare la suscettibilit dei
confratelli;
franta l'armonia degli spiriti edeleteria.
l'egoismo
compirebbe opera
L'eremita invece
risponde
esclusivamente a Dio
e alla propria coscienza del suo operato. Solo nella sua spelonca, in
compagnia dei penitenti cheEegola
in
lui
venerano un
santo, osserva con scrupolo la
cenobitica,*
ma
li-
bero di valicarne
i
limiti.
Protrae
per lunghe ore, di nottecilici,
e di giorno, le orazioni; siste pelli di capra,
macera con digiuni e
ve-
non usa
calzari, soffre le intemperie, del
proprio lavoro non ritienefinire d'inedia, rifiutai
nemmenopii
l'indispensabile per
nongli
comodilo
innocenti, avvicina
estranei nel solo caso che ve
costringa
l'esercizio dellasi^irito, al
carit, trascura affatto ci che fuori dello
quale.
assoggetta
la
carne per diminuirla della pinguedinese stesso
Vi-
ve insomma in perenne violenza consce
e si defini-
un
lottatore,
un
atleta.
Orbene
:
tanto
fervore ascetico
eccessivo, straordinario;
non pu essere che individuale,
sentito e voluto dalla sola persona che lo professa, e perci
riuscirebbe inutile imporlo alla comunit.
Del resto
i
cenobiti
trascorrono
austeramente la vita
come
gli anacoreti^ nella
preghiera, nella penitenza, nel la-
yoro manuale e nello studio,
Ne la
differenza di nazionalit^
38o d regione dei monaci
pregiudica
alla
quiete
monastica,
n determina distinzione di abitazione, come nelle comunitdel
Monte Athos^ dove appunto
i
monaci sono
distribuiti
per nazione nei vari monasteri. In Calabria quelli che annoricevuto Pabito angelico, orientali calabresi, siciliani, convi-
vono in uno stesso monastero o
in
una
stessa spelonca^
si
aggruppano intorno
al confratello pii
venerando per santitil
e abilit di governo; al quale confratello vien datod'
titolo
Igumeno.
Egli
il
moderatore
della
comunit, secondo
le
norme sancite
dalla Eegola: a lui compete l'indirizzo dii
sciplinare e amministrativo del convento; egli accettavizi,
no-
ne sperimenta la vocazione e ne mette a prova:
le virti
monastiche
castit,
obbedienza e povert^ per la prima volta
elevate alla solennit di voto dalla Eegola Basiliana. All'I-
gumenosabile del
necessaria la cultura;il
ma
ci che
gli
indispen-
possesso della
virti.
Invitato S.
Nilo dai Padri per loro egu,
Monastero del B. Fantino
a
nominaresi
menoil
quella persona che la sua piet
degnasse eleggere
S.
Patriarca noiuin
il
fratello
germanoS.
del beato Fantinodi
chiamato Luca. Egli, dice l'agiografosano, sebbeneture, era
Bartolomeonelle
Eos-
non fosse molto peritoatto,
Divine Scritintelligente, afratello. (1)
molto
perch
economico
ed
governare, e nel vivere non inferiore alS. Elia J., sulal prediletto
suo
E
punto
di
partire per andare a Dio, rivoltogli
suo discepolo Daniele,il
disse
:
Dopo
la
mia
morte manda per far venire quisenio, perch governiritoil
discepolo del divino Aregli di spi-
mio gregge; giacch
buono
e perfetto .i
Della professione monastica
monaci hanno un concettola
sublime
:
essa
la via
sicura verso
perfezione, quella
(1)
Vita di S. Nilo, pag. 167,
39clie
pi avvicina a Do.
Il
monaco
un
angelo .
Egli
solo
pu disinteressarsi della materia, rinunciarei
alla carne
e valorizzare
fattori spirituali e, a preferenza dei
mondani,
meritare
i
privilr-gi delle
anime
elette.
Un
giorno S. Elia Speleota, a 18 anni, dopo di avere ascol-
tato la
voce del Signore
eli e
dice nell'Evangelo
:
Chi
non
rinunzia a tutto quello
clie x^ossiede e chi;
non porta
la cro-
ce non pu essere mio discepolo
come pureai
quell'altro av-
viso della Scrittura: Uscite di mezzo
mondani e separa j
tevene e non toccatedei
le
terrene
immondezze1
pens
:
chi?
mondani oper mai un prodigio1
Ohi
risuscit
morto
Ohi scacci un demonioderdoni, checi .il
Niuno
al
certo. Tutti
questi guidei
mondo non pu dare sonvolta al
propri
Monadi
(l)
Altra,il
Santo
comparveil
un monacoo
santa vita
quale, veduto che:
giovinetto indossava unvestito,figlio,
abito purpureo
Getta, gli
disse,
questo
giacch esso non conduce la giovent all'acquisto della prudenza,
ma
la trascina alle
colpevoli volutt. Oopriti invecedellaincorruttibilit^ e
della veste salutare e
della tunica
sottomettendo
i
tuoi omeri a quelli di Cristo e
seguendo
le
sue vestigia, sarai erede degli eterni beni, che Dio ha preparato a coloro che lo amano1. (2)
monaci passanoe
la notte
in
veglia, lodandoSi
Dio con
letture spirituali
con
cantici.
assoggettano ad aspre
penitenze, perch sanno che chi desidera esser libero dalle
passioni deve portare sempre la mortificazione di Cristo nel
suo corpo
.
(3)
Kei giorni
di digiuno
mangiano
solo
pane o
sole frutta
(\)(2)
Vita di S. E. S., pag. 83.Ibich, pag. 81.
(3;
Ibidem, pag. 118,
40ed erbe e bevono acqua,- quandodi pane,
non digiunano
si
cibano
legumi o pesce, che pescano essi stessi o ricevono,
in dono. (1)in
Usano anche,
il
vino, che alcuni monasteri,
anno
poca quantit
altri
a sufficienza
di
propria
produ-
zione. (2) Aborriscono la carne, e
chi ne
mangia
severaviolenti,di chi
mente
punito.
La carne
cibogli
dei
gaudenti, deidellaterra,
dei volHttuosi, di chi
ama
agi
non
aspira alla perfezione dello spirito nella penitenza. Eaccontail
biografo di S. Elia Speleo ta che, avendo uno dei monaci dall'odore
fatto uso di carne,ritolo al
conosciutosisi
il
fatto e rifeil
grande Elia, immediatamente
eccit
suo zelo.
Fattane diligente ricerca, da alcuni avanzi ritrovati fu scopertoil
reo. Riuniti
il
Venerabilei
Uomo
i
cani del monai
stero, gitt loro dinanzi,
pezzi di carne, edi fiutarli. Allora
cani non che
toccarli,
neppure ardironoil
cominci a rimdicendogli:
jjorverare
delinquente alla presenza di
tutti,
Yedi
:
i
cani^ quasi fossero obbligatila carne; tu poi,
alla stretta astinenza,
non ardirono toccare
o
fratello,
dotato di
ragione, e che hai professato di
camminare per
la via stretta
ed angusta che
mena
alla vita futura, hai traviato,
metten-
doti sulla via larga e spaziosa. Quelli
che mangiano carnei
sono simili alle
fiere
sitibonde di
sangue, come
lupi, gli
orsi, i leoni, tutti gli altrisi
animali
immondi; quelli poi che
nutrono sempre di erbe e di legumi, sono simili agli ucmondi, come (3)le
celliletti.
colombe,
le
tortorelle ed
altri uccel-
Tuttavia
i
monaci non intendono con
la penitenza atpiti
tentare alla loro vita terrena, che essi vorrebbero
dura-
(1) (2) (3)
Vita di S. Nilo, pag. 191.Ihid, pag, 178, lyi, 221.
Vita di S.
Mia
S.,
pag. 138.
41tura per soffrire dipiii;
anzi
sospendono
le
astinenze
pi
crude, quando queste
possono
procurare la morte. S. Nilo,
per undici mesi non bevve mai acqna, cibandosi ogni giornodel
solo
pane,
cbe
prendeva a
vesi)ero,
dopo
il
tramonto
del sole.il
Con
tale esperimento si studiava egli di liberare
corpo da quella naturale polluzione ad allontanare la quale;
moltissimi santi hanno dovuto combattere
ma temendo
la
arsura
non
gli
asciugasse
i
polmoni
,
smise di
astenersi
dall'acqua. (2)
Uomini
di
mondo, tormentati dagli appetiti sensuali,i
ai
piaceri della vita secolarerit del
monaci hanno preferitodiil
le aspe-
monastero,
persuasi
potervi
trovare
il
conforto
necessario nella lotta contro
vizio e vivere angelicamente.s
Comeil
potr, esclama
il
giovane Elia, in
verde et estin?
guere
fuoco delle volutt di che mi sento accesoio ripulire
In che
modo potr
questo sordido vaso di creta, perchdi
possa seguire una norma
vita
angelica'?.
.
.
.
IST
vi in
questo luogo, come io giudico^
un qualche monastero ove
possa entrare e dimorarvi per sottomettere la carne allo spirito . (1)
Del
tutto
negativo poi
il
concetto
che
essi
hanno
della donna.la
La donna nonversoil
ricorda loro la Vergine Odegitria,;
Conduttrice
riscatto e la salute
mala
la
debole
Eva
dell'Eden, la tentatrice
prima dell'uomo,
sventuradi
del genero
umano.
S. Nilo,:
interpretando le parole
Sansal-
Gregorio Nazanzienovarti la
In qual
modo
potr facilmente
donna estranea, quando ti abbia fatto cadere quella che tua ? risponde a Leone domestico Queste parole:
rivolge a te
il
dottore, affinch
non
isperi di
conseguire la
(1)(2)
Vita di S. Nilo, Pag. 155-156.
Vita di S.
Mia
S.,
Pag. 82,
42salvezza per mezzodella
donna
;
11
che ancora l'Apostolo,:
servendosi di parole pi
corrette,
ha confermato dicendopersalvareil
Che
sai
tu, o
donna,
se
tu
sii
marito
*?
(Cor. YlI'V-16) da questo certamente perch suo costume
mandare
in rovina l'uomo . (1)la viva
Di quivedere
ripugnanza che questi monaci hanno dieil
soltanto
una donna
divieto assoluto che donne
di qualsiasi condizione entrino nel recinto del chiostro.
San
Nilo una volta rimprover
i
fratelli
perch, stando tranquil-
lamente nella
cella,
non
si
erano accorti che una donna erararne la
e
la
dottrina
saera,
ne
vuolegli
specificare le dotialtri
straordinarie che lo distinguonodice
tra
monaci, e lo
uomo moltoil
esercitato
in
ogni
scienza,
che aveva
formato
cuore come una arca di
libri sacri
e profani, siadi
di quelle cose che
mai furono pubblicate, siaalla luce .
quelle che
dopo furono dateil
Da
quanto racconta in seguitoProclo aveva studiato la
biografo facile intendere che
scienza profana prima
che fosse
monaco,
essendo vissuto.
anche da giovane,I
tutto dedito alla lettura
(1)
Monaci Basiliani provvedono ad arricchire le loro biblioteche non solo delle opere di fama universale, come laBibbia,sii
S. S.
Padri e Dottori,
ma
anche
di
quei libri chealla
vengono pubblicando in Oriente intorno
questione
teologiche, col sempre aperte e dibattute^ e intorno al pri-
mato
del
Eomano
Pontefice, ancora
fortementeI
contrastato
dai seguaci dello
scismatico
Fozio,di
Monaci Greci Calastudi:
bresi non possono disinteressarsiessi
tali
vero che
non sono pressati
dalla necessit di combattere l'eresia
che non funesta
le nostre
Province;
ma
son sempre versaatti-
tissimi nelle discipline teologiche, nel
quale campo di
vit intellettualefatti
hanno
nobili tradizioni
da
perpetuare. In-
lo
scopo
principale
per
cui
venne
istituito l'Ordine
Basiliano fu di mettere argine al dilagare dell'eresia Ariana;i
Basiliani .sostennero la Divinit di Cristo
contro
i
Kesto-
riani,
l'Umanit
di Cristo e la
sua
duplice Volont controdel culto delle
Monofsiti e Monoteliti, difesero l'ortodossia
Immagini, resistendo impavidi
al
furore
degli inconoclasti,in Calabria,
da cui subirono persecuzioni e martiri. Diffusisi
(1) lbid.,'])SLg.
i86.
49
pur professandozione allaS.
il
rito
greco,
mantennero costante devola
Sede Apostolica, visitaredella
quale e rendere
omaggio
al
Capo Supremo
Chiesa
costitufioriti
sempre
il
voto e l'aspirazione dei monaci pi
illustri,
dal prin-
cipio dell'S" secolo al principio dell'I 1.
Le ricerchebrili,
di libri insi
Oriente
noni
sono
ancora feberuditi Ca-
u per
i
codici
appassionano
monaci
labresi,
come invece avverr
sul finire dell'll" secolo. Gliil
acquisti
non assumono ancora
carattere di vere
incette
membranacee,sibili
ma
sonole
occasionali,
bench facilmente pos-
a farsi per1'
continue relazioni tra le Colonie Bizantine:
Calabresi e
Oriente
infatti ecclesiastici di;
Reggio rivestono
cariche importanti in Grecial'Asia Minore e la Terra
i
monaci
stessi viaggiano perS. Elia di
Santa,
come
Tauriana,;
che va a Gerusalemme,di
al Sinai e
muore a Salonicco
S.
Luca
Armento, che compie
lo stesso pellegrinaggio e
va a Stu-
dion, a Saccudio, alofterte,
M. Athos. Non
difficile quindi che per
scambi, imprestiti arrivino nei Monasteri di Calabria
codici, gi rari e desiderati, ora unici e preziosissimi.
Acquisti di
libri
in Occidente;
non pare
si
sianoi
fattf,
almeno in quantit considerevoleBasiliani di Calabria
n risulta che
Monasteri
siano
stati
in relazione con le Badiee Inghilterra. Soltanto della eil
Benedettineil
d'Italia, Francia,ci
Germania
biografo di S. Nilo
lasciil
una descrizione minuta
visita fatta dal Santo, verso
980, ai Padri di
Monte Cassino
del
modo
nobilissimoi
come
fu ricevuto.
Sappiamo che allorai
Preposito enisse al
monaci
lo
pregarono che con tutti
suoi fratelli ve-
Gran..
Monastero ed in greco cantasse l'ufficio nella loro
Chiesa umilt;
;
ma
il
Venerabile Nilo sulle prime
si rifiut
per
non
pertanto, affinch tutti insieme avessero consolail
zione e fosse glorificato
gran
Nome di
Cristo, consent infine,
50ed avendo scritto degli inni, componimenti snoi propri in lodedel nostro S. P. Benedetto, in cui si racchiudevano le operepili
meravigliose della sua vita, riunitisi
i
fratelli,
clie
erano
pi di 60,
avvi al Monastero di Cassino ed ivi pernott,. (1)
egregiamente cantando
Nonavuto la
c'
noto per quale importanza per la cultura abbiadei
visita
Padri
Greci
ai
Padri
Benedettini
;
tanto pi che S. Nilo non fece ritorno in Calabria dopo quel
viaggio
e,
poco dopo la morte del santo Abate Aligerno, ebbedisdegnoso ed altero versosottoili
ad usare un contegno
Monaci
Cassinesi, decaduti" vituperosamente
governo di un
prioreil
il
quale, dice Pagiografo, ignorava chelo stesso ])io . (2)
uomo
fosse
Beato Nilo, anzi ignorava
Non
risulta
neppurela
clie vi
sianodi
state relazioni tra
i
Monasteri Calabresi e
Badia
Bobbio
^HBflpMmf
la
quale vanta tradizioni Basiliane, essendo stata fondata nel612, da
San Colombano, proveniente
dalle
Badie Basiliane
d^Inghilterra.
Solamente a
Eoma
i
Monaci Basiliani hanno motivo
di recarsi, per pregare sulla
Tombaal
degli ApostoliPontefice.
e tribu-
tare
i
loro
omaggiil
filiali
Sommo
Dopo
lari-
Calabria,fiorire del
Eoma
luogo pi propizio, in Occidente, al
Monachismo Greco,:
sotto la protezione immediatai
della S. Sedei
naturale quindi che
Monaci Calabresi
visitino
confratelli
Romani
nelle loro peregrinazioni alla Capitale delIl
l'Orbe cattolico e ne riportino libri e pergamene.
biografo di
San Nilo
ci
d in proposito una notizia importantissima, quando
(1) (2)
Vita di S. Nilo, Pag. 224 e 225.Ibid, Pag. 239 e 240.
51:
dice che
il
Santo un tempo
si
rec a
Eoma
per
pregare e
per ricercare alcuni libri .
Ma nonnirsi di libri,
tutti
i
monasteri hanno la possibilit di riforsi
che neppure tutti
possono sempre acquistaredi
o avere in prestito. Di qui la necessit
ampliare e dif-
fondere
il
materiale bibliografico per mezzo della calligrafia,i
a cuisi
si
dedicano
migliori ingegni dei monasteri, nei quali
costituiscono scuole per l'insegnamento dell'arte calligra-
fica.
La
esercitano con perizia insuperabile cenobiti ed eremitisi
;
specialmente quelli che
sono dedicati
al culto della scienza.;
Lai
preferiscono tra le altre occupazioni
poich, trascrivendo
codici,
hanno motivo
di esercitare;
la
mente
nelle
verit
gi meditate nelle ore di studionell'attenzione chesi
e
nella difficolt dell'arte,
richiede per
trascrivere con
eleganza
e parsimonia di spazio, data la
scarsezza della
pergamena,il
riconosconodagli affetti
il
mezzo pi;
efficace
per
distrarre
pensiero
terreni
col lavoro
materiale
infine si guadaal
gnano
il
pane quotidiano, concorrendo pure
sostentamento
della comunit, e ubbidiscono al precetto divino, che
impone
a
tutti
il
lavoro, e al monito dello stesso S. Fondatore Basilio,:
che dicevov.Il
er
Francesco
Pignaielli,
Vicario
Generale delle Calabrie,straordinari dal
impetrare provvedimenti affatto
Papa
in ordine alla provincia distrutta dalil
terremoto.
E
difatti
Pio 6" eman
Breve Post integrum
del 13 aprile 784; nel quale,
dopo l'accenno
al disastro della
Calabria Ulteriore e aver detto come
Ferdinandofino
vi avesse
gi speso oltre 200 mila ducati e rimessi,gliori,i
a tempi mi-
405 mila ducati
di tasse
annuali, veniva ordinato,
nella pienezza dell'autorit Apostolica, che si dovessero sop-
primere tutti
i
Conventi abitati da meno di 12 Religiosi,
1
(1)
De
LoitENZO. 2 Manipolo,
pag.
29'J.
149beni dei quali erano devoluti all'edificazione delle cattedrali,parrocchie, episcopi, seminari,si
conventi,
ospedalipiti di
ecc.; clie
dovessero conservarei
i
conventi con
12 Eeligiosi;distribuirsi
cheper
religiosi dei conventi soppressi dovessero
i
Monasteri del
Eegno. Eilasciavasiil
infine al giudiziole
prudente del Monarca
poter die
sopprimerealtre
opere piemigliore
malamente amministrate
mutarle in
con
organizzazione. Bench sull'autenticitnella forma in cui
di tal breve,
almenoi
comunemente
si
riporta, gravino
dubbinellail
degli eruditi, pure, a volerlo ammettere
come autentico
sua integrit, da notare come, per quel che ne riferisceYivenzio, storico ufficioso del Fignatelli,il
Governo
di
Kapoli
non avesse
dubitato di decretare la estinzione di ogni
Ordine
Religioso nella Calabria Ulteriore e autorizzare la secolariz-
zazione dei
frati.
Fu
fondata allora la Cassa Sacra, coli
mandato
di
am-
ministrare non solo
beni
delle
istituzionii
soppresse,
ma
di esercitare altres l'ispezione e
giudizi sull'intera
ammi-
nistrazione dei beni ecclesiastici.
La Giuntaconuffici
della
Cassa
Sacra,
stabilita in
Catanzaro,per-
subalterni in Monteleoue, Eeggio e Cotrone,di
petr un gran numero
soprusi e di
sacrileghe
profana-
zioni nei beni ecclesiastici, particolarmente monastici.
In quelle gravi circostanze furonoimmobiliari subite dai Basiliani,assottigliate lei
immense
le
perditepii
quali videro
sempre
proprie
file
non tanto dalla morte quanto dalle
secolarizzazioni volontarie o imposte, in ogni
modo semprei
raccomandate o
facilitate dal
Governo. Infatti
monaci ap-
partenenti a famiglie nobili o ricche di censo, non soffrendodi
esulare
dalla
propria
regione,
per
restarvi,
mutavano
l'abito
monacale in quello^cclesiastico,
150Cos Reggio perdettei
Basiliani di Oalamizzi e di Trai
pezzomatale
e,
nelle vicinanze, quelli di S. Stefano;fino a quel
soli
che
erano rimasti Deglialtri
tempo.
Monasteri Basiliani della Calabria Meridioci
nale nessuna notizia
occorse di raccogliere
:
la ricerca
forse impossibile per la dispersione dei libri delle BibliotecheBasiliane, gi decimate nei secolianteriori,
maSacra,
orain
final-
mente,Ijarti
per
i
provvedimenti
della
Cassa
varie
trasportate o trafugate.I Monasteri Basiliani della Calabria Settentrionale
non
furono
vittime dei
disastri
naturali,
ma
della
durezza dei
tempi e della cattiveria
degli
uomini. A. S. Adriano,
uno
dei pili illustri, tocc la ventura di raggiungere gli sgoccioli
del
18
secolo.
Dibattutosi
esso,
per
tutto
il
secolo
in
varie vicende di vita e di morte
per
conservare
un certo
diritto di giurisdizione civile su S. Benedetto UUano, giacquealfine nel 1794, per ledi rito greco S.
denunzie e petizioni degli
Albanesi
Maria del
Patire,
la
insigne
comunit del Padre
Bartolomeo di Simmari,tizia nel
divenuta gi
commendafin
cardinali-
1500 e commenda regia nel 1794,
nel 1806,
soppressa da Giuseppe Bonaparte, che vend a privati quest'ultima reliquia del grande Istituto Basiliano nella CalabriaSettentrionale.
AX)er
Eeggio
si
fa sentire ancora qualche comunit, la quale;
non ha casa propriadi
poichal
i
beni di Calamizzi,stati
di
Trapezzomata eluti dai
Giovanni
Castaneto erano
devo-
Piani del Marchese
Spinelli di Fuscaldoil
alFantico
Collegio dei Gesuiti. Anzi fu proprioaffidare ai pochi
Fuscaldo che vollecura delCollegio,
Basiliani di
Eeggio
la
rettore del quale fu oominato l'ab. Fortunato Smorto,
151Egli dovevagliervi tutte ledi
rimettervi
il
Couvitto
dei
Nobili,
racco-
pubbliche
scuole
sopravviventi,lo Statuto
compilare,Collegio e
accordo
col E.
Governatore,
del
porvi a professori dei Padri Basiliani.Il
padre Smorto
port a compimento la suareligiosi
oi)era, in;
verit aiutatoBasiliani
poco daidi
del suo Ordine
poich
i
ridottissimiriusciti a
numero
e scarsi di soggettisolo
abili,
non erano
fornire che
qualcheil
professore,
come
il
padre Miracco. Pi tardi sotto
Murat venne mu-
tata persino la direzione del Collegio.
(1)
Di poi non v' cenno alcuno dei nostri Basiliani: il Monachi-
smo Greco
Cai. cede
mano mano
all'urto della violenza degli
uomini pi che del tempo; eppure vuol morire mirabilmente sul
campo, come un
atleta,
impegnato a lottare
fino all'estremo
anelito a vantaggio della Eeligione e del progresso
sociale.
CAPOEeliqiiie hasiliane nell'arte
VI.
BihUoteche: Costituzione incre-
mento
e
decadenza di esse
Sirleto e Farnese
Prelevamenti dei Cardinali
Provvedimenti del Gen. Menniti
8va
collezione a 8. Basilio
De Urbe a Poma
e
a Grotta
Ferrata
Vario contributo a questa collezione da parte
dei Monasteri Calabresisferita allale
La
collezione del 3Ienniti tra-
Vaticanail
Condizioni delle Biblioteche dopodel
asportazioni e
terremoto
1783
opera della Cassa Sacra
Perdite perricognizione
Necessit
della
del materiale bibliografico dei Monasteri
Calabresi.
Che
resta oggi dell'opera del
Monachismo Greco Calapropriaaffreschi
brese? Ben poca cosa, per quanto riguarda Parte
mente Basiliana. I monumenti architettonici e(1) De Lorenzo, Le Quattro Terso Manipolo, pag, 126 e segg.
gli
Motte..', pag,
245 e segg.
Idem.
152cheli
decoravano soffrirono l'ingiuria del tempo e degli
ele-
menti, mentre l'ignoranza e l'incuria dei naturali van cancel-
lando qualsiasi traccia
di ruderi.
Del resto una completa ricognizionestiche Basilianetentata, sesi
delle reliquie artifatta,
non
solo
non fu ancora
ma nemmeno
eccettuano alcuni appunti pregevoli, pubblicati
da Mons.
De
Lorenzo, da Mons. Taccone Gallucci, da qualche
altro collaboratore della Rivista Storica
Calabrese e in ul-
timo,
con
competenzaOrsi.
di
scienziato e sentimento di artista,
dal Sen. Paolo
Del monastero
d S.
Maria
di Terreti, gi
rovinato
fin
dal chiudersi del 1500
non resistono che informialla fine
calcine;
mentre dell'antica Chiesa,,cora
dello
stesso
secolo an-
bene ornatamil
in
usum graecumera
ed
affidata a
due
cappellani,
De Lorenzo poteva1887il
studiare e descrivere qualgii
che avanzo. Nelnella
tempiole
privo
di
tetto
met
anteriore,
con
pareti e
pilastri
rovinati ai
mezza
altezza, nel quale stato lo
han dovuto
lasciare
ter-
remoti del 1783...
La mete,
posteriore della
Chiesasul
sopravdavanti,il
visse alla catastrofe
serrata
con
un muro
form
la cappella dell'abbazia, in cui fu continuato
culto
nei primi decennali del 1800.
Eccone
l'
architettura.
Due augustissime navatedella
laterali
fiancheggiano la principale; a capo
quale
s'addentra
un'abside proporzionata alabside quattro archiadi
corpo
dell'edificio.
Avanti dellail
sesto
acuto
sostengono
tamburo
su cui posa la cupola
forma schiacciata.insieme
Questo corpo
centrale
con
l'abside e le pro-
porzioni corrispondenti delle due
minoridi
navate formano lasquallida,
cappella conservata di S. Mariascrostata e priva diculto,,.,.
Tirreti, oggi
Fella tribuna sussiste tuttavia
^
153
qualche tratto dell'anticodisegni geometrici consioni
pavimento a mosaico, formato apoligonidi
tassellii
diverse dimenil
e
colori
vari,
tra
quali
ha larga concorrenza
verde. (1)
L'Orsi lamenta che dal 1887visitato a scopo di
in poi nessuno abbia pi
studio
questo.
monumento, per incuriave
degli uomini oggi raso al suolo e scomparso,
Eppure, mal-
gradopili
i
ripetuti insulti sismici cheil
in
otto
secoli
avevano
volte distrutto
monastero e partele absidi
della
Chiesa, le
forme in curva, cio
erano simaste incrollabili. Sedi
non che, nel 1860
al
Comune
Eeggio, divenuto propriecircostante terreno,
tario degli avanzi della Chiesetta e dello destin
a cimitero, la cuidella
cappella venne
ricavata dalla gravissimi
parte
superstiteil
Chiesa Basiliana,
Sub
danni peril
terremoto del 1908,
ma non-
croll, fino a
che
Municipio di Eeggio nell'agosto
settembre 1915 non ne
ordin la demolizione a raso suolo, senza che primasi fosseropresi rilievi e fotografe. (2)allo zelo
Dobbiamo
tuttavia esser grati
costantemente da P. Orsi dimostrato per la nostrale
Terra e per
sue
reliquie artistiche, se
oggi possiamo a-
vere la ricostruzione grafica della Chiesa, com'essa appariva
primaadi
del 1915, e
uno studio
sulle preziose placche in gessola
rilievi,
che un
tempo decoravanodel
distrutta Chiesetta
Terreti, donde, a cura
E.
Ispettore
Onorario degliri-
Scavi e Monumenti, Prof. Cav. Frane. Morabito, furonotirate e custodite nel
Magazzino Archeologico
dello
Stato,
in Eeggio.
Quantod
alla
Chiesa di S. Kicolci
di Calamizzi, le visite
Mons. D'Afflotto (1593-1638)
notano che essa misurava
(r, (2)
De Lorenzo, LeOrsi, Fiacche
Quattro Motte, pag. 142 e segg.gesso decorate.. ", pag. 3 e segg.
m
154
23 m. in lunghezza sopra 13
di
larghezza eS.
che vi eranoNicol titolaredi
due
altari, dedicati
a S. M. Maggiore e aquella di Terreti,didi
del cenobio.S.
Comeal
Trapezzomata e
Giovanni
Castaneto1783, egiorni
Calanna, anchedi
questa per
col terremoto del
sull'areail
essa e del cenobio
sorse finomizzi. (1)
ai
nostri
fabbricato
Eamirez a Cala-
Del Monasterol'antica Spelonca di
di S.
MelicuccElia
avanzano ruderi, pressoin
Speleota, tuttavia
venera-
zione ijresso
i
naturali.di S. Elia
Del
Monasterole rovine.
Ennese
d
Palmi non restano
nemmen
Anche
di quel di S.
M.
di Tridetti ogni traccia
scom-
parsa, e della sua Chiesa, piccola basilica a tre navi, dalle
dimensioni di
m.
15,50
X
10,25,
resta,
come
dice
l'Orsi,
miracolosamente intatta la facciata, oggi interrata nella sual)arte inferiore.
Cadutoad unal)erto,
il il
tetto centrale a
due falde e
i
tettucci lateralisecoli sco-
monumento, rimasto da ben due and incontro a un vero sfacelo. (2)sola,
La Chiesa abbaziale
di
S.
Giovanni
Theresti di Stilo,
dopo
tre secoli di
completo abbandono regge ancora saldaagliaffronti
nelle parti centrali
della
natura
e dell'uomo.
Ha
la
forma
di
un T
e le dimensioni di m. 29.10
X 11'20.in-
L'Orsi descrivetino -Normanno e un
particolarmenteprezioso
il
monumento Bizanmiracolosamente
dipinto,
(1)
De
Lorenzo, Le Quattro Motte, pag. 246
Nel magazzi-
no archeologico statale di Reggio C, a cura del Prof. Morabito sono che rappresentano, pur troppo ricoverate due altre colonnine l'unica reliquia superstite di S. Nicol di Calmizzi Vedi: Orsi, PlaC'che, pag. 11.(.2)
Orsi, S. Maria Tridetti, Passim.
155tatto, esistente
su
di
una paretedi
della
Chiesa stessa.
questo un grande pannello
m. 2
X ^-95
rappresentante
una Madonnasolutamente
in trono, eal
quantodisottoal
all'et
pare non possa asSvevi, ed anzi con12,
scendere
degli
molta probabilit, pare risalga
secolo
cio quasi al
momentoVisi
della fondazione della Chiesa.
osservano residui13.
di
altri dipinti
che possono ap-
partenere al sec. 12 o
Del Monastero, gi dal 1660
abbandonato dai monaci,consenso di
che, per isfuggire alle bande brigantesche, col
Papa Alessandrozione a Stilo,si
7, (1)
erano passati in
una nuova abitail
vedono alcuni avanzi, tra cuiancorail
solido
maro
che cinge in parte
monastero
col
suo poderoso
portale a bugne, opera della fine del 500 o dei primi del 600. (2)
Del Patire nulla restabattute daiterremotie
delle
costruzioni
normanne, abdi
rifatte
senza
cura
conservare
quanto d antico meritasse rispetto.
Le fabbriche ancora
esistenti dall'Orsi son giudicate dial
povera muratura, n anteriori
500.
La Chiesa
esiste
oggi
ancora,
quasi
intatta nel suoitre
vari elementi, sebbene molto travestita.
Ha
navi di m.
27.20
X 14.35.pavimento della Chiesa, colgran lunga pi nobilesuo tappeto musivo eradi
Il
la parte di
tutto
il
monumento;del
esso venne eseguito dall'abate Biasio,
successoreera
B.
Bartolomeo.to
Un
tratto delle
navi
laterali
pavimentadei
a
grandi formellepoligoni,stelle,
rettangolari,
racchiudenti
tonditrian-
congoli.
losanghe,
rombi,
spinapesce,in
Di esso sono
superstiti pochi avanzi
misero stato,
(1)
(2)
Batiffol, Op. e, pag. 44. Oksi, B- Giovanni Vecchio di
Stilo,
Passim,
156in corrispondenza alle porte laterali. Quella centrale
inveceeffetto.
trattata a vero mosaico, grossolano,
ma
di
grande
Xient'altro ha di artistico la Chiesa del Patire, dal 500in poi spogliata di tutto per Pavidit
dei violenti, favorita
anche dall'incuria dei monaci.
(1)
I maggiori danni subiti dal
Monasterodal
di
S. Adriano,
gi scosso dai terremoti, datano
1794
quando
fu sop-
presso da Ferdinandoal Collegio
4,
assegnando
fabbricato e
renditeil
Greco- Albanese di S. Benedetto Ullano. Tersola facciata della Chiesa, che,
1856 scompare
deformata ednella
al-
terata, radicalmente
rimaneggiata
nelle
absidi e
cu-
pola,
ha perduto gran parte del suo valore architettonico.Eesta sempre pregevolissimo e inparte
conservato
il
pavimentoquale d
di
marmi
di svariata e di
pittoresca
policromia, la
l'illusione
un
vasto
tappetofacilmentedi
orientale distesorisale,
per
il
tempio. L'opera magnificaal
secondo
l'Orsi,
tempo
di
S.
Bartolomeo
Rossano.
Delle preziose suppellettili sacre e delle reliquie, scom-
parse o vendute, nulla resta, salvochiuso in una custodia cilindricain
il
braccio di S. Adriano,argento, con
di
un piedein legno
rame dorato, sbalzato
e cesellato; e
una crocetta
duro, lavorata a giorno, con mirabile lavoro di microtecnicae con soggetti relativi alla Passione, forse donata, alla del 15" secolo, dai coloni albanesi. (2)
met
Un
documento che rende imperitura
la gloria del
nostro
Monachismo Greco
costituito ancora oggi
dal
patrimonio
delle antiche Biblioteche Basiliane.
Finsi
dall'8 secolo
i
Cenobi e
gli
Eremi
della
Calabria
erano arricchiti di monoscritti, provenienti dall'Oriente, da(1)
Oksi, Il Fatirion di Bossano, pag. 6 e se^g. Orsi, La Chiesa di S. Adriano, parovincie d'Italia.
codici greci che attualmente possiede l'Universit di
(1)
Vatic,
1.
(il89.
(2)
Batiffol, Op. e, pag. 3y
e segg.
159
Messina provengono appunto dalle Badie Sicilianevalenza da quella del S. Salvatore.Il
e in pre-
progetto del Menniti fu eseguito nel corso degli anni
1697, 1699.i
A
S. Basilio
De
Urbe, quindi, furono
radunatilet-
libri e,
i
monoscritti calabresiil
specialmente di genere
terario
poich
Generale
volle
abbandonare ai
Grotta
Ferrata la maggior parte deiziosissima la collezione deie q nella del Patire.
libri liturgici, tra
quali pre-
Menoea
di
S. Elia
di
Carbone
Alla collezione di Eoma, che, codices graecos
secondo
il
Montfaucon,
centum quinquaginta
circiter complectitur,
omnes ferme
in membranis, ac vetustissimos ex monasteriis, (1)i
Oalabriae advectos
17
Conventi
che
formavano adiffe-
quel tempo la Provincia di Calabria contribuirono in
rente modo, secondo la loro importanza e secondo la condi-
zione a cui la violenza e le vicende
li
avevano
ridotto.
Cos nulla diede
S.
Maria
di
Scalito
presso
Mileto,
divenuta gi una semplice grancia del Patire, tenuta da un
monacoS.
e
da undi
laico
;
e nulla diedero S. Elia di Melicucc,S.
Maria
Trapezzomata, S. Onofrio e
Maria
di Eovito,
che avevano perduto ogni importanza.S. Basilio della
Torre di Spatola aveva soltanto quattroj
monaci e
tre laici, senza libri
e senza biblioteca era pure S.
M-
codemo
di
Mammola,
gi
commenda
del Cardinale A. Carafa nel
1586, ora abitato da cinque monaci. (2) Di S. Filareto di Seminara conosciamo una quetanza fatta dal copista Giovanni Santa-
maura per alcuni manoscritti,
in data 2-8-1574. Io
Giovannepresente
Santamaura, Oyprioto, della cita
di Nicosia, per la
declaro bavere scritto Pinfra nominati libri greci in la Ven.
(1) [2)
Montfaucon, Op.
e.
face. 23*.
Batiffol, Op. e, pag. 43 e segg.
160
Abbatia
di S. Filareto,
nello
terretoro di
Semiaara, qualidalla presente
era di bisogao a farse essendo et
mancavano
Ven.
liab. et li
reverendi padri et in detta hab. stanno non
potevanolibri et
satisfare lo culto divino ordinariamente senza dettiscriverli,
per tale effecto mi hanno fattole tre
videlicet:ri tu
uno Missale graeco con tutteuso graecosi
misse
et
allo
et
soleno a dire ogniuna
alli giorni,
et si
deveno
dire con pii evangeli: et apistole, coUecte, antiphoni et altre
cose necessarie, et
si
abbisognanosanti,
alla
misa delleMessaletre.
feste co-
mandate
et di piti altri
detto
escritto discritto
carta bastarda fogli 75,altro libro
dico
quinterni
Ho
un
chiamato in
greco
Catauictyco,diofficio
intra lo
quale
sonnotica,
certi
canoni ovvero reguleitaliana voisi
chiamati Catanie-
et in lingua
dire
compassionevoli
overo
regole penitentiale, le qualeintrali
solano dire
per ogni giorno
offici
dello matutino.
In detto
libro
ho
scritto diallo
carta bastarda dui quinterni.
Ho
scritto
15
giornate
minio di marzo
et altre allo
minio di magio de modo, et hofogli 16, allo
scritto in detti dui minii,
da carta bastardal'officio
minio di aprile haggio agiungiutoquale non era scrittoalli
di S. Philoreto lo
minii,
ma era scrittolol'
separatamente
perpoi
lo
decto santo, non era delli canonizzati per essere stato
cheaet
seranocerti
canonizzatilibri
li
santi,
quale
officio
eradi
scritto
vecchi
:
etdi
io
hagioalli
scritto
novo
F ho miso
allo
minio
aprile1'
8 del
detto,
ho
scritto di charta bastarda fogli 4,
officio del1'
Corpo
di
Cristo era scritto a certi libri antiqui et io
haggio rinnobastarda
vato et lo misi allofogli 3,
triodi,
ho
scritto
di
charta
ho
scritto fogli di charta alla psalmistatuttili
dove man-
cavano et hammanoet
fogiii
151 et hanno quinterni 6
uno
foglio scritto, per lo quale
mia fattiga ho avuto dal
:
iGi
magnfico signore Giov. Pietro FalPaqua in denari contanti...et per la charta ancora et
ho miso
la quale di
era la
mia
et
l'havia comprato
d Messina ragioneregnodi Napoli,
grana 12
lo quin-
terno novit di questo
summano
denarii 3,
13 de cinnabro etlitere
altri colori
che ne abisognaro per fare lelibri
majuschule, capiversi et rubriche in dettitutti
d
sunno
d
et per fide della veritet cos
ho
scritto la pre-
sente di
mano mia
mi intendo per pagato(1)
et satisfatto.
Da
Siminara, a di 2 de agosto 1574.
S. Filareto nel
1700 era commendalaici,
di
225
scudi, era
abitato da cinque monaci e duelibreria, gi da un secolo visitata da
ed aveva una piccola
trafficanti di manoscritti. (2)
Molto invece sar stato trasportatoS. Pietro di
dal
Monasteroil
di
Arena, di cui sappiamo che, verso
1135, dal
fondatore Abatealtri
Gerasimo era statodei
dotato,
oltre:
che di
oggetti,
anche
seguenti
manoscritti
Horaria
quatuor....
Oondacia... et
unum
Tetradium... Liber quatuorornatus, cuius
Bvangeliorum aureis capitulisest
operimentumcon-
phuphundum:
Libri Evangelorum per
annum duo:
dacia alia duo: quorum aliud
Praesanctificata,:
aliud ritum
Baptismi continetsolennitatibus:
:
Acta Apostolorum
Libri duo
magni pr
Commentarla in Acta Apostolorum, Studites, Synaxarium Joannes Climacus, Geronticou, siveliber ubi:
dieta seniorumS. Athanasii: S.legis, et
alius liber S.
Ephraemalius:
:
alius S. Basilii
:
alius
Athanasii item
Liber Nomocanonis: liber
novus Paradisus, Damasceni dialogus, InterpretatioEuchologium,
Liturgiae S. Basilii,
Menaeavitas
tria
pr diurno
usu: aliud
Menaeum mensis Augusti
habens, et ser-
(1)
1888.
Codex Parisinus,
gr. 3067, fol. 47,
pubbl. da M.
Omont
nel
Batiffol, Op. e, pag. 124 e seg.
(2)
Ibid, pag. 44.
160
Abbatta
di S. Filareto,
nello
terretoro di
Semiaara, qualidalla presente
era di bisogno a farse essendo et
mancavano
Ven. bab.
et
li
reverendi padri et in detta bab. stanno nonlo culto divino
potevano satisfarelibri et
ordinariamente senza dettiscriverli,
per tale effecto mi hanno fattotutte le tre
videlicet:ri tu
uno Missale graeco conuso graecodire consi
misse
et
allo
et
soleno a dire oguiuna
alli giorni,
et si
deveno
pii evangeli: et apistole, collecte, antiphoni et altresi
cose necessarie, et
abbisognanosanti,
alla
misa delle festeMessaletre.
co-
mandate
et di pii altri
detto
escritto dscritto
carta bastarda fogli 75,altro libro
dico
quinterni
Ho
un
chiamato in
greco
Catanictyco,diofficio
intra lo
quale
sonno certi canoni ovvero regaletica,
chiamati catanic-
et in lingua
italiana voisi
dire
compassionevoli
overo
regole penitentiale, le qualeintrali
solano dire
per ogni giorno
offici
dello matutino.
In detto
libro
ho
scritto diallo
carta bastarda dui quinterni.
Ho
scritto
lo
giornate
minio
di
marzo
et altre allo
minio di magio de modo, et hofogli 16, allo
scritto in detti dui mnii,
da carta bastardal'officio
minio di aprile haggio agiungiutoquale non era scrittoalli
di S. Philoreto lo
minii,deltili
ma
era scrtto separatamente
per lo decto santo, non erapoi
canonizzati per essere statolo1'
cheaet
seranocertil'
canonizzatilibri
santi,
quale
officio
eradi
scritto
vecchi
:
et di
io
hagioalli
scritto
novo
ho miso
allo
minio
aprile1'
8 del
detto,
ho
scritto di charta bastarda fogli 4,
officio del1'
Corpo di
Cristo era scritto a certi libri antiqui et io
haggio rinnobastarda
vato et lo misi allofogli 3,
triodi,
ho
scritto
di
charta
ho
scritto fogli di charta alla psalmistatuttili
dove man-
cavano et hammanoet
fogiii
151 et hanno quinterni 6
uno
foglio scritto, per lo quale
mia fattiga ho avuto dal
IGlmagnifco signore Giov. Pietro Fall^aqua in denari contanti...et per la charta ancora et
ho miso
la
qualedi
era la
mia
et
l'havia comprato
d Messina raginelis'apoli,
grana 12
lo quin-
terno novit di questo regno di
summano
denarii 3,
13 delitere
cinnabro et altri colori
che ne abisognaro per fare lelibri
majuschule, capiversi et rubriche in dettitutti
d
sunno
d
et per fide della verit et cos
ho
scritto la pre-
sente di
mano mia
mi intendo per pagato(1)
et satisfatto.
Da
Simnara, a di 2 de agosto 1574.
S. Filareto nel
1700 era commenda
di
225
scudi, era
abitato da cinque monaci e due laici, ed avevalibreria, gi
una piccola
da un secolo visitata da
trafficanti di manoscritti. (2)
Molto invece sar stato trasportatoS. Pietro di
dal
Monasteroil
di
Arena, di cui sappiamo che, verso
1135, dal
fondatore Abatealtri
Gerasimo era statodei
dotato,
oltre:
che di
oggetti,
anche
seguenti
manoscritti
Horaria
quatuor....
Gondacia... et
unum
Tetradium... Liber quatuorornatus, cuius
Evangeliorum aureis capitulisest
operimentumcon-
phuphundum:
Libri Evangeliorum peraliud
annum duo:
dacia alia duo: quorum
Praesanctficata,
aliud ritum
Baptismi continetsolennitatibusStudites,:
Acta Apostolorum: Libri duo magni pr liber ubi Commentaria in Acta Apostolorum,:
Synaxarium:
Joannes
Climacus,:
Geronticou,:
sivealius
dieta seniorum
alius liber S.
Ephraem
alius S. Basilii
S. Athanasii: S. Athanasii item alius: Liber Fomocanonis: liberlegis, et
novus Paradisus, Damasceni dialogus, InterpretatioEuchologium,
Liturgiae S. Basilii,
Menaeavitas
tria
pr diurno
usu: aliud
Menaeum mensis Augusti
habens, et ser-
(1)
1888.
Godex Parisimis,
gv. 3067, fol. 47, pubbl.
da M. Omont nel
Batiffol, Op. e, pag. 124 e seg.
(2)
Ibid, pag. 44.
6^
mones pr
lectionibus: libri duo Beati tutti num:
cura Phota-
gogiis Sticheraria duo
Psalteria duo,
Triodia
duo,
unum
pr Quadragesima^ aliud a Pascha usque adtecosten,
Sanctam Pen-
unum,
et
Propheticum unum, Anastasima duo, Catanycticum Paracleticum, Contacium parvum, et Scbematolo-
gium, Horologia duo^ Irmologium
unum librum
Isaaci. (1)
Dello stesso Monastero conosciamo un altrodi manoscritti, fattotario,
inventario
da Bernardino de Mendoza, Commendanello stesso anno 1579. Libri greci de la predita
ecclesia:
Imprimis uno missale greco. Item undeci
libri in
perga-
meno nominati
evangelistari. Item
quatro
libri
de epistola,
tre piezi de libri de profecia,
ciuco
piezi del salmista, dui
piezi de triode, dui piezi de libri festivi, sei de emineis, tre
de anastissimo, dui de strigeraro^ uno piezo
di libro tripico,
un
catliauitico,
uno
paraclitico, tre piezi
de
sinaxari,
uno
pezoto de missale,ferenti autori.(2)
4G pezi de
libri
piculi et grandi di dif-
Da
S.
Bartolomeo(3)
di
Trigona furono trasportati soltanto
libri liturgici.
Importantissima era la collezione posseduta dalla Badiadi S.
Giovanni,
di Stilo,
caput monasteriorum convicinorum
O. S. B.
specialmente perch ricca di pergamene grechela
dei secoli 11, 12 e 13. G-i
Commissione della Sacrafin
Visita, presieduta dal P. Marcello Terracina,
dal,
1551,e tro-
accedendo die
3 aprilis
ad dictum monasteriura
vandolo, rara eccezione, antiquo more comijetenter instruc-
(1)
Tip.
MoNTFAUCON, Op. c, C, p:ig. I(j4 e Segj;.Batiffoi., Op.V.,
facc. 404.
- Capialbi V., Memorie delle
(2)
pag. 123.
(3) Ibid, pag. 44.
163
tumtis
et,
opulntum
in reditibus, sacris reliquis
efc
ornamenan-
aveva ordinato
qiiod dentnr cliartae scriptiirae.
tiqnae dicti monasterii, et claudentur in una arca
(1)
Da un
inventario redatto
il
28-12-1603, a tempo del Priore P.
D, Paolo Capimolla, si legg'e esservi stato a quel tempo in sacrestia: 1) un sacchetto di scritturi in bergamina greciet latini;
2)
tutto
lo
finimento4)
di
lofitio
greco
j
3)
Dueuno
psalteritipico;
in5)
percimina a mano;4 missali greciscritti
uno anastasimo
et
a
mano
;
6);
uno evaugeli7);
stario in
bergamina grande
scritto a
mano
tre pezzi di8)
libra greci in
bergamina vecchi senza principiomissalimod'erni, et
uno miunode
nolojo
;
9)
due
uno antico
et
libri pontificali.
Nell'inventario dei 28 luglioPoliti Sacristano del
1606 fatto da D. MarsilioIoanni d Stilogreci, etsi
Monisteropieno
di S.
no2)
tano
:
1)
Uno
saccullo
di scritturi
latini.3)
un missalialtri
latino
moderno stampatotriodi,
in
Salamancha,
Due
latini
vecchi et unoet
et penticostario
greci, 4)6)
una epistolaasfalojo, 7)
evangeliopezzi di
greci, 5)
uno anostasimo,loficio,
uno
Cinque
Minei di dir
8)
Quattro
missali greci grandi in
mezzo
foglio di carta
reali scritti a
mano,
9)
Due
insalmisti greci in
bergamina vecchi,
10)
CTno
parodstico in bergamina vecchio, 11) due salmista a stampa12)
uno
tipico scrtto a
manoun
in
bergamina vecchio, 13) unogreco inberga-
triodi in
bergamina, 14j
vangelistario
minapezzo
coi capitonzi di oro et coverte
con taboletti, 15)
uno
di
libro a
stampa greco, 16) quindici pezzi
di libri
greci vecchi tra piccoli e grandi.
Kell'iuventario fatto per ordine del P. Eev. D. Atanasio
(1)
Batiffol, Op. e, yag. 109,
164di
Trayna Vicario Apostolico
Grenerale, esi
D. Atanasio Eosio:
Secretarlo l'anno 1607 a 27 luglio1)
notano2)
Dodici mesi dell'anno a stampa,3)
uno
triodio
:
un
pinticostario,
uno anastasimo,mano,5)
4)
uno
evangelistario a
stampa e
altro a
un
tliesoro della lingua greca, 6)
Quattro missali a mano,
7)
un
altro
anastasimo a mano,10)
8)
una
historia delli Etio]3^ 9)
uno Paraclito a mano,
unoti-
Sinassario a mano,
11) due
salmista a stampa, 12) uno
pico a mano, 13) uno Tetraevangelon, 14) uno missali a mano,15)17)
uno
tipico vecchio, 16)
uno Triodio
scritto in carta pecora,
uno Festicum in carta pecora, 18) tre Salmisti scritti a mano, de li quali uno se n' imprestato a S. Onofrio del
Oao
in dioc. di Mileto, 19)L'ofiftio
uno Marc' Evangelista
scritto a
mano, 20)
di
Pentecoste a mano, 21) uno Condacaropezzi di libri
in (?arta pecora, 22) quattro
senza
principio,
23) altro pezzo senza principio.
Poi siegue
la
numerazione delle Bolle Pontifcie,:
clie
erano nove e quindi continua
24)
Numeroli
d'istrumenti greci
in carta di pecora, et concessioni sopra
beni
dell' Abbatia,
non piombati, sono
di
numero
80.3.
25) Strumenti greci in
carta di pecora piombati, num.
26) Strumenti, latini in carta pecora piombati,fra concessioni soprali
numdeli
beni
dell'
Abbatia
e bulli
Ar-
cimandriti,
sono dili
num. 25.
27) Strumenti
latini
non
.l)iombati sopra
beni dell'abbatia sono di num. 16 in cartaaltri
di pecora. 28)
Quattro
strumenti di carta membranacea,Si
quali non
si
ponno discernere.
dee credere di non indifferente
valore l'Evangelistario co' capitonzi di oro et coverte con taboletti.
Da un diploma pubblicato
dal
Montfaucon
(in Pai.
GraecaBrullo,
lib.
6 fac. 413) rilevasi clie
un
tal
Filippo di Giov.
vestito l'abito monastico^ fra gli altri beni cbe don al
Mon,
165di S.
Giov. Teresti in gennaio 1165 vi
ofiPr
ancora libros
septem Acta Apostolorum et librum alium
dictum
Flores:
Psalterium item blattis opertnm com cruce argentea et prominentiis
eiusdem
materiae:
aliud
quoque
Psalterium
et
Grammaticas Quaestiones: alium etiam librum antiqum Astronomiae. habentem Genethlia et horologium.
AncheMaria
la grancia di
S.
Giovanni Theresti, detta sua libreria eil
S.
di la Stilla ,
aveva
la
suo corredo di
manoscritti,
come
si
vede dal seguente inventario redatto ai
31 agosto 1604, e attualmente esistente, comedi S.1)
precedenti
Giovanni, nella Biblioteca privata di Y. Capialbi:
Due
strumenti in carta di pecora latinidi
;
2- tri
stru-
menti in carta
pecora greci;
3) tutti
li
libri di lofltio
in
N.
di 12; 4) Tridici pezzi di libri inscritti
bergamina greci vecchi;stracciati; 6) lalatini a stam(1)
5) otto libretti
a
mano
et
stampa mezzi7)
legenda Sanctorum a stampa latina;
due missali
pa e
due greci;
8)
uno staur Anastasimo vecchio amano.
Alla collezione del Menniti diederole
maggior contributo
Badie
di
Carbone e
del Patire, siccome dichiara lo stessoi
Menniti a capo del suo catalogo, dove sta scritto chenoscritti
ma-
provengono
e
pluribus
Calabriae
etIl
LucaniaeCatalogo
monasteriis, praesertim Carbonensi et Patiriensi
del Menniti, conservato alla Vaticana, fu redatto dal celebre
Basilano Calabrese, P. Crisosfomo Scarf, ricordato dal Muratori nel
Thesaurus novus veterum
(I.
Pag. 1817-1818) Abbiamocataloghidi manoscritti,
ancora la Tavola generale di 132
quos coUegit ac non paucos manu sua descripsit D. B. de;
Moutfaucon
dei quali
manoscritti,
divisi in
quattro inquello
ventari, secondo la loro provenienza,
manca
proprio
del Patire, che,
non essendo
inscritto nella Bibliotheca B-
(1)
Capialbi V., Memorie
delle Tipofjraje C., pag.
143 e segg.
166bliothecarum
,
and disperso
(1)
tuttava
s
conosce un in-
ventario, steso nel 1751, completamente due anastasimi,
un
pentecostarion,
un menacum
foticyanni,
tutti in
folio:
un
pentecostarion in piccolo formato, unsalteri,
breviario
greco, due
un messale, una
copia,
scritta a
mano contenente
l'ufficio di S.
Nilo e di S. Bartolomeo. L'inventario che pure
ricorda gli oggetti di cucina,
non
accenna n ad archivio
n a biblioteca; e quindiil
si
pu ritenere che a questa epocai
Patire non possedeva altro cheTirella
suindicati libri corali. (2)si
sacrestia fra
i
libri di
culto
conservaal
ancora
un AeixovQyixv grecoI manoscritti e
latino,
che risale soltantodi solo
1683, le(3)
gato a ricche impressioni d'oro,i
valore bibliografico.
libri delle
Biblioteche Basiliane Cala
bresi sono attualmente alla Biblioteca Vaticana, trasportativi
non
si
sa bene in quale anno
;
certo nel 1780 la collezione
greca vi era stata gi trasferita da S. Basilio de Urbe, per7notivi del pari ignoti. Soltanto
da un'iscrizione dipinta sulnord delYaticano,
portale del Card. Zelada, nella galleriasi
pu arguire che6" e
la collezione fu acquistata
personalmente(4)
da Pio
da
lui donatii alla
Biblioteca Apostolica.
In
seguito al provvedimento del Menniti le biblioteche Basiliane
furono totalmente privateminiature.asportatii
dei
manoscritti
antichi
e
delle
Anche
dei
libri
a
stampa furono
selezionati e
pi pregiati.
da lamentare inoltre che quantoegli
di libri e di manoscritti
aveva
lasciato nei
Monasteri
Calabresi e
le
rovine del 1783 avevano tuttavia risparmiato
(1)(2)
Batiffol. pag.Idem, pag.Orsi,46,
45,
Op.e.
e
Op.
(3)
La
Chiesa di S, Adriano... in Boll. d'Arte, settembre
1921 pag, 121.(4)
Batiffol, Op.
e.,
pag. iQ e sogg.
167sia
dovuto perire poi o andare disperso, grazie
aiil
provvediPignatelli
menti della Cassa Sacra. Infatti nel giugno 1784decretava che coilibri e codici deisi
Monasteri conquassati e
annieutati dai terremoti
formassero biblioteche a Reggio,quale ultimaecitt
OatanzarOj Cotrone e Monteleonej nella
vennero portate ben 332 casse di
libri
manoscritti.
Ma,intra-
non
effettuate queste fondazioni per gravissimi ostacoli sorti,piti
tanta dovizia rest senza custodia e in balia deiprendenti. Vero Baffi,
che
il
Governo fapoletano deput P.E. Accademiail
bibliotecario
della
delle
Scienze,il
adGri-
illustrare le antiche
pergamene. Per
Baffi, scrive
maldi, dopo di aver visitato gli archivi di Monteleone, Miletoe Eeggio, vac
solamente
all'
illustrazione
delle
carte pii
vetuste ed importanti. Ritornato
a N'apoli
port seco
di-
plomi di maggiore interesse e fattoneli
un dotto commento
depose nella Biblioteca Borbonica.
Raccomandato poiresto delle antichein Oatanzaro, rest
alle private
cure
di
Cassa Sacra^
il
memorie Calabresi, ammassato
e confusotarli.
lungamente preda dell'umido e deii
I pili importanti titoli furono involati,
migliori manoscrittisi
formarono
il
lusso ozioso di privatiatti dell'
scaffali e, se
eccet-
tuino pochi pregevoli
antica
economia
monastica,
ora raccolti nell'Archivio Provinciale difonte inesausta di storici
Catanzaro,
questa
documenti and irreparabilmente
perduta.
(1)si
Ci nonostante, a chi
accinge a
tentare
una
storia
documentata della Calabria s'impone,
anzitutto,
la ricogni-
zione delle carte, dei diplomi e dei codici a stampa custoditinella
Vaticana,
nel
grandeIlifapoli,
Archivio
e nelle
biblioteche
pubbliche e private di
negli Archivi
Provinciali di
(1)
Grimaldi, Op. e, pag.
104.
168
Reggio e Catanzaro, in qualche raccoltae Monteleone.
privata di Eegglo
Diuturno e
difficile
lavoro questo, che per sar di solallo,
lievo spirituale e d'incentivo a egregie opere
studioso
amante innamoratodal
della sua terra natia, la Calabria, la qualeripetere, ancora per tantoil
Monachismo Italo-Greco potdi
volger
secoli
dopo
l'Evo
classico,
vanto di
essere
Maga Graecia
e gran
Madre
di Santi.
~ * t"
t*
-
INDICEDedica Prefazione BlBLIOGRATIACapo
Pag.
I
II Ili
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IV
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VVIVII vili
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IX
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XXIXIIXIII
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XIV
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