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Avventure nel mondo 1 | 2017 - 103 Testo e foto di Ornella Busato LA MAGIA DEL MESSICO E ra così tanto tempo che volevo fare questo viaggio in Messico che quasi avevo paura di rimanere delusa dalle mie stesse aspettative ed invece... che meraviglia!! Dalla moderna Città del Messico, agli straordinari resti archeologici di Teotioucan, Palenque, Chichen Itza,... dalla natura rigogliosa del Chapas, ai colori del mar dei Caraibi,... tutto si è rivelato sorprendente, ma più di qualunque altra cosa, è la profonda e particolare spiritualità dei messicani che mi ha colpita: il sincretismo religioso tra cattolicesimo e paganesimo è parte integrante di ogni momento della vita e sembra convivere perfettamente in ogni persona. Del resto la stessa Madonna di Guadalupe, la santa più venerata ed amata in Messico, se da una parte è il simbolo della conversione dei messicani al cattolicesimo, dall’altra è l’immagine di Tonantzin, che nella mitologia azteca e tra gli odierni Nahua, rappresenta la madre terra. All’arrivo degli spagnoli, Tonantzin quale madre divina dei popoli fu scelta dai gesuiti per convertire i nativi, in quanto molte caratteristiche di essa coincidevano in un certo modo con quelle cristiane della Vergine Maria, il tutto si fuse nell’immagine della Madonna di Guadalupe. Secondo la tradizionale, tra il 9 e il 12 dicembre 1531, sulla collina del Tepeyac a nord di Città del Messico, Maria sarebbe apparsa più volte a Juan Diego Cuauhtlatoatzin, un azteco convertito al cristianesimo. In quel luogo sorse la Basilica in onore della Vergine, nello stesso luogo dove, prima della distruzione ad opera degli spagnoli, sorgeva un tempio dedicato proprio a Tonantzin. Con i nostri occhi abbiamo visto la devozione di questo RACCONTI DI VIAGGIO | Messico da un intenso e colorato “Messico y Yucatangruppo Cristina Botto

da un intenso e colorato “Messico y Yucatan” gruppo · di Guadalupe a Città del Messico sfilavano in un . tutt’uno fedeli cattolici che veneravano la santa con ... la cui lingua

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Avventure nel mondo 1 | 2017 - 103

RACCONTI DI VIAGGIO | Iran

Testo e foto di Ornella Busato

LA MAGIA DEL

MESSICO

E ra così tanto tempo che volevo fare questo viaggio in Messico che quasi avevo paura di rimanere delusa dalle mie stesse aspettative ed invece...

che meraviglia!! Dalla moderna Città del Messico, agli straordinari resti archeologici di Teotioucan, Palenque, Chichen Itza,... dalla natura rigogliosa del Chapas, ai colori del mar dei Caraibi,... tutto si è rivelato sorprendente, ma più di qualunque altra cosa, è la profonda e particolare spiritualità dei messicani che mi ha colpita: il sincretismo religioso tra cattolicesimo e paganesimo è parte integrante di ogni momento della vita e sembra convivere perfettamente in ogni persona. Del resto la stessa Madonna di Guadalupe, la santa più venerata ed amata in Messico, se da una parte è il simbolo della conversione dei messicani al cattolicesimo, dall’altra è l’immagine di Tonantzin, che nella mitologia azteca e tra gli odierni Nahua, rappresenta la madre terra.All’arrivo degli spagnoli, Tonantzin quale madre divina dei popoli fu scelta dai gesuiti per convertire i nativi, in quanto molte caratteristiche di essa coincidevano in un certo modo con quelle cristiane della Vergine Maria, il tutto si fuse nell’immagine della Madonna di Guadalupe.Secondo la tradizionale, tra il 9 e il 12 dicembre 1531, sulla collina del Tepeyac a nord di Città del Messico, Maria sarebbe apparsa più volte a Juan Diego Cuauhtlatoatzin, un azteco convertito al cristianesimo. In quel luogo sorse la Basilica in onore della Vergine, nello stesso luogo dove, prima della distruzione ad opera degli spagnoli, sorgeva un tempio dedicato proprio a Tonantzin. Con i nostri occhi abbiamo visto la devozione di questo

RACCONTI DI VIAGGIO | Messico

da un intenso e colorato “Messico y Yucatan” gruppo Cristina Botto

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RACCONTI DI VIAGGIO | Messico

popolo: davanti alla Basilica di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico sfilavano in un tutt’uno fedeli cattolici che veneravano la santa con lunghe processioni e fedeli pagani vestiti con abiti tradizionali in stile azteco che la esaltavano con danze tribali... Era indistinguibile la spiritualità e la profonda fede degli uni e degli altri… è stata una visione indimenticabile! Sempre a Città del Messico, non ho potuto fare a meno di notare, numerosi “curanderos” che toglievano il malocchio anche ai più ferventi cattolici. Dopo aver rotto un uovo in un bicchiere, decretavano la presenza o meno del malocchio, poi lo toglievano, usando sapientemente alcune erbe che venivano passate su viso e corpo della persona... il rito serve comunque sempre come buon auspicio!! All’inizio, da buona scettica quale sono, avevo pensato ad un modo per attirare i turisti, ma mi sbagliavo davvero,... le persone ci credono profondamente e non lo fanno di certo ai turisti... Anche Claudia, la nostra guida ci ha a lungo parlato delle credenze dei Messicani e dei riti sciamanici, eseguendone uno proprio per noi, per farci piacere... io sono stata una delle “prescelte” e devo dire che per un’istante ho provato una certa “souspance” in attesa del responso del mio uovo... per la cronaca, esso non conteneva nessun malocchio!! Di tutti i luoghi visitati, però San Juan de Chamula in Chapas è quello dove ho maggiormente percepito il sincretismo religioso tra cattolicesimo e paganesimo.Questo villaggio è popolato da una comunità Tzotzil, la cui lingua ufficiale non è lo spagnolo ma un dialetto che conserva ancora elementi del linguaggio Maya.I suoi abitanti indossano abiti tradizionali: gli uomini, tuniche di lana nere o bianche dette chujes, legate in vita; le donne, giacche ricamate in cotone o satin, dette hupiles, mantelli e gonne lunghe di lana nera. Chi arriva in questo villaggio DEVE ASSOLUTAMENTE entrare nella cattedrale di San Juan Bautista, dalla facciata bianca con motivi decorativi intorno al portone d’ingresso, simboli maya “stilizzati”, così celati per fare in modo che gli spagnoli non li individuassero. Sulla piazza principale spicca anche la croce Maya, verde con gli spigoli arrotondati e sempre ricoperta di aghi di pino che sottolineano il legame stretto tra uomo e natura.Queste stesse croci vengono appese nelle case per proteggere la famiglia dagli spiriti maligni. Entrando nella chiesa si rimane subito colpiti dall’atmosfera di suggestione che si respira: nell’interno non vi sono nè panche per inginocchiarsi, nè altari sontuosi, ma la spiritualità è palpabile. Le pareti dell’edificio sono ricoperte di teche con statue di santi vestiti con i colori maya: stoffa azzurra, rosa, verde smeraldo ricoprono Sant’Antonio, San Francesco, San Pietro e naturalmente la Madonna di Guadalupe. La gente si rivolge alla statua che in quel momento incarna meglio il suo bisogno e chiede consiglio, prega, pone una richiesta. Ogni immagine porta

al collo uno specchio, dentro il quale il fedele può vedere la propria immagine e dialogare con se stesso, con la propria interiorità. Il pavimento è cosparso di aghi di pino che rappresentano la fertilità della terra ed il contatto tra l’uomo e madre natura e di candele accese che servono ad eseguire i riti di preghiera. I colori delle candele votive offerte hanno significati molto diversi, ogni colore simboleggia la grazia che si vuole chiedere al santo: bianche (problemi di nervi), verdi (problemi con la foresta vista come entità spirituale), rosse (ferite di sangue), marroni (problemi con la terra o con i raccolti) e nere (pericolo di morte). Quando infine le richieste vengono esaudite, si ringrazia il santo rivestendone la statua con stoffe colorate e preziose. Mi trovo incantata ad osservare uomini e donne seduti o in piedi ripetere preghiere cantilenanti a me incomprensibili. I rituali spesso vengono officiati da curanderos (uomini o donne nati con un dono, individuati già in fasce e cresciuti per aiutare gli altri abitanti, questo è ciò che ci spiega una guida locale).Nei riti è previsto l’uso del posch (una bevanda alcolica illegale prodotta dagli stessi maya) o più semplicemente di Coca Cola. Il Male, la malattia può venir espulso dalla bocca, insieme al gas creato da queste bevande digestive!!Fatto sta che anche in una società così tradizionalista e legata al passato come quella di San Juan de Chamula, è entrata con tutta la sua potenza la multinazionale per eccellenza!! Se il problema da risolvere è grave, non bastano preghiere o candele, occorre sacrificare anche animali (normalmente dei polli o galline a seconda di chi è la persona ammalata): con un rituale magico si cerca di trasferire il male dall’ammalato al corpo dell’animale sacrificato, lì resterà come imprigionato, lasciando libero l’infermo di riprendere una vita serena.

Prima il curandero accende le candele, fa pregare tutta la famiglia e poi dopo un rito propiziatorio sacrifica l’animale che dovrà essere successivamente seppellito in un luogo prestabilito, dove il male non potrà più raggiungere l’ammalato. Il rito può andare avanti per diverse ore…Gli indigeni tzotzil non credono alla medicina ufficiale, per loro è l’ultima spiaggia!! Un’altra cosa che salta subito all’occhio entrando nella chiesa è che non ci sono sacerdoti né messe, anche se, in teoria, la Chiesa di San Juan Chamula dipende dalla

Diocesi di San Cristobal de Las Casas, a soli 10 kilometri. Il prete arriva solo una volta all’anno, per i battesimi, mentre il resto dell’anno la chiesa locale è autonomamente gestita dalla popolazione indigena stessa.Anche i matrimoni e i funerali non vengono celebrati tra gli Tzotzil… in cima al paese c’è un cimitero dove si intravedono le croci maya. Purtroppo all’interno della chiesa è severamente proibito fotografare: qui c’è ancora l’antica credenza secondo cui la fotografia può rubare l’anima. Chi infrange questo divieto rischia il sequestro della macchina e 3 giorni di prigione.Non sfidiamo la sorte, ma è davvero un peccato: oggi inizia una festività e la chiesa è gremita di persone, c’è una piccola processione e alcuni fedeli cantano… E’ un luogo magico, nessuno vuole più andarsene… le luci, le preghiere ci attirano e incuriosiscono, ma una guardia munita di un corto bastone di legno e di un pellicciotto di pelo bianco senza maniche indossato sul vestito (questo è l’abbigliamento che distingue le guardie Tzotzil), ci invita a muoverci… è proprio venuto il momento di andare… San Juan de Chamula mi resterà nel cuore... quello che mi è chiaro è che al di là di crocefissi e santi, questo luogo è il simbolo di una resistenza culturale che il popolo tzotzil pone contro le imposizioni culturali e religiose.Il loro credo è antico e le loro regole molto severe: la nostra guida ci spiega che oggi girno differenti gruppi religiosi cercano di evangelizzare i nativi, non solo cattolici,… le persone che vivono a San Cristobal de las Casas sono stati cacciati dalla comunità, perché convertite ad altre religioni.Chi sceglie di lasciare il gruppo, non potrà più tornarvi... tutta la famiglia viene allontanata e non verrà più accettata, né aiutata dalla comunità.

Saluto ora questo incredibile paese che tanto mi ha dato, usando una citazione di Malcom Lowry che bene rappresenta il mio sentimento: “Chi ha respirato la polvere delle strade del Messico, non troverà più pace in nessun altro paese”…

KAMCHATKA