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CLASSE
1^ E
DALLO
SCARABOCCHIO
AL
MOSTRO
DAL
MOSTRO
ALLA
STORIA
ISTITUTO GABRIELE CAMOZZI
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
A. S. 2015 / 2016
2
3
DALLO SCARABOCCHIO AL MOSTRO
DAL MOSTRO ALLA STORIA
Fasi operative
Lo scarabocchio - Partendo da uno scarabocchio far affiorare con lentezza la
forma del proprio "mostro"
- Scegliere e applicare colori e andamenti lineari per definirne
la forma nella sua tridimensionalità e superficie
- Scegliere i colori per caratterizzare il contesto e/o lo sfondo
Carta di identità del mostro - Nome
- Luogo e data di nascita
- Sesso
- Dove vive
- Con chi
- Cosa mangia
- Cosa gradisce
- Cosa odia
- Chi ha per nemico/i
- Chi ha per amico/i
- Quali sono le sue azioni peggiori
- Quali sono le sue azioni migliori
- Che musica ascolta
- Ama il gelato al pistacchio?
- ...
La storia - Utilizzando gli elementi indicati nella carta di identità proce-
dere alla stesura di una storia o di un fatto che abbia come
protagonista il proprio mostro partendo dal racconto orale per
poi arrivare allo scritto
Montaggio - Impaginare e assemblare il materiale prodotto in un libro
carta e digitale.
4
AVERANGA ALEXIA
BAROSSI MATTIA
BELOTTI LEONARDO CANTAMESSE VERONICA
FICHERA SELENE
FORESTI CAMILLA
FRECCHIAMI ALESSIA
GRAZIOLI GIULIA
LONGONI LISA LORENZI TOMMASO
MASONI LIA MILESI MARCO PEZZOTTI ALBERTO SARBAH CEDELLA SEMPERTEGUI MADELINE
SOUADI ASMA
TEOCCHI DAVIDE UBIALI LORENZO VALENARI FRANCESCO ZAGUIRRE ERIKA
Classe 1^E
Anno scolastico 2015 - 2016
5
6
Elebaf
Il nome del mio mostro è Elebaf, ha 823 anni, è nato in Asia e adesso vive in Africa. Elebaf è mol-
to colorato, ma è molto cattivo.
In Asia nacque un cucciolo di elefante, non era molto alto e forte ma di aspetto decisamente brutto.
Passarono gli anni e, crescendo, diventava sempre più sgraziato ma era gentile e generoso.
Quando fu adulto, decise di diventare il “capo degli elefanti“, ma c'erano degli altri pretendenti più
alti di lui. Comunque quasi tutti gli elefanti erano brutti ,tranne uno, ed erano tutti forti.
L' elefante che voleva diventare il capobranco doveva sfidare e vincere in un combattimento tutti
gli altri concorrenti.
Elebaf sfidava tutti gli elefanti in carica, malgrado la sua statura, tranne Eric che era il più bello.
Elebaf vinse ogni incontro, ma poi arrivò il momento di sfidare Eric. Nel combattimento Elebaf
era a un passo dalla vittoria contro Eric; ma ad un certo punto, pensando di aver raggiunto il suo
scopo, perse la concentrazione ed Eric vinse.
Elebaf, furioso per aver perso, se ne andò dalla mandria e diventò di tutti i colori per la rabbia. Un
giorno trovò un cibo strano che lo fece diventare malvagio, ma questo lui non lo sapeva, sentiva
soltanto che era diventato più forte e che inquinava l'aria con il suo fiato.
A Elebaf non importava più di nessuno e se incontrava qualcuno, uomo o animale, lo attaccava e
continuava a colpirlo fino a farlo morire.
Ed è così che Elebaf diventò cattivo.
Alexia Averanga
7
Imp
Imp è un’entità buona che ha aiutato gli uomini a sopravvivere fino a oggi, nonostante le diverse
guerre.
Ultimamente, durante la seconda guerra mondiale, prese le sembianze del Presidente degli Stati
Uniti e attaccò lo stato nazista, lo annientò e cancellò l’idea della superiorità della “razza ariana”.
Oggi cerca di uccidere l’ISIS e il terrorismo.
Mattia Barossi
8
Sputabava In Equador viveva un mostro Sputabava. Esso era molto brutto, aveva due occhiacci inquietanti,
un naso grande e storto, denti molto affilati. Era di corporatura enorme ed attaccava come uno
squalo tutti gli animali che vedeva , ma si nutriva di fango; era nato in Equador e viveva in una
palude. Aveva un carattere vivace, maleducato e violento. Era ancora piccolo quando ferì grave-
mente un cucciolo di leone. Un giorno si recò nel bosco; ad un certo punto, da dietro un albero
sbucò un cacciatore. L’animale , in un batter d’occhi, si arrampicò su un albero e dall’alto sorprese
il cacciatore saltandogli addosso. Quando il cacciatore lo guardò in faccia e vide quegli occhi mal-
vagi, il suo grande naso tutto storto e quei denti incredibili , incominciò a urlare dalla paura e non
riuscì più a smettere. A quel punto il mostro, che non aveva mai sentito delle urla così forti, lasciò
andare il cacciatore e incominciò a correre. Da quel giorno il mostro non si allontanò più dalla sua
palude e passò tutti i suoi giorni a sguazzare nel fango.
Leonardo Belotti
9
Spina Velenosa
Da molto tempo, sull’isola di Pasqua, i turisti girano per ammirare e fotografare le famose statue;
il loro numero è in continuo aumento tanto che sull’isola non c’è più silenzio e serenità. Le statue,
infastidite soprattutto dal click delle macchine fotografiche, da qualche tempo hanno deciso di ri-
volgersi ad un mostro che le liberi dai visitatori importuni. Si tratta di Spina Velenosa che vive
tuttora negli abissi dell’oceano. Così, per soddisfare la richiesta, di buon grado il mostro esce
dall’acqua, aggredisce ed uccide tutti i turisti che sbarcano sull’isola e infastidiscono le vecchie
statue di pietra.
Ora che siete stati avvisati, se andate a visitare l’isola di Pasqua, fate molta attenzione ad usare le
macchine fotografiche.
Veronica Cantamesse
10
Orribile Johnny Corvus
In città viveva un ragazzo di nome Johnny Corvus. Era molto maleducato, rubava oggetti, picchia-
va i bambini più piccoli e rispondeva sempre con parolacce.
Un giorno il ragazzo, per curiosità, si inoltrò nel bosco, un ambiente che lui non conosceva. Era a
metà strada, quando gli comparve davanti un essere mostruoso che con i suoi poteri magici lo tra-
sformò in un mostro simile a sé: era la punizione per la sua cattiveria.
Tornato in città, il ragazzo cercò in tutti i modi di convincere la gente che era proprio lui Johnny,
ma nessuno gli credette, anzi tutti volevano ucciderlo perché pensavano che fosse una minaccia
per la città. Così passò il resto della sua vita nella foresta restando sotto l'aspetto di un brutto mo-
stro.
Selene Fichera
11
Occhio Bucato Occhio Bucato è un mostro in grado di rimpicciolirsi e diventare invisibile. Gira di notte cercando
la prima preda da divorare. Si ciba di persone. Rappresenta l’ombra notturna che si aggira per le
case. Il nome gli è stato dato a causa di una storia paurosa e terrorizzante:
C’era una discarica formata da vecchi rottami, ruote bucate, mobili antichi, sostanze appiccicose e
molte altre cose. Un brutto giorno, durante un diluvio, in questa discarica accadde una cosa sbalor-
ditiva: i rottami e tutte le cose presenti si unirono creando una specie di enorme uovo. Ad un certo
punto, un fulmine colpì l’enorme palla e questa esplose come se fosse un guscio che si schiude.
Rimase in primo piano un essere soprannaturale con somiglianze animali: aveva due occhi, una
bocca, un naso e delle zampe. Questo essere era buono, gentile e generoso. Non faceva male a nes-
suno, viveva in discarica e mangiava rifiuti.
Un giorno vide in lontananza una cosa a lui sconosciuta. Un camion che trasportava i rifiuti nella
discarica. Per un po’ di tempo l’essere continuò a guardare la strana macchina perché, dal suo pun-
to di vista, stava girando e rigirando intorno per divertimento. Dopo aver finito il suo giro, il ca-
mion si fermò con la “schiena” rivolta verso l’essere. La macchina aprì quella specie di bagagliaio
facendo cadere rifiuti. L’animale si spaventò vedendo tutta la massa venirgli addosso, quando la
punta di una chiodo gli arrivò dritta nell’occhio bucandolo. Poi l’essere dall’occhio bucato vide
scendere dalla strana creatura “il camion” una cosa: era l’uomo, colui che gli aveva causato
l’incidente. Da quel giorno Occhio bucato si vendica contro tutte le cose “dello stesso genere”: gli
uomini, andando in giro a divorarli di notte perché sa che al buio sono più deboli.
Camilla Foresti
12
Extracip Ter
Extracip Ter è stato creato per proteggere l’isola Extracip
Una leggenda dice che Extracip Ter va in giro per il mondo ogni 30 anni per 30 giorni.
Quando le persone vedono Extracip Ter si riparano nelle proprie case e lasciano che il mostro se
ne vada. Un giorno un uomo, stanco di stare in casa, lo spiò a lungo. Il quinto giorno scoprì il suo
punto debole: se il mostro rimaneva sotto l’acqua per più di 30 minuti rimpiccioliva sempre di
più.
L’uomo riferì quello che aveva scoperto ai cittadini e una notte andarono tutti da Extracip Ter. Lo
afferrarono, lo legarono e dalla finestra del decimo piano di una casa gli gettarono addosso in con-
tinuazione molti litri d’acqua.
Dopo 30 minuti sparì.
Alessia Frecchiami
13
Squocerino
Nell'oceano Pacifico, vive un mostro il cui nome è Squocerino. Si chiama così perché ha le orec-
chie da cerbiatto, il dente da squalo e il corno da rinoceronte. Squocerino è cattivo perché aggredi-
sce e mangia tutti i subacquei che si aggirano nelle sue acque.
Un giorno una coppia di subacquei andò nell'oceano Pacifico per ammirare la barriera corallina,
ma non sapevano che in quell oceano c'era Squocerino. Il mostro, non appena li vide, li attaccò e
li divorò.
Dei due subacquei non si seppe più nulla, ma Squocerino è ancora là e sta aspettando la sua prossi-
ma preda.
Giulia Grazioli
14
Voldemort
Voldemort era un nuvolone di 18 anni a cui piaceva provocare le altre nuvole. Abitava sin dalla
nascita sopra un'isola verde. I suoi genitori , Ventina e Tornado, si erano da tempo dissolti dopo
una lunga lotta combattuta con le altre nuvole. Voldemort, il nuvolone cattivo, aveva due occhi
agghiaccianti di color azzurro, il naso grosso e nero, i denti molto appuntiti e velenosi. Si nutriva
di vento ed era molto affascinato dai temporali. Quando scoprì di avere un potere che gli permet-
teva di creare fulmini, ne fu molto felice e decise di usarlo contro le altre nuvole. Egli aveva preso
il carattere di suo padre, che era stato un nuvolone tutto nero a cui piaceva stuzzicare gli uomini
provocando tornadi. Invece la mamma, una graziosa nuvoletta bianca, era stata sempre dolce e
gentile e si era limitata a controllare dall’alto ciò che accadeva sulla terra.
Un giorno Voldemort usò così pesantemente i fulmini contro le altre nuvole che quelle, stanche di
essere prese di mira, decisero di fargliela pagare e scatenarono un uragano sopra la sua isola ver-
de. Lui ci rimase molto male, ma capì che fare scherzi pesanti era una brutta cosa.
Lisa Longoni
15
Zingawe
Tongo, un ragazzino di undici anni, mentre camminava lungo il Rio delle Amazzoni incontrò lo
Zingawe. Il ragazzo cercò di scappare istintivamente, ma poi sentì una voce dire: “Seguimi, Ton-
go!”. Tongo si girò e, vinta la paura, lo seguì. Dopo aver superato torrenti e colline su cui cresce-
vano alberi giganteschi (piantati da Ippolita) arrivò davanti a una caverna buia, illuminata da gros-
si insetti simili a lucciole, che lasciavano intravedere sulle pareti enormi graffiti con scene di batta-
glie. Dopo aver percorso un tratto nella caverna e aver commentato le battaglie fra uomini capra e
uomini giganteschi, Tongo vide una grande luce e una strana città con case a forma di piramidi e
di grosse uova.
Tongo, stupefatto, chiese allo Zingawe: “Che città è?” Serio, lo Zingawe rispose: “Questa è stata la
città fondata dagli uomini sopravvissuti ad un meteorite schiantatosi sulla Terra moltissimo tempo
fa”. I due arrivarono al centro della città e trovarono i resti del meteorite, dal quale scendevano ru-
scelli di acqua ricca di cristalli.
Lo Zingawe raccomandò di non toccare niente, perché i cristalli erano pericolosi e radioattivi.
Tongo era preoccupato e aveva una strana sensazione; si sentiva guardato da occhi misteriosi.
Ad un certo punto, vide uscire da una casa ovale un piccolo uomo grigio.
Lo Zingawe spiegò a Tongo che i grigi alieni avevano preso il posto degli uomini; non erano peri-
colosi, ma era meglio tornare indietro nel proprio mondo.
Tommaso Lorenzi
16
Ronny
Ronny era una renna, nata al Polo Nord e che Babbo Natale aveva preso per trainare la sua slitta.
Il giorno di Natale, Babbo Natale sparse la polvere magica sulle sue renne in modo tale che volas-
sero, poi mise davanti quelle più veloci e partì.
Mentre stavano volando, Ronny andava troppo lenta perchè Babbo Natale il giorno prima l’aveva
sgridata. Babbo Natale scosse la slitta e Ronny cadde in un recinto di mucche, Ronny aveva sete e
quindi si mise a bere nell’abbeveratoio con una mucca.
I due animali si scontrarono e Ronny si tramutò in una rennamucca spaventosa. Ronny, diventata
un mostro, cominciò a divorare le mucche, uscì dal recinto e andò per le case del paese a mangiare
tutti i denti dei bambini.
All’inizio i piccoli, terrorizzati, non riuscivano a reagire e subivano le violenze del mostro, ma
dopo un po’ i bambini presero coraggio e si vendicarono lanciando addosso alla rennamucca un
solvente.
Così Ronny si sciolse e morì. Finalmente avevano sconfitto la loro paura ed il mostro.
Lia Masoni
17
Cranato
Un giorno, a Marsa Alam in Egitto, la spiaggia era gremita di gente sia a riva che in mare . Sem-
brava una tranquilla giornata di vacanza, ma … ad un certo punto, sulla superficie dell’acqua
comparve una leggera schiuma. Tutti i bagnanti, riconoscendo la presenza del tremendo Cranato,
urlando scapparono lontano. Non tutti ci riuscirono però, infatti il mostro riuscì a mangiare le gam-
be di qualche persona. Poi ,essendosi sfamato, decise di rimanere sulla terra terrorizzando i ba-
gnanti di ogni nazione.
Marco Milesi
18
Cannibale Assetato
Fin dai tempi remoti si racconta dell’esistenza di un orribile mostro, nato nel profondo degli ocea-
ni tra i coralli e i pesci pietra. Era un incrocio tra un orso, un lupo e una volpe e la sua altezza rag-
giungeva i venti metri. Si chiamava Cannibale Assetato e si nutriva del sangue di dinosauro.
Incaricato dal dio Ade, proteggeva il Tempio dell’Isola Sperduta dall’assalto dei dinosauri che
spesso la raggiungevano per depositare le loro uova. Cannibale Assetato agiva di notte perché faci-
litato dagli occhi di lupo che possedeva. Il suo corpo era nero ed era dotato di branchie per respira-
re anche sott’acqua. Durante un breve riposo, venne catturato dai dinosauri e spedito nello spazio
attraverso una catapulta gigante. Il mostro dimostrò di essere in grado di respirare anche in assenza
di ossigeno. Poi riuscì con una forza bestiale a fare ritorno sulla Terra.
Raggiunto il Tempio, affrontò con violenza i dinosauri che in sua assenza avevano preso il soprav-
vento. Li divorò senza pietà. Insaziabile sterminò anche gli altri. La Terra così si trasformò in un
enorme deserto e anche Cannibale Assetato trovò la morte per mancanza di cibo.
Zeus decise di punire Ade perché aveva scelto la guardia sbagliata.
Ancora oggi però si narra che a vigilare il Tempio sia giunto l’unico figlio del mostro.
E’ un essere pacifico che, dopo la morte del padre, promise di mantenere la pace per sempre.
Alberto Pezzotti
19
Zanna Velenosa
Un giorno, Zanna Velenosa, andò in America, dove c'erano tanti uomini da mangiare. Entrò in una
casa, dove c'erano cinque persone in riunione. Dato che aveva fame, mangiò quattro delle persone
presenti lasciandone una, perché era sazio.
Poi, volò via. L'uomo rimasto diede subito l'allarme in città e uno dei parenti delle vittime, infuria-
to, decise di fargliela pagare. Prese in mano il fucile e andò a cercare il mostro. Viaggiò per tanti
giorni fino a quando giunse in una casa di campagna piuttosto mal ridotta: era quella del mostro.
Quando vide il mostro, gli sparò cinque volte. Il mostro cadde a terra e il suo corpo prima si de-
compose e poi si riprodusse magicamente nel terreno.
Quindi, il parente vendicatore aveva dato vita a sei specie di Zanna Velenosa.
Cedella Sarbah
20
Canerotico
Molto tempo fa in una piccola città, abitava una bambina di nome Chiara, sua madre lavorava co-
me infermiera, mentre il padre era uno scienziato.
Alla piccola piacevano tutti gli animali, e in particolare tre che teneva in casa: un cane, un serpente
e uno scorpione. In seguito il padre impazzì e un giorno prese gli animali della figlia senza che
nessuno se ne accorgesse.
Quando arrivò al suo piccolo laboratorio, con il cane, il serpente e lo scorpione iniziò un esperi-
mento.
Quando ebbe finito, aveva formato un mostro alto come un uomo. Il giorno dopo nel laboratorio
trovarono il corpo esanime del padre di Chiara, vicino al corpo c'erano dei peli che Chiara riconob-
be subito: erano i peli del suo piccolo cane. Poi nel suo giardino trovò delle tracce che portavano
al bosco.
Arrivata all'inizio del bosco ebbe un attimo di indecisione, ma poi entrò. Chiara però non si accor-
se che c'erano delle ombre mostruose che la seguivano. Quando si rese conto che i suoi piccoli
animali erano diventati un mostro, provò a parlare, ma il mostro non capì e in un solo colpo la am-
mazzò.
Madeline Sempergui
21
Vamptaro “la nuvola nera”
Tanto tempo fa nel cielo di un paese lontano viveva una famiglia di nuvole: mamma, papà e il
figlio Vamptaro. Erano tutti dei nuvoloni neri che si vedevano soltanto quando arrivava un tempo-
rale. Vamptaro era il più brutto e aveva due inquietanti occhiacci azzurri e due canini bianchi.
Un giorno Vamptaro dall'alto vide dei bambini che giocavano. Siccome era molto affamato, pensò
di mangiare i bambini; così li prese, li portò in una caverna e li nascose per cena. Arrivata sera,
tornò nella caverna, uccise i bambini e se li mangiò uno ad uno. La mamma dei tre piccoli, dispe-
rata perché non erano rientrati, andò a cercarli. Entrò nella caverna, però non trovò i bambini ma
solo un mucchietto di ossa. Quel giorno tutti gli abitanti che vivevano in quel paese scapparono e
non tornarono più.
Assma Suadi
22
Mostro Sorridente
Quando ero piccolo, la nonna mi raccontava sempre che in una galassia lontana-lontana viveva un
essere che si chiamava Mostro Sorridente. Questa storia mi piaceva ,ma mi incuteva molta paura.
Diventato grande, un giorno dal telegiornale ebbi una notizia bomba: un mostro si aggira nella
galassia. Incuriosito chiamai il mio amico Jedi e, con la sua astronave , partimmo verso la galassia.
Arrivati a destinazione, ci spaventammo perché vedemmo subito una testa che girava e girava. La
curiosità superò la paura e prendemmo la decisione di restare almeno per un po’, per scoprire qual-
cosa su di lui. Durante la nostra ricerca abbiamo purtroppo annusato i suoi capelli e il suo alito
puzzolente, poi abbiamo toccato la sua barba ispida. Successivamente abbiamo notato che quando
piangeva espelleva lava e quando alitava emetteva aria gelida. Un mese passò e così tornammo
sulla terra e relazionammo tutta alla N.A.S.A.
Dieci anni dopo ci fu un allarme asteroide. La N.A.S.A. organizzò di mandare un missile per di-
struggerlo ma sul radar l’asteroide scomparve e si vide una luce abbagliante che ruppe
l’apparecchiatura. In quel momento guardando il cielo, vedemmo una testa che rideva e ci fissava
e subito dopo scomparve. Da quel momento non si seppe più niente del Mostro Sorridente.
Davide Teocchi
23
Mucca Paurosa
In Sicilia, viveva una mucca di nome Muccami, era un animale tranquillo e dolce. Un giorno, ar-
rabbiata con il suo padrone che la trattava male, decise vendicarsi. Il giorno della vendetta, la muc-
ca si travestì e si ricopri tutta di nero. Passata la mezza notte la mucca entrò nella casa del padrone,
si alzò in piedi si diresse nella camera dell'uomo. Egli si svegliò e vide un’ombra scura. Spaventa-
to si girò e si trovò di fronte il muso tutto nero. La mucca soddisfatta se ne andò.
Il giorno dopo l'uomo si svegliò tutto scosso ma non si ricordò niente di quello che era successo
nella notte precedente.
Da quel momento il padrone ebbe paura del buio.
Lorenzo Ubiali
24
Morte
Tanto tempo fa nacque un mostro, figlio di Ade e della Regina del Freddo. Prima era un essere
buono, e non come tutti gli altri mostri, perché veniva accudito da sua mamma.
Quando la moglie di Ade (Persefone) scoprì che suo marito aveva avuto un figlio da un’altra, ucci-
se la regina. Ade fu costretto a badare al figlio, ma non poteva essere un buon padre come gli altri
Dei per colpa del suo cuore di pietra. Il piccolo fu quindi costretto a procurarsi il cibo da solo.
Un giorno, mentre si aggirava per l’Antartide, per la stanchezza si sdraiò a terra. Durante il sonnel-
lino sulla neve, sbadigliò e, per sbaglio, risucchiò l’anima di un pinguino. Siccome era molto edu-
cato stava per chiedere scusa, quando assaporò per bene l’anima: era buonissima!
Da quel giorno inventò le malattie per indebolire le anime degli esseri viventi e poi mangiarsele.
Così, noi esseri umani lo chiamiamo con un nome che temiamo da tempo: Morte.
Francesco Valenari
25
Elecorpius
Sono un'archeologa e, insieme alla mia squadra, ho riportato alla luce un antico tempio le cui co-
lonne e pareti non sono state rovinate da cause naturali. Sono sicura della mia ipotesi perchè nelle
vicinanze abbiamo trovato molte impronte e graffi, ma la scoperta più raccapricciante è stata il
mucchio di teschi e resti umani rinvenuti in una stanza buia del tempio. Il mio staff, dopo aver tro-
vato informazioni sul luogo, si è rifiutato di continuare a lavorare. Infatti pare che nelle vicinanze
si aggiri un mostro, chiamato Elecorpius, dotato di due ali possenti e di zanne aguzze che si ciba
soltanto di persone. Allora ho chiesto a mio fratello Arnold di aiutarmi e lui ha accettato.
*A tarda sera*
Io e mio fratello siamo entrati nel tempio da cinque ore e ora ci troviamo nella parte più interna.
All'improvviso una lingua viola trascina via Arnold e lo porta nel buio, il suo urlo si propaga per le
stanze e io ho un unico pensiero in mente: questo mio diario verrà letto solo quando sarò già mor-
ta.
Erika Zaguirre
26
27
Il lavoro è stato coordinato da:
Laura Petris
Dall’Angelo Nazareno
Indice
AVERANGA POIQUI ALEXIA
BAROSSI MATTIA
BELOTTI LEONARDO
CANTAMESSE VERONICA VINH
FICHERA SELENE
FORESTI CAMILLA
FRECCHIAMI ALESSIA
GRAZIOLI GIULIA
LONGONI LISA
LORENZI TOMMASO
MASONI LIA
MILESI MARCO
PEZZOTTI ALBERTO
SARBAH CEDELLA AKPENE
SEMPERTEGUI CANAVIRI MADELINE
SOUADI ASMA
TEOCCHI DAVIDE
UBIALI LORENZO GIUSEPPE
VALENARI FRANCESCO
ZAGUIRRE ERIKA MAY
Pag. 4
Pag. 5
Pag. 6
Pag. 7
Pag. 8
Pag. 9
Pag. 10
Pag. 11
Pag. 12
Pag. 13
Pag. 14
Pag. 15
Pag. 16
Pag. 17
Pag. 18
Pag. 19
Pag. 20
Pag. 21
Pag. 22
Pag. 23
28
29
30
Istituto Comprensivo Statale Gabriele Camozzi Scuola dell’Infanzia - Primaria - Secondaria di Primo Grado
24123 Bergamo - Via Pinetti, 25 - Tel: 035.234682 - Fax 035.216274 - Cod. Fisc. n. 95118630169 sito: www.istitutocamozzibg.it - email certificata: [email protected] - email: [email protected]