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Anno 17 n° 7 - EDIZIONE GRATUITA Lunedì 29 aprile 2019 Dea, la nostra festa non deve finire SERIE A Con l Udinese a caccia di punti per la qualificazione Champions dopo l impresa in Coppa Italia SELFIE FELICITA- Masiello in posa dopo la vittoria con la Fiorentina FOTO FRANCESCO MORO

Dea, la nostra festa non deve finire - Bergamo & Sport · 2019-04-28 · 2 Bergamo&Sport LunedË 29 Aprile 2019 DEA, VIETATO RALLENTARE LA SFIDA Udinese con l3acqua alla gola, i nerazzurri

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Anno 17 n° 7 - EDIZIONE GRATUITA Lunedì 29 aprile 2019

Dea, la nostra festa non deve finireSERIE A Con l’Udinese a caccia di punti per la qualificazione Champions dopo l’impresa in Coppa Italia

SELFIE FELICITA’ - Masiello in posa dopo la vittoria con la Fiorentina FOTO FRANCESCO MORO

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Bergamo&Sport2 Lunedì 29 Aprile 2019

DEA, VIETATO RALLENTARELA SFIDAUdinese con l’acqua alla gola, i nerazzurri devono vincere perché la Champions è possibileBERGAMO - Un’occasione da coltiva-re. L’Atalanta affronta l’Udinese nel-l’ultima partita che si gioca sul pratodel vecchio stadio, prima della demo-lizione che comincerà immediata-mente. Un’opportunità per fare feliceil popolo nerazzurro prima del forzatotrasferimento a Reggio Emilia. Nonc’è solo sentimento, c’è soprattutto laclassifica da consolidare, al di là deirisultati della trentaquattresima gior-nata di campionato. Il quarto posto èsempre lì, a portata di mano. Capitaperò che in casa lasci per strada puntipreziosi, proprio quando deve affron-tare squadre di bassa classifica, è giàsuccesso, in tempi recenti, con il Chie-vo e con l’Empoli, una già spacciata,l’altra con poche speranze di salvezza,mentre oggi l’Udinese è al quart’ulti-mo posto sull’orlo del precipizio.Quasi un’eccezione lo squillante 4-1col Bologna. Poi è vero l’Atalanta sirifà fuori Bergamo, ma stavolta non èpiù possibile seminare nel vento puntidecisivi. Sono trascorsi quattro giornodalla trionfale conquista della finale diCoppa Italia ma fino al 15 maggio so-no in programma due partite decisiveper cullare il sogno Champions, stase-ra con i friulani e domenica prossimacon la Lazio, avversaria sia per l’Eu-ropa che per la Coppa. Certo le due sfi-de con Napoli e Fiorentina, entrambevinte nel finale per 2-1, hanno consu-mato energie vitali, eppure i giocatorinerazzurri non sono affatto appagatiperché sanno di essere in piena bagar-re per tagliare prestigiosi traguardi.Sperare ancora in un posto in Cham-pions e appuntarsi al petto la coccardatricolore sono due obiettivi mai entratinei centoundici anni di storia atalan-tina. Ma adesso viene il bello. E ci sichiede se l’Atalanta riuscirà a reggereuna tale spasmodica tensione? Finoadesso la squadra non ha patito traumiparticolare, stasera con l’Udinese sarà

certamente una prova decisiva percomprendere quale stato emotivocoinvolgerà i giocatori e tutto l’am-biente. Intanto nel girone di ritorno ilcammino dell’Atalanta è stato travol-gente: otto vittorie, cinque fuori casa,quattro pareggi e due sconfitte, con

ventisette gol realizzati. Ma c’è un al-tro numero che stupisce: novantaduegol in quarantatre partite tra campio-nato, Coppa Italia e preliminari di Eu-ropa League. Il che significa che quota100 non è miraggio con sei partite an-cora da giocare. Basterebbe sfatare il

tabù nei confronti con le avversarie dibassa classifica quando si gioca a Ber-gamo. L’Udinese arriva con l’acquaalla gola, un quart’ultimo posto dapaura. E lontano dal Friuli la squadradi Tudor, terzo allenatore della stagio-ne sulla panca bianconera dopo Julio

Velasquez e Davide Nicola, ha vintouna sola volta (2-0 a Verona col Chie-vo) il 23 settembre. Vedremo se il3-5-2 dei friuliani reggerà l’urto diun’Atalanta che non più permettersi dirallentare la sua corsa verso l’Europa.

Giacomo Mayer

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Bergamo&Sport4 Lunedì 29 Aprile 2019

Dea, volata per la Champions LeagueIL CALENDARIO Guida alle ultime cinque giornate, i nerazzurri possono fare bottino pienoBERGAMO - Pensare che l'Udinese nonancora salva sia una sorta di discesasenza inseguitori verso il traguardo èun'illusione. Per evitare capitombolinella volata europea a rotta di collo, inquello di stasera e nel restante poker ditapponi dolomitici l'Atalanta dovrà la-vorare come un cicloteam, rintuzzandole fughe da spintoni che la caccino dal-la testa del plotone. Ad allargare i go-miti nel gomma a gomma, anche la La-zio all'Olimpico il 5 maggio, il Genoaal Mapei Stadium di Reggio Emilia sa-bato 11, la Juventus degli otto scudettidi fila il 19 e il 26 il Sassuolo, ospitesoltanto per il calendario nel propriostadio in affitto. Tre su cinque non han-no più nulla da chiedere alla stagione,ma occhio.

UDINESE, DINASTIA TUDOR. Ifriulani diretti in campo dal play diestrazione gasperiniana Mandragora,quartultimi, vivacchiano sul 3-2 al-l'Empoli del 7 aprile, secondo e ultimoin una cinquina di Igor Tudor dopo l'e-sordio all'inglese col Genoa. Gli 8 pun-ti del croato non sono male, conside-rando i 9 in 12 gare di Julio Velazquez ei 16 in altrettante di Davide Nicola, af-fondato alla Dacia Arena dal tripletezapatista. De Paul, Okaka, Pussetto eLasagna (temporaneo 1-1 dell'andata)gli spauracchi, con menzione per l'exD'Alessandro da pendolino a sinistra.Grado di difficoltà: 5.

LA LAZIO: INZAGHINO, LAVENDETTA. I capitolini, da sfidare10 giorni più tardi nella finalissima diCoppa Italia, giocano nella loro tana edevono recuperare terreno, pur in unaclassifica cortissima. Il valore della ro-sa dell'ex meteora atalantina SimoneInzaghi, nonostante le montagne russenel girone di ritorno, sarebbe da qua-lificazione Champions, tra il bomberImmobile, una valida spalla come Cai-cedo, il risolutore in semifinale Correa,il fantasioso Luis Alberto e il carrarma-

to Milinkovic-Savic (molto a rischio)su cui anche gente tosta tende a rimbal-zare addosso. In corsia, al contrario,Marusic e Lulic o Durmisi non hanno ilpasso per reggere contro Hateboer, Ca-stagne e Gosens, sempre che (attenzio-ne alle possibili squalifiche) Romulonon giochi facendo il fenomeno comenel Genoa-Atalanta prenatalizio col te-desco letteralmente in croce. Unoscontro diretto se mai ce n'è uno, ma inerazzurri ci arrivano decisamente lan-

ciati. Grado di difficoltà: 6.IL GENOA DI PRANDELLI. Al-

tro ex nel terzo step verso la grandezza,Cesare Prandelli, che nella Dea ha gio-cato e allenato vincendo a livello gio-vanile (retrocesso con la prima squadranel '94 in tandem con Andrea Valdino-ci: fine dell'Antonio Percassi Atto Pri-mo). Ma anche Gian Piero Gasperini,che rimpiange la bandiera Mimmo Cri-scito, è un volto arcinoto di una sfidache graduatoria alla mano non aggiun-

ge alcunché all'annata da salvezza delVecchio Balordo. Oltre a facce cono-sciute al Gasp come Zukanovic, Stura-ro e Pandev, spicca il jolly serbo (uti-lizzabile da perno difensivo) Ivan Ra-dovanovic. L'addio a gennaio di Pia-tek, castigamatti insieme a Lazovic (vi-rato a destra per la partenza di Romulo)con la doppietta a campo invertito, halasciato ogni incombenza al macedo-ne, a Kouame e a un Sanabria che a vol-te s'inceppa. Grado di difficoltà: 2.

JUVENTUS, SOTTO LO SCU-DETTO NIENTE. 2018-2019 nel se-gno di CR7 e della delusione Cham-pions per i bianconeri, dominatori incampionato ma capaci per il resto diraccogliere solo la Supercoppa Italianain formato saudita, vinta di misura e trale polemiche il 16 gennaio a Gedda aidanni del Milan. Niente record da bat-tere o nastri da tagliare: la (poco) pre-miata ditta Allegri & Ronaldo conser-va come unica mission il trono deibomber per il portoghese, che ha in Du-van Zapata uno degli avversari più ag-guerriti. A Bergamo, comunque, pari ainseguimento (grazie al 7) a dicembre etris sulla gobba della Vecchia Signoranel quarto secco in Coppa Italia del 30gennaio, con Timothy Castagne a gab-bare Cancelo (male in copertura, suogrande limite) per la discesa libera delrompighiaccio e ancora un Ternero diCali in formato doppio. Attenzione allavoglia di riscatto e di luce di PauloDybala, ben poco Joya in una stagionecon troppe ombre. Grado di difficol-tà: 4.

ULTIMO SASSUOLO NELLASCARPA. Alla vigilia dello scontroalla diciannovesima le contendentierano appaiate a 25, adesso gli emilianipur a marcia ridotta nel girone di ritor-no sono sempre lì quasi a metà del gua-do. Mister Roberto De Zerbi, uno dellanouvelle vague che non potrà mai al-lenare a Bergamo visto il tatuaggio“anti” da ultrà delle Rondinelle, ci safare e ci tiene a vendicare il set a duedecembrino col triplo Josip Ilicic (Za-pata, Papu e Mancini gli altri) a vani-ficare la doppietta di Duncan. ManuelLocatelli è l'ex, ma se ne andò ragaz-zino al Milan, insieme ad Andrea Con-sigli e a un Federico Peluso ormai al-l'ammazzacaffè. Un 4-3-3 solido ed ef-ficace, ma che comandino le lune diBerardi è noto. Grado di difficoltà: 2.

Simone Fornoni

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Bergamo&Sport6 Lunedì 29 Aprile 2019

Atalanta, una difesa di fenomeniPRIMO PIANO Non solo il tridente delle meraviglie, stagione super anche per i centrali nerazzurriBERGAMO - La Dea non smette di sor-prendere tutti ed il reparto che senzadubbio ha fin da subito regalato grandinovità fin da inizio stagione è statoquello difensivo. Partendo dalla ma-tricola Berat Djimsiti che con unostraordinario ritiro estivo ha impres-sionato Gasperini, tanto da volerlo te-nere a tutti i costi. Il centrale difensivosvizzero ha una storia commovente al-le spalle. Dopo una stagione ai mar-gini della Dea viene ceduto in prestitoall’Avellino per poi fare ritorno allabase ed essere girato successivamenteal Benevento. Berat è cresciuto moltodopo queste due esperienze, tanto daripresentarsi a Bergamo in una nuovaveste. Ad oggi persino lui è incredulo.Chi non lo sarebbe dopo essere pas-sato dalla lotta per la retrocessione al-la lotta per la qualificazione in Cham-pions League? Djimsiti ha rispostopresente a qualsiasi chiamata del mi-ster. Ha affrontato avversari di grandelivello e ha dimostrato di poter essereun titolare inamovibile dell’Atalantadel futuro. Se parliamo di crescitaesponenziale non possiamo poi nonparlare di lui: Gianluca Mancini. Unragazzo straordinario che ha appreso isegreti di Gasperini e li ha tramutati ingioco brillante ed efficace. La Fioren-tina si è fatta scappare un talento cri-stallino come quello di Gianluca e tut-t’ora i gigliati non se lo perdonano. Iltalento classe ‘96 ha attirato la luce deiriflettori su di lui grazie a prestazioniche di settimana in settimana sonocresciute a dismisura. Mancini è statoaddirittura convocato in Nazionaledall’omonimo allenatore, a dimostra-zione del suo grande valore. La forzadi questa Atalanta sta però in una cosatanto semplice quanto mai scontata: ilgruppo. I giocatori atalantini sono ungruppo di amici che punta a miglio-rarsi sempre. Senza alcun dubbio ilgiocatore che incarna maggiormente

questo aspetto è Andrea Masiello.Dall’alto dei suoi 33 anni è ancora lìnello spogliatoio con i suoi compagnia ridere e scherzare come fosse un gio-vane appena aggregato alla primasquadra. Il suo spirito di gruppo è un

valore fondamentale per questa squa-dra. Lui che ha saputo conquistarsi lafiducia dei tifosi e del popolo berga-masco che ora lo celebra come suo fi-glio adottivo. Masiello è una pedinainamovibile dello scacchiere neraz-

zurro. Lo dimostra il clamoroso salva-taggio sulla linea a Napoli. Quellacorsa a perdifiato per strappare quelpallone destinato a gonfiare la rete èun segno tangibile dell’amore di An-drea per questa maglia e per i suoi

compagni. Un vero condottiero e ungrande professionista. Ma a questa re-troguardia manca quel pizzico di ma-gia. Quel qualcosa che solamente i su-damericani sanno dare. E allora eccolilì sbucare sul rettangolo verde di gio-co. I due giganti: Rafael Toloi e JoséLuis Palomino. Il brasiliano è ormaiun top player della società di Percassi.Al mondo esistono pochi difensori co-me lui. La sua caratteristica principaleche lo contraddistingue dai colleghi èl’iniziativa personale. Rafa non hapaura di affrontare a volto scoperto isuoi avversari, tant’è che spesso e vo-lentieri si avventura palla al piede in-curante dei pericoli. Gli avversari ri-mangono talmente destabilizzati cheil risultato è qualcosa di magnifico.Un difensore che avanza a spron bat-tuto, pronto per impostare le riparten-ze e dare supporto agli attaccanti. Sul-l’altro lato del ring invece l’omoneclasse ‘90 che la Dea ha pescato dalLudogorets quando ancora nessunonei grandi campionati europei era aconoscenza della sua esistenza. Un gi-gante dall’animo buono, sempre pron-to ad aiutare i compagni in difficoltà eletale negli scontri corpo a corpo congli attaccanti avversari. Palomino èstato bravo ad inserirsi a poco a poconei meccanismi di gioco della squadrabergamasca, finendo per integrarsi almeglio. L’argentino è in grado di faretutto: marcare a uomo, recuperare invelocità, smistare il pallone e anchesegnare. Insomma Gasperini ha un or-ganico difensivo di grande qualità, senon fosse per quegli svarioni che pun-tualmente si presentano nei primi mi-nuti di gioco di tante, troppe partite.Ma in fondo va bene così, l’Atalantaha ormai acquisito una tale padronan-za del gioco che partire in svantaggionon è che uno stimolo in più per por-tare a casa la vittoria.

Mattia Maraglio

IN GRAN FORMA - Berat Djimsiti, qui in azione durante Atalanta-Fiorentina 2-1 FOTO MORO

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Bergamo&Sport8 Lunedì 29 Aprile 2019

La meravigliosa notte della DeaCOPPA ITALIA La vittoria con la Viola. Ora tutti a Roma per la finale con la Lazio

ATALANTA-FIORENTINA 2-1

ATALANTA: Gollini 8; Masiello7, Djimsiti 7, Palomino 6,5; Ca-stagne 6,5, De Roon 7, Freuler6 (13 s.t. Pasalic 7), Gosens 6,5(8’s.t Pessina 7); Gomez 9, Ili-cic 9 (40’ s.t. Mancini sv) , Za-pata 7. All. Gasperini.

FIORENTINA: Lafont 5,5; Milen-kovic 6, Pezzella 6,5, Cecche-rini 6; Mirallas 6 (43’ s.t. Edimil-son s), Benassi 6,5 (33’ s.t. Si-meone sv), Veretout 6, Gerson6 (20 s.t. Dabo 6), Biraghi 6;Chiesa 6, Muriel 6,5. All. Mon-tella.

ARBITRO: Calvarese. Ass.ti Pe-retti-Carbone. IV Manganiello.Var. Orsato. A.Var. Mondin.

RETI: 3’ p.t. Muriel, 14’ p.t. Ilicicsu rigore, 24’ s.t. Gomez.

BERGAMO - E’ ufficiale l’inva-sione di Roma: il 15 maggio ilpopolo nerazzurro sarà all’O-limpico per la finale di CoppaItalia tra Atalanta e Lazio. E’la quarta volta che succedenella storia atalantina. I neraz-zurri hanno abbattuto anchel’ultimo ostacolo, la Fiorrenti-na, dopo una partita palpitante,emozionante che ha appassio-

nato dal primo minuto all’ul-timo. Atalanta e Fiorentina sisono affrontate a viso aperto.Viola pericolosi e in gol subi-to, e che tremore sugli spaltiperché il gol di Muriel avevaminato tante certezze ma i ne-razzurri sono forti e grandi,non si sono lasciati abbindola-re da una Fiorentina vogliosadi ribaltare il risultato, così èbastato il primo affondo per ri-mettere il risultato alla pari, ri-gore procurato da Gomez etrasformato da Ilicic. Passatala paura l’Atalanta ha giocatocome al solito, attaccando datutti i lati e poi colpendo nelsecondo tempo quando perventi minuti ha stretto d’asse-dio la Fiorentina. Una vittoriache conferma, ancora una vol-

ta, che l’Atalanta è la più belladel reame della Serie A. Dopole spettacolari esibizioni incampionato, ecco la preziosagemma che è la finale dellaCoppa Italia. E non finisce qui.Si comincia con il commoven-te ricordo di Mino Favini e poila partita prende una bruttissi-ma piega per l’Atalanta. E’uno choc: dopo tre minutiChiesa lancia Muriel che invelocità infila Gollini. Ma nonbasta, la Fiorentina ci crede eun minuto dopo Chiesa, tantoper cambiare, si libera in mez-zo a tre e spedisce d’un soffiofuori alla destra del portierenerazzurra. I nerazzurri accu-sano il colpo e non riescono ariorganizzarsi. C’è qualcosache non va in mezzo, la posi-

zione di Chiesa, in pratica se-conda punta, mette in difficol-tà addirittura il centrocampo,tant’è vero che all’11 Veretoutha la meglio su Freuler e sipresenta tutto solo davanti aGollini, bravissimo a sventareil raddoppio. Poi l’Atalanta siscuote e, finalmente, ripartecon Gomez che entra in area eviene abbattuto da Ceccherinie da Pezzella, per Calvaresenon ci sono dubbi: è rigore. Lobatte Ilicic, pallone alla sini-stra di Lafont, che aveva intui-to il tiro. Sull’1-1 i nerazzurricominciano a governare lapartita e attaccano mentre indifesa Gasperini aggiusta leposizioni: Masiello passa a si-nistra, Palomino, al centro eDjimsiti a destra, per Muriel eChiesa cominciano le difficol-tà mentre a centrocampo Freu-ler è dalle parti di Gerson, Go-mez ha di fronte Veretout, DeRoon se la vede con Benassima è pronto a raddoppiare suChiesa. Al 38’ occasione ne-razzurra: Castagne, su input diIlicic, crossa in area, dalla si-nistra Gosens anticipa Milen-kovic di testa ma non riesce aspedire in rete. Al 45’ splen-dida azione Gomez-Zapa-ta-Ilicic, stavolta lo slovenosbaglia e calcia sopra da posi-zione favorevole. Nessuncambio all’inizio del secondotempo, subito Fiorentina: al 2’Muriel lancia Benassi ma l’u-scita di Gollini è decisiva. Ri-sponde l’Atalanta al 5’: grantiro di Gomez, si salva Lafontin angolo. La partita s’infiam-ma, prima la difesa viola si sal-va su Gomez, poi è Castagne aintervenire di testa su lancio di

Muriel. Il primo cambio al 13’:entra Pasalic al posto di Freu-ler, meno brillante del solito.Ancora Atalanta al 15’: Ilicicper Zapata, Milenkovic deviain angolo. Diventa un assedio,Fiorentina all’angolo. E’ il Pa-pu a guidare le manovre neraz-zurre. Poi la partita torna su rit-mi normali. Al 24’ il raddop-pio: Ilicic per Gomez che dadestra, in diagonale, calcia sulpalo sinistro di Lafont che silascia sfuggire il pallone. Il golera nell’aria. Nerazzurri scate-nati.

Giacomo Mayer

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Bergamo&Sport10 Lunedì 29 Aprile 2019

«E’ una vittoria per Mino Favini»COPPA ITALIA La dedica speciale del presidente Percassi dopo la vittoria con la Fiorentina

BERGAMO - Le dichiarazioni del PresidenteAntonio Percassi in zona mista dopo laconquista della finalissima di Roma che ve-drà protagonista assoluta la sua Atalanta.“Questa vittoria è per Mino Favini. Senzadubbio. Mino è stato un grande uomo e saràuna profonda tristezza per noi domani dar-gli l’ultimo saluto a Meda. Tornando allapartita di questa sera siamo stati bravi a ri-baltare il risultato. Andiamo sempre sotto èvero, ma se poi il risultato finale è semprequesto ben venga! Se darò un bonus ai gio-catori per aver raggiunto la finale? Quandoraggiungi certi traguardi è il minimo perrendere felici i tuoi giocatori. Quando hopreso 9 anni fa l’Atalanta non avrei mai im-maginato tutto questo. Io ho sempre pun-tato e sperato di dare continuità alla societàper il mantenimento della categoria. Abbia-mo cambiato certamente tante cose, ma nonsolo: perché abbiamo fatto molto di più.Siamo andati oltre ogni aspettativa possi-bile. Io sono ancora convinto che tutto que-sto sia uno scherzo. A volte quando si pa-reggia o si perde sembra addirittura unoscandalo (ride ndr). La finale? Non mi pia-ce perdere le finali: questo è certo. Sarà unapartita molto intensa ed entrambe le squa-dre giocheranno per vincere. Gasperini?Non lo ripeto più: non si muove da qui. Ilmerito è sia suo che dei giocatori. I ragazzisono fantastici. Aggiungiamoci una tifose-ria magnifica e una società di livello com-posta da grandi professionisti ed ecco l’A-talanta. Se sono contento o no? Come no?!(ride ndr). Stiamo facendo la storia. Nonriesco a capacitarmi di tutto questo: è unsogno”.

Mattia Maraglio

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Cannonieri, Zapata può farcelaPRIMO PIANO Il centravanti nerazzurro se la deve vedere con Quagliarella, Piatek e RonaldoBERGAMO - Cinque giornate altermine del campionato. Conlo scudetto già assegnato, ri-mangono la questione Cham-pions, quella salvezza e il tronodei cannonieri ad animare iweekend degli italiani del pal-lone. Per quest'ultima classifi-ca, la lotta è più aperta che mai.Le statistiche aggiornate alla33^ di Serie A dicono: Qua-gliarella 22 reti, Piatek e Zapa-ta 21, Cristiano Ronaldo 19.Saranno loro a giocarsi il ruolodi bomber e fare previsioni an-ticipate appare un'operazioneestremamente complicata. Ilsampdoriano sta vivendo unastagione semplicementestraordinaria, una seconda gio-vinezza che non deve stupire.Nel bottino attuale del blucer-chiato ci sono ben 7 rigori, il di-schetto è una delle sue specia-lità, caratteristica che non ap-

partiene a tutti. Il calendarioconclusivo della Samp assegnaLazio, Parma, Empoli, Chievoe Juventus: la sensazione è che"Quaglia" possa lasciare anco-ra il segno, considerando che lasquadra lavorerà in campo an-che per il suo traguardo perso-nale. Il milanista al momento èquello che potrebbe avere piùdifficoltà visto il rendimentodei rossoneri nelle ultime appa-rizioni, Coppa Italia compresa:poca assistenza dai compagnidi reparto e occasioni da gol allumicino. Torino, Bologna,Fiorentina, Frosinone e Spalnon si annunciano delle pas-seggiate, anche se il polacco hadimostrato di essere un cecchi-no d'area e una ripresa del Mi-lan non è da escludere. A parimerito con l'ex Genoa c'è Du-van Zapata: il colombiano è ilterminale d'attacco della for-

mazione che esprime il calciopiù bello della compagnia. Lafortuna di poter giocare accan-to a due stelle come Gomez eIlicic non è da trascurare e sipresenta come una carta pre-ziosa nel mazzo dei pretendential titolo di capocannoniere. LaDea sogna la Champions e lemotivazioni sono a livello mas-simo. Il calendario nelle pros-sime cinque uscite prevedeUdinese, Lazio, Genoa, Juven-tus e Sassuolo: vedere l'exSampdoria in vetta al terminedel torneo non è un'utopia, con-siderando che Gasperini non ri-nuncerà mai a lui nella rincorsaall'Europa nonostante la finaledi Coppa Italia del 15 maggio aRoma con i biancocelesti. Poi,leggermente staccato dal podioc'è oggi il fenomeno CristianoRonaldo. I bianconeri hannogià il tricolore in tasca, difficile

capire quanto il portogheseverrà impiegato da Allegri nelrush conclusivo. Probabilmen-te sempre, ma gli stimoli po-trebbero essere inferiori ai trediretti concorrenti per il ruolodi re del gol in Italia. Il condi-

zionale però è d'obbligo: difronte a certi giocatori, i cosid-detti "extraterrestri", meglionon azzardare pronostici. Inse-rire l'Atalanta tra le prime quat-tro della classifica e Zapata alcomando di questa speciale

graduatoria è ancora possibile.Con la speranza che possa tim-brare il cartellino anche all'O-limpico in una serata che Ber-gamo ricorderà per sempre, va-da come vada.

Norman Setti

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Bergamo&Sport12 Lunedì 29 Aprile 2019

EX ATALANTINI D’OROPRIMO PIANO Il campionato di Petagna, Kessie, Cristante e...

BERGAMO - Il countdown verso la fine del campionato 2018-2019prosegue e si sta gradualmente avvicinando il tempo dei bilanci.Quello dei grandi ex di casa Atalanta è al momento caratterizzatoda luci ed ombre. Chi si sta guadagnando la palma di migliore èsenza dubbio Andrea Petagna, che a Ferrara con la Spal sta rea-lizzando gol a grappoli, cosa che a Bergamo gli riusciva a metàseppure il suo lavoro per la squadra fosse sempre prezioso. Le sta-tistiche dell'ex giovanili del Milan parlano chiaro: 31 presenze fi-nora e 14 reti, con la responsabilità dei tiri dal dischetto, davveroniente male. Grazie al suo fondamentale apporto in attacco, gliestensi sono ad un passo dalla salvezza e si godono il loro gigantebuono. Sufficienza piena per Bryan Cristante, anche se l'annatanon certo esaltante della Roma ha condizionato il suo rendimentoin campo. In maglia nerazzurra la scorsa stagione aveva collezio-nato 47 presenze e 12 gol, trascinando la Dea sia in Serie A che inEuropa League da fantasista alle spalle delle due punte. L'Atalantaattuale ha cambiato fisionomia e non sta risentendo troppo dellasua partenza. Nella Capitale 39 gettoni e 4 gol fino ad oggi sono unbottino comunque soddisfacente, ma migliorabile. La prossima an-nata sarà quella della possibile consacrazione, le qualità non man-cano. Chi si merita al contrario un applauso è Roberto Gagliardini,che nel rapporto presenze-gol con la casacca interista si sta facendorispettare eccome. Mister Spalletti gli ha riservato una fiducia li-mitata, tuttavia l'ex Atalanta ha sempre rispettato le gerarchie daprofessionista esemplare. E le risposte sul rettangolo verde sonostate ottime: 19 gare e 5 marcature sono un totale da attaccanteconsumato, con due doppiette rifilate al malcapitato Genoa tra an-data e ritorno. Difficile chiedere di più. Franck Kessie finisce in-vece dietro la lavagna. Cinque reti complessive in 35 occasioni nonsono ovviamente da buttare, ma il centrocampista ivoriano si è fat-to notare più per episodi che per le prestazioni effettive con il Mi-lan. Dall'uscita dal campo polemica in occasione del derby con l'In-ter con relativo faccia a faccia con il compagno Biglia, fino al fattospiacevole della maglia di Acerbi esposta alla curva insieme a Ba-kayoko. Cose che in casa rossonera non sono ammesse, la storia ela tradizione del club insegnano. Fiducia a termine per lui? In Pre-mier League non mancano le squadre interessate e Leonardo va-luterà tutte le possibili offerte che arriveranno a Milanello. Chissàche il finale di stagione però non possa cambiare la situazione.

Norman Setti

BERGAMO - Che cosa possa provare un gio-catore che viene da Sorisole, tifa Atalanta e fail suo esordio in Serie A proprio con la suasquadra del cuore? Forse è qualcosa di troppobello per poter essere spiegato a parole. Lo sabene Roberto Piccoli, classe 2001 che lo scor-so 15 aprile è subentrato durante Atalan-ta-Empoli dando il cambio al capitano PapuGomez. A fine partita, nonostante lo scialbo0-0, il suo sorriso spontaneo ha fatto trapelaretutta la sua gioia. “Giocare sotto la CurvaNord che un tempo frequentavo da tifoso èstato qualcosa di incredibile”. Queste le sueparole in zona mista durante l’intervista postpartita. Zingonia ha creato un altro giocatorecome direbbe Mino Favini. Sì, perché la so-cietà Atalanta è stata ancora una volta brava epaziente nel crescere un altro giovane talento.Roberto ha subito due gravi infortuni nella

scorsa stagione. Prima alla caviglia destra epoi al polso, infortuni dai quali si è ripresoegregiamente e con grande determinazione.L’Atalanta non lo ha mollato un secondo fa-cendogli firmare il suo primo contratto daprofessionista durante lo stop per infortunioed ora eccolo lì: 19 partite disputate con la Pri-mavera di mister Brambilla e 12 reti segnate.Numeri che rispecchiano l’alto tasso tecnicodi questo giocatore. Il suo fisico statuario glipermette di essere una presenza importantenel reparto avanzato. Non solo: il giovanecampioncino possiede grandi qualità nell’at-taccare lo spazio, proponendo soluzioni illu-minanti di passaggio ai compagni e un’ottimavisione di gioco. Il diciottenne si rivede moltonel bomber e compagno di squadra Duván Za-pata. In lui ammira la fisicità e la capacità discattare in profondità lasciando sul posto i di-

fensori avversari. Ancora una volta il vivaionerazzurro ha plasmato uno dei giocatori deldomani costruendone con pazienza il roseofuturo. Roberto è pronto ed è lì ad appena 18anni a giocare con i campioni di Serie A. Ro-berto gioca con la sua squadra del cuore, quel-la che ha sempre tifato fin da bambino. Quellasquadra che gli ha regalato il grande sogno dipoter esordire davanti al popolo bergamasco ealla sua Curva. Roberto ora verrà convocatoper la finale di Coppa Italia a Roma contro laLazio e chissà che non tocchi proprio a lui to-gliersi la casacca ed entrare per decidere chialzerà la coppa. Mister non aver paura: chia-malo quel ragazzo seduto in panchina. Èpronto per il calcio dei grandi. È pronto pergiocare e far trionfare la sua squadra del cuo-re.

Mattia Maraglio

Piccoli, l’ennesimo talento nerazzurroTRA VIVAIO E PRIMA SQUADRA Attaccante, classe 2001, esordio tra i pro durante Atalanta-Empoli

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Bergamo&Sport14 Lunedì 29 Aprile 2019

L’Udinese è un osso duro, ma...I PRECEDENTI Sfide sempre difficili per i i nerazzurri, non in questa stagione col trionfo a UdineBERGAMO - Facile ricordarsi della tripletta alla Dacia Arena diDuvan Zapata, quel 9 dicembre scorso a traino della spizzata diToloi (2') su angolo del Papu, del tiro in porta di Musa Barrowtramutatosi in vassoietto (62') a mo' di digestivo per il mallopponedi Lasagna (12', cross dell'ex Marco D'Alessandro) sullo stomaco,e dell'assist di Hans Hateboer (80') per chiuderla. Perché prima delpenultimo precedente diretto, nel successo all'inglese sotto le Mu-ra del 31 marzo dell'anno scorso sulle ali di Andrea Petagna (68',di testa, cross del capitano) e Andrea Masiello (74', destro in mi-schia da corner), l'Atalanta aveva dovuto sospirare ben 9 partitesognando di battere l'Udinese.

Per l'avversario del terzo posticipo del lunedì di fila, negli anniaddietro, anche bottini pieni dal sapore di rivalsa personale. LeggiStefano Colantuono, killer del suo rimpiazzo di mezza stagione eoltre Edy Reja nel quarto turno di Coppa Italia del 2 dicembre '15in Friuli: doppio Di Natale, il primo su rigore nel primo tempo;pari di Monachello, poi zuccata di Perica su ammollo di Ali Ad-nan, futuro bergamasco onorario per sei mesi. Scorrendo col re-wind lungo il nastro del tris casalingo nerazzurro di digiuno nellaserie negativa da 4 pari e 5 ko (12.5.13, by Guidolin, De Luca-2 DiNatale; 26.10.14, Di Natale-Thereau e 6.1.16, Thereau-Peri-ca-D'Alessandro, sempre by Cola; 29.10.17, Kurtic, rigore di DePaul con Cristante a sbagliare il suo e Barak, by Delneri), sbuca unaltro protagonista a colori invertiti. Proprio Duvan, El Ternero diCali, allora bianconero al servizio dell'altro grande amico ripu-diato Gigi Delneri. In due, sgambetto confezionato al Gasp l'11dicembre all'ombra della Maresana di tre rivoluzioni terrestri orsono: apre il colosso d'ebano alle soglie della pausa, rubando pallaa Mattia Caldara per poi sfruttare il passaggio di ritorno di The-reau e la impatta di testa (angolo di Gomez) Jasmin Kurtic al rien-tro dal tunnel, ma la resa piove come la grandine dei favori re-ciproci tra Thereau e Fofana (27' e 42'). Karnezis para le mosche (aGomez, Caldara, Conti e Masiello) aiutato dal montante (Kurtic) eil Baffo di Aquileia, tra l'appiccicoso e il ficcante, la spunta sor-nione mangiandosi tattica e consonanti nel dopogara.

La prima volta da atalantino contro l'Udin del condottiero diGrugliasco e altri scivoloni, specie allo start del campionato, noncompromisero lo storico quarto posto. La stessa mira di oggi, soloche ai tempi non valeva la Champions. I penultimi tre punti ca-salinghi contro il profondo Nordest, nel periodo antecedente allemagre quasi quinquennali nel confronto, risalivano al 29 settem-bre 2013 targato Cola: di là Francesco Guidolin, di qua a deciderlala doppietta del Tanque, German Denis, per dire quanto può met-terla giù dura uno passato di sponda quando annusa il vento giàrespirato che gli soffia contro. L'argentino che andava per la mag-giore quando il Papu non c'era, insieme a Maxi Moralez, la decidedi destro nel recupero del primo tempo e di sinistro al 18' del se-condo sfruttando il la sullo spartito di Luca Cigarini. Al rientro daltunnel, fiato sospeso quando il Var non era manco un'ipotesi: pe-nalty concesso e quindi revocato dall’arbitro Piero Giacomelli (cipensa l’assistente Renato Faverani, che poi si sarebbe fatto Ger-mania-Argentina, finale di Brasil 2014, con Nicola Rizzoli e An-drea Stefani) per fuorigioco di Danilo sulla trattenuta di WillyStendardo.

Tra la penultima gioia e l'ultima, quella più fresca, pensate unpo', sono trascorsi tre allenatori e ancor più moduli: il 4-4-1-1 delprofeta di Anzio, i 4-3-3 e 4-2-3-1 del Vecio di Lucinico e il

3-4-1-2 gasperiniano. S'è parlato in pratica degli ultimi sei anniscarsi, ma va sottolineato che sulle Zebrette non s'è mai potutoattraversato senza il rischio di essere arrotati. Lo raccontano lecifre all time su ambo i terreni di gioco (a Udine una volta c'era il“Moretti”): su 32 sconfitte, 25 su campo avverso, dove in 42 mat-ch (46-71 il saldo reti) i successi hanno varcato di misura l'ot-tovolante; tra le mura amiche, 15 volte la gara s'è risolta a favore,con 7 ko e 19 nulli (63 a 35 i gol). Le somme fatele voi. Dea sottotranne in casa e nel totale dei palloni nel sacco. Dalle 19 conteràsolo la determinazione di tagliare il traguardo dei sogni. Magariaiutati dall'amarcord preistorico del gap più largo inflitto al ne-mico, il 7-0 cadetto del 27 settembre 1931, sorta di derby magiaro

tra gli allenatori Jozsef Violak e István Fögl. Il pomeriggio delletre doppiette, di Panzeri (21 e 79), Sanero (25 e 51) e Barisone (76e 87), con Bonello a firmare l’assolo al 66. Seguono in ordine diampiezza due trionfi Anni Cinquanta: la manita dell’11 gennaio’53 (Luigi Ferrero contro Aldo Olivieri; 33 e 82 Brugola, 42, 49 e85 Rasmussen) e il set chiuso parimenti a zero il 18 aprile del-l’anno seguente (Giuseppe Bigogno sulla panchina friulana; 4Corsini, 38 e 71 Bassetto, 47 e 84 Rasmussen, 68 Brugola). Il kointerno più fragoroso, invece, è il 5-1 inflitto da Roy Hodgson aGiovanni Vavassori del 21 ottobre 2001: 5 e 62 Jorgensen, 57Doni, 76 Iaquinta, 81 e 86 su rigore Muzzi.

Simone Fornoni

TRIPLETTA DI ZAPATA - Bomber assoluto protagonista del 3-1 dell’Atalanta a Udine lo scorso 9 dicembre FOTO MORO

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PICCOLE ATALANTA CRESCONOD I L E T TA N T I I trionfi di Valcalepio, Juventina Covo e Roncola, le similitudini con i nerazzurriBERGAMO - Sulle orme di un’Atalanta che gioca, diverte e vince,il panorama dilettanti ha regalato anche in questa entusiasmantestagione le storie di tre giovani ed ambiziose realtà che hanno toc-cato il punto più alto della propria storia calcistica: il Valcalepiodel Presidente Lochis, dopo la retrocessione di un anno fa, si èripreso di prepotenza il posto in Eccellenza, al termine di un cam-pionato di Promozione vinto con grande merito, respingendo gliassalti di un’ottima Forza&Costanza. Partita con l’obbiettivo del-la vittoria finale, la truppa guidata dalla panchina da mister Maf-fioletti e orchestrata, fuori, dall’ex stella del panorama dilettanti,Luca Bosio, all’esordio nei panni di Direttore Sportivo, ha cen-trato subito il bersaglio grosso. Numeri spaziali quelli inscenatidalla dominatrice del girone C: 18 vittorie, miglior attacco con 55reti messe a referto e +6 sull’antagonista Forza&Costanza. Le al-tre? Tutte a distanza siderale: Lemine e Villongo “limitano” i dan-ni prendendosi un gap di ben 10 punti che, a una giornata dal ter-mine, rischia addirittura di far saltare la roulette dei Playoff. Sta-tistiche impressionanti che certificano il valore di quella che, giàai nastri di partenza, dava tutta l’impressione di essere una fuoricategoria. Gli uomini simbolo? Impossibile non partire da Fer-dinando Rega, il colpo estivo prelevato dal CazzagoBornato, non-ché bomber principe del Valca con 15 gol in campionato. Tre si-gilli più indietro, l’intramontabile Andrea Valli, una sorta di sen-tenza con il pallone tra i piedi. Stagione ultra positiva anche per lapremiata ditta Thiam-Ubbiali che con 7 gol a testa sono risultatideterminanti nel computo di un’annata memorabile. Questi gli uo-mini sugli scudi, ma il vero segreto rimane quello del gruppo. Uncollettivo granitico, di grande spessore tecnico e morale, focaliz-zato su un unico obbiettivo costruito in estate e concretizzato sulrettangolo verde. Quello che non mente proprio mai.

Da chi saluta la Promozione a chi, in Promozione, ci ritornadopo un anno di purgatorio. Il viaggio del Valcalepio ricalca persvolgimento quello della Juventina Covo. Undici mesi fa l’amararetrocessione in Prima Categoria, poi la fiducia riconfermata neiconfronti di mister De Martini: "Complimenti ai ragazzi per iltraguardo raggiunto. – esordisce il tecnico nel giorno del mate-matico trionfo - Ci siamo meritati sul campo questo salto di ca-tegoria. Cosa ha fatto la differenza? Il gruppo, senza dubbio. An-che nei momenti di difficoltà, con le assenze e gli infortuni che cisono capitati, chi ha giocato non ha fatto rimpiangere nessuno.Ringrazio in maniera principale il presidente Bezzi, senza di luiquesto non sarebbe stato possibile. La scorsa stagione, dopo laretrocessione, pensavo fosse finito il mio ciclo a Covo, invece luimi ha confermato senza pensarci un attimo. Abbiamo cambiatomolto in rosa, ma volevamo questa soddisfazione a tutti i costi".Un attestato di stima e fiducia reciproca quello tra presidente eallenatore, determinante per gettare le fondamenta di un’annata darecord: 18 successi, 9 pareggi e 2 sole sconfitte, a conferma di unasquadra capace di deliziare dal punto di visto estetico con un giococorale e dominante, al quale unire una solidità difensiva eccezio-nale, come testimoniano le sole 19 reti subite in campionato. Untraguardo stra meritato per la formazione di mister De Martini,capace nel corso del torneo di respingere gli assalti delle diretteinseguitrici, su tutte quelle dell’ottima Virtus Lovere che, alla fi-ne, ha dovuto arrendersi al ritmo insostenibile della capolista. UnaPromozione griffata dal trio delle meraviglie Gorlani (12 gol),Rossi Marinoni (9) e Pezzotta (8), quest’ultimo autore della dop-pietta decisiva al Baradello, nella sfida che ha fatto scattare la festain quel di Covo. Le punte di diamante di una squadra fortissima.

Tra le favole di questo 2019 c’è la splendida Roncola allenatada mister Palmisano, salito al comando della squadra a metà 2018,e condotta prima verso una salvezza miracolosa, poi, trecento-

sessantacinque giorni dopo, verso il capolavoro: vittoria del cam-pionato al termine di un duello senza esclusione di colpi controun’onorevole Zognese e salto in Prima Categoria. Una piccolamacchina da guerra, con un potenziale offensivo a dir poco de-vastante: 73 gol fatti in 29 partite. Molti dei quali messi a segno dalRe dei bomber, Marco Ferreri, autore di 23 reti. Il classe 1994, giàin gol 13 volte nella sua prima mezza stagione roncolese, è il ter-minale spietato di una squadra giovanissima, il cui pilastro di-

fensivo Paolo Monzani è già un leader nonostante la carta d’i-dentità dica anni 21. Tra gli uomini che hanno impreziosito unastagione da incorniciare vanno menzionati i vari Alemanni, autoredi 10 gol, Mangili, altro 97 di grande valore e in rete in ben 6occasioni, alla pari di Palazzi. Valcalepio, Juventina Covo e Ron-cola. Tre entusiasmanti realtà che dopo aver centrato i rispettiviobbiettivi non vogliono più porsi limiti.

Michael Di Chiaro

Sopra la Juventina Covo, promossa in Promozione, e la Roncola, ora in Prima dopo aver dominato la Seconda categoria.Sotto il Valcalepio, che ha appena conquistato l’Eccellenza

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