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NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DELL’ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA Anno XX n. 1 Marzo 2018 3 Editoriale 6 Convocazione assemblea annuale iscritti 7 Infermieri ricevuti da papa Francesco 5 I nuovi consiglieri 2018-2020 TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SETTORIALE - Aut. Tribunale di Novara N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile SANVITO Paola - Coordinamento di Redazione: Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola - Redazione: Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 Fax 0321 393276 - E-mail: novara.verbania@ipasvi.legalmail.it INDICE ORDINE DELLE P ROFESSIONI I NFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA - VERBANO CUSIO OSSOLA 13 Trovarsi all’improvviso dall’altra parte 16 Donazione degli organi e infermiere 18 Inaugurazione anno accademico 2017-2018 20 Sconfinate praterie e incredibili ostacoli 22 Gioia e dolore in una lacrima 24 Libera professione infermieristica... 32 Proposte di lettura

dialogare marzo 2018 n 1 - ipasvinovara.it · più presenti e vicini al Collegio/Ordine, in mo-do da permettere alla professione di crescere, così come deve crescere un vero professionista

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NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DELL’ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA Anno XX n. 1 Marzo 2018

3 Editoriale

6 Convocazione assemblea annuale iscritti

7 Infermieri ricevuti da papa Francesco

5 I nuovi consiglieri 2018-2020

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SETTORIALE - Aut. Tribunale di Novara N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile SANVITO Paola - Coordinamento di Redazione: Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola - Redazione: Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 Fax 0321 393276 - E-mail: [email protected]

INDICE

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13 Trovarsi all’improvviso dall’altra parte

16 Donazione degli organi e infermiere

18 Inaugurazione anno accademico 2017-2018

20 Sconfinate praterie e incredibili ostacoli

22 Gioia e dolore in una lacrima

24 Libera professione infermieristica...

32 Proposte di lettura

Anno XX n. 1 Marzo 2018

2informazioni

Dialogare è il periodico dell’Ordine delle Professio-ni Infermieristiche Interpro-vinciale Novara e Verbano Cusio Ossola che pubblica li-beramente articoli previa ap-provazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sot-to la responsabilità dell’au-tore/autori. Il materiale per la pubblicazione dovrà es-sere inviato alla Redazione in formato elettronico. Il te-sto deve pervenire in forma-to Word. Le parole che gli au-tori desiderano evidenziare devono essere in “grasset-to/ bold”. Tabelle e/o imma-gini (.tiff oppure .jpg) devo-no essere numerate e fornite su file a parte (il numero an-drà anche richiamato nel te-sto con brevi didascalie). In allegato all’articolo dovrà es-sere fornita una sintetica nota biografica dell’autore. La pub-blicazione degli articoli è a ti-tolo gratuito e in nessun caso dà diritto a compensi. Gli arti-coli inviati saranno sottoposti all’esame del Comitato di Re-dazione che si riserva di va-lutarli, eventualmente rima-neggiarli. Il materiale inviato non verrà restituito.

NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DELL’ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA Anno XX n. 1 Marzo 2018

3 Editoriale

6 Convocazione assemblea annuale iscritti

7 Infermieri ricevuti da papa Francesco

5 I nuovi consiglieri 2018-2020

TRIMESTRALE DI INFORMAZIONE SETTORIALE - Aut. Tribunale di Novara N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile SANVITO Paola - Coordinamento di Redazione: Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola - Redazione: Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 Fax 0321 393276 - E-mail: [email protected]

INDICE

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13 Trovarsi all’improvviso dall’altra parte

16 Donazione degli organi e infermiere

18 Inaugurazione anno accademico 2017-2018

20 Sconfi nate praterie e incredibili ostacoli

22 Gioia e dolore in una lacrima

24 Libera professione infermieristica...

32 Proposte di lettura

Foto Collage incontro con papa Francesco del 3 marzo 2018 di AAVV

Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999

Direttore Responsabile: SANVITO Paola – Comitato di Redazione: Consiglio Direttivo

Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola

Redazione: via Biandrate 20/b, 28100 Novara. Tel. 0321.30237 – Fax. 0321.393276 – E-mail:

[email protected] – Impaginazione e stampa digitale: Editmedia s.r.l., Omegna (VB)

Notiziario di informazione e di aggiornamentodell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola

Direzione/Redazione/AmministrazioneVia Biandrate 20/b – 28100 Novara – Tel. 0321.30237 Direttore ResponsabileSanvito PaolaComitato di RedazioneBeatrice Farina, Gabriele Fasolini, Sonia Pratillo, Roberto Rossi, Valentina TesserEditoreOrdine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola Impaginazione e stampa digitaleEditmedia s.r.l., via De Angeli, 73 – 28887 Omegna (VB)

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Anno XX n. 1 Marzo 2018

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Paola Sanvito Presidente

Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola

G entili colleghi grazie a TUTTI colo-ro che hanno partecipato nei gior-ni 12/13/14 novembre 2017 alle elezioni per il rinnovo del Consi-

glio Direttivo e dei Revisori dei Conti del Colle-gio IPASVI per il triennio 2018/2020. I colleghi che hanno presenziato sono stati mol-ti e ci auguriamo che vorranno essere sempre più presenti e vicini al Collegio/Ordine, in mo-do da permettere alla professione di crescere, così come deve crescere un vero professionista. Questo Ordine ha la rappresentanza di circa 4.000 infermieri distribuiti nelle province di No-vara e Verbano Cusio Ossola. Nell’attuale momento storico il passaggio da “Collegio” a “Ordine” chiede a tutti noi di essere sempre più attenti nell’agire quotidiano, che de-ve essere pensato, voluto e riflessivo in linea con l’evoluzione delle competenze acquisite durante il percorso formativo universitario. Gli ultimi 12 mesi sono stati caratterizzati dalla emanazione di tre capisaldi legislativi attinenti la nostra professione: ●● la Legge 24/2017, cosiddetta “legge Gelli” che

è già stata argomento di un corso di formazio-ne nel novembre ultimo scorso;

●● la Legge 219/2017, inerente il consenso infor-mato e le disposizioni anticipate di trattamento;

●● la Legge “Delega al Governo in materia di spe-rimentazione clinica di medicinali nonché di-sposizioni per il riordino delle professioni sani-tarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute”. Quest’ultima è entrata in vigore il 15 febbraio aprendo questo nuovo anno in-sieme a un nuovo modo di essere infermiere.

Molte sono state le difficoltà che quest’ultima legge ha incontrato, nonostante sia stata forte-mente voluta e portata a conclusione proprio come un “regalo di Natale”. Con la sua entrata in vigore viene cancellato anche l’uso del nome “in-fermieri professionali” e “vigilatrici di infanzia”: gli infermieri sono infermieri e basta e le vigilatrici di infanzia sono infermieri pediatrici. Non esisterà più la denominazione “Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI”, sostituita da “FNOPI, Federazione Nazionale degli Ordini delle Profes-sioni Infermieristiche”, così come i “Collegi” sono ora denominati “Ordini”. Questo è il primo effet-

Anno XX n. 1 Marzo 2018

4editoriale

to immediato della norma sopracitata, ma do-vranno essere i decreti attuativi a rendere opera-tiva la nuova legge; decreti che, secondo alcuni, dovrebbero arrivare già entro il primo semestre dell’anno in corso e che serviranno a definire tut-te le novità. Il Ministero della Salute ha comunque già comu-nicato che le modifiche previste dal punto di vi-sta elettorale non si applicano al triennio 2018-2020.Non mi resta che augurare a tutti buon lavoro, invitandovi ad annotare, fra le date da ricordare di questo 2018, il primo compleanno dalla na-scita degli Ordini, il 15 febbraio, che, insieme al 5 maggio, giornata dedicata al lavaggio delle mani, e al 12 maggio, giornata internazionale

dell’infermiere, rappresentano importanti even-ti per la nostra professione. A conclusione di questo iter anche il nuovo Co-dice Deontologico sta per essere promulgato.Siamo una professione intellettuale e allora, for-za, dobbiamo esserci, essere uniti e pronti ad ac-cogliere tutti i cambiamenti che avverranno e che ci chiederanno ancora una volta uno sforzo.Il nuovo Consiglio Direttivo è costituito da 15 persone che a seguire si presenteranno. Siamo tutti a disposizione degli iscritti per portare il no-stro contributo, ma siamo anche disponibili ad accogliere professionisti che abbiano voglia di collaborare a progetti e attività insieme a noi.Auguro un proficuo anno a tutti e ringrazio an-cora per la fiducia che avete risposto in noi!

Paola Sanvito

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Anno XX n. 1 Marzo 2018

5approfondimenti

A novembre 2017 ci sono state le votazioni per il nuovo Consiglio Di-rettivo e il nuovo Consiglio dei Re-visori 2018-2020.Il Consiglio Direttivo si è rinnovato per il 60%. All’interno dello stesso

A cura di

Gabriele Fasolini Vice presidente OPI Novara-Verbano Cusio Ossola

I nuovi consiglieri 2018-2020

troviamo rappresentanti delle due province e rappresentate tutte le professioni infermieristiche. Ebbe-ne sì, finalmente ci sono ben tre li-beri professionisti di cui uno è in-fermiere pediatrico.

Nonostante il Consiglio sia novizio, sono stati costituiti i gruppi per far fronte a tutte le tematiche fonda-mentali per la crescita e la garanzia della professione infermieristica; i gruppi sono così composti:

GRUPPO FORMAZIONE●● Mattia Chiuchiolo●● Beatrice Farina●● Chiara Fontaneto●● Andrea Luigi Forzani●● Daniela Vadalà●● Giuseppina Veschetti

GRUPPO LIBERA PROFESSIONE●● Mattia Chiuchiolo●● Delia Ragni●● Roberto Rossi●● Maurizio Zucca

GRUPPO IMMAGINE - ABUSIVISMO - DIALOGARE●● Beatrice Farina●● Gabriele Fasolini●● Sonia Pratillo ●● Roberto Rossi●● Valentina Tesser

GRUPPO TRASPARENZA●● Gabriella Bernardelli●● Mattia Chiuchiolo●● Giuseppina Vaschetti

GRUPPO MINORANZE ESAMI ITALIANO, INFERMIERISTICA PEDIATRICA, PARI OPPORTUNITÀ●● Gabriella Bernardelli●● Mattia Chiuchiolo●● Valentina Roberta●● Roberto Rossi

GRUPPO BIBLIOTECA●● Andrea Forzani●● Chiara Fontaneto●● Delia Ragni●● Maurizio Zucca

Il nuovo Consiglio

Anno XX n. 1 Marzo 2018

6approfondimenti

Convocazione Assemblea annuale Iscritti

Il Consiglio Direttivo dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola convoca

ASSEMBLEA ANNUALEin ottemperanza degli art. 23 e 24 del vigente D.P.R. 221/50, è convocata

l’Assemblea ordinaria degli Iscritti all’OPI NO-VCO, in prima convocazione alle ore 23,45 di lunedì 19 marzo 2018 presso la sede di Novara in via Biandrate 20/b ed in

SECONDA CONVOCAZIONEMARTEDI 20 MARZO 2018 ALLE ORE 11,00

presso l’Aula Magna dell’Ospedale di BorgomaneroViale Zoppis, 10 BORGOMANERO (NO)

Ordine del giorno:• Relazione annuale del Presidente;

• Approvazione Rendiconto Finanziario 2017;• Approvazione Bilancio di previsione 2018.

Chi non potesse partecipare all’Assemblea può delegare un/una Collega servendosi del mo-dulo sottostante. Nessun iscritto può essere investito da più di due deleghe. La delega deve essere apposta in calce all’avviso di convocazione in possesso del delegante e va consegnata al momento della registrazione. Non sono accettate deleghe consegnate in altro modo.

La Segretaria La Presidente Elisabetta Corrado Paola Sanvito

i p a s v i n o v a r a . i t f a c e book . c om / i p a s v i n o v a r a v c o2016 n o v a r a . v e r b an i a@ i p a s v i . l e g a l ma i l . i t

DELEGA PER L’ASSEMBLEA DEGLI ISCRITTI ALL’ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA

Il/la sottoscritto/a ......................................................................... delega il/la Collega .............................................................................., a rappresentarlo/a nell’Assemblea ordinaria OPI NO-VCO del 20 marzo 2018.

Data ........................................... Firma ...........................................................................

I N T E R P R O V I N C I A L ENOVARA - VERBANO CUSIO OSSOLA

ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHEO P I

Anno XX n. 1 Marzo 2018

7approfondimenti

C O L L E G I ONOVARA • VERBANO CUSIO OSSOLA

Il papa riceve gli infermieri in udienza privata

Sabato 3 marzo alle ore 12 Papa Francesco riceverà una delegazione degli infermieri guidata dalla Federazione nazionale in udienza privata.Chi è interessato, se iscritto, può rivolgersi al Collegio IPASVI Novara-Verbano Cusio Ossola entro il 29 gennaio 2018. ([email protected]). Dati da trasmettere: nome, cognome, data di nascita, codice fiscale, n. carta d’identità, comune di emissione e data di scadenza.Il Papa ha già più volte avuto modo di sottolineare spontaneamente la Sua vicinanza alla nostra categoria professionale e questa ne è un’ulteriore testimonianza.L’incontro è in programma sabato 3 marzo 2018, alle ore 12, presso l’Aula Paolo VI in Vati-cano.Su indicazione della prefettura vaticana, il numero di posti disponibile è di 6.500 persone per tutti i Collegi, quindi i posti sono limitati.Le presenze sono nominative, per questo il Collegio deve inviare l’elenco completo in Fede-razione entro e non oltre il 2 febbraio 2018.La Federazione prima del 3 marzo renderà noto il protocollo che il Vaticano ci indicherà, sui tempi di presentazione ai cancelli, sulla necessità di essere muniti di documento di ricono-scimento.Il collegio IPASVI NO-VCO mette a disposizione per i propri iscritti un pullman. I posti di-sponibili sono limitati. Chi è interessato deve contattare il collegio entro il 30 gennaio 2018.

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LA GIORNATA PRESCELTA È SABATO 3 MARZO 2018

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO

È iniziata così...

Anno XX n. 1 Marzo 2018

8approfondimenti

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO

Il saluto del santo Padre

Sabato, 03.03.2018 N. 0166

Pubblicazione: Immediata Alle ore 11.45 di oggi, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i

Membri della Federazione degli Ordini delle Professioni infermieristiche (FNOPI).

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti all’Udienza:

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Sono lieto di incontrarvi e, prima di tutto, vorrei esprimervi la mia riconoscenza e la mia

stima per il lavoro così prezioso che svolgete verso tante persone e per il bene di tutta la società.

Grazie, grazie tante!

Rivolgo il mio cordiale saluto alla Presidente e a tutta la Federazione Nazionale Ordini

Professioni Infermieristiche, da voi rappresentata quest’oggi. Pur provenendo da una lunga

tradizione associativa, tale Federazione può dirsi “neonata” e sta compiendo ora i suoi primi passi.

La sua costituzione, confermata da alcuni giorni dal Parlamento italiano, mette meglio in luce il

valore delle professioni infermieristiche e garantisce una maggiore valorizzazione della vostra

professionalità. Con quasi 450 mila iscritti, formate il più grande ordine professionale italiano, e

rappresentate un riferimento anche per altre categorie di professionisti. Il cammino comune che

compite vi consente non solo di avere una sola voce e una maggiore forza contrattuale, ma anzitutto

di condividere valori e intenti che sono alla base del vostro operato.

È davvero insostituibile il ruolo degli infermieri nell’assistenza al malato. Al pari di nessun

altro, l’infermiere ha una relazione diretta e continua con i pazienti, se ne prende cura

quotidianamente, ascolta le loro necessità ed entra in contatto con il loro stesso corpo, che

accudisce. È peculiare l’approccio alla cura che realizzate con la vostra azione, facendovi carico

integralmente dei bisogni delle persone, con quella tipica premura che i pazienti vi riconoscono, e

che rappresenta una parte fondamentale nel processo di cura e di guarigione.

Il Codice deontologico infermieristico internazionale, al quale si ispira anche quello italiano,

individua quattro compiti fondamentali della vostra professione: «promuovere la salute, prevenire la

malattia, ristabilire la salute e alleviare la sofferenza» (Premessa). Si tratta di funzioni complesse e

molteplici, le quali toccano ogni ambito della cura, e che adempite in collaborazione con gli altri

professionisti del settore. Il carattere sia curativo che preventivo, riabilitativo e palliativo della

vostra azione esige da voi un’elevata professionalità, che richiede specializzazione e

aggiornamento, anche per la costante evoluzione delle tecnologie e delle cure.

Questa professionalità, però, non si manifesta solo in ambito tecnico, ma anche e forse ancor

più nella sfera delle relazioni umane. Stando a contatto con i medici e con i familiari, oltre che con i

malati, diventate negli ospedali, nei luoghi di cura e nelle case il crocevia di mille relazioni, che

Anno XX n. 1 Marzo 2018

9approfondimenti

BOLLETTINO N. 0166- 03.03.2018

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richiedono attenzione, competenza e conforto. Ed è proprio in questa sintesi di capacità tecniche e

sensibilità umana che si manifesta in pieno il valore e la preziosità del vostro lavoro.

Prendendovi cura di donne e di uomini, di bambini e anziani, in ogni fase della loro vita,

dalla nascita alla morte, siete impegnati in un continuo ascolto, teso a comprendere quali siano le

esigenze di quel malato, nella fase che sta attraversando. Davanti alla singolarità di ogni situazione,

infatti, non è mai abbastanza seguire un protocollo, ma si richiede un continuo – e faticoso! – sforzo

di discernimento e di attenzione alla singola persona. Tutto questo fa della vostra professione una

vera e propria missione, e di voi degli “esperti in umanità”, chiamati ad assolvere un compito

insostituibile di umanizzazione in una società distratta, che troppo spesso lascia ai margini le

persone più deboli, interessandosi solo di chi “vale”, o risponde a criteri di efficienza o di

guadagno.

La sensibilità che acquisite stando ogni giorno a contatto con i pazienti faccia di voi dei

promotori della vita e della dignità delle persone. Siate capaci di riconoscere i giusti limiti della

tecnica, che non può mai diventare un assoluto e mettere in secondo piano la dignità umana. Siate

anche attenti al desiderio, talora inespresso, di spiritualità e di assistenza religiosa, che rappresenta

per molti pazienti un elemento essenziale di senso e di serenità della vita, ancora più urgente nella

fragilità dovuta alla malattia.

Per la Chiesa, i malati sono persone nelle quali in modo speciale è presente Gesù, che si

identifica in loro quando dice: «Ero malato e mi avete visitato» (Mt 25,36). In tutto il suo ministero,

Gesù è stato vicino ai malati, li ha accostati con amorevolezza e tanti ne ha guariti. Incontrando il

lebbroso che gli chiede di essere sanato, stende la mano e lo tocca (cfr Mt 8,2-3). Non ci deve

sfuggire l’importanza di questo semplice gesto: la legge mosaica proibiva di toccare i lebbrosi e

vietava loro di avvicinarsi ai luoghi abitati. Gesù però va al cuore della legge, che trova il suo

compendio nell’amore del prossimo, e toccando il lebbroso riduce la distanza da lui, perché non sia

più separato dalla comunità degli uomini e percepisca, attraverso un semplice gesto, la vicinanza di

Dio stesso. Così, la guarigione che Gesù gli dona non è solo fisica, ma raggiunge il cuore, perché il

lebbroso non solo è stato guarito ma si è sentito anche amato. Non dimenticatevi della “medicina

delle carezze”: è tanto importante! Una carezza, un sorriso, è pieno di significato per il malato. È

semplice il gesto, ma lo porta su, si sente accompagnato, sente vicina la guarigione, si sente

persona, non un numero. Non dimenticatelo.

Stando con i malati ed esercitando la vostra professione, voi stessi toccate i malati e, più di

ogni altro, vi prendete cura del loro corpo. Quando lo fate, ricordate come Gesù toccò il lebbroso: in

maniera non distratta, indifferente o infastidita, ma attenta e amorevole, che lo fece sentire rispettato

e accudito. Facendo così, il contatto che si stabilisce con i pazienti porta loro come un riverbero

della vicinanza di Dio Padre, della sua tenerezza per ognuno dei suoi figli. Proprio la tenerezza: la

tenerezza è la “chiave” per capire l’ammalato. Con la durezza non si capisce l’ammalato. La

tenerezza è la chiave per capirlo, ed è anche una medicina preziosa per la sua guarigione. E la

tenerezza passa dal cuore alle mani, passa attraverso un “toccare” le ferite pieno di rispetto e di

amore.

Anni fa, un religioso mi confidò che la frase più toccante che gli era stata rivolta nella vita

era quella di un malato, che egli aveva assistito nella fase terminale della sua malattia. “La

ringrazio, padre – gli aveva detto – perché lei mi ha sempre parlato di Dio, pur senza nominarlo

mai”: questo fa la tenerezza. Ecco la grandezza dell’amore che rivolgiamo agli altri, che porta

nascosto in sé, anche se non ci pensiamo, l’amore stesso di Dio.

Non stancatevi mai di stare vicini alle persone con questo stile umano e fraterno, trovando

sempre la motivazione e la spinta per svolgere il vostro compito. Siate anche attenti, però, a non

spendervi fino quasi a consumarvi, come accade se si è coinvolti nel rapporto coi pazienti al punto

da farsi assorbire, vivendo in prima persona tutto ciò che accade loro. Quello che svolgete è un

lavoro usurante, oltre che esposto a rischi, e un eccessivo coinvolgimento, unito alla durezza delle

mansioni e dei turni, potrebbero farvi perdere la freschezza e la serenità che vi sono necessarie.

State attenti! Un altro elemento che rende gravoso e talora insostenibile lo svolgimento della vostra

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO • IL SALUTO DEL SANTO PADRE

Anno XX n. 1 Marzo 2018

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BOLLETTINO N. 0166- 03.03.2018

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professione è la carenza di personale, che non può giovare a migliorare i servizi offerti, e che

un’amministrazione saggia non può intendere in alcun modo come una fonte di risparmio.

Consapevole del compito così impegnativo che svolgete, colgo l’occasione per esortare i

pazienti stessi a non dare mai per scontato quanto ricevono da voi. Anche voi, malati, siate attenti

all’umanità degli infermieri che vi assistono. Chiedete senza pretendere; non solo aspettatevi un

sorriso, ma anche offritelo a chi si dedica a voi. A questo proposito, un’anziana signora mi ha

raccontato che, quando si reca in ospedale per le cure di cui ha bisogno, è così grata ai dottori e agli

infermieri per il lavoro che svolgono, che cerca di mettersi elegante e di farsi bella per dare a sua

volta qualcosa a loro. Nessuno quindi dia per scontato quanto gli infermieri fanno per lui o per lei,

ma nutra sempre per voi il senso di rispetto e gratitudine che vi è dovuto. E con il vostro permesso,

io vorrei rendere omaggio a un’infermiera che mi ha salvato la vita. Era un’infermiera suora: una

suora italiana, domenicana, che è stata inviata in Grecia come professoressa, molto colta... Ma

sempre come infermiera poi è arrivata in Argentina. E quando io, a vent’anni, ero in punto di morte,

è stata lei a dire ai dottori, anche discutendo con loro: “No, questo non va, bisogna dare di più”. E

grazie a quelle cose, io sono sopravvissuto. La ringrazio tanto! La ringrazio. E vorrei nominarla qui,

davanti a voi: suor Cornelia Caraglio. Una brava donna, anche coraggiosa, al punto da discutere con

i medici. Umile, ma sicura di quello che faceva. E tante vite, tante vite si salvano grazie a voi!

Perché state tutto il giorno lì, e vedete cosa accade al malato. Grazie di tutto questo!

Salutandovi, esprimo il mio auspicio che il Congresso, che terrete nei prossimi giorni, sia

una fruttuosa occasione di riflessione, confronto e condivisione. Invoco su tutti voi la benedizione

di Dio; e anche voi, per favore, pregate per me.

E adesso – in silenzio, perché voi siete di diverse confessioni religiose – in silenzio

preghiamo Dio, Padre di tutti noi, perché ci benedica.

Il Signore benedica tutti voi, e i malati che voi accudite.

Grazie!

[00347-IT.02] [Testo originale: Italiano]

[B0166-XX.02]

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO • IL SALUTO DEL SANTO PADRE

Anno XX n. 1 Marzo 2018

11approfondimenti

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO

Che emozione!

A cura di

Chiara Fontaneto

Prestigioso appuntamento per gli Infermieri dell’OPI di NO-VCO e tut-ta Italia: in coincidenza con il perio-do quaresimale, sabato 3 marzo un gruppo di infermieri del territorio si sono diretti in Vaticano per par-tecipare all’Udienza del Santo Pa-dre.L’arrivo di buonora in Piazza San Pietro e il passaggio ai controlli hanno consentito l’accesso in au-la Paolo VI a ben 6.500 infermieri. Prima desiderio, attesa, felicità e gioia nell’aspettare papa France-sco e poi vederlo da vicino... che emozione! Un papa che ama stare tra la gente. Le parole speciali del Santo Padre hanno saputo toccare il cuore di ognuno. Il Santo Padre ha riconosciuto l’im-portanza della professione infer-mieristica, il ruolo importante degli infermieri nell’assistenza al mala-to. “È davvero insostituibile il ruo-lo degli infermieri nell’assistenza al malato. Al pari di nessun altro, l’in-

fermiere ha una relazione diretta e continua con i pazienti, se ne pren-de cura quotidianamente, ascolta le loro necessità ed entra in contat-to con il loro stesso corpo che ac-cudisce”. Insomma, esperti di uma-nità. Tutto si è trasformato in ascolto, ri-flessione e profondità nel sentire le Sue parole. E rivolgendosi sempre agli infermieri ricorda loro: ” Non

dimenticatevi della medicina del-le carezze, è tanto importante! Una carezza, un sorriso è pieno di senso per il malato”.Il messaggio di papa Francesco de-ve essere per tutti noi non solo un incoraggiamento, ma anche uno spunto di riflessione per fare an-cora meglio il nostro lavoro. Grazie papa Francesco per queste riflessioni!

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Anno XX n. 1 Marzo 2018

12approfondimenti

INFERMIERI RICEVUTI DA PAPA FRANCESCO

Un’esperienza unica e indimenticabile

Impressioni di quattro partecipanti:

Alessandra Brusati, Caterina Calì, Cristina Rossi, Cinzia Scano

Il 3 marzo 2018 sarà una data che rimarrà nella storia degli infermie-ri...Il papa ha ricevuto in udienza pri-vata 6.500 infermieri provenienti da tutta Italia per benedire la no-stra amata professione e condivi-dere la sua personale esperienza.Le parole del Santo Padre sono sta-te toccanti e commoventi; Egli ha ricordato l’importanza della tera-pia della “carezza”, l’avvicinarsi ai pazienti con tenerezza e non con amarezza.

«L’infermiere – ha sottolineato il papa – ha una relazione diretta e continua con i pazienti; se ne pren-de cura quotidianamente, ascolta le loro necessità, entra in contatto con il loro stesso corpo».Parole che sono come balsamo sul-le “ferite” che il sistema infligge agli infermieri, costretti a lavorare spes-so sotto organico, in condizioni di burn out, con stipendi non equipa-rati alle responsabilità richieste.Il Santo Padre fa riferimento al Co-dice Deontologico Infermieristico,

nostra guida nell’approccio alla persona, persona... e non numero!Il papa ci descrive come “esperti in umanità”, ci ricorda – nonostante le difficoltà – che la tenerezza è la chiave per capire gli ammalati e, contemporaneamente, medicina preziosa per la guarigione.Come dice il papa, non stanchia-moci mai di stare vicino alle per-sone con questo stile umano e fraterno, trovando sempre la mo-tivazione e la spinta per svolgere il nostro compito.

www.ipasviss.it

Anno XX n. 1 Marzo 2018

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Sono un’infermiera di terapia in-tensiva presso l’Azienda Ospedalie-ra Maggiore della Carità e mamma di tre bimbi: Federico, Maria Vitto-ria e il piccolo Edoardo di 19 mesi.Fino a un anno fa, la nostra vita sembrava quella della “famiglia del Mulino Bianco“: io, mamma realiz-zata, allora e tutt’ora in materni-tà, contenta del mio lavoro... il mio compagno cantante... una casa da progettare e tre figli...Peccato che alla fine di gennaio, dopo un’influenza, Edoardo inizia a perder le forze e capacità, come star seduto e muover le gambe. Io, da “mamma tris” e infermiera di terapia intensiva, noto subito che qualcosa non va... e inizia una trafi-la... fino ad arrivare a una diagnosi che mai vorresti sentire: SMA (Atro-fia Muscolare Spinale).Ora siamo noi “dall’altra parte”... sia-mo noi i genitori di un bimbo con una malattia rara e degenerativa... con una prognosi infausta... sì per-ché la SMA non è solo “non cam-minare”... ma può portare anche a disfagia, insufficienza respiratoria... insomma, in poco tempo la nostra casa è sembrata una postazione di “terapia intensiva”...Che cosa si fa? Sapete, è difficile capire che cosa fare, dove anda-re... ma subito siamo stati convo-

A cura di:

Daniela Crepaldi

Trovarsi all’improvviso dall’altra parte

gliati a Milano al “SAPRE” (Settore di Abilitazione Precoce dei genito-ri con figli affetti da SMA e non so-lo)... lì... in un servizio pubblico... ci ha visto Chiara Mastella, una fisio-terapista di mezz’età, che il vener-dì sera è stata lì con noi, genitori spaventati, a spiegarci fin dopo le 21 che cos’è la SMA e che cosa ci

aspetta...Abbiamo toccato con mano che cosa ci stava e ci sta accadendo. Nel corridoio vediamo foto e ringrazia-menti di genitori che hanno perso i loro figli, ma che ringraziano il SAPRE per il sostegno ricevuto. In quelle tre ore, devo dirvi che è stato difficile ascoltare... quan-

Edoardo sulla sua “Panthers”.

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Anno XX n. 1 Marzo 2018

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do si parla del tuo bimbo... ci ha spiegato che l’aspettativa di vita è aumentata, poiché la storia del-la malattia sta cambiando grazie al farmaco “Nusinersen”, che è acces-sibile... con questa “terapia com-passionevole”... sì, abbiamo capito bene?!? Parliamo di nostro figlio che verrà sottoposto a una tera-pia compassionevole... con som-ministrazione intratecale... con un protocollo che prevede 3 som-ministrazioni in un mese ecc. e la possibilità di scegliere in 5 centri in tutta Italia... e io... scelgo il Gasli-ni a Genova.Chiara ci lascia ancora con tanta paura addosso, ma anche speran-za, dicendo che non sarà una vita facile, ma che, se impariamo a ca-pire la malattia e lavoriamo come si deve, potremo anche gestirla bene.Siamo a casa... distrutti... non ab-biamo ancora comunicato la dia-gnosi ai fratelli maggiori... ma... dobbiamo farlo... così prendiamo coraggio e il giorno dopo comuni-chiamo il tutto ai nostri bimbi di 9 e 5 anni. Loro ci stupiscono dicen-doci: «Non preoccupatevi, Edo farà il portiere... così giocherà lo stesso

a calcio», queste le parole del più grande. Maria Vittoria sorride e ci sussurra tutta emozionata che lo curerà lei il fratellino perché vuo-le diventare dottoressa.Quindi... dov’è il problema?!?Sembra strano, ma dentro di noi arriva una pace incredibile... forse è rassegnazione... o forse altro?Iniziano così i nostri giri tra Milano e Genova... Novara...E, purtroppo, ci troviamo davanti a una realtà dove non viene data una risposta al bisogno di assisten-za domiciliare...Nel frattempo troviamo una psico-motricista, che portiamo a Milano da Mastella a formare (sì, perché bisogna farli lavorare con una te-rapia “attiva” e non passiva i bim-bi affetti da SMA)... il tutto a nostre spese.Passano i mesi... alti e bassi... i mac-chinari ormai fanno parte di qual-siasi nostro spostamento... e poi ci sono i giorni dove non riesci nem-meno a uscire di casa... sì perché Edo non sta bene... lo dobbiamo aspirare spesso.. pasturare... utilizza-re la macchina della tosse... valuta-re la saturazione... insomma il carico

di lavoro è davvero impegnativo...Io ed il mio compagno siamo per-sone realiste, sensibili, amiamo la vita e la qualità della vita... perciò ci siamo fatti una promessa davan-ti a una malattia che è più grande di noi: «Qualità a questa vita... che sia per un giorno, un mese o anni».Così... in un estate al mare, con le difficoltà quotidiane, è nato den-tro di me il desiderio di cercare di creare un supporto per i bimbi di-sabili e le loro famiglie... per chi come noi sta lottando.Ho analizzato i bisogni che sono insorti... dalla difficoltà nel reperi-re un personale preparato... ma an-che i miei bisogni di madre, di don-na... quelli dei miei figli che con noi vivono la disabilità. Ho dovuto far un passo indietro e non rientrare al lavoro quando avevo preventivato, e, con il cuore pieno, ho iniziato, tra un’aspirazione e l’altra, ad analizza-re quello che ci stava accadendo...Ho capito che in una situazione di “cronicità“ i bisogni secondari a volte diventano primari, perché il carico di lavoro è veramente gran-de (pensate che nel momento di “benessere” c’è un carico di lavoro

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di quasi 4 ore tra fisioterapista/gin-nastica respiratoria/massaggi/ba-gno... gioco assistito e cambi po-sturali...).Così è nato il progetto “Edo’s SMAi-le“: Associazione di promozione sociale, nata a Galliate con l’obiet-tivo di sostenere a domicilio le fa-miglie che vivono la disabilità gra-ve del proprio bimbo.Il medico pediatra o lo specialista o il servizio sociale segnalano il bim-bo con la disabilità che necessita di servizi domiciliari. Il nostro educato-re, in regime di volontariato, la dot-toressa Antonella Cattaneo, valuta i bisogni del bimbo e della famiglia. Di conseguenza abbiamo creato un team composto da: fisioterapi-sta, logopedista, infermiere pedia-trico, psicologo, psicomotricista e terapista occupazionale per garan-tire questi trattamenti a domicilio in base ai bisogni del bimbo.Da mamma mi interessava fornire “esperienza“ a questi bimbi... e qui l’introduzione della pet therapy e clown therapy.Infine... il sostegno ai care givers: fa-

re la spesa e consegnarla, il parruc-chiere per le mamme (la cura di se stessi è importante... aumentiamo l’autostima e una mamma che sor-ride ha un effetto positivo... ), corsi culinari e creativi.Questo è il nostro progetto reale su Novara e provincia. È nato dal dolore che io ed il mio compagno Paolo viviamo e a cui abbiamo cer-cato di “dare un senso” per sostene-re noi come famiglia, ma anche le altre famiglie che vivono in questo territorio e si trovano ad affrontare le nostre stesse difficoltà.Diamo una risposta concreta ai bi-sogni del territorio... i professioni-sti ci stanno aiutando con tariffe agevolate; noi come Associazione ci sosteniamo con eventi e dona-zioni; ad oggi riusciamo a fornire terapie al 50% del costo (la metà la sostiene l’Associazione e l’altra la famiglia); le altre attività sono prettamente gestite dai volontari (clown therapy, pet therapy, conse-gna spesa, parrucchiere, i vari cor-si), così come l’organizzazione... la segreteria...

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Il nostro è un progetto comple-to e innovativo di presa in carico delle famiglie. Per informazioni: [email protected] o 3498192811.Edoardo è un bimbo felice e intel-ligente, adora la vita... ad oggi non ha deficit di deglutizione e non è supportato dal punto di vista ven-tilatorio; dopo 1 anno di terapia con “Nusinersen” (6 somministra-zioni) e terapia attiva e stimola-zioni, riesce a star seduto autono-mamente per più di 10 minuti, a girarsi da supino sui due lati e ha una discreta forza agli arti superio-ri, tale da spostarsi autonomamen-te con la sua “Panthers”. Io, anche se sono entrata da poco nel mondo del volontariato, devo dire che realizzare un progetto che aiuta noi e le altre famiglie mi riem-pie il cuore, soprattutto quando le famiglie ti ringraziano perché “ora si sentono meno sole”... sicuramen-te essere infermiera (anche se at-tualmente non sono ancora rien-trata al lavoro) mi ha aiutata nella tempestività della realizzazione del progetto.

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BACKGROUNDIn questi ultimi anni la cultura della donazione in Italia si è progressiva-mente diffusa e si è estesa dall’area critica e rianimazione alla totalità delle unità operative delle struttu-re ospedaliere. Tuttavia, sebbene le donazio-ni siano in aumento, esiste anco-ra un forte divario tra il numero di pazienti in lista di attesa e i trapian-ti effettuati per anno.Questo studio prende in considera-zione gli infermieri che, nei reparti ospedalieri, si devono confrontare con la donazione di cornee e con il carico psicologico che questa pro-cedura comporta.

Donazione degli organi e infermiereStato dell’arte al di fuori della terapia intensiva e rianimazione. Revisione della letteratura

ABSTRACT TESI DI LAUREA IN INFERMIERISTICA

A cura di

Martina Bacchetta

Relatore

Dott. Roberto Rossi

Correlatore

Dott.sa Valentina Tesser

In tale contesto, conoscere le opi-nioni, i giudizi e le pratiche degli infermieri in relazione alla donazio-ne risulta fondamentale, anche al-lo scopo di valutare il livello di co-noscenza e confidenza con questa procedura e promuovere un incre-mento delle donazioni stesse.

OBIETTIVOL’obiettivo della tesi è quello di ve-rificare la cultura della donazione di organi e tessuti nei reparti al di fuori delle terapie intensive e/o ria-nimazioni attraverso una revisione della letteratura.Eseguire un’indagine sulla realtà locale attraverso la distribuzione

di un questionario presso l’A.O.U. “Maggiore della Carità” di Novara, con il presupposto di identifica-re metodi e strumenti che possa-no contribuire a migliorare la per-cezione del ruolo e a coinvolgere maggiormente gli infermieri nel processo di donazione di cornee.

MATERIALI E METODILo studio è stato articolato in più parti: 1. revisione narrativa della lettera-

tura scientifica che prevede la selezione ragionata delle fonti e l’utilizzo di tabelle di estrazione dati su cui costruire la relazione della revisione. Gli articoli consi-

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derati dalla ricerca sono stati se-lezionati secondo i seguenti cri-teri di inclusione: la pertinenza all’argomento, la lingua italiana e inglese, la disponibilità di full text, gli studi eseguiti in Italia e la pubblicazione di articoli negli ultimi 10 anni (2006-2016).In particolare sono stati presi in considerazione due articoli:●● Hospital Health Professio-

nals’Education About Organ and Tissue Donation: A Turin Hospital Experience;

●● Gli infermieri e la donazione di cornee: risultati di un’inda-gine in un campione di ospe-dali lombardi;

2. consultazione banca dati regio-nale prelievi e donazioni;

3. realizzazione e somministrazio-ne di un questionario agli infer-mieri di undici reparti dell’AOU “Maggiore della Carità” di Nova-ra.

RISULTATII risultati ottenuti dalla revisione della letteratura non sono distan-ti dai risultati raggiunti attraverso la distribuzione del questionario nell’ospedale novarese.Dallo studio possiamo affermare che i professionisti sanitari sono fa-vorevoli alla donazione di organi e tessuti, ma, a fronte di un un am-pio e generico consenso, una par-te di essi ritiene che il processo di

donazione non lo riguardi.La revisione sottolinea la perce-zione della rilevanza che il ruo-lo dell’infermiere assume nell’as-sistenza ai familiari e al donatore; la maggior parte degli infermieri considera partecipare ai colloqui con i parenti parte integrante del-la propria professione e utile al fine di assistere i familiari, ma ciò viene frenato dalla scarsa conoscenza e dalla scarsa esperienza in merito all’argomento donazione. È un dato di fatto che gli infermie-ri delle aree intensive assistano più frequentemente a situazioni cliniche nelle quali si provvede al prelievo di cornee e quindi abbia-no una maggiore esperienza a ri-guardo. In generale, i principali fattori li-mitanti la donazione nei reparti di degenza sono rappresentati dalla mancata conoscenza e utilizzo del protocollo e delle procedure, dall’i-nadempienza e da problemi di na-tura organizzativa.I risultati della sessione di forma-zione, organizzata da un servizio ospedaliero di coordinamento a Torino per il personale ospedalie-ro, possono confermare come l’im-patto di un programma educativo possa aumentare le conoscenze degli operatori sanitari laici e la consapevolezza dell’importanza di donazione e trapianto.Lo studio dimostra che permane la

necessità di aumentare la consape-volezza dell’opzione “donazione” a tutto il personale sanitario e non, attraverso una serie di interventi, innanzitutto di natura educativa.

CONCLUSIONIDai risultati della revisione della letteratura e dall’indagine locale si può affermare che è fondamenta-le rivedere i programmi educativi tenendo conto delle esigenze dei professionisti sanitari, della limi-tata conoscenza e confidenza con il processo di donazione dimostra-to nelle indagini. Sarebbe opportuno identificare un progetto di istruzione e formazio-ne per il personale infermieristico sulle dinamiche operative previste per il prelievo di cornee al di fuo-ri della terapia intensiva e porre le basi per lo sviluppo di un coordi-namento infermieristico dedicato.Attraverso l’educazione è possibile aumentare la consapevolezza circa l’opzione donazione e la confiden-za nel trattare con i familiari del po-tenziale donatore. L’entusiasmo e la preparazione del personale, associato a politiche di reparto finalizzate ad aumentare la consapevolezza della donazio-ne tra gli operatori sanitari, sono fattori fondamentali per accresce-re il numero delle donazioni.

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Come di consueto, ogni anno av-viene la cerimonia di inaugurazio-ne dell’anno accademico in ogni università italiana. Quest’anno per il nostro ateneo, Università del Pie-monte Orientale (UPO), ricorre l’an-niversario dei 20 anni dalla fonda-zione.

Inaugurazione anno accademico 2017-2018

A cura di

Roberto Rossi Consigliere OPI NO-VCO

A seguito di invito formale, anche il nostro, ormai ordine professiona-le, ha partecipato alla cerimonia di apertura che si è tenuta presso il teatro civico della città di Vercel-li, sede del rettorato accademico. Già all’ingresso del teatro si è ca-pito che l’evento sarebbe stato so-

lenne, anche in virtù del fatto che un invitato d’eccezione avrebbe assistito alla cerimonia; infatti era presente il ministro del MIUR (mi-nistero dell’istruzione, università e ricerca) Valeria Fedeli. La bella cornice delle sale del tea-tro civico hanno messo a proprio

VERCELLI 2 FEBBRAIO 2018

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agio i numerosi invitati e le auto-rità intervenute. Sul palco invece, accompagnati dal coro e da un’or-chestra, si sono susseguiti gli sva-riati interventi delle autorità ac-cademiche, degli studenti, degli ospiti. Ad aprire la cerimonia come di consueto è stato il Magnifico Ret-tore con il discorso inaugurale, il quale ha riassunto, dall’origine ad oggi, l’andamento dell’UPO, i suoi punti di forza e quelli deboli, l’a-deguamento che si è susseguito per far fronte alle esigenze sem-pre maggiori degli studenti e della società tutta. Nell’affermare la pla-sticità che un ateneo deve man-tenere per rimanere protagonista nell’Europa ma anche nel mondo. Si sono susseguiti poi i discorsi del direttore generale, il quale ha illu-strato da un punto di vista più tec-nico l’andamento dell’università, mettendo in risalto punti di effica-cia ed efficienza dei servizi offerti. Poi è stata la volta della rappre-sentante degli studenti, la quale ha sottolineato l’importanza che

l’UPO ricopre nel formare svariate figure professionali, ma in primo luogo persone. A far da cornice a ogni relazione sono stati i numerosi premi confe-riti ai migliori laureati dei vari cor-si di laurea dell’UPO, al professore dell’anno 2016-2017, alla migliore ricerca scientifica 2017 e numero-si premi alla carriera.Pacato, è poi arrivato l’intervento del ministro Valeria Fedeli, la qua-le, dopo i ringraziamenti di rito, ha rilevato più volte il ruolo centrale che l’università ricopre nella for-mazione non solo di professioni-sti, ma di futuri cittadini del mon-do. Si è poi lasciata andare in un lungo elenco di cose che dal punto di vista politico le istituzioni han-no fatto ma soprattutto su quello che ancora si dovrà fare. Non so-no mancate altresì parole di auto-critica.A concludere la cerimonia un dia-logo se vogliamo un po’“teatrale” tra un professore ordinario di ma-terie scientifiche e uno di quelle umanistiche. I quali si sono inter-

rogati a vicenda su come una men-te scientifica immagina un mondo umanistico e viceversa.Ma quale rilevanza può avere la de-scrizione di un evento come que-sto per il mondo infermieristico? Sicuramente perché è il punto di partenza, ormai da un ventennio, di ogni ragazzo o ragazza che in-tende perseguire la professione. Non solo è stato, ma lo è tutt’ora, anche un momento di riqualifica-zione per coloro i quali provengo-no da precedenti percorsi di studio e per chi ha avuto voglia di perfe-zionamento. Non ultimo per tutti i colleghi che si sono specializzati e che quindi hanno approfondito le loro conoscenze, a vari livelli, con percorsi post-laurea. Insomma, la partecipazione, quale rappresen-tante di un ordine professionale, e nello specifico quello degli infer-mieri, a una cerimonia come que-sta, rafforza ancora di più la con-vinzione che abbiamo lavorato, stiamo lavorando e lavoreremo sempre per portare la professione verso nuove frontiere.

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In piedi, trepidante, davanti a quel-lo che mi parve, per un attimo, un tribunale inquisitorio, l’attesa del momento era snervante. Il presidente del corso poi, final-mente, lesse il mio nome a segui-to delle parole di rito e io fui, dopo

Sconfinate praterie e incredibili ostacoli

A cura di

Mattia Chiuchiolo Consigliere OPI NO-VCO

anni di lezioni, esami e tirocini, In-fermiere Pediatrico. Subito dopo, una leggera euforia e la festa. Finite le celebrazioni mi sentii vuo-to, sia per il termine del percorso sia per il futuro incerto.

La laurea è una licenza per co-struirmi il domani, tuttavia ciò che si presenta davanti non è il bel paesaggio che i miei colleghi tro-varono solo qualche anno fa. Nei vari tirocini si susseguivano racconti di come era facile trova-

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Esperienze e considerazioni di un Infermiere Pediatrico

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re un ruolo nel mondo della sani-tà, tanto che alcuni ebbero la fortu-na di scegliere il reparto d’approdo assecondando le loro inclinazioni.Tutto finito. I tempi dell’Eldorado ormai sono un ricordo sbiadito, so-prattutto per un corso di laurea da sempre in ombra. “Infermieristica Pediatrica” fin dal-la nascita era data per morente, come triennale, anche se ha for-mato centinaia di professionisti ri-cercati in tutta Europa. Uscii allora dall’idea rassicurante del posto in reparto per avventu-rarmi nella libera professione.Davanti a me non vidi la mia solitu-dine, ma solo sconfinate possibili-tà. Vero era che mi trovavo a essere uno dei primi ad affrontare questa avventura, tuttavia questo mi da-va l’opportunità di creare qualco-sa di nuovo. Fondare un nuovo modo di vedere la professione. Mi iscrissi al Collegio e aprii la par-tita IVA come libero professionista e feci girare la voce tra le farmacie e i pediatri di libera scelta. Qui incontrai le prime difficoltà. In pochi sapevano nello specifico le competenze che apparteneva-no all’Infermiere Pediatrico. Que-sto sconosciuto altro non è che un infermiere che sa gestire ogni età evolutiva del paziente minore, dal-la nascita al giovane adulto. Ripetevo come un mantra, tut-to ciò che mi caratterizza rispetto all’infermiere, di come è importan-te per me la fase educativa, presen-te nel codice deontologico, spesso dimenticata, di come sia fonda-mentale coinvolgere nell’atto del-l’assistenza anche la famiglia del paziente.Quando mi ritrovai davanti ai primi pazienti, infatti, capii subito quel-lo che essi si aspettavano da me. Comprensione. Essere capiti, ascol-tati attivamente nella loro dispera-zione, nel loro dolore e nella loro

confusione per fargli capire come dovevano fare per avere diritto a quell’intervento o a superare le problematiche quotidiane. Un ulteriore ostacolo, per questo, l’incomprensione che nasceva su-bito dopo. Una volta sciolta la matassa, e mo-strato l’uovo di Colombo, diventa-va difficile farsi riconoscere il dovu-to compenso. Insegnare l’allattamento a una mamma può sembrare pretenzio-so, tuttavia le primipare, per una mancanza di “consegne” con le neo-nonne, sono spesso lasciate in balia di loro stesse o peggio an-cora di Internet. In aiuto mi viene la dialettica, sviluppata nel mondo dell’associazionismo; quindi, con-vinta la madre della bontà del mio operato, si paventavano davanti gli spettri del tariffario. Il prezzo nel libero mercato è un fattore principale. Chi ha scelto questa professione è sempre ac-compagnato da voci, interiori o di amici o altre persone, che sussurra-no che il loro operato debba essere legato a una missione filantropica distante dal vile denaro. Lo scambio prestazione/compen-so, invisibile nelle strutture ospe-daliere, è evidente nella libera professione. Qui di nuovo la ricer-ca dell’equilibrio è fondamentale. Anche dopo lo stralcio di un tarif-fario imposto, esistono dei tariffari nazionali dai quali prendere spun-te. Il difficile è calarli sulla realtà cit-tadina nella quale si vive. Ci sono voluti giorni per capire quali potessero essere le voci più richieste o quelle con più ricari-co. Era un moto apparentemente perpetuo nel quale mi trovavo a far oscillare il prezzo per riuscire a sta-re dentro ai costi e per non diven-tare scorretto verso la professione. Il rispetto verso i miei colleghi e lo spirito d’iniziativa hanno, infatti, fatto da faro a ogni mio passo.

Questa attenzione non è data solo alla mia predisposizione alla colla-borazione, ma soprattutto all’idea nella quale mi rispecchio. Penso con convinzione che ogni profes-sione debba essere tutelata nel-la sua dignità, che è formata, oltre che dalla libertà d’espressione e la relativa responsabilità, dal giusto compenso. Il confronto con gli al-tri professionisti mi diede un’enor-me mano.Sì, non ero solo. Piano piano si so-no palesati altri “infermieri free lan-ce” con i quali mi confronto ogni giorno e, cosa più strana, ho tro-vato anche una collega pediatrica. È piemontese e mi sta dando mol-te dritte. In sintesi, sono passati poco più di sette mesi e ora ho una visone più chiara del mio ruolo. L’infermiere libero professionista è sempre più infermiere di famiglia. Una perso-na fidata che segue il paziente dal-la chiamata al follow up e con esso stringe un patto di salute che va ol-tre il semplice atto di assistenza. In continuità con lo stato di benesse-re psico-fisico-sociale di ogni per-sona inserita nella società. Un in-fermiere non solo in mezzo a garze e siringhe, come nell’immaginario collettivo, ma anche tra i fogli che parlano di vite, appalti, storie per-sonali, essendo al centro, per con-formazione, storia e predisposizio-ne, del processo di cura. L’infermiere, soprattutto il libero professionista, è il collegamento tra i cittadini e le ASL, il SSN, i me-dici specialisti, altre strutture pri-vate e tutto quello che riguarda la crescita della salute. Il futuro va verso consulenze tele-foniche, carta dei servizi, tele-cura, app specializzate... le radici però ri-magono sempre le stesse: il rispet-to del paziente, della famiglia dello stesso, dei colleghi e dei professio-nisti.

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A volte ci sono delle ricorrenze che diventano condivise, nazionali e ol-tre confine. Assumono un signifi-cato che aggrega emozioni, ideali e speranze. Questo, ad esempio, è quello che è successo per l’8 mar-zo: dal ricordare un fatto di crona-ca è diventato una festa per tutte le donne. In un contesto di espansione, fa contrasto l’intimità del dolore e della gioia che si sovrappongono a questa festa internazionale. Tutto succede nell’aula 104 dell’U-niversità degli Studi del Piemonte Orientale.Subito dopo la celebrazione di Jes-

Gioia e dolore in una lacrima

A cura di

Mattia Chiuchiolo Consigliere OPI NO-VCO

sica Bosonin, laureanda alla quale si aprono le prospettive di un lavo-ro nel campo che ama, l’infermieri-stica pediatrica, c’è un momento di raccoglimento. Ai genitori di Giulia Battipaglia, presenti per l’evento, il responsa-bile della comunicazione dell’ate-neo, Paolo Pomati, ha consegnato una targa in ricordo della studen-tessa morta a settembre. Il relatore ha creato la giusta atmo-sfera, accogliente e riflessiva, ap-puntando quanto le persone con malattie terminali riescano a esse-re ottimi profeti. Quanto riescano a vedere meglio di altri com’è il mon-

do, avendo, a fronte di una trage-dia personale, il dono di una con-sapevolezza aumentata. Commosso, il padre prende la pa-rola e, davanti all’attento pubblico, sovrastato dalle immagini proiet-tate della figlia, ricorda Giulia con parole dolci, ma decise: «Giulia si è sempre distinta per la sua capar-bietà, la sua tenacia e la sua forza che l’hanno accompagnata in tutta la sua vita, seppur breve, per riusci-re a realizzare ogni suo sogno. Giu-lia, che per lo studio ha dedicato il suo tempo migliore. Per lei lo studio era vita, da sempre. Mentre altri ve-devano nella fase di formazione un

Ricordando Giulia Battipaglia

Giulia durante l’esposizione della sua tesi di laurea. Sulla destra, la targa alla memoria consegnata ai suoi genitori.

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dovere, lei ci vedeva una passione; dove gli altri vedevano nella scuola e nell’università un peso, per lei quel luogo si traduceva in espressione di sé, in tempo in cui investire. Giulia era una ragazza mite e solare, che pensava di dare tutta se stessa per gli altri e non voleva che gli altri si preoccupassero per lei. Era inna-morata della vita e della sua missio-ne verso chi aveva bisogno. Da qui la scelta di dedicarsi agli altri, ai più piccoli, ai più deboli, ai malati. Una missione ricca di sacrifici, ma vi-va, come ogni suo impegno è sem-pre stato; vivo come è nella nostra mente il giorno della sua laurea, vi-vo come il suo ricordo, nel momento in cui l’abbiamo ricordata. Io e la mia famiglia siamo stati commossi nell’aver potuto assistere alla laurea di una nuova dottoressa in Infermie-ristica Pediatrica, e vogliamo augu-rarci che la futura dottoressa possa compiere con gioia e determinazio-ne la sua missione».

Ha ancora chiaro in mente l’orgo-glio con il quale la ragazza vince-va ogni sua battaglia e la forza con la quale rifuggiva la compassione degli altri. Il sorriso nelle fotografie, che il pa-dre conferma essere stato quoti-diano e costante, si mescola con le lacrime che lo fermano e che con-tagiano la platea. Giulia si è laureata nello stesso giorno di un anno fa. In quel tem-po lei sapeva già quale sarebbe stata la fine imminente dei suoi giorni: la recrudescenza di un oste-osarcoma esteso al bacino che non le lasciava scampo... e, nonostante ciò, ha preparato con eccezionale forza un esame di stato e una tesi di laurea degni di nota. Guardando tra le persone, attente alle parole, si può scorgere qualche rossore. Un accenno di vergogna di chi, magari con problemi mar-ginali, non riesce a studiare per un esame.

Il messaggio che deve passare non è tuttavia triste; le lacrime si tra-sformano ancora in sorriso quando avviene la proclamazione di Jessi-ca, che, prendendo un testimone ideale, viene insignita dottores-sa, con la responsabilità di diven-tare una professionista afferma-ta e amata da tutti i bambini, così come sarebbe sicuramente diven-tata Giulia. Il nostro lavoro è pieno di emozio-ni e superamenti di lutti strazian-ti, questo rende ancora più umano ogni nostro sguardo che, pur anco-rato al presente, deve essere sem-pre un passo avanti, verso nuove prospettive, verso una costante crescita professionale e personale. I versi iniziale della poesia “Bacio” di Neruda contenuti sulla targa commemorativa racchiudono tut-to questo: «Ti manderò un bacio con il vento/ e so che lo sentirai,/ ti volterai senza vedermi ma io sarò lì».

Giulia il giorno della laurea.

Giulia nei giorni successivi alla laurea.

Il “momento del ricordo” dopo la nomina di Jessica Bosonin.

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24legislazione

“Allo stato attuale, è abbastanza prevedibile che i nostri ospedali non vivranno una nuova fase di crescita e di implementazione organica. Ab-biamo anzi conferma dell’uscita dal sistema ospedaliero di circa 20mila infermieri. Il modello futuro ci parla di un ospedale specializzato a trat-tare emergenze e acuzie; parallela-mente la domanda di salute dovrà essere intercettata al livello territo-riale, in cui gli infermieri sono chia-mati a svolgere un ruolo di primaria importanza, che vada oltre la mona-de dei medici di medicina generale”. Queste le parole della Presidente Annalisa Silvestro a conclusione della seconda giornata naziona-le sulla libera professione tenuta-si a Bologna il 27 novembre del 2013. A questo proposito, il comi-tato centrale IPASVI decise qualche giorno prima di ritirare la firma del-la Federazione da tutti i documen-ti ministeriali in cui si riconosceva solo la figura medica al centro di

LIBERA PROFESSIONE INFERMIERISTICA:autonomia o subordinazione nel rapporto di lavoro?Attenzione ai contratti che firmate!

A cura di

Francesca Perego e Maurizio Zucca

processi di innovazione sanitaria e sociosanitaria.Si aprivano così nuovi scenari pos-sibili per tutti i professionisti ope-ranti in regime di partita IVA dopo anni di titubanze, crisi e incertezze.Ad opera della federazione IPASVI anche il vademecum della libera professione infermieristica, redatto un anno dopo (2014): un concen-trato di norme comportamentali e

giuridiche “con l’obiettivo di fornire agli infermieri che intendono inse-rirsi nel mondo sanitario come liberi professionisti – o che già esercitano con tale modalità – un facile stru-mento informativo e di operatività”.“Abbiamo davanti delle praterie e vale la pena investire energie e spe-rimentare modelli organizzativi in-novativi per essere all’avanguardia in questo settore, specie in un con-testo critico come quello degli ultimi anni, contrassegnato dalla contra-zione della spesa sanitaria e dall’au-mento di quella privata dei cittadi-ni”. Si apre così, con l’intervento di Barbara Mangiacavalli (presi-dente della Federazione Naziona-le IPASVI), la IV giornata sulla libero professione infermieristica tenuta si a Como nell’aprile 2016, caratte-rizzata da una novità: la possibilità per tutti gli infermieri libero profes-sionisti di accreditarsi volontaria-mente secondo schemi che met-tono in risalto le loro capacità e la

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qualità del servizio offerto ai citta-dini.A breve quindi un manuale ad hoc per l’esercizio della libera pro-fessione; intanto però occorre far chiarezza su alcune discrepanze che si sono create nel corso degli anni ad opera di alcune strutture sanitarie nell’offerta di collabora-zione per gli infermieri autonomi. Molte aziende infatti hanno con-fuso il ruolo dell’infermiere libero professionista con quello a con-tratto di tipo subordinato, offren-do spesse volte trattamenti del tut-to sovrapponibili a quelli dei propri dipendenti.Alla luce di questo occorre preci-sare, soprattutto per chi si affaccia come prima esperienza al mondo del lavoro autonomo, alcuni aspet-ti che spesso vengono sottointesi o addirittura tralasciati dalle ammi-nistrazioni delle strutture sanitarie (case di cura, aziende ospedaliere, ambulatori specialistici e cosi via). È dovere del libero professionista conoscere gli aspetti giuridici che regolano i rapporti di lavoro con le differenti direzioni in modo da non incorrere in spiacevoli malintesi e poter esercitare in piena autono-mia la propria professione.Considerato che ogni rapporto di lavoro sorge, si consolida, si svol-ge e si estingue al verificarsi delle condizioni e delle modalità previ-ste dall’ordinamento giuridico, in-dipendentemente dalla volontà delle parti, occorre accertare se, alla luce delle analisi e delle mo-dalità della prestazione, la stessa sia configurabile come rapporto di lavoro subordinato oppure au-tonomo.Il Codice Civile riporta testualmen-te:ART. 2082 – È IMPRENDITORE chi esercita professionalmente un’atti-vità economica organizzata al fine della produzione o allo scambio dei beni o di servizi.

ART. 2094 – È PRESTATORE DI LA-VORO SUBORDINATO chi si obbliga mediante retribuzione a collabora-re nell’impresa prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale al-le dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore.ART. 2222 – CONTRATTO D’OPERA: quando una persona si obbliga a compiere mediante un corrispet-tivo un’opera o un servizio, con la-voro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente.In considerazione del fatto che il presupposto della collaborazione altro non è se non la chiara subor-dinazione sotto il profilo funziona-le, è fuori dubbio che sia l’art. 2094 che l’art. 2222 C.C. fanno della pre-senza e/o dell’assenza del vincolo di subordinazione, di una parte nei confronti dell’altra, la nota fonda-mentale e distintiva tra le due figu-re così enunciate dal contratto di lavoro subordinato e del contratto d’opera; infatti, mentre nel primo caso il lavoratore si obbliga a col-laborare nell’impresa, nel secon-do caso il prestatore d’opera si im-pegna al compimento dell’opera o del servizio.In un’ottica più ampia, sebbene si voglia considerare che i caratteri fortemente distintivi fra i due ar-ticoli sono delineati tra l’obbliga-zione di mezzi (nel caso del lavoro

subordinato) e l’obbligazione del risultato (nel caso del lavoro auto-nomo), nel contratto d’opera pro-priamente denominato una delle due parti può obbligarsi a fornire tutte le proprie energie lavorative, senza per altro obbligarsi all’otteni-mento del risultato finale.È fuori dubbio che il lavoratore au-tonomo, al pari di un piccolo im-prenditore, assume il rischio d’im-presa, che dipende in via prioritaria da quelle imprevedibili esigen-ze di mercato che possono creare sia una riduzione dei profitti del prestatore d’opera, sia, addirittu-ra, generare delle perdite d’impre-sa. Nasce evidente, quindi, la con-siderazione che l’attribuzione al prestatore d’opera, o piccolo im-prenditore, dei rischi relativi allo svolgimento della prestazione la-vorativa è in simbiosi con l’attribu-zione al medesimo soggetto del potere di stabilire tutte le modali-tà inerenti allo svolgimento della prestazione. Ne discende che l’at-tribuzione del “rischio d’impresa” è un elemento tipicamente “autono-mo” in quanto il rischio stesso pre-vede, come presupposto neces-sario, l’assenza o la presenza del vincolo di subordinazione. Da so-lo, comunque, non vale come ele-mento distintivo puro, ma da con-siderarsi con tutti gli altri profili che la giurisprudenza ha già analizza-to ed è un elemento fondamenta-le per l’impostazione di una logi-ca difesa del lavoratore autonomo laddove avvenisse la contestazione del rapporto, non fosse altro come punto di partenza per una difesa logica che poggi su basi solide e non su improvvisazione.Quindi i CARATTERI DISTINTIVI E SUSSIDIARI MAGGIORMENTE RI-CORRENTI IN GIURISPRUDENZA, APPLICABILI A TUTTE LE CONDI-ZIONI LAVORATIVE IN GENERA-LE sono:1. OGGETTO DEL CONTRATTO

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Subordinato: promessa di pura e semplice prestazione di atti-vità lavorativa.

Autonomo: promessa di un ri-sultato o, nel caso di servizi, di una pluralità di servizi (in en-trambi i casi, in modo partico-lare nelle prestazioni di servi-zi, le finalità tipiche sono quelle di assicurare la continuità delle prestazioni).

2. FINALITÀ Subordinato: mira sempre al

raggiungimento dei fini azien-dali.

Autonomo: mira al raggiungi-mento dell’obiettivo che il pro-fessionista si è prefissato, in re-lazione alla collaborazione che ha con l’Azienda.

3. RIFIUTO DELLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITÀ LAVORATIVA

Subordinato: nel caso specifi-co non è possibile in virtù del fatto che sia i CCNL di catego-ria che le norme legislative, pu-niscono con sanzioni di natura disciplinare quei lavoratori che si rifiutano di svolgere i compi-ti assegnati.

Autonomo: può farlo senza in-correre in alcun rischio quan-do, a sua completa discrezione, ritiene inopportuno compor-tarsi in un determinato modo, in riferimento alle finalità che si è prefissato (intese con il rag-giungimento dell’obiettivo vo-luto).

4. ORARIO DI LAVORO Subordinato: ne è soggetto

senza alcuna possibilità di de-roga (salvo naturalmente i casi previsti dai CCNL di categoria).

Autonomo: non è soggetto ed è libero di organizzarlo come meglio ritiene opportuno, sempre per il raggiungimento dello scopo prefissato.

5. INSERIMENTO DEL LAVORA-TORE NELL’ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

Subordinato: l’inserimento è globale nella omogeneità aziendale, ovvero ne diviene parte integrante, su cui gravi-tano poi tutti i meccanismi or-ganizzativi e/o produttivi.

Autonomo: l’assenza del lavo-ratore non può e non deve ar-recare alcun danno al sistema produttivo e/o organizzativo.

6. ATTREZZATURA DI LAVORO Subordinato: è a disposizione

e in uso sul luogo di lavoro. La struttura la mette a disposizio-ne d’uso e il lavoratore ne ha l’obbligo di custodia e conser-vazione.

Autonomo: deve essere di sua proprietà.

7. RISCHIO PROFESSIONALE Subordinato: ha il rischio de-

rivante dall’applicazione delle sanzioni disciplinari.

Autonomo: deve accollarsi tut-ti i rischi derivanti dallo svolgi-mento dell’attività, pagando di persona dove si verificassero le condizioni.

8. RESPONSABILITÀ SUL LUOGO DI LAVORO

Subordinato: ha il rischio de-rivante dall’applicazione delle sanzioni disciplinari (esclusi ca-si gravi in cui si possa evincere un danno volutamente creato).

Autonomo: piena responsabi-lità per tutto ciò che fa.

9. COMPENSI Subordinato: sono stabiliti dai

CCNL di categoria con tabelle

appropriate oltre che da accor-di sindacali interni comprensivi degli oneri previdenziali e assi-curativi.

Autonomo: sono stabiliti dal lavoratore prima di effettuare la prestazione e il valore fina-le spettante. DEVE necessaria-mente essere superiore a quel-lo del Lavoratore dipendente per pari attività, mansione o qualifica.

10. FEDELTÀ Subordinato: è espressamen-

te prevista dal Codice Civile e dalle norme corporative (Art. 2105/2106). La mancata osser-vanza può generare sanzioni di natura disciplinare nei con-fronti del Lavoratore (L. 300/70, L. 108/90).

Autonomo: legata alla corret-tezza commerciale e all’etica deontologica.

11. CONTINUITÀ DELLA PRESTA-ZIONE

Subordinato: lavora in modo continuativo per lo stesso da-tore di lavoro, salvo il caso ov-vio di cessazione di rapporto.

Autonomo: non lavora mai in modo continuativo per lo stes-so cliente.

12. UNICITÀ DELLA CLIENTELA Subordinato: come nel punto

11. Autonomo: i clienti devono

essere più di uno, altrimenti si rientra nel caso del lavoro “su-bordinato” (fatta eccezione per prestazioni svolte da professio-nisti associati a uno studio con più figure).

In conclusione, prima di sotto-scrivere qualsiasi tipo di contrat-to come lavoratore autonomo, oc-corre verificare con attenzione che i requisiti sopracitati vengano sod-disfatti o, perlomeno, che gli accor-di presi da entrambe le parti siano consensuali e stipulati con chiarez-za prima di apporre qualsiasi firma.

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27informazioni

ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHEINTERPROVINCIALE NOVARA - VERBANO CUSIO OSSOLA

Via Biandrate 20/b • 28100 NovaraTel. 0321-30237- Fax. 0321-393276

ORARI SEGRETERIANOVARA: lunedì e mercoledì 15.00-18,00

venerdì 10.00-12.00VERBANIA: martedì 15.00-17.00

Per iscriversi all’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara - Verbano Cusio Ossola occorre produrre i seguenti documenti:

1. DOMANDA indirizzata al Presidente dell’Ordine: COMPILARE MODULO ALLEGATO ED AP-PORRE MARCA DA BOLLO DA € 16,00.

2. AUTOCERTIFICAZIONE: compilare modulo allegato.

3. NUMERO 2 FOTOGRAFIE formato tessera (uguali).

4. RICEVUTA del versamento di € 168,00 effettuato a mezzo C/C Postale n. 8003 intestato a “UFFICIO DEL REGISTRO DI ROMA - TASSE E CONCESSIONI GOVERNATIVE- PESCARA” (presso gli Uffici Postali sono disponibili bollettini preintestati).

5. QUOTA DI ISCRIZIONE: versamento di € 70,00 effettuato presso la segreteria dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara - Verbano Cusio Ossola, di cui € 8,00 tassa di iscrizione e € 62,00 tassa annua.

6. FOTOCOPIE:• documento di identità comprovante la residenza nella provincia di Novara o Verbano Cu-

sio Ossola;• codice fiscale;• per le donne sposate, che hanno acquisito il cognome del marito, certificato di matrimo-

nio.Il Consiglio Direttivo è tenuto a deliberare sulla domanda entro il termine di tre mesi (art. 8, Dpr 221/50).

Sia l’accettazione che l’eventuale rigetto devono essere motivati e riportati nell’atto delibera-tivo.

I documenti richiesti per l’iscrizione all’Albo sono riportati nell’articolo 9 del Dlcps 233/46 e nell’articolo 4 del Dpr 221/50.

Coloro che sono in possesso di più Diplomi abilitanti possono richiedere l’iscrizione a più albi presentando una domanda per ogni iscrizione.

NON SONO ACCETTATE DOMANDE DI ISCRIZIONE LA CUI DOCUMENTAZIONE NON SIA COM-PLETA.

Ad iscrizione avvenuta, l’Ufficio provvederà a comunicare l’avvenuta iscrizione tramite comu-nicazione telefonica.

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Novara, .........................................

Al Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche

Interprovinciale Novara - Verbano Cusio OssolaVia Biandrate 20/b

28100 NOVARA

Il/La sottoscritt. .......................................................................................

Nat.... a .................................................................................. il ...........................................

Residente a ..........................................................................................................................

Via ........................................................................................... nr. .......... C.A.P. ..................

Tel. ............................................... Cell. ...............................................

e-mail ...................................................................................................PEC .......................................................................................................

CHIEDE

di essere iscritto all’Albo Professionale tenuto da codesto Ordine per

INFERMIERI INFERMIERI PEDIATRICI ASSISTENTI SANITARI

ALLEGA:a. dichiarazione sostitutiva di certificazioneb. ricevuta del versamento di euro 168,00 effettuato a mezzo CCP 8003 a favore dell’uffi-

cio del registro - Tasse e Concessioni governativec. ricevuta del versamento quota iscrizione a favore dell’OPI NO-VCOd. nr. 2 fotografiee. fotocopia di un documento di identitàf. fotocopia codice fiscale

IL/LA DICHIARANTE

............................................................................... (esente da autentica di firma ai sensi dell’art. 3, comma 10 della legge 127 /97)

MARCA DA BOLLO

EURO 16,00I N T E R P R O V I N C I A L ENOVARA - VERBANO CUSIO OSSOLA

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DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI CERTIFICAZIONE(art. 46 TU.- D.P.R. n. 445 del 28/12/2000)

Il /La sottoscritt. .......................................................................................Nat.... a .................................................................................. il ...........................................Residente a ..........................................................................................................................Via ........................................................................................... nr. .......... C.A.P. ..................consapevole che in caso di mendaci dichiarazioni il Dpr 445/2000 prevede sanzioni penali e decadenza dai benefici (artt. 76 e 75) e informato/a che i dati forniti saranno utilizzati ai sensi del D.lgs 196/2003

DICHIARA

1. di essere nato/a a ..........................................................................................................2. di essere residente a ..................................................................................................... Via/Piazza .................................................................................. n. ..........3. di essere cittadino/a ................................................4. di godere dei diritti civili5. di essere in possesso del titolo di studio (precedente il titolo professionale): ...............

..........................................................6. di essere in possesso del seguente titolo professionale

INFERMIERI INFERMIERI PEDIATRICI ASSISTENTI SANITARIconseguito il .................................... presso ..................................................................

7. che il numero di codice fiscale è il seguente: ...............................................................8. di non aver riportato condanne penali9. di aver riportato le seguenti condanne (indicare l’Autorità Giudiziaria nello spazio sot-

tosante (Indicare anche le sentenze con non menzione e i patteggiamenti, anche ri-salenti a più di 5 anni)

Si precisa che le dichiarazioni mendaci comportano sanzioni penali e deontologiche secondo l’ordinamento giuridico.

........................................................................................................................................10. di non aver iscrizioni a proprio carico nel Registro delle Notizie di Reato (art. 335 CPP)

(In caso positivo non barrare la casella ma indicare il tipo di reato ascritto) .............. ........................................................................................................................................11. di non essere stato in precedenza iscritto ad altro Ordine delle Professioni Infermieri-

stiche (in caso contrario indicare quale e i motivi della cancellazione) .......................

Novara, ......................................... IL/LA DICHIARANTE

............................................................................... (esente da autentica di firma ai sensi dell’art. 3, comma 10 della legge 127 /97)

Al Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche

Interprovinciale Novara - Verbano Cusio OssolaVia Biandrate 20/b – 28100 NOVARATel. 0321-30237- Fax. 0321-393276 I N T E R P R O V I N C I A L E

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INFORMATIVA Al SENSI E PER GLI EFFETTI DEL DLGS. 196/2003“Codice sulla tutela dei dati personali”

I Vs. dati personali conferiti per via del rapporto intercorrente tra Voi e l’Albo, anche eventualmente in occasione di rap-porti commerciali, sono da noi trattati esclusivamente per finalità attinenti l’esatto assolvimento di obblighi in materia fiscale, amministrativa e civilistica: il rifiuto eventuale di fornire tali dati comporterà l’impossibilità di fornire quanto da Voi richiesto.Per le finalità di cui sopra non è necessario conferire e, quindi, non saranno in nostro possesso dati definiti dal citato D.lgs. quali “sensibili”, cioè idonei a rilevare stato di salute, adesione a sindacati, convinzioni religiose e filosofiche, adesione a partiti politici.II trattamento dei dati avverrà mediante strumenti idonei a garantire la sicurezza e la riservatezza, e potrà essere effet-tuato anche mediante strumenti automatizzati atti a memorizzare, gestire e trasmettere i dati stessi.Inoltre precisiamo che i dati a Voi riferibili potranno essere comunicati a Banche ed Istituti Finanziari, a studi Legali, per la gestione degli incassi e pagamenti eventualmente dovuti.Inoltre i Vs. dati potranno essere comunicati, a seguito di ispezioni, verifiche o richieste, all’Amministrazione Finan-ziaria ed agli Enti/organismi preposti a verifiche e controlli circa il regolare adempimento di obblighi civili-fiscali-amministrativi.Detti dati non vengono da noi trasferiti né all’estero né nell’ambito dell’Unione Europea e saranno da noi conservati e trattati sino a Vs. contraria disposizione.Evidenziamo che il trattamento dei dati di cui sopra è obbligatorio ed essenziale ai fini dell’esecuzione degli obblighi di Legge, nonché ai fini dell’esatto adempimento delle obbligazioni civilistiche e fiscali previste dall’attuale normativa e che detti dati saranno trattati indipendentemente dal Vs. consenso, ai sensi dell’articolo 24. comma 1 lettere a. e b. del D.lgs. 196/2003.Il titolare del trattamento è il Collegio scrivente, nella persona del Presidente pro tempore. Responsabile del tratta-mento è l’impiegata amministrativa Claudia Scaramuzzi, domiciliata per la predetta carica presso la sede del Collegio scrivente.L’articolo 7 del D.lgs. 196/2003 Vi attribuisce i seguenti diritti, che potrete esercitare inviando alla nostra sede apposita comunicazione, anche a mezzo telefax, al numero riportato nella presente.Art. 7. Diritto di accesso ai dati personali ed altri diritti1. L’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano, anche se

non ancora registrati, e la loro comunicazione in forma intelligibile.2. L’interessato ha diritto di ottenere l’indicazione:

a. dell’origine dei dati personali; b. delle finalità e modalità del trattamento; c. della logica applicata in caso di trattamento effettuato con l’ausilio di strumenti elettronici; d. degli estremi identificativi del titolare, dei responsabili e del rappresentante designato ai sensi dell’articolo 5,

comma 2;e. dei soggetti o delle categorie di soggetti ai quali i dati personali possono essere comunicati o che possono ve-

nirne a conoscenza in qualità di rappresentante designato nel territorio dello Stato, di responsabili o incaricati.3. L’interessato ha diritto di ottenere:

a. l’aggiornamento, la rettificazione ovvero, quando vi ha interesse, l’interazione dei dati; b. la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge, compresi

quelli di cui non è necessaria la conservazione in relazione agli scopi per i quali i dati sono stati raccolti o suc-cessivamente trattati;

c. l’attestazione che le operazioni di cui alle lettere a. e b. sono state portate a conoscenza, anche per quanto riaguarda il loro contenuto, di coloro ai quali i dati sono stati comunicati o diffusi, eccettuato il caso in cui tale adempimento si rivela impossibile o comporta un impiego di mezzi manifestamente sproporzionato rispetto al diritto tutelato.

4. L’interessato ha diritto di opporsi, in tutto o in parte: a. per motivi legittimi al trattamento dei dati personali che lo riguardano, ancorché pertinenti allo scopo della

raccolta;b. al trattamento di dati personali che lo riguardano a fini di invio di materiale pubblicitario o di vendita diretta o

per il compimento di ricerche di mercato o di comunicazione commerciale.

Novara, ......................................... PER PRESA VISIONE

............................................................................... (esente da autentica di firma ai sensi dell’art. 3, comma 10 della legge 127 /97)

Al Presidente dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche

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PEC-Posta Elettronica Certificata

Secondo quanto stabilito dalla Legge 2/2009, art. 16, comma 7, “I professionisti iscritti in albi ed elenchi istituiti con legge dello Stato comunicano ai rispettivi Ordini e Collegi il proprio indirizzo di Posta Elettronica Certificata o analogo indirizzo di posta elettronica di cui al comma 6 entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Gli Ordini e Collegi pubblicano in un elenco riservato, consultabile in via telematica esclusi-vamente dalle pubbliche amministrazioni, i dati identificativi degli iscritti con il relativoindirizzo di posta elettronica certificata”.Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2009 stabilisce che il ”Dipartimento per la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e per l’innovazione tecnologica” (di seguito DDI), assegni a titolo non oneroso, a ogni Cittadino che ne faccia richiesta, un indirizzo di Posta Elettronica Certificata da utilizzare per tutte le comunica-zioni con la Pubblica Amministrazione.

Il servizio è rivolto a:• tutti i cittadini italiani maggiorenni (anche se residenti all’estero);• tutti i cittadini maggiorenni di nazionalità straniera residenti nel territorio italiano in

possesso di un Codice Fiscale e, nel caso di cittadini extra-UE, di permesso di soggior-no o “modello 22A con Diagramma” valido;

• a tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e locali che possono richiedere l’attiva-zione di una Casella PostaCertificata, e dei Servizi Base gratuiti ad essa collegati, ai quali è poi possibile aggiungere una serie di Servizi Avanzati a pagamento per ampliare la gamma delle funzionalità disponibili.

Si tratta di uno strumento realmente innovativo, grazie al quale Cittadini e Pubbliche Am-ministrazioni possono scambiarsi online comunicazioni, richieste di informazioni, istanze e documentazioni: una grande semplificazione e un notevole risparmio di tempo sia per i Cittadini sia per gli uffici pubblici.

In termini di sicurezza, la Posta Certificata, permette di dare a un messaggio di posta elet-tronica la piena validità legale nei casi previsti dalla normativa, garantisce data e ora riferiti all’accettazione e alla consegna del messaggio e l’integrità del contenuto trasmesso.

PERTANTO SI INVITANO:1. tutti coloro che sono già in possesso di un indirizzo PEC a segnalarlo nella casella in-

dicata nella domanda di iscrizione;2. a consultare il sito www.ipasvinovara.it nella sezione relativa alla PEC, a tutti coloro

che non hanno ancora un indirizzo PEC attivo.

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Via Biandrate 20/b • 28100 NovaraTel. 0321-30237- Fax. 0321-393276

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RIPARARE I VIVENTIAutore: Maylis de KerangalCasa editrice: FeltrinelliAnno: 2015Pagine: 218Euro: 6,99

Simon Limbres è un giovane forte, spor-tivo, pieno di speranze e progetti per il futuro.Ma una mattina, al ritorno da una sessio-ne di surf insieme ai suoi amici, un terri-bile incidente stradale spezzerà la sua vi-ta per sempre. La corsa in ospedale e le prime indagi-ni fanno comprendere subito al dottor Révol che per Simon non c’è più nulla da fare, ma c’è una possibilità da pren-dere in considerazione: la donazione de-gli organi.Così dopo i colloqui con i genitori, ai quali spetta la straziante decisione, si

mette in moto un lungo e laborioso pro-cesso guidato da Thomas Rémige, infer-miere coordinatore del prelievo d’orga-ni e di tessuti.E intanto intorno a Simon ruotano le azioni di genitori, amici, dottori, infer-mieri ed equipe mediche, che diventa-no protagonisti di questa vicenda per-sonale, ma nello stesso tempo collettiva, orientata a salvare altre vite umane.

Valentina Tesser

LO SCAFANDRO E LA FARFALLAAutore: Jean-Dominique BaubyCasa editrice: TEAAnno: 1997Pagine: 123Euro: 7,50

Jean-Dominique Bauby è sia autore che protagonista di questo romanzo auto-biografico.A seguito di un ictus ischemico nel 1995, Bauby si risveglierà “prigioniero del suo corpo” colpito dalla sindrome chiamata locked–in.L’unico movimento che ancora riesce a compiere è quello di sbattere la palpe-bra sinistra, che resta la sua unica comu-nicazione con il mondo.Così, insieme a Sandrine, una ortofoni-sta, Bauby, seguendo un preciso codice da loro elaborato, un giorno inizia a det-tare, lettera dopo lettera, parola dopo parola, questo libro in cui si intrecciano racconti di vita passata, vicende famiglia-ri, toccando anche il tema dell’umanità ospedaliera che l’autore definisce divisa in due: «La maggior parte degli operato-ri non oltrepassa la porta senza cercare di capire i miei SOS; mentre gli altri, me-no coscienziosi, si eclissano facendo finta di non vedere i miei segnali di allarme». Un libro piacevole che offre diversi spun-ti di riflessione.

Valentina Tesser

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LA BIOGRAFIA INCISA ADDOSSO (Storie di donne tatuate)Autrice: Barbara FincatoEditore: Altro Mondo EdizioniAnno: 2016Pagine: 166Euro: 20,00

Appassionata di tatuaggi e fotografie, ma soprattutto di storie, l’autrice (plu-ritatuata “di lungo corso”) si racconta e raccoglie altre 21 biografie di donne ul-tratrentenni tatuate in maniera continua-tiva da almeno 15 anni.Ogni storia è correlata da un ritratto fo-tografico, realizzato dall’autrice stessa.In ogni immagine compare un dettaglio rosso, tributo alle “scarpe rosse”, il sim-bolo contro la violenza domestica, per non dimenticare chi non è riuscita ad af-fermarsi.È un volume di “storie a/di pelle”, emo-zionante perché autentico.

Perché scorre veloce, immergendo il let-tore nel quotidiano, senza retorica, senza enfasi, ma “solamente” facendogli ascol-tare l’intensità di queste Donne. Con lo scopo di infrangere qualche cliché.

Carmen Velasquez

QUANDO CADONO GLI ANGELIAutrice: Tracy ChevalierEditore: Neri PozzaAnno: 2009Pagine: 366Euro: 17,00

Quanto è distante il 1901 dal 2018?Si percepisce un costume cambiato col tempo in questo romanzo storico che ci rimanda la nostra immagine allo spec-chio poco più di un secolo dopo. Poco altro emerge a sottolineare la distanza temporale.La storia, ambientata in epoca vittoria-

na, accarezza il lettore come un alito di vento leggero, anche quando descrive vicende crude e meschine, mostrando indulgenza sui personaggi più cupi, che ci sembrano un po’ meno malvagi, alla fine, prigionieri nel loro ruolo.Tracy Chevalier in questo libro coglie come un fiore lussureggiante il bisogno impellente e improcrastinabile di eman-cipazione femminile (ma quanta strada c’è ancora da fare?) e dipinge con tratti da acquerello la pura e intatta amicizia fra due bambine che un giorno sveglian-dosi si scoprono donne.La trama è ordita da fili di emozioni e di amicizie. Amicizie di bambine e bambi-ni che sbocciano e fioriscono fra le tom-be di un cimitero popolato di silenti an-geli marmorei. Un angelo in particolare suscita scompiglio.Le tombe sono quasi un contorno alla vita che sgorga tenera, frivola, conven-zionale, ribelle, rassegnata, ma sempre pulsante e fiammeggiante, come un falò.E quando alla fine, quasi per sbaglio, la morte fa la sua comparsa, implacabile, nera e ineluttabile, il racconto ci illumina con un bagliore di speranza, indicando la strada da seguire, lassù fra le stelle, per cercare e trovare il vero senso e l’auten-tica scintilla dell’essere donne e dell’es-sere uomini.

Beatrice Farina

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La nostra

Bibliotecascientifica infermieristicaL’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola, nella sede di Novara, possiede una biblioteca scientifica infer-mieristica interna aperta a tutti i professionisti regolarmente iscritti all’OPI Novara e Verbano Cusio Ossola e agli studenti che frequentano il corso di Laurea in Infermieristica e Infermieristica Pediatrica. È amministrata dall’OPI tramite un gruppo di lavoro costituito da Consiglieri ed è aperta negli stessi giorni e orari di apertura della Segreteria.

La biblioteca nasce con l’obiettivo di documentare il percorso storico della pro-fessione, favorire la crescita culturale e l’aggiornamento professionale, la dif-fusione e l’applicazione delle nozioni apprese.

La biblioteca conta 325 testi consultabili suddivisi in 17 aree tematiche. Ha attualmente all’attivo 5 abbonamenti alle seguenti riviste scientifiche:• Decidere in Medicina;• Emergency Medicine Practice;• Rischio Sanità;• Gli Infermieri dei bambini;• Assistenza Infermieristica e Ricerca.

La biblioteca si propone inoltre di accogliere e gestire la proposta d’acquisto di testi, l’attivazione di abbonamenti a riviste infermieristiche e di altro materiale di informazione, attraverso la compilazione di appositi moduli presenti presso la sede e prossimamente scaricabili dal sito dell’OPI NO-VCO

www.ipasvinovara.it

Anno XX n. 1 Marzo 2018

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SEGRETERIA SEDE DI NOVARAIndirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARAOrari di segreteria:lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00,venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00Recapiti: Tel. 0321.30237 Fax 0321.393276 E-mail: [email protected] DI VERBANIAIndirizzo: Corso Europa, 30 VERBANIAOrari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00Recapiti: Tel. 334.5387441

CAMBIO RESIDENZA È indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità: • attraverso comunicazione scritta direttamente alla segreteria dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche

Interprovinciale Novara e Verbano Cusio Ossola (NB di seguito: OPI NO-VCO) • per posta, fax o e-mail. Coloro i quali cambiano provincia hanno facoltà di chiedere all’OPI NO-VCO della nuova residenza, il trasferimento dell’iscrizione.

SMARRIMENTO TESSERA In caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione all’OPI NO-VCO è necessario: • sporgere denuncia di smarrimento/furto alle autorità competenti (Questura, Carabinieri); • presentare all’OPI NO-VCO copia della denuncia e due foto tessera per avere il duplicato. I certificati di iscrizione hanno validità di sei mesi (legge 15 maggio 1997 n. 127) e possono essere richiesti in segrete-

ria con le seguenti modalità:• direttamente ed in tempo reale presso la segreteria;• telefonicamente, fax o e-mail, indicando le generalità del richiedente. Nel caso in cui non sia l’interessato a ritirarlo,

la persona incaricata deve essere munita di delega e fotocopia del documento di identità del richiedete il certificato. Si ricorda che il certificato di iscrizione è un documento e può essere autocertificato.

CANCELLAZIONE DALL’ALBO La presentazione della domanda per la cancellazione dall’Albo deve pervenire all’OPI NO-VCO entro il 30/11/2018. Per le modalità consultare il sito oppure contattare la segreteria.

LIBERA PROFESSIONE Chi esercita o intende intraprendere l’attività libero professionale deve darne comunicazione all’OPI NO-VCO. Si ricorda che l’attività libero professionale implica l’iscrizione alla Cassa di Previdenza ENPAPI.

COLLOQUI È possibile avere un incontro con il Presidente o un membro del Consiglio Direttivo previo appuntamento telefonico.

VARIAZIONE RESIDENZA E RECAPITO TELEFONICO È indispensabile comunicare tempestivamente, in forma scritta, ogni cambio di residenza e recapito telefonico alla

segreteria dell’OPI NO-VCO compilando il modulo disponibile sul sito: www.ipasvinovara.it nella sessione segreteria modulistica e facendolo pervenire alla segreteria dell’OPI NO-VCO utilizzando una delle seguenti modalità:

• inviando il modulo compilato per posta; • inviando il modulo compilato per fax al n° 0321 393276; • inviando il modulo compilato attraverso la posta elettronica all’indirizzo: [email protected]

SERVIZIO BIBLIOTECA Ricordiamo a tutti gli iscritti che l’OPI NO-VCO presso la sede di Novara mette a disposizione un servizio di biblioteca

presso il quale si possono richiedere libri e consultare riviste scientifiche. All’interno del sito dell’OPI NO-VCO, nella sezione biblioteca potrete trovare il regolamento, l’elenco dei testi e delle riviste.

SITO www.ipasvinovara.it All’interno del sito è possibile ad esempio scaricare la modulistica reperibile in segreteria, inviare eventuali quesiti (tramite il

link “contatti”), consultare le diverse sezioni tematiche ricche di informazioni inerenti la formazione, libera professione, crediti formativi ecm, oppure semplicemente consultare l’elenco dei testi/riviste reperibili presso la biblioteca dell’OPI NO-VCO.

la segreteriainforma

Art. 31L’infermiere si adopera affinché sia presa in considerazione l’opinione del minore rispetto alle scelte assistenziali, diagnostico-terapeutiche e sperimentali, tenuto conto dell’età e del suo grado di maturità.

Il Codice Deontologico

ORDINE DELLE PROFESSIONI INFERMIERISTICHE INTERPROVINCIALE NOVARA - VERBANO CUSIO OSSOLA