24
L’eco di Cassandra Iniziativa dell’Associazione Studentesca Cassandra patrocinata dall’Università FEDERICO II Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009 Occupazione alla Facoltà di Lettere e Filosofia INTERVISTE INEDITE LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA: passato presente futuro DACIA MARAINI GIULIANO MONTALDO & IL NUOVO SOGNO AMERICANO E

Dicembre/Gennaio 2008

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Numero Gennaio 2009 dell'eco di Cassandra

Citation preview

Page 1: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

Iniziativa dell’Associazione Studentesca Cassandra patrocinata dall’Università FEDERICO II

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Occupazionealla Facoltà

di Lettere e Filosofia

INTERVISTE INEDITE

LE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA:

passato

presente

futuro

DACIA MARAINI

GIULIANO MONTALDO

&

I L N U O V O S O G N O A M E R I C A N O

E

Page 2: Dicembre/Gennaio 2008

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009L’eco di Cassandra

Indice

Ilena Ambrosio; Simona Bonetti; Francesca Bianco;Antonio Cristiano; Mirella De Sisto; Giovy De Vita;Savio De Vita; Serena Di Vito; Matteo Dell’Aria;Giovanni Di Benedetto; Jundra Elce; Giulia Esposito;Adriano Fazzari; Francesca Galasso; AntonellaGiacomaniello; Simona Grieco; Michela Ingino; SaraImbriani; Annamaria Iodice; Maurizio Esposito LaRossa; Francesco Lobefalo; Enrica Mossetti; AngelaMarino; Alessandra Marziale; Rossella Reale; GiovanniSchiavone; Allegra Taglialatela; Vincenzo Vezzi;Gabriele Stasino.

Vuoi partecipare anche tu a questo progetto? METTITI IN GIOCO!Per contatti ed info:

[email protected]://www.forumcommunity.net/

Per inviare i tuoi racconti: [email protected] inviare le tue poesie: [email protected]

News Echi dalla Facoltà

Interviste A tu per tu

Recensioni Libri Lettere in…chiostro

Musica Il flauto Pan

Cinema e Tv Dietro lo schermo

Racconti e poesie Parnaso

Eventi

Vuoi partecipare anche tu a questo progetto? METTITI IN GIOCO!Per contatti ed info:

[email protected]://www.forumcommunity.net/

Per inviare i tuoi racconti: [email protected] inviare le tue poesie: [email protected]

Page 3: Dicembre/Gennaio 2008

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009L’eco di Cassandra

3

Il periodo di agitazioni studentesche che ci siamoappena lasciati alle spalle credo si presti molto beneper un’analisi del perché nel nostro paese, e nellanostra città in particolare, si assista alla scomparsadella partecipazione alla vita pubblica e alledegenerazioni e all’ impoverimento che questofatalmente porta in essa. Tutto comincia quando unministro propone una fra le più sciagurate riformedell’istruzione pubblica mai sentite, tanto da metterein dubbio la stessa esistenza di una istruzione pubblica.Sarebbe stato logico e scontato pensare allora che glistudenti tutti, e soprattutto chi è iscritto ad unafacoltà che forma, o dovrebbe formare gli insegnantie la futura elite intellettuale del paese, facessero sentirecon gran forza la loro opposizione, con tutti i mezziloro concessi, in forme innovative, trattandosi digiovani, e sarebbe stato da auspicare che tale protestatentasse di coinvolgere e di informare il resto delpaese. Nulla di tutto questo è successo. La maggiorparte degli studenti di Lettere e Filosofia, come chiscrive ha avuto il dispiacere di notare troppe volte enon solo durante il periodo in questione, che glistudenti non hanno l’abitudine di informarsi su ciòche accade nel mondo attorno aloro (dove per “mondo” si intendeanche la minuta vita di facoltà),non partecipano ad alcunché chenon dia cfu o che non sia unafesta nel locale alla moda, nonfanno nulla insomma che possatravalicare il loro piccolo hortusconc lusus (prefer i sco nontrascendere ma avrei altri modidi dire, non latini né ammessi dalgalateo, per definire il ristrettoambito in cui si muove la maggiorpar te dei miei col leghi) .

Comportandosi in tale maniera questa gran partedei miei colleghi si dimostra perfettamente degna difar parte di questa città, dove tutti voltano la testadall’altra parte quando accade qualcosa che non va,e dove il principale sport cittadino consiste nelgareggiare nella rassegnazione al peggio. Alleassemblee, alle manifestazioni e quant’altro eravamoin pochi, tenuto conto dei tanti iscritti alla nostrafacoltà, e ,quel che è peggio, eravamo quasi semprei soliti. Iscritti a Lettere e Filosofia che, da noncredersi, leggono qualche libro e qualche articolo digiornale per sapere come si evolve il mondo attornoa loro, credono nell’impegno personale e checonservano una cosa più estinta dei dinosauri: lacapacità d’indignarsi.Molti di questa minoranza costituivano la cosiddettaAssemblea permanente di Lettere e Filosofia, che inun primo tempo ha svolto un’essenziale funzione diinformazione e mobilitazione nella Facoltà. Solo chepurtroppo in tutti i gruppi si corre il rischiodell’autoreferenzialità e a volte l’occuparsi di politicatrascende nel guardare alla realtà con occhialiideologici che danno immagini falsate; né c’è nulla

di peggio, di quelli che guardanocon nostalgia ad un passato ormaiscomparso: e ciò vale per in o s t a l g i c i d e l l ’ I m p e r oAustroungarico, per quelli delregno Borbonico, per fascisti ecomunist i e per ch i , aquarant’anni passati, è rimastofermo al Sessantotto.Tutti questi erano i difettidell’Assemblea Permanente e sene è avuta la prova quando haproceduto all’occupazione dellafacoltà.

Riflessioni sui motivi che hanno spinto ad occuparela Facoltà di Lettere e Filosofia

Sull’occupazioneLa libertà non è star sopra un albero,

non è neanche un gesto o un’invenzione,la libertà non è uno spazio libero,

libertà è partecipazione.

Giorgio Gaber.

NEWS DALLA FACOLTÀ

Page 4: Dicembre/Gennaio 2008

Una forma di protesta autolesionista ed antiquataattuata in tutta segretezza e senza poca o nullademocrazia. Autolesionista perché ha danneggiatosoprattutto, anzi quasi esclusivamente, gli studentistessi, che si sono ritrovati una difficoltà in più, e nonda poco, nel già non facile tenere testa a esami, corsie tesi e anche perché ci si è preclusi così, chiusi nelchiostro e quindi invisibili, sia materialmente chemetaforicamente, al mondo esterno, un qualunquetipo di contatto con l’opinione pubblica, da farsiinvece basilare, secondo me, per non lasciare gli eventitotalmente in balia della propaganda del governo.Senza poca o nulla democrazia perché gli studentinon sono mai stati chiamati alla votazione su unaforma di protesta così gravida di conseguenze. Non sipuò chiamare democratica, infatti, l’assemblea del 29Novembre a Piazza Plebiscito dove tutto apparve giàprestabilito e dove fu impedito a chi era di opinionecontraria di prendere la parola. Diritto di parola chefu poi concesso il giorno dopo, a cosefatte, e dove chi scrive fece presentele sue perplessità come le avete trovatescritte qui sopra. Mi fu risposto con una sfilza di luoghicomuni sessantottini, che miinteressarono solo in quanto repertistorici, ma anche con una domandaa cui non seppi dare risposta: “Perchégli indifferenti devono decidere deldestino di tutti? E dove è chi la pensacome te?”. La maggioranza silenziosanon ha mai tentato di far valere leproprie ragioni perché non ne aveva, l’unica suaragione era la strafottenza, e si accontentava di sbuffaree di aspettare che l’occupazione passasse manco fosseuna calamità naturale e non il prodotto della suascarsa partecipazione alla vita in comune. Hoconsegnato a chi mi legge il ritratto di un microcosmofatto di una stragrande maggioranza di indifferentiche con la loro ignavia consegnano la gestione dellapolitica ad una minoranza che proprio di quest’ignaviaapprofitta per fare ciò che gli pare, non sarà difficileal lettore riconoscere in questo microcosmo i tratti diquei macrocosmi di cui apprendiamo dai media. Siain alto che in basso sembrano esistere le stessemaledette tendenze e ciò non fa ben sperare per unrinnovamento della vita politica e sociale di questopaese che pure sarebbe vitale. Non è qualcosa di cuipoter leggere né scrivere senza fastidio ma è qualcosadi cui andava scritto.

Francesco Lobefalo

Scegliere la modalità di protesta più idonea ed efficacenon è semplice. L’unica che, probabilmente, offremaggiore visibilità mediatica e l’opportunità diconcertare assieme eventuali nuove mosse, sembraessere la sempreverde occupazione. Non so quantosenso abbia avuto occupare gli spazi di Porta di Massa,ma le coscienze di molti studenti volevano contribuireal dissenso contro una legge svantaggiosa. La partepiù cospicua, ma muta e sorda, di studenti ha volutoignorare la protesta in atto. A questo punto eranecessaria una votazione. Infatti al consiglio di Facoltàdel 4 novembre molti studenti hanno letto documentistilati dopo una votazione, esibendo dati e statistiche.Perché i corsi di laurea in lettere moderne, lettereclassiche, filosofia non hanno optato per questasoluzione, prima di occupare? A me è stato rispostoche l’organizzazione sarebbe stata troppo complicata.Questa mancanza ha suscitato, però, un malcontentodiffuso: anche gli studenti silenziosi improvvisamente

si sono sentit i ingannati . Irappresentanti degli studentiavrebbero potuto pretendere che sivotasse. Non so fino a che punto siavalido prendere delle decisioni solodiscutendo in assemblee, i cuipartecipanti hanno già una comunevisione. Votare avrebbe conferitomaggiore credibilità alla modalità diprotesta scelta.

Michela Ingino

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009L’eco di Cassandra

4

Page 5: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

5

Una studentessa o uno studente che vivano la lorocondizione etica in solitudine restano soli ancheinsieme ai colleghi durante i corsi, o comunqueritorneranno soli prima di un esame. Essi rischianoche i rapporti con i loro simili siano in realtà mediati(o meglio irreggimentati) da una rappresentazionedella realtà accuratamente ammannita loro dai Media.Nel nostro paese il Potere, tramite i Media, hacostruito prima l’immagine dell’Onda, poi, attraversoun progressivo ritorno al silenzio, quella del riflusso(e il riflusso, a ben vedere, è implicito già nell’ideadi onda).

La legge 133 migliorerebbe la qualità dell’insegnamento;le paure infondate degli studenti sarebbero statesapientemente pilotate dai Baroni parassiti del vecchiosistema; il Movimento stesso sarebbe in realtà una sparutaminoranza né rappresentativa né in generale democratica;le aule sarebbero piene di gente che vuole studiare invecedi protestare; alla Sapienza le liste della destra avrebberodemocraticamente vinto (con il 10% degli aventi diritto alvoto).Speriamo che sia ancora evidente quanto ciò sia falsoe dunque – laddove sia assunto dalla gente comunecome condiviso o, in ogni caso, non modificabile –nient’altro che falsa coscienza: ideologia.Al contrario, con-vivere, pensare e agire insiemecriticamente (ossia valutando, giudicando al di làdella rappresentazione ufficiale della realtà) epoliticamente (poiché si interviene sui rapporti dipotere, dentro e fuori dell’università) è il propositodell’Assemblea Permanente in attività dal 22settembre.Esiste un numero definito di persone che il 29 ottobresi è assunto la responsabilità politica e penale dioccupare la sede della Facoltà. Questo perché ilmovimento nazionale, per la fase di conflittoparticolarmente alta e partecipata che attraversava,esigeva un volano, un accumulatore di energia, unulteriore rilancio; si intendeva diffondere una praticaradicale come l’occupazione in tutto l’Ateneo, intutto il Paese, costringendo cosí il Governo a ritornaresui suoi passi ben altrimenti e ben al di là di comeha poi fatto con il D.lgs 180.È stata la gravità della situazione (il diritto allo studioe alla ricerca indipendente minacciato come maisinora dalla legge 133) a imporre il ricorso a unascelta grave; una scelta voluta, progettata e attuatada un numero di persone che solo i fatti (la mancatapartecipazione da parte della gran parte degli studentiad Assemblee tenute quotidianamente in facoltà peroltre un mese) hanno voluto ristretto, ma checomprendeva la larghissima maggioranza degli

studenti che per due mesi hanno liberamentecooperato. È indiscutibile che l’occupazione haprodotto una discontinuità importante nella vita delnostro Ateneo; chiarendo peraltro, finalmente, comela gran parte del corpo docente non sia per nulladisposta a un’azione reale e forte in difesadell’università pubblica.Ci rendiamo conto, tuttavia, che inevitabilmentequesto segnale di discontinuità è dovutocorrispondere, in particolare rispetto agli studentifino ad allora inattivi, a uno strappo.Le pratiche assembleari, i laboratori di creazione,ricerca e studio politico che sono proseguiti o hannoavuto origine in occupazione hanno cominciatol’operazione di rammendo; resta però da ribadireche è da tutti gli studenti che dipenderà la crescitaauspicata del movimento in questa facoltà; tutti glistudenti dovranno assumersene la responsabilità,anche perché solo chi non avrà delegato ad altri ilcompito di agire avrà diritto di criticare il modo incui un’azione è stata condotta.L’Assemblea Permanente, proprio in quanto ribadisceil suo anticapitalismo, il suo antifascismo, il suoantisessismo e il suo antirazzismo, è costitutivamenteplurale, mai data una volta per tutte: essa vuoleallargare di giorno in giorno la sua base dipartecipazione. È per questo che le occorre lo spazio.Uno spazio reale contro l’immagine mediata dal Poteredi cui abbiamo parlato. Per questo l’occupazionedella sede della Facoltà prima, in una fase di colmoma ancora iniziale; per questo, ora che ci avviamo auna fase di mobilitazione molto lunga e difficile,l’occupazione di una sua parte (l’aula magna, l’expolo storico della biblioteca al terzo piano). Unospazio per creare un’etica (cioè un sentire e un agirecomuni), quell’etica cui la nuova struttura precariadel lavoro e la frammentazione della vita universitariaportata dal 3+2 impediscono di dar vita. Uno spazioinoltre da cui uscire fuori per incontrare gli studentidelle altre facoltà, le comunità in lotta e il mondodel lavoro, privo di visibilità a causa della falsacoscienza che il Potere ci ha inoculato negando,insieme all’esistenza sua, quella dello sfruttamento.Il mondo dello studio e quello del lavoro sono insiemevittime della Crisi (i tagli da una parte, i licenziamentidall’altra), e uniti anche dal fatto che, in misurasempre crescente negli ultimi anni, per il Capitalela formazione è già produzione, già lavoro.

L’Assemblea permanente degli studenti e dellestudentesse di Lettere e Filosofia.

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

FARE POLITICAdal basso, contro la falsa coscienza

nell’università,

Page 6: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

6

Nel Giugno 2008 è iniziato il trasferimento della nostra BibliotecaUniversitaria alla BRAU (Biblioteca Ricerca Area Umanistica)situata in S. Antoniello a Portalba, ex complesso conventualein Piazza Bellini.Abbiamo visto impacchettare e portar via i nostri libri, sospirandocon un nodo in gola: “Troverò mai, altrove, i testi per la tesi?”.Per fare in modo che la Biblioteca risultasse agibile dai primidi Settembre tutto si sarebbe dovuto risolvere in un paio disettimane: E INVECE NO!Trovandomi a passare per Piazza Bellini, spinta da un’irrefrenabilecuriosità, una forte necessità, nonché dall’insofferenza mia, edei miei colleghi, sono entrata nella fantomatica BRAU.Non credevo ai miei occhi!! Una biblioteca grande, funzionante,avente una tecnologia che potevamo soltanto sognare, con tantodi segnalatore che fa “Bip Bip” in caso di prestito o furto; propriocome nelle biblioteche vere.Il personale è al completo, i libri totalmente trasferiti, c’è anchela dottoressa Russo! E allora cosa stiamo aspettando?...Non èdato sapere.Intanto ci viene assicurato il part-time o il servizio in bibliotecaper crediti con le stesse modalità di Porta di Massa. Cambieràsoltanto il tesserino per il prestito: non più valido quelloprecedente, anche se non ancora scaduto, bisognerà farsenerilasciare un altro con semplice Carta d’Identità e libretto. Peril resto ci viene annunciata una data orientativa per usufruiredella Biblioteca: “Forse entro Dicembre”.Di sicuro non manca cautela in quest’affermazione, forse perpaura che si creino facili entusiasmi o false speranze? Non ciresta che pregare perché l’OK dall’alto arrivi presto.

Allegra Taglialatela

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

bibliotecaUnafantasma

Page 7: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

7

Domenico, 19 anni, frequenta il primo anno del corsodi laurea in Ingegneria Informatica, risponde:

Di positivo c’è la “qualità”dell’insegnamento e deglistrumenti usati, che contraddistingue l’universitàrispetto alla scuola superiore. Ovviamente di negativoc’è che aumenta la difficoltà dello studio.Ne so ben poco del Nuovissimo Ordinamento; hosentito in giro che gli esami diminuiscono quindidovrebbe essere positivo come cambiamento.Quando ho iniziato a seguire i corsi, la 133 era giàdiventata legge, per questo ho ritenuto inutileaggregarmi al coro di proteste.

Cesare , 20 anni, frequenta il primo anno del corsodi laurea in Ingegneria dell’Automazione, risponde:

Un aspetto sicuramente positivo del mondoaccademico è la totale autogestibilità dei programmi,posso studiare come voglio e quanto voglio. Aspettonegativo è il decisivo aumento del livello di studio.Ne so ben poco di questo Nuovissimo, in giro si diceche sarà meno stressante laurearsi rispetto agli scorsianni. Speriamo che sia davvero così.Non ho protestato contro la 133, quando ho iniziatoi corsi era già legge.

Alessandro, 18 anni, frequenta il primo anno del corsodi laurea in Ingegneria Informatica, risponde:

L’università è tutta un’altra vita, ti ispira libertà. Certodi negativo c’è che seguire i corsi la mattina prestissimoè dura per chi è fuori sede.Del Nuovissimo Ordinamento so che è una grandenovità; hanno diminuito gli esami e aumentato i crediti,ciò sicuramente ci agevola.Appena iscritto mi sono informato e ho partecipatoal coro di proteste contro la legge 133, è proprioingiusto che sia sempre l’università a essere presa dimira dai “tagli”.

Rita, 20 anni, frequenta il primo anno del corso dilaurea in Scienze Politiche, risponde:

Immaginavo un approccio più difficile, invece per orava bene, la vita universitaria è serena; certo che peròi disagi ci sono, per le ore di statistica facciamo lezionein un buco di aula.So che con il Nuovissimo sono diminuiti gli esami e

aumentai i crediti, ma mi chiedo se avrò la stessapreparazione di chi ha subito 40 volte lo stress daesame.La legge 133 ha condannato le università pubbliche,anch’io ho protestato ma adesso che è legge trovoinutile fare la guerra contro i mulini a vento.

Rosa, 21 anni, frequenta il primo anno del corso dilaurea in Scienze Politiche, risponde:

Un aspetto sicuramente positivo della vita universitariaè l’approccio con lo studio molto più libero. Ho notatoperò che c’è molta teoria e poca pratica, insomma nonci sono corsi attuali.Sono contentissima di questo NuovissimoOrdinamento: ho sentito di gente che con il Nuovoha impiegato anni solo per riuscire a laurearsi allatriennale.È giusto protestare, ma non bisogna che a pagare lespese di questa protesta siano gli stessi studenti.

Eduardo, 20 anni, frequenta il primo anno del corsodi laurea in Scienze Politiche, risponde:

Di positivo nel mondo universitario c’è il fatto che èmeno dispersivo, sai le cose che devi studiare e i profti danno subito un metodo di studio.Ne so poco di questo Ordinamento, spero solo di nonessere la cavia di un altro esperimento fallimentare.La protesta deve essere forte contro questa legge cheuccide l’università, ma cerchiamo di non creare dannisoprattutto a noi nuovi iscritti che ancora siamospaesati.

Paolo, 22 anni, frequenta il primo anno del corso dilaurea in Scienze Politichedell’Amministrazione, risponde:

L’aspetto positivo è sicuramente il fatto che comunqueè più facile orientarsi,perché sui siti dell’Unina èpossibile scaricare tutti i programmi etc.Beh il nuovissimo ordinamento non mi dispiace, ilnumero di esami non è eccessivo, anche se gli esamisono tutti da 9/10 CFU.No personalmente trovo fuori luogo le protesteorganizzate perlopiù da gruppi di studenti fortementepoliticizzati.

Interviste a cura di: Francesca Bianco

Intervista a studenti di vari CDLQuali sono gli aspetti positivi, e quali negativi della vita universitaria?

Che cosa sai del Nuovissimo Ordinamento, partito proprio nel tuo primo anno accademico?Gli ultimi due mesi sono stati turbolenti per quasi tutti gli atenei italiani, (causa legge 133),

hai partecipato anche tu “all’onda di protesta”?

NEWS DALL’ATENEO

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 8: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

8

La storica vittoriad i B a r a c kObama è stataaccolta in Italiada larghi settoridel l ’opinionepubblica conentusiasmo epartecipazione.P o s s i a m otranquillamentetralasciare lep a t e t i c h ereazioni degliaderenti ad unpartito di sinistra(o presunto tale)che in comune

con il partito di Obama ha solo il nome, ansiosi diattribuirsi, in mancanza di proprie, una vittoria altrui;ma non c’è dubbio che tanti Italiani siano sinceri nelloro gioire per l’affermazione del candidatodemocratico. Quali sono i motivi effettivi di questoapprezzamento? Non credo sinceramente che molticonoscano o abbiano analizzato a fondo il programmadi Obama con i suoi pregi e difetti o quantomenoqueste persone non sono la maggioranza. Credo cheper la maggior parte delle persone i motivi siano, altempo stesso, più superficiali e più profondi. Il fascinodi Obama è certamente uno di questi motivi ma sefosse solo questo elemento a rendercelo gradito, sipotrebbe poi finire con il dare ragione a quanti, nelcampo repubblicano, vedevano nel candidatodemocratico una celebrity; cioè, un fenomeno di idolatriasimile a quello che si scatena per i divi del cinema,dove il fascino esercitato sul pubblico si spiega inmolti casi solo per un accorto uso dei media. Io credoche uno dei motivi più importanti del fascino cheObama esercita sul pubblico Italiano sia il fatto cheincarni la faccia migliore dell’America. Un paese chealcuni esaltano, altri contestano(molto spessoacriticamente gli uni e gli altri) ma che è sempre alcentro dell’attenzione mondiale e che è smisurato intutto, virtù e difetti compresi; e quando capiamo cheun brusco cambio è avvenuto e che l’America dellalotta per i diritti civili, l’America dei padri fondatori

e della dichiarazione d’indipendenza, l’Americamultipolare del piano Marshall e mille altre “Americhe”progressiste sono tornate, con Obama, al posto dicomando non possiamo non sentirci felici. Ma perspiegare il fenomeno Obama in Italia credo nonbisogni sottovalutare neanche l’aspetto generazionale:in un paese come il nostro dove la gestione del potereè in mano pressoché esclusivamente a ultrasettantenni,dove vi è gente entrata nei palazzi del potere sotto DeGasperi, dove un politico di 50 anni è “giovane”; beh, tutti i giovani si identificano in una persona chegiovane lo è davvero. Per continuare, non si puòignorare il fascino di Obama su quella parte di Italianiche, come chi scrive, fanno delle scrittura la loropassione. Chi ha letto il discorso pronunciato la seradella vittoria da Obama ed ha osservato come siasapientemente calibrato, come riconoscacavallerescamente all’avversario l’onore delle armi,come parli insieme al cuore e alla ragione e cioè allaparte migliore dell’animo umano non può nonrimanere commosso e, purtroppo, non può nonparagonare la qualità di questo discorso politico conquello a cui è abituato: insulti, volgarità, bassezze diogni genere, promesse altisonanti più false di quelledelle fiere di paese, impegni che poi verrannopuntualmente evasi, e discorsi retorici mille voltisentiti e che lasciano sordi sia il cuore che la ragione.Infine l’ultimo motivo del fascino di Obama e dellasua vittoria è, a parer mio, quello di essere unmeravigliosa fiaba pernoi Italiani. E qui usofiaba sia per indicarequalcosa di meravigliosoche fa piacere ascoltaresia per sottolinearne, dalpunto di vista Italiano,l’irrealtà. Da noi chi maipotrebbe e con che mezzifare ciò che ha fattoBarack Obama?

Francesco Lobefalo

NEWS DAL MONDO

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Barak Obamauna scommessa vinta con il popolo!

Page 9: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

9

L’Europa degli anni Trenta-Quaranta del Novecentosi macchiò di un tragico evento, che ancora oggicostituisce una delle pagine più drammatiche dellastoria: la persecuzione degli ebrei. La prima voltache sono venuta a contatto con questa crudele realtàè stata quando a tredici anni ho letto “Se questo èun uomo” di Primo Levi. Ricordo di aver passatomolte notti insonne a causa delle immagini evocateda questo libro ,mi chiedevo come può un’ideologiaessere la base di un tale massacro?Oggi, alla luce della realtà che micirconda, mi rendo conto di quantopossa essere potente il lavaggio delcervello da parte dei media e dellapropaganda politica. Anche se lamentalità nel nostro paese si è evolutain senso antirazziale, in molti contestilo straniero è ancora guardato conostilità. Questa diffidenza neiconfronti dell’extracomunitarioderiva soprattutto dal timore che essoci porti via ciò che abbiamo, spessofa da capro espiatorio per lefrustrazioni di molti; infatti in passatola comunità ebraica è stata odiatasoprattutto nei momenti di disagioeconomico della società. Si tendespesso a pensare allo straniero noncome individuo bensì comeappartenente ad un collettivo,costituito da persone dotate nel DNA di caratteristicheadditate come negative e pericolose. Tutto ciò nonè soltanto sinonimo di ignoranza, ma denota ancheil fallimento della razionalità, che ci fa distinguere lecose non per ciò che sembrano, ma per ciò che sono.Il pregiudizio domina la mente di molte persone ,accentuando la diversità tra esseri umani in sensonegativo, per cui per poter combattere il razzismo sidovrebbe eliminare il pregiudizio in generale, poichécostituisce una condanna a priori.Martedì 25 novembre 2008, a Napoli in occasionedei settant’anni dall’introduzione ufficiale delle leggirazziali in Italia, l’Archivio di Stato di Napoli, laComunità ebraica di Napoli e l’Istituto campano perla storia della resistenza Vera Lombardi hannopresentato « … francamente razzisti». Le leggi razzialia Napoli, una manifestazione culturale e una mostradocumentaria sul tema dell’applicazione delle leggirazziali a Napoli. Nella mostra documentaria, che sarà

aperta fino al 28 febbraio 2009, negli ambientimonumentali dell’Archivio di Stato, saranno espostidocumenti pubblici e privati: fotografie, giornali,telegrammi, carteggi amministrativi, liste e statisticheufficiali, volte ad illustrare la storia dell’isolamento edell’esclusione degli ebrei dalla vita civile, a partiredal Manifesto della Razza pubblicato su Il giornale d’Italiail 15 luglio 1938.

Intervista a: Giancarlo Lacerenza,Ricercatore universitario e Docentedi Lingua e letteratura ebraica biblicae medievale presso l’IstitutoUniversitario Orientale di Napoli.Autore di uno dei testi discussi alConvegno: Ebrei a Napoli: 2000 annidi storia.Professore, qual è stata la portata e glieffetti delle leggi di discriminazionerazziale emanate dal regime fascista?I decreti legge emanati nel periodo1938-1943 hanno colpito il cittadinonella sua autonomia civile enell’uguaglianza dei diritti davantialla legge. Queste leggi sonoincominciate con dei decretinell’estate del 1938, per poiapprodare ad una specie di testo unicoil 17 novembre 1938 e sono state

continuamente integrate da altri decreti, che hannodefinito maggiormente questa specie di dottrinadiscriminatoria nei confronti della popolazione ebraicaitaliana. Furono adottati provvedimenti volti adeliminare gli ebrei dalla vita nazionale,comel’espulsione dalle cariche pubbliche e dal compartoeducativo-culturale. Fu limitata loro la possibilità dilavorare e di istruirsi.

Il primo provvedimento veramente significativo chehanno prodotto le leggi razziali è stato nel settembredel 1938 con l’espulsione dall’Italia dei cittadini ebrei che avevano acquisito la cittadinanza italianaposteriormente al 1919, dopo la grande guerra. Ciòfece in modo che venissero espulsi dall’Italia tutti gliebrei che vi avevano trovato rifugio al crollo dell’imperoaustro-ungarico, russo e ottomano .

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

SPECIALE: IL RAZZISMO OGGI

« … francamente razzisti».Le leggi razziali a Napoli.

Page 10: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

10

Q u a l e f u i lcomportamento delleautorità perifericherispetto alla produzionenormativa centrale?

Possiamo dire che ci fuun’applicazione puntuale dei decreti, non abbiamocasi di disattenzione delle questure e delle prefetturerispetto alla normativa centrale. Ci sono stati casi incui l’applicazione di questa normativa fu soggetta adei ritardi, ma ciò fu dovuto essenzialmente a lacunedi chiarezza nei decreti legge e non ad un’effettivavolontà di ostacolare il corso applicativo delle leggi.Il primo problema che si pose nell’applicazione dellenorme fu la definizione stessa di ebreo dal punto divista tecnico giuridico. In realtà questa definizionenon esisteva in Italia, avevamo una definizione diebreo soltanto dal punto di vista religioso, è ebreochi si riconosce nella religione ebraica. L’applicazionedelle leggi razziali ha capovolto la situazione ed hatrattato come ebrei a tutti gli effetti anche coloro chenon si sentivano tali, come tutte quelle persone chesi erano assimilate perdendo ogni contatto conl’ebraismo. Dunque furono oggetto delle leggi razzialitutte le persone con ascendenti tutti di razzaebraica,indipendentemente dalla religione cheprofessavano. In tal modo venne creata l’identitàgenetica ebraica.Come furono accolte le leggi razziali dallapopolazione napoletana?Le leggi razziali, a Napoli come in altre parti d’Italia,furono accolte con una certa indifferenza. A Napoligli ebrei non erano moltissimi, nell’agosto del 1938erano circa 900, quindi la massa non percepivaconcretamente la loro presenza, ma tutti subironogli effetti della propaganda del regime attraverso laradio, i giornali e le manifestazioni pubbliche dellapropaganda fascista. La popolazione fu bombardatada una propaganda antiebraica, per cui nessuno sioppose a questa legislazione.Secondo lei, oggi , esistono ancora situazioni dirazzismo nei confronti degli ebrei?Oggi sentiamo parlare di principio razzistico soltantodall’estrema destra, ma sicuramente esiste ancoral’antisemitismo, non solo nei confronti degli ebrei,manei confronti di tutti gli stranieri. In generale laxenofobia è molto sviluppata nel nostro paese e intutta l’Europa occidentale, e ciò ha acuito anchel’antisemitismo .Gli ebrei in Italia sono pochissimi,non arrivano nemmeno a 40.000 persone enonostante ciò l’antisemitismo è forte quanto l’ostilitànei confronti degli immigrati africani o islamici. Ciòrivela chiaramente che l’antisemitismo è un fenomenodi propaganda culturale che non ha a che fare con

l’effettiva presenza degli ebrei all’interno del paese.Perché è importante mantenere viva la memoriasugli effetti delle leggi razziali attraverso mostre econvegni?Si dice che la memoria serva a non far incorrere neglistessi errori, anche se nella pratica il nostro stessogoverno in questo momento ha cominciato graziealla lega a mostrare la volontà di discriminazione trale persone che esistono sul territorio, sentita ancoracome una necessità da una certa parte politica cheovviamente è di destra. È utilericordare, anche attraversomostre e convegni, rivoltesoprattutto a l le nuovegenerazioni, per svegliare illoro senso civile. Un canale didiffusione importante è ilcinema, infatti l’archivio diStato ha organizzato tutti imartedì da qui a Febbraiovideoproiezioni di film sult e m a , c h e r e n d o n oconsapevoli sulla portata diun problema che ha coinvoltomigliaia di persone.

Alessandra Marziale

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 11: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

11

La vittoria di Barack Obama alle elezioni presidenzialiUSA è stata salutata come simbolo della vittoria dellademocrazia mondiale contro ogni forma didiscriminazione. In realtà, nonostante l’entusiasmo dimolti per l’elezione del senatore afroamericano, gliepisodi di razzismo e discriminazione sono ancorafrequenti. L’infelice battuta del nostro presidente delConsiglio, Silvio Berlusconi, che ha definito il nuovopresidente americano: “bello, giovane e anche abbronzato”denota un tipo di umorismo, purtroppo, molto diffusonel nostro paese, che seppur in maniera ironica sottolinea,con un atteggiamento di superiorità, la diversità. Al dilà delle battute dei politici, ciò che preoccupamaggiormente è il clima che si sta sviluppando in Italianei confronti della popolazione immigrata. Da moltiitaliani l’aumento del crimine nel nostro Paese vieneattribuito in buona parte alla presenza straniera. Gliextracomunitari sono spesso percepiti come soggettipericolosi e la loro diffusione è vista come un’epidemiada scongiurare. La responsabilità di tutto ciò è in parteanche dei media, in quanto ogni evento di cronaca cheriguarda uno straniero ha sempre maggior risalto, e inesso viene individuato non il singolo colpevole ma ilsimbolo di un fenomeno inquietante che minaccia ilPaese. Il razzismo contemporaneo è alimentato da unamentalità dominata dalla paura e dall’ostilità verso tuttociò che è diverso dalla massa, diverso da quello a cuisiamo abituati, dunque non si riferisce solo alla razza,ma nel senso più ampio alla “categoria”; categorieconsiderate in base alla cultura, alla religione, allasessualità e addirittura all’aspetto fisico. Così questamentalità, radicata nell’attuale società, è un terrenofertile per lo sviluppo di diverse forme di discriminazionee razzismo. Secondo la tesi utilitarista il razzismo è unostrumento politico per la difesa dei privilegi, dell’economiae del potere di una determinata classe politica.

Per capire il modo in cui è stata regolamentata la presenzastraniera nel nostro Paese bisogna fare riferimento allalegge Bossi-Fini 30 luglio 2002, n.189, varata dalParlamento italiano, di modifica al D.L. 25 luglio 1998,n. 286 concernente la disciplina dell'immigrazione enorme sulla condizione dello straniero . Questa leggeintegrava la precedente legge sull’immigrazione: la LeggeTurco-Napolitano del 6 marzo 1998, n. 40, volta ascoraggiare l’immigrazione clandestina con unprovvedimento di espulsione dallo Stato. Furono istituitiCentri di permanenza temporanea per tutti gli stranierisottoposti a provvedimenti di espulsione, qui i clandestinirimangono fino a 60 giorni, durante i quali si cerca discoprirne l'identità per poterli rimandare in patria. Seil clandestino non viene identificato gli viene intimatodi lasciare il paese entro 15 giorni. Ciò che destavapreoccupazione fu il timore della violazione del principiodel non respingimento, che vietava di rimpatriare o

espellere forzatamente i richiedenti asilo verso paesi incui potrebbero essere a rischio di gravi abusi dei dirittiumani. In base alla Legge Bossi-Fini il permesso disoggiorno è concesso solo allo straniero che ha già uncontratto di lavoro di durata biennale, se nel frattempolo straniero ha perso il lavoro dovrà tornare in patria,altrimenti diverrà irregolare. Sono resi difficili iricongiungimenti familiari, in quanto il cittadinoextracomunitario, in regola con i permessi, può chiederedi essere raggiunto dal coniuge, dal figlio minore o daifigli maggiorenni purché a carico e a condizione che nonpossano provvedere al proprio sostentamento. A causadell’attuale crisi economica migliaia di famiglieperderanno il posto di lavoro e quelle straniere con essoanche il permesso di soggiorno, rischiando cosìl’espulsione.

L’Italia non è un Paese razzista?

Riporto di seguito altre norme riguardanti i cittadini stranieri varateultimamente in Italia:

11 settembre 2008 : Proposta di legge della Lega sulle MoscheeLa proposta di legge targata Carroccio pone vincoli e divieti allacostruzione di nuove moschee in Italia: Nessuna costruzione ameno di un chilometro da una chiesa, via libera solo doporeferendum locale, imam di lingua italiana e iscritti a un appositoalbo, nomi dei finanziatori italiani ed esteri, passaggio di ognicompetenza dallo Stato alle Regioni, rifiuto esplicito dellapoligamia, divieto di scuole coraniche e minareti.

11 settembre 2008: La Corte Suprema di Cassazione mette unfreno ai lavori saltuari fatti dai clandestini.Gli immigrati senza permesso di soggiorno non possono essereimpiegati neppure occasionalmente all'esterno dei locali comeparcheggiatori, altrimenti il proprietario del ristorante o delladiscoteca può finire dritto in cella. E' quanto stabilito dalla supremacorte che con la sentenza 35112 ha confermato la condanna a tremesi di arresto nei confronti del gestore di una discoteca che avevaimpiegato come parcheggiatore, un immigrato irregolare in Italia.

23 settembre 2008: Diventano più severe le norme che riguardanogli immigrati che richiedono asilo in Italia o che fanno domandaper i ricongiungimenti familiari Il coniuge non dovrà essere separato e dovrà avere più di diciottoanni, nonché requisiti più stringenti. Per i rifugiati, secondo ilministro dell'Interno Roberto Maroni, c'è la necessità di provvederea definire meglio le procedure, per evitare un abuso delle domanded'asilo come scorciatoia per rimanere in Italia.

15 ottobre 2008: Classi separate per i figli degli immigratiUna mozione leghista chiede al governo di rivedere il sistema diaccesso degli studenti stranieri alla scuola di ogni ordine e grado,autorizzando il loro ingresso previo superamento di test e specificheprove di valutazione, e di istituire classi ponte che consentano aglistudenti stranieri che non superano le prove e i test di frequentarecorsi di apprendimento della lingua italiana.

19 ottobre 2008: La Lega: no al diritto alla salute per gli immigratiirregolariLa Lega ha presentato un emendamento al testo unicosull'immigrazione che mira a modificare l'articolo 35 del Testounico sull'immigrazione. L'obiettivo e' quello di impedire l'accessoai servizi sanitari pubblici agli immigrati irregolari.

Alessandra Marziale

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 12: Dicembre/Gennaio 2008

Il 18 novembre2008, la bibliotecan a z i o n a l e d iNapoli ha avutol’onore di ospitareDacia Maraini cheha presentato il suoultimo romanzo“L’ultimo trenodella notte”. Lascrittrice nata aBagheria nel 1936è f i g l i ad e l l ’ e t n o l o g o

Fosco Maraini e della pittrice Topazia Alliata.Esordisce nel campo della letteratura con “Lavacanza”(1962) la cui prefazione fu redatta da AlbertoMoravia, suo compagno per circa vent’anni. Tra lesue opere ricordiamo “L’età del malessere” (1963),“Memoria di una ladra” (1972), “Isolina” (1986)e “La lunga vita di Marianna Ucria” (1990)

Che cos’è per lei la letteratura ?La letteratura è il piacere di raccontare storie,raccontarle bene tanto da poter incantare il lettoreCome si svolge la sua giornata di scrittrice ?Mi alzo presto, alle sette, mi lavo, mi vesto e portoa spasso il cane; poi mi metto a tavolino e ci restofino alle due ora in cui pranzo. Quindi un poco diriposo e nel pomeriggio mi dedico a interviste, incontriteatrali etc.Quali sono i suoi autori preferiti ?Dickens, Sthendal, Henry James e De RobertoA quale opera è più affezionata ?Sempre a quello che sto scrivendo. Perché quandosi crea un libro si vive dentro esso…io non ci mettomeno di tre anni per finirlo. Si entra in un libro enon si ha più voglia di uscirne. Ma a un certo puntobisogna farlo.Cosa è stato per lei Alberto Moravia ?Alberto è stato una delle persone più importanti dellamia vita oltre che un testimone dell’intero novecento.Era una persona molto razionale e proprio questosuo “illuminismo” e la sua chiarezza d’animo loportavano a scandagliare gli abissi dell’anima umanain maniera analitica riportandola alla luce in modo

trasparente. Il suo era uno sguardo e un giudiziosull’uomo senza sentimentalismi, fatto solo diosservazione oggettiva.Un altro uomo importante è stato Pier PaoloPisoliniSì. Era un grande amico di Alberto. Con lui ho fattodue importanti viaggi in Africa e in India. Pisoliniera una persona piacevole principalmente perchémolto onesta con se stesso. Odiava le ipocrisie e lemenzogne. Era un uomo molto dolce, lungimirantee malinconico perché era consapevole del degradosociale, politico e culturale che aveva avuto germinegli anni’60 e si stava evolvendo negli anni’70 eche avrebbe portato alla rovina il popolo italiano.

Andrea Panico

L’eco di Cassandra

12

Intervista a Dacia Maraini

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Lettere in…chiostro: LIBRI

Page 13: Dicembre/Gennaio 2008

Salvatore Mingione

La silloge di Mingione si configura come un viaggiospirituale nella vita e nei rapporti dell’autore. La primasezione “Amore, amicizia, confini” ci mostra laconcezione dell’amore del poeta unico baluardo chepuò essere contrapposto alla solitudine delle relazioni:“non mi manchi perché sei in me”. In tutta la sezionesi rincorrono i due amanti passando di verso in verso,di componimento in componimento “giocano, sifanno male // per riprendersi la vita e ricominciare.E poi il rapporto con il figlio, un lungo filo d’amoreche lega l’aquilone, parafrasando un verso della poesia“A mio figlio” trascritto a mo’ d’epigrafe sull’ingressodel Museo della Poesia di Cesa, Arezzo. Attrae nelle poesie di Mingione la musicalitàavvolgente, “quasi orecchiabile” che riprende lamigliore musica leggera italiana. Questo non cimeraviglia dati i trascorsi di paroliere del nostro.Ancor più vivace appare la seconda sezione dellaraccolta “Oltre l’amore” dove tematiche civili e episodistorici, “Roma, San Lorenzo 1943, gli americanibombardano”, si alternano ad originali divertissemantcome nell’ “Inno alla Mont Blanc” dove alla piùclassica amata, si sostituisce quale destinataria dellelodi del poeta una non meno preziosa ed affascinantepenna. Colpisce la lirica “Prigioni” dove la scritturasi mostra come veicolo di libertà.Quest’ansia di fuga e al contempo di resistenza al maldi vivere del presente ci fa comprendere la natura di“aquilone inattuale” definizione affibbiata a Mingioneda Adam Vaccaro. Un poeta dalle parole semplici,comuni ma ordite in una tessitura sintattica esoprattutto fonica mai banale, che dona spessore eprofondità ai testi. Ed è proprio negli ultimissimicomponimenti che Mingione palesa la propria poeticae il suo essere artista che a cui è sottratta “un’esistenzasemplice, senza troppe domande e risposte sospeseche non arrivano mai”.Da segnalare, inoltre, il sito del volume,www.lecosechesento.it, vero e proprio link diretto conil mondo e l’espressione di Salvatore Mingione.

Giancarlo Marino

Paulo Choelo

Brida, ultimo romanzo di Paulo Choelo, è la storiadi una giovane ragazza, che, per riscoprire se stessa,inizia ad interessarsi alla magia per intraprendere lasua ricerca spirituale: la Tradizione del Sole, insegnataledal Mago Folk, un eremita che vive nella foresta, e laTradizione della Luna, propostale da Wicca,costituiscono le strade del suo cammino.Attraverso la prima, la sua spiritualità si forma grazieagli elementi dello Spazio; con la seconda, invece, èil Tempo a svelarle i misteri dello spirito umano.Le due tradizioni, per quanto diverse, sono accomunatedalla stessa filosofia di vita e dallo stesso obiettivo: laricerca “dell’Altra Parte di sé”.Al momento della nostra morte, racconta Wicca,l’anima si “frantuma” in tante parti, ognuna di essesi reincarna e l’unico modo per raggiungere la massimafelicità è quella di ritrovarsi, anche solo per un attimo,con una delle parti disperse.La storia si svolge in Irlanda: tra la foresta, dove viveil Mago Folk e la città di Dublino, dove la protagonistaha i suoi incontri con Wicca.In questi luoghi Brida impara a superare “la NotteBuia”, a leggere tarocchi, a “sentire” l’ambiente chela circonda, a riconoscere i Doni che la natura le haconcesso, e, dopo una serie di eventi inattesi, giungealla scoperta dell’identità “dell’altra parte di sé”.Il romanzo, pur coinvolgente, sembra muoversi supiani conosciuti, tipici del mondo narrativo di Choelo;i personaggi appaiono alquanto scontati e il finale,anche se pieno di emozioni, si risolve in quello chesin dalle prime pagine, appare chiaro al lettore: lanecessità umana dell’“Altra Parte”, per compiere ilproprio cammino, e dell’amore per il raggiungimentodella felicità.

Enrica Mossetti

L’eco di Cassandra

13

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

lecosechesento.it Brida

Page 14: Dicembre/Gennaio 2008

Attenzione ai tali “Chi controlla il passato controlla il futuro

Chi controlla il presente controlla il passato“

(George Orwell)Immaginiamo un luogo governato da chi abbia lapossibilità di decidere quante e quali parole si possanoutilizzare.Dopo averlo immaginato e quindi ipotizzato comepossibile, chiediamoci se chi governa con l’ausilio ditale possibilità abbia o meno un potere immenso.La mia modesta risposta a tale interrogativo consistenel considerare che ci troveremmo di fronte ad unpotere che definirei totalizzante, piuttosto che immenso.Vi invito perciò a seguirmi in due di questi “luoghi”posti entrambi nel futuro: in uno di questi è vietatoleggere e i libri vengono incendiati, essendo ogniinformazione scritta di fatto vietata; nell’altro inveceviene imposto un nuovo linguaggio, una nuova lingua,in cui più parole di diverso significato si riducono adun unico termine dotato di un significato generico inmodo da rendere quasi impossibile l’esistenza di unpensiero critico. Mi sto riferendo, credo sia opportunochiarirlo per chi non li avesse letti, a due bellissimi libridi fantascienza: Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e 1984di George Orwell.Nel libro di Bradbury, come accennavo poco sopra,viene proibita la lettura, i libri vengono messi al rogo.Lo stesso protagonista, Guy Montag appartiene ad uncorpo speciale che ha lo scopo di incendiarli. Ai librisi sostituisce l’immagine televisiva con il chiaro scopodi distrarre e anestetizzare le coscienze dei cittadini.L’immagine televisiva appiattisce a tal punto il sensocritico della popolazione che nel finale essa non siaccorge dell’imminente minaccia di un attacco atomico,impegnata come è a voler stanare Montag oraconsiderato un criminale, perché è diventato un lettoredi libri.Nel romanzo di Orwell invece si assiste ad una continuarevisione delle notizie tramite l’utilizzo di una nuovalingua che si riduce sempre di più nella varietà dei suoitermini, in modo che tutti gli avvenimenti in contrastocon quanto afferma il Partito sono sottoposti ad unsistematico oblio. In tal modo la storia non esiste più,se non per concordare con quanto dice il Partito.Sarebbe davvero tremendo vivere in un luogo, in unmondo, come quello descritto dai due romanzi.Ma possiamo stare tranquilli, dubito che possa esisteredavvero un posto del genere. Del resto il sottoscritto ela maggior parte di coloro che leggeranno quanto scrittovivono in Italia, quindi ci sono tutti i presupposti peressere sereni.Solo: attenzione “ai tali”.

Giovanni Schiavone

I due re e i due labirintiRecensione più interpretativa che valutativa di unracconto di Borges

Già tra le prime righe del racconto figura da subito unespressione emblematica, presente anche nell’incipitdelle Mille e una Notte, opera cui l’autore più volte fariferimento: Wa Allahu A'lam(Allah è più sapiente).Protagonisti di questa storia sono due re, scelti daBorges non a caso: dobbiamo infatti soffermarcisull’immagine del re per poter pienamente capire ilsignificato del racconto.Il re simbolo di potere e ordine viene utilizzato spessonel linguaggio sacro; tra i 99 nomi di Allah figuranoMâlik al-Mulk (possessore del Regno) e al-Malik (il Re) ,altriancora sono Signore dei mondi e Re del Giorno del Giudizio.Vedremo che Borges intendeva stabilire un nesso trail Re dei re appunto, e i due protagonisti anch’essisovrani, D’Arabia e Babilonia.Il secondo di questi, costruisce un labirinto ma <<Quellacostruzione era una scandalo perché la confusione e lameraviglia sono operazioni proprie di Dio e non degli uomini>>.Dunque egli si sostituisce all’unico vero Re, e lo scavalcacon la sua creazione, nella quale viene introdotto il rearabo, suo ospite; che riuscirà infine a salvarsi solopoiché <<implorò il divino soccorso e trovò la porta>>. Unavolta fuori, questi dirà di possedere anch’egli nei suoiterritori, un labirinto e che sempre <<a Dio piacendo>>lo avrebbe un giorno mostrato al sovrano babilonese.Si scopre poi che l’altro labirinto in questione è ildeserto; nel quale condotto prigioniero dell’Arabo, ilBabilonia sarà poi lasciato a perire.Tra i due re e i due labirinti, come lo stesso titolo suggerisce,è possibile trovare elementi parallelistici se non certochiastici, ma privilegiando la nostra chiave di lettura cipare scorgere anche il più complesso disegno di untriangolo, simbolo del divino e della coincidentiaoppositorum. Abbiamo pertanto tre elementi a nostradisposizione che si dispongono gerarchicamente: Inalto il più Grande dei tre re, Dio, ed in basso uno difronte all’altro i due sovrani con i loro labirinti-ego, ilprimo prova a scalare la piramide, usurpa il potereconcessogli e si crede egli stesso un dio; il secondoconscio della sua sudditanza rimane al suo posto ecomprende come ogni grazia e bene ricevuto discendasolo della volontà del Signore. Troviamo anche un'altraopposizione, tra il labirinto, scellerato prodottodall’uomo, simbolo di una mente contorta che si proiettaal di fuori di sé; e il ‘labirinto’ prodotto del Dio, spazioinfinito che si introietta nella natura.Chiederei alla sottile voce di Cassandra, di doverpropagare un eco troppo lungo per poter approfondireulteriormente i significati di questo, brevissimo quantoprofondo racconto di Borges, e proprio in virtù di tantielementi tralasciati invito voi stessi alla lettura di questoed altri racconti contenuti ne L’Aleph.

Gabriele Stasino

L’eco di Cassandra

14

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 15: Dicembre/Gennaio 2008

Il flauto di Pan: MUSICA

The Cure4:13 Dream

Ci sono delle band che oltre afare della semplice musicariescono ad imporsi nelcontemporaneo immaginariocomune ad un livello simbolicoche va ben oltre l'effimeravenerazione che da sempredomina la musica pop,riuscendo invece nella ben piùardua impresa di raggiungereuna compiutezza estetica capacedi competere con la cosiddetta“cultura alta”. I Cure di Robert

Smith rientrano sicuramente all'interno di quellacerchia di artisti che ha avuto il merito di rendere ilrock'n'roll un fenomeno che va ben al di là del semplice(e rivoluzionario) significato sociologico che locaratterizza all'interno dei fenomeni e delle mode delventesimo secolo, riuscendo invece ad affermarlocome fenomeno musicale con un proprio intrinsecovalore culturale. Ci sono riusciti grazie ai testi distampo romantico-esistenziale di Robert Smith, egrazie ad una capacità di rendere in musica tutta unagamma di emozioni che di solito nella vita reale siaffida ai gesti, agli occhi o al semplice tono della voce.Cambiando di volta in volta la propria pelle erinascendo più volte dalle proprie ceneri, è dal 1976che i Cure cavalcano i palchi di tutto il mondo. E, aquasi trent'anni dal loro debutto, tornano adesso conun nuovo album, 4:13 Dream, che pur nonpresentando alcuna novità dal punto di vistaprettamente musicale, mostra una sincerità di intentidisarmante, riuscendo così a far dimenticare il bruttopasso falso compiuto dal precedente e omonimoalbum, che pagava il pegno di una pessima produzionescelta più per un motivo di mettersi al passo coi tempiche da un'autentica ispirazione artistica. Come negliultimi live, anche in 4:13 Dream la formazione sipresenta senza tastierista, ottenendo così un suonopiù ruvido, che in alcuni episodi ricorda i momentipiù viscerali di Wish. Certo, non mancano i passifalsi come le imbarazzanti Freakshow e It's over, mail risultato generale è comunque positivo, graziesoprattutto a brani come Hungry Ghost e la splendidacanzone di apertura, Underneath the Stars che rievocai fasti di quello che comunque rimane l'ultimo verocapolavoro della band, Bloodflowers del 2000.

Giovanni di Benedetto

Shout out louds – Our ill wills“Do you believe everything

they write in all those magazines?”

Scoprii gli svedesi Shout out louds a fine 2005, graziea quella loro orecchiabilissima “Very loud”, che mifaceva un po' sorridere soprattutto per il suo testo adir poco ironico e per l' accento morbido di AdamOlenius. Non mi aspettavo, tuttavia, grandi cose daquesti ragazzi, pensavo fossero l'ennesima band prontaa scalare qualche classifica con il suo indie – poptrasognante ed un paio di note azzeccate. Ho dovutoricredermi, ma anche questo ha richiesto qualchetempo. Quando, quasi per caso, sotto consiglio, hoascoltato “Our ill wills” ho pensato: “Ecco l'ennesimapallida imitazione dei Cure”. Poi ho ascoltatoquest'album ancora una volta, una volta ancora, ancorauna volta, decine di volte, centinaia di volte, tre volteal giorno. “Our Ill Wills” è stata la colonna sonoradel mio scorso autunno fatto di corse sul lungomaree peregrinazioni mentali sul futuro e sull'estate appenafinita. L'ho acciuffato con il caldo settembrino e l'hoassaporato attraverso le prime frescure novembrine.E non ho potuto fare a meno di lasciarmi trasportaredalle sue atmosfere davvero trasognanti e dallo stessoautentico morbido accento di Adam Olenius di tantoin tanto incrementato dalla suadente, sofficesensualissima voce di Bebban Stenborg. Certo, leinfluenze “Curiane” sono innegabili, soprattutto diquei Cure metà ottanta, quelli che pompano suonipieni e lasciano che la malinconia lievemente argentoprenda il posto dello strazio nero che avevacaratterizzato i primi anni di vita della band, insommai Cure di “The head on the door”, per intenderci.Eppure gli Shout out louds sono inconfondibili,riescono ad assumere caratteri così personali checonfonderli con qualcun altro è impossibile. L'albumcontiene, a mio avviso, alcune delle migliori canzonidel 2007, da You are dreaming a Impossible, passandoper Parents livingroom, il disco scorre e non annoia,non stanca, più che altro meraviglia. Coerentedall'inizio alla fine, ma mai uguale a se stesso: laformula perfetta che non lascia scampo, per chi vuollasciarsi stregare. Tutto è lieve, il magnifico sostratodi batteria si associa alle tastiere, al basso, alla voce,ai battiti di mani. La struttura di ogni pezzo è piuttostofissa, le canzoni partono decise, spaziano in intervallistrumentali, si arricchiscono di ritornelli rompicapoe si sciolgono in sfumature vocali. Il ritmo è precisoe folgorante, rende dipendenti. Nonostante l'albumabbia fatto capolino nel panorama indipendente giàda un po' ed io abbia ormai avuto il piacere di godermila band live al Circolo degli Artisti di Roma...sonoancora dipendente da Our Ill Wills e voi? Vi lascereteassuefare?

Ombretta Di Dio

L’eco di Cassandra

15

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 16: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

16

"I want your candy"

1984 e Psychocandy vi siappicc i ca addosso . Vicostringe, vi assorbe, vi rendemalinconici e quel tantinocinici e nostalgici per poi farvisciogliere e chiedere: "Cos'èsuccesso? I Cure e i Buzzcockshanno creato un'unione senzaprecedenti dis torcendomagnificamente pensieri,

parole, note e sensazioni?".Psychocandy riunisce in séle atmosfere strazianti e melanconiche del dark allevibrazioni ribelli ed approssimative del punk,riportando il tutto su un piano assolutamente interiore.Gli animi si sconvolgono dall'interno, la provocazionearriverà dopo lo stupore. Quest'albumè un'opera d'arte. Quella che noncomprenderete a prima vista, ma dacui non riuscirete a distogliere losguardo qualche occhiata più in là.Tutto intriso di consapevolezza, quasibeffardo nei confronti di qualunquecosa vi sia stata prima, nato dalleceneri di un '77 più che sepolto,accompagnato da testi talmentesinceri da farvi rabbrividire al pensierodi non essere mai riusciti a dire,neanche nella situazione più intima,quello che quei quattro scozzesigridarono al mondo; con sottofondodi urla lontane, di interruzionirepentine e suoni metallici, in unadimensione al contempo soffocante e liberatoria.Ovattato è il termine che meglio si addice alla totalitàdi queste quindici stupende canzoni; si salta da unaall'altra delle nostre emozioni, senza caderebruscamente a terra, come ci è accaduto, di tanto intanto, con i Sex Pistols e senza perderci in un universooniricamente assuefacente come succede con i leggiadriSmiths. L'album si apre con il meglio che può offrire:"Just like honey" è l'implorazione d'amore perantonomasia (“Walking back to you Is the hardestthing that I can do That I can do for you For you”)e le battute iniziali di questa perla saranno riprese in

"Sowing Seeds", la quale però, non apparirà ripetitivao scontata, al contrario offrirà una serie di percezionicompletamente diverse, perché la preghiera, questavolta, è rivolta ad una pluralità incapace dicomprendere, desiderosa di attaccare (“I feel as sharpas a carving knife So I feel in love for the very lasttime I'm sick of the beating by everyone”)."Some candytalking" è al limite dell'hard, ma non volgare, in unaserie di paragoni così adorabili e verità così assoluteda lasciare esterrefatti (“But it's too much for a youngheart to take Cause hearts are the easiest things youcould break And I talk to the filth and I walk to thedoor/And I need All that stuff Give me some Of thatstuff I want your candy. I want your candy. And Ineed Give me some Of your stuff”). Soffermatevi suibassi di Douglas Hart e sulla batteria annuvolata diBobbie Gillespie (sì, il Primal Scream) e poi, distaccatedall'insieme i riff chitarristici di Reid, melodici e pop

al punto giusto. Lasciatevi infinetrasportare, perdetevi in voi stessi conla certezza che riemergerete con unsorriso stampato sulle labbra; perchénon è amaro, Psychocandy, è soloterribilmente reale, questo se la realtàfosse il paese delle meraviglie. Forse,con la loro arroganza, i fratelli Reidriuscirono, con il loro primo lavoro(avevo dimenticato di menzionareche questa bellezza incontrastata è laprima produzione dei Jesus and MaryChain?) ad "iniziare una rivoluzionedal proprio letto" spianando le porteai My bloody Valentine, ma questaè tutta un'altra storia.

Ombretta Di Dio

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Jesus and Mary Chain - PsychocandyJesus and Mary Chain - Psychocandy

Page 17: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

16

Il 28 ottobre 2008, la nostra università Federico II haavuto l’onore di ospitare il regista Giuliano Montaldoalla proiezione di un suo film Giordano Bruno (1973) ultima pellicola del ciclo “Filosofia al cinema” direttodal prof. Alessandro Stile. Montaldo ha girato vari filme ha lavorato con celebrità del calibro di Gian MariaVolontè, Nino Manfredi, Rod Steiger, Philippe Noirete Stefania Sandrelli.

Che uomo e attore era GianMaria Volontè ?Gianmaria prima di essere il più grande attore italianoe forse straniero era un amico. Ci conoscemmo a 24anni e lui subito mi rubò la fidanzata. Mi arrabbiai enon volli più rivederlo, fu lui, in seguito a cercarmi.Volontè era un attore innamorato del proprio mestiereed estremamente maniacale in ciò che faceva ma ancheburlone.In che senso ?Nel senso che durante le riprese del Giordano Brunosi travestì da cardinale durante l’ora pranzo e salì inchiesa. Era il periodo di Pasqua ed era esposto il Cristo,lui entrò e vide molti fedeli genuflessi che vendendoloe credendolo veramente un cardinale rimasero stupefattie gli baciarono la mano. Lui allora decise di celebrarela messa.E come finì ?Il parroco se ne accorse, infuriato lo prese sottobracciodurante la funzione, lo redarguì aspramente e gliappioppò una pedata nel sedere. Io che lo cercavo lovidi rotolare dalle scale come un gomitolo rosso edall’alto il parroco urlare di smontare tutto e subito. Lopregai di perdonare GianMaria e lui mi concesse solo3 giorni di tempo per ultimare le riprese in chiesa.Come nacque l’idea del Giordano Bruno?Mi nacque a pranzo a Firenze. Io mi trovavo a PiazzaSanta Croce e cercavo un soggetto per completare lamia trilogia sul potere. Vidi una scolaresca e il proprioprofessore che affabulava in maniera così esaltante lafigura del filosofo che ne rimasi rapito e per il ruolopensai subitaneamente a GianmariaL’attore accettò ?GianMaria era titubante anche perché la produzionevoleva Dustin Hoffman. Volontè era appena uscito daun film di grande successo Il caso Mattei e non avevamai impersonato un personaggio realmente esistito mavissuto parecchi secoli prima.E come lo convinse ?

Diciamo innanzitutto che oltre all’amicizia ci legava iltrionfo di Sacco e Vanzetti. Lui prese il copione midisse di aspettare una settimana, poi m’invito a pranzoe mi ridiede un copione completamente stravolto. Eccoin cosa era grande GianMaria lui pensava prima al filme poi al personaggio lo analizzava minuziosamente per

farlo suo. Ricordo a tal proposito che negli anni’70 eral’attore più pagato del cinema italiano ed ebbe la serietàdi rifiutare film come Il Padrino Parte II di FordCoppola e il Casanova di Fellini perché non loconvincevano. Accettò il ruolo di Allende per un filma basso costo come Storia di un massacro dell’ esordienteMiguellin.Le dispiace che i suoi film vengano trasmessi a tardanotte ?No, in quanto me lo aspettavo. I miei film come tuttiquelli del filone dell’”impegno” fatti tra gli sanni ’60-’70 sono ancora attuali e la politica tende sempre aspegnere l’interruttore della coscienza. Però ho lasoddisfazione che i miei film non vengano interrottiogni 10 minuti da 10 rotoli di morbidezza.Lei per circa vent’anni non ha lavorato come registaal cinema.Dopo il “Marco Polo” i produttori mi rifiutarono tuttii soggetti se non avessi lavorato in coppia con GianMariaVolontè nonostante abbia avuto l’onore di lavorare conBurt Lancaster e Anne Bancroft. Al cinema sono tornatocome attore dopo il mio debutto con Lizzani in Banditi(1951)Poi è tornato al cinema con I Demoni.Era una mia idea fare un film sulla vita di Dostoevskij,un grande uomo che a 28 anni era già famoso in tuttoil mondo. Nella sua esperienza umana e letteraria volevoscuotere la coscienza civile dei giovani che provavanoun grande disinteresse per la politica. Con questa vastaprotesta contro il decreto 133 mi avete dimostrato, conmia grande gioia, che mi sbagliavo.Gomorra candidato all’Oscar, Il Divo campioned’incassi che cosa pensa di questo nuovo impegnopolitico al cinema ?Non posso esserne che fiero. Finalmente le brutturedell’Italia vengono esportate all’estero. Spero che sipossa ricreare quel clima di riflessione sociale e politicacosì propugnata non solo da noi registi ma anche dascrittori come Sciascia e Pisolini. Infine spero tanto cheGomorra vinca l’Oscar sarebbe la più grande vittoriaper un eroe come Saviano.Chi sono i suoi maestri ?Come regista Lizzani che mi ha insegnato tutto sullaregia e ha avuto fiducia in me e come attore Totò, unprincipe al servizio del popolo. Lui preferiva farecommedie che venivano stroncate dalla critica pur diessere amato dal pubblico. Grazie ai suoi film chefacevano incassare alle case di produzioni miliardi hopotuto esordire come regista.Ha altri progetti ?Sì. Ho appena finito una sceneggiatura per un film daltitolo provvisorio L’Industriale.

Andrea Panico

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Intervista a Giuliano MontaldoDietro lo Schermo: Cinema

Page 18: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

18

Vicky, Cristina e BarcellonaLa città è romantica,

la notte è bella e profumata, noi siamo vivi non è sufficiente?

È estate e due bellissimeragazze americane, Vichy eCristina, decidono, dopo averfinito l’una il suo mastersull’identità catalana, l’altrail suo cortometraggio di 12minuti, di partire e trascorrerela loro vacanza in Europa, aBarcellona. Vichy è attrattad a l l a c i t t à , p e r c h éappassionata dei due artistiGaudì e Mirò, invece Cristina,che si è appena lasciata con

l’ultimo fidanzato, ha bisogno di cambiare scena. Lecose si complicano (forse piacevolmente) quando ledue ragazze incontrano il sexy-pittore, Juan Antonio,a una mostra d’arte, perché egli propone alle due uninvito (certamente sui generis e diretto) alla pittorescacittadina di Oviedo.Torna sul grande schermo Woody Allen, dopo avergirato il cinico melodramma “Match Point” e lasofisticata commedia “Scoop”, abbandonando Londraper potersi dedicare ad una commedia dal saporemediterraneo nella bella, affascinante e vitaleBarcellona. La trama si basa sul vecchissimo gioco deltriangolo amoroso, ma la sapienza del regista staproprio nel far capire come gli eventi proseguano perpoi cambiarne completamente il senso. Tuttavia lastoria è improntata sulla ricerca del vero amore, infatti,i personaggi cercano ostinatamente di capire se leconvenzioni sull’amore debbano essere abbandonate,così da poter vivere pienamente la passione e l’amoresenza soffrire oppure continuare a seguirle, e magarisentire che qualcosa manca, per potersi sentireveramente vivi. Il tutto è accompagnato da una colonnasonora spagnoleggiante, che rende l’atmosfera, giàavvolta da luci e colori caldi, ancora più caratteristica.Ma senza dubbio il fiore all’occhiello del film è la suasceneggiatura: brillante e comicamente sofisticata,come sa fare solo Woody Allen, che con l’utilizzodell’espediente della “voce fuori campo” riesce a farciestraniare dal racconto e guardare criticamente alleconvenzioni, che ruotano intorno i rapportisentimentali. Non è assolutamente un film che prevedeil fazzoletto sempre pronto, anzi è ironico e ricco dipassione. Nonostante tutto alla fine con una puntadi amarezza il film lascia pensare che in realtà nonesista forse il vero amore, ma che sia necessario cercaredi non avere quello sbagliato.

Cristina Cipriani

Quantum of solace

Il 22º di della serie di prodottadalla EON Productions

Scosso dal tradimento edalla morte di Vesper, ladonna che amava, JamesBond è spinto all'azioneda un desiderio divendetta. Durante uninterrogatorio a Mr.W h i t e ( J e s p e rChristensen), 007 e M(Judi Dench) scopronoc h e u n a p o t e n t eorganizzazione, trama alleloro spalle. L'agentesegreto si sposta ad Haitidove ind iv idua inD o m i n i c G r e e n e(Mathieu Amalric) un

uomo d'affari senza scrupoli, che è tra i membriprincipali della misteriosa organizzazione. Lì conosceanche Camille (Olga Kurylenko), una giovane spiache come lui è assetata di vendetta. In una missioneche lo porta in Austria, Italia e in Sudamerica, Bondscoprirà che Greene è impegnato in una cospirazioneper prendere il controllo di una delle risorse naturalipiù importanti del mondo, che lo spinge a stringereun patto con il generale in esilio Medrano (JoaquinCosio). Tra tradimenti, omicidi e inganni, Bond siallea con dei vecchi amici in una lotta cruenta perscoprire la verità. Man mano che si avvicina a scoprirel'uomo responsabile del tradimento di Vesper, 007deve continuare a rimanere un passo avanti alla CIA,ai terroristi e persino a M per sventare l’inquietantepiano di Greene e fermare la sua organizzazione...Il titolo del film 'Quantum of Solace', è quello d'unracconto poco noto di Ian Fleming (più o menosignifica 'Un certo sollievo'). L’utilizzo di tecnologiequotidiane è portato alle estreme conseguenze grazieagli effetti digitali.Come molte delle cose che circondano James Bondinfatti anche la tecnologia ha un'aura mitica, semprefunzionante, efficace, totalmente sottomessa alla manoumana. In possiamo ammirare un nostro possibilefuturo tecnologico in impossibili telefoni cellulari,prototipi dei più avanzati palmari, che comunicanocon reti di comunicazione multidevice e multipiattaforma da sogno e schermi di tutte le fogge edimensioni.

Antonella Giacomaniello

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 19: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

19

Il medico della mutuaregia: Luigi Zampa

attori: Alberto Sordi, Bice Valori

“Oggi purtroppo c’è la mutua” afferma il giovane dott. Tersillialias Alberatone in uno dei personaggi più riusciti della suacarriera, tanto da averne un seguito. Servile con i potenti, seduttoreper calcolo, religioso per opportunismo, arrivista senza scrupoli,emblema della classe medica cinica e truffaldina che costruiscela propria fortuna sulla pelle dei pazienti fino a quando un attaccocardiaco per superlavoro nonlo riporta a essere operato daisuoi ex colleghi che viscidamenteha scavalcato. Ecco chi è GuidoTersilli. Alla fine Tersilli decidedi rinunciare all’operazione e

torna a lavorare a domicilio senza essere denunciato.Nonostante tutto Tersilli riesce a conquistare le nostre simpatieperché in lui riconosciamo le nostre debolezze. Da un romanzo-inchiesta di Guido d’Agata prodotto da De Laurentiis,fortemente voluto da Sordi e diretto da Zampa che nonessendo un Comencini o un Risi lo getta sulla farsa, fucampione di incassi di quell’anno.

Andrea Panico

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Dietro lo schermodentro la storia:

speciale cinema

Page 20: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

20

Non perdiamoci di vista

Paola Cortellesi torna in Tv

È partito il 6 Novembre su Rai Tre “Nonperdiamoci di vista”, il nuovo one-woman showcondotto da Paola Cortellesi e FrancescoMandelli, in onda ogni Giovedì alle 21.00 finoal 4 Dicembre. A quattro anni da“Nessundorma”, la poliedrica artista romanatorna sul piccolo schermo con un programmatutto suo, prodotto da Bibi Ballandi. Dalla tv,in realtà, non si era mai allontanata: ormaimemorabili sono le partecipazioni a variprogrammi, primo fra tutti “Parla con me” diSerena Dandini, la cui scorsa stagione è statadeliziata da sketch comici e superbe parodie dipersonaggi femminili della politica italianacome Daniela Santanchè e il ministro StefaniaPrestigiacomo.Per questo nuovo varietà, la Cortellesi hapromesso uno spettacolo a mo’ di teatro, conballetti, numeri, ospiti e ottima musica peraltrogarantita e interamente curata da Rocco Tanica(vero nome: Sergio Conforti), tastierista delgruppo Elio e le Storie Tese, già autore e amicodell’attrice.In queste puntate, aventi come tema il lavoro,la diversità, la paura e l’Italia, le promesse sonostate in parte mantenute: nel Teatro 15 diCinecittà si sono susseguite personalità come,per citarne qualcuno, Gianni Morandi, ValerioMastrandrea, la Gialappa’s Band, Caparezza(accompagnato dai Signmarks, interessante duohip hop finlandese), Michele Placido,Pierfrancesco Favino, Claudio Santamaria, NeriMarcorè, Margherita Buy, Claudia Pandolfi,Giobbe Covatta, Flavio Insinna e tantissimialtri ancora. Tutti gli ospiti hanno preso parteallo show, chi cantando (ben riuscito il medleytra ‘O sole mio e O mia bela Madunina,interpretate rispettivamente da Morandi e laCortellesi nella prima puntata), chi recitandoe chi portando avanti i propri sketch comici.Non sono mancati nemmeno i momenti di

riflessione, con il monologo de “La miafamiglia”, adattato di volta in volta al tema dellapuntata. Le tanto attese parodie di Sarah Palin,Franca Leosini e, soprattutto, di MariastellaGelmini – diventata Mariastella GelMini-Pimer,ministro robot della serie 9000 – sono riuscitea sorprenderci esattamente come ce l’avevanofatta le precedenti. Tuttavia, il programma nonmerita ancora cinque stelline piene. L’essere inprima serata irrigidisce: Francesco Mandelliappare ancora poco sciolto, giustificabile vistal’inesperienza nella conduzione di questo tipodi programmi; l’ampio ruolo da conduttricecantante/ballerina/attrice/comica di PaolaCortellesi sembra paradossalmente costringerla,influendo sul ritmo del programma che risultalento e con una mancata continuità tra unascenetta e l’altra.Nonostante tutto, NPDV ha rappresentato unaventata d’aria fresca nel panorama di un’Italiatelevisiva ormai dedita ai reality show, nonchél’ennesima riprova – stavolta in prima serata –dell’eccezionale bravura di Paola e della difficoltàdi scrivere e tenere in piedi uno spettacolo chesia gradevole e qualitativamente alto.

Lavinia M. Caradonna

Dietro lo schermo:

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 21: Dicembre/Gennaio 2008

2002-2003: 10 % di share; 2004-2005: 12 % dishare e poi su su fino al picco del 15.51 della sestaedizione. Premi televisivi e una longevità rara equanto mai preziosa. Ballarò è senza dubbio il talkshow politico più seguito dal pubblico. In ondamartedì alle 21 e 05 su Raitre e in replica su RaisatExtra il martedì alle 23 e 30 e ilmercoledì alle 21, il programmaideato e condotto da Giovanni Florisè diventato un’istituzione della terzarete. Quando nel 2001, il semisconosciuto Floris presentava laprima stagione del programma cheprende il nome dall’omonimoquartiere di Palermo, certo nessunopoteva immaginare che questogiovane giornalista dall’aria da primodella classe, serioso e disciplinato,ne avrebbe fatto un colosso chesarebbe durato anni e che non avrebbe perso smaltonemmeno al confronto con i santoriani Sciuscià oAnno Zero. Oggi le note de Jeux d’Enfant’s diCirque du Soleil, che ne è la traccia sonora,richiamano immancabilmente alla mente le poltronesquadrate e il grande schermo da cui si affaccianoi vari ospiti in collegamento dall’esterno. Ilmonologo satirico che apre la trasmissione è unodegli elementi che contraddistinguono il programmae forse l’elemento di maggior incisività: dieci minutio poco più bastano a dipingere un quadro vividodella situazione che il dibattito si appresta adanalizzare, rendendola così, con lo strumentomirabilissimo della caricatura, presente aitelespettatori, disegnandola e definendola. Segueil dibattito vero e proprio, con gli ospiti divisi indue schieramenti opposti per opinione. Sonoproprio i protagonisti della politica - ministri,

rappresentanti dell’opposizione - a discuteretematiche che interessano il cittadino comune,quello che in gergo giornalistico si dice “l’uomodella strada”; problematiche che non interessanostrettamente la politica ma che nella politica cercanorisposte. L’intento dichiarato degli autori è proprio

questo: conservare il più possibileil punto di osservazione “non di chigoverna ma di chi è governato”,intento che sembra non essere mais t a t o a b b a n d o n a t o v i s t al’impostazione del dibattito e lamoderazione del conduttore. Laconduzione di Floris è tanto lucidaquanto intellettualmente onesta:pure essendo notoriamenteschierato, e nonostante siano ormainote le sue posizioni politiche, lasua conduzione non ha mai mancato

di obiettività, di qualsiasi colore fosse il governo incarica. Non sono mancati scontri e polemiche, ecome ogni altro talk, anche Ballarò ha spesso sfioratotoni non esattamente pacati, confronti esasperatio esasperanti, ma è e resterà per molto tempo, ilfiore all’occhiello dell’informazione televisiva diRaitre.

Angela Marino

L’eco di Cassandra

21

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 22: Dicembre/Gennaio 2008

Lettera a DioGran bordello l’umanità mia signora o mio signore

Non conosco il tuo sesso caro il miodio

Lo dico da buon cristianoLo scrivo con la minuscola….

Pensi….Seduto sulla mia sedia di paglia col capo adagiato all’indietro

Nel vuotoVestito con abiti presi a caso dalla cesta dei panni sporchi

Ho visto scorrere fotogrammi di un pornoDi quelli fatti come se ne facevano una volta

Di serie BSenza troppe pretese manieristiche

Con povere donne: tue figlie,sfruttate nel mostrare le loro grazie

la loro disgrazia, soprattuttoSenza pensarci troppo

Anzi senza pensarci affattoDirei

Mi sono masturbato in preda all’ansiaImmaginando le luci al neon viste migliaia di volte

Nel sottosuolo delle stazioni della metroNei corridoi degli autobus rigorosamente notturni

Con carni lacere e penzolantiSfollate da uno schizzo di sperma rancido

Le rotaie affettanoLe ruote sgretolano

Quel verso un dove tentiamo di slanciarci…Ascolta ogni tanto quel che ti urla il vento

Quel che ti urla il mio fiatoIn tutta franchezza…

Non ti capisco affatto nel tuo male che continua da IsaccoE ancora non smette

Giovanni Schiavone

In viaggioBuffo

TeneroIndifeso

Si nutre di latteA volte tossisce

M’incanto a guardarlo…Mi chiedo come sarà il suo futuro…

La donna vestita di stracciLo cullaLo ama?

Istinto materno che mi pervadeMentre fisso quella manina

Delicata..

Indimenticabile tenerezza..

Poi, finalmente, lo fa:sorridealle mie,buffe

faccine.

Sara Imbriani

L’eco di Cassandra

22

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Parnaso: Poesie

Page 23: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

23

Street Art Festival

26 dicembre 2008 Caserta

L’Associazione culturale New Future Group organizzeràil 26 Dicembre 2008 una manifestazione artistico-culturale giovanile che presenterà caratteristiche edattività del mondo Hip- Hop.La manifestazione avrà luogo all'Embarcadero club sitoin via vicinale Susa, 6 a Casapulla (Caserta) il 26Dicembre 2008.Alla manifestazione potranno partecipare Scuole diDanza, Palestre, Associazioni in genere che pratichinola Danza Hip hop e breakdance, nonché singoli e gruppinon iscritti nelle precedenti.

Durante la manifestazione ogni iscritto avrà il suo spaziodi tempo (previsto dal regolamento) per esibirsi. Traun'esibizione e l'altra si succederanno sulla scena cantantirap ed Hip- Hop che avranno in precedenza presentatola domanda d'iscrizione in allegato al testo del branoche esibiranno. La location sarà abbellita dalle creazionidi giovani writers iscritti. Ospiti ed artisti variinterverranno, infine al la manifestazione.

La suddetta manifestazione ha come fine ultimo quellodi assicurare ai giovani una giusta integrazione nelcampo artistico culturale, inserimento basato suldivertimento sano ed equilibrato. Vecchie e nuovegenerazioni a confronto,garantito un mix di fantasia,solarità ma soprattutto di talento.Email: [email protected]: +39.339.2934312Web: www.newfuture.it

Alberto Castelli

04 Ottobre 2008 - 24 Gennaio 2009

Via Iadonisi 14 - Vitulano (Benevento)

Presso la galleria GiaMaArt Studio Alberto Castellipresenta una selezione di quadri degli ultimi anni dovela figura femminile diviene il tramite per una ricercaapprofondita sulle ragioni e sulle radici storiche dellapittura contemporanea.

La volontà di Castelli è quella di mostrare i legami dellasua opera con una tradizione pittorica che va dalSeicento all’Ottocento. Questa indagine sugli stili e levisioni formali di diverse epoche, che lega i fasti di unapittorica età dell’oro alle presenze iconiche del nostropresente, fonda dunque le evocazioni di diverseimmagini femminili che richiamano ritratti borghesie nobiliari o icone cinematografiche di donne “fatali”,la quotidianità del privato alla sensualità di un erotismosussurrato e incombente, in una misteriosa quadreriadi volti, vestimenti e corpi rivelati paradossalmenteattraverso il mistero costantemente rinnovato dellapittura.

Cell: +39 3398628853Cell: +39 3389565828Email: [email protected]: www.giamaartstudio.it

EVENTI IN CAMPANI DICEMBRE 2008 - GENNAIO 2009

a cura di Sara Imbriani

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009

Page 24: Dicembre/Gennaio 2008

L’eco di Cassandra

24

29 novembre 2008 -8 gennaio 2009Presepi Onori e Disonori

Basilica di San Domenico Maggiore - Napoli(Napoli)

IL PRESEPE NAPOLETANO CONTEMPORANEO.Il 29 novembre ore 11,00 presso la Basilica di SanDomenico Maggiore alla presenza di Sua EminenzaCardinale Crescenzio Sepe è stato inaugurato “ Il PresepeOnori e Disonori ”.Una provocazione: dal classico presepe settecentesconapoletano alle più recenti vicende sull’emergenza“immondizia”. Una denuncia sociale attraverso unadelle più secolari tradizioni napoletane.

Un’opera ideata e realizzata dalla bottega d’arte presepialeCantone & Costabile. Interverranno alla manifestazioneil procuratore nazionale antimafia Tano Grasso , lasig.ra Silvana Fucito, il prefetto Panza. Il presepe saràesposto dal 29/11/08 al 08/01/09 dalle ore 09:00 alle12:30 dalle 17:00 alle 19:30.

Si prega di comunicare la propria adesione presso lasegreteria organizzativa dell’evento:Tel.+39.081.7810018 [email protected]

Email: [email protected]: +39.081.7810018Web: www.artepresepiale.it

14 Novembre 2008 - 29 Maggio 2009Raccontami una storia

Libreria Internazionale Treves - Napoli(Napoli)

Raccontami una storia, la letteratura di voce in voce.Dopo il successo di Ottobre, piovono libri – iniziativadel MIUR a cui abbiamo partecipato con un readingcorale del romanzo Gomorra – proseguono gli incontridel laboratorio di lettura "Raccontami una storia". Ilcorso prevede due appuntamenti al mese, di venerdìalle ore 18.30 presso la Libreria Internazionale Treves(Piazza del Plebiscito, 11-12).

Gli incontri si svolgeranno secondo il seguentecalendario:

Novembre 14 - 28 Dicembre 12 - 19 Gennaio 16 - 30Febbraio 13 - 27 Marzo 13 - 27 Aprile 3 - 17 Maggio 15- 29 A conclusione sarà rilasciato un attestato dipartecipazione.

La quota mensile è di ¤ 15,00.Sito web: www.distanzelab.itE-mail: [email protected]: +39.347.8522045

Anno I - Numero 0 - Dicembre2008/Gennaio 2009