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Dimensione, caratteri e composizione del settore terziario. Il vantaggio delle esternalizzazioni per il Paese, casi di buone pratiche
Roma, 25-26 febbraio 2010
(A cura di) Dott. Andrea Bernardoni
1
Patrocinio
La ricerca è stata realizzata con il contributo di Coopfond,
fondo promozione cooperative aderenti a Legacoop
2
Gruppo di Ricerca
• Prof. sa Patrizia Battilani – Università Bologna• Dott.sa Roberta Curiazi - Università Bologna• Prof. Luca Ferrucci – Università Perugia• Prof. Antonio Picciotti – Università di Perugia• Prof. Giorgio Giorgetti – Università Genova• Prof. Angelo Gaspare – Università Genova• Dott. Demetrio Catillo – Ricercatore• Dott. Andrea Bernardoni – Coordinatore Ricerca
3
Indice1. Introduzione al rapporto di ricerca Dott. Andrea Bernardoni
Pag. 4
2. L’evoluzione dei servizi nel lungo periodo Prof.ssa Patrizia Battilani
Pag. 20
3. Analisi regionale del settore terziario in Italia Prof. Luca Ferrucci, Prof. Antonio Picciotti
Pag. 78
4. Analisi delle principali imprese di alcuni comparti del settore terziario
Prof. Luca Ferrucci, Prof. Antonio Picciotti
Pag. 110
5. Buone pratiche di esternalizzazione qualificata di servizi Prof. Giorgio Giorgetti, Prof. Angelo Gasparre, Dott. Andrea Bernardoni, Dott. Demetrio Catillo
Pag. 129
Allegati:A.Le buone pratiche di esternalizzazione qualificata dei serviziB.I dati delle imprese leader del settore terziario
4
Cap. 1 Introduzione al rapporto di
ricercaDott. Andrea Bernardoni
5
Obiettivi della ricerca
• Fare analisi evoluzione storica e caratteristiche del settore terziario
• Focalizzando l’attenzione sul terziario non distributivo
• Delineando (possibili) scenari competitivi futuri
• Analizzando esempi di esternalizzazione qualificata
• In modo da …
6
• Offrire strumenti aggiuntivi per supportare le decisioni dei policy maker, le politiche di ANCST e le scelte delle imprese cooperative;
• (Contribuire a) promuovere riflessioni e percorsi di ricerca sul settore terziario, coinvolgendo le Università, le strutture di ricerca privata e le imprese.
7
Il percorso (operativo) della ricerca
8
La prima parte della ricerca (Cap. 2) è dedicata all’analisi del settore terziario nel lungo periodo. In questa parte del lavoro si analizza: il processo di crescita dei servizi nei paesi industrializzati, con particolare attenzione all’Italia; l’andamento della produttività del lavoro nel settore terziario; la presenza femminile nel settore terziario; i processi di internazionalizzazione del settore.
9
Particolarmente interessante è l’analisi della produttività dei servizi. Tale analisi mostra come, mentre nella prima parte del secolo scorso la produttività media del lavoro nei servizi è in continua crescita e comunque più alta di quella dell’economia nel suo complesso, a partire dal 1970 l’andamento della produttività diventa meno lineare e si diversifica comparto per comparto, con un trend spesso decrescente.
10
Dal confronto internazionale si può osservare come in tutti i comparti dei servizi l’Italia registra una produttività media inferiore agli altri paesi OCSE esaminati (USA, FR, UK, GR).
11
• La riduzione della produttività in alcuni comparti del settore terziario è quindi uno specifico italiano.
QUINDI• Per affrontare il problema della scarsa competitività
del “sistema paese” e della produttività del lavoro è necessario mettere in campo “politiche per la competitività” pensate per incrementare il livello di produttività del settore terziario, in particolar modo nei comparti dei servizi alle imprese e dei servizi alla persona ed alla collettività.
12
Viene poi effettuato un focus sulla relazione tra attività manifatturiere e servizi all’industria, su base territoriale.Di particolare interesse è l’analisi dinamica che permette di cogliere alcuni tratti salienti dei modelli di sviluppo dei sistemi economici regionali:– alcune regioni mostrano una diminuzione della componente
manifatturiera, con una sorta di effetto sostituzione a favore dei servizi (tra cui Friuli-Venezia Giulia e Piemonte),
– in altre regioni (tra cui l’Emilia Romagna) si manifesta una co-evoluzione tra settore manifatturiero e servizi all’industria;
– infine, altre regioni (tra cui la Lombardia), rafforzano la loro vocazione manifatturiera.
13
La seconda parte della ricerca (Cap. 3) è dedicata all’analisi regionale del settore terziario.L’analisi regionale del settore terziario descrive le caratteristiche dei modelli di specializzazione produttiva dei diversi territori. In questa parte del lavoro è analizzata: l’incidenza e la dinamica delle diverse tipologie di servizi in Italia; il peso del settore terziario nelle regioni italiane; la presenza delle diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane.
14
Nella terza parte della ricerca (Cap. 4) viene effettuata un’analisi economica, patrimoniale e finanziaria delle principali imprese in alcuni comparti del settore terziario. L’analisi è stata effetuata utilizzando la Banca dati AIDA ed analizzando i dati di bilancio delle prime 100 imprese (Top 100) per valore della produzione in ogni comparto.
15
L’analisi ha evidenziato come:• Le imprese dei servizi sembrano attuare strategie di
crescita all’interno del loro business (aumento del fatturato e dell’incidenza degli investimenti)– Scarso ricorso sia a strategie di integrazione
verticale, sia a strategie di finanziarizzazione dell’attività d’impresa
– Tendenza alla crescita per vie esterne (mediante partecipazioni) “rallentata” dal periodo di crisi;
• I comparti più dinamici sono: R&S, Servizi ad elevata qualificazione professionale e Smaltimento rifiuti;
16
• La ricerca dell’efficienza è avvenuta soprattutto attraverso la riduzione dell’incidenza del costo del lavoro;
• La struttura patrimoniale delle imprese è caratterizzata da un significativo ricorso al capitale di terzi con un aumento, nell’ultimo anno dell’incidenza degli oneri finanziari;
• Pur registrando un incremento generalizzato dei fatturati, peggiorano, soprattutto nell’ultimo anno, le condizioni di redditività (ROI e ROE) delle imprese.
17
La quarta parte della ricerca (Cap. 5) presenta l’analisi di alcune buone pratiche di esternalizzazione qualificata dei servizi che hanno come protagoniste le imprese cooperative.I casi analizzati mostrano come, in presenza di adeguate condizioni di contesto economico e sociale, l’esternalizzazione dei servizi ad un soggetto qualificato diviene occasione per incrementare il livello di efficacia ed efficienza sia per le pubbliche amministrazioni che per le imprese private.
18
Il processo di esternalizzazione diviene un “gioco a somma positiva” in cui vincono tutti gli stakeholders.Le principali ricadute positive per gli stekeholder osservate possono essere sintetizzate nel seguente modo:
• Per i committenti– Conseguimento degli obiettivi della terziarizzazione
• Ottimizzazione della spesa• Salvaguardia degli standard di qualità dei servizi• Flessibilizzazione della capacità produttiva
19
• Per i soci e lavoratori– Standard di qualità del lavoro
• Specificità cooperative limitano il ricorso al sub-appalto “bloccando” l’allungamento della catena di fornitura
• Per la comunità– Infrastrutturazione delle reti sociali e del tessuto
produttivo
20
Cap. 2L’evoluzione dei servizi nel lungo
periodo*Prof.ssa Patrizia Battilani
* Il lavoro è stato realizzato con la collaborazione della Dott.sa Roberta Curiazzi
21
La classificazione dei servizi
1. Adottiamo la classificazione di tipo funzionale proposta da Joachim Singelmann nel 1978 che distingue cinque macro categorie di servizi
1. Servizi alla produzione2. Servizi alla persona o al consumatore3. Servizi distributivi: distinti fra commercio e trasporti4. Servizi per la collettività o sociali
22
Classificazione funzionale Contabilità regionale Ateco (per AIDA)
Commercio all'ingrosso e al dettaglio
Trasporti terrestri I60.1
Altri trasporti terrestri I60.2
Movimentazione merci e magazzinaggio I63.1
Altre attività connesse ai trasporti I63.2
Attività delle agenzie di viaggio e degli operatori turistici; attività di assistenza turistica I63.3
Attività delle altre agenzie di trasporto I63.4
Intermediazione monetaria e finanziaria
Noleggio di autovetture K71.1
Noleggio di altri mezzi di trasporto K71.2
Noleggio di altre macchine e attrezzature K71.3
Noleggio di beni per uso personale e domestico K71.4
Consulenza per installazione di sistemi informatici K72.1
Realizzazione di software e consulenza informatica K72.2
Elaborazione elettronica dei dati K72.3
Attività delle banche di dati K72.4
Manutenzione e riparazione di macchine per ufficio K72.5
Altre attività connesse all'informatica K72.6
R&S sperimentale nel campo delle scienze naturali ingegneria K73.1
R&S sperimentale nel campo delle scienze sociali e umanistiche K73.2
Attività legali, contabilità, consulenza fiscale; studi di mercato ; consulenza di gestione K74.1
Attività degli studi di architettura, ingegneria ed altri studi tecnici K74.2
Collaudi ed analisi tecniche K74.3
Pubblicità K74.4
Servizi di ricerca, selezione e fornitura di personale K74.5
Servizi di investigazione e vigilanza K74.6
Servizi di pulizia e disinfestazione K74.7
Altre attività di servizi alle imprese K74.8
PA e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
Istruzione Corsi di formazione e perfezionamento ed altre attività di insegnamento M80.4
Servizi veterinari N85.2
Assistenza sociale N85.3
Alberghi H55.1
Campeggi ed altri alloggi per brevi soggiorni H55.2
Ristoranti H55.3
Bar H55.4
Mense e fornitura di pasti preparati H55.5
Smaltimento dei rifiuti solidi, delle acque di scarico e simili O90.0
Attività delle agenzie di stampa O92.4
Attività di biblioteche, archivi, musei ed altre attività culturali O92.5
Attività sportive O92.6
Attività ricreative O92.7
Servizi alle famiglie O93.0
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
1 Servizi distributiviTrasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali ed imprenditoriali
2 Servizi alla produzione
3
Servizi al consumo4
Alberghi e ristoranti
Altri servizi pubblici, sociali e personali
Sanità e altri servizi sociali
Servizi sociali
23
La crescita dei servizi in prospettiva internazionale: un confronto fra Italia,
Francia, Germania, Regno unito,Stati uniti e Giappone
24
Tab. 1: Incidenza dell’occupazione nel settore dei servizi sul totale anni 1900, 1950, 1971, 1998, 2007*
Fonte: Feinstein, 1999 e Oecd, 2008
Nel capitolo 3 del presente rapporto di ricerca si utilizzano dati ISTAT per rilevare l’incidenza dell’occupazione nel settore servizi sul totale degli occupati. L’utilizzo di differenti fonti spiega alcune differenze nei dati presentati nel rapporto.
25
Countries 1900 1950 1971 1998 2007
Canada 28% 48% 62% 74% 77%
Usa 32% 57% 63% 74% 78%
Giappone 16% 40% 48% 63% 68%
Francia 26% 43% 48% 70% 77%
Germania 22% 38% 43% 62% 73%
Regno Unito 39% 47% 53% 72% 81%
Italia 17% 25% 40% 61% 68%
Spagna 18% 32% 38% 62% 68%
Il processo di crescita dei servizi nei paesi industrializzati
• La crescita dei servizi procede parallelamente all’industrializzazione
• Sino ad inizio Novecento il paese più terziarizzato è il Regno unito (che detiene la leadership economica)
• Nel corso del Novecento il paese più terziarizzato diventano gli Stati uniti (cioè il paese che ha strappato al Regno unito la leadership economica)
26
Le tappe della terziarizzazione dell’economia italiana
• Il passaggio da un’economia industriale ad una incentrata sui servizi avviene in Italia più tardi che negli altri paesi europei
• Il divario rispetto agli Usa si riduce dopo il 1950 e conosce un’accelerazione dopo il 1970
27
L’evoluzione di lungo periodo dei servizi in Italia
28
Grafico 1: Distribuzione attivi, anni 1861-2007
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Servizi alla produzione Servizi distributivi-commercio
Servizi distributivi-trasportie comunicazioni
Servizi alla persona Servizi alla società
1861 1881 1901 1911 1931 1936 1951 1961 1971 1981 1991 2001 2007
•Fonte: nostre elaborazioni sulla base dei dati dei Censimenti della popolazione, anni 1861, 1881, 1901, 1911, 1931, 1936, 1961, 1971, 1981, 1991 e delle rilevazioni Istat 2007
29
Le fasi della terziarizzazione dell’economia italiana
• Si possono identificare tre fasi principali1. Una fase di prima espansione negli anni 1861-
19112. Una fase di stabilità degli anni fra le due
guerre3. Una fase di forte sviluppo nella seconda metà
del Novecento
30
L’andamento delle diverse tipologie di servizi
• Servizi distributivi -commercio• sono i primi a conoscere una crescita degli occupati nel corso
dell’Ottocento• fanno un forte balzo tra il 1961 e il 1981• dopo il 1981, in relazione alla prima forte espansione della grande
distribuzione la loro quota di occupati diventa stazionaria
31
….continua
• Servizi distributivi - trasporti• la crescita della quota degli occupati è lenta ma costante nel tempo• l’unica eccezione è rappresentata dal periodo fra le due guerre mondiali,
in cui il settore registra un arretramento in termini di attivi, probabilmente imputabile al definitivo superamento del trasporto a trazione animale che consente di aumentare le quantità trasportate senza far crescere l’occupazione.
32
….continua
• Servizi alla produzione• la crescita relativa dell’occupazione in tale comparto comincia solamente
dopo il 1951 e accelera dopo il 1981• è sulla base di tale comparto che nei paesi industrializzati venne
elaborata negli anni Ottanta l’ipotesi cosiddetta neo-industriale dello sviluppo dei servizi (vedi Momigliano Siniscalco 1980 e 1986)
• Ipotesi neo-industriale: la crescita dei servizi è legata alle trasformazioni del settore manifatturiero
33
….continua
• Servizi alla persona e al consumatore• In un contesto in cui i principali servizi alla persona, quali istruzione e
sanità devono essere fatti rientrare nella voce servizi alla collettività, l’andamento del comparto sembra dipendere in modo cruciale da due segmenti le attività ricreative e i servizi per la casa
• Nel complesso il settore registra un andamento stazionario tra il 1861 e il 1961, una diminuzione nei decenni successivi e una nuova crescita dopo il 1991.
• Tale effetto sembra essere soprattutto una conseguenza delle dinamiche del comparto casa, con una diminuzione del lavoro domestico retribuito in collegamento alla diffusione degli elettrodomestici e un nuovo aumento legato all’invecchiamento della popolazione.
34
….continua
• Servizi alla collettività o sociali– La crescita relativa dell’occupazione in tale comparto risulta pressochè
stazionaria sino alla seconda guerra mondiale, in crescita dal 1951 in poi con una fortissima accelerazione nel decennio 1951-1961.
– La dinamica di tale comparto va collegata sia alle dinamiche di reddito sia alle politiche di welfare, che in Italia cominciano ad acquisire una dimensione significativa proprio a partire dagli anni Sessanta
– L’andamento di questo insieme di servizi, unitamente a quelli alla persona, è alla base dell’interpretazione post-industriale (Clark 1940)
– Interpretazione post-industriale: sono le dinamiche di reddito, così come descritte dalla legge di Engel, a determinare la crescita del comparto dei servizi
35
Il problema della produttività nel settore dei servizi
36
I servizi e l’assenza di produttività
• Una consolidata tradizione economica attribuisce ai servizi un effetto negativo sull’economia– Secondo Adam Smith i servizi sono un settore
improduttivo– Secondo Karl Marx sono un settore in cui non si
genera plusvalore
37
La rivisitazione di Baumol-1967: un’economia terziarizzata è un’economia a crescita zero
• Settore progressivo: l’industria• Settore a produttività stagnante: i servizi
• Se l’economia si terziarizza
• Rallenta la crescita
38
I servizi e le statistiche economiche
• Il rallentamento delle economie europee e statunitense degli anni ’70 e ’80 sembrò una conferma della tesi Baumol
• Negli anni Novanta il quadro cambiò– Il divario Usa-Europa ricominciò ad ampliarsi, a favore degli
Usa che erano il paese più terziarizzato– I settori dei servizi guidarono la crescita della produttività
(Triplett, Jack E. and Bosworth Barry, 2004, Productivity in the U.S. services sector: new sources of economic growth, Published by Brookings Institution Press)
39
La produttività media del fattore lavoro nel comparto dei servizi in Italia: un’analisi di
lungo periodo
40
Grafico 2: produttività media del fattore lavoro, in Italia, anni 1881-1951
(valori a moneta costante 2008)
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
agric
oltur
a
indu
strie
estr
attiv
e
indu
strie
man
ifattu
riere
utilit
ies
costr
uzion
i
tota
le s
erviz
i
serv
izi d
istrib
utivi
com
mer
cio
serv
izi d
istrib
utivi
tras
porti
serv
izi a
lla p
roduz
ione
sen
za fa
bbric
ati
serv
izi a
lla p
erso
na
serv
izi a
lla s
ociet
à
tota
le e
cono
mia
1881 1891 1911 1938 1951
(nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e Battilani 2009)
41
Andamento della produttività, anni 1881-1951
1. La produttività media del fattore lavoro risulta per i servizi nel loro complesso in continua crescita
1. Non trova conferma l’ipotesi di Baumol
2. I servizi segnalano una produttività media più elevata dell’economia nel suo complesso
3. Il comparto con la produttività media più elevata è quello dei servizi alla produzione
4. Il comparto con la produttività media più bassa è quello dei servizi alla persona
42
Grafico 3: la produttività media del lavoro, in Italia, negli anni 1970-2008 (valori concatenati, anno di riferimento 2000)
servizi distributivi
-
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
70,0
80,0
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Commercio all'ingrosso, al dettaglio e riparazioni Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
servizi alla collettività
-
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Istruzione
Sanità e assistenza sociale
Servizi generali della PA e assicurazione sociale obbligatoria
servizi alla persona
-
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Altri servizi pubblici, sociali e personali Alberghi e ristoranti Attività svolte da famiglie e convivenze
servizi alla produzione
-
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
200,0
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Intermediazione monetaria e finanziaria
Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca e servizi alle imprese
Informatica, ricerca e attività connesse
Attività dei servizi alle imprese
Fonte-nostre elaborazioni su dati Istat, contabilità nazionale
43
Grafico 4: Produttività media dei servizi alla produzione, in Italia (anni 1970-2008).
Valori concatenati, valori di riferimento 2000
-
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
1970
1972
1974
1976
1978
1980
1982
1984
1986
1988
1990
1992
1994
1996
1998
2000
2002
2004
2006
2008
finanza Informatica, ricerca servizi alle imprese
Fonte: nostre elaborazioni da Istat, contabilità nazionale
44
Cosa succede dopo il 1970?• L’andamento della produttività diventa meno lineare e si
diversifica da comparto a comparto– Nel commercio continua a crescere sino ai primi anni Novanta (effetto
legato alla diffusione della grande distribuzione)– Nel settore finanziario decresce tra il 1970 e il 1992, poi riprende a
crescere (effetto della ristrutturazione del settore che segue alle grandi fusioni bancarie e alla reintroduzione del modello della banca universale)
– Nei servizi alle imprese diminuisce dal 1997 (cioè parallelamente all’espandersi dell’occupazione nel comparto)
– Nel settore turistico è in diminuzione sin dai primi anni settanta (effetto del modello di impresa adottato nel settore)
45
La produttività dei servizi in Italia, rispetto all’economia nel suo complesso
46
Grafico 5: valore aggiunto per addetto ( intera economia = 1).
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
1881 1891 1911 1938 1951 1971 1981 1991 2001 2007
agricoltura e pesca industrie estrattive industrie manifatturiere utilities costruzioni totale servizi
Fonte: nostre elaborazioni da dati Censimento della popolazione e da Battilani 2009
47
Grafico 6: la produttività media dei diversi comparti dei servizi (intera economia =1).
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
5,00
1881 1891 1911 1938 1951 1971 1981 1991 2001 2007
servizi distributivi commercio servizi distributivi trasporti servizi alla produzione servizi alla produzione senza fabbricati servizi alla persona servizi alla società
Fonte: nostre elaborazioni da dati Censimento della popolazione e da Battilani 2009
48
L’andamento nella prima metà del novecento
• 1. Sino al 1970 la produttività media del settore dei servizi (calcolata come valore aggiunto per addetto) risulta più alta di quella dell’economia nel suo complesso
• 2. L’unica eccezione è data dai servizi alla persona (collaboratrici domestiche e turismo compresi) che mostra sempre valori inferiori a quelli dell’economia nel suo complesso
49
La svolta degli anni Settanta
• La quota di occupati del settore servizi diventa molto alta
• Fatta eccezione per i trasporti, la produttività media tende a ridursi o a rimanere stazionaria
• La produttività media dell’economia coincide con quella dei servizi
• Trova così conferma l’ipotesi di Broadberry 2006, secondo il quale la produttività dei servizi si riflette sulla produttività dell’intera economia
50
La produttività media dei servizi: un confronto internazionale per gli anni 1951-
2005
Fonte: nostre elaborazioni su dati Ggdc-Groningen Growth and development center.
I dati di tutti i paesi sono espressi in $ 1995 e sono a parità di potere d’acquisto
51
Grafico 7. Servizi distributivi-commercio: produttività media del fattore lavoro
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
30,00
1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005
Usa FR IT Ger UK
52
Grafico 8. Servizi distributivi-trasporti: produttività media del fattore lavoro
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005
Usa FR IT Ger UK
53
Grafico 9. Servizi alla produzione(servizi alle imprese, finanza, locazioni): produttività
media del fattore lavoro
0,00
10,00
20,00
30,00
40,00
50,00
60,00
70,00
80,00
90,00
100,00
1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005
Usa FR IT Ger UK
54
Grafico 10. Produttività media dei soli servizi alle imprese in Francia, Stati uniti e Italia, (valori a prezzi 2000
del paese di origine)
Francia
0,00
20,00
40,00
60,00
80,00
100,00
120,00
1970 1972 1974 1976 1978 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008
Activités f inancières Services aux entreprises Services aux particuliers
Stati uniti
20
40
60
80
100
120
140
160
180
1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Finance Professional and business services Rental and leasing services and lessors of intangible assets
Italia
-
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Informatica, ricerca e attività connesse Attività dei servizi alle imprese
Fonte: contabilità nazionale dei singoli paesi
55
Grafico 11. Servizi alla persona e alla collettività: produttività media del fattore
lavoro
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
1951 1954 1957 1960 1963 1966 1969 1972 1975 1978 1981 1984 1987 1990 1993 1996 1999 2002 2005
Usa FR IT Ger UK
56
Alcune considerazioni
• In tutti i comparti dei servizi l’Italia registra una produttività media per ora lavorata in genere inferiore agli altri paesi Ocse
• La dinamica della produttività media è decrescente o segnala una crescita più lenta rispetto a quella degli altri paesi Ocse.
57
Grafico 12. La produttività media del fattore lavoro nei servizi, anni 2005-2008.
(migliaia di dollari a prezzi costanti anno 2000)
servizi alla produzione
0
20
40
60
80
100
120
140
160
2005 2006 2007 2008
USA FR IT GER
servizi alla persona e alla collettività
0
10
20
30
40
50
60
2005 2006 2007 2008
USA FR IT GER
servizi distributivi-commercio e trasporti
0
10
20
30
40
50
60
70
2005 2006 2007 2008
USA FR IT GER
Fonte: nostre elaborazioni su dati Ocse
58
Le caratteristiche di lungo periodo del settore dei servizi
59
Quello dei servizi è un settore ad elevata presenza femminile?
60
Settori 1861 1881 1901 1911 1921 1931 1936 1951 1961 2001
Totale economia 0,39 0,39 0,36 0,35 0,33 0,32 0,34 0,28 0,26 0,38
Agricoltura 0,37 0,38 0,38 0,39 0,38 0,38 0,38 0,30 0,30 0,19
Estrazione 0,05 0,01 0,01 0,03 0,01 0,01 0,02 0,02 0,01 0,12
Manifatture 0,55 0,52 0,41 0,38 0,35 0,32 0,33 0,30 0,28 0,31
Costruzioni 0,11 0,01 0,02 0,00 0,01 0,01 0,01 0,01 0,09
utilities 0,00 0,02 0,02 0,01 0,03 0,04 0,05 0,06 0,14
Servizi 0,27 0,32 0,30 0,29 0,27 0,28 0,33 0,30 0,32 0,46
S. alla produzione 0,09 0,03 0,04 0,09 0,12 0,13 0,15 0,39
S. distributivi-commercio 0,22 0,22 0,19 0,21 0,26 0,26 0,30 0,44
S.distributivi-trasporti 0,01 0,02 0,03 0,03 0,05 0,07 0,07 0,25
S. personali 0,53 0,61 0,55 0,56 0,63 0,58 0,52 0,44
S. sociali 0,13 0,19 0,32 0,31 0,33 0,32 0,36 0,59
di cui Educazione 0,50 0,52 0,56 0,60 0,73 0,70 0,75 0,71 0,69
Tabella 2: incidenza occupazione femminile. (Totale =1)
Nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e su Vitali 1970
61
Grafico 13: incidenza donne sul totale degli attivi (totale =1).
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
0,8
1861 1901 1921 1936 1951 1961 2001
Nostre elaborazioni su dati Censimento della popolazione e su Vitali 1970
62
Alcune considerazioni sulla presenza femminile
• Alcuni comparti sono da sempre ad elevata presenza femminile– Quello dell’educazione (sin dall’Ottocento, con
forte accelerazione in epoca fascista e poi stabilità dopo il 1970)
– Quello dei servizi alla persona (quota stabilmente oltre 50% per circa 160 anni)
• Gli altri comparti hanno dinamiche simili all’industria
63
Perchè?• Sino alla seconda guerra mondiale, presenza di vincoli legali all'accesso
alle professioni e ad alcune attività lavorative• Divieto di diventare presidi dal 1923• Quote azzurre del 90% nel pubblico impiego nel 1938• Divieto di assumere impiegate donne per le imprese con meno di 10
dipendenti.• Accesso all’avvocatura dal 1919• Accesso alla magistratura dal 1963
• Registro del materno: elevata presenza femminile nelle attività in qualche modo collegate alle funzioni famigliari della donna
64
Quello dei servizi è un settore scarsamente internazionalizzato?
65
Tabella 3: incidenza delle esportazioni sul valore aggiunto dei singoli servizi (valori %).
1891 1911 1938 1951 1969 1991 2001 2008
trasporti 3 16 9 15 19 14 11 17
turismo 142 131 85 27 51 60 67 59
Servizi finanziari 0 0 0 0 0 0 3 6
Altri servizi privati 6 5 6 2 4 5 7 5
Totale-servizi (p.a. esclusa)
14 14 9 6 10 10 12 12
Totale-servizi (p.a compresa)
12 12 8 5 7 7 9 8
Nostre elaborazioni da dati Rey 2002; Istat 2008, Banca d'Italia 1969, Banca d’Italia 2009
66
Grafico 14: distribuzione % delle esportazioni italiane di servizi
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
2006 2007 2008
Fonte: Banca d’Italia 2009
67
• Perché ? – Per la loro natura intangibile– Per l’esistenza di barriere protettive.
• Cosa è cambiato negli anni Novanta?– Innovazione tecnologica nel settore dei computer e delle
telecomunicazioni, compreso il commercio elettronico a facilitato l’interscambio di servizi
– Il General Agreement on Trade in Services (Gats) del 1995 ha avviato la riduzione delle barriere protettive nel comparto dei servizi
I servizi sono meno internazionalizzati delle merci
68
Tabella 4. Interscambio nel settore dei servizi, anno 2004
Quota commercio mondiale (%)EU25 26.2
Stati uniti
19.6
Giappone
7.2
Cina 4.1
Canada 3.2
Sud Corea
2.8
Singapore
2.5Fonte:Eurostat
69
Il percorso europeo per l’internazionalizzazione dei servizi
70
Il ruolo dell’Europa nell’interscambio mondiale di servizi
• Oltre un quarto dell’interscambio mondiale di servizi si concentra in Europa– Il 60% di tali scambi sono intra-Eu
• L’Europa a 25 paesi registra un avanzo commerciale nel settore dei trasporti, della finanza e nei servizi alle imprese e informatici
• L’Italia registra un avanzo nei settori del turismo e dei servizi finanziari (escluse le assicurazioni), mentre è in disavanzo il comparto dei servizi alle imprese
71
Perché il mercato europeo dei servizi è più integrato?
• Per l’originale percorso di integrazione inventato dall’Europa– Sino agli anni ottanta coinvolse
solamente i settori agricolo e manifatturiero
72
La svolta degli anni Ottanta
• 1986: Atto unico europeo– Entro il 1992 completamento del mercato unico interno– Eliminazione delle barriere non tariffarie (aiuti di stato,
norme sui prodotti; normativa sugli appalti)– Armonizzazione fiscale (stesse aliquote Iva)
• UEM 1990– Liberalizzazione del movimento dei capitali in 8 paesi– Trattato di Maastricht (1992)
73
Gli interventi per la liberalizzazione dei servizi
• 1986 Atto unico europeo:– appalti– servizi bancari, trasporti, nuove tecnologie
• 1989-1995 direttive tese a rendere omogeneo il mercato dei servizi regolamentando a livello europeo gli appalti
• 1996-2004 direttive per razionalizzare l’attività delle amministrazioni che emettevano appalti
74
La liberalizzazione incompiuta
• Nel 2002 i servizi rappresentavano il 20% degli scambi effettuati nel mercato interno, in un contesto in cui essi generavano il 71% del Pil e il 70% dell’occupazione dell’Europa a 25 paesi
75
I tentativi degli anni 2003-2006
• La direttiva Bolkestein: il principio del paese di origine
– ogni impresa sarebbe stata legittimata ad offrire servizi transfrontalieri in altri stati membri alle condizioni vigenti nel paese di origine dell’impresa
76
Versione finale della Bolkestein: approvata nel dicembre 2006
• Principio del paese di destinazione• La direttiva non si applica
– ai servizi finanziari, alle reti di comunicazione elettronica, ai servizi di trasporto, al settore fiscale.
• I singoli stati dovevano recepirla entro dicembre 2009
77
Considerazioni conclusive
• La produttività dei servizi determina oggi la produttività dell’intera economia
• La quota dei servizi nell’interscambio internazionale è in crescita
• L’Italia registra una produttività media nel comparto dei servizi inferiore a quella degli altri paesi più avanzati, con un trend spesso decrescente
• La specializzazione produttiva dell’Italia nel comparto dei servizi, così come risulta dall’interscambio, è diversa da quella degli altri paesi europei perché esporta servizi turistici e importa servizi alle imprese.
78
Cap. 3Analisi regionale
del settore terziario in ItaliaProf. Luca Ferrucci
Prof. Antonio Picciotti
79
Il peso del settore terziario in Italia
In questo capitolo sono utilizzati i dati ISTAT relativi ai Conti Economici Regionali
80
Il peso del settore terziario in Italia: occupati terziario/occupati totali
67,9%
67,4%67,3%
67,0%67,0%66,8%
66,4%
66,1%
65,8%
65,1%
64,5%
64,2%
63,9%
63,1%
62,0%
63,0%
64,0%
65,0%
66,0%
67,0%
68,0%
69,0%
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Anni
Occ
up
ati
ser
vizi
/occ
up
ati
to
tali
81
Il peso del settore terziario in Italia:la composizione % dell’occupazione
63,1% 63,9% 64,2% 64,5% 65,1% 65,8% 66,1% 66,4% 66,8% 67,0% 67,0% 67,3% 67,4% 67,9%
30,9% 30,4% 30,3% 30,3% 29,9% 29,4% 29,2% 29,1% 29,0% 28,8% 28,8% 28,5% 28,6% 28,2%
6,0% 5,7% 5,6% 5,3% 4,9% 4,8% 4,7% 4,5% 4,2% 4,2% 4,2% 4,2% 4,0% 3,9%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Anni
Occ
up
ati/o
ccu
pat
i to
tali
Servizi Industria Agricoltura 82
Il peso del settore terziario in Italia:la variazione dell’occupazione
82,0
95,193,4
89,3
84,6 83,8 84,3
76,7 77,7 77,478,9
77,075,3
98,9 98,8 99,7 99,6 99,8
101,1102,4 103,6 103,4 104,1 105,1
106,6105,4
101,9 102,7104,2
106,4
109,5
112,2
114,7117,2
118,0 118,7
121,5123,3
124,6
100,0
70,0
80,0
90,0
100,0
110,0
120,0
130,0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Anni
Occ
up
ati t
ota
li N
. in
dic
e 19
95 =
100
Agricoltura Manifatturiero Servizi83
Alcune considerazioni sul peso del settore terziario in Italia
• Nel periodo 1995-2008:
– aumento dell’incidenza del settore terziario sull’intera economia nazionale: dal 63,1% al 67,9% (+4,8%);
– rispetto al settore industriale (manifatturiero + costruzioni), che mostra un incremento del 5,4%, il terziario evidenzia un aumento del 24,6%.
84
L’incidenza e la dinamica delle diverse tipologie di servizi in Italia
85
La composizione dell’occupazione nei servizi in Italia per macro-tipologia
30,9% 30,6% 30,0% 29,8% 29,5% 29,3% 29,2% 29,0%
19,6% 20,1% 20,6% 20,8% 21,0% 21,3% 21,4% 21,8%
29,7% 29,3% 28,9% 28,3% 28,1% 27,9% 27,4% 27,0%
19,8% 20,0% 20,5% 21,2% 21,4% 21,5% 22,0% 22,2%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Anni
Co
mp
osi
zio
ne
per
cen
tual
e o
ccu
pat
i to
tali
Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 86
La variazione dell’occupazione nei servizi in Italia per macro-tipologia
100,0100,0100,0100,0
103,5
108,2
101,2 101,6
105,4104,7
102,7102,6103,0
117,9
121,2
125,4
115,9
113,7
110,6
105,1
101,3 101,9
102,0 102,1 102,0 102,6 102,6
114,2
125,9
123,1
117,4116,2
98,0
103,0
108,0
113,0
118,0
123,0
128,0
2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Anni
Var
iazi
on
e p
erce
ntu
ale
occ
up
ati t
ota
li
Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 87
La visione di sintesi: il peso e la variazione delle macro-tipologie di servizi in Italia
Servizi sociali
Servizi distributivi
Servizi alla produzione
Servizi al consumo
-
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
10,0 12,0 14,0 16,0 18,0 20,0 22,0
Occupato servizi 2007/Occupati totali 2007
Var
iazi
on
e o
ccu
pat
i to
tali
2000
=10
0
88
Alcune considerazioni sulle macro-tipologie di servizi in Italia
• Sostanziale stabilità, nel periodo 2000-2007, nella composizione dei servizi. I servizi distributivi e sociali registrano una diminuzione del loro peso ma continuano a rappresentare il 56% dell’occupazione.
• In termini di dinamica dell’occupazione, i servizi alla produzione e al consumo sono, invece, quelli che denotano i maggiori tassi di crescita (rispettivamente +25,4% e +25,9%).
89
La composizione e la variazione delle singole tipologie di servizi
Settori 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Servizi distributivi Commercio 22,8% 22,7% 22,4% 22,2% 22,0% 21,8% 21,8% 21,6%Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 8,1% 7,9% 7,6% 7,5% 7,5% 7,5% 7,4% 7,3%
Servizi alla produzione Intermediazione monetaria e finanziaria 3,9% 3,9% 3,8% 3,7% 3,7% 3,7% 3,7% 3,8%Attività professionali ed imprenditoriali 15,6% 16,2% 16,8% 17,1% 17,3% 17,6% 17,7% 18,0%
Servizi sociali Pubblica amministrazione 9,7% 9,4% 9,2% 8,8% 8,7% 8,5% 8,3% 8,1%Istruzione 10,4% 10,3% 10,2% 10,1% 9,9% 9,8% 9,7% 9,6%Sanità e altri servizi sociali 9,6% 9,6% 9,5% 9,4% 9,5% 9,6% 9,4% 9,4%
Servizi al consumo Alberghi e ristoranti 6,4% 6,7% 6,7% 6,7% 6,9% 6,9% 7,1% 7,3%Altri servizi pubblici, sociali e personali 6,2% 6,3% 6,2% 6,1% 6,2% 6,3% 6,4% 6,4%Servizi domestici presso famiglie e convivenze 7,2% 7,0% 7,6% 8,3% 8,3% 8,4% 8,5% 8,5%Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Composizione percentuale
Variazione percentuale
Settori 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007
Servizi distributivi Commercio 100,0 101,9 102,8 104,3 103,9 103,8 106,2 106,7 Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni 100,0 99,4 98,1 99,3 98,9 99,5 100,6 101,7
Servizi alla produzione Intermediazione monetaria e finanziaria 100,0 101,9 102,2 101,7 102,3 102,8 104,9 107,8 Attività professionali ed imprenditoriali 100,0 105,9 112,7 116,8 119,3 121,7 125,3 129,8
Servizi sociali Pubblica amministrazione 100,0 99,7 99,4 96,8 96,3 94,9 94,4 93,5 Istruzione 100,0 101,8 102,7 104,0 102,8 102,7 104,1 104,4 Sanità e altri servizi sociali 100,0 102,2 103,5 105,2 107,0 108,4 109,1 109,9
Servizi al consumo Alberghi e ristoranti 100,0 108,0 109,8 112,8 115,4 116,7 123,2 128,4 Altri servizi pubblici, sociali e personali 100,0 103,7 104,6 105,3 107,6 109,2 115,1 116,5 Servizi domestici presso famiglie e convivenze 100,0 99,3 110,0 123,1 124,2 125,1 129,9 131,8 90
La visione di sintesi: il peso e la variazione delle singole tipologie di servizi in Italia
Pubblica amministrazione
Sanità e altri servizi sociali
Alberghi e ristoranti
Servizi domestici presso famiglie e convivenze
Commercio
Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Intermediazione monetaria e finanziaria
Attività professionali ed imprenditoriali
Istruzione
Altri servizi pubblici, sociali e personali
-10,0
-5,0
-
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 14,0 16,0
Occupati servizi 2007/Occupati totali 2007
Var
iazi
on
e o
ccu
pat
i to
tali
2000
= 1
00
91
Alcune considerazioni sulle singole tipologie di servizi in Italia
• Le tipologie di servizi che, nel 2007, assorbono maggiormente occupazione sono il commercio (21,6%) e le attività professionali (18%)
• In termini dinamici, oltre ai servizi domestici (+31,8%) le attività professionali, sono quelle che mostrano il maggior tasso di crescita dell’occupazione (29,8%)
92
Il peso del settore terziario nelle regioni italiane
93
Il peso del settore terziario nelle regioni italiane al 2008
81,9
%
77,7
%
73,6
%
73,6
%
73,4
%
69,2
%
69,2
%
69,1
%
69,1
%
67,9
%
67,2
%
67,1
%
66,3
%
65,7
%
64,1
%
64,0
%
63,8
%
62,6
%
60,3
%
59,3
%
59,1
%
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
90,0%
Lazio
Ligur
ia
Sarde
gna
Sicilia
Campa
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Friuli-V
enez
ia Giul
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Valle
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Trent
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Rom
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Occ
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Occ
up
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li 20
08
94
La variazione del peso del settore terziario nelle regioni italiane
Occupati servizi/Occupati totali
Regioni 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Δ 08-95
Piemonte 58,3% 58,8% 58,8% 58,8% 60,0% 60,9% 61,6% 62,3% 62,8% 64,4% 64,7% 65,1% 65,6% 66,3% 7,9%
Basilicata 57,1% 57,6% 57,7% 57,9% 58,4% 59,1% 57,7% 58,9% 58,9% 58,7% 60,0% 61,2% 62,2% 64,0% 6,9%
Friuli-Venezia Giulia 63,2% 63,2% 62,7% 62,7% 64,2% 64,8% 65,1% 65,6% 66,8% 67,0% 67,4% 68,1% 68,6% 69,2% 6,0%
Campania 67,6% 68,8% 69,5% 70,2% 71,2% 72,0% 71,9% 72,4% 73,3% 74,0% 73,9% 73,3% 73,0% 73,4% 5,9%
Lombardia 58,2% 59,1% 59,8% 59,9% 60,8% 62,0% 62,7% 62,7% 62,9% 62,2% 62,2% 63,1% 63,5% 64,1% 5,9%
Emilia Romagna 58,0% 59,2% 59,4% 59,2% 59,8% 60,7% 61,2% 61,7% 61,8% 62,4% 62,5% 62,8% 63,0% 63,8% 5,8%
Molise 57,1% 57,6% 58,0% 58,0% 58,7% 60,3% 61,0% 61,3% 61,8% 62,2% 61,7% 62,2% 62,5% 62,6% 5,4%
Sardegna 68,5% 69,6% 69,8% 71,5% 72,3% 72,2% 71,9% 71,2% 71,6% 72,2% 72,3% 73,5% 72,7% 73,6% 5,0%
Italia 63,1% 63,9% 64,2% 64,5% 65,1% 65,8% 66,1% 66,4% 66,8% 67,0% 67,0% 67,3% 67,4% 67,9% 4,8%
Umbria 62,6% 63,1% 63,7% 63,8% 64,2% 64,8% 64,9% 64,7% 65,5% 67,2% 66,6% 67,0% 67,3% 67,2% 4,6%
Calabria 64,9% 66,8% 67,2% 68,7% 68,8% 69,0% 68,4% 68,2% 68,8% 68,8% 67,5% 67,4% 68,0% 69,1% 4,2%
Veneto 54,9% 55,4% 55,2% 55,5% 56,0% 57,0% 57,8% 58,4% 58,8% 58,8% 58,9% 58,9% 59,0% 59,3% 4,5%
Trentino-Alto Adige 65,1% 64,9% 65,4% 66,6% 67,4% 68,3% 67,8% 67,7% 68,0% 68,2% 67,9% 68,6% 69,3% 69,1% 4,0%
Toscana 63,1% 64,1% 64,2% 63,9% 65,2% 65,3% 65,0% 66,0% 66,7% 66,1% 66,7% 67,5% 66,9% 67,1% 4,0%
Lazio 78,3% 79,2% 79,4% 80,0% 80,3% 80,4% 80,2% 80,5% 81,4% 82,1% 82,2% 81,3% 81,5% 81,9% 3,6%
Puglia 62,2% 63,7% 63,5% 63,0% 63,9% 64,2% 64,1% 64,8% 64,6% 64,4% 63,8% 64,5% 64,7% 65,7% 3,5%
Marche 55,8% 56,3% 56,8% 56,7% 57,4% 58,7% 58,4% 58,4% 59,0% 58,0% 58,2% 58,7% 59,0% 59,1% 3,3%
Sicilia 70,3% 71,3% 71,7% 72,7% 73,1% 73,1% 73,5% 73,2% 73,2% 73,5% 73,6% 73,3% 73,2% 73,6% 3,2%
Liguria 75,5% 76,3% 76,9% 77,3% 77,1% 77,1% 77,6% 78,3% 78,5% 78,1% 77,7% 77,6% 77,2% 77,7% 2,2%
Valle d'Aosta 68,0% 69,3% 69,0% 68,7% 70,2% 70,9% 69,8% 69,3% 69,6% 67,8% 66,4% 68,4% 68,6% 69,2% 1,2%
Abruzzo 59,3% 58,5% 58,9% 58,9% 58,7% 59,7% 59,5% 60,3% 60,8% 60,1% 60,8% 61,6% 59,7% 60,3% 1,0%
95
La variazione dell’occupazione nel settore terziario nelle regioni italiane
Variazione percentuale degli occupati servizi 1995 = 100
Regioni 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 TMA
Emilia Romagna 100,0 103,1 104,1 104,6 107,6 111,9 114,7 117,8 118,8 119,3 120,8 124,9 128,9 132,0 2,5
Umbria 100,0 101,2 103,3 105,0 109,3 113,9 116,1 114,7 116,9 122,7 122,3 126,6 131,0 130,7 2,4
Piemonte 100,0 101,9 101,4 101,4 105,6 109,6 111,7 114,2 116,6 120,5 122,9 125,8 128,0 130,2 2,3
Veneto 100,0 102,4 103,3 104,7 107,4 112,3 115,5 117,6 121,2 121,9 122,8 125,6 128,1 129,6 2,3
Lombardia 100,0 102,5 104,1 105,6 108,3 111,8 115,3 117,6 120,9 120,4 121,1 125,1 127,1 129,1 2,2
Marche 100,0 102,4 103,0 104,2 108,2 113,2 114,7 116,6 121,4 120,6 121,1 124,9 127,4 128,1 2,2
Lazio 100,0 101,6 102,1 103,4 104,8 106,6 108,9 112,6 117,3 122,1 122,8 123,0 127,3 128,1 2,2
Trentino-Alto Adige 100,0 101,8 102,1 106,9 110,0 113,6 114,3 116,4 118,0 119,9 119,8 123,7 126,7 127,7 2,1
Basilicata 100,0 101,5 103,6 106,3 109,1 114,7 110,8 115,5 117,6 115,8 116,0 121,6 123,7 126,4 2,0
Friuli-Venezia Giulia 100,0 101,4 101,0 102,9 106,8 110,4 113,4 114,3 115,7 115,8 117,4 123,1 125,0 125,8 2,0
Italia 100,0 101,9 102,7 104,2 106,4 109,5 112,2 114,7 117,2 118,0 118,7 121,5 123,3 124,6 1,9
Sardegna 100,0 102,4 104,5 108,9 111,1 111,5 114,2 114,3 116,9 118,0 118,6 122,9 122,7 123,8 1,8
Molise 100,0 101,3 102,7 103,3 104,0 109,7 112,6 114,3 114,0 115,6 113,5 117,8 121,8 122,7 1,7
Toscana 100,0 101,6 101,6 101,6 105,3 107,7 109,1 112,1 116,8 115,6 117,3 121,2 120,9 122,5 1,7
Campania 100,0 101,4 103,4 106,6 107,5 110,0 113,0 118,1 121,7 122,2 120,1 119,8 118,5 117,6 1,4
Sicilia 100,0 101,8 102,4 105,5 106,1 107,5 111,2 112,2 112,3 112,2 114,6 116,7 115,6 116,0 1,2
Puglia 100,0 101,6 100,0 100,3 103,1 106,3 108,5 110,9 109,4 107,9 106,5 110,5 113,0 115,0 1,2
Valle d'Aosta 100,0 103,0 103,6 103,9 106,4 110,0 111,6 113,0 113,0 109,1 106,9 111,6 113,9 114,4 1,1
Abruzzo 100,0 100,9 100,2 100,3 99,1 103,8 108,1 111,2 111,7 106,9 110,6 113,5 111,4 113,7 1,1
Liguria 100,0 101,6 102,8 104,2 103,7 105,7 109,0 109,3 107,4 106,1 107,8 110,7 112,8 113,2 1,0
Calabria 100,0 99,7 100,3 102,5 101,5 103,8 106,2 108,8 111,4 113,2 110,5 111,9 111,4 111,5 0,996
Una visione di sintesi: il peso e la variazione dell’occupazione nei
servizi nelle regioni italiane
Lazio
Liguria
Sicilia
Campania
Abruzzo
Veneto
Marche
Sardegna
Friuli-Venezia Giulia
Valle d'Aosta
Trentino-Alto Adige
Calabria
Umbria
Toscana
Piemonte
Puglia
Lombardia
Basilicata
Emilia Romagna
Molise
Italia
10,0%
15,0%
20,0%
25,0%
30,0%
35,0%
55,0% 60,0% 65,0% 70,0% 75,0% 80,0% 85,0%
Occupati servizi 2008/Occupati totali 2008
Var
iazi
on
e o
ccu
pat
i ser
vizi
199
5-20
08
97
Alcune considerazioni sul peso del terziario nelle regioni italiane
• Nel 2008, eterogeneità delle regioni in cui i servizi assumono un’incidenza maggiore rispetto alla media nazionale (4 Nord, 1 Centro, 4 Sud);
• Tuttavia, in termini dinamici (1995-2008), considerando sia l’aumento del peso dei servizi, sia la variazione degli occupati nel terziario, alcune regioni sembrano essere maggiormente dinamiche (Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Basilicata e Friuli-Venezia Giulia);
• In sintesi, rispetto alla media nazionale, esistono differenti situazioni regionali: regioni marginali (I), regioni con elevato peso dei servizi ma poco dinamiche (II), regioni in cui il settore terziario è maggiormente dinamico (III), regioni leader.
98
La presenza delle diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane
99
La composizione dei servizi per macro-tipologia nelle regioni italiane
30%
21%
30%26%
32%29% 31% 29% 31% 28% 30%
25%30% 27% 28% 29% 29% 29% 28% 27% 29%
25%
16%
27%
17%
21%23% 20% 24% 20%
19%20%
23%18%
18% 19%20% 19% 17% 17% 17%
22%
24%
37%
21%
32%
24% 28%26% 23% 24%
25%
27%26%
31% 36% 32%
35% 35%36% 37%
34%27%
21%26%
22% 25% 23% 20%24% 24% 25% 28%
23%26%
21% 19% 21%16% 17% 18% 18%
22% 22%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Piemon
te
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Sicilia
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Italia
Regioni
Co
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tual
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add
etti
nei
ser
vizi
nel
200
7
Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo 100
La composizione delle macro-tipologie di servizi nelle regioni italiane al 2007 rispetto al
dato nazionaleRegioni
Servizi
distributiviServizi alla produzione
Servizi
sociali
Servizi al
consumo
Piemonte 104,0 113,4 89,5 94,4
Valle d’Aosta 73,9 73,7 137,0 115,0
Lombardia 103,5 122,5 78,6 99,4
Trentino-Alto Adige 89,0 80,0 117,5 112,7
Veneto 110,0 98,0 88,7 102,7
Friuli-Venezia Giulia 99,1 107,1 104,1 89,3
Liguria 106,4 91,4 95,3 105,8
Emilia Romagna 100,6 109,0 85,1 108,6
Toscana 106,0 93,3 88,0 113,5
Umbria 97,3 87,6 91,8 125,6
Marche 104,0 93,3 99,1 102,4
Lazio 87,4 105,0 96,2 116,0
Abruzzo 103,9 82,7 116,0 92,5
Molise 94,1 83,2 132,5 84,6
Campania 95,9 86,0 118,6 96,5
Puglia 100,8 90,1 129,4 73,0
Basilicata 100,6 86,1 131,4 74,6
Calabria 99,8 78,9 133,5 80,2
Sicilia 96,8 76,6 138,8 80,1
Sardegna 94,2 77,2 125,3 99,1
Italia 100,0 100,0 100,0 100,0101
La variazione dell’occupazione nel periodo 2000-2007 delle macro-tipologie di servizi nelle
regioni italiane Regioni
Servizi
distributivi
Servizi alla
produzione
Servizi
sociali
Servizi al
ConsumoTotale
Lazio 14,3 34,8 1,0 36,7 19,4
Piemonte 9,1 27,8 6,7 30,7 16,7
Emilia Romagna 0,9 35,8 7,8 26,3 15,2
Umbria 8,4 29,3 1,4 28,6 15,0
Veneto 7,0 29,2 3,7 25,0 14,0
Lombardia 4,1 22,2 5,3 28,7 13,7
Friuli-Venezia Giulia 7,5 36,7 -1,0 22,7 13,2
Marche 9,2 23,0 3,5 21,0 12,6
Italia 5,4 25,4 2,6 25,9 12,5
Toscana 7,0 18,7 2,2 25,7 12,2
Trentino-Alto Adige 1,0 30,3 11,6 12,3 11,6
Molise 8,9 24,1 0,7 26,3 11,0
Sardegna 2,2 22,4 4,5 22,3 10,0
Basilicata 9,0 18,0 -2,7 21,5 7,8
Campania 1,4 19,3 -1,8 25,7 7,8
Sicilia 1,9 16,2 4,2 17,3 7,5
Abruzzo 2,1 26,5 -0,2 13,5 7,3
Calabria 4,4 24,4 -2,8 22,4 7,3
Liguria 3,7 14,9 -6,0 22,3 6,7
Puglia 2,3 20,0 0,2 13,2 6,3
Valle d’Aosta -12,0 6,5 15,2 1,9 3,5102
La composizione delle singole tipologie di servizi nelle regioni italiane al 2007 rispetto al
dato nazionale
Regioni
Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo
Commercio
Trasporti,
magazzinaggio
comunicazioni
Intermed. monetaria e
finanziaria
Attività professionali e imprenditoriali
P.A.Istruzion
e
Sanità e altri
servizi sociali
Alberghi e ristoranti
Altri servizi
pubblici, sociali e
personali
Servizi domestici
Piemonte 105,8 98,7 113,4 113,4 71,3 87,1 107,5 93,1 99,5 91,8
Valle d’Aosta 74,2 72,9 64,7 75,5 200,5 111,4 108,9 193,2 117,3 45,9
Lombardia 105,0 99,3 129,6 121,0 52,8 80,3 98,8 90,6 96,3 109,2
Trentino-Alto Adige 91,2 82,4 101,8 75,5 128,0 107,0 119,2 208,4 82,2 53,4
Veneto 112,6 102,1 98,9 97,8 70,5 87,8 105,1 128,1 97,6 84,8
Friuli-Venezia Giulia 98,3 101,5 114,6 105,5 125,2 85,0 105,5 117,6 93,2 61,9
Liguria 95,2 139,6 109,2 87,7 99,4 79,4 108,0 135,3 88,4 93,6
Emilia Romagna 103,1 93,2 106,1 109,6 70,7 76,1 106,6 118,0 111,8 97,9
Toscana 107,9 100,2 110,4 89,7 89,4 78,8 96,1 132,4 107,7 101,6
Umbria 104,4 76,3 86,1 88,0 91,1 90,8 93,4 111,2 113,5 147,2
Marche 111,9 80,7 104,3 91,0 83,2 103,9 107,8 101,3 101,8 103,8
Lazio 79,5 110,9 102,5 105,6 141,9 74,1 79,9 85,3 113,9 144,1
Abruzzo 106,8 95,1 83,3 82,6 124,2 118,8 106,0 96,9 100,4 82,7
Molise 98,3 81,8 62,5 87,6 156,5 133,2 111,3 92,9 95,4 69,3
Campania 88,9 116,5 73,2 88,7 115,6 149,6 89,4 77,6 86,5 120,3
Puglia 108,2 78,9 72,3 93,8 136,1 146,4 106,3 75,7 93,3 55,2
Basilicata 105,1 87,2 76,2 88,1 133,6 152,2 108,4 81,5 83,2 62,2
Calabria 95,6 112,3 62,3 82,4 142,8 158,2 100,3 65,1 107,9 72,3
Sicilia 99,6 88,6 67,2 78,5 157,7 153,1 107,9 67,4 101,2 75,1
Sardegna 94,8 92,4 69,0 79,1 143,5 125,8 109,2 107,8 83,1 103,8
Italia 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0103
La variazione dell’occupazione nel periodo 2000-2007 delle singole tipologie di servizi
nelle regioni italiane
Regioni
Servizi distributivi Servizi alla produzione Servizi sociali Servizi al consumo
Commercio
Trasporti,
magazzinaggio
comunicazioni
Intermed. monetaria e
finanziaria
Attività professionali e imprenditoriali
P.A.Istruzion
e
Sanità e altri
servizi sociali
Alberghi e ristoranti
Altri servizi
pubblici, sociali e
personali
Servizi domestici
Lazio 18,7 6,1 8,7 41,7 -9,3 7,6 14,1 43,2 31,7 36,8
Piemonte 12,1 0,6 7,0 33,2 -6,3 6,9 15,5 37,0 18,8 36,5
Emilia Romagna 2,9 -5,0 10,3 42,4 -3,2 11,5 12,5 23,3 9,8 49,5
Umbria 11,9 -3,9 11,7 33,5 -8,9 1,8 11,5 35,0 18,3 31,2
Veneto 9,3 0,2 6,0 35,4 -7,9 4,7 10,8 25,8 20,7 27,8
Lombardia 4,8 2,1 6,2 26,4 -3,7 9,4 6,6 24,3 19,3 39,7
Friuli-Venezia Giulia 9,7 1,7 16,0 42,4 -16,8 8,9 12,4 26,2 16,9 24,0
Marche 12,8 -3,4 10,4 26,5 -11,9 5,6 14,3 25,9 18,3 19,0
Italia 6,7 1,7 7,8 29,8 -6,5 4,4 9,9 28,4 16,5 31,8
Toscana 6,7 8,0 4,7 22,9 -7,5 5,0 8,8 29,2 13,7 33,1
Trentino-Alto Adige 2,1 -2,4 12,0 36,7 -9,3 27,5 23,5 13,3 16,0 5,4
Molise 10,1 4,5 5,9 27,4 -7,7 3,2 9,6 36,8 11,9 32,4
Sardegna 3,4 -1,3 21,9 22,5 5,3 -2,2 12,4 31,0 17,6 18,2
Basilicata 10,6 3,7 11,8 19,2 -14,5 -5,4 19,5 21,5 14,5 29,6
Campania -2,1 10,1 9,6 21,1 -5,5 -2,3 3,8 31,0 7,7 34,9
Sicilia 4,1 -4,7 8,1 17,8 4,5 0,5 10,0 34,6 7,7 16,2
Abruzzo 3,1 -0,9 17,1 28,7 -2,6 -3,0 5,9 18,6 7,0 15,0
Calabria 4,5 4,1 14,6 26,1 -3,5 -4,2 0,2 24,7 18,0 25,9
Liguria 3,3 4,5 -2,3 20,3 -27,2 8,4 7,9 25,4 12,0 26,8
Puglia 4,9 -7,1 5,9 22,6 -7,2 3,3 4,9 33,9 8,8 0,2
Valle d’Aosta -9,6 -18,5 -16,7 12,0 13,8 25,7 7,7 7,4 -6,1 0,0104
Alcune considerazioni sulla diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane
• In termini di articolazione territoriale:– i servizi alla produzione presentano una maggiore diffusione, rispetto alla
media nazionale, in alcune regioni del nord Italia (Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna);
– quelli al consumo, sono largamente presenti nelle regioni del centro e del nord Italia;
– i servizi sociali sono maggiormente diffusi, rispetto alla media nazionale, nelle regioni dell’Italia meridionale;
• In termini dinamici:– i servizi che registrano una maggiore incremento, nel periodo 2000-2007,
in tutte le regioni italiane, sono i servizi alla produzione (soprattutto nella componente attività professionali ed imprenditoriali) e i servizi al consumo;
– i servizi sociali sono gli unici che, in alcune regioni, denotano una diminuzione dell’occupazione (soprattutto nella componente P.A.).
105
Un focus sulla relazione tra attività manifatturiere e servizi
all’industria
106
Composizione e variazione dell’occupazione nel settore manifatturiero e nei servizi
all’industria
Regioni
Occupati/
Occupati totali 2007Composizione rispetto al dato
nazionale 2007Variazione occupazione
2000-2007
Industria in senso stretto
Attività professionali e imprenditoriali
Industria in senso stretto
Attività professionali e imprenditoriali
Industria in senso stretto
Attività professionali e imprenditoriali
Piemonte 24,4% 13,4% 117,1 110,3 -9,6 33,2
Valle d’Aosta 11,7% 9,3% 56,1 76,9 0,0 12,0
Lombardia 27,8% 13,9% 133,7 114,0 3,9 26,4
Trentino-Alto Adige 16,5% 9,4% 79,3 77,6 3,6 36,7
Veneto 29,6% 10,4% 142,0 85,6 1,0 35,4
Friuli-Venezia Giulia 22,7% 13,1% 109,1 107,4 -5,4 42,4
Liguria 12,7% 12,2% 61,2 100,4 -0,6 20,3
Emilia Romagna 26,4% 12,5% 126,7 102,5 2,7 42,4
Toscana 22,5% 10,8% 107,9 89,1 -2,9 22,9
Umbria 21,2% 10,7% 101,9 87,9 2,3 33,5
Marche 30,7% 9,7% 147,3 79,7 10,3 26,5
Lazio 8,8% 15,5% 42,2 127,7 -2,2 41,7
Abruzzo 25,2% 8,9% 120,8 73,2 8,5 28,7
Molise 19,4% 9,9% 93,3 81,2 11,7 27,4
Campania 13,9% 11,7% 66,8 96,1 -0,8 21,1
Puglia 16,8% 10,9% 80,8 90,1 0,3 22,6
Basilicata 17,6% 9,9% 84,7 81,4 -6,9 19,2
Calabria 9,4% 10,1% 44,9 83,1 12,4 26,1
Sicilia 10,6% 10,4% 51,1 85,3 6,0 17,8
Sardegna 11,7% 10,4% 56,0 85,3 15,3 22,5
Italia 20,8% 12,2% 100,0 100,0 1,0 29,8107
La struttura del settore manifatturiero e dei servizi all’industria nelle regioni italiane
Piemonte
Lombardia
Veneto
Emilia Romagna
Toscana
Marche
Lazio
Abruzzo
Campania
CalabriaSardegna
Valle d'Aosta
Trentino-Alto Adige
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Umbria
Molise
Puglia
Basilicata
Sicilia
Italia
8,0%
9,0%
10,0%
11,0%
12,0%
13,0%
14,0%
15,0%
16,0%
0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0%
Occupati manifatturiero/Occupati totali 2007
Occ
up
ati s
ervi
zi a
ll'in
du
stri
a/O
ccu
pat
i to
tali
2007
108
I percorsi di sviluppo del settore manifatturiero e dei servizi all’industria nelle regioni italiane
Piemonte
Valle d'Aosta
Lombardia
Trentino-Alto Adige
Emilia RomagnaLazio
Abruzzo
Molise
Puglia
Calabria
Sicilia
Sardegna
Veneto
Friuli-Venezia Giulia
Liguria
Toscana
Umbria
Marche
Campania
Basilicata
Italia
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
35,0
40,0
45,0
-15,0 -10,0 -5,0 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0
Variazione 2000-2007 occupati manifatturiero
Var
iazi
on
e 20
0-20
07 o
ccu
pat
i ser
vizi
all'
ind
ust
ria
109
Alcune considerazioni sulla diverse tipologie di servizi nelle regioni italiane
• In termini di struttura dell’occupazione:– alcune regioni italiane (II) presentano, rispetto alla media nazionale, una
prevalenza della componente manifatturiera (Umbria, Toscana, Abruzzo, Veneto e Marche);
– altre regioni (III) basano la loro economia sulla netta prevalenza dei servizi all’industria rispetto alla componente manifatturiera (Lazio);
– altre regioni (IV), infine, denotano sia una elevata componente manifatturiera, sia una significativa presenza di servizi all’industria (Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia).
• In termini dinamici:– alcune regioni mostrano una diminuzione della componente
manifatturiera, con una sorta di effetto sostituzione a favore dei servizi (tra cui Friuli-Venezia Giulia e Piemonte),
– in altre regioni (tra cui l’Emilia Romagna) si manifesta una co-evoluzione tra settore manifatturiero e servizi all’industria;
– infine, altre regioni (tra cui la Lombardia), rafforzano la loro vocazione manifatturiera. 110
Cap. 4 Analisi delle principali imprese di
alcuni comparti del settore terziario
Prof. Luca FerrucciProf. Antonio Picciotti
111
La metodologia utilizzata
112
Quali comparti: la classificazione dei servizi
Classificazione funzionale
Classificazione
ATECO 2002
Classificazione proposta
Servizi distributivi I Trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
Trasporti e magazzinaggio
Servizi alla produzione K Attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali e imprenditoriali
Noleggio
Informatica
R&S
Servizi ad elevata qualificazione professionale
Servizi a bassa qualificazione professionale
Servizi al consumo H Alberghi e ristoranti Ristorazione
O Servizi pubblici, sociali e personali
Smaltimento
Servizi ricreativi e culturali
Servizi alle famiglie 113
Quali imprese:il processo di selezione
• Banca dati AIDA• Identificazione delle imprese sulla base del codice di
attività (Ateco 2002)• Non bilanci consolidati• Dati relativi alla prime 500 imprese (Top500)• Progressiva attività di ripulitura dei dati:
– Solo imprese con bilanci aggiornati (dal 31/08/2008)– Solo imprese con set di dati completi
• Analisi delle prime 100 imprese di ogni settore (Top100)
114
Quali indicatori:l’analisi economico-finanziaria
1. Crescita per vie INTERNE
2. Crescita per vie ESTERNE
1A. In modo orizzontale: Fatturato1B. In modo verticale: VA/Fatturato1C. Gli investimenti: Immobilizzazioni/Attivo1D. Per finanziarizzazione: Attività finanziarie/Attivo
2. Partecipazioni/Totale Attivo
4. FINANZIAMENTO
3. EFFICIENZA
5. RISULTATI ECONOMICI
4. Totale Debiti/Totale Attivo
3A. Costo del Lavoro/Fatturato
3B. Costo Acquisti/Fatturato
3C. Oneri Finanziari/Fatturato
5A. ROI5B. ROE
115
I risultati della ricerca
116
1A. La crescita per vie interne in modo orizzontale: Fatturato
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 231.942 276.858 290.809 19,4 25,4 5,0 83,8 100 105,0
Noleggio 35.243 54.654 56.482 55,1 60,3 3,3 64,5 100 103,3
Informatica 108.394 135.424 148.152 24,9 26,7 9,4 80,0 100 109,4
R&S 9.909 13.527 15.843 36,5 59,9 17,1 73,3 100 117,1
Servizi ad elevata qualificazione professionale
285.442 493.395 577.477 72,9 102,3 17,0 57,9 100 117,0
Servizi a bassa qualificazione professionale
29.556 41.359 45.016 39,9 52,3 8,8 71,5 100 108,8
Ristorazione 71.015 83.636 87.268 17,8 22,9 4,3 84,9 100 104,3
Smaltimento 34.074 45.537 53.980 33,6 58,4 18,5 74,8 100 118,5
Servizi ricreativi 9.188 14.413 15.580 56,9 69,6 8,1 63,7 100 108,1
Servizi a famiglie 8.414 11.272 11.858 34,0 40,9 5,2 74,6 100 105,2
- Imprese di alcuni comparti con fatturati medi più elevati (Trasporti e Servizi ad elevata qualificazione professionale);
- crescita generalizzata del fatturato e maggiori incrementi per comparti quali: R&S, Servizi ad elevata qualificazione professionale e Smaltimento rifiuti;
- per tutti i comparti, sembra che non via sia stato un “effetto crisi”. 117
1B. La crescita per vie interne in modo verticale: Valore Aggiunto/Fatturato
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 33,3 32,8 31,6 -0,6 -1,7 -1,1 101,7 100 96,5
Noleggio 42,0 42,5 43,5 0,5 1,6 1,1 98,8 100 102,5
Informatica 35,8 36,2 38,0 0,5 2,2 1,8 98,7 100 104,8
R&S 45,5 39,2 35,7 -6,3 -9,8 -3,5 116,0 100 91,1
Servizi ad elevata qualificazione professionale
23,0 18,0 16,3 -4,9 -6,7 -1,8 127,3 100 90,3
Servizi a bassa qualificazione professionale
53,2 52,1 52,0 -1,1 -1,2 -0,1 102,2 100 99,8
Ristorazione 33,3 31,8 30,5 -1,5 -2,8 -1,3 104,6 100 95,9
Smaltimento 39,3 39,4 36,5 0,1 -2,8 -2,9 99,7 100 92,6
Servizi ricreativi 70,2 55,0 52,5 -15,2 -17,7 -2,5 127,6 100 95,5
Servizi a famiglie 53,4 52,8 52,8 -0,5 -0,6 0,0 101,0 100 99,9
- Generalmente, bassa integrazione verticale, ad eccezione dei comparti: Servizi a bassa qualificazione professionale, Servizi ricreativi e culturali e Servizi alle famiglie;
- tendenza ad una diminuzione dell’integrazione verticale, indipendentemente dalla situazione di crisi economica. 118
1C. Gli investimenti: Immobilizzazioni Totali/Totale Attivo
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 45,0 46,5 48,1 1,6 3,2 1,6 96,6 100 103,5
Noleggio 68,4 66,3 66,7 -2,0 -1,7 0,3 103,0 100 100,5
Informatica 17,0 20,4 22,1 3,4 5,1 1,7 83,2 100 108,1
R&S 20,1 15,5 16,1 -4,7 -4,0 0,6 130,1 100 104,2
Servizi ad elevata qualificazione professionale
13,0 14,2 13,0 1,2 0,0 -1,2 91,4 100 91,1
Servizi a bassa qualificazione professionale
15,0 16,0 19,3 1,1 4,4 3,3 93,3 100 120,6
Ristorazione 40,6 37,1 40,2 -3,5 -0,4 3,1 109,5 100 108,4
Smaltimento 35,4 34,4 38,5 -1,0 3,1 4,2 102,9 100 112,1
Servizi ricreativi 58,2 52,2 53,9 -6,0 -4,2 1,8 111,5 100 103,4
Servizi a famiglie 53,9 50,8 53,2 -3,1 -0,6 2,4 106,1 100 104,8
- Immobilizzazioni elevate solo per alcuni comparti: Noleggio, Servizi ricreativi e culturali, Servizi alle famiglie;
- ad eccezione del comparto Servizi ad elevata qualificazione professioanle, è aumentato il peso degli investimenti sulla struttura patrimoniale delle imprese: politica degli investimenti e/o riduzione dell’attivo circolante. 119
1D. La crescita per vie interne mediante finanziarizzazione: Attività Finanziarie/Totale Attivo
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 1,4 1,2 1,0 -0,2 -0,3 -0,1 116,8 100 90,1
Noleggio 0,2 0,0 0,1 -0,1 -0,1 0,0 345,7 100 204,4
Informatica 1,3 0,6 1,6 -0,8 0,2 1,0 237,5 100 279,4
R&S 5,1 5,6 8,1 0,5 3,0 2,5 90,5 100 144,7
Servizi ad elevata qualificazione professionale
0,9 1,1 0,1 0,1 -0,8 -0,9 88,3 100 13,2
Servizi a bassa qualificazione professionale
2,7 1,5 1,8 -1,2 -1,0 0,3 181,8 100 118,1
Ristorazione 1,2 0,2 0,2 -1,0 -1,0 0,1 703,0 100 139,5
Smaltimento 9,4 3,4 3,4 -6,0 -6,0 0,0 278,3 100 100,9
Servizi ricreativi 0,7 0,5 0,9 -0,2 0,2 0,4 139,0 100 180,4
Servizi a famiglie 0,4 0,4 1,4 0,0 1,0 1,0 99,8 100 387,1
- Ad eccezione delle imprese della R&S, scarso livello di finanziarizzazione;
- in termini dinamici, la componente finanziaria non assume, inoltre, una significativa rilevanza. 120
2. La crescita per vie esterne: Partecipazioni/Totale Attivo
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 5,3 6,3 6,7 1,1 1,5 0,4 82,9 100 106,1
Noleggio 1,2 0,9 1,3 -0,3 0,1 0,4 130,8 100 142,2
Informatica 10,6 16,4 14,8 5,8 4,2 -1,6 64,6 100 90,3
R&S 2,2 29,2 26,3 27,0 24,1 -2,9 7,5 100 90,2
Servizi ad elevata qualificazione professionale
51,4 45,3 41,7 -6,1 -9,7 -3,6 113,4 100 92,0
Servizi a bassa qualificazione professionale
6,2 5,2 4,5 -1,0 -1,7 -0,7 119,9 100 87,5
Ristorazione 10,4 20,1 15,3 9,6 4,9 -4,8 52,0 100 76,2
Smaltimento 3,1 4,0 3,5 0,9 0,5 -0,4 77,3 100 89,5
Servizi ricreativi 6,5 12,2 11,0 5,7 4,5 -1,2 53,3 100 90,4
Servizi a famiglie 2,4 2,4 2,9 0,0 0,5 0,5 100,4 100 123,1
- Elevate partecipazioni per le imprese dei comparti: Servizi ad elevata qualificazione professionale e R&S;
- Nel periodo complessivo, tendenza ad un aumento delle partecipazioni che, tuttavia, hanno evidenziato una diminuzione nell’ultimo anno (2007-2008). 121
3A. L’efficienza della gestione: Costo del Lavoro/Fatturato
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 17,3 16,3 16,3 -1,0 -1,0 -0,01 106,1 100 99,7
Noleggio 5,8 5,1 5,4 -0,6 -0,3 0,3 112,6 100 106,0
Informatica 25,3 25,9 27,0 0,6 1,7 1,0 97,6 100 104,0
R&S 32,5 27,4 24,6 -5,1 -7,9 -2,8 118,7 100 89,8
Servizi ad elevata qualificazione professionale
14,7 12,2 11,4 -2,5 -3,3 -0,8 120,6 100 93,4
Servizi a bassa qualificazione professionale
45,5 43,9 44,6 -1,6 -0,9 0,7 103,7 100 101,6
Ristorazione 24,5 23,7 24,0 -0,8 -0,6 0,2 103,4 100 101,0
Smaltimento 27,6 24,8 23,0 -2,8 -4,6 -1,8 111,2 100 92,9
Servizi ricreativi 53,5 39,6 39,8 -13,9 -13,7 0,2 135,0 100 100,4
Servizi a famiglie 34,1 35,3 36,3 1,2 2,2 1,0 96,5 100 102,8
- Elevata incidenza del costo del lavoro nei comparti: Servizi a bassa qualificazione professionale, Servizi ricreativi e culturali e Servizi alle famiglie;
- nel periodo considerato, generale riduzione di tale incidenza per quasi tutti i comparti dei servizi. 122
3B. L’efficienza della gestione: Acquisti di Materie Prime/Fatturato
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 18,8 19,2 19,2 0,5 0,4 0,0 97,5 100 99,8
Noleggio 15,0 12,9 12,8 -2,1 -2,3 -0,2 116,3 100 98,7
Informatica 21,7 21,1 19,2 -0,6 -2,5 -1,9 102,8 100 91,1
R&S 26,2 29,6 28,2 3,4 2,0 -1,4 88,5 100 95,3
Servizi ad elevata qualificazione professionale
46,5 61,0 63,3 14,5 16,9 2,3 76,2 100 103,8
Servizi a bassa qualificazione professionale
18,3 15,6 17,0 -2,7 -1,3 1,4 117,1 100 108,8
Ristorazione 32,7 32,7 32,5 0,1 -0,2 -0,2 99,8 100 99,3
Smaltimento 8,4 8,1 8,3 -0,3 -0,1 0,2 103,2 100 101,9
Servizi ricreativi 7,7 13,4 16,0 5,7 8,3 2,6 57,2 100 119,3
Servizi a famiglie 16,3 17,9 18,3 1,6 2,0 0,4 91,0 100 102,0
- Incidenza elevata degli acquisti solo per le imprese dei Servizi ad elevata qualificazione professionale;
- sostanziale stabilità degli acquisti il cui peso aumenta in modo significativo solo per le imprese dei Servizi ad elevata qualificazione professionale e dei Servizi ricreativi e culturali. 123
3C. L’efficienza della gestione:Oneri Finanziari/Fatturato
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 3,3 3,5 3,6 0,2 0,4 0,2 94,1 100 104,4
Noleggio 3,6 4,9 5,6 1,3 2,1 0,8 73,3 100 116,1
Informatica 1,1 1,4 1,4 0,3 0,3 0,0 80,1 100 103,5
R&S 1,1 1,4 1,3 0,3 0,2 -0,1 80,1 100 93,4
Servizi ad elevata qualificazione professionale
2,2 1,9 1,8 -0,3 -0,4 -0,2 113,4 100 91,5
Servizi a bassa qualificazione professionale
1,1 1,5 2,0 0,4 0,9 0,5 72,1 100 129,3
Ristorazione 2,0 2,0 4,9 0,1 2,9 2,8 97,5 100 239,3
Smaltimento 2,0 2,5 2,6 0,5 0,6 0,1 80,0 100 104,6
Servizi ricreativi 3,0 3,1 3,7 0,1 0,7 0,6 97,1 100 120,3
Servizi a famiglie 2,4 3,3 3,6 0,9 1,2 0,3 71,8 100 108,1
- Incidenza degli oneri finanziari con valori massimi registrati dai comparti Noleggio e Ristorazione;
- sostanziale stabilità dell’incidenza degli oneri finanziari che, tuttavia, viene accentuata nell’ultimo anno. 124
4. Il finanziamento della crescita: Totale Debiti/Totale Attivo
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 45,8 44,1 43,4 -1,7 -2,5 -0,8 103,9 100 98,3
Noleggio 73,9 74,8 75,2 0,9 1,3 0,4 98,8 100 100,6
Informatica 64,0 64,0 57,9 0,0 -6,1 -6,1 100,0 100 90,5
R&S 71,8 68,9 68,1 -2,9 -3,7 -0,8 104,2 100 98,8
Servizi ad elevata qualificazione professionale
34,4 41,0 45,0 6,6 10,7 4,1 83,9 100 110,0
Servizi a bassa qualificazione professionale
64,4 65,7 68,0 1,3 3,6 2,4 98,1 100 103,6
Ristorazione 65,2 62,5 64,7 -2,7 -0,5 2,2 104,3 100 103,6
Smaltimento 67,3 64,2 62,1 -3,2 -5,3 -2,1 104,9 100 96,7
Servizi ricreativi 52,8 58,0 58,0 5,2 5,2 0,0 91,1 100 100,0
Servizi a famiglie 59,6 64,9 60,1 5,3 0,6 -4,8 91,8 100 92,6
- Elevata incidenza dell’indebitamento ad eccezione dei Trasporti e Servizi ad elevata qualificazione professionale;
- situazione estremamente differenziata nel ricorso al credito, anche con riferimento all’ultimo anno: le imprese di cinque comparti registrano un aumento e quelle di altri cinque una diminuzione. 125
5A. I risultati economici: ROI
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 7,8 9,4 6,8 1,6 -1,1 -2,6 83,4 100 71,9
Noleggio 7,3 9,3 6,6 1,9 -0,8 -2,7 79,3 100 71,0
Informatica 8,8 9,4 9,2 0,6 0,4 -0,2 93,2 100 98,0
R&S 9,3 6,0 8,9 -3,3 -0,4 2,9 155,5 100 148,7
Servizi ad elevata qualificazione professionale
8,6 7,1 6,8 -1,5 -1,7 -0,2 121,0 100 96,6
Servizi a bassa qualificazione professionale
9,7 9,6 8,1 -0,1 -1,7 -1,5 101,5 100 84,0
Ristorazione 6,3 7,7 3,9 1,4 -2,3 -3,7 81,3 100 51,3
Smaltimento 6,0 9,3 8,3 3,3 2,3 -1,0 64,4 100 89,4
Servizi ricreativi 6,8 6,0 7,2 -0,8 0,4 1,2 113,4 100 119,9
Servizi a famiglie 8,1 7,1 6,5 -1,0 -1,6 -0,6 114,4 100 92,2
- Redditività del capitale investito e del capitale proprio manifestano un andamento negativo, soprattutto con riferimento all’ultimo anno.
126
5B. I risultati economici: ROE
Servizi Valore medio Variazione N. indice
2004 2007 2008 04-07 04-08 07-08 2004 2007 2008
Trasporti 7,9 11,1 8,2 3,1 0,2 -2,9 71,7 100 73,9
Noleggio 14,4 10,4 8,1 -3,9 -6,3 -2,3 137,9 100 77,5
Informatica 9,9 13,8 11,2 3,9 1,3 -2,5 71,9 100 81,7
R&S 8,0 12,0 8,6 4,0 0,6 -3,4 66,6 100 72,0
Servizi ad elevata qualificazione professionale
11,3 16,4 12,9 5,0 1,6 -3,4 69,3 100 79,0
Servizi a bassa qualificazione professionale
11,2 10,3 12,7 -1,0 1,5 2,4 109,2 100 123,7
Ristorazione 10,6 11,2 5,2 0,6 -5,4 -6,0 94,5 100 46,5
Smaltimento 8,6 9,5 6,6 0,9 -2,0 -2,9 90,3 100 69,5
Servizi ricreativi 3,8 4,0 8,7 0,2 4,9 4,7 95,3 100 216,3
Servizi a famiglie 2,8 5,0 3,9 2,2 1,1 -1,1 56,2 100 78,3
- Redditività del capitale investito e del capitale proprio manifestano un andamento negativo, soprattutto con riferimento all’ultimo anno.
127
Alcune considerazioni di sintesi
128
• Imprese dei servizi sembrano attuare strategie di crescita all’interno del loro business (aumento del fatturato e dell’incidenza degli investimenti)– Scarso ricorso sia a strategie di integrazione verticale, sia a strategie di
finanziarizzazione dell’attività d’impresa– Tendenza alla crescita per vie esterne (mediante partecipazioni) “rallentata”
dal periodo di crisi;• Comparti più dinamici: R&S, Servizi ad elevata qualificazione
professionale e Smaltimento rifiuti;• Ricerca dell’efficienza soprattutto attraverso la riduzione
dell’incidenza del costo del lavoro;• Struttura patrimoniale caratterizzata da un significativo ricorso al
capitale di terzi con un aumento, nell’ultimo anno dell’incidenza degli oneri finanziari;
• Pur registrando un incremento generalizzato dei fatturati, peggiorano, soprattutto nell’ultimo anno, le condizioni di redditività (ROI e ROE). 129
Cap. 5Buone pratiche di esternalizzazione
qualificata di servizi
Prof. Giorgio GiorgettiProf. Angelo GasparreDott. Demetrio Catillo
Dott. Andrea Bernardoni130
Scenario e quadro teorico
131
Il fenomeno esternalizzazioni
• Trend generalizzato di crescita– Nel comparto pubblico– Nelle imprese tradizionali
• In generale: – Focalizzazione sulle core competencies
• Outsourcing strategico per tutte le attività non core per le quali non c’è un’esigenza strategica al mantenimento e non sono presenti particolari competenze
– Hamel e Prahalad (1990); Stuckey e White (1993); Quinn e Hilmer (1994), etc.
– Ottimizzazione dei processi e della spesa• Flessibilizzazione della capacità produttiva• Specializzazione e approccio globale ai processi del provider
132
Nella pubblica amministrazione
• L’esternalizzazione è ritenuta:– strumento utile al miglioramento delle performance– coerente con alcune delle principali linee di
ispirazione delle recenti riforme: • trasformazione organizzativa, aziendalizzazione
• apertura agli stakeholder, accountability
• semplificazione dei processi amministrativi
• miglioramento dell’efficienza
• riduzione dei costi degli adempimenti amministrativi per cittadini e imprese
– valida alternativa alla privatizzazione per beni pubblici e monopoli naturali
133
• Dal punto di vista dell’oggetto– servizi interni (es. manutenzioni e servizi ausiliari)– servizi finali (es. socio-assistenziali) – servizi amministrativi (es. serv. informatici, contabilità).
• Soggetti gestori– Prevalentemente for profit
• Modalità di attuazione– Tendenziale aumento dei casi in cui la scelta è frutto di un’analisi
preliminare, e poi valutazione degli esiti
D’Autilia e Zamaro (2005)
134
• Sviluppo significativo ma ampie potenzialità di crescita futura– Lacava e Mazzantini, 2007:
• 83% dei soggetti ha effettuato esternalizzazioni nel triennio 2004-2006 e il valore complessivo dei servizi dati in outsourcing è molto rilevante (in oltre il 35% dei casi valore medio supera i 20 milioni di euro)
• 59% dei casi le esternalizzazioni non incidono per oltre il 10% sul totale della spesa corrente dell’ente
135
• Luci– riduzione della spesa PA
• competizione• specializzazione• economie di scala • riduzione degli investimenti
strutturali • politica/gestione
– plus tecnologico– migliore trasparenza sul costo
dei servizi
• Ombre– aspetti gestionali
• costi nascosti (gare, monitoraggio, etc.)
– aspetti politici• corruzione• controllo politico • se il gestore è for profit: tax
for profit• questione occupazionale
Mussari (2005)
136
Nelle imprese
• Mutamento nello scenario competitivo– Globalizzazione– Iper-Competizione – Turbolenza dei mercati
Pressione sui costi Ricerca di flessibilità Tendenz. super. trade-off costo/qualità
A fronte di un quadro – ormai superato – di aziende integrate, dove la logica produttiva è tutta interna, da tempo lo scenario presenta “organizzazioni minime”, “cellulari” (Miles e Snow, 1986; 1996), ed una costellazione del valore (Normann e Ramirez, 1995) che si crea nel rapporto tra una molteplicità di attori che interagiscono sulle diverse filiere
137
Il quadro teoricoMake or Buy: uno schema da superare
• Dalla logica transazionale alla logica di partnership
– Buy soluzione più efficiente se (Williamson, 1975):• tecnologia generica• transazioni istantanee• bassa frequenza degli scambi• “grandi numeri”• alta capacità di valutazione dei prodotti/servizi da acquistare
Al mercato si contrappone il CLAN (Ouchi, 1981):» Elevata congruenza sui fini» Fiducia (equità seriale) » Transazioni continuative» Complessità di misurazione degli apporti
138
Solo servizi di supporto?
• L’opzione della terziarizzazione si presenta come una scelta generalizzata per una molteplicità di imprese in molti settori– Per servizi complessi, ad elevato valore aggiunto– Con elevati livelli di integrazione con i processi interni– In una logica di medio-lungo periodo
• Es. grande distribuzione organizzata– La prospettiva della relazione con operatori specializzati nel campo dello
stoccaggio, movimentazione e trasporto (logistica integrata) si presenta come una soluzione coerente con il nuovo scenario competitivo
139
Presentazione degli studi di caso
140
I casi analizzati
# Caso di studio Imprese Sede
1 Delocalizzazione magazzino Coccinelle La Giovane Parma
2 Piattaforma logistica Unilog Bologna
3 Gestione ciclo integrato rifiuti per Conai Idealservice Udine
4 Global Service ASL 13 Veneto Manutencoop Bologna
5 Gest. Cedi PennyMarket Desenzano Garda CFT Firenze
6 Serv. bigliett. aree archeol. romane (SBAR) Pierreci Roma
7 Servizio ristorazione ASL Bologna Cir-food Reggio Emilia
8 Servizi integrati ospedale di Forli Formula servizi Forlì
9 Servizio rifiuti ATO Messina Cosp Terni
10 Servizio mensa universitaria Perugia Camst Bologna
141
Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”
1. Delocalizzazione magazzino Coccinelle (La Giovane)– Il cliente ha valorizzato il rapporto fiduciario e gli investimenti
strutturali della cooperativa ottimizzando la gestione senza perdere il controllo sui processi di riferimento
2. Piattaforma logistica (Unilog)– L’investimento strutturale e il profilo globale e integrato del provider
costituiscono un asset per la molteplicità di committenti che realizzano sia economie di coordinamento (integrazione della filiera) sia una complessiva ottimizzazione della spesa
142
Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”
3. Gestione ciclo integrato dei rifiuti (Idealservice)– L’integrazione della filiera realizzata con l’esternalizzazione insieme agli
investimenti in soluzioni tecnologiche avanzate della cooperativa hanno consentito un aumento esponenziale dei risultati in termini di recupero e valorizzazione del rifiuto
4. Global Service ASL 13 Veneto (Manutencoop)– L’affidamento ad un unico soggetto ha consentito alla committenza di
ridurre la spesa e di reindirizzare il recupero di efficienza alla realizzazione di un progetto in “stallo” per carenza di risorse
143
Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”
5. Gestione CEDI “Penny Market” (CFT)– Il cliente ha trovato un partner affidabile capace di erogare servizi di
qualità, i lavoratori hanno trovato condizioni di lavoro pienamente garantite da un punto di vista contributivo e retributivo, strumento di integrazione (anche sociale) dei lavoratori stranieri
6. Gestione SBAR (CNS-Pierreci)– Aumento orario di apertura dei musei etc. (prima il Colosseo chiudeva
alle 14), apertura e valorizzazione anche dei siti marginali, aumento dei ricavi per la PA, ottimizzazione della gestione del personale pubblico, incremento qualità servizi per cittadini.
144
Quando le esternalizzazioni sono “giochi a somma positiva”
7. Servizio ristorazione ASL Bologna (CIR)– La ASL e gli altri soggetti della PA coinvolti hanno effettuato
investimenti altrimenti non fattibili, ottimizzazione e semplificazione gestione con partner unico, tutti i lavoratori hanno stesso trattamento, soddisfazione da parte di clienti/utenti
8. Gestione servizi integrati ospedalieri (Formula servizi)– Risparmio economico per committente (solo su logistica 59%),
riduzione anche dei costi di coordinamento avendo un unico interlocutore, stabilizzazione per i lavoratori.
145
9. Gestione servizi rifiuti ATO Messina (CNS-Cosp)– Raggiunto e superato gli obiettivi di raccolta differenziata fissati dalla
legge, recupero dell’evasione attraverso censimento utenze domestiche, i lavoratori hanno un rapporto di lavoro stabile, i cittadini hanno un servizio che funziona.
10. Mensa Universitaria Perugia (CAMST)– Adisu ha ristrutturato la mensa e riprogettato il servizio, i lavoratori
sono stati stabilizzati, gli studenti a parità di costo del pasto hanno un servizio di qualità maggiore. In 2 anni il numero di pasti erogati è aumentato del 20%.
146
L’analisi dei casi
• Le motivazioni all’esternalizzazione
• Gli investimenti dei providers
• La qualità del lavoro nei processi esternalizzati
• Le ricadute per gli stakeholders
147
Le motivazioni alla esternalizzazione
• Ottimizzazione della spesa (es: servizi integrati ospedale Forlì; global service ASL 13 Veneto; ristorazione ASL Bologna )– Migliore allocazione delle risorse– Elevazione degli standard di qualità a parità di spesa– Riduzione della spesa a parità di standard di qualità
• Esigenza di flessibilità (es. piattaforma logistica Unilog; Cedi Penny Market; delocalizzazione magazzino Coccinelle)
– Ottimizzazione dello sfruttamento della capacità produttiva– Flessibilizzazione dei costi del lavoro
148
• Integrazione della filiera (es. gestione ciclo integrato rifiuti per Conai; piattaforma logistica Unilog)
• Stimolo legislativo (es: legge Ronchey 1997 per SBAR; decreto Ronchi 1997 per Gestione ciclo integrato rifiuti per Conai)
• Ottimizzazione della gestione (es: SBAR, gestione Cedi Penny
Market) • Necessità di fare investimenti e riqualificare il servizio
(es: ASL 13 Veneto, mensa Perugia; mense ASL Bologna)
149
Gli investimenti nei processi di esternalizzazione
A. In immobilizzazioni materialiI. Beni propri (Unilog, La Giovane, Idealservice);
II. Beni di terzi (CIR, Manutencoop, CAMST, Formula Servizi)
B. In immobilizzazioni immateriali I. Innovazione tecnologica (Idealservice, La Giovane, Cosp)
II. Innovazione gestionale/organizzativa (Pierreci, CFT)
C. In formazione (tutti i casi)
150
La qualità del lavoro nei processi esternalizzati
• Nel caso di accorpamento di più servizi – tutti lavorano per la stessa azienda (es: ospedale Forlì e ATO Messina)
• Nel caso di subentro ad altre imprese servizi private o coop spurie– maggiore trasparenza e certezza del rapporto di lavoro (es: CFT)
• Nel caso di passaggio da gestione pubblica a privata– stabilizzazione dei rapporti di lavoro precari dovuti a blocco assunzioni PA
(es: mensa Adisu)
• Nel caso di affidamento a cooperative– Blocco della catena di fornitura (vedi dopo)
• E poi:– Investimenti in formazione– Turn-over contenuto– Qualità delle relazioni sindacali
151
Le ricadute per gli stakeholders
• Per i committenti– Conseguimento degli obiettivi della terziarizzazione
• Ottimizzazione della spesa• Salvaguardia degli standard di qualità dei servizi• Flessibilizzazione della capacità produttiva
• Per i soci e lavoratori– Standard di qualità del lavoro
• Specificità cooperative limitano il ricorso al sub-appalto “bloccando” l’allungamento della catena di fornitura
• Per la comunità– Infrastrutturazione delle reti sociali e del tessuto produttivo
152
Alcune riflessioni di sintesi
153
Le strategie delle cooperative
• Integrazione dei servizi e delle attività nella logica dell’ “operatore globale”– Crescita per linee esterne (fusioni, acquisizioni, joint-venture,
alleanze, etc.)– Specificità cooperative tendono alla gestione diretta
• Qualità del lavoro• Asset fondamentale nel rapporto con il mercato (specializzazione)
• Ottimizzazione dei processi interni• Innovazione tecnologica• Sviluppo di logiche relazionali fiduciarie
– Coop. come perno connettore di reti fiduciarie• Dalla gestione proprietaria alla “delocalizzazione”
154
Interrogativi
• Casi di eccellenza ma:– Queste buone pratiche sono replicabili?– Il DNA cooperativo fa la differenza?
• Qualità e competitività:– Quali prospettive se il mercato tendesse a riposizionarsi
verso logiche di prezzo?– Quali strategie di insieme verso i competitors di basso
profilo?
155
Per un’esternalizzazione qualificata dei servizi
• Le specificità cooperative come asset – Gestione diretta come risposta alle perplessità sul piano occupazionale
• Dalla logica transazionale a quella fiduciaria– Investimenti in relazioni di lungo termine con i committenti
• Integrazione verticale e logiche di rete– Global Service, integrazione della filiera
• Strategie associative interne– Valorizzazione delle buone pratiche – Contrasto all’esternalizzazione dequalificata (coop spurie)
• Lobbying associativa sugli attori istituzionali coinvolti– Presentazione delle buone pratiche– Promozione della ricerca
156
Alcuni riferimenti bibliografici
• D’Autilia M.L. e Zamaro N. (2005) Le esternalizzazioni nelle amministrazioni pubbliche - Indagine sulla diffusione delle pratiche di outsourcing, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli
• Hamel G. e Prahalad C.K. (1990), “The core compences of the corporation”, Harward Business Review, n.1.
• Lacava C. e Mazzantini G. (2007) Primo rapporto sulle esternalizzazioni nelle pubbliche amministrazioni.
• Miles R.E., Snow C.C. (1986), Organizations: New Concepts for New Forms, California Management Review, vol. XXVIII, n. 3.
• Normann R., Ramirez R. (1995), Le strategie interattive d'impresa. Dalla catena alla costellazione del valore, Etas, Milano.
157
• Mussari (2005) “Il concetto di esternalizzazione nelle amministrazioni pubbliche” in D’Autilia M.L. e Zamaro N., cit.
• Ouchi, W.G. (1981), “Markets, Bureaucracies, and Clans”, in Bucley P, Michie J., Firms, Organizations and Contracts, Oxford University Press, Oxford.
• Quinn e Hilmer (1994) “Strategic Outsourcing”, Sloan Management Review, Summer.
• Stuckey J. e White D. (1993), “When and When not to vertically integrate”, Sloan Management Review, Spring
• Williamson O. (1975), Markets and Hierarchies: Analysis and Antitrust Implications, Free Press, New York.
158