4
GRAMMATICA Ogni parola è formata da un certo numero di lettere che le danno un suono. Una o più lettere che si pronunciano con una sola emissione di voce costituiscono la sillaba. Le sillabe sono gli elementi di cui è formata una parola. Sillabare vuol dire pronunciare le parole staccando una sillaba dall’altra. Ogni sillaba può essere formata da: 1) una sola vocale. Esempi: a-mo-re; o-sti-le; a-bi-ta-re 2) una vocale unita ad una consonante. Esempi: ca-sa; ro-go 3) una vocale unita a più consonanti. Esempi: ban-ca; ca-ta-sto 4) due sole vocali. Esempi: ie-ri; uo-mo 5) una vocale unite ad una o più consonanti. Esempi: buo-ni; schian-to; sguar-do Le parole possono essere formate da una più sillabe e vengono dette: - monosillabe, quando sono formate da una sola sillaba. Es: a, no, già, su - bisillabe, quando sono formate da due sillabe. Es: ca-sa, ban-ca, giu-sto - trisillabe quando sono formate da tre sillabe. Es: al-be-ro, Giu-sep-pe, fi-lia-le, ri-spar-mi - quadrisillabe quando sono formate da quattro sillabe. Es: ger-mo-glia-re, in-ve-sti-re,ca-pi-ta-li polisillabe quando sono formate da più di quattro sillabe. Es: stra-or-di-na-rio;,a-ma-bil-men-te; ve-lo- ce-men-te Divisione in sillabe È’ importante saper dividere le parole in sillabe soprattutto quando, a fine riga, si deve spezzare una parola per andare a capo. Bisogna tener presenti le regole che seguono: 1) Una vocale seguita da una sola consonante in inizio di parola, fà sillaba a sé. Es: a-ma-re; i-ra 2) Il dittongo forma sempre una sola sillaba. Es: au-ro-ra; sia-te; fio-ri 3) Lo iato forma sempre due sillabe. Es: o-ce-a-no; a-e-ro-pla-no 4) Una consonante fra due vocali forma sillaba con la vocale che segue. Es: a-mo-re; ca-sa 5) Le consonanti doppie si dividono sempre. Es: mam-ma; so-prat-tut-to 6) Le consonanti l, m, n, r seguite da un’altra consonante formano sillaba con la vocale che le precede. Es: al-to; bam-bi-no; im-por-tan-te 7) Il grupo cq segue la regola del punto 6, per cui si divide sempre. Es: ac-qua; ac-que-re-li; nac- que

Divisione in Sillaba

  • Upload
    vvel

  • View
    162

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Divisione in Sillaba

GRAMMATICA

Ogni parola è formata da un certo numero di lettere che le danno un suono. Una o più lettere che si pronunciano con una sola emissione di voce costituiscono la sillaba.Le sillabe sono gli elementi di cui è formata una parola. Sillabare vuol dire pronunciare le parole staccando una sillaba dall’altra.

Ogni sillaba può essere formata da:

1) una sola vocale. Esempi: a-mo-re; o-sti-le; a-bi-ta-re

2) una vocale unita ad una consonante. Esempi: ca-sa; ro-go

3) una vocale unita a più consonanti. Esempi: ban-ca; ca-ta-sto

4) due sole vocali. Esempi: ie-ri; uo-mo

5) una vocale unite ad una o più consonanti. Esempi: buo-ni; schian-to; sguar-do

Le parole possono essere formate da una più sillabe e vengono dette:

- monosillabe, quando sono formate da una sola sillaba. Es: a, no, già, su- bisillabe, quando sono formate da due sillabe. Es: ca-sa, ban-ca, giu-sto- trisillabe quando sono formate da tre sillabe. Es: al-be-ro, Giu-sep-pe, fi-lia-le, ri-spar-mi- quadrisillabe quando sono formate da quattro sillabe. Es: ger-mo-glia-re, in-ve-sti-re,ca-pi-ta-lipolisillabe quando sono formate da più di quattro sillabe. Es: stra-or-di-na-rio;,a-ma-bil-men-te; ve-lo-ce-men-te

Divisione in sillabe

È’ importante saper dividere le parole in sillabe soprattutto quando, a fine riga, si deve spezzare una parola per andare a capo. Bisogna tener presenti le regole che seguono:

1) Una vocale seguita da una sola consonante in inizio di parola, fà sillaba a sé. Es: a-ma-re; i-ra

2) Il dittongo forma sempre una sola sillaba. Es: au-ro-ra; sia-te; fio-ri

3) Lo iato forma sempre due sillabe. Es: o-ce-a-no; a-e-ro-pla-no

4) Una consonante fra due vocali forma sillaba con la vocale che segue. Es: a-mo-re; ca-sa

5) Le consonanti doppie si dividono sempre. Es: mam-ma; so-prat-tut-to

6) Le consonanti l, m, n, r seguite da un’altra consonante formano sillaba con la vocale che le precede. Es: al-to; bam-bi-no; im-por-tan-te

7) Il grupo cq segue la regola del punto 6, per cui si divide sempre. Es: ac-qua; ac-que-re-li; nac-que

Page 2: Divisione in Sillaba

8) La s impura fa sillaba con il grupo sillabico che segue. Es: ca-sto; ba-sto-ne; ba-sti-men-to

Le sillabe non si dividono mai. Vanno scritte per intero su una riga oppure in quella sucesiva.

Elisione o troncamiento

Per evitare suoni di difficile articolazione spesso togliamo la vocale a fine parola (quando non è accentata) nel caso in cui la parola successiva inizi anch’essa per vocale. Al posto della vocale tolta mettiamo l’apostrofo. Questa operazione si chiama elisione.

Esempi:l’opprtunità (non la opportunità)l’anima (non la anima)l’oca (non la oca)quell’amica (non quella amica)bell’infamia (non bella infamia)dell’una e dell’altra (non della una e della altra)

Si chiama troncamento la soppressione dell’ultima vocale (se non è accentata) di una parola, quando la successiva inizia con una consonante oppure con una vocale. Mentre l’elisione si indica con l’apostrofo, il troncamento non si indica affatto.

Esempi:voler andare invece di volere andarevoler bene invece di volere benebuon cuore invece di buono cuoreSan Giorgio invece di Santo Giorgiofar buon uso invece di fare buono usostar su invece di stare suchi vuol esser lieto invece di chi vuole essere lieto

Uso dell’elisione e del troncamiento

Le parole bello, quello, grande, Santo si apostrofano davanti a parole che cominciano per vocale. Es: bell’animale, quell’asino, grand’uomo, Sant’Antonio: e si troncano davanti a parole che cominciano per consonante. Es: bel paesaggio, bel modo, gran dottore.

Le parole un, nessun, ciascun, alcun, buon si scrivono senza apostrofo davanti ai nomi maschili anche se cominciano per vocale Es: un armadio, nessun uomo, ciascun animale.

La parola frate si tronca in fra davanti ad un nome proprio che cominci per consonante Es: fra Galdino, fra Cristoforo.

La parola suora si tronca in suor davanti a tutti i nomi propri Es: Suor Felicita, Suor Cecilia

L’ articolo una si apostrofa sempre davanti a parole che iniziano per vocale Es: un’amica, un'anima.

Page 3: Divisione in Sillaba

Gli articoli lo e la si apostrofano sempre davanti ad una parola che inizia per vocale Es: l’ortografia, l’attitudine.

L’articolo gli si apostrofa solo quando la parola che segue inizia per i Es: gl’Italiani, gl’indigenti.

L’articolo le non si deve mai apostrofare.

La preposizione semplice da si apostrofa solo in alcune espressioni quali ad esempio: d’altronde, d’ora in poi, d’accordo, d’altra parte.

La preposizione semplice di si apostrofa quando si vuole rendere più scorrevole il discorso. Es: l’arte d’insegnare, oggi non ho voglia d’andare a lavorare, d’estate vado al mare.

Le particelle pronominali mi, ti si,vi si possono apostrofare. Es: t’amo, s’alzò, v’annuncio

La particella pronominale ci si può apostrofare solo quando la parola che segue inizia con i oppure con e. Es: c’inviò una lettera, C’erano sei gatti

L’accento tonico

In ogni parola che pronunciamo c’è una sillaba sulla quale marchiamo maggiormente il tono di voce. Questa maggiore intensità si chiama accento tonico (cioè che dà tono). La sillaba su cui cade l’accento si chiama tonica, le altre si chiamano atone. Riferendoci all’accento definiamo le parole nel modo seguente:

tronche, quando l’accento cade sull’ultima sillaba. Es: città, virtù, magnanimità

piane, quando l’accento cade sulla penultima sillaba. Es: modestia, fanciulli, cara

sdrucciole quando l’accento cade sulla terzultima sillaba. Es: anima, incorruttibile.

bisdrucciole quando l’accento cade sulla quartultima sillaba. Es: recitare, dimenticare, mormorare.

Nella lingua italiana moderna non si usa porre l’accento sulle parole, ma si preferisce farlo sentire col tono della voce. Fanno eccezione i casi che seguono:

- Tutte le parole tronche. Es: città, virtù, bontà- Sui monosillabi che finiscono con un dittongo ad eccezione di qua e qui che non debono essere accentati. Es: già, giù, può.- Sui monosillabi che possono essere confusi perché hanno un significato doppio, come nella tabella:è (verbo) e (congiunzione)dà (verbo) da (preposizione)né (negazione) ne (pronome)sé (pronome) se (congiunzione)lì (avverbio) li (articolo)là (avverbio) la (articolo)tè (nome) te (pronome)sì (avverbio) si (particella pronominale)

Page 4: Divisione in Sillaba

chè (perchè) che (pronome o congiunzione)

Non è obbligatorio, anche se sarebbe opportuno, porre l’accento tonico sulle parole che cambiano significato a seconda della sillaba su cui si posa.

aguzzino (verbo) aguzzino (sostantivo)altero (verbo) altero (aggettivo)ambito (sinonimo di contesto) ambito (voce del verbo ambire)balia (sinonimo di nutrice) balia (sinonimo di in potere di)circuito (sinonimo di giro) circuito (verbo)compito (sostantivo) compito (aggettivo)desideri (verbo) desideri (sostantivo)impari (verbo) impari (contrario di pari)intimo (verbo) intimo (aggettivo)subito (verbo) subito (avverbio)

Raddoppiamento delle consonantiTutte le consonanti si possono raddoppiare, con le eccezioni che seguono:

B non si raddoppia nelle parole che terminano in bile o bilmente (amabilmente, carrabile, terribile) G non si raddoppia nelle parole che terminano in ione. (religione, guarigione) H non si raddoppia mai Z non si raddoppia nelle parole che terminano in ione e davanti ai dittonghi ia, ie, io (attenzione,

confezione, azienda, servizio ecc.). Le uniche eccezioni riguardano le parole derivate la cui parola base ha la z doppia (es: carrozziere perché deriva da carrozza)

Q si raddoppia solo nella parola soqquadro; è sempre seguita dai gruppi vocali u,ue,ui,uo. S non si raddoppia mai quando è impura, cioè quando è seguita da una o più consonanti (scuola,

studio), mentre quando è pura, cioè seguita da vocale, può presentarsi in forma doppia. B e P

Non possono mai essere precedute dalla lettera n; davanti a b e p si usa sempre la m. Quando sono precedute dalla m non si raddoppiano mai.