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449. Allegato A DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA INDICE PAG. Comunicazioni ................................................. 3 Missioni valevoli nella seduta del 24 giugno 2015 ............................................................... 3 Procedimento giudiziario ai fini di una de- liberazione in materia di insindacabilità (Annunzio della pendenza) ........................ 3 Documento ministeriale (Trasmissione) ....... 4 Progetti di atti dell’Unione europea (Annun- zio) ................................................................. 4 Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Trasmissione di un docu- mento) ........................................................... 4 Nomina ministeriale (Comunicazione) ......... 5 Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo ......................................................... 5 Atti di controllo e di indirizzo .................... 5 Proposta di legge (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) n. 925-C .............. 6 Articolo 5 e relative proposte emendative . 6 PAG. Articolo 6 e relative proposte emendative . 8 Ordini del giorno ............................................ 8 Interrogazioni a risposta immediata ............ 11 Chiarimenti in merito ai tempi per l’asse- gnazione dei titoli di pagamento della politica agricola comune agli agricoltori, anche al fine di consentire alla regione Lombardia di erogare, in tempo utile, l’anticipazione dei contributi – 3-01562 . 11 Elementi ed iniziative in ordine a irregolarità riscontrate dall’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) in alcuni procedimenti attuati dall’Agea – 3-01563 ....................... 12 Intendimenti del Governo in merito all’ap- plicazione dell’IMU sui terreni agricoli – 3-01564 ......................................................... 13 Iniziative volte a dare attuazione agli impe- gni derivanti dalla strategia nazionale LGBT 2013-2015 e dalla Convenzione di Istanbul – 3-01565 ..................................... 14 Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA ALLEGATO A AI RESOCONTI SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assemblea non lette in aula.

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449. Allegato A

DOCUMENTI ESAMINATI NEL CORSO DELLA SEDUTA

COMUNICAZIONI ALL’ASSEMBLEA

I N D I C E

PAG.

Comunicazioni ................................................. 3

Missioni valevoli nella seduta del 24 giugno2015 ............................................................... 3

Procedimento giudiziario ai fini di una de-liberazione in materia di insindacabilità(Annunzio della pendenza) ........................ 3

Documento ministeriale (Trasmissione) ....... 4

Progetti di atti dell’Unione europea (Annun-zio) ................................................................. 4

Autorità per l’energia elettrica, il gas e ilsistema idrico (Trasmissione di un docu-mento) ........................................................... 4

Nomina ministeriale (Comunicazione) ......... 5

Richiesta di parere parlamentare su atti delGoverno ......................................................... 5

Atti di controllo e di indirizzo .................... 5

Proposta di legge (Approvata dalla Camera emodificata dal Senato) n. 925-C .............. 6

Articolo 5 e relative proposte emendative . 6

PAG.

Articolo 6 e relative proposte emendative . 8

Ordini del giorno ............................................ 8

Interrogazioni a risposta immediata ............ 11

Chiarimenti in merito ai tempi per l’asse-gnazione dei titoli di pagamento dellapolitica agricola comune agli agricoltori,anche al fine di consentire alla regioneLombardia di erogare, in tempo utile,l’anticipazione dei contributi – 3-01562 . 11

Elementi ed iniziative in ordine a irregolaritàriscontrate dall’Ufficio europeo per la lottaantifrode (Olaf) in alcuni procedimentiattuati dall’Agea – 3-01563 ....................... 12

Intendimenti del Governo in merito all’ap-plicazione dell’IMU sui terreni agricoli –3-01564 ......................................................... 13

Iniziative volte a dare attuazione agli impe-gni derivanti dalla strategia nazionaleLGBT 2013-2015 e dalla Convenzione diIstanbul – 3-01565 ..................................... 14

Atti Parlamentari — 1 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015

N. B. Questo allegato reca i documenti esaminati nel corso della seduta e le comunicazioni all’Assembleanon lette in aula.

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PAG.

Interventi in relazione ad iniziative sullacosiddetta teoria del gender promosse inambito scolastico – 3-01566 ..................... 14

Iniziative volte a sensibilizzare gli studentisul tema della cultura della differenza,anche al fine di prevenire nelle scuole ilbullismo basato sull’omofobia – 3-01567 . 15

Iniziative per garantire il diritto allo studioagli alunni diversamente abili – 3-01568 . 16

Iniziative di competenza per facilitare ilprocesso di semplificazione in ambito uni-versitario, con particolare riferimento aicontratti di collaborazione, all’acquisto dibeni e servizi e al rimborso delle spese permissioni – 3-01569 ..................................... 19

PAG.

Elementi ed iniziative di competenza inrelazione al rispetto della disciplina inmateria di incompatibilità tra incarichipubblici e privati con riferimento allasituazione del rettore dell’Università diTeramo e di altri docenti universitari –3-01570 ......................................................... 20

Tempi per la definizione e la presentazioneal Cipe del nuovo programma nazionaleper la ricerca – 3-01571 ........................... 22

Comunicazioni del Presidente del Consigliodei ministri in vista del Consiglio europeodel 25 e 26 giugno 2015 ............................ 24

Risoluzioni ....................................................... 24

Atti Parlamentari — 2 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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COMUNICAZIONI

Missioni valevolinella seduta del 24 giugno 2015.

Angelino Alfano, Gioacchino Alfano,Alfreider, Amici, Artini, Attaguile, Baldelli,Baretta, Bellanova, Bergamini, Bindi,Biondelli, Bobba, Bocci, Boccia, Bonifazi,Michele Bordo, Borletti Dell’Acqua, Bo-schi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta,Businarolo, Caparini, Capezzone, Casero,Castiglione, Censore, Centemero, Chaouki,Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Costa, D’Alia,Dambruoso, Damiano, De Micheli, DelBasso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello,Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Dieni,Epifani, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti,Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana,Fontanelli, Formisano, Fraccaro, France-schini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti,Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gitti,Gozi, Guerra, La Marca, La Russa, Lau-ricella, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Ma-dia, Manciulli, Marotta, Mattiello, Merlo,Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes,Piepoli, Pisicchio, Portas, Quartapelle Pro-copio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni,Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sani,Santerini, Scalfarotto, Schullian, Scotto,Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Turco,Valeria Valente, Vecchio, Velo, Vignali,Villecco Calipari, Vitelli, Vito, Zanetti.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

Angelino Alfano, Gioacchino Alfano,Alfreider, Amici, Artini, Attaguile, Baldelli,Baretta, Bellanova, Bergamini, Bindi,Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, MicheleBordo, Borletti Dell’Acqua, Boschi, Bram-

billa, Bratti, Bressa, Brunetta, Businarolo,Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione,Catania, Censore, Centemero, Chaouki,Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Costa, D’Alia,Dambruoso, Damiano, De Micheli, DelBasso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello,Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Dieni,Epifani, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti,Ferrara, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana,Fontanelli, Formisano, Fraccaro, France-schini, Galati, Gentiloni Silveri, Giachetti,Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gitti,Gozi, Guerra, La Marca, La Russa, Lau-ricella, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Ma-dia, Manciulli, Marotta, Mattiello, Merlo,Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes,Piepoli, Pisicchio, Portas, Quartapelle Pro-copio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni,Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Ru-ghetti, Sanga, Sani, Santerini, Scalfarotto,Schullian, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza,Tabacci, Turco, Valeria Valente, Vecchio,Velo, Vignali, Villecco Calipari, Vitelli,Vito, Zanetti.

Annunzio della pendenza di un procedi-mento giudiziario ai fini di una deli-berazione in materia di insindacabilità.

Con lettera pervenuta in data 22 giugno2015, Silvio Berlusconi, deputato della XVIlegislatura, ha rappresentato alla Presi-denza – allegando la documentazione alriguardo – che è pendente nei suoi con-fronti un procedimento penale presso l’au-torità giudiziaria di Napoli (n. 10443/2013RGNR PM – n. 15860/2013 RG DIB) perfatti che, a suo avviso, concernono opi-

Atti Parlamentari — 3 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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nioni espresse nell’esercizio delle sue fun-zioni parlamentari, ai sensi dell’articolo68, primo comma, della Costituzione.

Tali atti sono stati assegnati alla com-petente Giunta per le autorizzazioni.

Trasmissione dal Ministro dell’interno.

Il Ministro dell’interno, con letteradell’11 giugno 2015, ha trasmesso una notarelativa all’attuazione data all’ordine delgiorno GRIMOLDI n. 9/2496-A/43, accoltocome raccomandazione dal Governo nellaseduta dell’Assemblea del 24 luglio 2014,concernente la destinazione di ulterioririsorse all’Arma dei carabinieri, al fine diconsentire un maggiore e più capillarecontrollo del territorio.

La suddetta nota è a disposizione deglionorevoli deputati presso il Servizio per ilControllo parlamentare ed è trasmessaalla I Commissione (Affari costituzionali)competente per materia.

Annunzio di progetti di attidell’Unione europea.

Il Consiglio dell’Unione europea, indata 23 giugno 2015, ha trasmesso lecomunicazioni concernenti l’adozione del-l’atto non legislativo (NLE) relative ri-spettivamente alla proposta di regola-mento del Consiglio COM(2014) 377 final,sull’applicazione degli articoli 107 e 108del Trattato sul funzionamento del-l’Unione europea a determinate categoriedi aiuti di Stato orizzontali (codifica-zione) (10200/15) e alla proposta di re-golamento del Consiglio COM(2014) 534final, recante modalità di applicazionedell’articolo 108 del Trattato sul funzio-namento dell’Unione europea (codifica-zione) (10203/15), già assegnate, rispetti-vamente in data 26 giugno e 4 settembre2014, ai sensi dell’articolo 127 del Re-golamento, alla X Commissione (Attivitàproduttive), con il parere della XIV Com-missione (Politiche dell’Unione europea).

Il Dipartimento per le politiche euro-pee della Presidenza del Consiglio deiministri, in data 23 giugno 2015, hatrasmesso, ai sensi dell’articolo 6, commi1 e 2, della legge 24 dicembre 2012,n. 234, progetti di atti dell’Unione euro-pea, nonché atti preordinati alla formu-lazione degli stessi.

Questi atti sono assegnati, ai sensi del-l’articolo 127 del Regolamento, alle Com-missioni competenti per materia, con ilparere, se non già assegnati alla stessa insede primaria, della XIV Commissione(Politiche dell’Unione europea).

Nell’ambito di tali documenti, il Go-verno ha richiamato l’attenzione sulla rac-comandazione della Commissione del 15giugno 2015 recante modifica della racco-mandazione che istituisce un « Manualepratico per le guardie di frontiera » (Ma-nuale Schengen) comune, ad uso delleautorità competenti degli Stati membri perlo svolgimento del controllo di frontierasulle persone (C(2015) 3894), che è asse-gnata, in sede primaria, alla I Commis-sione (Affari costituzionali).

Con la medesima comunicazione, ilGoverno ha altresì richiamato l’attenzionesulla proposta di regolamento del Parla-mento europeo e del Consiglio che isti-tuisce un quadro dell’Unione per la rac-colta, la gestione e l’uso di dati nelsettore della pesca e un sostegno allaconsulenza scientifica relativa alla poli-tica comune della pesca (rifusione)(COM(2015) 294 final), già trasmessadalla Commissione europea e assegnataalle competenti Commissioni, ai sensi del-l’articolo 127 del Regolamento.

Trasmissione dall’Autorità per l’energiaelettrica, il gas e il sistema idrico.

Il Presidente dell’Autorità per l’energiaelettrica, il gas e il sistema idrico, conlettera in data 19 giugno 2015, ha tra-

Atti Parlamentari — 4 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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smesso una segnalazione, adottata ai sensidell’articolo 2, comma 6, della legge 14novembre 1995, n. 481, in materia di ri-forma delle tariffe di rete e delle compo-nenti tariffarie a copertura degli onerigenerali di sistema applicati ai clientidomestici di energia elettrica.

Questa segnalazione è trasmessa alla XCommissione (Attività produttive).

Comunicazione di nomina ministeriale.

Il Ministro dell’economia e delle fi-nanze, con lettera in data 18 giugno 2015,ha trasmesso, ai sensi dell’articolo 19,comma 9, del decreto legislativo 30 marzo2001, n. 165, la comunicazione concer-nente il conferimento al dottor VincenzoLa Via, ai sensi dei commi 3 e 6 delmedesimo articolo 19, dell’incarico di li-vello dirigenziale generale di Direttore ge-nerale del tesoro.

Questa comunicazione è trasmessa allaI Commissione (Affari costituzionali) e allaV Commissione (Bilancio).

Richiesta di parere parlamentaresu atti del Governo.

Il Ministro dell’istruzione, dell’univer-sità e della ricerca, con lettera in data 4giugno 2015, ha trasmesso, ai sensi del-l’articolo 7, comma 2, del decreto legisla-tivo 5 giugno 1998, n. 204, e dell’articolo4, comma 1, del decreto legislativo 31dicembre 2009, n. 213, la richiesta diparere parlamentare sullo schema di de-creto ministeriale concernente definizionedei criteri di ripartizione della quota delFondo ordinario per gli enti e le istituzionidi ricerca per l’anno 2014 destinata alfinanziamento premiale di specifici pro-grammi e progetti (180).

Questa richiesta è assegnata, ai sensidel comma 4 dell’articolo 143 del Rego-lamento, alla VII Commissione (Cultura),che dovrà esprimere il prescritto parereentro il 24 luglio 2015.

Atti di controllo e di indirizzo.

Gli atti di controllo e di indirizzopresentati sono pubblicati nell’Allegato Bal resoconto della seduta odierna.

Atti Parlamentari — 5 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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PROPOSTA DI LEGGE: COSTA: MODIFICHE ALLA LEGGE 8FEBBRAIO 1948, N. 47, AL CODICE PENALE, AL CODICE DIPROCEDURA PENALE, AL CODICE DI PROCEDURA CIVILEE AL CODICE CIVILE IN MATERIA DI DIFFAMAZIONE, DIDIFFAMAZIONE CON IL MEZZO DELLA STAMPA O CONALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE, DI INGIURIA E DI CON-DANNA DEL QUERELANTE NONCHÉ DI SEGRETO PRO-FESSIONALE. ULTERIORI DISPOSIZIONI A TUTELA DELSOGGETTO DIFFAMATO (APPROVATA DALLA CAMERA E

MODIFICATA DAL SENATO) (A.C. 925-C)

A.C. 925-C – Articolo 5

ARTICOLO 5 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 5.

(Modifica all’articolo 96 del codice di proce-dura civile).

1. Dopo il primo comma dell’articolo 96del codice di procedura civile è inserito ilseguente:

« Nei casi di diffamazione commessacol mezzo della stampa, delle testate gior-nalistiche on line o della radiotelevisionein cui risulta la malafede o la colpa gravedi chi agisce in sede di giudizio civile perrisarcimento del danno, su richiesta delconvenuto, il giudice, con la sentenza cherigetta la domanda, può condannare l’at-tore, oltre che alle spese di cui al presentearticolo e di cui all’articolo 91, al paga-mento a favore del richiedente di unasomma determinata in via equitativa nonsuperiore alla metà dell’oggetto della do-manda risarcitoria ».

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AL-L’ARTICOLO 5 DELLA PROPOSTA DI

LEGGE

ART. 5.

(Modifica all’articolo 96 del codicedi procedura civile).

Sopprimerlo.

5. 52. Pagano.

SUBEMENDAMENTI ALL’EMENDAMENTO 5. 100.DELLA COMMISSIONE.

All’emendamento 5. 100. sostituire le pa-role: Nei casi di diffamazione commessacon il mezzo della stampa, delle testategiornalistiche on line o della radiotelevi-sione con le seguenti: Nei procedimenticivili riguardanti il risarcimento del dannoper diffamazione, ingiuria ovvero lesionedell’immagine o dell’onore.

0. 5. 100. 1. Colletti, Liuzzi, Ferraresi.

Atti Parlamentari — 6 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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All’emendamento 5. 100. sopprimere leparole: commessa con il mezzo dellastampa, delle testate giornalistiche on lineo della radiotelevisione.

0. 5. 100. 2. Colletti, Liuzzi, Ferraresi.

All’emendamento 5. 100. sostituire le pa-role da: tiene conto fino alla fine dell’emen-damento, con le seguenti: qualora la parteabbia agito con dolo o colpa grave, puòcondannare l’attore al pagamento, in fa-vore del convenuto, di una somma deter-minata in via equitativa, considerandocome parametro l’entità della richiestarisarcitoria avanzata.

0. 5. 100. 3. Colletti, Liuzzi, Ferraresi.

Sostituirlo con il seguente:

ART. 5.

(Modifica all’articolo 96 del codicedi procedura civile).

1. Dopo il terzo comma dell’articolo 96del codice di procedura civile è inserito ilseguente:

« Nei casi di diffamazione commessacon il mezzo della stampa, delle testategiornalistiche on line o della radiotelevi-sione, il giudice, nella determinazionedella somma di cui al comma precedente,tiene conto in particolare dell’entità delladomanda risarcitoria. ».

5. 100. La Commissione.

(Approvato)

Al comma 1, capoverso, dopo le parole:testate giornalistiche on line aggiungere leseguenti: registrate ai sensi dell’articolo 5della legge 8 febbraio 1948, n. 47, limita-tamente ai contenuti prodotti, pubblicati,trasmessi, o messi in rete dalle stesseredazioni.

5. 8. Daniele Farina, Sannicandro.

Al comma 1, capoverso, sostituire leparole: può condannare con le seguenti:condanna.

*5. 5. Businarolo, Colletti, Ferraresi, Ago-stinelli, Bonafede, Sarti, Turco, Liuzzi.

Al comma 1, capoverso, sostituire leparole: può condannare con le seguenti:condanna.

*5. 7. Sannicandro, Daniele Farina.

Al comma 1, capoverso, sopprimere leparole: non superiore alla metà dell’og-getto della domanda risarcitoria.

5. 50. Vacca, Liuzzi, Businarolo, Colletti,Ferraresi, Bonafede, Sarti, Agostinelli.

Al comma 1, capoverso, sostituire leparole: non superiore alla metà dell’og-getto della domanda risarcitoria, con leseguenti: proporzionata alla capacità red-dituale, nonché alla situazione patrimo-niale dell’attore.

5. 6. Sannicandro, Daniele Farina.

Al comma 1, capoverso, sostituire leparole: non superiore alla metà dell’og-getto della domanda risarcitoria, con leseguenti: da un minimo di 1.000 ad unmassimo di 10.000 euro.

5. 4. Businarolo, Colletti, Ferraresi, Ago-stinelli, Bonafede, Sarti, Liuzzi, Vacca.

Al comma 1, capoverso, sostituire leparole: non superiore con le seguenti: su-periore almeno.

5. 51. Vacca, Liuzzi, Businarolo, Colletti,Ferraresi, Bonafede, Sarti, Agostinelli.

Atti Parlamentari — 7 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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A.C. 925-C – Articolo 6

ARTICOLO 6 DELLA PROPOSTA DILEGGE NEL TESTO DELLA COMMIS-

SIONE

ART. 6.

(Modifica all’articolo2751-bis del codice civile).

1. All’articolo 2751-bis del codice civileè aggiunto, in fine, il seguente numero:

« 5-quater) il credito, nei confronti delproprietario della pubblicazione o dell’edi-tore, del direttore responsabile e del gior-nalista ancorché pubblicista, che, in adem-pimento di una sentenza di condanna alrisarcimento del danno derivante da offesaall’altrui reputazione, hanno provveduto alpagamento in favore del danneggiato, salvonei casi in cui sia stata accertata la naturadolosa della condotta del direttore respon-sabile e del giornalista ancorché pubblici-sta ».

PROPOSTE EMENDATIVE RIFERITE AL-L’ARTICOLO 6 DELLA PROPOSTA DI

LEGGE

ART. 6.

(Modifica all’articolo 2751-bisdel codice civile).

Sopprimerlo.

6. 51. Pagano.

Al comma 1, capoverso 5-quater), so-stituire le parole: il credito, nei confrontidel proprietario della pubblicazione o del-l’editore, del direttore responsabile e delgiornalista ancorché pubblicista, con leseguenti: il credito vantato nei confronti

del proprietario della pubblicazione o del-l’editore dal direttore responsabile o dal-l’autore della pubblicazione.

6. 100. La Commissione.

(Approvato)

Al comma 1, capoverso 5-quater), dopole parole: e del giornalista ancorché pub-blicista, ovunque ricorrano, aggiungere leseguenti: o praticante.

6. 50. Colletti, Businarolo, Ferraresi, Bo-nafede, Sarti, Agostinelli, Liuzzi, Vacca.

Al comma 1, capoverso 5-quater), dopole parole: natura dolosa della condottasopprimere le seguenti: del direttore re-sponsabile e del giornalista ancorché pub-blicista.

6. 101. La Commissione.

(Approvato)

Al titolo, sopprimere le parole: . Ulte-riori disposizioni a tutela del soggettodiffamato.

Tit. 100. La Commissione.

(Approvato)

A.C. 925-C – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

La Camera,

premesso che:

la proposta di legge in esame recauna serie di disposizioni in materia didiffamazione, semplice e a mezzo stampa,ingiuria, condanna del querelante, segretoprofessionale e tutela del soggetto diffa-mato, che modificano, in particolare, lalegge sulla stampa, il codice penale e icodici di procedura penale e civile;

Atti Parlamentari — 8 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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al Senato è stato esteso l’ambito diapplicazione della legge sulla stampa intema di diffamazione a mezzo stampaanche alle testate giornalistiche on lineregistrate presso le cancellerie dei tribu-nali, limitatamente ai contenuti prodotti,pubblicati, trasmessi o messi in rete dallestesse redazioni, e tale previsione sta peressere confermata anche dalla Camera;

è proprio di pochi giorni fa lanotizia del deposito della sentenza Delficontro Estonia (ricorso n. 64569/09) dellaCorte europea dei diritti dell’uomo, con laquale per la prima volta viene riconosciutala responsabilità per diffamazione di unatestata giornalistica on line per commentidi terzi pubblicati sul sito, che offendonola reputazione o incitano all’odio, senzache vengano immediatamente rimossi, conciò non ravvisando una violazione dellalibertà di espressione sancita dall’articolo10 della Convenzione europea dei dirittidell’uomo,

impegna il Governo

a prevedere, attraverso ulteriori iniziativenormative, oltre alla rettifica, anche l’im-mediata rimozione dalle testate giornali-stiche on line che consentono l’aggiunta dicommenti di terzi, senza moderazione esenza registrazione obbligatoria, che of-fendono la reputazione o incitano all’odio,in conformità con l’ultima giurisprudenzaemessa dalla Corte di Strasburgo.

9/925-C/1. Gebhard, Alfreider, Plangger,Schullian, Ottobre.

La Camera,

premesso che:

la proposta di legge in esame recauna serie di disposizioni in materia didiffamazione, semplice e a mezzo stampa,ingiuria, condanna del querelante, segretoprofessionale e tutela del soggetto diffa-mato, che modificano, in particolare, lalegge sulla stampa, il codice penale e icodici di procedura penale e civile;

al Senato è stato esteso l’ambito diapplicazione della legge sulla stampa intema di diffamazione a mezzo stampaanche alle testate giornalistiche on lineregistrate presso le cancellerie dei tribu-nali, limitatamente ai contenuti prodotti,pubblicati, trasmessi o messi in rete dallestesse redazioni, e tale previsione sta peressere confermata anche dalla Camera;

è proprio di pochi giorni fa lanotizia del deposito della sentenza Delficontro Estonia (ricorso n. 64569/09) dellaCorte europea dei diritti dell’uomo, con laquale per la prima volta viene riconosciutala responsabilità per diffamazione di unatestata giornalistica on line per commentidi terzi pubblicati sul sito, che offendonola reputazione o incitano all’odio, senzache vengano immediatamente rimossi, conciò non ravvisando una violazione dellalibertà di espressione sancita dall’articolo10 della Convenzione europea dei dirittidell’uomo,

impegna il Governo

a valutare l’opportunità di prevedere, at-traverso ulteriori iniziative normative, ol-tre alla rettifica, anche l’immediata rimo-zione dei commenti dalle testate giornali-stiche on line che consentono l’aggiunta dicommenti di terzi, senza moderazione esenza registrazione obbligatoria, che of-fendono la reputazione o incitano all’odio,in conformità con l’ultima giurisprudenzaemessa dalla Corte di Strasburgo.

9/925-C/1. (Testo modificato nel corsodella seduta) Gebhard, Alfreider, Plang-ger, Schullian, Ottobre.

La Camera,

considerato che l’articolo 5 prevedeuna ipotesi specifica di lite temeraria, dicui all’articolo 96 (responsabilità aggra-vata) del codice di procedura civile, inmateria di diffamazione commessa con ilmezzo della stampa, delle testate on line o

Atti Parlamentari — 9 — Camera dei Deputati

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della radiotelevisione, in considerazionedella circostanza che la richiesta di risar-cimento può essere stata proposta confinalità intimidatorie nei confronti delgiornalista;

ritenuto che la disciplina della ma-teria della lite temeraria debba essereulteriormente specificata, tenendo contodei princìpi ispiratori della nuova dispo-sizione introdotta dall’articolo 5 e dellalesione di altri diritti fondamentali chepossa derivare dall’abuso del processo me-

diante l’introduzione di cause connotatedalla malafede o colpa grave,

impegna il Governo

ad adottare tutte le iniziative anche nor-mative di propria competenza al fine diprevedere una nuova disciplina della litetemeraria di cui all’articolo 96 del codicedi procedura civile nel senso descritto inpremessa.

9/925-C/2. Ferranti, Vazio, D’Alessandro.

Atti Parlamentari — 10 — Camera dei Deputati

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INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Chiarimenti in merito ai tempi per l’as-segnazione dei titoli di pagamento dellapolitica agricola comune agli agricoltori,anche al fine di consentire alla regioneLombardia di erogare, in tempo utile,l’anticipazione dei contributi – 3-01562

GUIDESI, FEDRIGA, ALLASIA, ATTA-GUILE, BORGHESI, BOSSI, BUSIN, CA-PARINI, GIANCARLO GIORGETTI, GRI-MOLDI, INVERNIZZI, MARCOLIN, MOL-TENI, GIANLUCA PINI, RONDINI, SAL-TAMARTINI e SIMONETTI. — Al Ministrodelle politiche agricole, alimentari e fore-stali. — Per sapere – premesso che:

nel 2015, con l’entrata in vigore dellanuova politica agricola comune 2014-2020,i regolamenti (UE) nn. 1306/2013 e 1307/2013 del Parlamento europeo e del Con-siglio hanno modificato il quadro norma-tivo, introducendo rilevanti novità sia sullanatura giuridica dei soggetti aventi titolo abeneficiare dei contributi che nella strut-turazione dei titoli di pagamento, che è piùcomplessa;

il 15 giugno 2015 è scaduto il termineper la presentazione delle domande perrichiedere i contributi della politica agri-cola comune 2015;

la regione Lombardia a partire dal2010 ha sempre garantito agli agricoltoril’anticipazione dei premi della politicaagricola comune. Il finanziamento è statosinora erogato nel mese di luglio 2014 erecuperato a dicembre 2014/gennaio 2015con il pagamento degli aiuti comunitari;

questa misura ha consentito media-mente a circa 31.000 agricoltori di di-

sporre con 5/6 mesi di anticipo rispetto aitempi dell’Unione europea di una partedegli aiuti spettanti;

nel 2014 l’anticipazione ha riguar-dato il 70 per cento del premio (aumentatosino al 90 per cento per le aziende delmantovano colpite dal sisma);

anche nel 2015 la giunta regionaledella Lombardia, pur consapevole delleristrettezze del bilancio falcidiato dai ta-gli del Governo, intendeva procedere adanticipare i contributi della politica agri-cola comune agli agricoltori, ritenendoche tale misura sia di notevole sostegnoe beneficio per un settore economico,quale quello dell’agroalimentare lom-bardo, che « vale » circa il 15/16 percento del fatturato a livello nazionale eil 18/20 per cento dell’export dell’agroa-limentare nazionale;

come è noto, i diritti all’aiuto, innumero pari agli ettari ammissibili – comedefiniti dall’articolo 32, paragrafo 2, delregolamento (UE) n. 1307/2013 – sonoassegnati agli agricoltori in attività chepresentano domanda di assegnazione en-tro i termini stabiliti;

compete al Ministero delle politicheagricole, alimentari e forestali e ad Ageaprocedere a ricalcolare i nuovi titoli dipagamento da assegnare ai beneficiari infunzione delle superfici dichiarate con ladomanda unica da presentare come suricordato entro il 15 giugno 2015;

solamente a seguito della notifica deinuovi titoli di pagamento, così come ri-calcolati, si potranno attivare le procedure

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necessarie per erogare l’anticipazione deipremi della politica agricola comune;

ora, sottolineato ancora una volta losforzo encomiabile di regione Lombardiadi volere garantire l’anticipazione dellapolitica agricola comune ai propri agricol-tori, risulta essenziale che il Ministero edAgea provvedano al più presto all’assegna-zione dei titoli di pagamento;

a più riprese, ad esempio in occa-sione della presentazione di « Agricoltura2.0 », il Ministro interrogato aveva assicu-rato circa l’assegnazione dei titoli entro ilmese di marzo 2015. Tale termine erastato poi posticipato ai mesi di aprile/maggio 2015 senza alcun esito;

era fondamentale procedere a taleassegnazione entro il termine del 15 giu-gno 2015 e comunque non oltre il mese digiugno 2015, in caso contrario sarebbetecnicamente impossibile potere procederea liquidare l’anticipazione in tempo utile,con gravissimo danno alle aziende agricolelombarde;

senza l’assegnazione dei titoli intempi brevissimi, entro il mese di giugno2015, la regione Lombardia si troveràimpossibilitata ad erogare l’anticipo dellapolitica agricola comune agli agricoltoridel proprio territorio ed è alquanto scon-fortante che gli agricoltori, nonostantel’impegno della regione, siano costretti asoccombere alla burocrazia e alle ineffi-cienze del Ministero e di Agea;

l’agricoltura e gli agricoltori hannobisogno di certezze. Le aziende attendonoi finanziamenti comunitari 2015 come unaboccata di ossigeno indispensabile per laloro sopravvivenza. L’anticipo della poli-tica agricola comune è importate per leimprese agricole che vivono una fase didifficoltà, dovendo fronteggiare, da unlato, un forte calo dei prezzi agricoli e,dall’altro, l’aumento delle imposte. Potercontare in anticipo sui fondi dell’Unioneeuropea consente alle imprese italiane diaffrontare meglio la programmazione e gliimpegni, continuando a garantire l’alta

qualità e la sicurezza alimentare ai con-sumatori italiani e internazionali –:

quali siano le motivazioni per cui ilMinistro interrogato ha disatteso l’assicu-razione fatta più volte sul termine –aprile/maggio 2015 – entro il qualeavrebbe provveduto all’assegnazione deititoli di pagamento della politica agricolacomune agli agricoltori, ritardo che com-porterà l’impossibilità per la regione Lom-bardia di erogare, in tempo utile, l’antici-pazione dei contributi. (3-01562)

Elementi ed iniziative in ordine a irrego-larità riscontrate dall’Ufficio europeo perla lotta antifrode (Olaf) in alcuni proce-

dimenti attuati dall’Agea – 3-01563

MASSIMILIANO BERNINI, LUPO,L’ABBATE, PARENTELA, BENEDETTI,GAGNARLI e GALLINELLA. — Al Mini-stro delle politiche agricole, alimentari eforestali. — Per sapere – premesso che:

nel corso di un riesame svolto dal-l’Olaf su alcune irregolarità emerse a se-guito di verifica di conformità, così comedisposto dall’articolo 52 del regolamento(UE) n. 1306/2013 e dall’articolo 34 delregolamento di esecuzione (UE) n. 908/2014, sono risultate carenze nella confor-mità dell’organismo pagatore Agea contaluni criteri di riconoscimento relativialla gestione dei debiti;

dall’audit svolto emerge la mancatacomunicazione alla Commissione europea,nei tempi previsti, di oltre 55.000 posizionidebitorie risultanti ad Agea che, pertanto,non hanno costituito oggetto di proceduredi recupero;

tali posizioni, pari ad un importototale di circa 45 milioni di euro, sonostate registrate per la prima volta nelregistro dei debitori nell’esercizio finan-ziario 2013 in violazione di quanto dispo-sto dai richiamati regolamenti;

con comunicazione recentemente in-viata al Governo italiano, la Commissione

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europea intende proporre una rettificafinanziaria e ne indica il livello provviso-rio, che in questa fase della proceduraritiene corrispondere alle proprie risul-tanze, in un importo massimo pari a388.743.938,10 euro, salvo controdedu-zioni basate su calcoli alternativi da partedell’amministrazione interessata da inviareentro i termini e le modalità stabiliti dallanormativa comunitaria;

nel mese di maggio 2015 si è svoltoun incontro bilaterale durante il quale leautorità italiane avrebbero dovuto affron-tare, tra l’altro, anche le criticità relativea tale procedura che rischia di comportareuna consistente decurtazione di fondi, pre-sentando delle proprie controdeduzioni;

nell’aprile 2014 l’autorità competenteha redatto una serie di misure correttiveper Agea volte a migliorare la gestionecomplessiva dell’organismo pagatore e deisistemi di sorveglianza; il piano d’azioneimpostato, se correttamente attuato, di-spone del potenziale per affrontare deter-minate questioni e tuttavia, a giudizio deirevisori, le iniziative adottate al momentodella missione non erano sufficienti arisolvere i problemi relativi alla gestionedel registro dei debitori;

le irregolarità più volte denunciatenella gestione dei contributi comunitari daparte di Agea, che ne espongono conti-nuamente l’operato ad un impietoso giu-dizio, rendono urgente una riorganizza-zione della stessa al fine di assicurare agliagricoltori e agli operatori del settore dipotersi avvalere di un servizio efficiente –:

quale sia lo stato dell’arte della pro-cedura conciliatoria, anche a seguito dellariunione di maggio 2015, e quali misureintenda adottare al fine di scongiurare ilpericolo di una consistente decurtazione dicontributi della politica agricola comunedestinati agli agricoltori, i quali, peraltro,non sono in alcun modo responsabili delleinefficienze gestionali ed organizzative de-gli organismi pagatori. (3-01563)

Intendimenti del Governo in merito al-l’applicazione dell’IMU sui terreni agricoli

– 3-01564

DORINA BIANCHI. — Al Ministro dellepolitiche agricole, alimentari e forestali. —Per sapere – premesso che:

la vicenda dell’IMU agricola è stataoggetto di diversi interventi normativi nelcorso del 2014 e all’inizio del 2015. Dal-l’originaria previsione, contenuta nell’arti-colo 22 del decreto-legge n. 66 del 2014 edal relativo decreto applicativo (decretoministeriale del 28 novembre 2014), ema-nato ad appena due settimane dalla primascadenza di pagamento, si è passati al-l’adozione del decreto-legge di mera pro-roga della scadenza di pagamento (decre-to-legge 16 dicembre 2014, n. 185) poiconfluito nei commi 692 e successivi del-l’articolo della legge di stabilità per il 2015,sino al decreto-legge n. 4 del 2015, nelquale sono stati adottati significativi mi-glioramenti all’originaria previsione (glioneri per il comparto agricolo sono scesida 350 a 259 milioni di euro), ma si sonoanche gettate le basi per una complessivarivisitazione dell’imposizione fiscale localesui terreni agricoli;

nei mesi di aprile e maggio 2015 si èsvolta la discussione di una serie di mo-zioni in materia, al fine di individuare gliimpegni da affidare al Governo, per larivisitazione della normativa; tra gli im-pegni approvati sono previste la soppres-sione dell’IMU agricola, la devoluzionedell’imposta agli enti territoriali (da intro-durre facoltativamente anche con criteripremiali), la modifica dei requisiti di mon-tanità dei territori secondo criteri chetengano conto della marginalità e dellaproduttività delle aree, del reddito procapite, della necessità di applicare la paritàdi trattamento tra terreni agricoli ubicatiin territori contigui –:

quali intendimenti abbia il Governosull’applicazione dell’IMU agricola e senon ritenga opportuno accedere alleistanze del mondo agricolo e di vasta partedel Parlamento. (3-01564)

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Iniziative volte a dare attuazione agliimpegni derivanti dalla strategia nazio-nale LGBT 2013-2015 e dalla Convenzione

di Istanbul – 3-01565

COSTANTINO, SCOTTO, PANNARALE,GIANCARLO GIORDANO e NICCHI. — AlMinistro dell’istruzione, dell’università edella ricerca. — Per sapere – premessoche:

nel 2013 l’Italia ha aderito, attraversoil Dipartimento per le pari opportunità el’Ufficio nazionale antidiscriminazioni(Unar), al programma del Consiglio d’Eu-ropa, che adottava la strategia nazionalelgbt 2013-2015, il cui obiettivo era preve-nire e contrastare le discriminazioni ba-sate sull’orientamento sessuale e sull’iden-tità di genere;

sempre nel 2013, il Parlamento ita-liano è stato il quinto in Europa a ratifi-care – all’unanimità – la Convenzione diIstanbul, convenzione europea in cui èespressamente indicata la necessità di in-serire nei percorsi scolastici di ogni ordinee grado delle forme di educazione all’af-fettività, ovvero uno spazio in cui è pos-sibile far confrontare i ragazzi sulle rela-zioni, sulle differenze di genere, sulla ri-soluzione dei conflitti;

il 4 giugno 2015, nessun delegatoistituzionale del Ministero dell’istruzione,dell’università e della ricerca si è presen-tato alla conferenza stampa convocata aRoma dall’Asse educazione e istruzioneorganizzato da Unar e Re.a.dy nell’ambitodella strategia nazionale; lo si apprende daun comunicato delle associazioni lgbtAgedo, Arcigay, ArciLesbica, Associazioneradicale certi diritti, Equality Italia, Fami-glie arcobaleno, Gay center, Mit, che inquell’occasione confermava anche la pub-blicazione on line del portale lgbt, ormaipronto, uno degli obiettivi della strategianazionale e per cui infatti erano statistanziati degli appositi fondi pubblici e dicui on line non si ha ancora traccia, adistanza di venti giorni;

nei giorni precedenti alla manifesta-zione, svoltasi il 20 giugno 2015 a Roma,

denominata « Difendiamo i nostri figli », invari gruppi Facebook e Whatsapp di moltigenitori di studenti sono comparsi deimessaggi allarmistici su fantomatici corsidi « teoria del gender », veicolati in alcunicasi addirittura da una dirigente scola-stica, come per una circolare n. 289 dif-fusa presso l’istituto romano « Via P. A.Micheli » e su cui gli interroganti hannogià presentato un’interrogazione a rispostascritta, in cui si invitavano i genitori ad« informarsi meglio » sul sito del comitatopromotore della manifestazione organiz-zata da gruppi cattolici;

secondo l’Istat erano più di 3 milionigli italiani che si dichiaravano omo obisessuali nel 2012 e secondo una ricercacondotta dall’associazione Arcigay, con ilpatrocinio dell’Istituto superiore di sanità,già nel 2005, il 17,7 per cento dei gay e il20,5 per cento delle lesbiche con più di 40anni ha almeno un figlio. Attualmente,nonostante non esista un registro nazio-nale ufficiale delle unioni civili, si calcolache i figli di coppie omosessuali siano inItalia circa 100 mila –:

in questo clima di « caccia alle stre-ghe », di totale confusione e di sostanzialediffamazione nei confronti di associazionicoinvolte in numerosi percorsi scolastici disuccesso che colmano il vuoto lasciato daiprogrammi ministeriali su qualsiasiaspetto dell’educazione all’affettività, comeintenda il Ministro interrogato attendereagli impegni presi attraverso la strategianazionale lgbt e attraverso la Convenzionedi Istanbul nel contrasto all’omofobia, aglistereotipi e alla violenza di genere.

(3-01565)

Interventi in relazione ad iniziative sullacosiddetta teoria del gender promosse in

ambito scolastico – 3-01566

RAMPELLI, GIORGIA MELONI, CI-RIELLI, LA RUSSA, MAIETTA, NASTRI,TAGLIALATELA e TOTARO. — Al Mini-stro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca. — Per sapere – premesso che:

sabato 20 giugno 2015 ha raccoltomigliaia di adesioni la manifestazione svol-

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tasi a Roma con lo slogan « Difendiamo inostri figli. Stop gender nelle scuole », i cuiorganizzatori si battono contro la diffu-sione della teoria del gender nelle scuole econtro il dettame della « cultura del ge-nere » che rifiuta il concetto di fondo diuomo e donna tout court, attribuendoall’individuo la sessualità che ritiene disentire;

attraverso linee guida per i massmedia, testi nelle scuole, iniziative di for-mazione per gli insegnanti degli asili e deidiversi gradi d’istruzione scolastica, per-sino riscritture della modulistica di istitu-zioni pubbliche, l’ideologia del gender, chepretende di annullare il dato della diffe-renza sessuale per sostituirlo conun’astratta equiparazione di tutti i possi-bili orientamenti, sta scendendo dal pianodel dibattito di idee per entrare nella vitaquotidiana di cittadini e famiglie;

sull’argomento, il 5 maggio 2015 èstata depositata presso la Presidenza dellaRepubblica la petizione « Per una scuolache insegna e non indottrina », promossadal Movimento per la vita, dall’Associa-zione italiana genitori e da un’altra qua-rantina di associazioni, che in poco più didue mesi ha raccolto oltre centottantamilafirme;

stando alle affermazioni di uno deipromotori della petizione, la stessa sa-rebbe stata promossa « a causa della dif-fusa consapevolezza di una vera e propriaemergenza educativa in atto, in particolareper quanto riguarda le tematiche dell’af-fettività e della sessualità » e sarebbe voltaa contrastare l’introduzione della cosid-detta teoria del gender nelle scuole di ogniordine e grado, fin dagli asili nido;

sia negli sili nido sia nell’ambito diclassi scolastiche, infatti, alcuni istituiti,appellandosi alla propria autonomia di-dattica, hanno promosso lezioni ed inizia-tive sulla teoria del gender –:

se sia informato dei fatti esposti inpremessa e quali opportune ed urgentiiniziative intenda assumere in merito.

(3-01566)

Iniziative volte a sensibilizzare gli studentisul tema della cultura della differenza, an-che al fine di prevenire nelle scuole il bulli-

smo basato sull’omofobia – 3-01567

CAROCCI, MALPEZZI, COSCIA, GHIZ-ZONI, ROCCHI, COCCIA, NARDUOLO,MANZI, MALISANI, ASCANI, BLAŽINA,MARTELLA, CINZIA MARIA FONTANA,BINI e SGAMBATO. — Al Ministro del-l’istruzione, dell’università e della ricerca. —Per sapere – premesso che:

la cronaca quotidiana dei rapporticonflittuali, e finanche violenti, che spessoconnotano le relazioni tra i più giovani,impongono di riconsiderare i percorsi for-mativi offerti dalla scuola, nell’ottica dipromuovere il superamento delle discri-minazioni, educando le nuove generazioni,lungo tutte le fasi del loro apprendimentoscolastico, al rispetto della differenza,dando puntuale attuazione ai principi dipari dignità e non discriminazione di cuiagli articoli 3, 4, 29, 37 e 51 della Costi-tuzione;

a seguito del programma promossodal Consiglio d’Europa per l’attuazione el’implementazione della raccomandazionedel Comitato dei ministri CM/REC (2010)5,è stata elaborata la strategia nazionale perla prevenzione ed il contrasto delle discri-minazioni basate sull’orientamento ses-suale e sull’identità di genere finalizzataalla realizzazione di un piano triennale diazioni pilota (2013-2015), integrate e mul-tidisciplinari, volte alla prevenzione e alcontrasto delle discriminazioni in tale am-bito;

in allegato alla raccomandazione CM/REC (2010)5, al punto VI-istruzione, sispecifica che, tenendo nel debito contol’interesse superiore del fanciullo, gli Statimembri dovrebbero adottare le misurelegislative o di altro tipo appropriate, de-stinate al personale insegnante e agli al-lievi, al fine di garantire l’effettivo godi-mento del diritto all’istruzione, senza di-scriminazioni fondate sull’orientamentosessuale o sull’identità di genere;

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ciò comprende, in particolare, il ri-spetto del diritto dei bambini e dei giovaniall’educazione in un ambiente scolasticosicuro, al riparo dalla violenza, dalle an-gherie, dall’esclusione sociale o da altreforme di trattamenti discriminatori e de-gradanti legati all’orientamento sessuale oall’identità di genere;

in particolare, dovrebbero a talescopo essere adottate misure appropriate aogni livello per promuovere la tolleranza eil mutuo rispetto a scuola: esse dovrebberocomprendere la comunicazione di infor-mazioni oggettive agli alunni e agli stu-denti su tali temi, per esempio nei pro-grammi scolastici e nel materiale didattico,nonché fornire informazioni, protezione esostegno necessari per consentire loro divivere secondo il proprio orientamentosessuale e la propria identità di genere;

il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca, in occasione dellaGiornata internazionale contro l’omofobianel maggio 2012, ha emanato una specificacircolare rivolta a tutti gli istituti scolastici,con la quale si ricorda il ruolo della scuolanella costruzione di una comunità inclu-siva che riconosce le differenze e il ruolodi contrasto di ogni forma di discrimina-zione, compresa l’omofobia, sottolineando,in particolare, come la scuola debba ci-mentarsi ogni giorno con la costruzione diuna comunità inclusiva che riconosce lediversità di ciascuno;

tuttavia, negli ultimi mesi si regi-strano una serie di casi molto preoccu-panti, di cui hanno dato ampiamenteconto anche in questi giorni gli organi distampa, che segnalano una pericolosa eingiustificata inversione di tendenza ri-spetto a tali indicazioni –:

quali iniziative urgenti stia adottandoil Ministro interrogato per garantire l’ef-fettivo godimento del diritto all’istruzione,in linea con la raccomandazione del Co-mitato dei ministri CM/REC (2010)5, pro-muovendo e realizzando iniziative volte asensibilizzare gli studenti sul tema della

cultura della differenza, anche al fine diprevenire nelle scuole il bullismo basatosull’omofobia. (3-01567)

Iniziative per garantire il diritto allostudio agli alunni diversamente abili

– 3-01568

MATARRESE, MAZZIOTTI DI CELSO,MOLEA, VEZZALI e CAPUA. — Al Mini-stro dell’istruzione, dell’università e dellaricerca. — Per sapere – premesso che:

da quanto riportato dagli organi distampa, che riportano ogni anno notizie inmerito, sono ormai troppi i casi di alunnidiversamente abili che frequentano lescuole italiane e che, nonostante abbianodiritto allo studio al pari degli altri, difatto non hanno la possibilità di svolgerecon regolarità e costanza le lezioni a causadella mancanza di un numero adeguato diinsegnanti di sostegno;

gli alunni diversamente abili godonodel diritto allo studio innanzitutto ai sensidell’articolo 3 della Costituzione e dell’ar-ticolo 38 del dettato costituzionale, il qualeprecisa che « Gli inabili ed i minoratihanno diritto all’educazione e all’avvia-mento professionale »;

secondo quanto si evince dalla nor-mativa vigente, il diritto allo studio deglialunni con disabilità si realizza attraversol’integrazione scolastica che prevede l’ob-bligo dello Stato di predisporre adeguatemisure di sostegno alle quali concorrono alivello territoriale, con proprie compe-tenze, anche gli enti locali e il serviziosanitario nazionale;

la legge n. 104 del 1992 riconosce etutela la partecipazione alla vita socialedelle persone con disabilità, in particolarenei luoghi per essa fondamentali: lascuola, durante l’infanzia e l’adolescenza,e il lavoro, nell’età adulta;

la legge 3 marzo 2009, n. 18, haratificato la Convenzione dell’Onu del 13dicembre 2006 per i diritti delle personecon disabilità;

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il Ministero dell’istruzione, dell’uni-versità e della ricerca ha il compito difavorire l’integrazione dell’alunno diversa-mente abile e di garantire il suo dirittoallo studio tramite iniziative e provvedi-menti di varia natura. Compito fondamen-tale e centrale è affidato ai docenti disostegno. Concorrono a coadiuvare ed in-tegrare il compito di questi ultimi inizia-tive di finanziamento di progetti e diattività per l’integrazione, di formazionedel personale docente di sostegno e cur-riculare, nonché del personale ammini-strativo, tecnico e ausiliare;

a livello territoriale altri organismihanno il compito di proporre iniziative perrealizzare e migliorare il processo di in-tegrazione: i glip (« gruppi di lavoro inte-ristituzionali provinciali », formati da rap-presentanti degli enti locali, delle aziendesanitarie locali e delle associazioni deidisabili) e i glh (« gruppi di lavoro perl’integrazione degli handicappati », formatidal dirigente della scuola, dai docentiinteressati, dai genitori e dal personalesanitario). Il compito del gruppo di lavoroper l’integrazione degli handicappati èparticolarmente significativo, in quanto hala finalità di mettere a punto, tra l’altro,il piano educativo individualizzato, chedetermina il percorso formativo del-l’alunno con disabilità e garantisce unintervento adeguato allo sviluppo delle suepotenzialità;

l’alunno con disabilità è assegnatoalla classe comune in cui si realizza ilprocesso di integrazione. Pertanto, lapresa in carico e la responsabilità educa-tiva dell’alunno con disabilità spettano atutto il consiglio di classe, di cui fa parteil docente per le attività di sostegno. Nona caso, il decreto del Presidente dellaRepubblica n. 970 del 1975, con cui èstata istituita giuridicamente tale figuraprofessionale (poi meglio caratterizzatanella legge n. 517 del 1977), lo definisceun insegnante « specialista », dunque for-nito di formazione specifica, che, insiemeai docenti curricolari, sulla base del pianoeducativo individualizzato, definisce lemodalità di integrazione dei singoli alunni

con disabilità, partecipandovi attivamente.L’insegnante per le attività di sostegnoviene richiesto all’ufficio scolastico regio-nale dal dirigente scolastico sulla basedelle iscrizioni degli alunni con disabilità;la quantificazione delle ore per ognialunno viene individuata tenendo contodella diagnosi funzionale, del profilo di-namico funzionale e del conseguente pianoeducativo individualizzato, di cui alla leggen. 104 del 1992, e dei vincoli di leggevigenti;

nonostante il quadro normativo de-scritto appaia decisamente puntuale e benstrutturato, è evidente che lo Stato, ancoraoggi, non sia in grado di garantire il tantoambito diritto allo studio per gli alunnidiversamente abili;

secondo quanto si evince dal docu-mento redatto dal servizio statistico delMinistero dell’istruzione, dell’università edella ricerca denominato « Focus – sedi,alunni, classi e dotazioni organiche delpersonale docente della scuola statale a.s.2013/2014 », gli alunni diversamente abilisono pari a 207.244 sul totale di 7.878.661;

il rapporto tra posti di sostegno dellascuola statale e alunni con disabilità è di101.391 su 207.244 unità; questo vuol direche ogni allievo è seguito da un insegnantedi sostegno per la metà del tempo neces-sario al corretto svolgimento di una rego-lare giornata di studio;

il rapporto annuale Istat 2014 riportaun altro dato allarmante: l’Italia risulta alsettimo posto tra i Paesi dell’Unione eu-ropea per la spesa in protezione sociale,destinando il 29,7 per cento del prodottointerno lordo a questo servizio contro lamedia europea del 29 per cento e, inparticolare, il 5,9 per cento alla disabilitàcontro il 7,7 per cento della media euro-pea;

dal punto di vista architettonico esotto il profilo dei parametri di accessibi-lità, le scuole italiane sono ancora benlontane dall’essere funzionali. Secondoquanto si evince dal rapporto redatto dallaonlus « Cittadinanzattiva », che ha preso in

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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esame un campione di 165 scuole situatein 18 regioni, pare che nelle scuole vi sianoancora molte barriere architettoniche: cisarebbero, infatti, scalini all’ingresso (27per cento), ascensori assenti (35 per cento)o non funzionanti (11 per cento), barrierenei laboratori (19 per cento), nelle palestre(18 per cento), nei cortili (15 per cento) enelle aule (13 per cento). Nel 23 per centodelle scuole non esisterebbero bagni perdisabili e il 15 per cento di essi presen-terebbe barriere architettoniche. Il 26 percento delle aule non avrebbe sufficientespazio per la presenza di una carrozzinae il 44 per cento non avrebbe banchi adattiper una persona in carrozzina; nel 57 percento dei casi non ci sarebbero attrezza-ture didattiche o tecnologiche per facili-tare la partecipazione alle lezioni deglistudenti con disabilità. Non ci sarebberopostazioni adatte ai disabili in carrozzinanel 28 per cento dei laboratori, nel 18 percento delle biblioteche e nel 17 per centodelle mense;

a conferma dell’impossibilità di ga-rantire questo basilare diritto, nonostantesiano previsti anche i contributi degli entilocali, si riportano di seguito alcuni casiche evidenziano la gravità della situazione;

secondo quanto riportato dagli organidi stampa, a Francavilla Fontana, in pro-vincia di Brindisi, F.C., ragazzo autistico di22 anni, a causa della mancanza di unnumero adeguato di ore di servizio disostegno ai ragazzi con problemi psicofi-sici nelle scuole pubbliche del suo comunedi residenza, non è mai riuscito a svolgerele lezioni con costanza e con regolarità in15 anni. Il padre sembrerebbe costretto asaltare le ore di lavoro per poter assistereil figlio nelle ore non garantite. Da quantoaffermato dagli organi di stampa, l’ambitoterritoriale sociale n. 3 ausl BR/1 avrebbeassegnato il servizio di sostegno ad unasocietà esterna, che, per questioni econo-miche, sembrerebbe poter assicurare solo3 ore al giorno per ogni assistente e, inalcuni momenti, non potrebbe garantirenemmeno il rapporto 1:1 tra assistente edisabile per i bambini con patologie piùgravi. Tutto ciò, secondo quanto affermato

dalla stampa, sembrerebbe « illegittimo inquanto la commissione di verifica avrebbestabilito che alcuni minori in questionesono tutti gravi e necessitano di una guidacontinua ed esclusiva »;

secondo l’articolo pubblicato sul fat-toquotidiano.it, « la provincia di Napoli,con una delibera datata 7 agosto, hainterrotto l’erogazione dei fondi per leattività e l’inserimento dei disabili, con ilrisultato che seicento studenti delle scuolesuperiori del napoletano » non potrannofrequentare la scuola;

secondo quanto riportato dallastampa, a Lodi, presso il liceo linguisticoMaffeo Vegio, F., 19 anni, affetto da te-traparesi spastica, malattia che non glipermette di parlare e lo costringe a muo-versi sulla sedia a rotelle, avrebbe bisognodi continua assistenza per continuare asvolgere le lezioni a scuola. Pare che, acausa dei tagli lineari inflitti al servizio disostegno da parte della provincia di Lodi,servizio fino a qualche mese fa finanziatodal comune, la famiglia non riesca più asupportare le spese e a garantire il dirittoallo studio del proprio figlio. Le ore delservizio di sostegno, infatti, sarebberostate dimezzate;

i casi citati in premessa sono soloalcuni esempi del grave e insostenibilestato in cui versa la scuola pubblica sottoil profilo della garanzia del diritto allostudio per gli alunni diversamente abili;

il Ministro interrogato, nel corso del-l’audizione in VII Commissione, nella se-duta del 30 settembre 2014, presso laCamera dei deputati, si è detta preoccu-pata per l’« aumento seppur lieve di alunnidisabili, che si concentra nelle regioni delMezzogiorno. Quello che ho notato – harilevato il Ministro interrogato – è il fattoche la disabilità si concentra non solo peraree geografiche, ma anche su tipologia dialunni, soprattutto sugli stranieri. C’è ilsospetto fondato che talvolta la disabilitàcoincida con una difficoltà di integrazione,linguistica ma non solo » –:

quali iniziative di competenza in-tenda adottare per garantire il diritto allo

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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studio a tutti gli alunni diversamente abili,sia dal punto di vista qualitativo, perquanto riguarda la didattica, sia dal puntodi vista quantitativo, per quanto riguardala continuità e il numero complessivo delleore di sostegno, così come disposto dallanormativa vigente. (3-01568)

Iniziative di competenza per facilitare ilprocesso di semplificazione in ambitouniversitario, con particolare riferimentoai contratti di collaborazione, all’acquistodi beni e servizi e al rimborso delle spese

per missioni – 3-01569

SEGONI, ARTINI, BALDASSARRE,BARBANTI, BECHIS, MATARRELLI,MUCCI, PRODANI, RIZZETTO e TURCO.— Al Ministro dell’istruzione, dell’universitàe della ricerca. — Per sapere – premessoche:

l’impegno immediato del Consigliouniversitario nazionale ha posto in primopiano talune delle problematiche legatealla progressiva burocratizzazione del si-stema universitario, aggravata dall’ipertro-fia normativa dell’ultimo decennio;

gli atenei sono infatti alle prese nonsolo con i numerosi decreti applicatividella legge n. 240 del 2010, ma anche conle nuove modalità di accreditamento deicorsi di studio e dei dottorati, con lariforma del reclutamento, con la valuta-zione della ricerca e della didattica;

l’attuale fase di riforma è rallentatada un coacervo normativo che vincola gliatenei alla compilazione periodica dischede, note e rapporti e il risultato è undrastico ridimensionamento dell’autono-mia universitaria, resa sempre più « con-trollata » dai vincoli autorizzativi impostidal Ministero;

potrebbero essere evitate talune com-plicazioni burocratiche generate da regolespesso oscure, obsolete, non sempre ade-guate alle specificità del settore, la cuiapplicazione indifferenziata al sistemauniversitario e della ricerca avvolge le

attività dei docenti, dei ricercatori, deglistudenti, del personale tecnico-ammini-strativo in una rete inestricabile di lacci edi vincoli che assorbono le migliori ener-gie, distogliendole dalle attività di didatticae di ricerca;

a tutto questo si aggiunge la congeriedei passaggi amministrativi e contabili chescandiscono l’ordinaria amministrazione erimuovere questi ostacoli e realizzareun’effettiva semplificazione normativa eamministrativa non possono che esserel’esito di un processo condiviso ed estesonel tempo, al quale sia garantita continuitàe assicurata la capacità di agire su tutti icentri di regolazione del sistema universi-tario, i cui interventi si sommano gli uniagli altri, aggravando il carico burocratico;

le farraginosità più evidenti del si-stema universitario sono le complicazionilegate al controllo di legittimità dei con-tratti di collaborazione coordinata e con-tinuativa, la lentezza delle procedure diacquisto di beni e servizi tramite il mer-cato elettronico della pubblica ammini-strazione e la complessità delle pratiche dirimborso delle spese per missioni del per-sonale universitario, effettuate utilizzandoi fondi dedicati alla ricerca;

il Consiglio universitario nazionale hasegnalato, inoltre, i settori nevralgici delsistema in cui urge un intervento, quali gliordinamenti didattici, l’accreditamento deicorsi di studio, dei dottorati di ricerca edelle strutture, la valutazione della ricercae l’abilitazione scientifica nazionale;

è da mettere in discussione il modellostesso di valutazione rispondente a unalogica prevalentemente autorizzativa e dicontrollo, fondato sul rispetto di condi-zioni declinate in termini numerici e ap-plicate in maniera generalizzata, la cuievidenza richiede l’adempimento, da partedi tutti gli attori coinvolti, di oneri infor-mativi estremamente estesi e gravosi;

l’eliminazione dei vincoli burocraticirappresenta un fattore chiave per liberarerisorse indispensabili all’incentivazione

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della qualità e dell’efficienza del sistemauniversitario e della ricerca, senza aumen-tare la spesa pubblica;

è necessario individuare le proceduree gli adempimenti che, per complessità,per oneri regolatori, amministrativi e in-formativi correlati, ostacolano il funziona-mento e il potenziamento del sistemauniversitario e della ricerca, proponendo,al contempo, misure di semplificazioneatte a liberare le risorse necessarie aun’incentivazione della qualità e dell’effi-cienza affidata alla valorizzazione delleattività di didattica e ricerca;

è importante intervenire in merito alcontrollo di legittimità sui contratti dicollaborazione, prevedendo magari l’esclu-sione dei contratti stipulati da universitàed enti di ricerca su fondi di ricerca dallatipologia dei contratti sottoposti a con-trollo preventivo e in merito all’acquisto dibeni e servizi da parte delle università,oltre che riguardo al rimborso delle speseper missioni del personale universitarioeffettuate su fondi di ricerca, cercando disuperare le difficoltà di rimborso perspese non documentabili;

nell’agenda politica assume un ruolodi primo piano il rafforzamento dellepolitiche di semplificazione e riduzionedegli oneri regolatori e amministrativi,quali condizioni per la competitività e losviluppo del Paese, ed appare, dunque,improcrastinabile rimuovere gli ostacoli dinatura normativa e amministrativa, che, acausa di una stratificazione nel tempo dinorme mai riordinate né coordinate, dellacomplessità delle procedure, della prolife-razione degli oneri dovuti anche alle piùrecenti regolazioni, stanno ponendo il si-stema universitario italiano in una posi-zione di forte svantaggio che ne compro-mette gravemente la competitività e l’at-trattività internazionale –:

se e in che modo il Governo intendaintervenire nell’ambito delle sue compe-tenze per facilitare il processo di sempli-ficazione nell’ambito universitario, in par-ticolare in merito al controllo di legittimitàsui contratti di collaborazione e all’acqui-

sto di beni e servizi da parte delle uni-versità e al rimborso delle spese per mis-sioni del personale universitario effettuatesu fondi di ricerca, cercando di superarele difficoltà di rimborso per spese nondocumentabili. (3-01569)

Elementi ed iniziative di competenza inrelazione al rispetto della disciplina in ma-teria di incompatibilità tra incarichi pub-blici e privati con riferimento alla situa-zione del rettore dell’Università di Teramo

e di altri docenti universitari – 3-01570

FABRIZIO DI STEFANO e PALESE. —Al Ministro dell’istruzione, dell’università edella ricerca. — Per sapere – premessoche:

la normativa universitaria, al fine digarantire un efficace ed efficiente assor-bimento delle variegate funzioni ricono-sciute in capo ai professori universitari –anche ai fini del più proficuo persegui-mento degli interessi pubblici insiti nelsistema universitario – ha da semprestatuito il principio dell’incompatibilità trastatus di professore e talune cariche odincarichi extra universitari;

in tal contesto, si è inserita piena-mente la legge 30 dicembre 2010, n. 240(la cosiddetta legge Gelmini), che, alcomma 9 dell’articolo 6, nel dettare iprincipi generali in materia ha espressa-mente richiamato il rigido regime delleincompatibilità e delle conseguenze adesse connesse, sancito dagli articoli 13, 14e 15 del precedente decreto del Presidentedella Repubblica 11 luglio 1980, n. 382;

in particolare, l’articolo 13 dettaun’ampia, ma nel contempo precisa, for-mulazione in merito alla portata delleattività extra universitarie (carica, man-dato, ufficio) che il professore vorrebbeulteriormente svolgere. Prevede, inoltre,specifici casi per i quali la richiamatadisposizione non solamente fa sussistereuna situazione di incompatibilità, ma ne

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fa, altresì, derivare l’obbligo per l’ateneo dicollocare d’ufficio in aspettativa il profes-sore universitario;

l’articolo 13, significativamente rubri-cato « Aspettativa obbligatoria per situa-zioni di incompatibilità », al numero 10 delcomma 1 prescrive che « il professoreordinario è collocato d’ufficio in aspetta-tiva per la durata della carica, del man-dato o dell’ufficio nei seguenti casi: no-mina alle cariche di presidente, di ammi-nistratore delegato di enti pubblici a ca-rattere nazionale, interregionale oregionale, di enti pubblici economici, disocietà a partecipazione pubblica, anche afini di lucro ». Al successivo comma 3 illegislatore pone l’obbligo per il professoreinteressato, all’atto della sua nomina, didarne comunicazione al proprio rettore, inquanto il rettore è l’organo istituzionaleche è chiamato ad adottare il provvedi-mento di collocamento in aspettativa perla durata della carica, del mandato odell’ufficio;

alla tassatività e alla doverosità delprovvedimento di collocamento in aspet-tativa, del resto, non si oppone la circo-stanza dell’assenza della corresponsione diun’indennità in favore del professore, poi-ché tale assenza comporta esclusivamenteche gli oneri previsti dall’articolo 3, primocomma, n. 3, della legge n. 1078 del 1966(le quote di aggiunta di famiglia) siano acarico dell’ente, istituto o società;

il rettore dell’Università di Teramo, ilprofessor Luciano D’Amico, il 13 agosto2014 è stato nominato presidente dellasocietà Arpa s.p.a.;

in base all’articolo 13, fin dall’attodella sua nomina versava e tutt’ora versain una situazione di incompatibilità, inordine alla quale doveva essere adottatodall’università, nei suoi confronti, quantomeno un provvedimento di collocamentod’ufficio in aspettativa. Conseguentemente,la mera autorizzazione assentita dall’ate-neo al professor D’Amico non è sufficientea sanare l’incompatibilità, anzi l’autoriz-zazione è contra legem. D’altro lato, ilsopra esposto rigido sistema (previsto dal

comma 9 dell’articolo 6 della « legge Gel-mini », che richiama espressamente e,dunque, recepisce integralmente gli arti-coli 13, 14 e 15 del decreto del Presidentedella Repubblica 11 luglio 1980, n. 382)non può essere superato dal successivocomma 10 dello stesso articolo 6 della« legge Gelmini »;

il comma 10 prevede la possibilitàper il professore di svolgere « compitiistituzionali e gestionali senza vincolo disubordinazione presso enti pubblici e pri-vati », ma nel contempo specifica testual-mente che tali enti siano « senza scopo dilucro »;

il legislatore, quindi, ha posto laspecifica condizione dell’assenza di lucro.È di tutta evidenza che l’Arpa s.p.a. (Au-tolinee regionali pubbliche abruzzesi) nonpossa essere definita quale ente o societàsenza scopo di lucro. Correlativamente,manca il presupposto essenziale e condi-zionante (si ripete « senza scopo di lucro »)per l’applicazione della disciplina deroga-toria, sancita dal comma 10. Nella fattis-pecie, dunque, trova esclusiva applicazioneil comma 9 dell’articolo 6 della « leggeGelmini »;

è da sottolineare, inoltre, che anchelo statuto dell’Università degli studi diTeramo, all’articolo 58, disciplina la que-stione dell’incompatibilità, stabilendo chela nomina ad una carica incompatibile aisensi della normativa vigente comportal’obbligo di opzione per una delle cariche,entro cinque giorni dall’avvenuta nomina.Ma, ancor più, sancisce che, nell’ipotesi incui manchi la richiesta opzione, l’interes-sato non possa assumere la nuova carica.Il professor D’Amico, pertanto, stante lasua incompatibilità in base al comma 9dell’articolo 6 della « legge Gelmini »(quindi « ai sensi della normativa vi-gente »), avrebbe dovuto esercitare, in os-sequio allo statuto del proprio ateneo, lafacoltà di opzione, nel termine perentoriodi cinque giorni. Ciò non è avvenuto;

ne deriva che il professor D’Amiconon avrebbe potuto assumere la carica inArpa s.p.a. Pertanto, le conseguenze del-

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l’assunzione di tale carica incompatibilesono più gravi, poiché rilevano sotto unulteriore aspetto: la decadenza dalla caricada rettore;

lo statuto dell’ateneo di Teramo (ar-ticolo 60, primo comma, lettera b), infatti,sancisce che i componenti del senato ac-cademico e del consiglio di amministra-zione « decadono dall’incarico » nell’am-bito dei suddetti organi dell’università, « seaccettano di ricoprire una carica incom-patibile »;

attestato che il professor D’Amico,quale rettore, è componente di diritto siadel senato accademico sia del consiglio diamministrazione (li presiede di diritto), aisensi dell’articolo 23, comma 1, lettera a),e dell’articolo 25, comma 1, lettera a),dello statuto, avendo egli accettato unacarica incompatibile, deve ritenersi deca-duto sia come componente del senatoaccademico che del consiglio di ammini-strazione. Di fatto, il professor D’Amico sitrova, sotto un profilo giuridico, nellecondizioni di non poter svolgere tutte lefunzioni specificatamente attribuite al ret-tore, così da non poter legittimamenteottemperare a tutti i doveri imposti ad unrettore, che qualificano e, nel contempo,giustificano la presenza della figura delrettore nel sistema universitario (articoli16 e 17 dello statuto dell’Università deglistudi di Teramo, nonché articolo 2 della« legge Gelmini »). Ne deriva, quale logicocorollario, la decadenza da rettore delprofessor D’Amico;

il professor D’Amico, assunta la ca-rica in Arpa s.p.a., dall’agosto 2014, intotale inosservanza del vigente regime giu-ridico sulle incompatibilità, più volte ri-chiamato, soggiace alla disposizione di cuiall’articolo 15 del decreto del Presidentedella Repubblica 11 luglio 1980, n. 382,integralmente recepito dal comma 9 del-l’articolo 6 della legge n. 240 del 2010. Invirtù di tale disposizione, il professore cheabbia assunto un incarico incompatibile,come il professor D’Amico, cessa di dirittodall’ufficio di professore;

è pur vero che lo stesso articolo 15prevede che il professore che violi le

norme sulle incompatibilità viene diffidatodal rettore a cessare dalla situazione diincompatibilità, ma nella specie il profes-sore che ha violato le norme coincide conil soggetto che vanta la carica da rettore eche dovrebbe agire. Invero, la coincidenzadelle due posizioni imponeva ed impone alprofessor D’Amico un più rigoroso rispettodelle vigente normativa;

il professor Nicola Mattoscio vienenominato in data 25 gennaio 2015 presi-dente della Saga, società abruzzese per lagestione dell’aeroporto d’Abruzzo;

dalla data della sua nomina a tuttorail professor Mattoscio svolge la sua attivitàda docente presso l’Università « G. D’An-nunzio » di Pescara, con l’incarico di pre-sidente del corso di laurea del diparti-mento di scienze filosofiche, pedagogicheed economico-quantitative;

per quanto esposto nel caso del pro-fessor D’Amico, si trova in uno stato diincompatibilità con quanto previsto dallanorma –:

di quali elementi disponga sulla si-tuazione esposta in premessa, se condividail quadro interpretativo sopra illustrato,per quali motivi non abbia adottato ogniiniziativa di competenza per il rispettodella normativa vigente, che prevede, incaso di nomine in enti e società a parte-cipazione pubblica, il collocamento inaspettativa e comunque l’incompatibilitàdi incarichi, quali quello di rettore o dipresidente di corso di laurea, attualmentericoperti rispettivamente dai professoriD’Amico e Mattoscio, e se intenda, per-tanto, in futuro adottare gli opportuniprovvedimenti di competenza per ripor-tare gli atenei abruzzesi in una situazionedi piena legittimità. (3-01570)

Tempi per la definizione e la presenta-zione al Cipe del nuovo programma na-

zionale per la ricerca – 3-01571

GIGLI. — Al Ministro dell’istruzione,dell’università e della ricerca. — Per sapere– premesso che:

l’articolo 1 del decreto legislativon. 204 del 1998 prevede che, sulla base

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degli indirizzi dati dal Governo, dei pianie dei programmi di competenza delleamministrazioni dello Stato e tenendoconto delle iniziative, dei contributi e dellerealtà di ricerca regionali, sia predisposto,approvato e annualmente aggiornato ilprogramma nazionale per la ricerca, didurata triennale. Il programma nazionaleper la ricerca, a norma dell’articolo 2 dellostesso decreto legislativo, deve essere ap-provato dal Cipe;

l’ultimo programma nazionale per laricerca 2011-2013 è stato approvato dalComitato interministeriale per la program-mazione economica (Cipe) con delibera-zione n. 2/2011 del 23 marzo 2011 ed èscaduto da quattro anni;

nonostante vari annunci e presenta-zioni, da ultimo il quotidiano Il Sole 24ore in un articolo del 4 giugno 2015preannunciava l’imminente presentazioneal Cipa del programma nazionale per laricerca 2014-2020, a tutt’oggi non risultaformalmente approvato e non si hannonotizie sui tempi per l’esame da parte delCipe del nuovo programma nazionale perla ricerca, la cui adozione, oltre ad essereobbligatoria per legge, è uno strumentofondamentale del Governo per indirizzaree coordinare la politica nazionale dellaricerca, anche con riferimento alla dimen-sione europea e internazionale, facendoscelte talvolta dolorose per concentrare glisforzi del sistema-Paese nella sfida globale;

la mancanza di un programma uffi-ciale di riferimento e la circostanza chesiano pubblicati e modificati in itineredocumenti non definitivi e non coerentiper l’arco temporale prescritto dalla legge,mantengono un quadro di incertezza stra-tegico e finanziario degli enti di ricerca edel sistema universitario. Nello specifico,l’articolo citato parla di 5,8 miliardi dieuro entro il 2016, un impegno significa-tivo in un periodo di crisi, e descrive unprogramma di sette anni quando la leggeprevede un periodo di tre anni con ag-giornamento annuale;

la mancanza di un coordinamento alivello nazionale, con i ministeri che con-

tinuano ad utilizzare in maniera scoordi-nata le scarse risorse destinate alla mis-sione ricerca e innovazione, si riflette sulmancato coordinamento delle politiche re-gionali che a questo programma dovreb-bero riferirsi;

il ritardo nell’adozione degli stru-menti di programmazione si riflette, al-tresì, sull’allocazione delle risorse desti-nate al funzionamento degli enti di ri-cerca, tanto che non si hanno notizie suipiani annuali di attività degli enti e sullaloro approvazione da parte del Ministerodell’istruzione, dell’università e della ri-cerca, che al programma nazionale do-vrebbero far riferimento. Si segnala ariguardo che, a tutt’oggi, non è statopresentato il decreto per il riparto delfondo di finanziamento ordinario deglienti nazionali di ricerca per l’esercizio,oramai inoltrato, del 2015;

dagli ultimi dati Eurostat emerge che,sebbene la spesa europea in ricerca esviluppo sia aumentata negli ultimi diecianni, l’Unione europea, con il 2,02 percento rispetto al prodotto interno lordo,non raggiunge i livelli della Corea del Sud(4,04 per cento), del Giappone (3,38 percento) e degli Stati Uniti (2,81 per cento).Quanto agli Stati membri, i Paesi del NordEuropa superano la media comunitaria intermini di investimenti: la Finlandiaspende il 3,32 per cento del proprio pro-dotto interno lordo in ricerca, seguita daSvezia (3,21 per cento), Danimarca (3,05per cento), Germania (2,94 per cento) eAustria (2,81 per cento), mentre dal latoopposto si collocano Bulgaria, Cipro, Croa-zia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Po-lonia, Romania e Slovacchia, che spen-dono meno dell’1 per cento in ricerca esviluppo. L’Italia, invece, si situa tra i duepoli, con l’1,25 per cento del prodottointerno lordo nazionale investito in ricercae sviluppo –:

quali siano i tempi stimati dal Mini-stro interrogato per la definizione e lapresentazione al Cipe del nuovo pro-gramma nazionale per la ricerca.

(3-01571)

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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIODEI MINISTRI IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DEL

25 E 26 GIUGNO 2015

Risoluzioni

La Camera,

premesso che:

il prossimo Consiglio europeo del25 e 26 giugno è destinato a segnare unatappa decisiva, i cui risultati, in combinatocon altri vertici che lo precedono o ad essosusseguenti saranno fondamentali per ilfuturo dell’Europa; il suo esito metteràalla prova la capacità dell’Unione di risol-vere temi decisivi che vanno dal salvatag-gio della Grecia, alla definizione di unnuovo governo della moneta unica, dalladefinizione di una politica comune in temadi immigrazione, a un segnale di svoltanella azione esterna della Ue, sia sul fronteest (Ucraina) sia sul fronte sud (Mediter-raneo);

per quanto riguarda le questionieconomiche, il Consiglio europeo sanciràla chiusura del Semestre Europeo 2015fornendo alcune raccomandazioni specifi-che sull’attuazione delle riforme struttu-rali, delle politiche per l’occupazione e diconsolidamento dei conti pubblici intra-prese dagli stati membri, ed esaminerà ilRapporto dei presidenti dell’Unione sullariforma del sistema di governo dall’UEM;

il quantitative easing, la recenteinterpretazione della flessibilità nel qua-dro di regole di bilancio e l’implementa-zione del Piano Juncker – per il quale èprevista la firma dell’accordo fra il Con-siglio e il Parlamento europeo entro la finedi giugno, così da garantire l’entrata in

vigore del regolamento relativo al FEISall’inizio di luglio – costituiscono i prin-cipali segnali di un cambio di approcciodelle politiche europee avviato nel corsodel 2015, conseguente anche alla incisivaazione di rinnovamento portata avanti dalGoverno nel corso del Semestre Italiano diPresidenza del Consiglio: è stato infattireso evidente che le misure di consolida-mento fiscale non sono da sole sufficientia garantire la ripresa in assenza di unampio e coordinato ventaglio di riformestrutturali e di un piano di investimentipubblici, da portare avanti in un contestomacroeconomico favorevole e di fiducianelle istituzioni europee;

a dispetto degli importanti pro-gressi realizzati, l’andamento dell’econo-mia e dell’occupazione nell’intera Euro-zona resta, però, deludente a causa dellabassa domanda interna, dei persistentiimpedimenti strutturali, e delle tensionifinanziarie derivanti dalla crisi greca, cheappare tuttavia avviarsi verso una solu-zione positiva;

la disoccupazione elevata e l’ero-sione del benessere dovute alla crisihanno, infatti, provocato una vasta disaf-fezione nei confronti del progetto europeoe dell’euro e reso manifeste le imperfe-zioni e l’inefficacia dell’architettura del-l’unione economico e monetaria;

per promuovere una strategia ca-pace di affrontare efficacemente la situa-zione economica e ricostruire una comuneidentità europea, negli scorsi mesi, al pre-

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sidente della Commissione JeanClaudeJuncker, in collaborazione con gli altripresidenti delle istituzioni europee, DonaldTusk, Jeroen Dijsselbloem, Mario Draghi eMartin Schulz, è stato attribuito il compitodi sviluppare meccanismi concreti per unmigliore coordinamento delle politicheeconomiche, di convergenza e solidarietàfra paesi membri, verso una migliore go-vernance economica dell’area euro, fina-lizzata a rilanciare il processo di integra-zione; il Consiglio europeo dello scorsodicembre aveva altresì fissato a giugno2015 il momento della discussione finaledel Rapporto dei presidenti, sulla scorta diuna nota analitica preliminare che è stataesaminata nella riunione informale deicapi di Stato e di governo del febbraio2015;

la suddetta Nota mette in lucel’importanza di porre in essere una stra-tegia, fondata su un dialogo efficace contutti gli Stati membri, per la crescitadell’eurozona, nell’ambito del « triangolovirtuoso » formato da responsabilità dibilancio, riforme strutturali e investimenti,e per un’evoluzione degli equilibri tra leistituzioni dell’Unione: al riguardo il Go-verno ha provveduto a trasmettere a mag-gio 2015 un proprio contributo sul com-pletamento e rafforzamento dell’UEM;

le proposte del Governo italiano,già portate avanti durante la Presidenzadel Semestre europeo, sono volte a pro-muovere una nuova governance econo-mica, anche attraverso il rafforzamentodella cooperazione tra i parlamenti nel-l’implementazione coordinata delle ri-forme strutturali, lo sviluppo di interventicomuni e ciclici di contrasto alla disoccu-pazione, anche mediante la creazione diuno schema europeo di assicurazione, unMercato Unico che possa essere il canaleper la diffusione dell’innovazione, la crea-zione di un bilancio dell’Eurozona, il rag-giungimento dell’Unione Bancaria, dacompletare con la garanzia unica sui de-positi, e l’efficace utilizzo delle risorse deiPiano Juncker;

il Rapporto dei presidenti, che re-cepisce alcune di queste proposte, si fonda

su quattro pilastri – unione economica,fiscale, monetaria e politica – da realiz-zare in tre fasi nel corso dei prossimi diecianni, con una progressiva cessione di so-vranità da parte degli Stati membri chedovranno accettare una crescente condi-visione delle decisioni sui loro bilanci esulle loro politiche economiche a fronte diuna maggiore condivisione dei rischi;

il Consiglio fornirà altresì ulterioriorientamenti sull’Agenda Digitale, facendoseguito alla comunicazione della Commis-sione sulla Strategia per il Mercato unicodigitale in Europa dello scorso 6 maggio,che si propone, mediante una serie diazioni mirate da attuare entro la finedell’anno prossimo, di migliorare l’accessoai beni e servizi digitali in tutta Europaper i consumatori e le imprese, creare uncontesto favorevole e parità di condizioniaffinché le reti digitali e i servizi innovativipossano svilupparsi e massimizzare il po-tenziale di crescita dell’economia digitaleche, secondo le stime della Commissione,potrebbe apportare all’economia europea415 miliardi di euro l’anno e creare cen-tinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro;

in coerenza con l’Agenda DigitaleEuropea, il Consiglio dei Ministri del 3marzo 2015 ha approvato i piani « Stra-tegia italiana per la banda ultralarga » e« Strategia per la crescita digitale 2014-2020 » con l’obiettivo di colmare il ritardodigitale del Paese rispettivamente sulfronte infrastrutturale e nei servizi;

per quanto attiene alle politichemigratorie, l’attuale emergenza nella ge-stione dei flussi di migranti costituiscesenza dubbio una dei banchi di provafondamentali per l’intera Unione, chia-mata a dimostrare non solo capacità direazione alla crisi e solidarietà al suointerno ma soprattutto una visione dilungo periodo che ne rafforzi il ruolo e lacredibilità sul piano internazionale;

lo scorso aprile, il Consiglio Euro-peo straordinario, voluto dall’Italia, hadelineato per la prima volta una rispostache si basava su diverse azioni da imple-mentare a livello europeo: contrasto ai

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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trafficanti di esseri umani, attraverso unarafforzata cooperazione tra le Forze del-l’ordine, il contributo di Europol e l’inviodi funzionari specializzati nei Paesi terzi,il potenziamento delle azioni esterne dicontrollo e intervento, con l’aumento dellerisorse per la missione Triton e la modi-fica di Frontex, un miglioramento dellaprotezione europea per rifugiati e richie-denti asilo anche attraverso la previsionedi una equa redistribuzione tra gli Statimembri a un programma di rimpatriorapido per i clandestini;

in seguito, la Commissione ha pre-sentato un pacchetto di misure con unapproccio meno emergenziale, più equili-brato alle politiche migratorie e che tenevaconto delle diversità geografiche dei PaesiUe, un disegno complessivo che aveva unasua forte coerenza interna, la cui efficaciasarebbe vanificata nel caso di una fram-mentazione delle misure indicate e di unaadesione selettiva delle stesse da parte daidiversi Stati membri;

di particolare rilievo, tra le misureproposte, vi è la cosiddetta « ricolloca-zione » o redistribuzione (relocation) deirichiedenti asilo già presenti sul suoloeuropeo, un meccanismo d’urgenza obbli-gatorio che prevedrebbe la ripartizione suscala europea di quarantamila richiedentiasilo, ventiquattromila dall’Italia e sedici-mila dalla Grecia, di nazionalità eritrea esiriana, nell’arco di due anni;

le recenti notizie a mezzo stampa,relative tanto alla resistenza da parte dialcuni Stati ad accettare tali misure,quanto alle decisioni di alcuni Governi dicostruire nuovi muri in funzione anti-immigrazione nel cuore dell’Europa, nonsolo riportano alla memoria pagine oscuredella nostra storia che si ritenevano su-perate per sempre ma determinano grandepreoccupazione rispetto al negoziato incorso in vista dell’imminente Consiglioeuropeo;

occorre evitare il prevalere di in-teressi nazionali, egoistici e di breve re-spiro, che potrebbero condurre a un com-promesso al ribasso, preservando l’approc-

cio innovativo e gli obiettivi della propostadella Commissione di Agenda europeasulla migrazione COM(2015) 240 final del13 maggio 2015, con misure immediateattivate mediante un meccanismo di ri-sposta temporaneo e d’emergenza, ai sensidell’articolo 78, paragrafo 3, del Trattatosul funzionamento dell’Unione europea(TFUE), per la distribuzione di personerichiedenti protezione internazionale, inmodo da garantire la partecipazione equaed equilibrata di tutti gli Stati membri allosforzo comune, necessario al fine di sal-vaguardare i diritti sanciti dalla Carta deidiritti fondamentali dell’Unione europea eper dare l’avvio ai nuovi orientamentipolitici della Commissione Juncker conte-nuti nel « Un nuovo inizio per l’Europa »;

occorre pertanto prevedere chiariimpegni affinché il piano di « relocation »dei richiedenti asilo già presenti in Italia eGrecia preveda un numero adeguato attoad alleggerire il peso che grava sul Paesieuropei di prima accoglienza e, in pro-spettiva, prevedere il superamento delprincipio del regolamento di Dublino –l’accoglimento da parte dello stato diprimo approdo – in favore dell’introdu-zione di quello del mutuo riconoscimentodelle decisioni di concessione dell’asilo;

sotto il profilo dell’azione esternadelle politiche migratorie, nel corso del2013 e del 2014 il Consiglio europeo e laCommissione europea hanno istituito la« task force Mediterraneo », guidata dallaCommissione europea e hanno definito lamigrazione quale priorità strategica per ilnuovo ciclo istituzionale dell’UE, relativa-mente allo sviluppo di uno spazio sicuro dilibertà fondamentali;

l’UE ha da tempo avviato due pro-cessi di dialogo regionali, quello di Rabat,che riunisce i paesi e le istituzioni dell’UEe i paesi dell’Africa settentrionale, occi-dentale e centrale e il processo di Khar-toum, che riunisce i paesi e le istituzionidell’UE, i paesi d’origine e di transito e laCommissione dell’Unione africana, con lafinalità di cooperare nella lotta al trafficodi esseri umani e sostenere gli sforzi deiPaesi di transito;

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il legame tra immigrazione, lottaalla povertà, sostegno agli Stati fragili ecooperazione allo sviluppo è evidenziatonella comunicazione « Un partenariatoglobale per l’eliminazione della povertà elo sviluppo sostenibile dopo il 2015 » dellaCommissione europea che definisce la po-sizione europea in vista dei negoziati sul-l’Agenda post 2015;

è stata appena approvata a Lus-semburgo dai Ministri degli esteri dell’Uela missione navale europea « EunavforMed », a guida italiana, con il compito, inuna prima fase, di monitorare le rotte eacquisire informazioni sul traffico illegaledi esseri umani per poi catturare e neu-tralizzare le imbarcazioni utilizzate dagliscafisti, anche all’interno delle acque libi-che, quando si sarà raggiunto il consenso,nelle sedi multilaterali e bilaterali, neces-sario ad operare nel rispetto del dirittointernazionale;

tale operazione si svolge comunqueall’interno di una strategia più ampia checomprende il salvataggio di vite umane, losmantellamento delle reti dei trafficanti diesseri umani e la cooperazione con ipartner in Africa, in particolare nella re-gione del Sahel, in collaborazione conl’Organizzazione internazionale per le mi-grazioni e l’UNHCR,

impegna il Governo:

ad adottare ogni iniziativa nelle op-portune sedi europee ed internazionali,volta a facilitare il raggiungimento di unaccordo ampio e complessivo sul pacchettodi misure proposte dalla Commissione eu-ropea (Agenda europea sulla migrazioneCOM(2015) 240 final del 13 maggio 2015),al fine di consentire finalmente l’aprirsi diuna nuova stagione in termini di visione edi gestione « comune » delle politiche mi-gratorie nel quadro dell’Unione europea;

ad adottare ogni iniziativa utile, inparticolare, per facilitare il raggiungi-mento di un accordo sulla questione dellaredistribuzione dei richiedenti asilo che siaadeguatamente ambizioso sul piano nume-

rico, equo in termini di distribuzione,vincolante per gli Stati membri ed opera-tivo prima dell’estate;

a promuovere un sistema europeodell’asilo che preveda una ripartizione deicosti e delle responsabilità adeguata fra gliStati di primo approdo e gli altri, adot-tando ogni iniziativa utile, nelle opportunesedi europee ed internazionali, a condurread una revisione dei meccanismi previstidal cosiddetto Regolamento di Dublino,nonché all’introduzione a livello comuni-tario del principio del mutuo riconosci-mento delle decisioni di concessione del-l’asilo;

a favorire, in preparazione della con-ferenza de La Valletta del prossimo no-vembre e nelle opportune sedi europee edinternazionali, tutte quelle azioni ritenutenecessarie ad approfondire il dialogo e lacooperazione con i Paesi terzi di origine etransito dei flussi migratori, valorizzandoal contempo l’apporto che un fenomenomigratorio ben regolato può offrire allosviluppo economico dei Paesi di prove-nienza dei migranti, e incentivando lanegoziazione laddove possibile di un ade-guato numero di accordi di riammissione;

ad aprire una riflessione in sede ONUper un salto di qualità nelle politiche disviluppo economico nei confronti dei Paesidel Medio Oriente e Nord Africa, piùbisognosi di aiuto, considerata anchel’enorme quantità di rifugiati che si stannoconcentrando sui loro territori;

a riconoscere la cooperazione allosviluppo come priorità italiana ed europea,promuovendo tutte le azioni necessarieaffinché l’agenda post 2015 sullo svilupposostenibile sia ambiziosa, trasformativa einclusiva al fine di dare un contributosignificativo alla stabilizzazione e allo svi-luppo delle regioni di origine dei flussimigratori e, in vista della Conferenza in-ternazionale sulla finanza per lo sviluppodi Addis Abeba, a sostenere un impegnoeuropeo a favore del dimezzamento delcosto delle rimesse, del contrasto dell’eva-sione fiscale internazionale e dell’introdu-zione di nuove risorse dedicate al raggiun-

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gimento degli Obiettivi di Sviluppo Soste-nibile, a partire dall’applicazione di unatassa sulle transazioni finanziarie;

a proseguire nell’azione tesa a favo-rire un esito positivo del negoziato incorso tra le istituzioni europee, i creditoriinternazionali e le autorità elleniche, scon-giurando qualunque ipotesi di uscita dellaGrecia dall’euro;

a favorire una riflessione approfon-dita, superando l’ottica emergenziale cheormai da troppi anni domina l’agenda, sulfuturo della Governance economica euro-pea, per ristabilire la fiducia tra gli Statimembri, rafforzare il quadro istituzionalee dotarlo di legittimità democratica, anchesviluppando i meccanismi di controllo al-l’interno dell’Eurozona, e di risorse ade-guate;

a orientare la discussione in meritoal Rapporto dei presidenti sul futuro del-l’Unione economica e monetaria, tenen-done costantemente informate le Camere,nella direzione indicata dalle propostecontenute nel contributo del Governo ita-liano del maggio scorso e finalizzate adotare l’UEM di strumenti e meccanismiadeguati promuovendo una cooperazionepiù stretta, e a vocazione federale, fra gliStati che ne fanno parte;

a proseguire la realizzazione delleriforme strutturali, ad attuare, con ancorapiù vigore, le politiche per la crescita e losviluppo, cogliendo appieno le opportunitàderivanti dalla mutata impostazione dellepolitiche economiche europee – allenta-mento monetario, interpretazione flessi-bile del patto di stabilità, piano europeoper gli investimenti – avviata dalla Com-missione Juncker, per assicurare un au-mento della competitività e una ripresaeconomica sostenibile e duratura, contri-buendo al superamento dell’approccio ri-gorista che ha caratterizzato gli ultimianni;

a favorire una maggiore integrazionedel mercato interno, in particolare perquello del lavoro, promuovendo la realiz-zazione di un sistema europeo di assicu-

razione contro la disoccupazione ciclica,complementare alla realizzazione delle ri-forme e tale da migliorare l’efficacia, l’im-patto, e gli spillover positivi delle iniziativedei singoli Stati, attenuando quelli negativiin caso di crisi;

a rafforzare le misure finalizzate apromuovere la convergenza, nell’imme-diato con meccanismi di riequilibrio piùefficaci e simmetrici e, in prospettiva conl’approvazione di un bilancio comunedella zona euro che porti ad un livellocrescente di integrazione fiscale, ancheattraverso opportune modifiche dei vigentiTrattati;

a promuovere, anche nel contestodella riflessione ispirata dal Rapporto,ogni opportuna iniziativa mirante ad am-pliare i margini di apertura all’unione delmercato dei capitali e a rafforzarel’Unione Bancaria, al fine di influire po-sitivamente sulla propensione delle banchea erogare credito, soprattutto nei confrontidelle piccole e medie imprese, valutandocon cautela le ulteriori richieste di incre-mento delle dotazioni di capitale;

a promuovere progressi rapidi e pro-poste operative da parte della Commis-sione per l’implementazione del mercatounico digitale europeo e, sul versante in-terno, nell’ambito dell’Agenda Digitale, aproseguire nell’attuazione del piano nazio-nale per la Banda Ultratarga, anche sfrut-tando le risorse che verranno messe adisposizione dal Piano Juncker, ad assu-mere un ruolo da protagonisti nelle di-scussioni bilaterali in corso in Europasull’economia digitale e a sviluppare inmodo dinamico la Strategia per la CrescitaDigitale 2014-2020 di cittadini e imprese.

(6-00144) « Rosato, Lupi, Mazziotti DiCelso, Dellai, Pisicchio, Al-freider, Di Lello, Amoddio ».

La Camera,

preso atto dell’agenda dell’imminenteConsiglio Europeo del prossimo 25-26 giu-gno, nella quale è prevista la trattazionedel dossier immigrazione;

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deplorando la circostanza che la que-stione della proroga delle sanzioni allaRussia sia stata delegata completamente alCoreper, che ha deciso per la loro con-ferma sino al prossimo 1o luglio;

rilevando:

come l’orientamento che si delineain materia di immigrazione sia quello divarare un regime di condivisione tra gliStati membri di un certo numero di pro-fughi giunti recentemente in Grecia edItalia, al momento complessivamente paria 40 mila;

che nel solo 2014, stando ai datiforniti da Frontex, sono invece sbarcati nelnostro Paese oltre 170 mila clandestini, 64mila dei quali hanno richiesto tutela in-ternazionale, secondo il Consiglio Italianoper i Rifugiati, che rileva come il beneficiosia stato accordato a solo 21 mila di loro;

a conti fatti, quindi, l’Italia rischiadi non beneficiare che in misura irrisoriadell’eventuale redistribuzione dei profughiattraverso l’Europa;

sottolineando che all’accoglimentodei migranti giudicati meritevoli di tutelainternazionale verrà comunque associatoin sede europea il rimpatrio dei migrantieconomici, da considerarsi clandestini atutti gli effetti;

evidenziando come risulti quindi difondamentale importanza separare anchenel nostro Paese rifugiati, cui riservarel’accoglienza, e clandestini da espellere;

esprimendo il convincimento che incaso di non ottemperanza, si profili con-cretamente nei confronti del nostro Paeseil rischio di una sospensione dall’applica-zione degli Accordi di Schengen, già ma-terializzatosi temporaneamente alle fron-tiere con la Francia, la Svizzera e l’Au-stria, con sensibili disagi per i nostrilavoratori transfrontalieri;

ricordando come gli accordi diSchengen contemplino comunque specialiresponsabilità per i Paesi che si trovino agestire una frontiera esterna, come il no-

stro, non a caso ammesso a farne partecon un ritardo di oltre due anni, nell’ot-tobre del 1997;

apprezzando altresì, l’avvio diun’operazione navale europea di monito-raggio dei flussi in uscita dalla sponda suddel Mediterraneo, che tuttavia al momentonon rappresenta un elemento di vera no-vità rispetto a quanto viene già fatto, inquanto non prevede ancora la possibilitàdi effettuare respingimenti militarmenteassistiti verso le coste dello Stato sorgente;

ritenendo che il flusso migratorioillegale che interessa in particolare l’Italiaabbia cause contingenti e ragioni più pro-fonde, di carattere strutturale;

identificando:

tra le cause contingenti lo stato didisordine in cui versa la Libia dal rove-sciamento dei regime del colonnello Ghed-dafi ed il probabile tentativo delle autoritàdi Tripoli, non riconosciute più dalla co-munità internazionale, di esercitare pres-sioni sull’Europa per ottenere una ricom-posizione del quadro politico locale chenon ne implichi la conquista e sottomis-sione completa al Governo di Tobruk;

tra le ragioni strutturali, invece, ilgrave squilibrio demografico creatosi tral’Europa comunitaria, in cui risiedono al-l’incirca 510 milioni di abitanti di etàmedia prossima ai 40 anni, ed un’Africa incui vive ormai oltre un miliardo di per-sone, di età media prossima ai 20 anni,che grazie all’innesco di un processo disviluppo stanno acquisendo anche le ri-sorse necessarie a sostenere i tentativi diemigrare clandestinamente verso Nord;

concludendo pertanto, che al di làdell’emergenza contingente determinata dafattori politici legati alla situazione libicae più in generale in Nord Africa e MedioOriente, la pressione a migrare verso l’Eu-ropa possa persistere per decenni, cioè pertutto l’arco di tempo occorrente al perfe-zionamento della transizione alla maturitàdemografica dell’intero continente afri-cano;

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rimarcando la circostanza che nellecondizioni suesposte qualsiasi segnale per-missivo rischia di ingrossare ulteriormenteil flusso degli arrivi e sia quindi indispen-sabile dimostrare maggiore intransigenza,per dissuadere dal tentare la sorte i clan-destini che i vigenti accordi sottoscritti dalnostro Paese non ci consentono di ospi-tare, salvo il caso dei richiedenti asilo;

sottolineando come costituisca urlodi questi segnali permissivi anche l’azionedi soccorso dispiegata successivamente al23 aprile scorso da navi appartenenti avarie Marine europee, affluite nel Medi-terraneo, che sbarcano nei porti italiani diloro scelta, prevalentemente in Sicilia, iboat people raccolti in alto mare, anchecontro l’avviso delle autorità del nostroPaese,

impegna il Governo:

ad accettare ed onorare gli impegniche deriveranno dalle decisioni che ilprossimo Consiglio Europeo assumerà inmateria migratoria, provvedendo ad orga-nizzare rapidamente il rimpatrio dei clan-destini non meritevoli di tutela interna-zionale in quanto migranti economici,conformemente a quanto impongono gliaccordi di Schengen;

a rappresentare nell’ambito del Con-siglio Europeo l’urgenza di trovare unaccordo politico per la Libia che non siainaccettabile per le autorità di Tripoli,della cui collaborazione Europa ed Italiahanno bisogno per arrestare i flussi deiclandestini in uscita dall’Africa;

a varare gli interventi legislativi edamministrativi necessari ad accelerarel’esame, l’accoglimento ed il respingimentodelle domande di tutela internazionaleinoltrate dai richiedenti asilo alle autoritàdel nostro Paese;

ad assumere iniziative per cancellaredal nostro ordinamento la « protezioneumanitaria », fattispecie diversa dallo sta-tus di rifugiato o del richiedente asilo chenon si configura come forma di protezioneinternazionale, e che non ha corrispettivi

negli altri ordinamenti europei e non puòessere dunque riconosciuta al di fuori delnostro Paese.

(6-00145) « Fedriga, Allasia, Attaguile, Bor-ghesi, Bossi, Busin, Caparini,Giancarlo Giorgetti, Gri-moldi, Guidesi, Invernizzi,Marcolin, Molteni, GianlucaPini, Rondini, Saltamartini,Simonetti ».

La Camera,

udite le comunicazioni del Presidentedel Consiglio dei ministri,

premesso che:

nella riunione del 25 e 26 giugno, ilConsiglio europeo discuterà di migrazione,e, in particolare, di ricollocazione, reinse-diamento e politica di rimpatrio;

nel 2014 le richieste di asilo rivoltealla Unione europea, secondo i dati Eu-rostat, sono state pari a 626.100. Quasi ildoppio della media relativa agli anni 2004-2012. Il dato inoltre, non contempla ov-viamente i migranti non richiedenti asiloma motivati a spostarsi da motivi di ca-rattere economico;

secondo fonti britanniche (standoalle notizie pubblicate dal quotidianoGuardian), in Libia ci sarebbero « tra450.000 e 500.000 migranti » in attesa dipartire. Dato, forse, sottostimato;

durante l’estate è facile prevedereche almeno 100.000 ulteriori migranti rag-giungeranno le coste italiane, anche aseguito dell’azione umanitaria di Triton, icui mezzi di soccorso rendono meno ri-schioso il viaggio verso i lidi di acco-glienza, almeno dal punto di vista logistico,riducendo le distanze tra i porti di par-tenza e gli incontri in mare aperto, favoritidalle comunicazioni effettuate con cellu-lari satellitari;

la nuova ed inusitata dimensionedel fenomeno migratorio dimostra il saltodi qualità che si è verificato nella suadinamica, a seguito dei conflitti e della

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crisi economica che caratterizzano moltidegli stati africani e mediorientali. Siamo,pertanto, di fronte a fatti che nulla hannoa che vedere con la normale fisiologia delfenomeno migratorio, ma con una pato-logia, che non può essere affrontata solodall’Italia, peraltro alle prese con una crisieconomica che non ha ancora trovato lenecessarie soluzioni. Anzi: stando alle pre-visioni dei principali Organismi interna-zionali, la nostra economia si muoverà, nelprossimo quinquennio, a scartamento ri-dotto. Con un’ulteriore crescita delle di-stanze rispetto al resto dell’Eurozona;

ad un fenomeno che ha una di-mensione internazionale non si può cherispondere con un coinvolgimento di tuttala Comunità internazionale a partire dal-l’ONU, l’Unione europea e la Nato, con ilsupporto attivo del G7 e del G20. Con unametodologia che ricalchi quanto fatto inpassato per far fronte ai problemi delsottosviluppo o della lotta contro la famenel mondo;

un’azione coordinata, quindi, cherichiede interventi anche di natura mili-tare contro i trafficanti di persone e cheisoli quegli Stati che, per ragioni di po-tenza regionale, ne favoriscono, seppurecon modalità diverse, i relativi traffici;

solo alzando il livello di guardia èpossibile sperare di poter governare unfenomeno altrimenti destinato a crearefocolai di infezione all’interno dell’Europa,con conseguenze drammatiche per lastessa tenuta democratica e la convivenzatra Stati diversi;

temi, questi ultimi, che erano statitrattati nel dibattito parlamentare tenutosiil 22 aprile scorso, in vista della riunionestraordinaria del Consiglio europeo del 23aprile 2015, a cui il Governo purtropponon ha dato seguito, ma che l’accelera-zione della crisi pongono al centro dellanecessaria riflessione politica;

al termine del dibattito, le Assem-blee di Camera e Senato avevano appro-vato due risoluzioni del gruppo FI-PdL;

in particolare, la risoluzione appro-vata alla Camera impegnava il Governo:

a rappresentare con vigore inseno al Consiglio europeo la necessitàmorale di un umanitarismo efficace, coin-volgendo l’Unione europea in azioni uma-nitarie e di soccorso armato, intesa comepolizia internazionale, per la prevenzionedi pericoli mortali mentre sono in attocrimini contro l’umanità;

ad istituire un tavolo di coesionenazionale per l’emergenza immigrazione eper le crisi internazionali in atto, checoinvolga i rappresentanti dei governi chehanno maturato un’esperienza nel passato,e le forze politiche di buona volontà;

ad adottare ogni iniziativa perpromuovere un’azione incisiva a livelloeuropeo, attraverso scelte chiare che im-plichino: un sistema di intelligence forte eradicato che monitori all’origine del pro-blema e fino alla sua destinazione; ilcontrasto tenace e determinato ai traffi-canti di morte, anche attraverso interventimirati in Libia; un piano sostenibile diaccoglienza e solidarietà in Europa e neiPaesi di origine;

a trovare la strada giuridica-mente e politicamente congrua per inter-venire in un ruolo di leadership sulla costalibica, nell’ambito di una forza multilate-rale sotto l’egida delle organizzazioni in-ternazionali, per contrastare in ogni modol’azione degli scafisti e reprimere la trattadegli esseri umani, e garantendo la sicu-rezza dei profughi in campi sotto l’egidadell’Unhcr;

a valutare l’opportunità di ricor-rere anche ad altri strumenti di intervento,quali la sottrazione del costo che l’Italiasostiene per far fronte ad un’emergenzache è di tutta l’Europa dal contributo cheogni anno il nostro Paese versa all’Unioneeuropea;

nel corso del dibattito, il Presi-dente del Consiglio dei ministri avevaconfermato la necessità di una rispostaorganica e strategica alle stragi nel Medi-

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terraneo, e la necessità di fornire rispostepolitiche per affrontare la pressione mi-gratoria;

dalle stime in corso, riportateanche dalla stampa quotidiana, risulta che,ad oggi, sono 76.486 i migranti presenti neicentri di accoglienza temporanei, neiCARA, nelle diverse strutture messe adisposizione dalle amministrazioni locali,mentre ammonterebbe a 130.000 il nu-mero dei migranti che potrebbero arrivarein Italia entro la fine dell’anno;

il popolo siciliano, che merita unringraziamento per lo sforzo eccezionalesopportato senza mai cedere all’intolle-ranza, sta sostenendo il maggior oneredella presenza di migranti, nel numero di16.010 persone, pari al 22 per cento deltotale;

dai dati del Ministero dell’in-terno, risulta che le persone sbarcate inItalia dal mese di gennaio 2015 ad oggisono 52.671;

nei primi mesi del mandato, ilGoverno in carica ha completamente di-satteso gli impegni di vigilanza strategicaassunti nel 2013 con il governo americano;

occorre ricordare che l’opera-zione « Mare nostrum », varata dal governoLetta nell’autunno 2013, prevedeva, unita-mente alle operazioni di soccorso in maredei migranti, anche l’opzione militare, pe-raltro totalmente disattesa dal Governo incarica, e che la stessa si è rivelata total-mente inadeguata sotto il profilo del con-trasto all’operato delle organizzazioni cri-minali;

da tempo si sollecita la riformadel Regolamento Dublino III – che stabi-lisce i meccanismi e i criteri di determi-nazione dello Stato membro competenteper l’esame delle domande di protezioneinternazionale presentata in uno degliStati membri da un cittadino di Paeseterzo o da un apolide –, riconoscendo laprofonda inefficacia dello stesso e conl’obiettivo di sollecitare una responsabiliz-zazione dei singoli Paesi europei;

in seguito agli sbarchi summen-zionati, i Presidenti delle regioni Lombar-dia, Veneto e Liguria hanno espresso leproprie rimostranze ed hanno paventatol’ipotesi di adottare provvedimenti voltialla non accettazione di nuovi immigratinei territori delle rispettive regioni;

in base all’ultima direttiva deiMinistero dell’interno, riguardante la si-stemazione di 8.406 profughi giunti sullecoste italiane negli ultimi giorni, la quotaspettante alla Lombardia era fissata in2.116 persone e quella per il Veneto in1.926;

tutte le iniziative e le misureposte in essere fino ad oggi per fronteg-giare e risolvere il fenomeno migratorionon hanno avuto alcun esito positivo; alcontrario, si può constatare che gli eventidegli ultimi mesi hanno determinato unpeggioramento della situazione e che si èregistrato l’ennesimo fallimento di unapolitica europea comune delle migrazioni;

il piano ipotizzato dal Presidentedel Consiglio nel corso del vertice del G7di Berlino, di dare la possibilità ai comunivirtuosi che ospiteranno i migranti disforare i vincoli del patto di stabilitàinterno, ovvero di corrispondere « misurecompensative » ai comuni con i bilanci inrosso, appare assolutamente demagogico;

l’Italia non è più in grado diaffrontare e gestire da sola i continuisbarchi, considerato anche che i centri diaccoglienza ubicati sul territorio nazionalehanno raggiunto, e in taluni casi superato,le soglie di massima capienza;

l’allarme proveniente dall’emer-genza sbarchi riguarda anche il forte ri-schio di infiltrazioni di matrice terrori-stica: i ricorrenti e sanguinosi attentatiterroristici di matrice jihadista che hannocolpito vari paesi europei pongono infattiin evidenza quanto gravi siano i pericoliper il nostro Paese, anche alla luce delleesplicite minacce contro l’Italia formulatedall’Isis;

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XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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il terrorismo è un atto criminaleingiustificabile in qualsiasi circostanza:rappresenta una minaccia alla pace, allasicurezza e alla stabilità internazionale diciascun paese, nonché ai diritti e allelibertà dei suoi abitanti, a causa dellavolontà degli attentatori di arrecare di-struzione e morte in maniera indiscrimi-nata, coinvolgendo i bambini, e persinoaddestrandoli ad uccidere;

malgrado tutti gli sforzi coordi-nati e la crescente cooperazione tra i Paesieuropei ed extra europei, la minaccia ter-roristica rimane altissima; a questo pro-posito ciascun paese dell’Unione ha l’ob-bligo di garantire non solo la sicurezza deipropri cittadini e delle persone che vitransitano o soggiornano, ma anche quelladei paesi che costituiscono l’Unione, po-nendo in essere iniziative di polizia e dilegge che rafforzino lo Stato di diritto eche prevengano infiltrazioni terroristicheentro i propri confini, attraverso fenomenimigratori, ingressi regolari ai varchi aero-portuali o marittimi, per motivi sia dilavoro, sia di studio o affari;

le bande di criminali scafisti,spesso infiltrati da jihadisti, che organiz-zano il trasferimento soprattutto dalla Tri-politania alla Sicilia di decine di migliaiadi immigrati clandestini hanno l’obiettivonon solo di realizzare ingentissimi guada-gni, ma anche quello di destabilizzarel’Italia e gli altri paesi dell’Unione europea,e la risposta dell’Unione europea di frontea questa migrazione di proporzioni bibli-che insostenibile economicamente e peri-colosa per la sicurezza è stata fino ad oraassolutamente insufficiente;

tutelare la sicurezza nazionale ècompito prioritario del Governo; salva-guardare la coesione e la pace sociale delpopolo italiano, già messa a dura provadagli effetti della crisi economica, imponeun realismo umanitario ed efficiente, cheeviti in ogni modo di incentivare gli esodisia dalle coste del Mediterraneo, sia daipaesi dell’Africa sub-sahariana;

di fronte alla gravissima crisiumanitaria in corso in particolare in Libia

e Siria è necessario che la comunità in-ternazionale valuti, come avvenuto in altreoccasioni simili e come consentito daldiritto internazionale, di intraprendere unintervento umanitario volto alla tuteladelle popolazioni e alla stabilizzazionedell’area;

la governance dell’area euro sem-bra sempre più orientata verso l’unioneeconomica, bancaria e di bilancio, senzauna progressione parallela dell’unione po-litica, per cui aumentano i controlli euro-pei e cresce la forza di una burocraziacomunitaria sempre più occhiuta, senza ilnecessario controbilanciamento politico e,quindi, democratico,

impegna il Governo:

in vista del Consiglio europeo del25-26 giugno prossimo, ad adottare, con lamassima urgenza e con assoluta fermezza,ogni utile iniziativa per dare corso agliimpegni assunti nelle Aule parlamentari il22 aprile 2015;

a proporre al Consiglio di sicurezzadelle Nazioni Unite una risoluzione checonsenta interventi umanitari sul suololibico, anche con forze multinazionali aguida italiana, per sostenere un processodi stabilizzazione e debellare le organiz-zazioni criminali che lucrano sui flussimigratori;

a sollecitare tempestivamente la de-finizione di una politica europea comunedell’immigrazione in seno al Consiglio eu-ropeo, per rafforzare il sistema di intelli-gence e per pianificare ogni azione utilevolta ad un definitivo contrasto ai traffi-canti di persone, considerato il totale fal-limento delle proposte sulla suddivisionetra i paesi di quote di richiedenti asilo;

a istituire un tavolo di coesione na-zionale per l’emergenza immigrazione, conla partecipazione anche di rappresentantidelle istituzioni regionali e locali coinvoltenella gestione dell’accoglienza;

a mettere in mora l’Unione europea,comunicando formalmente che, in man-canza di un reale e concreto impegno deglialtri paesi europei, sarà sottratto dai tra-

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sferimenti che il nostro Paese effettua afavore dell’Unione il costo che l’Italia sop-porta per far fronte da sola all’emergenzaimmigrazione;

allo stesso modo, ad assumere inizia-tive per prevedere la diminuzione deifondi strutturali europei allocati a queipaesi che rifiutino di accogliere una quotadi richiedenti asilo, venendo così meno aldovere di solidarietà tra Stati, istituzioni e,in ultima analisi, cittadini comunitari;

a imporre una seria discussione inseno all’Unione europea finalizzata ad unarevisione delle clausole del Regolamento diDublino III per coinvolgere tutti gli Statidell’Unione europea nella gestione dei ri-chiedenti asilo e dei migranti che varcanoi confini europei, in particolare nelle at-tività di accoglienza e di identificazione,superando l’attuale principio del « Paese diprimo arrivo »;

a sollecitare il Consiglio europeo adapplicare quanto previsto in caso di « af-flusso massiccio di sfollati nella Unioneeuropea », con le modalità di concessionedella protezione temporanea, secondoquanto previsto dalla direttiva 2001/55/CE,definendo quote di accoglienza per cia-scuno Stato membro, anche al fine digarantire ai migranti il diritto costituzio-nalmente garantito della libertà di circo-lazione;

a garantire un sistema che regoli laconcessione del diritto di asilo secondostandard e procedure comuni in tutti ipaesi e il coordinamento nella raccoltadelle domande dei richiedenti, per per-mettere agli aventi diritto di raggiungere ipaesi di accoglienza in modo sicuro, pre-venendo ogni abuso del sistema con lapresentazione di domande di asilo multi-ple da parte di una sola persona;

ad assicurare un sistema di mutuoriconoscimento tra gli Stati membri dellaconcessione del diritto di asilo, tale dagarantire la libertà di stabilimento delbeneficiario in ogni Stato membro, pro-dromico all’istituzione del sistema europeodi accoglienza;

a proporre e sostenere in seno al-l’Unione europea e all’Onu, in conformitàcon il diritto internazionale, un’operazionedi polizia internazionale per mettere sottocontrollo le spiagge e i porti della Libia,con azioni mirate dove se ne individui lanecessità. Tale operazione si rende neces-saria anche di fronte al flagrante, conti-nuato e sempre più vasto crimine control’umanità in atto in Libia (e Siria). A talfine si ricorda che nello « Statuto di Romadella Corte Penale Internazionale » sonodefiniti crimini contro l’umanità la « ridu-zione in schiavitù », la « deportazione otrasferimento forzato della popolazione »,l’« imprigionamento o altre gravi forme diprivazione della libertà personale in vio-lazione di norme fondamentali di dirittointernazionale ». Tali infami pratiche sonoattuate dalle organizzazioni criminali eterroristiche attive nell’area, come docu-mentato in modo inoppugnabile da testi-monianze dirette e reportage giornalistici;

ad attivarsi per la creazione urgentedi campi profughi in nord Africa in mododa offrire aiuto e riparo ai profughi infuga, sostenere i paesi confinanti nel lorosforzo di accoglienza e procedere ad unprimo esame delle istanze per il ricono-scimento dello status di rifugiato politicoin Europa, garantendo al contempo con-dizioni di sicurezza e di vivibilità perprofughi e migranti economici;

ad assumere iniziative per istituireuna task force diplomatica europea, sottol’egida dell’Alto Commissario dell’Unioneper gli affari esteri e la politica di sicu-rezza, per ottenere la collaborazione deipaesi di transito nella costituzione dicampi profughi attrezzati secondo criteridi decorosa vivibilità e sicurezza in Niger,Sudan e in Tunisia, ovvero negli altri paesiinteressati dal transito migratorio. La ge-stione dei campi dovrà prevedere il coin-volgimento dell’Alto commissariato per irifugiati e dell’Oim, l’Organizzazione in-ternazionale per le migrazioni che, inAfrica – ma anche in Libia – vantaun’esperienza in progetti riusciti di rim-patrio assistito;

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ad operare un contrasto serio edefficace agli scafisti e ai trafficanti dipersone, anche prevedendo una normativaspecifica e favorendo un lavoro di intelli-gence multinazionale e a mettere in campoun’azione diplomatica serrata nei con-fronti dei governi di Tobruk e Misurata, inLibia, e presso i paesi influenti sull’areaperché si costituisca in tempi brevi ungoverno di unità nazionale, necessaria,seppur non sufficiente, condizione perprocedere alla stabilizzazione e pacifica-zione dell’area;

ad intraprendere, a livello nazionalee comunitario, una collaborazione strut-turata con la Tunisia che preveda l’im-piego del dispositivo navale tunisino e chepermetta così di estendere l’area operativadi sorveglianza e contrasto all’immigra-zione clandestina, in particolar modo nellazona adiacente la Libia, integrando laridotta sorveglianza dovuta al restringi-mento dell’area operativa definita da Tri-ton;

a riconsiderare la posizione dell’Italiacon riguardo alle sanzioni comminate allaFederazione russa perché controprodu-centi per la convivenza pacifica e dannoseper l’economia anzitutto del nostro Paese,e ad adoperarsi affinché questo esempiosia seguito da un numero crescente dipaesi, riconoscendo alle parti implicate nelconflitto il diritto alla propria identitànazionale e all’autodeterminazione, al finedi raggiungere un accordo unanime cheporti all’annullamento delle sanzioni invigore contro la Federazione russa;

a sollecitare con forza un fattivoimpegno degli Stati dell’Unione europeaper prevenire l’infiltrazione di cellule ter-roristiche nei contini dei singoli Stati po-tenziando nelle misura necessaria le ope-razioni di intelligence per sorvegliare conla massima attenzione e continuità tutti ipossibili luoghi di aggregazione dei terro-risti;

ad assumere iniziative per progredirenell’unione politica dell’area euro di paripasso con le unioni bancaria, economica edi bilancio, onde evitare una deriva im-

periale-tecnocratica che cancella, di fatto,lo spirito dell’Europa delle origini, com-portando, tra l’altro, la progressiva perditadi sovranità dei singoli Stati nazionali.

(6-00146) Brunetta.

La Camera,

sentite le comunicazioni del Presi-dente del Consiglio dei ministri in meritoalla riunione ordinaria del Consiglio del-l’Unione europea del 25 e 26 giugno pros-simi,

premesso che:

nella riunione del Consiglio euro-peo i capi di Stato e di Governo discute-ranno dei futuri orientamenti in tema dimodifiche e completamento dell’UnioneEconomica e Monetaria (UEM), il semestreeconomico europeo, l’Agenda digitale. Ver-ranno inoltre trattati alcuni fondamentalitemi di politica estera quali l’emergenzaimmigrazione, la revisione della strategiaeuropea di sicurezza, la crisi ucraina e lalotta al terrorismo internazionale.

Per ciò che concerne le questioniinternazionali.

La necessaria revisione della poli-tica di sicurezza e difesa comune devericomprendere per intero la nostra poli-tica estera, il dialogo e il sostegno concretoai paesi del vicinato e del partenariato, inparticolar modo quello Mediterraneo, edeve essere quanto più efficace possibile alfine di sviluppare un’area di stabilità,sicurezza e prosperità condivise, ancheattraverso la nuova Politica europea divicinato (PEV), che dovrebbe essere defi-nita entro il prossimo autunno;

una politica di vicinato efficacedeve fondarsi, in particolare, sulla costi-tuzione di una politica estera e di sicu-rezza dell’Unione europea unitaria e co-raggiosa, che sia autorevole e realmente ingrado di incidere sugli scenari critici par-ticolarmente rilevanti per le regioni vicine.Solo una siffatta politica europea di vici-

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nato può creare i presupposti per la sta-bilità, la crescita democratica e l’instau-razione dello stato di diritto;

in particolare sarebbe opportunodare il giusto rilievo e attenzione al rac-cordo e coordinamento tra Pev e politichemigratorie. La politica di vicinato potrebberappresentare la sede ottimale per raffor-zare il dialogo con i Paesi partner in vistadi una gestione condivisa delle dinamichemigratorie, nel quadro di un progressivosuperamento di logiche meramente emer-genziali, da realizzarsi anche attraversol’auspicabile e urgente revisione del Rego-lamento Dublino III, e dell’instaurazionedi criteri solidaristici tra gli Stati membri.Sarebbe in particolare urgente trovare unaccordo in merito alla redistribuzione, subase equa e proporzionale, dei carichirelativi alle domande dei richiedenti asiloe protezione temporanea che interessanoprincipalmente proprio il versante medi-terraneo dei rapporti di vicinato;

a seguito dell’aggravarsi della crisiucraina, l’Unione europea, gli Stati Uniti ealtri Paesi hanno adottato sanzioni neiconfronti della Federazione Russa. In ri-sposta il 7 agosto 2014 le autorità russehanno disposto un embargo annuale sudiverse tipologie di prodotti agroalimentariprovenienti da Unione europea, USA, Au-stralia, Canada e Norvegia. Il nostro Paeserisulta il terzo più danneggiato dell’Unioneeuropea e le conseguenze riguardano nonsolo le mancate esportazioni, ma indebo-liscono la struttura della rete commercialee della distribuzione, con conseguentechiusura di aziende e perdita di occupati;

nonostante il cessate il fuoco en-trato in vigore il 15 febbraio 2015 inUcraina orientale gli scontri, seppur ri-dotti, non si sono tuttavia interrotti epermangono urgenti necessità mediche.Occorre, inoltre, un maggiore impegno perevitare i rischi di uno stato permanente diconflitto in Ucraina, dannoso per tutti glieuropei, per la stessa Russia, perl’Ucraina, e per gli altri Paesi del vicinato,ivi inclusi Balcani, Caucaso e Asia Cen-trale, al fine di scongiurare la possibilità

che si sfoci in una nuova guerra fredda,implementando una insensata e destabi-lizzante corsa agli armamenti attraverso ilpotenziamento missilistico delle basi Usa eNato nei paesi dell’Europa orientale, non-ché il continuo ripetersi di esercitazionimilitari sia nel Mar Baltico e nel Mar Neroche possono essere avvertite come unaminaccia per la Federazione Russa oltreche essere motivo di gravi incidenti diplo-matici e militari;

la spesa militare dell’Unione euro-pea già nel 2010 ha raggiunto quota 194miliardi di euro, approssimativamente lacifra del deficit annuale di Grecia, Italia eSpagna messe insieme; gli alti livelli dispesa militare, nei Paesi ora nell’epicentrodella crisi dell’euro, hanno giocato unruolo significativo nel provocare la crisidel loro debito e i debiti provocati dallavendita di armi sono sovente il risultato diaffari di corruzione tra funzionari deigoverni, pagati con soldi dei cittadini, glistessi che devono sopportare tagli pesan-tissimi nei servizi sociali;

i tagli alla spesa militare, dove sonoavvenuti, sono quasi interamente ricadutisulle persone – riduzioni di personale,salari più bassi e pensioni più basse – enon sulla spesa per l’acquisto di armimentre l’ampia consistenza di esportazionidi armamenti da parte degli Stati membriverso numerosi paesi del Sud del mondo ele aree di maggior tensione del pianetadovrebbe obbligare l’Europa a una pro-fonda riflessione sull’effettiva applicazionedei criteri restrittivi enunciati nella Posi-zione Comune dell’Unione europea del2008 sulle esportazioni di armamenti;

sottolineato, altresì, l’opportuno in-serimento tra gli strumenti della PESCdelle capacità civili e militari dell’Unioneeuropea nella gestione delle crisi e ilriconoscimento dello scenario geopoliticodella sponda sud del Mediterraneo e delMedio Oriente – anche alla luce dellarecrudescenza terroristica con gli attentatidi Tunisi al museo Bardo e la mortificainiziativa contro le popolazioni del cosid-detto Califfato (Isis) – quali priorità stra-

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tegiche ai fini della sicurezza europea,sicurezza che non può che essere conse-guita attraverso il moltiplicarsi dell’inizia-tiva diplomatica, il riconoscimento dei di-ritti umani e dei diritti dei popoli, del-l’implementazione delle politiche di di-sarmo, della cooperazione e del ripudiodella guerra;

considerato inoltre il delicato ruolodella Turchia, anche e non solo per lastretta cooperazione militare tra la Unioneeuropea e questo Paese, che appare stra-tegico nella costruzione di una Europasolidale e democratica ma che fino a oggiha fatto mancare il proprio sostegno allalotta al terrorismo dell’Isis, bloccando leforniture anche umanitarie verso i curdi eavendo avuto un comportamento alquantoambiguo nei confronti degli estremisti isla-mici. Il risultato delle recenti elezionipolitiche in Turchia e la perdita dellamaggioranza assoluta da parte del partitodi Erdogan, possono aprire la strada versoun pieno coinvolgimento in funzione anti-Isis del Governo di Ankara e finalmenteavviare quel processo di pace e d’inclu-sione del popolo curdo riconoscendonepienamente i diritti delle minoranze etni-che e linguistiche. In questa direzione èauspicabile che il Pkk, formazione politicafondamentale sia nel processo di pace inTurchia sia nella stessa coalizione anti-Isisin Siria e Iraq. Si sottolinea in particolarecome sia necessario che la frontiera traTurchia e Siria cessi di essere il luogo ditransito di migliaia di foreign fighters chealimentano le truppe fondamentaliste del-l’Isis;

Per ciò che concerne le questionieconomiche.

Gli Stati membri dell’Unione euro-pea si caratterizzano per condizioni eco-nomiche e sociali eterogenee, motivo per ilquale sarebbe preferibile predisporre mi-sure diversificate predisposte apposita-mente per ogni singolo Stato membro,volte a correggere le distorsioni sociali edeconomiche;

il Consiglio ECOFIN, nelle conclu-sioni di maggio, sottolinea che « sedici

degli Stati membri oggetto di esame indi-cati nella relazione sul meccanismo diallerta 2015 (Belgio, Bulgaria, Germania,Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia,Ungheria, Paesi Bassi, Portogallo, Roma-nia, Slovenia, Finlandia, Svezia e RegnoUnito) presentano squilibri macroecono-mici di genere e portata diversi ». Conte-stualmente l’ECOFIN concorda con il pa-rere della Commissione secondo cui cin-que Stati membri (Bulgaria, Francia,Croazia, Italia e Portogallo) presentanosquilibri eccessivi, nonché accoglie confavore l’intenzione della Commissione dimonitorare in particolare le raccomanda-zioni del Consiglio agli Stati membri consquilibri eccessivi (Bulgaria, Francia, Croa-zia, Italia e Portogallo);

se sedici Stati su ventotto presen-tano squilibri macroeconomici sembra evi-dente che l’Unione europea non siaun’area valutaria ottimale, considerato an-che che in luogo di misure comuni qualiil salario flessibile o la mobilità del lavoro,il nostro, continente è vessato da preca-riato e disoccupazione;

l’assenza di una politica economicaeuropea unitaria e di un sistema unico diindebitamento acuisce le suddette distor-sioni sociali ed economiche;

il recente andamento macroecono-mico europeo è stato deludente, caratte-rizzato da una morsa di austerity che habloccato qualsiasi prospettiva di rilanciodell’economia, ed ha causato altissimi epersistenti livelli di disoccupazione;

vi è un calo degli investimenti pub-blici e privati nella Unione europea sindall’insorgere della crisi finanziaria;

la composizione della spesa pub-blica dei Paesi europei deve essere piùorientata al rilancio economico del Paeseed in particolare a sostegno degli investi-menti;

dopo un periodo di ideologia neo-liberalista nella quale il mantra era « la-sciar fare » e « lasciare che i gruppi diinteresse si autoregolamentino », le « vec-chie teorie » keynesiane, che in Italia si

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tradurrebbero non solo in un aumentodella spesa pubblica in consumi, ma anchein investimenti pubblici, che avrebbero unmoltiplicatore molto elevato, stanno of-frendo molteplici spunti per contrastare lacrisi. Lo stesso Stiglitz nel suo discorsoalla Camera ha ribadito come lo Statodebba perseguire tali politiche che nonsolo sarebbero da supporto alla domandaaggregata, ma innescherebbero dei molti-plicatori per ogni euro investito;

come ci suggerisce il Rapporto sti-lato nel 2014 da Unioncamere e Symbola(Io sono cultura – Rapporto 2014 diUnioncamere e Symbola), per ciò checoncerne l’Italia un altro esempio di mol-tiplicatore attivabile è quello sul sistemaproduttivo culturale il quale vanta unmoltiplicatore pari a 1,67 sul resto del-l’economia, ovvero « in termini monetari,ciò equivale a dire che gli 80 miliardi dieuro prodotti nel 2013 dall’intero sistemaproduttivo culturale (comprensivo di noprofit e pubblica amministrazione), rie-scono ad attivare 134 miliardi di euro,arrivando così a costituire una filiera cul-turale, intesa in senso lato, di 214 miliardidi euro »;

in questi anni l’unico effetto dellariduzione della spesa nella spasmodicarincorsa al pareggio di bilancio sono statii tagli allo stato sociale e alle pensioni,trascinando il Paese in una crisi bendescritta dalle rilevazioni dell’Ufficio studidella Confcommercio;

lo sterile utilizzo di indici quali ilPIL, che da un lato, in base alla riclassi-ficazione Sec 2010 altro non fa che inse-rire elementi distorsivi nel calcolarlo, ren-dendo antieconomico il debellamento difenomeni quali la criminalità organizzatae lo sfruttamento della prostituzione edall’altro tale indice non è indicativo « delbenessere » di uno Stato e dei suoi citta-dini, così come esaustivamente espressodall’Organizzazione per la cooperazione elo sviluppo economico (OCSE) nel rap-porto How’s Live 2013, il quale affermacome ci sia il bisogno di tener conto anchedi indicatori alternativi al PIL, quali la

qualità e il costo delle abitazioni, i salari,la sicurezza dell’impiego, la disoccupa-zione, l’educazione, la coesione sociale, laqualità di vita;

nel Consiglio Europeo informale difebbraio 2015 è stato presentata il report« Preparing for Next Steps on. Better Eco-nomic Governance in the Euro Area »,denominato report dei quattro presidenti.Nel documento, oltre a mettere in lucealcuni aspetti migliorabili dell’Unione Eco-nomica e Monetaria (Unione europeaM), sichiedeva agli stati membri di presentareproposte volte e migliorare questa unione.Il Parlamento ha appreso da notizie distampa che il Governo italiano ha presen-tato una proposta di completamento del-l’UEM che, senza previa consultazionedelle Camere, propone dei trasferimenti disovranità all’Unione europea;

per ciò che concerne l’Agenda Digitaleeuropea.

Lo scoreboard sugli avanzamenti inmateria di Agenda Digitale europea, pub-blicato quest’anno dalla Commissione eu-ropea, ha certificato una situazione diassoluta asimmetria a livello continentalecirca la realizzazione degli obiettivi pre-fissati nel programma europeo;

secondo il DESI 2015 (indice del-l’economia e della società digitali), l’Italia,con un punteggio complessivo pari a 0,36,è venticinquesima nella classifica dei 28stati membri dell’Unione europea ed èdunque ricompresa nel gruppo dei paesicon prestazioni basse insieme alla Bulga-ria, Cipro, Grecia, Croazia, Ungheria, Po-lonia, Romania, Slovenia e Slovacchia;

i dati sull’Italia appaiono particolar-mente significativi: il nostro Paese risulta,infatti, ben lontano dal raggiungimentodegli obiettivi stabiliti rispetto alla maggiorparte degli indicatori considerati e, segna-tamente, mercato della banda larga; uti-lizzo di internet, competenze digitali, svi-luppo del commercio elettronico e inve-stimenti in ricerca e sviluppo nel settoreICT;

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la situazione di deficit di svilupposopra rappresentata è dovuta, principal-mente, all’inefficacia delle politiche nazio-nali fino ad ora perseguite in materia,oltre che dalla mancanza di una visioned’insieme sui temi legati all’innovazionedel Sistema Paese ma è, al contempo,determinata dalla rigidità dei vincoli sta-biliti dai Trattati europei in vigore inmateria di investimenti pubblici dei singoliStati membri, oltre che dalla mancatadestinazione di risorse finanziarie specifi-che anche comunitarie per il raggiungi-mento degli obiettivi del programma eu-ropeo;

il rispetto del principio della netneutrality, a mente del quale ogni pac-chetto di dati veicolato attraverso la reteinternet deve essere trattato in manieraomogenea senza distinzioni, restrizioni ointerferenze, in relazione all’origine, alcontenuto, alla qualità o tipologia dei daticonsiderati, costituisce l’architrave sullaquale è stata costruita la rete internet cosìcome la conosciamo oggi, garantendo ilpieno esercizio dei diritti, anche di rangocostituzionale, afferenti alla ricezione ecomunicazione di informazioni da partedei cittadini;

nel tempo i fornitori di servizi direte hanno adottato politiche sempre piùaggressive in termini di gestione del traf-fico internet, come tali idonee a compro-mettere la neutralità della rete;

in proposito la Commissione euro-pea in vista dell’obiettivo di costruire unmercato unico delle telecomunicazioni hapresentato nel settembre 2013 un pac-chetto di riforme del mercato delle tele-comunicazioni comprendente un regola-mento e una raccomandazione sul tema;

in particolare, il regolamento al-l’articolo 23 prevede disposizioni volte agarantire il rispetto del principio di neu-tralità della rete, norme che sono stateemendate in prima lettura dal Parlamentoeuropeo il 3 aprile 2014, attraverso unarisoluzione legislativa che specifica chel’accesso ad internet debba essere garantito« indipendentemente dalla sede dell’utente

finale o del fornitore e dalla localizza-zione, dall’origine, dalla finalità del servi-zio, delle informazioni o dei contenuti »;

impegna al Governo:

Per ciò che concerne le questioni inter-nazionali.

Ad adoperarsi, in funzione della de-finizione, nel Documento Politica europeadi vicinato (PEV) previsto per l’autunno2015, per una revisione della PEV cheassicuri un quadro unitario e sinergico traquesta politica e la politica estera, disicurezza e di difesa comune dell’Unione,atta ad individuare modalità flessibili ecommisurate al diversi livelli di ambizionedei partenariati di vicinato e che tengaconto dei conflitti in pieno svolgimento inmolti Paesi limitrofi, delle diverse modalitàdi azione e intervento;

a proporre la revoca delle sanzionieconomiche della Unione europea allaRussia in quanto inefficaci, e contropro-ducenti e continuare a sostenere la richie-sta di un effettivo cessate il fuoco inUcraina;

a dare attuazione alla mozione (1-00605) approvata il 18 dicembre 2014 cheimpegnava il Governo a revisionare l’ac-cordo Dublino III istituendo punti adibitialla richiesta d’asilo direttamente sui ter-ritori di partenza dei migranti, nonchécorridoi umanitari per questi ultimi;

ad attivarsi perché si trovi immedia-tamente una soluzione multilaterale con-divisa all’urgente e gravissima emergenzaconcernente i migranti che stanziano neipressi della frontiera francese, in partico-lare nella zona di Ventimiglia ed al con-tempo perché si adotti in tempi brevi untesto unico europeo in materia di asilo chepreveda un equa e proporzionale riparti-zione di quote di migranti da accoglieresui territori dei vari stati membri del-l’Unione europea;

a porre in essere ogni iniziativa af-finché venga esclusa in questa fase l’ade-sione alla NATO di ulteriori Paesi della

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disciolta Unione Sovietica e a congelare, oin subordine a ridurre, le esercitazionimilitari nel Baltico e nel Mar Nero con ilfine di raffreddare la tensione con laFederazione Russa;

a riprendere nelle apposite sedi inegoziati per il disarmo convenzionale enucleare del nostro continente evitandoulteriori processi di militarizzazione dellafrontiera tra Unione europea FederazioneRussa;

ad escludere azioni di guerra in Libiache finirebbero per rafforzare in tutto ilMedio Oriente le pulsioni fondamentalisti-che antioccidentali e terroristiche;

ad attivarsi nelle apposite sedi perchél’Unione europea chieda al nuovo Governodi Ankara l’avvio del processo di pace e diinclusione con il popolo curdo nonché deidiritti fondamentali di tutte le minoranzeed al contempo perché la Repubblica diTurchia ponga fine a ogni ambiguità neiconfronti dell’Isis collaborando con laUnione europea al fine di bloccare l’af-flusso di armi alle organizzazioni terrori-stiche e impedire il transito verso Siria eIraq dei foreign fighters;

Per ciò che concerne le questioni eco-nomiche.

A porre in essere ogni iniziativa af-finché vi sia un ripensamento e una ri-modulazione dei principi del regime del-l’austerity superando l’anacronistico e de-leterio vincolo del 3 per cento nel rapportodeficit-Pil e più in generale ridiscutere emodificare i vincoli posti dal Fiscal Com-pact al fine di rilanciare l’economia delPaese, nonché aumentare l’occupazione,ed infine sospendere la partecipazionedell’Italia al Meccanismo europeo di sta-bilità finanziaria (EMS);

ad intraprendere azioni atte adespungere elementi distorsivi dal calcolodel PIL quali le attività illegali realizzatein uno stato di sostanziale incapacità divolere, come ad esempio la prostituzione eil procurarsi sostanze stupefacenti, cherendono antieconomica la loro risoluzione

e affinché queste attività non siano con-siderate come svolte « consensualmente »;

a farsi promotori, nelle opportunesedi, dell’abbandono dell’utilizzo del PILquale parametro di riferimento della sa-lute di uno Stato e utilizzare indici alter-nativi quali quelli promossi dal progetto« The Better Life Index » dell’OCSE;

ad impegnarsi, nelle apposite sedi,per una mitigazione dei vincoli europei sulbilancio, al fine di ridurre il regime dirigore che strangola la nostra economia etoglie prospettiva allo sviluppo dell’Italia;

a concordare in sede europea l’im-mediato scomputo dal calcolo della sogliadel 3 per cento deficit/PIL del cofinanzia-mento dei fondi europei, delle spese ef-fettuate per investimenti infrastrutture, inprevenzione del rischio sismico ed idro-geologico, della messa in sicurezza a degliedifici pubblici, degli investimenti nellaricerca, dell’informatizzazione della pub-blica amministrazione. Queste spese, in-fatti, da un lato arrecherebbero benessereai cittadini e dall’altro innescherebberomoltiplicatori economici tali da rilanciareil sistema Paese;

a sostenere in sede europea l’obbli-gatorietà, per tutti i paesi membri, diadottare politiche di sostegno economicodelle persone che vivono al di sotto dellasoglia di povertà relativa, mediante l’isti-tuzione di strumenti come il reddito dicittadinanza;

ad attivarsi per ridiscutere con glialtri stati membri dell’Unione europea iprocessi decisionali e gli assetti istituzio-nali dell’Unione nel segno di una maggioretrasparenza, di un più intenso coinvolgi-mento dei parlamenti nazionali e di unapiù forte responsabilizzazione che obblighile istituzioni europee a rispondere ai cit-tadini nei casi di clamorosi fallimenti,quali sono quelli provocati da alcune delledecisioni adottate recentemente per fron-teggiare la crisi;

a ricercare, in accordo con gli altriStati membri, strumenti comuni finalizzatia debellare il fenomeno dell’elusione edell’evasione fiscale internazionale;

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a porre in essere ogni iniziativa af-finché l’Unione europeaM (Unione econo-mica e monetaria) non si limiti ad essereuno sterile sistema di regole ma sostenga,nel quadro del bilancio dell’Unione, losviluppo e la coesione sociale in coerenzacon i principi di uguaglianza e solidarietàtra gli stati membri affrontando gli squi-libri, le divergenze strutturali e le emer-genze finanziarie direttamente connesseall’Unione monetaria, in un’ottica di coo-perazione e solidarietà, senza compromet-tere le sue funzioni tradizionali di finan-ziamento delle politiche comuni. Inoltre sidovrebbe modificare il sistema al fine diaccrescere il controllo democratico delledecisioni prese nell’Eurozona;

ad impegnarsi affinché siano varatiin sede comune sistemi diversi di gestionedelle situazioni critiche degli stati piùdeboli, che devono essere supportati e nonemarginati e condannati a richieste dimaggiore austerità anche quando sono giàstati messi in discussione alcuni beni eservizi fondamentali come il sistema sa-nitario;

a ridiscutere gli aspetti sostanzialiconcernenti l’unione monetaria e la mo-neta unica in particolare, sia nella suastruttura, sia nella visione economica difondo poiché attualmente rischia di essere,come la definisce Alain Parguez « unamoneta “falsa” », scollegata dall’economiareale, puramente privata, creata unica-mente su richiesta di operatori privati dabanche obbligate a soddisfare gli obiettivifissati dalla Banca Centrale, sorretta dalleaspettative dei mercati finanziari », anchein vista della possibilità di svincolarsi dallapolitica monetaria unica che mal si sposacon le caratteristiche e le esigenze econo-miche del Paese riacquisendo la sovranitàmonetaria, in considerazione del fatto chedi recente è stata depositata in Senato unaproposta da parte di cittadini italiani perdare il via alla legge di iniziativa popolarefinalizzata al referendum consultivo sul-l’euro;

in merito all’accordo di libero scam-bio con gli Stati Uniti (TTIP) a non rati-

ficare l’accordo e in ogni caso a garantireil massimo livello di trasparenza in tutte lefasi delle trattative e a provvedere imme-diatamente ad eliminare la previsionedella clausola Isds, perché non vi sia unribasso sugli standard del comparto agroa-limentare europeo ed in particolare quellonazionale e a sostenere uno studio sul-l’impatto nei 28 Stati membri, finanziatodall’Unione europea, per valutare gli effettisull’economia nazionale e sulla tutela del« Made in Italy »;

per ciò che concerne l’Agenda Digitaleeuropea.

A porre in essere ogni iniziativapresso le competenti sedi dell’Unione eu-ropea affinché vengano destinate risorseaddizionali per il raggiungimento degliobiettivi dell’Agenda Digitale europea infavore degli Stati membri che registranopiù elevati deficit nel raggiungimento degliobiettivi del programma europeo, comecertificati dallo scoreboard diffuso dallaCommissione europea, prevedendo tempicerti per la realizzazione degli obiettivi estabilendo sanzioni adeguate a carico degliStati membri in caso di mancata utilizza-zione delle risorse addizionali per tal viadestinate;

a porre in essere ogni iniziativapresso le competenti sedi dell’Unione eu-ropea al fine di prevedere delle deroghespecifiche ai vincoli di bilancio stabiliti daiTrattati in vigore al fine di favorire gliinvestimenti pubblici a livello di singoliStati membri per il raggiungimento degliobiettivi dell’Agenda Digitale europea oltreche dei singoli programmi adottati in ma-teria di innovazione dagli Stati membri;

a porre in essere ogni iniziativapresso le competenti sedi dell’Unione eu-ropea affinché si giunga ad una rapidaapprovazione del nuovo pacchetto in ma-teria di mercato delle telecomunicazioni,secondo quanto approvato in prima let-tura dal Parlamento europeo in data 3aprile 2014;

a favorire a livello europeo la crea-zione di un quadro regolamentare idoneo

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a consentire un più incisivo interventopubblico diretto nell’infrastrutturazionecon banda ultralarga delle aree dei Paesimembri a fallimento di mercato.

(6-00147) « Petraroli, Battelli, Nesci, LuigiDi Maio, Fraccaro, Vignaroli,Sorial, Caso, Brugnerotto,Cariello, Castelli, Colonnese,D’Incà, Di Battista, Sibilia,Del Grosso, Manlio Di Ste-fano, Grande, Scagliusi, Spa-doni, Massimiliano Bernini,Basilio, Corda, Frusone,Rizzo, Tofalo, De Lorenzis,Nicola Bianchi, Carinelli,Dell’Orco, Liuzzi, Paolo Ni-colò Romano, Spessotto.

La Camera,

udite le comunicazioni del Presidentedel Consiglio dei Ministri sulla riunionedel Consiglio europeo del 25 e 26 giugnop.v.

premesso che:

nonostante il sistema dell’acco-glienza sia già al collasso continuano senzasosta gli sbarchi che portano migliaia diimmigrati sulle nostre coste, mentre altrecentinaia di loro continuano tragicamentea morire in mare;

l’arrivo in massa di migranti clan-destini nel nostro Paese dai confini meri-dionali sta assumendo un carattere strut-turale e bisogna trovare con urgenza unmetodo di gestione efficiente e condiviso ditale fenomeno migratorio in ambito euro-peo che possa permettere di affrontare erisolvere la questione nel lungo periodo;

l’operazione Triton, inizialmentesbandierata come soluzione del problema,sta dimostrando tutti i suoi limiti, preve-dendo si la partecipazione di imbarcazionidi altri Stati dell’Unione europea per ilsoccorso dei naufraghi e il salvataggio daibarconi ma non una rete di accoglienza;

emblematico in tal senso è ciò cheè avvenuto negli scorsi giorni a Ventimiglia

dove la Francia ha temporaneamente so-speso l’accordo di Schengen per impedirel’accesso di alcune centinaia di migrantisul loro territorio nazionale;

sulla questione della redistribu-zione dei richiedenti asilo tra i paesidell’Unione europea sembra che nel Con-siglio di domani e dopodomani si vadaverso l’approvazione di una redistribu-zione solamente volontaria di quaranta-mila richiedenti asilo è, inoltre, in unperiodo di tempo di due anni, mentresembra non troverà accoglimento la pro-posta della redistribuzione obbligatoria deimigranti;

è notizia delle ultime ore che l’Un-gheria avrebbe annunciato la propria de-cisione di non rispettare più le regole sullerichieste di asilo nell’Unione europea e disospendere l’applicazione del Regolamentodi Dublino, cessando quindi di riaccoglierei migranti che dopo essere entrati nella Ueattraverso il territorio ungherese lo ave-vano poi abbandonato;

il contrasto all’immigrazione clan-destina deve passare anche attraverso lalotta ai trafficanti di esseri umani, cheanzi sembrano essere in continuo aumentoper la facilità di reclutare semplici pesca-tori attratti da facili guadagni e dalla quasitotale impunità, e la distruzione delleimbarcazioni impiegate;

la stessa Unione europea consideraparte integrante della lotta contro l’immi-grazione clandestina la sua prevenzione eriduzione « in particolare attraverso unapolitica di rimpatrio efficace che rispettidebitamente i diritti fondamentali » e haapprovato già nel 2008 la cosiddetta di-rettiva rimpatri, oltre ad impegnarsi atti-vamente nella conclusione di accordi bi-laterali di riammissione con i paesi daiquali provengono i migranti;

in Italia il Fondo rimpatri è statooggetto di drastici tagli di bilancio ed èattualmente quasi completamente privo dirisorse;

il 22 giugno 2015 il Consiglio eu-ropeo ha lanciato la prima fase d’opera-

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zione NAVFOR Med, che si concentreràsulla sorveglianza e sulla valutazione dellereti degli scafisti e dei trafficanti di esseriumani, in attesa del momento opportunoper passare alle fasi successive che do-vrebbero comprendere la ricerca di im-barcazioni sospette, lo smaltimento delleimbarcazioni e dei relativi beni e la cat-tura dei trafficanti e degli scafisti;

l’articolo 80 del Trattato sul fun-zionamento dell’Unione europea prevedeche le politiche dell’Unione relative aicontrolli alle frontiere, all’asilo, all’immi-grazione, siano « governate dal principio disolidarietà e di equa ripartizione dellaresponsabilità tra gli Stati membri, anchesul piano finanziario »;

il persistere del carattere emergen-ziale del fenomeno dell’immigrazione ir-regolare è indissolubilmente legato al caospolitico ed istituzionale, se non di guerravera e propria, di molti Paesi dell’Africa,tra i quali figura anche la Libia, attual-mente incapace di approntare dal suo latoun piano contro i trafficanti di esseriumani e i cosiddetti viaggi della speranza;

impegna il Governo:

ad operare in primissimo luogo infavore di una stabilizzazione politica edistituzionale dei Paesi dell’Africa dai qualifuggono i migranti diretti in Europa;

ad avviare iniziative, anche in ambitosovranazionale, volte al contrasto dell’im-migrazione irregolare e per la lotta agliscafisti, sia attraverso misure sanzionato-rie penali sia attraverso la distruzionedelle imbarcazioni a tal fine impiegate;

a valutare l’opportunità che siamesso in atto un pattugliamento dellecoste libiche, e sia attivata una missioneinternazionale multilaterale, coinvolgendoi Governi dei Paesi dell’Africa settentrio-nale, per esaminare in loco le domande diasilo e stroncare il traffico di vite umane;

a promuovere l’individuazione dellepolitiche necessarie a gestire in modocondiviso e secondo regole di protezione

umanitaria la questione dei profughi, e apromuovere le opportune iniziative per (arevisione dei criteri dell’accoglienza e delladistribuzione degli stessi tra i partnereuropei;

a rifinanziare il Fondo rimpatri, af-finché l’Italia sia posta in condizione dirispettare le previsioni legislative nazionalied europee in materia;

ad attivarsi in ambito europeo ai finidella revisione del cosiddetto sistema diDublino che scarica l’emergenza immigra-zione solo su alcuni Paesi.

(6-00148) « Rampelli, Giorgia Meloni, Ci-rielli, La Russa, Maietta, Na-stri, Taglialatela, Totaro ».

La Camera,

premesso che:

nella riunione del 25 e 26 giugno, ilConsiglio europeo discuterà di migrazione.I leader dovrebbero concentrarsi su ri-collocazione, reinsediamento e politica dirimpatrio e volgere lo sguardo alla futuraconferenza di La Valletta con i paesiafricani di origine e di transito;

i Capi di Stato o di Governo siconcentreranno sulle sfide in materia disicurezza cui è confrontata l’Unione eu-ropea. Discuteranno un riesame della stra-tegia europea in materia di sicurezza efaranno il punto dei lavori in corso nellalotta al terrorismo;

toccheranno questioni economiche,concludendo così il semestre europeo 2015e facendo il punto sullo stato dei lavoririguardanti il partenariato transatlanticoper il commercio e gli investimenti (TTIP)e il Fondo europeo per gli investimentistrategici; il Consiglio europeo approfon-dirà le discussioni e fornirà orientamentiin merito all’agenda digitale e alla rela-zione sull’Unione economica e monetaria(Unione europeaM) concernente una mi-gliore governance economica nella zonaeuro: inviterà l’Alto rappresentante a pre-parare una revisione della Strategia euro-

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pea 2003 in materia di sicurezza, affron-terà poi nuovamente le relazioni con laRussia e la situazione in Ucraina, faràquindi il punto sull’attuazione degli orien-tamenti sulla situazione del Mediterraneo,concordati nella riunione straordinaria delmese di aprile; infine, si farà il punto deilavori in corso in materia di sicurezzainterna, in particolare sulla base dellacomunicazione della Commissione« Un’agenda europea per la sicurezza »;

verranno forniti orientamenti ag-giuntivi sull’Agenda digitale a seguito dellacomunicazione della Commissione « Stra-tegia per il mercato unico digitale perl’Europa » e verranno approvate poi leraccomandazioni specifiche per paese perguidare gli Stati membri nelle foro riformestrutturali (politiche dell’occupazione e bi-lanci nazionali) oltre che delineare lasituazione sul Trattato di Partenariatotransatlantico per il commercio e gli in-vestimenti (TTIP);

il Consiglio europeo discuterà inol-tre la relazione del Presidente della Com-missione, predisposta in stretta collabora-zione con il presidente del Vertice euro, ilpresidente dell’Eurogruppo e il Presidentedella Banca centrale europea, sul miglio-ramento della governance economica nellazona euro;

durante il dibattito al consiglio Af-fari interni Ue a Lussemburgo si è di-scusso del meccanismo obbligatorio di ri-partizione di 40 mila richiedenti asilo (24mila dall’Italia e 16 mila dalla Grecia indue anni). Un confronto, in cui, comeevidenziato dal ministro dell’Interno dellapresidenza lettone Rihards Kozlovskis,sono emerse divergenze di opinioni madove comunque si era in presenza di unclima ragionevole a detta anche del Mini-stro dell’Interno Italiano Angelino Alfanoperché si è fatto un primo passo versoquesta Agenda della Commissione, sia perla rottura del muro di Dublino, sia per irimpatri;

a decidere se le quote sarannoobbligatorie, vincolanti (che è un gradinomeno di obbligatorio) o volontarie sarà il

vertice dei leader dei 28 fissato per il 25e 26 giugno e ci auguriamo che in taleoccasione il Consiglio europeo possa anchearrivare a una conclusione definitiva suricollocamenti e reinsediamenti (20 miladai campi profughi in due anni) entro lafine di luglio, dopo che la presidenzaentrante, quella del Lussemburgo, ha datoil suo impegno ad accelerare col lavorotecnico sul dossier;

secondo fonti della CommissioneUe, la maggioranza delle delegazioni, 16 su28 (Italia, Grecia, Malta, Croazia, Cipro,Bulgaria, Romania, Olanda, Austria, Bel-gio, Svezia, Lussemburgo, Finlandia, Fran-cia, Germania e Belgio), si è espressa afavore della ripartizione obbligatoria, purcon alcuni distinguo soprattutto sui criteridella chiave di ripartizione, a tre Paesidell’area Schengen – Liechtenstein, Sviz-zera e Norvegia – hanno dato la lorodisponibilità a partecipare;

tra le posizioni dei diversi Paesi cisono state sorprese, come l’apertura dellaSpagna, ma anche delusioni, come l’atteg-giamento di opposizione della Polonia,mentre l’Irlanda, pur godendo di clausoledi esclusione come Gran Bretagna e Da-nimarca, ha comunque deciso di fare lasua parte, uno scenario che fa prevedererisvolti positivi anche sulla vicenda deimigranti bloccati a Ventimiglia dalle au-torità francesi;

si sostiene il meccanismo di soli-darietà obbligatorio per le ripartizioni delrichiedenti asilo proposto dalla Commis-sione, a condizione che sia accompagnatodalla responsabilità ovvero dal rispetto deitrattati di Dublino e Schengen, con i fotosegnalamenti, la raccolta delle improntedigitali, ma soprattutto la creazione degli« hotspot » nei Paesi in prima linea persmistare chi ha davvero bisogno di prote-zione internazionale dai migranti econo-mici, accelerando sui rimpatri, con l’assi-stenza finanziaria e di gestione della Com-missione europea;

la raccomandazione della Commis-sione dell’8 giugno scorso relativa al pro-gramma di reinsediamento europeo, suc-

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cessiva all’Agenda europea sulla migra-zione del 13 maggio 2015, propone unprogramma di reinsediamento dell’Unioneeuropea per offrire 20000 posti sulla basedi una chiave di distribuzione attribuen-done la responsabilità dell’accoglienza soloagli Stati partecipanti, chiedendo comun-que assistenza da parte dell’UNHCR perdare attuazione a tale programma;

la Commissione prevede di erogarea favore del programma di reinsediamento50 milioni di euro nel 2015 e nel 2016 estabilisce che il programma abbia unadurata di due anni prevedendo che leregioni prioritarie per il reinsediamentosiano Nord africa, Medio Oriente e Cornod’Africa;

la Commissione raccomanda chegli Stati membri e gli Stati associati con-servino la responsabilità delle decisioni diammissione mentre all’Alto commissariatodelle Nazioni Unite per i rifugiati spette-rebbe la responsabilità di valutare i can-didati al reinsediamento nelle regioni prio-ritarie e di presentare proposte per ilreinsediamento negli Stati membri e negliStati associati partecipanti;

la Commissione raccomanda, inol-tre, che, allorché una persona reinsediataè ammessa nel territorio di uno Statomembro o di uno Stato associato parte-cipante, detto Stato provveda a espletareuna procedura formale di protezione in-ternazionale e auspica che l’Ufficio euro-peo di sostegno per l’asilo partecipi effet-tivamente all’attuazione del programma;

durante la Conferenza Interparla-mentare sulla Politica Estera e di Sicu-rezza Comune (PESC) e sulla Politica diSicurezza e Difesa Comune (PSDC) svoltasia Riga dal 4 al 6 marzo 2015 nell’ambitodel semestre lettone di presidenza delConsiglio dell’Unione Europea sono staticompiuti importanti passi avanti verso unamaggiore collaborazione dei paesi del-l’Unione Europea in tema di sicurezza edifesa;

grazie al lavoro svolto dalla dele-gazione italiana l’articolazione interna del

testo delle Conclusioni Finali approvato altermine dei lavori della Conferenza è statomodificato, rispetto alla versione originale,in modo da diffondersi maggiormentesulla lotta al terrorismo internazionale esulle aree di crisi del Mediterraneo, rie-quilibrando la formulazione iniziale cheriservava uno spazio preponderante alleprospettive di riforma del Partenariatoorientale e alla crisi ucraina;

la delegazione italiana ha ottenutol’inserimento nelle Conclusioni Finali delleproprie proposte relative al riassetto deiRaggruppamenti Tattici dell’Unione Euro-pea, alla revisione del sistema di finanzia-mento comune ATHENA e all’applicazionedegli articoli 42, 43, 44 e 46 del Trattatodell’Unione Europea, consolidando i risul-tati conseguiti alla Conferenza Interparla-mentare di Roma e aprendo la stradaall’implementazione della CooperazioneStrutturata Permanente, tema rispetto alquale si è registrato il pieno e concretosupporto dell’Alta Rappresentante del-l’Unione europea per gli Affari Esteri e laPolitica di Sicurezza, Federica Mogherini,

impegna il Governo:

a rendere effettivo ed efficace il di-spositivo simile a EuNavFor Med finaliz-zato al contrasto al traffico di esseriumani, con l’assegnazione del comandoItaliano alla missione Ue;

a promuovere in sede europea unaleale applicazione dell’articolo 17 del re-golamento di Dublino III;

a proporre in sede europea l’imple-mentazione di un sistema di quote diripartizione degli aventi diritto d’asilo chenon si basi esclusivamente sulla percen-tuale di richieste positive ma che sia ancheindicato in base ai reali flussi di migranti,basandosi su un sistema ponderato alnumero di migranti in arrivo, che all’au-mentare del numero di migranti riduca lepercentuali di richieste con risultato po-sitivo;

a proporre la creazione di un sistemainformatico integrato europeo di gestione

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dei flussi, che sfrutti i sistemi eventual-mente già presenti e che si integri con lefunzioni di controllo esercitate da Euro-Pol, finalizzato alla redistribuzione ed allaverifica dello status;

ad assumere iniziative per impegnaregli Stati dell’Unione europea a definire unprocedimento standard di rilascio dei per-messi di asilo, delineando anche linee-guida comuni per la valutazione dei casi;

a proporre di preparare, in vistadell’incontro di Malta coi Paesi africani,un documento che preveda accordi coipaesi maggiormente attraversati dal tran-sito di migranti e da cui i flussi migratorisi originano per dare atto all’impegnovotato circa la creazione di uffici territo-riali locali per il rilascio di visti;

a proporre di apprestare un più ef-ficace contrasto ai foreign fighters, ancheperseguendo un maggiore coordinamentoe scambio di informazioni con i partnereuropei, nonché provvedendo ad un im-pegno verso le istituzioni culturali e sco-lastiche affinché vengano applicate le di-sposizioni della mozione 1-906 approvatail 17 giugno 2015;

a proporre l’organizzazione di untavolo negoziale sulla crisi in Siria cheriunisca rappresentanti dei governi di Si-ria, Russia, Stati Uniti, Iran e dell’UnioneEuropea allo scopo di elaborare un per-corso per la stabilizzazione del paese,eventualmente anche attraverso una col-laborazione tra gli attori già impegnati nelcontrasto dell’ISIS nel territorio siriano,volto al raggiungimento di un accordo trale fazioni siriane sul futuro assetto istitu-zionale della Siria nel dopoguerra, fina-lizzato anche alla riduzione del fenomenodei foreign fighters;

ad incentivare i Paesi dell’Unioneeuropea ad adoperarsi per bloccare ilflusso illecito di armi e « foreign fighters »verso la Libia, sia tramite un rafforza-mento in tal senso della sorveglianza ma-rittima, sia tramite iniziative di collabora-zione con i paesi confinanti con la Libiaallo scopo di assicurare un maggiore con-trollo dei confini;

a proporre un’armonizzazione delleprocedure tra le varie istituzioni che in-dagano sul fenomeno terroristico;

a proporre soluzioni mirate che fa-cilitino, anche attraverso agevolazioni eco-nomiche e legislative, la possibilità di ren-dere diffusa, accessibile e fruibile da partedel settore privato e aziendale, la rete infibra ottica già installata;

a proporre semplificazioni normativeper i comuni per facilitare la connessionedi nuove reti in fibra ottica, tramite l’uti-lizzo di corrugati e cavidotti esistenti;

a richiedere una valutazione dellepossibili implicazioni, contestualmente aduna sospensione della fase di trattativa traUnione europea e USA, che l’applicazionedel TTIP potrebbero comportare rispettoall’economia italiana ed europea, proce-dendo ad una più fattiva trasparenza nelprocesso di composizione del trattato;

a proporre in sede europea la solle-citazione di una maggiore collaborazionedegli Stati europei all’attuazione del pro-gramma di reinsediamento europeo con-tenuto nella raccomandazione della Com-missione europea dell’8 giugno 2015;

ad adoperarsi, per quanto di suacompetenza, affinché l’Italia e gli altriPaesi membri dell’Unione europea dianoseguito ai punti 31 e seguenti del testodelle conclusioni finali approvato dallaConferenza interparlamentare sulla poli-tica estera e di sicurezza comune (PESC)e sulla politica di sicurezza e difesa co-mune (PSDC) svoltasi a Riga dal 4 al 6marzo 2015, con particolare riguardo:

all’implementazione di una riformadei raggruppamenti tattici dell’Unione eu-ropea secondo un concetto modulare alfine di creare una forza europea piùflessibile rapidamente impiegabile in ope-razioni di stabilizzazione in aree di crisi,anche avviate e condotte ai sensi degliarticoli 43, 44 e 46 del Trattato dell’Unioneeuropea;

all’avvio di un percorso di armo-nizzazione delle differenti procedure na-

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zionali dei Paesi dell’Unione europea re-lative alla concessione delle autorizzazioniper il dispiegamento dei raggruppamentitattici dell’Unione europea;

alla partecipazione alle proposteiniziative di Pooling & Sharing;

alla revisione del sistema comunedi finanziamento ATHENA, ivi inclusa ladefinizione di un meccanismo semplificatoall’interno di ATHENA per il finanzia-mento dei costi comuni relativi all’attua-zione di missioni avviate ai sensi degliarticoli 43, 44 e 46 del TUE.

(6-00149) « Artini, Baldassarre, Barbanti,Bechis, Mucci, Prodani, Riz-zetto, Segoni, Turco, Matar-relli ».

La Camera,

impegna il Governo:

a rendere effettivo ed efficace il di-spositivo simile a EuNavFor Med finaliz-zato al contrasto al traffico di esseriumani, con l’assegnazione del comandoItaliano alla missione Ue;

a promuovere in sede europea unaleale applicazione dell’articolo 17 del re-golamento di Dublino III;

ad assumere iniziative per impegnaregli Stati dell’UE a definire un sistemacomune di asilo europeo;

a proporre di preparare, in vistadell’incontro di Malta coi Paesi africani,un documento che preveda accordi coipaesi maggiormente attraversati dal tran-sito di migranti e da cui i flussi migratorisi originano per dare atto all’impegnovotato circa la creazione di uffici territo-riali locali per il rilascio di visti;

a proporre di apprestare un più ef-ficace contrasto ai foreign fighters, ancheperseguendo un maggiore coordinamentoe scambio di informazioni con i partnereuropei, nonché provvedendo ad un im-pegno verso le istituzioni culturali e sco-

lastiche affinché vengano applicate le di-sposizioni della mozione 1-906 approvatail 17 giugno 2015;

ad incentivare i Paesi dell’Unioneeuropea ad adoperarsi per bloccare ilflusso illecito di armi e « foreign fighters »verso la Libia, sia tramite un rafforza-mento in tal senso della sorveglianza ma-rittima, sia tramite iniziative di collabora-zione con i paesi confinanti con la Libiaallo scopo di assicurare un maggiore con-trollo dei confini;

a valutare l’opportunità di proporresemplificazioni normative per i comuniper facilitare la connessione di nuove retiin fibra ottica, tramite l’utilizzo di corru-gati e cavidotti esistenti;

a proporre in sede europea la solle-citazione di una maggiore collaborazionedegli Stati europei all’attuazione del pro-gramma di reinsediamento europeo con-tenuto nella raccomandazione della Com-missione europea dell’8 giugno 2015;

ad adoperarsi, per quanto di suacompetenza, affinché l’Italia e gli altriPaesi membri dell’Unione europea dianoseguito ai punti 31 e seguenti del testodelle conclusioni finali approvato dallaConferenza interparlamentare sulla poli-tica estera e di sicurezza comune (PESC)e sulla politica di sicurezza e difesa co-mune (PSDC) svoltasi a Riga dal 4 al 6marzo 2015, con particolare riguardo:

all’implementazione di una riformadei raggruppamenti tattici dell’Unione eu-ropea secondo un concetto modulare alfine di creare una forza europea piùflessibile rapidamente impiegabile in ope-razioni di stabilizzazione in aree di crisi,anche avviate e condotte ai sensi degliarticoli 43, 44 e 46 del Trattato dell’Unioneeuropea;

all’avvio di un percorso di armo-nizzazione delle differenti procedure na-zionali dei Paesi dell’Unione europea re-lative alla concessione delle autorizzazioniper il dispiegamento dei raggruppamentitattici dell’Unione europea;

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alla partecipazione alle proposteiniziative di Pooling & Sharing;

alla revisione del sistema comunedi finanziamento ATHENA, ivi inclusa ladefinizione di un meccanismo semplificatoall’interno di ATHENA per il finanzia-mento dei costi comuni relativi all’attua-zione di missioni avviate ai sensi degliarticoli 43, 44 e 46 del TUE.

(6-00149) (Testo modificato nel corso dellaseduta). « Artini, Baldas-sarre, Barbanti, Bechis,Mucci, Prodani, Rizzetto, Se-goni, Turco, Matarrelli ».

La Camera,

sentite le comunicazioni del Presi-dente del Consiglio dei ministri in meritoalla riunione ordinaria del Consiglio del-l’Unione europea del 25 e 26 giugno 2015il cui ordine del giorno provvisorio pre-vede i seguenti punti:

la strategia globale della politicamigratoria con particolare riguardo al tra-sferimento/reinsediamento dei migranti,alla cd. « Politica del ritorno », alla pre-parazione della Conferenza della Valletta;

le sfide della sicurezza nei con-fronti dei conflitti e dell’instabilità allefrontiere europee nel Sud ed in Oriente,ed il punto sull’attuazione delle misure dilotta contro il terrorismo;

le questioni economiche con laconclusione del semestre europeo e l’ap-provazione delle raccomandazioni perogni singolo Paese, il punto sullo stato diavanzamento del negoziato TTIP, l’Agendadigitale europea e la Relazione dei cinquePresidenti sul miglioramento della gover-nance economica della zona euro;

le questioni relative al rapportodella Unione europea con il Regno Unito;

premesso che:

in relazione al problema delle mi-grazioni ed alle politiche per la sicurezzae la difesa;

il continuo flusso di notizie che siaccavallano ormai da mesi riguardo lagrande tragedia delle migliaia di morti nelMediterraneo, e l’acuirsi dei conflitti chedal Maghreb al Medio Oriente, dalla Libia,alla Siria, all’Irak, fino all’Afghanistan eYemen, e più a sud nell’Africa Subsaha-riana chiamano il nostro Paese ad un’as-sunzione di responsabilità ed allo stessotempo ad uno sforzo di elaborazione eproposta che siano ispirati a criteri fondatisul diritto internazionale e sui dirittiumani;

vengono messi in discussione siagli assetti politici e geopolitici precedentiche categorie di lettura ed interpretative –ormai superate – di fenomeni globali oggiingovernabili con gli strumenti tradizionalidella politica internazionale. Per questaragione ogni proposta politica sul tema deimigranti dovrà anzitutto tentare di fare unsalto in avanti rispetto ad una prassiormai consolidata che vede le politiche deigoverni europei subordinate a visioni delmondo fondate sull’interesse nazionale,l’accettazione del principio dell’ingerenzaumanitaria, del securitarismo, e dell’auto-nomia dello strumento militare rispetto alruolo della politica e della diplomazia;

nel frattempo aumentano, ed au-menteranno ancora, i numeri di coloroche si avviano in un percorso migratorio,e delle possibili morti in mare, o lungo gliitinerari via terra, meno noti ma nonmeno letali, in seguito all’acuirsi di crisipolitiche e delle guerre civili in atto (sivedano ad esempio i casi di Eritrea, Siria,Irak e non solo, vista l’instabilità crescenteche caratterizza anche l’Africa Subsaha-riana, dal Mali, al Niger, alla Nigeria);

è dal basso, e con il necessariosostegno della diplomazia delle NazioniUnite e dell’Europa 7 che può ripartire unprogetto di ricostruzione della Libia oggismembrata in varie aree di potere edinfluenza, da quelle che si riconoscono nelgoverno di Tobruk e quello di Tripoli, chialleato dell’occidente, chi più prossimo aiFratelli Musulmani – che in occidenteperdono progressivamente appoggi –, a

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quelle in mano a milizie paramilitari, o alcontrollo delle tribù che da sempre hannosvolto un ruolo di primo piano nellagestione e ripartizione del potere nelpaese;

è questo il contesto nel qualeproliferano reti criminali, dedite allo sfrut-tamento dei migranti e di chi fugge dalproprio paese. Per l’Italia e la frontierasud dell’Europa, passare dalla repressionedei flussi migratori a governarli, significacome prima cosa abbandonare subito l’ap-proccio attualmente seguito e messo alcentro dell’attenzione mediatica oltre chedelle cancellerie europee, in base al qualesi intende affrontare l’emergenza dei« barconi » e le sue ripercussioni sulloscenario mediterraneo e regionale, con unapproccio privo di coordinamento, di so-lidarietà europea e di sussunzione deldramma dei migranti. I dettagli trapelaticirca le varie opzioni previste nel CrisisManagement Concept (o CMC, il docu-mento di strategia messo a punto dal-l’Unione europea come cornice di riferi-mento per le iniziative prossime) e laconformazione della squadra navale EU-NAVFOR Med rivelano ipotesi di inter-vento assai allarmanti. Il punto centralenon sarebbe solo più quello di distruggerei « barconi », ma anche le « strutture »utilizzate per il traffico di esseri umani,dai depositi di carburante al resto;

si ipotizza un dispiegamento diuna forza armata europea sotto comandoitaliano, e possibilmente sotto coperturaONU. Non una « no-fly zone », ma una« no-sail zone », che rischia di aprire lastrada ad un’inedita modalità di interventomilitare, non con « scarponi sul terreno »,ma con la presenza permanente di unapparato « dual use » di « soccorso » edanche di « combattimento » pronto ad es-sere adattato ed attivato a seconda delbisogno;

un apparato che si affida adalleati scomodi, giacché il traffico di esseriumani ha radici profonde, con commi-stione di interessi criminali e di élitemilitari e politiche che non si limitino alla

Libia. In Egitto ad esempio, che secondoindiscrezioni starebbe già pianificando lacostruzione di una coalizione pan-arabacon il sostegno dell’Italia e della Franciaper attaccare e chiudere la partita con iFratelli Musulmani. Resta il fatto che ilgoverno di Tobruk, quello che viene vistocome legittimo interlocutore dall’occidentenon accetterà mai interventi militari del-l’Unione europea, seguito in questo anchedal governo di Tripoli, mentre il generaleHaftar è pronto alla rottura definitiva,avendo già annunciato il ritiro dal nego-ziato ONU. In questo ginepraio, geopoliticoe non, si rischia di fare ancor di più deimigranti merce di scambio, i cui dirittiuniversali vengono negati e compressi dapiù parti;

le recenti indiscrezioni sulla stra-tegia europea messa a punto per l’opera-zione in corso di definizione, e che sarà acomando italiano, confermano che esistela possibilità concreta di azioni di terra,con possibili vittime civili, in aree oggicontrollate da milizie appartenenti allafazione del governo di Tripoli, ed in parteda gruppi vicini al Daesh (ISIS). Non acaso si tratta della stessa area sotto con-trollo di un governo e di un’organizza-zione, quella dei Fratelli Musulmani, invisiin primis al Presidente egiziano, FattahAl-Sissi, grande alleato di Roma e dell’Eu-ropa nella lotta contro il Califfato;

l’alleanza di Roma con il Cairova oltre gli interessi economici dell’Italia,prefigurando una strategia politica del go-verno di tipo avventuristico che pregiudicail possibile ruolo di interlocutore politicosuper partes del nostro Paese nonché diattore responsabile (il cui dovere di re-sponsabilità è ancora maggiore visto ilnostro passato coloniale in Libia) in unoscacchiere fatto di conflitti e violazionicontinue dei diritti umani. La recentecondanna a morte dell’ex-presidente Morsilo sta a dimostrare. In nome di un prin-cipio « umanitario » si fanno così alleanzecon chi i diritti umani li calpesta, dalCairo fino all’Eritrea, compresi quei si-gnori della guerra quali il generale Haftarche rappresenta uno degli elementi di

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maggiore destabilizzazione della già disa-strata Libia, oppure Isaias Afeworki inEritrea dal cui regime donne ed uominieritrei fuggono a decine di migliaia e cheoggi viene riabilitato dall’Italia e dal-l’Unione europea come attore chiave per lagestione dei flussi migratori, nel cosiddettoprocesso di Khartoum;

alla base di iniziative dalle con-seguenze imprevedibili, come quella di cuil’Italia si è resa protagonista in Europa, c’èl’intreccio costruito ad arte in questi mesi,e mai o mal contrastato, tra retoricadell’emergenza umanitaria e dichiarata vo-lontà di voler prevenire nuove morti inmare, tutela dell’interesse nazionale (inprimis delle imprese italiane e degli ap-provvigionamenti energetici) e l’allarme ditrovarsi uno stato definitivamente fallitoalle porte – la Libia appunto – comepossibile retrovia per le milizie del Calif-fato. L’ossessione securitaria utilizzata adarte secondo modalità e semantiche di-verse, ma alla fine convergenti, potrebberoaumentare piuttosto che diminuire l’insta-bilità, mettendo ovviamente a maggior re-pentaglio l’incolumità dei migranti vittimedei trafficanti, in nome dei quali si pre-tende di intervenire;

d’altronde, interrompendo unpercorso se ne produce un altro, spessopiù rischioso per i migranti di quelloprecedente. In altre parole non si riduce ilflusso bensì lo si rende più « invisibile » e,spesso, più letale. Affondare i barconi,dunque, avrebbe l’effetto « apparente » diinterrompere per qualche tempo una rottadei migranti, niente di più;

non è possibile isolare il temadell’intervento militare quale soluzionealla tragedia delle morti in mare dalcontesto geopolitico nel quale si intendeintervenire, e dalle concause che ne sonoalla radice. Senza trascurare il fatto chel’eventuale ricorso all’uso della forza ri-schia da una parte di chiudere decine dimigliaia di migranti in una morsa mici-diale, dall’altra di aggravare oltre ognimisura l’instabilità in Libia, pregiudicandogli sforzi delle Nazioni Unite e dell’inviato

speciale Bernardino Leon per la costitu-zione di un governo di unità nazionale;

un intervento internazionale acomando italiano, sul terreno di un paese,nostra ex-colonia, le cui due fazioni con-trapposte, il governo di Tobruk e quello diTripoli, hanno chiaramente espresso laloro opposizione, ci trasformerebbe poi inbersaglio ideale per gli adepti del Califfato,aumentando così i rischi per la sicurezzanel nostro Paese;

occorre, invece, rafforzare la ca-pacità di salvataggio delle persone in mare,sulla scorta di quanto fatto a suo tempocon l’operazione Mare Nostrum. Le pro-poste contenute nel piano europeo, dirafforzamento della missione Frontexchiamata Triton, non sono adeguate al-l’urgenza di prevenire nuove morti, a mag-gior ragione considerando le previsionifatte dall’ACNUR rispetto all’aumentoesponenziale di persone che cercherannodi lasciare la Libia per arrivare nel nostroPaese;

il riconoscimento del diritto allamobilità come diritto umano fondamen-tale va accompagnato dall’irriducibile lo-gica della mediazione politica dei conflittie la loro prevenzione diplomatica e dalrifiuto netto di soluzioni militari e dalripudio di soluzioni militari come mezzodi risoluzioni delle controversie interna-zionali;

in relazione alla governance econo-mica europea:

il 30 giugno scadrà il vecchioprogramma di aiuti per la Grecia, giàprorogato di 4 mesi; il governo di Atenedovrà rimborsare complessivamente entroil 13 luglio al Fondo monetario interna-zionale, poco meno di due miliardi dieuro, mentre tra luglio e agosto dovràrimborsare alla BCE circa 7 miliardi dieuro per i bond in scadenza;

in realtà, non esiste il « casogreco » ma bensì la questione della revi-sione in profondità delle politiche econo-miche cd. « dell’austerità » portate avanti

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dagli organismi dirigenti dell’eurozona eda molti governi dei paesi che fanno parte;

l’attuale quadro di governancedell’Unione economica e monetaria nonconsente di avviare un dibattito adeguatosulle prospettive economiche dell’areaeuro o di adottare una posizione di bi-lancio coerente, oltre a non affrontare lediverse situazioni economiche e fiscali suun piano di piena parità;

importanti iniziative strategiche,che includevano raccomandazioni politi-che, erano basate su previsioni economi-che che non avevano previsto la bassacrescita e inflazione registrate e che nonhanno tenuto pienamente conto della sot-tovalutazione delle dimensioni del molti-plicatore fiscale, dell’importanza degli ef-fetti di ricaduta nei vari Paesi in unperiodo di consolidamento sincronizzato edell’effetto deflazionistico di riforme strut-turali cumulative;

la situazione attuale richiede uncoordinamento economico più stretto edinclusivo (aumentare la domanda aggre-gata, migliorare la sostenibilità di bilancioe consentire riforme strutturali sostenibilie i relativi investimenti) nonché reazionirapide al fine di correggere le carenze piùevidenti nel quadro della governance eco-nomica;

l’accumulo di procedure rende ilquadro della governance economica com-plesso e non sufficientemente trasparente,il che va a scapito dell’appropriazione edell’accettazione da parte dei parlamenti,delle parti sociali e dei cittadini, delle lineeguida, delle raccomandazioni e delle ri-forme che derivano da tale quadro;

è necessario che il quadro dellagovernance economica sia corretto e com-pletato a medio e lungo termine al fine diconsentire all’Unione europea ed all’areadell’euro di conseguire le sfide in materiadi convergenza, investimenti di lungo pe-riodo e la fiducia degli operatori socio-economici;

la legislazione è stata attuata du-rante la crisi sulla base di accordi inter-

governativi ed è mancata la responsabilitàdemocratica a livello dell’Unione europea.È dunque necessario porre fine agli ac-cordi puramente intergovernativi e pro-muovere un maggiore coinvolgimento deiparlamenti. Ciò costituirebbe, a livello eu-ropeo, una condizione indispensabile peraumentare la legittimità democratica. Laresponsabilità democratica risulta indebo-lita anche dall’estrema complessità delquadro;

il Governo italiano ha inviato, indata 25 maggio 2015, il proprio contributosulla riforma della Unione economica emonetaria europea, senza che vi sia statoun formale passaggio parlamentare, con-dizione questa che avrebbe contribuito arafforzare il peso politico-istituzionale delnostro Paese;

la creazione del meccanismo eu-ropeo di stabilità (MES) al di fuori dellastruttura delle istituzioni dell’Unione, rap-presenta un passo indietro per l’integra-zione politica dell’Unione stessa. Sarebbe,pertanto, opportuno che il MES fossepienamente integrato nel quadro comuni-tario e reso formalmente responsabile neiconfronti del Parlamento europeo;

i cinque Presidenti (Juncker dellaCommissione Unione europea, Tusk delConsiglio europeo, Dijsselboem dell’Euro-gruppo, Draghi della BCE e Schulz delParlamento europeo) hanno predispostoun documento (« Completing Europe’s Eco-nomic and Monetary Union ») che do-vrebbe diventare la base di discussione delprossimo vertice europeo. Esso ha il pro-posito di accelerare la convergenza delleeconomie europee realizzando una con-vergenza delle politiche economiche. Neldocumento l’enfasi è posta sulle politichenazionali in materia di bilancio e di fi-scalità, nonché sulle riforme, tutte libera-lizzanti (mercato del lavoro, privatizza-zioni, pensioni). Il documento contieneanche indicazioni, per il momento assaivaghe, in materia di bilancio europeo e disolidarietà. Al Parlamento europeo sa-rebbe riconosciuto un non meglio specifi-cato ampliamento di potere. In questo

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quadro non si capisce perché occorradilazionare le misure riguardanti il bilan-cio europeo, la solidarietà e le politichesociali;

l’intervento prospettato in taledocumento si articola in due fasi tempo-rali ed agisce su quattro pilastri:

A) Fase 1: 1o luglio 2015 – 30 giugno2017;

1) rafforzamento dell’Unione econo-mica e monetaria europea attraverso:

la creazione in ogni Paese membrodell’eurozona di un’Autorità indipendenteincaricata di valutare i progressi conseguiticon le riforme economiche e, in partico-lare, che i salari evolvano in linea con laproduttività;

l’effettiva attuazione della proce-dura per gli squilibri macroeconomici,soprattutto con riferimento al meccanismosanzionatorio (anche per i Paesi, come laGermania, che hanno un surplus nellepartite correnti);

un focus rafforzato sulle perfor-mance occupazionali e sociali;

un maggiore coordinamento dellepolitiche economiche nell’ambito del Se-mestre europeo;

2) completamento dell’Unione finan-ziaria, attraverso:

completamento dell’Unione banca-ria, con l’istituzione del fondo per larisoluzione delle crisi e il sistema comunedi garanzia dei depositi;

l’avvio della costruzione del-l’Unione dei mercati dei capitali, per di-versificare le fonti di finanziamento del-l’economia;

3) rafforzamento dell’Unione fiscale,attraverso:

l’istituzione di un’Autorità europeaindipendente incaricata di valutare la con-formità dei bilanci nazionali con le rac-comandazioni approvate a livello del-l’Unione europea;

4) rafforzamento della legittimità edella responsabilità democratica, me-diante:

una maggiore cooperazione traParlamento europeo e parlamenti nazio-nali;

l’istituzione di un Presidente per-manente dell’Eurogruppo (attualmente haun mandato di due anni e mezzo), sceltoanche al di fuori dei Ministri delle finanzedell’eurozona;

la rappresentanza unitaria dell’eu-rozona negli organismi internazionali;

l’integrazione del diritto del-l’Unione europea del Fiscal Compact, delTrattato intergovernativo che istituisce ilFondo unico di risoluzione delle crisi ban-carie e delle parti più rilevanti del PattoEuroplus;

una consultazione più sistematicada parte dei Governi dei parlamenti na-zionali e delle parti sociali prima di sot-toporre i Piani nazionali di riforma e iProgrammi di stabilità.

B) Fase 2: luglio 2017-2015:

1) Unione economica:

rendere più vincolante il processodi convergenza, concordando una serie distandard a livello europeo che ogni go-verno dovrà raggiungere in ambito di mer-cato del lavoro, competitività, ambienteeconomico, pubblica amministrazione epolitica fiscale;

2) Unione fiscale:

istituzione di un sistema di stabi-lizzatori comuni (ammortizzatori sociali)per reagire agli shock, cui potranno acce-dere i Paesi che avranno fatto le riforme;

3) legittimità e responsabilità demo-cratica:

integrazione del Trattato ESM nellacornice giuridica dell’Unione europea;

istituzione di un « Tesoro euro-peo »: sebbene le decisioni di bilanciorimarranno di competenza nazionale, oc-

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corre prevedere un sistema che consentadi prendere le decisioni collettivamente;

non ci sono dubbi che occorra unamaggiore convergenza delle economie eu-ropee. Ma è proprio per questo che vabandito il concetto stesso di convergenzadelle politiche economiche. Per integrarele diverse economie europee occorronoinfatti politiche economiche differenziate,occorre cambiarle tutte ma con azionidiverse e in qualche modo opposte. I paesicon un avanzo della bilancia commercialedevono attuare politiche espansive mentrequelli in disavanzo dovrebbero porre inessere misure per importare di meno edesportare di più, con l’aiuto temporaneo difondi europei;

oggi in Europa la Germania siritiene « virtuosa » perché ha un bilanciopubblico in ordine ed un surplus di bi-lancia commerciale. Vuole che tutti i Paesieuropei le somiglino in « virtù ». Pretende– e la Commissione ed altri Paesi concor-dano – che ciò avvenga con bilanci re-strittivi e riforme che diano maggiorespazio alla mitologia del mercato. Comerisultato tutti stanno peggio e meno inequilibrio di come sarebbe possibile edauspicabile. Tutti i Paesi euro procedonoinfatti a velocità inutilmente ridotta. Nes-suno sembra essere sfiorato dal pensieroche il surplus sia intrinsecamente un fat-tore di distorsione internazionale, ancor dipiù se all’interno di un’area monetariaunica, e che non tutti possono permettersidi avere una bilancia commerciale in at-tivo;

l’attuale assetto mercantilistico eu-ropeo si muove in direzione opposta ri-spetto alle esigenze di armonizzazionecreando squilibri strutturali sistemici ir-recuperabili se si permane in questo qua-dro. Eppure le regole europee prevedonodi intervenire rispetto agli eccessi espor-tativi. Ma su questo aspetto, oltre a blandirichiami non si è andato oltre, ad esempionei confronti della Germania;

l’armonizzazione occupazionalenon è stata certo prodotta dalle politiche

di « liberalizzazione » del lavoro, chehanno, invece, acuito i differenziali quan-titativi e qualitativi;

a molti sfugge, inoltre, la dimen-sione temporale. L’accumulazione di capi-tale, tecnico e umano, viene prima (e costaprima) di quando possano maturare i suoifrutti. Quindi non può avvenire in unquadro restrittivo. Prima occorre spenderesenza incassare e, successivamente, verràil momento di incassare. Le riforme, anchese per ipotesi ben disegnate, hanno biso-gno di cambiamenti e adattamenti chedurano anni prima di potere cambiare iPaesi che le attuano;

molte delle riforme proposte,quelle all’insegna « del più mercato co-munque e ovunque », peggiorano le con-dizioni generali dei Paesi, come è evidentedalle esperienze già fatte, non appena le sivaluti appropriatamente e con riferimentoa periodi sufficientemente lunghi (si pensialla distribuzione dell’acqua);

le costanti fibrillazioni negoziali cuisi sono ridotti gli organismi comunitarideterminano uno stato di incertezza in cuinon possono emergere aspettative affida-bili ed espansive; dunque, gli investimentilanguono perché nessuno si sente di scom-mettere sul futuro, le famiglie risparmianotroppo e la speculazione trova il terrenopiù fertile; una ripresa della costruzioneeuropea presuppone che si ponga al primoposto, temporalmente e per enfasi, solida-rietà e bilancio federale (quegli aspetti cheil documento dei Presidenti dilaziona neltempo). L’obiettivo di fare dell’Europa unpolo competitivo mondiale attraverso lavalorizzazione della conoscenza, quindidel suo patrimonio culturale in sensoampio, della sua civiltà umanistica oltreche tecnica, andrebbe ripreso con forza;

in relazione allo stato di avanza-mento del negoziato TTIP:

il 24 aprile 2015 si è concluso ilnono round negoziale sul « TransatlanticTrade and Investment Partnership » (TTIP),che ha avuto quale oggetto tutte le areeriguardanti il negoziato tra Unione euro-pea e gli Stati Uniti d’America;

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al termine del round negoziale si ètenuta una conferenza stampa in cui ilcapo negoziatore per l’Unione europea,Ignacio Garcia Bercero, ha riassunto iprincipali risultati. Per quanto attiene l’ac-cesso al mercato, tariffe e appalti, en-trambe le partì hanno proseguito nellavalutazione complessiva delle reciprocheofferte arrivando ad una maggiore com-prensione delle rispettive priorità e sensi-bilità. L’accordo salvaguarderà le modalitàcon cui i governi nazionali individuano eforniscono servizi pubblici ai cittadini,lasciandoli liberi di decidere in qualsiasimomento che certi servizi devono esserenecessariamente forniti dal settore pub-blico. Sulle questioni regolamentari, sisono svolte discussioni dettagliate sia suitemi della cooperazione orizzontale sia sututti e nove i settori specifici (automobili,farmaceutici, dispositivi medici, cosmetici,prodotti ingegneristici, tessili, pesticidi,tecnologie dell’informazione e della comu-nicazione). Per quanto riguarda gli stan-dard le due parti avrebbero assunto unimpegno fermo ed inequivoco in base alquale i regolatori Unione europea e USAnon introdurranno alcuna misura chepossa abbassare o mettere a rischio i livellidi protezione dell’ambiente e di tuteladella salute e della sicurezza dei consu-matori nonché degli altri obiettivi pubblici.In materia di regole, si è discusso inparticolare di energia e materie prime,valutando come il TTIP possa contribuiread assicurare a terze parti un accessotrasparente e non discriminatorio alle in-frastrutture energetiche ed esaminandocome migliorare la cooperazione nel set-tore energetico. In ogni caso, non è statoancora deciso se un capitolo in tema dienergia e materie prime farà parte deltesto dell’accordo o meno. Per ciò cheriguarda le piccole e medie imprese si èproseguito il dibattito per valutare qualibenefici possano trarre dal TTIP;

in occasione della settimana nego-ziale, l’Unione europea ha reso pubblico ilrisultato di un’indagine svolta presso 900PMI europee per identificare gli ostacoliincontrati nel commercio transatlantico.Molti di loro avrebbero sottolineato l’im-

portanza di avere migliore accesso alleinformazioni, costi ridotti per certifica-zioni e ispezioni, minore procedure doga-nali;

da un recente studio sul TTIP rea-lizzato da uno dei più autorevoli centri diricerca austriaci, lo Öfse, commissionatodal gruppo parlamentare europeo Gue/Ngl, è emerso che tutti gli studi finora fattisul TTIP, commissionati dalla Commis-sione europea e che descrivono risultatisorprendenti, in verità presentano graviomissioni ed errori metodologici che en-fatizzano i presunti benefici dell’accordo,ignorandone invece i rischi;

sempre secondo lo studio austriacoin merito agli effetti sulla crescita, sugliaumenti in termini di prodotto internolordo e dei salari reali (secondo i quattropaper quali: più crescita, più esportazione,più occupazione e meno burocrazia), ilTTIP sarà in grado di generare un molti-plicatore che si attesterebbe tra uno 0,3per cento e uno 1,3 per cento nel corso diun « periodo di transizione » di 10-20 anni.Quindi una crescita annuale che va dallo0,03 allo 0,13 per cento l’anno, pratica-mente briciole. Sul fronte dell’impiego, glistudi « ufficiali » prevedono che la disoc-cupazione rimarrà stabile o al massimoavrà una flessione dello 0,42 per cento.Questa stima lo Öfse la definisce irreali-stica prevedendo, al contrario, un aumentosignificativo della disoccupazione (anche alungo termine) durante il periodo di tran-sizione a causa della riorganizzazione deimercati del lavoro nazionali;

rispetto all’impatto del TTIP sulvolume degli scambi commerciali, lo Öfseafferma che è prevedibile un aumentodelle esportazioni dell’Unione europea nelsuo complesso, ma a beneficiare dell’in-cremento saranno soprattutto i grandigruppi industriali a scapito delle piccole emedie imprese. A tal riguardo, l’Italiarappresenta un caso esemplare perché irecenti dati forniti dall’Organizzazionemondiale del commercio, le imprese ita-liane che esportano risultano essere 210mila, ma sono le prime 10 che detengono

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il 72 per cento delle esportazioni nazio-nali, ossia le multinazionali a scapito deltessuto economico-sociale del sistemaPaese che si basa, in larghissima parte,sulla piccola e media impresa;

è prevedibile che l’ingresso di pro-dotti statunitensi a basso costo sul mer-cato europeo, ridurrà notevolmente ilcommercio intra-europeo nella misura del30 per cento (dati Öfse) a scapito soprat-tutto delle economie meno export-oriented,che subirebbero un probabile deteriora-mento delle loro bilance commerciali;

altro elemento deleterio, secondo loÖfse, del TTIP è l’impatto negativo che sigenererebbe sulle esportazioni e sul pro-dotto interno lordo dei Paesi meno svi-luppati, in violazione, tra l’altro, degliimpegni internazionali dell’Unione Euro-pea a promuovere la coerenza delle poli-tiche di sviluppo;

i costi sociali ed economici deri-vanti dall’eliminazione delle cosiddette« barriere non tariffarie » sarebbero im-prevedibili e pericolosi per la tenuta so-ciale. Tant’è vero che per stessa ammis-sione dei funzionari europei e statunitensi,lo scopo primario dell’accordo non è distimolare gli scambi attraverso l’elimina-zione delle tariffe tra Unione europea eUSA, che sono già a livelli minimi, mapiuttosto attraverso l’eliminazione di tuttequelle barriere normative che limitano iprofitti potenzialmente realizzabili dallesocietà transnazionali come, ad esempio,gli standard che l’Europa nel corso dellasua formazione s’è data in materia am-bientale (come il principio di precauzione),i diritti dei lavoratori, la sicurezza alimen-tare, la discrezionalità degli Stati nel per-seguire o no le politiche a favore degliorganismi geneticamente modificati, ecce-tera);

la Commissione europea ha avviatoil 27 marzo 2014 una consultazione pub-blica online sulla protezione degli investi-tori e sulla composizione delle controver-sie investitore-Stato (Investor-state disputesettlement – ISDS) nel contesto del TTIP;

la consultazione ha inteso verifi-care se l’approccio proposto dall’Unioneeuropea per il TTIP abbia raggiunto ilgiusto equilibrio tra la protezione degliinvestitori e la salvaguardia del dirittodell’Unione europea di introdurre regola-mentazioni nel pubblico interesse;

il 13 gennaio 2015 la Commissioneha reso pubblica la propria dettagliataanalisi delle quasi 150.000 risposte rice-vute, dalle quali emerge chiaramente unnotevole scetticismo nei confronti dellostrumento ISDS e la necessità di « intavo-lare una discussione aperta e franca »prima di varare qualsiasi raccomanda-zione politica in questo ambito;

il 6 maggio 2015 il CommissarioCecilia Malmström ha presentato un con-cept paper nel quale illustra le proposteper riformare il meccanismo ISDS tenendoconto delle critiche formulate in quattroaree. La prima riguarda il diritto a rego-lamentare degli Stati introducendo dispo-sizioni volte a garantire il diritto degliStati di prendere misure per obiettivi diinteresse pubblico secondo il grado diprotezione ritenuto più appropriato. Laseconda attiene la trasparenza/nomina de-gli arbitri, prevedendo che gli arbitri delsistema ISDS siano scelti nell’ambito di unalbo prestabilito dalle parti dell’accordo eprevede che abbiano specifiche qualifica-zioni di attività giurisdizionale. La terza siè focalizzata nel rapporto con le giurisdi-zioni nazionali dove bisogna imporre agliinvestitori esteri, che vogliano aprire uncontenzioso, di scegliere, all’inizio del pro-cedimento, tra il ricorso al meccanismoISDS o quello delle Coni nazionali, oppurein alternativa richiedere all’investitore dirinunciare alla giurisdizione domesticauna volta adito il sistema ISDS. La quartaè quella dell’introduzione del diritto diappello rispetto alle decisioni assunte conmeccanismo ISDS, sulla base dell’organi-smo di appello esistente nell’ambito del-l’Organizzazione Mondiale del Commercio.Tale organo sarebbe formato da 7 membripermanenti e dovrebbe disporre di unsegretariato;

Atti Parlamentari — 55 — Camera dei Deputati

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nel documento, il Commissariopropone, inoltre, a medio-lungo termine difar evolvere il sistema ISDS verso unsistema multilaterale attraverso la crea-zione di una Corte permanente interna-zionale, composta da giudici titolari edeputata a regolamentare l’ambito dellecontroversie in tutti gli accordi commer-ciali che richiedano un sistema di ISDS;

l’impegno della Commissione èstato quello di presentare a breve propostein tal senso;

il sistema ISDS, nel nome delleregole a protezione degli investimenti, ri-schia di tradursi in un pregiudizio costi-tuzionale del diritto degli Stati a legiferare;

nella plenaria del 15 giugno delParlamento europeo il voto e le successivediscussioni sul TTIP sono state rimandate.Dal punto di vista tecnico, la scelta è statamotivata dall’eccessiva quantità di emen-damenti (circa 200) e richieste di votoseparate, ma parrebbe che tutto sia daimputare ad un emendamento socialistasul ISDS perché il timore è che, inserendoquesto meccanismo nei trattati, si finiscaper favorire le grandi aziende che possonosfidare i governi in tribunali ad hoc sequesti approvano leggi che ledono i loroprofitti. Per questo il gruppo dei socialistipropone una soluzione permanente senzautilizzare il sistema privato;

la Commissione commercio inter-nazionale del Parlamento europeo ha ap-provato il 28 maggio 2015 una relazione(28 voti a favore e 13 contrari) in cuiraccomanda alla Commissione europeache il sistema di protezione degli investi-tori (ISDS) dovrebbe prevedere giudici to-gati nominati pubblicamente e indipen-denti, audizioni pubbliche, un meccanismodi appello che assicuri la coerenza dellesentenze e il rispetto della giurisdizionedell’Unione europea e di quella nazionale.Nel medio termine, si dovrebbe istituireuna « Corte internazionale per gli investi-menti »; negoziare una lista esaustiva diprodotti agricoli e industriali sensibili chepotrebbe essere esentata dalla liberalizza-zione commerciale, oppure essere sotto-

posta a un periodo di transizione piùesteso. Dovrebbe essere eliminato il divietostatunitense sull’importazione di carne dimanzo europea e salvaguardato il sistemaeuropeo d’indicazione geografica e delledenominazioni di origine di qualità; pre-vedere un sistema di riconoscimento reci-proco degli standard equivalenti per lasalute pubblica, per i prodotti alimentari eper le piante e in ogni caso, deve esseremantenuto il rispetto del « principio diprecauzione » in vigore nell’Unione euro-pea; dovrebbe essere previsto uno specificocapitolo dedicato all’energia e abolite lerestrizioni esistenti o gli ostacoli all’espor-tazione dei carburanti, compresi il GNL eil petrolio greggio tra Unione europea eStati Uniti; che l’acquis comunitario inmateria di protezione dei dati personalinon sia compromesso dalla liberalizza-zione dei flussi di dati, in particolare nelsettore del commercio elettronico e deiservizi finanziari; siano rimosse le restri-zioni USA in merito all’acquisizione daparte di imprese europee di servizi ma-rittimi e aerei nonché di compagnie aeree;sia superata la disparità nell’apertura deimercati degli appalti pubblici attraversoun’apertura significativa del mercato sta-tunitense degli appalti pubblici a tutti ilivelli di governo; sia garantita un’oppor-tuna esclusione dei servizi sensibili, qualii servizi pubblici e le aziende di pubblicautilità (tra cui acqua, sanità, previdenzasociale e istruzione); l’accordo includa uncapitolo specifico per le PMI che prevedadi: eliminare il doppio requisito di certi-ficazione, istituire un sistema d’informa-zione via web sulle diverse regolamenta-zioni, introdurre una « corsia preferen-ziale » alle frontiere o eliminare alcunipicchi tariffari; si preveda un capitolo suidiritti di proprietà intellettuale (DPI) checomprenda una tutela sicura di settori DPIdefiniti in modo chiaro e preciso; si insistasulla ratifica ed applicazione da partedegli Stati Uniti, delle otto convenzionifondamentali dell’Organizzazione interna-zionale del lavoro (finora gli USA nehanno ratificate solo due); sia previsto unmonitoraggio delle incidenze economiche,occupazionali, sociali e ambientali del

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TTIP. Si chiede, inoltre, alla Commissioneeuropea di eseguire studi di impatto perciascuno Stato membro come pure unavalutazione della competitività dei settoridell’Unione rispetto ai settori analoghi de-gli Stati Uniti; sia assicurata una miglioretrasparenza dei negoziati, rendendo pub-blico un numero superiore di testi. Do-vrebbe essere garantito ad ogni parlamen-tare europeo l’accesso ai testi consolidati(ossia ai capitoli già concordati tra Unioneeuropea e Stati Uniti). I Governi devonoessere incoraggiati a coinvolgere i Parla-menti nazionali, tenendoli adeguatamenteinformati sui negoziati in corso;

la Commissione nella Comunica-zione del 25 novembre 2014(COM(2014)9052), afferma di volersi im-pegnare nel rendere pubblici un maggiornumero di testi negoziali dell’Unione eu-ropea che la Commissione già condividecon Stati membri e Parlamento; di fornirel’accesso ai testi relativi al TTIP a tutti imembri del Parlamento europeo, e nonsoltanto ai pochi selezionati, all’internodella cosiddetta « reading room »; di clas-sificare meno documenti come « ad ac-cesso limitato », rendendoli più facilmenteaccessibili ai membri del Parlamento eu-ropeo fuori dalla reading room; di pubbli-care e modificare su base regolare la listapubblica dei documenti condivisi con Par-lamento europeo e Consiglio;

nella Conferenza dei Presidenti deiParlamenti dell’Unione europea tenutasi aRoma il 20-21 aprile 2015, si è moltoinsistito sul ruolo dei Parlamenti nazionalinei negoziati dei Trattati internazionali.Nelle conclusioni adottate si sottolinea lavolontà di non vedere limitate le capacitàdi intervento dei parlamenti nazionali alsolo processo di ratifica; si ribadisce lanecessità che venga concessa la possibilitàdi esercitare una specifica competenza sulmaggior numero possibile di accordi dilibero scambio e, più in generale, unampio accesso alle informazioni sui nego-ziati in corso, onde poter esprimere ipropri orientamenti sui negoziati stessi; siinvita la Commissione europea a garantireai parlamentari nazionali lo stesso accesso

ai documenti che dal gennaio 2015 èconsentito a tutti i membri del Parlamentoeuropeo;

il Senato americano il 13 maggioha votato contro l’inizio del dibattito sul« Wyden-Hatch-Ryan promotion authoritybill », « fast track », che consente al presi-dente degli Stati Uniti una « corsia prefe-renziale » per mandare avanti il TrattatoTPP tra gli USA e 11 Paesi del Pacific Ring(Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone,Malesia, Nuova Zelanda, Perù, Singapore eMessico). Il TPP creerebbe una zona dilibero scambio che coprirebbe il 40 percento dell’economia mondiale. Il voto con-trario rappresenta le medesime preoccu-pazioni esistenti in Europa per il TTIP:ossia carenza nella pubblicità dei lavori,minore qualità e quantità dell’occupazionee assenza di adeguate tutele sociali per ilavoratori. Il presidente Obama aveva af-fermato sul TPP al Parlamento americanodi non necessitare del « fast track » e,precisamente: « questo è un percorsomolto intenzionale che sarà pienamentesoggetto al controllo. In realtà il « fasttrack » è stato bocciato grazie ai voticontrari dei senatori del suo partito;

in relazione all’agenda digitale:

la strategia per il mercato unicodigitale, comprensivo di 16 azioni chiaveche dovranno essere attuate entro la finedel 2016 poggia su tre pilastri fondamen-tali relativi alla necessità di: migliorarel’accesso ai beni e servizi digitali in tuttaEuropa per i consumatori e le imprese;creare un contesto favorevole e parità dicondizioni affinché le reti digitali e iservizi innovativi possano svilupparsi; e,infine, massimizzare il potenziale di cre-scita dell’economia digitale;

l’obiettivo del mercato unico digi-tale è di abbattere le barriere regolamen-tari fino ad instaurare un unico mercato,al posto dei 28 mercati nazionali oraesistenti, in quanto un mercato unicodigitale pienamente funzionante potrebbeapportare all’economia europea 415 mi-liardi di euro l’anno e creare centinaia dimigliaia di nuovi posti di lavoro;

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con riferimento al primo pilastro(migliorare l’accesso ai beni e servizi di-gitali in tutta Europa per i consumatori ele imprese) la Commissione propone diintrodurre norme tese ad agevolare ilcommercio elettronico transfrontaliero;garantire un’attuazione più rapida edomogenea delle norme di protezione deiconsumatori; assicurare servizi di conse-gna dei pacchi più efficienti e a prezziaccessibili; eliminare il blocco geograficoingiustificato (una pratica discriminatoriautilizzata per motivi commerciali, secondola quale i venditori online impediscono aiconsumatori di accedere a un sito Internetsulla base della loro ubicazione, o li rein-dirizzano verso un sito di vendite localeche pratica prezzi diversi); individuarepotenziali problemi relativi alla concor-renza che possano incidere sui mercatieuropei del commercio elettronico; rive-dere la direttiva sulla trasmissione viasatellite e via cavo per verificare se il suoambito di applicazione debba essere estesoalle trasmissioni radiotelevisive online eper esaminare come aumentare l’accessotransfrontaliero ai servizi radiotelevisivi inEuropa; ridurre gli oneri amministrativiche derivano alle imprese dai diversi re-gimi IVA;

con riferimento al secondo pilastro(creare un contesto favorevole e parità dicondizioni affinché le reti digitali e iservizi innovativi) la Commissione proponedi: presentare una revisione della regola-mentazione europea in materia di teleco-municazioni; riesaminare il quadro deimedia audiovisivi mettendo in rilievo ilruolo dei diversi operatori del mercatonella promozione delle opere europee; ef-fettuare un’analisi dettagliata del ruolodelle piattaforme online; rafforzare la fi-ducia nei servizi digitali e la sicurezzadegli stessi, in particolare per quanto ri-guarda il trattamento dei dati personali;proporre un partenariato con l’industriasulla sicurezza informatica nell’ambitodelle tecnologie e delle soluzioni per lasicurezza delle reti;

con riferimento al terzo pilastro(massimizzare il potenziale di crescita del-

l’economia digitale) la Commissione pro-pone: un’iniziativa europea per il liberoflusso dei dati per promuoverne la liberacircolazione nell’Unione europea; indivi-duare le priorità per l’elaborazione dinorme e l’interoperabilità in settori fon-damentali per il mercato unico digitale,quali la sanità elettronica, la pianifica-zione dei trasporti o l’energia (contatoriintelligenti); promuovere una società digi-tale inclusiva in cui i cittadini disponganodelle competenze necessarie per sfruttarele opportunità offerte da Internet e au-mentare le possibilità di trovare un lavoro;

ciascuno dei pilastri sopra citatirisponde a problemi precisi che la Com-missione identifica all’interno dei mercatidigitali europei che coincidono con aspettisu cui l’Italia purtroppo sconta ritardistorici;

il nostro Paese è, purtroppo, inritardo per basso utilizzo di e-commerceda parte di cittadini e imprese (appena il5 per cento delle Pmi, nel 2014; nel 2013era il 4 per cento), per uso di servizi dellapubblica amministrazione digitale (da ap-pena il 18 per cento degli utenti, secondodati della Commissione, contro la mediaUe del 33 per cento). I servizi digitali sono,infatti, poco funzionali e poco usabili enonostante l’Agenzia per l’Italia Digitale eil Governo si stanno occupando del pro-blema già da diverso tempo, il piano diItalia Login ad esempio (una piattaformache semplifica l’accesso a servizi pubblicie privati digitali) e di Spid (l’identitàdigitale) che servono, appunto, a diffon-dere questi servizi tra la popolazione,abbattendo costi, tempi, burocrazia nonsono ancora diventati concretamente ope-rativi;

nonostante solo pochi giorni fa il« Digital economy and society index » del-l’Unione Europea ponga l’Italia al venti-cinquesimo posto su 28 Stati membri,ovverosia, nel gruppo dei Paesi peggiori,perché solo il 51 per cento della popola-zione ha un abbonamento alla banda largafissa (la percentuale più bassa nellaUnione europea), e solo il 3,8 per cento

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con una velocità superiore ai 30 megabit alsecondo, secondo quanto risulta dallastampa nazionale il c.d. « Decreto Comu-nicazioni » risulta ancora congelato, cosìcome, di fatto, inattuato il Piano Nazionaleper la Banda Ultralarga presentato il 4marzo scorso, con cui il Governo haprevisto un piano di investimenti pubblicifino a 12 miliardi di euro in 7 anni (4,4miliardi FERS/FEASR, 5 miliardi FSC, ealtre risorse dal Fondo Junker, decreto-legge « Sblocca Italia » ed economie SPC)per la realizzazione delle reti;

a latere delle iniziative assunte alivello europeo esplicitate nel Paper delGoverno che sintetizza la posizione ita-liana sulla strategia del mercato unicodigitale, documento che appare in partecondivisibile sotto il profilo degli obiettivi(1. Mercato digitale e investimenti: miglio-rare l’interoperabilità e valorizzare l’e-commerce, armonizzare le politiche fiscali;2. Accesso a internet veloce e superveloce:reti di comunicazione e servizi, dovrebbeessere data a tutti i cittadini la possibilitàdi connettersi a una rete ad alta velocitànel 2020; 3. Internet governante e fiduciadei consumatori: migliorare sicurezza egaranzie; 4. Industria creativa: sostenere ildiritto d’autore on line e l’audiovisivo; 5.Ricerca e Innovazione: liberare il poten-ziale innovativo attraverso il nuovo mo-dello di manifattura digitale e start up; 6.Ottenere vantaggi sociali dalle ICT: miglio-rare l’alfabetizzazione, le competenze el’inclusione nel mondo digitale; 7. l’E-government e infrastrutture: modernizzareil settore pubblico e la rete digitale, Bigdata e Cloud computing) appare in ognicaso quanto mai urgente che il Governoadotti, innanzitutto, a livello nazionaletutte le iniziative necessarie per darenuovo impulso all’attuazione dell’Agendadigitale, in particolare per quanto con-cerne la realizzazione degli interventi in-frastrutturali necessari per dotare il Paesedi una rete idonea a consentire il raggiun-gimento degli obiettivi di accesso a Inter-net previsti dall’Agenda digitale;

si deve rilevare, inoltre, che lastrategia proposta dalla Commissione e le

possibili modifiche alla disciplina vigentepotrebbe avere un impatto molto signifi-cativo sulle politiche di finanziamento, dilicenza e di protezione dei contenuti chedovrà essere tenuto in considerazione datutti gli operatori del settore (produttori dicontenuti, distributori, emittenti, e investi-tori) nelle future decisioni e strategie dimarketing, investimento e di acquisizionedei diritti sui contenuti in Europa. Inparticolare per l’industria del cinema, ilcui modello di business è fortemente ra-dicato nei territori degli Stati membri esulla prevendita nazionale dei diritti perassicurarsi le fonti di finanziamento, sitratta potenzialmente di un cambiamentodeterminante, soprattutto per gli operatorimedi e medio-piccoli, come pure per ilsettore dei contenuti audiovisivi;

le questioni dibattute in sede eu-ropea si rivelano, quindi, di fondamentaleimportanza in un momento storico nelquale i maggiori fornitori di contenutidigitali internazionali e in particolare sta-tunitensi cominciano ad affacciarsi al mer-cato europeo, considerato anche l’avventoin Italia – previsto per la fine del 2015 –della piattaforma americana Netflix, lea-der nella fornitura di servizi audiovisivion-demand oltreoceano;

in relazione al rapporto tra l’Unioneeuropea e il Regno Unito:

appena eletto David Cameron haconfermato la principale promessa pre-elettorale: il coinvolgimento popolare at-traverso un referendum sul futuro dell’In-ghilterra in Europa, con l’orizzonte del2017;

il tema non è quello dell’uscitadell’Inghilterra dall’Europa ma quello ditrasformare l’Unione europea per renderlacapace di rispondere alle sfide provenientidallo scenario internazionale e dal nuovocontesto socio-economico interno agli Statimembri trasformando il prossimo Consi-glio d’Europa in un importante momentodi confronto per definire i contorni di unprocesso politico che potrebbe cambiarel’Unione europea così come la conosciamo,arrivando dopo il referendum britannicoanche ad una revisione dei trattati;

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è la vecchia idea di « Europa e duevelocità » che potrebbe rappresentare ilpunto di equilibrio tra l’esigenza manife-stata da Paesi come Germania, Italia eFrancia di integrare maggiormente l’euro-zona e quella manifestata da altri comeDanimarca, Polonia e Svezia, Regno Unitoin testa, che chiedono di fermare il pro-cesso di accentramento dei poteri a Bru-xelles e di restituire molti settori alleistituzioni della sovranità democratica na-zionale. La prospettiva appare quella dimantenere integro il mercato unico, cherappresenta pur sempre il fondamento abase dell’appartenenza all’Unione e chenon prevede l’adesione alla moneta unica,tenere Londra e gli altri Paesi all’internodell’Unione europea scongiurando un pe-ricoloso processo di disgregazione e con-sentire una maggiore integrazione ai Paesidell’eurozona;

la strategia del Regno unito nelriformare profondamente l’Unione, a par-tire da un grande coinvolgimento popolareattraverso un referendum, parte dal mo-mento pre elettorale in cui molti temi sonostati utilizzati da Cameron al fine diesorcizzare molte « paure » come quellaindotta dalla minaccia di una crescita diconsensi del partito antieuropeo Ukip diFrarage che proponeva una forte politicacontro l’immigrazione e da una campagnadei media inglesi all’insegna del panicosull’aumento dell’immigrazione e sui pre-sunti danni che causa all’economia nazio-nale, negando per altro, validità a impor-tanti studi che dimostrano il contrarioovvero gli evidenti vantaggi all’economia.Tale origine « elettorale » ha distorto lepossibili risposte più condivisibili al feno-meno epocale dell’emigrazione dal Sudverso il Nord portando Cameron a rimo-dulare le richieste britanniche in tema diimmigrazione: sul tema dei migranti pro-venienti da Paesi terzi, si vorrebbero ras-sicurazioni sull’esclusione del Regno Unitodal sistema delle quote in discussione aBruxelles. Anche sulla limitazione all’in-gresso di cittadini di altri Stati membri, ilGoverno britannico ha scelto un approccio

che limita l’accesso ai benefici previden-ziali, condizionati a un periodo minimo dilavoro nel Paese di arrivo;

per quanto riguarda l’assetto poli-tico-istituzionale dell’Unione europea ri-formata, Londra chiede la possibilità direcedere dall’impegno a lavorare perun’unione « sempre più stretta » previstodal preambolo del Trattato di Lisbona. IlGoverno britannico deriverebbe da taleprincipio la concessione ai parlamenti na-zionali di un potere di veto collettivorispetto a decisioni legislative assunte alivello europeo. Non più un potere di vetoassolto dal singolo Stato europeo per im-pedire l’entrata in vigore di misure decisea Bruxelles e Strasburgo, ma la condivi-sione di questa prerogativa con gli altriparlamenti degli Stati membri che po-trebbe essere esercitato da un numerominimo di assemblee nazionali;

la situazione politica della GranBretagna determinatasi dopo le elezioni eil dibattito che ne è scaturito in temaeuropeo crea un clima favorevole peraffrontare il vero tema in agenda attual-mente che è quello di trasformare l’Unioneeuropea per renderla capace di risponderealle sfide provenienti dallo scenario inter-nazionale e dal nuovo contesto socio-economico interno agli Stati membri su-perando e correggendo i vizi d’originedella costruzione europea basata sulla mo-neta unica e sull’eccesso di potere finan-ziario rispetto ad una maggior integra-zione politica che favorisca più democra-zia e più benessere per i cittadini europei.A partire da tali temi il Consiglio Europeopuò trasformarsi in un importante mo-mento di confronto per definire i contornidi un processo politico che potrebbe cam-biare l’Unione europea così come la co-nosciamo, arrivando anche ad una revi-sione seria, condivisa e profonda dei trat-tati;

l’idea di un’Europa più unita eintegrata politicamente con un’unica vocesotto i profili delle politiche sociali, dellapolitica estera, di difesa e di crescitaeconomica deve essere il faro dell’azione

Atti Parlamentari — 60 — Camera dei Deputati

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del Governo italiano prevedendo anchemomenti di avvicinamento progressivo atali traguardi come rappresentato dall’ab-bozzo delle politiche britanniche in temadi Unione europea che sembrano guardarepiù ad un approccio di tipo federalistaanche se su alcuni contenuti, come ilfenomeno, non contingente ma di carat-tere epocale, dell’immigrazione, occorremaggior rigore e determinazione nel tro-vare soluzioni il più largamente possibilecondivise,

impegna il Governo:

in relazione al problema delle migra-zioni, della sicurezza e della difesa:

a rifiutare con determinazione ogniipotesi di uso della forza, attraverso ildispiegamento di una flotta europea condotazione di incursori che potrebbero col-pire a terra barche ed infrastrutture diancoraggio e altri « asset » non meglioidentificati usati dai trafficanti;

a promuovere l’apertura immediatadi corridoi umanitari di accesso in Europaper garantire « canali di accesso protetto »attraverso i Paesi di transito ai rifugiatiche scappano da persecuzioni, guerra econflitti ed evitare le traversate in mare equindi debellare il traffico di essere umanie le prevedibili e evitabili tragedie in mare;

a predisporre un piano di reinse-diamento in Europa per alleggerire inmaniera significativa le zone ad alta con-centrazione di sfollati provenienti da zonedi guerra, fuggiti e oggi ospitati in Paesimolto più fragili degli Stati europei, comeil Libano e la Giordania, la cui eventualeimplosione sociale potrebbe produrre altrie ancor più gravi conflitti e costringerebbealla fuga un numero molto più elevato dipersone;

a chiedere l’immediata sospensionedel regolamento cosiddetto « Dublino III »causa delle ultimissime tensioni alle fron-tiere degli Stati europei e quindi dareeffettiva attuazione ai divieti di respingi-mento delle persone che, alle frontiereaeree, terrestri e marittime, comprese le

aree di transito, manifestano la volontà dipresentare una domanda di asilo, nonchévigilare sul rispetto del divieto di espul-sioni collettive previsto dai protocolli ad-dizionali alla CEDU, attraverso l’adozionedi opportuni atti regolamentari e l’intro-duzione di procedure di monitoraggio in-dipendenti;

a concedere con effetto immediatopermessi di soggiorno per motivi umani-tari che consentano la libera circolazionenegli Stati dell’Unione europea e quindiavviare l’iter per la predisposizione di unanormativa dell’Unione con la quale disci-plinare il riconoscimento reciproco delledecisioni di riconoscimento della prote-zione internazionale tra gli Stati membri;

a promuovere in sede europea unariforma del regolamento « Dublino III » equindi di un sistema che ponga al centro:

a) il rispetto e la protezione deidiritti umani dei rifugiati e dei richiedentiasilo, al fine di garantire un ambiente piùfavorevole a una loro accoglienza, for-nendo loro un’adeguata assistenza fisica,psicologica e legale, nonché un adeguatopercorso di integrazione;

b) un sistema di mutuo ricono-scimento tra gli Stati membri della con-cessione del diritto di asilo, che estenda airichiedenti asilo ed ai rifugiati i dirittiprevisti per i cittadini europei dal Trattatodi Schengen, permettendo così un’alloca-zione libera e, dunque, più razionale deiflussi migratori;

c) la predisposizione di provve-dimenti necessaria affinché il tempo ri-chiesto per l’esame delle richieste di asiloin Italia si allinei alla media europea;

d) l’identificazione del migrantenon come un limite alla propria libertà dicircolazione e al pieno godimento deidiritti connessi al proprio status, ma unagaranzia del rispetto degli stessi diritti;

a promuovere misure per la ri-collocazione dei richiedenti asilo da unoStato dell’Unione europea ad altri StatiUnione europea, definendo le circostanze

Atti Parlamentari — 61 — Camera dei Deputati

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per cui si può ritenere che uno o più paesidell’Unione siano investiti da flussi migra-tori di entità superiore alla loro effettivacapacità di fornire effettiva accoglienza eprevedendo quote adeguate a fornire unarisposta efficace alla situazione di diffi-coltà in cui versano gli Stati verso i qualisono diretti i flussi migratori significatividei richiedenti asilo. Allo stesso tempo sideve tenere conto della volontà individualedegli interessati e della presenza di fami-liari in altri Stati Unione europea garan-tendo il diritto a presentare ricorsi giuri-sdizionali effettivi contro ogni provvedi-mento di ricollocazione, quindi non ri-collocare i richiedenti asilo negli Statimembri dell’Unione europea in cui risultanon sia assicurata in alcun modo unaeffettiva accoglienza e protezione;

ad adottare una nuova disciplinache faciliti gli ingressi regolari prevenendocosì quelli irregolari e che preveda mag-giori misure di coesione sociale e di con-trasto allo sviluppo di fenomeni di xeno-fobia;

a superare, per quanto concernel’Italia, definitivamente il sistema dei CIE,CARA e CDA e adottare il sistema SPRARcome modello unico di accoglienza, per cuii richiedenti asilo e i beneficiari di pro-tezione dovrebbero essere ospitati in ap-partamenti e strutture d’accoglienza dipiccole dimensioni, « secondo quote di di-stribuzione regionale »;

ad aggiornare il sistema SPRAR,per cui i suoi progetti sul territorio na-zionale non si attivino più solo ed esclu-sivamente se gli enti locali li promuovonosu base volontaria, ma per obbligo di leggecome dovrebbe essere in un vero sistemad’asilo nazionale;

in relazione alla governance econo-mica europea ed agli aspetti economici efinanziari:

a impegnarsi nelle sedi istituzionalidell’Unione europea a subordinare la re-stituzione dei prestiti internazionali dellaGrecia e dei paesi più esposti al mante-nimento di tutte le iniziative pubbliche

volte a fronteggiare la crisi umanitaria egli aspetti più drammatici della crisi so-ciale e della povertà estrema;

ad aiutare la Grecia a sostenere lesue ragioni presso l’Eurogruppo e il Con-siglio europeo;

ad evitare, ritenuto che nell’ambitodella governance economica siano forte-mente necessarie minore complessità, mi-gliore appropriazione, maggiore traspa-renza e democrazia, che nelle sedi europeeil conseguimento di una più profondaintegrazione sia conseguito aggiungendoun nuovo strato di norme a quelle giàesistenti;

a sostenere nelle sedi europee chegli orientamenti annuali per la crescitasostenibile debbano essere sottoposti aduna procedura di co-decisione con il Par-lamento europeo;

ad adoperarsi per l’adozione dimisure concrete per ampliare il processodecisionale europeo in senso democraticoattraverso un ruolo più incisivo del Par-lamento europeo ed un migliore e piùattivo coinvolgimento dei Parlamenti na-zionali: a) il PE deve avere poteri legislatividiretti e di indirizzo della politica econo-mica; b) la Commissione deve diventare ungoverno eletto con politica fiscale, econo-mica e sociale proprie; c) della BCE de-vono essere riviste in profondità statuto efinalità;

a sostenere come priorità del si-stema di governance economica europea, ilraggiungimento reale degli obiettivi postidalla strategia Europa 2020;

a promuovere il potenziamentodella strumentazione e della dotazionefinanziaria dell’Unione europea, finaliz-zato al sostegno dell’economia, attraversol’adozione di misure e la sperimentazionedi strumenti che svolgano una funzioneanticiclica;

a sostenere un processo riforma-tore che attribuisca alla Banca CentraleEuropea un ruolo maggiormente attivo afavore della crescita;

Atti Parlamentari — 62 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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a promuovere lo sviluppo di mec-canismi europei di sostegno e mutualizza-zione del debito sovrano;

a creare un fronte comune con igoverni disponibili a porre con forza negliorganismi della governance europea, iltema della revisione dei trattati europei apartire dal fiscal compact correggendo ivincoli del 3 per cento e del debito al 60per cento che sono del tutto arbitrari edassurdi, ottenendo la convocazione di unaConferenza europea per definire le neces-sarie modifiche;

a proporre, nell’ambito di tale Con-ferenza, un negoziato sul debito che ri-calchi quanto deciso nel 1953 a favoredella Germania, cui vennero condonati idebiti di guerra, prevedendo la rinegozia-zione del debito che eccede il 60 per centodel Pil;

ad adoperarsi negli organismi eu-ropei per consentire, nel frattempo, losforamento del limite del deficit del 3 percento e per ottenere la moratoria, peralmeno un quinquennio, sull’applicazionedelle misure obbligatorie di abbassamentodel debito previste dal fiscal compact,nonché la modifica delle modalità di cal-colo dei saldi corretti per il ciclo chepenalizzano soprattutto Paesi come il no-stro che si trova in una situazione diprolungata recessione;

a proporre con determinazione dinon conteggiare nei saldi validi ai fini deiTrattati dell’Unione europea i finanzia-menti degli investimenti pubblici finaliz-zati a misure per la crescita dell’occupa-zione e al co-finanziamento dei Fondieuropei;

a promuovere iniziative volte acontrastare l’evasione e l’elusione fiscale alivello europeo, ed a un maggior coordi-namento dei sistemi fiscali nell’Unioneeuropea, al fine di ridurne la dannosaconcorrenza fiscale;

a sostenere l’utilizzo di eurobondper far ripartire gli investimenti pubblicieuropei in infrastrutture e sulla green

economy, nonché a sostenere la domandaaggregata in modo da rilanciare uno svi-luppo sostenibile e l’occupazione;

a proporre un Green New Dealcontinentale (un Piano europeo per l’Oc-cupazione) il quale stanzi almeno 1.000miliardi di euro con risorse pubblichenuove ed aggiuntive rispetto a quelle giàstanziate (diversamente da quanto previstodal cosiddetto « Piano Juncker »), per dareoccupazione a 5-6 milioni di disoccupati oinoccupati (di cui un milione in Italia):tanti quanti sono quelli che hanno perso illavoro dall’inizio della crisi; definendo unapolitica industriale a livello europeo;dando priorità a interventi che rispettanoil diritto ad un ambiente sano e integro, alcontrario di quanto fanno molte grandiopere che devastano il territorio e checreano poca occupazione; agevolare latransizione verso consumi drasticamenteridotti di combustibili fossili; creare unquadro normativo europeo armonicoadatto a favorire un’agricoltura biologica emultifunzionale, investire risorse nel rias-setto idrogeologico dei territori, la valoriz-zazione non speculativa del patrimonioartistico, il potenziamento dell’istruzione edella ricerca, la messa in sicurezza degliedifici scolastici, la riqualificazione dellecittà, l’efficienza energetica degli immobili,l’innovazione tecnologica, la riforma e ilrinnovamento della PA e del welfare, rin-novazione e la sostenibilità delle reti (tra-sporti, energia, digitalizzazione del Paese,e altro);

a sostenere, inoltre: a) l’attuazionedi una dimensione sociale dell’Unione eu-ropea, incluso un meccanismo di redditominimo garantito e un regime di indennitàminima di disoccupazione per l’area del-l’euro; b) l’inclusione del meccanismo eu-ropeo di stabilità (MES) nel diritto del-l’Unione e un nuovo approccio nei con-fronti degli eurobond; c) una capacità dibilancio dell’area dell’euro in particolareper finanziare azioni anticicliche, riformestrutturali o parte della riduzione deldebito sovrano;

Atti Parlamentari — 63 — Camera dei Deputati

XVII LEGISLATURA — ALLEGATO A AI RESOCONTI — SEDUTA DEL 24 GIUGNO 2015 — N. 449

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in relazione al negoziato TTIP:

a non dare seguito come Italia, insede di Consiglio europeo, ai successiviround del « Transatlantic Trade and Inve-stment Partnership » in virtù del fatto chei futuri accordi commerciali non potrannogarantire gli standard europei in materiaambientale, agroalimentare, sociale e ditutela della salute anche in relazione alledisposizioni relative alla protezione degliinvestitori esteri della cosiddetta clausolaInvestor-state dispute settlement – ISDS –che garantirà, così com’è concepita, mag-giori diritti ad investitori esteri a scapito diquelli nazionali, non producendo alcunsignificativo moltiplicatore economico nel« periodo di transizione » quantificato in10-20 anni, il quale genererebbe un miserorapporto in termini di prodotto internolordo tra lo 0,3 per cento e l’1,3 per cento;e, da ultimo, le piccole e medie impresenon avrebbero alcun vantaggio in ragionedella struttura socio-produttiva del Paeseche consentirebbe, di fatto, un favorecommerciale e competitivo solo per quelle10 multinazionali che detengono il 72 percento delle esportazioni nazionali;

in ogni caso, qualora prevalesse lascelta di proseguire il negoziato:

a impedire, in sede di ConsiglioEuropeo, che nel nome delle regole aprotezione degli investimenti, che si tra-durrebbero giuridicamente nel meccani-smo di composizione delle controversieinvestitore-Stato, Investor-state dispute set-tlement – ISDS, nel contesto del TTIP, siproduca un grave e irrimediabile pregiu-dizio costituzionale del diritto degli Stati alegiferare su materie inserite all’internodell’accordo;

a far prevedere, in sede di Consi-glio Europeo, un sistema di riconosci-mento reciproco degli standard equivalentie maggiormente tutelativi per la salutepubblica, per i prodotti agroalimentari(certificazioni di qualità) e per le piante(passaporto delle piante) e, in ogni caso:

a) a mantenere inalterato il« principio di precauzione » in vigore nel-l’Unione europea;

b) che l’acquis comunitario inmateria di protezione dei dati personalinon sia compromesso dalla liberalizza-zione dei flussi di dati, in particolare nelsettore del commercio elettronico e deiservizi finanziari;

c) ad evitare che le cosiddette« barriere non tariffarie » siano sacrificate:per stessa ammissione dei funzionali eu-ropei e statunitensi i quali affermano chelo scopo primario dell’accordo non è distimolare gli scambi attraverso l’elimina-zione delle tariffe tra Unione europea eUSA, che sono già a livelli minimi, mapiuttosto attraverso l’eliminazione di tuttequelle barriere normative che limitano iprofitti potenzialmente realizzabili dallesocietà transnazionali come, ad esempio,gli standard che l’Europa nel corso dellasua formazione s’è data in materia am-bientale, dei diritti dei lavoratori, di sicu-rezza alimentare, di discrezionalità degliStati nel perseguire o no le politiche afavore degli organismi geneticamente mo-dificati;

d) a far eseguire alla Commis-sione Europea studi di impatto per cia-scuno Stato membro come pure una va-lutazione della competitività dei settoridell’Unione rispetto ai settori analoghi de-gli Stati Uniti;

e) assicurare una reale traspa-renza dei negoziati, rendendo pubblico unnumero superiore di testi via via discussinei round, affinché ci sia un vero regimedi pubblicità per i testi negoziali del-l’Unione europea creando, ad esempio,delle « reading room » per i singoli Statiche consentano, ai componenti dei rispet-tivi parlamenti, di potervi accedere edessere costantemente aggiornati sui nego-ziati in corso;

f) a impedire le violazioni che ilTTIP produrrebbe nei confronti degli im-pegni internazionali dell’Unione Europeanel promuovere, nello scacchiere interna-zionale, la coerenza delle politiche di svi-luppo nei confronti dei Paesi meno svi-luppati;

Atti Parlamentari — 64 — Camera dei Deputati

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g) a far esercitare ai parlamentinazionali, così come previsto dai Trattati,la specifica competenza nei casi di accordidi tipo misto, aventi ad oggetto materie dicompetenza concorrente dell’Unione e de-gli Stati membri, per i quali è richiesta laratifica, oltre che da parte della Unioneeuropea, anche da parte degli Stati mem-bri;

in relazione all’agenda digitale, adadoperarsi presso le competenti sedi eu-ropee affinché:

a) nell’iter di implementazionedella strategia unica del mercato digitale,venga adottato un approccio basato sul-l’evidenza, la crescita economica e l’au-mento dell’occupazione tenendo in debitoconto le specificità del settore cinemato-grafico e audiovisivo;

b) sia incoraggiata la formazione diun quadro politico dell’Unione che so-stenga la creatività, promuova gli investi-menti nel settore della produzione e di-stribuzione di contenuti creativi in Europae garantisca un compenso equo ed ade-guato a tutti i relativi titolari di diritti esoggetti coinvolti;

c) venga definito quanto prima unquadro normativo di armonizzazione fi-scale che allinei le aliquote IVA dei pro-dotti digitali a quelle dei loro corrispettivimateriali ed in particolare nell’ipotesi del-l’e-book;

d) sia assicurato un coordinamentopiù efficace dello spettro radio e la defi-nizione di criteri comuni a livello del-l’Unione europea per l’assegnazione dellospettro a livello nazionale;

e) si intervenga vigorosamente sulfronte dell’alfabetizzazione digitale e del-l’inclusione digitale anche attraverso ilfinanziamento di nuovi programmi euro-pei tesi ad introdurre nuove modalitàdidattiche nelle scuole di ogni ordine e

grado e soluzioni intelligenti basate sulletelecomunicazioni per affrontare le grandisfide del futuro come la riduzione deiconsumi energetici, il miglioramento dellecondizioni di vita dei pazienti e dei disabili(e-health), l’utilizzo dei servizi digitali pub-blici (e-government);

f) sia aumentato il plafond deglistanziamenti su ricerca e innovazione nelsettore delle telecomunicazioni ed utiliz-zato lo strumento dell’equity-crowdfundingcome fonte di cofinanziamento dei progettieuropei per lo sviluppo;

in relazione al rapporto tra l’Unioneeuropea e il Regno Unito:

ad adoperarsi, nell’ambito della di-scussione sulla posizione recentementeemersa nel Regno unito sul proprio rap-porto con l’Unione europea, affinché pre-valgano le ragioni per un rafforzamentocomplessivo dell’Unione che ne porti ad unlivello superiore l’unità sociale, politica edeconomica attraverso una profonda ride-finizione delle regole e dei trattati checonsentano all’Europa di dare risposteunitarie e condivise sui temi della crescita,del fenomeno immigratorio, della sicu-rezza cancellando le nefaste politiche ba-sate sull’austerità e sugli interessi primaridella finanza a scapito del benessere deipopoli ed evitando risposte frammentariee unilaterali dei vari stati soprattutto sul-l’aggravarsi del fenomeno della pressionemigratoria nel Mediterraneo determinatodal persistere di situazioni di conflitto, dipersecuzione, dalla fame e dalla povertà.

(6-00150) « Scotto, Palazzotto, Kronbich-ler, Fratoianni, Marcon, Me-lilla, Pellegrino, Zaratti, Pan-narale, Nicchi, Airaudo,Franco Bordo, Costantino,Duranti, Daniele Farina, Fer-rara, Giancarlo Giordano,Paglia, Piras, Placido, Qua-ranta, Ricciatti, Sannicandro,Zaccagnini ».

Atti Parlamentari — 65 — Camera dei Deputati

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PAGINA BIANCA

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Stabilimenti TipograficiCarlo Colombo S. p. A.

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