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Documento per la consultazione pubblica
(Traduzione predisposta da Fiagop Onlus)
Scadenza per le risposte: 20 Febbraio 2017
Questo documento non rappresenta la posizione ufficiale della Commissione Europea. E’ uno
strumento per esaminare il punto di vista delle parti interessate. Le frasi e le conclusioni contenute
in questo documento non pregiudicano il contenuto del report che verrà in seguito emesso dalla
Commissione Europea
(Nota del traduttore:
Per quanto eseguita con attenzione, la presente traduzione potrebbe involontariamente male interpretare il senso del
testo originale, al quale si rimanda per ogni opportuna verifica.)
1. LA CONSULTAZIONE
1.1 Introduzione
Il Regolamento Pediatrico1 fu adottato nel 2007 per colmare una grave mancanza di conoscenza su
come i farmaci dovrebbero essere usati al meglio nei bambini. Benché il principio della validità
basata sull’evidenza scientifica non sia messo in discussione per gli adulti, non sempre è così per i
farmaci usati nei bambini. Molti prodotti somministrati ai bambini sono prescritti in base
all’esperienza pratica (off-label) piuttosto che a seguito di risultati conseguenti a ricerche
scientifiche.
Il Regolamento Pediatrico ha lo scopo di ridurre il livello di impiego off-label e di incrementare il
numero di medicine sviluppate e testate espressamente per i bambini. Per ottenere questo, ha
stabilito un sistema di obblighi, premi ed incentivi, e posto in essere misure tali per cui nuovi
farmaci vengano regolarmente ricercati, sviluppati e autorizzati per soddisfare le necessità
terapeutiche dei bambini, superando così il meccanismo impostato dal Regolamento sui Farmaci
Orfani2, che si limita a fornire incentivi.
Il Regolamento obbliga le compagnie a concordare un programma di ricerca e sviluppo pediatrici
(PIP – “Piano di indagine Pediatrica”) con l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) per ogni nuovo
prodotto che intendono sviluppare. Questo aumenterà progressivamente il numero di prodotti
con indicazioni pediatriche.
1 OJ L 378, 27.12.2006, p. 1.
2 Regulation (EC) N. 141/2000 of the European Parliament and of the Council of 16 December 1999 on
orphan medicinal products, OL L 18, 22.1.2000, p. 1.
Gli interessati sono invitati a esprimersi su questo documento, ed in particolare sugli
argomenti nei riquadri, entro il 20 Febbraio 2017 al più tardi. Le risposte andranno
preferibilmente inviate a [email protected] . Possono anche essere
spedite via posta alla Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Unit SANTE
B/5, BE-1049 Brussels. L’oggetto della lettera o dell’email dovrà contenere la referenza:
PCPM/16-Paediatric Report
L’obbligo è completato da altre misure:
un sistema di deroghe per quelle medicine che difficilmente potranno essere utili ai bambini e
un sistema di differimenti in relazione alle tempistiche di esecuzione delle indagini
pediatriche;
un premio per l’adeguamento all’obbligo: sei mesi di estensione del certificato di protezione
complementare (SPC) (estensione del brevetto, ndt);
una ricompensa particolare relativa ai farmaci orfani: due anni in più di commercializzazione
esclusiva, in aggiunta ai dieci riconosciuti dal Regolamento sui farmaci orfani;
un nuovo tipo di autorizzazione commerciale, l’autorizzazione all’uso commerciale pediatrico
(PUMA), per incentivare lo sviluppo di indicazioni pediatriche di prodotti off-patent;
un nuovo comitato di esperti, il Comitato Pediatrico, all’interno di EMA;
un servizio di consulenza gratuita per l’industria, fornito da EMA;
una rete europea composta da reti di ricercatori e centri di studio impegnati nella ricerca
pediatrica (Enpr-EMA)
Un indiscutibile risultato del PMR è quello di porre maggior attenzione allo sviluppo in ambito
pediatrico. Le aziende ora lo considerano come parte integrale del processo di sviluppo nel suo
complesso.
Nel 2013, la Commissione ha pubblicato un primo report sull’impatto del PMR (art. 50(2) del
Regolamento) constatando promettenti segni di progresso3. Tuttavia è stato riscontrato che, a
causa della lentezza dello sviluppo dei prodotti medicinali, fossero necessari almeno 10 anni per
giungere ad una piena comprensione della situazione.
In base all’art. 50(3) del Regolamento, la Commissione deve pubblicare nel 2017 un secondo
report, destinato a valutare l’impatto del PMR sotto l’aspetto economico e quello della salute
pubblica. Deve essere inoltre valutato se debbano essere portati emendamenti al Regolamento.
Scopo della presente consultazione è di fornire alla Commissione strumenti utili a redigere il
secondo report e raccogliere punti di vista e feedback da parte degli stakeholders.
1.2 Argomenti della consultazione
Il documento per la consultazione consiste in diverse affermazioni rispecchianti le possibili lezioni
apprese durante l’applicazione del PMR. Le dichiarazioni sono basate sul report decennale che
EMA col suo Comitato Pediatrico ha prodotto per la Commissione Europea, su uno studio esterno
ordinato dalla CE sul’impatto economico prodotto dal PMR, sull’esperienza dei dipartimenti della
Commissione e su riflessioni sul PMR emerse in letteratura e discusse in conferenze con gli
stakeholders. Non rappresentano necessariamente la posizione della Commissione. Piuttosto,
sono un modo per esplorare ulteriormente i punti di vista delle diverse parti. Ogni affermazione è
seguita da uno specifico argomento di consultazione (racchiuso in un riquadro): sono queste le
domande sulle quali la Commissione sta cercando indicazioni dalla parti interessate.
1.3 Ulteriore documentazione
3 COM (2013) 443 final,_http://ec.europa.eu/health/files/paediatrics/2013_com443/paediatric_report-
com%282013_%29443_en.pdf
Regolamento Pediatrico (EC) n. 1901/2006;
Report di avanzamento della Commissione Europea;
Report decennale alla Commissione Europea – Relazione generale sull’esperienza acquisita come
risultato dell’applicazione del Regolamento Pediatrico, preparata dall’Agenzia Europea per i
Medicinali col suo Comitato Pediatrico.
1.4 Come contribuire
Gli interessati sono invitati a esprimersi su questo documento, ed in particolare sugli argomenti
nei riquadri, entro il 20 Febbraio 2017 al più tardi. Le risposte andranno preferibilmente inviate a
[email protected] . Possono anche essere spedite via posta al Direzione
Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare, Unit SANTE B/5, BE-1049 Brussels. L’oggetto della
lettera o dell’email dovrà contenere la referenza: PCPM/16-Paediatric Report.
Nell’inviare la risposta, andrà indicato il nome e l’indirizzo di posta elettronica e specificato se si
sta rispondendo a titolo individuale o come rappresentante di un’organizzazione. Nel caso di
un’organizzazione andrà specificato il nome e la tipologia (azienda; autorità pubblica (locale,
regionale, nazionale, internazionale); NGO; altro).
Nel caso di un’azienda, andrà indicato se questa ricada nella definizione EU di impresa piccola o
media (per esempio, meno di 50 milioni di euro di fatturato e meno di 250 impiegati).
Se l’organizzazione è registrata nel registro della trasparenza (Transparency Register) dovrà essere
indicato il proprio numero di registrazione all’inizio del contributo inviato.
I contributi ricevuti saranno pubblicati online. Per questo andrà indicato se il contributo inviato
(indicare un’opzione):
a) Può essere pubblicato con le informazioni personali o dell’organizzazione (Acconsento alla
pubblicazione di tutte le informazioni contenute nel mio contributo in tutto o in parte
incluso il mio nome/il nome dell’organizzazione, e dichiaro che nulla nella mia risposta è
contro la legge o può ledere i diritti di terze parti in modo da impedirne la pubblicazione)
b) Può essere pubblicato se il nome dello scrivente e/o dell’organizzazione rimane anonimo
(Acconsento alla pubblicazione di tutte le informazioni contenute nel mio contributo in
tutto o in parte (incluso dichiarazioni o opinioni espresse) purché avvenga in modo
anonimo e dichiaro che nulla nella mia risposta è contro la legge o può ledere i diritti di
terze parti in modo da impedirne la pubblicazione)
c) Non può essere pubblicato ma può essere incluso in dati statistici (Mi rendo conto che il
mio contributo non sarà pubblicato. Le mie risposte anonime potranno essere incluse in
dati statistici pubblicati, per esempio, per mostrare il trend generale nelle risposte alla
presente consultazione).
Nel caso di scelta c) si fa notare che il contributo rimane soggetto alle richieste di accesso
pubblico ai documenti a norma del Regolamento (EC) 1049/2001.
1.5 Cosa accadrà dopo la consultazione?
Tutti i contributi saranno analizzati con cura e influenzeranno il report. Il Report pediatrico finale
sarà pubblicato nel 2017.
2. ESPERIENZA ACQUISITA NEGLI ULTIMI 10 ANNI
2.1 Più medicine per i bambini
I dati mostrano che il Regolamento Pediatrico ha avuto un impatto sostanziale sullo sviluppo di
medicine pediatriche in Europa. Le aziende farmaceutiche ora considerano lo sviluppo in ambito
pediatrico come parte integrante dello sviluppo di prodotti medicinali, anche se qualcuna di esse
continua a percepire la ricerca pediatrica come spinta dalle norme piuttosto che dalle imprese.
Il numero di Piani di Indagine Pediatrica concordati sta per superare i 1000. Nel periodo 2007-
2015, sono stati completati 99 PIP e oltre 230 nuovi farmaci per uso pediatrico (nuove
autorizzazioni al commercio e nuove indicazioni) sono stati autorizzati, la maggior parte di essi
legati alle indicazioni del Regolamento. Inoltre, analisi di autorità competenti su studi avviati prima
del PMR (art. 51 del Regolamento) hanno permesso di raccogliere elementi già noti e di integrare
le informazioni sui prodotti con dati pediatrici.
Il confronto tra prima e dopo il Regolamento mostra un chiaro effetto positivo di esso in termini di
nuove medicine autorizzate. Lo stesso vale a livello internazionale tra regioni dotate di legislazione
specifica in campo pediatrico e altre che ne sono prive: le regioni con norme dedicate mostrano un
numero significativamente alo di nuovi farmaci pediatrici.
2.2 Rispecchiare le esigenze pediatriche
Il punto di partenza di molti PIP è un programma di sviluppo e ricerca per gli adulti. In base agli
articoli 7 e 8 del PMR, lo sviluppo per l’adulto deve essere esaminato per il suo potenziale uso nel
bambino. Conseguenza di questo è che il progresso dei farmaci il progresso dei farmaci pediatrici
dipende dallo sviluppo di prodotti per l’adulto, cioè dai progressi in aree terapeutiche e condizioni
in cui vi sia un bisogno o un mercato relativo alla popolazione adulta. Quando i bisogni dell’adulto
si sovrappongono a quelli del bambino, allora questo ne beneficia direttamente. Tuttavia, esiste un
considerevole numero di malattie che sono biologicamente diverse negli adulti e nei bambino,
dove il carico della malattia è diverso o che esistono solo nel bambino.
I risultati del Regolamento Pediatrico non sono dunque gli stessi per tutte le aree terapeutiche,
anche se i PIP coprono una grande varietà di condizioni. Alcune aree terapeutiche hanno visto
considerevoli progressi negli ultimi 10 anni, mentre per altre la disponibilità di nuove terapie è
limitata o non si è concretizzata. Si potrebbe osservare che l’effetto qualitativo del PMR non
differisce da quello dovuto ad altre prescrizioni normative, che puntano ad indirizzare investimenti
privati in aree sino a quel momento trascurate come, ad esempio, la legislazione europea sulle
malattie rare4. Si tratta di importanti induttori di progresso ma, per quanto riguarda il loro effetto,
questo dipende in parte da fattori che possono essere difficilmente influenzati dalla legislazione.
2.3 Disponibilità di farmaci pediatrici in EU
4 Regulation (EC) n. 141/2000 in orphan medicinal products, OJ L 18, 22.10.2000, p. 1.
Domanda N. 1: Concorda che una legislazione specifica a sostegno dello sviluppo di farmaci
pediatrici sia necessaria per garantire medicine basate sull’evidenza scientifica?
Domanda n. 2: Ha commenti su quanto sopra? In che misura e in quali aree il PMR ha contribuito a rendere disponibili nuove importanti opportunità terapeutiche?
Il Regolamento include svariati strumenti per assicurare che, una volta completato il Piano di
Indagine Pediatrica e autorizzato il farmaco, il prodotto venga posto sul mercato e sia disponibile
in tutta l’Europa. Per esempio, la ricompensa SPC prevista all’art. 36 verrà riconosciuta solo se il
prodotto è autorizzato per tutti gli Stati Membri. Inoltre, l’art. 33 contiene l’obbligo di porre il
prodotto sul mercato entro due anni dalla data in cui è stata autorizzata la nuova indicazione
pediatrica.
Ci sono altre misure complementari che garantiscono la disponibilità dei nuove medicine
pediatriche per tutti i pazienti dell’EU e la possibilità per i medici e i clinici di usarle nel loro lavoro
quotidiano. Allo stesso tempo, viene riportata una certa inerzia nel sistema laddove i curanti non
passino immediatamente al nuovo farmaco.
2.4 Costi ragionevoli
Il Regolamento Pediatrico pone un obbligo a carico delle aziende farmaceutiche richiedendo loro
di portare avanti una ricerca pediatrica che diversamente non avrebbero intrapreso.
Una valutazione dei PIP concordati negli ultimi 10 anni, basata su uno studio esterno
commissionata dalla Commissione Europea, mostra che il totale dei costi per Piano ammomta
mediamente a 18.9 milioni di euro, includendo ogni piano uno studio clinico. Oltre a ciò, le aziende
vanno incontro a costi amministrativi per circa 720.000,00 euro dovuti alla registrazione del PIP
iniziale e per le sue successive modifiche. In totale, il costo medio per ogni PIP è di poco sotto ai 20
milioni di euro. In base al numero medio di piani autorizzati all’anno (107 nel periodo 2008-2015) il
totale ammonta a 2.1miliardi di euro a carico dell’industria. Allo stesso tempo, questo dato
potrebbe essere sovrastimato, visto che non tutti i piani sono stati autorizzati e alcuni sono stati
interrotti qualora l’azienda abbia deciso di accantonare il programma di sviluppo per l’adulto.
I dati sopracitati suggeriscono che i costi addizionali per l’industria in conseguenza del PMR sono
ragionevoli e che comportano un incremento limitato al totale dei costi per lo sviluppo di farmaci5.
2.5 Un sistema di ricompense operativo
L’obbiettivo del sistema di incentivi introdotto dal PMR (prolungamento di 6 mesi del SPC oppure
incentivo secondo il sistema dei farmaci orfani) è quello di permettere alle aziende di recuperare i
costi addizionali dovuti al Regolamento grazie ad un periodo prolungato di protezione del
brevetto.
Un’analisi dei PIP sin qui completati evidenzia che non tutte le aziende hanno ottenuto un
incentivo. D’altra pare i dati mostrano che almeno il 55% dei piani completati ha beneficiato di un
5 Questi costi medi per gli studi pediatrici sono solo una piccola parte del costo stimato normalmente reso
pubblico per i nuovi composti in via di studio destinati allo sviluppo per l’adulto
Domanda n. 3: Secondo la sua esperienza, il numero di nuovi farmaci pediatrici disponibili negli Stati membri è sostanzialmente aumentato? Sono, alcuni trattamenti esistenti, stati sostituiti da nuovi trattamenti autorizzati?
Domanda n. 4: Ha qualche commento sui costi che le aziende farmaceutiche devono affrontare per attivare un piano di indagine pediatrica?
incentivo. La maggior parte degli incentivi è stata sottoforma di prolungamento del certificato SPC;
in pochi casi (quattro), è stato estesa l’esclusiva commerciale di un farmaco orfano. In molti casi le
imprese hanno scartato lo status di farmaco orfano poco prima dell’autorizzazione commerciale
allo scopo di rendere il prodotto eleggibile per un incentivo SPC, considerato più economicamente
interessante.
Ci sono varie ragioni per cui non tutti i piani completati hanno ottenuto un incentivo. In alcuni casi,
le aziende non sono state in grado di completare lo sviluppo pediatrico in tempo per inoltrare una
richiesta di estensione del SPC (due anni prima). In altri, i prodotti ricadenti sotto l’obbiettivo
dell’art. 7 del PMR non erano protetti da brevetto/da SPC e pertanto non erano eleggibili per un
incentivo nonostante il loro essere soggetti al Regolamento6. Ci si attende peraltro che, col tempo,
la quantità di prodotti suscettibili di incentivo possa aumentare, quando le aziende
programmeranno meglio e per tempo i piani di indagine, prima che i certificato SPC scada.
Un altro fattore che complica il sistema di incentivi è legato al fatto che i certificati SPC devono
essere ottenuti dall’ufficio brevetti di ciascuno Stato Membro in cui esiste un SPC. Comunque, il
numero di estensioni di SPC autorizzate negli ultimi dieci anni (quasi 500) mostra che le aziende
ricevono regolarmente l’incentivo dall’ufficio brevetti nazionale a cui si rivolgono.
Il valore monetario dell’incentivo SPC dipende ampiamente dal ritorno complessivo che un
determinato prodotto produce durante il periodo in cui è protetto dal SPC. Di solito, tale periodo
coincide col picco di vendite. In molti casi, il valore dell’incentivo quasi supera il costo medio di cui
si è parlato al punto 2.4; in alcuni lo fa significativamente. D'altronde, questo surplus può essere
utilizzato per coprire i costi dei PIP interrotti o di quelli che non hanno ricevuto l’incentivo7.
2.6 L’incentivo per i farmaci orfani
Quando venne discussa la proposta di legge del Regolamento Pediatrico, circa il 60% dei prodotti
definiti orfani erano off-patent. Qui ebbe inizio l’implementazione del Regolamento sui Farmaci
Orfani, e alcune vecchie molecole furono trasformate in prodotti medicinali di qualità. Per questo
il legislatore ha introdotto nel PMR un incentivo specifico per i farmaci orfani consistente in due
anni di estensione dell’esclusiva commerciale.
Tuttavia, attualmente più del 90% dei farmaci orfani autorizzati recentemente sono on-patent,
cioè brevettate. In questo caso l’incentivo SPC potrebbe essere più interessante, ma i prodotti
definiti orfani possono ottenere solo l’incentivo specifico.
In alcuni casi, soprattutto per i farmaci con destinazione sia comune che rara, le aziende hanno
deliberatamente accantonato la designazione di orfano per rendere il prodotto eleggibile per
l’incentivo SPC. Questo può essere considerato un tentativo di aggirare la legge, il che mostra
come l’incentivo “orfano” abbia un impatto limitato. Allo stesso tempo, tuttavia, gran parte dei
6 Col suo giudizio in termini negativi nel caso C-125/10 (ECLI:EU:C:2011:812), la Corte di Giustizia ha
aumentato il valore dell’incentivo SPC. 7 I dati suggeriscono che circa il 20% dei piani di indagine autorizzati sono stati interrotti. Questo dato è ben
sotto il tasso di abbandono per lo sviluppo di prodotti durante gli studi compresi tra la fine fase I e fase III.
Domanda n. 5: E’ d’accordo che il sistema di ricompense funzioni nel complesso bene e che una pianificazione tempestiva e strategica garantisca in genere che una azienda possa ricevere un incentivo?
prodotti che hanno ricevuto l’incentivo come farmaci orfani fanno parte dei “blockbuster orfani”,
cioè generano un ritorno sostanzioso in un mercato di nicchia per le aziende interessate.
2.7 Migliore attuazione
Il PMR dà ad EMA e al suo Comitato Pediatrico una grande responsabilità nella gestione di PIP,
differimenti e deroghe. Di conseguenza, EMA ha un ruolo chiave nell’attuazione del Regolamento.
Ci si è sforzati di imparare dai primi anni di attuazione per semplificare i pareri sui PIP e ridurre le
modifiche quando queste non siano significative rispetto al programma di indagine. Questi sforzi
hanno permesso di ridurre globalmente la necessità di cambi nei piani di indagine pediatrica.
Inoltre, la revisione delle linee guida sul formato e sui contenuti dei piani nel Settembre 20148 ha
introdotto misure per razionalizzare il processo di approvazione dei piani. Inoltre, nel 2015 EMA ha
introdotto degli incontri anticipati di interazione con le compagnie per incoraggiarle a considerare
le esigenze pediatriche già dalle prime fasi dello sviluppo di farmaci. Questi incontri preventivi
hanno reso possibile determinare adeguate tempistiche e integrazione degli aspetti pediatrici nel
contesto dello sviluppo di farmaci.
Per facilitare lo sviluppo pediatrico attraverso le regioni, nel 2013 EMA e la sua controparte
americana FDA hanno lanciato i cosiddetti “common commentaries” sui piani di sviluppo pediatrici
che sono stati sottoposti sia ad EMA che a FDA e che quindi devono essere revisionati da entrambe
le agenzie. Per quanto informali e non vincolanti, questi commenti e discussioni tra le due agenzie
hanno aiutato ad allineare le vedute e ad evitare richieste contraddittorie riguardo ai programmi
pediatrici.
Tuttavia, rimane una sfida per EMA e per i suo Comitato Pediatrico, così come per le aziende,
considerare alcuni aspetti chiave dello sviluppo d farmaci quando certe informazioni non sono
ancora note e quando la discussione si basa sull’assunzione di dati insufficienti. Questo è tanto più
vero in quanto uno degli obbiettivi dei piani di sviluppo pediatrico è quello di creare certezza
legale rispetto alle aspettative degli organi regolatori nei confronti delle imprese. D’altro canto,
solo un’integrazione anticipata rende possibile che lo sviluppo pediatrico sia intimamente legato
col complessivo sviluppo di un prodotto, invece che essere un ripensamento. In teoria, questo
dovrebbe portare ad un migliore efficienza nei costi e ricavi, visto che rende possibile integrare gli
studi per gli adolescenti in quelli per gli adulti riducendo così il costo complessivo dello studio.
2.8 Le deroghe e il principio di “meccanismo di azione”
Il Regolamento Pediatrico stabilisce un sistema che esclude la necessità di un programma di ricerca
pediatrica per determinati prodotti o per classi di prodotto (art. 11). Questo accade quando un
prodotto è verosimilmente inefficace o non sicuro per i bambini oppure non presenta benefici
8 Guideline on the format and content of applications for agreement or modification of a paediatric
investigation plan, OJ C 338, 27.9.2014, p. 1.
Domanda n. 6: Come valuta l’importanza della ricompensa per i farmaci orfani, a confronto con l’incentivo SPC (Supplementary Protection Certificate)?
Domanda n. 7: E’ d'accordo che l'attuazione del regolamento è migliorata nel tempo e che alcuni primi problemi sono stati risolti?
terapeutici rispetto a trattamenti esistenti. L’obbligo decade inoltre se la patologia o la condizione
per cui il prodotto è concepito si verifica solo negli adulti.
La deroga ha lo scopo di evitare ricerche non necessarie e definire correttamente l’ambito
dell’obbligo. Tuttavia, per quanto semplice e chiaro sembri il concetto di deroga, esso è stato
criticato per le sue conseguenze, soprattutto nel caso in cui la deroga all’obbligo di avviare un
piano di indagine pediatrica è stata derogata perché la malattia dell’adulto non esiste nel
bambino. Un esempio particolare è quello dell’oncologia pediatrica, dove molti cancri pediatrici
presentano somiglianze biologiche col cancro degli adulti, ma si manifestano in organi diversi e
sono spesso considerati come diversi. Di conseguenza, un’azienda può ricorrere alla deroga anche
se il meccanismo di azione del farmaco in corso di sviluppo per l’adulto potrebbe potenzialmente
essere efficace anche in certi cancri pediatrici.
Questo ha portato nel passato a perdere delle opportunità, anche se qualche industria ha deciso di
non ricorrere alla deroga e di portare avanti volontariamente una ricerca pediatrica sulla base del
principio del “meccanismo di azione” del farmaco. Tali compagnie hanno compreso che agendo
così si rendono eleggibili ad un incentivo in base al PMR, per cui la ricerca su base volontaria
adempie non solo ad un obbiettivo di salute pubblica ma può comportare per loro un beneficio
economico. La revisione delle deroghe per classe di prodotto realizzata da EMA nel 2015 potrebbe
essere utile ad avviare un dialogo con i proponenti ricerche volontarie. Tuttavia, alcune parti
considerano che l’approccio volontario sia in breve destinato a fallire e sostengono la necessità di
una maggiore dipendenza dell’obbligo dal principio di “meccanismo di azione”. Altri commentano
che variazioni nel concetto di deroga mettano a rischio sia l’obbiettivo di regole che prescindano
dalla patologia sia la prevedibilità di decisioni sui piani di indagine pediatrica con riferimento al
campo di applicazione della ricerca pediatrica.
2.9 Differimenti
Il Regolamento pediatrico comprende indicazioni per il differimento dell’inizio o del
completamento di alcune o di tutte le pratiche contenute in un piano di indagine pediatrica (art.
20), in previsione di assicurare che la ricerca venga portata avanti solo se sicura ed etica. Il PMR
contiene anche misure per evitare che l’obbligo di completare un PIP blocchi o ritardi
l’autorizzazione del prodotto per l’adulto. L’esperienza ha mostrato che quello del rinvio è uno
strumento ampiamente usato e non c’è prova che le prescrizioni pediatriche abbiano causato
ritardi nel processo delle domande per l’adulto, eccezion fatta per quei rari casi in cui le aziende
hanno presentato il PIP in ritardo, ad esempio poco prima di aver pianificato di presentare la
domanda per l’adulto.
Il concetto di rinvio in certi casi è utile per ritardare l’inizio di uno studio pediatrico fintanto che
non si siano ricevute informazioni dallo studio per l’adulto, soprattutto con riferimento alla
sicurezza di composti potenzialmente tossici. Inoltre, differimenti che ritardino l’avvio di studi
pediatrici fino a dopo l’autorizzazione dell’adulto possono creare problemi, poiché in questi casi il
reclutamento per i trials pediatrici può diventare difficile una volta che il prodotto è disponibile sul
mercato. Spesso i genitori non colgono il valore aggiunto nell’autorizzare che il proprio figlio
partecipi ad uno studio clinico se il prodotto dell’adulto può essere usato (off-label) nel bambino.
Domanda n. 8: Ha qualche commento in proposito? E’ in grado di quantificare e qualificare opportunità perse in specifiche aree terapeutiche negli ultimi dieci anni?
Ritardi eccessivi possono anche causare frustrazione nei clinici e nei pazienti, soprattutto se questo
significa che il farmaco destinato a trattare una patologia potenzialmente mortale potrà essere
disponibile per i bambini solo anni dopo l’ottenimento dell’autorizzazione per l’adulto. Inoltre,
lunghi differimento possono minare l’efficacia esecutiva delle prescrizioni pediatriche oltre che
mettere a rischio la disponibilità dell’incentivo se la dilazione temporale termina dopo la scadenza
del periodo di protezione del prodotto.
2.10 Piani di indagine pediatrica volontari
L’Europa non è la prima regione ad introdurre una legislazione specifica allo scopo di affrontare
l’assenza di medicine testate ed autorizzate per l’uso nei bambini. Gli Stati Uniti hanno emesso una
legislazione specifica già nel 1997. Anche se lo scopo è analogo, ci sono alcune differenze nel
campo di applicazione e nella natura delle norme. Ad esempio, con la cosiddetta “richiesta scritta”
le legge degli US include uno strumento che permette alla FDA di inoltrare alle aziende una
proposta di ricerca pediatrica che, se accettata, rende la compagnia farmaceutica idonea a
ricevere un incentivo.
Alcuni ritengono che la legislazione europea manchi di strumenti atti ad invitare e incentivare le
aziende a portare avanti ricerca sottoforma di piani di indagine pediatrica volontari. Tuttavia,
nonostante la legislazione operi per mezzo di obblighi, essa permette di proporre PIP volontari.
Nulla impedisca ad un’azienda di inviare una richiesta di PIP per uno sviluppo esclusivamente
pediatrico o come completamento di un’indagine per l’adulto anche se avesse diritto ad una
deroga (come da art. 11(1)(b)). In queste circostanze, l’azienda in questione potrà beneficiare di
ricompense nell’ambito del PMR e questo serve da incentivo. Alcune compagnie afferrano
pienamente il potenziale dei PIP volontari e valutano i progetti di ricerca pediatrica al di là del
Regolamento Pediatrico; altre, meno.
2.11 Farmaci biosimilari
In base all’art. 9 del Regolamento, certe categorie di prodotti sono esenti dagli obblighi introdotti.
E’ il caso dei farmaci generici e dei biosimilari, giustificato dal fatto che la conoscenza per l’uso
della molecola nei bambini è già stato ottenuto tramite la ricerca clinica sul prodotto originario
(per lo meno, per quei prodotti autorizzati dopo l’entrata in vigore del Regolamento). Di
conseguenza non è giustificato il ripetere trials pediatrici per quella categoria di prodotti.
Allo stesso tempo, alcuni prodotti originari sono autorizzati con formulazioni legate all’età
pediatrica. Alcuni ritengono che biosimilari che copiano un prodotto originario potrebbero non
necessariamente includere queste specifiche formulazioni, il che potrebbe portare all’immissione
sul mercato di prodotti non adatti all’uso pediatrico. Ciò potrebbe potenzialmente escludere i
bambini dal beneficiare di tali prodotti. D’altronde, nel caso dei biosimilari, è probabile che il
prodotto originario rimanga sul mercato nonostante la concorrenza del suo biosimilare, per cui un
prodotto adatto all’uso nei bambini rimarrebbe comunque disponibile.
Domanda n. 9: Concorda con la valutazione data sui differimenti?
?
Domanda n. 10: Ha qualche commento su quanto sopra esposto?
?
Per di più, qualora l’azienda detentrice dell’autorizzazione al commercio del prodotto originario
decidesse di interromperne la commercializzazione, sarebbe obbligata a trasferire l’autorizzazione
ad un’altra azienda, in osservanza dell’art. 35 del Regolamento. Questa regola è stata introdotta
per garantire che alcuni importanti prodotti pediatrici non scompaiano una volta scaduti i termini
di protezione e di durata del brevetto.
2.12 PUMA – Autorizzazione all’uso commerciale pediatrico
L’Autorizzazione all’uso commerciale pediatrico (PUMA) introduce un incentivo per spingere la
ricerca verso il potenziale uso di prodotti medicinali off-patent già autorizzati per l’adulto. Lo
scopo principale della PUMA è di stimolare la ricerca su farmaci esistenti e di aiutare a trasformare
l’uso off-label in un uso autorizzato, più sicuro e meglio circoscritto.
Ad oggi, solo tre PUMA sono state autorizzate, la qual cosa è una delusione. Il concetto di PUMA si
scontra con gli stessi problemi di qualsiasi schema che punti a spingere le aziende in ulteriori
ricerche su composti disponibili sul mercato da decenni. Gli sviluppatori di farmaci temono che
una PUMA non necessariamente impedirà ai medici di usare prodotti di concorrenza, con lo stesso
principio attivo, off-label e a costi minori; né escluderà il ricorso a farmaci più economici a livello
delle farmacie. Si tratta di problemi difficilmente affrontabili a livello europeo per mezzo del
Regolamento. Riguardano scelte a livello nazionale che esulano dall’ambito della legge europea.
Nel 2014, la Commissione e l’EMA hanno chiarito che un Piano di Indagine Pediatrica per una
PUMA non deve necessariamente affrontare tutti i gruppi di età. Tuttavia, questa misura non
sembra aver stimolato interesse. Detto questo, nel caso di malattie rare l’autorizzazione per
farmaci orfani può essere scelta al posto della PUMA.
Si dice spesso che il concetto di PUMA richiederebbe un ulteriore sostegno economico pubblico.
Peraltro, la Commissione ha fornito fondi destinati a progetti relativi a farmaci off-patent per
diversi anni e solo pochi di questi hanno portato ad un prodotto autorizzato.
2.13 Valido scientificamente e accettabile eticamente – I Trials Clinici nei bambini
Il Regolamento Pediatrico punta ad assicurare che la qualità, la sicurezza e l’efficacia di un
prodotto medicinale sia provata prima che questo venga usato nei bambini. Questo comporta
maggior ricerca clinica realizzata coi bambini prima che il farmaco venga autorizzato. Tuttavia, sino
ad ora risulta difficile quantificare l’esatto impatto del numero di trials clinici e dei partecipanti allo
studio, a causa di insufficienze nei database disponibili.
Parlando in generale, la legislazione europea è in grado di garantire che la ricerca pediatrica sia
valida scientificamente ed accettabile eticamente. Questi aspetti non sono presi in considerazione
solo dal Comitato Pediatrico di EMA nello stabilire i piani di indagine pediatrica, ma anche dai
comitati etici e dagli organi regolatori che sono responsabili dell’autorizzazione di singoli trials
Domanda n. 11: Ha qualche commento su quanto sopra esposto?
?
Domanda n. 12: E’ d’accordo che il concetto di PUMA sia una delusione? Qual è il vantaggio di mantenerla? Lo sviluppo di farmaci off-patent per uso pediatrico potrebbe essere ulteriormente stimolato? ?
clinici. E’ importante che venga fatto il possibile per essere certi che la particolare vulnerabilità dei
piccoli pazienti sia presa in grande considerazione e che si tenga gran conto degli interessi dei
bambini.
Il Regolamento ha incoraggiato e stimolato tra gli esperti un confronto sulla migliore
strutturazione dei trials pediatrici. Questo comprende iniziative destinate allo scambio di buone
pratiche, lo sviluppo di linee guida scientifiche, la realizzazione di modelli e simulazioni,con lo
scopo di ridurre al minimo il numero di partecipanti agli studi. Inoltre, ha posto attenzione al
dibattito sul ruolo da attribuire ai bambini circa le decisioni sulla ricerca e sull’adeguata protezione
dei bambini che prendono parte ad essa. Le iniziative vanno dalla costituzione di gruppi di
consultazione formati da giovani, a discussioni sull’adeguata informazione da fornire a genitori e
pazienti in merito agli studi clinici, all’affrontare problemi pratici, come la creazione di moduli o
altri strumenti cartacei.
Di fatto, gli studi pediatrici pongono sfide speciali. Per esempio, la difficoltà di reclutamento porta
frequentemente a ritardi nel portarli avanti e nel concluderli. Gli studi pediatrici sono spesso
multicentrici, talvolta cono solo pochi pazienti per centro, il che può creare problemi operativi tra
cui la necessità di conservare localmente lo staff necessario e l’adeguata competenza.
Inoltre, a volte si assiste ad ondate di sviluppo, con un picco di attività condotte da più aziende
parallelamente, per la medesima patologia dell’adulto. Un esempio recente è il diabete di tipo II. Si
è assistito ad un aumento dei programmi di ricerca pediatrici anche se – dal punto di vista delle
necessità terapeutiche – non tutti sarebbero stati necessari. Questo può anche portare a problemi
nella conduzione degli studi, visto che le aziende puntano agli stessi pazienti, nei medesimi centri,
più o meno nello stesso periodo. L’EMA e il suo Comitato Pediatrico si sono sforzati di ridurre il
problema cercando di convincere gli stakehoders ad impegnarsi in ricerche collaborative, ma
l’esperienza mostra che le aziende esitano a prendere questa strada in quanto non sono abituate a
progetti di sviluppo in collaborazione, soprattutto se orientati a farmaci potenzialmente destinati
ad un ampio mercato nell’adulto.
La question
2.14 La questione della sostenibilità finanziaria
L’attuazione del Regolamento Pediatrico presuppone un considerevole investimento (di risorse) da
parte degli Stati Membri, per esempio nel nominare membri del Comitato Pediatrico e nel
contribuire alla valutazione di piani di indagine pediatrica mediante la fornitura di consulenze
pediatriche a titolo gratuito, in tal modo supportando le attività dell’EMA.
Siccome la valutazione del PIP non prevede alcun costo, l’EMA non rimborsa gli esperti nazionali
per il lavoro che svolgono. Questo causa alcune preoccupazioni sull’impatto a lungo termine sul
corretto funzionamento del sistema.
Domanda n. 13: Ha qualche commento sullo sviluppo di trials clinici coinvolgenti bambini in seguito all’adozione del Regolamento e in relazione col dibattito di cui sopra?
?
Domanda n. 14: Ha qualche opinione su quanto sopra e sul fatto che il processo relativo ai Piani di Indagine Pediatrica sia esente da un sistema di pagamenti?
?
2.15 Impatto positivo sulla ricerca pediatrica in Europa
Il Regolamento Pediatrico ha indotto un effetto positivo sulla ricerca pediatrica. Tuttavia è chiaro
che tale ricerca è orientata allo sviluppo di prodotti. Per alcune patologie o aree terapeutiche
manca ancora una buona comprensione della malattia di base. Un’ulteriore ricerca di base sulle
malattie stesse sarebbe utile per facilitare e indirizzare un adeguato sviluppo di farmaci. Questo
non può essere garantito dal Regolamento, bensì richiede sforzi aggiuntivi e la ricerca di fondi da
fonti sia pubbliche che private.
In aggiunta, il Regolamento è in genere vantaggioso per gli organismi di ricerca per via
dell’aumento di progetti di ricerca conformi ai piano di indagine pediatrica. Questo comporta
ricadute positive in termini di posti di lavoro, crescita e attività innovative in tutta Europa, che non
si verificherebbero in assenza degli investimenti fatti in conseguenza del Regolamento.
Anticipando l’aumento di studi pediatrici, molti Stati Membro hanno aumentato la capacità di reti
di ricerca esistenti o hanno stabilito networks dedicati ai farmaci pediatrici. Inoltre, la Rete
Europea per la Ricerca Pediatrica sotto l’EMA (Enpr-EMA) è stata istituita nel 2009 come “rete di
reti” per fornire un’efficiente collaborazione fra le reti e gli stkeholder. Ad oggi, quasi 40 reti fanno
parte di Enpr-EMA e condividono buone pratiche su standard qualitativi comuni.
Nonostante gli sforzi degli ultimi anni, le infrastrutture di ricerca necessarie per condurre studi
pediatrici non si sono sviluppate al giusto passo per soddisfare i crescenti bisogni e per assicurare
una valida disponibilità a lungo termine al di là dei singoli studi. Questa è una delle ragioni per cui
la partnership pubblico-privato IMI (Innovative Medicines Initiative) è attualmente considerata
atta a facilitare l’istituzione di una rete europea di trials clinici pediatrici.
2.16 “Specchio, specchio delle mie brame” – Trends emergenti e futuro dei farmaci
pediatrici
Il modo in cui i farmaci vengono sviluppati può cambiare ne tempo per via dei progressi scientifici
e dell’evoluzione tecnologica. Per esempio,alcune piccole molecole hanno dominato il mercato
per un lungo periodo, mentre recentemente c’è stato un crescente spostamento verso grandi
molecole biologiche.
Altre tendenze comprendono la medicina stratificata (percorsi adattivi) o quella personalizzata
(medicina di precisione), che hanno lo scopo di ottimizzare l’uso di farmaci mirandoli ai dati
genetici del paziente per essere certi di una risposta al trattamento.
Questi nuovi (emergenti) paradigmi di sviluppo possono essere perfettamente compatibili col
meccanismo introdotto dal Regolamento Pediatrico. Allo steso tempo, tuttavia, non si può
trascurare che il Regolamento sia stato concepito in un momento in cui il processo di sviluppo
tradizionale, classico, era ancora predominante; da qui l’idea di collegare gli obblighi introdotti dal
Regolamento con lo sviluppo dei farmaci per l’adulto.
Inoltre, il Regolamento Pediatrico si basa su differenze farmacologiche tra pazienti, basate sull’età.
Tuttavia, concetti come quello di medicina di precisione potrebbero avere l’effetto di rendere in
futuro prioritarie altre caratteristiche distintive, rendendo meno rilevante la differenza d’età. Allo
Domanda n. 15: Come giudica gli effetti del Regolamento Pediatrico sulla ricerca pediatrica?
scopo di garantire l’importanza e l’impatto del Regolamento Pediatrico è quindi importante capire
la portata di queste tendenze nel futuro e il loro effetto sui farmaci pediatrici.
Contemporaneamente, è importante far sì che i bambini beneficino pienamente delle nuove
tendenze come, appunto, quella della medicina di precisione.
2.17 Altri argomenti da considerare
Il Regolamento Pediatrico deve essere visto nel contesto della legislazione europea che regola ed
incoraggia lo sviluppo di farmaci. Per esempio, riguardo alle malattie rare, l’obbiettivo di stimolare
la ricerca è incoraggiato anche dal Regolamento n. 141/2000 sui farmaci orfani. L’effetto sinergico
di questi strumenti dovrebbe essere considerato9.
9 See also Council conclusions on strengthening the balance in the pharmaceutical systems in the EU and its
Member States from June 2016.
Domanda n. 16: Esistono trends emergenti che potrebbero influenzare lo sviluppo di farmaci pediatrici e l’importanza del Regolamento Pediatrico?
Domanda n. 17: Nel complesso, si può dire che l’attuazione del Regolamento abbia soddisfatto la sua iniziale comprensione/aspettativa di questa parte di legislazione? Ci sono altri aspetti da prendere in considerazione?