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UNA FIRMA PER LA RICERCA, Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265 Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali: Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281 Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260 Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230 Bentornato in Veneto P eriodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione V olontari Italiani Sangue del V eneto e dell’Associazione Bellunese V olontari Sangue Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.1 - Marzo 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, LO/MI - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie www.donoevita.it. Numero 1 Marzo 2012 UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO Anche nel 2012 viene confermata la possibilità di devolvere il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis, compilando i modelli CUD, 730, UNICO. L’anno scorso, Avis Regionale ha devoluto l’intera somma incassata alla ricerca scientifica fatta dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta. Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità. La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni. Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it. Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione prescelta. Grazie per la vostra firma. Cover_Cover_Dono&Vita 16/03/12 09.43 Pagina 1

Dono e Vita no.1 - Marzo 2012

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Dono e Vita no.1 - Marzo 2012

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UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Anche nel 2011 viene confermata la possibilità di devolvere il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis,

compilando i modelli CUD, 730, UNICO.L’anno scorso, Avis Regionale ha devoluto l’intera somma incassata pari a ! 10.481,00 alla ricerca scientifica fatta

dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice. Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta.

Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità.La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca

sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti

dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni.Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia

nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it.Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo

la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione

prescelta. Grazie per la vostra firma.

Avis Regionale Veneto - CF. 94019690265

Puoi devolvere il tuo 5 per mille anche alle sedi provinciali:Abvs Belluno CF. 8000364025 - Avis Padova CF. 92066810281Avis Rovigo CF. 93003660292 - Avis Treviso CF. 94004610260Avis Venezia CF. 82006570277 - Avis Verona CF. 93031180230

Bentornato in Veneto

Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 1Marzo 2012

UNA FIRMA PER LA RICERCA, UNA SPERANZA PER IL FUTURO

Anche nel 2012 viene confermata la possibilità di devolvere il 5 per mille delle proprie imposte all’Avis,

compilando i modelli CUD, 730, UNICO.L’anno scorso, Avis Regionale ha devoluto l’intera

somma incassata alla ricerca scientifica fatta dalla “Fondazione Tes”, di cui Avis è socia fondatrice.

Le Avis Provinciali e l’Abvs hanno partecipato alla nostra proposta.Intendiamo proseguire anche quest’anno con questa finalità.La Fondazione Tes – Fondazione per la ricerca e la medicina della rigenerazione – ha sede a Padova e si occupa di ricerca

sulle cellule staminali. Crediamo che la ricerca medica e in particolare quella sulle cellule staminali, che si trovano anche nel sangue che doniamo, sia uno dei compiti previsti

dal nostro Statuto e che possa dare nuove speranze per il futuro degli ammalati e delle nuove generazioni.Delle iniziative della fondazione potete trovare notizia

nel nostro periodico e sul sito www.fondazionetes.it.Ciascun contribuente può destinare la quota del 5 per mille della sua imposta sul reddito delle persone fisiche ponendo

la propria firma in uno dei 5 riquadri che figurano nei modelli di dichiarazione indicando il Codice Fiscale dell’associazione

prescelta. Grazie per la vostra firma.

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SommarioBentornato in Veneto

Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 1Marzo 2012

Dono & Vita Anno XXXIV - n° 1 - marzo 2012

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoAlberto Argentoni

Responsabile stampa associativa AVIS Regionale:Nereo MarchiIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. A. (Vr)Stampa: Mondadori Printing - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Manuel Pierobon; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser,Giorgio Scotto, Dario Piccolo;VERONA: Roberto Rossini; VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniManuela Fossa (VE), Lucia Delsole (VE), GiuseppeMorrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo(VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR),

Collaboratori fissi e rubricheOttaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, FrancescoMagarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi,Giorgio Gobbo, Vilma Fabris.

Hanno collaborato a questo numero:Boris Zuccon e Ufficio Stampa Avis nazionale,Consulta Giovani Avis nazionale, Gina Bortot,Roberto Sartori, Piergiorgio Lorenzini, GinoFoffano, Luigi Ficorella, Giovanni Battista Gajo,Piergiorgio Parnigotto, Stefano Bosa, Marika Tosser,Emilio Tessarin, Angelo Marini, Tiziano Graziottin,Ada Sinigalia, Gianni Bertagnin, Serena Bottura,Emanuele Zanon, Eros De Barba, Piero Ceron,Claudio Battilana, Gianni Gasparini.

Chiuso in fotolito il 12 marzo 2012Il prossimo numero uscirà a giugno 2012

IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 30 APRILE 2012.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

[email protected]

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE.

Vi invitiamo a contattarli.

Seguiteci anche sul web e su FacebookFoto e altri articoli su donoevita.it

AVVISO IMPORTANTEMolti lettori comunicano direttamente alla redazione variazioni di indirizzo

e/o di residenza per continuare a ricevere il giornale o per ricevere una sola copia infamiglia. Tali variazioni DEVONO esserefatte direttamente alla PROPRIA AVIS

Il Bello del VenetoIl “monte” che è una collina, il Montello: storie e leggende

da pag.23Le sette sorelleCronache associative dalle nostreprovince avisine e dell’Abvs

Treviso da pag.27

Padova pag.31

Verona da pag.32

Venezia da pag.37

Belluno da pag.40

Vicenza da pag.42

Lettere, Opinioni & Storie di VitaSangue midollare da tutto il mondo?Certo che sì! pag.45

Il bambino e il “generale” pag.46

Il sergente e la bistecca pag.47

L’EditorialeNoi, sempre avanti, comunque...di Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttoreUna serata in ospedaledi Beppe Castellano pag.5

Attualità trasfusionalea cura di Bernardino SpalivieroL’equilibrio è su un filo, molto sottile da pag.6

Plasmaderivati, il futuro in Italia:farmaci etici o merci? da pag.8

Convegni & FormazionePartita la Scuola di Formazione del Triveneto pag.11

Dono&Vita: chiusura o...?Il futuro del vostro giornale e dell’informazione Avis pag.12

Telethon e ricerca“Pallottole” a segno contro fibrosi, sma ed emofilia pag.14

5x1000 e ricercaBasta una firma per aiutare la ricerca sulle staminali pag.15

Giornata mondiale donatore Festa Avis-Fidas insieme al TempioInternazionale del Donatore pag.16

Avis a... tutta musicaQuando si dice avisino di... Ferro:Una promessa mai tradita pag.18

Se la “Musica è nel sangue” posson nascere nuove star pag.19

Pagine giovani“E tu che donatore sei”?Oltre 60mila “clic” con 23 “tubi”

da pag.20

Riflessioni sulla partecipazione e ilTeatro CapoVolto pag.22

Io dono sangue, comunque! È questa l’esclama-zione che mi è passata per la mente spesso in que-

sto periodo. Sto presenziando a molte assemblee e,quindi, ho potuto apprezzare ancora una volta la ric-chezza e la complessità della nostra associazione.L’Avis è un “fiume carsico”.Il dono del sangue nasce nelcuore dei volontari e poi sidirama in maniera misterio-sa attraverso percorsi perso-nali e associativi che si ali-mentano reciprocamente per confluire infine nelsistema trasfusionale. I donatori non li conosci ma saiche ci sono! Ci puoi contare! La comunità e le istitu-zioni ci stimano e ci gratificano proprio per questo.

Io dono sangue (e responsabilità), comunque!Durante i giorni dell’emergenza neve, in Lazio si sti-mava una carenza di 500 sacche di sangue al giorno,che è stata compensata dall’apporto dei donatoridelle altre regioni. Spesso vengono lamentati proble-

mi che rendono difficoltoso epoco sereno il dono da partedei nostri associati.Qualcuno è sfiduciato oarrabbiato ma i progetti nonmancano mai! In questo

periodo di crisi stentiamo a crescere, eppure il lavoropaga sempre. A volte basta solo mettere a punto unsistema di chiamata più efficiente o collaborare di piùcon le altre Avis. Io dono sangue (e impegno), comunque! Le Avis della provincia di Venezia, a causa del granderitardo nell’erogazione dei rimborsi da parte delDimt, hanno acceso un fido bancario di mezzomilione di euro per finanziare le loro attività di pro-mozione del dono. A proposito di gratificazione:vogliamo ripensare alla questione delle benemerenze?Come già detto, io sono consapevole che il volonta-rio dona senza chiedere e senza pretendere. Non cisono metalli o pietre preziose che tengano. Può darsiche si prefigga anche un traguardo, ma non è quellala sua motivazione principale. Il suo pensiero è sem-pre rivolto all’ammalato! Apprezza invece sentirsi parte, con pari dignità, diun gruppo riconosciuto e venire anche identificatoper questo. Allora dobbiamo dare un valore venale aqueste benemerenze o basta un segno significativo,dignitoso e condiviso? Io dono sangue (e sono orgoglioso), comunque!Avis Veneto ha inviato una lettera ad Avis Nazionalee alle altre Regionali per riaprire la discussione sullebenemerenze, proponendo di ridurre da subito lagrammatura d’oro dei distintivi. Le risorse rese dispo-nibili permetterebbero di incrementare l’attività dipropaganda.“Non guardate le cose come sono, ma come potrebberoessere!”

Alberto Argentoni, presidente Avis regionale Veneto

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Responsabilità, impegno e orgo-glio di essere donatori volontari

Noi andiamosempre avanti,comunque!

Quella sera, in ospedale, ero in “vena”. Le ottimeinfermiere del Centro malattie del sangue di

Castelfranco, dove ero ricoverato da una decina digiorni, non erano mai dello stesso avviso. Parecchievolte avevano “madonnato” per beccarmele, le mievene parecchio navigate. Ma ero in vena… Di scrive-re, di raccontare. Ero quasi in crisi di astinenza, vistoche per me è un “vizio”. Mi sono quindi scappati deipensieri in libertà, che ho voluto condividere conquei pochi amici della mia paginetta di Facebook. Indue, tre orette mi sono arrivati messaggi a valanga,anche privati. Un mio lontano, come distanza chilo-metrica, amico emofilico di Roma mi ha subito scrit-to, mandandomi un suo ricordo d’infanzia. Che miha commosso e che condivido con voi fra le Lettere.Anche da tanti avisini lontani sono arrivati messaggivia internet e sms che non mi sarei mai aspettato. Mihanno fatto scoprire che la cosa riguardava un po’tutti, in particolare voi donatori, sconfinando dallasfera strettamente personale. Ecco, dopo averlo pub-blicato sul sito www.donoevita.it, molti mi hannoconvinto a condividerlo anche su queste pagine.

Beppe Castellano

Esperienza nella sofferenza

Il mio compagno di stanza ha appena smesso divibrare, letteralmente, sul letto per i violenti brivi-

di. Un uomo che soffre ti fa sempre male, dentro. Ibrividi. Di freddo. Lui, che ogni notte si scioglie disudore per la sua malattia. Lui, che ogni notte devecambiare tre volte le lenzuola. Lui, che oggi hacominciato la chemio, decisa. A me l’altro giornohanno fatto due sacche di globuli rossi. Sangue, rossoscuro, semplicemente. Le hanno “appese” a cavallocon il pranzo. Avrei dovuto, nello stesso tempo,“bere” dall’ago in vena e mangiare dalla bocca. Nonl’ho fatto. Ho preferito posticipare il pasto di tre ore.Per lontani ricordi ed esperienze passate. Di quando,da piccolo, mangiavo durante le trasfusioni e poi…brividi. Che non potevi controllare, che ti squassava-no sul letto, che ti congelavano le vene, anche se instanza c’erano 30°. Lui non lo sapeva, forse non losanno più neppure le infermiere e i medici. Conquella “bomba” che ha iniziato forse era meglio stardigiuni. O forse no. La mia antica esperienza nellasofferenza, quella non solo mia, ma delle centinaiache mi sono sfilati accanto nei letti di decine d’ospe-dali, mi avrebbe suggerito di digiunare, al posto tuo.Ma sei una buona forchetta e forse non mi avrestiascoltato. O forse non c’entra nulla, come mi hadetto l’infermiera. Forse è solo la sostanza che sta

entrando nelle tue vene e che io, per fortuna, nonconosco. Io ogni caso buon sonno, amico, riposatranquillo. Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 19

I tre compagni di Robin Hood

Stasera scorre Robin Hood con Russel Crowe, suCanale 5. Lo stiamo guardando in tre (io un po’

meno, l’ho visto in dvd 15 giorni fa). Il mio compa-gno di stanza si è svegliato dal torpore e si è ripresoun po’. L’abbiamo fatto ridere, mentre continua adessere attaccato alla macchinetta che infonde pianpiano la chemio. Dalla stanza accanto è arrivato conla sua Tv (la nostra nonfunziona, ma funzional’antenna) Daniele. Altrocaro compagno emofilicodi antiche battaglie e diantiche degenze comeLuigi da Roma che mi haappena mandato un suoricordo d’infanzia scrittodi getto. Romagnolo èDaniele, allegro e “tosto”, come tutti i romagnoli:“almeno si distrae… su che vengo oltre e si guarda laTV”. Ieri, a lui, han detto che per quel ginocchiooperato più di 15 anni fa c’è una sola soluzione. Laferita non si è mai richiusa del tutto, in tutti questianni, per un’infezione subdola e bastarda. “Aureo” lochiamano quel cornuto di uno stafilococco. Ieri perl’ennesima volta è stato vicino a mandare a fan... l’or-topedico che glie lo ha ripetuto. Poi è venuto nellamia stanza incaxxato a raccontarmelo. Lui non mol-lerà, ha detto. Combatterà fino alla fine, per nontagliare la sua gamba. Sa anche lui che non ci riuscirà,come lo so io. Non per questo molla, né tantomenos’intristice. Stamattina è venuto a portarmi il caffé(lui che peggiora cammina, io che miglioro nonancora) e sorrideva a 36 denti, come sempre. E ci sipigliava per i fondelli, come sempre. Diavolo di unromagnolo! Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 21,30

Le ultime frecce

Alè, Robin Hood sta per finire. Gli arcieri corag-giosi stanno per respingere il nemico in mare,

l’ultima freccia per il più subdolo e crudele dei nemi-ci sta per essere scoccata. E la macchinetta della che-mio fischia. Il mio compagno di stanza ha finito laflebo. Ora ha qualche arma in più per combattere ilsuo, di nemico subdolo e infido. Buonanotte, amico;buonanotte ragazzi…

Castelfranco Veneto, 2 febbraio, ore 23,40

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Serata in stanza d’ospedale

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L’anno 2011 si è concluso con la calma apparentecon il quale è trascorso. Un anno di transizione,

con la caduta delle illusioni e il mal di naso per aversbattuto contro il muro della crisi economica-politi-ca-culturale che è pro-gressivamente montatanel corso dell’ultimodecennio. L’Italia ha sem-pre saputo dare il megliodi sé nei momenti critici,dopo aver dissipato come le cicale gli anni buoni.Sembra che non sappiamo o vogliamo costruire confatica quotidiana il nostro futuro, ma sappiamo farlobene quando gli eventi ce lo impongono come estre-

ma possibilità. In altre parole noi sappiamo prenderlii treni, ma ci ostiniamo a prenderli all’ultimo istante,quando sono già in movimento e rischiamo di rima-nere a terra, con il mondo che ci guarda inorriditotemendo di vederci rotolare sotto le ruote… e invecece la facciamo, seppur col batticuore. Sembra quasiche lo sport nazionale preferito sia quello di produrreadrenalina; finché l’adrenalina non sale non ci pro-viamo nemmeno, ma dopo…

I fondamentali sono ottimi

Raramente si possono vedere tabelle simili. Dal1996 il Veneto presenta anno dopo anno numeri

che evidenziano un costante miglioramento nel sod-disfare con puntualità e in sicurezza le esigenze tra-sfusionali dei propri ammalati. Rimane costante ilcontributo all’autosufficienza nazionale che nel 2011è anche aumentato di circa 1000 unità; il Veneto è la

seconda regione, dopo ilPiemonte, ad assicurarecon il proprio supportol’equilibrio trasfusionalenazionale. I dati comples-sivi sono davvero buoni

sia dal punto di vista trasfusionale, con costantedisponibilità per gli ammalati, sia dal punto di vistagestionale, con riduzione al minimo dello sfrido (sac-che scartate per qualsiasi causa, ndr), solo il 3,3%.

Ma… ogni Dimt ha le sue dinamiche

In ogni Dipartimento interaziendale di medicinatrasfusionale (Dimt) provinciale esiste una dinami-

ca difficile, per l’erosione progressiva di risorseumane ed economiche; la crisi economica, con il sen-sibile taglio in ambito nazionale dei finanziamentiper il Servizio Sanitario, non potrà non ripercuotersianche nel nostro settore. Da tempo con il quartoPiano Sangue e Plasma Regionale (del 2004) sonostate indicate le direttrici per ottenere una razionaliz-zazione tale da ridurre i costi di gestione del settoretrasfusionale, senza compromettere qualità e quantitàdei servizi offerti agli ammalati e ai donatori; saràgiocoforza procedere, nell’ambito di un progettocondiviso e sostenuto. È un percorso aspro e difficile,che in qualche misura va a collidere con le aspettativelegittime di carriera e remunerazione degli operatorisanitari, ma non c’è molto spazio. ComeAssociazione chiediamo però che vengano salvaguar-date le sedi di donazione distribuite sul territorio, agestione pubblica o associativa, per non ostacolarel’attività donazionale.

Equilibrio trasfusionale molto fragile

L’equilibrio trasfusionale, fin qui mirabilmenteconseguito dal Veneto, è molto fragile. Basta

infatti uno scostamento dell’1-2% e si passa dalla

L’equilibrio è su un filo, molto sottile

Equilibrio precario e fortunoso, ma ce l’abbiamo fatta

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serena autosufficienza all’emergenza per carenza diffusa regionale. Ealcuni segnali destano qualche preoccupazione in questo senso. Il Dimt di Verona è sempre in precaria autosufficienza; finiti i tempidelle cessioni di migliaia di sacche a ospedali carenti del Veneto e fuoriregione. Il Dimt di Venezia sta erodendo progressivamente il proprio margineoperativo; se non si riesce a riprendere slancio si rischia di seguire il per-corso veronese nel giro di pochissimi anni. Padova sta aumentando le donazioni, con molto impegno e dedizione;ma per ora riesce solo a far fronte all’incremento dei propri consumi,senza recuperare il vistoso deficit garantito dalle cessioni degli altriDimt veneti, in particolare Belluno, Rovigo, Treviso e Vicenza. Sono in effetti queste ultime province a garantire le aree carenti inVeneto e il contributo all’autosufficienza nazionale, grazie sia a consumiinterni minori, per mancanza di attività chirurgiche e mediche ad altoconsumo, sia per la grande generosità e capacità organizzativa dei dona-tori e delle Associazioni locali.

Condividere i percorsi e le riorganizzazioni

Proprio per la somma di questi fattori critici, con le brusche accele-razioni che la crisi economica impone, è necessaria una dose mag-

giore di disponibilità al confronto, di collaborazioni leali e sincere, aviso aperto. Chiediamo analogo atteggiamento ai nostri interlocutori,politici e dirigenti amministrativi, che non sono controparti, ma part-ners istituzionali: il lavoro non ci mancherà, ma riusciremo a renderlomeno indigesto. Bernardino Spaliviero

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Ogni giorno che passa aumentano i motivi dipreoccupazione, alternandosi con altri di spe-

ranza. Non c’è dubbio che la matassa del plasmaabbia mille sfaccettature e che sia difficile rendereconto ai donatori della sua complessità senza perdereil filo logico ed etico che ci guida. Il nostro impegnodi volontari è proteso innanzitutto a tutelare personee principi etici. In testa c’è naturalmente la tutela del-l’ammalato bisognoso dicure “salvavita”, poi quel-la del donatore nonremunerato che non puòessere ridotto né a “vaccada mungere”, né tanto-meno a utile idiota. Ultima, ma non ultima, è latutela del nostro/vostro dono affinché non diventimerce da vendere al libero mercato, ma venga messoa disposizione degli ammalati senza addebito direttodei costi.

La raccolta del plasma

Come si evince dalle tabelle sia a livello nazionale,sia nell’Accordo Interregionale Plasma (AIP), sia

a livello Veneto la raccolta complessiva aumenta conregolarità. Ormai l’Italia è uno dei principali Paesi almondo per il volume del plasma raccolto, a confermache se ci sono problemi questi non sono dovuti allamancanza di generosa disponibilità dei donatori edella popolazione in generale.

La comparsa delle eccedenze

L’incremento del volume del plasma raccolto hafatto comparire il fenomeno delle eccedenze di

farmaci plasmaderivati. Dal plasma avviato alla lavo-razione industriale si possono ottenere diversi farma-ci, in particolare i fattori procoagulanti (F. VIII, F.IX,Complesso protrombinico), l’Antitrombina III,l’Albumina e le Immunoglobuline. È giocoforza che

se vogliamo raggiungerel’autosufficienza in tutti iprodotti, finiamo per pro-durre un eccesso dei far-maci a relativo minor con-sumo. La crisi economica e

i tagli di bilancio nel settore sanitario danno forza aipensieri di alcuni amministratori pubblici che vor-rebbero “valorizzare” le eccedenze mettendole adisposizione dell’industria farmaceutica in cambiodiretto o indiretto di vantaggi economici. Insomma,venderli. La legge lo vieta e noi volontari difendiamoil “paletto” che evita una deriva produttivistica chesarebbe assai pericolosa. Non possiamo però evitaredi notare “scivoloni” di alcuni medici trasfusionistiche caldeggiano questa soluzione, pensando così dimettere in buona gestione economica il settore tra-sfusionale, comprese le proprie remunerazioni chesarebbero “premiate” dagli indici di produttività. Ècomunque indubbio che il problema delle eccedenzec’è e che una soluzione va trovata.

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Plasmaderivati, il futuro in Italia: farmaci etici o merci di scambio?

Siamo arrivati agli anni del bivio.È il momento delle scelte...

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La “vera” autosufficienza nazionale

Le discussioni sulle eccedenze sono accese e si pro-lungano da anni. In particolare per noi dirigenti

del volontariato è assai indigesto lo spettacolo vergo-gnoso degli acquisti di farmaci commerciali diimportazione in presenza di prodotti etici nazionali aminor costo che giacciono nei magazzini dellaKedrion. Non è tuttora presente in Italia una serie dinorme che consenta lo scambio fra le Regioni (chesono le legittime proprietarie dei rispettivi sistemisanitari) dei farmaci plasmaderivati etici di loro pro-prietà, così come avviene per gli emocomponenti.Non esiste in particolare una tariffa di scambio checonsenta il ristoro dei costi alla regioni eccedenti el’acquisizione da parte delle regioni carenti. Il ricorsoagli acquisti di prodotti commerciali, decisamentepiù costosi, dovrebbe essere consentito solo dopo l’e-saurimento del prodotto nazionale pubblico, etico emeno costoso. La cosa è ancora più inaccettabile per-ché ciò avviene anche da parte delle regioni sottopo-ste ai piani di rientro per eccesso di deficit, che stan-no ridimensionando l’assistenza sanitaria alle propriepopolazioni inasprendo in misura importante i ticketa carico diretto degli ammalati. Che cosa si aspettaper concretizzare lo spirito e la lettera della legge219/2005 sull’autosufficienza nazionale anche per ifarmaci plasmaderivati? Come evitare a noi di pensare che gli interessi tutelatisiano invece quelli dei commercianti nazionali e mul-tinazionali dei farmaci speculativi e che questoavvenga attraverso illeciti vantaggi economici che(una triste storia insegna...) “oliano” gli snodi deiprocessi decisionali?

L’uso etico delle eccedenze

L’inadeguata velocità di governo del settore stadeterminando l’accumulo di quantità importanti

di farmaci nei magazzini dell’azienda farmaceutica ditrasformazione. Il rischio concreto è di vederli scade-re per iperdatazione, vanificando il dono dei donatorie dissipando le risorse economiche spese per produr-li. Una soluzione va trovata, nell’attesa che vengaconcretizzata la rete nazionale degli scambi fra regio-

ni eccedentarie e quelle carenti, anche perchécomunque si arriverà a eccedenze complessive nazio-nali per alcune tipologie di farmaci come i Fattoridella coagulazione. Noi volontari riteniamo chedebba essere rispettata l’origine etica del dono e che ifarmaci debbano essere messi a disposizione degliammalati attualmente privi di cure al costo più bassopossibile. Non è qui che bisogna ricercare i vantaggieconomici dei produttori (le Regioni) o i finanzia-menti aggiuntivi per sopperire ai deficit di bilanciopubblici. Semmai è con la lotta all’evasione fiscale,all’economia illegale, agli sprechi e alla corruttela pre-sente nella gestione delle finanze pubbliche... E saràsempre tardi! Come volontari donatori non condivi-diamo la scelta di alcune regioni, compresa la nostra,che stanno declassificando parte del plasma B in pla-sma C (vedi tabelle) per risparmiare somme relativa-mente modeste dei costi industriali, rinunciando aprodurre il Fattore VIII indispensabile per la curadell’Emofilia A, in presenza dell’85% degli emofiliciche nel mondo sono privi di cure (ragion per cuimuoiono quasi sempre in età infantile).

Cooperazione internazionale

Èper questo che proponiamo di utilizzare le ecce-denze nazionali di farmaci etici per progetti coe-

renti con le finalità del dono e con le normative invigore, sorvegliate da Aifa e Cns (Agenzia Italiana del

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Non diffondete messaggi “bufale” via sms o via internet

Farmaco e Centro Nazionale Sangue) che consen-tono i progetti di cooperazione internazionale e

di ricerca scientifica. Da quasi due anni stiamo lavo-rando a più livelli per costruire un ambizioso proget-to di sostegno allo sviluppo del volontariato del san-gue in numerosi Paesi dell’America Latina chehanno chiesto al nostro governo di coinvolgere pro-prio l’Avis in tale progetto. In questo ambito unadelle azioni previste è la cessione delle eccedenzenazionali di farmaci etici plasmaderivati, anche conristoro dei nostri meri costi di produzione. I risparmisugli onerosi acquisti commerciali nei Paesi sudame-ricani sarebbero reinvestiti nei rispettivi sistemi tra-sfusionali proprio per consentire lo sviluppo delvolontariato non remunerato stile Avis.Un’operazione senza precedenti, “globale”, anche perquesto difficile e complessa, ma noi accettiamo la

sfida.I decreti sul plasma

Il 19 gennaio scorso la Conferenza Stato-Regioni hacondiviso e dato il via libera a ben quattro decreti sulplasma italiano; si attende l’imminente firma delgoverno nazionale e la pubblicazione sulla GazzettaUfficiale. Da quel momento scatterà un inedito per-corso che condurrà alle nuove gare europee per lalavorazione del plasma italiano; esso si intersecheràcon l’altro percorso attivato dall’Accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010 sui “requisiti minimi”e le visite di verifica per la messa a norma europeadell’intero Settore trasfusionale italiano e che obbli-gatoriamente dovrà concludersi entro il 31 dicembredel 2014. Di fatto le ricadute su tutto l’ambito trasfu-sionale di questi due percorsi saranno assai rilevanti,senza precedenti e diffusi in ogni territorio regionalee nazionale. Ci attende un triennio assai impegnativonel quale i gruppi dirigenti del volontariato del san-gue (a livello nazionale, regionale, provinciale ecomunale) saranno messi a dura prova e dovrannodimostrare di che tempra sono fatti. Venendo da piùdi 80 anni di storia non dubitiamo che ce la faremoa tenere il timone, ma non dobbiamo perdere “pezzi”o scendere a compromessi che tradiscano l’imposta-zione gratuita ed etica della donazione del sangue.Confronti e discussioni, così pure percorsi di forma-zione (vedi articolo a lato), non mancheranno, masiamo consapevoli che dal modo con il quale sapremoaffrontare questo triennio dipenderà il futuro trasfu-sionale dei prossimi vent’anni. Stiamo lavorando peri nostri figli. Intanto non dimentichiamoci di donare,nel modo il più possibile coordinato. Perché tuttoparte ed arriva dal nostro/vostro dono dei Donatorivolontari non remunerati.

Mentre da ogni parte, Avis in primis, si cerca diprogrammare e coordinare il più possibile il

generoso dono dei donatori (perché non una solagoccia di sangue vada sprecata), c’è chi - ignorante oin mala fede - su certe cose ci scherza. È da anni,ormai, che continuano a girare sms, email e di recen-te anche messaggi su facebook, twitter e socialnetwork con fantomatici appelli di “emergenza san-gue”. Vengono presi a pretesto altrettanto fantomaticibambini con gravi malattie. A gennaio, di nuovo, inmolti hanno ricevuto anonime richieste di sangue perun bimbo di 17 mesi, con una leucemia fulminante.È lo stesso sms di più di cinque anni fa che, tra l’altro,riguardava un bambino di Firenze che aveva già tuttol’occorrente e che, oggi, è ormai un attivo scolaro!Precisiamo, quindi, per l’ennesima volta che nessunodei Centri trasfusionali o sedi Avis italiane, e tanto-meno del Veneto, fanno mai richieste simili. I numeri

di cellulare presenti in tali sms non risultano, tra l’al-tro, mai attivi. Si tratta di una “bufala” colossale.Invitiamo tutti a non tenere conto di tali messaggi e,anzi, a interrompere immediatamente la “catena” senzadiffonderli ulteriormente. L’organizzazione a retedei Centri trasfusionali in Veneto permette oggi disuperare ogni eventuale emergenza grazie all’inter-scambio - programmato o d’urgenza - di sacche disangue fra i diversi ospedali. Un interscambio chefunziona grazie ai Centri regionali Sangue e con ilcoordinamento centrale del Centro nazionaleSangue anche per l’Italia. TUTTI i cittadini che nehanno bisogno possono avere garantito così il san-gue proveniente da donatori volontari, periodici econtrollati. In caso di vera necessità o in periodi diparticolare attenzione, i donatori vengono chiama-ti a donare direttamente dalle Avis o dai Centritrasfusionali di riferimento. E da nessun altro!

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Un progetto articolato, il programma per quest’anno

Il 3 marzo si è svolto a Camposampiero, il conve-gno di apertura della nascente Scuola di formazio-

ne delle Avis del Triveneto. L’iniziativa è stata pro-mossa dalle Regionali dell’Alto Adige-Sud Tirol, delFriuli Venezia Giulia, del Veneto, del Trentino edall’Abvs di Belluno. È un pro-getto pluriennale per formare iquadri associativi, in particolarei giovani e quanti si accingonoad assumere cariche dirigenzialicon i rinnovi associativi delprossimo anno. Ci saranno sessioni e corsi specificiper ciascuna figura dirigenziale e momenti di rifles-sione e approfondimento su temi generali. Le attivitàavranno sede itinerante. Per la realizzazione di questoprogetto Avis si avvale della collaborazione di VenetoFormss - Scuola di formazione manageriale per laSanità e il Sociale. Il convegno ha avuto come tema“La collaborazione tra pubblico e privato”. È uno deitemi di grande attualità nel servizio sanitario checambia in un periodo di riduzione delle risorse eco-nomiche disponibili e che vede anche l’Avis chiamataa fare la sua parte per assicurare qualità, sicurezza edefficienza al sistema trasfusionale. I relatori sono stati

il dott. Franco Toniolo (Direttore di Veneto Formss),il dott. Luciano Flor (Direttore Generaledell’Azienda provinciale per i servizi sanitari diTrento) e il dott. Vincenzo Saturni (Presidente Avisnazionale). Tre i “messaggi” più pregnanti da sottoli-

neare, scaturiti da questo primoincontro: 1) “La coesione è fattore di svi-luppo” e questa iniziativa inter-regionale ha l’ambizione dipoterlo dimostrare. Da tempo

le Avis del Triveneto hanno avviato un percorso permettere in comune esperienze, competenze e risorse.2) “Dobbiamo fare quello che ci serve, non quello chevogliamo” e la formazione è fondamentale perché Avisagisca efficacemente nel sistema trasfusionale che èmolto regolamentato, complesso e ha una filieramolto lunga.3) “La qualità e la modernizzazione sono questioni pre-valentemente culturali” e Avis deve acquisire il concet-to di qualità come “filosofia” relativa a una metodo-logia di lavoro che può determinare rivoluzioni orga-nizzative in grado di garantire efficaci processi dimiglioramento. Alberto Argentoni

Primo appuntamento, il 24 - 25 marzo aPordenone, di una nutrita serie di incontri di for-

mazione. E se il buon giorno si vede dal mattino,tutti gli appuntamenti previsti saranno gremiti.“Obiettivo che vogliamo raggiungere - ha dettoCarmelo Agostini, presidente di Avis Friuli VeneziaGiulia - è quello di formare una classe dirigente prepa-rata ad affrontare le nuove sfide, che non sono poche”. Apresentare il progetto anche Erich Hanni e AldoDegaudenz, presidenti di Avis Alto Adige-Sud Tirol edi Avis Trentino. Numerosi gli appuntamenti - consvariati argomenti - che seguiranno la prima due-giorni di Pordenone. In breve: Pordenone, 14-15aprile; Affi (VR), 5-6 maggio e 9-10 giugno; Verona,30 giugno per quanto riguarda gli incontri di forma-zione per presidenti, amministratori, segretari e coor-dinatori gruppi giovani. Sono poi previsti tre semina-ri di approfondimento: Servizi sanitari pubblici e

volontariato nel dono del sangue: modelli internazionalia confronto (Veneto, 15 settembre); Promuovere ildono del sangue tra i giovani (Alto Adig), 13 ottobre);La fidelizzazione dei soci (Friuli Venezia Giulia, 10novembre). Il programma completo su www.donoe-vita.it dove verrà periodicamente attualizzato.

Coesione e preparazione,per le sfide del futuro

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Partita la Scuola di Formazionedel Triveneto

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Il rilevante incremento dei costi di spedizionepostale (quasi il 500% in più), avvenuto senza

preavviso in 24 ore il 1° aprile all’indomani del votoelettorale del 2010, per opera dell’allora governo incarica, ha determinato la sospensione delle pubblica-zioni di innumerevoli periodici. Non si è fatta alcunadistinzione fra testate commerciali, politiche, religio-se, dell’associazionismo e del Volontariato. Un dannoculturale e di perdita di posti di lavoro senza prece-denti nel mondo dell’informazione, a mio parere bensuperiore ai risparmi economici per l’erario.Chi ha potuto e saputo - anche in Avis - ha trasfor-mato il proprio periodico in testata on-line, cercandocomunque di arrivare ai proprilettori, associando in qualchecaso ridimensionamenti rilevan-ti delle redazioni e dei numeripubblicati. Il mondo dell’edito-ria avisina non ha fatto eccezio-ni. La questione si è posta anche per noi di AvisVeneto a proposito di Dono&Vita. Nel 2010 invecedi quattro numeri ne abbiamo pubblicato tre, conaumento del numero di pagine sull’ultimo numero.Poi abbiamo cercato di risparmiare riducendo ilnumero di copie inviate attraverso un più rigorosocontrollo degli indirizzi postali; laddove abitano più

donatori membri della stessa famiglia cerchiamo diinviare una sola copia. Ma il problema economico èdavvero assai impegnativo: ormai costa di più l’inviopostale che “produrre” il periodico (compensi e costi“fisici” della redazione, impaginazione, fotocomposi-zione, stampa, carta, confezionamento, ecc.).

Quale soluzione?

In questi lunghi mesi le discussioni sono state accesefra i dirigenti regionali e provinciali di Avis Veneto.

Fin dagli anni ’90 Dono&Vita è a carico in parte diAvis Veneto, in parte delle Avis provinciali e comuna-li e delle Abvs. Questa soluzione è servita per respon-

sabilizzare tutta la dirigenza sulperiodico associativo e coinvol-gerla nel materiale pubblicato,in particolare nelle pagine dedi-cate alla vita associativa provin-ciale. Dono&Vita non ha mai

voluto essere “solo” la voce dell’Avis regionale, maanche delle “sette sorelle”: le sei Avis provinciale el’Abvs. Il rilevante incremento dei costi ha logoratoquesto patto unitario, unico a quanto sappiamo nelpanorama nazionale. Almeno due Avis provincialihanno di fatto proceduto a ridimensionare drastica-mente il numero degli indirizzi ai quali viene speditoDono&Vita, al fine di contenere i costi economiciiscritti al proprio bilancio. A molti donatori, quindi,Dono&Vita non arriva più. Doverosa la domanda: ilgioco vale la candela?

Quali le conseguenze?

Innanzitutto ridurre il numero di copie non signifi-ca automaticamente un risparmio proporzionale.

Scendendo la tiratura sotto le 100.000 copie (e cisiamo vicini) scatta un aumento dei costi tipograficiche vanifica buona parte del risparmio. E questo acarico di tutte le Avis provinciali e di Avis regionale.Per cui il problema spinosissimo rimane quasi immu-tato, ma più indigesto!Associativamente la questione è assai più complessa.La scelta di inviare Dono&Vita a tutti i donatori èstata presa per rinsaldare il legame fra Avis e donatoreche in numerose realtà si è nel tempo affievolito. Lascelta dei quattro numeri annui è legata all’intervallodei 90 giorni fra una donazione di sangue e l’altra.Ogni tre mesi Dono&Vita fa capolino nelle case dei

Diciamo la parola fine per la carta stampata?

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Il futuro del vostro giornalee dell’informazione Avis

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donatori e ricorda loro, con garbo ed educazione, chec’è qualcuno che attende il loro dono. Ma soprattuttoDono&Vita rende conto ad ogni numero dell’impe-gnativo lavoro svolto dal gruppo dirigente, dei con-fronti difficili che si svolgono nelle sedi istituzionalisulla questione Sangue&Plasma (vedi articoli in aper-tura), informa sulle necessità degli ammalati e sulbuon (o cattivo) uso che del dono dei donatori vienefatto. Informa inoltre sulle innovazioni di sistema chesi rincorrono nel mondo trasfusionale e che coinvol-gono anche l’attività donazionale. Dono&Vita haanche sempre guardato oltre il mondo trasfusionale,facendo educazione alla salute e alla solidarietà, conparticolare attenzione al mondo giovanile. Ha poiaffrontato spesso temi sociali e di attualità attraversotante inchieste che - a volte - hanno anticipato dimesi quelle di altri mass media.

Quali proposte per il futuro?

Sul tappeto ci sono diverse opzioni, ma bisognaavere la consapevolezza che alcune di loro sono

senza ritorno. Certamente una decisione bisognaprenderla; non decidere equivale a prendere la deci-sione peggiore: logorare la testata e la redazione, avve-lenare il lavoro del gruppo dirigente, indisporre idonatori. Non è questo lo stile Avis. E allora? 1) Trasportare totalmente la testata on-line, su inter-net, eliminando l’invio postale. Avis regionale Venetoha già attivato nel 2011 la testata on-line(www.donoevita.it). Qui gli aggiornamenti e le noti-zie sono decisamente più frequenti del numero carta-ceo trimestrale. Tuttavia ci vorrà molto tempo perchéi donatori si abituino ad accendere il proprio pc perandare a vedere cosa c’è di nuovo su Dono&Vitaweb. Gli accessi fin qui registrati al sito non sononemmeno un decimo degli invii postali. Bisogna poitener presente che Dono&Vita si rivolge soprattuttoai donatori, non solo ai dirigenti Avis, e sono costoroche fanno maggiore difficoltà a connettersi su inter-net. Ma sono i donatori la forza di Avis e sono loroche dobbiamo informare e acculturare correttamentee puntualmente sui problemi che sorgono via via nelcampo trasfusionale e non solo.2) Ridurre i numeri. Invece di quattro solo tre o solodue. La periodicità è uno dei punti di forza di unperiodico; dal punto di vista editoriale “saltare” un’u-scita è una tragedia. I quattro numeri sono il numerocollaudato minimo per non ridursi a pubblicazioneepisodica estemporanea, ed è anche il numero giustoper le donazioni di sangue, tenendo conto che unodegli scopi dell’attività associativa è la “fidelizzazione”del donatore.3) Ridurre il numero di pagine. Una soluzione chenon sposta significativamente il problema economi-co, legato alle copie spedite e all’impegno della tipo-

grafia e della redazione.4) Riparametrare i bilanci Avis, ritenendo comunquestrategico Dono&Vita, accettando di sostenerne icosti, magari tutti a carico di Avis regionale, finanzia-ta con un proprio incremento delle quote associative,ripristinando la solidarietà interna al mondo avisinoveneto. L’incremento dei costi potrebbe essere recu-perato attraverso un minor onere di altre voci dispesa. Parlo, in particolare, di quelle tradizionalimeno sentite di un tempo, dal costo delle beneme-renze (invariate come riconoscimento, ma ridotte nelmero costo economico) al costo dei pranzi sociali edelle gite sociali.

ConclusioniChi scrive non sa quale saranno le decisioni.Dovranno essere gli organi dirigenti democratica-mente eletti a decidere. Abbiamo dinanzi un bienniodalle sfide complesse e difficili, che necessitano diuna condivisione importante, perché dall’esito di unserrato confronto con il governo regionale e naziona-le e con il mondo professionale uscirà ridisegnatotutto il Sistema trasfusionale dei prossimi vent’anni.Speriamo che Dono&Vita continui a lungo a entrarenelle case e a essere letto, anche commentato in fami-glia e con gli ospiti. Lasciato in bella evidenza sultavolo perché sia un tacito invito per i nostri figli. Perinformare e far riflettere, per farci crescere.

Bernardino Spaliviero

Questo articolo, come molti altri, sarà pubblicatoanche sul sito web del giornale: www.donoevita.it. A tutti ricordiamo che, sotto ogni articolo sul web, èpossibile inserire un commento. È solo uno dei tantimodi con cui potete farci avere il vostro parere sugliargomenti trattati in questo articolo (ma non solo).Potete usare anche “normali” mail e/o “antiche” letterepostali. La pagina facebook di RedazioneDonoVita èsempre aperta per i vostri messaggi e, cliccando “mipiace” su www.facebook.com/donoevita potetelasciare in bacheca i vostri pensieri e i vostri suggeri-menti sul giornale. Perché il giornale è... “vostro” .

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?Il prezioso parere di voi lettori

Anche quest’anno le Avis del Veneto sono state in primafila nella raccolta fondi per la ricerca genetica a favore diTelethon. Nel numero di giugno, a campagna chiusa,dedicheremo un servizio sulla raccolta Avis riportiamouna notizia diffusa a inizio marzo da Adnkronos Sanità.Notizie che riguardano malattie legate anche al sangue eche ci confermano come gli sforzi per promuovere laricerca “indipendente” non siano mai vani.

Pallottole molecolari per ovviare alle 'sviste' deimacchinari cellulari deputati alla sintesi delle

proteine. A descriverle, sulle pagine di 'HumanMolecular Genetics', è uno studio finanziato daTelethon e dalla Fondazioneitaliana fibrosi cistica, coordinatoda Franco Pagani del Centrointernazionale di ingegneriagenetica e biotecnologie (Icgeb)di Trieste. In collaborazione conricercatori dell'Università di Ferrara, il team triestinoha dimostrato le potenzialità di una strategia terapeuticaa base di piccoli Rna contro tre gravi malattie genetiche:la fibrosi cistica, l'atrofia muscolare spinale (Sma) el'emofilia.

"Ma l'elenco potrebbe anche allungarsi, perché il bersagliodi queste 'pallottole' è un meccanismo cellularefondamentale, lo splicing, che risulta compromesso intantissime patologie di origine genetica - sottolinea Pagani- dobbiamo pensare ai nostri geni come a una sequenzadi informazioni discontinua: solo una porzione delcontenuto va effettivamente tradotta in proteina. Quando

un gene viene copiato in Rna messaggero, prima chequesto faccia da stampo per la sintesi proteica alcune sueparti vengono rimosse da un macchinario cellularespecializzato: questa attività è appunto lo splicing ed èimportante che avvenga con assoluta precisione".Può accadere però che, a causa di un difetto genetico,la rimozione non avvenga correttamente: il risultato èuna proteina difettosa, come accade in una quotasignificativa dei casi di fibrosi cistica, Sma ed emofilia,le malattie genetiche su cui i ricercatori si sonoinizialmente concentrati. "Per ripristinare un correttosplicing dei geni che risultano difettosi in queste malattie- aggiunge Mirko Pinotti, che ha coordinato l'equipe

dell'università di Ferrara -abbiamo sfruttato piccoli Rnachiamati U1 snRNA che,opportunamente manipolati danoi, sono capaci di appaiarsi inmodo specifico al gene bersaglio e

guidare correttamente il macchinario addetto allo splicing.Si evita così la rimozione di porzioni, che invece vannomantenute nella proteina matura".Nelle cellule, spiega ancora Pinotti, "il sistema hafunzionato perfettamente e ci ha consentito di ripristinarelivelli sufficienti di proteina funzionante. Nel casodell'emofilia, i livelli di correzione raggiunti, se ottenutinei pazienti, sarebbero abbondantemente sopra la sogliaterapeutica".Rispetto alla terapia genica classica, questa strategiaoffre il vantaggio di correggere il difetto geneticodirettamente in loco, lasciando il gene al suo posto emantenendone così i naturali meccanismi diregolazione. Inoltre, in questo modo si possonopotenzialmente trattare anche malattie dovute a difettiin geni molto grossi e complessi, che non sarebberofacilmente trasportabili con alcuni vettori attualmentedisponibili. Infine, si potrebbero trattare così anchemalattie a eredità dominante, dove il risultato deldifetto genetico non è l'assenza di una proteina, ma lapresenza di una proteina anomala dagli effetti tossici:in questi casi non serve una copia corretta del gene,ma si deve neutralizzare l'effetto dannoso della proteinadifettosa."Il prossimo obiettivo - conclude Pagani - sarà perfezionareulteriormente questa tecnica e verificarne l'efficacia anche nelmodello animale di queste malattie veicolando i piccoli Rnain vettori virali, gli Aav. Potenzialmente sono davvero tantele patologie di origine genetica dovute a problemi di splicing:la nostra speranza è quindi quella di mettere a punto unastrategia non solo mirata, ma anche ad ampio raggio d'azione".

(Fonte: Adnkronos, 1° marzo 2012)

Contro fibrosi, sma ed emofilia...

“Pallottole” molecolari scoperte grazie a Telethon

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Basta una firma per aiutare la ricerca

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In breve dall’Avis Regionale VenetoASSEMBLEA REGIONALE 2012 - Si svolgerà aLazise, in provincia di Verona, la 41ª Assemblearegionale di Avis Veneto. La data prevista è sabato 21aprile e, come abbiamo anticipato nello scorsonumero, i delegati degli oltre 120mila donatori avisi-ni veneti si troveranno nella splendida sede dell’ExDogana sul lungolago. CONVENZIONE AVIS-UNICREDIT - È statarinnovata la convenzione Unicredit a favore delleAvis del Veneto. È valida solo per le persone giuridi-che, quindi per le sole Avis e non per i singoli. Lecondizioni bancarie riservate all’associazione sonoparticolarmente favorevoli. Per chiarimenti rivolgersipresso l'Agenzia Unicredit dove già si ha il c/c o all'a-genzia presente nel proprio comune.

In ultima di copertina c’è l’invito a firmare anchequest’anno, nella prossima dichiarazione dei reddi-

ti che ognuno di noi deve presentare, per il 5x1000 afavore delle Avis regionale e delle provinciali. Ci sem-bra doveroso fornire a questo proposito alcune infor-mazioni aggiuntive su tale pos-sibilità di aiutare le iniziative(in particolare la ricerca) e sudove vanno esattamente i fondidestinati ad Avis regionale.Che cos’è il 5x1000? Si trattadella possibilità di destinare una quota della propriaimposta sul reddito delle persone fisiche a organizza-zioni non profit. È una tassa aggiuntiva? NO, si tratta di decidere didestinare una quota, pari appunto al 5x1000, delleimposte che già paghiamo.Come si fa a donare? Basta firmare nell’appositoriquadro che si trova nella dichiarazione dei redditi(CUD, 730, UNICO) e riportare nell’apposito spa-zio il codice fiscale dell’associazione prescelta.Perché chiediamo il 5x1000? Avis regionale Veneto sostiene la ricerca scientifica per utilizzare almeglio il sangue che i suoi volontari donano. L’Avis regionale Veneto è socia della Fondazione Tes Onlus(www.fondazionetes.it) che collabora conl’Università di Padova (Dipartimento di MedicinaRigenerativa) e con le Ulss di Rovigo e Treviso. Conle somme raccolte finanziamo la ricerca che studia lecellule staminali presenti nel sangue periferico.Queste cellule staminali sono capaci di autoriprodur-si e di trasformarsi in altre cellule del nostro corpo(osso, cuore, pelle, sangue, intestino ecc.).Che cosa stiamo facendo? L’obiettivo della ricerca èquello di individuare e isolare le cellule staminali pre-senti nel sangue del donatore, coltivarle e fare inmodo che si trasformino secondo le nostre indicazio-ni. Avremmo così la possibilità di creare dei cosiddet-ti “pezzi di ricambio”. Nel corso del 2011 abbiamocontribuito con 31.000 euro all’acquisto di un parti-colare microscopio in grado di individuare le cellulestaminali nel sangue. Inoltre, tramite la FondazioneTes, partecipiamo al pagamento di alcune borse distudio per giovani ricercatori.Quali i progetti a breve? Finanziare due borse distudio per ricercatori che lavorano sulla trasformazio-ne di cellule staminali in cellule del sangue (per cura-re i tumori del sangue), in cellule dell’osso (per curaregravi fratture o perdite d’osso), in cellule della tracheae in cellule del sistema nervoso. C’è anche sul tappetoil progetto di ottenere nuove collaborazioni con altri

Istituti di ricerca del Veneto per avviare nuovi filonidi ricerca sull’utilizzo di cellule staminali in medici-na. Molto di quello che potremo fare dipende ancheda tutti voi e da una semplice firma vostra o di vostriparenti e amici. I responsabili della Fondazione

Tes Onlus il prof. PierpaoloParnigotto e la dott.ssa RosaDi Liddo sono sempre disponi-bili a partecipare e organizzareincontri e convegni di informa-zione su tali argomenti con le

nostre Avis. Per contatti e informazioni rivolgersi allasegreteria di Avis Veneto. Ricordiamo ancora unavolta che il codice fiscale di Avis Regionale Veneto,da indicare per destinare il 5x1000 è il seguente:94019690265.

Dove vanno, dove andrannoi fondi del 5x1000 Avis

Una festa all’insegna delle novità quella che idonatori di sangue si preparano a vivere, come

ogni anno, a metà giugno, in occasione della“Giornata mondiale del donatore”. La prima sta neltitolo scelto “Chi dona ha una meta precisa” che rac-chiude in sé l’obiettivo del gesto del volontario delsangue: aiutare il malato. Ma la meta per un avisinoè anche il Tempio internazionale del donatore, chenel 1962 è stato eretto nel trevigiano, sul MonteCesen, quale luogo di ritrovo di coloro che hannofatto della solidarietà una propria missione. Proprio iltempio, a Pianezze di Valdobbiadene, terra nota intutto il mondo per il suo Prosecco, è stato scelto que-st’anno dall’Avis regionale Veneto per la sua festa iti-nerante, dopo il successo delle edizioni precedentinelle province di Venezia, Padova, Rovigo, Verona eancora di Treviso. Ma non finisce qui. La secondagrande novità sarà, infatti, la presenza accanto ad

Avis e Abvs, dei “colleghi”donatori di sangue dellaFidas, in una festa che èstata organizzata insiemedalle tre realtà associativedel Veneto, c o n i l p a t r o -c i n i o d e l C o m u n e d iVa l d o b b i a d e n e . Noncasuale, inoltre, la scelta diPianezze: il suo Tempio,

infatti, compie quest’anno mezzo secolo di vita el’abbraccio dei donatori a cui è dedicato è sembratoil miglior modo per festeggiarlo. Essendo circondatoda monti, infine, il luogo incantevole e suggestivooffrirà ai partecipanti la possibilità di godere dellebellezze della natura e del paesaggio con una passeg-giata panoramica guidata dal Corpo Forestale o conuna più impegnativa escursione lungo il “Sentierodel donatore” con partenza da San Pietro diBarbozza. Servizi a cura di Michela Rossato

Musica, escursioni, Messa e spettacoli. È

ricco il programma dellaFesta regionale del donatoredi sangue, che quest’anno si

svolge nella suggestiva cornice della Pedemontanatrevigiana. Si comincia venerdì 15 giugno con lospettacolo dei “Los Massadores”, il travolgente grup-po musicale che sta spopolando in Veneto. A ingres-so gratuito, si svolgerà in piazza Marconi aValdobbiadene, a partire dalle ore 21. Domenica 17giugno, invece, la giornata si aprirà con il ritrovo deipartecipanti dalle ore 8 in poi nell’ampio parcheggiodi via della pace (vicino al cimitero) a Valdobbiadene.Alle ore 9 (per chi lo desidera) ci sarà la partenza inpullman per San Pietro di Barbozza, da cui inizieràalle 9.30 l’escursione da Valdobbiadene a Pianezzelungo il “sentiero del donatore”, su un percorso dicirca 5 chilometri, con dislivello di 700 metri e una

durata di circa 2 ore e mezza. Sempre dal piazzale divia della Pace dalle ore 9.45 e mediamente ognimezz’ora fino alle 11.30, partenza dei bus navetta perPianezze. Alle 10.30 partenza da Pianezze della pas-seggiata panoramica, guidata dal Corpo Forestale.Alle ore 12.30 si svolgerà la Santa Messa presso ilTempio internazionale del donatore e alle 13 il pran-zo al sacco, messo a disposizione dall’organizzazioneprevia esibizione dell’apposito buono. Sarà costituitoda un cestino (primo, panino, frutto, dessert e bibi-ta) e potrà essere consumato nella struttura fissacoperta o all’aperto. Il pomeriggio, dalle ore 15, saràtutto dedicato al divertimento con spettacoli d’in-trattenimento, mostra fotografica, concerto corale,sbandieratori e giochi per bambini. Dalle ore 16 eogni mezz’ora fino alle 17.30 partenza dei pullmanda Pianezze per il rientro al parcheggio. Per informa-zioni e prenotazioni, rivolgersi alla propria Aviscomunale.

Donatori Avis-Fidas assieme al Tempio

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Il programma della manifestazione

Il Tempio internazionale del donatore è stato volu-to e ideato da un gruppo di dirigenti avisini di

Valdobbiadene. Sorge alto sulla sottostante pianuratrevigiano-veneta, in località Pianezze, alle falde delMonte Cesen a quota 1070 metri sul livello del mare.L’ispiratore fu il presidente dell’Avis diValdobbiadene, cav. Titta Cecchella. Nell’agosto1962 venne benedetta la Croce nel punto dove dove-va sorgere il Tempio, e il 16 ottobre dello stesso annovenne depositata la prima pietra, anzi le prime pietreche sono i sassi del fiume Piave portati in grandequantità a Pianezze dai contadini avisini diValdobbiadene con i loro trattori. Già nel 1964 fun-zionava la cripta per la celebrazione della Santa Messae nel 1969, dopo la visita dell’allora presidente nazio-nale e fondatore dell’Avis, Vittorio Formentano, ilTempio fu innalzato. Nel 1976 i marmisti dellaValpantena (Verona), con il contributo della Fidasnazionale, posero in opera il pavimento. Nel 1978 fufirmata una convenzione tra la Parrocchia diValdobbiadene, Avis e Fidas, per la gestione delTempio. Nel 1979 il Tempio venne consacrato conuna grande cerimonia dal vescovo di Padova, mons.Bordignon e nel 1986 venne inaugurato il grandeaffresco dell’abside del Tempio, opera del prof.Carmelo Pozzolo di Forlì e donato dallaConfederazione nazionale delle Misericordie d’Italiae Fratres. Risale al 1989, invece, l’inaugurazione deiquadri bronzei della Via Crucis, sempre opera delPozzolo. Nel 1993, alla presenza del presidente

dell’Avis nazionale MarioBeltrami, del sindaco diValdobbiadene, del presi-dente dell’Avis regionaleRino Rosso e di moltissi-mi donatori, è stato inau-gurato l’adiacente “Centroculturale e di accoglienza don Vittorio Gomiero”. Lastruttura è capace di contenere oltre 500 persone,con servizi e cucine. Nel 1993 viene aperto “Il sentie-ro del donatore”, un percorso ecologico che parte daSan Pietro di Barbozza, ai piedi del Monte Cesen, earriva al Tempio di Pianezze, scoperto dal donatoreGenio Mazzolenis e inserito nelle mappe escursioni-stiche della zona. Attualmente il Tempio è gestito daun Comitato formato da rappresentanti nominatidall’Avis regionale, dall’Abvs, dalla Fidas e dall’Aido,con presidente il geom. Vittorio Dall’Armi. Il Tempio è un inno e un invito alla pace, perchéaffonda le sue radici nelle vecchie trincee dellaGrande Guerra 1915/18 che costò lutti e sofferenzeinfinite alla gente di quelle terre tra il fiume Piave(Sacro alla Patria) ed il vicino Monte Grappa. E’dedicato al “Sangue preziosissimo di Gesù” sia aricordo del sangue “versato” dai soldati italiani,austriaci e di altre nazioni, sia in onore del sangue“donato e versato” dai donatori in favore di tantiammalati. Il Tempio è meta di numerosissimi gruppidi associazioni di volontariato da ogni parte d’Italia eanche dall’estero.

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Pace e unione per 50 anni

Una band di ‘avisini’ nata per solidarietà: Los Massadores!ILos Massadores sono nati per promuovere con

concerti la raccolta fondi in aiuto alla popolazionedi Vallà di Riese, (loro paese natìo), nel trevigiano,colpita duramente da una tromba d’aria del 2009. Lacanzone d’esordio “Joani” ha raccolto un incredibilesuccesso e poco alla volta si sono fatti conoscere intutto il Veneto per la loro originalità e capacità esecu-tiva con brani dialettali e non, che affrontano in tonoironico quelli che sono i problemi reali della gente eil tema della solidarietà. Sono in sette: MatteoGuidolin, Mauro Berti, Luca Giacomazzi, DarioAntonin, Andrea Piccolo, Andrea Bosa e FrancescoTieppo. La band si è esibita per l’Avis di CastelfrancoVeneto lo scorso ottobre, richiamando in piazzaGiorgione oltre 7 mila persone. Una serata indimen-ticabile che hanno dedicato alla donazione del sanguee all’Avis, vestendo anche i panni di globuli rossi ebianchi, virus e anticorpi. Della stessa Avis sono

diventati testimonial, si sono sottoposti agli esami diidoneità, alcuni sono già diventati donatori e altri lodiventeranno a breve. I “Los Massadores” sono statidi recente proclamati “Il personaggio dell’anno” daun sondaggio tra i lettori del quotidiano “La Tribunadi Treviso”, raccogliendo il 53% delle preferenze.Hanno all’attivo 3 cd: “E’ ora di opporci”, “CasaGiacomazzi” e “Scheiline”.

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L’amore è una cosa semplice… e adesso con Aviste lo dimostrerò! Sarà questo lo slogan che cam-

peggerà sui manifesti, materiale informativo e gadgetche Avis distribuirà durante i concerti del nuovo tourdi Tiziano Ferro, che partirà il 7 aprile da Mantova etoccherà via via tutta Italia, con alcune date ancora invia di definizione. Per la terza volta l’artista di Latinaha accettato di prestare la sua immagine e la sua voceper promuovere la donazione di sangue tra le nuovegenerazioni e per la terza volta Avis lo segue in tour,affidando ai giovani il compito di curare e allestireuno stand all’interno delle aree predisposte per i con-certi nel quale daranno informazioni ai fan presenti,raccogliendo promesse di donazione e distribuendogadget targati Avis. La campagna, fortemente volutadalla Consulta Giovani di Avis nazionale, è destinataad un vasto pubblico di adolescenti e giovani adulti.

Basandosi sull’esperienza dalle passate edizioni sistima, infatti, che a ogni tappa del tour il messaggiopro donazione lanciato da Tiziano sarà rivolto a mol-tissime persone: da un minimo di 5 mila ad un mas-simo di 13 mila persone per ogni concerto, arrivan-do presumibilmente ai 50 mila dello stadio Olimpicodi Roma. Un grazie a un grande “avisino di... Ferro”.Anche i giovani volontari veneti saranno coinvoltinelle quattro date finora previste nella nostra regione:il 7 maggio al Palaverde di Villorba di Treviso e il 10,12 e 13 maggio all’Arena di Verona. Come già avve-nuto in passato, Avis nazionale metterà a disposizio-ne dei volontari impiegati all’interno dei palazzettidel materiale promozionale: poster 70x100, locandi-ne 30x60, segnalibri, brochure informative e spillet-te. I volontari saranno riconoscibili dalle maglietteufficiali del tour e dalle felpe Avis. Lucia Delsole

Non poteva che essere dedicata a Tiziano Ferro lacopertina di questo numero di “Dono & Vita”.

Mantenendo fede alle sue promesse, mai venutemeno negli ultimi cinque anni, l’artista ha riconfer-mato per la terza volta la sua collaborazione conl’Avis, dedicando alla donazione del sangue anche ilnuovo tour del 2012 in partenza ad aprile. Dal palco,durante i concerti, tornerà a parlerà al suo pubblicodella mission dell’associazione, invitando i giovani egiovanissimi, ma anche i loro genitori, ad avvicinarsial dono del sangue che nel nostro Paese già coinvol-ge oltre un milione di persone. Tante, ma non abba-stanza. In Veneto, dove è seguitissimo e di dove è ori-ginario il padre, (ma anche dove per la prima volta ha

indossato la felpa Avis a Padova nel 2008 tra gliapplausi del pubblico), sarà un gradito ritorno. Dadue iniziali le date a maggio sono diventate quattro egià si preannunciano da tutto esaurito. Oltre che uni-che, emozionanti, data la suggestiva cornice che solol’Arena di Verona sa creare! Presentato in anteprimaa novembre al teatro D’Annunzio di Latina al suoFan Club, il nuovo album che dà il nome al tourincarna perfettamente l’indole di Ferro. Con“L’amore è una cosa semplice” Tiziano esalta il senti-mento più alto nel modo più semplice e diretto:attraverso la musica. Ancora una volta un titolo checalza a pennello ai donatori di sangue, che nel dona-re parte di sé compiono un grande, ma semplice,gesto d’amore verso il prossimo che soffre. Anche nel2007, con il tour “Nessuno è solo”, Tiziano avevavoluto sottolineare in un’intervista esclusiva allanostra redazione che anche i donatori non lascianomai solo chi ha bisogno. Lo stesso dicasi per il tour2009, quando nel titolo “Alla mia età” aveva racchiu-so anche i mille messaggi a cui vengono sottoposti igiovani d’oggi, tra i quali quello di fare del bene al

Quando si dice avisino di... Ferro

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Una promessa e un’amicizia mai tradita

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La quarta edizione di Musica nel Sangue è entratanel vivo… o meglio, nel web! Musica nel Sangue

è il progetto promosso in Veneto dalle Associazioni diDonatori Sangue Avis, Fidas e Abvs con l’obiettivo disensibilizzare i giovani sul tema della donazione e, sullungo periodo, di promuovere la cultura della solida-rietà e del coinvolgimento diretto. La sezione“Musica nel Sangue School Contest” si rivolge conparticolare attenzione agli studenti degli IstitutiSecondari di II grado del Veneto: è una gara-concer-to che si propone di utilizzare la musica come veico-lo di valori positivi, valorizzando la creatività e ilpotenziale musicale giovanile, favorendo momenti dicondivisione, scambio e riflessione fra i ragazzi.Dopo la fase scolastica, che ha visto in prima linea i51 Istituti Superiori (di cui 6 della provincia diVenezia, 6 di Belluno, 12 di Padova, 4 di Rovigo, 5di Treviso, 10 di Verona, 8 di Vicenza) impegnati nel-l’organizzazione dei live, si è entrati nel web! Ciascun Istituto, infatti, ha caricato sul portalewww.musicanelsangue.it il video dell’esibizione sco-lastica dei singoli artisti e/o dei gruppi. Gli utenti delweb hanno avuto tempo fino al 31 marzo per visio-nare i live e votare i loro preferiti. Da questa sfida sulweb, infatti, usciranno 36 brani (i 12 più votati perciascuna categoria: musica originale, musica cover emusica originale a tema Solidarietà), che si scontre-ranno, chitarre e microfoni alla mano, in occasione didue grandi live organizzati in due diversi IstitutiScolastici. In 24 accederanno alla finale che si terràsabato 5 maggio nell’Auditorium Sant’Artemio pres-

so la sede della Provincia di Treviso. Musica nelSangue non è però un progetto che si rivolge solo alleband scolastiche venete. Con Showcase, contestmusicale aperto a tutte le band italiane che voglionofarsi conoscere, i singoli artisti o gruppi hanno tempofino al 15 aprile 2012 per caricare la propria musica(brani o video) sul portale www.musicanelsangue.it.La community del sito e la giuria di qualità decrete-ranno il miglior gruppo, che avrà la possibilità disuonare come headliner alla Finale di Musica NelSangue School Contest. Il progetto, curato anche perquest’edizione da Heads Collective e finanziato dalfondo interassociativo Avis-Fidas è realizzato con ilpatrocinio della Regione Veneto.

Ecco, al momento di andare in stampa, ledate del tour 2012 di Ferro: 7 aprilePalabam di Mantova, 10 e 11 aprile Palaolimpico diTorino, 13 aprile Unipol Arena di Casalecchio diReno (Bo), 15 aprile Palasele di Eboli (Sa), 17 e 18aprile Palasport di Acireale (Ct), 21 e 22 aprilePalamaggiò di Caserta, 25 e 26 aprile MandelaForum di Firenze, 28 aprile Adriatic Arena di Pesaro,2, 4 e 5 maggio Mediolanum Forum di Assago (Mi),7 maggio Palaverde di Villorba-Treviso, 10, 12 e13 maggio Arena di Verona, 15 maggioPalaevangelisti di Perugia, 17 maggio PalaOlimpicodi Torino, 19 e 20 maggio 105 Stadium di Genova,23 maggio Hallenstadion di Zurigo (Svizzera) e 14luglio Stadio Olimpico di Roma. Dovunque i giova-ni Avis saranno presenti per diffondere il messaggiodi solidarietà della nostra associazione.

prossimo, ad avvicinarsi al dono del sangue che è trale più alte forme di volontariato. Tiziano più volteha, infatti, dichiarato che i giovani sono molto sensi-bili ai valori della solidarietà, ma che non vengonoabbastanza informati. Per questo si è reso disponibi-le a farsene portavoce anno dopo anno, tour dopotour, visti anche i positivi risultati (in termini dinuovi donatori) registrati grazie alle sue parole. Nonsolo. Per ricordare il messaggio ai ragazzi, Ferro e ilsuo staff hanno voluto il logo Avis sulla copertina delcd e il logo e il link Avis anche sul sito www.livena-tion.it. Appare, insieme a Rtl 102,5 e AmericanExpress, proprio sulla finestra dove si prenotano ibiglietti dei concerti finora programmati in Italia.Insomma, questa nuova collaborazione darà la pos-sibilità di lanciare messaggi positivi e di raggiungerele nuove generazioni attraverso il loro linguaggio, nelloro ambiente, attraverso i loro luoghi di aggregazio-ne live (i concerti) e virtuali (internet e i socialnetwork). Che la musica inizi… Michela Rossato

Le date del Tour

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E se la ‘Musica è nel Sangue’ posson nascere nuove star

Èarrivato il momento di tirare le somme per chi haideato e sostenuto il progetto “E tu che donato-

re sei” dei giovani dell’Avis provinciale di Veneziaaffiancati da Avis Veneto. I risultati sono più chelusinghieri e premiano chi ha lavorato con costanza econvinzione in questa nuovainiziativa. Prima di tutto,onore ai vincitori! Questi iprimi tre classificati con levotazioni del popolo di inter-net: 1) Naparte Studio(Napoli); 2) Pakymen (Avellino); 3) I Gocciolini(Molfetta, Bari). Altri tre video verranno però pre-miati accanto a questi e sono quelli che hanno otte-nuto il punteggio più alto dalla giuria di qualità;

volontari e dirigenti avisini si sono impegnati a valu-tare la qualità dei video e il messaggio trasmesso, que-sta la classifica: 1) Genisteo (Catania); 2) Tris81(Roma); 3) Sliding Theory (Ivrea, Torino).Questi i sei video che sono risultati quelli più votati,

ma tutti i 23 partecipantimeritano una menzione perl’impegno e l’inventiva chetraspare dai loro lavori. Esono 23 giovani (ma piùspesso gruppi di giovani) pro-

venienti da tutta Italia. Youtube, facebook, internet,strumenti che raggiungono ovunque e che amplifica-no fortemente il messaggio avisino: 62440 le visua-lizzazioni totali del canale youtube dedicato(https://www.youtube.com/user/etuchedonatore-sei#g/u). Ben 44600 sono state solo quelle del videodei Nirkiop, i nostri primi sostenitori (nella foto quia sinistra). Il Contest infatti ha avuto il sostegno ditanti famosi youtubers che gratuitamente hanno pro-mosso e divulgato la nostra iniziativa creando videofuori concorso e promuovendo l’Associazione anchesui loro canali. Questo tramite anche il preziosointervento del project manager Leonardo Pavanello edell’Agenzia ShowReel di Milano, Il progetto ha visto anche la realizzazione di unapagina Facebook dedicata. Superato il traguardo dei900 fan - il 900° è stato premiato con una magliettarealizzata per il Contest - al momento di andare instampa si sfiorava quota mille. Pensate che sia finitaqui? Vi sbagliate di grosso. I volontari cercano ogni

Oltre 60mila “clic” con soli 23 tubi

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Grandissimo successo per “E tu che donatore sei?”

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modo per raggiungere i nuovi possibili donatori,allora perché non sfruttare l’inventiva e la creativitàanche in un altro modo? È già partito infatti un minicontest fra gli youtubers più famosi che stanno rea-lizzando in questi giorni dei corti di 10 secondi;quello che verrà ritenuto più adatto sarà proiettatonei cinema della Provincia di Venezia e forse anchedella regione! Adesso ci aspetta la serata finale chesarà ospitata dal locale “AI Beerbanti” di Mestrevenerdì 23 marzo alle 21 e vedrà la premiazione deivincitori e la proiezione di tutti i video.Una piccola

considerazione finale; il lavoro è stato tanto, l’impe-gno di alcuni volontari costante e a volte faticoso mai risultati ci sono, anche con un limitato uso di risor-se economiche.. la volontà e l’innovazione a voltepossono molto! Venerdì 23 marzo, mentre questonumero era in tipografia, a Mestre si svolgevano lepremiazioni dei sei vincitori arrivati da tutta Italia.Sul prossimo numero le immagini e la cronaca chepotrete trovare in anteprima anche su www.donoevi-ta.it e sulla pagina facebook del contest e diDonoeVita stesso.

Ritorna quest’anno “Avis Resana x la vita” con unanuova iniziativa che vedrà coinvolti i ragazzi delle

scuole medie del Comune trevigiano. In occasione deifesteggiamenti per il 40° anniversario di fondazione,l’associazione presieduta da Stefano Bosa ha deciso dirinunciare alle solite celebrazioni e di promuovereinvece una due giorni di sensibilizzazione contro la drogaper i ragazzi della terza media dell’Istituto Comprensivodi Resana. Il 18 e il 24 aprile, infatti, gli alunni delleclassi terze faranno visita alla Comunità di SanPatrignano presso il centro operativo di San Vito diPergine (Tn). Una visita, promossa dall’Avis in collaborazione con gliinsegnanti della scuola, che servirà ai ragazzi perconoscere gli ospiti della comunità fondata da VincenzoMuccioli. I ragazzi, suddivisi in due gruppi, passerannouna giornata a fianco di ex tossicodipendenti che

racconteranno la loro esperienza e la loro voglia diuscire dal “tunnel” della droga. “Si tratta di una iniziativa che abbiamo voluto promuovereper far capire ai ragazzi quanto sia importante la vita equanto sia importante uno stile di vita sano e corretto -spiegano i promotori - egoisticamente potremo dire chenoi vogliamo dei donatori di sangue… e per essere donatorisicuramente non si può far uso di droghe! San Patrignanoè un esempio di recupero di giovani che può rappresentareun monito verso i ragazzi a non cadere nel “tranello”delle droghe… L’unico ago che noi vogliamo che i nostrigiovani conoscano è quello che serve per donare sangue agliammalati!”. L’iniziativa “Avis Resana x la vita… controla droga” è stata presentata in occasione dell’undicesimaedizione del concorso “Il sangue e la donazione” chesi è concluso il 10 marzo con la premiazione dei temie dei disegni vincitori.

Il lancio ufficiale di “E tu che donatore sei?”, ilprimo social contest promosso dai giovani dell’Avis

provinciale di Venezia con il contributo di AvisVeneto e della Provinciale stessa, era avvenuto giovedì1 dicembre a Concordia Sagittaria, nell’ambito diuna serata voluta da tutte le Avis del mandamento diPortogruaro. La presenza di oltre 200 spettatori alCinema C di Concordia dimostra il successo dell’ini-ziativa, che ha coniugato alla perfezione attrattiva peril pubblico e attività promozionale. La serata ha vistoall’opera il gruppo teatrale “La Bottega” nella rappre-sentazione de “La bottega del caffè” di Goldoni, cheha strappato applausi generosi al pubblico presente.Lo spettacolo è stato preceduto dalla proiezione delfilmato promozionale sul dono del sangue realizzatoda Renato Villalta, avisino e attore amatoriale dellostesso gruppo teatrale, con la consulenza del dott.Alberto Passoni del Centro trasfusionale diPortogruaro. Servizi di Manuela Fossa e Dario Piccolo

A Resana giovanissimi in visita a San Patrignano

Il lancio “ufficiale”? Il 1° dicembre con il... Teatro

Per l’Avis Mestre-Marghera anno nuovo all’inse-gna del rinnovamento dopo un 2011 un po'

fiacco, con il numero delle donazioni in calo, nono-stante le numerose iniziative di sensibilizzazione eun numero di donatori per lo meno stazionario.Dopo la Festa del donatore, che ha visto la parteci-pazione di circa 300 persone su un bacino di poten-ziali 4800 soci, anche la festa organizzata dalGruppo Giovani ha riscontrato una partecipazioneal di sotto delle aspettative. Forse la formula dellafesta non è più adatta ai cittadini di Mestre eMarghera? Per i pochi intervenuti si sono esibiti ibravissimi Malika Jamilah (band di giovani musici-sti “creativi” con la passione per la musica reggae,l’hip hop, il soul il jazz e il funk, con influenze di

musica tribale ebeduina) e diseguito il DiscJockey MarcoCapuzzo, che hafatto ballare gliirriducibili rimastidopo il live. Unabella festa, non c’èche dire, peccatoper chi se l’èpersa! “Siamo stu-piti - ha commen-

tato Valentina, referente giovani Mestre – la festa deldonatore e quella dei giovani sono eventi che dedichia-mo alla cittadinanza, in particolar modo ai soci dona-tori, è un modo per ringraziarli. Non capiamo il moti-vo di una partecipazione così limitata!”. Iniziativesimili riscuotono sempre grande successo nelle Aviscomunali più piccole, dove con il passaparola equalche volantino si riescono a radunare centinaiadi persone. Evidentemente non funzionano in unacittà come Mestre, troppo grande per potersi affida-re al contatto diretto e troppo piccola per potercontare su una più ampia base di residenti a cuidestinare gli inviti. Probabilmente, l’Avis è percepitacome un’associazione legata al mondo della sanità enon alla promozione del dono tramite eventi ludici.I giovani abitanti del territorio mestrino, però, sem-brano sordi a qualsiasi tipo di invito, sia esso peruna donazione o per una festa. Si spera che prima opoi capiscano e si diano una mossa... se non altroper andare a donare il sangue. I volontari dellaComunale, comunque, non intendono mollare lapresa e per il 2012 stanno già organizzando nuoveiniziative: la prima è già online! Grazie al sondaggioconsultabile sulla pagina facebook “AvisMestreMarghera” tutti potranno esprimere la pro-pria opinione per aiutare l’Avis a trovare la stradagiusta nella sua attività di promozione in un territo-rio particolare. Fulvia Chiaro

Lo spettacolo finale andrà in scena venerdì 27 aprile alle 21 presso ilTeatro Aurora di Treviso (durata circa 45 minuti). È il frutto del labo-

ratorio teatrale “Il Teatro nel corpo”, condotto da Marka Tosser e origina-to dal Forum Giovani di Valdobbiadene del 2009. Un gruppo di giovaniavisini ha lavorato attorno al progetto in questi mesi, sostenuto da Avisregionale e dalla Provinciale di Treviso. È la stessa Marika Tosser a spiegar-ci la natura dell’iniziativa del “Teatro capovolto”. “Questo laboratorio è ricerca teatrale, anche se i partecipanti non sono degliattori. Non è un incontro col teatro classico e tradizionale. Da un punto divista prettamente tecnico si tratta di un complesso percorso alla scoperta delleproprie possibilità creative, attraverso la fiducia reciproca e l'accettazione deipropri limiti. Da un punto di vista culturale si tratta di avvicinarsi ai concet-ti di donazione e scambio, nel delicato equilibrio/squilibrio del nostro quoti-diano e della nostra epoca. L'incessante scambio di idee, considerazioni e pro-poste vede i partecipanti veri e propri creatori della performance, artefici di unmomento teatrale che desiderano simbolico e significativo nella sua propostafinale”. Inutile dire che l’ingresso al Teatro sarà libero e che tutti sono invi-tati. Appuntamento, quindi, la sera di venerdì 27 aprile nel capoluogodella Marca... gioiosa et donatora.

Riflessioni sulla... partecipazione

Teatro ‘Capo.otloV’ a Treviso il 27 aprile

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Un monte che è una collina

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Il Montello (el Montèl), un modesto rilievo mon-tuoso con la località Colesel Val dell’acqua a 371

mt s.l.m. come massima altitudine, domina la partenord-ovest della provincia di Treviso e si estende daNervesa della Battaglia a Montebelluna, con il Piaveche lo lambisce a Nord. È un rilievo molto peculiaredal punto di vista geologico, infatti il nome stesso neindica l’altezza modesta, non è una vera e propriacollina e neppure una montagna, la sua origine èlegata al processo orogenetico delle Alpi. Questa altu-ra si è formata e continua a crescere a causa delloscontro fra il continente Europeo e quello Asiatico,in pratica è un fenomeno periferico legato a questomovimento dei continenti, però la sua crescita è stataostacolata dal corso del Piave che nei millenni nonera imbrigliato da dighe, sbarramenti e quant’altro equindi ebbe modo di levigarne la superficie con l’au-silio degli agenti atmosferici, il tutto ha poi dato ori-gine ai fenomeni che interessano la zona, come doli-ne e grotte. All’occhio poco attento dell’osservatorepotrebbe sfuggire la mancanza di ruscelli e altri corsid’acqua superficiali, infatti le riserve idriche della col-lina scorrono in anfratti sotterranei, così le acquefuoriescono da alcune importanti e suggestive sor-genti, come il Forame sul versante meridionale.Oggi il Montello è completamente diviso in lotti di

proprietà privata e la selva copre la maggior parte delterritorio dove troviamo i famosi roveri utilizzatidalla Repubblica di Venezia nell’Arsenale e che ave-vano indotto la Serenissima a far suo il Montello e acustodirlo e tutelarlo dal XIV al XVIII secolo prefe-rendolo a Cansiglio e Cadore per la sua vicinanza alPiave per il trasporto dei tronchi. Dopo la caduta diVenezia, nel Montello cominciarono a sorgere inse-diamenti urbani come Santa Croce, Santi Angeli eSanta Maria della Vittoria, e, da allora, inizia l’abbat-timento indiscriminato degli alberi ad alto fusto perfar spazio all’agricoltura. Possiamo quindi dire che lavegetazione odierna è quella che la grande deforesta-zione della guerra 1915/18 aveva operato per que-stioni belliche. Oggi la robinia è pianta imperante,mentre nel dopoguerra furono piantate nuovamentebetulle, conifere, faggi e roveri, questi sono alcunidegli alberi che si notano maggiormente assieme adaltre varietà che un po’ alla volta si stanno inserendonel variegato mondo boschivo del Montello, accre-scendo la sua già ricca biodiversità con il sottoboscoricchissimo di funghi, in particolare chiodini. Anchela fauna si sta impossessando del territorio, si è infat-

La Storia, le tante storie e le leggende

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ti notata la presenza di aquile reali, gufi reali e tantealtre specie che hanno scelto il Montello per sverna-re. La rete viaria è molto semplice: c’è una strada cheva da Nervesa a Montebelluna e attraversa tutta lasommità del Montello, intersecata da 21 strade dipresa, ricordo dell’assetto forestale imposto dallaSerenissima per prendere il legname che riforniva ilsuo arsenale e per costruire le palafitte su cui si fondal’intera città di Venezia.Il bosco del Montello, per la sua quiete e isolamento,fu scelto in passato come luogo di ritiro spirituale efu designato come sede per la costruzione dellaCertosa di San Girolamo e dell’Abbazia diSant’Eustachio, rimasti intatti fino al 1915/18, quan-do la Grande Guerra li rase al suolo, oggi non resta-no che le rovine di questi due edifici.Dopo queste brevi note sul luogo, abbiamo l’obbligodi ricordare quale fu l’importanza del Montello perl’esito della Battaglia del Solstizio sul Piave, dove imilitari italiani scrissero pagine di gloria e valor mili-tare e con il loro sacrificio furono determinanti per lavittoria del 4 novembre. La gloriosa VIII Armata,riuscì a contenere e respingere gli Austro Ungarici

oltre il Piave: era il 15/16 gennaio 1918. AngeloMarini, presidente dell’Avis comunale di Santa Mariadella Vittoria (un’Avis comunale senza “Comune”, maformata dai donatori di altri comuni residenti sulMontello, ndr), ci ha accompagnati nei siti dellaGrande Guerra, la giornata era molto bella ma fredda,7° C sotto zero, durante la notte si sono toccati anchegli 11-12° C sotto zero, l’appuntamento ai piedi delgrande Ossario dei Caduti a Nervesa della Battagliaera di lunedì, giorno di chiusura del monumento,però, arrampicandoci sulla rete di protezione, siamoalmeno riusciti a fotografarlo (foto sopra).Angelo, che conosce bene le deviazioni delle varieprese, ci guida lungo la strada che, in 21 km, attra-versa tutta la dorsale del Montello, per visitare alcunidei monumenti. La prima tappa è la colonna roma-na presso Casa Benedetto, presa nr. 10, dove si puòammirare il Piave, la storia della colonna è bendescritta per il visitatore e, a pochi metri, c’è il forti-no osservatorio da dove re Vittorio Enanuele III ispe-zionava il fronte nord del Montello e la destra Piave.Poco lontano troviamo il santuario di Santa Mariadella Vittoria, quattro colonne in cemento formano

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la cuspide del campanile afianco della bella chiesa e, apoca distanza, è stato costrui-to un monumento moltobello in memoria dei caduti.In un’altra presa si trova lachiesa dedicata ai “ragazzi del 99”, con la sua ampia piazza eil campanile, famoso in tuttala Marca Gioiosa: per tre volteal giorno, alle 10 del mattino,a mezzogiorno e alle 15, le suecampane suonano a distesal’Inno del Piave in onore deglieroi caduti.Una presa ci porta, infine, almonumento agli Arditi a

Santa Mama, a Ciano del Montello, dopo aver visita-to la Valle dei Morti ai Santi Angeli, dove ci fu ilmaggior numero di caduti da ambo le parti durantela Battaglia del Solstizio.Sono le 17.30, è ora di tornare a casa, il termometrosegna -8°C ma non possiamo abbandonare ilMontello senza visitare il sacello di FrancescoBaracca, dove abbatterono l’aereo del maggiore il 19giugno 1918, l’eroe della nostra aviazione avevaabbattuto 34 aerei nemici. Leggendo la lapide chericorda l’evento, viene naturale ricordare ciò che suc-cesse quel 19 giugno, forse volava troppo basso e uncolpo di fucile incendiò il serbatoio e fu la fine di ungrande eroe cui lo stesso D’Annunzio dedicò un epi-taffio glorioso. Prima di salire in macchina diamo un’ultima occhia-ta alla pianura, verso Nervesa e il Piave, ma è altret-tanto appagante volgere lo sguardo su Treviso e il suohinterland. Il sole sta già tramontando e una leggerafoschia avvolge la Marca e la parte ovest verso ilMontello e, allora, tornano in mente quei giorni del1918 quando migliaia di nostri compatrioti offrironola vita perché noi, oggi, possiamo godere di tanta bel-lezza. Pensiamo che qualsiasi visitatore di questi luo-ghi non possa non subire il fascino di un pensierotanto struggente.Oggi il Montello è meta di tante famiglie che, oltrealla storia, trovano modo di fermarsi in uno dei tantiristoranti a degustare i piatti prelibati a base di fun-ghi che i montelliani sanno proporre.Un’occasione importante per rievocare con figli eamici uno dei momenti più esaltanti della storiad’Italia, nella Marca Gioiosa.

Lettera di Enzo Ferrari al Conte Giovanni Manzoni. La storia del cavallino rampante è semplice ed affascinante.Il cavallino era dipinto sulla carlinga del caccia di FrancescoBaracca, l'eroico aviatore caduto sul Montello, l'asso degliassi della prima guerra mondiale. Quando vinsi nel 1923il primo circuito del Savio, che si correva a Ravenna,

conobbi il conte Enrico Baracca padre dell'eroe; daquell'incontro nacque il successivo con la madre, ContessaPaolina. Fu essa a dirmi, un giorno: "Ferrari, metta sullesue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Leporterà fortuna". Conservo ancora la fotografia di Baracca,con la dedica dei genitori, in cui mi affidano l'emblema.Il cavallino era ed è rimasto nero; io aggiunsi il fondo giallocanarino che è il colore di Modena.

Modena, 3 luglio 1985 - Enzo Ferrari

Forse non tutti sanno che... La Rossa e il cavallino rampante

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Le attuali difficoltà economiche, le incertezze delleborse europee ed internazionali, i difficili equilibri

politici che si verificano in questo periodo quantoinfluenzano le persone? Le parole che in questi ultimitempi sono maggiormente in uso sono “ spread, bond,debiti sovrani, differenziali, default” e molti altri dellostesso tipo che una volta erano patrimonio degli addettiai lavori, mentre adesso sono entrati a far parte dellinguaggio quotidiano, a conferma del fatto che laserietà della situazione è avvertita diffusamente. Lenostre famiglie, che sono il fulcro dell’educazione dellefuture generazioni, sono chiamate ad affrontare provedifficili, attanagliate come sono dalla crisi economicae dalle difficoltà oggettive che incontrano nel mondodel lavoro (un giovane su tre non lavora). Di pari passooggi le nostre Avis Comunali vivono gli stessi disagisociali. La nostra associazione, la più radicata e diffusasul territorio, sta vivendo un periodo particolarmentecomplicato. Il nostro socio è coinvolto da problematichedi carattere primario come il lavoro, la casa, la salutee facilmente si distrae dall’appuntamento con ladonazione. I dati della raccolta del 2011 nella nostra

provincia, confrontati con quelli dell’anno precedente,hanno palesemente evidenziato le forti difficoltà delnostro settore. Infatti a gennaio avevamo un calo nelledonazioni del 20%, a giugno dell’8%, a novembredello 0,6%, per poi chiudere l’anno con un incrementodello 0,13%, grazie anche all’organizzazione di alcuneraccolte straordinarie. Ancora una volta è stato raggiuntoun risultato soddisfacente, ma quanta fatica e quantoimpegno hanno messo in campo i nostri dirigentiassociativi! Infatti, in più occasioni, durante l’anno, cisiamo incontrati per escogitare e applicare nuove terapieper mutare il corso dell’andamento che stavamorilevando. Oggi possiamo dire che l’impegno e glisforzi profusi hanno ottenuto i risultati sperati,confermando le grandi doti e le qualità possedute dainostri soci. Per il futuro, che sembra ancora prefigurareulteriori disagi sociali, chiediamo ai nostri dirigenti unadedizione generosa, una fantasia lucida, un impegnorinnovato, un instancabile spirito di servizio. Ilmomento storico che stiamo attraversando non può enon deve mettere all’angolo la nostra meravigliosaassociazione. Gino Foffano, presidente Avis provinciale

Giornalisti-calciatori in un giorno “particolare” per i profughiFuturo incerto e drammi personali per i profughi

africani ospitati nelle comunità trevigiane, da Sileaa Roncade, da Susegana a Vittorio Veneto. Eppurel’iniziativa organizzata domenica 18 dicembre a Sileadalla squadra di calcio dei giornalisti “TvPressing” e dauna cordata di realtà associative, è riuscita a strappareloro un sorriso. “Per noi - spiega il portavoce dei giovaniafricani - è importante sentirci parte di questa comunità”.Partendo dalla considerazione che è Natale per tutti,TvPressing ha organizzato insieme al Comune di Sileauna “giornata particolare” per i profughi: una partitadi calcio. L’iniziativa si è tenuta all’impianto sportivodi Sant’Elena e dopo l’incontro sul campo tra igiornalisti e i profughi (vinto 8 a 4 dai primi), èproseguita con un pranzoin compagnia. “Vogliamodare un segnale diattenzione a questi ragazzi- ha spiegato il sindaco diSilea, Silvano Piazza - e cifa piacere che la comunità sisia mobilitata per questoevento”. Dall’Avis - erapresente il presidenteprovinciale, Gino Foffano- alla Caritas, dai volontariai rappresentanti delle

società sportive locali, tanti hanno dato la lorocollaborazione. L’Avis ha anche “vestito” i giocatoridurante il riscaldamento con la maglia della “partita delcuore”, disputata a metà ottobre a Pieve di Soligo tragiornalisti e donatori di sangue. A fine partita, a Silea,pastasciuttata, ma non solo: Abdallah Khezraji, leaderdella comunità marocchina, ha preparato un cus-cusa base di radicchio trevigiano. Una festa doppia per lastampa, ha spiegato il presidente di TvPressing,caporedattore a “Il Gazzettino”, Tiziano Graziottin,perchè la selezione dei giornalisti-calciatori della Marca,sostenuta da Astoria Vini e dal ristorante da Celeste,celebrava proprio in quei giorni il decimo anno diattività. E quasi dieci anni con il logo Avis sulla maglia!

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L’Avis non molla, nonostante la crisi

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Strepitoso successo, a Mogliano Veneto, per il musical“Assisi 1204: semplicemente Amore” liberamente

tratto dal famoso musical “Forza Venite Gente” diMichele Paulicelli e interpretato dalla CompagniaAlieStese di Vittorio Veneto, con la regia di AlessandraZandanel. Mezz’ora prima dello spettacolo, il 21gennaio, il Teatro Busan era strapieno di personeprovenienti anche da fuori città e non tutti sono riuscitia entrare. Lo spettacolo racconta in prosa e musica lastoria di San Francesco d’Assisi, evidenziandone gliaspetti giovanili e lieti: la speranza, la fede nella vita,l’amore per la natura. Il successo del musical,interpretato per la prima volta nel 1981, è stato enormenegli anni ‘80 e ‘90. Ne sono prova inconfutabile le oltreduemila repliche rappresentate nei teatri e nelle piazzein giro per tutta Italia, le registrazioni televisive, lavendita di musicassette, le videocassette e piùrecentemente i cd e i dvd. Ancor oggi, nelle nostrechiese, vengono cantati brani tratti da questoindimenticabile spettacolo. Il musical era reduce da unostraordinario successo a Vittorio Veneto, dove il livelloqualitativo della compagnia AlieStese, la passione,l’impegno e la bravura degli oltre 60 componenti delgruppo, sono stati riconosciuti da tutti. Non è la primavolta che AlieStese si esibisce a Mogliano: nel 2011,assieme alle Avis di Preganziol, Casale e Casier, l’Avismoglianese aveva organizzato il Musical “SummerNights” (Grease) con un successo oltre le aspettative.Significativa la presenza tra il pubblico di molti bambini,compreso un gruppo di 40 lupetti e coccinelle, venutoad assistere a uno spettacolo incentrato su San Francesco,loro patrono, accompagnati dai loro capi-scout e dai

genitori. Molti anche i dirigenti avisini che non sonovoluti mancare all’evento che l’Avis moglianese, pur tramille difficoltà, tramite iniziative di autofinanziamentoe grazie a qualche contributo privato, ha voluto offriregratuitamente, per regalare alle famiglie e ai cittadiniuna serata piacevole in questo momento di crisieconomica. Una bella soddisfazione, come quella dellamattina successiva (domenica 22 gennaio), quando15 persone si sono presentate al Distretto Sanitario periscriversi all’Avis e diventare donatori di sangue. Allaprima arrivata, come promesso durante la serata a

teatro dal presidente dell’Avis di Mogliano, FrancescoTessarin, è stata consegnata una rosa. Tessarin spiegacome “durante la serata abbiamo chiamato sul palcoLeonardo, un ragazzo trapiantato di reni che,simbolicamente, ha voluto ringraziare i donatori di sanguedonando una rosa a una donatrice presente in sala. Si èpresentata Evelina, una donatrice moglianese 65enne cheda quest'anno non potrà più donare per raggiunto limite

d'età. Evelina ha ricevutocommossa la rosa, ma a suavolta l'ha voluta consegnarea una donatrice giovane,iscritta da poco. Ecco che siè fatta avanti Alessandra:20 anni, ex studentessa delLiceo, che ha fatto da pocola sua prima donazione. Aquel punto abbiamoinformato il pubblico in salache avevamo a disposizioneun'altra rosa, che avremmoconsegnato simbolicamente ilgiorno successivo alla personache per prima sarebbevenuta ad iscriversi all'Avis.E la prima è stataManuela”.

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Teatro e Cultura fanno giovani Donatori

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Donatori sempre più giovani in provincia di Treviso.L’instancabile opera delle Avis comunali nelle

scuole di ogni ordine e grado, le campagne mirate diAvis provinciale e le tante iniziative sportive, culturalie musicali organizzate nel territorio, sembra stianoincidendo notevolmente sull’abbassamento dell’età deinuovi iscritti. A dirlo sono i dati raccolti dalla segreteriadella Provinciale che sui 2.537 nuovi donatori dell’anno2011, ne registra 494 tra i 18 e i 20 anni (pari al19,47%) e 726 tra i 21 e 30 anni (pari al 28,62%), peruna percentuale del 48,09 per cento. In pratica, quasila metà dei nuovi iscritti all’Avis ha meno di trent’anni.Altri 629 (pari al 24,79%) ne hanno tra i 31 e i 40.L’Avis, quindi, si sta progressivamente svecchiando einfatti, sul totale dei donatori attivi in provincia diTreviso, ben il 44% ha oggi meno di quarant’anni.Numeri interessanti e che trovano una conferma tra le

statistiche che riguardano le professioni. Ben il 25% deinuovi iscritti è rappresentato da studenti di scuolasuperiore o universitari, e un’altra fetta di giovani litroviamo tra impiegati e operai, che sono da sempre duecategorie molto presenti in Avis. Tutte le professionisono comunque rappresentate tra i 34.577 soci totalidi tutte le 90 Avis comunali della Marca trevigiana, conpunte significative di artigiani e commercianti, liberiprofessionisti, operatori socio-sanitari, forze dell’ordine.I religiosi che donano sangue sono 31, di cui 3 femmine.Molto bello un dato che riguarda le donne: accanto alletante donatrici che lavorano, sono in continuo aumentole donatrici casalinghe, oggi arrivate al 6,13% dei socitotali, davanti a molte altre categorie. Un piccolo“esercito di mamme” che contribuisce a rendere semprepiù “rosa” un’associazione in passato quasiesclusivamente maschile! M.R.

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Cala l’età media dei donatori della Marca

Ma non si dimentica l’esempio dei ‘fuori quota’

Nervesa: Avis, Comune, Fondazione TES e staminali

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Una festa per chi ha dato tanto al prossimo, perchési senta sempre parte della famiglia avisina. È

stata organizzata il 19 febbraio, presso il “salone dellefeste” del club 3 Molini a Campomolino, una giornatacon i donatori di sangue del comune di Gaiarine che,per raggiunti limiti d’età, sono andati “in pensione”dall’associazione. Già da alcuni anni il presidente,Luigino Celotto, aveva il desiderio di ringraziarli,perché i donatori che hanno fatto parte dell’Avis pertanti anni (alcuni con donazioni record, come Rino DalCin che ha donato 124 volte) rimangono sempreavisini! La giornata è iniziata con la celebrazione dellaSanta Messa nella chiesa di Francenigo, officiata dalcapitano ed ex cappellano militare degli Alpini, donAgostino. È seguito il pranzo con amici, parenti eavisini di Gaiarine insieme al consigliere dell’Avisprovinciale Mauro Favret, gli amministratori comunalinonché donatori di sangue Busetto, Luisotto, Venturin,Isola e Santin. Nel pomeriggio, è stata consegnata unapergamena di riconoscenza a Giorgio Canzian,

Francesco Baggio, Tito Fortran, Paolo Ongaro,Fernanda De Marchi, Carla Saccon, Luigi Rosada,Aldo De Martin, Emilio Foltran, Pietro Fossaluzza,Eugenio Dardengo, Silvio Fossaluzza, Antonio Bressan,Mario Isola, Giuseppe Da Ros, Guido Poletto, RinoDal Cin e al parroco di Gaiarine don Piero Silvestrini.

La Fondazione TES è stata ospite dell’Avis di Nervesa,venerdì 16 marzo. Una bella serata dedicata alla

ricerca sulle cellule staminali. È stata organizzata conla collaborazione dell’Assessorato alla Cultura delComune di Nervesa e l’Amministrazione comunaleha messo a disposizione la sala consigliare del Municipio.Il tema della serata, che voleva rappresentare un

momento di informazione e approfondimento percittadinanza e donatori era “Cellule staminali da sangueperiferico. Contributo di tanti donatori”. La dott.ssaRosa Di Liddo, responsabile ricerca della Fondazione,e il prof. Pierpaolo Parnigotto, presidente dI TES,hanno illustrato l’attività e i successi di una ricercasostenuta anche da tante Avis.

Sono stati 5.252 gli studenti della Marca che lo scorsoanno hanno incontrato i volontari dell’Avis a scuola:

2.241 delle elementari, 2.372 delle medie e 639 dellesuperiori. Le classi incontrate sono state in tutto 224, dellequali 98 delle elementari, 94 delle medie e 32 dellesuperiori. Un lavoro importante che vede i suoi frutti nelmomento in cui i ragazzi, raggiunta la maggiore età, sipresentano al Trasfusionale per gli esami di idoneità.Ultimi, in ordine di tempo, sono stati gli studenti delLiceo “Canova” di Treviso che a febbraio hanno fatto il“grande salto” accompagnati dal loro insegnante.Fondamentali, infatti, sono la disponibilità e sensibilitàda parte del corpo docente nel trasmettere ai ragazzi ilmessaggio dell’Avis. Come riscontrano i volontari dell’Avisdi Villorba che per la campagna nelle scuole hannoconiato lo slogan “Ogni giorno gli ammalati e i feritiricoverati nei nostri ospedali hanno bisogno di sangueper guarire, lo troveranno? Dipende anche da te!”.Messaggio lanciato a 110 ragazzi maggiorenni o quasimaggiorenni dell’istituto “Max Planck” di Lancenigo,incontrati a scuola nel corso di più mattinate. Incollaborazione con i referenti scuola dell’Avis regionaleVeneto, sono state proposte dai volontari avisini varieattività educative, anche teatrali, d’immagine e conl’utilizzo dei nuovi giochi da tavolo e interattivi

dell’associazione, che hanno suscitato molto interesse tragli alunni. Ai ragazzi è stata spiegata l’importanza delladonazione di sangue, l’iter per diventare donatori, lanecessità del dono volontario, periodico e controllato pergarantire la sicurezza del sangue. L’iniziativa, che giàaveva trovato grande riscontro negli anni scorsi, con uncerto numero di studenti diventati poi donatori Avis, èstata resa possibile dalla fattiva collaborazione del presidedell’Istituto “Max Planck”, prof. Mario Della Ragionee della referente alla salute, prof.ssa Gabriella Bettiolo.E a marzo è stata la volta degli alunni dell’istitutoalberghiero “Alberini” di Treviso.

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Intensa e fruttuosa attività nelle scuole

Grande successo per la seconda edizione del con-corso artistico-letterario “L’uomo dalle braccia

d’oro”, organizzato dall’Avis di Conegliano con ilpatrocinio del Comune. Il tema era “Un patto di san-gue“ e ha coinvolto non solo professori, classi e stu-denti di ogni età delle scuole di Conegliano, maanche genitori, parenti, amici. Partecipare è stata unaforma di condivisione e di crescita. La giuria era com-posta da membri interni al Consiglio Avis e da mem-bri esterni come il prof. Carmelo Ciccia, presidenteSocietà Dante Alighieri Comitato di Conegliano, ladott.ssa Renata Parolo avisina, docente psicopedago-gista e dott.ssa Simona D’Amico, autrice per l’infan-

zia e docente scuole medie secondarie. Difficile èstato scegliere fra i lavori, tutti meritevoli, quelli chepiù potevano interpretare e dare un senso al temaproposto. Tutte le opere (i coloratissimi disegni e ifantasiosi racconti eseguiti dai ragazzi delle scuoleinferiori e le poesie dei più grandi) prodotte da que-sti inaspettati “artisti” sono state appese con variopin-te mollette su fili sospesi, in modo che tutti potesse-ro dare uno sguardo d’insieme. La premiazione si èsvolta il 29 febbraio al Teatro Toniolo ed è stata con-dotta dal noto presentatore Mirko Villanova. Grazieal gruppo “Il convito musicale” che ha accompagna-to in musica la loro voce, gli studenti hanno interpre-tato per una platea assorta e partecipata i racconti e lepoesie scritte per l’Avis. A vincere sono state la classe 2ª della scuola primaria“Pianca School” e la 2ª A della scuola secondaria diprimo grado “A. Brustolon” per la sezione racconti; leclassi 2ª B della scuola primaria “CollegioImmacolata” e la classe 3ª della primaria “SanFrancesco” per la sezione disegni. Si sono classificateprima Serena Ricci e seconda Denise Nardin dellaclasse 5ª B linguistico Isiss “Da Collo” e terza la clas-se 3ª A iter turistico Isiss “Da Collo” per la poesia.

‘L’uomo dalle braccia d’oro’: un successo a Conegliano

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Venerdì 3 febbraio sono stati inaugurati i nuovilocali del Servizio Trasfusionale del Dimt di

Padova presso il Presidio Ospedaliero diCamposampiero. Una struttura adeguata e tecnologi-camente avanzata che sarà in grado di far fronte alleesigenze della moderna medicina trasfusionale e conuna disponibilità di spazio molto ampia. Erano pre-senti i direttori delle Ulss della Provincia di Padova eil direttore del Dimt di Padova dott.ssa Giustina DeSilvestro, nonché molte altre autorità civili e militaridella Provincia, compresi molti Sindaci di diversicomuni del Camposampierese e del Cittadellese.Molti i presidenti di Avis comunali del comprensorioche hanno onorato la nuova struttura con la loro pre-senza. Il direttore dell’Ulss 15 dott. FrancescoBenazzi ha illustrato l'importanza del nuovo Centro

trasfusionale e i motivi per i quali è stato intitolato aldott. Fortunato Rao, ex direttore Azienda Ulss 16,scomparso nel settembre del 2011. Un uomo che halasciato in tutti un vuoto per i valori di umiltà, amoree abnegazione sempre messi nel suo operare.Nei vari interventi delle autorità presenti sono statimessi in risalto l'importanza di avere una strutturaadeguata ad accogliere nel modo migliore i donatori.È intervenuta la Sig.ra Rao, presente con i proprifigli, che con voce commossa ha letto una missivainviata dall'on. Antonio De Poli che ha messo in luceil valore umile e umano che ogni operatore sanitariodovrebbe avere nell'adempimento del proprio doverecon la disponibilità e sensibilità dettate dal cuore.Alla vedova Rao è stata consegnata una targa ricordodal Direttore Generale Dott. Francesco Benazzi.

Nuovo Ct di Camposampiero dedicato a Rao

Trebaseleghe: in 6mila alla Lucciolata per la “Via”

PADOVA

Un colpo d’occhio mozzafiato: migliaia di perso-ne, ciascuna con una luce in mano, che sfilano

accompagnate dagli strumenti di diverse bande musi-cali e dalle voci di cori. Un’atmosfera quasi surreale,ma soprattutto un clima di festa, è quello che si respi-ra alla lucciolata finale per la Via di Natale di Aviano,che raduna tutte le associazioni e i comuni che nelcorso dell’anno hanno organizzato proprie iniziativea tal fine. Quest’anno è stata organizzata il 15 gen-naio a Trebaseleghe, con la collaborazione di tanteassociazioni di volontariato, Avis in prima fila. Havisto la partecipazione di oltre 6 mila persone (stima-no gli organizzatori). “Dopo 10 anni - ha ricordato lasig.ra Carmen Gallini, responsabile dell’Associazionedi Aviano - è commovente riscoprire ogni volta comequesta manifestazione riesca ad attirare un così grannumero di persone”. Perché, è bene ricordarlo, la Viadi Natale offre assistenza gratuita ai malati senza rice-vere contributi pubblici, ma esclusivamente con ledonazioni dei volontari e dei privati. La collaborazio-ne tra la Via di Natale e le Avis del territorio si con-solida nel tempo, perché se l’impegno di tutte le Avisè quello di garantire opportunità di salute a chi sitrova in condizioni di bisogno, è naturale non scor-darsi di quanti non ce l’hanno fatta a sconfiggere ilmale e che la Via di Natale accompagna al terminedel loro cammino. Se lo spirito con cui è vissuta lalucciolata finale è unico, non da meno è stata l’orga-nizzazione dell’evento da parte del Comune edell’Avis comunale di Trebaseleghe: tutto è statogestito alla perfezione, dall’accoglienza ai partecipan-ti alle zone ristoro. Anche il percorso e l’allestimento

di piazza Marconi hanno permesso a tutti di godereappieno di un evento di solidarietà che è anche unafesta per le molte associazioni presenti. A chi se l’èpersa ricordiamo l’appuntamento per il 2013 aPossagno (Tv) Dario Piccolo

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Tanti sono i modi che la nostra associazione inventaper sensibilizzare i cittadini alla donazione. L’Avis

provinciale di Verona ha voluto rivolgere questo invitoper mezzo di un camion-vela di tre metri per quattro. Tranovembre e dicembre scorsi, il mezzo ha sostato per 48ore in ciascuna delle 18 località concordate. Le migliaiadi cittadini che hannotransitato presso i centricommerciali, importantisnodi stradali e in zoneturistiche, non hanno potutonon vedere il nostromessaggio sul camion-vela con il poster che rappresentavauna giovane coppia di innamorati sotto il balcone diGiulietta e con lo slogan ”Poche storie! Abbiamo bisognodi autentici gesti d’amore”. Anche questa è stata

un’opportunità, originale se vogliamo, per sensibilizzarei cittadini alla nostra causa. Nel 2011 nella nostraprovincia. dopo un decennio con una costante crescita,le donazioni hanno registrato una diminuzione dell’1,4%rispetto all’anno precedente. Il nostro impegno per il 2012sarà quello perlomeno di risalire la china. Per assicurare

un numero appropriato didonazioni, martedì 31gennaio è stata convocata unariunione con tutti i presidentidelle Avis comunali, nel corsodella quale sono state esposte

alcune modalità per ottimizzare l’avvio dei donatori aiCentri di raccolta. Una cosa è chiara: non si puòimprovvisare, occorre una programmazione coordinatadegli inviti alla donazione, rispettosa della spontaneitàdel gesto dei nostri volontari, con l’obiettivo di organizzaredei veri uffici di chiamata sia per la prenotazione sia peruna chiamata finalizzata a normalizzare l’afflusso. Alloscopo sono stati presentati due percorsi: il primo fattocon solo volontari, 2/3 persone al giorno forniti dalle Aviscomunali; il secondo con personale dipendente checomporterebbe un maggior costo stimato a euro 1,25 adonazione. Serviranno personale adeguato e operatoripreparati. I presidenti sono stati invitati a informarne idonatori durante le assemblee comunali, perchéall’assemblea provinciale di marzo si possa decidere ilpercorso da intraprendere. Anche se siamo dei volontari,dobbiamo avere sempre presente il nostro impegno difare tutto il possibile per non trovarci con le emotechein crisi. Con l’impegno di tutti possiamo farcela!

Piergiorgio Lorenzini, presidente Avis provinciale Verona

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Giulietta va ‘a vela’ per nuovi donatori

Avis sempre in movimento. Un donatore non siferma mai perché il suo andare a donare il san-

gue traccia un segno che continua ad avanzare,lasciandosi dietro una scia che coinvolge gli altri che

si fanno trasportaredalla solidarietà peraccogliere l’invito adonare. E’ questaconsiderazione cheha ispirato l’Aviscomunale diLegnago a trovare ilmodo per arrivaresu tutto il territo-rio, per la promo-zione della dona-

zione, salendo in autobus. Per tre mesi, ogni autobusche collega Legnago con le località limitrofe, avrà inbella vista esposto il manifesto che riportiamo quiaccanto. E’ importante non trascurare nessunaopportunità per avvicinare in modo particolare i gio-vani, anche con una frase che ogni mattina vedono,toccano, leggono durante il tragitto per la scuola eper il ritorno a casa e, magari, riescono a farla pro-pria. L’idea è frutto di un proficuo lavoro di gruppodei giovani avisini che fanno parte del ConsiglioEsecutivo della comunale, che annovera al suo inter-no ben 25 gruppi, espressione dei paesi limitrofi e dialcune aziende che hanno dato vita a Gruppi didonatori aziendali. Saliamo in pullman, dunque, puntando ad arrivare alcapolinea dell’autosufficienza. Direttivo Avis Legnago

Legnago: quando l’invito a donare viaggia in corriera

Più uno (per cento) i donatori,meno uno le donazioni, perché?

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Sono stati gli alunni del Liceo “NiccolòCopernico” di Verona i primi ragazzi a ricevere la

pubblicazione di Avis “Cittadinanza e Costituzione”,un percorso di cittadinanza attiva e responsabiledestinata a tutte le scuole secondarie di secondogrado. Alla presentazione hanno partecipato i presi-denti di Avis regionale e provinciale AlbertoArgentoni e Piergiorgio Lorenzini, il responsabiledell’area scuola e vicepresidente regionale FrancescoJoppi, l’assessore alle Politiche dell’istruzione dellaProvincia di Verona Marco Luciani e il sindaco diVerona Flavio Tosi. Introdotti dal preside SandroTurri, hanno preso la parola Rina Latu vicepresiden-te di Avis nazionale che ha illustrato la partnershiptra volontariato e scuola, partendo dal protocollod’intesa tra il Ministero Istruzione Università Ricerca(Miur) e l’Avis ed Enrico Buttitta, Procuratore mili-tare della Repubblica presso il Tribunale militare diVerona che ha fatto riferimento ai giovani d’oggi tralegalità e trasgressione. Il volume si divide in treparti, ha spiegato il prof. Piero Cattaneo referente delGruppo scuola dell’Avis nazionale: la prima contienealcuni contributi di esperti, la seconda illustra pro-getti realizzati da alunni delle scuole secondarie italia-ne e una terza parte che approfondisce il protocollod’intesa tra Avis e Miur. Ha, inoltre, messo in eviden-za le coordinate culturali educative e metodologicheche caratterizzano questo sussidio e che possono esse-re riconosciute nel contributo dell’Avis allo sviluppo,nei giovani, delle competenze sociali e civiche fonda-te sul volontariato e sul bene comune. “Questa pub-blicazione - ha detto Piergiorgio Lorenzini - è unostrumento importante poiché alla scuola va ricono-sciuto non solo un ruolo didattico, ma anche educa-tivo per insegnare ai ragazzi a essere cittadini consa-

pevoli e responsabili”. Il progetto che riguarda la pre-sentazione del volume “Cittadinanza e Costituzione”è stato promosso dall’Avis provinciale di Verona incollaborazione con l’Ufficio scolastico provinciale diVerona. “È questa - ha precisato Francesco Joppi -l’ultima di una serie di pubblicazioni realizzate da Avisper la scuola che fa seguito a “Orientare alla cittadinan-za e alla solidarietà” riservato ai docenti, “Portfoliodelle competenze” per la scuola primaria e “Book dellasolidarietà” per le scuole secondarie di secondo grado sulvolontariato e sul bene comune”. “Ancora una volta, l’ Avis è arrivata puntuale a offrirealle scuole un concreto contributo di idee, di propostevaloriali, di strumenti e risorse didattiche – ha dettoArgentoni - nella convinzione che la promozione dellacultura della solidarietà e della donazione si fonda suuna collaborazione continua e sistematica tra scuola evolontariato”. All’incontro, i ragazzi del Liceo“Copernico” hanno dimostrato un grande interessesia per gli interventi sia per la pubblicazione, parteci-pando con domande e riflessioni. Ada Sinigalia

Copernico: Cittadinanza e CostituzioneVERONA

Evviva, evviva, evviva… evviva gli sposi! Eh sì,sabato 15 ottobre 2011, nella chiesa di San

Martino vescovo in piazza del Popolo a... SanMartino Buon Albergo, Giuliano e Chiara hannopronunciato il loro fatidico “sì” e sono diventatimarito e moglie, oltre che “colleghi” consiglieri avisi-ni! La giornata era splendida, soleggiata, calda davve-ro ideale per fare da contorno ai due giovani, sorri-denti, euforici e raggianti. All’arrivo della sposa, oltrea parenti, amici e conoscenti, c’era anche il nostroFrancesco, “tirato a malta fina”, con il labaro, in rap-presentanza di tutta la nostra associazione avisina.Era un po’ come essere tutti li, ad abbracciare

Giuliano e Chiara, come un grande famiglia che faalla giovane coppia i migliori auguri per una lunga eserena vita insieme. Il direttivo Avis San Martino

In Avis accade pure questo: matrimonio con labaro

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L’obiettivo prioritario di Admor è quello di sensi-bilizzare e informare giovani tra i 18 e i 37 anni

sulla donazione di cellule staminali da midollo osseoe da sangue periferico e sulla donazione di sangue delcordone ombelicale, in modo da incrementarecostantemente il numero degli iscritti, come poten-ziali donatori, al “Registro nazionale dei donatori di

midollo osseo”. La donazione di midollo osseo èmolto importante, perché spesso il trapianto è l’uni-co modo per salvare persone che soffrono per malat-tie del sangue come gravi forme di leucemia, linfomi,mielomi, talassemie ed alcune malattie congenite. Perraggiungere questo obiettivo, l’Associazione promuo-ve conferenze, indice campagne di informazione,organizza convegni scientifici e di aggiornamento. E’presente a manifestazioni sportive, sagre di paese,nelle parrocchie, nelle scuole, in tutti i luoghi dove visia pubblico e sia, quindi, possibile sensibilizzare einformare. Poiché spesso collaboriamo con le associa-

zioni dei donatori di sangue ci siamo detti: “perchénon andare a parlarci? E dove possiamo trovare sem-pre e tutti i giorni i donatori?” Ovviamente la rispo-sta è stata: i Centri trasfusionali! Il dott. GiuseppeAprili, direttore del Dipartimento provinciale diVerona, ci ha appoggiato totalmente e ne è statoentusiasta. E così, per quasi un anno, noi volontari cisiamo recati al Centro trasfusionale di Borgo Trentoa Verona e all’ospedale di San Bonifacio (di mediauna volta alla settimana), abbiamo parlato con idonatori, spiegato loro in che consiste la tipizzazione,il mettersi a disposizione per eventuali ammalaticompatibili e che cos’è l’espianto di midollo o la rac-colta delle cellule staminali da sangue periferico.Abbiamo anche contattato delle future mamme perla donazione del sangue cordonale. È stato un gran-de successo! I donatori di sangue si sono confermatigenerosi “fino al midollo”! Molti si sono tipizzatisubito, altri hanno preso appuntamento, altri ancorahanno promesso di farlo a breve e molti hanno rim-pianto di aver superato l’età! Alla luce dei risultatiottenuti, vorremmo proseguire in questo nostro pro-getto e ampliarlo ad altri Centri trasfusionali dellaprovincia. Ma, purtroppo, noi volontari Admorsiamo in pochi e soprattutto quasi tutti lavoriamo esarà impossibile aumentare la nostra presenza. È perquesto motivo che ci siamo rivolti al periodico deidonatori “Dono & Vita” per chiedere se qualcunopuò darci una mano. Chiunque sia interessato puòcontattarci presso la nostra Sede, chiamando dallunedì al venerdì dalle 9 alle 12 al numero 0458309585 o scrivendo una email a [email protected]

Serena Bottura, volontaria Admor

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Spazio all’Admor, a “caccia” di giovani

Epifania da ricordare nel veronese. Venerdì 6 gen-naio, Giovanni Zamboni presidente dell’Avis

comunale di Verona, Enzo De Cieri e GiuseppeLioce, rispettivamente capogruppo e segretariodell’Avis Polizia Penitenziaria, accompagnati da EnzoGrandis, vice presidente dell’Abeo (Associazionebambino emopatico oncologico) di Verona e da altrivolontari della stessa associazione, si sono recati pres-so il reparto speciale di Oncoematologia pediatricadell’Ospedale di Borgo Roma per consegnare giocat-toli e poter donare un sorriso ai bambini ricoverati.Nel pomeriggio della stessa giornata, poi, si è svoltala prima edizione della “Befana della PoliziaPenitenziaria” che ha visto la “vecia” consegnare aibambini intervenuti pacchi dono contenenti giocat-

toli, mentre i più grandi hanno organizzato tombola-te a premi ed il ricavato (400 euro) è stato interamen-te devoluto all’Abeo.

“Befani” della Polizia Penitenziaria per l’Abeo di Verona

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Un importante convegno sull’integrazione si è svolto inprovincia di Verona. Ne riportiamo la cronaca concessa-ci del collega Gianni Bertagnin e già apparsa sul quoti-diano L’Arena di Verona del 7 febbraio.

La donazione del sangue e degli organi, in Italia esoprattutto nel Veneto, sta vivendo una stagione

magica, come è stato evidenziato sabato 4 febbraionel corso di un convegno regionale svoltosi all'ospe-dale «Fracastoro» di San Bonifacio. Ma quanto potràdurare questa bella stagione, quando i dati della nata-lità della popolazione italiana non sono certo in cre-scita, mentre lo è sempre più quella degli immigrati?Una risposta al dubbio è venuta dal convegno orga-nizzato dai Lions assieme ad Avis, Aido e Ulss 20sotto il titolo «Donare, voce del verbo amare», coor-dinato dal dottor Pietro Madera. Allo stesso tavolo sisono incontrati non solo i vertici delle organizzazioniprovinciali e regionali che si occupano di donazioni,ma anche i rappresentanti delle tre maggiori religionimonoteiste: il vescovo monsignor Giuseppe Zenti, ilpresidente della Comunità buddista veroneseAthulaThiramuni e Moshen Khoctahli, membro delConsiglio islamico di Verona. L'aspetto scientificoera rappresentato dal direttore generale dell'Ulss,Giuseppina Bonavina, dal coordinatore regionale deiTrapianti Francesco Calabrò, dal direttore dellaFondazione Fitot Giovanni Guglielmi, che hannoriconfermato il massimo impegno nel delicato setto-re delle donazioni nel quale il Veneto oggi è a livellidi eccellenza. Per i Lions è intervenuto il governatoredel Distretto 108 Ta1 Elena Appiani. Anche la conti-nua crescita delle donazioni di sangue negli ultimidieci anni, in provincia di Verona, hanno ricordato ilpresidente e il vicepresidente regionale dell'AvisAlberto Argentoni e Francesco Joppi, sta registrandoun leggerissimo rallentamento, che ripropone conse-guentemente la questione del possibile apporto daparte dei donatori immigrati. A parte qualche ecce-zione, la donazione di stranieri “è iniziata ufficial-mente solo nel 2011 - ha spiegato Celso da Campo,presidente provinciale dell'Aido - è in costante aumen-to e le prospettive sono buone: l'avvenire della donazio-ne, sia di organi sia di sangue - ha sottolineato - saran-no sempre più nelle mani degli stranieri; pertanto con-tiamo molto sulla loro integrazione”. Sul tema, tutta-via, ha notevole rilevanza l'aspetto religioso, come haosservato nella sua seguitissima “lectio magistralis” ilvescovo monsignor Giuseppe Zenti. Dopo aver pre-cisato innanzitutto che “l'uomo è fatto di ricevere e didonare, per cui è nella sua natura il bisogno di donare”,confermando poi che “la religione è una ulteriore ispi-razione a donare”. Di qui l'importanza dell'atteggia-

mento delle varie religioni nei rapporti con la dona-zione. Athula Thiramuni, presidente della Comunitàbuddista veronese, ha affermato che donare è allabase della loro religione e che, con questo congresso,viene aperto ufficialmente il rapporto di collabora-zione con l'organizzazione sanitaria per dare inizioalle donazioni: si sta lavorando per superare i presup-posti essenziali come la conoscenza della lingua, laconoscenza dei precedenti e dello stile di vita deldonatore, l'accertamento della compatibilità del lorosangue. Per l'Islam, Khocthali ha detto che ognunopuò decidere come vuole, essendo due gli orienta-menti: uno che prevede solo la donazione in vita,perché la persona morta non può essere toccata, l'al-tro che è più aperto. In ogni modo sono già statiavviati dei momenti di formazione, che proseguiran-no dopo l'avvenuta ufficializzazione dei rapporti dicollaborazione con le autorità sanitarie. Hanno con-cluso il convegno, presenti studenti degli istitutisuperiori, varie testimonianze di trapiantati e didonatori. Gianni Bertagnin

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Verona crocevia di popoli, culture e dono

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Arrivate e subito indossate, le t-shirts “griffate”Avis sono già in campo con i ragazzi del Cus

Verona Pallacanestro. Stiamo parlando del graditoregalo che l’Avis provinciale di Verona ha voluto fareagli atleti delle squadre Under 17 e Under 19. I giovani sportivi, di età compresa tra i 15 e i 19 anni,stanno disputando il Campionato provinciale diFederazione. I risultati non sono di vertice, ma gli

obiettivi sonoanche altri: cresce-re, divertirsi insie-me, fare movimen-to a beneficio delcorpo e della mente(dopo tante ore suilibri!). Ora, poi, c’èun obiettivo in più:

portare in giro quelle quattro lettere che hanno tantovalore nel vasto, ma mai abbastanza, mondo dellasolidarietà. Con Avis stampato sul lato del cuore, inostri giovani cestisti sapranno dimostrare con fierez-za il loro... attaccamento alla maglia, in attesa didiventare donatori. E alcuni possono già diventarlo.Forza Cus! Forza Avis!

Alla 37ª Montefortiana, marcia non competitivacon la partecipazione di oltre 20mila atleti,

anche la rivalità diventa un dono: l’Avis, dopo treanni, scalza dal podio della classifica dei gruppi, i“cugini” della Fidas. I due presidenti Dario Bogoni

dell’Avis di Monteforte e Massimiliano Bonifaciodella Fidas provinciale, sono stati concordi nell’affer-mare: “Poco importa che si chiami Avis o Fidas, quelche conta è che si parli, si promuova e si veda cresce-re la donazione di sangue”. Nei giorni dellaMontefortiana, l’invito alla donazione era ovunque:al parco comunale che conduceva al mega ristoro di

fine corsa era tutto firmato Avis con gli striscionidelle varie comunali presenti; in piazza Salvod’Acquisto c’era la mongolfiera, le bandiere eranoovunque, archi gonfiabili sono stati allestiti aBrognoligo, Costalunga e Montecchia di Crosara.Esultano i ragazzi dell’Avis montefortiana, gli stessiche il giorno precedente hanno gonfiato qualcosacome tremila palloncini rossi con la scritta “Corri adonare”. Alla partenza hanno colorato di rosso il cielodi Monteforte. Alla Montefortiana la solidarietà haavuto tanti volti: il sabato sera i partecipanti dellaSerenissima, staffetta della Fiasp tra le province vene-te, portavano una t-shirt con la foto di Rossella Urru,la cooperante sarda sequestrata in una regionedell’Algeria. Solidali sempre, i 20 mila che hannomarciato tra le colline del “Soave” un piccolo concre-to gesto di aiuto lo hanno fatto. Quel pettoraleaddosso si è tradotto in solidarietà concreta per leopere dei missionari Camilliani nel mondo.

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Cus Verona a canestro con Avis sul cuore

Avis e Fidas in gara per la solidarietàLE

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In occasione dell’assemblea generaledell’Avis Mestre-Marghera, il presiden-

te provinciale Maurizio Borsetto ha fattouna panoramica della situazione delDimt di Venezia. Nel 2011 la raccolta siè attestata sugli stessi valori del 2010,con un incremento di sole 3 sacche diemazie. Il 2012 invece è iniziato con unallarmante calo di 124 unità, dovuto inparticolare ai problemi riscontrati daidonatori nel richiedere la giornata dipermesso lavorativo; una possibile solu-zione è il potenziamento della raccoltadomenicale. Borsetto ha inoltre aggior-nato i presenti in merito alla convenzio-ne con l’Ulss 12: il 31 dicembre 2011 èinfatti scaduta la vecchia convenzione.La nuova proposta, che dovrebbe essere

firmata prima dell’assemblea provincialedel 24 marzo, riporta un’uniformità ditrattamento dei donatori a livello regio-nale. In particolare l’articolo 7, relativoal pannello di esami, prevede la possibi-lità di effettuare l’esame del colesteroloHDL e del PSA in caso di comprovatanecessità. "Nessuna novità invece in meri-to ai tempi di rimborso delle donazioni -ha concluso Borsetto - che attualmente siattestano sui 7-8 mesi, sebbene nella con-venzione venga richiamato un articolo dilegge che prevede i rimborsi entro 30 gior-ni, pena l'applicazione degli interessi. Ilritardo è una conseguenza del trasferimen-to non sufficiente dalla Regione Venetoalla Ulss 12, riferimento per il nostroDipartimento".

Il 2011 si è confermato anno di lieve “recessione”per l’Avis Mestre-Marghera: i donatori attivi sono

diminuiti dello 0,2% rispetto al 2010 (da 4.691 a4.681), mentre le donazioni dell’1,5% (da 7.991 a7.871); leggermente in calo anche l’indice di dona-zioni pro capite, passato da 1,71 a 1,68. Questi i daticomunicati in occasione dell’assemblea dello scorso12 febbraio, momento di riflessioni sull’anno passatoe soprattutto sul futuro dell’associazione, anche invista del rinnovo delle cariche. “In questo ultimo annodi mandato - ha commentato il presidente RobertoCerruti - dobbiamo raddoppiare gli sforzi alla ricerca dinuove idee, per lasciare la miglior situazione possibile achi ci seguirà”. Quali sono quindi gli ambiti in cuiinvestire? Da un lato, vanno potenziate e differenzia-te le attività di sensibilizzazione, proseguendo lungo ipercorsi già intrapresi (scuole, giovani, nuovi cittadi-ni). Dall’altro, vanno migliorati il servizio di chiama-ta e la comunicazione con i soci: sta partendo la chia-mata via email e in futuro verrà attivata quella viasms, in modo da utilizzare per ogni socio lo strumen-to più adeguato alle sue esigenze. Di recente le atti-vità associative sono state promosse tra i soci anchevia email, nonché tramite il sito e la pagina Facebookdella comunale (Avis MestreMarghera), che contaoltre 1.200 amici. Il ruolo dei soci nella promozionedel dono è infatti fondamentale, come ha spiegatoCerruti: “Abbiamo bisogno che chi dona diventi parteattiva dell’associazione, diventando collaboratore oanche solo ambasciatore del dono. Se ciascuno di noi

portasse un nuovo donatore, supereremmo quota 9.000donatori; se donassimo una volta in più all’anno, arri-veremmo a 12.000 donazioni. È un traguardo irrag-giungibile? Sicuramente è sfidante”.Una sfida resa più ardua dal momento di crisi chestiamo attraversando: “Forse molti temono per il pro-prio posto di lavoro - ha ipotizzato il Presidente - e sonomeno propensi a chiedere un permesso per donare. Se ilproblema è questo, bisogna trovare il modo di comuni-care ai datori di lavoro le necessità dei malati e studia-re con loro delle soluzioni”. L’inizio del 2012 intantonon è stato dei più rosei, probabilmente anche per ilpicco influenzale; c’è quindi bisogno del contributodi tutti per invertire il trend e riportare la raccolta alivelli adeguati ai crescenti consumi.

Servizi di Giorgia Chiaro

Un anno non esaltante per l’Avis di Mestre

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Borsetto: inizio 2012 con allarme calo

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Erano oltre 300 i partecipanti alla decima “Festadei migranti” organizzata il 18 dicembre a

Summaga di Portogruaro dall’Associazione Migrantidella Venezia Orientale Onlus, con il sostegno dellaConferenza dei sindaci, di Avis Veneto e Avis provin-ciale di Venezia. Una vera festa multietnica e multi-colore, che negli anni è andata sempre crescendo.Chiave del suo successo sono i valori della comunio-

ne e della condivisione delle esperienze: ciascunoporta e rappresenta ciò che sa fare meglio e le diver-sità non sono guardate con sospetto, ma diventanooccasioni di crescita per tutti. Questo il messaggioche ha lanciato anche il presidente dell’Avis regiona-le, Alberto Argentoni, traendo spunto dal potere sal-vifico che le diversità hanno spesso in medicina eancora di più nella crescita culturale di una Nazione.La Festa del 2011 si è aperta con un profondo gestodi solidarietà nei confronti dei cittadini senegalesi, direcente colpiti da un atto di intolleranza di uno squi-librato a Firenze. Parafrasando le parole di J. F.Kennedy, pronunciate a Berlino in piena guerra fred-da, il vice presidente dell’Amvo Roberto Soncin,vestito con l’abito da cerimonia tradizionale delSenegal, ha dichiarato: “Oggi ci sentiamo tutti sene-galesi”. L’edizione 2011 si è focalizzata sui nuoviItaliani (i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia)per i quali il Presidente Napolitano ha chiesto il rico-noscimento della cittadinanza italiana, definendoli“una grande fonte di speranza”. La manifestazione èquindi proseguita tra canti, balli, musiche e poesierappresentative di tutte le etnie presenti nel manda-mento di Portogruaro. In questa occasione,Argentoni ha consegnato alcune targhe di riconosci-

mento a cittadini stranieri che hannocompletato la loro integrazione ancheattraverso il dono del sangue:Moimouna Cissè, (Mali), OksanaZadorozhna (Ucraina) e i coniugiVitalie Mihalache e Irina Negrei(Moldavia). Ottimo è stato anche ilriscontro presso il banchetto informa-tivo dell’Avis, con numerosi contatti ediverse promesse di donazione. Lapartecipazione dell’Avis ha permesso,inoltre, di mettere in luce alcune esi-genze comunicative della nostra asso-ciazione nell’avvicinare i nuoviItaliani. Dario Piccolo

Multietnici, multicolori,tanti nuovi donatori

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Due concerti per l’Africa a San StinoGrazie San Stino! hanno gridato in coro i bambi-

ni del Centro di Accoglienza Frei JorgeZulianello di M’banza Congo (Angola), in collega-mento internet con il cinema-teatro Pascutto in unadelle due serate di musica organizzate a dicembredall’Avis di San Stino di Livenza. Un’iniziativa volta a raccogliere fondi per il Centrofondato, appunto, da Padre Giorgio Zulianello, mis-sionario sanstinese purtroppo scomparso nel 2007 inun incidente aereo. Il frate aveva lasciato l’Italia circa40 anni fa per portare il suo aiuto ai più bisognosi, inparticolare ai “fetizeiros”, bambini scacciati dalle loroabitazioni in quanto ammalati e perciò ritenuti por-tatori di disgrazie e male. I concerti, realizzati con il fondamentale contributodel coro Arcobaleno di Caorle diretto dall’insegnanteMaria Dal Rovere, hanno visto protagonisti gli alun-ni delle scuole primarie “Vittorino da Feltre” diBiverone e “Don Martina” del capoluogo, sotto l’oc-chio vigile dei genitori entusiasti che hanno riempitoil teatro. Un successo ottenuto grazie alla collabora-

zione tra associazione, scuola e genitori e che testimo-nia ancora una volta come la musica sia un importan-te mezzo di comunicazione e aggregazione ancheall’insegna della solidarietà. Emanuele Zanon

Mestre coinvolge potenziali donatori col... FischioProsegue nel mondo dello sport l’attività di pro-

mozione del dono del sangue dell’Avis MestreMarghera. A novembre è stata la volta della sezionelocale dell’Associazione Italiana Arbitri, che ha invi-tato i volontari a partecipare a uno degli incontriperiodici con i propri iscritti. Erano presenti gli arbi-tri di tutte le categorie, tra cui numerosi giovani, oltreai dirigenti della sezione guidata dal presidenteGiancarlo Muriotto. A fare da trait d’union tra leassociazioni Giorgio Scotto, vice presidente dell’Avisprovinciale Venezia e decano degli arbitri mestrini,che ha aperto con una panoramica sulle problemati-che della donazione in ambito nazionale, regionale eprovinciale. Il presidente della Comunale RobertoCerruti, ha invece sottolineato l’importanza dei gio-vani per l’Avis, in particolare di coloro che svolgonoattività sportiva in modo continuativo. Al dottorMirto Andrighetti, che da anni presta il proprio aiutovolontario all’Avis, il compito di raccontare la dona-zione del sangue attraverso la storia, fino a giungerealle tecniche di raccolta e conservazione attuali. Ilmedico ha, inoltre, risposto ai numerosi quesiti sani-tari e comportamentali legati all’atto della donazione,che hanno sottolineato il successo dell’iniziativa. “Laconstatazione dell’interesse da parte dei presenti per que-sti argomenti - ha commentato Roberto Cerruti - è

sicuramente un buon segnale. I giovani sono spesso con-siderati, a torto, indifferenti verso gli altri, ma i giova-ni arbitri mestrini hanno in questo caso dimostratocuriosità, interesse, voglia di partecipare e di essere utilial prossimo: tutte buone notizie sul fronte del donare.Ringraziamo la Sezione di Mestre dell’AssociazioneItaliana Arbitri e ci auguriamo di incontrarci in futureoccasioni”. Giorgia Chiaro

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Come meglio augurare un buon 2012, se non inmusica? Proprio così ha pensato di fare la sezione

Abvs di Belluno che, sulla scia di una preziosa collabo-razione avviata con il Circolo Culturale Bellunese, hacontribuito a portare tra le Dolomiti il pianista russo

Grigory Sokolov. Il musicista non è nuovo ai concertinel bellunese ma la sua fama, come ogni volta che unpianista di tale caratura si esibisce in città, ha destatoancora una volta notevole interesse. La sera del 29 gen-naio il Teatro Comunale era praticamente pieno e tra ilpubblico c’erano persone di ogni età. Nato nel 1950 aLeningrado, Sokolov ha cominciato a suonare il pianoall’età di 5 anni, arrivando poi a vincere il primo pre-mio al concorso “Tchaikovsky” di Mosca a soli 16anni. Una carriera iniziata molto presto che lo ha por-tato a suonare nelle più importanti sale da concerto delmondo. E, ancora una volta, Grigory Sokolov ha datoprova della propria eccellenza. Cominciando da Jean-Philippe Rameau, passando daMozart e concludendo con Brahms, il celebrato piani-sta ha incantato il pubblico con un’esibizione di quasitre ore. La platea si è lasciata trasportare nel nuovoanno sulle note delle magnifiche composizioni chehanno trovato la propria piena espressione tramite ledita dell’eccellente pianista. Davvero un bel regalodell’Abvs alla città.

Va all’Happy Team il 4°Torneo della Befana, manife-

stazione di pallavolo organizzatadall’Abvs di Limana, in collabora-zione con il gruppo della pallavoloe della Sest Limana. In finale, laformazione trevigiano-venezianaha sconfitto l’Abvs Castion, colpunteggio di 2 a 0, con un doppio21 a 12, al termine di una rassegnagiocata sulle ali di una pallavolo diottima qualità. E’ stata una dome-nica all’insegna del divertimento alPalimana: mattinata e primopomeriggio sono stati dedicati alle

Un grandissimoGrigory Sokolovper augurare un buon 2012

Volley: il torneo della Befana all’Happy Team

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qualificazioni, con due gironi volti a delineare un“classificone” generale, dal quale sono emersi gliaccoppiamenti della serata.

Nove le squadre partecipanti per un totale di 81giocatori, con tre ospiti d’eccezione che hanno

onorato il torneo nel migliore dei modi:l’Associazione Feltrina Donatori Volontari delSangue (con la squadra di San Gregorio/SantaGiustina), l’Avis di Vittorio Veneto (Volley For Fun)e l’Avis di Venezia, con la vincitrice Happy Team.Così ai quarti: Abvs Castion - Abvs Belluno 26-24;Afdvs Santa Giustina San Gregorio - Happy Team17-25; Abvs Salce - Donatori Sangue Alpago 25-18;Sest Limana - Volley For Fun Asd 23-25. Semifinali.Abvs Salce - Happy Team 0-2 (7-15; 5-15); VolleyFor Fun - Abvs Castion 1-2 (15-10; 11-15; 12-15).Finale per il 1° e 2° posto: Abvs Castion - HappyTeam 0-2 (12-21; 12-21). L’Happy Team vincitore

(nella foto a sinistra) era composto da Federica Coan,Flavio Minotto, Alessandro Di Lorenzo, MicheleVolpato, Giorgio Spizzottin, Alberto Targhetta, LucaGiurin, Andrea Ficotto, Marina Bertolin. AbvsCastion: Luciano Iannotta, Davide Iannotta,Massimo Da Ros, Lucia Bardin, Chiara Piol, MorenaFant, Grazia Capraro, Valentina Pellegrin.

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Applausi calorosi hanno accompagnato, nel-l’affollata sala parrocchiale di Bolzano

Bellunese, il concerto-performance della nota jazzvocalist Enrica Bacchia “Suggestioni d’Oriente...aspettando il Natale”. Un’esibizione accompagnatadalle voci recitanti dei poeti dell’associazione cultu-rale “Verba Volant” Camilla Emili, Enrico Gasperi,Patrizia Burigo. La manifestazione del 22 dicembre, presentata daMirta Amanda Barbonetti, presidente di “VerbaVolant” e patrocinata da Comune e Provincia diBelluno, è stata realizzata in collaborazione con ilCai e Aics (sezioni di Belluno), da Nuova Ricreativa,dall’Abvs e dalla parrocchia di Bolzano Bellunese.Enrica Bacchia, di Conegliano, ha oltre 50 anni di

esperienza di canto e centinaia di concerti alle spalle,che l’hanno portata ad affinare una tecnica vocaleestremamente particolare. Da sempre collabora con musicisti di fama interna-zionale, ma anche con spiriti liberi che incontra tragli altopiani della Siberia, ai confini della forestaamazzonica, o nelle lande di Capo Nord, nelle rosseoasi del Senegal, nascosti dietro le mascheredell’Opera Cinese. Lo spettacolo si è snodato attorno al progetto musi-cale “Music percettiva”, creato nel 2009 da Enrica,che presenta la naturale concretizzazione di quelquid sonoro esistente nel campo da sempre, cheattende solo di essere consegnato nuovamente allacoscienza e consapevolezza di tutti.

Il 29 febbraio scorso è scomparsa la mamma dellaPresidente provinciale Abvs, la nostra cara GinaBortot. I funerali, molto partecipati, si sono svolti il 2marzo nella Chiesa di Basia a Puos D’Alpago. A Gina e alla famiglia tutta la vicinanza delle Abvsdella provincia, dell’Avis regionale e di tutta la nostraredazione.

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A Bolzano Bellunese una vocalist mondiale

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Lutto in Abvs

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L'anno cambia sempre, se non altro i numeri si rin-corrono e per noi umani, che ci auguriamo buon

anno al suo nuovo sorgere, non sempre quello cheviene è migliore di quello che se ne va. Sicuramente aVicenza, sotto il profilo delle donazioni, le cose sonoandate bene, per noi Avis un aumento delle donazionic'è stato, nella misura chiesta dal Crat Veneto,(Coordinamento regionale attività trasfusionali).Abbiamo eseguito “i compiti per casa” diligentemente,abbiamo contribuito al raggiungimento del numero disacche di sangue da inviare a Padova e fuori regione,chiesto al dipartimento di Vicenza per l'autosufficien-za regionale e nazionale. Se sotto il profilo donaziona-le, come Dipartimento siamo andati bene, altrettantonon si può dire dei rapporti interni che quest'anno sisono concentrati in due sole riunioni della Conferenzadi Dipartimento. Un po' poco per dire che ci sono staticonfronto e condivisione. Per carità, non è che ci si siaaccapigliati, ma i numeri dicono che si è lavorato inmodo scollegato. Le Ulss hanno avuto incrementidiversi: l'Ulss 4 Schio ha raccolto un più 3%, l’Ulss 3Bassano si attesta sul 1%, mentre abbiamo un 2% perl’Ulss 5 Valdagno, ultima l’Ulss 6 Vicenza quest'annoha avuto una flessione attorno al 4%. Dall'altra partedella barricata, sul versante consumi abbiamo un incre-mento sotto il 2%. La dipartimentalizzazione provin-ciale ha creato della difficoltà nella gestione unitaria delsistema, si sono create delle disomogeneità tra le Ulss.Inoltre, l’amministrazione condivisa tra aziende sanita-rie risulta talora di difficile attuazione. La gestione delpersonale è vincolata dal punto di vista contrattuale e

sindacale, impedendo così l’ottimale utilizzo dellerisorse con un’attività dipartimentale condivisa e coor-dinata. Lo so che questi concetti li sto ripetendo da piùtempo nei miei editoriali, spero di non annoiarvi, maso che non siete solo voi donatori (che capite bene lasituazione) a leggere il nostro giornale, perciò spero che“parlando alla nuora capisca anche la suocera”.Cambiando argomento e passando alle nostre assem-blee comunali e provinciale, diciamo che quando leg-gerete questo editoriale si saranno già svolte tutte e chespero vi avrete partecipato numerosi. Soprattutto per-ché è compito vostro di donatori avallare le attività chei vostri dirigenti svolgono per voi e per la nostra asso-ciazione. Nelle assemblee si viene invitati a parteciparepiù attivamente alla vita associativa. Voi giovani, intesicome giovani chi sta nella fascia di età tra i 18 e i 40anni, donne comprese, sappiate che l'anno prossimo cisaranno i rinnovi dei Consigli direttivi di tutte lenostre associazioni, dalle comunali alla nazionale. Loso che tutti siamo impegnati, ma c'è bisogno di unaventata nuova anche in Avis, ora ai vertici associativi lamaggioranza dei dirigenti a casa hanno i nipotini, ilsottoscritto compreso. Non è socialmente corretto chei “nonni” prendano decisioni e programmino il futuroanche dell'Avis, è un compito che spetta ai “genitori”,è una responsabilità che hanno nei confronti dei lorofigli. Spero di non essere troppo invadente, ma miauguro di smuovere in voi quei sensi di colpa di disim-pegno che qualche volta manifestiamo per comodo onegligenza. Comunque, auguro a tutti un fraternoaugurio e un a risentirci a presto. Enrico Iseppi

Giorni di lavoro intensi, prima delle vacanze, perBabbo Natale dell’Avis di Velo D’Astico, che ha

portato auguri, caramelle e dolci ai bambini delle scuo-le materne ed elementari. A ogni ragazzo del Ceod, aSeghe di Velo, è stato invece consegnato un sacchettocon frutta e dolci natalizi, tra i ringraziamenti dellefamiglie e degli operatori. È una piccola iniziativadell’Avis di Velo, ma riproponendosi ogni anno oltre adare visibilità alla nostra associazione sul territorio, ciriempie di soddisfazione perché regala gioia e sorrisioltre che incrementare i nuovi iscritti. Vogliamo trami-te “Dono & Vita” ringraziare a tale proposito i moltigiovani diventati donatori negli ultimi anni, ai quali vail nostro plauso per la loro sensibilità verso il prossimoche soffre. Il presidente Pietro Ceron e il Direttivo

Vitale la collaborazione nel Dimt

Velo D’Astico, Papà Natale e i tanti giovani

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Avis e Aido di Recoaro in lutto per lamorte di Achille Acqua, scomparso

all’età di 87 anni. Il “ragioniere”, come eraconosciuto da tutti, è stato una figura dispicco sia nelle Associazioni di volontariato,sia nella vita culturale e sociale del paesedove ha svolto, tra l’altro, anche il delicatocompito di Giudice Conciliatore. Nel1968, assieme ad Aroldo Pivetti, RoccoSgorbati e Giorgio Zaccaria, fondò ilGruppo dei donatori di sangue di Recoarocon le prime adesioni al Gruppo diValdagno, sorto cinque anni prima. I primidonatori furono i dipendenti dello stabili-mento di imbottigliamento di Recoaro,dove anche Acqua lavorava e in particolare

all’interno del Cral aziendale, di cui il ragio-niere fu consigliere e animatore per moltotempo. Il 2 marzo 1969 fu ufficialmentecostituito il gruppo Avis-Cral aziendaleTerme di Recoaro e Achille ne fu il primopresidente, carica che mantenne fino al1978 favorendo la crescita in donatori edonazioni. Dieci anni dopo, nel 1979, suproposta del Consiglio direttivo dell’Avis,di cui era vice presidente, nacque a Recoaroanche l’Aido di cui Achille che fu tra i primiiscritti. Il ragioniere Acqua fu anche consi-gliere del Gruppo alpini e dell’AssociazioneCombattenti e Reduci. Nella foto l’ultimapartecipazione di Achille Acqua all’assem-blea dei soci Avis-Aido del 2002.

Per l’Avis di Castelgomberto-Trissino il 2012 è unanno speciale. Il Direttivo, guidato dal presiden-

te Giampietro Vantin, festeggia il 40° di costituzionedell’associazione. Come evento di apertura, il 5 gen-naio, si è tenuto l’ormai tradizionale concerto di coridell’Epifania. All’insegna dell’integrazione e dell’in-terculturalità, sono stati invitati il Coro della comu-nità ghanese di Valdagno e il Coro lirico di S.S.Pietro e Paolo e di S. Cecilia. La prima parte dellaserata è stata animata dai ritmi coinvolgenti del coroghanese che ha proposto un repertorio di brani spi-ritual-gospel, dove canto e preghiera si fondonoinsieme. La seconda parte ha avuto come protagoni-sta il coro lirico di S.S. Pietro e Paolo e di S. Ceciliadiretto dal maestro Pierangelo Zoso e accompagnatoal pianoforte dal maestro Simone Miotto. A incanta-re il pubblico sul palco conbrani di Verdi, Vivaldi, Mozart,List e altri compositori sonostate le voci del soprano PaolaBuratto e del giovane tenoreRemo Benetti. Una seratagioiosa ed emozionante che havisto la Sala della ComunitàLux al completo, in un climaancora natalizio che si è benconiugato con la musica e lasensibilizzazione verso un temaimportante come la donazionedel sangue che non conosce

alcuna distinzione, ma che è, come recita lo slogandella nostra associazione, “semplicemente importan-te”. Il prossimo evento sarà il 22 aprile 2012 con l’i-naugurazione del monumento del donatore comple-tamente restaurato ed una Santa Messa per tutti idonatori dell’Avis di ieri e di oggi.

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Castelgomberto -Trissino: un anno specialeiniziato alla grande con la grande musica

Recoaro: Avis, Aido e la perdita di un grande amico LE

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Trent’anni per Avis San Pietro di Rosà

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L’Avis comunale di San Pietro di Rosà ha festeggia-to il 4 febbraio i suoi 30 anni di attività. Era infat-

ti il 21 gennaio 1982 quando al ristorante “Al fiore”veniva eletto il primo Direttivo chevedeva presidente Lorenzo Signori,vice presidente Valerio Geremia esegretaria Daniela Martinello. I nostrifesteggiamenti, con l’aiuto dell’Avisprovinciale di Vicenza e del presiden-te Enrico Iseppi (che da sempresostiene il nostro gruppo che è il piùpiccolo della provincia, ma non perquesto meno attivo) hanno avuto ini-zio con il consiglio provinciale, svol-tosi nella chiesetta “antica” di SanPietro, risalente all’epoca romana. Aseguire la Santa Messa nella chiesaparrocchiale, assieme al gruppo R.d.s.(Reparto donatori sangue) degliAlpini, all’Aido e alla Protezione civi-le. Ad animarla è stato il coro “Larosa” di Rosà con alcuni brani del suorepertorio. Emozionante il momento

della premiazione dei donatori benemeriti che hannoraggiunto le 24 e 50 donazioni. Ci siamo poi trasferitial vicino ristorante “Al fiore” per una cena in allegria,con la presenza del sindaco di Rosà Manuela Lanzarin,il presidente dell’Avis provinciale Enrico Iseppi e il vicepresidente dell’Rds Ferruccio Campagnolo. La festa siè conclusa con una ricca lotteria e un arrivederci all’an-no prossimo. Tra le attività svolte dal gruppo Avis SanPietro Rosà per cercare di promuovere il dono del san-gue, ci sono interventi nelle scuole superiori di Bassanodel Grappa, Nove e Romano d’Ezzelino. Interveniamo con il gazebo alla “Marcia dei cavini”,gara podistica non competitiva, alla sagra paesana del29 giugno, alla scuola elementare (alla classe quinta)proponiamo il gioco “Fiabilas” ideato dall’Avis regio-nale per i bambini, ai quali vengono donate anche car-telline contenenti squadra, righello, penna, blocconotes… con la scritta Avis, alla biblioteca comunale diRosà forniamo i segnalibri proposti dalla Regionale.Volevo concludere con una frase della preghiera deldonatore “sappiamo che al termine della vita, solo l’a-more resta e tutto il resto svanisce”.

Claudio Battilana - presidente Avis San Pietro di Rosà

Per un domani migliore si deve “investire”iniziando dai ragazzi. Ogni anno, nel mese

di maggio, la scuola primaria dell’Istituto stata-le “A. Fogazzaro” di Piovene Rocchette organiz-za “I giochi di primavera” per i ragazzi dai seiagli undici anni. Un’iniziativa che trova la piena

collaborazione del dirigentescolastico, dott. MarioChiarello, e che anche que-st’anno si ripeterà. Nellascorsa edizione la Comunaledi Piovene Rocchette ha con-tribuito con un piccolo pre-mio ai 420 alunni presenti:una semplice medaglia ugua-le per tutti, perché a questeetà l’importante è partecipare. Airagazzi viene fatta capire l’impor-tanza di condividere i momenti digioco con lo spirito di gruppo,imparando sane regole sportiveindispensabili per sviluppare alcu-ni valori come la solidarietà e ilsenso civico. Oltre ai rappresentan-

ti dell’Avis, la manifestazione vede in prima linea gliinsegnanti. Per un po’ di tempo sul territorio comu-nale si è potuto notare i ragazzi indossare la “merita-ta medaglia” con orgoglio. La speranza è che questesemplici iniziative, parlandone in famiglia, possanocontribuire a scuotere gli animi di ognuno e quindiincoraggiare a diventare possibili donatori di sangue.

Gianni Gasparini

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Tornano i “giochi di primavera” a Piovene Rocchette

Sangue midollare da tutto il mondo?

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Ciao a tutti, Mi chiarite una cosa, per cortesia?A pag. 24 di Dono&Vita di dicembre 2011 si dice che"a dicembre 2010 erano 2500 i pazienti che, nonostantei diciotto milioni di donatori mondiali, non ne avevanouno compatibile". Vorrei che mi diceste se c'è qualchemotivo per cui avete scritto così o veramente ognipaziente in attesa di donazione può attingere a donato-ri di tutto il mondo... Spero di essermi spiegato nelladomanda e porgo cordiali saluti.

Antonio Schiavo - SchioCaro Antonio, la domanda è chiarissima. Meno chiaro èche non ci risulta di aver scritto quella frase a pagina 24del numero scorso (su quella pagina, infatti, c’era un ser-vizio su Lazise per “Il Bello del Veneto”). In verità, nono-stante me lo sia “ripassato” tutto, sullo scorso numero pro-prio non ho trovato tali dati. Dati che, in ogni caso,dovunque tu li abbia letti, corrispondono a verità. La tuamail vale una risposta circostanziata e generale. È vero che TUTTI i pazienti italiani in attesa di tra-pianto di sangue midollare possono trovare un donatoreHLA compatibile fra gli oltre 18 milioni registrati intutto il mondo. Anzi, nel 2011 su 670 pazienti italianiche hanno ricevuto un trapianto di CSE (Cellule stami-nali emopoietiche) ben 543 hanno ricevuto “cellule stra-niere” e solo 127 provenienti dall’Italia. Viceversa anche

tutti i pazienti in attesa nel mondo possono potenzialmen-te ricevere cellule staminali italiane. Questo, almeno,nelle nazioni che hanno un pari registro collegate conl’Imbdr (Italian Bone Marrow Donor Registry - Registroitaliano donatori midollo osseo). Il nostro contributo versoi pazienti mondiali è stato di 59 donazioni “esportate”.Stesso discorso vale per le Cellule staminali da Cordone(argomento di cui ci siamo occupati nello scorso numero)dove però il “dare-avere” è sostanzialmente in pareggio: 65donazioni “importate”, 71 “esportate” (fonte Imbdr).Già che ci sono approfitto anche dell’occasione e chiudofornendo a te e ai lettori i dati più aggiornati dell’Imbdr.Questi i numeri al 29 Febbraio 2012:- Potenziali donatori in Italia: 335.650;- Unità di sangue cordonale disponibili per la ricerca inItalia: 27.122;- Potenziali donatori adulti nel mondo: 18.825.761;- Unità di sangue cordonale disponibili per la ricerca nelmondo: 514.631. In ogni caso allego alcune tabelle relative all’argomento date proposto e ricavate dal sito del Registro Italiano (che hasede fisica presso gli Ospedali Galliera di Genova). Tutte le notizie più aggiornate su tali argomenti, comun-que, possono sempre essere reperite sul sito www.adoces.it/.

Beppe Castellano

A proposito di staminali e di Adoces... Ci ha scritto AliceVendramin Bandiera, responsabile nazionale Adoces ringra-ziandoci prima di tutto “per il servizio che avete dedicato sulsangue cordonale e sui provvedimenti dell'Antitrust” nonché“per l'attenzione e spazio che avete dedicato al primato dei diecidonatori di Paese”. Nel contempo Alice Bandiera ci ha segna-lato che “la didascalia della foto nella quale sono ritratta conl'On. Roberta Pedoto, Componente la Commissione AffariSociali della Camera, riporta erroneamente "nella foto dueattiviste Admor-Adoces". Vi chiedo cortesemente di voler cor-

reggere nel prossimo numero l’inesattezza”. Il direttore respon-sabile chiede perdono per la svista. L’intervento inviato dallaSig.ra Bandiera non aveva purtroppo alcuna immagine acorredo. Ne abbiamo dovuto reperire quindi una sul web,esattamente su un sito Admor-Adoces, dove però nessunanota indicava chi fossero le due signore vicino allo standAdmor-Adoces. La Sig.ra Bandiera, in ogni caso, è attivistada sempre per Admor-Adoces, mentre per quanto riguardal’On. Roberrta Pedoto l’augurio - sicuramente condivisodalla stessa scrivente - è che lo diventi presto. B.C.

Admor-Adoces, didascalie, Onorevoli ed errata-corrige

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Ispirato dalle storie lette su Dono&Vita-web e scritte dalmio amico Giuseppe, che mi hanno ricordato attimi dellenostre vite, vi invio a mia volta la storia di Pietro e dellapromessa fatta da un bimbo a un papà. Ancora oggi, l’ultima promessa è mantenuta. Luigi Ficorella, Roma

C’era un bimbo che aveva un amico del cuore di nomePietro. I due si erano conosciuti in un posto dove gliadulti vestivano camici bianchi e dove anche gli altribambini, per la maggior parte del tempo, stavano cori-cati nel letto a osservare gli aghi conficcati nelle lorobraccia. O a guardare il sangue che ossessivamente goc-ciolava per scorrere dalla sacca attraverso i tubicini tra-sparenti collegati a quei fastidiosi pungiglioni. Moltospesso i due si ritrovavano lì, tanto che l’ansia a ogninuovo ricovero era per ambedue chiedersi se ci fosse giàl’altro. E di solito era così. Pietro era di poco più gran-de di età e teneva in gran conto il suo amichetto. Pietroaveva una passione: aveva ricevuto per regalo delle stra-ne penne colorate che se inserite in uno strano mar-chingegno, disegnavano su di un foglio. Ogni volta sipalesavano strane figure o forme, non ben definite,forme astratte e soprattutto tanto colorate. In quelleforme che prendevano vita poco alla volta nell’autono-ma rotazione delle penne, i due amici si divertivano ascovare i profili di quella o quell’altra persona, oppuredi questo o quell’altro oggetto. I disegni catturavano iloro sogni, alleviando i tormenti di quella camera.Quell’anno il tempo trascorreva velocemente, gliincontri con Pietro durante i ricoveri si susseguivano,evidente era il peggiorare delle sue condizioni fisiche. Ilsuo buon cuore non sosteneva più il peso dei malanniche affliggevano il suo organismo. I giochi fra i dueerano ormai scomparsi, Pietro non riusciva quasi più aparlare, afflitto com’era da quell’affannoso respiro.Spossato, comunicava con gli occhi e tra di loro si capi-vano al volo. I genitori erano presenti, ma per la cru-deltà delle convinzioni e delle convenzioni di queglianni, non era concepibile che restassero fuori dell’ora-rio di visita ad assistere il figlio. Durante i limitati oraridi visita, la mamma di Pietro coccolava il figlio, sem-pre premurosa. Il papà, invece, restava quasi sempre indisparte ai bordi del letto a godere di quei teneriabbracci, limitandosi a carezzare i piedi del figlio. Ilpapà di Pietro era un militare di carriera di alto grado.Il bimbo era attratto da quella divisa così lucente elustrata che vestiva con orgoglioso spessore un uomodalle fattezze statuarie che quasi incuteva paura a chigli era dinanzi. Oramai quasi ogni giorno Pietro veni-va colto da crisi cardiache: il cuore batteva veloce e conforza, sobbalzava, sembrava volesse uscirgli dal petto.In uno di quei momenti di visita, la solita amorevole

scena che il bimbo gustava dalsuo letto. Di lì a poco, però,avvenne qualcosa di imprevi-sto. Era prossima l’ora di usci-

ta dei parenti, quando il papà di Pietro chiamò ilbimbo in disparte per parlargli. Il bimbo s’accostòquasi timoroso. Intuendo lo stupore, il militare lo ras-sicurò amorevolmente, gli posò una mano sulla spallae tirandolo a sé gli disse: “Sono molti anni che vedo comecon Pietro vi vogliate molto bene. Anche se sei ancora unbimbo per quello che hai visto e patito qui dentro, seimolto più grande e maturo dei tuoi nove anni. Ti parloquindi come a un adulto. Ciò che ti chiedo, lo sapremosolo io, te e nessun altro. Pietro sta morendo, ma nonvoglio che questo accada senza che io sia presente. Non melo perdonerei mai. Prendi...”. Gli diede un foglietto dicarta con un numero telefonico e un gettone: “se Pietrostarà tanto male quando io non ci sono, non devi far altroche usare il gettone comporre il numero del telefono scrit-to nel foglietto e dire il tuo nome. Non occorrerà altro, iocapirò”. Il bimbo assentì con gli occhi e si lasciaronoin silenzio, fra uomini non occorrevano altre parole.Non passò molto tempo. Solo due sere dopo, un’oret-ta prima di mezzanotte, Pietro urlò chiamando il nomedel bimbo. Questi corse al suo letto, non c’erano altribambini in camera. Vide quel petto che non riuscivapiù a contenere i battiti del cuore. Suonò il campanel-lo, per chiamare infermieri e medici che accorsero. Luiinvece uscì dalla stanza in silenzio, con in mano ilfoglietto e il gettone. La promessa fatta al papà diPietro fu mantenuta. Non furono passati neppure 15minuti e i genitori di Pietro entrarono in stanza. Ilpapà, trafelato, prese la mano del figlio tra le sue. Sivoltò verso il bimbo, prima che tirassero la tenda, e losalutò ringraziandolo con un gesto del capo. Ancorapoco, poi dietro quella cortina con cui gli infermieriavevano nascosto il letto di Pietro, il silenzio si ruppe,facendo spazio a un pianto composto. Pietro era anda-to, lui non soffriva più. Era passato un anno esatto, il bimbo era ancora lì.Ancora una volta ricoverato, era tornato in quella stes-sa stanza. Nell’orario di visita quel giorno entrarono igenitori di Pietro. La mamma baciò uno a uno tutti ibimbi della camerata, con le lacrime che scorrevano sulviso. Il papà era come sempre in disparte. Forse peressere un grande soldato - pensò il bimbo - bisognatrattenere in sé il dolore e le emozioni. Il soldato videil bimbo, lì nel lettuccio in fondo, si mosse verso di lui:“Pietro ti voleva molto bene, ricordalo sempre”. Scattòquasi sull’attenti e lo lasciò con un’ultima carezza sullatesta. Questa fu l’ultima promessa del bimbo...

Assieme a questa storia di vita risalente a unaqurantina di anni fa, ne pubblichiamo un’altra,ancora più “antica”. A legarle le “divise” e un sotti-le, ma fortissimo, filo rosso.

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Il bambino e il “generale”

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Questa storia l’abbiamo quasi “rubata”, con la“complicità” di un presidente provinciale Avis di cuinon faremo il nome. È emersa, ormai dimenticata,da una pila di carte e di documenti dello studio diGiovanni Battista Gajo, ormai ex primario delCentro trasfusionale di Treviso. Il dottor Gajo stavasvuotando il suo studio per lasciare lo spazio liberoper chi verrà dopo di lui. Come abbiamo scritto nelnumero scorso, infatti, dopo più di 40 anni di car-riera Gajo è andato in pensione. Un presidente pro-vinciale a caso passava di là in quel momento asalutarlo e ha pensato, dopo aver letto manoscrittoe testimonianza, di chiederlo in dono per il giorna-le e per tutti i lettori. Eccovene copia e trascrizione.

Treviso, 9-10-1981Carissimo “Dotor” e nipote Gianni, visto che tu sei un“dotor” del sangue, ecco come per “fame trascurata” diven-ni “donatore di sangue” e come uno scorbutico sergenteinglese accese in me un’idea! Quindi, se hai tempo evoglia, leggi l’unito foglio. Vivissimi, cari saluti a Te e atutta la tua bella e simpatica famiglia. Tuo affezionatissimo zio BrunoP.S. A Te anche particolare GRAZIE quale mio Medicovalentissimo.

Come divenni donatore di sangue, di Bruno Manfren,alpino e donatore emerito. Testimonianza pubblicatain occasione del 55° anniversario della costituzione delGruppo donatori di sangue trevigiano (Giornata deldonatore, domenica 11 ottobre 1981, numero unicoAvis Comunale di Treviso).

“In quell’anno 1944 ero prigioniero di guerra e mi trova-vo nel campo 27/1 di Yol in India, località situata neiprimi contrafforti dell’Himalaya a quota metri 1224. Il“rancio” che ci passava la mensa di Sua MaestàBritannica era sufficiente, ma assai monotono. Il sogno ditutti noi era di poter gustare un bel piatto di spaghetti euna bistecca. Ma lì in India le vacche sono… sacre e nonvengono uccise, né, tantomeno, mangiate e gli spaghettinon esistono. Un bel giorno, dalla voce dell’altoparlanteinstallato su di un palo del reticolato che cingeva la nostracittà di baracche di legno, fu trasmesso un appello che super giù suonava così” …ci sono dei feriti in arrivo, neces-sita sangue…”. Radio-naja, cioè voci provenienti dallostaff italo-inglese addetto alla conduzione del campo,completava l’appello con la notizia che ad ogni donatoresarebbe stato servito un lauto pasto proprio a base di…spaghetti e bistecca. Così, senza tanto pensarci (grazie aDio ero in buona salute), un po’ per un certo senso diumanità ed abbastanza per “fame trascurata”, mi diedi in

nota. Quando ci fudato l’ordine di partireper l’ospedale mi misiin fila davanti al can-cello del campo col miologoro cappello alpinoin testa. Eravamo unaquarantina di prigio-nieri di tutte le armi edi varie parti d’Italia,quasi tutti semplici sol-dati. Ci avviammoscortati da militariindiani, al comando diun sottufficiale ingleseuso a dare ordini unitialle solite pesantiespressioni, del resto inbocca a tutti i sergentidel mondo. Giuntiall’ospedale comincia-rono le visite di idoneità ed i prelievi. Io fui affidato allecure di un capitano medico indiano, una persona gentileed educata che personificava un misto dell’efficienza bri-tannica con le millenarie tradizioni della sua razza indù:turbante in testa, barba folta e ricciuta raccolta in unaretina e bracciali di ferro ai due polsi. Nel corso della tra-sfusione egli mi domandò in inglese: “Tenente, perchécompie tale atto?”. Onestamente avrei dovuto dirgli. “per-ché ho fame” ed invece sussurai: “così, per umana solida-rietà” ed il discorso si chiude lì. Dopo la donazionefummo accompagnati alla mensa dell’ospedale dove ci fuofferto un ottimo “tea” ben zuccherato. La famosa spaghet-tata con bistecca ancora una volta si dimostrò un colpo dinaja, cioè un sogno ed un desiderio destinati ad essereimpagati. Più tardi, dopo una breve obbligatoria sosta sudi un lettino, chiesi di essere riaccompagnato al campo equi avvenne la metamorfosi del burbero sergente inglese.Si irrigidì sull’attenti e facendomi un impeccabile salutomilitare d’ordinanza mi disse “You can go, sir” (lei puòandare, signore). Rimasi stupito: cosa era successo nell’ani-mo di quell’uomo? Ancora oggi immagino e penso che ilfatto di donare il sangue, cioè donare vita, era un gesto dirispetto al di sopra dei rancori di guerra. Forse proprioquell’oscuro e scorbutico sergente inglese è colui che inparte mi ha spinto, qualche anno dopo il mio ritorno inPatria, a costituire in seno alla famiglia scarpona trevisa-na ed al fianco della benemerita Avis, il primo in Italia“Gruppo alpini in congedo donatori di sangue”. Ricordidi tanti anni fa, in parte tristi e in parte no, comunqueper me ancora vivi e sempre validi, perché a far del benenon si sbaglia mai.

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Il sergente e la bistecca