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Periodico trimestrale di Informazione e Promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue del Veneto e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue Pubblicazione Trimestrale - Registrazione Tribunale di Treviso n.494 del 25/6/92 ANNO XXXIV- n.4 - Dicembre 2012 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, NE/PD - Iscr. Reg. stampa n°06125 del 17/12/97 - Tiratura e diffusione: 105.000 copie www.donoevita.it. Numero 4 dicembre 2012 Se il “Samaritano” arriva in taxi...

Dono e Vita no.4 - Dicembre 2012

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Dono e Vita no.4 - Dicembre 2012

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Periodico trimestraledi Informazione e

Promozionedell’AssociazioneVolontari Italiani

Sangue del Veneto e dell’Associazione

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Numero 4dicembre 2012

Se il “Samaritano” arriva in taxi...

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Ultim’ora da Avis nazionale: benemerenze più “leggere”Non cambieranno la foggia delle

benemerenze né le modalità con cuivengono assegnate, ma cambieràsemplicemente il contenuto in oro di quellepreviste di tale metallo prezioso,consentendo una riduzione fino al 70%del loro costo attuale.

Questo il passo centrale della lettera diVincenzo Saturni, il nostro presidentenazionale, con cui ha comunicato loscorso 26 novembre la decisione presadal Consiglio nazionale Avis: anni didiscussioni arrivano al dunque. Era statal’Avis Regionale Veneto a porreformalmente la questione in ambitonazionale con una lettera del 6 febbraioscritta di pugno dal nostro presidente

Alberto Argentoni, che l’ha poi ripresacon fermezza all’Assemblea nazionaledi Montecatini di fine maggio ottenendouna risoluzione assembleare favorevole.Il Consiglio nazionale ha infineapprovato la proposta del presidentenazionale.

Dal 1° gennaio 2013 si cambiaNella lettera del 6 febbraio Avis Venetoponeva la questione sulla base di alcunepremesse:- La crisi economica e finanziariainternazionale sta riducendo in modosensibile le disponibilità verso la sanitàe il welfare anche del nostro Paese;- I Comuni, le Province, le Fondazionie i Centri di Servizio per il Volontariato

non concorrono più a coprire le spesedelle varie associazioni di volontariato;- Il riconoscimento di una benemerenzaal donatore tende a essere sempre piùconsiderato come un attestato simbolico,svincolato dal metallo più o menoprezioso utilizzato;- Grazie alla continua crescita culturaledei Soci e dei Dirigenti, risulta semprepiù eticamente corretto utilizzare lerisorse offerte alla nostra associazione perla sensibilizzazione della popolazione,per svolgere un’opera di prevenzionesulla salute del donatore e su corretti stilidi vita, per dare un’informazionesanitaria sempre più puntuale ai soci. Bene così, facessero altrettanto in altriambiti… Bernardino Spaliviero

Quanti siamo, dove siamo, quanto doniamo. In ITALIA(dati 2011 da assemblee nazionale e regionale)

E in VENETO

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SOM

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Sommario

L’Editorialedi Alberto Argentoni pag.4

La pagina del direttoredi Beppe Castellano pag.5

Attualità trasfusionaleFin qui bene grazie a tutti, ma è inarrivo un “gelido” inverno da pag.6

Programmazione 2013 un rebusalquanto complicato da pag.8

Attualità“Chiamati” a confrontarsi da pag.10

Tutto ciò che serve, dove serve pag.13

Progetto BessyIstantanea dell’Adriatico pag.14

La verifica di metà percorso pag.15

Proemio Samaritano 2012 Dolo: dove la bontà è di casa pag.16

Menzioni speciali di “gruppo” pag.17

Dalla Regionale - ConvegniQuelle “dieci” per il Dono, con tanto di testimoni pag.18

Pagine GiovaniForum giovani interregionale,se va in scena il cambiamento pag.20

Un Forum 2.0. O forse no? pag.21

La parola ai facilitatori: “un’esperienza coinvolgente” pag.22

Kart 2012: in gara, ricordando l’amicoMichele Lapolla pag.23

SPECIALE: Avis VenetoIl nuovo RegolamentoQuattro pagine speciali da staccare econservare da pag.24

Il Bello del VenetoCastelbrando (TV): storie di castelli, d’armi e d’eroi sulla stradadel Prosecco da pag.27

Le sette sorelleCronache associative dalle nostreprovince avisine e dall’Abvs Belluno

Belluno da pag.30

Vicenza da pag.32

Padova da pag.34

Venezia da pag.36

Treviso da pag.39

Verona da pag.42

Avventure AvisineIn Panda sulle piste di Gengis Khan.Due donatori al “MongolRally” pag.45

Giovani, musica e simpatiaLos Vampirones: e s’infiamma il Palaverde

pag.46

Musica nel Sangue 2013, partiti! pag.47

Fiods Giovani: cronache “venete” da Iceland pag.47

Dono & Vita Anno XXXIV - n° 4 - dicembre 2012

Periodico di informazione e promozione dell’Associazione Volontari Italiani Sangue

e dell’Associazione Bellunese Volontari Sangue

Editore - Segreteria - AmministrazioneAVIS Regionale via Ospedale,1 - 31100 Treviso

tel. 0422 405088 - fax 0422 [email protected]

REDAZIONEVia Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)

tel. 0423 420078 - Fax: 0423 3445078320 4784837

E-mail: [email protected]

Presidente Avis Regionale VenetoAlberto Argentoni

Responsabile stampa associativa AVIS Regionale:Nereo MarchiIdea Grafica: Elena Fattorelli-Luca Fantoni - VeronaFotolito: Typongraph Digital Systems - S. Martino B. A. (Vr)Stampa: Mondadori Printing - VeronaDiffusione Editoriale: Prontopack - Zevio (VR)

LA REDAZIONEDirettore Responsabile:

Beppe Castellano - [email protected]

Vice Direttore Esecutivo/Segreteria Redazione:Michela Rossato - [email protected]

Coordinamento grafico-editoriale: Nereo Marchi

Vice Direttore: Roberto Rossini

Redattori responsabili per le provinciali AVIS - ABVS

BELLUNO: Danilo Zanon, Barbara Iannotta,Manuele Barattin; PADOVA: Marco Menin, Dante Gardin; ROVIGO: Andrea Mantoan; TREVISO: Paola Barro, Michela Rossato, Daniela Moro;VENEZIA: Giorgia Chiaro, Ottaviano Cereser,Giorgio Scotto, Dario Piccolo;VERONA: Alice Rossetto, Roberto Rossini;VICENZA: Enrico Iseppi, Gianfranco Sottoriva.

Redazione giovaniManuela Fossa (VE), Lucia Del Sole (VE), GiuseppeMorrone (TV), Fulvia Chiaro (VE), Dario Piccolo(VE), Umberto Panarotto, Bruno Gardin (VR),

Collaboratori fissi e rubricheOttaviano Cereser, Bernardino Spaliviero, FrancescoMagarotto, Roberto Rondin, Francesco Joppi,Giorgio Gobbo, Vilma Fabris.

Hanno collaborato a questo numero:Giovanna Tinunin, Giuseppe Polo, Gina Bortot, RobertoSartori, Piergiorgio Lorenzini, Gino Foffano, Walter Tonon,Dino Xaiz, Roberto Ferrari, Gloria Mercurio, BeniaminoPoggiaro, Maurizio Borsetto, Mirco Cusan, Daniele Aggio,Ezio Aldrighetti, Nicola Baldin, Luigi Pandolfo, Paolo Pajolae Gabriele Masotto.

Chiuso in fotolito il 4 dicembre 2012Il prossimo numero uscirà a marzo 2013

IL MATERIALE VA INVIATO IN OGNI CASOENTRO IL 30 GENNAIO 2013.

Foto a stampa, anche se non pubblicate, NON SI RESTITUISCONO.

Lettere e interventi vanno inviati, firmati, a: REDAZIONE DONO & VITA

Via Roma, 38 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)[email protected]

oppure AVIS ABVS Regionale Veneto Via Ospedale, 1 - 31100 Treviso

[email protected]

Gli articoli delle AVIS Comunali DEVONO passare attraverso i redattori di ogni PROVINCIALE. Vi invitiamo a contattarli anche per essere inseriti su

www.donoevita.itil vostro periodico WEB!

Seguiteci anche sul web e su FacebookFoto e altri articoli su donoevita.it

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Tutto deve cambiare perché nulla cambi. In que-sti giorni anche a noi dell’Avis è spesso tornata

in mente questa celebre frase. Non c’è, però, conser-vatorismo o “gattopardismo” nelle nostre intenzioni.Al contrario! Chiaramente, ciò che non deve cambia-re sono l’autosufficienza regionale, la sicurezza e laqualità. Su questo non si discute, ma siamo consape-voli che il sistema trasfusionale deve evolvere. Avis lodiceva già prima che la crisi economica “esplodesse”e si è sempre dichiarata disposta a discutere e a inter-venire. Non ci nascondiamo dietro un dito: neppurela nostra associazione è un esempio di dinamicità e divoglia di cambiamento, ma vivendo sulla pelle deinostri soci donatori le contraddizioni e i ritardi delsistema, siamo spinti ad affrontare subito i problemi.La “mazzata” della spending review è calata anche sulFrat. Risultato: un meno 5% di risorse disponibiliper il sistema trasfusionale. Abbiamo avuto l’assicura-zione che non verranno toccati i rimborsi associativie questo è un buon risultato, ma le ripercussioni sulservizio sono certe e ancora tutte da valutare. I nostrisoci ci chiederanno: “Ma se c’è bisogno di sangue, per-ché ci trattano così?”, “Non siamo vacche da mungere!”,“Ma voi che cosa fate? E tralascio altre valutazioni dalcontenuto meno edificante, ma facilmente intuibile.Badate bene che queste domande non sono unnostro “tormento”, ma la ricchezza della nostra asso-ciazione che vive dell’impegno e della partecipazionedei propri donatori! Non limitiamoci a liquidarequeste domande sottolineando le colpe del mondopolitico e le mancanze del sistema sanitario. Saremopiù utili se facciamo passare dei concetti semplici, manon banali che Vi riproponiamo e che Voi potetesicuramente integrare:- Noi doniamo per i malati e loro vanno tutelati al dilà di ogni discussione politica o taglio di risorse;- Noi doniamo in modo volontario e gratuito. Pergratuito intendiamo che deve essere tutelata la nostrasalute, ma che non chiediamo niente più di quelloche viene garantito agli altri cittadini che non posso-no o non hanno ancora pensato di donare sangue;

- Noi doniamo nella certezza che il nostro dono siautilizzato al meglio, quindi consapevoli che la gestio-ne della chiamata non è un brutale attacco alla nostraspontaneità o libertà di volontari, ma una necessitàper un uso etico del nostro sangue;- Noi doniamo sempre e solo nella massima sicurez-za e puntiamo alla massima qualità: abbiamo lottatoperché i Centri trasfusionali pubblici uscissero daisottoscala e perché fosse data dignità alla medicinatrasfusionale, ora dobbiamo pretendere la qualitàanche dei nostri punti di raccolta;- Noi doniamo anche se la raccolta non è all’ombradel nostro campanile. Questo significa che dobbiamoriorganizzare i nostri servizi e trovare nuove forme dicollaborazione tra Avis locali;- Noi doniamo, ma non stiamo zitti! Tutta l’Avis èimpegnata sui tavoli della programmazione e nell’at-tività di pressione politica sulle Istituzioni: siamorisoluti e fermi nel nostro impegno per l’ammalato eper il donatore. Non possiamo stancarci né assumereposizioni irresponsabili;- Noi doniamo il nostro tempo e le nostre forze nellacertezza che ci sarà sempre qualcuno che ci aiuterà e“raccoglierà il nostro testimone al momento giu-sto…”. Perché Avis è più grande di noi e di quelloche sappiamo vedere!Le imminenti assemblee possono essere un’occasionesplendida per parlare tra donatori e rinsaldare ilnostro patto associativo. Molti soci, purtroppo, nonverranno all’assemblea, ma li possiamo raggiungerecon la lettera di convocazione, magari quest’annomeno formale e più informativa! Aggiungiamo alcu-ni dati sulle attività, i progetti futuri e un commen-to sul sistema trasfusionale. A quelli che sarannoancora una volta presenti all’assemblea e a quelli cheavranno la curiosità di esserci per la prima volta,ricordo la “filosofia” di un grande santo:“Cominciate col fare il necessario, poi fate il pos-sibile… a un certo punto, all’improvviso, vi sor-prenderete a fare l’impossibile”. (San Francesco)

Alberto Argentoni, presidente Avis regionale

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Noi doniamo...Perché tuttocambi, per chi ha bisogno

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Èun numero, questo, in cui la parola “cambiamen-to” ricorre spesso in molti articoli, vedi l’editoria-

le del presidente qui accanto. Ricorre nel convegnodei giovani, ricorre in tante storie di persone e digruppi raccontate in queste pagine. O ancora da rac-contare proprio perché in divenire. Il “cambiamento”può essere voluto e programmato, vedi i prossimi rin-novi associativi Avis o (perché no?) anche le prossimeelezioni politiche del nostro Paese. Ma il cambiamen-to può capitare all’improvviso, nella vita di una per-sona, anche in modo tragico, anche come una maz-zata fra capo e collo che può sconvolgere un’esisten-za intera. È il caso, una storia fra tutte, della“Samaritana” 2012 - Caterina Bellandi - che non acaso abbiamo voluto in copertina. La sua storia èparadigmatica di come un tragico evento possa por-tare - ma solo grazie all’Amore, quello vero - a pro-durre mille e mille altri atti d’amore incondizionatoe gratuito. Caterina diventò “Milano25”, infatti,dopo la scomparsa del suo compagno tassista. Inpunto di morte Stefano le disse di continuare a esse-re “Milano25”, il suo taxi: l'eredità di un lavoro chelui riteneva "sociale". Caterina lasciò l'ufficio e rac-colse il testimone. Fu una risposta d'amore al suopersonale dolore. Ma l'amore di uno spirito aperto e

generoso si espande presto, si apre almondo, dilaga. E “Milano25” dopo menodi un anno, diventa il taxi totalmente gra-tuito, coloratissimo, pieno di ogni tipo digiocattolo per i “super eroi” del Meyer. Èl’ospedale pediatrico di Firenze, dove lamaggior parte dei bambini che vanno eche vengono continuamente, combattonoogni giorno contro leucemie e tumori. Edè così che un pur breve viaggio diventaper tanti piccoli e le loro famiglie unaparentesi di Vita, d’allegria, di colori,quindi di speranza. Basta guardare, sopra, la tassista... Il cambiamento! Abituati come siamo alla nostra vitatranquilla, in cui quasi sempre ci adagiamo perché “anoi non può accadere”, una perdita - di qualunquegenere - fa sempre paura, ci mette in ginocchio. Maè la Vita stessa un continuo divenire e fluire, come ilsangue che ci circola nelle vene. Sangue o Vita chepossiamo tenerci o donare, donando così altra vita,altro Amore. Che rigenera, si rigenera, torna indie-tro. In altre forme forse, ma certo ingigantito dallanostra rinnovata capacità di dare e amare. Garantito,ho i testimoni! Essenziale è non perdere noi stessi e lanostra vera essenza profonda. Buon Natale. B.C.

Cambiare è anche crescere come persone, come comunità...

Come giornale non siamo certo avvezzi alle com-memorazioni, ma non si può parlare in questo

numero di “Samaritano”, senza ricordare uno deisuoi “inventori” e maggior promoter in questi lunghianni. Francesco Bosello se n’è andato il 12 ottobre,dopo una lunga lotta contro un tumore. Settantatreanni, pilastro dell’Avis della Riviera del Brenta, avevaricoperto ruoli anche in Avis regionale e nazionale.La sua è stata una vita di costante impegno politico esociale. Impiegato nell’Ulss 13, è stato consigliere epoi Assessore allo sport e al turismo di Dolo neglianni ’80, tra i fondatori della Pro loco dello stessocomune, presidente del Tribunale del Malato eCittadinanzattiva e della Casa di riposo. Ma è l’Avisl’associazione a cui più si e dedicato e che più glideve. Così come tanto deve a sua moglie Adriana,“ombra” e sostenitrice sempre di Francesco edell’Avis. Presidente della Comunale di Dolo, fu frai promotori dell’attuale Avis Riviera del Brenta, con-

vinto che l’unione tra piccole sedi desse piùforza all’associazione. Bosello fu anche consi-gliere dell’Avis provinciale e regionale Venetofino ad arrivare nel Consiglio nazionale Avise ricoprire, in Esecutivo, la carica di tesorie-re-amministratore per due mandati. Uno spi-rito, il suo, in Avis sempre vivace, mai domoe difficilmente “allineato”. Critico, quandoc’era da criticare, ma con la passione per ciòche credeva giusto. Con l’innata simpatia, con ironiae allegria discuteva anche animatamente, ma riuscivasempre a dialogare con tutti senza “ruggini” successi-ve. Fin dalla sua “ripartenza” (1994) è sempre statosostenitore - con ovvie “bacchettate” se occorreva - diquesto periodico. Il nome di Francesco Bosellorimarrà, inoltre, per sempre legato al “ProemioSamaritano” cui riuscì a dare un respiro nazionale,seguendolo fino all’ultimo come coordinatore. Ciao,amico, ci mancherai. La redazione

Un’edizione “orfana” del nostro Francesco Bosello

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Fin qui bene grazie a tutti, ma è in arrivo un “gelido” inverno

Complimenti a tutti iDonatori, e ai dirigenti del

Volontariato del Sangue delVeneto: nonostante la crisi econo-mica generale e le difficoltà anchedella sanità regionale, la nostraRegione assicura le trasfusioni agliammalati del Veneto e incrementabene anche il supporto alleRegioni carenti: Sardegna, Lazio,Sicilia. I complimenti vanno allar-gati al personale tutto delle strut-ture trasfusionali: l’alleanza tera-peutica fra donatori e operatorisanitari a beneficio degli ammalati,base portante di tutto il Sistema trasfusionale, nelnostro Veneto funziona.

Aumentano le donazioni di sangue, ma calano le aferesi

Idati che abbiamo ricevuto dal dottor AntonioBreda, direttore del Crat - riferiti ai primi dieci

mesi del 2012 - sono davvero buoni. Bisogna però“entrare” nei dati. Possiamo allora vedere che aumen-tano le donazioni di sangue intero (Tab. 1), capaci digarantire l’incremento delle trasfusioni in Veneto(Tab. 2) e del supporto alle Regioni carenti (Tab. 3),ma calano le aferesi, non solo le plasmaferesi (Tab.4),ma anche le citoaferesi (Tab. 5). La lettura che diamoè una maggiore attenzione verso procedure discreta-

mente costose e che richiedono più tempo al perso-nale sanitario, entrambe risorse sempre più scarse. Sequesto significa maggiore attenzione all’appropria-tezza ben venga. Non possiamo nascondere una certapreoccupazione di fronte all’incalzare dei tagli insanità: non abbiamo segnalazioni in merito, ma stia-mo attenti a non ridurre le terapie a chi ammalatonel letto confida nelle migliori cure mediche.

C’è di mezzo la “spending review”?

In effetti nell’ultimo mese si sta verificando unaeccedenza discreta di unità di emazie, tale da far

riflettere, perché in controtendenza rispetto agli anniscorsi. Fino a ottobre le curve donazioni-trasfusionierano sovrapponibili a quelle dell’anno 2011, ben

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governate. Le informazioni frammentarie che giun-gono anche da fuori Veneto sono analoghe.L’impressione che andrà verificata è che l’imposizio-ne della riduzione di spesa del 5% sul budget 2012,pervenuta però a fine anno, stia costringendo leRegioni e le Aziende sanitarie a rinviare per quantopossibile gli interventi chirurgici d’elezione previsti anovembre-dicembre 2012 all’inizio dell’anno ventu-ro, da sostenere nei costi sanitari col budget 2013.Non va taciuta però la preoccupazione per un possi-bile “effetto rimbalzo” sui primi mesi del 2013; gliinterventi rinviati verranno finalmente eseguiti epotrebbe esserci un surplus di richieste per terapietrasfusionali. Però... c’è un “ma”.

Arretrati dovuti agli operatori sanitari,pagarli prima che inizino i guai

Pochi sanno che le sempre più ampie carenze diorganici del personale delle Strutture

Trasfusionali vengono sopperite con il ricorso a ora-rio aggiuntivo non dovuto di medici-infermieri-tec-nici; lo si remunera ricorrendo a denaro previstonegli appositi capitoli di bilancio, previa trattativa econseguente autorizzazione regionale. Succede daanni che questa autorizzazione regionale giunga incorso d’opera, dopo aver maturato arretrati di mesi(nel 2011 giunse a fine d’anno). Nel 2012 l’autorizzazione prevista per le prestazioniaggiuntive non è ancora giunta e si teme che nongiungerà per via della “spending review”, determi-nando risentimento negli operatori che dall’iniziodell’anno hanno già fatto quanto concordato con ledirezioni aziendali. Logica conseguenza sarà il rifiutodi molti a effettuare “a credito inesigibile” l’orarioaggiuntivo nel 2013, quando temiamo ci sarà un

qualche “effetto rimbalzo” per il rinvio degli inter-venti chirurgici sul finire del 2012! Iniziamo a vede-re anche nel nostro settore trasfusionale i morsi dellacrisi!

Regolare i flussi dei donatori

Certamente Avis e tutti i donatori collaborerannoal meglio per assicurare le cure necessarie agli

ammalati; questa amara novità però rende ancora piùpressante l’attivazione generalizzata degli uffici dichiamata per regolare al meglio il flusso dei donato-ri, evitando disguidi per chi dona e incomprensionicon gli operatori sanitari dei centri trasfusionali, giàsottoposti loro stessi a situazioni di disagio crescente.La sfida per coniugare sicurezza, qualità e sostenibi-lità economica della terapia trasfusionale, indispensa-bile supporto salvavita per numerosi ammalati insituazioni critiche, si fa sempre più pressante. I mala-ti confidano in noi e non ci tireremo indietro. Avis hastoria e qualità adeguate per fare al meglio; non sare-mo certo noi a defilarci. Buona donazione a tutti.

Bernardino Spaliviero

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Il 28 novembre scorso è stato formalmente distri-buito dal Crat Veneto (Centro regionale attività

trasfusionali) il documento programmatorio 2013. La conclusione del documento, fissa gli obiettivi:A - non incrementare, alla luce del surplus in pla-smaderivati, le procedure di plasmaferesi e, conte-stualmente, procedere ad una riorganizzazione deicentri di produzione plasma secondo criteri di effi-cienza, nonché prevedere un rafforzamento dei per-corsi sull'appropriatezza terapeutica, attraverso iCoBus (Comitati Ospedalieri per il Buon Uso delSangue), con particolare riferimento all'albumina e alplasma per uso clinico;B - fissare l'obiettivo di raccolta in emazie per il 2013nei seguenti termini:1 - garanzia interna costante dell'autosufficienzaper i Dimt (Dipartimento interaziendale medicinatrasfusionale) di Padova, Venezia e Verona;2 - garanzia interna costante dell'autosufficienzadipartimentale e supporto intra (Padova) ed extraregionale per gli altri Dimt;3 - attivazione degli Uffici di chiamata secondo crite-ri di efficienza organizzativa (rif. DGR 220/11) cheverrà monitorato dal Crat per singolo Dimt, conspecifico riferimento alla stabilizzazione del margi-ne operativo interno di emazie concentrate (delta fraraccolta e consumo/ceduto).Le premesse per arrivare a fissare questi obiettivi sonocomplesse e vanno comprese.

Autosufficienza L’autosufficienza è un obiettivo nazionale non frazio-nabile, di sangue, emocomponenti e plasmaderivati,per garantire le terapie trasfusionali a tutti gli amma-lati, quale Livello Essenziale di Assistenza (uno deifamosi LEA). E’ un obiettivo dinamico di ogni dipar-timento trasfusionale provinciale, poiché si è presoatto che il fabbisogno locale può subire profonde erepentine fluttuazioni non sempre prevedibili incorso d’anno. Non vengono assegnati numeri di rac-colta, anche se sembra affievolita la crescita dei con-sumi che si era mantenuta intorno al 3% per quasi 15anni; attualmente ci aggiriamo intorno all’1% diincremento annuo dei consumi interni regionalimedi. Però si indica che Verona e Venezia devonopuntare a non necessitare di supporto esterno, chePadova deve proseguire nel difficile cammino verso ilrecupero della storica carenza, mentre ai Dimt diBelluno, Rovigo, Treviso, Vicenza viene assegnato ilcompito di provvedere oltre che alle proprie necessitàinterne anche al sostegno intraregionale (Padova) edextraregionale (Lazio, Sardegna, Sicilia) sostanzial-mente per gli stessi volumi dell’anno 2012.

Uffici di ChiamataSono per legge affidati al Volontariato. Per allineare ledonazioni ai consumi è necessario potenziare e gene-ralizzare questi uffici, che hanno fra i propri compitiquello di convocare i donatori nel momento delle

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necessità, ma anche quello di contenere e regolare ilflusso dei donatori quando le necessità trasfusionalidegli ammalati sono soddisfatte. Il parametro che piùmostra l’efficacia dell’Ufficio di chiamata è proprio ilnumero delle unità scadute nelle emoteche.

Plasma e plasmaferesi. Prendendo atto che nelle condizioni attuali il plasmaconferito all’industria farmaceutica viene lavoratocompletamente solo per ottenere Albumina eImmunoglobuline ev., si ritiene non sostenibile eco-nomicamente ulteriore investimento nella raccoltadel plasma in aferesi (procedura ad alto costo).L’autosufficienza interna al Veneto e all’AIP (Accordointerregionale plasma) per gli altri plasmaderivatiottenibili, nella perdurante impossibilità di allocarealtrove questi farmaci impone una scelta di conteni-mento dei costi di raccolta coniugando efficacia eefficienza. In particolare si pone attenzione ai model-li organizzativi non ottimali presenti nel nostro terri-torio, secondo anche quanto viene indicato nelrecente Accordo Stato-Regioni n. 149 del 25 luglio2012 (masse critiche, numero di procedure/separato-re indicato in 500/anno, ecc).

Appropriatezza Viene riproposta la questione dell’eccessivo utilizzodell’Albumina. I dati 2010 indicano che l’Italia, conun consumo medio di 601Kg/milione di abitanti è ilprimo Paese consumatore al mondo; per capirci:Germania 148, Regno Unito 82, Francia 238,Spagna 305. Il Veneto si assesta su 410Kg/milione diabitanti. Un richiamo riguarda anche il plasma peruso clinico, anche questo utilizzato in media mag-giormente rispetto agli altri Paesi europei di riferi-mento. Un’ultima noticina sulla necessità di revisio-ne delle indicazioni regionali relativamente alle pro-cedure di inattivazione per il plasma ad uso clinico.

Considerazioni finali: e le risorse per fare tutto questo?

Manca solo il via libera della Commissione regionaleper il Servizio Trasfusionale (Crst) che sia l’assessoreLuca Coletto sia il segretario regionale alla sanitàDomenico Mantoan si sono impegnati a riconvocarea breve, ma il percorso è ormai tracciato. Il documen-to programmatorio preparato dal direttore del Crat,il dott. A. Breda, è stato discusso il 7 novembrenell’Organismo di Supporto Scientifico-Tecnico(Osst) nel quale, oltre ai rappresentanti delVolontariato, siedono i sette direttori dei dipartimen-ti trasfusionali provinciali. Si è tenuto conto del confronto con l’Assessore e con il Segretario regiona-le alla Sanità, avvenutonella riunione della Crstil 26 ottobre e per quelche riguarda le cessioniextraregionali di supportoalle regioni carenti(Sardegna, Lazio e Sicilia)anche del confronto avve-nuto a Roma per iniziati-va del Centro NazionaleSangue (Cns) il 19novembre. Rimane un punto inter-rogativo, che però è grande parecchio. La crisi econo-mica con la spending review ha tagliato anche lerisorse per il Sistema trasfusionale veneto. Come diceil proverbio “fare le nozze con i fichi secchi”.Certamente sono finiti gli anni del trastullo, altridebiti non possiamo proprio farne, anzi dobbiamoridurre quelli che stoltamente abbiamo contratto. Lediscussioni, anche aspre, non ci mancheranno. Manon possiamo dimenticare che nei letti ci sono gliammalati: loro vengono prima.

A cura di Bernardino Spaliviero

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L’intenzione c’è ed è stata espressa chiaramente: èstato il primo, non sarà certamente l’ultimo. È

l’incontro-convegno su “L’organizzazione della chia-mata dei donatori, esperienze a confronto”, il 27ottobre presso l’Azienda ospedaliera di Padova, orga-nizzato dal Crat (Centro regionale attività trasfusio-

nali) del Veneto. L’incontro ha visto riuniti, su untema di stretta attualità, i responsabili deiDipartimenti interaziendali di medicina trasfusiona-le e delle associazioni di donatori del Veneto, rivelan-dosi parecchio interessante per fare il punto dellasituazione. Uno stimolo a fare sempre meglio e sem-pre di più per favorire l’incremento delle donazioni,facendo tesoro l’uno delle esperienze positive dell’al-tro. Vediamo di seguito le varie esperienze portatesull’argomento della giornata dai responsabili deiDimt o dei Centri Raccolta e dai dirigenti associativiAvis e Fidas:

BELLUNO

Afare da apripista, introdotti dal dott. AntonioBreda, responsabile del Crat e moderatore della

mattinata, è stata la provincia di Belluno, che da

qualche tempo ha introdotto la chiamata del donato-re in base alle precise richieste di sangue, plasma epiastrine da parte del Dimt. “Per evitare l’eccedenza intaluni periodi e la carenza in altri, per evitare di toglie-re il sangue quando non serve - è stato sottolineato daldott. Stefano Capelli, direttore del Ct di Belluno edalla presidente dell’Abvs provinciale, Gina Bortot,che hanno spiegato come - la chiamata dei donatoriavviene telefonicamente da parte della segreteria pro-vinciale dell’Abvs, facendo risparmiare tempo ai dona-tori che scelgono giorno e ora della donazione, organiz-zando al meglio il proprio tempo anche con gli impegnidi lavoro e familiari. Donatori che non solo hanno capi-to l’importanza del nuovo sistema di organizzazionedella donazione, ma l’hanno accolto favorevolmente,così come l’idea di eliminare le classiche benemerenzeper far posto ad altre forme di ringraziamento a chi sispende per il prossimo”.

ROVIGO

Dopo Belluno è stata la volta di un altro esempiopositivo: Rovigo. Il dottor Francesco Chiavilli

ha spiegato il funzionamento del Dipartimento pro-vinciale, sottolineando che anche grazie all’organizza-zione programmata della donazione riesce a contri-buire all’autosufficienza regionale (con 600 saccheinviate a Padova) e nazionale (con un aiuto di 2.500sacche alla Sardegna). Anche in questo caso la chia-mata dei donatori avviene telefonicamente, in unclima di collaborazione tra Avis e Fidas. Il Dimt,infatti, informa le due associazioni circa le sue neces-sità di sangue (con particolare attenzione alle neces-sità per la cura dei talassemici, che sono numerosi inquesta parte della regione) e loro si mettono in moto.L’Avis provinciale, che ha una lunga storia in fatto di

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“Chiamati” a confrontarsiAT

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uffici di chiamata, attiva i suoi tre dipendenti aRovigo e Adria e la Fidas i suoi volontari. Come benspiegato rispettivamente dal presidente dell’Avis pro-vinciale, Massimo Varliero e dalla responsabile dellaFidas, Roberta Paesante, la chiamata dei donatori faparte della cultura stessa della donazione in questazona del Veneto ed è considerata fondamentale, per-ché permette un rapporto diretto con il socio, che èaspetto molto importante della fidelizzazione. Lachiamata è telefonica nella stragrande maggioranzadei casi e si ricorre all’uso delle email o della letteraquando è il donatore stesso a richiederle, di solitoquale giustificazione scritta dell’assenza dal lavoro peril proprio datore. Il donatore è invitato con un certoanticipo alla donazione, tenendo conto dei 90 giornidalla sua ultima donazione precedente. Una voltaall’anno c’è anche una sorta di “revisione” di tutti idonatori, per verificare chi dona e chi no e individua-re i motivi della mancata donazione. L’ufficio di chia-mata permette di non penalizzare alcun donatore e dibilanciare la raccolta, dando a tutti la stessa impor-tanza. Varliero, prima di chiudere il suo intervento,ha illustrato molto dettagliatamente anche il sistemainformatico usato dalla provinciale.

PADOVA

Tutta un’altra storia, invece, l’esperienza nellaprovincia di Padova, come evidenziato dalle

parole di Alberto Marotti. “A partire dal numero diassociazioni diverse che riuniscono i donatori di sangue,che sono ben sei: Advs, Associazione Amici dell’ospedale,Avis, Croce Rossa, Croce Verde e Fidas, oltre ad un certonumero di donatori non iscritti ad alcuna di queste”.Organizzare i donatori, in una situazione così non è

facile, e mancando alla base una cultura della chia-mata, sembra forse più irraggiungibile di quantoinvece potrebbe essere. Mariotti è quindi passato adelencare i punti di raccolta del sangue in provincia,che se registrano un buon numero di sacche e quin-di l’autosufficienza di plasma e piastrine, sono moltoal di sotto di quanto servirebbe per il sangue intero.A Padova, infatti, arriva sangue da tutta la regione,

ogni giorno. “Va riconosciuto che un leggero aumentodel prelevato c’è stato grazie alla chiamata di una partedei donatori da parte della Fidas, ma siamo ancora alletelefonate a tappeto, senza una programmazione allespalle”. E così strutture belle, funzionali e ben distri-buite sul territorio si ritrovano a non essere utilizzateal cento per cento. Occorre uno sforzo in più, magari guardando alleesperienze positive delle altre province.

TREVISO

In quella di Treviso, per esempio, è ormai collauda-ta e storica l’esperienza dell’Avis di Castelfranco,

che con i suoi volontari gestisce la chiamata deidonatori di dieci Avis comunali. Per il dott.Alessandro Dal Canton, responsabile del Dimt pro-vinciale e Gino Foffano, presidente dell’Avis provin-

ciale di Treviso, riuscire a gestire al meglio le donazio-ni, anche tramite la chiamata telefonica, permette,per esempio, di utilizzare meglio e di più il sanguefresco rispetto a quello prossimo alla scadenza. Lachiamata telefonica del donatore è ormai una felicerealtà anche per le zone di Conegliano e VittorioVeneto (Ulss 7) le cui Avis, come per Castelfranco eMontebelluna (Ulss 8), sono all’interno dell’ospeda-le. Per l’Ulss 9 a pensare alle chiamate e a inoltrare lerichieste di sangue è l’Avis provinciale di Treviso. Sitratta di realtà diverse, di modelli diversi, ma cheoperano sempre in sinergia e collaborazione. “Mastiamo attenti ai tagli alla sanità - ha sottolineatoFoffano - che rischiano di vanificare tanto lavoro”.

VENEZIA

Situazione tranquilla nella provincia di Veneziadove, come ha spiegato il responsabile del Dimt

dott. Marchiori, l’andamento tra quanto si raccoglieva al passo con quanto si utilizza. C’è poco margineoperativo, al limite, per cui la necessità è di incre-mentare il prelevato. In merito alla chiamata deidonatori, ha spiegato Gobbo, che non esiste un

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unico ufficio provinciale dedicato a questo, ma cheogni Avis (o più Avis insieme) gestisce le sue chiama-te in base alle richieste. Ci sono, quindi, tanti uffici di chiamata. È stata poiillustrata l’esperienza di Chioggia, che ha adottato ilsistema della prenotazione on-line, ad oggi utilizzatadall’85% dei donatori. All’inizio non è stato facileabituare i soci, ma col tempo il meccanismo si è rive-lato vincente e l’incremento delle donazioni è stato ilprimo frutto positivo. Ogni donatore ha una sua pas-sword con cui prenota giorno e orario, e la program-mazione delle uscite domenicali per le raccolte san-gue è molto migliorata.

VICENZA

Molto complessa e variegata, ma in fase di raziona-lizzazione, la situazione nella provincia di

Vicenza dove si contano quattro Ulss con tre punti diraccolta ciascuna, gestiti da associazioni diverse. In tuttele Ulss sono presenti Avis e Fidas, alle quali si aggiun-

gono l’Rda e laCampese all’Ulss3, l’Adosalvi alla 4 e l’associazioneCav. Trevisana alla5. Ogni associa-zione ha per ilmomento il suosistema informa-tico, anche se sista andando versoun sistema unico.Molto variegato ilsistema di chia-mata dei donato-

ri, nel senso che nell’Ulss 6 la gestisce il Sit diVicenza, nell’Ulss 5 e 4 le proprie associazioni enell’Ulss 3 sia le associazioni che il Sit di Bassano delGrappa. In molti casi si utilizzano ancora le chiama-te attraverso le cartoline, che però, non sono molto

efficaci. Luca Cavinato, in qualità di rappresentantedi tutte le associazioni, ha spiegato alla platea che sista andando comunque verso un sistema di chiama-ta uguale per tutti, e che l’intenzione è di partire invia sperimentale a Vicenza già ad inizio del 2013 perentrare a pieno regime entro il 2014, con un’unicapiattaforma informatizzata che partendo dalle richie-ste di sangue da parte dei Ct sia a disposizione ditutti i donatori che avranno la possibilità di auto pre-notarsi, con un memory tramite sms o email.

VERONA

In provincia di Verona, come ha spiegato il dottorAprili, si sta guardando alle esperienze di chi è già

più avanti per adottare un sistema efficace di chiama-ta, dato che fino ad oggi al limite si avvisano i dona-tori quando stanno per scadere i 90 giorni dall’ulti-ma donazione. Dal 15 ottobre si è avviato un proget-

to pilota a Legnago (che ha un numero contenuto disoci). Il progetto è stato presentato dal dottorFrancesco Bertola e da Simone Guzzetti, rappresen-tante delle Associazioni Avis, Fidas e Asfa, oltre aidonatori non iscritti. La finalità è rendere più regola-re l’afflusso delle donazioni tramite un sistema dichiamata telefonica, che è stata spiegata a tutti i socitramite una lettera. 42 i volontari, formati in talsenso, che sono presenti nei Ct, si alternano alla chia-mata, ricevono e confermano le prenotazioni, gesti-scono telefonate e quando richiesto sms ed email. Iltutto in una piena condivisione tra associazioni distrumenti e risorse. Nei primi 12 giorni di attività siera registrata una media di 18 prenotazioni al giorno!

In chiusura dell’incontro, ricordando che la chia-mata è per legge compito delle associazioni e che è

prevista una apposita quota di rimborso, i responsa-bili Fidas e Avis Veneto hanno tratto le loro conclu-sioni sul tema. La posizione dell’Avis regionale è stataesposta dal vicepresidente Francesco Magarotto. Neriportiamo un estratto nella pagina accanto.

Michela Rossato

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Tutto ciò che serve, dove serveL’autosufficienza in sangue ed emoderivati è un

risultato dinamico che deve essere riconquistatoogni giorno e che necessita della messa in rete di dispo-nibilità e necessità su base nazionale. Gli strumenti perraggiungere l’autosufficienza sono l’incremento deidonatori e delle donazioni, la programmazione sanita-ria, la corretta gestione dell’invio dei donatori ai Ct, ilbuon uso del sangue. La chiamata garantisce un afflus-so regolato dei donatori per giornata, settimana e mesee consente un utilizzo più razionale del sangue donato,di evitare momenti di carenza o eccedenza, un migliorutilizzo delle risorse umane delle strutture ospedaliere,oltre che una maggior qualità complessiva delle attivitàdi laboratorio. Laddove si possono verificare situazionidi emergenza, che richiedono una raccolta straordina-ria, un ufficio per la chiamata dei donatori garantisceuna risposta tempestiva; laddove si possono verificareperiodi in cui la richiesta diminuisce, l’ufficio di chia-mata permette di non penalizzare alcuna Comunale ealcun donatore. Un efficiente servizio di coordinamen-to, inoltre, consente una maggiore tutela dei donatorie il contenimento degli sprechi nella raccolta di sangue.Se per alcune realtà più piccole in termini di abitanti estrutture sanitarie, quali Rovigo e Belluno, l’ufficiounico provinciale risponde pienamente alle bisogna, inrealtà provinciali più vaste sarebbe auspicabile ne sor-gesse uno presso ogni Unità di raccolta, raggruppandole Avis afferenti e coordinandosi con gli altri. Premesso,quindi, che tale attività non deve diventare un alibi pergli operatori per rifiutare un donatore, dobbiamo sem-

pre ricordarci dellavolontarietà deldonatore (che nondev’essere sminui-ta da una pro-grammazione esa-sperata). Se inquesto periodo,poi, vi è grandedifficoltà ad aste-nersi dai luoghi dilavoro, la pro-grammazione deveprevedere aperture

che vadano incontro ai donatori, ad esempio di dome-nica o al pomeriggio. Ancora è importante il coordina-mento dei centri (e del personale) a cura delDipartimento provinciale, rispettosa della programma-zione delle necessità del territorio provinciale e regio-nale per sangue intero e plasma, evitando che nella

stessa provincia vi sia chi raccoglie e chi deve fermarsi.Se poi questo capita a Padova la cosa è ancora più stri-dente. Importante è anche il coinvolgimento delleassociazioni. Questo incontro organizzato dal Crat haportato tutti i capi dipartimento a convocare leConferenze di dipartimento per verificare l’esistente edecidere assieme a tutto il volontariato gli interventi di

oggi sull’attività da loro svolta. Non è un percorso faci-le e celere, il volontariato è pronto, ma ora si aspettamolto da chi è delegato per questi compiti, sia esso l’i-stituzione o un professionista. C’è poi il timore di per-dere il contatto diretto con il donatore o che questoservizio toglierebbe troppe risorse all’attività locale dipropaganda. Non vogliamo dare risposte, ma fare alcu-ne considerazioni: con la chiamata molti dei nostridonatori, che si recano spontaneamente a donare, sisentiranno più importanti! Moltissimi donatori cheauspicano un servizio più personalizzato e una dona-zione più celere saranno accontentati, gli operatori,volontari o non, degli uffici di chiamata sono formatiper rispondere alle domande più frequenti e per lascia-re traccia dei loro contatti, inoltre, sono organizzati percontattare il donatore nelle fasce orarie più convenien-ti. Un servizio di chiamata ha sicuramente un costo perle necessità tecnologiche e di personale, ma si puòovviare con volontari preparati e dedicati, oppurefacendo “massa critica” che abbatte i costi! Le nostrestime dicono che solo il 50% dei nostri nuovi sociridona almeno una volta all’anno nei 5 anni successivi.Questo significa che il nostro problema è la fidelizza-zione del nuovo donatore e l’ufficio di chiamata puòessere un potente strumento di fidelizzazione.

Francesco Magarotto - vice vresidente Avis regionale Veneto

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Èstato un seminario piuttosto interessante,visti i dati presenttati nell’ambito del

Progetto Bessy, dal prof. Marco Carradoredell’Università Cà Foscari di Venezia. quellosvoltosi a Dolo il 1° dicembre scorso. ConGiorgio Brunello, responsabile per Avis regio-nale del progetto, ha relazionato ElenaGalbiati presentando le finalità del progettofinanziato dall’Unione Europea e che coinvol-ge gli stati che si affacciano sul mareAdriatico. Clou della giornata, cui erano presentidiversi presidenti provinciali e dirigenti regionali, lacomparazione fra i diversi assetti organizzativi dei siste-mi trasfusionali di Italia (Veneto, Friuli Venezia Giulia,Emilia Romagna), Slovenia, Croazia e Albania. Unaricerca a tutto campo, esposta da Marco Carradoredella Fondazione Università Cà Foscari di Venezia,ente partner del progetto. Un “confronto” che, per

quanto riguarda l’Italia - come scrive lo stesso presiden-te regionale Alberto Argentoni nella pagina accanto -ha fatto emergere come in Italia, e in particolare nelletre regioni esaminate, il ruolo del volontariato siamolto incisivo e soprattutto valorizzato dalle stesse isti-tuzioni. Un “peso” dovuto certamente alla più lungastoria di associazionismo e di volontariato del sanguedi tutta Europa e dovuto alla felice intuizione (nel1927) di Vittorio Formentano, fondatore dell’Avis e

propugnatore del ruolo indispensabile dell’associazio-nismo volontario perfino durante lo stesso ventenniofascista. Tanto che lo stesso governo Mussolini, neglianni ‘30, con le “autorizzazioni” prefettizie tentò diirregimentare le decine di Avis sorte in tutta Italia danord a sud. Tornando alla ricerca (le cui slide comple-te saranno disponibili sul sito avisveneto.it e www.bes-syproject.eu), presentata nella sala consiliare gentil-

mente messa a disposizione dall’Amministrazionecomunale di Dolo, è stata lo spunto per una tavolarotonda sulla situazione trasfusionale del Veneto e dell’Italia. Particolarmente illuminante l’interventodi Antonio Breda, responsabile del Crat regionale, cheha dato il “la” ai successivi interventi di Argentoni,Bernardino Spaliviero, Carmelo Agostini (presidenteAvis regionale Friuli), Giorgio Scotto per la provincia-le di Venezia, Gino Foffano presidente Avis provincia-le di Treviso. Interventi che, appunto confermando ilruolo propositivo e “di guardia” delle Associazioni, nonhanno mancato di mettere le dita nelle attuali “pia-ghette” del nostro pur efficiente sistema trasfusionale,messo a rischio dalla carenza di risorse, soprattuttoumane. Una situazione confermata dai medici trasfu-sionisti presenti, fra cui il dottor Giorgio Marchiori,responsabile del Dimt di Venezia. Beppe Castellano

Un’istantanea di rive adriatichePR

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Bessy è un progetto che mette assieme le associazio-ni dei donatori di sangue e i Servizi trasfusionali di

Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Slovenia, Croazia eAlbania. L’obiettivo è quello di creare una rete tra que-ste realtà per scambiare esperienze, buone pratiche,materiali e idee. A ottobre una delegazione di AvisVeneto ha partecipato al meeting di metà percorso, cheserviva per fare il punto sul lavoro finora svolto e con-dividere il programma per il prossimo anno. Il meetingsi è tenuto a Spalato, in Croazia, dove siamo stati ospi-ti della Croce Rossa nazionale. Nei Paesi dell’Est, laCroce Rossa svolge il medesimo ruolo di Avis in Italia:promuove il dono del sangue, organizza i donatori ingruppi, coordina la raccolta del sangue. Ma c’è una dif-ferenza sostanziale. Avis è un’organizzazione nongovernativa, autonoma e indipendente, guidata davolontari, mentre la Croce Rossa è un organizzazionestatale, braccio operativo del ministero, guidata da per-sonale dipendente (anche se il presidente nazionale cheabbiamo conosciuto è un volontario). Come abbiamogià detto molte volte, la nostra legislazione sul volonta-riato del sangue è veramente diversa e, a mio parere,superiore a quella degli altri Paesi europei. Una cosa dicui andare fieri! Quando ci confrontiamo e Avis puòparlare di partecipazione alla programmazione dellaraccolta, di autonomia nell’organizzazione e di risorsededicate, i dirigenti delle organizzazioni straniere stra-buzzano gli occhi e ci chiedono di ripetere. Pensano dinon aver capito bene e se fosse per il mio inglesepotrebbe essere anche possibile, ma poi gli interpreticonfermano il contenuto dell’informazione. A quelpunto ci sono due reazioni: i volontari chiedono diapprofondire, mentre i governativi ci guardano conscetticismo e borbottano tra di loro. Penso si chiedanodove lo Stato trovi le risorse per questa organizzazionee se ne valga la pena. Affermano che da loro i donato-ri ci sono lo stesso, anche senza questi “privilegi”.Allora ci dobbiamo affrettare a spiegare che l’Italia è unPaese molto più grande dei loro, che l’autosufficienzanon c’è in tutte le regioni, che il sistema trasfusionalepubblico non riesce a raccogliere tutto il sangue dispo-nibile e che l’investimento nel volontariato è partico-larmente proficuo per la società. Una ricerca scientifica finanziata dalla ComunitàEuropea nel 2011, anno europeo del volontariato, hastimato che per ogni euro investito nel volontariatovengono “prodotte” attività per almeno sette euro. Pernon parlare del contributo all’identità culturale, all’ag-gregazione sociale, all’educazione civica e alla sussidia-rietà. Tutte cose che il volontario produce e che, a mioparere, non hanno prezzo! Proprio per avvalorare que-

sta ipotesi abbianovoluto che nel progettoBessy fosse prevista unaricerca scientifica sulcapitale sociale prodot-to dal volontariato.Non è qui possibileriassumere i risultati diquesta complessa ricer-ca, ma confermano chele associazioni deidonatori di sanguehanno un’eccellentereputazione, un patrimonio valoriale ampiamente con-diviso e che i donatori hanno una maggiore capacità dicooperazione e di responsabilizzazione, oltre che stili divita più salutari. Qualcuno ha detto che lo sapevamogià. È vero, noi ne siamo convinti da sempre, ma qual-cuno poteva accusarci di autoreferenzialità, mentre quiabbiamo dei dati significativi per numero di interviste,

provenienti da aree diverse, validati da ricercatori uni-versitari. Finisco con un aneddoto “patriottico”:Spalato è una città della Dalmazia che per qualchesecolo è stata governata dalla Serenissima di Venezia.Girando per la città vecchia, si possono ammirare letracce evidenti di questa presenza (i resti dei bastionifortificati, alcuni bei palazzi in stile) e sentire dei termi-ni del dialetto locale che richiamano o sono i medesi-mi del nostro. Non ho visto, però, nessuna effige del nostro Leone diSan Marco. Svista personale o un fatto sospetto?Pertanto, alla fine della mia presentazione durante l’ul-tima sessione del meeting, ho voluto inserire una dia-positiva con l’immagine del Leone… ad ogni buonconto! Alberto Argentoni

La verifica di metà percorso in Croazia

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Milano 25 è un taxi con il quale la signoraCaterina Bellandi effettua corse gratuite da e

per l’Azienda ospedaliero-universitaria Meyer diFirenze, a favore dei familiari dei bambini ammalatidi tumore. L’entusiasmo di Caterina è stato tale dariuscire a coinvolgere tutti i tassisti fiorentini per larealizzazione di corse gratuite non solo dei bambini,ma anche degli anziani. Il suo taxi è piuttosto ano-malo; è pieno di pupazzi colorati e di chitarrine.Caterina porta sulla testa cappelli stravaganti, colora-tissimi. Il suo sorriso sincero e spontaneo e la sua per-sonalità hanno un’efficacia incredibile. Caterina, conl’associazione Milano 25, organizza gite ai musei,porta i bambini agli allenamenti della Nazionale dicalcio o in mongolfiera, organizza la caccia al tesoroe feste bellissime nella “Casa della gioia”. Ha incon-

trato Patch Adams, il medico clown, il quale l’hainvitata a seguirlo in Russia, dove svolge la sua atti-vità benefica in ospedali pediatrici, asili, orfanotrofi.Dal 2007 Caterina è Ambasciatrice per la solidarietàper la città di Firenze.

Ivana Lovera, 46 anni, vive a Robilante (Cn). E’volontaria ospedaliera all’Avo di Cuneo, infermie-

ra volontaria della Croce Rossa, è stata segretariadell’Avis comunale. Nel 1991 si è recata a Lourdescon l’Oftal, prendendosi cura di Bruna, una ragazzaaffetta da sindrome di Down con la quale instaurauna bellissima amicizia. Nel 1992 è alla sua primaesperienza di volontariato internazionale a El Alto,periferia di La Paz, in Bolivia, presso la missione sale-siana. Dal 2003 è per quattro volte in un ambulato-rio a Butea, in Romania, nel centro delle SuoreMissionarie della Passione di Villanova Mondovì(Cn). Con la Caritas di Genova è a Bonefro, inMolise, dopo il terremoto. A 40 anni chiede due annidi aspettativa dal lavoro e svolge volontariato primain Albania presso la Caritas di Tirana e poi inArgentina, alla periferia di Buenos Aires, in unacomunità alloggio per bambini e ragazzi provenientidalle “villas”, le “favelas” argentine. Quando torna inItalia, alla fine del 2008, presso la Caritas diocesanadi Cuneo diventa la responsabile del Centrod’Ascolto. Se le si chiede perché fa tutto ciò, Ivanarisponde che non potrebbe vivere la sua vita in mododifferente, senza “spendersi” per gli altri.

La dott.ssa Gianna Zanette, 51 anni, è di Prata(Pn), anestesista presso l’azienda ospedaliera

“Santa Maria degli Angeli” di Pordenone, ha 90donazioni all’attivo, è stata presidente e segretariadell’Avis di Prata, consigliere dell’Avis regionaleFriuli Venezia Giulia, responsabile del Comitatomedico e componente del Cobus. Si è sempre occu-pata del mondo giovanile, ha contribuito in modorilevante alla raccolta fondi per Telethon ed è statapromotrice della nascita delle sezioni Aido e Admo aPrata. Ha operato a lungo presso il Centro di riferi-mento Oncologico di Aviano, ed è stata più volte inAlbania con la Caritas Diocesana, dove ha prestatoservizio come anestesista da volontaria. E da volonta-ria si è impegnata moltissimo: in un ospedale inNepal, in Albania con la “Missione Arcobaleno” lan-ciata dalla comunità internazionale per ospitare iprofughi kossovari, in Africa presso il NorthKinongap Catholic Hospital, a 200 chilometri a

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La 15ª edizione del Proemio Samaritano, svoltasi aDolo il 1° dicembre, ha come sempre messo in risal-

to come il nostro grande Paese sia pieno - come ha dettouno dei 5 finalisti - di “foreste che crescono in silenzio”piuttosto che di “alberi che cadono rumorosamente”.Sono questi ultimi, infatti, che “fanno notizia”. Sono ifatti di sangue e i gli atti disonesti quelli che trovanospazio sui mass media, non i tantissimi italiani che, insilenzio, si impegnano per gli altri. Il ProemioSamaritano nacque a suo tempo proprio per questo, perraccontare storie di vita “normale”, soprattutto allenuove generazioni. E per poter dire che “si può”, impe-gnarsi per chiunque altro, senza grossi sforzi. Un po’come donare sangue, insomma. Qui riportiamo in brevele “storie” dei 5 finalisti, nella foto sotto da sinistra adestra: Gaspare Famularo, Gianna Zanette, CaterinaBellandi, un’amica di Ivana Lovera e - il più giovane ditutti - Riccardo Nicolò Favarin.

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nord-ovest di Nairobi (Kenya), a 2.450 metri d’alti-tudine, in Messico in un ospedale sull’altopiano delMessico. Una vita spesa a servizio del prossimo.

Gaspare Famularo, 73 anni, di Lamezia Terme,per 40 ha lavorato all’Anas. Ha affrontato sem-

pre, in prima persona, le emergenze presentatesi,dando prova di grande professionalità, impegno,umanità e spirito di sacrificio. Ha prestato soccorsoda volontario ai terremotati dell’Irpinia, guidandouna squadra Anas-Polizia stradale assegnata aSant’Andrea di Conza. Ha promosso a Campotenese(Pollino), la festa della “Madonna della Neve”, cheancora oggi viene celebrata. La sua vita è divisa tra lafamiglia, il lavoro e la parrocchia, che lo vede impe-gnato in iniziative di solidarietà quotidiana, specieper anziani e malati. È attivo nel ramo laicodell’Ordine dei Minimi, fondato da San Francesco diPaola. Ha rifondato il Gruppo sportivo Charitas,organizzato iniziative sportive all’interno del super-carcere di Catanzaro, collaborato alla banca alimen-tare, alla banca della solidarietà per gli immigrati, altelefono Amico, a progetti in Africa e Asia, alla fon-dazione, insieme ad altre persone auto-tassatesi, della“Cassa della Solidarietà” per chi versa in serie diffi-coltà economiche. Sostenendone completamente glioneri - assieme all’Associazione trapiantati di fegatodi Verona, alla culturale Anthurium, l’Ordine deiMinimi e Aido, Avis e Uciim - ha organizzato a giu-gno, a Lamezia, la “Giornata Minima della donazio-ne” in memoria della moglie, trapiantata di fegato nel

2006 e deceduta nel 2011, della quale è stata presen-tata la raccolta “Na gùccia d’acqua” con ricavatodevoluto all’Associazione veronese. Oltre 30 personesi sono iscritte all’Aido quel giorno.

Riccardo Nicolò Favarin, 28 anni, vive a Spinea(Ve), è donatore attivo dell’Avis comunale e fa

anche parte del Gruppo parrocchiale “Il Passo”, natonel 2001 e formato da disabili fisici e psichici chesono seguiti da soli volontari. Riccardo, in particola-re, segue e aiuta due ragazzi: il primo rimasto orfanoche vive con una badante, il secondo che vive con igenitori, rimasto cieco e con diverse difficoltà moto-rie e psichiche a seguito di un incidente. Riccardo siritaglia del tempo per recarsi a casa di questi dueragazzi e, nei fine settimana, li fa uscire dalle muradomestiche, accompagnandoli a partecipare nelgruppo che organizza campi scuola marini e monta-ni e in alcune manifestazioni cittadine, cercando difarli sentire come tutti gli altri giovanii della loro età.

Beppe Castellano e Michela Rossato

Menzione speciale a Orione Musical Group diChirignago (Ve), esempio di solidarietà che

nasce spontaneamente e rafforza il legame di amici-zia ed uguaglianza a favore di chi ha avuto menodalla vita. Un gruppo “musical” aperto a tutti. È pro-prio il caso di dire, usando il titolo dello spettacolo disuccesso realizzato dal gruppo, che, volendo impe-gnarsi, “C’é posto per tutti”.

Menzione speciale anche alla classe 3ª F dellascuola media “D. Alighieri” di Oriago (Ve) per

lo spirito costruttivo con cui la classe, mettendosi indiscussione e sottoscrivendosi, ha affrontato il temaidentificando luci e ombre nella figura del modernoSamaritano. Uno dei tanti episodi di “buon insegna-mento” che quotidianamente si verificano nella scuo-la attuale e che non trovano spazio comunicativo.

In “gruppo” si lavora per gli altri: due menzioni speciali

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Cronaca e testimonianze dall’incontro con lescuole a Mestre promosso dalle 10 associazioni

del Dono “E se fossi tu ad avere bisogno degli altri?” èuna domanda che spesso noi avisini ci ritroviamo aporre per smuovere le coscienze e promuovere il gestodella donazione. Era anche il tema scelto per il con-vegno annuale delle dieci Associazioni del Dono delVeneto (vedi elenco nel riquadro sotto), organizzatopresso l’Istituto Pacinotti di Mestre sabato 6 ottobre.A introdurre il tema della donazione a una platea di200 studenti il giornalista e opinionista BrunoFasani, che ha sottolineato il ritardo della politica intema di donazione di organi (tema che non portavoti) e la cultura cardiocentrica che, insieme al terro-rismo sugli espianti da persone ancora vive, inibiscel’espressione del consenso alla donazione. A presenta-re poi le diverse sfaccettature del dono c’erano i rap-presentanti di Avis, Aido e Aned, affiancati dal dott.Giacomo Zanus, vice responsabile Chirurgia epato-biliare e trapianti epatici dell’Azienda OspedalieraUniversitaria di Padova, e la dott.ssa Maria IreneFezzi, responsabile del Laboratorio HLAdell’Ospedale dell’Angelo di Mestre, che hanno illu-strato la situazione attuale in ambito di trapianti difegato e di midollo osseo. Fulcro della manifestazio-ne sono state le quattro testimonianze, che hannocatturato l’attenzione di tutti i presenti arrivandodritte al cuore. Le riportiamo qui di seguito, anche seci piacerebbe farvele ascoltare dalla viva voce deglistessi protagonisti. Cominciamo da Antonio eFederico (foto a destra).

Antonio, Jesolo (VE): Un fegato nuovo, una nuova Vita

Ho subito un trapianto di fegato il 13 luglio del2008, ma la cosa strana è che dieci giorni prima

sembravo perfettamente sano. Il primo sintomo dellamalattia è stata la stanchezza, che mi ha spinto a faregli esami del sangue: avevo le transaminasi alle stelle.A causa di un’epatite autoimmune, i miei anticorpiavevano attaccato il fegato, riducendolo a circa 800grammi… era praticamente dimezzato. Ricordo chemi sono addormentato a casa un sabato sera e misono svegliato 17 giorni dopo, in un letto d’ospeda-le, dimagrito di 17 kg, pieno di tubi e con un cerot-tone sulla pancia, che copriva un taglio enorme.Immaginate la mia reazione! Ho saputo che eroentrato in coma e senza un trapianto non avrei avutoscampo. Sono tornato a casa il 31 luglio, dopo unabella dose di riabilitazione per riprendere a cammina-re, e in agosto ho potuto tagliare la torta di com-pleanno di mia figlia, come da tradizione, anche secon la mascherina su naso e bocca. Il recupero è statolungo ma già a dicembre sono riuscito a parteciparealla Maratona di Natale di Jesolo, arrivando per ulti-mo. Ora sono tornato a vivere, a lavorare comeodontotecnico e a fare lo speaker per i bersaglieri,una delle mie passioni. Tutto grazie al dono altrui.

Federico, Casciana Terme (PI): Un semplice “Sì” può cambiare il mondo

La malattia ha iniziato a intaccare il mio tran tranquotidiano nel 1994, quando avevo 19 anni: ini-

ziai a star male e a perdere peso, ma non si capiva ilperché. Sono stato trasferito a Bologna, dove mihanno diagnosticato una malattia rara, che avrebberichiesto, prima o poi, un trapianto di fegato.All’epoca in Italia di donazioni di organi e trapiantisi parlava pochissimo, ma proprio a quell’estate risa-le la storia di Nicholas Green, il bambino statuniten-se di 7 anni ucciso lungo la Salerno-Reggio Calabria.

Quelle “dieci” per il Dono, con testimoni

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Le 10 Associazioni del Dono del VenetoACTI: Associazione Cardio Trapiantati Italiani; ADMO:Associazione Donatori di Midollo Osseo; ADoCeS: AssociazioneDonatori Cellule Staminali; AIDO: Associazione Italiana per laDonazione di Organi, tessuti e cellule; AIL: Associazione Italianacontro le Leucemie, linfomi e mieloma; ANED: AssociazioneNazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto; AVIS: AssociazioneVolontari Italiani Sangue; Associazione Veneta per la lotta alla talasse-mia; FIDAS: Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue;LAGEV: Libera Associazione Genitori ed Emofilici del Veneto.

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I genitori decisero di donare i suoi organi, di cuibeneficiarono sette italiani, e diedero così una spintaalle donazioni in tutta Italia. Io riuscii a vivere quasinormalmente per alcuni anni, seppur con farmaci ericoveri periodici, fino alla comparsa delle febbricicliche: ogni 2 settimane avevo 10 giorni di febbrealta. Nel gennaio 2003 la situazione peggiorò e pas-sai 8 mesi più o meno continui in ospedale, perentrare infine in lista d’attesa. Furono mesi terribili:la malattia è una prigione, per me ogni giorno in piùin ospedale era un giorno in meno di vita, vedevosfumare tutti i miei sogni. Gli ultimi tempi non mivolevo addormentare per paura di non svegliarmi.Ho subito il trapianto il 29 luglio 2003. Mi ricordodi essermi svegliato con una forza incredibile, tutti imiei progetti erano di nuovo alla mia portata. A par-tire da uno: partecipare alle gare di nuoto ai GiochiMondiali dei Trapiantati, su cui avevo letto un trafi-letto della Gazzetta pochi giorni prima del trapianto.E così ho fatto: un anno dopo il trapianto ho rico-minciato a nuotare e nel luglio 2005 ero in Canada,a gareggiare ai Mondiali in sette specialità. Ho con-quistato tre ori, un argento, due bronzi e il recordmondiale sui 50 metri rana, tuttora imbattuto, senon sbaglio. Poi 4 anni fa è nata Rebecca, sonodiventato babbo e ora faccio una vita straordinaria-mente normale… perché chi l’ha scritto che star beneè “normale”? Se la mattina vi svegliate e riuscite adalzarvi da soli, ritenetevi già fortunati! Fate uno spet-tacolo di vita! Quella che ora posso fare anche io gra-zie a quel sì di chi mi ha donato il fegato; da quel sìla vita si è moltiplicata! Quindi, volete cambiare ilmondo? Iniziate da questo: scegliete voi cosa fare deivostri organi e del vostro sangue e ricordate: la dona-zione è un gesto di civiltà.

Giovanna, Mestre (VE): Senza “Uno su100mila” avrebbe vinto la leucemia

Nel 2000 mi è stata diagnosticata la leucemia. Èsuccesso tutto all’improvviso, avevo notato

degli ematomi sul braccio e ho fatto degli accerta-menti; appena arrivati gli esiti sono stata ricoveratad’urgenza, senza nemmeno passare per casa, e ho ini-ziato le terapie. Ho fatto quattro anni di chemio e diradio, lottando duramente anche per i due gemelliniche mi aspettavano a casa, finché la malattia sembròessersi fermata. Ma dopo un anno la bastarda tornò ericominciai i cicli di chemio e radio, ma a quel puntosolo un trapianto di midollo osseo poteva salvarmi,così iniziarono la ricerca nel registro dei donatori.Nel dicembre 2004 ho trovato quell’1 su 100.000che con il suo dono poteva salvarmi e ho iniziato ladurissima procedura per il trapianto. La settimanaprecedente al giorno zero infatti, il ricevente vienepraticamente “ucciso”: tutto il suo midollo osseo

viene bombardato per “fare posto” a quello sanodonato. In tutto questo periodo rimane in totale iso-lamento e vi assicuro che è un’esperienza terribile,che si supera solo pensando alla possibilità di vivereche ci viene nuovamente donata. Dopo il trapiantopoi si è come dei neonati e il sistema immunitarioparte da zero. A dicembre quindi compio 8 anni!Oggi il mio fisico paga ancora le conseguenze dellamalattia e della terapia, ma non è nulla rispetto aquello che ha attraversato e soprattutto non è nulla difronte alla possibilità che ho di vivere, mangiare,ridere, stare con la mia famiglia, lavorare… Tuttecose che mi sarebbero state negate senza il dono con-sapevole di quell’1 su 100.000. Oggi sono un vero eproprio OGM, un organismo geneticamente modifi-cato, perché in effetti il mio sangue è quello del miodonatore, un uomo… sarà per questo che da allorami son cresciute due p… così!

Tatiana, Mestre (VE): Ho donato e ho dato un senso profondo alla mia esistenza

Il 21 ottobre 2006 ho avuto la fortuna di donare ilmio midollo a un ragazzo sedicenne. Mi ero fatta

tipizzare a 20 anni, dopo aver letto sul giornale unalettera di un tredicenne morto di leucemia che miaveva molto colpito, anche perché avevo perso ilpadre l’anno precedente. Per 16 anni non ho piùavuto contatti con il centro tipizzazioni fino all’ago-sto del 2006, quando una mattina la dott.ssa Fezzidel laboratorio HLA mi telefonò per comunicarmiche ero risultata compatibile con un sedicenne inattesa di trapianto di midollo. Fui sottoposta a tuttauna serie di analisi per confermare la compatibilità eaccertare il mio stato di salute, feci due auto donazio-ni e mi sottoposi all’intervento di prelievo di sanguemidollare dalle ossa del bacino, in anestesia totale. Fututto molto rapido, la sera stessa ero a casa con miafiglia. L’unico fastidio che ricordo è un indolenzi-mento a livello lombare, che scomparve in 24 ore.Sono felicissima di aver avuto questa possibilità e miemoziono ogni volta parlarne. La donazione in tuttele sue forme è una questione di rispetto e di amoreper la vita, un modo di dire grazie e di dare un sensoprofondo alla nostra esistenza. Per questo voglio chedal mio corpo si prenda tutto quello di cui c’è biso-gno per aiutare gli altri. Servizio di Giorgia Chiaro

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Durante tutto lo svolgimento del Forum,Giovanna Tinunin della Dof ha fatto da ponte

tra i lavori offline e i social network Facebook eTwitter. Sulla pagina Facebook Avis Veneto ha posta-to spunti, commenti e immagini dei lavori, twittan-do in contemporanea con l’hashtag #forumavi-syoung. Tutti i partecipanti sono stati invitati a farealtrettanto, condividendo impressioni e idee in Retein modo da aprire il forum anche a chi non c’era fisi-camente. Se desiderate ripercorrere un po’ i momen-ti topici dell’evento e le riflessioni emerse, date unocchio alla pagina Avis Veneto su Facebook! Notereteperò che in realtà nel corso della due giorni ben pochisono gli interventi on line dei partecipanti... “Ilvostro forum è stato di fatto un evento 1.0” ha fattonotare Federico Guerrini della Dof, giornalista de La

Stampa e di Wired. I giovani avisini quindi non sonopoi così tecnologicamente evoluti? Forse. O forse,come è stato osservato da qualcuno, preferisconovivere appieno il confronto vis-a-vis che questi even-ti offrono, anche a scapito dell’apertura verso chi,non potendo partecipare fisicamente, potrebbe inte-ragire online. Certo è che, di solito, dopo il rientro acasa la rete di rapporti costruita nei momenti diincontro si mantiene e addirittura cresce proprio gra-zie all’utilizzo dei social network, Facebook in primis.

Una farfalla di peluche, le chiavi della nuova casa,un pezzo di pongo, una trousse di trucchi, un

paio di forbici. Sono alcuni dei simboli del “cambia-mento” portati dai parteci-panti al Forum InterregionaleGiovani Avis “Change shallbe right”, che il 27 e 28 otto-bre ha riunito a Preganziol(Tv) un’ottantina di volontaridi Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino, AltoAdige-Südtirol e Lombardia. Il cambiamento era iltema cardine dell’evento: cambiamento a livello asso-

ciativo (si avvicinano i rinnovi delle cariche) maanche personale. A condurre i lavori del Forum unasquadra di facilitatori della Dof Consulting capitana-

ta da Alessandro Rinaldi(Nicola Gaiarin, FedericoGuerrini, Ilaria Morabito,Marzia Nobile, GiovannaTinunin) con un metodoinnovativo, efficace e senza

dubbio divertente: il teatro d’impresa. Come “riscal-damento” i partecipanti si sono cimentati nel gioco“trespoli e pappagallini” che, nel mettere alla prova lafiducia e la capacità di prendersi cura dell’altro, hadato vita ad uno spettacolo danzereccio decisamentebuffo! I lavori sono poi proseguiti in otto sotto-grup-pi. Missione: individuare le dinamiche critiche dellapropria realtà associativa, quelle “da cambiare”, emetterle in scena in una rappresentazione teatrale di10 minuti, interpretando personaggi e allestendo lascenografia con i mezzi disponibili. Debutto fissatoper domenica mattina. Sarà stata la carica dei LosMassadores di sabato sera, sarà stato il warm up conmantra tibetano, sarà stata la voglia di ottenere il pre-mio della giuria di qualità e del pubblico... sta difatto che i giovani avisini hanno dato spettacolo! Ilconfronto tra generazioni diverse è emerso come

Forum giovani interregionale, se va in scena il cambiamento

Un Forum 2.0. O forse no?

Da cinque Regioni e ProvinceAutonome per lavorare assieme

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“tema caldo”, accanto alla resistenza dell’associazioneal cambiamento. Quali quindi le soluzioni concreteper innescare un’evoluzione? Tanti gli spunti lanciatidai gruppi di lavoro, innanzitutto su come migliora-re il rapporto con i “senior”: conquistarsi la loro fidu-cia, partecipando alle iniziative tradizionali e coinvol-gendoli in quelle nuove; condividere le responsabi-lità, eliminare i pregiudizi e ascoltarsi, non forzare ilcambiamento ma partire dalla realtà esistente, trova-re momenti comuni di formazione e confronto. Perrafforzare la presenza di giovani in associazione inve-ce si è proposto di essere più presenti sul territoriocon iniziative giovani e progettare e realizzare, comegruppo giovani, eventi autonomi; lavorare sull'im-magine dell' Avis, anche creando nuovi video promo-zionali; utilizzare tutti i mezzi di comunicazione pos-sibili (radio, Facebook, mailing list mirate); realizza-re una piattaforma digitale interattiva volta alloscambio di spunti ed esperienze nell'organizzazione

di eventi di socializzazione. È spuntata anche la pro-posta provocatoria di introdurre nello Statuto l'obbli-go di riservare un quarto dei posti in consiglio agliunder 35 (ove presenti). Una sorta di “quota young”,non da tutti condivisa. Infatti, come ha sostenuto ilgruppo premiato dalla giuria di qualità, le idee nonsono né giovani né vecchie, le idee sono il motore delcambiamento! Giorgia Chiaro

L'esperienza è stata interessante e coinvolgenteanche per il team di facilitazione di Dof

Consulting, che ha aiutato i partecipanti a elaborarespunti di miglioramento attraverso la messa in scenadi dinamiche critiche. “Spesso, ci viene chiesto perché partire da situazioni pro-blematiche per trovare modalità alternative di collabo-razione e lavoro in gruppo - spiega Alessandro Rinaldi,fondatore di Dof e protagonista della due giorni diPreganziol - in realtà, quello che facciamo non nasce daun desiderio sadico di insistere su ciò che non va, svisce-randolo e mettendolo in piazza, quanto dalla convin-zione che il cambiamento possa nascere solo dalla consa-pevolezza che dobbiamo mutare qualcosa nella nostravita, nel nostro modo di lavorare e di stare con gli altri.Condividendo ciò che ci dà fastidio di un particolarecontesto, prima attraverso il racconto e la condivisionedi vissuti che il gruppo percepisce come importanti ericorsivi e poi grazie alla messa in scena di questi vissu-ti, possiamo davvero capire qual è la priorità da cui par-tire per costruire un percorso di crescita e di sviluppo”.Alessandro si è alternato agli altri componenti delteam di facilitazione nel seguire i gruppi nelle variefasi di lavoro. “Una delle cose più belle - racconta il suocollega Nicola Gaiarin - è stato vedere come i ragazziavessero molta voglia di mettersi in gioco. Tanto per fareun esempio, avevamo chiesto a Manuela (Fossa) di invi-tare i partecipanti a portare con sé un oggetto che perloro simboleggiasse l'idea di cambiamento e devo direche è stato toccante sentirli condividere fin da subito,quando ancora non sapevano come avremmo lavorato

con loro, pezzi anche importanti delle loro vite.Abbiamo subito sentito una fiducia non comune e cisiamo sentiti molto ben accolti. Anche per questo è statofacile arrivare velocemente a un livello di intensità chenon è sempre facile da raggiungere con gruppi cosìnumerosi. Siamo convinti che questo abbia fatto la dif-ferenza”. Giovanna Tinunin, Dof Consulting

PhotoGallery on web- Gli amici di DOF hanno raccontato l'esperienza delForum anche sul loro sito: http://dofcounseling.com/forum-avis-young-e-cambiamento.- DOF era presente anche col suo progetto di Social ArtDMAV. Sul sito www.dallamascheraalvolto.it sono visibilialtri scatti.- La redazione di Dono&Vita, ovviamente, non poteva certomancare, PhotoGallery: pagina Facebook donoevita.it

La parola ai facilitatori: “un’esperienza coinvolgente”

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Per il settimo anno consecutivo, il 23 settembrescorso, Jesolo Lido ha accolto oltre un centinaio

di giovani donatori per una giornata del tutto specia-le. I volontari sono stati impegnati, nell’Auditoriumdel Palacongressi, in una lezione sugli stili di vita e sulcomportamento alla guida, nel rispetto delle normedel codice della strada. Lebrillanti relazioni sono statetenute dall’Ispettore CapoLorenzo Lo Conte e dall’a-gente Federico Sabbadin dellaPolstrada di Venezia, che conaudiovisivi reali, frutto di esperienze professionaliacquisite sul campo, hanno impressionato e incurio-sito i partecipanti, favorendo un ampio dibattito.Particolarmente toccante l’introduzione del vice pre-sidente dell’Avis regionale, Francesco Joppi, che hacitato anche la tremenda disgrazia capitata nellanotte a un caro giovane amico avisino MicheleLapolla dell’Avis Basilicata, che tante volte aveva par-tecipato alla gara jesolana di kart, morto proprio in

un incidente stradale. A seguire il saluto augurale delvice sindaco e assessore alle Politiche sociali RobertoRugolotto che ha dato il via ai lavori unitamente airappresentanti del Gruppo Giovani regionale,Andrea Chiavegato (Vr) e Marica Bonaventura (Ve).Dopo la lezione teorica i giovani donatori si sono

cimentati sull’anello dellaPista Azzurra per una singola-re gara di kart, alla qualehanno preso parte ben 12equipaggi, formati ciascunoda otto piloti, di cui almeno

due rappresentanti del gentil sesso. Una squadra rap-presentava anche l’Avis regionale del Friuli VeneziaGiulia, con la quale Avis Veneto ha in atto un proget-to di collaborazione specifica che sta dando buonirisultati. È sceso in terra jesolana, per la prima volta,anche un equipaggio da Bolzano Bellunese compostoda Massimo Cerri, Walter Cervo, Carlo Coletti,Giulia Garbini, Mavy Marinello e Tiziano Salvadorche ha ben figurato nella competizione, classifican-dosi al secondo posto. Sovvertendo ogni pronostico,ha vinto la formazione la squadra Verona 1, capita-nata da Umberto Panarotto e composta da EricaGambaretto, Annalisa Giovanzana, MassimoArmani, Andrea Chiavegato, Alex Negretto,Riccardo Schena e Andrea Viola, mentre al terzoposto si è classificata la squadra del Friuli VeneziaGiulia con Francesca D'Antuono, Stefania Luchini,Nicholas De Vecchio, Marco Galletti, NicolaLondero, Mauro Mollicone, Marco Pulzato, SimoneVarnier e Maria Zivoli. Ma, come è stato affermatodurante le premiazioni, i partecipanti sono risultatitutti “vincitori” nella gara di solidarietà che compio-no da donatori verso chi soffre.

Kart 2012: in gara, ricordando Michele

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Vince Verona1, ma con sorrisiamari per l’amico scomparso

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Art. 1 - COSTITUZIONE, DENOMINAZIONE E SEDE

L’Avis Regionale del Veneto, che aderisce all’AVISNazionale in virtù dell’assenso espresso dal ComitatoEsecutivo del 17/09/2004, è stata costituita nell’an-no 1968 ed attualmente ha sede in Treviso, Viadell’Ospedale, n. 1. Tutti gli organi hanno sede pres-so gli uffici dell’Avis Regionale.

ART. 2 - MODALITA’ DI PARTECIPAZIONEALLA VITA ASSOCIATIVA

La regolare posizione degli aventi diritto di votonell’Assemblea Regionale dei soci, cioè i legali rap-presentanti dei soci persone giuridiche e i delegati deisoci persone fisiche, è accertata dalla CommissioneVerifica Poteri, sulla base della documentazioneinviata dalle rispettive Avis Provinciali della Regione. Tale documentazione, sottoscritta dal legale rappre-sentante, consiste in:1) Elenchi nominativi dei Presidenti e legali rappre-sentanti dei soci persone giuridiche.2) Elenchi nominativi dei delegati effettivi e supplen-ti dei soci persone fisiche risultanti dal verbale assem-bleare.3) Certificazione attestante l’avvenuto regolare paga-mento delle quote associative.4) Nominativo del Capo delegazione.5) Copia del verbale dell’Assemblea Provinciale, coni relativi allegati. Il delegato impedito è sostituito da un delegato sup-plente, individuato sulla base dei criteri definitidall’Assemblea Provinciale di appartenenza. Ogni Rappresentante Legale delle Avis associate nonpuò essere portatore di più di cinque deleghe di altroassociato persona giuridica.I componenti del Consiglio Direttivo non possonoessere delegati di soci persone fisiche.La Commissione verifica poteri, che dura in caricaquattro anni, è costituita da componenti eletti dallaAssemblea Regionale dell'anno precedente a quella dirinnovo delle cariche sociali, nel numero stabilito

dalla Assemblea stessa. La Commissione elegge alproprio interno il Presidente. In presenza di Aviscomunali e di base o equiparate con un numero infe-riore a 7.500 soci, i compiti della commissione veri-fica poteri possono essere espletati dal segretario delconsiglio direttivo. Per garantire un opportuno edefficace collegamento, gli avvisi delle convocazionidel Consiglio Regionale dovranno essere inviatianche agli eletti nei vari organismi associatividell'AVIS Nazionale, ai Presidenti delle AvisProvinciali ed al Presidente dell'Abvs. Si precisa alriguardo che la partecipazione dei Dirigenti sovrain-dicati, deve intendersi facoltativa.

ART. 3 - GRUPPIAl fine di favorire la promozione degli scopi istituzio-nali dell’Associazione e rendere più funzionale il rap-porto con i propri soci, le Avis Comunali, nel proprioterritorio, ai soli fini organizzativi, potranno costitui-re Gruppi di soci che individueranno, al propriointerno, un referente. Restano in capo alle AvisComunali le responsabilità giuridiche ed ammini-strative. L'Assemblea dei soci resta comunque quellaComunale di riferimento ai sensi dell'art.7 delloStatuto Avis Comunale.

ART. 4 - SERVIZIO TRASFUSIONALE E RACCOLTA ASSOCIATIVA

L’Avis Regionale partecipa nelle forme previste dallanormativa vigente alla gestione del servizio trasfusio-nale, allo scopo di garantire il ruolo socio-sanitarioprevisto, svolgendo, oltre ai suoi compiti istituziona-

Lo scorso 29 settembre si è svolta a Due Carrare (PD), presso Casa dei Carraresi l’AssembleaStraordinaria di Avis Veneto. All’Ordine del giorno la variazione dello Statuto associativo peracquisire personalità giuridica di diritto privato e quella del Regolamento regionale messo “inlinea” con il nuovo Regolamento di Avis nazionale. L’approvazione del nuovo Statuto e delnuovo Regolamento da parte dei delegati è stata effettuata alla presenza del notaio ValentinaZafarana (foto sotto con il Presidente Argentoni). Riportiamo il Regolamento integrale (invista delle prossime tornate di rinnovi associativi). Sul prossimo numero il nuovo Statuto.

REGOLAMENTO AVIS REGIONALE

Modifiche 2012 uniformate

con AVIS Nazionale 2012

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li, anche le funzioni che la programmazione sanitariaregionale le attribuisce. Svolge azione di stimolo, diconsulenza e di verifica nei confronti degli organiistituzionali locali e regionali. L’istituzione, le modi-fiche di gestione, le trasformazioni e le soppressionidi Unità di raccolta, direttamente gestite da struttureassociative aderenti all’Avis Nazionale devono ottene-re il preventivo parere del Consiglio Regionale Avis.Qualora un’Avis Provinciale intenda svolgere attivitàdi raccolta diretta dovrà comunque dotarsi di unospecifico regolamento che individui gli organismi, leresponsabilità e che definisca i rapporti tra le partiinteressate. Dell’attività svolta dovrà essere redattoun apposito rendiconto. I rapporti tra Avis e struttu-re trasfusionali, non direttamente gestite dall’associa-zione, devono essere disciplinati dalle convenzionipreviste dalla vigente normativa della RegioneVeneto. Dette convenzioni devono obbligatoriamen-te prevedere:a) la tutela della salute del donatore e di ogni suodiritto connesso con l’attività trasfusionale svolta;b) l’indicazione dei massimali delle coperture assicu-rative obbligatorie e le modalità e procedure perdenuncia e risarcimenti;c) modalità e tempi di erogazione del contributo pre-visto spettante all’associazione;d) la vigilanza per il migliore utilizzo e la distribuzio-ne ottimale del sangue raccolto, degli emocompo-nenti e dei loro derivati nonché per un tempestivo etotale utilizzo delle eccedenze;e) la possibilità da parte dei responsabili delle struttu-re associative di raccolta di conoscere e di concorda-re la destinazione e/o l’impiego del sangue prelevatoe dei suoi derivati.Le convenzioni devono essere sottoposte al preventi-vo parere del Consiglio Direttivo Regionale Avis, ilquale deve curare, per quanto possibile, l’uniformitàdel testo e delle clausole per l’intero territorio regio-nale. Le stesse convenzioni saranno poi stipulate daiPresidenti Provinciali, sentite preventivamente tuttele Avis di base interessate.

ART. 5 - QUOTE SOCIALILa misura e le modalità di versamento delle quotesociali annuali all’Avis Regionale sono stabilitedall’Assemblea dei soci, mediante apposita delibera.

ART. 6 - L’ASSEMBLEA REGIONALE DEGLI ASSOCIATI

La sede dell'Assemblea Regionale degli associati è sta-bilita di volta in volta dal Consiglio DirettivoRegionale. La convocazione dei soci persone giuridi-che all’Assemblea Regionale è fatta con avviso scrittoinviato - a mezzo servizio postale, oppure tramiteposta elettronica - al Presidente di ciascuna associata

persona giuridica. La convocazione dei delegati deisoci persone fisiche è inviata per iscritto, a mezzo ser-vizio postale, oppure tramite posta elettronica per iltramite dell’Avis Provinciale e comunque con moda-lità tali da garantire la conoscenza ai soci.Ai fini di un completo dibattito, ogni delegato disocio persona fisica o legale rappresentante del sociopersona giuridica potrà prendere visione della bozzadella relazione associativa, dei bilanci e di ogni altrodocumento, presso la Segreteria dell’Avis Provincialedi riferimento o nel Sito Internet Regionale.La documentazione dovrà essere disponibile almeno10 giorni prima dell’Assemblea.

ART. 7 - SEGRETARIO E TESORIERE: FUNZIONAMENTO E COMPETENZE

Il Segretario cura la stesura dei verbali delle riunionidegli organi associativi di governo ed è responsabiledella loro tenuta, dirige e controlla il funzionamentodegli uffici, impartisce le disposizioni al personale perl'attuazione delle delibere del Consiglio Direttivo edel Comitato Esecutivo e ne sorveglia l'esecuzione,ha le funzioni di capo del personale e propone alComitato Esecutivo tutti i provvedimenti del caso.Il Tesoriere sovrintende alle attività patrimoniali,amministrative ed alla gestione finanziariadell’Associazione; predispone i bilanci preventivi econsuntivi, gestisce i rapporti bancari e postali secon-do le modalità indicate statutariamente.

ART. 8 - COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI: FUNZIONAMENTO

E COMPETENZECiascun Revisore effettivo è singolarmente investitodell'attività di controllo della contabilità e della rego-larità formale degli atti amministrativi.Il Presidente deve convocare il Collegio almeno ogninovanta giorni per un controllo congiunto degli attiamministrativi e dei documenti contabili, fatta salva

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la facoltà di ciascun membro di esercitare singolar-mente in ogni momento tale controllo.Il Collegio, inoltre, effettua il controllo del contoconsuntivo, predisposto dal Tesoriere ed approvatodal Consiglio Direttivo Regionale, prima della suapresentazione all'Assemblea, alla quale espone la pro-pria relazione. Di ogni verifica collegiale deve essereredatto un verbale; copia di questo va inviata alConsiglio Direttivo Regionale ed al ComitatoEsecutivo. I Revisori hanno l’obbligo di comunicaregli eventuali rilievi negativi al Consiglio Direttivo e,ove ne sussistano la fattispecie previste dalla legge,alle autorità competenti. Alle attività del Collegio deiRevisori si applicano le norme dettate in propositodal Codice Civile.

Art. 9 - COLLEGIO REGIONALE DEI PROBI-VIRI: FUNZIONAMENTO E COMPETENZE

Il ricorso avanti al Collegio dei Probiviri, sottoscrittodal ricorrente e dall’eventuale suo patrocinatore ecorredato della documentazione con l’indicazione dieventuali altri mezzi di prova, deve essere propostoper iscritto e depositato o inviato a mezzo raccoman-data a.r., presso la Sede Regionale, entro il termineperentorio di trenta giorni dal fatto che vi ha datoorigine o dalla conoscenza di esso. Nell’ipotesi diinvio a mezzo posta, fa fede il timbro postale.Il Presidente, ricevuto il ricorso, senza indugio fissa ladata del dibattimento e la comunica immediatamen-te al ricorrente ed alla controparte, alla quale altresìtrasmette il ricorso e dà termine di 30 giorni per ildeposito di un eventuale controricorso e per estrarrecopia della documentazione prodotta. Il controricorso si propone con le stesse modalità delricorso. Tra la ricezione del ricorso e la data del dibat-timento devono decorrere almeno 40 giorni. Il Presidente provvede alla convocazione del Collegioper la data fissata. Il Collegio, in caso di propriaincompetenza, trasmette gli atti all’organo compe-

tente e pone alle parti il termine non superiore atrenta giorni per la riassunzione avanti l’organo com-petente. Avanti al Collegio la parte può stare sia per-sonalmente e/o con l'assistenza di uno o più patroci-natori sia a mezzo di procuratore con delega scrittaanche a margine od in calce al ricorso ed è obbligato-rio il preliminare tentativo di conciliazione.Se la conciliazione non riesce, il Collegio, senza for-malità di procedura e nel rispetto del diritto di dife-sa delle parti, acquisisce l’eventuale documentazioneindicata dalle parti ma non ancora agli atti ed assumele prove nel modo ritenuto più opportuno.La decisione deve essere pronunciata entro 90 giornidal deposito del ricorso - salvo proroga motivataappositamente deliberata dal Collegio - e comunica-ta, a cura del Presidente del Collegio medesimo conlettera raccomandata inviata entro i quindici giornisuccessivi, alle parti interessate e al Presidentedell’Avis Regionale e ai Presidenti delle Avis delleparti per quanto di competenza. L'impugnazionedella decisione di primo grado può essere propostaentro il termine perentorio di trenta giorni dalla rice-zione della comunicazione della medesima, median-te deposito o invio a mezzo lettera raccomandata a.r.del ricorso avanti il Collegio Nazionale dei Probivirie comunicazione all'eventuale controparte.L'impugnazione sospende l'efficacia della decisione,fermo restando quanto stabilito dai commi 6 e 7 del-l’art. 7 dello Statuto Nazionale.Tutte le comunicazioni sono effettuate a mezzo rac-comandata a.r..Le sanzioni sono costituite dalla:a) censura scritta;b) sospensione, per un periodo non inferiore a duemesi e non superiore a ventiquattro mesi, dalle singo-le cariche associative ricoperte e/o dall’attività asso-ciativa.c) espulsione dalla associazione, che priva il socio ditutti i diritti inerenti alla qualifica, con l'obbligo direstituzione della tessera.Il provvedimento di espulsione va comunicato, acura della segreteria regionale, al SegretarioNazionale che cura la tenuta del registro dei sociespulsi e ne dà comunicazione a tutte le Avis territo-riali. Nei casi di particolare gravità ed urgenza, ilConsiglio Direttivo dell'Avis Comunale o di base diappartenenza può, nelle more della decisione defini-tiva in ordine all’espulsione del socio persona fisica,disporne la sospensione cautelare.Il socio espulso, decorsi almeno cinque anni dal pas-saggio in giudicato della decisione, può essere riam-messo nell'associazione, previo parere favorevoledell’Avis Comunale, di base o equiparata cui si rivol-ge per la riammissione, con provvedimento delPresidente Nazionale.

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ART. 10 - NORME AMMINISTRATIVE E FINANZIARIE

L’Avis Regionale del Veneto deve tenere le scritturecontabili ed i libri sociali di cui alle disposizionivigenti in materia e nel rispetto di quanto previstoper le Associazioni di Volontariato.Tutte le operazioni relative all’amministrazionedell’Associazione devono essere curate dal Tesoriere esupportate da idonea documentazione.I rapporti di conto corrente e di deposito di danaro,bancari o postali, e le relative movimentazioni, sonodisposti con firma disgiunta, salvo diversa decisionedal Consiglio Direttivo, dal Presidente, e/o dalTesoriere e/o da eventuali delegati individuati conapposita delibera del Consiglio Direttivo.Al fine di garantire il rispetto dei principi di traspa-renza e di corretta gestione amministrativa, ilConsiglio Direttivo Regionale è tenuto - per il trami-te del Tesoriere - a fornire al socio che ne formulimotivata richiesta elementi conoscitivi in ordine allagestione stessa, nel termine di 30 gg.Il Consiglio Direttivo Regionale, sentito il Collegiodei Revisori dei Conti, può deliberare di far certifica-re il proprio bilancio da una società di certificazione.

ART. 11 - CARICHEL’accettazione della carica da parte dei componentidel Consiglio Direttivo Regionale, del ComitatoEsecutivo, del Collegio dei Revisori dei Conti e delCollegio Regionale dei Probiviri deve risultare daapposito verbale dell’organo di cui sono componen-

ti. Ogni decisione assunta nelle varie riunioni daicomponenti degli organi sopraccitati, in presenza dirapporti di parentela o di affinità fino al terzo grado,di coniugio, di affari, di lavoro, può configurare con-flitto con gli interessi e le finalità dell’AssociazioneAl riguardo costituisce conflitto di interessi parteci-pare alla discussione e votazione di delibere che inter-feriscano con i propri interessi economici e/o perso-nali e nel contempo possano arrecare pregiudizio perl’Associazione derivante dagli atti e/o provvedimentiadottati e/o adottandi dalle parti coinvolte.Le delibere assunte in presenza di conflitto di interes-si sono impugnabili dinanzi al Collegio dei Probiviri.Ai sensi e per gli effetti dell’art. 23, comma 2 delRegolamento Nazionale, nell’Avis Regionale delVeneto è inammissibile detenere contemporanea-mente, nel corso di un medesimo mandato, più cari-che in organi associativi distinti dello stesso livelloassociativo.

ART. 12 - NORMA DI RINVIOPer tutto quanto concerne – rispettivamente – i soci,i diritti, i doveri dei soci, il logo e i segni distintividell’Associazione, le benemerenze associative, gliorgani, la costituzione e l’adesione delle associazionilocali, obbligatorietà giurisdizione interna, si rinviaesclusivamente agli artt. 2, 3, 4, 5, 6, 8, 9 e 16 delRegolamento Nazionale, approvato dall’AssembleaGenerale degli Associati dell’AVIS Nazionale il 27maggio 2012, che si applicano integralmente.Allo stesso modo, le modalità di esercizio del voto, leelezioni per il rinnovo delle cariche sociali nonchéogni procedura connessa alle elezioni stesse sonodisciplinate – oltre che dalle norme statutarie vigenti– esclusivamente dalle disposizioni di cui agli artt. dal20 al 31 della Sezione Integrativa del RegolamentoNazionale. È nulla pertanto – e, quindi, automatica-mente non applicabile – ogni disposizione regola-mentare in contrasto con le norme dello Statuto e delRegolamento Nazionale, nonché del vigente Statutodell’Avis Regionale del Veneto.

Letto, approvato e sottoscritto a Due Carrare 29 settembre 2012

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Già duemila anni fa i Romaniindividuarono il promontorio

che dominava la Valmareno qualepunto strategico, ed eressero il primo“castrum” come struttura di controllodella via imperiale “Claudia Augusta”,che collegava l’Adriatico al NordEuropa. Con la sua posizione avvoltanel clima mite delle colline trevigiane,oggi Castelbrando è fra i piùimportanti e raffinati castelli delpatrimonio storico artistico italiano, ela sua qualificazione lo elenca comeuno dei grandi manieri d’Europa. Èimmerso in cinquanta ettari di parcoe si presenta come borgo medievalemagnificamente inserito nel paesaggiocollinare fra Valdobbiadene,Conegliano e Vittorio Veneto, nellaormai famosa strada del Prosecco.Teniamo presente che si trova adappena 50 minuti da Venezia e chedal cuore del castello si può ammirarein tutta la sua magnificenza la vallata,affacciandosi agli ampi terrazzamentie dalle mura merlate. Castelbrando, oggi, trasformato in unodei più accoglienti edifici storici erestituito agli antichi splendori, è ingrado di offrire un ampio ventaglio diopportunità: un raffinato hotel aquattro stelle con 80 camere, suite eappartamenti ubicati in tre contesti

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Storie di castelli,d’armi e d’eroi

sulla strada del Prosecco

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diversi, tutti di grande fascino, 50 a Castelbrando, 16a Castelbrando Dependance e 14 in Villa MarcelloMarinelli. Nell’ala più antica del castello troviamo ilmoderno centro benessere, un ricercato ristorante, unristorantino informale, parecchi bar, cantina ed enoteca.Il centro congressi ed eventi può avvalersi di tre teatri:lo storico teatro Sansovino (300 mq), il teatro Magno(550 mq), il teatro tenda (1000 mq) e sei sale del ‘700(fra i 50 e gli 80 mq l’una). Il tutto, modernamenteattrezzato, è in grado di accogliere fino a 1800 persone.Su un delizioso cortile si affacciano la settecentescachiesetta di San Martino e le diverse aree museali dovesi respirano secoli di storia e si vive una splendidaavventura. A completare il tutto abbiamo il Brandoshop, punto di partenza per un’escursione a cavallo, apiedi o in bicicletta nei 50 ettari ottimamente attrezzati.È impossibile, in poche righe, raccontare tutto quelloche si può ammirare e di cui si può disporre per uneventuale soggiorno in un luogo assolutamente unicocon stanze riportate allo splendore originale, le vetratecon lavorazione a piombo dalle quali si godono

spettacolari viste sulla valle e sulle colline circostanti.Chicca dell’hotel è la superba scala settecentesca traantiche corazze e armi in asta del XVI secolo. Nell’alapiù antica del castello c’è il centro benessere la“Principessa Gaia” spa e wellness.Non possiamo non visitare una mostra di armi earmature dall’imperatore Claudio Augusto aTeodolinda, da Carlo Magno a Gattamelata ai DaCamino e, infine, alla famiglia Brandolini, che è statapiù a lungo padrona di Castelbrando, poi ceduto, nel1959, ai padri salesiani. È possibile esplorare anche leantiche prigioni con la descrizione delle varie fasi deiprocessi e delle condanne inflitte ai prigionieri, e,prima di entrare nel castello, ci fermiamo ad ammiraregli antichi edifici che sono ritornati all’uso per il qualeerano stati costruiti: ricovero per le carrozze dei ContiBrandolini e dei loro ospiti più importanti, dovetroviamo un’esposizione delle carrozze originali.All’interno è allestita un’esposizione di preziosi costumidei personaggi che abitarono il castello attraverso imillenni, oggi la sala ospita anche una singolarecollezione di occhiali storici, come interessante è anchela mostra che comprende preziose riproduzioni diantichi strumenti musicali con descrizione interattiva.Dopo aver visitato la chiesetta di San Martino, erettanel 1224, con i suoi magnifichi affreschi di EgidioDall’Ollio, allievo del Piazzetta, è d’obbligo una tappaal Brando shop per un ricordo di questa magnifica visita.Ora, senza la pretesa di avere descritto tutto, ancheperché sarebbe stato impossibile in così poco spazio edopo aver ringraziato la signora Ivana CasagrandeColomban attuale (e squisita) padrona di casa, ciavviamo verso l’uscita accompagnati da Silvia Talamini,

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management assistant della struttura, che durante lavisita è stata un eccellente anfitrione e prendiamo lafunicolare che collega il castello con il parterre doveabbiamo parcheggiato. Per completare la visita, abbiamovoluto ripercorrere un tratto della via imperiale ClaudiaAugusta che, come già detto, univa la pianura allamontagna, prima il bellunese, poi il Cadore fino alleAlpi. Oggi la via è percorribile solo a piedi, e, con undislivello di 500/600 mt da dove si lascia la macchina,ci si porta al valico di Praderadego, nel comune diMel in Val Belluna. Ho avuto il piacere di percorrerequesta via a piedi parecchie volte, ora c’è anche unastrada asfaltata che porta a destinazione, ma vale la penadi percorrere la via Claudia specialmente d’estate, inmezzo ad una fitta vegetazione, con scorci bellissimi sulle

Prealpi e, prima di arrivare a Praderadego, sulla destraci sono alcune case ormai chiuse, una delle quali(peraltro in vendita) è stata della famosa cantante TotiDal Monte.Sul pianoro del passo ci sono poche case, l’albergoristorante “Ai faggi” dove degustare specialità locali, labaita degli Alpini, una chiesetta e un laghetto vicinoalla vecchia osteria, ormai chiusa, “de’ Nani” dove èancora possibile leggere l’insegna “Vin e Pit (vino epollo) piatto unico”.Ma Praderadego è conosciuta per un altro motivo:inoltrandosi lungo una strada boschiva molto comoda,si arriva infatti a un pianoro famoso per la fioritura deinarcisi. Uno spettacolo impossibile da descrivere: decinee decine di ettari tutti bianchi come dopo una nevicata.Madre natura ha creato questa meraviglia a 1000 mtdi altezza: una cosa unica!A questo punto non ci dilunghiamo più e, siccome aPraderadego si può arrivare anche in macchina, nondimenticate di segnare sulla vostra agenda unascampagnata a metà maggio ad ammirare i narcisi.

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Seconda assemblea provinciale per l’Abvs, il 25 novem-bre scorso (foto sotto). Dirigenti e soci si sono inter-

rogati sull’andamento delle donazioni nel territorio, inquello che è uno dei momenti più importanti della vitaassociativa. Alla presidente Gina Bortot abbiamo rivol-to alcune domande inerenti l’attuale situazione nel bel-lunese. Presidente Bortot, come valuta i dati sui prelieviesposti in assemblea?L’analisi delle donazioni al 31 ottobre ha evidenziato, nelnumero assoluto dei prelievi, una flessione di circa il 2%rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso. È comun-que un dato che non desta preoccupazione, perché l’en-tità dei prelievi ci consente di soddisfare, oltre che il fab-bisogno di sangue degli ospedali locali, anche le neces-sità di Padova, nonché di contribuire all’invio di sanguein Lazio e Sardegna. Particolarmente motivante è, inve-ce, l’aumento delle prime donazioni che si attesta a unlusinghiero 9,4%. Il dato è ancor più stimolante se si tienepresente che fa riferimento non a candidati donatori, maa volontari già dichiarati idonei.

Come spiega questo successo tra i nuovi donatori?Il dato è il frutto di un’attività che si esplica su più fron-ti. Innanzitutto, la campagna informativa che Abvs stapromuovendo nelle scuole. Questo è il terzo anno chel’associazione offre agli istituti di ogni ordine e grado, lapossibilità di seguire i moduli di attività messi a dispo-sizione dall’Avis. Il riscontro, da parte delle scuole, è sem-pre più ampio, tanto che non mancano sedi che, a set-tembre, manifestano il loro interesse già prima dellapresentazione delle proposte. Tale successo è sicuramen-te da imputare a due fattori. Il primo è il fatto che la pre-sentazione dei progetti alle scuole viene effettuata insinergia con l’Ulss di Belluno, e ciò a sottolineare i risvol-ti sanitari del progetto. Il secondo è che l’immagine del-l’Abvs trasmessa ai ragazzi, attraverso delle attività diver-tenti, è quella di un’associazione dinamica, non ancora-ta a rigidi schemi. Non dimentichiamo, però, l’impor-tante contributo dei tornei sportivi organizzati durantel’anno dalle varie sezioni: tanti nuovi donatori arrivanoanche grazie a queste iniziativeAbvs può contare su numeri da imputarsi anche al suofiore all’occhiello: l’ufficio di chiamata.L’ufficio di chiamata è ormai un radicato sistema diorganizzazione delle donazioni nel territorio. Vorremo,a questo punto, fare un passo ulteriore. L’idea è quelladi creare, nel database degli uffici della provinciale, unasezione dedicata ai candidati donatori in modo da seguir-li passo dopo passo nel loro percorso di avvicinamentoalla prima donazione, accompagnando il candidato dalmomento del primo contatto, attraverso la procedurasanitaria di accertamento all’idoneità. Il tutto nell’arcodi un tempo sempre più breve, senza che lo stesso si sentaabbandonato dall’associazione a cui si è rivolto per con-cretizzare un’esigenza di solidarietà.

Barbara Iannotta

Torna con l’inverno l’ottava edizione della Casparetha.Nata per far divertire grandi e piccini, questa sug-

gestiva gara con le racchette da neve ha visto una sem-pre maggiore affluenza di partecipanti e di pubblico. Ilpercorso si snoda nella bellissima Valle di Gares tra albe-ri, neve e armonia sui 5 chilometri e 300 metri che dallapiazza Papa Luciani arriva al Campeggio Lastei. Ci tro-viamo nelle Dolomiti più vere, quelle bellunesi patrimo-nio dell’Unesco e più precisamente a Canale d’Agordo,paese natìo di Papa Luciani. Quest’anno si parte con unaconferenza stampa che si terrà il 25 gennaio 2013, a par-tire dalle ore 18, a cui seguirà un buffet e una bicchie-rata in compagnia. La serata proseguirà con balli fino a

tarda notte con i dj dell’Agordino. Un ringraziamentoparticolare va alla Consulta Giovani che organizza laserata di apertura dell’evento più aspettato e spettacola-re del bellunese. Il giorno successivo la manifestazionesportiva amatoriale vera e propria, che vede sfidarsi gentedi tutte le età, con le racchette da neve ai piedi o con gliscialpinismo. Per conoscere tutte le informazioni, il programma e lenews, consultare il sito internet www.casparetha.it. Allo-ra, caro donatore, non prendere impegni il 25 e 26 gen-naio prossimi: la Casparetha e l’Abvs ti aspettano con tantenovità tutte da scoprire, dove le emozioni non finisco-no mai di stupire. Dino Xaiz

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“Casparetha” 8ª edizione: il 26 gennaio a Canale d’Agordo

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Prendete un paesaggio mozzafiato, un coro celestia-le, un maestro d’eccezione e il gioco è fatto! Per il

secondo anno consecutivo, la rassegna musicale “Armo-nie in quota” ha destato l’attenzione e l’approvazione delnumeroso pubblico. L’evento, nato dalla collaborazionedella sezione Abvs di Bolzano Bellunese con la sezioneCai di Belluno, porta la grande musica ad esprimersi nellacornice naturale delle dolomiti bellunesi. L’8 settembreè stata la volta del Coro Bimperl Ensemble, diretto dalmaestro Elena Filini con un’esibizione dal titolo “Fare filò- Storie, canti e racconti sul limitare della sera”. Il tuttosi è svolto presso il Rifugio 7° Alpini, situato ai piedi delgruppo della Schiara e dichiarato, il 26 giugno del 2009,patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Un vero premio perchi ha affrontato l’impegnativa camminata! B.I.

Trecento persone hanno partecipato alla“Lucciolata”, evento che si svolge ogni anno in

maniera itinerante nei cinque comuni dell’Alpago. Perl’edizione 2012 la manifestazione ha avuto luogo aTignes di Pieve d’Alpago, organizzata dalla localesezione Abvs, in collaborazione con le altre della concae con le comunità alpagote (nella foto a destra unmomento). I partecipanti, seguendo la tradizione che dasempre accompagna la Lucciolata, si sono muniti ditorcia o di altri oggetti luminosi per illuminare la stra-da che li ha portati alla piazza del paese di Tignes, per-correndo la zona sud del borgo. Grazie alle ottime con-dizioni metereologiche, è risultato ancor più apprezza-to e frequentato il rinfresco finale preparato dai volon-tari. I contributi raccolti sono stati devoluti siaall’Associazione “Via di Natale”, che segue i malati ter-minali oncologici ricoverati nel Centro oncologico diriferimento di Aviano, sia alla “Casa Via di Natale” chefornisce ospitalità gratuita ai familiari dei pazienti.

Egran successo ha raccolto quest’anno anche la“Pedonata di San Michele” che ha visto un incre-

mento di atleti partecipanti, arrivati al numero recorddi 305. L’evento, organizzato dalla sezione Abvs diOrzes unitamente alla parrocchia dell’omonima frazio-ne, ha impegnato i partecipanti in un tracciato che hamesso a dura prova le loro potenzialità. Per la classificamaschile, ha dominato Mirko Signorotto che, con untempo di 20.11, ha ridotto di oltre mezzo minuto l’in-credibile tempo con cui già si era imposto l’annoprima; tra le donne, invece, Angela De Poi ha supera-to nel finale Marianna Ducati. Una classifica a parte èstata riservata ai donatori del sangue partecipanti: iltrofeo, intitolato a Gino De Barba, già segretario e tra

i fondatori della sezione, è andato a Toni Barp eMichaela Bortoluzzi, rispettivamente primo donatore eprima donatrice in classifica. La consegna dei premi havisto protagonisti il nipote di Gino De Barba e lamoglie di Gino De Nard, donatore e consigliere dellasezione, recentemente scomparso. Un’edizione ben riu-scita anche grazie ai volontari organizzatori, tra tuttiMatteo e Manolo Cibien, Federica e Claudia DeMartin. La partenza nella foto sotto. Barbara Iannotta

Pedonata o Lucciolata, solidarietà assicurataBELLUNO

“Armonie in quota” che valgon bene la fatica di un’ascesaLE

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Nell’editoriale di “Dono & Vita” del numero scor-so, ho concluso scrivendo che come donatori siamo

responsabili della crescita e della qualità della società incui viviamo. Abbiamo parlato della chiamata alla dona-zione, che è compito delle associazioni effettuare. Inquesto momento, si è aggiunto anche da parte dellaregione politica una forte pressione, perché tale attivitàsia presa in carico dalle associazioni. Sicuramente la crisi,i tagli alla Sanità e la mancanza di personale, anche disegreteria, hanno spinto i centri di raccolta a razionaliz-zare le risorse e, quindi, a mettere in pratica quello chela convenzione già da anni prescriveva con un articolospecifico. Come associazione Avis, i nostri soci donato-ri li abbiamo sempre invitati noi a donare, contrariamen-te alle altre associazioni che lasciavano liberi i donatoridi presentarsi spontaneamente, o che chiamavano diret-tamente i centri di raccolta, creando picchi di raccoltanei week-end o nei giorni di ponte delle varie festività.Situazioni non più auspicabili, perché portano alla sca-denza il sangue che viene donato, con le conseguenze chedescrivevamo la volta scorsa. Sicuramente dobbiamomigliorare il sistema di chiamata, magari andando aprenotare i donatori suddivisi nei giorni e per gruppo san-guigno. E voi, donatori, dovrete impegnarvi a risponde-re alla chiamata rispettando il più possibile la data cheverrà concordata insieme. Così, e solo così, doneremo tuttiin uguale misura! Solo così non ci sarà più chi dona quat-tro volte all’anno e chi una volta: abbiamo bisogno dimolti donatori che donano, non di pochi donatori chedonano molto. C’è l’esigenza di avere in organico più per-sone possibili sia per il ricambio generazionale, che peravere un controllo sanitario sulla popolazione, anche in

merito a epidemie o a nuovi virus che si presentano(ultima, in ordine di tempo, il virus portato dalla zan-zara del Nilo, scoperto grazie ai controlli sui donatori).Quindi, cari donatori, vi esorto a essere consapevoli deitempi che cambiano e responsabili, di rispondete inmodo attivo alla chiamata che vi giungerà rispettando itempi e i giorni, perchè dal vostro gesto dipende la salu-te dei malati e l’utilizzo intelligente del vostro sangue.Cambiando decisamente argomento, vi ricordo che nelleassemblee del prossimo febbraio ci saranno sia i rinno-vi dei Consigli direttivi di tutte le Avis comunali, sia delConsiglio dell’Avis provinciale. Io non sarò più “ricari-cabile” come presidente. Ma certo non abbandoneròl’Avis, perchè mi dedicherò alla mia Comunale. Dopo25 anni di impegno sono arrivato al capolinea, nonsono più un donatore attivo per motivi di salute. Credoe spero di aver dato quello che avevo e potevo dare, oratocca a chi si sente di poter portare avanti la nostra “mis-sion”. C’è bisogno di linfa fresca, c’è l’esigenza di “rot-tamare” i dirigenti che hanno dato molto, che hanno sicu-ramente fatto grande l’Avis, ma che come me sono arri-vati al capolinea. Non dico largo ai giovani, dico largoalle donatrici e ai donatori responsabili! Il futuro è deimiei e nostri nipoti, e a indicare la retta via, fatta anchedi impegno verso il prossimo, devono essere i loro geni-tori, non certamente noi nonni. Allora fatevi avanti,figli, ora tocca a voi! Chiudo questo mio editoriale augu-rando a tutti voi un sincero augurio di buon Natale e diun sereno inizio d’anno nuovo, con la certezza che saràmigliore di quello passato, grazie all’impegno di voi tuttiverso chi soffre ed ha bisogno.

Enrico Iseppi, presidente Avis provinciale Vicenza

VICENZA

Più responsabilità nei tempi che cambiano

La neonata Avis comunale di Santa Croce diBassano del Grappa, per festeggiare la sua entrata

nella famiglia avisina, ha organizzato una visita cultu-rale a Palmanova, in Friuli. Con una partecipazionedi cento donatori e familiari, baciata dalla dea benda-ta nonostante la stagione, la giornata è stata meravi-gliosa, sotto ogni punto di vista. Nella visita alla cit-tadina, che coinvolge molto per la sua storia e per gli

angoli suggestivi e alla quale ha partecipato anche ilvicepresidente dell’Avis regionale Friuli VeneziaGiulia, la comitiva ha conosciuto anche la cucinatipica friulana, grazie a un ristorante specializzatonella cucina a base di pesce. Nel proseguo della gita,anche per sgranchire le gambe e aiutare la digestione,si è portata a termine la visita a Palmanova, sicura-mente cittadina che resterà nei ricordi dei partecipan-ti. Sulla via del ritorno, fermata in quel di Treviso peruna visita a una cantina locale ove tutti si sono rifor-niti di ottimo vino da portare a casa per rimpinguarele scorte per le future feste familiari. Al di là di que-sti dettagli eno-gastronomici, la giornata è stata unmodo per conoscersi tra donatori, rinforzare l’amici-zia e divertirsi insieme, com’è da sempre nello spiritoAvis e ora anche in quella nuova di Bassano.

La neonata Avis Santa Croce di Bassano in gita con i suoi soci

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Anche quest’anno il connubio Avis-Tes, ha avuto,in provincia di Vicenza, una rilevanza di

prim’ordine, con una serie di iniziative organizzatanella vallata dell’Agno, con la collaborazione dellecomunali di Brogliano, Cornedo, Castelgomberto-Trissino, Valdagno, Recoaro e dell’Avis provinciale.Si è iniziato ai primi di ottobre, con l’incontro deldott. Pier Paolo Parnigotto, presidente di Tes, con gliinsegnanti di scienze delle scuole medie del territorio,per accordarsi su come affrontare l’argomento dellecellule staminali con gli studenti. Studenti (ben 500)che sono stati incontrati l’11 e 12 ottobre e chehanno seguito con entusiasmo e attenzione, qualcu-no restando a bocca aperta nel sentire le straordinariepotenzialità delle staminali. Un successo tale cheanche i docenti, entusiasti a loro volta, hanno propo-sto di ripetere l’attività nei prossimi anni. Nella sera-ta del 12, a palazzo Festari di Valdagno, si è infinetenuta la serata pubblica, con la partecipazione dellacittadinanza della vallata, che ha gremito la sala.L’attenzione è stata massima, tutti sono stati coinvol-

ti positivamente dall’argomentazioni del dott.Parnigotto e i suoi collaboratori, che in modo sem-plice e chiaro hanno spiegato la valenza mondialedella ricerca sulle cellule staminali. Il gran finale è stata la consegna alla fondazione Tesdella somma di 2.200 euro da parte dei presidentiAvis della vallata, Ioide Fin, Adriano Pretto,Gianpietro Vantin, Valentino Massignan, GiancarloMingardi e della provinciale di Vicenza, per la conti-nuazione della sua attività di ricerca.

Valdagno: rinverdito il patto fra Avis e Tes VICENZA

Èstato inaugurato il 13 ottobre il nuovo Centro diraccolta sangue di Schio, con annessa nuova sede

dell’Avis comunale Schio Alto Vicentino. Il taglio delnastro, alla presenza del presidente dell’Avis regiona-le, Alberto Argentoni, rappresenta un importantepasso in avanti per il territorio, in tempi in cui “lamannaia della spesa di Stato si abbatte su molti settoridella Sanità pubblica - ha sottolineato il presidentedell’Avis di Schio, Gianfranco Carraro, precisandoche - oggi facciamo una importante valutazione dinatura etica, ovvero: ogni spesa finalizzata alla salutedel cittadino, costituisce un grande investimento! Lanostra Carta Costituzionale, ma ancor prima la nostracoscienza di uomini e donne, sancisce infatti il valoreinalienabile della vita umana”. Nel corso del suointervento, il presidente Carraro ha sottolineato lacollaborazione dell’Ulss4, dal direttore generaleErmanno Angonese ai responsabili del settore tecni-co e amministrativo, nel raggiungimento di taleobiettivo e del trasferimento della sede Avis e dell’uf-ficio di chiamata all’interno del nuovo centro, guida-to dal dott. Corrado Sardella. Preziosa anche la colla-borazione da parte dell’Amministrazione comunale edel sindaco di Schio, Luigi Dalla Via, per il manteni-mento del Centro di raccolta sangue nell’ex ospedalecittadino. “In tal modo - ha concluso Carraro - ilnostro “De Lellis” continuerà ad assumere una funzione

basilare nel contesto della sanità locale. Auspichiamoche, in futuro, altre parti di questo edificio vengano con-vertite in altrettante importanti strutture sanitarie”. Aincupire la giornata di festa, però, il problema dellacronica carenza di personale del Centro dove, allostato attuale, manca ancora un medico a tempopieno in pianta organica. Fino ad oggi tale assenza èstata in parte sopperita dal lavoro e dai sacrifici deidue medici operanti. Ci appelliamo pertanto ai chi dicompetenza, affinché ponga al più presto rimedio auna situazione che, alla lunga, potrebbe creare pro-blemi e disagi anche ai nostri donatori e a tutta l’u-tenza, cioè ai principali destinatari del servizio. Labenedizione dei locali è stata impartita da donAndrea Mazzon, sacerdote avisino.

Inaugurato a Schio il nuovo Centro di Raccolta

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Il percorso di rinnovo della convenzione fra le asso-ciazioni e le federazioni di donatori volontari di

sangue, da una parte, e le Aziende capofila dei singo-li Dimt della Regione dall’altro, è oramai concluso.

Tuttavia, ritengo che l’impegno diAvis non possa ritenersi esaurito enon vorremmo ritrovarci imprepara-ti alla prossima scadenza (fra circatre anni). L’obiettivo, posto dal Crat(Centro regionale attività trasfusio-nali), di individuazione delle moda-lità per la predisposizione di analisidi supporto all’Osst (Organismosupporto scientifico tecnico delsistema trasfusionale) nell’elabora-

zione delle linee guida volte a uniformare il tratta-mento dei donatori all’interno della Regione delVeneto, non ha riguardato solamente l’art. 9 (Ristorodel donatore e spese di viaggio), ma anche alcuniaspetti riportati nell’articolo 7 (Organizzazione dellaraccolta di sangue e dei suoi componenti gestitedall’Associazione/Federazione e della raccolta festivadi sangue e dei suoi componenti gestite dai servizitrasfusionali). In modo particolare riguarda il pannel-lo di esami a cui viene sottoposto il donatore e il rela-tivo questionario, che presentava consistenti diffor-mità tra i vari Dimt del territorio regionale. Il temadell’omogeneizzazione del trattamento dei donatoridella Regione Veneto è stato richiesto dalla compo-nente Avis nell’Osst e dovrebbe costituire unmomento di “proficuo” confronto tra tutte le compo-nenti del sistema trasfusionale. È proprio su questiaspetti che sono mancati una progettualità e un serio

preventivo confronto all’interno di Avis e questo,purtroppo, ha creato alcune situazioni di disagio:nelle riunioni con le istituzioni non siamo stati ingrado di esprimere da subito delle proposte condivi-se. Pertanto, ritengo necessario si istituisca un tavolotecnico, composto da rappresentanti Avis e medicidella nostra associazione, al fine di giungere, al pros-simo rinnovo della convenzione, con una propostacondivisa e valutata nel tempo. In merito alla con-venzione da poco approvata, in particolar modo alpannello esami per i donatori, ribadisco quanto giàespresso in altre occasioni: l’obiettivo fondamentaledell’Avis è la tutela della salute del donatore a garan-zia del ricevente, e ritengo che tutti i donatori debba-no accedere a qualsiasi indagine aggiuntiva, scientifi-camente vagliata, nell’ambito di indagini epidemio-logiche o di nuovi programmi di prevenzione. Lamissione dell’Avis è la fidelizzazione allo scopo digarantire l’autosufficienza nazionale; l’Avis, per poterfidelizzare i donatori periodici e garantire continuità,impegna risorse umane ed economiche non indiffe-renti. Ciò significa, dover porre particolare attenzio-ne al patrimonio umano che il donatore rappresenta,nel tempo in cui rimane attivo e quindi, gli devonoessere garantiti indagini di screening diagnostico,preventivamente stabiliti. Questo non è l’unicoaspetto sul quale è necessario monitorare e interveni-re, affinché ci sia una corretta e puntuale applicazio-ne delle norme previste in convenzione. Da parte miaribadisco la disponibilità a collaborare, come volon-tario Avis e medico che da quasi 40 anni opera all’in-terno del Servizio trasfusionale pubblico.

Roberto Ferrari, direttore sanitario Avis provincale Padova

Il volontariato in tutte le sue forme è sceso in piazza,domenica 23 settembre, per la nona edizione della

“Festa provinciale del Volontariato”, alla quale hannopartecipato anche il gazebo dell’Avis provinciale e dellacomunale di Padova. Ogni anno il volontariato padova-no vuole far conoscere alla cittadinanza l’apporto datodai volontari al territorio provinciale. Come da tradizio-ne, sono state quindi occupate le piazze del centro sto-rico di Padova, da Piazza Garibaldi al Bò, attraversandole piazze dei Frutti, delle Erbe e dei Signori fino a PiazzaCapitaniato. Il tutto è iniziato con la maratona fotogra-fica, che ha premiato i migliori scatti realizzati in gior-nata su alcuni specifici temi, comunicati al momentodella partenza. Non è mancato l’aspetto ludico: per tutta la giornata si è tenuto uno speciale Gioco dell’oca scom-ponibile e trasportabile.

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Convenzione rinnovata, si riparte

“Occupate” le piazze di Padova dalla Festa del Volontariato

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L’Avis comunale di Montegrotto ha organizzatoun concorso, rivolto alle classi terze della scuola

secondaria di primo grado “Antonio Vivaldi” diMontegrotto Terme. L’iniziativa è stata attuata conla collaborazione dell’Istituto comprensivo locale. Il concorso, dal tema “Corti ma tosti”, prevede larealizzazione di un video di comunicazione sociale,della durata di 30 secondi, che tratti tematiche pro-poste da Avis. Le finalità del concorso sono molte-plici: la principale è quella di sensibilizzare i ragazzisu valori come solidarietà, gratuità, fratellanza senzadiscriminazione di razza, credo politico o religioso;un’altra importante motivazione è aiutare gli stu-denti a scoprire gli elementi fondamentali del lin-

guaggio cinematografico come strumento espressivoe di maturazione della personalità. Un altro obietti-vo del concorso è anche far conoscere la missione diAvis ai ragazzi e alle loro famiglie, ovvero di diffon-dere nei cittadini la “cultura dell’altruismo” e in par-ticolare quella della donazione di sangue, necessariaper far fronte al fabbisogno sempre più crescentedegli ospedali. Una commissione formata da un rappresentantedella scuola, dell’Avis, dell’Amministrazione comu-nale e di “Officina Immagini”, valuterà i lavori, sta-bilendo l’ordine dei primi tre classificati esaminan-do, oltre che il messaggio trasmesso, anche i merititecnici e artistici.

PADOVA

Giovani pronti, facciamoci avanti...

Montegrotto: video “corti ma tosti”, concorso nelle scuole

Il 29 settembre, in occasione dell’assemblea straordi-naria di Avis regionale Veneto, sono intervenuta in

qualità di responsabile del Gruppo giovani di Avis pro-vinciale di Padova, e ho posto all’attenzione dei delega-ti alcune riflessioni sul ruolo che i giovani hanno nellanostra associazione. La riflessione nasce da una consta-tazione di fatto: guardandomi attorno quel giorno, horiscontrato la quasi assenza di persone al di sotto dei 30anni. I ragazzi presenti erano pochi; eppure i giovani inAvis ci sono, ragazzi che si sono presi a cuore la missio-ne del dono del sangue e che con impegno diffondonoquesto messaggio. La domanda che ci si deve porre è:per quale motivo, in occasioni così importanti, dovevengono affrontati temi che riguardano l’associazione eil suo futuro, i giovani non sono presenti? Cosa li tienelontani? Sono forse loro che non si propongono? Qualisono le dinamiche relazionali o le condizioni che nehanno impedito l’inserimento, per esempio, nelConsiglio direttivo dell’Avis regionale Veneto? È indub-bio l’impegno che da anni ogni singola realtà comunaleimpiega per poter far avvicinare i giovani al dono delsangue, e i risultati si vedono. Molti giovani donatori sipresentano nei vari centri con amici o conoscenti, pron-ti ad offrire il loro aiuto tramite la donazione. Esprimola mia perplessità nel trovarmi ancora in minoranza e leragioni, che mi sfuggono, appaiono tanto sottili quantoimportanti. Spesso i giovani spiccano per il loro entusia-smo volubile, i molti interessi e il loro carattere giocoso,ma è anche vero che i ragazzi sono dotati di menti dina-miche, sempre pronte e aperte alle innovazioni. I giova-ni volontari Avis sembrano, però, riflettere solo le carat-teristiche di spensieratezza piuttosto che quelle di impe-gno, auto-relegati ai margini dei ruoli decisionali, maga-ri impegnati in appuntamenti superficiali. È fondamen-

tale creare momenti d’incontro, per poteraccogliere, nel migliore dei modi, i nuovidonatori facendo capire loro che i giovani Avissono certamente giovani, ma che sono primadi tutto Avis. La mia esperienza personale miporta a dire ai presidenti, che hanno già com-pletato il ciclo di due mandati, che l’importan-za non sta né nelle cariche né nei ruoli, manelle persone, di dare fiducia ai giovani che sipropongono, incoraggiandoli ad assumereincarichi importanti nell’associazione, come ilmio direttivo ha fatto e continuerà a fare. L’associazioneha la fortuna di avere persone straordinarie che dadecenni svolgono il meticoloso lavoro di diffusione delladonazione di sangue, a livello capillare, in ogni singolarealtà locale, e Avis in generale, dovrebbe solo esseregrata a questi soci e alla loro dedizione. È proprio per-ché ci sono queste persone che, con tutta la loro espe-rienza e con tutta la loro passione, possono essere esem-pio e guida per i giovani nel prendere le decisionimigliori e nel percorso da seguire. I presidenti nondovrebbero avere paura nel passare il “testimone” e illoro operato ai giovani, perché con guide così importan-ti, i risultati non potranno che essere rassicuranti. Aprirei direttivi ai giovani, con ruoli importanti, costituisceuna garanzia di sopravvivenza per l’associazione. Ilricambio generazionale è il futuro, ma anche il presentedella nostra associazione. È fondamentale avviare al piùpresto questo processo, bisogna rendere consapevoli igiovani che c’è bisogno delle loro idee, che il loro entu-siasmo è una boccata d’ossigeno per l’associazione e unasperanza concreta di futuro. Giovani donatori c’è biso-gno di voi e delle vostre idee!

Gloria Mercurio, responsabile giovani Avis provinciale Padova

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Gemellaggio, atto secondo. Domenica 16 settem-bre si è svolto un passo avanti verso il gemellag-

gio tra l’Avis comunale di Padova e l’Avis comunaledi Guiglia (in provincia di Modena). Nel 2011, inoccasione dei 60 anni di anniversario di fondazionedell’Avis padovana, c’era stata la “prima firma” e loscorso settembre una sua cospicua rappresentanza, inoccasione del 50° di Guiglia, si è recata sulle collinemodenesi per sancire l’amicizia che lega le due asso-ciazioni di donatori. Una condivisione profonda divalori e intenti che si è tradotta nella volontà di pro-seguire questo rapporto di collaborazione e amiciziainstaurato nel tempo. Il presidente della Comunaledi Padova Enrico Van De Castel, ha ricordato lo spi-rito di solidarietà che accomuna le due Comunali.

Alla festa della birra questa estate a Rovolon (PD),serata giovane con la band di O.I. & b.

Zucchero Tribute, con la partecipazione di Lisa Huntex voce di Zucchero. Sponsor della serata è statal’Avis di Rovolon. La stessa Comunale ha organizza-to dei gazebo per distribuire ai numerosissimi giova-ni del pubblico vari gadget e magliette per promuo-vere il dono del sangue. I giovani dell’Avis si sonomolto impegnati riuscendo a raccogliere, durantetutte le serate, diverse “promesse di donazione”.Entusiasti dell’esperienza, si pensa di ripeterla anchenei prossimi anni oltre a partecipare anche ad altreoccasioni di incontro. L’auspicio che molti siano iragazzi che aderiranno ad Avis. Beniamino Paggiaro

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I “gemelli” Padova-Guglia Zucchero tribute a Rovolon

In cinquemila per “sognare”, Avis presente

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Una grande festa. “Dreamin’ up, svegliati da unsogno” è il nome dell’iniziativa che si è svolta

sabato 24 novembre al Palasport San Lazzaro diPadova. Un gioco di parole che richiama il sogno allasua dimensione di progetto, di vocazione, ma cheinvita anche a sognare, a puntare in alto, alla vetta.Alla festa hanno partecipato più di cinquemila perso-ne, tra ragazzi ed educatori, con ospiti d’eccezionel’Avis provinciale di Padova, i cui ragazzi del Gruppogiovani hanno proiettato un video sul tema della

donazione di sangue. Sognare è una cosa tremenda-mente seria, soprattutto se hai 16 anni. Hai sì tutta lavita davanti, ma è in questo momento che metti imattoni, che scegli su quali basi fondare la vita chesogni. È a quell’età che inizi ad “impastarli”, con lacalce e con la malta, per costruire, pietra dopo pietra,il tuo futuro. Nel cuore di un adolescente migliaia emigliaia sono i sogni possibili: quelli piccolissimi,quasi banali, e quelli giganteschi, immensi, chelasciano gli adulti senza fiato. Tutti, però, sonoimportanti. Nessuno di questi può venire liquidato:nessuno è senza valore. Generare l’idea di una festaeducativa, capace di ruotare attorno al tema delsogno-vocazione, in un tale contesto di comunità, èun atto di fede, di fiducia verso la società civile, versole generazioni future che animano il dibattito dicomunità, esprimendo una sete indefettibile e vivace.Sapersi chiamati a “qualcosa nel mondo” - il lavoro,il volontariato, il matrimonio, la consacrazione - san-cisce l’identità e permette di acquisire un orizzonte disicurezza, rafforzando il proprio io, ed evitare ansie etimori per il domani. La Festa organizzatadall’Azione Cattolica è stata, dunque, una nuovaoccasione per Avis per ricordare ai ragazzi che ildonatore è portatore di un valore che va oltre il gestodella donazione.

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Il Dipartimento di Venezia ha superato indenneanche il mese di ottobre: i dati della raccolta di

emazie si attestano sui livelli del 2011, con unaumento di 125 sacche. Tuttavia, possiamo già affer-mare che a fine anno non saranno confermati i datidella raccolta complessiva del 2011, a causa di unnetto rallentamento nella raccolta del plasma richie-sto dal Dipartimento stesso per evitare il rischio di farscadere il nostro prezioso dono. Un dato positivo,che mi preme evidenziare, è il numero di visite diidoneità: 240 potenziali donatori si sono avvicinatialla nostra associazione e di questi ben 213 si sonosottoposti alla prima donazione. Questi ultimi dati ciconfortano in vista del raggiungimento degli obietti-vi del nostro Dipartimento e del reintegro dei dona-tori sospesi per età o cause sanitarie. Inoltre, quantoemerso dal Comitato del Dipartimento del 17 otto-bre e confermato durante la Conferenza dello stessodel 30 ottobre in merito alla programmazione dellaraccolta 2013, ci rassicura per le raccolte festive daparte delle Ulss. Le Direzioni sanitarie hanno, infat-ti, optato per provvedimenti aziendali e non diparti-mentali per le ridotazioni dei posti vacanti del servi-zio trasfusionale. Lo stesso vale anche per i progetti diraccolta festiva, questo in contrasto con l’art. 7 dellaconvenzione che propone un progetto unicoDipartimentale per la raccolta festiva. Questa la

panoramica delle raccolte festive nel Dipartimento diVenezia: la Ulss 10 conferma il progetto 2012; la Ulss14 conferma 15 raccolte, di cui 3 a Chioggia e 12 aCavarzere; la Ulss 13, invece, deve definire la compa-tibilità finanziaria aziendale prima di definire ilcalendario, sebbene le raccolte siano a carico del Frat.Nell’ambito dell’Ulss 12, per Pellestrina sarà elabora-to un progetto specifico che tenga conto delle esigen-ze economiche e di quelle dell’autorizzazione regio-nale. Ringrazio il direttore del Dipartimento, dott.Giorgio Marchiori, per quanto è riuscito a conferma-re, poiché sicuramente in questo modo si va incontroalle nuove esigenze dei donatori: donare di sabato odomenica a causa delle difficoltà a ottenere i permes-si dal lavoro, che, sebbene siano previsti dalla legge,mettono in difficoltà le piccole realtà produttive. Neapprofitto per fare una raccomandazione, in vistadell’ormai prossimo rinnovo dei quadri dirigenti ditutti i livelli della nostra associazione: mi auguro cisiano persone disponibili a dedicare del tempoall’Avis con assiduità ed entusiasmo, poiché ci sonosolo oneri e non onori. Con l’occasione, porgo a voidonatori e alle vostre famiglie i miei più sinceri eaffettuosi Auguri di un sereno Natale e un 2013 cheporti tranquillità e gioia di donare quanto di più pre-zioso abbiamo.

Maurizio Borsetto, presidente Avis provinciale Venezia

Sono accorsi in più di seicento, nonostante iltempo incerto, al tradizionale concerto organizza-

to dall’Avis comunale di Portogruaro, venerdì 14 set-tembre. Lo scenario fantastico del parco della VillaMarzotto ha fatto da cornice all’esibizione della“Rino Gaetano Band”, che per l’occasione ha avutocome ospite Marco Morandi. La band, gestita scru-polosamente dalla sorella del cantautore, presenta dalvivo i più grandi successi dell'artista definito “fuoridagli schemi”, ma più attuale che mai. Lo spettacoloè stato coinvolgente e vivace e la band ha saputoemozionare e far rivivere vecchi ricordi. AlessandroGaetano, nipote del cantautore, assieme agli altri

musicisti ha proposto brani indimenticabili, comeBerta Filava e Gianna. È stata un’occasione imperdi-bile per i tantissimi fan di Rino Gaetano che loamano e per chi ancora non lo conosceva, una serataricca di canzoni piene di ironia e buoni sentimenti,incredibilmente ancora attuali.

Come ogni anno arriva il calendario dell’Avis diMestre-Marghera, ideato dal Gruppo giovani e

realizzato dagli studenti dell’Istituto IstruzioneSuperiore Guggenheim di Mestre. Quest’anno l’ideaè stata quella di reinterpretare in chiave avisina cele-bri slogan pubblicitari: “No Avis, no party”, “Avis.Basta la parola”, “Toglietemi tutto, ma non la donazio-ne” sono alcune delle frasi consegnate agli studenti digrafica affinché elaborassero delle immagini correlateda inserire nel calendario. Ne è uscito un vero e pro-prio Carosello su carta, con cui l’Avis Mestre-Marghera accompagnerà il 2013 di tutti coloro cheritireranno una copia del calendario, disponibile dafine novembre presso il Centro Raccolta dell’Angeloe la sede Avis di Via Einaudi a Mestre.

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Nel 2013 assicurate le raccolte festive

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Musica a Portogruaro

Il calendario di Mestre

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San Michele: prima edizione di “Scuola in bicicletta”

La seconda edizione della Festa delle Associazioni,nata dalla sinergia tra le varie Associazioni,

Amministrazione comunale, Pro Loco e Ascom, haregalato a Concordia Sagittaria tre giorni (12-14ottobre) di appuntamenti. Quest'anno la manifesta-zione ha scelto di far conoscere al grande pubblicol’Associazione down del Friuli Venezia Giulia Onlus,di cui fanno parte alcune famiglie concordiesi (il 14ottobre ricorreva, tra l’altro, la giornata nazionaledelle persone affette da sindrome di down). Oltre adue cene di beneficenza con il supporto di Ascom, èstato organizzato l’interessante convegno “Unosguardo oltre”, in cui è stato presentato il progetto“Casa al sole” per l’autonomia abitativa delle personecon disabilità intellettiva medio-lieve. Questi appun-tamenti hanno permesso di scoprire un mondo disorrisi e generosità; un mondo a volte sconosciuto,ma ricco di speranza e di voglia di ritagliarsi uno spa-zio nella vita quotidiana. Domenica, giornata clou, le

Associazioni, baciate da uno splendido sole, si sonoalternate in esibizioni sportive e canore, riempiendola piazza con i loro gazebo. L’Avis era presente anchecon l’autoemoteca dell’Avis provinciale e utilizzataper compiere test di spirometria. Un’occasione quin-di di promozione, ma anche di sensibilizzazione allasalute e alla prevenzione, visto che sono stati riscon-trati ben 7 casi (3 adulti e 4 bambini) affetti da asmanon curata. La presenza di una folta delegazionedell’Avis di Concordia sulla Secchia, insieme allaFilarmonica cittadina che ha animato diversimomenti della manifestazione, ha permesso, inoltre,di risaldare il gemellaggio che dal 2005 unisce le dueConcordie d’Italia. Le Associazioni di Concordia cre-dono molto in questo progetto di aggregazione esono convinte che, lavorando assieme, la Festa delleAssociazioni possa diventare una manifestazione dirilievo per Concordia e per i comuni limitrofi.

Dario Piccolo e Mirco Cusan

Un serpentone di 560 persone ha percorso in bici-cletta 29 chilometri lungo le vie del comune di

San Michele al Tagliamento, il 20 settembre, in occa-sione della prima edizione di “Scuola in Bicicletta”.L’iniziativa, organizzata dall’Avis comunale con il

Gruppo genitori scuole elementari e medie di SanMichele e San Giorgio, Polisportiva Malafesta,Polisportiva Tartarughe e Pro Loco, era volta a racco-gliere fondi per l’acquisto di materiale didattico per lescuole del comprensorio. Partiti in parte dalla piazza

antistante la sede dell’Avis, in parte dalla fra-zione di San Giorgio al Tagliamento, i parte-cipanti hanno concluso il giro presso la sededella Pro Loco, dove i collaboratori dellevarie associazioni hanno preparato il merita-to ristoro finale, con lotteria e musica.Un’iniziativa che ha dimostrato come l’unio-ne spontanea, lo spirito di gruppo e la vogliadi stare insieme possa portare a risultati disicura soddisfazione nel nome della solida-rietà. Daniele Aggio

Concordia: quando lo “sguardo va oltre”

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AFagarè della Battaglia, frazione di San Biagio diCallalta, nel trevigiano, a metà luglio, nell’ambi-

to della sagra paesana organizzata dal “Gruppo mara-toneti Fagarè” si svolge la competizione podistica“Corri Fagarè”. Dato l’evento terremoto di qualchemese prima in Emilia, è nata l’idea di devolvere ilricavato di quest’anno al paese di Sant’Agostino diFerrara e precisamente alla scuola materna gestita dadon Gabriele. Per dare più sostanza al ricavato, è statamobilitata tutta la cittadinanza con raccolte fondi daprivati, dai pubblici esercizi, dal parroco don Loris edall’Avis comunale, visto che tutti i partecipanti all’e-vento sono donatori. Dopo circa due mesi di raccol-ta, il 14 settembre sono partiti da Fagarè sei podistisupportati da un ciclista, da un’auto e da un camper,

che dandosi il cambio ogni ora, hanno percorso i 170chilometri di distanza tra i due paesi. ASant’Agostino sono arrivati a mezzogiorno del giornoseguente, accolti da un gruppo di podisti del luogoper compiere l’ultimo tragitto insieme. Insieme sonocosì arrivati a destinazione, consegnando al parrocola cifra raccolta, cheammontava a 4.545euro. Dopo un pran-zo ristoratore e lavisita dei luoghi sini-strati, ci si è salutaticon la promessa diritornare per conso-lidare l’amicizia.

Èquello della solidarietà fra le Avis del veneziano eConcordia sulla Secchia. Inaugurazione della

sede provvisoria dell’Avis comunale: ma la primascena cui abbiamo assistito, giunti a Concordia sullaSecchia, è stata la demolizione di un’abitazione inagi-bile per le lesioni subite con il terremoto. La delega-zione dell’Avis provinciale di Venezia, con in testa ilpresidente Maurizio Borsetto, era formata anche daun folto gruppo di rappresentanti di Avis comunali,di altre associazioni e del Comune di ConcordiaSagittaria (gemellato con Concordia sulla Secchia).Un misto di dolore e lacrime di chi vedeva la propriacasa rasa al suolo e di gioia per l’inaugurazione. Siconcretizzava così quel “ce la faremo” esposto nellasede provvisoria del Comune che avevamo visto nellanostra prima visita nei giorni seguenti il terremoto. Ilsenso di precarietà in cui ancora vive la popolazioneera tangibile nella tensostruttura adibita a chiesa dalparroco don Franco Tonini, dove si è celebrata laSanta Messa, e nel silenzio che neppure laFilarmonica cittadina è riuscita a far sparire del tuttodurante la sfilata lungo le vie cittadine. “In un conte-sto tanto difficile - ha dichiarato Enrico Benetti, pre-sidente Avis di Concordia sulla Secchia - lo sforzo perdotarsi di una sede provvisoria è stato notevole. Non cisono stati fatti sconti, e la struttura rispetta tutte lestringenti norme sanitarie per la raccolta del sangue.Siamo quindi orgogliosi di quanto abbiamo fatto, etutto ciò lo dovevamo ai nostri donatori che, pur nelladifficoltà, non hanno mai smesso di pensare a chi habisogno di loro. Se questo piccolo miracolo è stato possi-bile, una parte del merito va anche all’Avis provinciale

di Venezia, che ci è stata vicina con un generoso contri-buto, e a tante Avis sparse su tutto il territorio naziona-le, tra cui quella di Concordia Sagittaria (che ha man-dato di recente 1.600 euro, ricavato della Lotteria dellasua festa sociale) alla quale ci unisce un patto di gemel-laggio siglato nel 2005”. Sigillo di questa importantegiornata, lo striscione “Concordia x Concordia” cheè stato collocato nella nuova struttura di raccolta, asimboleggiare un legame che non si dissolve e che,come l’arcobaleno, colora il cielo plumbeo dopo ognitemporale. Un legame Modena-Venezia rafforzatopure in occasione della festa del donatore dell’Aviscomunale di Venezia, che ha avuto come ospiti d’o-nore i presidenti delle Avis di Finale Emilia,Bondeno, Poggio Rusco, Ostiglia, Serravalle Po eMirandola, tutti centri colpiti dal terremoto.

Quel filo rosso Venezia-Modena

E San Biagio si mobilita per... Sant’Agostino

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TREVISO

L’Avis provinciale di Treviso, sulla scia dell’esperien-za fatta l’anno scorso, ha organizzato il 10 e l’11

novembre, a Laggio di Cadore, un corso di formazioneper dirigenti, con lo scopo di sviluppare un atteggia-mento mentale sensibile al cambiamento e al rinnova-mento. Rinnovare se stessi e la propria mentalità è pro-babilmente il più difficile e impegnativo cambiamento,

ma sicuramente il più importante e necessario. In que-sto periodo avverto in molti dei nostri presidenti lapreoccupazione per le difficoltà che incontrano nellaricerca di persone disponibili ad assumersi la responsa-bilità di gestire e governare il futuro della nostra asso-ciazione. Ebbene, questo è proprio il momento di“agire”, di rispolverare in noi la grande passione che ci

nutre e ci anima. L’agire del nostro volontariato svilup-pa sentimenti di grande intensità e competenza, conazioni costanti e responsabili. Guardando al passato, aitanti dirigenti che si sono spesi negli anni con tantapassione e dedizione, constatiamo che il loro impegnoha fatto crescere l’Avis in quantità e qualità, dando uncontributo fondamentale all’autosufficienza, gettandole basi per costruire il Sistema trasfusionale veneto.Eppure, nessuno di loro ha avuto una specifica prepa-razione per agire e operare così, si sono affidati solo alle“ragioni del cuore”. I valori che ci guidano rappresen-tano un quadro imprescindibile che orienta e sviluppail nostro stile. Dare la precedenza alla persona, alla gra-tuità, alla cura del bene comune, alla solidarietà eall’accoglienza rappresenta il senso di giustizia più ele-vato e costituisce le chiavi del codice che ci è proprio,che ci contraddistingue e ci appassiona. L’invito chefaccio, quindi, è quello di partecipare da protagonistial cambiamento e al miglioramento della nostrasocietà. Il tempo di delegare ad altri le nostre idee e ilnostro modo di operare è terminato. Tutti noi volon-tari abbiamo il compito di essere presenti, di parteci-pare, di costruire e comporre il bene della nostrasocietà. Non è accettabile criticare quello che fanno glialtri delegando loro le nostre responsabilità. L’Avis èpartita da lontano e sicuramente troverà nuovi “con-dottieri” che la guideranno su quelle vie e verso quegliorizzonti capaci di interpretare al meglio le necessitàdegli “ultimi”: gli ammalati. Buona strada all’Avis.

Gino Foffano, presidente Avis provinciale Treviso

“Ragioni del cuore”, al passo coi tempi

Villorba: il binomio Rugby-Avis va alla grandeUn successo anche per Avis il “Triangolare di rugby

under 23”, tenutosi a fine settembre a Catena peri 40 anni del rugby Villorba. L’iniziativa, che ha vistoinsieme le Avis di Villorba, Paese e Conegliano, si èposta come finalità la sensibilizzazione di atleti, allena-tori, familiari e pubblico sul dono prezioso del sangue,sia attraverso una spiegazione diretta da parte deivolontari durante la serata che attraverso la distribuzio-ne di materiale informativo. Una bella soddisfazione

per i tre direttivi Avis, che hanno voluto sottolinearecome il gioco di squadra del rugby sia simile a quellodell’associazione, dove tutti insieme ci si impegna quo-tidianamente per donare il sangue agli ammalati. I pre-sidenti dell’Avis di Villorba, Maurizio Trevisan, e diPaese, Rosanna Pestrin, hanno premiato i capitani dellesquadre con una targa ricordo. La serata è terminatacon il “terzo tempo”, momento in cui i ragazzi hannocenato tutti insieme.

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Su richiesta degli stessi responsabili militari, il pre-sidente e il direttore sanitario dell’Avis provincia-

le di Treviso, Gino Foffano e il dott. AlessandroSpigariol, hanno tenuto un incontro sulla donazionedi sangue al 184° Reggimento di Sostegno Tlc“Cansiglio” e del Resis C4, di stanza alla Caserma“De Dominicis” di Treviso. Oltre un centinaio dimilitari di ogni ordine e grado e un certo numero didipendenti civili della Difesa hanno seguito la spie-gazione sul dono del sangue, sulla mission dell’Avis esull’iter per diventare donatori di sangue, plasma epiastrine. Ma anche sul valore del volontariato, dellasolidarietà e dell’associazionismo. L’incontro è statoreso possibile dalla disponibilità dei rappresentantidell’Avis e del Colonnello Flavio Porru,Comandante del Reggimento. Il meeting è statoseguito con molto interesse dai militari e dai dipen-denti, che hanno potuto rivolgere anche domandespecifiche sull’argomento. Soddisfazione in casermadove: “Tale tipo di attività si è dimostrata fortementesensibilizzante nei confronti del personale delReggimento, rendendolo consapevole dell’importanzadel fine altamente umanitario e insostituibile di talegesto, teso a salvare vite umane”. E grande soddisfazio-ne all’Avis che considera la “gradita richiesta perve-nutaci, il naturale seguito dell’iniziativa “Uniformi

nel donare”, la giornata che negli scorsi anni ha vistoprotagonisti molti nuovi o abituali donatori di san-gue tra le forze armate che si sono recati a donarepresso il Centro Trasfusionale di Treviso. Iniziativache, unita al gesto spontaneo di tante divise, permet-te oggi di registrare un buon numero di forze dell’or-dine tra i donatori di sangue periodici totali dellaMarca trevigiana. Dando un forte segnale di altruismo e un esempiopositivo alla popolazione. Una “donazione in... divi-sa” che si è ripetuta il 5 di dicembre per le forze del-l’ordine. Prossimamente è in progetto “un dono con-giunto” con Esercito e Aereonautica.

Anche il campione del mondo di ciclocrossRenato Longo, a “Pedalavis”, la pedalata colletti-

va di 26 chilometri organizzata a settembre dall’Avisdi Vittorio Veneto. La manifestazione, oltre che perdivertire, si è svolta per contribuire alla realizzazionedell’Hospice “Casa Antica Fonte”, nato per assistere,in una struttura residenziale, le persone affette dagravi malattie (in particolare le neoplasie in fase avan-zata) per le quali risulta difficile l’assistenza presso il

proprio domicilio. Vi hanno partecipato anche inte-re famiglie. Prima uscita, domenica 23 settembre, alla“Conegliano pedala”, del neo costituito GruppoCiclistico di Conegliano. È questa un’altra iniziativafinalizzata alla diffusione del messaggio avisino nelmondo dello sport dell’Avis comunale che annovera,infatti, anche una squadra di calcio a 5 vincitrice, loscorso anno, del campionato Aics e la presenza deglistriscioni avisini in alcune palestre cittadine.

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L’Avis in caserma e donazioni con... Divise

A Vittorio Veneto e Conegliano il dono corre su 2 ruote

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Èstata l’Avis di Legnago adaprire la tournée invernale dei

Sonohra. I due musicisti veronesi,idoli dei giovani e testimonial del-l’associazione, hanno infatti tenu-to il primo concerto del nuovotour il 6 ottobre al Teatro Salieri diLegnago (Vr), in occasione del 50°anniversario della Comunale.Davvero un compleanno con ilbotto, con ricavato della serata afavore dell’Avis e gran finale alPonte Principe Umberto per il lan-

cio di 50 piccole mongolfiere. La festaavisina, comunque, era cominciata giàda qualche giorno, con la biciclettataattraverso i paesi dei 25 gruppi dona-tori che fanno parte dell’Avis comuna-le di Legnago, una risottata in compa-gnia e il torneo di calcetto. Il pomerig-gio prima del concerto, invece, si sonotenute le premiazioni dei soci beneme-riti e la sfilata fino a piazza Garibaldi,dove per i bambini sono stati allestitigiochi e organizzati spettacoli, mentreper i più grandi aperitivo e musica.

Riunioni zona: al centro le ‘chiamate’

Legnago: un 50° con una festa molto Sonohra

Anche quest’anno è stato ripreso nel veronese il per-corso delle riunioni di zona, appuntamento asso-

ciativo preposto a favorire l’aggiornamento sui temi divita associativa e dell’attività trasfusionale. Per ogniserata l’ordine del giorno prevedeva la situazione dona-zionale e la programmazione. Ne sono seguiti unacostruttiva discussione e un proficuo confronto percapire come uscire da una situazione dove le donazio-ni mensili hanno risultati troppo altalenanti, controuna richiesta di sangue sempre sostenuta. Per far fron-te a queste continue necessità, oltre che continuare afare promozione per trovare nuovi donatori, si è parla-to di come fare per convogliare e organizzare giornal-mente un numero di donatori ai Centri di raccolta,corrispondenti alle necessità degli ammalati. Per questol’Avis provinciale, già da qualche mese, ha formato ungruppo di lavoro di volontari che ha tracciato dellelinee guida di invito alla donazione, esposte durante leserate. Ecco in sintesi le proposte: garantire il sangue almalato; automatizzare le prenotazioni; minimizzare itempi di attesa del donatore; predeterminare le donazioniin base alle reali esigenze di sangue; ottimizzare i costi digestione (sedi, riscaldamento, personale). Questo sarà pos-sibile tramite un Centro unico di prenotazione, che abbiacome strumento a supporto un’agenda elettronica gestitavia web. L’agenda elettronica permetterebbe al singolodonatore l’accesso tramite password a una pagina web conla possibilità, tramite pochi e semplici passaggi, di preno-tarsi per il Centro trasfusionale, scegliendo l’orario piùadeguato ai suoi tempi. Per chi non è pratico all’utilizzodei mezzi informatici, ci sarà comunque il Centro unicodi prenotazione che provvederà a prenotare la donazionetramite telefono, email, sms. Chiaramente sia il centro diprenotazione sia l’agenda elettronica avranno un costo e il

gruppo di lavoro ritiene debba essere condiviso dalle Aviscomunali.Durante le riunioni è stato comunicato che dal 15ottobre, presso il Centro trasfusionale di Legnago è ini-ziato, con l’organizzazione di volontari e medici, il ser-vizio di prenotazione e chiamata. Si possono prenotareil giorno e l’ora in cui donare il sangue. Dal lunedì alsabato un donatore, che collabora volontariamente conil Servizio trasfusionale per il progetto, cura la preno-tazione. Le nuove modalità di accesso, concordate econdivise con le associazioni dei donatori, ottimizzanol’afflusso delle donazioni in rapporto alle necessità tra-sfusionali degli ammalati e offrono, inoltre, concretivantaggi ai donatori. Nel rispetto della spontaneità delgesto, i tempi di attesa sono contenuti, con una certez-za: “Il mio sangue, oggi atteso, è necessario, il mio donosarà sicuramente utile”. Inoltre, per riuscire a poter farfunzionare tali modalità anche negli altri Centri trasfu-sionali della provincia, tale progetto sta impegnandol’Avis veronese, donatori, dirigenti e associazioni, arispettarne i contenuti partecipando attivamente allefasi operative, a conferma dell’unitarietà associativa eper migliorare l’immagine Avis. Altro punto molto importante sarà, nel 2013, il rinno-vo di tutti gli incarichi associativi. Come previsto dalloStatuto nazionale il presidente, vice-presidente e segre-tario non possono essere rieletti per più di due manda-ti consecutivi. Ad ogni serata è stato dedicato ampiospazio agli interventi delle Avis comunali, alle loroosservazioni e proposte costruttive. Il Consiglio pro-vinciale ha esortato a partecipare attivamente, coinvol-gendo il più possibile collaboratori e componenti delConsiglio direttivo della propria Avis comunale al finedi migliorare la vita associativa. Alice Rossetto

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Albaredo fra volley-splash, caminade e concertiL’Avis di Albaredo d’Adige è presente in modo signi-

ficativo nel territorio con molte iniziative finalizza-te a promuovere la cultura del dono del sangue. In par-ticolare, si stanno intensificando le iniziative sportiveindirizzate ai giovani come il torneo di pallavolo Avisgiovani, organizzato a Locara dall’Intercomunale“Mino Trevisoi” in memoria di Filippo Aldegheri, iltorneo di splash-volley organizzato a Michellorie, conl’offerta, a ogni partecipante, di una bandana persona-lizzata Avis. Ancora, con il gruppo Podistico Avis diAlbaredo ha organizzato la “32° Caminada dei TreArchi”, una manifesta-zione podistica a passolibero su tre percorsi ascelta, poi è stata presen-te con il gazebo gonfia-bile all’annuale fiera esagra di San Rocco,distribuendo palloncinicolorati ai più piccoli,gadget e opuscoli, oltre ainformazioni sul donodel sangue. Inoltre, èstata promotrice di unaserata culturale, presso ilCentro parrocchiale di

Albaredo: in collaborazione con le equipe giovani e laConsulta giovani è stato proposto “il Mondo di Lucy”,un video-concerto di musica. Per concludere, la localesquadra avisina di pallavolo ha partecipato, classifican-dosi al secondo posto, al torneo “Tre Archi” al centoparrocchiale di Albaredo. Tante iniziative che impegnano non poco l’Avis, macon il nobile proposito di “seminare” la cultura dellasolidarietà e il concetto che “Basta un piccolo gesto digenerosità per salvare una vita e che tante piccole goccecreano un fiume di solidarietà”. Nicola Baldin

Musica e fitness per promuovere il dono

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L’Avis comunale di Verona ha collaborato alla quin-ta edizione del Dossodeejay Festival, un progetto

misto di musica e solidarietà. La finalità, per cui èdoveroso un grazie agli organizzatori per aver scelto dicollaborare con la nostra associazione, era promuovereanche in quell’ambito di festa e divertimento la cultu-ra del dono del sangue. Scopo che è stato raggiunto:vedere ragazzi che ballano con le maglie e berretti Avisè stata una grande soddisfazione! Noi avisini ci siamogià prenotati per il prossimo evento invernale… pun-tando già anche all’evento estivo del 2013!Nel frattempo, l’Avis veronese ha pensato bene diapprofittare dell’apertura del Villaggio di fitness VirginActive per promuovere la donazione del sangue con lasperanza che molti giovani, e non solo, si avvicinino aldono. Grazie all’interessamento di un nostro socio chefrequenta la palestra e tramite il sales manager DavideMenetto, è stato organizzato un weekend con la pre-senza dell’Avis. Lo stretto contatto con i frequentatoridel Virgin Active è stato sicuramente proficuo per lanostra mission. Cercheremo di continuare il nostro

“allenamento” alla divulgazione della nostra attività disensibilizzazione, perché è molto interessante l’idea dipoter interagire con chi si allena proponendo un tipodiverso di allenamento, un po’ meno fisico, ma senz’al-tro di grande soddisfazione personale... l’allenamentoalla solidarietà! Ezio Aldrighetti

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L’Avis comunale di San Giovanni Ilarione-Vestenanova ha portato avanti un progetto utile

per tutta la popolazione e per i nostri sportivi: la dona-zione di due defibrillatori. I due presidi sanitari acqui-stati con la consulenza della Croce Rossa, che si occu-perà anche della formazione dei volontari che useran-no il Dae (defibrillatore automatico esterno), è avvenu-ta in due momenti. Il primo a Vestenanova il 7 otto-bre, per l’evento “Sismici pro sisma”: i giovani del“Vestenastock” hanno organizzato una giornata dimusica e solidarietà con raccolta fondi a favore della

popolazione di Finale Emilia colpita dal terremoto.Presenti tutti i giocatori e il Presidente della localesocietà di calcio, il defibrillatore è stato consegnato alsindaco Maurizio Dal Zovo. L’altro si è svolto a San Giovanni Ilarione il 14 ottobre,nell’ambito della “Sagra delle castagne”. Con la piazzagremita di persone e la presenza di varie società e asso-ciazioni sportive, il sindaco Ellen Cavazza ha preso inconsegna dal presidente dell’Avis comunale LuigiPandolfo, il prezioso presidio sanitario che verrà instal-lato presso gli impianti sportivi.

Èiniziata con un’affollata e articolata conferenzastampa alla Sala Arazzi di Palazzo Barbieri di

Verona, la “Settimana del Fair Play” dal 24 al 28 otto-bre, cui hanno preso parte il presidente del Comitatonazionale Italiano Fair Play Ruggero Alcanterini e dele-gazioni di 40 Paesi europei. L’evento era patrocinatodalla Presidenza del Consiglio, dal Ministero degliEsteri, dal Coni, dal Miur, dalla Regione Veneto e conil sostegno, tra gli altri, dell’Avis, il cui logo campeggia-va nei roll up pubblicitari. “Verona è orgogliosa di ospi-tare questo importante Congresso Europeo - ha detto ilsindaco Flavio Tosi, presente con l’assessore AntonioLella - che conferma ancora una volta l’importanza inter-nazionale della nostra città, ma anche quanto il Fair Playsia sempre più un argomento associato non solo allo sportma anche ad un modo di essere e di vivere secondo i prin-cipi etici”. La manifestazione si è aperta con la proiezio-ne in anteprima nazionale, riservata agli studenti, delfilm “Il sole dentro” di Paolo Bianchini, secondo pre-mio al Giffoni Film Festival. È seguita la mostra stori-ca “Fair Play Cartoon” curata dal vignettistaGianfranco Tartaglia, in arte “Passepartout”. Ma ilmomento topico è stato la tavola rotonda “Professional

Sport and Fair Play” alla quale ha preso parte, per Avisnazionale, il segretario nazionale Renato Mattivi cheha focalizzato il suo intervento sui principi fondamen-tali ed etici della mission associativa, mettendo in risal-to la gratuità della donazione di sangue periodica evolontaria, finalizzata a sostenere la cura dei pazienti:vero investimento sociale per il nostro paese. “Il milio-neduecentomila donatori periodici iscritti all’Avis costi-tuiscono il capitale sociale dell’associazione - ha dettoMattivi - e sono rappresentanti di tutte le categorie profes-sionali, tra cui molti campioni dello sport divenuti testi-monial dell’associazione. Ben venga, quindi, l’annuncia-ta collaborazione con la campionessa di fioretto ValentinaVezzali e la sottoscrizione del “Protocollo d’Intesa” tra ilComitato nazionale Fair Play e l’Avis”. Fair Play signifi-ca molto più che giocare nel rispetto delle regole: com-porta concetti di amicizia, di solidarietà, di rispettodegli altri e di spirito sportivo. Fair Play è un modo dipensare, una filosofia di vita, non solo un modo dicomportarsi. È lotta contro l’imbroglio e contro leastuzie al limite delle regole, la lotta al doping, alla vio-lenza fisica e verbale, allo sfruttamento, alla disugua-glianza delle opportunità e alla corruzione.

Igiovani donatori di Avis e Fidas provinciali sonostati presenti alla manifestazione “Job & Orienta”

dal 22 al 24 novembre. Presso lo stand allestito assie-me all’Admor a Veronafiere, hanno avuto la possibilitàdi parlare con gli studenti della donazione, del perchési dovrebbe donare e dell’iter per diventare donatori.Lo stand ha suscitato anche quest’anno un notevoleinteresse da parte di centinaia di studenti ai quali sonostati consegnati depliant informativi e gadget.

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La settimana “Fair Play” a Verona

“Job & Orienta” 2012

Due defibrillatori per San Giovanni Ilarione e Vestenanova

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Più che un rally vero eproprio, è un viaggio

di diversi equipaggi chepartono e arrivano ad uno stesso punto. Il percorso èlibero e senza limiti di tempo. Si parte da Londra, contappa a Praga con il ricongiungimento di tutti gli equi-paggi europei, e poi tutti per conto proprio fino aUlaan Baatar, la capitale mongola dove chi riesce adarrivare, lascia in beneficenza il mezzo che lo ha porta-to a destinazione. Nonostante sia un “rally”, l’unica gara è quella dellasolidarietà. Solidarietà sotto forma di aiuto in denaroda versare direttamente a due associazioni, una dellequali è il Christina Noble Children’s Foundation, fon-dazione che compie un lavoro importante nella curadegli orfani e dei bambini di strada della capitale.L’altra associazione viene scelta dai partecipanti: lasomma da versare è, in entrambi i casi, di 500 sterline.

Gli equipaggi possonopartecipare con autoveico-li di 1200 c.c. di cilindrata

al massimo e con non più di dieci anni di vita o altri-menti con mezzi di soccorso (ambulanze) o furgoni dalasciare, comunque, in beneficenza all’arrivo. I mezzidi soccorso sono anche i più richiesti a Ulaan Baatar.

Aiutare i bambini di un orfanotrofio facendo unodei viaggi più assurdi che si possano immaginare:

10mila chilometri in 20 giorni, fino alla Mongolia, conuna Panda vecchio modello. È il Mongorally, una garadi solidarietà, non di velocità, finalizzata alla raccoltadi fondi per i bambini del “Lotus Children Centre” diUlaan Bataar. Centro al quale va devoluto anche l’in-casso della vendita dell’auto con la quale i partecipantiarrivano nella capitale mongola. Il viaggio ha visto par-tecipare due amici donatori veronesi, amanti dei viag-gi, dell’avventura e della solidarietà: Paolo Pajola di 40anni e Gabriele Masotto (53). “Siamo partiti da PiazzaBrà, col patrocinio del comune di Verona, sabato 14Luglio diretti a Kliven, vicino a Praga, luogo fissato per lapartenza ufficiale dei 300 equipaggi che quest’annohanno deciso di prendere parte all’avventura. Ognuno è

andato per la sua strada, senza alcun tipo di assistenza,passando per Polonia, Ucraina, Russia e attraversandopiù della metà della Mongolia, fino ad arrivare a UlaanBataar. Strade impervie e distrutte, piste sabbiose neldeserto dei Gobi e guadi di torrenti a più di 3000 metridi altitudine sui monti Altai, ci hanno portato, dopomolte disavventure sia meccaniche, sia burocratiche, asalutare i bimbi dell’orfanotrofio. Una gioia e una soddi-sfazione immense”. I due coraggiosi avevano acquistatocon l’aiuto di amici, parenti e dell’Avis, una Panda del2003 (di proprietà ex Telecom), riuscendo a donare500 sterline all’orfanotrofio di Ulaan Bataar. E nonsolo: hanno fatto un’ulteriore donazione di altrettantesterline alla fondazione “Più di un sogno” di Zevio aVerona. Resoconti con filmati e foto del viaggio suFacebook e sul sito: www.demonamanagengiskan.it

In Panda sulle piste di Gengis Khan

Che cos’è il “MongolRally”

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Sette bare, una lapide, il castello di Dracula sullosfondo. Poi loro, “direttamente dalla Transilvania”

e dal buio, in abiti da vampiri con pipistrelli e crocial seguito. Palaverde di Villorba in delirio, sabato 27ottobre, per l’entrata in scena degli attesissimi LosMassadores. Cinquemila persone, in fila già da dueore prima l’apertura dei cancelli, hanno accolto conun boato il travolgente gruppo castellano, che per ilgrande concerto organizzato dall’Avis provinciale diTreviso si è calato nei panni dei Los Vampirones.“Che succhiano il sangue, ma non come fa il governoMonti con le tasse” - hanno subito esordito. Perchéloro sono di ben altri gusti e il sangue lo donano,davvero, tutti e sette. Con vampiressa dalla rossachioma alla chitarra, batterista tra le bare, un cama-leontico vampiro-Elvis e quattro nuovi pipistrelli aifiati e uno alla batteria, è così cominciato un concer-to di due ore di allegria e di risate, tra canzoni dalritmo incalzante e battute ironiche che se voglionofarti ridere, vogliono ancor più farti pensare. Ai valo-ri perduti, agli amori che si uccidono, ai timori della

gente, alla crisi che incalza e ai rifiuti che nessunovuole, alla voglia di esser trendy e di essere diversi.Diversi già dal nome, che scegliamo sempre più lon-tano da ciò che siamo. Nella provincia di “Trilluno”,invece, potremo essere noi stessi, ma tutti insieme, iltrevigiano e il bellunese. Messaggi e frecciate pertutti, quelle lanciate dal leader del gruppo MatteoGuidolin da un palco dove con Luca Giacomazzi allafisarmonica, a Dimitri Trinca al basso, ai chitarristi ecantanti Andrea Bosa, Andrea Piccolo e DarioAntonini e al batterista Mauro Berti, i Los hannodavvero dato il massimo: musica, voci, luci, colori,coraggio, ma soprattutto grinta. Ingredienti di unaserata unica, che ben sono stati riassunti da un grup-po di ragazzi padovani nello striscione vincitore delconcorso abbinato al concerto (vedi foto sotto).“Proprio quello che volevamo proporre con un evento diquesto tipo - spiega Vanda Pradal, che per Avis provin-ciale ha organizzato la serata - un modo fresco e diver-tente di parlare di donazione a giovani e intere famiglie.Un tentativo nuovo e diverso di trasmettere e far cono-scere il messaggio del dono del sangue, puntando su sor-riso e ironia, perché in questi tempi difficili la gente havoglia e bisogno di allegria. L’entusiasmo e la rispostadel pubblico ci dicono che abbiamo visto giusto”.Straordinario il colpo d’occhio al Palaverde, con pub-blico di tutte le età e tanti ragazzi che ballavano. Traloro anche i giovani partecipanti al Forum interregio-nale Giovani dell’Avis che i Los hanno salutato dalpalco, dopo gli auguri speciali ad Anna, una simpati-ca nonnina che ha festeggiato al concerto i suoi“primi 80 anni”. Tanti volontari avisini si sono datida fare dal primo pomeriggio fuori e dentro ilPalaverde occupandosi di parcheggio, entrate, distri-buzione di depliant informativi e gadget, sicurezza edi mille altri aspetti indispensabili per un simileevento. Riuscita anche l’animazione avisina primadel concerto, ha scaldato il pubblico spiegando lefinalità della serata, durante la quale sono state dateinformazioni su come avvicinarsi al dono del sangue:parecchie le promesse di diventare donatori. Tutte lefoto della serata, realizzate da Mimmo Lamacchia,sono disponibili sulla pagina Facebook del periodico:donoevita.it. Michela Rossato

Los Vampironese s’infiammanonel Palaverde

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La terra del fuoco e del ghiaccio, l’Islanda, ha ospi-tato il Forum internazionale Giovani Fiods, dal

30 agosto al 2 settembre, con la partecipazione divolontari da Albania, Azerbaigian, Corea del Sud,Danimarca, Francia, Germania, Georgia, Italia,Islanda, Malta, Lituania, Norvegia, Olanda,Romania. La delegazione avisina italiana era compo-sta da Cesidio Di Nicola (referente IYC per l’Italia),Silvia Apollonio (Consulta Giovani nazionale),Patrizia Anesa e Filippo Pozzoli (Lombardia),Giuseppe Armenio (Friuli V.G.), Marina Capra(Piemonte), Giulia Illica Magrini (Emilia-Romagna),Mariarcangela Moretti (Puglia), Chiara Nardella(Abruzzo) e la sottoscritta (Veneto). A fare gli onoridi casa è stato il presidente della Repubblica, ÓlafurRagnar Grímsson. Poi la “serata market”, momentodi vero scambio tra le associazioni di materiale infor-mativo, promozionale e prodotti tipici nazionali,diventato strumento di socializzazione e confronto.Tema centrale del Forum è stato: “Marketing andissues of reaching out: retention, recruitment, routi-ne, reputation”, ovvero come reclutare nuovi donato-ri, volontari e finanziamenti, come mantenerli, comegestire la quotidianità e la reputazione. La tradiziona-le metodologia per lo svolgimento dei lavori (lezioni

frontali e workshop) è stata sostituita dall’innovativamodalità “open space”. Ogni partecipante ha avuto lapossibilità di proporre alla platea una tematica, pre-notare un orario e uno spazio dove scambiarsi idee evissuti. La discussione all’interno di gruppi di lavoroè nata dal confronto delle realtà ed esperienze per-mettendo a tutti di esprimersi liberamente. La dele-gazione italiana ha partecipato attivamente, confer-mando l’Avis come punto di riferimento internazio-nale per le associazioni di volontari di nascita piùrecente. La visita alla Banca del sangue si è rivelatamolto istruttiva. Immancabili i momenti di svagoche hanno contribuito a creare un clima di cordialitàe condivisione, tipico di una grande famiglia checondivide gli stessi valori. Cristina Sguotti

Torna il concorso “Musica nel sangue”, promossoda Avis, Fidas e Abvs Veneto per sensibilizzare i

giovani sul tema della donazione e promuovere lacultura della solidarietà. Fino a metà dicembre c’eratempo per le iscrizioni, che al momento di andare instampa erano già parecchie. Le scuole aderenti orga-nizzeranno un piccolo concerto scolastico e selezio-neranno, tramite voto popolare, un brano per ogniband/artista. Seguiranno il caricamento dei videodelle esibizioni selezionate dall’istituto sul portalemusicanelsangue.it. (gli utenti selezioneranno 48brani e i 16 più votati per ciascuna categoria) e lasemifinale con 4 grandi concerti live, in 4 diversescuole, in cui una giuria di qualità selezionerà i 24finalisti (8 per ciascuna categoria). Nella finale, inprimavera al palazzo della Gran Guardia di Verona, lagiuria designerà 3 vincitori per ogni categoria. Tutti ifinalisti faranno parte del cd compilation “Musicanel Sangue 2013” e i migliori di ciascuna categoriapotranno partecipare agli eventi organizzati da Avis,Fidas e Abvs e ad alcuni Festival del Veneto. I primitre classificati della categoria musica originale a tema

solidarietà riceveranno inomaggio i biglietti per assistereai grandi concerti estivi dellaregione. Premio di 300 europer le scuole che ospiteranno lesemifinali, di 500 euro per la scuola che avrà piùdonatori (entro il 30 aprile 2013) e per le scuole vin-citrici di ciascuna categoria. In quattro anni, hannoaderito oltre 100 scuole e 400 gruppi/solisti con 450brani caricati sul portale www.musicanelsangue.it eoltre 60 mila accessi al sito. Nel 2012 le scuole sonostate 57 (6 di Venezia, 11 Verona, 13 Padova, 11Vicenza, 6 Treviso, 6 Belluno, 4 Rovigo) per un tota-le di 400 ragazzi. Il progetto ha il patrocinio dellaRegione Veneto ed è curato da Heads Collective.Con Showcase, inoltre, contest musicale aperto atutte le band italiane, c’è tempo fino al 15 aprile2013 per caricare la propria musica (brani o video)sul portale www.musicanelsangue.it. La communitydel sito e la giuria di qualità decreteranno il migliorgruppo, che avrà la possibilità di suonare come head-liner alla finale di Musica nel Sangue School Contest.

Musica nel Sangue 2013

Fiods Giovani: cronache “venete” da Iceland

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