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SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE PUBBLICITÀ 70% - FILIALE DI NOVARA CONTIENE I.P. novembre 2002 23 PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

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PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

Direttore responsabile: Marco Caleffi

Responsabile di Redazione: Fabrizio Guidetti

Hanno collaborato a questonumero: Mario Doninelli,

Marco Doninelli

IdraulicaPubblicazione registrata presso

il Tribunale di Novara al n. 26/91 in data 28/9/91

Editore:Poligrafica Moderna S.p.A. Novara

Stampa:Poligrafica Moderna S.p.A. Novara

Copyright Idraulica Caleffi. Tutti idiritti sono riservati. Nessunaparte della pubblicazione puòessere riprodotta o diffusa senza ilpermesso scritto dell’Editore.

CALEFFI S.P.A. S.S. 229 - Km. 26,5 28010 Fontaneto d’Agogna (NO)TEL. 0322·8491 FAX 0322·863305 e-mail: [email protected] www.caleffi.it

3 Dossier legionella

4 Legionellosi quadro clinico e responsabilità

6 Condizioni per lo sviluppo della legionellosiImpianti e processi tecnologici a rischio

7 Habitat della legionella negli impianti

8 Trattamenti di disinfezione

10 Prevenzione e disinfezione nei sistemi impiantisticiTorri di evaporazione e condensatori evaporativi

12 Impianti di condizionamento

14 Piscine, terme e fontane decorative con getti d’acqua

16 Impianti di produzione acqua calda sanitaria

18 Note sui trattamenti termici proposti dalle L.G.A. 2000

20 Altre considerazioni sui trattamenti termiciTrattamento termico continuo

24 Pericolo scottature

26 Altre considerazioni e note conclusive

28 Principali linee guida europee per il controllo e la prevenzione della legionellosi

29 Bibliografia

SommarioSP

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PUBBLICAZIONE PERIODICA DI INFORMAZIONE TECNICO-PROFESSIONALE

Nel numero 16 di Idraulica (1° semestre ‘99)abbiamo già segnalato l’esistenza e la temibilitàdel pericolo legionella: cioè del pericolodeterminato dalla presenza di questo batterio negliimpianti di climatizzazione ed idrici.Qui ritorniamo in tema per completare e aggiornareil discorso, dato che, in precedenza, ci eravamolimitati essenzialmente ad una semplicesegnalazione di pericolo. Ma ritorniamo in tema, anche e soprattutto, percercare un pò di chiarezza.Il problema legionella è, infatti, tuttoracaratterizzato (almeno nel nostro paese) da nonpoche incertezze e indeterminazioni. E questo puòmettere seriamente in difficoltà noi OperatoriTermotecnici (Progettisti, Installatori, Gestori diimpianti) in quanto:

1. non ci consente di prevedere e approntare le giuste difese contro un pericolo della cui gravità ormai non è più lecito dubitare;

2. ci espone a gravi rischi professionali, con accuse di vario grado che possono arrivare, in casi di decesso, perfino all’omicidio colposo;

3. può indurci (come, ad esempio vedremo per lo shock termico) in errori tali da compromettere le prestazioni e la funzionalità degli impianti.

La trattazione è suddivisa in cinque parti:

nella prima, riporteremo una breve storia dellalegionella e considereremo, seppur in modo moltosintetico, le malattie che essa può provocare, ledisposizioni normative vigenti e le responsabilità incaso di contaminazione;

nella seconda, vedremo come vive la legionellanegli impianti e come può infettare l’uomo;

nella terza, passeremo in rassegna i trattamentichimici e fisici che, in genere, possono essereutilizzati contro la legionella;

nella quarta, invece, prenderemo in esame itrattamenti specifici utilizzati per disinfettare gliimpianti a maggior rischio;

nella quinta parte, infine, cercheremo di valutarecon attenzione gli aspetti che riguardano ladisinfezione degli impianti d’acqua calda sanitaria.E, in merito, proporremo soluzioni che riteniamoconvenienti e relativamente facili da attuare.

Per l’aiuto offerto, intendiamo ringraziare laDott.ssa Cristina Carmignani e il Dott. FabrizioSpeziani, direttore del laboratorio di SanitàPubblica della A.S.L. di Brescia.

DOSSIER LEGIONELLAIngg. Marco e Mario Doninelli dello studio S.T.C.

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Col termine legionellosi sono indicate tutte le formedi infezione causate da varie specie di batterigram-negativi aerobi del genere legionella. Fino ad oggi, sono state identificate più di 40specie di questi batteri: la pneumophila è la speciepiù pericolosa e ad essa sono addebitati circa il90% dei casi di legionellosi.

Note storiche

Il termine legionella trae origine da un tragicoraduno di ex combattenti della guerra in Vietnam (ingergo detti legionaires) tenutosi nel luglio del 1976in un albergo di Philadelfia (USA). Durante taleraduno su circa 2.000 partecipanti, ben 221 furonocolpiti da polmonite acuta e 34 non riuscirono asopravvivere.Qualcuno ipotizzò anche un attacco biologico daparte dei Russi. Poi, invece si scoprì che la causadi tali decessi era da addebitarsi all’azione dibatteri, in precedenza sconosciuti, che si eranosviluppati nell’impianto di condizionamento e adessi fu dato, appunto, il nome di legionella. Indaginiretrospettive hanno poi attribuito agli stessi batterinumerosi casi ed epidemie di polmonite acuta dicui non era stata identificata la causa.

Forme cliniche della legionellosi

Dal punto di vista clinico, la legionellosi puòmanifestarsi sotto due forme: la febbre di Pontiace la malattia del Legionario.

la febbre di Pontiacsi manifesta dopo un periodo di incubazione variabile da 1 a 2 giorni, ed è caratterizzata da una forte febbre, dolori muscolari, mal di testa e (ma non sempre) disturbi intestinali.Non c’è polmonite, anche se in alcuni casi è presente la tosse. Questa forma di legionellosiè spesso scambiata per una normale influenza. Può non richiedere terapia antibiotica, né ricovero in ospedale;

la malattia del Legionariosi manifesta dopo un periodo di incubazione variabile da 2 a 10 giorni (in media 5 o 6). Può comportare: febbre elevata, dolori muscolari, diarrea, mal di testa, dolori al torace, tosse generalmente secca (ma può essere anche purulenta), insufficienza renale, confusione mentale, disorientamento e letargia.È un’infezione che non si distingue chiaramente da altre forme, atipiche o batteriche, di polmonite.La terapia si basa sul trattamento con antibiotici oltre alle normali misure di supporto respiratorio o sistemico.La malattia, specie se diagnosticata tardi, o insorta in soggetti molto deboli, può portare al decesso.

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LEGIONELLOSIQUADRO CLINICO E RESPONSABILITÀ

UominiDonne

Incidenza della legionella secondo l'età e il sesso

0

0.5

1

1.5

2

2.5

Cas

i/10

0 00

0

<30 30-39 40-49 50-59 60-69 70-79 >79

Età

5

Modalità di trasmissione della malattia

Ci si può ammalare di legionellosi respirandoacqua contaminata diffusa in aerosol: cioè ingoccioline finissime. La malattia non si contraebevendo acqua contaminata e neppure pertrasmissione diretta tra uomo e uomo.

Soggetti maggiormente esposti alla malattia

La legionellosi può colpire anche persone sane e inbuona salute, come appunto dimostra il caso deiLegionari di Filadelfia. Tuttavia fattori chepredispongono alla malattia sono:➢ l’immunodeficienza, ➢ le malattie croniche,➢ il fumo,➢ l’etilismo, ➢ l’età, ➢ il sesso del paziente.

Il grafico della pagina a lato evidenzia l’incidenzadell’età e del sesso nei casi registrati in Francia nel1998 (fonte: Dr. Bénédicte Decludt-Janssens, InVS,colloque CSTB/RISE, 16 dècembre 1999).

Frequenza della malattia

Negli Stati Uniti si ritiene che, ogni anno, i casi dilegionellosi siano non meno di 11.000. In Italia,annualmente, i casi notificati sono circa 150.Tuttavia, ci sono validi motivi per ritenere che i casieffettivi siano almeno 10 volte superiori.Uno dei principali motivi per cui la malattia èsottostimata è dovuto (come già segnalato) al fattoche la legionellosi non ha caratteristiche cliniche ingrado di distinguerla chiaramente da altre forme,atipiche o batteriche, di polmonite.

Notifica dei casi

Data la pericolosità della malattia, nella maggiorparte dei paesi europei, i casi di legionellosi devonoessere notificati alle competenti Autorità Sanitarie.In Italia, è prevista la notifica obbligatoria in classeII del D.M. 15/12/90.Ogni anno, i dati relativi ai casi notificati sonopubblicati sul Bollettino Epidemiologico delMinistero della Sanità, ripartiti per regione,provincia e sesso.

Utenze a rischio

Per le considerazioni precedentemente esposte, leutenze e gli impianti più esposti a rischio sono: ➢ ospedali, cliniche, case di cura e simili;➢ alberghi, caserme, campeggi e strutture

ricettive in genere;➢ impianti per attività sportive e scolastiche;➢ edifici con torri di raffreddamento;➢ piscine;➢ stabilimenti termali;➢ fontane decorative e cascate artificiali.

Normativa vigente

In Italia, allo stato attuale, i principali documenti di riferimento sono “Le Linee Guida per laprevenzione ed il controllo della legionellosi”,predisposte dal Ministero della Sanità ed adottatedalla Conferenza Stato Regioni il 4.4.2000. Per semplicità, di seguito chiameremo tali Lineecon la sigla: L.G.A. 2000 (Linee GuidaAntilegionella 2000).

Responsabilità

In merito riportiamo la seguente precisazionedell’UNI “Attualmente non sono note le risultanzefinali di episodi giurisdizionali accaduti in Italiae connessi ai danni della legionella. Nel caso direcenti episodi accaduti negli ospedali conepisodi di decesso è stata aperta un’inchiestapenale a carico dei Direttori degli ospedalicon le accuse di lesioni colpose, omicidiocolposo e violazione della Legge 626/94 sullatutela dei lavoratori. È tuttavia evidente chepotenzialmente possono essere chiamate incausa tutte le figure coinvolte nel processo diprogettazione, realizzazione, collaudo,manutenzione, utilizzo dell’impianto:progettista, general contractor, produttori diapparecchiature, installatore, collaudatoretecnico, manutentore, proprietario, gestore.”

I batteri della legionella sono presenti nei fiumi, neilaghi, nei pozzi e nelle acque termali. Possonoessere presenti anche negli acquedotti, in quantosono in grado di superare, senza eccessivi danni, inormali trattamenti di potabilizzazione.Tuttavia, la sola presenza di questi batteri noncostituisce pericolo per le persone. I batteridiventano pericolosi solo quando sussistonocontemporaneamente le seguenti condizioni:

1 - Temperatura ottimale di sviluppo

varia da 25 a 42°Cla crescita dei batteri è massima a circa 37°

2 – Ambiente aerobico

cioè ambiente con presenzadi ossigeno

3 – Presenza di elementi nutritivi

biofilm, scorie, ioni di ferro e di calcare,altri microrganismi

4 – Polverizzazione dell’acqua

con formazione di microgocce aventidiametri variabili da 1 a 5 micron

5 – Alto livello di contaminazione

generalmente si ritiene che tale livellodebba superare i 1.000 Cfu/l

Cfu/l è l’unità di misura con cui si valuta lacontaminazione dell’acqua e indica la quantità dimicroorganismi presenti in un litro d’acqua.In merito alla soglia di pericolo, va considerato chein Francia, con una recentissima circolare(settembre 2002) la Direction Generale de laSanté ha fissato i seguenti valori:

1.000 Cfu/l per le zone che ricevono pubblico;

100 Cfu/l per le zone riservate a trattamentidebilitanti o a immunodepressi.

I primi casi di legionellosi sono stati attribuiti, quasiesclusivamente, a batteri provenienti da torri diraffreddamento, condensatori evaporativi e unità ditrattamento aria. Per diversi anni, quindi, si èritenuto che gli impianti di condizionamentofossero i principali, se non gli unici, responsabilidella diffusione della malattia.In realtà non è così: sono a rischio tutti gli impiantie i trattamenti tecnologici che operano nellecondizioni riportate nella colonna a lato. O sevogliamo (in modo più semplice) sono a rischiotutti gli impianti e i processi tecnologici checomportano un moderato riscaldamentodell’acqua e la sua nebulizzazione. In pratica,infatti, la legionella riesce sempre a trovaresostanze nutritive.

Di seguito riportiamo un elenco degli impianti e deirelativi punti “critici” a maggior rischio:

Torri di raffreddamentotorri ad umido a circuito aperto,torri a circuito chiuso,condensatori evaporativi.

Impianti di condizionamentoumidificatori a pacco bagnato,lavatori d’aria a spruzzo,nebulizzatori,separatori di gocce,filtri,silenziatori.

Impianti idrosanitaritubazioni,serbatoi di accumulo,valvole e rubinettisoffini di doccedoccette di vasche.

Sistemi di emergenzadocce di decontaminazione,stazioni di lavaggio occhi,sistemi antincendio a sprinkler.

Piscine e vaschepiscine e vasche di idromassaggio,vasche calde.

Fontane decorative

Apparecchi di erogazione ossigeno

Sistemi di raffreddamento macchine utensili

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CONDIZIONI PERLO SVILUPPO DELLA LEGIONELLOSI

IMPIANTI E PROCESSI TECNOLOGICIA RISCHIO

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La legionella è un nemico che va ben conosciuto.In caso contrario si rischia di affrontarlo con armiimproprie e del tutto inadeguate.

Dove vive e come si sviluppa la legionella

Negli impianti, la legionella può trovarsi isolataoppure ospite di protozoi come le amebe. Inoltre,isolata o ospite di protozoi è presente:

1. libera nell’acqua;

2. ancorata a biofilm: cioè ad aggregati costituiti da altri batteri, alghe, polimeri e sali naturali.

Ed è proprio in questi aggregati che la legionellatrova il supporto indispensabile, per vivere esvilupparsi.Studi d’alto livello sulla natura e caratteristiche deibiofilm sono stati e sono tuttora condotti pressol’Università di Stato del Montana (MSU), chedispone in merito di un apposito centro di ricerca:il CBE (Center for Biofilm Engineering). Dallepubblicazioni di tale centro sono tratti i disegnisotto riportati. Quello in alto rappresenta gli scambiche normalmente avvengono fra superficimetalliche e biofilm; quello in basso l’evolversi deibiofilm quando avvengono fenomeni di corrosione.

Comunque, senza entrare troppo nei dettagli, vaconsiderato che i biofilm si sviluppano dove cisono (1) i necessari supporti di ancoraggio, (2)sostanze nutritive e (3) adeguate temperature:condizioni che, ad esempio, si possono trovarenelle torri evaporative o nei tubi che convoglianoacqua calda con velocità basse: cioè con velocitàche non ostacolano con turbolenze l’ancoraggio ela crescita dei biofilm.

Dove e come può nascondersi la legionella

Nei biofilm, la legionella può non solosvilupparsi, ma anche nascondersi. E questofatto va attentamente considerato in quanto rendedel tutto inaffidabili i trattamenti di disinfezioneche agiscono solo localmente.Ne consegue, ad esempio, che in un impianto diacqua calda sanitaria, non basta attuare ladisinfezione (chimica o termica) nel solo bollitore,sperando che, prima o poi, il circuito di ricircoloporti i batteri a passare attraverso il bollitorestesso. Sarebbe una speranza del tutto vana,appunto perché i batteri possono trovare neibiofilm rifugi sicuri.

Misure della contaminazione

La presenza di biofilm, inoltre, può comportareerrori di tutto rilievo nel determinare i livelli dicontaminazione degli impianti.Infatti, durante le operazioni di misura, i biofilmpossono rompersi (per forti sbalzi termici,improvvise turbolenze o urti meccanici) e liberaregrandi quantità di batteri che, di fatto, alterano inmodo considerevole l’effettivo livello dicontaminazione dell’impianto. Pertanto, le misureottenute non sono sempre sicure e nei casi dubbidevono essere rifatte.

Azioni che contrastano la formazione dei biofilm

Dunque, cercare di contrastare, la formazionedei biofilm è di grande importanza nella lottacontro la legionella. E a tal fine, in generale, sipuò dire questo:

- è consigliabile utilizzare contenitori d’acqua e tubi con superfici a bassa aderenza per limitare le possibilità di ancoraggio dei biofilm;

- è bene, per lo stesso motivo, dimensionare i tubi con velocità elevate, anche se, in merito, non è possibile far riferimento a valori certi;

- non si deve far ristagnare l’acqua e, quindi, vanno evitati bollitori con attacchi alti, collettori con diametri troppo grandi e bracci morti a servizio di possibili future utenze.

HABITAT DELLA LEGIONELLANEGLI IMPIANTI

Sono trattamenti che mirano ad eliminare, o alimitare in modo significativo, la presenza dellalegionella negli impianti.Nel sito internet www.legionellose.com (esempio dichiarezza e rigore scientifico) si sostiene che, finoad oggi, questi trattamenti hanno dato “plusd’échecs que de succés”: cioè più sconfitte graviche successi. E si sostiene anche che tutto ciò èda addebitare ai seguenti fattori:

scarsa conoscenza dei problemi relativi alla presenza dei biofilm;

incompleta acquisizione dei dati inerenti le specifiche caratteristiche degli impianti;

scarsa considerazione dei fenomeni connessi ai depositi di calcare e alla corrosione;

inadeguata conoscenza dei tempi di contatto richiesti fra sostanze disinfettanti e batteri.

Sono valutazioni e considerazioni che moltoprobabilmente colpiscono nel segno e cheriteniamo giusta premessa all’analisi che segue.Troppo spesso, infatti, certi trattamenti sonopresentati come sicuri e affidabili anche quando inrealtà non lo sono.

Clorazione

Il cloro è un forte agente ossidante, da molti anniusato per la disinfezione delle acque potabili. Per iltrattamento antilegionella, è però richiesto in dosimolto elevate e presenta quali effetti negativi:– la formazione di alometani (sostanze in parte

ritenute cancerogene);– l’insorgere di gravi fenomeni di corrosione;– l’instabilità della concentrazione nel tempo;– la poca penetrazione nei biofilm;– l’insufficiente azione dove l’acqua ristagna;– l’alterazione del gusto e del sapore dell’acqua.

Biossido di cloro

Possiede buone capacità antibatteriche, nonproduce alometani e permane relativamente alungo nelle tubazioni. Le sue molecole, inoltre,possono entrare all’interno dei biofilm. Comporta,tuttavia, i seguenti svantaggi:– deve essere prodotto “in loco” con procedure

abbastanza complesse;– può corrodere le tubazioni anche se in modo

meno grave del cloro;– richiede costi di gestione alquanto elevati.

Ioni positivi di rame e di argento

Esercitano una forte azione battericida dovuta alfatto che la loro carica elettrica può alterare lapermeabilità degli organismi cellulari e portare aduna degradazione proteica. Possono, inoltre,accumularsi nei biofilm. Pertanto il loro effettopersiste (per alcune settimane) anche dopo ladisattivazione del trattamento. Questi i principalisvantaggi:– non possono essere usati con superfici zincate

in quanto lo zinco disattiva gli ioni d’argento;– la loro concentrazione non deve superare i limiti

ammessi per l’acqua potabile; – richiedono costi elevati.

Acido peracetico

Alcune esperienze dimostrano una discretaefficacia di questo composto nei trattamenti shock.

Battericidi di sintesi

Messi in commercio da Società specializzate neltrattamento dell’acqua, possono essere attivianche contro la legionella. Alcuni di questi prodottiesercitano anche un’efficace azione contro leincrostazioni e i biofilm. Sono, comunque, daverificare gli effetti negativi legati alla specificità del prodotto, alla loro stabilità nel tempo e aglieffetti sugli utenti.

Ozono

Può esercitare una forte azione contro la legionella,gli altri batteri e i protozoi presenti nei biofilm.Si deve, tuttavia, considerare che il trattamentocon ozono:– richiede costi elevati per le attrezzature di

produzione e dosaggio;– necessita di una manutenzione accurata;– ha un’efficacia alquanto limitata nel tempo;– degrada alcuni prodotti utilizzati per trattamenti

anticalcare e anticorrosione;– può accrescere la possibilità che si formino

nuove infezioni.L’azione dell’ozono sulla corrosione è ancoraalquanto controversa. Alcuni Autori sostengonoche esso la favorisce, altri il contrario. Egiustificano quest’ultima tesi col fatto che l’ozonopuò ossidare l’azoto presente nell’acqua formandocomposti (nitrati e nitriti) che inibiscono lacorrosione degli acciai.

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TRATTAMENTIDI DISINFEZIONE

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Acqua ossigenata catalizzata

È una tecnica di disinfezione che associa all’acquaossigenata un catalizzatore (solitamente un saled’argento). La sua efficacia dipende dall’azione delcatalizzatore.In teoria, l’acqua ossigenata presenta diversivantaggi, tra cui prodotti di decomposizione nontossici. Vantaggi e svantaggi reali sono, però,ancora poco conosciuti in quanto è assai limitatal’esperienza pratica.

Filtrazione

È un trattamento che ha il suo punto di forza nellapossibilità di ridurre la contaminazione dell’acquasenza alcuna aggiunta di prodotti chimici. Due letecniche in uso:

➢ il sistema tradizionale con filtri di sabbia, che viene utilizzato soprattutto coi circuiti di raffreddamento;

➢ il sistema con microfiltri (da 1 µm e anche meno) ad elevata portata, che si utilizza, sia coi circuiti di acqua calda sanitaria, sia coi circuiti di raffreddamento. In commercio esistono microfiltri in grado di trattare diverse decine di metri cubi d’acqua ogni ora.

Questi i principali inconvenienti della filtrazione:– richiede costi elevati;– necessita di una manutenzione accurata;– la sua efficacia non è costante nel tempo per la

progressiva occlusione dei filtri;– è esposta a rotture improvvise dei filtri;– sussiste il pericolo di contaminazione dei filtri da

parte di altri batteri.

Raggi ultravioletti (UV)

Sono in grado di inattivare i batteri che passanoattraverso le apparecchiature di emissione deiraggi. Va, tuttavia, considerato che tali apparecchiaturepossono esercitare solo un’azione locale. Inoltre latorbidità dell’acqua può creare coni d’ombra cheproteggono i batteri.Pertanto all’azione dei raggi UV vanno associatialtri sistemi di disinfezione. Sussistono limiti anche per quanto riguarda laquantità d’acqua che può essere trattata da ogniapparecchiatura. Infatti, il flusso del fluidosottoposto all’azione dei raggi deve avere unospessore piccolo (in genere non più di 3 cm) equesto riduce sensibilmente la portata delleapparecchiature utilizzate per il trattamento.

Trattamenti termici

Come nel caso della filtrazione, il punto di forza diquesti trattamenti sta nel fatto che essi possonoesercitare una completa azione battericida senzaalcuna aggiunta di prodotti chimici e senza averbisogno (come nel caso dei raggi UV) di sistemiintegrativi.La loro azione si basa sul fatto che le temperatureelevate causano la morte dei batteri in generale edella legionella in particolare. Il diagramma sottoriportato indica i tempi di sopravvivenza dellalegionella al variare della temperatura dell’acqua.

Tale diagramma (derivato da uno studio di J.M.HODGSON e B.J. CASEY) è ormai assunto, alivello internazionale, come sicuro punto diriferimento per la disinfezione termica dellalegionella e, di fatto, ha sostituito i vecchidiagrammi decisamente meno attendibili e piùpenalizzanti. In pratica il diagramma ci assicura che se l’acquaè mantenuta sopra i 50°C non c’è alcun pericoloche si sviluppi la legionella, anzi la suaeliminazione avviene nel giro di qualche ora.

In seguito esamineremo più attentamente i limiti, leprestazioni e le reali possibilità di applicazione deitrattamenti termici.

0

10

20

30

40

50

60

70 Morte dei batteriistantanea

Morte del 90% dei batteriin 2 minuti

Morte del 90% dei batteriin 2 ore

Temperatura ottimaleper la crescita dei batteri

I batteri sopravvivononon attivi

Di seguito prenderemo in esame gli interventi chepossono servire a limitare il pericolo legionella neiseguenti casi:

1. Torri di raffreddamento e condensatori evaporativi;

2. Impianti di condizionamento dell’aria;

3. Piscine, terme, fontane decorative con getti d’acqua;

4. Impianti di produzione e distribuzione di acqua calda sanitaria.

Servono a disperdere calore nell’atmosferamediante l’evaporazione dell’acqua. I disegniriportati a lato illustrano il modo con cui questeapparecchiature funzionano.L’acqua che serve allo scambio termico è fornitada rampe di polverizzazione. L’aria, invece, ègeneralmente spinta da un ventilatore: le torri acircolazione naturale sono ormai molto rare.

Nell’acqua di queste apparecchiature la legionellapuò trovare tutte le condizioni per svilupparsi ediventare pericolosa, in quanto:– la temperatura varia in genere da 30 a 35°C;– non mancano le sostanze nutritive;– è facile la formazione dei biofilm;– le rampe di polverizzazione producono aerosol.

Secondo le L.G.A. 2000 la qualità dell'acqua “deveessere periodicamente controllata; occorre inoltrepulire e drenare il sistema:

prima del collaudo;

alla fine della stagione di raffreddamento o prima di un lungo periodo di inattività;

all'inizio della stagione di raffreddamento o dopo un lungo periodo di inattività;

almeno due volte l'anno.

Sono raccomandate analisi microbiologicheperiodiche. La carica batterica totale massimaammissibile è di 107 Cfu/l; l'uso di biocidi (agentichimici) non deve essere comunque continuativo”.

10

PREVENZIONE E DISINFEZIONENEI SISTEMI IMPIANTISTICI

TORRI DI EVAPORAZIONE E CONDENSATORI EVAPORATIVI

condensatore

condensatore

condensatore

11

Ubicazione e protezioni

È consigliabile, in merito, adottare le seguentiscelte e precauzioni:

➢ non posizionare le torri e gli evaporatori vicino a scarichi di cucina o di impianti in grado di arricchire con sostanze nutritive l’acqua che provvede agli scambi termici;

➢ evitare che i vapori d’acqua emessi possano raggiungere (1) prese d’aria esterne, (2) finestre apribili, (3) zone con pubblico;

➢ schermare le torri per proteggerle dai raggi del sole. Serve a rendere più difficile il raggiungimento di temperature favorevoli allo sviluppo della legionella.

Note generali

Per la scelta dei materiali e gli interventi dimanutenzione è bene:

➢ accertare che non siano stati posti in opera materiali porosi o facilmente corrodibili;

➢ verificare che le torri abbiano forme arrotondate agli angoli, e quindi siano facili da pulire;

➢ controllare che i dispositivi di spruzzamento siano in grado di minimizzare la formazione di aerosol;

➢ tenere costantemente puliti gli ugelli per evitare incrementi nella formazione di aerosol;

➢ scegliere soluzioni in cui il condensatore è facilmente pulibile;

➢ prevedere circuiti semplici e che siano facili da svuotare e pulire;

➢ appurare che, all’interno delle torri, non ci siano zone di acqua stagnante;

➢ prevedere punti di spurgo e sifoni con diametri sufficientemente grandi per facilitare le operazioni di pulizia.

Interruzioni di funzionamento

Quando il fermo delle apparecchiature supera i3 giorni, è bene procedere al loro completosvuotamento. Se questo non è possibile, èconsigliabile sottoporre l’acqua stagnante ad unadeguato trattamento con biocidi.

arianuova

finestra

finestra

torreevaporativa

aerosol conlegionellatorre

evaporativa

torreevaporativa

aerosol conlegionella

torreevaporativa

aerosol conlegionella

aerosol conlegionella

Di seguito riportiamo, in corsivo, quanto richiestodalle L.G.A. 2000:

Prescrizioni generali

Ai fini di una buona manutenzione dellecondotte dell'aria occorre progettare,costruire ed installare i sistemi aeraulicitenendo anche presente le seguenti esigenzemanutentive:

➢ prendere in esame la possibilità di drenare efficacemente i fluidi usati per la pulizia;

➢ evitare di collocare l'isolamento termico all'interno delle condotte, considerata la difficoltà di pulire in modo efficace l'isolamento stesso;

➢ dotare (a monte e a valle) gli accessori posti sui condotti (serrande, scambiatori, ecc.) di apposite aperture, di dimensioni idonee a consentire la loro pulizia, e di raccordi tali da consentirne un rapido ed agevole smontaggio e rimontaggio, assicurandosi che siano fornite accurate istruzioni per il montaggio e lo smontaggio dei componenti;

➢ utilizzare materiali sufficientemente solidi per i condotti flessibili, tali da permetterne la pulizia meccanica;

➢ utilizzare terminali (bocchette, anemostati) smontabili.

Durante l'esercizio dell'impianto è importanteeseguire controlli periodici per rilevare la presenzao meno di sporcizia. Nel caso, poi, di unintervento di pulizia, occorre assicurarsisuccessivamente che le sostanze usate siano rimossecompletamente dal sistema.

Silenziatori

I materiali fonoassorbenti impiegati di solito sonodel tipo poroso e fibroso, e quindi particolarmenteadatti a trattenere lo sporco e di difficile pulizia.Si raccomanda quindi l'impiego di finituresuperficiali che limitino tali inconvenienti, anchese questo porta ad una maggiore estensione dellesuperfici e quindi a costi più elevati. Inoltre siraccomanda di osservare le distanze consigliatedai costruttori tra tali dispositivi e gliumidificatori.

Prese d'aria esterna

Le prese d'aria esterna, se poste su paretiverticali non protette, devono esseredimensionate per velocità non superiori a 2m/s e devono essere dotate di efficaci sistemi perevitare che l'acqua penetri al loro interno.Occorre inoltre verificare la distanza tra detteprese e possibili sorgenti di inquinanti (compresal'espulsione dell'aria).

Filtri

Il costo di una filtrazione più efficace è moltoinferiore a quello della pulizia dei componentidelle reti di distribuzione. Si consiglia pertanto diinstallare filtri di classe Eurovent EU7 1 a montedelle unità di trattamento dell'aria e ulteriorifiltri di classe EU8/9 a valle di dette unità ecomunque a valle degli eventuali silenziatori.Sui sistemi di ripresa dell'aria dovrebbero essereinstallati filtri almeno di classe EU7. Siraccomanda, ovviamente, una regolare pulizia ericambio dei filtri.

Batterie di scambio termico

Le batterie possono dar luogo a emissione di odoria causa delle incrostazioni che si formano sullesuperfici interne, soprattutto nel caso di batteriecalde. Per minimizzare tali inconvenienti,soprattutto nel caso di temperature elevate,occorre effettuare una pulizia frequente mediantespazzolatura o aspirazione.Nel caso di batterie di raffreddamento, lesuperfici alettate ed in particolare le bacinelle diraccolta della condensa costituiscono i luoghi dovemaggiormente proliferano microrganismi e muffe.Risulta pertanto necessario installare bacinelleinclinate in modo da evitare ristagni, erealizzarle con materiali anticorrosivi peragevolarne la pulizia.

Umidificatori dell'aria ambiente

Deve essere assicurato che non si verifichiformazione di acqua di condensa durante ilfunzionamento; tutte le parti a contatto conacqua in modo permanente devono essere pulite ese necessario periodicamente disinfettate.

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IMPIANTIDI CONDIZIONAMENTO

Umidificatori adiabatici

La qualità dell'acqua spruzzata nelle sezioni diumidificazione adiabatica deve essereperiodicamente controllata; l'incremento dellacarica batterica deve essere prevenuta mediantesistemi di sterilizzazione oppure medianteperiodica pulizia dei sistemi. La carica batterica totale dell'acqua circolantenon deve eccedere il valore standard di 10 6 Cfu/lcon una temperatura di incubazione di20°C±1°C e 36°C±1°C.La presenza di legionella negli umidificatori èsicuramente evitata se la carica batterica noneccede 10 3 Cfu/l.

Canalizzazioni

Per consentire un’efficace pulizia delle superficiinterne delle canalizzazioni, evitandone ildanneggiamento dei rivestimenti, si puòimpiegare una tecnica particolare che fa uso diuna testa ad ugello con fori asimmetrici, postaall’estremità di una tubazione flessibile che vieneintrodotta nelle aperture appositamentepredisposte.Da questa tubazione fuoriesce aria compressa ingrossi quantitativi (fino a 300 m 3/h). L’elevataportata d’aria crea una sorta di lama d’aria cheprovoca il distacco della sporcizia dalle superficiinterne della canalizzazione; l’asimmetria deifori ne provoca poi una rotazione e quindil’avanzamento della tubazione per tutta la sualunghezza (fino a 30 m).

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Zone con indicazioni e riferimenti delle Linee Guida Antilegionella

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Di seguito riportiamo, in corsivo, le richieste delleL.G.A. 2000 e, in caratteri normali, le nostreconsiderazioni:

Piscine tradizionali

Per quanto riguarda le piscine alimentate conacqua dolce, la normativa vigente prevede unaconcentrazione di cloro attivo libero nell'acquadella vasca pari a 1 mg/l (0,7-1,2 mg/l).Sebbene tali valori del cloro rendano improbabileun'eventuale contaminazione da legionella,tuttavia, si raccomanda in occasione dellosvuotamento periodico della vasca (da effettuarsialmeno una volta all'anno) la puliziadisinfezione shock della vasca, delle tubature e lasostituzione dei filtri della vasca, la revisioneaccurata dei sistemi di circolazione dell'acqua,con eliminazione di ogni deposito ed inoltre laperiodica manutenzione con smontaggio eaccurata pulizia di rubinetti e docce.

Piscine per idromassaggi e idroterapie

Sono piscine più esposte al pericolo legionella diquelle tradizionali. Sono, infatti, mantenute atemperature più elevate e quindi più idonee allosviluppo dei batteri. Inoltre, possono esserefrequentate da pazienti immunodepressi o affettida patologie polmonari croniche.

Altre indicazioni relative alle piscine

Per quanto riguarda la disinfezione batterica dellepiscine, il Centro Controllo delle Malattie diAtlanta (probabilmente il Centro internazionale piùqualificato in merito) propone di adottare i seguentivalori:

minimo ottimale massimo

Cloro libero (mg/l) 3,0 4,0-5,0 10,0

Cloro combinato 0 0 0,2[cloroammine] (mg/l)

Bromo (mg/l) 4,0 4,0-6,0 10,0

PH 7,2 7,4-7,6 7,8

Il livello massimo di 10,0 mg/l (per il cloro libero e ilbromo) è da ritenersi accettabile solo per periodirelativamente brevi.I valori classificati come “ottimali” devono essereconsiderati come minimi sul piano del trattamentoantilegionella. La legionella è infatti molto piùresistente, al cloro e al bromo, degli altri battericonsiderati pericolosi per la salute dei bagnanti.Per il buon controllo dei parametri consigliativanno utilizzati sistemi automatici di dosaggio. È anche opportuno installare sistemi automatici diiniezione, prima e dopo il filtro, in modo daassicurare che le giuste concentrazioni di sostanzedisinfettanti siano mantenute all’interno del filtro ealla sua uscita.

PISCINE, TERME E FONTANEDECORATIVE CON GETTI D’ACQUA

15

Stabilimenti termali

In merito le L.G.A. 2000 riportano che: “perquanto riguarda gli stabilimenti termali, untrattamento di disinfezione delle acque nonappare attuabile in quanto l'acqua mineralenaturale utilizzata per le cure termali non puòessere trattata, mentre si può procedere adun'adeguata progettazione degli impianti,evitando l'uso di materiale e componenti cheforniscano un pabulum per la legionella (adesempio alcune gomme utilizzate per leguarnizioni) o mediante una strutturazionedell'impianto che eviti rallentamenti del flussoidrico o ristagni.”

È molto probabile, però, che in questi impiantila sola progettazione, seppur adeguata, non siain grado di eliminare il pericolo legionella.Gli stabilimenti termali, infatti, possono offrire allalegionella condizioni ideali di sviluppo. Inparticolare, possono offrire temperature favorevolie abbondanti sostanze nutritive, che derivanodall’alta densità di utilizzo delle vasche termali eche sono costituite da: cosmetici, frammenti dipelle, batteri vari, funghi e altri composti organici.

In relazione al tipo di acque termali e al loro ciclo diutilizzo, è pertanto consigliabile prendere in esameanche la possibilità di adottare adeguati sistemi didisinfezione.

Fontane decorative con getti d’acqua

Sono fontane in cui l’acqua viene spruzzatanell’aria con getti meccanici ed è poi raccolta invasche artificiali. Sono collocate all’aperto o inambienti chiusi: ad esempio in centri commerciali,fiere, hall di alberghi, ecc…Le temperature che favoriscono lo sviluppo dellalegionella possono essere raggiunte all’aperto conl’aiuto degli apporti termici del sole, e al chiuso conil contributo di fonti interne di calore quali: ilriscaldamento e l’illuminazione. Possono, inoltre,contribuire al riscaldamento dell’acqua anche lestazioni di pompaggio e di filtrazione.

Per limitare, in queste fontane, il rischio legionella,vanno evitate zone di ristagno dell’acqua.

Per la disinfezione delle acque sono utilizzabilisostanze chimiche, che in ogni caso dovrebberorispettare precisi limiti normativi. In merito,attualmente, si può far riferimento alle prescrizioniEPA (Environmental Protection Agency), checonsiderano in modo specifico il caso dellefontane decorative.

16

Quali possibili trattamenti termici di disinfezione leL.G.A. 2000 (il cui testo è riportato in corsivo)prevedono:

1. lo shock termico, da applicarsi in caso di grave contaminazione dell’impianto;

2. la disinfezione termica, da utilizzarsi quale sistema preventivo per inattivare la legionella.

Shock termico

Elevare la temperatura dell'acqua a 70-80°Ccontinuativamente per tre giorni e far scorrerel'acqua quotidianamente attraverso i rubinettiper un tempo di 30 minuti. Alcuni autoriraccomandano di svuotare preventivamente iserbatoi dell'acqua calda, di pulirli ed effettuareuna decontaminazione con cloro (100 mg/l per12-14 ore). È fondamentale verificare che,durante la procedura, la temperatura dell'acquanei punti distali raggiunga o ecceda i 60°C; sequesta temperatura non viene raggiunta emantenuta la procedura non fornisce garanzie.Alla fine della procedura si devono effettuare deiprelievi d'acqua e dei sedimenti in punti distalidell'impianto e procedere ad un controllobatteriologico. In caso di risultato sfavorevole, laprocedura deve essere ripetuta fino alraggiungimento di una decontaminazionedocumentata. Dopo la decontaminazione ilcontrollo microbiologico deve essere ripetutoperiodicamente secondo i criteri riportati nelparagrafo 9.1.4.

VantaggiNon richiede particolari attrezzature e quindi può essere messo in atto immediatamente, vantaggio non trascurabile in presenza di un cluster epidemico.SvantaggiRichiede tempo e personale, o l'installazione di sonde a distanza, per controllare la temperatura dell'acqua nei punti distali, nei serbatoi e il tempo di scorrimento dell'acqua. Inoltre è una modalità di disinfezione sistemica ma temporanea in quanto la ricolonizzazione dell'impianto idrico può verificarsi in un periodo di tempo variabile da alcune settimane ad alcuni mesi dopo lo shock termico se la temperatura dell'acqua circolante ritorna al di sotto dei 50°C.

Disinfezione termica

Nel caso di impianti a doppia regolazione, laprima (costituita da un termostato regolato a 55-60°C) serve a regolare la temperatura diaccumulo, mentre la seconda (costituita da unmiscelatore) serve a regolare la temperatura didistribuzione dell’acqua calda a 42-44°C.In base alle temperature normalmente utilizzate,la legionella non può svilupparsi nei bollitori, masoltanto nelle reti di distribuzione e di ricircolo.Per ottenere la disinfezione termica di questiimpianti si può:1) by-passare il miscelatore con una valvola

elettrica a due vie asservita ad un orologio programmatore;

2) fissare (con l'aiuto di un termostato) a 60°C la temperatura di produzione dell'acqua calda;

3) mandare in temperatura la valvola di by-pass per mezz'ora nel periodo notturno considerato a minor consumo d'acqua, facendo circolare acqua a 60°C.

Al punto 3 va segnalato un errore, probabilmente ditrascrizione. La frase “mandare in temperatura lavalvola di by-pass …” deve intendersi “mandarein apertura la valvola di by-pass …”E ci sentiamo di fare una simile segnalazione, siaperché le valvole non si possono mandare intemperatura, sia perché quanto prescritto sulladisinfezione termica, è stato tratto, parola perparola (e la cosa ci fa piacere) dal numero 16 diIdraulica, pag.13.

Schemi per attuare la disinfezione termica

Per attuare la disinfezione termica (che di seguito,per evitare confusioni, chiameremo disinfezionenotturna) possono essere utilizzati schemi simili aquelli della pagina a lato.

Il primo utilizza un miscelatore elettronico concentralina programmabile su due livelli ditemperatura: quello per il funzionamento normale equello per la disinfezione notturna.Il secondo, invece, utilizza un miscelatoretermostatico e valvole a due vie asservite da unorologio programmatore. Le valvole a due viesono poste a by-pass del miscelatore e su unbraccio del ricircolo così come indicato nelloschema a lato.In regime normale la valvola del ricircolo èaperta e chiusa quella di by-pass del miscelatore.Al contrario, durante la disinfezione notturna lavalvola di by-pass è aperta e chiusa quella delricircolo.

IMPIANTI DI PRODUZIONEACQUA CALDA SANITARIA

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Shock termico e disinfezione notturna possonopresentare i seguenti limiti ed inconvenienti.

LIMITI ED INCONVENIENTI DELLO SHOCKTERMICO

Sono limiti ed inconvenienti che vanno consideratiattentamente, per non correre il rischio ditrasformare questo trattamento in un rimediopeggiore del male che si intende curare.

Dezincatura dei tubi

La norma UNI 9182 (relativa alla progettazione,collaudo e gestione degli impianti sanitari d’acquafredda e calda) nell’appendice U specifica che: “letubazioni di acciaio zincato non devono essereimpiegate per convogliare acqua contemperatura superiore a 60°C ”.E tale limite non è casuale. Rappresenta, bensì, ilvalore, oltre il quale, hanno inizio i fenomeni didezincatura che portano al degrado e alladistruzione dello strato di zinco che protegge itubi. Di conseguenza, lo shock termico può essereattuato solo con reti di distribuzione interamenterealizzate in rame, acciaio inossidabile o materialimultistrato.

In realtà, però, quasi tutte le reti di distribuzioneesistenti sono in acciaio zincato e spesso, specienegli impianti vecchi, con zincature di qualitàscadente. Applicato a questi reti, lo shocktermico ne compromette lo strato protettivo ele rende del tutto inadeguate a mantenere lapotabilità dell’acqua. Inoltre la formazione diossidi sulle pareti dei tubi aumenta le possibilità diancoraggio per i biofilm e le sostanze nutritivedisponibili per i batteri.

In merito, va anche segnalata una circolarefrancese della Direction Générale De La Santé (la2002/243 del 22.04.2002) relativa “a la préventiondu risque lié aux légionelles dans les établissementde santé”, che vieta in modo tassativo (proprioper i motivi sopra considerati) lo shock termico inimpianti con tubi zincati.

Tempi richiesti per la disinfezione

Il dover mantenere (come richiesto dalle L.G.A.2000) per tre giorni l’impianto con acqua incircolazione a 70-80°C, rende di fattoimproponibile lo shock termico in Ospedali,Cliniche, Ricoveri o ambienti simili.

Non è possibile, infatti, durante il trattamento,spostare in altro luogo i pazienti e neppuretutelarli adeguatamente contro il pericolo discottature.

Formazione di calcare

Elevare la temperatura dell’acqua fino a70-80°C può causare, inoltre, un forte aumentodelle incrostazioni e dei depositi di calcare. Equesto può determinare: (1) ostruzioni, totali oparziali, degli scambiatori, (2) riduzioni delle sezionidi passaggio dei tubi, (3) blocco delle valvole diregolazione, (4) facile ancoraggio per i biofilm, (5)abbondanza di sostanze nutritive per i batteri.

LIMITI DELLA DISINFEZIONE NOTTURNA

Per individuare i limiti di questa disinfezione sidevono considerare le specifiche caratteristichecostruttive degli impianti d’acqua calda sanitaria, ilcui sistema distributivo è composto da due reti fraloro ben differenziate:

la prima (detta rete di alimentazione o andata)serve a portare l’acqua calda ai punti di erogazioneed è simile alla rete che distribuisce acqua fredda;

la seconda (detta rete di ricircolo o ritorno)serve a mantenere in circolazione l’acqua caldaper evitare che, in mancanza di prelievi, l’acquaristagni e si raffreddi. Ed è proprio con l’aiuto diquesta circolazione che è possibile effettuare ladisinfezione notturna.

NOTE SUI TRATTAMENTI TERMICIPROPOSTI DALLE L.G.A. 2000

Rete di alimentazione o andata

Rete di ricircolo o ritorno

Colonna

Derivazionedi piano

Sistema distribuzione acqua calda

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Derivazioni non raggiunte dalla disinfezione

Come è possibile osservare nel disegno dellapagina a lato, le derivazioni di piano non sonocoinvolte nel ricircolo dell’acqua calda e, pertanto,non sono coinvolte neppure nel processo didisinfezione notturna. In pratica sono braccimorti in cui la legionella può sopravvivere.Se tali derivazioni sono lunghe e con diametrioltre i 3/4” la disinfezione notturna può nonbastare a rendere inoffensiva la legionella.

Zone della rete non raggiunte dalla disinfezione

In genere, i circuiti di ricircolo si dimensionano consalti termici di 2°C fra la temperatura di partenzadell’acqua dalla centrale e quella di erogazione alpunto più lontano. Il che, più o meno, corrispondead un salto termico di 4°C, fra la temperatura diandata dell’acqua e quella di ritorno in centrale.Pertanto, se con la disinfezione notturna l’acquacalda parte a 60°C dovrebbe ritornare a 56°C.In realtà, però, i salti termici lungo le reti possonoessere molto più elevati di quelli considerati inteoria e assumere valori tali da lasciare ampiezone della rete al di sotto dei 50°C: cioè al disotto delle temperature che servono a provocare lamorte della legionella.

Due le ragioni di questa discordanza fra quantoconsiderato in teoria e quanto ottenuto in pratica:l’inadeguato isolamento dei tubi e l’erratobilanciamento delle reti di ricircolo.

L’inadeguato isolamento dei tubi (vale a direl’isolamento realizzato con spessori più piccoli diquelli considerati in fase di progetto oppure conmateriali che si degradano facilmente) può portarel’acqua in circolazione a raffreddarsi molto più delprevisto.

Il bilanciamento errato delle reti di ricircolo può,invece, far passare troppa acqua nelle primecolonne e impoverire le ultime, che pertanto siraffreddano molto più facilmente.

L’effetto combinato di questi fattori può esserecolto nella rappresentazione grafica di fondopagina. In essa sono riportati valori di temperaturache abbiamo rilevato direttamente in una Casadi Cura durante una disinfezione notturna. Larete distributiva era costituita da 10 colonne cheportavano acqua a 96 servizi disposti su 4 piani. Il rilievo è stato effettuato con acqua in partenza a60°C e con temperatura esterna di –2°C. In blu sono evidenziati i tratti di rete in cui l’acquanon raggiungeva i 50°C.Naturalmente, di giorno i salti termici erano moltopiù piccoli, in quanto, le dispersioni della reteerano compensate non solo dal ricircolo, ma anchedall’acqua erogata ai rubinetti.

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tratti di rete a temperatura > 50°C

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Esaminati i limiti e gli inconvenienti dello shocktermico e della disinfezione notturna, va ancheconsiderato che i trattamenti termici possonooffrire i seguenti considerevoli vantaggi:

1. non sono inquinanti, in quanto non richiedono aggiunte di prodotti chimici: sempre difficili da dosare e da tener sotto controllo. E questa è una caratteristica molto importante perché, negli impianti che producono e distribuiscono acqua calda sanitaria, va sempre garantita la potabilità dell’acqua stessa, col rigoroso rispetto dei parametri organolettici, fisici, chimici e microbiologici stabiliti dalle norme vigenti, il cui riferimento più aggiornato è il Decreto Legge 02.02.2001 n. 31 “Attuazione della direttiva 89/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano”;

2. si possono attuare e tener sotto controllo molto facilmente. Ad esempio, per verificare se in un tratto di rete sta avvenendo o meno la disinfezione termica basta un termometro. Per i trattamenti chimici, invece, la cosa è molto più complessa;

3. sono trattamenti sicuri dal momento che fanno riferimento ad un diagramma (quello già citato e riportato nelle pagine precedenti) la cui validità scientifica è ineccepibile.

Dunque, ai trattamenti termici, dobbiamo guardarecon molta attenzione. Anche se, in vero, ad essidobbiamo guardare in modo un po’ diverso.In particolare, ad essi dobbiamo guardare non solocome trattamenti utilizzabili per otteneredisinfezioni a tempo, ma, anche e soprattutto,come trattamenti utilizzabili per ottenere unadisinfezione continua.Disinfezione che può essere convenientementeottenuta mantenendo in circolazione acqua caldaad una temperatura di poco superiore ai 50°C:cioè di poco superiore al limite che provoca lamorte della legionella.La disinfezione notturna, inoltre, può essereutilizzata come misura integrativa di sicurezza.

Ed è proprio verso questo tipo di trattamentotermico che si stanno orientando le normative ele tecnologie dei paesi più attenti al problemadella legionella.

Di seguito cercheremo di cogliere ed analizzare iprincipali aspetti che vanno considerati perrendere possibile e conveniente il trattamentotermico in continuo.A tal fine prenderemo in esame separatamente gliimpianti nuovi e quelli esistenti.

TRATTAMENTO TERMICO CONTINUO NEGLIIMPIANTI NUOVI

Per progettare e realizzare impianti, tenendo nelgiusto conto le specifiche esigenze, di sicurezza edi risparmio energetico, connesse alladistribuzione di acqua calda a temperature chesuperano i 50°C è consigliabile:

➢ adottare una regolazione di centrale a due livelli (uno per la produzione dell’acqua calda e l’altro per la sua distribuzione) con possibilità di eseguire la disinfezione notturna;

➢ far uso di miscelatori con sicurezza antiscottatura, da porsi il più vicino possibile ai punti di utilizzo (ved. in merito al capitolo: Pericolo Scottature);

➢ prevedere schemi di distribuzione e di ricircolo tali da minimizzare i tratti di rete non coperti dal ricircolo stesso;

➢ dimensionare i tubi con velocità elevate, in quanto un regime fortemente turbolento contrasta la formazione dei biofilm;

➢ prevedere un valido trattamento dell’acquaper impedire che i depositi di calcare favoriscano lo sviluppo dei batteri;

➢ utilizzare bollitori con superfici rivestite da materiale anticalcare e resistenti ad elevate temperature;

➢ utilizzare, per l’isolamento termico dei tubi, spessori maggiorati rispetto a quelli normamente previsti;

➢ dimensionare il ricircolo con salti termici piccoli, come di seguito indicato;

➢ prevedere un efficace bilanciamento della rete di ricircolo;

➢ installare termometri ai piedi delle colonneper consentire un rapido controllo delle temperature dell’acqua in circolazione.

ALTRE CONSIDERAZIONI SUITRATTAMENTI TERMICI

TRATTAMENTO TERMICO CONTINUO

21

Per quanto riguarda il dimensionamento delricircolo si possono considerare (tra l’inizio dellarete e il punto di erogazione più sfavorito) saltitermici di 1°C, il che corrisponde a portate di 10 l/h per ogni metro di tubo che distribuisce acquacalda (ved. Idraulica 14 e V Quaderno Caleffi).

I miscelatori periferici con sicurezza antiscottaturapossono essere singoli (cioè posti su ogniapparecchio) oppure di gruppo (cioè posti su piùapparecchi: ad esempio su tutti quelli di un localeservizi). La scelta è essenzialmente di ordineeconomico.

Per limitare le zone con acqua al di sotto dei 50°C,alcuni codici di pratica antilegionella pongono deivincoli allo sviluppo dei tubi che collegano imiscelatori di gruppo ai rubinetti. Ad esempio inInghilterra non devono superare i 2 m, in Franciadevono avere una capienza inferiore a 3 l.

In merito al D.P.R. 412/93, cioè al regolamentosul risparmio energetico che fissa a 48°C ±5°Cla temperatura massima dell’acqua in rete, sipuò rilevare che un limitato aumento di taletemperatura non comporta gravi inconvenienti,specie se gli impianti sono progettati e realizzati inmodo conforme alle indicazioni riportate nellapagina a lato.Infatti, le dispersioni termiche non aumentano inmodo significativo rispetto ai valori normali, inoltrel’acqua calda non è erogata a temperature troppoalte per l’azione regolatrice dei miscelatoriperiferici.Limiti simili a quelli del D.P.R. 412/93 sono statistabiliti anche in altri paesi prima che si profilasseall’orizzonte il pericolo legionella. Ora, proprio perpoter affrontare meglio tale pericolo, si sta, quasigeneralmente, provvedendo a rivederli e a renderlipiù elevati.

Rubinetti diintercettazione

Regolazione periferica con miscelatori sui singoli rubinetti

Miscelatore termostaticocon sicurezza antiscottatura

MIX

MIX

HOT

COLD

Regolazione periferica con miscelatore di gruppo

Miscelatore manuale

Miscelatore termostaticocon sicurezza antiscottatura

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TRATTAMENTO TERMICO CONTINUO NEGLIIMPIANTI ESISTENTI

Far funzionare gli impianti esistenti in regime ditrattamento termico continuo non è semprefacile in quanto sono impianti con vincoli ecostrizioni che non sussistono per gli impiantinuovi.Tuttavia è quasi sempre possibile trovaresoluzioni accettabili: quel che serve è un pò dipratica, buon senso e un’attenta analisi dellecaratteristiche di tali impianti.Questi i principali punti da analizzare e i possibiliinterventi da effettuare:

Regolazione centrale

Come per gli impianti nuovi, deve essere a duelivelli: uno per la produzione dell’acqua calda el’altro per la sua distribuzione. Va prevista, inoltre,la possibilità di eseguire la disinfezione notturna.Schemi consigliati sono quelli riportati nelle pagineprecedenti.

Bilanciamento dei circuiti di ricircolo

Va considerato che nella maggior parte deicasi, gli impianti esistenti sono, dal punto di vistaidraulico, gravemente sbilanciati, soprattutto permancanza degli opportuni mezzi di bilanciamento,ma anche per staratura degli stessi.Tali situazioni, se non ci sono erogazioni in atto,comportano elevati salti termici lungo le reti didistribuzione e ricircolo.Pertanto, se (per evidenti motivi di risparmioenergetico) si intende mantenere tutti i puntidell’impianto al di sopra dei 50°C e limitare almassimo la temperatura dell’acqua in partenza ènecessario verificare in modo attento erigoroso il bilanciamento idraulico dei circuiti.

In pratica, senza erogazioni in atto, i salti termici,tra l’acqua che parte e quella che torna incentrale, non dovrebbero superare i 5-6°C, ilche, nell’ambito di un trattamento termicocontinuo, consente di limitare la temperatura dipartenza dell’acqua a 55-56°C.

Per bilanciare gli impianti esistenti si possonoutilizzare valvole di taratura sia di tipo staticoche dinamico.Tali valvole devono essere dimensionate in mododa garantire temperature pressoché uguali aipiedi delle colonne di ricircolo.

Le valvole di taratura di tipo statico devonoessere a regolazione micrometrica. È bene,inoltre, che siano dotate di preregolazione fissa(serve ad evitare starature occasionali) e attacchiper le misura di portata. La loro taratura vaeseguita e verificata attentamente “in loco”.

Le valvole di taratura di tipo dinamico, cioè tipoautoflow, servono a garantire portate costanti(quelle per cui sono costruite) indipendentementedalle pressioni che sussistono a monte e a valledelle valvole stesse.

0

20

40

60

80 0

20

40

60

80

0

20

40

60

80 0

20

40

60

80

23

Pompe di ricircolo

Conviene sempre verificare se queste pompepossono essere convenientemente sostituitecon altre in grado di garantire portate piùelevate. Con portate più elevate, infatti, siriducono i salti termici lungo la rete. Le pompe piùfacili da adattare a circuiti di cui in genere non siconoscono con precisione le caratteristiche sonoquelle a velocità regolabile.

Regolazione periferica

Va attuata con miscelatori dotati di sicurezzaantiscottatura da porsi il più vicino possibile aipunti di utilizzo. Si possono utilizzare le stessesoluzioni proposte per gli impianti nuovi.

Per quanto riguarda la possibilità di regolare, conun miscelatore di gruppo, i servizi di ospedali,cliniche, alberghi, ecc…, si può notare che taliservizi sono, in genere, dotati di rubinetti diintercettazione a muro. Basta, quindi, ricavare unanicchia in corrispondenza di tali rubinetti e porre inopera il miscelatore. Si può installare anche unmiscelatore esterno con carter di copertura.

In merito ai limiti imposti dal D.P.R. 412/93, puòvalere, più o meno, quanto detto per gli impiantinuovi, anche se, in vero, le dispersioni termichedegli impianti esistenti sono più elevate di quelledegli impianti nuovi. Comunque, in pratica, si trattadi decidere se vogliamo perseguire un risparmioenergetico (in ogni caso alquanto limitato) oppurese vogliamo affrontare con i giusti mezzi un graveproblema di salute pubblica.

Esempio di locale WC esistente

Rubinetti diintercettazione

Miscelatore manuale

MIX

MIX

HOT

COLD

Esempio di locale WC esistentedopo l’inserimento del miscelatore di gruppo

Miscelatore manuale

Miscelatore termostaticocon sicurezza antiscottatura

24

Negli impianti che producono e distribuisconoacqua calda sanitaria oltre al pericolo legionellac’è anche quello delle scottature e a tale pericolosono esposte soprattutto le persone più indifese:anziani, portatori di handicap, bambini.In Francia (in Italia non abbiamo trovato dati inmerito) l’acqua calda sanitaria è la terza causa discottature per i bambini sotto i 5 anni, e riguardapiù di 400 casi all’anno, con conseguenze che,spesso, sono sopportate per tutta la vita.

Oltre il 90% delle scottature è legato all’uso divasche da bagno e docce. La situazione tipica èquella di una persona non autosufficiente che entrain una vasca con acqua troppo calda, oppure chesi trova sotto una doccia e sposta accidentalmenteil comando del rubinetto. Queste le temperaturemassime consigliate per evitare scottature:

bidet 38°C lavabo 41°Cdocce 41°C vasca da bagno 44°C

La tabella che segue indica le temperature e itempi di esposizione che possono provocarescottature parziali di 2° grado:

Temperatura Adulti Bambini 0-5 anni

70°C 1 sec --

65°C 2 sec 0,5 sec

60°C 5 sec 1 sec

55°C 30 sec 10 sec

50°C 5 min 2,5 min

Altri dati in merito alle temperature dell’acqua e aitempi di scottatura sono deducibili dal diagrammasotto riportato, valido per persone adulte nondebilitate:

PERICOLOSCOTTATURE

45

50

55

60

65

70

75

0,1 1 10 100 1.000 10.000

Tempo (Secondi)

Tem

per

atu

ra (

°C)

80

40

Ustioneparziale

Ustionetotale

Si deve tener presente che temperature in gradodi provocare gravi scottature si possono averenon solo quando l’acqua è distribuita atemperature medio-alte, ma anche quando èdistribuita a temperature medio-basse, adesempio 40-42°C.Infatti, le valvole che regolano la temperaturadell’acqua in centrale possono essere starate dainterventi casuali oppure da errori in fase dimanutenzione. Inoltre, queste valvole possonobloccarsi a causa del calcare, la cui azione ètemibile, soprattutto in centrale, per le elevatetemperature in gioco.

In pratica, quindi, sussiste sempre la possibilitàche ai rubinetti giunga acqua troppo calda.Per evitare che tale acqua possa provocarescottature, si può ricorrere all’aiuto di appositilimitatori di temperatura (detti anche limitatori disicurezza antiscottatura) da porsi a protezione diogni rubinetto, oppure di un gruppo di rubinetti, adesempio tutti quelli di un locale servizi.I limitatori di temperatura possono lavorare inmodo autonomo o con rubinetti e miscelatori.Questi i prodotti che l’attuale mercato offre inmerito:

25

Rubinetti termostatici con limitatore ditemperatura

Sono rubinetti in grado di assicurare, entro limitimolto stretti, la temperatura di erogazione richiestaanche quando variano le pressioni in rete, letemperature dell’acqua e le portate. Il limitatore ditemperatura deve essere tarabile e protetto controstarature.

Miscelatori termostatici con limitatoredi temperatura

Come prestazioni generali sono assai simili airubinetti di cui sopra.

Possono essere utilizzati per la regolazione e lasicurezza antiscottatura di più apparecchi.

Per poter assicurare valide prestazioni, questimiscelatori devono avere:

– le parti funzionali (otturatore, sedi, guide di scorrimento) rivestite con superfici anticalcare;

– elementi termici sensibili a bassa inerzia;

– cartucce termostatiche intercambiabili;

– sistemi antimanomissione facilmente regolabili e sicuri.

È consigliabile, inoltre, mettere in opera questimiscelatori con filtri e valvole di ritegno siaall’ingresso dell’acqua fredda, sia all’ingressodell’acqua calda.I filtri servono a proteggere gli elementi diregolazione del miscelatore, le valvole di ritegno adevitare circolazioni parassite.

Limitatori di temperatura autonomi

Sono tarati in fabbrica ad una determinatatemperatura (in genere 47±1°C) e sono in grado dibloccare il flusso dell’acqua quando taletemperatura viene superata.Servono a proteggere i punti di erogazione isolatioppure le docce di centri sportivi, camping espogliatoi.L’esempio sotto riportato rappresenta come questidispositivi funzionano e illustra come possonoessere installati su docce a muro o di tipo esternoin serie.

FRED

DA

CA

LDA

MISCELATA

Filtro e ritegno Filtro e ritegno

Limitatori di temperatura: esempi di messa in opera

26

In base alle considerazioni e valutazioni esposte,possiamo, dunque, ritenere che negli impiantid’acqua calda sanitaria la via più sicura, e anchepiù vantaggiosa, per evitare il diffondersi dellalegionella, sia quella di passare da impianti chefunzionano con temperature medio-basse(40-42°C) ad impianti che funzionano contemperature medio-alte (52-54°C): sia quella,cioè, di passare da impianti che nelle loro retifavoriscono la crescita della legionella, adimpianti che ne provocano la morte. E questo sipuò fare con soluzioni come quelle proposte inprecedenza e che sotto richiamiamo graficamente.

È molto probabile, pertanto, che la legionellacomporti un deciso passo evolutivo nella storia

degli impianti sanitari: una specie di pietra miliareoltre la quale il panorama cambia di netto.Finora, passi evolutivi così netti, sono statideterminati solo dalla disponibilità di nuovi prodotti(ad esempio le pompe), oppure da eventi politici eeconomici, quali, ad esempio la crisi energeticadegli anni Settanta, che, di fatto, ha portato asostituire gli impianti centralizzati con quelli a zone(ved. Idraulica 22).Qui, invece, ci troviamo di fronte a qualcosa dinuovo e del tutto imprevedibile: un semplicebatterio (quello della legionella) di cui, fino apoco tempo fa, si ignorava persino l’esistenza:un organismo unicellulare talmente piccolo dapoter essere contenuto un miliardo di volte in unmillimetro cubo e, comunque, già così importanteda meritarsi (si fa per dire) recentemente la primapagina del TIMES: quella che riportiamo incopertina.

ALTRE CONSIDERAZIONIE NOTE CONCLUSIVE

Regolazione con possibilitàdisinfezione notturna

SCHEMA GUIDA PERIMPIANTI NUOVI

Miscelatore con sicurezzaantiscottatura

Dim

ensio

nare

tubi

rici

rcol

oco

n ba

ssi s

alti

term

ici

Tubi da dimensionarecon velocità elevate

Attuare un rigoroso bilanciamentodella rete di ricircolo

Bolli

tore

con

supe

rfice

antic

alca

re

Isolamento termico dei tubi conspessori maggiorati rispetto aquelli di norma adottati

Prevedere valido sistematrattamento acque

27

Ed, infine, alcune osservazioni che riguardano davicino il nostro lavoro di Operatori Termotecnici.

A differenza di alcuni anni fa, ora abbiamo normedi riferimento (le L.G.A. 2000) che rendono il nostrocompito un pò meno vago e indeterminato.Tuttavia, come abbiamo visto, tali norme hannolimiti e indeterminazioni che non ci consentono diaffrontare la legionella con la dovuta chiarezza esicurezza.Ad esempio, se applichiamo lo shock termicorispettiamo senz’altro le L.G.A. 2000, ma nellostesso tempo trasgrediamo le UNI 9182 emettiamo in crisi lo strato superficiale di zinco cheprotegge i tubi, compromettendo così la potabilitàdell’acqua e rendendo l’impianto più esposto asuccessivi attacchi della legionella.

Dunque, che fare?

Probabilmente, il modo più corretto di procedere èquello di attuare gli interventi ritenuti adeguati esupportarli con un’apposita relazione.

Il compito della relazione è quello di attestare che isoggetti responsabili non hanno trascurato ilpericolo legionella, bensì lo hanno affrontato conmezzi non difformi dalle L.G.A. 2000 e integratividegli stessi, in relazione alle attuali conoscenzetecniche e disponibilità di mercato.

Comunque è importante ed urgente che anche lenostre linee guida antilegionella siano portate alivello di quelle dei paesi guida in questo settore.

E per perseguire un simile obiettivo, almeno anostro parere, il Ministro della Sanità dovrebbecostituire un gruppo di persone scelte in base allaloro effettiva conoscenza del problema e allacapacità di lavorare con determinazione econcretezza.Naturalmente la cosa è più facile a dirsi che a farsi,dato che, nel nostro paese, in genere, prevalgonocriteri di scelta diversi. Però, va anche consideratoche siamo capaci di lodevoli eccezioni e, in questicasi, nulla abbiamo da invidiare agli altri.

Regolazione con possibilitàdisinfezione notturna

SCHEMA GUIDA PERIMPIANTI ESISTENTI

Controllo caratteristichepompa di ricircoloed eventuale sostituzione

Verifica ed eventuale adeguamentodel sistema trattamento acque

Verifica ed eventuale nuovobilanciamento della rete di ricircolo

Miscelatore con sicurezzaantiscottatura

Controllo ed eventualerifacimento coibentazionetermica dei tubi in vista

Verifica ed eventuale nuovobilanciamento della rete di ricircolo

Miscelatore con sicurezzaantiscottatura

Nazione

Belgio

Danimarca

Francia

Germania

Inghilterra

Irlanda

Italia

Olanda

Norvegia

Portogallo

Spagna

Svizzera

Nome del documento

Relatif aus dangers et aux mesures preventives contre unecontaminitation par Legionella en Belgique C:S:H: 4870

Recommandations Pour La Prevention Des Infections ALegionella Dans Les Etablissements De Soins CSH:7509

Guidelines: Legionella

En Vejledning: Legionella i varmt brugsvand.Overvagning, udbredelse og forebyggelse af legionersygdom.ISBN 87-89148-25-8

Guide des bonnes pratique: Legionella et toursaéroréfrigeérantes

Gestion du risque lié aux legionelles: Rapport du ConseilSupérieur d’Hygiéne Publique de France

Drinking water heating systems and conduits; Technicalmeasures to decrease legionella growth

Drinking water heating systems and conduits; Technicalmeasures to decrease legionella growth; rehabilitation andoperation

Protection of Infection Act (IfSG) Act on Prevention andControl of Infectious Diseases in Man

Legionnaires’ disease The control of legionella bacteriain water systems (L8)

The Management Of Legionnaires’ Disease in Ireland

Linee-guida per la prevenzione ed il controllo dellalegionellosi

Modelbeheersplan Legionellapreentie in LeidingwaterDistribution No 16827

Tiltak mot Legionella-bakterier I VVS-installasjoner(“Actions against Legionella-bacteria in water systems”)(1993) INBN 82-7364-069-8

Smittevern 5. Smittevernhandbok for kommune-helsetjenesten 2002-2003 (“Communicable Disease ControlHandbook”) (2001) ISBN 82-7364-177-5

Doença dos Legionàrios. Procedimentos de controlo nosempreendimentos turisticos

Legionella y Legionelosis: Normas Basicas de Prevencion yControl de Instalaciones Hoteleras

Climatizaciòn Guia para la prevenciòn de la legionela eninstalciones

Recomendaçiones para la prevenciòn y control de lalegionelosis

Légionelles et légionellose.Particularités biologiques, épidémiologie, aspects cliniques, enquetes environnementales, prevention etmesures de lutte.

Anno

2000

2002

1998

2000

2001

2001

1993

1996

2000

2000

2002

2000

2002

1993

2001

2001

1993

1994

1999

1999

Pubblicazione

Conseil Superieur d’Hygiéne Brussels

Conseil Superieur d’Hygiéne Brussels

Sratens Serum Institut, Copenhagen

As above

Directorate-General of health, Paris

Directorate-General of health, Paris

W 551 DVGW, Eschborn

W 552 DVGW Bonn

Federal Ministry of Health

Health and Safety Commission

National Disease Surveillance Centre,Dublin

Gazzetta Ufficiale della RepubblicaItaliana, 103

VROM (The Netherlands Ministry ofHousing)

Statens institutt for folkehelse

As above

Direcçao Geneal de Saùde e Direcçao Geral de Turismo

Fondacion Barcelo

AENOR, Madrid

Ministero de Sanidad y Consumo,Madrid

Office Fédéral de la Santé Publique,Berne

PRINCIPALI LINEE GUIDA EUROPEE PERIL CONTROLLO E LA PREVENZIONE DELLA LEGIONELLOSI

28

European Guidelines for Control and Prevention Of Travel Associated Legionnaires’ DiseaseProduced by members of the European Surveillance Scheme for Travel Associated Legionnaires’ Disease and the European Working Group for Legionella InfectionsJuly 2002 (reperibile sul sito EWGLI)

Direction Generale de la Santé (France)Direction de l’Hospitalisation et de l’Organisation des SoinsCirculaire DGS/SD7A/SD5C-DHOS/E4n° 2002/243 du 22/04/2002 relative a la prevention du risqué lié aux legionelles dans les établissements de santé

AICARR – Osservatorio SanitàLibro bianco sulla LegionellaA cura di C.M. Joppolo (Politecnico di Milano)AICARR, Via Melchiorre Gioia, 168 (Milano)

Linee Guida ASHRAE 12-2000Minimizzazione dei rischi di Legionellosi associati con i sistemi idrici a servizio degli edifici

DVGWDrinking water heating systems and conduits.Technical measures to reduce Legionella2000 DVGW, Bonn, Oktober 2000

HSEThe control of Legionellosis in hot and cold water systemsHealth and Safety EnquiriesSheffield S3 7HQ England

HSEThe control of Legionellosis including Legionnaires’ diseaseHealth and Safety EnquiriesSheffield S3 7HQ England

SSIGALa Legionella negli impianti di acqua potabileHealth and Safety EnquiriesSocietà Svizzera dell’Industria Gas e AcquaSSIGA – Casella postale 658, 8027 Zurigo

NSW HEALTH DEPARTMENTHot Water Burns Like FireThe NSW scalds prevention campaignBetter Health Centre – PO Box 58Gladesville 2111

Dossier Revue Chaud Froid PlomberieL’eau chaude: une vraie marque de confort qui demande désormais beaucoup d’attentionCFP - Passage Tenaille, 6 - 75014 PARIS

Atti Convegno Regionale Ottobre 2000Legionella PneumophilaASL Brescia

Garusi, Barberis, Speziani, Carasi, ScarcellaValutazione dell’azione di disinfettanti diversi sull’inibizione della crescita di Legionella PneumophilaLaboratorio di Sanità Pubblica - Brescia

Martinelli, Carasi, Scarcella, SpezianiDetection of Legionella Pneumophila at thermal spasMicrobiologia, 24, 259-264, 2001

Agolini, Anzalone, Benini, Raitano, VitaliLegionella pneumophila in ospedale, un problema superabileView & Review 2000, marzo/aprile

Roger CadirguesMinimiser le risque LegionelloseSedit 2001 - BP.66 – Domaine de ST-PAUL78470 ST Remy Les Chevreuse

SITI INTERNET

– Gruppo di Lavoro Europeowww.ewgli.org

– Istituto Superiore della Sanitàwww.iss.it

– Consulta Interassociativa Italiana Prevenzionewww.ospedalesicuro.org

– Ente Nazionale Italiano di Unificazionewww.uni.com

– AICARR Associazione Italiana Condizionamento Aria, Riscaldamento e Refrigerazionewww.aicarr.it

– ASHRAE, Associazione Americana Condizionamento Aria, Riscaldamento e Refrigerazionewww.ashrae.org

– CDC, Centro Americano Prevenzione Legionella www.cdc.com

– Ministero della Sanità Francese www.sante.gouv.fr

– Sito di informazione medica francese www.legionellose.com

– Società Svizzera dell’Industria Gas e Acqua www.svgw.ch

BIBLIOGRAFIA

29

Miscelatore elettronico conprogramma antilegionella serie 6000 (Domanda dibrevetto N. MI 2000/A 2876)

Componenti caratteristici

1.Corpo miscelatore 2.Servomotore3.Sonda temperatura miscelata4.Programmatore giornaliero-settimanale5.Regolazione temperatura funzionamento normale6.Regolazione temperatura disinfezione7.Stato funzionamento valvola miscelatrice8.Termometro

Prestazioni miscelatore

Precisione relativa alle portate G sotto specificate: ± 2°C600050 (3/4”) G ≥ 500 l/h600060 (1”) G ≥ 700 l/h600070 (1 1/4”) G ≥ 1.000 l/h600080 (1 1/2”) G ≥ 1.500 l/h600090 (2”) G ≥ 1.500 l/hPressione max di esercizio (dinamica): 5 barMassimo rapporto tra le pressioni iningresso (C/F o F/C): 2:1

MISCELATORE ELETTRONICO CONPROGRAMMA ANTILEGIONELLA

24

12

18 6

3

9

21

15

Day

R

15’

ONDISINFEZIONE

OFFREGOLAZIONE

0

10

20

30

40

50

60

70

Temperatura ottimaledi crescita dei batteri

I batteri sopravvivononon attivi

Durata media della disinfezione termica

60°C 60 min

65°C 45 min

70°C 30 min

20

45

25

5055 30

60

35

40

40

65

45

7075 50

80

55

60

°C

0

20

80

6040

1

2

3

4

5

6

7

8

Caratteristiche tecniche e costruttive

Corpo valvolaMateriali: Corpo: Ottone UNI EN 12165 CW617N, nichelato

Sfera: Ottone UNI EN 12165 CW617N, cromataTenute idrauliche: NBR

Pressione massima esercizio (statica): 10 barTemperatura massima in ingresso: 100°CAttacchi: 3/4”÷2” F

ServomotoreAlimentazione: 230 V - 50/60 Hz direttamente dal regolatoreAssorbimento a regime: 4 WCoperchio di protezione: autoestinguente V0Grado di protezione: IP 54Temperatura ambiente massima: 50°CLunghezza cavo alimentazione: 0,9 m

Regolatore elettronicoAlimentazione: 230 V - 50/60 HzCampo temperatura di regolazione: 20÷60°CCampo temperatura di disinfezione: 40÷80°CGrado di protezione: IP 54Caratteristiche micro: µ 16(3) A / 250 V - OT 70Batteria tampone: durata 15 giorni in caso di mancanza di reteTempo di ricarica batteria tampone: 72 hOmologazione: CE

Caratteristiche idrauliche

1000

1000

0

0,01

0,003

200

500

2000

5000

0,005

0,1

0,02

0,03

0,05

∆p (bar)

1,0

0,2

0,3

0,5

2000

0

1

0,3

0,5

1

2

3

5

10

2

3

5

∆p (m c.a.)

G (l/h)

5000

0

3/4”

1” 1 1/

4”

1 1/

2”

2”

MisuraKv (m3/h)

1”9,0

1 1/4”14,5

1 1/2”23,0

2”32,0

3/4”5,2

30

MISCELATORE ELETTRONICO CONPROGRAMMA ANTILEGIONELLA

Principio di funzionamento

La sonda di temperatura immersa nel condotto dell’acquamiscelata invia il segnale di temperatura al regolatore, ilquale comanda il movimento della valvola motorizzata.Essa modifica i passaggi di acqua calda e fredda iningresso per riportare la temperatura dell’acqua in uscita alvalore regolato.

Particolarità costruttive

· Seggi di tenutaI seggi di tenuta appoggiano su appositi supporti in gomma per evitare eventuali incollaggi o grippature della sfera.

· Cablaggi elettriciI cablaggi elettrici tra regolatore e valvola sono resi al minimo indispensabile ed evidenziati per facilitare le operazioni di collegamento.

FRED

DA

CALD

A

MISCELATA

1 2 3 4 5 6 7

ROSS

O

GRIG

IO

BLUL N

230 V~ SMGial

lo/V

erde

SERVOMOTORE SONDA MANDATA

Programmatore

L’orologio digitale permette una programmazionegiornaliera e settimanale, con intervalli minimi di15’. In caso di mancanza di alimentazione elettrica,esso è dotato di una batteria tampone con unadurata pari a 15 giorni.

Temperatura di regolazione: selezione mediantemanopola OFF regolazione.

Temperatura di disinfezione: selezione mediantemanopola ON disinfezione.

24

12

18 6

3

9

21

15

Day

R

15’

ONDISINFEZIONE

OFFREGOLAZIONE

20

45

25

5055 30

60

35

40

40

65

45

7075 50

80

55

60

Disinfezione termica

Le temperature ed i corrispondenti tempi didisinfezione della rete devono essere scelti infunzione del tipo di impianto e della relativadestinazione d’uso. Alla luce di quanto richiestodalla legislazione mondiale più evoluta in merito,indicativamente si possono adottare i seguenticriteri:

T = 70°C per 30 minutiT = 65°C per 45 minutiT = 60°C per 60 minuti

Per assicurarsi che la disinfezione termicasia effettivamente avvenuta allatemperatura desiderata e per il tempostabilito, si consiglia di adottare unapposito sistema di registrazione. Adesempio, si può adottare un sistema cosìcostituito: un termostato, un contaimpulsi eun contaore.

31

MISCELATORE TERMOSTATICO PERIMPIANTI CENTRALIZZATI

Miscelatore termostatico con cartucciaintercambiabile per impianti centralizzati serie 5230(Domanda di brevetto N. MI2001A001645)

Gamma prodotti

Codice 523040/50/60/70/80/90Miscelatore termostatico con cartuccia intercambiabile per impianti centralizzati,misure 1/2” - 3/4” - 1” - 1 1/4” - 1 1/2” - 2”

Codice 523053/63/73Miscelatore termostatico con cartuccia intercambiabile con valvole di ritegno iningresso, misure 3/4” - 1” - 1 1/4”

Codice 523052/62Miscelatore termostatico con cartuccia intercambiabile con valvole di ritegno iningresso, misure Ø 22 e Ø 28 mm per tubo rame

MIN MAX 712

CALEFFI

Caratteristiche tecniche e costruttive

- Materiali: - Corpo: Ottone UNI EN 12165 CW617N, cromato- Cartuccia: Ottone UNI EN 12164 CW614N- Otturatore: Ottone UNI EN 12164 CW614N- Molle: Acciaio inox- Elementi di tenuta: NBR

Fluido d’impiego: acquaCampo di regolazione: - Ø22, Ø28, 1/2”÷1 1/4”; 30÷65°C

-1 1/2”÷2”; 36÷60°CPrecisione relativa alle portate sottoindicate: ± 2°C1/2” G≥ 400 l/h3/4” - Ø 22 G≥ 500 l/h1” - Ø 28 G≥ 800 l/h1 1/4” G≥1.000 l/h1 1/2” G≥2.800 l/h2” G≥3.000 l/hPressione max esercizio (statica): 14 barPressione max esercizio (dinamica): 5 barTemperatura max ingresso: 85°C

Massimo rapporto tra le pressioni in ingresso (C/F o F/C): 2:1

Attacchi: - 1/2”÷2” M a bocchettone -Ø 22 e Ø 28 mm per tubo rame

Caratteristiche idrauliche

MisuraKv (m3/h)

1”6,9

1 1/4”9,1

1 1/2”14,5

2”19,0

1/2”4,0

3/4”4,5

100

1000

0,001

0,01

0,002

0,003

200

500

0,005

0,1

0,02

0,03

0,05

2000

5000

∆p (bar)1,0

0,2

0,3

0,5

1”1 1/4”

1000

0

2000

0

2”1 1/2”3/4”

Ø 28Ø 221/2”

G (l/h)

3000

0

∆p (m c.a.)

0,01

0,1

0,02

0,03

0,05

1

0,2

0,3

0,5

10

2

3

5

32

MISCELATORE TERMOSTATICO PERIMPIANTI CENTRALIZZATI

CALD

A

MISCELATA

FRED

DA

Principio di funzionamento

L’elemento regolatore del miscelatore termostatico è unsensore di temperatura completamente immerso nelcondotto di uscita dell’acqua miscelata che, con il suomovimento di dilatazione o contrazione, stabilisce in modocontinuo la giusta proporzione tra acqua calda e acquafredda in ingresso.

Particolarità costruttive

· Doppia sede di passaggioIl miscelatore è dotato di uno speciale otturatore che agisce su una doppia sede di passaggio dell’acqua. In questo modo si garantisce una portata elevata a fronte di un ingombro ridotto mantenendo nel contempo una accurata regolazione della temperatura.

· Rivestimento antiaderenzaTutte le parti funzionali quali otturatore, sedi e guide di scorrimento sono rivestite a caldo con PTFE. Tale rivestimento riduce al minimo la possibilità di deposito calcareo e garantisce il mantenimento delle prestazioni nel tempo.

· Termostato a bassa inerziaL’elemento sensibile alla temperatura, “motore” del miscelatore termostatico, è caratterizzato da una bassa inerzia termica; in questo modo può reagire velocemente alle variazioni delle condizioni di pressione e temperatura in ingresso, riducendo i tempi di risposta della valvola.

Regolazione della temperatura

La regolazione della temperatura al valoredesiderato viene effettuata utilizzando lamanopola di manovra con scala graduata di cui èdotata la valvola.

Tabella regolazione temperatura

Condizioni di riferimento: Tcalda = 68°C; Tfredda = 13°C;

Pressioni in ingresso calda e fredda = 3 bar

Bloccaggio taratura

Posizionare la manopola sulnumero desiderato, svitarela vite superiore, sfilare lamanopola e riposizionarlain modo che il riferimentointerno si incastri con lasporgenza sulla ghieraportamanopola.

Sostituzione della cartucciaLa cartuccia interna contenente tutti icomponenti di regolazione può essereispezionata ed eventualmente sostituita senza lanecessità di smontare il corpo valvola dallatubazione.

MIN MAX7

12

3

33

Min 1 2 3 4 5 6 7 Max

25 29 33 39 43 48 52 58 65

Pos.

1/2”÷ 3/4” - Ø 22; T (°C)

27 32 38 44 49 53 58 63 671”÷ 1 1/4” - Ø 28; T (°C)

36 39 42 45 48 51 54 57 601 1/2”÷2”; T (°C)

Variante con ritegni

SICUREZZA TERMICA ANTISCOTTATURA

Miscelatore termostatico di utenza ad elevateprestazioni antiscottatura serie 5212(Omologato a norme NHS D08 e BS 7942:2000)

Gamma prodotti

Codice 521203Miscelatore termostatico antiscottatura completo di filtri e valvole di ritegno iningresso, misura 3/4”M a bocchettone

Codice 521215/222Miscelatore termostatico antiscottatura, completo di filtri e valvole di ritegno iningresso, misure Ø 15 e Ø 22 mm per tubo rame

MIXMIX

HO

T

CO

LD

Caratteristiche tecniche e costruttive

Materiali: - Corpo: lega antidezincificazioneUNI EN 12165 CW602N, cromato

- Otturatore: PPO- Molle: acciaio inox- Elementi di tenuta: EPDM- Coperchio: ABS

Campo di regolazione: 30÷50°CPrecisione: ±2°C

Pressione max esercizio (statica): 10 barPressione max esercizio (dinamica): 5 bar

Temperatura max ingresso: 85°C

Massimo rapporto tra le pressioni in ingresso (C/F o F/C): 6:1

Minima differenza di temp. tra ingresso acqua calda e uscitamiscelata per assicurare la prestazione antiscottatura: 10°C

Minima portata per un funzionamento stabile: 4 l/min

Attacchi: - 3/4” M con bocchettone- Ø15 e Ø22 mm con bocchettone e calotta per tubo rame

Sicurezza antiscottatura

Nel caso di mancanza accidentale dell’acqua fredda o caldain ingresso, l’otturatore chiude il passaggio dell’acqua,interrompendo l’uscita dell’acqua miscelata (prestazionisecondo la specifica anglosassone NHS D08 e la normaBS 7942:2000).

Caratteristiche idrauliche

Principio di funzionamento

Il miscelatore termostatico miscela l’acqua caldae fredda in ingresso in modo tale da mantenerecostante la temperatura regolata dell’acquamiscelata in uscita. Un elemento termostatico ècompletamente immerso nel condotto dell’acquamiscelata. Esso si contrae od espande causandoil movimento di un otturatore che controlla ilpassaggio di acqua calda o fredda in ingresso.Se ci sono variazioni di temperatura o pressionein ingresso, l’elemento interno automaticamentereagisce ripristinando il valore della temperaturaregolata in uscita.

10 100

0,01

20 50

0,1

0,02

0,03

0,05

200

500

∆p (bar)1,0

0,2

0,3

0,5

1000

2000

G (l/h)30

00

∆p (m c.a.)

0,1

1

0,2

0,3

0,5

10

2

3

5

Kv (m3/h) 1,26

34

SICUREZZA TERMICA ANTISCOTTATURA

Vista della regolazionedi temperatura

Utilizzo del coperchio perregolazione temperatura

Coperchio sulla vite diregolazione temperatura

Bloccaggio regolazionecon ghiera

1

2

3

4

Regolazione e bloccaggio della temperatura

Caratteristiche tecniche e costruttive

Materiali: - Corpo: ottone UNI EN 12164 CW614N, cromato- Molle: acciaio inox

Pressione massima esercizio (statica): 10 barPressione massima esercizio (dinamica): 5 barTemperatura di taratura: 48±1°C

Attacchi: 1/2” F entrata1/2” M uscita

Caratteristiche idrauliche

Kv = 0,8 (m3/h)

Funzionamento

Aperto

Chiuso

Dispositivo di sicurezza termica per utenze idrosanitariecodice 600140

Principio di funzionamento

Un elemento termostatico inserito nell’acqua miscelata interrompe il flusso di acqua nel caso in cuila temperatura di quest’ultima raggiunga il valore fisso di taratura.

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