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a cura di don Renzo Riflessioni, fatti, iniziative e curiosità delle Parrocchie di Cles, Mechel, Rallo, Pavillo, Nanno, Tassullo, Tuenno. Anno 3; n. 7 ciclostilato in proprio Ufficio Parrocchiale Cles dicembre 2016 Unità Pastorale di Santo Spirito Tu sei un cercatore di Dio? Nel profondo del cuore ne senti il bisogno? Ebbene, sì! Sappi che Dio cerca te con gran nostalgia perché sei suo figlio e desidera tanto abbracciarti. Ha pensato di raggiungerti mediante suo Figlio, il Nato da Maria. E’ adesso ancora il suo Natale, il suo ingresso nel tempo perché a te ed a quanti gli vanno incontro si vuol manifestare. E’ Natale: è Festa grande e non anzitutto per le luci e i mercati ma perché ci è dato di scoprire un Fratello che ci ama da Dio. Si fa Piccolo per togliere a noi la paura di accostarlo. A noi tende le mani per stringerci a sé col calore di un Bimbo. Ci chiama ad andare per una strada nuova anche se faticosa: la strada della Pace, della Giustizia, della Frater- nità, del suo stesso Amore. E’ Natale: Dio a noi tende le mani per stringerci a sé

E’ Natale: Dio a noi tende · Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di speranza il povero che ti sta al fianco. ... E’ in gioco il bisogno di vita e la minaccia di

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a cura di

don Renzo

Riflessioni, fatti, iniziative e curiosità delle Parrocchie di

Cles, Mechel, Rallo, Pavillo, Nanno, Tassullo, Tuenno.

Anno 3; n. 7 — ciclostilato in proprio — Ufficio Parrocchiale Cles — dicembre 2016

Unità Pastorale di Santo Spirito

Tu sei un cercatore di Dio?

Nel profondo del cuore

ne senti il bisogno?

Ebbene, sì!

Sappi che Dio

cerca te con gran nostalgia

perché sei suo figlio

e desidera tanto

abbracciarti.

Ha pensato di raggiungerti

mediante suo Figlio,

il Nato da Maria.

E’ adesso ancora

il suo Natale,

il suo ingresso nel tempo

perché a te ed a quanti

gli vanno incontro

si vuol manifestare.

E’ Natale: è Festa grande

e non anzitutto

per le luci e i mercati

ma perché ci è dato

di scoprire un Fratello

che ci ama da Dio.

Si fa Piccolo

per togliere a noi

la paura di accostarlo.

A noi tende le mani

per stringerci a sé

col calore di un Bimbo.

Ci chiama ad andare

per una strada nuova

anche se faticosa:

la strada della Pace,

della Giustizia, della Frater-

nità,

del suo stesso Amore.

E’ Natale: Dio a noi tende

le mani per stringerci a sé

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Natale sei tu (testo raccolto in un’omelia

di papa Francesco)

Natale sei tu, quando decidi di nascere di nuovo

ogni giorno e lasciare entrare Dio nella tua anima.

L’albero di Natale sei tu quando resisti vigoroso

ai venti e alle difficoltà della vita.

Gli addobbi di Natale sei tu quando le tue virtù

sono i colori che adornano la tua vita.

La campana di Natale sei tu quando chiami, con-

greghi e cerchi di unire.

Sei anche luce di Natale quando illumini con la

tua vita il cammino degli altri con la bontà, la pa-

zienza, l’allegria e la generosità.

Gli angeli di Natale sei tu quando canti al mondo

un messaggio di pace , di giustizia e di amore.

La stella di Natale sei tu quando conduci qualcu-

no all’incontro con il Signore.

Sei anche i re magi quando dai il meglio che hai

senza tenere conto a chi lo dai.

Il regalo di Natale sei tu quando sei un vero ami-

co e fratello di tutti gli esseri umani.

Gli auguri di Natale sei tu quando perdoni e rista-

bilisci la pace anche quando soffri.

Il cenone di Natale sei tu quando sazi di pane e di

speranza il povero che ti sta al fianco.

Tu sei la Notte di Natale quando umile e coscien-

te ricevi nel silenzio della notte il Salvatore del

mondo senza rumori né grandi celebrazioni; tu sei

sorriso di confidenza e tenerezza nella pace inte-

riore di un Natale perenne che stabilisce il regno

dentro di te. Un buon Natale a tutti colori che as-

somigliano al Natale. (a cura di Anna Maria)

MEZZA GIORNATA

FRA ANGELI E STELLE Ritiro d’Avvento della Pastorale della Salute

A Trento, nella chiesa del Seminario, tutto inizia con

la lettura di alcuni passi del cap. 1° dell’ Apocalisse.

Ma sì, proprio quell’ ultimo libro della Bibbia, libro

misterioso, pieno di creature impossibili che non ho

mai avuto il coraggio di affrontare seriamente e che

sembrano appena uscite dalla letteratura fantasy che

piace tanto ai nostri ragazzi.

Sentite: “ vidi 7candelabri d’oro e in mezzo Uno simi-

le a un figlio d’uomo … teneva nella sua mano de-

stra 7 stelle …” ecco, ci siamo, cosa vorrà dire? Ma è

subito l’ autore, S. Giovanni stesso, che ci viene in

aiuto e ci spiega: “ il senso nascosto delle 7 stelle …

e dei 7 candelabri d’oro è questo: le 7 stelle sono gli

angeli delle 7 Chiese e i 7 candelabri sono le 7 Chie-

se”.

Ringraziamo S. Giovanni per la spiegazione ma ancora

non ci basta e allora ci prende per mano don Piero Rat-

tin: “ il personaggio simile a figlio d’uomo è il Signore

Gesù” ma le stelle ? “stelle, ecco cosa sono le nostre

Comunità per il Signore, stelle nella sua mano calda e

forte e sono come angeli i responsabili delle nostre

Comunità” e i candelabri d’ oro?

sono proprio le 7 Chiese a cui S. Giovanni scriverà

quanto gli detta il Signore , ma oggi?“ Oggi sono le

nostre Chiese, le nostre Comunità !!”

Ma come? Le nostre assemblee così malandate, così

povere di fedeli e di preti, con sempre meno Messe e

tanta fatica per trovare anche solo chierichetti e sacri-

sti?

Queste sarebbero candelabri d’ oro e stelle sul palmo

della mano destra del Signore? Proprio così! Le no-

stre Comunità, così come sono, non sono abbandonate

perché in mezzo a loro c’è il Signore, c’è quel Figlio

d’uomo che si aggira fra i nostri banchi, nelle nostre

strade, nelle case e nelle campagne del nostro paese.

Egli anima e rincuora e al suo passaggio cresce il Be-

ne, l’Amore, le Opere belle, di cui noi neppure ci ac-

corgiamo.

Da quella volta del 1° Natale, Lui continua a venire fra

noi ma noi non ce ne accorgiamo perché siamo rimasti

voltati indietro, abbiamo lo sguardo fisso solo su quel-

lo.

E’ bello quel Natale, lo abbiamo abbellito con alberi

scintillanti e statuine dolcissime ma … come sarebbe

bello che imparassimo anche a guardare con attenzio-

ne al Gesù presente fra noi, al tanto Bene intorno a

noi, che ci sfugge perché siamo troppo occupati a fare

i nostri piagnistei sui tempi andati e le nostre nere pre-

visioni sul futuro!

E il salmo n° 41: “ Perché ti rattristi anima mia, Perché

su di me gemi? Spera in Dio, ancora potrò lodarlo!...” Paola

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Auguri dalle sorelle Cla-

risse di Borgo

Quest’anno ci incamminiamo verso la grotta di Betlemme alla luce che il giubileo della mi-sericordia, indetto da papa Francesco, ha dif-fuso e lasciato in tutta la Chiesa. Giunti alla grotta, la notte di Natale i nostri occhi, illumi-nati da questa luce, si poseranno sul Bambino di Betlemme e potranno riconoscere e con-templare la misericordia di Dio che si fa car-ne, che si fa visibile. Il segno semplice e inno-cente del Bambino nelle braccia di sua Madre sarà lì a ricordarci che siamo venuti al mondo

per amare ed essere amati (s. Teresa di Cal-cutta). Non c’è altra realtà, al di fuori di que-sta, che dia ragione ai desideri più veri, pro-fondi e belli della nostra umanità. Se voglia-mo, questo contempleremo e celebreremo la notte di Natale. Davanti alla grotta non sare-mo soli. Nessuno è escluso dalla misericor-dia, tantomeno i rifugiati, i terremotati, i po-veri, i disoccupati, gli anziani, i malati, che il Signore accoglie con predilezione. Tutti sia-mo convocati a Betlemme. E la luce della misericordia, fattasi visibile nei tratti del Bambino, ci darà di vedere e capire meglio i tratti gli uni degli altri. Insieme alla miseri-cordia, un’altra parola si fa carne la notte di Natale: la parola fratelli. Fratello è il nome ve-ro di coloro che incontriamo sulle strade della vita. Lasciamoci illuminare dalla luce di Na-tale, perché le parole misericordia e fratelli di-ventino la realtà da capire, desiderare e do-mandare, per ognuno di noi e per il nostro mondo. È il dono che ci viene incontro dalle braccia del Bambino di Betlemme tese verso di noi.

SECONDO ANNUNCIO

“Un passaggio fondamentale per chiunque è

l’esperienza affettiva nelle diverse stagioni della

vita.

Ogni essere umano avverte dentro di sé un biso-

gno di relazione, di amicizia e di amore.

L’amore è l’irruzione di una gratuità di cui si

ha assolutamente bisogno e che non si può af-

fatto meritare; costituisce un venire nuovamente

al mondo, un essere generati a una nuova iden-

tità nella linea della reciprocità.

Nello stesso tempo l’amore è lo spazio umano

più vulnerabile: i distacchi, le perdite affettive, i

fallimenti matrimoniali, i tradimenti

nell’amicizia sono indescrivibilmente dolorosi.

Siamo nel cuore di una domanda di senso, che

ha a che fare con un’esperienza pasquale.

E’ in gioco il bisogno di vita e la minaccia di

morte.

Tutto questo costituisce una potenziale soglia di

fede, che conferma l’importanza di alcuni pas-

saggi pastorali: l’educazione affettiva dei giova-

ni, la ricerca vocazionale anche in vista di spe-

ciali consacrazioni, i percorsi di preparazione al

matrimonio e l’accompagnamento degli sposi,

l’attenzione e la prossimità a situazioni di perso-

ne separate o divorziate.

L’esperienza del generare riguarda il tempo del-

la vita nel quale si diventa papà e mamme. In

realtà, in tale esperienza accade una duplice na-

scita: quelle di un figlio e quella di una donna e

un uomo che dal figlio sono generati appunto

come padri e madri. Nella nascita di una crea-

tura, ne rinascono diversamente altre due.

In tale occasione, la questione del senso si affac-

cia in modo forte, sia come eccedenza poiché la

vita è un dono del quale non ne possediamo la

sorgente, sia come difetto in quanto un bimbo è

fragile, esposto alla cura degli altri.

Anche il tempo successivo dell’educazione dei

figli pone continuamente in questione lo stesso

dinamismo. Non per nulla fin dall’antichità

l’educazione è stata associata proprio all’idea

del parto. Infine, anche la tensione tra generare

e lasciar partire, che va ben oltre il periodo ado-

lescenziale, è esperienza di crisi, di ridefinizione

costante, di acconsentimento.

Tutto questo diviene soglia possibile di fede, per-

ché un bambino con la sua semplicità e il suo

abbandono può far emergere interrogativi esi-

stenziali assopiti, può risvegliare nell’adulto at-

teggiamenti dimenticati, quali la fiducia, il senso

di figliolanza, la gratuità, la grazia; può far ri-

scoprire la paternità di Dio e l’atteggiamento di

essere figli che dipendono da lui anche quando

siamo nel pieno delle forze. Tale consapevolezza

anima la speranza: essa suppone un futuro da

attendere, da preparare, da desiderare.

Per questo il riscoprirsi figli, nell’esperienza del-

la genitorialità, mette allo scoperto l’autenticità

della propria vita e la rinvia alle sue ragioni più

profonde e vere. (Fratel Enzo Biemmi: Cles, 06.11.2016)

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ECUMENISMO E DIALOGO

Sul cammino dell’unità, non della separazione

. Ma occorre dire che loro non considerano più il pa-

pa come l’anti-Cristo. Vescovi luterani vengono a

Roma e chiedono una foto con il papa. Le cose sono

cambiate, tuttavia c’è ancora molta resistenza verso

la giurisdizione universale del papa». Molta speranza

viene riposta in quella «conversione del pontificato»

avviata da Francesco: «Lui vuole dare più libertà,

non autonomia ma più responIl card Kasper in vista

dell’anniversario dei 500 anni dalla Riforma aveva

pubblicato un breve saggio sulla figura di Lutero

(Martin Lutero. Una prospettiva ecumenica, Querinia-

na 2016) giunto rapidamente alla seconda edizione.

Su quegli stessi temi, legati anche alla storica comme-

morazione che ha visto papa Francesco due giorni in

Svezia, ha risposto ad un’intervista di Gerard

O’Connell apparsa sul numero in uscita (30 ottobre)

della rivista dei gesuiti America.

La commemorazione ecumenica del 500° anniversa-

rio della Riforma protestante nel 2017 può diventare

occasione per festeggiare il fatto che i cristiani non

sono più «sulla via della separazione, ma su quella

dell’unità» ribadisce fin dalle prime battute, come già

affermato nel testo citato: «Le questioni dottrinali

non sono l’unica cosa importante per l’ecumenismo,

altrettanto importante è l’ecumenismo fatto di rap-

porti di amicizia e fiducia,» e la profonda sintonia con

Bergoglio emerge ancora una volta: «è esattamente

questo il carisma di Francesco». Qual è il significato

del viaggio a Lund?, chiede il giornalista. «La Fede-

razione luterana mondiale (L.W.F.) è stata la prima

con cui abbiamo iniziato il dialogo dopo il Concilio

Vaticano II. Il dialogo con i luterani – a mio avviso –

è il dialogo più avanzato che abbiamo. La prima

grande conseguenza di ciò è stato l’accordo sulla que-

stione della giustificazione, e ora penso che il tempo è

maturo per avere una simile carta su Chiesa, Eucari-

stia e ministero».

Una prospettiva di apertura e fiducia già espressa nel

testo su Lutero (con riflessioni che sembrano aver

posto le premesse anche per successive affermazioni

di papa Francesco): «In principio Lutero aveva buo-

ne intenzioni. Non voleva creare una nuova Chiesa,

voleva riformare tutta la Chiesa, voleva il rinnova-

mento della Chiesa universale, a partire dalla Bibbia.

Oggi, noi chiamiamo la “nuova evangelizzazione”». E

ancora un riferimento all’esperienza fatta al Pontifi-

cio Consiglio: «Lutero è una personalità complessa,

in lui stesso si è verificata una profonda evoluzione.

Nel dialogo con i luterani, e soprattutto con la

L.W.F., abbiamo cercato di discutere di tutti questi

problemi e quindi non siamo più nella posizione del

XVI secolo. Il mondo è cambiato, la Chiesa è cambia-

ta, i luterani sono cambiati. Abbiamo cercato di per-

venire a una interpretazione ecumenica di tutto que-

sto attraverso il dialogo, e ora siamo molto più vici-

ni».

Fondamentale per Kasper sono i rapporti d’amicizia:

«Abbiamo camminato insieme e condiviso come vivia-

mo le nostre rispettive fedi. Tutto ciò ha creato un

clima di fiducia in cui si possono individuare le solu-

zioni» (ad esempio sul nodo della

“giustificazione”, ndr).

Ma il cardinale ricorda anche tutto il lavoro compiuto

e i (tanti) passi in avanti, come quello dell’ottobre

1999, quando papa Giovanni Paolo II aveva approva-

to l’accordo sulla giustificazione, uno dei punti cen-

trali della Riforma, e come conseguenza in Germania

avevano raggiunto un accordo anche sul riconosci-

mento reciproco del battesimo (imitati poi da altre

Chiese locali).

O le nuove sensibilità riguardo alla figura del papa:

«C’è stata una serie infinita di discussioni e dialogo

sulla questione del papatosabilità, ai vescovi e alla

Chiesa locale. E da entrambe le parti c’è un riavvici-

namento».

È in questo contesto che – secondo Kasper –

l’incontro a Lund è molto importante: se le questioni

dottrinali non sono l’unica cosa importante per

l’ecumenismo, il carisma di Francesco è fondamentale

per instaurare e consolidare amicizia, stabilire rap-

porti personali e relazioni di fiducia, camminare in-

sieme anche per affrontare, da cristiani uniti, le sfide

dei nostri giorni. «Tutto questo può aiutare molto».

«Considero Lund un passo importante in questo co-

mune cammino verso l’unità. Lund non può chiudere

questioni teologiche, ma può aprire la strada a un

nuovo documento sul ministero, l’Eucaristia e la

Chiesa, o almeno aiutarci ad andare oltre. Dà soste-

gno importante al nostro dialogo, perché si costruisce

la fiducia, e senza fiducia non possiamo risolvere e-

ventuali problemi».

«So che a Buenos Aires Francesco aveva ottimi rap-

porti con i luterani, e vuole andare avanti. Non è uno

specialista del dialogo teologico, è vero, ma per lui

l’ecumenismo è sinodalità, significa camminare insie-

me. Crede nel processo dove il tempo ha la preceden-

za sullo spazio». A questo riguardo Kasper ricorda

come il Movimento verso l’unità non sia soltanto un

processo teologico, bensì un processo di vita, esatta-

mente il «camminare insieme» di Francesco, anche se

questo può sconvolgere alcuni «cattolici ultra-

ortodossi» andati in crisi perché, a loro avviso, il papa

non può rinunciare a qualcosa della dottrina e della

tradizione cattolica, come esistono anche ultra-

ortodossi luterani che temono qualcosa di simile in

termini di tradizione luterana. «Ma non esiste questa

paura». «Sono passati i tempi in cui per i cattolici Lu-

tero era l’eretico e per i luterani il Papa era l’anti-

Cristo, ma da Giovanni XXIII tutto questo è cambia-

to». Anzi già prima – ricorda il cardinale – si era ma-

nifestato un grosso cambiamento tra gli storici cattoli-

ci come Joseph Lortz, e Hubert Jedin, l’esperto del

concilio di Trento: essi erano giunti alla conclusione

che Lutero all’inizio aveva buone intenzioni. Oggi

cattolici e protestanti storici hanno più o meno la stes-

sa comprensione della Riforma. Benedetto XVI ha

riconosciuto tutto questo quando ha visitato Erfurt

nel 2011, e ha elogiato Lutero come «un uomo appas-

sionato di Dio».

(a cura di Maria Teresa Pontara)

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Le Beatitudini

“Le Beatitudini sono in qualche modo la carta

d’identità del cristiano, che lo identifica come

seguace di Gesù“, afferma Papa Francesco,

“Siamo chiamati ad essere beati, seguaci di Gesù,

affrontando i dolori e le angosce del nostro tempo

con lo spirito e l’amore di Gesù.

In tal senso, potremmo indicare nuove situazioni

per viverle con spirito rinnovato e sempre attua-

le: beati coloro che sopportano con fede i mali

che altri infliggono loro e perdonano di cuore;

beati coloro che guardano negli occhi gli scartati

e gli emarginati mostrando loro vicinanza; beati

coloro che riconoscono Dio in ogni persona e lot-

tano perché anche altri lo scoprano; beati coloro

che proteggono e curano la casa comune; beati

coloro che rinunciano al proprio benessere per il

bene degli altri; beati coloro che pregano e lavo-

rano per la piena comunione dei cristiani …

Tutti costoro sono portatori della misericordia e

della tenerezza di Dio, e certamente riceveranno

da Lui la ricompensa meritata“.

La gioia del Vangelo

Carlo Maria Martini, grande profeta dell’epoca

moderna diceva: “ La vita del cristiano ha un ba-

rometro che la misura: la gioia del Vangelo, ossia

un atteggiamento interiore di spontaneità, di fidu-

cia, di una certa esuberanza, dipendente dal fatto

che il Vangelo è dentro di noi.

Non è un riferimento esteriore il Vangelo, non è

un compito da adempiere, ma è in noi, ce ne sia-

mo appropriati.

La gioia del Vangelo è la pace profonda di chi

conosce di essere amato da Dio come figlio, cioè

la verità.

Questa è la verità della nostra vita e dobbiamo

irradiarla al di là di tutte le dottrine. Senza tale

testimonianza fondamentale, tutto il resto è un po’

inquinato, meno credibile”.

Itinerario di

meditazione

La nostra meditazione è la ricerca del volto di Dio

che Gesù Cristo ha rivelato. I primi cristiani non

erano portatori di teorie o di programmi; tutta la

loro vita era testimonianza gioiosa del Cristo Ri-

sorto. Era lui l’unica felicità della loro vita. Il

Nuovo Testamento, che è un riflesso della chiesa

delle origini, è pieno di dossologie, cioè di inni di

ringraziamento e lode a Dio.

E san Paolo ripete: “Rallegratevi nel Signore,

sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi.

La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il

Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma

in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste

con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la

pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custo-

dirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù

(Fil 4,4).

L’apostolo Paolo è inebriato dalla gioia di Cristo

che lo possiede, ma quando riesce a comunicarla

agli altri essa è al culmine: “Rendete piena la mia

gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa

carità, con i medesimi sentimenti.

Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in

Cristo Gesù” (fil 2,2). Coloro che praticano la me-

ditazione nutrono se stessi nella pace e nella gioia.

La gioia e la felicità della meditazione sono una

conseguenza della fedeltà e perseveranza nella

pratica. Così il pellegrino russo: “La meditazione

mi rendeva così felice come non pensavo si potes-

se esserlo sulla terra.

Questa felicità mi illuminava l’anima e il mondo

esterno”. L’itinerario meditativo fa di chi lo prati-

ca, dei pellegrini in cammino verso la terra pro-

messa che è in prima istanza il loro cuore. Come

Gesù sul monte o in luoghi desertici che nel silen-

zio pregava con una sola parola: “Abbà”.

“In quel momento, spiegava padre Serafino del

monte Athos, il cielo e la terra diventavano terri-

bilmente vicini: Dio e l’uomo diventavano una

cosa sola”

(Giacinto Bazzoli)

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Come da Tradizione, anche quest’anno a

Tassullo si è tenuta la festa patronale

dell’Assunta. A differenza degli scorsi anni

però il 70% del gruppo organizzatore era

composto da ulti con più esperienza. Il

gruppo inoltre non era composto solamen-

te da giovani di Tassullo ma alcuni prove-

nivano da paesi limitrofi: Nanno, Rallo,

Cles, Mollaro, Coredo ...

Ad accomunarli è una lunga e solida ami-

cizia che ha permesso loro di mettersi in

gioco e di lavorare, lungo tutti e 3 i giorni

e le sere di full immersion, serenamente e

senza antagonismi. Da sempre la sagra

dell’Assunta è organizzata senza scopo di

lucro per lo staff ma tutto l’incasso viene

devoluto a favore della parrocchia.

Anche quest’anno lo scopo iniziale era il

medesimo..tutto l’incasso sarebbe stato per

coprire le esigenze della nostra chiesa.

L’affluenza lungo tutti i 3 giorni e le 3 sere

è stata molto buona e l’incasso finale è sta-

to ottimo! Il complessivo, al netto delle

spese, è stato di 6793 € Prima della riunio-

ne per l’esposizione del bilancio conclusi-

vo però, un fatto molto spiacevole, quale il

Terremoto del Centro Italia, ha scosso il

cuore del gruppo di ragazzi e subito un

passaparola è partito...all’unanimità si è

deciso in un batter d’occhio di devolvere

l’incasso a favore dei più bisognosi.

Con l’approvazione di Don Renzo si è così

realizzato il desiderio e 4500 € del totale

sono stati versati alla Protezione Civile di

TN per la gestione delle emergenze nelle

zone terremotate e per la costruzione del

complesso scolastico di Amatrice. Il rima-

nente invece rimarrà a disposizione della

parrocchia.

Con queste poche righe vogliamo cogliere

l’occasione innanzitutto per ringraziare

SAGRA DELL’ASSUNTA 2016

nuovamente: tutte le persone che hanno

riempito per 3 giorni e 3 sere il piazzale

del magazzino; tutte le ditte che hanno

contribuito all’allestimento del vaso della

fortuna; l’associazione Teste Calde di Ta-

von e gli altri trattoristi che hanno sfilato

per 15 km lungo le vie di tutto il nuovo co-

mune di Ville d’Anaunia; tutti i musicisti

che hanno allietato le serate facendoci bal-

lare e cantare; il Corpo dei Volontari Vigili

Del Fuoco di Tassullo per il prezioso ser-

vizio di sicurezza; il direttivo S.A.R.C. per

averci prestato il magazzino (un grazie

particolare a Davide, Roberto e Carlo per

l’aiuto); le signore che gentilmente ci han-

no aiutati a decorare le 250 torte del vaso

della fortuna e Diego il nostro pizzaiolo;

Don Renzo e Monsignor Lauro Tisi che ci

sono venuti a trovare l’ultima sera renden-

do ancor più felici molte persone del pae-

se;e Tutti i Giovani (coscritti del ’98 com-

presi) che con amore e impegno hanno vo-

luto mettersi in gioco organizzando non

una festa giovanile ma una festa parroc-

chiale!

Sfruttiamo inoltre l’occasione su questo

scritto per Augurare a Tutti voi i nostri più

Cari Auguri per un sereno Natale!!!

giovani “under 30” supportati e supervi-

sionati da alcuni ad

I giovani del Gruppo Sagra 2016.

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I miei cento anni

Levi tardi e plan plan

en tant che ariva el caffè

don n’oclada al me giardin.

Vedi en merlo a pestolar

el me clama su: “Bon dì!”

el me tira su el moral

el me fa sognar en pocetin.

L’ha ciapì che noi anziani

gen bisogn de compagnia,

el m’ha fat su na ciantada

e po’ l’è sgolà via.

Torni col me tran tran

a far i me misteroti

e a regolar via,

disendo su en Pater e n’Avemaria

per i me dausini e lontani.

Ogni tan pensi ai me zento anni,

forse i se sbaliadi

con en zi poci malani.

La sera von a dormir

ringraziando le me Marie

che giai ancora la testa sana

da scriver amò poesie.

Ines de Pretis Fedrizzi

Composizione dei

Comitati pastorali

parrocchiali

Cles: Mario Meggio, Luca Graiff, Giorgio

Pancheri, Antonio Wegher, Amalia Valenti-

ni, Paola Curti Ossana, Nicola Zuech

Mechel: Giovanni Deromedi, Alessandro

Sarcletti, Rosanna Torresani.

Nanno: Paoli Gabriele, Tomasi Laura,

Zandron Luisa.

Pavillo: Girardi Ancilla, Menapace Paolo,

Rita Endrici.

Rallo: Borghesi Franco, Valentini Bernar-

detta, Valentina Angeli.

Tasssullo: David Paroni , Roberta Valenti-

ni , Massimo Pilati.

Tuenno: Francesco Borghesi, Andrei Bu-

lai, Laura Ambrosi in Pizzolli, Gabriella

Leita in Maccani, Anna Zanolin.

Composizione del Consiglio

Pastorale dell’Unità Pasto-

rale di Santo Spirito

Cles: Giorgio Pancheri, Antonio Wegher,

Paola Curti ; Mechel: Giovanni Derome-

di; Nanno: Gabriele Paoli ; Pavillo: Pao-

lo Menapace; Rallo: Valentina Angeli;

Tassullo: David Paroni ; Tuenno: Laura

Ambrosi, Gabriella Maccani

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Confessioni degli adulti:

Giovedì 22 dicembre:

alle 9,30 in Portolo, alle 10,30 in Nanno.

in Rallo (anche per la gente di Tassullo):

mercoledì 21 dicembre alle 20;

in Tuenno giovedì 22 dicembre alle 20:

in Cles venerdì 23 dicembre alle 20

Vigilia:

in Cles e Tuenno dalle 9 all12; dalle 15

alle 18; in Convento dalle 8,15 alle 11,45 e

dalle 14,30 alle 18,45

in Mechel dalle 10 alle 11, in Rallo e Tas-

sullo dalle 16 alle 18

Notte Santa

Eucarestia alle 21 in tutte le chiese par-

rocchiali e in convento

Celebrazioni nel tempo di Natale

Giorno di Natale

Eucarestia con orario festivo

Santo Stefano

Messa in Tuenno e Mechel alle 9; in Cles

alle 10.30; in Rallo alle 17

Ultimo dell’anno

Messa con “Te Deum” alle 18 in Mechel,

Nanno, Pavillo, Tassullo; alle 20 in Cles,

Rallo e Tuenno

Primo dell’anno

giornata mondiale della pace (veglia di

preghiera in duomo alle 17,30)

Messe con orario festivo

6 gennaio: Epifania del Signore

Messe con orario festivo

alle 15 benedizione dei bambini in Cles,

Rallo e Tuenno