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ECOMUSEO del DISTRETTO dei MONTI e dei LAGHI BRIANTEI

ECOMUSEO del DISTRETTO dei MONTI e dei LAGHI BRIANTEI · Distretto Culturale Evoluto: definizione ”Il distretto culturale evoluto può essere definito come distretto di terzo livello:

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ECOMUSEO del DISTRETTO deiMONTI e dei LAGHI BRIANTEI

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Inquadramento territoriale:l’area dei monti e dei laghi briantei (1/2)

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Inquadramento territoriale:l’area dei monti e dei laghi briantei (2/2)

Comuni della Provincia di LeccoAnnone Brianza, Bosisio Parini, Castello Brianza, CesanaBrianza, Civate, Colle Brianza, Dolzago, Ello, Galbiate, Oggiono, Rogeno, Suello, Valmadrera.

Comuni della Provincia di ComoAsso, Canzo, Erba, Eupilio, Longone al Segrino, Merone, Pusiano, Valbrona.

Enti sovracomunali presenti nell’areaComunità Montana del Triangolo Lariano, Comunità Montana del Lario Orientale, Parco Lacuale Sovracomunale Lago Segrino, Conferenza Permanente Lago di Pusiano, Parco Regionale Monte Barro.

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Presupposti della ricerca

• Riconoscimento potenzialità del territorio2002-2003 Studio per individuare e rendere disponibile su cartografia le risorse culturali e ambientali nell’area dei monti e dei laghi della Brianza (a cura di Edo Brichetti).

• Bisogno di trasformare le potenzialità in risorse2005 Studio di fattibilità dell’Ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei – a cura di:

- ASK Laboratorio di economia e gestione delle istituzioni e delle iniziative artistiche e culturali (Università Bocconi).- ASTER Società di ricerca e comunicazione sui

beni culturali.

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Studio delle risorse culturali e ambientali

Obiettivo - Definire itinerari culturali e turistici volti ad esaltare il processo di identificazione della memoria storica territoriale e la valorizzazione delle aree prescelte.

Output - Sono state individuate alcune dominanti territoriali come base portante del sistema ecomuseale:

• Teatri di natura (paesaggi e scenari naturali)• Antiche civiltà (1-2) (dominanti archeologiche)• Sentieri storici (dominanti storiche)• Tappe dello spirito (1-2) (colonizzazione religiosa

del territorio)• Civiltà delle cose (1-2) (itinerari di cultura materiale)• Tracce della memoria (itinerari della memoria)• “Per diritto di sguardo” (il territorio brianteo) • Scorci di Brianza (schegge di paesaggio)

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Studio di fattibilità:Obiettivi

• Quale modello di ecomuseo per il territorio lecchese?

• Come attivare l’ecomuseo in un processo condiviso dal territorio?

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune

definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Museo all’aperto: definizione

“Il villaggio-museo presenta un insieme di siti raggruppati in modo tale da costituire un ambiente altamente contestualizzato. E’ adatto per sua natura a realizzare attività dal vivo (museo atélier). La percentuale di pubblico locale non è in genere elevata perché buona parte dei visitatori sono turisti. Si presta anche all’utilizzo di immobili ricostruiti o di figuranti.”(Maggi & Faletti, 2001 )

Il museo all’aperto ha una lunga tradizione in area germanica, scandinava e anglosassone. La tendenza a ricreare pur in modo filologico ambienti e atmosfere coerenti ad un determinato soggetto, avvicina questa formula al parco a tema. Il museo all’aperto ha confini fisici definiti che non superano quelli dell’unità locale minima. (Benchmark: Beamish Opern Air Museum)

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Ecomuseo: definizione (1/2)

Patrimonio

Popolazione residente

Identitàculturale

Siti speciali

Paesaggi e natura

Memoria collettiva

L'ecomuseo è allo stesso tempo una banca dati per la comunità, un osservatorio del cambiamento, un laboratorio di arti ed esperienze cheraccogliere e rielabora la memoria collettiva in tutte le sue componenti umane e ambientali. Rappresentazione grafica dell’Ecomuseo (adattato da Rivard, 1984)

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Ecomuseo: definizione (2/2)

I primi anni di esperienze hanno visto la nascita di due modellidi ecomuseo, quello ambientale e quello comunitario, rispettivamente incentrati sulla valorizzazione dell’ambiente naturale e dello sviluppo sociale locale.

Ecomuseo dell’AmbientePrevale l’aspetto incentrato sulla “natura” si prediligono tipologie di attività e modalità di fruizione legate alla conservazione e alla conoscenza degli ecosistemi, in maniera non dissimile a quello che avviene in un parco naturale o in un’area protetta. (Benchmark: Ekomuseum Bergslagen)

Ecomuseo della ComunitàQuando, invece, l’interesse è focalizzato sulla “cultura”, si affermano modelli che valorizzano la microstoria, la cultura materiale contadina ed artigiana, l’archeologia industriale e gli aspetti etnografici in genere. (Benchmark: Ecomusée du Pays de la Roudoule)

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Distretto Turistico Culturale : definizione

“Un sistema reticolare, spazialmente delimitato, il cui nodo centrale è costituito dal processo di valorizzazione dell’assetterritoriale rappresentato dai beni culturali e gli altri nodi sono rappresentati: dai processi di valorizzazione delle altre risorse del territorio; dalle infrastrutture territoriali; dai servizi di accoglienza e dall’insieme delle imprese la cui attività è direttamente collegata al processo di valorizzazione dei beni culturali.” (Valentino, 2003)

Il modello di distretto incentrato sui beni e le attività strettamente culturali implica un elevato grado di integrazione verticale deiprocessi. Si prefigura un sistema produttivo locale subordinato alle risorse culturali in un’ottica di loro sfruttamento turistico. Servizi di accessibilità e di accoglienza, attività di intrattenimento e commerciali sono orientati a incentivare la fruizione del territorio come luogo di vacanza. (Benchmark: Distretto turistico culturale di Viterbo)

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Distretto Culturale Evoluto: definizione

”Il distretto culturale evoluto può essere definito come distretto di terzo livello: integrato, fondato sull’esistenza di complementarietàstrategiche tra filiere culturali differenti appartenenti ad ambiti tanto interni che esterni alla produzione culturale” (Sacco & TavanoBlessi, 2005)

La produzione e il consumo culturali non rappresentano centri diprofitto in sé, ma hanno un ruolo determinante nella catena del valore in termini di contributo all’innovazione e all’imprenditoria, di aumento della capacità attrattiva delle varie forme di capitale e della crescita del benessere individuale e collettivo fondato sull’identitàculturale. Questo approccio è basato su relazioni orizzontali e non solo interne alle singole filiere. (Benchmark: Distretto culturale evoluto di Biella)

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Analisi esterna: Benchmark

5 casi - 2 nazionali (Lazio e Piemonte), 3 europei(Gran Bretagna, Svezia, Francia)

– Beamish Open Air Musem (UK)– Ekomuseum Bergslagen (S)– Ecomusee du Pays de la Roudoule (F)– Distretto culturale di Viterbo– Ecomuseo/distretto di Biella

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Il Beamish open-air Museum

-Scarsa possibilità di impatto conservativo sul paesaggio-Scarso coinvolgimento della comunità locale

Punti di debolezza

-Grande strutturazione della proposta culturale-Autonomia economico-gestionale

Punti di forza

Collaborazione mirate su progetti con altre organizzazioniRelazioni locali

-Scopo di lucro-Fundraising (filantropia), vendita biglietti

Modello di business

Autonomia organizzativa Assetti organizzativi

Turisti Pubblico

Edutainment (divertimento)Attività

Ricostruzione artificiale, accentrata spazialmenteStrutture fisiche

Open-Air Museum – Museo all’apertoDefinizione

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L’Ekomuseum Bergslagen

Alta dispersione delle attivitàPunti di debolezza

Elevata capacità di tutelaPunti di forza

Scarsa integrazione con il tessuto economicoRelazioni locali

Sussidio autonomie localiModello di business

Rete di siti autonomi organizzatiAssetti organizzativi

Locale – apertura ai turistiPubblico

EducativaAttività

Decentrata spazialmenteStrutture fisiche

Museo del paesaggio Definizione

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L’Ecomusée du Pays de la Roudoule

Accentuazione degli aspetti localisticiPunti di debolezza

Rilevanza territoriale (forte senso di identità)Punti di forza

-Forte integrazione-Valorizzazione comunità locale

Relazioni locali

Finanziamenti pubbliciModello di business

-Associativa accentrata-Relazioni informali

Assetti organizzativi

LocalePubblico

-Animazione culturale-Ricerca sulla cultura materiale-Proposta pedagogica

Attività

Decentrato, attività programmate Strutture fisiche

Museo della comunità (RIVIERE)Definizione

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La Provincia di Viterbo: distretto turistico culturale

-Modello adattivo legato alla promozione turistica-Scarsa implementazione

Punti di debolezza

Potenziali azioni di marketing territorialePunti di forza

Scarsa integrazione Relazioni locali

Integrazione verticale (filiera turismo-culturale)Modello di business

Sussidio pubblico Assetti organizzativi

TuristiPubblico

-Monoculturale (beni culturali) -Percorsi

Attività

Decentrate, percorsi auto-organizzati Strutture fisiche

Distretto turistico culturaleDefinizione

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Provincia di Biella: distretto culturale evoluto

Sovrapposizione attivitàPunti di debolezza

-Modello dinamico-Diffusa atmosfera creativa

Punti di forza

-Governance complessa (vari livelli istituzionali)-Politica culturale a livello provinciale

Relazioni locali

-Integrazione orizzontale-Investimento pubblico (regionale e provinciale) e privato

Modello di business

Reti formali e informaliAssetti organizzativi

-Residenti-Turisti

Pubblico

-Educazione-Sperimentazione-Ricerca sulla creatività

Attività

Decentrate: cellule ecomuseali e altre istituzioniStrutture fisiche

Distretto culturale evolutoDefinizione

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Analisi interna: Interviste

20 stakeholders rappresentanti di 22 istituzioni

– 17 comuni (province di Como e Lecco)– 2 comunità montane– Parco Lacuale Sovracomunale Lago Segrino– Conferenza Permanente Lago di Pusiano– Parco Regionale Monte Barro

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Risultati delle interviste (1/3): percezione del territorio

• Crisi del settore industriale – ma sostanziale tenuta dell’economia distrettuale (tessile e meccanica)

• Elevata frammentazione politico-territoriale• Zona di passaggio – non di permanenza• Mancanza di infrastrutture turistiche• Rilevanza delle risorse ambientali • Mancanza di un’identità forte

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• Progettualità a breve termine• Localismo accentuato• Scarsa collaborazione• Scarse risorse economiche – molte iniziative modeste

Risultati delle interviste (2/3): politiche culturali

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• Problemi semantici: che cos’è?• Non appare una priorità generale – ma un’opportunità a livello

culturale• Discrasia ecomuseo/distretto non sinergie tra cultura e

produzione• Richiesta di coordinamento leggero e finanziamento

Risultati delle interviste (3/3): l’ecomuseo

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Coinvolgimento degli attori locali (1/3)

Presentazione del progetto dell’ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei, agli stakeholders locali – 1 dicembre 2005.

Relatori• PROVINCIA DI LECCO - Assessore alla Cultura e ai Beni

culturali C. Bonfanti, Assessore al Territorio E. Panzeri, Assessore al Turismo G. Valsecchi.

• E. Brichetti• ASK – M. Nuccio e I. Morganti• ASTER – F. Pascotto

Stakeholders localiRappresentanti di associazioni, unioni, cooperative, università, pubbliche amministrazioni; industriali, artigiani e operatori turistici, delle province di Lecco e di Como.

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Coinvolgimento degli attori locali (2/3)

Oggetto dell’incontro• Presentazione dello studio delle risorse ambientali e culturali

dell’area;• presentazione dello studio di fattibilità.

Finalità dell’incontro• Aggiornare circa l’avanzamento dei lavori;• verificare con gli interlocutori la sostenibilità delle ipotesi di

intervento;• ottenere il consenso e la collaborazione dei soggetti per

l’attivazione del progetto.

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Coinvolgimento degli attori locali (3/3)

Risultati raggiunti • Allineamento tra l’opinione degli stakeholders e i risultati della

ricerca;• consenso rispetto alla necessità di intraprendere un progetto di

sviluppo territoriale, di natura distrettuale, attraverso un intervento di tipo integrato;

• unanimità rispetto alla necessità di costruire un linguaggio comune che consenta la condivisione degli stessi valori tra stakeholders diversi;

• adesione/disponibilità di alcuni soggetti a partecipare al progetto.

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Comunicazione: Sito Web e CD-Rom

È stato definito un programma di comunicazione e informazione, rivolto alla popolazione locale, allo scopo di favorirne il processo di identificazionecon la nuova entità territoriale. Tra gli strumenti attivati:

Sito web• Finalità

– Far percepire ai navigatori tutta la ricchezza del territorio favorendo le attivitàdi marketing territoriale e di sviluppo turistico;

– predisporre uno strumento di comunicazione sempre aggiornato.• Contenuti

– Informazioni sulle risorse culturali e ambientali del territorio;– informazioni sui servizi disponibili collegati agli itinerari.

CD-Rom• Finalità

– Facilitare l’accesso e la diffusione delle informazioni relative al progetto.• Contenuti

– I contenuti, il progetto grafico e l’impaginazione ricalcano lo stile scelto per il sito web.

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Conclusioni

Opportunità– Necessità di tutela del territorio– Desiderio di conoscenza– Rete cultural virtuale

Punti di debolezza– Identità poco sottolineata e mancanza di priorità– Elevata dispersione e modesta rilevanza dei singoli

beni/attività– Basse esternalità– Difficoltà finanziamenti/governance locale

Obiettivi– Ecomuseo– Distretto culturale

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Opportunità (1/3)

Necessità di tutela del territorioL’area lecchese è sottoposta ad una notevole pressione abitativa e industriale, che ha portato ad una crescente urbanizzazione diffusa. La sviluppo sostenibile di un territorio, pur relativamente prospero sul piano economico, passa attraverso la ricerca di una migliorequalità della vita per i suoi abitanti. A questo fattore contribuisce in maniera decisiva la tutela ambientale. Il progetto di un ecomuseo/distretto può quindi svolgere un ruolo decisivo per la tutela di questi beni poiché non sarebbero salvaguardati singolarmente ma nel loro contesto di appartenenza.

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Opportunità (2/3)

Desiderio di conoscenzaSi percepisce la decisa aspirazione del territorio a prendere maggiore coscienza della propria dotazione di patrimonio materiale e immateriale, non solo in una prospettiva di economiadel turismo, ma soprattutto come strumento di crescita sociale ecomunitaria. La possibilità di realizzare percorsi che colleghino gli elementi di questo patrimonio contribuisce a renderlo vivo e tangibile per la comunità.

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Opportunità (3/3)

Rete culturale virtualeEsistono alcuni temi forti che attraversano il territorio e che possono diventare le dorsali su cui costruire una rete culturale. Al momento, tuttavia queste dorsali sono in uno stato di percezionelatente e disorganica e possono trovare una prima forma di sistematizzazione nella definizione degli itinerari turistico-culturali.

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Punti di debolezza (1/4)

Identità poco sottolineata e mancanza di prioritàE’ risultato difficile immaginare una risorsa culturale materiale o immateriale che caratterizzi in modo decisivo il territorio e che sia occasione di identificazione per la sua popolazione. Questo riscontro non significa che tali risorse siano assenti ma si ritiene ragionevolmente che manchi una loro percezione e un loro riconoscimento come simboli del luogo.

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Punti di debolezza (2/4)

Elevata dispersione e modesta rilevanza dei singoli beni e attivitàUna valutazione dei beni e delle attività culturali in senso stretto evidenzia l’estrema polverizzazione del patrimonio e un valore percepito relativamente modesto delle singole unità di beni. Si rilevano inoltre limitate attività di valorizzazione dei beni stessi, che quindi sono poco conosciuti e non sono luoghi di ordinaria fruizione.

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Punti di debolezza (3/4)

Basse esternalitàNella percezione locale, la cultura rappresenta un elemento ancillare e disgiunto dalle attività quotidiane. Pertanto, l’investimento culturale risulta marginale e non è strategico al raggiungimento degli obiettivi di politica territoriale. Non sono riscontrabili esternalità positive per il territorio, provenienti dalla definizione di itinerari turistico-culturali.

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Punti di debolezza (4/4)

Difficoltà di reperimento dei finanziamenti e di gestione della governance localeSi è notato che gli ecomusei generalmente faticano a individuare le risorse finanziarie disponibili nel sistema e a costruire i percorsi amministrativi necessari per beneficiarne. Talora ciò è dovuto alle difficoltà che possono riscontrarsi a livello locale nel far dialogare enti diversi ma con finalità e ambiti di azione che spesso si sovrappongono (parchi, comunità montane, comuni, APT).

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Obiettivi (1/3)

EcomuseoAd un livello base l’ecomuseo si potrebbe configurare come uno strumento finalizzato a:

• coordinare le attività culturali che si svolgono nel territorio indagato;

• promuovere la conoscenza dei beni culturali e ambientali.

La segnalazione di itinerari tematici di carattere turistico-culturale può rappresentare una proposta dell’ecomuseo. Le considerazioni sopra esposte, suggeriscono la limitata sostenibilità di un modello di ecomuseo fondato esclusivamente sul censimento e sul collegamento virtuale dei beni ambientali e culturali. Anche eventuali attività di informazione sui percorsi e un’adeguata campagna promozionale non sarebbero sufficienti a trasformare in punti di forza le debolezze indicate, per il superamento delle quali si richiedono azioni strategiche di medio e lungo periodo.

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Conclusioni:Obiettivi (2/3)

Distretto culturaleL’analisi delle peculiarità del territorio della Brianza lecchese suggerisce la possibilità di attivare un distretto culturale industriale in cui il “fattore culturale tipico” trovi i punti di contatto con il tessuto produttivo e la cultura del lavoro che sono i pilastri del benessere socio-economico di questa area.

La costruzione del distretto passa attraverso l’implementazione di azioni sinergiche tese a rafforzare il fattore culturale, che esprime le vocazioni del territorio lecchese. Questo si traduce in un pianostrategico che individua le azioni chiave e sceglie i progetti su cui costruire la rete.

Il programma di sviluppo distrettuale deve essere articolato in un ciclo di vita.

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Conclusioni:Obiettivi (3/3)

Il ciclo di vita del distretto culturale

• VOCAZIONI (breve termine)- Individuazione dei nodi di irradiazione cultuale;- stesura di un piano di politica culturale territoriale;- individuazione delle fonti e delle modalità di finanziamento.

• INFRASTRUTTURE (medio/lungo termine)- Scelta dei progetti; - attivazione di un sistema di committenza decentrata.

• GOVERNANCE TERRITORIALE (medio/lungo termine)- Costruzione si un piano di governance che coinvolga il

maggior numero di stakeholders locali e non.

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Studio di fattibilità: Fasi e metodologia di ricerca

• Individuazione e posizionamento dell’ecomuseo– Museo all’Aperto, Ecomuseo e Distretto: alcune definizioni– Analisi esterna: benchmark– Analisi interna: dati secondari e interviste

• Coinvolgimento degli attori locali– Presentazione agli stakeholders

• Comunicazione– Sito web e CD-Rom

• Conclusioni

• Prospettive di intervento per il biennio 06/07

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Prospettive di intervento per il biennio 06/07

Gli interventi operativi, a breve termine, per attivare il progetto dell’ecomuseo del distretto dei monti e dei laghi briantei, sono:

• Nomina di un soggetto coordinatore• Nomina di un comitato scientifico e tecnico• Attivazione di itinerari• Individuazione dei Nodi di Irradiazione Culturale• Valutazione giuridico-finanziaria• Stesura Piano Culturale Territoriale

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Nomina di un soggetto coordinatore

Data la complessità degli interventi e il numero degli attori coinvolti, è fondamentale e preliminare a qualsiasi azione individuare una struttura di coordinamento delle fasi di lavoro che possa garantire il controllo e la gestione dei processi. Sarebbe importante inoltre che tale struttura avesse la possibilità di gestire un portafoglio, con cui mettere in atto le operazioni necessarie, previa consultazione e autorizzazione della Provincia e degli Enti coinvolti.

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Nomina del comitato scientifico

Il comitato deve essere composto da studiosi e professionisti esperti di diverse discipline che potranno dare rilievo culturale e rigore scientifico all’operazione.

Il comitato ha il compito di valutare insieme al comitato tecnico-istituzionale le priorità di intervento anche alla luce della realtàculturale locale e non.

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Nomina del comitato tecnico-istituzionale

Il comitato tecnico è espressione operativa del comitato scientifico. Dovrebbe rispecchiare gli interessi del territorio e rappresentarne le sue anime: le amministrazioni locali; gruppi privati; l’università, le associazioni, i rappresentanti di categoria e dei lavoratori, ecc...

Il comitato tecnico deve poter attingere alle competenze di funzionari pubblici, consulenti e tecnici competenti in materia di attività culturali, beni culturali, ambiente, urbanistica, tutela del paesaggio, architettura, turismo, management, ecc...

Questo comitato deve assumere un ruolo di tipo gestionale e promozionale delineando una linea politiche che individui le priorità di intervento e le strategie di azione svolgendo un’azione di tipo trainante e di indirizzo per sostenere la crescita e orientare gli interventi.

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Attivazione di itinerari

Perché affrontare questo investimento?– Rende visibile il progetto alla popolazione locale– Fornisce al pubblico un prima possibilità di fruizione dell’Ecomuseo

stesso in attesa che questo assuma le sue caratteristiche definitive– Contribuisce all’individuazione dei nodi di irradiazione culturale da

valorizzare– Mette alla prova le capacità di accoglienza del territorio

Chi deve assumere la responsabilità del progetto?Un soggetto che assuma il ruolo di coordinatore per le operazioni di attivazione, gestione e manutenzione degli itinerari, con incarichi che prevedono:– la pianificazione economico-finanziaria del progetto;– la scelta dei percorsi;– la comunicazione dei percorsi.

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Individuazione dei nodi di irradiazione culturale

L’individuazione dei nodi di irradiazione culturale rappresenta ilprimo intervento in termini di tempo da realizzare per la definizione delle vocazioni del territorio (di cui sopra).

Con il termine nodi di irradiazione culturale si intende indicare tutti quei luoghi/attività dotati di una “massa critica” e potenzialitàtali da rendere manifesto il valore del patrimonio materiale e immateriale dell’area considerata.

Per la scelta dei luoghi/attività deve essere predisposto un nuovo lavoro di ricerca che individui i nodi secondo un approccio bottom-up che prevede cioè il coinvolgimento delle istituzioni e della popolazione locale fin dalla genesi dei progetti.

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Valutazione giurdica-finanziaria

Deve essere delineata la struttura di governance territoriale coinvolgendo gli attori locali e non e individuando gli strumenti normativi più adeguati. La capacità operativa della rete infatti dipende dalla sua dimensione organizzativa e gestionale che – in un contesto territoriale - deve coordinare diversi livelli istituzionali e diverse tipologie di operatori pubblici e privati.

Devono essere individuate le fonti e le modalità di finanziamentoattraverso un’adeguata politica di fundraising. La copertura economico-finanziaria dei progetti emerge da un approfondito lavoro di selezione delle fonti di erogazione a livello regionale, nazionale e comunitario.

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Stesura di un Piano Culturale Territoriale

Deve essere definito un piano di politica culturale territoriale; il piano deve prendere forma attraverso un documento strategico nelquale la cultura sia intesa in senso lato e svolga la funzione di catalizzatore rispetto a tutte le attività produttive del territorio. Il piano deve individuare le possibili sinergie con i documenti di programmazione attuati dalla Provincia in tema di:– Nuova imprenditoria– Formazione– Nuove tecnologie e innovazione– Turismo