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ELEONORA DUSEVigevano 1958 - Pittsburgh 1924
Figlia d’arte
1862
già in scena accanto al
padre
1879
Compagnia dei Fiorentini
Napoli
Teresa Raquindi Zola
1880
Compagnia Cesare Rossi
Torino
1881
Principessa di Bagdad
Compagnia di Cesare RossiCittà di Torino
Compagnia semi stabile Accordo con il Municipio di Torino, 5 ottobre 1875
Teatro Carignano
Primo Contratto Rossi-Duse
23 dicembre 1979 Ruolo: seconda donna assoluta
Repertorio
Influenza della drammaturgia francese
Tommaso Salvini e Adelaide Ristori sugli ATTORI MODERNI 1899
SALVINI «Carissima Marchesa…. Che ne pensate?»
RISTORI «Molto male!»
la nevrosi sconvolge il cervellofalsa e acrobaticapovertà di repertorio
ELEONORA DUSE E LA
PRINCIPESSA DI BAGDAD
Principessa di Bagdad di Dumas
La prima rappresentazione 31/01/1881 PARIGI protagonista M.me Croisette
Pubblicata solo successivamente
Prima comp. Rossi con protagonista GIACINTA PEZZANA
Ripresa comp. Rossi con protagonista ELEONORA DUSE
Drammadell’accadere
PRESENTE
INTERSOGGETTIVO + MELODRAMMA
DRAMMA MODERNO
+ MELO
Assenza dell’autore No allocuzione del pubblico
Tempo - presente (successione di presenti)
contemporaneo
Luogo - unico
• interno
• salotto borghese
Assoluto
Il privato si fa interessante
Quale mondo rappresentato?
Media alta borghesia
Che si rispecchia una PARTE del mondo che diviene tutto il mondo
E il demi-monde? mezzo mondo, mele marce, discutere del demi monde significa ridefinire con maggiore
determinazione i confini del mondo borgheseDell’ONORE come elemento base di accesso
Luogo salotto: mondo altaborghesia
Tempo – una giornata (ordine sconvolto fra sera e mattina si ricostituisce
nel pomeriggio
Temi – SSS salotto, sesso, soldi Salotto, seesso, soldi
La protagonista femminile può essere ricondotta al
demi-monde
Principessa Bagdad
Personaggi
Tutti appartengono al mondo borghese eccetto LIONNETTE
RICHARD avvocato,
tutela ordina, spiega la morale-
rasoinneur
NOWARDY
rappresentante forte della
società degli uomini
• compra ciò che non può avere
altrimenti
JEAN marito , senza nerbo
TREVELE’ GOLDER
LIONNETTE
Coscienza della DISAPPARTENENZA AL MONDO BORGHESEMANCATA UNITA’ìConsapevole anche che lei ha un PREZZO non un valore
Non appartiene al mondo borhese
Figlia di una cortigiana Di un principe (ma non riconosciuta)
Assoluta nelle sue manifestazioni
nessun compromessoUn radicalismo sospetto (dice
Richard) falso, recitato
Nello sguardo degli altri :
sventata, leggera, spavalda Educata al lusso e al disordine
LIONNETTE
OSTENTAZIONE – finzione
II atto – recita la parte di cortigian a
Onore: unico valore
coscienza
Del suo stato Che cose e persone hanno un
PREZZO no valore
Perdita di appartenenza
Pesca bacata/ demi-monde Impossibile integrazione
repertorioFisionomia sua
propria
• Voce
• Volto
• corpo
• Bellezza medusea
• Belva umana/dolce e graziosa/languida e annoiata
Uso del corpo
• Facile a comporsi e decomporsi
• Contorcimento e sfiaccolamento
CORPO
“ [P]allida, sottile, minuta ” , “ niente di imponente, di
maestoso”,
‘’creaturina moderna, tutta piena di pile elettriche, calda e
vibrante da’ piedi ai capelli”,
“quei tipi pallidi e nervosi, di cui si direbbe che il sangue sia
stato consumato da un fuoco interno”.
Bob, La prima rappresentazione della Compagnia C. Rossi al Teatro Carcano, cit.
CORPO non bello -> strano-> MUTEVOLE -> colpisce
la sua figura è bassa, sottile, più gracile che aggraziata, flessibile ma nonpronta agli scatti ed alle violenze nervose.G. Pozza, La Duse in Fedora
Non è bella – ma ha evidentemente il merito di essere una dellepochissime donne che se ne accorgono –e si è fatta una fisionomia stramba, bizzarra, eccentrica, soffusa di ungrande pallore, facile a decomporsi e ricomporsi rapidamente checolpisce lo spettatore appena essa viene in iscena, e concentra su di leila sua attenzione.Dr. Verità [L. Fortis], Corriere dei teatri. La Duse a Milano, in “Il pungolo”, 4-5 maggio 1884. l
,
La voce
• La voce della Duse è sottile senza note tragiche da contralto, senza vibrazioni metalliche negli acuti
• gp [G. Pozza], La Duse nella Fedora, cit.
• In una cronaca relativa all’ultimo periodo di vita della compagnia, il critico del «Pungolo» polemizza con “quel trascinamento ininterrotto di parole tronche, di monosillabi, di emissioni indistinte, che sono una delle sue risorse” di cui talvolta abusa “sino al punto da non rendere chiare e distinte
le parole della commedia”. s.i.a, Corriere teatrale, in «Il pungolo», 10-11 gennaio 1887.
Braccia e mani
• “un certo abbandono inerte delle braccia lungo la persona stanca e abbattuta – un certo sollevare angoloso del braccio, tenendolo in una tal quale rigidezza meccanica – un certo sollevare delle mani aperte, con tutte le cinque dita divaricate”,
D.r Verità [Leone Fortis], Corriere dei teatri. La Duse a Milano, in «Il pungolo»;
4-5 maggio 1884.
• braccia che “ irrigidite solleva direi quasi minacciose, a scatti, tagliando l’aria in modo bizzarro, colle mani strette a pugno convulsivamente”. Coalizzo, Venezia. La Duse al Rossini, in «L’arte drammatica», 7 aprile 1888, p. 2.
GIOCO SU tre variabili
1. Sulla potenza: ch’ella sottrae o che costringe a incepparsi in seguito ad improvvise
impennate d’intensità;
2. sulla chiarezza: per lo più negata;
3. sulla simmetria e l’equilibrio: resi precari o decisamente contraddetti
• piega “il corpo all’indietro”, cammina “a sghimbescio”, esaspera “la recitazione frettolosa, passando le magre mani sulle guancie più o meno rotonde degli interlocutori”.
• Filippi, Rassegna Drammatico-Musicale. La Duse, in «La Perseveranza», 30 maggio 1884.
• “un certo abbandono inerte delle braccia lungo la persona stanca e abbattuta –un certo sollevare angoloso del braccio, tenendolo in una tal quale rigidezza meccanica – un certo sollevare delle mani aperte, con tutte le cinque dita divaricate”,
D.r Verità [Leone Fortis], Corriere dei teatri. La Duse a Milano, in «Il pungolo»; 4-5 maggio 1884.
• braccia che “ irrigidite solleva direi quasi minacciose, a scatti, tagliando l’aria in modo bizzarro, colle mani strette a pugno convulsivamente”.
Coalizzo, Venezia. La Duse al Rossini, in «L’arte drammatica», 7 aprile 1888, p. 2.
Paradigma della nevrosi/isteria
Le attrici della nuova scuola non piangono,
sussultano nervosamente:
non si disperano,
si contorcono le mani,
se la pigliano colle seggiole…
E ve ne sono delle donne così conformate nel moderno repertorio;
ve ne sono delle donne tutte nervi e senza cuore:
ve ne sono di queste figurine anemiche,
isteriche, malate di nevrosi… e queste la Duse le incarna bene.
ALBERTO MANZI 1885
La società per bene
Quando nella società per bene si troverà una signora educata che
tiene le gambe cavalcioni, in presenza di altre persone;
si metterà ogni pochino la mano nei capelli;
scontorcerà continuamente mani e corpo;
si dondolerà sulla seggiola:
seduta sopra una poltrona o un canapè, parlando, batterà continuamente il palmo della mano sui
braccioli, tenendo fermo il gomito:
appunterà l’indice della mano destra continuamente in faccia a chi parla:
anderà proprio sul viso a discorrere e… tante altre cose del genere
converrò che rappresentando signore moderne, la Duse possa fare tutto ciò, converrò che queste cose
siano permesse a una signora educata
Ci sono certe cocotte che interessano – è inutile – e alla fine – fanno le migliori cose di questo mondo – conoscono la propria indegnità – o disgrazia – e non scaraventano prediche alle disgrazie altrui – Hanno dei momenti… come posso dire? Di altezza assoluta – e qualche cosa di buono – anzi – il buono – il bello femminile – salta al di sopra. (E. Duse, Lettera a Emma Garzes, aprile 1886).
Recitare? Che brutta parola! Se si trattasse di recitare soltanto – io sento che non ho saputo e non saprò mai recitare! Quelle povere donne delle mie commedie mi sono talmente entrate nel cuore e nella testa che mentre io m’ingegno di farle capire alla meglio a quelli che mi ascoltano, quasi volessi confortarle…, sono esse che adagio adagio hanno finito per confortar me!... Come – e perché – e da quando sia successo questo ricambio affettuoso, inesplicabile e innegabile tra quelle donne e me… sarebbe troppo lungo, e anche difficile – per esattezza a raccontare. Il fatto è che mentre tutti diffidano delle donne, io me la intendo benissimo con loro! Io non guardo se hanno mentito, se hanno tradito, se hanno peccato – o se nacquero perverse- purché io senta che esse hanno pianto – hanno sofferto per sentire o per tradire o per amare… io mi metto con loro e per loro e le frugo frugo non per mania di sofferenza, ma perché il compianto femminile è più grande e più dettagliato, è più dolce e più completo che non il compianto che ne accordano gli uomini
E. Duse a D’Arcais, Rivista drammatico-musicale, in “Opinione” 29 dicembre 1885, p. 1
LA SIGNORA DALLE
CAMELIE- CONFRONTI
a. dumas, La Dame aux camélias – 1848
a. dumas, la Dame aux camélias – 1852
(tettoni), la signora dalle camelie – 1852
g. verdi, traviata- 1853
Teatro Alexandre dumas, La Dame aux camélias - 1852
romanzoAlexandre dumas, La Dame aux camélias - 1848
romanzoAlexandre dumas, La Dame aux camélias - 1848
Teatro Alexandre dumas, La Dame aux camélias - 1852
Elemento autobiograficoMarie Duplessis
Narratore3 voci (narratore, Armand, Marguerite)
Tre tempi che si intrecciano
I due amanti non si ricongiungono
Eliminazione narratoreEliminazione complessità temporale
Tempo unitario.
Luoghi: salotto Marguerite, sala casa di campagna, Salone delle feste, camera da letto
Centralità di Marguerite (e Duvalin maggiore ombra)- protagonista assoluta. Presente in 5 atti, 477 sue battute su 1387 totali
Soppressione relazione ArmanOlympe
Riconciliazione finale dei protagonisti
Struttura del dramma borghese
con intensificazione melodrammatica
Tipologia sociale le mantenute parigine
Due atti spiccatamente mondani (I e IV) Due atti ripiegati verso l’intimità (II e V)Un atto : scontro fra le due istanze (III)
Le convenzioni sociali, anche nella loro mediocrità, sono più forti delle istanze dei sentimenti
I personaggi sono identificati in modo di pensare e in comportamento dall’universo sociale di appartenenza
I sentimenti sono universali
Ma se il sentimento deve essere riconosciuto socialmente, il personaggio deve piegarsi a regole di quella classe sociale (borghesia)
Influenza del mélodrame
Emozioni violente
Polarizzazione schematica dei conflitti morali
Trionfo del patetico : sofferenza muta e rassegnata della vittima
Andamento ciclico Tensione alla ricostituzione idilliaca
Cortigiana alto bordo-Apparentemente stesse
buone maniere alta società- Disprezzo –
Ostentazione del lusso
Corruzione morale malattia fisica
(condizione latente. Già nel I atto…) bellezza
corrotta
Dal mélo:
donna angelicata
Redenzione – sacrificio finale: riscatto morale conferma dell’ordine
sociale
Marguerite
Il DOPPIO.
Donna fatale/donna
angelicata
Convenzione/verità interiore
Malattia -tubercolosi
Argomento di conversazione
Stato fisico reale di M.
Topos della letteratura del
tempo
Amor cortese . Amor romantico
Poi si manifesta come amore egotico
e possessivo
Armand Duval
Struttura morale della
famiglia
Protegge denaro e onore
raisonneur
Duvalpadre
Il doppio di Marguerite
Da drammaturgia popolare
Grisette, sartina Tratto etico
Nichette
Olympe è la vera cortigiana senza cuore,
modello etico negativo
Al capezzale per soldi
Olympe
Stan
chez
za –
ted
io
•Pare si annoi.
•Parla affrettatamente e monotonamente
Gri
sett
e •Eliminazione della dimensione più mondana.
• Abiti contemporanei.
•No brillanti
cam
elia •L’arrivo di A. muta
il ritmo della recitazione.
•Scena del dono della camelia
PRIMO ATTO
• La scena della lettera d’addio di Armando –
An
tim
elo
dra
mm
a • senza nessuna commozione
• monotona
Att
enzi
on
e al
mic
ro d
etta
glio • lieve tremito
del ginocchio
• Una mano che cade
SECONDO ATTO
Pass
ion
e •non è un mito romantico
È una nostalgia
Lett
o in
pro
scen
io •Unica tonalità recitativa
•Pallore cadaverico
•8 volte Armando
Mo
rte
•Quasi inavvertita
• Il pubblico non se ne rende conto
•Differenze rispetto a Sarah Bernhardt
[…] Non più canzone, non più coro, non più sottolineature musicali al momento della morte. […[non più l’apparizione degli sposi […] Margherita e Armando…l’eterno poema dell’amore, senza fronzoli, senza ammaniera tutte…Un tipo di donna vero, moderno, uscito ora dalle mani dell’autore esperto, logico dal principio alla fine. Nella sua apparizione, nella sua conversazione, nelle sue gaiezze a tavola, è sempre un fondo di mestizia. Quello sdrajarsidella Duse or su di un divano, or su di un altro, senza posa, con parole faticosamente sospirate, esprime in modo perfetto la stanchezza del corpo, l’esaurimento delle sue forze morali, il tedio della vita
la traviata
giuseppe verdi
Libretto di Francesco maria piave1853
Violetta Valéry (soprano)Alfredo Germont (tenore)Giorgio Germont, suo padre (baritono)
Gastone, Visconte di Létorières (tenore)
Flora Bervoix (mezzosoprano)Il marchese d’Obigny (basso)
Annina, serva di Violetta (soprano)
Il barone Douphol (baritono)
dottor Grenvil (basso)Giuseppe, servo di Violetta (tenore)
Un domestico di Flora (basso)Un commissionario (basso)Servi e signori amici di Violetta e Flora,
Piccadori e mattadori, zingare, servi di Violetta e Flora, maschere
Marguerite Gautier Armand Duval Georges Duval, père d'Armand
Gaston Rieux
Olympe Saint-Gaudens
Nanine
Arthur de Varville protettore
Nichette e Gustave
Prudence
Conte GirayLe docteur Un commissionnaire Domestiques
<<…Perché sul vostro San Carlo non si potrà rappresentare
indifferentemente una regina od una paesana, una donna virtuosa o una puttana? […] Se si può
morire di veleno o di spada perché non si può morire di tisi o di peste! Tutto ciò non succede
forsenella vita comune?>>.
Verdi, lettera al De Sanctis
Il Sig.r Maestro Verdi desidera, domanda, e prega perché i costumi della sua opera La Traviata rimanghino, come sono, dei tempi presenti, e non si trasporti L’epoca, come fece il Poeta Piave ai tempi di Richelieu. Il sullodato Maestro mi ha formalmente dichiarato che crederebbe sacrificata una parte dell’opera sua, se non si facesse luogo alla di lui domanda, perché conta e spera di ottenere l’effetto nei due primi atti, mentre in caso diverso, dovrebbe fare due pezzi che, quantunque diversi, ricorderebbero il Rigoletto.]”Lettera di Lasina alla Presidenza datata 6 gennaio 1853, da Roma, in Marcello Conati, La bottega della musica, Verdi e la Fenice, cit., p. 306.
No della censura
semplificazione dell’intreccio
l’impiego di un linguaggio alto,
depurato, che contrasta con il tema “popolare”
e con la sua dimensione contemporanea.
La tendenza arcaicizzante del testo è
un chiaro segno della volontà di allontanare dal reale una vicenda tanto vicina al vero
tale scelta si mostra in linea con il principio che mosse la retrodatazione
dell’opera.
, Violetta perde quasi del tutto i suoi connotati di
mantenuta
e il suo sacrificio appare dettato da un amore sincero e
da un’obbedienza cieca all’ordine sociale
piuttosto che da un prezzo pagato per riscattarsi dal
proprio passato;
Alfredo si mostra colpevole soltanto di non aver colto le
difficoltà economiche seguite alla vita in campagna e di aver
ecceduto nella gelosia,
No colpevole di aver accettato il vile compromesso
mantiene il suo ruolo di vittima davanti all’inganno del padre e della stessa Violetta;
Germont, è il più riabilitato dei
personaggi borghesi
viene ammesso nel finale come uomo
pentito e ha il merito di aver reso possibile il
ricongiungimento tra i due amanti rivelando
della verità.
La sua presenza nell’atto III, inoltre, non
costituisce soltanto una riabilitazione per lui
stesso, ma anche per Violetta..
: accolta come figlia dall’uomo che
rappresenta i valori della società borghese, la cortigiana raggiunge la piena redenzione che le era stata negata nel
dramma e ancor più nel romanzo
Tem
a am
ore • mondano
segnato dal ritmo di valzer più o meno latente
•sentimentale
Tem
a fu
neb
re • Tinta solenne e austera