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Epidemiologia Studio quantitativo della distribuzione*, dei determinanti e del controllo delle malattie nelle popolazioni * spazio, tempo, persone

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Epidemiologia

Studio quantitativo della distribuzione*, dei determinanti e del controllo delle malattie nelle popolazioni

* spazio, tempo, persone

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Epidemiologia

Studio (quali)quantitativo della distribuzione, dei determinanti e del controllo delle malattie e di altri eventi sanitari nelle popolazioni

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Determinanti“Fattori di rischio” vs “Cause”

• Epidemiologia generale:Familiarità (fattori genetici)Obesità, attività fisicaFumo, tipo di dieta• Epidemiologia clinica:Pattern di pratica clinicaUso di tecnologieProfili di cura vs qualità• Epidemiologia dei servizi sanitari / sistemi

sanitari:Strategie di politica sanitariaInterventi organizzativiModelli gestionali

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L’Uso dell’Epidemiologia

• Eziologia – identificazione delle cause di malattia che possono essere suscettibili di intervento

• Diagnosi di salute pubblica- Stato di salute della popolazione- Identificazione dei gruppi a rischio- Identificazione dei comportamenti e

degli stili di vita a rischio di malattia• Servizio Sanitario – pianificazione,

organizzazione e valutazione dei servizi sanitari

• Epidemiologia clinica – interventi preventivi, diagnostici, terapeutici, riabilitativi, socio-assistenziali.

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Tipi di variabili (quantitative/qualitative)

• Continue:

EtàPeso

AltezzaGlicemia

• Discrete / Categoriche:

Discrete numeriche (numeri interi): ordine alla nascita, episodi di angina, casi di pertosse (quantitative)

Discrete ordinali categ.: stadio di una malattia

Categoriche/nominali: sesso, razza, occupazione

Dicotomiche/binarie: presente/assente, si/no

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Grandezze / parametri matematici per misurare quantitativamente frequenze e

associazioni di frequenza

Quozienti per misurare

frequenza ed

associazione di frequenza di

malattia ed eventi* tempo

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Proporzione

• Descrive la quantità relativa di una popolazione con una certa caratteristica rispetto alla popolazione totale (i casi / soggetti del numeratore, sono inclusi nel denominatore)

• Dimensione: 0-1 (0%-100%) Es. 20 malati/ 100 persone = 0.2

= 20%

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Rapporto (Ratio)

Quozienti in cui numeratore edenominatore sono indipendenti. Danno un’idea di quante volte una certa categoria è più frequente rispetto ad un’altra di riferimento.Esempi:n. posti letto/residenti (con dimensioni)n. di feriti/ n. di incidenti (con dimensioni) R1/R0 = rischio relativo (senza dimensioni)

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Tasso (Rate)

• Nei rapporti e nelle proporzioni manca un elemento descrittivo fondamentale: il tempo

• Quoziente in cui il denominatore comprende una misura del tempo.

• Fornisce un’informazione nella quale la frequenza di un evento o di una malattia viene rapportata al tempo (es: velocità istantanea Km/h; vs velocità media)

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Misure di frequenza delle malattie

Numero di casi • casi prevalenti• casi incidenti

Prevalenza = Numero di casi al tempo t

(proporzione) Numero di persone totali al tempo t

La prevalenza (“tasso” di prevalenza, “P rate”) può essere:• Istantanea / puntuale• Periodale / di periodo

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Misure di frequenza delle malattie

Incidenza Cumulativa (CI) = (proporzione / Rischio)

Numero di nuovi casi durante il periodo t

N. di persone all’inizio del periodo t

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Coorte Fissa Coorte Dinamica

Tempo t

Tempo

= morte

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Misure di frequenza delle malattie

Tasso di incidenza (IR) (ID) =

N. di Persone che si ammalano (nuovi casi)(o muoiono) in t

Totale “Persone-tempo a rischio” in t (anni-

persona)

(Incidence rate, Incidence density) x 102 x103 x104 x105

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Tasso di incidenza (IR - ID)

Numero di nuovi casi nel periodo di osservazione al numeratore, somma dei periodi di osservazione di ciascun individuo della popolazione in termini di tempo persona al denominatore IR = Numero di nuovi eventi * 10ⁿ Somma dei singoli periodi di osservazione

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• Casi incidenti:MalattieInfortuniDisabilitàMorte• Casi prevalenti:Malattia Disabilità

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Prevalenza

• Esprime il numero di malati effettivamente presenti od attivi in un certo periodo di tempo (prevalenza di periodo, prevalenza puntuale o istantanea).

• È una proporzione con la quale si descrive un’immagine statica, una fotografia della situazione per un certo fenomeno sanitario

• Viene utilizzata spesso per descrivere la frequenza di malattie che hanno un inizio graduale e decorso cronico

• Le misure di prevalenza non sono adatte per studiare una relazione causa-effetto

• Sono utili per misurare i bisogni assistenziali e pianificare i servizi sanitari

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Fattori che influenzano la Prevalenza

•Aumentata da:Durata maggiore della malattia Aumento d’incidenzaImmigrazione di casi o emigrazione di persone saneMiglioramento delle capacità diagnostiche (o della segnalazione)

•Diminuita da:Durata minore della malattiaDiminuzione d’incidenzaEmigrazione di casi o immigrazione di persone saneRidotta segnalazione

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Incidenza cumulativa (CI)

• Proporzione nella quale il denominatore (persone a rischio di sviluppare l’evento o la malattia) viene misurato solo all’inizio del periodo di osservazione.

• Dà informazioni sul rischio di sviluppare una malattia o di osservare un certo evento in un determinato periodo.

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Coorte Fissa Coorte Dinamica

Tempo t

Tempo

= morte

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Misure di frequenza delle malattie

Tasso di incidenza (IR) =

N. di Persone che si ammalano o muoiono in t

Totale “Persone-tempo a rischio” in t (anni-

persona)

(Incidence rate, Incidence density) x 102 x103 x104 x105

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Misure di frequenza delle malattieesempi:

Tasso di morbosità o morbilità annuale =

Nuovi casi di IMA non fatali nel 2000Popolazione italiana (metà anno) nel 2000

Tasso di mortalità annuale= N. di morti per IMA in Italia nel 2000

Popolazione Italiana (metà anno) nel 2000

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Misure di frequenza delle malattieesempi:

Tasso di Letalità (Fatality rate) = N. di decessi per infarto (IMA) in t

N. di casi con IMA in t

Rischio, tasso di incidenza(mortalità totale vs mortalità x infarto)

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Tassi di Ospedalizzazione x 1000

(domanda)

N. dimissioni con/per Scompenso C. nel 2000

Popolazione residente in Abruzzo nel 2000

N. di Pazienti con SC ricoverati in Abruzzo nel 2000

Popolazione residente in Abruzzo nel 2000

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Prevalenza

• Se la prevalenza è bassa (<0,1 / 10%)e non varia in modo significativo nel tempo vale la relazione:

Prevalenza = Incidenza × durata media malattia

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• Incidenza

• Prevalenza

• (Sopravvivenza)

• Mortalità (letalità)

Mortalità / Incidenza (cost.)

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Confrontare la frequenza di un evento in due popolazioni

• Nel confronto tra gruppi potenzialmente differenti l’utilizzo dei tassi grezzi espone al rischio di valutazioni errate

• Attraverso la standardizzazione controlliamo il possibile effetto di confondimento prodotto da variabili quali età, sesso, condizioni socio-economiche, ecc.

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Standardizzazione

• È un procedimento che consente di confrontare tassi di mortalità o morbosità in due o più popolazioni che presentino una composizione disomogenea per una a più variabili

• Nel condurre la procedura è importante vedere gli strati: quando c’è interazione (ossia il rapporto fra tassi varia fra strati) devono essere riportati i tassi specifici / stratificati (es. età)

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Standardizzazione diretta

• Rispondiamo alla domanda: “quale sarebbe il tasso se la popolazione in esame avesse la stessa struttura di quella di riferimento (standard)?”

• Si applicano i tassi specifici per età alla popolazione standard per calcolare gli eventi attesi

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Standardizzazione diretta

Tasso strato p.A Pop st ev. attesi5.6 % 0.56 x 50 2.89.5 % 0.95 x 70 6.725.0% 0.25 x 22 5.5….. ….. ..…..

445 142.9TSD: (Att. /Pop. St.) 142.9 / 445 = 32.1 %TG: (Oss. /Pop A) 86 / 287 = 30.0 %TSD pop B / TSD pop A = CMF * (rapporto TS:

RT)47.9 / 32.1 = 1.49

* Comparative Mortality Figure ( Comparative Mortality Ratio - CMR)

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Standardizzazione

Nel condurre la procedura è importante vedere gli strati: quando c’è interazione (ossia il rapporto fra tassi specifici varia fra strati di età) devono essere riportati i rapporti fra tassi specifici / stratificati delle due popolazioni

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Standardizzazione

RT spec. 30-39 a. 1.15RT spec. 40-44 a. 3.13RT spec. 45-49 a. 2.82RT spec. 50-54 a. 1.99RT spec. 55-59 a. 1.91RT spec. 60-64 a. 2.04

RTS: 2.12

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Standardizzazione

RT spec. 30-39 a. 1.15RT spec. 40-44 a. 5.13RT spec. 45-49 a. 2.82RT spec. 50-54 a. 0.50RT spec. 55-59 a. 1.91RT spec. 60-64 a. 2.04

RTS: 2.12

Età: Modificazione dell’effetto (mortalità o morbosità) fra due popolazioni (esposte e non esposte) – confondimento e interazione

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Standardizzazione indiretta• Rispondiamo alla domanda: ”quale sarebbe il tasso se la

mortalità (o l’incidenza) avesse la stessa grandezza osservata nella popolazione standard?”

• Tale metodo consente di applicare i tassi standard di mortalità ( i tassi di mortalità età specifici calcolati nella popolazione standard) alla popolazione in studio, in tal modo si calcolano le morti attese

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Standardizzazione indiretta• Dati scarsi / assenti

• Popolazioni con basso numero di eventi (stime instabili dei tassi con il metodo diretto)

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Standardizzazione indiretta• Una volta calcolato il

numero di morti attese possiamo fare il confronto con il numero di morti osservate

• Rapporto Standardizzato di mortalità (SMR): confronto fra morti osservate e morti attese

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RSM (SMR)

• RSM = Morti osservate (O)

x 100Morti attese (E)

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Standardizzazione indiretta

Tasso spec. pop st. Pop in studio ev. attesi

0.26 x1000 0.26 x 6684 1.70.65 x1000 0.65 x 6516 4.11.78 x1000 1.78 x 5382 9.6….. ….. ..…..

82.7RSM: (Osservati/Attesi) = 175 / 82.7 = 2.12

= 212%

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SMR - RSM = O/A = 175 / 82.7 = 2.12 = 212

RSM x tasso pop stand. = 212 x 3.94 = 8.35 =tasso standardizzato indirettamente pop in

studio = 8.35 / 3.94 = 2.12(tassi per 1000)

Metodo diretto: TS 8.23 / Tpopst 3.94 = RT 2.09 *

Metodo indiretto: RSM = 2.12 - TSI 8.35

* RT: CMF / CMR

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ASL Lanciano-Vasto (pop. in studio) TG: 158vs Regione (standard)Cause di morte ICD-9 410-414

RT (CMR) = TSD / Tstand = 146 / 121 = 1.21

RT (CMR) = 1.21 (1.18-1.23)RSM (SMR) = 1.21 (1.15-1.26) - 121 % (115-

126) TS indirettamente = RSM x Tstand = TSI =

146

ASL Avezzano-Sulmona (pop. in studio)vs Regione (standard)

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Rapporto proporzionale di mortalità (PMR)

Proporzione di morti di una specifica causa tra gli esposti o in un territorio (ASL)

RPM= x 100

Proporzione di morti in una popolazione di non esposti o di confronto (es. Abruzzo)

(proportional mortality rate / pmr)(Tasso di mortalità proporzionale fra esposti / tasso

di mortalità proporzionale fra non esposti)

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• Mentre il RSM richiede la conoscenza della struttura della popolazione esposta in ciascuno strato, il RPM richiede solo la conoscenza della proporzione di morti osservate per una causa specifica in ciascuno strato

• Gli studi basati sul calcolo del RPM sono quindi meno costosi, richiedono meno tempo e sono più frequentemente utilizzati in studi nei quali l’unica informazione disponibile è rappresentata dai certificati di morte di un gruppo di persone impiegate in una specifica occupazione

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Esempio di RPM (PMR)• In una coorte di lavoratori U.S.A. dal 1959 al 1977 sono state

osservate 146 morti, di queste 56 sono state attribuite a cancro.

• La proporzione di mortalità per cancro in questa coorte era 56/146 = 0.384 = 38.4%

• La proporzione di mortalità per cancro nella popolazione generale U.S.A. di maschi di età comparabile era 21.5%

• PMR = proporzione di morti per una specifica causa(esposti)/proporzione di morti per una specifica causa nella popolazione di riferimento = 38.4/21.5 = 1.78

• PMR = morti osservate per una specifica causa (O)/morti attese (A) per una specifica causa = 56/ 146 x 0.215 = 1,78

• Quindi la proporzione di morti attribuibile al cancro era quasi due volte maggiore nei lavoratori rispetto alla popolazione generale.

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Misure di associazione tra misure di frequenza (effetto, impatto).

• Relative (rapporti)

• Assolute (differenze)

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Misure di associazione:

Tabella 2x2

M+ M-

E+ a b a+b

E- c d c+d

a+c b+d

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Rischio Relativo (RR)

E+ E-

M+ a b n1

M- c d n0

m1 m0

Rischio (R1)=a/m1 (esposti); R0= b/m0 (non esposti)

Rischio relativo (RR) = R1/R0

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ODDS RATIO (OR)

E+ E-

M+ a b n1

M- c d n0

m1 m0

Odds di malattia negli Esposti:Odds= Rischio/1-Rischio = a/m1 = a c/m1 c Odds di malattia tra i non Esposti:Odds= Rischio/1-Rischio = b/m0 = b d/m0 d

OR= a/c = ad b/d bc

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ODDS RATIO (OR)

M+ M-

E+ a b n1

E- c d n0

m1 m0

Odds di esposizione fra i Malati:Odds= Rischio/1-Rischio = a/m1 = a c/m1 c Odds di esposizione fra i non Malati:Odds= Rischio/1-Rischio = b/m0 = b d/m0 d

OR= a/c = ad b/d bc

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Esempio

E+ E-

M+ 40 60 100

M- 300 700 1000

340 760

Rischio Relativo(RR)= (40/340) / (60/760) = 0.12/0.08(12%/8%)=1.55Odds Ratio (OR) = ad/bc= (40x700)/(60x300) = 28000/18000=1.55

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Rapporto dei tassi

E+ E-

M+ a b n1

M-

PY1 PY0

Tasso di Incidenza (TI1) = a/PY1

Tasso di Incidenza (TY0) = b/PY0

Rapporto di Tassi = TI1/TI0 = (a/PY1) / (b/PY0)

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Person-years

gen-76 lug-76 gen-77 lug-77 gen-78 lug-78 gen-79 lug-79 gen-80 lug-80Personyears

Soggetto A           2

Soggetto B               3

Soggetto C                     4,5

Soggetto D               3

Soggetto E                 3,5

Totale anni a rischio = 16.5 = inizio del follow-up = follow-up = sviluppo della malattia

Incidence Density = 2 casi / 16.5 anni – persona = 12.1 per 100 ap 12%

Cumulative Incidence = 2/5 = 0.40 = 40%

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Misure di associazione:ODDS RATIO

• Negli studi caso-controllo non è possibile valutare l’incidenza in quanto i casi sono selezionati in partenza.

• Mettiamo quindi a confronto la probabilità di esposizione tra i casi rispetto alla probabilità di esposizione tra i controlli.

• La probabilità viene misurata in termini di ODDS e non di rischio (odds: rischio/1-rischio)

• L’ODDS di esposizione tra i malati sarà a/c• L’ODDS di esposizione tra i sani sarà b/d• Il rapporto tra le due probabilità viene chiamato

ODDS Ratio (OR) e rappresenta solo una stima del rischio relativo in particolare nello studio delle malattie rare

OR= ad/bc

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Misure di associazioneRISCHIO RELATIVO (RR)

• Ci informa su quanto aumenta la probalità di contrarre la malattia se ci si espone al fattore di rischio (forza dell’associazione)

• Rapporto tra l’incidenza negli esposti e l’incidenza nei non esposti

• Può assumere un valore compreso tra 0 ed infinito

• Un RR pari ad 1 è indicativo di assenza di associazione

• Valori superiori ad 1 dimostrano un’associazione positiva (perché sia statisticamente significativa l’intervallo di confidenza calcolato non deve includere 1)

• Valori inferiori ad 1 indicano che il fattore è protettivo nei confronti della malattia in esame (associazione inversa) (l’intervallo non deve includere 1)

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Misure di associazione assolute

• Rischio Attribuibile (RA) (differenza di rischio) = Re – R0

R1= tasso negli EspostiR0 = tasso nei non Esposti

• RR e OR Esprimono la forza di un’associazione

es. RR= 20 RR= 2

• RA Esprime l’eccesso di rischio attribuibile ad un fattore

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Misure di Associazione RISCHIO ATTRIBUIBILE

• Differenza tra l’incidenza di malattia misurata nel gruppo degli esposti rispetto a quello dei non esposti. Trattandosi di una differenza tra due incidenze, il RA è una misura assoluta di associazione fra incidenze. Esso ci indica quanti casi di malattia sono legati al fattore di rischio nel gruppo degli esposti

• Esprime l’eccesso di rischio collegabile ad un fattore.

RA = IE+ - IE-

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Misure di associazione assolute

• Rischio Attribuibile (RA) (differenza di rischio)

Re= tasso negli EspostiR0 = tasso nei non Esposti

• Rischio Attribuibile percentuale(RA%) o frazione eziologicaRappresenta l’eccesso di rischio tra gli esposti rispetto ai non esposti RA% = Re-R0

Re

RA% = Ie-I0 Ie

RA = Re – R0 (Ie-I0)

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Misure di AssociazioneRischio Attribuibile di

Popolazione• È una misura di associazione che indica quanti casi di malattia

potrebbero essere evitati rimuovendo un determinato fattore di rischio in una popolazione

• RAP = RA × P (prevalenza del fattore di rischio nella popolazione generale)

• Anche il RAP analogamente al RA può essere espresso in termini percentuali rapportandolo all’incidenza totale di malattia nella popolazione (frazione eziologica nella popolazione):

RAP% = RAP It

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British Doctor’s Study• Anno 1951, 59600 medici• 1951 – 61: 10000 morti 441 Tumore del polmone 74 X

10000

3191 Cardiopatia ischemica 535 X 10000

FumoI 0 I E RR Eccesso di

rischio

Tumore al polmone 10 140 14 130

Cardiopatia ischemica 413 669 1,6 256

14

256

AR = Ie – I0 = 140 – 10 = 130 x 10000 AR % = AR/Ie = 130/140 = 0.93 = 93%

RAP = RA x Prevalenza = 130 x 0,25 = 33 x 10000 RAP % = RAP / It = 33 / 74 = 0.45 = 45%

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N. Soggetti N. eventi Rischio RR RA

Trattamento 1009 81 81/1009=0,08 0,08/0,12=0,66 0,12-0,08=0,04

Controllo 1026 124 124/1026=0,12

1-RR = 1- 0,66=0.34

34% di riduzione del rischio

0.044% di

riduzionedel rischioassoluto

RR 34% Su 100 eventi (casi o decessi)34 sarebbero evitati / salvati

RA 4%Occorre trattare 100

persone per salvarne 4

NTS (n. di soggetti da trattare per evitare un evento) = 1 / RA = 1 / 0.04 = 25

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Studi Descrittivi

• Popolazione• Individui

Caso clinicoSerie di casi Indagini trasversali Indagini longitudinali

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Studi Analitici

• Studi osservazionaliStudi trasversaliStudi caso – controlloStudi di coorte (retrospettivi

e prospettici

• Studi di intervento

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Negli studi caso- controllo un gruppo di persone con una malattia (i casi) viene confrontato con un gruppo di persone senza malattia (i controlli). Lo scopo del confronto è determinare se, nel passato i casi sono stati più esposti a fattori specifici rispetto ai controlli.

• In generale, i casi inseriti in uno studio caso-controllo includono persone che hanno solo una specifica malattia

• Può dare informazioni su una serie possibile di esposizioni che potrebbero essere associate con una particolare malattia

• È utile per studi concernenti le malattie rare• Non è adatto per studi caratterizzati da esposizioni rare• Necessita di campioni di piccole dimensioni ed è

economico• Richiede relativamente poco tempo per essere completato

può testare ipotesi attuali• Non è in grado di testare l’incidenza della malattia

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Studio Caso - Controllo

• Vantaggi:o Basso costoo Possibilità di valutare fattori di

rischio multipli per una singola patologia

o Possibilità di studiare patologie rare• Limiti:o Maggiore intervento di bias o Non adatto allo studio di fattori di

rischio rario Fornisce solo la stima del rischio

nella popolazione

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Negli studi di Follow-up (o di Coorte) le persone sono identificate e raggruppate in base all’esposizione a specifici fattori. I gruppi sono poi seguiti nel corso del tempo con l’obiettivo di determinare se l’incidenza di una particolare malattia è maggiore (o minore) tra gli esposti rispetto ai non esposti.

• può studiare soltanto l’effetto di un numero limitato di esposizioni

• È utile per studiare più variabili di esito potenzialmente associate con una esposizione

• È utile per lo studio di malattie rare• Gli studi di coorte riguardano spesso campioni di

grosse dimensioni / costosi• Possono richiedere molti anni prima di essere portati

a termine• Non consentono di testare ipotesi attuali• Permettono la misurazione di tassi d’incidenza della

malattia

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Studio di coorte• Vantaggi:o Possibilità di valutare esiti multipli per

un singolo fattore di rischioo Misura diretta dell’incidenzao Possibilità di studiare fattori di rischio

rari• Limiti:o Costo elevatoo Non adatto allo studio di patologie

rare

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Associazione

• Priva di errori sistematici• Senza confondimento• Non dovuta al caso

Test statistico Intervalli di confidenza Potenza statistica

Validità (validity) / accuratezza (accuracy) precisione/attendibilità/affidabilità (reliability)Associazione valida e statisticamente significativa

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Criteri per valutare la causalità

• Forza (a valori elevati di RR o di ORcorrisponde un’elevata forza dell’associazione)

• Coerenza (il risultato di uno studio viene confermato anche da studi successivi)

• Relazione temporale• Plausibilità biologica• Relazione dose – risposta e reversibilità

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BIAS

• BIAS di Selezione • BIAS di Informazione

Intervistatore Paziente misura

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Confondimento

Fattore di rischio Malattia

Confondente

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Interazione

Fattore di rischio Malattia

Interazione

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Confondimento

• Prima che uno studio venga effettuato è necessario che vengano identificati tutti i potenziali fattori confondenti

• Fattore confondente: fattore che è completamente estraneo al meccanismo causa – effetto tra un’esposizione ed una malattia, ma che interferisce con l’esame dell’associazione tra causa ed effetto

• I fattori confondenti sono associati contemporaneamente sia all’esposizione che all’effetto e possono distorcere i risultati degli studi epidemiologici

• Un fattore confondente è esso stesso un fattore di rischio per la malattia e non è influenzato né dall’esposizione né dalla malattia in studio (es. età) e può distribuirsi in maniera sbilanciata tra i gruppi in studio; quando questo accade dato che il fattore confondente è anch’esso un fattore di rischio per la malattia, il risultato può essere distorto

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Confondimento• Elemento estraneo al meccanismo

causa – effetto in studio• Provoca una distorsione dei

risultati• È associato contemporaneamente

all’esposizione ed alla malattia• Non è un fattore intermedio della

catena causale• È un fattore di rischio per la

malattia in studio indipendentemente dall’esposizione in studio

• Deve essere studiato ed il suo effetto corretto in fase di disegno o di analisi

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Metodi per il controllo del confondimento

In fase di disegno dello studio:• Randomizzazione (controlla anche fattori

confondenti ignoti se le dimensioni del campione sono grandi, solo per gli studi sperimentali)

• Restrizione ( es: se il fattore confondente è l’età si limita lo studio ad una fascia d’età)

• Appaiamento (esposti e non esposti avranno uguali caratteristiche per il fattore confondente)

In fase di analisi:• Analisi stratificata (es: per sesso, per età

ecc.)• Analisi multivariata (regressione lineare

multipla, regressione logistica, modelli di COX)

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Interazione

• Fattore estraneo ad esposizione e malattia che causa una variazione della loro associazione

• Modifica l’effetto dell’esposizione in studio

• Non è un confondente• Non comporta una distorsione dei

risultati• Può modificare l’outcome in modo sia

qualitativo (provoca un altro effetto quando interagisce con un altro fattore) che quantitativo

• Non deve essere controllata né eliminata ma solo descritta in quanto può è utile alla comprensione del meccanismo patogenetico di una malattia

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Indicatori demografici

• Natimortalità: rapporto tra il numero di nati morti (morte fetale dopo il 180° giorno di gestazione) e il numero complessivo di nati (per mille). Abruzzo 2001 (ISTAT): 2.5‰

• Mortalità perinatale: somma dei nati morti e dei decessi avvenuti nella prima settimana di vita rapportata al numero complessivo di nati (per 1000). Abruzzo 2001 (ISTAT): 5.4‰

• Mortalità neonatale precoce: morte tra il 1° ed il 7° giorno di vita

• Mortalità tardiva: morte tra l’8° ed il 28° giorno di vita• Mortalità postneonatale: morte tra il 29° ed il 365° giorno

di vita. (pag. 57 RS)• Mortalità infantile: rapporto tra il numero di decessi

avvenuti nel primo anno di vita ed il numero di nati vivi (per 1000).Abruzzo 2001 (ISTAT): 5.1‰

• .

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Indicatori demografici

• Tasso di natalità : rapporto tra il numero dei nati vivi dell’anno e l’ammontare medio della popolazione residente x 1000

• Tasso di mortalità: rapporto tra il numero di morti e l’ammontare medio della popolazione residente x 1000;

• Tasso di fertilità o fecondità: rapporto tra numero di nati vivi e popolazione femminile in età feconda (15- 49 aa)x 1000

• Indice di invecchiamento o di senilità: rapporto tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione totale

• Indice di vecchiaia: rapporto percentuale tra la popolazione di 65 anni e più e la popolazione di 0-14 anni

• Dipendenza strutturale totale / indice di carico totale: rapporto percentuale tra la popolazione in età non attiva (0-14 anni e 65 anni e più) e la popolazione in età attiva (15-64 anni)

• Dipendenza strutturale degli anziani: rapporto percentuale tra la popolazione di età 65 anni e più e la popolazione in età attiva (15-64 anni)

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PIRAMIDI DI ETA' ANNO 2003

ITALIA

600.000 400.000 200.000 0 200.000 400.000 600.000

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Maschi Femmine

ABRUZZO

15.000 10.000 5.000 0 5.000 10.000 15.000

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

Maschi Femmine

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Trend del movimento anagrafico in Abruzzo

AnniPop.01/01

Nati MortiSaldo

naturaleImmigrati Emigrati

Saldo Migratorio

Saldo Totale

Pop.31/12

1988 1.231.276 12.678 11.887 791 27.601 23.688 3.913 4.704 1.235.980

1989 1.235.980 12.487 12.004 483 26.999 23.726 3.273 3.756 1.239.736

1990 1.239.736 12.754 12.065 689 29.814 24.564 5.250 5.939 1.245.675

1991 1.245.675 12.320 12.424 -104 25.775 22.190 3.585 3.481 1.249.156

1992 1.249.156 12.572 12.414 158 27.621 21.386 6.235 6.393 1.255.549

1993 1.255.549 12.212 12.683 -471 31.256 23.386 7.870 7.399 1.262.948

1994 1.262.948 11.873 13.050 -1.177 28.331 22.408 5.923 4.746 1.267.694

1995 1.267.694 11.254 12.678 -1.424 26.529 22.208 4.321 2.897 1.270.591

1996 1.270.591 11.449 12.838 -1.389 25.896 21.433 4.463 3.074 1.273.665

1997 1.273.665 11.349 12.962 -1.613 26.188 22.200 3.988 2.375 1.276.040

1998 1.276.040 11.072 12.992 -1.920 26.219 23.009 3.210 1.290 1.277.330

1999 1.277.330 10.768 13.116 -2.348 28.136 24.102 4.034 1.686 1.279.016

2000 1.279.016 10.882 12.976 -2.094 28.270 23.909 4.361 2.267 1.281.283

2001 1.281.283     0 0 0 0 0 1.262.379

2002 1.262.379 10.580 13.275 -2.695 36.420 22.820 13.600 10.905 1.273.284

2003 1.273.284 10.971 13.672 -2.701 40.098 24.785 15.313 12.612 1.285.896

2004 1.285.896 11.101 13.075 -1.974 41.084 25.734 15.350 13.376 1.299.272

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Dati estratti dalla pagina web "Magellano" -Servizio per l'Informazione Statistica Regione Abruzzo-

•dal 2003 i dati sono tratti dal Datawarehouse "DEMO" del sito Istat

•. Per il 2001 non si hanno dati per il bilancio anagrafico in quanto anno di censimento.

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Evento Morte (D.P.R. 10/09/90 n. 285)

•Il medico entro 24 ore invia al Comune in cui è avvenuto il decesso la denuncia di causa di morte su scheda di morte (in assenza di assistenza medica è compilata dal medico necroscopo, in caso di riscontro autoptico viene redatta dal medico che esegue l’autopsia) •Il Comune entro 30 giorni invia copia della scheda di morte alla ASL in cui il Comune stesso è ricompreso (se ASLdi morte è diversa dal Comune di residenza la ASL di morte trasmette copia della scheda di morte anche alla ASL di residenza) •La ASL ha ed aggiorna un registro per ciascun Comune contenete l’elenco dei deceduti nell’anno e la causa di morte.

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Morti per ASL

ASLN. MORTI

(media annuale)

101 2.100

102 1.700

103 2.300

104 1.100

105 2.800

106 2.700

Totale 12.700