Upload
others
View
2
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
1
ALLEGATO 1
REPORT INTERMEDIO “Dall’I.C.F. alla progettazione per competenze”
RELAZIONE SUL LAVORO SVOLTO, SUGLI OBIETTIVI RAGGIUNTI E DA RAGGIUNGERE E SULL’INTERO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO
Nel maggio 2001 l’OMS ha pubblicato la "Classificazione internazionale del funzionamento, della salute e
della disabilità", meglio noto come I.C.F., riconosciuto da 191 Paesi come strumento per la descrizione e la
misurazione della salute delle popolazioni. Questo documento costituisce un elemento di rottura rispetto al
tradizionale approccio alla disabilità poiché ne ridisegna la percezione e procede ad una profonda
contestualizzazione delle condizioni di salute negli ambienti di vita delle persone e nei tessuti di relazione
che esse possono costruire.
I principi-guida del documento sottolineano l’importanza di un approccio integrato alla disabilità che,
oltre ai fattori di natura specificatamente biologica, tenga conto anche dei fattori ambientali e sociali,
arrivando così alla definizione di disabilità come reciproco condizionamento di uno specifico stato di salute
all’interno di un ambiente sfavorevole.
Il progetto “Dall’I.C.F. alla progettazione per competenze” si inserisce nell’ambito del programma del
MIUR di diffusione del modello I.C.F. nelle pratiche didattiche della scuola italiana iniziata con l’esperienza
di ICARE e proseguita con il progetto “Dal modello OMS alla progettazione per l’inclusione” del novembre
2010 di cui il presente percorso rappresenta un’istanza che raccoglie una rete verticale di istituzioni
scolastiche della città di Barletta.
L’obiettivo della nostra attività di sperimentazione è l’analisi degli elementi del contesto scolastico che,
inseriti in pratiche di inclusione scolastica di sistema, possano essere funzionali al miglioramento della
qualità della vita degli studenti. La sfida ulteriore è quella di costruire strumenti di analisi, progettazione e
pianificazione di interventi che sappiano leggere le differenti esigenze di ordini di scuola diversi e proiettino
l’alunno con bisogni educativi speciali verso un’integrazione sociale e lavorativa realistica e compatibile con
le sue aspirazioni.
L’attività progettuale si muove nella cornice metodologica della ricerca-azione ed è strutturata in 4
workpackage strettamente interconnessi. Nella figura 1 è illustrata la timeline del progetto.
2
L‘attività di formazione on-line ha rappresentato il WP[1] ed ha avuto lo scopo di uniformare le
conoscenze in merito al modello antropologico dell’I.C.F. applicato alla progettazione di strumenti
metodologici per l’intervento educativo su alunni con bisogni educativi speciali: tale fase rappresentava la
premessa per i due successivi workpackage, di natura più spiccatamente operativa, finalizzati alla
riformulazione del PEI/PdV e del PDF già realizzati nell’ambito del progetto ICARE.
L’attività di formazione è stata realizzata in collaborazione con il Centro Studi Erickson di Trento ed è
stata realizzata interamente in modalità online su piattaforma e-learning. Tutti i referenti di ogni Ente e
Istituzione Scolastica coinvolta nel progetto (totale 17 attivazioni) hanno avuto un accesso riservato in
piattaforma e hanno potuto usufruire, avvalendosi della rete Internet, di dispense di studio, esercitazioni e
partecipazione ai forum.
Il percorso formativo è stato strutturato in 5 moduli (che hanno comportato circa 25 ore di accesso on-
line e 25 ore dedicate dal corsista allo studio dei materiali e allo svolgimento delle prove di verifica) della
durata complessiva di circa due mesi di formazione. Queste le tematiche del corso:
Diagnosi Funzionale educativa
Profilo Dinamico Funzionale
Metodologie (adattamento obiettivi, comportamenti problema, strategie di insegnamento-
apprendimento, strategie mediate tra pari, strategie meta cognitive)
Verifica e valutazione
Esempi di progetto di Vita: la storia di Tatiana.
La tutor, dott.ssa Dallago, si è occupata della moderazione e della valutazione delle attività di verifica
svolte da ogni corsista.
L’attività di formazione si è conclusa in data 02 marzo 2012.
I due successivi WP[2] e WP[3] si sono caratterizzati per un taglio operativo, centrato sulla ridefinizione
della modulistica di riferimento per la progettazione di interventi educativi speciali. Tutto il progetto ha
ripreso le fila dei risultati delle attività di monitoraggio, effettuate al termine dell’esperienza di ICARE, dalle
quali emergeva una debolezza nel piano di lavoro del PEI/PdV; esso non recepiva adeguatamente
l’approccio per competenze ed era ancora troppo vincolato al conseguimento di obiettivi didattici spesso
slegati da una dimensione dell’apprendimento volta alla promozione delle life-skills. Ne è conseguita la
riprogettazione dell’apparato documentale relativo alla progettazione di interventi educativi speciali.
I WP[2] e WP[3] hanno quindi rappresentato la struttura operativa del progetto e sono stati realizzati a
seguito della fase di formazione iniziale poiché, come emerso dall’indagine conoscitiva ex-ante, non tutti i
partner della rete avevano maturato esperienza diretta nell’ambito dell’uso integrato dell’I.C.F. in ambito
educativo. Solo alcuni referenti delle istituzioni scolastiche risultavano in possesso di un adeguato livello di
padronanza degli strumenti dell’I.C.F. mutuati dall’esperienza di ICARE.
I risultati di questa pregressa esperienza hanno suggerito, in effetti, la necessità di procedere alla
realizzazione di una modulistica che coniugasse la valutazione psicoeducativa del funzionamento
dell’alunno con un piano di lavoro adeguato rispetto alla progettazione per competenze fondata sul
curricolo verticale. In questo modo, si è inteso utilizzare l’I.C.F. come strumento di identificazione,
descrizione e comprensione delle competenze.
3
Per questo motivo, i WP[2] e WP[3] sono stati realizzati simultaneamente, a partire dalla conclusione delle
attività di formazione.
In una prima fase, il gruppo di lavoro della scuola capofila ha provveduto a raccogliere la necessaria
documentazione1 per formulare proposte di modulistica integrata per la progettazione degli interventi
educativi speciali. Ciò ha portato alla costruzione di un modello di diagnosi funzionale strutturata su due
livelli:
raccolta delle informazioni e dei dati dell’alunno, incluse le notizie riguardanti lo stato dei livelli di
funzionamento così come emerge dalle procedure di assessment;
diagnosi funzionale educativa strutturata attraverso una checklist di indicatori I.C.F..
Il gruppo di lavoro della scuola capofila ha effettuato un’accurata selezione degli indicatori I.C.F.
individuando i descrittori ritenuti più salienti per la progettazione di interventi educativi speciali
caratterizzati dal massimo grado di raccordo con la descrizione del funzionamento dell’alunno. Si è ritenuto
che un’adeguata valutazione psicoeducativa funzionale si potesse ottenere limitandosi al secondo livello di
dettaglio della classificazione, integrandola con una sezione per descrizioni maggiormente dettagliate. In
coda alla checklist è stata definito un secondo apparato descrittivo dedicato ai fattori contestuali personali
e alle autonomie sociali che non avrebbero trovato altrimenti il giusto rilievo all’interno della nuova
modulistica.
Se da un lato la checklist I.C.F. consente una notevole semplificazione nelle operazioni di descrizione
funzionale degli alunni, dall’altro può rendere problematica la sintesi delle informazioni in essa contenute.
Pertanto, il gruppo di lavoro ha ipotizzato una suddivisione degli indicatori che utilizzasse non solo le
componenti I.C.F. (funzioni corporee, attività personali e fattori ambientali) ma anche gli assi (autonomia,
apprendimento, relazioni …).
Il documento elaborato è stato condiviso in data 13 marzo 2012 con la ASL con lo scopo di verificarne
l’effettiva funzionalità. Da tale incontro è emersa una generica intesa sulla validità dell’introduzione
dell’I.C.F. nelle procedure di valutazione diagnostica per alunni con difficoltà pur restando irrisolti, a
tutt’oggi, alcuni nodi organizzativi:
i protocolli di diagnosi delle patologie sono ancorati alla classificazione ICD-10 dal momento che la
ASL, pur partecipando all’elaborazione del format di diagnosi, non ha formalmente adottato il nuovo
modello;
la compilazione della checklist I.C.F. della diagnosi funzionale andrebbe effettuata in presenza di
tutte le figure che, a vario titolo, curano il progetto educativo dell’alunno e che potrebbero non
essere presenti simultaneamente nel momento in cui deve essere stilata (al momento la
certificazione precede la pianificazione educativa).
La produzione della nuova modulistica è stata oggetto di sperimentazione da parte di 5 istituzioni
scolastiche della rete che hanno utilizzato i nuovi modelli di Diagnosi Funzionale Educativa e PEI per
ridisegnare il progetto di vita di un alunno. Il PEI, in particolare, è stato pensato e testato in due diversi
format (uno che tenesse separato il PDF e l’altro che lo inglobasse) e la riflessione ex post della rete sulla
sperimentazione ha orientato la scelta verso questo secondo modello. Esso, infatti, integra gli indicatori
1 particolare rilevanza è stata dedicata ai contenuti dell’Accordo di Programma per l’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità tra
Enti della Provincia di Treviso del 2007 e alle indicazioni de “L’I.C.F. a scuola” di Francesco Grasso – 2011, Giunti Editore.
4
I.C.F. con una visione ecologica dell’intervento sui bisogni educativi speciali, esplicitata attraverso i domini
della qualità della vita (per i riferimenti bibliografici si rinvia alla documentazione finale).
L’attività di monitoraggio, che fa riferimento al WP[4] ha accompagnato ogni fase ed è stata realizzata
attraverso una molteplicità di strumenti.
Rispetto al WP[1], l’attività di monitoraggio è stata realizzata attraverso un’indagine conoscitiva ex-ante
(effettuata prima dell’attività di formazione on-line) con lo scopo di procedere ad una ricognizione del
livello di conoscenza del modello I.C.F. e del suo grado di integrazione all’interno delle istituzioni scolastiche
della rete. Ciò ha consentito di concordare, assieme ai tutor del C.S. Erickson, i learning object che hanno
composto l’intero percorso di formazione. La valutazione formativa ex-ante ha inteso riferirsi alla
misurazione dei servizi e-learning con particolare riferimento ai bisogni formativi rilevati nei destinatari
dell’attività di formazione. Tale ricognizione ha inteso conseguire:
un maggiore orientamento all’efficacia, rilevanza e utilità formativa della proposta progettuale;
una maggiore attenzione alla progettazione dell’intervento;
una localizzazione dell’attività attraverso il lavoro integrato delle istituzioni scolastiche e dei servizi
preposti alla cura dell’alunno disabile (ASL, Comune, Provincia).
I dati raccolti nell’indagine hanno consentito anche di studiare la ricaduta del progetto “Dall’I.C.F. alla
progettazione per competenze” sul bacino di utenza delle Istituzioni scolastiche della rete della città di
Barletta.
L’indagine conoscitiva ex-ante mette in luce alcuni interessanti aspetti della diffusione dell’I.C.F. tra gli
operatori che, a vario titolo, si occupano di bisogni educativi speciali. Il contatto con questo modello, infatti,
pur nascendo da specifiche esigenze di lavoro, matura in modo informale nell’ambito di normali attività di
•infanzia
•5 alunni BES
1 in uscita
•primaria
•94 alunni BES
8 in uscita•secondaria primo grado
•29 alunni BES
11 in uscita
•secondaria secondo grado
•96 alunni BES
11 in uscita
Pensami Adulto [*]
progetto in collaborazione con l’USR – Puglia per la sperimentazione dei PIT – Piani Individuali di Transizione
[*] Il Progetto ICF si è intrecciato con un’altra iniziativa denominata “Pensami adulto” che l’IISS “N . Garrone” ha realizzato in collaborazione con l’USR per la Puglia utilizzando economie rivenienti dall’attività della Scuola Polo. Centrato sull’approccio per competenze e rivolto alla scuola secondaria di secondo grado, esso mira a sperimentare il Piano Individuale di Transizione funzionale all’accesso al mondo del lavoro per il giovane con disabilità.
5
aggiornamento personale. Due terzi degli intervistati dichiarano di non aver mai preso parte ad iniziative
istituzionali di formazione sull’argomento *quesito 1+ sebbene la stessa percentuale di intervistati affermino
di conoscere la classificazione introdotta dall’I.C.F., anche se non in forma approfondita [quesito 2]. Tutte le
esperienze di formazione istituzionalizzate sono state maturate nell’ambito dell’esperienza di ICARE, che è
stata il principale veicolo di introduzione del modello nell’ambito delle pratiche didattiche quotidiane:
ancora un terzo degli intervistati dichiarano infatti di aver utilizzato l’I.C.F. essenzialmente nell’ambito della
progettazione di percorsi educativi speciali utilizzando il modello di pianificazione prodotto al termine del
progetto ICARE [quesito 4].
Tale percentuale rispecchia, ad ogni modo, l’eterogeneità della rete. Al di là delle istituzioni scolastiche,
naturali destinatarie delle modulistiche di progettazione e quindi principalmente interessate al crossover
tra pratiche didattiche inclusive e innovazione dell’I.C.F., la rete è composta anche da altre agenzie
istituzionali che, a vario titolo, concorrono alla presa in carico del percorso educativo degli alunni con
disabilità:
Comune di Barletta | Operatore per i disabili e altre situazioni di disagio nell’ambito del Settore dei
Servizi Sociali;
Provincia Barletta-Andria-Trani | Assistenti sociali;
ASL – BAT | Dirigente del Centro di Neuropsichiatria Infantile; Neuropsichiatra infantile; Psicologo;
Assistente sociale.
Tali enti si configurano certamente come stakeholder del percorso di formazione sull’I.C.F., ma sono
ovviamente mossi da esigenze diverse da quelle di natura più specificatamente didattica. In ogni caso, pur
con differenti intensità, tutti gli intervistati rilevano quindi la necessità di poter consultare direttamente il
documento dell’I.C.F., soprattutto tramite la mediazione di un esperto [quesito 3]. La necessaria
documentazione, unitamente ai suggerimenti per l’accesso a risorse ipertestuali e multimediali aggiornate
fornite da alcuni intervistati [quesito 5], sono state pubblicate sul sito tematico GARland, legato al sito
istituzionale dell’I.I.S.S. “N. Garrone”2 e dedicato esclusivamente alle attività relative all’inclusione
scolastica e della Scuola Polo, e oggi costituiscono il necessario corredo di riferimenti bibliografici e
sitografici utili per la formazione continua.
In relazione alle aspettative in termini di qualità del corso di formazione online [quesito 6], i partecipanti
auspicano, accanto all’approfondimento della conoscenza del modello I.C.F. (con specifica finalità di
miglioramento delle proprie competenze in materia di disabilità) anche l’occasione per utilizzare nuovi
stimoli, gestire consapevolmente la rete progettuale costruita nel PEI e – soprattutto – l’instaurarsi di forme
di maggiore collaborazione tra enti, la cui mancanza aveva effettivamente rappresentato un importante
elemento di debolezza della produzione documentale di ICARE.
Il quesito 7, infine, pone in rilievo l’analisi prospettica relativa agli esiti, misurati in termini di efficienza,
efficacia e rilevanza di tutto il percorso di ricerca-azione. Come prevedibile, l’articolazione delle risposte si
presenta variegata e frammentata poiché raccoglie istanze diverse non solo per la posizione istituzionale
occupata dai singoli componenti del gruppo di lavoro, ma anche per diverse sensibilità e aspettative.
Il monitoraggio ex post relativo alla formazione rappresenta la fase di raccolta e analisi delle valutazioni
dei corsisti con lo scopo di fornire elementi per la pianificazione del follow-up sperimentale. Il web based
2 www.istitutogarrone.it; il collegamento alla piattaforma GARland è presente nel menu verticale a sinistra
6
training concordato con il Centro Studi Erickson ha consentito l’accesso a numerose risorse multimediali
(video streaming, web seminar, documenti, questionari, estratti di testi …) estese non solo in termini di
ampiezza di tematiche trattate ma anche sviluppati in verticale all’interno di ciascun nucleo concettuale.
L’obiettivo del monitoraggio ex-post è di esaminare l’utilità percepita da ciascuno dei corsisti rispetto al
materiale didattico proposto e alla sua congruenza con gli obiettivi del progetto nonché alla qualità
dell’organizzazione e dei servizi. Le informazioni raccolte sono state successivamente utilizzate per
alimentare la piattaforma GARland in termini di confronto, scambio e discussione sui temi proposti,
l’adozione di buone pratiche e nuove procedure e sull’impiego di specifici materiali di consultazione.
Il questionario, somministrato nell’incontro del 20 marzo 2012, propone 13 valutazioni relative alla
sfera didattica e organizzativa [con limite inferiore pari a 1, corrispondente a valutazione soddisfacente, ed
un punteggio massimo di 5, corrispondente a completa soddisfazione]. Di seguito sono sinteticamente
riportate le valutazioni medie ottenute per ciascun item:
congruenza contenuti-obiettivi 5
rispondenza contenuti-aspettative 4.6
rispondenza contenuti-interessi professionali 5
applicabilità argomenti trattati 4.6
rilevanza della formazione iniziale rispetto agli obiettivi del progetto 5
coinvolgimento del corso 4.6
organicità e sequenzialità contenuti 4.6
qualità del coordinamento 4.6
quantità del materiale distribuito 4.8
qualità del materiale distribuito 5
ore complessive dedicate alla formazione 7
ore complessive dedicate alle esercitazioni 6
Con l’avvio dei workpackage operativi 2 e 3, le attività afferenti al monitoraggio sono state
completamente spostate in rete sul sito tematico GARland. Per il presente progetto, la struttura di tale
piattaforma è stata riorganizzata per accogliere:
una pagina statica con contenuti pertinenti rispetto al progetto (materiali di studio, condivisione
delle esperienze di formazione, collegamenti a servizi e prodotti digitali rilevanti);
una struttura dinamica di post (blog) legati al progetto, facilmente rintracciabili tramite il tag cloud
oltre che per ordine cronologico. Il contenuto dei post spazia dalla diramazione di avvisi alle
istituzioni della rete alla proposta di materiali di consultazione;
un calendario delle attività del progetto.
La struttura aperta e flessibile del blog è stata scelta per consentire il feedback immediato tra utenti,
mentre la struttura statica è stata utilizzata per veicolare lo sharing dei materiali di consultazione e dei
documenti elaborati dagli utenti.
La pubblicazione in rete della documentazione relativa a tutte le fasi del progetto, ha consentito di
diffondere il senso e il contenuto della sperimentazione dei nuovi strumenti metodologici così da renderlo
disponibile ad un pubblico potenzialmente vastissimo. Nel progetto, si auspicava il raggiungimento di 2000
accessi alla piattaforma. Nei fatti, a partire dal mese di ottobre 2012 (in cui il progetto è entrato nel vivo
7
della fase di sperimentazione) l’andamento degli accessi alla piattaforma – così come rilevato dal plug-in
Counterize per Wordpress – è rappresentato dal seguente grafico:
La sola pagina statica dedicata al progetto, unitamente al calendario delle attività, hanno assorbito 1352
hit degli utenti e sono attualmente le pagine più visitate della piattaforma.
Si notino i picchi di accesso da parte delle utenze esterne nei mesi di febbraio e aprile, rispettivamente a
conclusione del corso di formazione Erickson (con conseguente completamento della condivisione dei
materiali) e inizio della fase operativa e di sperimentazione.
Interessante è anche l’esame delle principali parole chiave con cui le utenze approdano alla piattaforma;
limitatamente al mese di maggio 2012 risultano
29 accessi tramite “I.C.F.” nella keyword di ricerca;
9 accessi tramite “nuovi modelli pei con I.C.F.” nelle keyword di ricerca;
7 accessi tramite “esempi compilati di I.C.F. e pei a scuola” (e simili) nelle keyword di ricerca;
7 accessi tramite “PEI” nella keyword di ricerca.
Come accennato, l’obiettivo operativo del progetto è la messa a punto di strumenti di progettazione di
interventi educativi speciali curvati sul paradigma dell’I.C.F.. Il gruppo di lavoro dell’I.I.S.S. “N. Garrone”, ha
elaborato diverse proposte di DF-PDF-PEI mutuate dalle indicazioni raccolte durante la fase di formazione.
La documentazione e i relativi materiali di approfondimento sono stati pubblicati sulla piattaforma GARland
affinché fossero consultabili dai docenti referenti prima della riunione plenaria del 20 marzo 2012.
Durante il periodo di attività relativo ai WP[2] e WP[3], il gruppo di lavoro della scuola capofila ha
realizzato alcune ipotesi relative alle strutture del PDF e del PEI/PdV partendo dalla modulistica già
prodotta nell’ambito del progetto ICARE. Si è cercato di semplificare la parte iniziale dedicata alla diagnosi
funzionale educativa che è stata trasferita, sottoforma di checklist, nel citato documento della diagnosi
funzionale. In questo modo, il modello attualmente in uso è stato notevolmente snellito lasciando, di fatto,
maggiore spazio per la pianificazione dell’intervento educativo strutturato su un piano di lavoro adeguato
alla progettazione per competenze.
ottobre 2011
novembre 2011
dicembre 2011
gennaio 2012
febbraio 2012
marzo 2012
aprile 2012
maggio 2012
179
355
497
604
1012
497
757
552
8
Tale modifica nasce non solo dall’esigenza di migliorare un punto di debolezza del PEI/Pdv attualmente
in uso (come emerso dal monitoraggio finale di ICARE) ma anche di intercettare le più recenti disposizioni di
legge (v. “Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità” pubblicate dal MIUR in data
08/08/2009, D.M. 31 luglio 2007 “Indicazioni per il curricolo”, D.P.C.M. n. 185 del 23 febbraio 2006
“Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di
handicap, ai sensi dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, del D.M. 22 agosto 2007
n. 139 il nuovo obbligo di istruzione”, D.P.R. 15 marzo 2010 n. 87 “Regolamento recante norme per il
riordino degli Istituti professionali”, a norma dell’art. 64 comma 4 del decreto legge 25 giugno 2008 n.112
convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2008 n. 133; Direttiva 28 luglio 2010 n. 65 “Linee guida
per il passaggio al nuovo ordinamento degli Istituti Professionali”, come previsto all’articolo 8 comma 6 del
D.P.R. 15 marzo 2010, n.87).
La stesura del nuovo profilo dinamico funzionale ha richiesto un deciso cambio di rotta rispetto alla
modulistica attualmente in uso, al fine di renderlo uno strumento più agile e utilizzabile in fase di
progettazione. Pertanto, il gruppo di lavoro della scuola capofila ha studiato diverse soluzioni di
integrazione del PDF all’interno della nuova modulistica. Da tale ricerca, sono stati elaborati due modelli
per la progettazione degli interventi educativi: in uno di essi, diagnosi funzionale e profilo dinamico
funzionale vengono organizzati come documenti contigui relativi alla descrizione del funzionamento del
soggetto con bisogni educativi speciali, mentre il piano educativo individualizzato è elaborato a parte con
maggiore curvatura sugli aspetti operativi e del piano di lavoro. Il secondo modello, su cui la rete ha trovato
maggiore convergenza, vede la diagnosi funzionale come documento di sintesi delle osservazioni di natura
nosologica mutuate dalla ASL e del contributo dell’istituzione scolastica (attraverso la compilazione della
checklist I.C.F.) e il PDF/PEI organizzato sottoforma di documenti contigui. Questa suddivisione si rivela
migliore al fine di intercettare le indicazioni del DPCM n 185 del 2006 “Regolamento recante modalità per
l’individuazione del soggetto in situazione di handicap” in quanto organizza in modo soddisfacente la
pianificazione del lavoro da svolgere nel progetto personalizzato.
La rete ha quindi riorganizzato la struttura prevista per la sperimentazione, attribuendo a tutte le
istituzioni scolastiche il compito di procedere alla stesura dei documenti proposti, individuandone
contestualmente punti di forza e di debolezza. Il prodotto della sperimentazione è stato quindi pubblicato e
socializzato attraverso la piattaforma GARland.
F.to Il Dirigente Scolastico Antonio Francesco DIVICCARO