esame di stato da architetti

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    Tecnologia e Fisica Tecnica

    Pozzetti ispezionabili

    I pozzetti ispezionabili facilitano le operazioni di manutenzione e d'ispezione di un impiantointerrato.

    Si utilizzano per impianti di fognatura, acquedotti e cavidotti

    Possono essere costruiti in muratura o prefabbricati in c.a. con coperchi (carrabili o pedonali) in c.a.o ghisa. Hanno dimensioni diverse a seconda della loro funzione (per l'ispezione di tubaturefognarie non possono essere pi piccoli di un cubo di 70 cm x 70 cm e devono essere collocati ogni50 m e ad ogni cambio di direzione).

    Per le fognature si possono avere pozzetti:

    di raccolta per acque piovane (dette anche bianche o meteoriche) con griglia e vasca persifone;di direzione e di raccordo nei punti in cui convergono pi tubazioni e devono essereconvogliati in un'unica direzione;d'ispezione alle condotte per manutenzione;di servizio per alloggio pompe di sollevamento ove non esiste pendenza naturale.

    Per acquedotti si possono avere pozzetti:

    di depressione, per abbassare la pressione nelle tubazioni e portarla a quella di normaleesercizio;

    di servizio per alloggio di sfiati (tipo Roma o Crotone) saracinesche di sezionamento escarichi di fondo.

    Per cavidotti si possono avere pozzetti:

    per infilare e sfilare cavi dalle tubature di protezione;di servizio per le varie apparecchiature tecniche.

    Vasca biologica

    Cos' e a cosa serve una vasca biologica

    E' una vasca in cemento o in resina da posare in soluzione interrata al termine dell'impianto dismaltimento delle acque nere (liquami dei bagni) costituita al suo interno da due camerecomunicanti solo nella parte superiore della vasca.

    Il suo funzionamento basato sull'azione biologica che la flora batterica esercita sulla parte solidadei liquami.

    Questo "esercito" di batteri si nutre e "digerisce", dando come risultato un fango solido che perdecantazione si deposita nella prima delle due camere interne della vasca (camera di "digestione").

    Nella parte superiore della camera resta dunque l'acqua depurata per la maggior parte perdecantazione e, sfiorando la sommit della parete interna si trasferisce nella seconda camera dadove, depurandosi ulteriormente sempre per decantazione, viene smaltita attraverso il tubo di uscita

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    posto ad una quota leggermente pi bassa della parete intermedia e quindi se ne va in fognaturacomunale (se c' l'allaccio) oppure in dispersione, oppure in fitodepurazione, oppure da nessuna

    parte nel caso in cui sia previsto lo smaltimento attraverso l'aspirazione periodica da parte diautospurgo.

    Il sistema di allaccio dipende dai vari regolamenti comunali e dai sistemi di gestione delle societpubbliche che gestiscono la rete fognaria.

    Sezione stradale

    Una sezione stradale normalmente a "schiena d'asino" per agevolare il deflusso delle acquemeteoriche lungo i bordi dove si trovano gli appositi pozzetti di raccolta.

    La realizzazione di una sede stradale inizia sempre dallo sbancamento di 40-50 cm pari allalarghezza della strada che deve essere opportunamente spianato per l'alloggiamento dello strato deltessuto non armato.

    Gli strati dall'alto verso il basso della sezione sono:

    asfalto (8 cm);stabilizzato (10 cm);ciottolame (30 cm);tessuto non tessuto armato;terra.

    Che funzione ha e come fatto il vespaio

    Il vespaio uno dei sistemi pi semplici di protezione dall'umidit che si possono prevedere negliattacchi a terra degli edifici per assicurare che l'acqua contenuta nel terreno non si infiltri nellestrutture a diretto contatto con esso o non renda umidi i locali seminterrati o interrati.

    Lo spessore del vespaio per le superfici orizzontali deve essere di circa 30-35 cm, per le superficiverticali si fa uno scavo nel terreno dalla quota di campagna fino alla quota di imposta dellafondazione, si getta una cunetta di raccolta in c.a. con adeguata pendenza per lo smaltimento delleacque infiltrate e si assestano a mano pezzami di pietra a ridosso delle murature.

    La muratura, prima della realizzazione del vespaio, pu essere trattata con una mano di catramina oimpermeabilizzata con una guaina di bitume.

    Con un vespaio ventilato si diluisce anche la percentuale di radon (gas radioattivo) che dal terrenoarriva ai locali abitati.

    Con quale criterio si determina la pendenza di un tetto

    La pendenza di una falda di copertura data dal rapporto tra il dislivello compreso tra la linea digronda ed il colmo e la loro distanza in proiezione ortogonale.

    Tale rapporto si esprime in percentuale %.

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    La pendenza della falda determinata sempre in relazione al tipo di prodotto usato come manto dicopertura. Esso pu essere a sovrapposizione fissa, se esiste un unico modo di posizionamento (adesempio, tegole piane in laterizio) oppure a sovrapposizione variabile se possibile variare in fasedi posa tale valore (ad esempio, lastre piane o ondulate di metallo).

    Nel primo caso si individuano valori di pendenza minimi (30%-35%) al di sotto dei quali non pigarantita l'impermeabilit della copertura.

    Nel secondo caso le pendenze, a parit di altre condizioni (lunghezza della falda, regione climatica,esposizione locale), sono legate al valore di sovrapposizione.

    Perci riducendo le pendenze occorre aumentare la sovrapposizione e viceversa.

    Analogamente con l'aumentare della lunghezza della falda occorre aumentare la pendenza, ciperch nelle falde lunghe si hanno maggiori quantit d'acqua di ruscellamento nelle zone dicopertura pi basse.

    In genere i produttori segnalano i valori massimi di lunghezza di falda, oltre i quali convienedividere in parti la stessa ricorrendo ad un canale intermedio di raccolta delle acque meteoriche (obianche). Oltre al valore di pendenza minima della falda, per molti prodotti occorre definire unapendenza massima, oltre la quale richiesto il fissaggio degli stessi su opportuni elementi disupporto per evitare lo scivolamento.

    Percentuali e gradi:100% = 45

    Solaio di copertura

    Com' fatto un solaio di copertura praticabile e non

    I solai di copertura praticabili (tetti a terrazza) e quelli non praticabili, rientrano nella categoriadelle cosiddette coperture piane, in quanto hanno una pendenza minima per garantire losmaltimento delle acque meteoriche (o bianche).

    A tal fine si deve realizzare sopra il solaio dell'ultimo piano unmassettoinclsche abbia unapendenza con inclinazione pari al 2%-3%, in modo da convogliare l'acqua verso i punti di raccoltaopportunamente posizionati sulla superficie dello stesso.

    Imassettidi pendenza possono essere realizzati anche conclsalleggerito con funzione coibente, intal caso si pu evitare di inserire nel pacchetto del solaio uno strato di materiale isolate, ma lospessore delmassettonon deve essere minore di 15 cm.

    Sopra ilmassettogeneralmente si trova lo strato di materiale isolante e ancora sopra l'elemento ditenuta o impermeabilizzazione, la cui efficacia dipende sostanzialmente dalle modalit di posa inopera soprattutto in corrispondenza dei giunti e dei raccordi con le superfici verticali.

    La posizione delle impermeabilizzazioni, rispetto allo strato isolante, determina il comportamentotermico della copertura.

    Nella maggioranza dei casi, l'elemento di tenuta si trova sopra lo strato coibente (tetto caldo), ma cisono casi in cui la posizione viene invertita (tetto rovescio) per conferire una maggiore inerzia

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    termica alla copertura, a discapito dello strato coibente che si trova ad essere pi esposto agli agentiatmosferici.

    L'impermeabilizzazione deve essere sempre protetta, nel caso di copertura praticabile si realizza unapavimentazione vera e propria costituita da uno strato di allettamento (4-5 cm) su cui viene montatoil pavimento; nel caso di coperture non praticabili si pu usare uno strato di ghiaia di fiume lavata,da stendersi sull'elemento di tenuta per uno spessore di 8-10 cm, oppure si utilizzanoimpermeabilizzazioni prefabbricate autoprotette, in quanto dotate di finitura esterna costituita dalamine metalliche in alluminio o rame che proteggono i manti dall'azione nociva delle radiazionisolari.

    In base a quale criterio si dispongono i pluviali di scarico per lecoperture

    I pluviali dovranno essere dimensionati e posizionati in modo da garantire un efficace drenaggiodelle acque piovane (dette anche meteoriche o bianche).

    Un pluviale di 10-16 cm di diametro riesce a smaltire normalmente l'acqua di una superficie di circa60-70 mq, pertanto effettuata la disposizione in campi dell'intera copertura si pu facilmentedefinire la disposizione ed il numero dei pluviali necessari.

    Per quanto riguarda la tenuta della copertura fondamentale prevedere agli imbocchi dei pluviali unispessimento del materiale impermeabilizzante, oltre ad una speciale conformazione dei pluvialistessi per evitare il ristagno d'acqua.

    Vetrocemento

    Una parete in vetrocemento ("glass brick" o "glass block" in inglese) realizzata con "mattoni" invetro tenuti da una cornice cementizia: gli elementi modulari possono avere diverse dimensioni,15x15 cm, 30x30 cm o 45x45 cm per le forme quadrate, 12x15 cm per quelle rettangolari; lospessore varia dai 6 agli 8 cm.

    La messa in opera richiede tempo e precisione. La parete realizzata preparando dapprima unacornice d'inserimento lungo l'intero perimetro, mediante la predisposizione di cartoni catramati efeltri bitumati, in modo da consentire piccole traslazioni o rotazioni. Quindi si inizia il

    posizionamento dei mattoni, previa disposizione di armatura metallica in giunti verticali eorizzontali che vengono sigillati con interposizione di malta cementizia o collante nel caso didivisori interni.

    La connessione alle strutture murarie assicurata tramite incasso o profili metallici.

    I mattoni in vetro possono essere semplici o doppi, quest'ultimi presentano una doppia paretevetrata saldata a fuoco con interposta camera d'aria disidratata e forniscono alle pareti un migliorisolamento termo-acustico, sono generalmente utilizzati per tamponature esterne.

    MDF

    L'MDF (Medium density fibreboard) viene considerato un derivato del legno: il pi famoso e

    diffuso della famiglia dei 'Pannelli di Fibra' comprendenti tre categorie distinte in base al processoimpiegato e alla densit: bassa (LDF), media (MDF) e alta (HDF).

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    Il processo di produzione

    La materia prima utilizzata comprende molti tipi di legno, siano essi tondame, scarto o cascame dilavorazione, preferibilmente di Conifera. Partendo dal tondame, esso viene di solito primascortecciato, poi cippato, con l'ausilio di sminuzzatrici o frammentatrici, e poi selezionato econtrollato per eliminare eventuali traccie estranee ed eventuali pezzi troppo grandi mal sminuzzati.In alcuni casi il tondame viene cippato in bosco senza essere scortecciato, anche se una eccessiva

    percentuale di corteccia tende a peggiorare le caratteristiche dei pannelli. La raffinazione pertrasformare i frammenti di legno in fibra, viene eseguita attraverso la macinazione per rompere ilegami esistenti e formare una pasta di fibre, facilitata da immersione in acqua, l'ausilio di vapore ecalore o con trattamenti chimici a base di sostanze alcaline che indeboliscono i legami della lignina,e pu avvenire attraverso due diversi procedimenti: per via secca, e per via umida.

    Il procedimento per via secca

    L'essiccazione delle fibre di legno avviene per mezzo di aria calda; dipende dal metodo diapplicazione della colla: pu essere applicata durante o dopo l'essiccazione o direttamente all'uscita

    dello sfibratore. Le resine impiegate (di solito UF o PF) possono quindi essere addizionate alle fibresfruttando la turbolenza dell'aria che assicura una buona miscelazione della resina. Successivamentele fibre incollate vengono disposte a formare un materasso ad un solo strato su un di nastro tessuto o

    perforato, in maniera pi regolare ed uniforme possibile onde evitare variazioni di altezza o densit,Sotto il nastro viene applicata una depressione. Data la massa volumica molto bassa delle fibre conla resina (15/18 kg/m) l'altezza dei materassi che si formano piuttosto elevata, ragion per cui sirende necessaria una compressione preliminare a freddo che serve a ad eliminare eventuali tasched'aria, compatti il materasso e riduca l'altezza iniziale a 1/5 - 1/6. Al termine di questa operazione, ilmaterasso tende a rigonfiare e recuperare parte dello spessore. Per ottenere pannelli di grandispessori occorre sovrapporre pi materassi di fibre pre-pressati: una sovrapposizione senza pre-

    pressatura non sarebbe possibile per la dimensione troppo elevata del materasso. La pressatura

    avviene in presse monovano o multivano, dopo che il materasso viene tagliato, a temperature dicirca 140-165C per UF e 190 per PF. La compattezza del pannello in pressa impedisce laliberazione del vapore accumulato, per cui la pressatura deve procedere in pi fasi di pressione escarico, per facilitarne la fuoriuscita. Le pressioni utilizzate vanno dai 35 ai 60 Kg/cm e variano infunzione della massa volumica che si vuole conferire al pannello.

    Il procedimento per via umida

    Detto anche 'Feltratura per via umida', differisce dal precedente in quanto, viene utilizzata l'acquacome mezzo di distribuzione delle fibre nel materasso (rendendo il processo come "estensione" del

    processo tecnologico della Carta, e non vengono di solito impiegati leganti aggiuntivi: se le fibrelignocellulosiche contengono sufficiente lignina e se questa non si altera durante le operazioni disfibratura (per idrolisi), la lignina stessa viene impiegata come legante, trasformandosi, sottol'azione del calore e della pressione, in adesivo termoplastico. La giusta quantit, necessaria allaformazione di un pannello, di fibre e acqua miscelate, viene posizionata su di un piano che ha

    propriet di permeabilit nei confronti dell'acqua (ad esempio pu essere formato da una fitta rete),dopo di che viene applicata una depressione al di sotto del piano, che aggiunta all'azione di cilindri

    pressori che schiacciano la miscela, fa si che venga rimossa l'acqua in eccesso. Segue l'operazionedi pressatura, di durata compresa fra i 5 e i 15 minuti, effettuata in presse multivano in tre fasisuccessive: una prima fase in cui viene applicata un'alta pressione che rimuove gran parte dell'acquae riduce lo spessore del pannello al valore desiderato; la seconda fase prevede una pressione ridotta

    che serve alla fuoriuscita controllata del vapore; la terza fase quella della pressatura definitiva delpannello che viene effettuata a temperature elevate (fino a 210C) e con pressioni variabili (max50kg/cm) in base alla massa volumica finale che si vuole ottenere. L'utilizzo combinato di alta

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    temperatura e pressione permette di utilizzare la lignina, il polimero che contenuto naturalmentenel legno, come legante per i legami fibra-fibra, grazie proprio alle sue caratteristichetermoplastiche e al processo che ne deriva di plasticizzazione e ricementazione.

    Com' la tessitura della muratura a due e a tre testeGli spessori dei muri in laterizio sono ottenuti e misurati come multipli della larghezza o "testa" delmattone utilizzato. La "testa" perci il modulo base di riferimento.

    Un muro il cui spessore uguale alla larghezza di un mattone si definisce "a una testa";un muro il cui spessore uguale alla lunghezza (o a due volte la larghezza) di un mattone sidefinisce "a due teste";un muro il cui spessore uguale ad una lunghezza e mezzo (o a tre volte la larghezza) di unmattone si definisce "a tre teste" e cos via.

    Normalmente il mattone pieno (quello unificato) misura 5,5 cm x 12 cm (la testa) x 25 cm, per cuile misure delle murature corrisponderanno alle seguenti misure:

    muro ad "una testa" = 12 cmmuro a "due teste" = 25 cm (un mattone in lunghezza oppure due mattoni di testa ed 1 cm dimalta di separazione)muro a "tre teste" = 38 cm (un mattone in lunghezza separato da 1 cm di malta da unmattone di testa oppure tre mattoni di testa separati da due spessori da 1 cm di malta).

    Come si esegue il raccordo tra pavimento dell'alloggio e quello delterrazzo

    Il raccordo tra pavimento interno ed esterno si realizza interponendo tra i due una soglia (lastrapiana di materiale lapideo) provvista di una battuta in corrispondenza dell'infisso a portafinestrache collega gli ambienti della casa al terrazzo o al giardino.

    La soglia deve trovarsi a livello del pavimento interno, cio a 3-4 cm al di sopra di quelloesterno per evitare che eventuali accumuli di acqua presenti sul terrazzo possano facilmenteinfiltrarsi all'interno. Il pavimento del terrazzo deve essere sempre leggermente inclinato verso igocciolatoi esterni, nel caso di balconi di piccole dimensioni, oppure verso i bocchettoni dismaltimento per l'acqua, nel caso di terrazzi di dimensioni maggiori.

    Per l'esecuzione di pavimenti esterni si preferiscono quei tipi che garantiscano una buonaresistenza alle escursioni termiche e che presentino una superficie corrugata poco sdrucciolevolecome ilgres, ilcottonon levigato, ilklinker, ecc.

    Per il terrazzo che tipo di pavimento conviene usare

    Per l'esecuzione di pavimenti esterni si preferiscono quei tipi che garantiscano una buonaresistenza alle escursioni termiche e che presentino una superficie corrugata poco sdrucciolevolecome il gres, il cotto non levigato, il klinker, ecc.

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    Muro a cassetta

    Come sono fatti i "muri a cassetta"

    Il muro "a cassetta" un sistema di isolamento alternativo al rivestimento a cappotto.

    Il sistema costituito da due pareti (teoricamente a tenuta stagna) separate da una camera d'aria(intercapedine) al cui interno pu essere inserito uno strato isolante (Il valore della trasmittanzatermica si alza se si prevede solo la camera d'aria senza isolante.). La parete pi esterna pi

    pesante e ha una dimensione maggiore mentre la parete interna pi leggera ha uno spessore minore.

    La parete esterna realizzata con mattoni o blocchi pieni o forati, disposti ad una o due teste.

    La superficie esterna pu essere intonacata o lasciata a vista, oppure finita con vari rivestimenti.

    La parete interna di solito di mattoni forati posti in foglio.

    Una delle superfici delimitanti l'intercapedine pu essere attrezzata con opportuno materialeisolante.

    La posa in opera

    generalmente avviene partendo dalla parete esterna che, una volta completata, vieneopportunamente isolata; quindi si procede alla realizzazione della parete interna ad una distanza nonsuperiore ai 10 cm, con misure ottimali intorno ai 5-6 cm quando c' anche l'isolante. Ci perevitare la formazione di movimenti d'aria all'interno delle intercapedini stesse che farebberoaumentare la capacit di trasmissione termica della parete, diminuendone il potere isolante.

    La fodera interna pu essere realizzata anche con materiali diversi, quali ad esempio le lastre inlatero-gesso, o i pannelli in cartongesso.

    Intonaco

    L'intonaco rappresenta il sistema di finitura pi economico per i diversi elementi costruttivi, lasuperficie di "sacrificio". Esso costituito da un insieme di strati di malta.Per gli intonaci esterni le malte devono essere preparate in modo tale da resistere agli agentiatmosferici, sono pertanto utilizzate malte cementizie o, meglio, eseguite in calce idraulica in

    quanto meno sensibili ai fenomeni di ritiro e fessurazione.L'intonaco facilmente aggrappabile su superfici in muratura o in cls, purch non eccessivamentelisce, in caso contrario si deve ricorrere a reti metalliche o particolari collanti sintetici.L'esecuzione dell'intonaco richiede una prima operazione di pulitura e raschiatura della parete disupporto con abbondante bagnatura di quest'ultima, in modo che non venga sottratta acquaall'indurimento dei successivi strati di malta che verranno applicati.Si procede quindi all'esecuzione dell'intonaco grezzo o arricciatura, costituito da due strati di malta,il primo destinato all'aggrappaggio, il secondo con funzione di livellamento.Il terzo strato quello che d la finitura e a seconda del tipo di malta e della lavorazione si avrannodiverse soluzioni (intonaco a gesso, graffiato, a marmiglia, martellinato, ecc.).Il completamento pu prevedere la coloritura finale.

    Esistono anche intonaci additivati con sostanze idrorepellenti o resine epossidiche che conferisconoalle pareti notevoli propriet impermeabilizzanti.Normalmente lo strato di intonaco varia tra 1,5 cm e 2,5 cm.

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    Calcestruzzo armato

    Come si realizza un elemento strutturale in calcestruzzo armato

    La tecnologia del calcestruzzo armato (c.a.) prevede innanzitutto la realizzazione delle casseformeper contenere il getto dicalcestruzzo (cls).

    Nei sistemi tradizionali si usano casseforme in legno o in metallo riutilizzabili, costituite daelementi bidimensionali di varie dimensioni che vengono montati in opera a seconda della forma edelle dimensioni delle strutture che si devono realizzare e che vengono poi tolte una volta che ilcalcestruzzo sia sufficientemente stagionato.

    Nei sistemi industrializzati si usano invece dei tipi di casseforme "a perdere", cio dei pannelli infibra di legno o schiume dure additivate che formano l'involucro entro cui viene realizzato il gettoin cls., con il quale vengono a formare un insieme solidale che costituisce la struttura.

    Tornando al sistema tradizionale, una volta montate le casseforme si pronti per l'esecuzione delgetto, la buona riuscita di questa operazione dipende soprattutto dalla lavorabilit del cls che deveessere facilmente manipolato e sistemato nei casseri in modo che non si formino dei vuoti che

    possono indebolire la struttura finita.

    A tal fine durante il getto si usa vibrare e compattare il cls con apposite apparecchiature pergarantire che si distribuisca il pi uniformemente possibile.

    Molto influenti sono gli effetti dell'ambiente sul cls fresco, in modo particolare l'umidit, la

    temperatura ed il vento. Quando ad esempio la temperatura si trova tra gli 0 ed i 10 C si puregistrare un rallentamento delle fasi di presa e di indurimento, di cui tenere conto per non incorrerein problemi di disarmo troppo affrettato, cio prima che il cls abbia raggiunto un sufficiente gradodi indurimento.

    Per temperature inferiori agli 0 C si possono avere gravi per il cls fresco e devono pertantoadottarsi particolari misure protettive.

    Le alte temperature esterne non sono invece cos dannose per la presa e l'indurimento, soprattutto sesi controlla l'evaporazione dell'acqua. Questa diventa pericolosa quando si supera 1 litro / mq h,

    perch in tal caso il ritiro molto forte.

    Quando ad esempio la temperatura esterna 30 C il tempo entro cui il cls pu essere lavorato inferiore alle tre ore (momento in cui inizia la presa) e appena rifinito superficialmente deve essere

    protetto dalla rapida evaporazione dell'acqua con teli impermeabili per almeno sette giorni. incondizioni normali il getto pu essere disarmato dopo 28 giorni quando cio il cls ha raggiunto ivalori finali delle resistenze meccaniche e si pu iniziare la successiva fase di lavorazione.

    Le barre di acciaio (tondini) devono essere preferibilmente ad aderenza migliorata eopportunamente controllate per verificare che siano prive di ruggine.

    La loro posa in opera deve risultare perfettamente conforme a quanto previsto dagli esecutivi di

    progetto per quantit e dimensioni.

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    Le staffe devono essere tutte legate in modo che il telaio risulti perfettamente squadrato.

    Particolare attenzione va posta nel posizionamento dei tondini in modo che non affiori o, alcontrario, sia troppo interno al manufatto.

    Che cos' un infisso a "taglio termico" e a "giunto aperto"

    Gli infissi "a taglio termico" e a "giunto aperto" sono particolari infissi, generalmente inalluminio, atti a garantire una migliore tenuta nei confronti delle dispersioni termiche e a risolvere il

    problema del ponte termico in corrispondenza dei serramenti.

    Infatti la guarnizione esterna utilizzata nei serramenti normali non sufficiente ad evitareinfiltrazioni di aria ed acqua all'interno del serramento quando, ad esempio, in presenza di elevata

    pressione esterna il profilo dell'anta tende ad inflettersi determinando il distacco della guarnizionedal controtelaio.

    Nel caso di infissi "a giunto aperto" l'acqua eventualmente penetrata all'interno viene drenata

    attraverso fori di scarico grazie ad un fenomeno di equilibrio della pressione interna al profilato conquella esterna, che rende noto questo tipo di infisso anche con il nome di "giunto a compensazionedi pressione".

    I profilati a "taglio termico", invece, si basano sul principio dell'interruzione della continuit delmetallo attraverso l'inserimento di un opportuno materiale a bassa conducibilit termica incorrispondenza di una camera interna al profilato.

    Il sistema pi diffuso consiste nell'iniettare una schiuma poliuretanica all'interno del profilatoestruso e provvedere alla successiva asportazione meccanica di strisce dell'estruso.

    Ai fini termici pu avere importanza anche la finitura superficiale dei profilati, infatti lo scambio dicalore per irraggiamento diverso in relazione alle caratteristiche dello strato superficiale (lucidato,satinato) e del colore (naturale, bronzo).

    Controsoffitto

    Come si montano e di che materiale possono essere i controsoffitti

    Si definisce controsoffitto una struttura di tipo leggero, collegata all'intradosso del solaio confunzione di isolamento termo-acustico e/o di mascheramento di impianti e travature in genere.

    I controsoffitti sono costituiti da:

    una struttura di sostegno realizzata con intelaiature (legno, metallo) fissate al soffitto o lungo le

    pareti perimetrali, oppure appese con sospensioni (pendini) all'intradosso del solaio;

    una chiusura o schermatura, a seconda che sia una controsoffittatura piena o grigliata.

    La chiusura di tipo continuo e si realizza fissando alla struttura di sostegno una rete metallica apiccole maglie (graticcio) o un lamierino sui quali viene applicato, dal basso, l'intonaco realizzatocon malta di calce o cemento. Questa soluzione, per le caratteristiche di inamovibilit, vieneutilizzata quando ad un controsoffitto non sono richiesti requisiti di ispezionabilit e/o di flessibilit.

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    La chiusura realizzata con elementi modulari invece di tipo discontinuo per la presenza dei giuntidi connessione fra i diversi elementi che sono facilmente smontabili, risultando particolarmenteadatti al passaggio degli impianti.

    La schermatura si realizza con elementi modulari aperti, costituiti da griglie organizzate in vere eproprie maglie, queste ultime sono studiate per conferire alla controsoffittatura proprietfonoassorbenti.

    Le caratteristiche fondamentali per un controsoffitto sono la resistenza meccanica, un elevato poteretermocoibente, un elevato potere fonoassorbente, caratteristiche di imputrescibilit e durata.

    I materiali pi comuni per la loro realizzazione sono il legno, il gesso o cartongesso, le fibreminerali, i materiali isolanti in genere, i materiali plastici, i materiali metallici, i laminati.

    In generale i controsoffitti in materiali isolanti o fibre minerali offrono una resistenza meccanicainferiore a quelli realizzati in legno o in metallo, ma presentano al contempo un maggiore potereisolante.

    Che cosa si intende per tecnologia a "tunnel"

    uno dei sistemi pi evoluti nel settore delle casseforme industrializzate che necessitano diattrezzature di cantiere complesse e costose, tali da rendere conveniente l'impiego di questatecnologia soltanto per interventi di notevoli dimensioni (oltre i 250 alloggi).

    I tunnel meccanici sono costituiti da una matrice piana in lamiera metallica a forma di U rovesciatache ha il compito di sagomare e contenere il getto in cls.

    L'uso del "tunnel" consente il getto contemporaneo di setti e di solai che vengono a costituire uninsieme monolitico senza soluzione di continuit, realizzando cos una compagine strutturale moltosolida che permette l'uso di questa tecnologia anche in zone sismiche.

    Le casseforme vengono posizionate una di seguito all'altra fino a formare una "canna" di profondit,luce e altezza pari a quella di un piano dell'edificio da realizzare.

    La lunghezza di ciascun tunnel di 2,5 m, la larghezza pu variare da un minimo di 1,25 fino ad unmassimo di 6,00 m grazie alla presenza di una trave estensibile sotto il pannello orizzontale.

    Il ciclo di lavorazione giornaliera prevede la realizzazione di una batteria di canne, cio il getto diuna serie di tunnel affiancati che costituiscono il nucleo operativo del cantiere e che in mediacorrispondono a 80-120 mq di piano, vale a dire un alloggio al giorno.

    Naturalmente per poter avere questo ritmo di lavorazione si deve ricorrere ad un sistema diindurimento forzato del getto che il mattino successivo deve essere disarmato per poter utilizzare itunnel in un altro ciclo giornaliero.

    La velocit di indurimento del getto viene assicurata sia dalla presenza di poca acqua nell'impasto(si usano dei fluidificanti per rendere il composto lavorabile), sia dal riscaldamento dei tunnel con

    stufe a gas a raggi infrarossi o con ventilatori di aria calda, per non disperdere il calore, vengonoinoltre abbassati dei teloni alle estremit del tunnel.

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    L'intero sistema produttivo a tunnel necessita di una razionale organizzazione del cantiere perquanto riguarda l'uso dell'attrezzatura e la programmazione delle diverse fasi del processocostruttivo.

    Quale deve essere la giusta esposizione di un edificio rispetto ai punticardinali

    La collocazione dell'edificio nell'area interessata deve comportare un'attenta valutazione dellasagoma e dell'altezza degli edifici circostanti, in relazione al percorso del sole in inverno ed inestate, al fine di individuare le zone d'ombra e le zone di massima insolazione.

    Nei climi temperati l'orientamento da preferire quello con sviluppo dell'edificio lungo la direzioneEst-Ovest (asse eliotermico), con sviluppo di superfici vetrate a Sud e superfici piene a Nord.

    In altre condizioni climatiche pu risultare vantaggioso posizionare l'edificio secondo direzionidiverse da quelle dell'asse eliotermico.

    La progettazione e la distribuzione degli spazi interni dovr seguire la stessa logica al fine digarantire condizioni di benessere climatico.

    In generale, si dovranno disporre a Nord tutti quegli ambienti che non necessitano di particolareilluminazione, quali scale, corridoi, servizi, lasciando alle zone giorno o agli spazi lavorativi di

    primaria importanza, gran parte dello sviluppo lungo la facciata Sud.

    Le camere da letto potranno essere disposte a Sud-Est, Sud-Ovest, le cucine generalmente ad Est,

    preferendo per queste, soprattutto d'estate, il sole meno caldo della mattina.L'ingresso deve essere protetto per difendere lo spazio interno dall'aria fredda che entra ogni voltache si apre la porta, in primo luogo si deve avere l'avvertenza di non esporre mai l'entrata all'azionedei venti invernali dominanti.

    A questo proposito sarebbe sempre necessario proteggere la parete Nord dall'azione del vento, adesempio su terreni con pendenza verso Sud si preferisce incassare l'edificio per sfruttare l'azione di

    protezione della parete determinata dallo scavo.

    Giunti di dilatazione

    Cosa sono e a cosa servono i giunti di dilatazione

    I giunti di dilatazione nelle strutture sono dei punti di distacco inseriti a distanze prefissate(generalmente ogni 30 m) in relazione al tipo di materiale, per assecondare le dilatazioni e lecontrazioni che i materiali subiscono in seguito ai fenomeni di escursioni termiche stagionali.

    In base a quali caratteristiche un materiale si definisce isolante

    Si devono innanzitutto distingure gli isolanti termici dagli isolanti acustici, anche se in alcuni casisi trovano materiali in grado di soddisfare entrambi i requisiti.

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    Tutti i materiali che hanno un'elevata resistenza termica (R = S / lambda) e quindi una scarsacapacit di trasmettere calore, espressa dal valore del coefficiente di conducibilit termica lambda si

    possono definire termoisolanti.

    Allo stesso modo tutti i materiali che hanno un elevato potere fonoassorbente espresso dalcoefficiente di assorbimento (inteso come quantit di energia sonora non riflessa e non trasmessa) si

    possono considerare isolanti acustici.

    La caratteristica fondamentale di questi materiali quella di avere una struttura porosa e fibrosa ingrado di contenere una notevole quantit d'aria, sono inoltre dotati di bassi valori di peso propriounitario e privi di rigidit. Sono anelastici (incapaci di riprendere la forma originaria al cessare dellasollecitazione) e quindi incapaci di entrare in vibrazione e di diventare essi stessi una fontesecondaria di rumore. Si trovano quasi sempre utilizzati in associazione ad elementi rigidi. Sonodisponibili in diverse forme e confezioni, tra cui i tessuti ed i feltri, pannelli rigidi, materassinitrapuntati su reti metalliche e carta catramata, materiali sfusi per il riempimento di intercapedini,materiali liquidi (schiume).

    Barriera al vaporeDove si deve mettere la barriera al vapore e perch

    La barriera al vapore si trova all'interno degli elementi costruttivi perimetrali (tamponature e solai)e serve a proteggere l'isolante dalle infiltrazioni di acqua dovute all'eventuale formazione dicondensa negli strati interni. Infatti i materiali isolanti perdono quasi totalmente la loro capacittermo-isolante quando vengono a contatto con l'acqua.

    La posizione della barriera al vapore dipende sempre dal flusso del calore e deve esser messa a

    ridosso dell'isolante dalla parte da cui arriva l'aria calda dell'ambiente interno riscaldato.La condensa si forma per effetto della presenza del vapore acqueo all'interno degli elementicostruttivi, in quanto tutti i materiali, compresi gli isolanti sono permeabili al flusso di vapore che sicrea quando si hanno delle condizioni climatiche tali da avere all'interno una temperatura pi altache all'esterno. La pressione di saturazione del vapore (corrispondente alla massima quantit divapore che l'aria pu contenere ad una certa temperatura - Ps) diminuisce al diminuire dellatemperatura quando, ad esempio, l'aria passa attraverso i diversi strati di cui costituita una parete,aventi tutti temperature progressivamente decrescenti verso l'esterno.

    Si ha la formazione della condensa nelle zone in cui la Pressione effettiva del vapore

    (corrispondente alla quantit di vapore contenuta nell'aria ad una temperatura-Pd) raggiunge osupera il valore della Ps.

    La funzione della barriera al vapore quella di ridurre drasticamente la traspirabilit del materialeisolante per abbattere il valore della Pd del vapore in modo tale che il valore di quest'ultima simantenga sempre al di sotto di quello della Ps per tutto lo spessore dell'elemento costruttivointeressato.

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    Qual il diagramma di passaggio di una diatermica attraversouna parete esterna

    Nel periodo invernale gli elementi costruttivi costituenti l'involucro di un edificio riscaldato sonointeressati dal passaggio di calore prodotto all'interno, verso l'ambiente esterno caratterizzato da unatemperatura pi bassa.

    La trasmissione del calore avviene all'interno dei corpi solidi per conduzione, mentre tra i corpisolidi e l'aria per convezione e irraggiamento.

    L'isolamento fornito da una parete esterna sar tanto pi efficace quanto minori risulteranno i flussitermici attraverso di essa, a parit di temperatura esterna ed interna, ovvero quanto maggiore sar laresistenza termica della parete stessa.

    La resistenza termica di una parete non omogenea sar pari alla somma delle resistenze termiche deisingoli strati a cui si devono aggiungere gli scambi termici che avvengono tra le due superfici della

    parete e l'aria ambientale, sia interna che esterna.Detti scambi sono regolati dai coefficienti di adduzione interno (alfa i) ed esterno (alfa e), i cuiinversi, detti "resistenze liminari" sono i valori da sommare alle resistenze termiche dei singolistrati.

    Lo scambio termico attraverso una parete dovuto ad una serie di salti termici regolati dalledifferenti temperature tra aria e superficie interna della parete, tra le facce dei diversi strati dimateriale ed infine tra superficie esterna ed aria fredda.

    La caduta di temperatura tra le due facce di uno strato solido dipende ovviamente dalla

    conducibilit lambda del materiale e risulter tanto maggiore quanto minore lambda, cio quantomaggiori risultano le capacit isolanti del materiale.

    Ponte termico

    Che cosa si intende con "ponte termico" e come si risolve

    I fenomeni di dispersione del calore non avvengono soltanto attraverso gli elementi costruttivi indirezione perpendicolare alle loro superfici, ma anche in corrispondenza di tutta una serie di punticritici dell'involucro edilizio, detti "ponti termici" che si configurano come vie privilegiate di

    trasmissione del calore, in quanto caratterizzati da maggiore trasmittanza rispetto al restodell'involucro.

    I ponti termici possono essere considerati come delle discontinuit di tipo sia geometrico checostruttivo. Sono discontinuit geometriche quelli in corrispondenza degli angoli e delle intersezionitra i diversi elementi costruttivi (muri, setti, solai, ecc.).

    Sono invece discontinuit di tipo costruttivo quelle in corrispondenza delle interconnessioni trasistemi e sottosistemi di completamento e nell'ambito di quest'ultimi i nodi strutturali, i serramentied i collegamenti di questi con la tamponatura rappresentano i casi pi frequenti di ponti termici.

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    In corrispondenza dei nodi strutturali, il ponte termico si pu risolvere con l'adozione ditamponature passanti o di isolamento a cappotto, in ogni caso si dovr procedere alla protezionedella discontinuit tecnica con interventi anche di tipo localizzato.

    Per quanto riguarda i serramenti la risoluzione del ponte termico dipende dal tipo di serramentoadottato, ad esempio, per garantire le minori dispersioni, si possono avere i vetri termoisolanti, gliinfissi realizzati con materiali a bassa conducibilit termica, l'inserimento di guarnizioni nei punti di

    battuta tra infisso e tamponatura, ecc.

    Isolamento a cappotto

    Cosa si intende per "isolamento a cappotto"

    L'isolamento a cappotto un procedimento che consente di isolare dall'esterno le pareti di unacostruzione, eliminando iponti termici.

    La disposizione dellisolante per le pareti perimetrali particolare perch invece di essere inserito

    nella parte interna della parete, viene posizionato verso lesterno al fine di limitare le dispersioniinvernali.

    Tale disposizione conveniente da molti punti di vista, ad esempio per evitare i fenomeni dicondensa senza dover ricorrere alluso dibarriere al vaporeche diminuiscono fortemente latraspirabilit della parete.

    Infatti con lisolante posto verso lesterno il flusso di vapore acqueo attraversa prima gli strati meno

    porosi della parete in grado di abbattere con la loro resistenza la pressione effettiva in modo chequesta non raggiunga mai il valore della Pressione di Saturazione.

    Migliora inoltre, a parit di altre condizioni, linerzia termica della parete, ovvero la sua capacit di

    impedire che brusche variazioni di temperatura esterna si trasmettano allinterno con tutta la lorointensit e rapidit.

    Infine con lisolante che avvolge esternamente le pareti si eliminano molti deiponti termiciche siverificano nella maggior parte dei nodi strutturali nel caso di isolamento posto allinterno.

    Lo svantaggio di questa soluzione tecnologica sembra essere quello di un costo eccessivo rispettoalla soluzione tradizionale.

    I vantaggi:

    50% di risparmio energetico sul riscaldamento;

    barriera anti rumore e termica;

    durata e stabilit nel tempo;

    assorbimento d'acqua irrilevante.

    http://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Barriera_al_vaporehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Barriera_al_vaporehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Barriera_al_vaporehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termicohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Barriera_al_vaporehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Ponte_termico
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    Casa passiva

    Cosa si intende per "casa passiva" (passivhaus)

    La casa passiva (passivhaus secondo il termine originale di lingua tedesca, passive house in linguainglese) un'abitazione che assicura il benessere termico senza alcun impianto di riscaldamento

    "convenzionale", ossia caldaia e termosifoni o sistemi analoghi.

    La casa detta passiva perch la somma degli apporti passivi di calore dell'irraggiamento solaretrasmessi dalle finestre e il calore generato internamente all'edificio da elettrodomestici e daglioccupanti stessi sono quasi sufficienti a compensare le perdite dell'involucro durante la stagionefredda.

    Questo tipo di costruzioni viene generalmente realizzato con legno strutturale, che un isolantenaturale.

    Lana di rocciaCos' la "lana di roccia" e a cosa serve

    La lana di roccia un materiale naturale, altamente termoisolante, e per la sua struttura a celleaperte anche fonoassorbente.

    Di origine vulcanica stato scoperto per la prima volta nelle isole Hawaii.

    E' usata per isolare termicamente e acusticamente edifici o singoli ambienti.

    Dove si fanno passare normalmente i tubi dell'impianto diriscaldamento

    La rete di distribuzione del calore mediante acqua realizzata con tubazioni in acciaioopportunamente coibentate. La posizione dei tubi varia a seconda del tipo di impianto che si vuolerealizzare. Gli impianti si distinguono fondamentalmente in due categorie:

    quelli a circolazione naturale (senza organi di spinta);quelli a circolazione forzata con elettropompe.

    Anche se oggi gli impianti a circolazione naturale sono quasi in disuso in Italia, a causa degli elevatidiametri delle tubazioni e della necessit di grandi serbatoi collocati sui tetti dei fabbricati, in moltialtri paesi del mondo rappresentano ancora la soluzione pi usata.

    Le reti di distribuzione possono essere:

    "a colonne montanti" prevede la realizzazione di una tubazione verticale in corrispondenzadi ogni allineamento verticale di corpi scaldanti, quindi, in tal caso, i tubi si troverebberoall'interno delle pareti perimetrali verticali;"a collettore complanare" prevede per ogni appartamento o unit da servire, collettori di

    distribuzione collegati alle colonne montanti e una rete di tubazioni orizzontalegeneralmente installata sotto il pavimento.

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    Quali sono le modalit di trasmissione del rumore e quali i limiti diintensit sonora all'interno degli edifici per garantire condizioni dibenessere acustico

    La trasmissione del suono da una sorgente al ricevitore pu avvenire in diversi modi e per diversevie.

    Le traiettorie seguite possono riassumersi in due gruppi:

    via aerea;via strutturale

    A sua volta il primo gruppo pu essere ricondotto a due sottogruppi:

    il primo, rumore trasmesso attraverso condotti, finestre, ed altri passaggi daria;il secondo riconducibile ad una trasmissione del rumore aereo attraverso la struttura. Tali

    traiettorie solamente in alcune parti risultano essere in aria.

    Quali sono e quali propriet devono avere i materialiisolanti acustici

    I materiali con capacit fonoassorbenti devono essere in grado di intrappolare l'energia divibrazione delle onde sonore e di dissiparla, trasformandola in calore a mezzo degli attriti, inmodo tale che la quantit di energia sonora trasmessa sia molto ridotta rispetto a quellaassorbita.

    E' evidente che inserendo uno strato di materiale fonoassorbente nell'organizzazione di undivisorio, si ha un notevole miglioramento acustico fornito da quest'ultimo. Se lo strato ol'elemento fonoassorbente si affaccia direttamente nell'ambiente dove si trova la sorgente dirumore, si avr anche una notevole riduzione della riflessione delle onde sonore nell'ambientestesso. Risultano dotati di capacit fonoassorbente tutti i materiali porosi e fibrosi specie secaratterizzati da basso peso unitario. In ogni caso il coefficiente di assorbimento, inteso comefrazione di energia non riflessa e non trasmessa, funzione della frequenza incidente cos comedelle modalit di assemblaggio e messa in opera dell'elemento assorbente. Le principalisoluzioni adottate per aumentare l'assorbimento di superfici affacciate su ambienti fonti delrumore sono: strati porosi, piastrelle acustiche, pannelli vibranti, risuonatori ecc. Qualora lostrato di materiale poroso sia di dimensioni limitate, il coefficiente di assorbimento dello stesso

    viene ridotto dalla porzione di suono riflessa dalla superficie rigida retrostante. Lo strato puessere installato anche ad una certa distanza dalla parete, in modo tale da incontrare l'ondaincidente in punti dove la velocit delle particelle d'aria massima, ne consegue a parit di altrecondizioni, un pi alto assorbimento.

    Qual lo schema statico di una capriata

    La capriata, se riceve carichi solo nei nodi e se in questi gli assi degli elementi convergono in unostesso punto, soggetta a sforzi ditrazione(il monaco e soprattutto la catena) o compressione (i

    puntoni); altrimenti i carichi che gravano sui puntoni generano in essi dei momenti flettenti mentre

    le eccentricit nei nodi generano dei momenti in ogni membratura ivi convergente.

    http://it.wikipedia.org/wiki/Trazione_%28fisica%29http://it.wikipedia.org/wiki/Trazione_%28fisica%29http://it.wikipedia.org/wiki/Trazione_%28fisica%29http://it.wikipedia.org/wiki/Trazione_%28fisica%29
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    Non si possono infatti tollerare azioni orizzontali che non siano dovute la sisma, perch sicreerebbe un effetto cumulativo molto dannoso per la stabilit della struttura.

    Trave a spessore

    Sono travi la cui altezza compresa nello spessore del solaio, sono spesso usate negli edifici

    d'abitazione che non richiedono luci troppo elevate. La forma della sezione di solito sensibilmenteappiattita poich, restando fissata l'altezza in misure generalmente inferiori a quelle derivanti daiproporzionamenti ordinari, la larghezza, derivante dalla condizione di resistere alle sollecitazionimassime, risulta notevole.

    Con le travi a spessore conviene, quando possibile, impiegare solai con soletta di calcestruzzo che,collaborando con la trave, contribuisce ad aumentare il momento d'inerzia della sua sezione retta e adiminuire quindi la deformabilit. Infatti, le travi a spessore risultano in genere sensibilmente pideformabili delle travi con nervatura sporgente, e una eccessiva deformabilit pu causare lesionialle tramezzature, e alle pavimentazioni.

    Generalmente l'altezza di tali travi bene che non sia inferiore a 1/20 della luce massima, quindispesso opportuno adottare solai di spessore leggermente sovradimensionato e, nel caso di maglierettangolari, disporre le travi nella direzione del lato pi corto.

    Un problema particolarmente delicato per le travi in spessore quello relativo al trasferimento deltaglio in corrispondenza dei pilastri, infatti, avendo questi larghezza in genere sensibilmenteinferiore a quella delle travi, tendono a punzonarle.

    Se le tensioni tangenziali medie superano i valori limiti consentiti dalla normativa, indispensabiledisporre convenienti armature che possono essere costituite da ferri piegati, possibilmente di

    piccolo diametro e molto ravvicinati al pilastro, talvolta, in alternativa, s'impiegano staffe disposteattorno al pilastro, che hanno la funzione di cerchiatura.

    Per quanto riguarda l'armatura d'intradosso delle travi, la normativa italiana prescrive che, incorrispondenza di ciascuna sezione estrema, essa debba essere tale da resistere, con adeguatoancoraggio, ad uno sforzo pari al taglio relativo. Almeno due barre superiori devono esseremantenute all'estradosso, per l'intera estensione, con funzione di reggistaffe e analoga disposizionedeve essere adottata, per l'intradosso. Sempre secondo la normativa le staffe devono assorbire nonmeno del 40% del complessivo sforzo di scorrimento. Di solito le staffe sono mantenute di diametroe passo costanti per l'intera lunghezza della trave.

    Le travi vanno dimensionate in funzione della luce (la distanza che intercorre tra gli interassi di duepilastri (o setti) successivi) e generalmente si usa il criterio secondo il quale lo spessorelongitudinale delle travi (o altezze) deve essere pari a 1/10 o 1/12 della luce.

    Ci significa che nel caso si abbia una luce di 6 m la trave dovr essere approssimativamente alta 60cm. Ne consegue che risulter sporgente verso l'intradosso del solaio di circa 30 cm (ipotizzando un

    pacchetto solaio standard di circa 30 cm).

    In tutti quei casi in cui tale sporgenza, sia nelle travi di bordo che in quelle intermedie, risulti pocoopportuna, quando ad esempio si sceglie un taglio della finestra tale da non consentire, perinsufficiente altezza, l'alloggiamento del cassonetto per l'avvolgibile, o quando non si vuole vedere

    al centro delle stanze il rilievo delle travi sui soffitti e non sia possibile controsoffittare,si ricorreall'uso delle travi "a spessore", cos definite perch vengono alloggiate completamente nellospessore del solaio, facendo scomparire rispetto ad esso ogni sporgenza.

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    In pratica supponiamo di utilizzare la stessa trave di prima con un h di 60 cm ed una base di 20 cm edi ruotarla di 90 gradi in modo che l'altezza risulti di 20 cm e la base di 60 cm. Da un punto di vistastatico il comportamento della trave normale e di quella a spessore sostanzialmente diverso, infattinel primo caso la trave offre una maggiore resistenza alla flessione in quanto il suo momento diinerzia pi grande rispetto al momento di inerzia della trave a spessore.

    Quindi, essendo sottoposta a sollecitazioni maggiori, la trave a spessore deve essere pi armata diuna trave normale e a volte anche un p pi lunga (invece di soli 20 cm, 30 cm ad esempio).

    Solaio in laterocemento

    Isolaiinlaterocementosono solai in cui ad elementi incalcestruzzo armato, normalmente travi confunzioni prevalentemente resistive-strutturali, si uniscono elementi inlateriziocon funzioni

    prevalentemente di alleggerimento e dicoibentazione, generalmente blocchi (tipotavelle,tavellonietavellineoppurepignatte).

    Sono classificati come strutture miste poich ottenute dall'assemblaggio di questi due tipi di

    materiale che hanno fra loro buona affinit.

    Gli elementi inlateriziopossono essere collaboranti con lastrutturaincalcestruzzoai fini dellastaticit.

    Illaterizioviene usato per delimitare, con le suepareti, icanaliall'interno dei quali viene dispostal'armaturadiacciaioe che, successivamente, vengono riempiti dicalcestruzzo.

    Questi canali, a calcestruzzo indurito, rappresenteranno le nervature resistenti dell'intera struttura.La funzione resistiva pu essere assunta in parte anche dal laterizio che, nello specifico, presenter

    particolari requisiti e forme.

    I solai inlaterocementopossono essere fatti in opera, parzialmente in opera o prefabbricati e sono latipologia pi diffusa tra le strutture piane orizzontali adoperate nell'edilizia comune.

    Nel caso di solai parzialmente o totalmente prefabbricati, l'armatura contenuta all'interno deicomponenti prefabbricati.

    I solai inlaterocementocontraviprefabbricate sono molto diffusi nell'edilizia contemporanea.

    La tipologia delle travi pu variare, ma in generale tutti i solai in laterocemento sono piuttosto

    leggeri e garantiscono un buonisolamento termo-acustico, hanno una notevole rigidezza flessionalee ripartiscono in maniera uniforme i carichi sugli appoggi. Infine, non necessitano di impegnativeopere dicasseraturae risultano di rapida e semplice esecuzione.

    Di norma alle travi si associano lepignatte(collaboranti o meno), ma quando necessario realizzaresolai ad intercapedine pu essere vantaggioso il ricorso alsolaiocon travi di tipo "Varese" (dettoanchesolaio "Varese"), insieme ad elementi dialleggerimentotipo tavelloni o tavelle.

    Se si prevedono in fase dimontaggioelementi diplafonaturarimovibili, lacamera d'ariapu essereispezionabile.

    http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solai&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solai&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solai&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzo_armatohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzo_armatohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzo_armatohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Coibentazione&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Coibentazione&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Coibentazione&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelle&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelle&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelle&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelloni&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelloni&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelloni&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelline&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelline&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelline&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Struttura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Struttura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Struttura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pareti&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pareti&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pareti&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Canali&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Canali&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Canali&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Armatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Armatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Armatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Acciaiohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Acciaiohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Acciaiohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Travi&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Travi&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Travi&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Isolamento_termo-acustico&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Isolamento_termo-acustico&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Isolamento_termo-acustico&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Casseratura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Casseratura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Casseratura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solaio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solaio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solaio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Solaio_Varesehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Solaio_Varesehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Solaio_Varesehttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Alleggerimento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Alleggerimento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Alleggerimento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Montaggio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Montaggio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Montaggio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Plafonatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Plafonatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Plafonatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Camera_d%27aria&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Camera_d%27aria&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Camera_d%27aria&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Camera_d%27aria&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Plafonatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Montaggio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Alleggerimento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Solaio_Varesehttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solaio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Casseratura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Isolamento_termo-acustico&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Travi&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Acciaiohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Armatura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Canali&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pareti&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Struttura&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Pignatte&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelline&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelloni&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Tavelle&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Coibentazione&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Lateriziohttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Calcestruzzo_armatohttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Laterocemento&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Solai&action=edit&redlink=1
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    Qual il peso di 1 mc di CLS ed il peso di 1 mc di acciaio e quali sonole loro caratteristiche di resistenza

    Il calcestruzzo (cls) un impasto di pietrisco, ghiaia, sabbia ed eventuali additivi, legato con acqua,calce idraulica o cemento, usato nelle costruzioni stradali ed edili.Il calcestruzzo pesa circa 2300 kg/mc;

    - la Resistenza Caratteristica Cubica a 28 giorni di maturazione (Rck) compresa fra 150-400kg/cmq- la Tensione Massima Ammissibile (sigma) a compressione del cls sc = 60+(Rck-150/4

    Lacciaio una lega metallica di ferro (Fe) e carbonio (C)) di colore grigio , molto dura, resistenteed elastica. Possono essere presenti altri elementi accompagnatori e di lega. Tra gli elementiaccompagnatori si hanno: fosforo (P), zolfo (S), azoto (N). Tra gli elementi di lega si hanno:manganese (Mn), silicio (Si), Cromo (Cr), Nichel (Ni), molibdeno (Mo).Lacciaio pesa circa 7860 kg/mc;Le resistenze ammissibili variano a seconda del tipo di acciaio che si sta considerando, i tipi piusati sono (ai diversi gradi corrispondono diverse caratteristiche meccaniche del materiale):

    Fe 360 di grado B,C,DFe 460 di grado CFe 510 di grado C,D

    I valori ricorrenti delle Resistenze sono: sa = 1200-1600-2200-2400-2600 kg/cmq

    Le barre utilizzate nel c.a. sono prevalentemente di acciaio con resistenza sa = 2200 o 2600 kg/cmq,corrispondenti alle barre ad aderenza migliorata; mentre i valori di sa = 1200-1600 kg/cmqcorrispondenti alle barre lisce sono sempre meno usati.

    Nel caso di una struttura di tipo puntiforme (pilastri e travi) come sicontrasta l'azione del vento

    La funzione di controventamento pu essere assolta con l'inserimento di nuclei irrigidenti (blocchiscala e/o ascensore) ai quali verr aggrappata, tramite gli orizzontamenti, l'intera maglia strutturale.

    Nel contesto strutturale il posizionamento dei nuclei di controventatura deve risultare il pisimmetrico possibile rispetto agli assi principali dell'edificio.

    Se necessario inoltre, questi possono unirsi con setti in c.a. in corrispondenza della muratura didivisione degli alloggi per irrigidire l'intera struttura.

    In caso contrario, in condizioni sismiche, i nuclei stessi possono trasformarsi in "pivot" attorno aiquali pu avvenire l'avvitamento dei piani orizzontali con pesante coinvolgimento dei telai pilontani dall'asse verticale di rotazione (torsione di piano).

    La presenza dei nuclei di controventamento diviene essenziale in casi particolari di sistemiinteramente prefabbricati nei quali le modalit di assemblaggio non arrivano a garantire la perfettacontinuit e quindi la monoliticit tra i diversi elementi.

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    Strutture di fondazione

    Le strutture di fondazione collegano le strutture di elevazione al terreno, in modo tale da garantireche queste ultime siano sostenute dal terreno stesso. Dovr pertanto sussistere una condizione diequilibrio fra le sollecitazioni trasmesse dalla sovrastruttura e la reazione del suolo.

    A tal fine si dovr sempre verificare il comportamento del suolo per determinarne la sua resistenzain rapporto alle sollecitazioni trasmesse dalle fondazioni.

    Il criterio di resistenza del terreno viene stabilito in funzione delle caratteristiche meccaniche delsuolo e delle caratteristiche geometriche della fondazione.

    Si determina il valore della tensione al limite del collasso per il terreno e si fissa come caricoammissibile quello corrispondente ad un terzo del carico limite.

    Le fondazioni si suddividono in:

    -fondazioni dirette, possono essere isolate (plinti) o continue (travi rovesce e platee) e trasferisconoal terreno i carichi superiori per semplice appoggio sul piano di posa di una superficie pi o menoestesa;

    -fondazioni indirette o profonde (plinti o travi su pali) trasmettono i carichi a strati di terreno nonsuperficiali utilizzando particolari strutture (pali) e con modalit differenti dalla semplice posa.

    La scelta della tipologia fondale da adottare di volta in volta condizionata dalla natura del terrenosu cui si deve intervenire.

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    Leggi Urbanistiche

    Come organizzata la gerarchia delle strade

    Decreto Legislativo 30 aprile 1992 - Nuovo Codice della strada (D.L. 285/1992)Art. 2 Definizione e classificazione delle strade

    Le strade sono classificate riguardo alle loro caratteristiche costruttive, tecniche e funzionali, neiseguenti tipi:1. Autostrade;2. Strade extraurbane principali;3. Strade extraurbane secondarie;4. Strade urbane di scorrimento;5. Strade urbane di quartiere;6. Strade locali

    Standard urbanistici D.M. 1444 del 1968Decreto sugli Standard: Limiti inderogabilli di densit edilizia, di altezza, di distanza tra i fabbricatie i rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali produttivi e spazi pubblici oriservati alle attivit collettive, al verde pubblico o a parcheggi da osservare ai fini della formazionedei nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, ai sensi dell'art.17 dellalegge 6agosto 1967 n765.

    Con questo decreto vengono fissati i valori dei limiti introdotti dalla Legge Ponte per quantoriguarda gli indici e gli standard urbanistici; vengono altres definite le zone territoriali omogenee incui si applicano tali limiti.

    Per abitante:

    4,50 mq destinati all'istruzione

    2,00 mq destinati alle attrezzature di interesse comune

    9,00 mq destinati agli spazi pubblici attrezzati

    2,50 mq destinati a parcheggi

    La legge 1150 del 1942 di cosa tratta

    La legge innanzi tutto riordin la materia relativa agli strumenti di piano, affidandone la principaleresponsabilit ai Comuni, anche se fu previsto un sistema gerarchico che avrebbe dovuto garantireun completo e capillare controllo del territorio.

    - A livello pi generale venne istituito ilPiano Territoriale di Coordinamento, finalizzato adorientare e coordinare l'attivit urbanistica di aree vaste e vincolante per i piani subordinati;

    - A livello comunale sono invece previsti ilPiano Regolatore Generalee iProgrammi diFabbricazione (quest'ultimi per i Comuni non obbligati a redigere ilPRG);

    http://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722http://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722http://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722http://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722http://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722http://www.normattiva.it/dispatcher?task=attoCompleto&service=212&datagu=1967-08-31&redaz=067U0765&parControllo=si&connote=false&aggiorn=null&datavalidita=20100722
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    - La legge poi prevede che iPRGsiano attuati attraverso iPiani Particolareggiati, redatti dalComune.

    Per ciascuno di questi strumenti di piano sono indicati specificamente i contenuti, le modalit diformazione e le procedure per l'adozione, la pubblicazione, la presentazione di osservazioni el'approvazione. E' inoltre definita la loro validit nel tempo: ilPRGha validit a tempoindeterminato, fin quando non venga modificato da una "variante". I Piani Particolareggiati hannovalidit di 10 anni, entro i quali devono essere attuati.

    La legge disciplinava anche dettagliatamente l'attivit privata, con una serie di norme cheintroducono le lottizzazioni ed i comparti edificatori (strumenti esecutivi per attuare i piani

    particolareggiati), la licenza edilizia per l'edificazione nei centri abitati e nelle zone di espansione,lesanzioni per chi viola le norme urbanistiche. Per quanto riguarda l'esproprio, infine, la legge sirifaceva alle norme del 1865.

    L'art. 13 della legge 1150/1942, quali strumenti urbanistici

    introduceL'art.13 della legge 1150/42 introduce i piani particolareggiati esecutivi, che sono il mezzo diattuazione del P.R.G.

    In detti piani devono essere indicati le reti stradali e i principali dati altimetrici di ciascuna zona edebbono inoltre essere determinati:

    le masse e le altezze delle costruzioni lungo le principali strade e piazze;

    gli spazi riservati ad opere od impianti di interesse pubblico;

    gli edifici destinati a demolizione o ricostruzione, ovvero soggetti a restauro o a bonificaedilizia;

    le suddivisioni degli isolati in lotti fabbricabili secondo la tipologia indicata nel piano;

    gli elenchi catastali delle propriet da espropriare o da vincolare;

    la profondit delle zone laterali a opere pubbliche la cui occupazione serva ad integrare lefinalit delle opere stesse ed a soddisfare prevedibili esigenze future.

    http://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generale
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    l'individuazione stessa decade ad ogni effetto. In tal caso, sono consentiti gli interventi ediliziprevisti dal quarto e quinto comma del precedente articolo 27.

    4. Per quanto non stabilito dal presente titolo si applicano ai piani di recupero le disposizionipreviste per i piani particolareggiati dalla vigente legislazione regionale e, in mancanza, da quellastatale.

    5. I piani di recupero sono attuati:

    (il comma 5 ha sostituito gli originari commi quinto, sesto e settimo per effetto dell'art.13, comma1, della legge n. 179 del 1992)

    a) dai proprietari singoli o riuniti in consorzio o dalle cooperative edilizie di cui siano soci, dalleimprese di costruzione o dalle cooperative edilizie cui i proprietari o i soci abbiano conferito ilmandato all'esecuzione delle opere, dai condomini o loro consorzi, dai consorzi fra i primi ed isecondi, nonch dagli I.A.C.P o loro consorzi, da imprese di costruzione o loro associazionitemporanee o consorzi e da cooperative o loro consorzi;

    b) dai comuni, direttamente ovvero mediante apposite convenzioni con i soggetti di cui alla letteraa) nei seguenti casi:

    1) per gli interventi che essi intendono eseguire direttamente per il recupero del patrimonio edilizioesistente nonch, limitatamente agli interventi di rilevante interesse pubblico, con interventi diretti;

    2) per l'adeguamento delle urbanizzazioni;

    3) per gli interventi da attuare, mediante cessione volontaria, espropriazione od occupazionetemporanea, previa diffida nei confronti dei proprietari delle unit minime di intervento, in caso di

    inerzia dei medesimi, o in sostituzione dei medesimi nell'ipotesi di interventi assistiti da contributo.La diffida pu essere effettuata anche prima della decorrenza del termine di scadenza delprogramma pluriennale di attuazione nel quale il piano di recupero sia stato eventualmente incluso.

    6. I comuni, sempre previa diffida, possono provvedere allesecuzione delle opere previste dal piano

    di recupero, anche mediante occupazione temporanea, con diritto di rivalsa, nei confronti deiproprietari, delle spese sostenute.

    7. I comuni possono affidare la realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria aiproprietari singoli o riuniti in consorzio che eseguano gli interventi previsti dal piano di recupero.

    Piani decennali della legge 457/1978

    Legge 5 agosto 1978, n. 457 - GU 19 agosto, n. 231 | Norme per l'edilizia residenziale.

    Nell'articolo 1 vengono definiti i contenuti del Piano decennale di edilizia residenziale

    Titolo I | Piano decennale per l'edilizia residenziale. Organi e funzioni

    1. Contenuti del piano.

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    A partire dall'anno 1978 attuato un piano decennale di edilizia residenziale riguardante:

    a) gli interventi di edilizia sovvenzionata diretti alla costruzione di abitazioni e al recupero delpatrimonio edilizio degli enti pubblici (1/a);

    b) gli interventi di edilizia convenzionata e agevolata diretti alla costruzione di abitazioni e alrecupero del patrimonio edilizio esistente;

    c) l'acquisizione e l'urbanizzazione di aree destinate agli insediamenti residenziali (1/a).

    I finanziamenti per l'edilizia residenziale agevolata e sovvenzionata possono essere destinati adinterventi di edilizia residenziale pubblica o ad opere ad essi funzionali, da realizzare su aree oimmobili demaniali concessi a comuni o ad altri enti ai sensi della normativa vigente. Tali aree oimmobili devono comunque essere ricompresi in piani di recupero ovvero in programmi integrati diintervento, di riqualificazione urbana o di recupero urbano (1/b).

    Il piano indica e quantifica le risorse finanziarie e creditizie da destinare all'edilizia residenziale

    pubblica e determina i criteri per la loro gestione coordinata, tenuto conto delle linee generali diintervento nel settore dell'edilizia residenziale indicate dal C.I.P.E.

    Il piano decennale definisce il programma operativo per il primo quadriennio ed soggetto arevisione ogni quattro anni.

    Sulla base del piano nazionale le regioni formulano propri programmi quadriennali e progettibiennali di intervento.

    Alla relazione previsionale e programmatica ed alla relazione generale sulla situazione economicadel Paese, allegata una relazione sull'andamento del settore edilizio e sullo stato di realizzazione

    dei programmi di edilizia residenziale.

    Piani di Insediamento Produttivo

    Cosa sono e come sono organizzati i P.I.P. (Piani di Insediamento Produttivo)

    Sono piani di iniziativa pubblica attuativi delPiano Regolatore Generale.

    Possono essere progettati per accogliere o solo attivit monotematiche (artigianali, industriali,commerciali e turistiche), oppure un insieme di attivit tra quelle sopra elencate. Sono strumenti che

    possono essere realizzati soltanto su aree individuate, ai sensi dalla normativa urbanistica, come"aree industriali".

    Le aree su cui sorgeranno i fabbricati sono espropriate dal Comune e sono successivamente riceduteagli operatori o in diritto di propriet, oppure in diritto di superficie.

    Qualunque intervento edilizio in dette aree regolato da un atto notarile (convenzione) con cui sonodisciplinati i rapporti e gli obblighi dei singoli operatori nei confronti del Comune.

    I compiti assegnati al Comune, oltre a quelli strettamente tecnici, riguardano:

    http://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generale
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    verifica che i futuri operatori possiedano i requisiti soggettivi previsti dalle vigenti disposizioni

    legislative in materia e dalle norme tecniche di attuazione dello strumento urbanistico, per poter

    essere assegnatari di un lotto;

    esercizio del diritto di prelazione sulla cessione dei fabbricati;

    formazione ed aggiornamento annuale di una graduatoria di soggetti a cui assegnare gli eventuali

    lotti liberi.

    Come si attua il P.R.G. con quali procedureAttraverso i piani attuativi che non sono altro che i piani di dettaglio con i quali vengono attuatiiP.R.G.

    Ipiani di dettaglioquindi sonopiani particolareggiatio anche detti p.p di iniziativa pubblica erappresentano lo strumento attuativo delpiano regolatore generalepredisposto dal Comune einerente all'ambito territoriale stesso.

    Qual la differenza tra Piani Intercomunale e Piano diCoordinamento Territoriale

    I Piani Territoriali di Coordinamento e i Piani Regolatori Intercomunali furono introdotti dallaLegge n1150 del 1942.

    I P.T.C., detti anche piani regionali, di norma si estendono nell'ambito della regione e coincidonocol suo territorio.

    La funzione di detti piani quella di coordinare armonicamente lo sviluppo dei vari centri, sia perquanto riguarda l'assetto edilizio presente e futuro, sia per quanto riguarda le principali vie dicomunicazione, la creazione, la ubicazione e sistemazione delle industrie e delle altre attiviteconomiche in un insieme unitario e completo nello stesso tempo.

    Non sono piani essenzialmente urbanistici perch costituiscono degli strumenti di coordinamento ditutte le forme di attivit e quindi, oltre all'edilizia, disciplinano i trasporti, le comunicazioni, leindustrie, insomma tutta l'attivit economica e sociale delle Regioni. Hanno durata illimitata eobbligano i Comuni ad uniformare ad essi i propri piani regolatori. Sono in sostanza provvedimentiamministrativi che creano soltano oneri in quanto dispongono che volendo eseguire degli interventi,

    essi non potranno essere attuati che con l'osservanza di certe modalit e limitazioni.

    I Piani Intercomunali si redigono quando, per le caratteristiche di sviluppo degli aggregati edilizidi due o pi Comuni contermini, si riconosce opportuno il coordinamento delle direttive riguardantil'assetto urbanistico dei comuni stessi.

    Le aree per le quali si pensato ai P.I., sono innanzi tutto quelle di una grande citt che dal punto divista dei servizi e dello sviluppo urbanisticosi estende oltre la circoscrizione comunale ed interessacon la sua espansione, una serie di comuni satelliti.

    In secondo luogo il riferimento alle aree complementari, che nell'insieme hanno uno sviluppounitario, ma differenti caratterizzazioni delle sue parti, per cui i Comuni devono coordinare il lorosviluppo urbanistico se non vogliono creare squilibri nell'uilizzazione del territorio.

    http://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generalehttp://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_di_dettaglio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_di_dettaglio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_di_dettaglio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_particolareggiati&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_particolareggiati&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_particolareggiati&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piano_regolatore_generale&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piano_regolatore_generale&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piano_regolatore_generale&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piano_regolatore_generale&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_particolareggiati&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/index.php?title=Piani_di_dettaglio&action=edit&redlink=1http://wiki.professionearchitetto.it/w/Piano_Regolatore_Generale
  • 7/27/2019 esame di stato da architetti

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    Che cosa prevede la legge sull'Impatto Ambientale

    Normativa sui beni culturali LEGGE n.490 D.L. 29 1999.

    TESTO UNICO in materia di beni culturali e ambientali.

    VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE: la legge prevede che l'approvazione, in base allanorma dell'art.6 della legge n.349 /'86per i progetti di opere sottoposte a valutazione di impattoambientale,sia rilasciata dal ministero il quale si pronuncia sulla base del progetto definitivo sullacompatibilit dell'impatto ambientale. In caso di incompatibilit di tutela e conservazione del benecon il progetto redatto il ministero si pronuncia negativamente, quindi la procedura si consideraconclusa.

    Piano paesaggistico

    Cosa sono i Piani Paesistici

    Codice dei beni culturali e del paesaggio Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42

    Il Piano paesaggistico uno strumento che permette di individuare e tutelare i beni paesaggistici. Icontenuti del Piano sono individuati dall'articolo 143 del Dlgs 42/2004

    www.beniculturali.it/Pdf/Codice2004.pdf

    PARTE TERZA Beni paesaggistici -TITOLO I Tutela e valorizzazione - Capo III Pianificazione paesaggistica -Articolo 143 Piano paesaggistico

    1. In base alle caratteristiche naturali e storiche ed in relazione al livello di rilevanza e integrit dei

    valori paesaggistici, il piano ripartisce il territorio in ambiti omogenei, da quelli di elevato pregio

    paesaggistico fino a quelli significativamente compromessi o degradati.

    2. In funzione dei diversi livelli di valore paesaggistico riconosciuti, il p