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dall’età anticaall’età contemporanea
A l e f
Espansioniin
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© 2009, Gius. Laterza & Figli, Roma-Bari
Editori LaterzaPiazza Umberto I, 54 70121 Barie-mail: [email protected]
http://www.laterza.it
Questo prodotto è stato realizzato nel rispetto delle regolestabilite dal Sistema di gestione qualità conforme ai requisiti
ISO 9001:2000 valutato da AJA e coperto
dal certificato numero AJAEU/09/11317
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In ottemperanza a quanto stabilito dalla Legge 06-08-2008, n. 113, che preve-de l’adozione di «libri di testo disponibili, in tutto o in parte, nella rete inter-net» l’offerta didattica di E. Berti - F. Volpi, Storia della Filosofia dall’antichità aoggi si amplia attraverso il database Alef, ARchivio Laterza per l’EducazioneFilosofica, archivio di testi filosofici.
Il database comprende circa 400 testi, dai Presocratici a oggi; tutti i branipresenti in Alef sono consultabili on line e disponibili in formato Word.
La nostra proposta di integrazione/espansione del manuale prevede, perciascuna parte:
• Percorsi tematici: permettono di ampliare il manuale con unità didattichetematiche costruite sui brani presenti nel database.
Attraverso le funzioni di ricerca e archiviazione di Alef è possibile per il do-cente creare nuovi percorsi personalizzati, ampliare o modificare i percorsi for-niti. Le Istruzioni per la navigazione in Alef sono disponibili sul sito. Attenzio-ne: i risultati di qualsiasi ricerca compaiono in ordine strettamente alfabetico.
I testi del periodo Antichità e Medioevo sono stati selezionati e curati da Cri-stina Rossitto; i testi del periodo Età moderna da Enrico Berti; i testi del perio-do Ottocento e Novecento da Franco Volpi.
Ciascun testo è dotato di un apparato didattico costituito da:
• una breve scheda biografica dell’autore: tratta da E. Berti - F. Volpi, Storiadella Filosofia dall’antichità a oggi;
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4 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
• una fonte bibliografica del brano;• una introduzione al brano;• un apparato di note a carattere esplicativo.
Avvertenza:Per facilitare la lettura delle parole greche traslitterate, la redazione ha prefe-rito corredarle di un semplice accento tonico.
La numerazione dei frammenti e delle testimonianze relativi ai presocratici èquella curata da H. Diels e W. Kranz, Die fragmente der Vorsokratiker, Berlin196612, mentre per l’edizione degli Storici antichi si è tenuta presente la rac-colta di H.F. Von Arnim, Stoicorum Veterum Fragmenta, Stuttgart (1859-1931).
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PERCORSI TEMATICI
L’INDAGINE SULLA NATURA
Il primo periodo della storia della filosofia occidentale, intesa tradizionalmen-te come ricerca razionale dei princìpi di tutta la realtà, è caratterizzato da unsusseguirsi di indagini sulla natura, proprio perché i pensatori che ne feceroparte ritenevano che la realtà consistesse appunto nel mondo naturale e chedunque questo fosse ciò che doveva essere spiegato. Di qui la consuetudine diindicare le loro dottrine in generale come «filosofia della natura».
Numerose sono le figure di filosofi, quasi sempre organizzati in vere e pro-prie scuole di pensiero, di cui ci è rimasta notizia, ma pochissimo ci è perve-nuto delle relative opere. Per tale motivo qui proponiamo i pensatori più rap-presentativi nell’ambito delle diverse scuole, offrendone non solo i frammen-ti più significativi degli scritti, là dove sia possibile, ma anche alcune testimo-nianze antiche sulla loro dottrina, e precisamente:
1. Anassimandro, secondo rappresentante della scuola di Mileto dopo Ta-lete, ma primo filosofo della cui opera siano stati conservati frammenti;
2. Eraclito di Efeso, la cui dottrina, per mezzo anche dei suoi numerosi se-guaci, avrà grande influenza sui pensatori più importanti della filosofia anti-ca;
3. i Pitagorici, non sempre facili da distinguersi, ancor oggi, nei singoli espo-nenti, la cui cultura matematica svolse un ruolo decisivo in ambito filosofico;
PARTE PRIMA
ANTICHITÀE MEDIOEVO
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6 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
4. Parmenide, il più insigne rappresentante della scuola eleatica, che dallasua città natale (Elea) prese appunto il nome;
5. Empedocle di Agrigento, famoso anche per i suoi studi in campo medicoe ricordato dalle fonti come costantemente accompagnato nei suoi sposta-menti da gruppi di discepoli;
6. Anassagora di Clazomene, della cui opera scritta è per la prima volta te-stimoniata l’ampia diffusione nella Grecia del tempo;
7. Democrito di Abdera, riconosciuto come il vero artefice della fortuna del-la scuola atomistica;
8. Ippocrate, il più importante esponente della scuola medica di Cos, suacittà natale.
ANASSIMANDRO
FRAMMENTI E TESTIMONIANZE
Il principio infinito
ERACLITO
SULLA NATURA
Il lògos e l’ordine universale
I PITAGORICI
FRAMMENTI E TESTIMONIANZE
Il numero come principio
PARMENIDE
SULLA NATURA
L’essere e il non essere
EMPEDOCLE
FRAMMENTI
Le radici di tutte le cose
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ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 7
ANASSAGORA
SULLA NATURA
Il tutto in tutto
DEMOCRITO
FRAMMENTI E TESTIMONIANZE
La visione deterministica della realtà e la morale della tranquillità
IPPOCRATE
ANTICA MEDICINA
I caratteri della scienza medica
I SOFISTI
Numerosissimi sono i pensatori che la tradizione ricorda con il nome di «so-fisti», tanto che essi sono considerati come appartenenti ad un unico grandemovimento di pensiero, senz’altro innovativo per aver orientato l’attenzionefilosofica ai problemi dell’uomo. Negli ultimi tempi gli studiosi hanno proce-duto ad una costante rivalutazione delle dottrine dei sofisti, a prescindere dalgiudizio negativo dal punto di vista morale espresso nei loro confronti già apartire dai pensatori ad essi contemporanei, e dunque le notizie che le con-cernono sono oggi sensibilmente aumentate. Rimangono comunque degnidella massima considerazione i due pensatori tradizionalmente ritenuti comei più rappresentativi del movimento della sofistica, ossia Protagora di Abderae Gorgia di Leontini, delle cui opere proponiamo alcuni dei frammenti piùinteressanti.
PROTAGORA
FRAMMENTI E TESTIMONIANZE
L’uomo-misura
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GORGIA
SULLA NATURA O SUL NON ESSERE
Il nichilismo
ENCOMIO DI ELENA
La retorica sofistica
SOCRATE
Con Socrate (470/69-399 a.C.) per il pensiero filosofico occidentale inizia unperiodo fondamentale, che culminerà con Platone e Aristotele. Si tratta diuno sviluppo di grande portata, non solo nel senso di un decisivo approfon-dimento delle dottrine già proposte dai filosofi precedenti, che vengono per-fezionate e rese più rigorose, bensì anche nel senso della scoperta di nuoviconcetti e nuovi temi che consentono alla filosofia di estendersi in qualchemodo a tutti i campi del sapere e di confrontarsi con essi.
Ma Socrate non scrisse nulla, per sua scelta. La ricerca filosofica era da luipraticata mediante il dialogo con i più diversi interlocutori, e sempre oral-mente. Non esistendo perciò «opere» di Socrate, non esistono nemmeno«frammenti» di esse. Tutto ciò che di Socrate possiamo sapere, sia della vitache del pensiero, lo dobbiamo ad altri pensatori che di lui si occuparono.Della filosofia di Socrate abbiamo dunque solo «testimonianze». Queste ul-time tuttavia, pur avendo degli elementi in comune, ci rivelano un Socrateche assume di volta in volta una personalità abbastanza diversa. Basti pensa-re a quelli che sono considerati i quattro testimoni principali: Aristofane,che lo presenta come un sofista; Senofonte, che lo ritiene un moralista; Pla-tone, che ne fa il protagonista di numerosi suoi dialoghi; Aristotele, che cer-ca di enucleare il suo contributo strettamente filosofico. Del resto la tragicavicenda politica e umana che lo vide protagonista – fu condannato a mortecon l’accusa di empietà, e bevve la cicuta nel rispetto di quelle stesse leggiche era stato accusato di infrangere – ha dato adito, a partire dai suoi con-temporanei, alle più accese discussioni e ai più svariati giudizi. Qual è dun-que il vero Socrate? Questo interrogativo, che dal punto di vista storico pro-babilmente non potrà avere risposta, costituisce la cosiddetta «questione so-cratica».
8 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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Presentiamo alcuni brani tratti dalle opere dei testimoni principali appenacitati, al fine di poter constatare in modo diretto almeno alcuni dei problemirelativi alla questione socratica. Emergono da questi testi soprattutto quegliaspetti che si possono ritenere filosoficamente più rilevanti, giacché è comun-que possibile trarre non poche indicazioni, individuabili in due o più fonti, suquella che può essere stata la filosofia di Socrate.
ARISTOFANE
NUVOLE
Il Socrate sofista
SENOFONTE
MEMORABILI
Il Socrate moralista
PLATONE
APOLOGIA DI SOCRATE
Il Socrate dialettico (A)
EUTIFRONE
Il Socrate dialettico (B)
ARISTOTELE
METAFISICA
Il Socrate filosofo (A)
ETICHE
Il Socrate filosofo (B)
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PLATONE
Platone (428/27-348/47 a.C.), come è risaputo, fu anzitutto allievo di Socrate,ma nel corso della sua vita ebbe significativi contatti anche con altre correnti dipensiero, quali per esempio l’eraclitismo e il pitagorismo. Quest’ultimo, in par-ticolare, esercitò su di lui un’influenza notevole, sia per quanto riguarda il rico-noscimento dell’importanza delle realtà matematiche, sia in relazione al com-pito attribuito alla filosofia – intesa da Platone come sapienza e conoscenza delbene –, ossia quello di formare i futuri governanti. Ciò spiega il profondo lega-me tra filosofia e politica che traspare più o meno esplicitamente nelle opereplatoniche, la maggior parte delle quali è scritta in forma dialogica, caratteri-stica, questa, che a sua volta rivela l’influenza dell’insegnamento di Socrate el’accoglimento della sua concezione della dialettica da parte di Platone.
Le opere di Platone, costituite da dialoghi e lettere, ci sono pervenute – edè il primo caso nella storia della filosofia – in modo integrale, e furono raccol-te, sembra da Trasillo (I sec. a.C.), in tetralogie, sul modello delle rappresen-tazioni tragiche. L’edizione delle tetralogie, alla quale ancor oggi si fa riferi-mento quanto alla numerazione delle pagine e alla suddivisione di ciascunadi esse in cinque sezioni (da A a E), è quella classica curata nel 1578 a Parigida Henricus Stephanus (Henri Estienne). Considerando le opere nel loro in-sieme si può constatare da un lato come Platone torni in diversi dialoghi suuna stessa dottrina, e dall’altro come ciascun dialogo contenga spesso dottri-ne di tipo differente, ma coordinate tra loro grazie all’unità costituita dal te-ma del dialogo stesso. Privilegiando quest’ultima caratteristica dell’opera pla-tonica, e tenendo conto dei tre grandi gruppi in cui oggi vengono cronologi-camente classificati i dialoghi – i giovanili, o «socratici», quelli della piena ma-turità, e quelli della vecchiaia, o «dialettici» –, presentiamo alcuni brani ap-partenenti a tre dialoghi del periodo maturo, e cioè Fedone, Repubblica e Par-menide, e a due dell’ultimo periodo, e cioè Sofista e Timeo. A tali testi, però, neabbiamo fatto seguire un altro: un brano tratto dalla Metafisica di Aristotele, ilquale costituisce una testimonianza su alcune «Dottrine non scritte» (àgraphadògmata) affidate da Platone al suo insegnamento orale.
PLATONE
FEDONE
Il rapporto anima-corpo
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Immortalità dell’anima e reminiscenzaLa dialettica come ricerca della vera causa
REPUBBLICA
La struttura dell’anima e della cittàIl filosofo e le ideeIl bene come principio e la conoscenzaEducazione e compito del filosofo politico
PARMENIDE
La dialettica confutatoria
SOFISTA
I cinque sommi generi
TIMEO
Il discorso sull’universo
«DOTTRINE NON SCRITTE»La teoria dei princípi
ARISTOTELE
Aristotele (384/383-322/321 a.C.), originario di Stagira (Grecia settentriona-le), è unanimemente riconosciuto come un filosofo di spicco non solo nel-l’ambito del pensiero antico, ma in tutta la storia della filosofia, sino ai giorninostri. A lui si deve infatti lo sviluppo di nuove discipline, nonché una tratta-zione finalmente articolata di quelle esistenti. Non a caso egli fu il più illustreallievo di Platone, presso la cui Accademia si formò, ma anche, rimanendoviper vent’anni, ebbe modo di insegnare e di elaborare le linee fondamentalidella propria filosofia. A questo primo periodo della sua vita, come è noto, sisuole farne seguire altri due, quello dei viaggi, durante il quale si spostò in va-ri luoghi dedicandosi a ricerche anche di tipo naturalistico e raccogliendouna notevole quantità di materiale; e quello che coincide col ritorno ad Ate-ne e la fondazione di una sua scuola, il Liceo, dove insegnò fin quasi alla finedella vita.
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 11
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A questa scansione biografica in tre periodi non corrisponde però un’ana-loga articolazione delle opere. A prescindere dai dialoghi – scritti sul model-lo di quelli platonici e destinati al pubblico, per noi in larga misura perduti –,di Aristotele ci è rimasto un poderoso insieme di trattati, il cosiddetto corpusaristotelicum, i quali, talvolta costituiti di più «libri», riuniscono i corsi di lezio-ne da lui tenuti sui più svariati argomenti, anche molteplici volte e in periodidiversi del suo insegnamento. Il corpus non fu però pubblicato da lui stesso,ma da editori antichi, in particolare da Andronico di Rodi (I sec. a.C.), e dun-que secondo criteri stabiliti da questi ultimi, per cui si susseguono, nell’ordi-ne, opere di logica, fisica e metafisica, etica e politica, retorica e poetica. Talesequenza è rispettata anche dall’edizione critica del testo considerata classica,ossia quella contenuta nei due volumi curati da Immanuel Bekker per l’Acca-demia di Berlino (1831-70), della quale ancora oggi si tiene conto per la pa-ginatura (divisione in pagine, colonne e righe).
Di fronte alla cinquantina circa di scritti che il corpus comprende – nemme-no tutti riconosciuti come autentici – presentiamo alcuni brani che contengo-no dottrine particolarmente significative concernenti la logica (dai Topici), lescienze di carattere teoretico (dalla Fisica, dal trattato De anima e soprattuttodalla Metafisica), le scienze di carattere pratico (dall’Etica Nicomachea e dallaPolitica), e infine le arti (dalla Poetica).
ARISTOTELE
TOPICI
I tipi di sillogismo e gli usi della dialettica
FISICA
I quattro tipi di cause
DE ANIMA
L’anima come forma del vivente
METAFISICA
I gradi della conoscenza e la natura della sapienzaLa filosofia come studio dell’essere in quanto essereIl principio di non contraddizione
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La sostanza come primo significato dell’essereLa potenza e l’attoLa sostanza sovrasensibile
ETICA NICOMACHEA
La felicità come vita teoretica (A)La felicità come vita teoretica (B)
POLITICA
La società politica
POETICA
L’essenza della poesia
L’ETÀ ELLENISTICA
L’età ellenistica, il cui inizio è convenzionalmente fatto coincidere con lamorte di Alessandro Magno (323 a.C.) e la fine con la conquista romana del-l’Egitto ad opera di Ottaviano (30 a.C.), presenta una serie di sviluppi deci-sivi per il pensiero greco, anche e proprio in seguito ai mutamenti storico-politici. Grazie alle conquiste macedoni, infatti, non solo si assiste alla diffu-sione della cultura greca nel bacino del Mediterraneo, ma le stesse monar-chie, subentrate alle pòleis, si fecero promotrici di importanti istituzioni di ri-cerca.
La filosofia in particolare, configurandosi sostanzialmente come logica, fisi-ca e, soprattutto, etica, lascia ampio spazio allo sviluppo delle scienze partico-lari, ossia delle discipline «scientifiche» in senso stretto, che divengono sem-pre più specialistiche e matematizzate.
I brani che presentiamo rivelano alcuni esiti esemplificativi di questa nuovasituazione culturale, e precisamente hanno come scopo:
1. mettere in luce i caratteri distintivi delle tre celeberrime scuole di pensie-ro nate, accanto a quelle già esistenti, proprio in questo periodo, ossia l’epi-cureismo, lo stoicismo e lo scetticismo, anche indipendentemente dai rispet-tivi esponenti e dall’ordine cronologico degli stessi;
2. mostrare alcuni sviluppi nel campo delle scienze particolari, e specifica-
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mente della meccanica, con Archimede (287-212 a.C.), e dell’astronomia, conIpparco di Nicea (II sec. a.C.).
EPICURO
EPISTOLA A ERODOTO
Sulla natura
EPISTOLA A MENECEO
Sulla felicità
STOICISMO ANTICO
TESTIMONIANZE E FRAMMENTI
La teoria dei giudizi e dei ragionamentiLa fisica e l’eticaL’«Inno a Zeus» di Cleante di Asso
SCETTICISMO
TESTIMONIANZE E FRAMMENTI
Definizione, criterio e fine dello scetticismo
ARCHIMEDE
METODO PER LA SCOPERTA DEI TEOREMI MECCANICI
Il metodo intorno ai teoremi meccanici
IPPARCO DI NICEA
COMMENTO AI «FENOMENI» DI ARATO E DI EUDOSSO
Precisione filologica e osservazione astronomica
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LA FILOSOFIA A ROMA
Lo sviluppo della filosofia a Roma, che si può collocare tra il II sec. a.C. e ilII sec. d.C., copre un periodo di tempo che dal punto di vista filosofico vie-ne a coincidere nella sua prima parte con l’età ellenistica e nella sua secon-da parte con l’avvio del pensiero cristiano. Esso può essere considerato frut-to della rilevante e generale ellenizzazione della cultura romana che ebbeluogo in seguito alla conquista della Grecia da parte di Roma, conclusasi nel168 a.C.
Gli esponenti di spicco della cultura filosofica romana, del resto, si riallac-ciano più o meno esplicitamente al pensiero delle scuole filosofiche greche,accogliendone in diversa misura le dottrine, ma rielaborandole significativa-mente, sia nel senso di una maggior attenzione all’ambito politico e giuridi-co, sia nel senso di originali combinazioni fra le une e le altre.
I brani che presentiamo sono tratti dalle opere dei filosofi romani maggior-mente rappresentativi al riguardo, e precisamente:
1. Lucrezio (I sec. a.C.), che riprende l’epicureismo;2. Cicerone (I sec. a.C.), che condivide lo scetticismo e l’eclettismo;3. Seneca (I sec. d.C.), che accoglie lo stoicismo, ma con un’attenzione par-
ticolare alle religioni del vicino Oriente;4. Epitteto (I-II sec. d.C.), anch’egli fautore dello stoicismo, che rilegge alla
luce della sua esperienza di schiavo;5. Marco Aurelio (II sec. d.C.), ugualmente fautore dello stoicismo, che però
rilegge alla luce della sua esperienza di imperatore.
LUCREZIO
LA NATURA
Lo scopo del poema sulla natura
CICERONE
SUL FATO
Lo scetticismo nei confronti del fato
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SENECA
SULLA PROVVIDENZA
La provvidenza e il problema del male
EPITTETO
DIATRIBE
La vera libertà
MARCO AURELIO
RICORDI
Un principe stoico
L’INCONTRO TRA LA FILOSOFIA GRECA E LE RELIGIONI BIBLICHE
A partire dal III sec. a.C. si assiste all’incontro fra il pensiero greco e le religio-ni bibliche, avvenimento carico di conseguenze sia per l’uno che per le altre,ma in generale per l’intera cultura del mondo occidentale.
I brani che presentiamo corrispondono ad alcuni dei momenti più signifi-cativi al proposito dal punto di vista filosofico, nel senso che risultano funzio-nali alla comprensione dei nuovi sviluppi della filosofia o rivelano senz’altrol’avvenuta compenetrazione tra filosofia greca e pensiero cristiano.
In quest’ottica consideriamo:
1. l’Antico Testamento, fonte principale delle religioni ebraica e cristiana;2. Filone di Alessandria (I sec. a.C. - I sec. d.C.), autore del primo grande
tentativo di sintesi tra la rivelazione ebraica e la filosofia greca;3. il Nuovo Testamento, che contiene la rivelazione dei misteri fondamen-
tali del cristianesimo;4. Giustino Martire (II sec. d.C.), il più importante degli apologisti, che si
impegnarono nella difesa della dottrina cristiana avvalendosi della filosofiagreca;
5. Valentino Gnostico (II sec. d.C.), noto esponente della gnosi, corrente fi-
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losofica influenzata dal cristianesimo, ma da quest’ultimo considerata un’e-resia.
ANTICO TESTAMENTO
GENESI
Creazione del mondo e peccato originale
FILONE DI ALESSANDRIA
LA CREAZIONE DEL MONDO SECONDO MOSÈ
La doppia creazione del mondo
NUOVO TESTAMENTO
ATTI DEGLI APOSTOLI
L’appropriazione del «Dio dei filosofi»
VANGELO DI GIOVANNI
Il Verbo divino e la sua incarnazione
GIUSTINO MARTIRE
DIALOGO CON TRIFONE
La vera filosofia è il cristianesimo
VALENTINO GNOSTICO
TESTIMONIANZE
La generazione degli eoni, il peccato e la riparazione
IL PLATONISMO MEDIO E IL NEOPLATONISMO
Il platonismo medio (I sec. a.C. - II sec. d.C.) e il neoplatonismo (III-V sec.d.C.) possono essere considerati filosofie «pagane» nel senso che i loro espo-
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nenti, in un periodo in cui le dottrine ebraiche e cristiane erano ormai diffu-se in tutto il mondo ellenizzato, non intesero aderire né alle une né alle altre,bensì riproporre in qualche modo l’adesione alle antiche religioni politeisti-che.
Presentiamo un brano di Albino-Alcinoo (II sec. d.C.), quale rappresentan-te del platonismo medio, o medioplatonismo, corrente caratterizzata dalla ri-presa del platonismo antico in ambito neopitagorizzante e da una particolareattenzione al Platone dei dialoghi.
Quali esempi invece di pensiero neoplatonico, l’ultima grande filosofia pa-gana contemporanea e contrapposta al cristianesimo e alle filosofie che a que-sto si ispiravano, presentiamo brani tratti dalle opere degli autori più celebri,e precisamente:
1. Plotino (205-270 d.C.), fondatore e massimo esponente del neoplatoni-smo;
2. Porfirio (233/234-305 d.C. circa), discepolo di Plotino ed editore dellasua opera, le Enneadi;
3. Proclo (410-485 d.C.), ultimo grande esponente del neoplatonismo.
ALBINO-ALCINOO
DIDASCALICO
La materia, le idee e Dio
PLOTINO
ENNEADI
L’ascesa dell’anima all’Uno e la processione delle ipostasiIl male come non essere e come materiaLa teologia negativa e l’estasi
PORFIRIO
ISAGOGE
Gli universali, il genere e la specie
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PROCLO
TEOLOGIA PLATONICA
L’interpretazione teologica del «Parmenide» di Platone
LA SCIENZA NELL’ETÀ IMPERIALE
Nell’età imperiale, cioè nell’ultimo periodo dell’evo antico (I-V sec. d.C.), si as-siste ad un notevole sviluppo anche in campo scientifico, tanto che gli esponen-ti delle varie discipline, in generale gravitanti intorno al centro culturale costi-tuito dal Museo e dalla Biblioteca di Alessandria d’Egitto, vengono considera-ti come coloro i quali, eredi della tradizione greca classica, ne elaborarono edapprofondirono i contenuti consegnandoli al medioevo e all’età moderna.
I brani che presentiamo sono tratti dalle opere di cultori di due tra le scien-ze più note a quel tempo:
1. Claudio Tolomeo (II sec. d.C.), teorizzatore del sistema che da lui preseil nome, per quanto riguarda l’astronomia;
2. Claudio Galeno (II sec. d.C.), noto anche per le notevoli scoperte in am-bito anatomico, per quanto riguarda la medicina.
CLAUDIO TOLOMEO
ALMAGESTO
L’universo a due sfere
CLAUDIO GALENO
MANUALE DI MEDICINA
La salute, la malattia e i relativi sintomi
LA PATRISTICA E LA CONCLUSIONE DELLA FILOSOFIA ANTICA
La Patristica, intesa come l’insieme delle dottrine dei Padri della Chiesa, cioèdi quei pensatori che assunsero come verità, valida anche filosoficamente, il
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contenuto della Bibbia, costituisce, insieme e parallelamente al neoplatoni-smo, l’espressione più significativa della cultura della tarda antichità (III-VIsec. d.C.), sia nella sua parte greca (impero romano d’Oriente), sia in quellalatina (impero romano d’Occidente), e conduce alla conclusione della filoso-fia antica, convenzionalmente stabilita nel 529 d.C., anno in cui l’imperatoreGiustiniano ordinò la chiusura delle scuole pagane.
I brani che presentiamo sono tratti dalle opere degli autori più noti in que-sto senso:
1. Agostino (354-430 d.C.), riconosciuto come il massimo esponente dellapatristica, e non solo di quella latina, della quale pur era espressione;
2. Severino Boezio (475/480-524), pensatore cristiano di orientamento filo-sofico neoplatonizzante, indicato come l’ultimo rappresentante della filosofiaantica in Occidente;
3. Pseudo-Dionigi Areopagita, anonimo teologo cristiano orientale autoredel Corpus Dionysianum (V-VI sec. d.C.), ritenuto come l’ultimo rappresentan-te della filosofia antica in Oriente e in generale.
AGOSTINO
CONFESSIONI
L’incontro con la filosofiaLa soluzione del problema del maleLa creazione dal nulla e la natura del tempo
DE VERA RELIGIONE
Dall’esperienza interiore alla verità trascendente
DE CIVITATE DEI
La teologia della storia
SEVERINO BOEZIO
DE CONSOLATIONE PHILOSOPHIAE
La felicità, il Bene e l’Uno
20 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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PSEUDO-DIONIGI AREOPAGITA
I NOMI DIVINI
Il «Bene» quale primo nome di Dio
LA SCOLASTICA DAGLI INIZI AL XII SECOLO
La Scolastica latina dei secoli XI e XII è caratterizzata dalla contrapposizio-ne fra i cosiddetti «dialettici» e i «mistici», in quanto questi ultimi, diversa-mente da quelli, ritenevano inattingibili dalla ragione le verità della fede. Ilpiù grande dialettico del secolo XI è senza dubbio Anselmo d’Aosta (1033-1109), famoso soprattutto per avere tentato di dimostrare razionalmentenon solo le verità di fede che sono accessibili anche alla ragione – quali peresempio l’esistenza di Dio –, ma anche quelle che sono comunemente con-siderate misteri indimostrabili – quali la trinità di Dio e l’incarnazione delVerbo.
Le prove razionali dell’esistenza di Dio, insieme con le considerazioni suisuoi attributi e sulla creazione, costituiscono del resto il tema principale delledue opere più note del pensatore, il Monologion (che significa «soliloquio») eil Proslogion (che significa «colloquio»), scritte a breve distanza l’una dall’altra,le quali però contengono due tipi diversi di prove. Nel Monologion, infatti, ledimostrazioni vengono condotte a partire dal mondo dell’esperienza, e per-ciò sono dette a posteriori, in quanto nella realtà il mondo è posteriore a Dio.Nel Proslogion, invece, Anselmo fornisce un’unica dimostrazione, la quale, es-sendo caratterizzata dal fatto di partire dalla nozione stessa di Dio, è definibi-le come un procedimento a priori, in quanto nella realtà Dio è anteriore almondo.
ANSELMO D’AOSTA
MONOLOGION
Le prove dell’esistenza di Dio a partire dal mondo
PROSLOGION
Le prove dell’esistenza di Dio a partire dalla sua stessa nozione
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LA SCOLASTICA A PARIGI NEL XIII SECOLO
Il XIII secolo è unanimemente considerato come il periodo in cui la Scolasti-ca raggiunge il suo momento più alto, e questo per almeno tre ordini di mo-tivi: la riscoperta delle opere principali di Aristotele, l’istituzione delle Univer-sità e la nascita degli ordini religiosi mendicanti, francescano e domenicano.Tra i centri che maggiormente possono essere considerati espressione di que-sta situazione così favorevole per la filosofia vanno senza dubbio annoverateParigi e Oxford.
Per quanto riguarda in particolare la Scolastica parigina, presentiamo alcu-ni brani delle opere elaborate dai più celebri maestri della scuola francesca-na e domenicana:
1. Bonaventura da Bagnoregio (1221-1274), il primo grande filosofo e teo-logo francescano che insegnò a Parigi;
2. Alberto Magno (1193 o 1206/7-1280), primo insegnante domenicano dirilievo e maestro di Tommaso d’Aquino;
3. Tommaso d’Aquino (1221/27-1274), il filosofo e teologo domenicano lecui opere sono considerate uno dei vertici della Scolastica per originalità e si-stematicità.
BONAVENTURA DA BAGNOREGIO
ITINERARIUM MENTIS IN DEUM
Le tappe dell’ascesa a Dio
ALBERTO MAGNO
TRACTATUS DE NATURA BONI
La virtù come medietà
TOMMASO D’AQUINO
SUMMA THEOLOGIAE
L’esistenza di DioIl carattere analogico dei nomi divini
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Il nome più proprio di Dio
DE AETERNITATE MUNDI
Eternità del mondo e creazione
DE UNITATE INTELLECTUS
L’intelletto forma del corpo
LA SCOLASTICA A OXFORD NEL XIII SECOLO
Parallelamente all’Università di Parigi, nel XIII secolo si sviluppa anche l’U-niversità di Oxford, fin d’allora caratterizzata dall’organizzazione in colleges.Anzi, è proprio un maestro di questa Università a costituire, insieme con Tom-maso d’Aquino, l’altro vertice della Scolastica, e precisamente Giovanni DunsScoto (1265/66-1308). Di questo pensatore presentiamo alcuni brani trattidall’opuscolo intitolato Tractatus de primo rerum omnium principio (Trattato delprincipio di tutte le cose), la cui struttura di tipo geometrico è tangibile espres-sione di quella precisione ed acutezza che gli valsero il soprannome di doctorsubtilis.
GIOVANNI DUNS SCOTO
TRACTATUS DE PRIMO RERUM OMNIUM PRINCIPIO
La dimostrazione «metafisica» dell’esistenza di DioCarattere volontario dell’agire divinoL’infinità di Dio
LA CONCLUSIONE DELLA SCOLASTICA
Il XIV secolo vede il progressivo concludersi della Scolastica, e dunque dellafilosofia medioevale nel suo complesso, ma non mancano certo anche in que-sto periodo figure di notevole rilievo. Tre sono i pensatori che qui considere-remo quali espressioni di questo secolo, assai noti dal punto di vista culturalein genere, ma non meno rappresentativi dal punto di vista filosofico:
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1. Dante Alighieri (1265-1321), quale esponente dell’aristotelismo «radica-le», in contatto con le Università di Bologna e Padova;
2. Guglielmo di Ockham (1280 ca.-1347/49), quale ultimo grande filosofodella Scolastica medievale, che insegnò all’Università di Oxford;
3. Giovanni Buridano (1290 ca.-1358), quale esempio degli sviluppi conse-guiti nel campo della fisica nel XIV secolo, che insegnò all’Università di Pa-rigi.
DANTE ALIGHIERI
CONVIVIO
L’esercizio della filosofia come suprema felicità
GUGLIELMO DI OCKHAM
SUMMA TOTIUS LOGICAE
Il problema degli universaliLa dottrina della «supposizione»
GIOVANNI BURIDANO
QUAESTIONES SUPER LIBRIS QUATTUOR DE CAELO ET MUNDO
La teoria dell’«impetus»
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PERCORSI TEMATICI
IL QUATTROCENTO FRA UMANESIMO ITALIANOE TRADIZIONE FILOSOFICO-SCIENTIFICA
Il Quattrocento è il secolo a cui si è soliti attribuire l’inizio di una sostanzialerinascita dell’intera cultura europea. Si tratta di un secolo di passaggio che èstato visto indifferentemente come l’autunno del Medioevo e il vero e proprioinizio dell’età moderna.
Questa rinascita, cominciata innanzitutto in Italia, è stata principalmentedeterminata dallo studio della letteratura profana (humanae litterae), quale sipoteva trovare negli autori greci e latini, in quanto contrapposto allo studiodella teologia. Vista come studio rivolto alla formazione dell’uomo nel suocomplesso, essa è venuta a differenziarsi anche dall’indagine sulla natura pra-ticata nell’ambito della filosofia e della scienza. E per questo ha inizialmentepreso il nome di Umanesimo.
Col tempo, però, questa rinascita ha finito con l’investire anche la tradizio-ne filosofico-scientifica, attraverso l’introduzione di considerevoli istanze dirinnovamento sia all’interno della tradizione platonica, interpretata essenzial-mente come neoplatonismo, sia all’interno della tradizione aristotelica, nonpiù filtrata dalle interpretazioni elaborate all’interno della Scolastica.
I brani che presentiamo documentano questo duplice aspetto del rinnova-mento culturale verificatosi nel Quattrocento. In particolare i primi due, trat-ti dalle opere di Coluccio Salutati (1331-1406) e Leonardo Bruni (1370-1444),
PARTE SECONDA
ETÀMODERNA
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costituiscono una strenua difesa degli studi profani, visti come strumenti indi-spensabili per la formazione completa dell’uomo sia a livello etico-politico siaetico-religioso. Gli altri, invece, presentano alcune delle principali istanze dirinnovamento introdotte all’interno della tradizione filosofico-scientifica du-rante il Quattrocento. Infatti, pur trattando di argomenti diversi, i brani trat-ti dalle opere di Nicola Cusano (1401-1464) e Giovanni Pico della Mirandola(1463-1494) rientrano a tutti gli effetti nella tradizione platonica interpretatain senso neoplatonico, mentre quello scritto da Pietro Pomponazzi (1462-1525) sull’immortalità dell’anima fa parte di una rinnovata tradizione aristo-telica, letta in senso rigorosamente laico.
COLUCCIO SALUTATI
EPISTOLARIO
Epistola a Giovanni Dominici in difesa degli «studia humanitatis»
LEONARDO BRUNI
DE STUDIIS ET LITTERIS LIBER
Lo studio dei classici
NICOLA CUSANO
DE DOCTA IGNORANTIA
La dotta ignoranzaLa coincidenza degli opposti
DE CONIECTURIS
L’uomo come microcosmo
GIOVANNI PICO DELLA MIRANDOLA
ORATIO DE HOMINIS DIGNITATE
La dignità dell’uomo
PIETRO POMPONAZZI
TRACTATUS DE IMMORTALITATE ANIMAE
È impossibile dimostrare l’immortalità dell’anima
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IL CINQUECENTO TRA RINASCIMENTO, RIFORMA E CONTRORIFORMA
Fu nel Cinquecento che le istanze di rinnovamento già presenti nel secoloprecedente determinarono, in concomitanza con altri fattori, una trasforma-zione profonda e complessa dell’intera cultura e vita spirituale europea. I bra-ni che presentiamo forniscono alcune esemplificazioni di questa trasforma-zione che venne a prodursi attorno ai contesti più significativi della riflessio-ne europea cinquecentesca:
1. l’Umanesimo. L’adesione agli ideali dell’Umanesimo portò Erasmo daRotterdam (1466 o 1469-1536) e Thomas More (1478-1535) a immaginareuna sorta di riforma religiosa ante litteram a livello sia etico-religioso sia etico-politico, rispettivamente con la nozione di follia come saggezza pratica e conil concetto di Utopia come costituzione politica ideale;
2. la Riforma protestante. Iniziata da Martin Lutero (1483-1546), ha rappre-sentato una vera e propria riformulazione della religione cristiana a partiredal tentativo di renderla più pura e rigorosa. Il suo nucleo centrale sta nelladottrina della giustificazione per fede;
3. il pensiero politico. A partire dalla riflessione di Niccolò Machiavelli(1469-1527) e Jean Bodin (1530-1596), sull’origine, la natura e il fine del po-tere, il pensiero politico si sviluppa come filosofia o scienza politica autono-ma da ogni altra forma di sapere;
4. l’aristotelismo. Si distinguono due tendenze all’interno della tradizionearistotelica: un aristotelismo laico, che vede nell’Università di Padova il suocentro più importante, e della cui scuola Cesare Cremonini (1550-1630) ful’ultimo importante esponente, e un nuovo aristotelismo scolastico che si svi-luppò in Italia, Spagna e Portogallo nell’ambito degli ordini religiosi, in par-ticolare domenicani e gesuiti. Nel contesto della Controriforma la figura piùimportante tra i gesuiti portoghesi e spagnoli fu Francisco Suárez (1548-1617)che, attribuendo all’essere in quanto essere, o essenza universalissima, la na-tura di oggetto della metafisica generale, prepara la fondazione dell’ontolo-gia come disciplina filosofica;
5. la filosofia naturale. Si delineano due motivi all’interno dell’indagine sul-la natura, i quali nell’arco di alcuni secoli inizieranno a distinguersi in manie-ra sempre più nitida: un motivo scientifico che farà un ricorso sempre più am-pio ai metodi e alle astrazioni della matematica, e che per molti versi vede inNiccolò Copernico (1473-1543) il suo iniziatore, e un motivo naturalistico di
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impronta esoterica, che trova espressione nelle filosofie di Bernardino Tele-sio (1509-1588), Giordano Bruno (1548-1600) e Tommaso Campanella (1568-1639).
ERASMO DA ROTTERDAM
ELOGIO DELLA FOLLIA
La follia è più saggia della sapienzaSolo la follia rende feliciLa vita cristiana è simile alla follia
THOMAS MORE
UTOPIA
L’etica degli UtopianiIl principio della tolleranza religiosaElogio della proprietà comune
MARTIN LUTERO
DELLA LIBERTÀ DEL CRISTIANO
La giustificazione per fede
NICCOLÒ MACHIAVELLI
PRINCIPE
La nuova filosofia politica (A)La nuova filosofia politica (B)La nuova filosofia politica (C)
JEAN BODIN
SIX LIVRES DE LA RÉPUBLIQUE
Il concetto di sovranità
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CESARE CREMONINI
LE ORAZIONI
Prolusione all’insegnamento padovano
FRANCISCO SUÁREZ
DISPUTAZIONI METAFISICHE
L’ente reale come oggetto della metafisica
NICCOLÒ COPERNICO
DE REVOLUTIONIBUS ORBIUM CAELESTIUM
La dedica del «De revolutionibus»
BERNARDINO TELESIO
DE RERUM NATURA IUXTA PROPRIA PRINCIPIA
La struttura del mondo e la grandezza e natura dei corpi
GIORDANO BRUNO
DE LA CAUSA, PRINCIPIO ET UNO
«È dunque l’universo uno, infinito, inmobile»
TOMMASO CAMPANELLA
DEL SENSO DELLE COSE E DELLA MAGIA
«Ente nullo potere ad altri dare quel ch’egli in sé non ha»«Il Mondo, dunque, tutto è senso e vita e anima e corpo»
LA RIVOLUZIONE SCIENTIFICA DEL SEICENTO: GALILEO GALILEI
La rivoluzione scientifica rappresenta l’avvenimento più importante che si ve-rificò nella cultura europea tra Cinquecento e Seicento perché diede inizio aquella che si suole definire età moderna. Si parla unanimemente di rivoluzio-
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ne perché la scienza nata in questo periodo a differenza di quella antica, cheaveva un’impronta qualitativa e finalistica, proponeva di indagare la naturamediante metodi rigorosamente quantitativi, come se essa consistesse in unasorta di meccanismo artificiale fatto di ingranaggi che si trasmettono il movi-mento mediante azione reciproca.
I brani che presentiamo sono tratti dalle opere di Galileo Galilei (1564-1642), che può essere considerato l’artefice della rivoluzione scientifica. Essiesemplificano quattro luoghi fondamentali della riflessione filosofica e scien-tifica dello scienziato:
1. il metodo delle scienze fisico-matematiche, che potremmo definire ipote-tico-deduttivo. Questo viene paragonato da Galilei con quello proposto daAristotele nei suoi scritti e di esso si preannuncia un’applicazione fisica rela-tiva al piano inclinato;
2. la centralità della matematica nell’indagine scientifica della natura, cheporta a privilegiare gli aspetti quantitativi e universalizzabili degli oggetti fisi-ci. Questo perché è il libro della natura a essere stato scritto da Dio utilizzan-do caratteri matematici;
3. il rapporto tra la natura e la Sacra Scrittura, in quanto entrambe deriva-no direttamente da Dio, e che per questo secondo Galilei non possono rive-larsi in contraddizione tra loro;
4. la confutazione del moto del sole intorno alla terra, la quale poggia sul-l’analisi del fenomeno delle maree. L’artificio retorico attraverso cui Galileiconfuta la tesi geocentrica suscitò l’ira di papa Urbano VIII e lo portò alla con-danna definitiva del 1633.
GALILEO GALILEI
TRATTATO DELLA SFERA
Il metodo scientifico (A)
RISPOSTE ALLE OPPOSIZIONI DI L. DELLE COLOMBE
Il metodo scientifico (B)
DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO
Il metodo scientifico (C)
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EPISTOLARIO
Lettera al Signor di Carcavy. Il metodo scientifico (D)
ISTORIA E DIMOSTRAZIONI INTORNO ALLE MACCHIE SOLARI
Il valore della matematica (A)
IL SAGGIATORE
Il valore della matematica (B)
DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO
Il valore della matematica (C)
EPISTOLARIO
Lettera a Madama Cristina di Lorena. La Bibbia e la scienza
DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO
Il finale del «Dialogo»
GLI INIZIATORI DELLA FILOSOFIA MODERNA: BACON E DESCARTES
Stando a come essi stessi hanno concepito il proprio lavoro, sono Francis Ba-con (1561-1626) e René Descartes (1595-1650) i veri e propri iniziatori dellafilosofia moderna. Moderna perché individua nella nuova scienza, con la qua-le nasce e si evolve, lo strumento privilegiato non solo per conoscere, ma so-prattutto per realizzare il dominio dell’uomo sulla natura. I brani che presen-tiamo esemplificano i punti essenziali di novità contenuti nella riflessione diBacon e Descartes.
Nel caso di Bacon essi riguardano il compito pratico del sapere, ossia l’in-staurazione attraverso la conoscenza del dominio dell’uomo sulla natura, e so-prattutto il metodo per perseguire questo tipo di conoscenza. Tale metodo èdescritto sia nella sua pars destruens costituita dall’esplicitazione della teoria de-gli idoli, ossia dei quattro tipi di false certezze, o pregiudizi, che offuscano lamente degli uomini (idòla tribus, idòla specus, idòla fori, idòla theatri), sia nellasua pars construens rappresentata dalla ricerca delle cause dei fenomeni attra-verso la loro registrazione in tre tipi di tavole (tabula praesentiae, tabula absen-tiae, tabula graduum).
Nel caso di Descartes, invece, i brani offerti sono relativi al metodo della co-noscenza, così come è delineato in alcune delle principali opere cartesiane,
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al dubbio metodico, che rappresenta l’atteggiamento fondamentale da luiadottato all’inizio dell’indagine conoscitiva, e alle conclusioni raggiunte me-diante il metodo tanto in filosofia quanto in fisica. Queste sono l’esistenza del-l’io e l’esistenza di Dio, in quanto sostanze pensanti, e quindi l’immortalitàdell’anima, per quanto riguarda la filosofia; la realtà materiale dell’universo– ossia il suo esser composto di corpi (sostanze estese) in reciproco movimen-to –, la relatività del movimento e il principio di inerzia per quanto riguardala fisica.
FRANCIS BACON (BACONE)
NOVUM ORGANUM
L’ideale del «regnum hominis»: dal Libro primoL’ideale del «regnum hominis»: dal Libro secondoL’ideale del «regnum hominis»: dalla ConclusioneGli «idoli»La «tavola della presenza»La «tavola dei gradi»Il metodo induttivo
RENÉ DESCARTES (CARTESIO)
DISCORSO SUL METODO
Il metodo (A)
REGULAE AD DIRECTIONEM INGENII
Il metodo (B)
MEDITAZIONI METAFISICHE
Il metodo (C)
DISCORSO SUL METODO
Il dubbio, il «cogito», l’anima e Dio
PRINCIPIA PHILOSOPHIAE
Sostanze e attributi, materia e movimento
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FILOSOFIA E POLITICA AGLI INIZI DEL SEICENTO
Il tentativo di indagare scientificamente la realtà investe durante il Seicentoanche quelle discipline che per tradizione rientravano nell’ambito della filo-sofia pratica, in particolare il diritto e la politica. La corrente che divenne do-minante all’interno di queste discipline prende il nome di giusnaturalismo econsiste nella pretesa di dedurre scientificamente la politica e il diritto (ius)a partire da alcuni princìpi evidenti, innati in ciascun uomo o relativi alla na-tura umana.
I brani che presentiamo esemplificano la tendenza a trattare scientificamen-te il diritto e la politica. Essi sono tratti dall’opera più importante di Ugo Gro-zio (1583-1645), il De iure belli ac pacis, che è l’esponente più rappresentativodel giusnaturalismo moderno, e dal De homine e dal Leviatano di Thomas Hob-bes (1588-1679), che invece provò a svolgere un discorso scientifico sulla po-litica e il diritto ispirandosi al meccanicismo baconiano e cartesiano.
UGO GROZIO
DE IURE BELLI AC PACIS
La natura umana fonte del diritto
THOMAS HOBBES
DE HOMINE
Il discorso e le scienze
LEVIATANO
Della condizione naturale del genere umanoL’origine dello Stato
IL DIBATTITO SUL CARTESIANESIMO IN FRANCIA: PASCAL
Durante la seconda metà del Seicento, in quasi tutta l’Europa continentale, ein modo particolare in Francia, si assiste a un profondo e intenso dibattito sul-la filosofia cartesiana. A questo dibattito partecipano sia coloro che si ritengo-no seguaci della filosofia di Descartes, e che quindi cercano di risolvere alcu-
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ne delle aporie presenti al suo interno, prima tra tutte quella relativa al rap-porto tra corpo e anima, sia coloro che ne criticano le assunzioni fondamen-tali, per esempio la stessa necessità di iniziare la fondazione della conoscenzaa partire dall’applicazione del dubbio metodico.
All’interno del dibattito svoltosi in Francia spicca la figura di Blaise Pascal(1623-1662), che è stato a un tempo acuto filosofo e grande scienziato. I bra-ni di Pascal che presentiamo riguardano i temi più importanti della sua inda-gine filosofica e scientifica:
1. il valore e i limiti del metodo sperimentale, grazie al quale gli uomini discienza moderni hanno acquisito una superiorità su quelli antichi ma che, seperseguito soltanto attraverso esperimenti, non potrà mai avere quella validitàuniversale che solo riesce a dare la dimostrazione matematica, ossia la pura ra-gione;
2. le riflessioni scritte da Pascal sulla crisi spirituale avuta nel 1654, che lopersuase della distinzione tra il Dio dei filosofi, la cui esistenza è dimostrabilerazionalmente, e il Dio della rivelazione, che invece si può trovare soltanto at-traverso la fede;
3. le considerazioni sul metodo geometrico, che lo portarono a introdurrein fisica il concetto di spazio euclideo, ossia uno spazio vuoto, omogeneo e in-finito;
4. le riflessioni che Pascal pensò come apologia del cristianesimo. Esse ver-tono sul divertissement, il segno più chiaro della miseria della condizione uma-na; sul rapporto tra la ragione e la fede, la quale si esercita per mezzo della fa-coltà del cuore; e sulla scommessa proposta da Pascal quale argomento permostrare la convenienza dell’essere cristiani.
BLAISE PASCAL
TRATTATO SUL VUOTO
Gli antichi e il vuoto
MEMORIALE
L’anno di grazia 1654
SPIRITO GEOMETRICO E ARTE DEL PERSUADERE
I due infiniti e il metodo geometrico
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PENSIERI
Il «divertissement»Ragione e «cuore»«La scommessa»
BARUCH SPINOZA
Il filosofo che trasse le conseguenze più coerenti e radicali dalla filosofia car-tesiana, giungendo a ideare un sistema filosofico geniale e originale, è senzaombra di dubbio Baruch Spinoza (1632-1677). I brani che presentiamo ri-guardano i punti più importanti del sistema spinoziano:
1. l’importanza del metodo geometrico per la filosofia, descritto dettagliata-mente nei Renati Des Cartes Principia philosophiae (Princìpi della filosofia di Carte-sio) da Ludovico Mayer e da Spinoza stesso e applicato in maniera sistematicain Ethica ordine geometrico demonstrata (Etica);
2. l’esposizione della nozione di sostanza, ossia di Dio, e dei suoi attributi,che nell’Etica viene articolata, esattamente come si suole fare in geometria, at-traverso definizioni, assiomi, e proposizioni (o teoremi);
3. l’analisi della conoscenza, che per Spinoza può essere di tre generi: l’opi-nione o immaginazione, ossia la conoscenza che ha origine dai sensi o dai se-gni; la ragione, cioè la conoscenza deduttiva che si ottiene ricavando le conse-guenze dalle idee adeguate delle cose; l’intelletto, o sapere intuitivo, vale a di-re il dedurre la conoscenza delle cose dall’idea adeguata degli attribuiti di Dio;
4. il valore etico e mistico insito nell’esercizio del terzo genere di conoscen-za, che costituisce il livello più elevato di conoscenza. Esso genera quella leti-zia e quell’idea di Dio come sua causa che si convertono in quello che Spino-za chiama “amore intellettuale di Dio”;
5. la natura, il compito e i limiti dello Stato, discussi nel Trattato politico, l’ul-tima opera di Spinoza, in cui egli fornisce l’esposizione più matura del suopensiero politico.
BARUCH SPINOZA
PRINCÌPI DELLA FILOSOFIA DI CARTESIO
Il metodo geometrico
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ETICA
La sostanza, cioè DioI tre generi di conoscenzaL’amore intellettuale di Dio
TRATTATO POLITICO
Il potere assoluto dello Stato
JOHN LOCKE
Il maggiore filosofo inglese della seconda metà del Seicento è John Locke(1632-1704). Nel suo pensiero vengono a intrecciarsi due istanze inscindibili:la necessità di esaminare dettagliatamente la facoltà conoscitiva propria di cia-scun uomo, a partire dalla sua genesi empirica, al fine di individuare quali co-noscenze siano alla sua portata e quali invece le siano precluse, e il tentativodi fondare su questa disamina la legittimità dei moderni Stati liberali, in par-ticolare del nascente modello costituzionale inglese, in cui la libertà di cui cia-scun uomo è per natura dotato possa esercitarsi in pace e tolleranza per il be-ne comune.
Non è un caso che Locke venga unanimemente considerato l’autore del pri-mo vero trattato di gnoseologia moderna, il Saggio sull’intelletto umano, in cuiegli espone fin nei minimi dettagli la sua concezione empiristica della cono-scenza, e allo stesso tempo il padre del pensiero liberale, il quale ha da sem-pre trovato nella Lettera sulla tolleranza un’imprescindibile fonte di ispirazio-ne. I brani che presentiamo sono tratti da queste due opere e documentanoin maniera esemplare l’intreccio delle due istanze appena menzionate. Essi ri-guardano la teoria lockiana della conoscenza, in particolare la dottrina delleidee nella sua articolazione complessa, e la concezione della tolleranza, cheper Locke non è soltanto necessaria alla costituzione di uno Stato di diritto,ma rappresenta il più importante segno distintivo di una vera Chiesa.
JOHN LOCKE
SAGGIO SULL’INTELLETTO UMANO
Il problema della conoscenzaL’origine delle idee
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Le idee sempliciQualità primarie e secondarieLe idee complesseLa sostanza
LETTERA SULLA TOLLERANZA
La tolleranza è essenziale alla religione cristiana
GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ
Filosofo e scienziato di altissimo livello, Gottfried Wilhelm Leibniz (1646-1716) esercita la sua riflessione in un’epoca – la seconda metà del Seicento egli inizi del Settecento – fortemente caratterizzata dal contrasto tra la filosofiatradizionale di matrice scolastica e la nuova filosofia, che si alimentava invecedi un cartesianesimo collegato all’indagine scientifica sulla natura. Il pensie-ro di Leibniz può esser visto come l’impresa, grandiosa e difficilissima, di con-ciliare proprio queste due tendenze.
I brani che presentiamo ruotano attorno a tre luoghi fondamentali della ri-flessione leibniziana:
1. la conciliabilità della filosofia tradizionale con la scienza moderna, ideache Leibniz sostenne fin dall’inizio della sua riflessione, ma che trova nel Di-scorso di metafisica la sua più compiuta chiarificazione. Qui, infatti, egli argo-menta in favore di uno dei concetti più importanti della filosofia di matricearistotelica, vale a dire il concetto di forma sostanziale, che però trova una giu-sta collocazione nella metafisica, ossia in quel discorso razionale che trascen-de i limiti della fisica;
2. la dottrina della sostanza individuale, che Leibniz espone in tutta la suachiarezza nel Discorso di metafisica, ma che si svilupperà nella Monadologia co-me dottrina delle monadi. Sostanza è per Leibniz ciò che, almeno virtualmen-te, contiene nella sua nozione tutti i suoi predicati e di cui solo Dio, che è do-tato di un intelletto infinitamente potente, può avere una conoscenza perfet-ta. Nella dottrina delle monadi la definizione di sostanza individuale è amplia-ta, in quanto alle monadi viene anche attribuita, sebbene con gradi diversi,una vera e propria attività conoscitiva;
3. la creazione per opera di Dio del migliore dei mondi possibili, il quale ol-
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tre che in senso metafisico, può anche essere interpretato in senso logico, os-sia come sistema assiomatico internamente coerente. I brani che si riferisco-no a questo luogo sono tratti dai Princìpi della natura e della grazia fondati sullaragione e da Sull’origine radicale delle cose.
GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ
DISCORSO DI METAFISICA
Fisica e metafisicaLa sostanza individuale
MONADOLOGIA
La dottrina delle mònadi
PRINCÌPI DELLA NATURA E DELLA GRAZIA FONDATI SULLA RAGIONE
Dio e il migliore dei mondi possibili (A)
SULL’ORIGINE RADICALE DELLE COSE
Dio e il migliore dei mondi possibili (B)Dio e il migliore dei mondi possibili (C)
GIAMBATTISTA VICO
Di fronte ai grandi cambiamenti a cui la filosofia e la scienza europea andava-no incontro durante il Seicento, la cultura filosofica italiana manteneva un at-teggiamento contrastante che può così descriversi: da un lato essa si era chiu-sa rispetto alla diffusione della nuova filosofia, principalmente a causa degliesiti avuti dal “caso Galilei”, dall’altro aveva promosso una serie di ricerchesperimentali che di fatto si ispiravano ai lavori del grande scienziato pisano.
Questa situazione però mutò, e in termini considerevoli, tra la fine del Sei-cento e gli inizi del Settecento, quando il cartesianesimo, imperante in Euro-pa, fece sentire anche in Italia, e specie nelle Accademie, la sua enorme capa-cità di innovazione. A questa nuova tendenza, che iniziava a prender piede an-che nella cultura filosofica italiana, si oppose in maniera decisa il filosofo na-poletano Giambattista Vico (1668-1744), che dai gesuiti aveva ricevuto un’e-ducazione rivolta allo studio dei classici, della filosofia tradizionale (logica emetafisica scolastica) e della giurisprudenza. Fin dagli anni della sua forma-
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zione egli preferì all’opera di Cartesio, dove domina la matematica, l’operadello storico latino Tacito, che contempla l’uomo così come è, gli scritti di Pla-tone che contemplano l’uomo così come deve essere e i lavori di Bacone che,a differenza di quelli cartesiani, hanno valorizzato non tanto la deduzione del-la matematica, quanto l’arte di scoprire nuove verità a partire dall’esperienza.
I brani che presentiamo sono tratti dall’opera più importante di Vico, i Princì-pi di scienza nuova, in cui egli si propone di dimostrare l’azione della provviden-za divina, non più a partire dall’ordine naturale delle cose, bensì a partire dal-la storia degli uomini, attraverso i metodi della filologia (che ha per oggetto ilcerto) e la riflessione della filosofia (che ha per oggetto il vero). L’interventodella Provvidenza sarebbe attestato dal passaggio degli uomini dalla condizio-ne di bestie feroci a quella di esseri civili. Oltre che su quest’idea, i testi ruota-no intorno a un’altra idea fondamentale presente nella riflessione vichiana, os-sia l’analogia esistente tra lo sviluppo della mente umana e l’evoluzione delmondo civile, così come emerge dall’indagine sulla storia delle nazioni.
GIAMBATTISTA VICO
PRINCÌPI DI SCIENZA NUOVA D’INTORNO ALLA COMUNE NATURA DELLE NAZIONI
La nuova scienzaAnalogia tra la mente umana e il mondo civileIl «corso delle nazioni»L’azione della provvidenza nella storia
L’ILLUMINISMO INGLESE: BERKELEY E HUME
Con il termine “Illuminismo” si suole indicare una tendenza filosofica larga-mente diffusa nel XVIII secolo, la quale si fonda sulla convinzione che sia laragione la sola facoltà capace di illuminare o rischiarare l’umanità dalle tene-bre in cui essa è relegata dall’ignoranza, dal pregiudizio e dalla superstizione.Per ragione si intende sostanzialmente la ragione della scienza e della tecni-ca; dunque, non una ragione che si oppone all’esperienza, come si potrebbepensare, quanto piuttosto una ragione che presuppone l’esperienza e si muo-ve nell’ambito di essa. Non è un caso che, anche per ragioni prettamente sto-riche, l’Illuminismo sia nato in Inghilterra, e di lì si sia poi diffuso in Francia,dove ha raggiunto la sua forma più compiuta, e in Germania e in Italia, dove
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ebbe sviluppi comunque importanti. In Inghilterra, infatti, esso trovò un ter-reno estremamente fertile, preparato dalla filosofia sperimentale e, in parti-colare, dall’empirismo di Locke.
Le caratteristiche fondamentali dell’Illuminismo inglese, oltre alla forte im-postazione empirista che lo contraddistingue, sono il deismo e il sentimenta-lismo: rispettivamente, la dottrina secondo cui della religione sono accettabi-li soltanto gli aspetti intrinsecamente razionali, la cosiddetta religione natura-le, e non piuttosto quegli aspetti che sono tradizionalmente considerati rive-lati, come per esempio i dogmi; e il tentativo di costruire un’etica autonomadalla religione, ossia un’etica fondata sulla capacità innata che l’uomo avreb-be di distinguere il bene e il male, in base al sentimento di approvazione o di-sapprovazione che certe azioni generano in lui.
I brani che presentiamo provengono dal Trattato sui princìpi della conoscenzaumana di George Berkeley (1685-1753), il vescovo anglicano che, pur soste-nendo una dottrina della conoscenza di tipo empiristico, fu uno dei critici piùagguerriti del deismo, e da alcune opere di David Hume (1711-1776), il filo-sofo scozzese che portò l’empirismo verso esiti scettici e pose la morale e la re-ligione su un fondamento esclusivamente emotivo e sentimentale.
Per quanto riguarda Berkeley i brani esplicano l’idea dell’essere in quanto es-ser percepito, che rappresenta il nucleo fondamentale del suo empirismo, laconseguente negazione dell’esistenza della materia e la convinzione che le leg-gi di natura non siano altro che l’ordine impresso da Dio alle idee che perce-piamo in noi stessi. Per quanto riguarda Hume, invece, i brani sono relativi altentativo di realizzare una scienza sperimentale dell’uomo sul modello dellascienza newtoniana, alle due celebri critiche che mostrano gli esiti scettici del-la filosofia humeana (la critica dell’idea di causalità e dell’idea di sostanza im-materiale), a quella che è stata definita “legge di Hume”, ossia la negazione del-la possibilità di dedurre la morale (il dover essere) dalla conoscenza (l’essere)e infine alle considerazioni svolte da Hume stesso intorno al suo scetticismo.
GEORGE BERKELEY
TRATTATO SUI PRINCÌPI DELLA CONOSCENZA UMANA
«Esse est percipi»Critica della sostanza materialeDio e le leggi di natura
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DAVID HUME
TRATTATO SULLA NATURA UMANA
Per una scienza sperimentale dell’uomoCritica all’idea di causalità (A)
RICERCHE SULL’INTELLETTO UMANO
Critica all’idea di causalità (B)
TRATTATO SULLA NATURA UMANA
Critica all’idea di sostanza immaterialeLa «legge di Hume»
RICERCHE SULL’INTELLETTO UMANO
Sullo scetticismo
L’ILLUMINISMO FRANCESE
Pur essendo influenzato dalle tendenze provenienti dall’Inghilterra, in Fran-cia l’Illuminismo assunse caratteri più radicali e polemici. La presenza di unregime politico di tipo assolutistico, infatti, spinse le tendenze riformistichedel paese verso forme esasperate di democrazia e il predominio della religio-ne cattolica, usata strumentalmente per giustificare e conservare il potere po-litico vigente, determinò forti istanze anticlericali e finì col fomentare un atei-smo peraltro già presente tra gli uomini di cultura del tempo. In questo con-testo si formarono e si affermarono quelle tendenze, documentate nei braniche presentiamo, che furono tipiche dell’Illuminismo francese:
1. il deismo, professato e difeso da François-Marie Arouet, detto Voltaire(1694-1779). Esso viene considerato dal filosofo francese come la base razio-nale di ogni religione e morale. Al contrario della religione naturale, l’unicaconiugabile con la scienza della natura, le religioni positive, che pretendonodi fondarsi sulla rivelazione, sono in realtà un prodotto del pregiudizio, e perquesto sono professate da sètte che di fatto non fanno altro che esercitare in-tolleranza. Sono queste le idee che spinsero Voltaire a criticare alcune posi-zioni filosofiche, come l’ottimismo leibniziano e la scienza aristotelica, da luiguardate con un atteggiamento di distacco e superiorità;
2. l’enciclopedismo, difeso apertamente da Denis Diderot (1713-1784) nel
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discorso preliminare dell’Enciclopedia, vero e proprio manifesto ideologicodell’Illuminismo francese. Lo scopo dell’enciclopedismo era la divulgazionedel sapere, la quale avrebbe consentito una liberazione del popolo dai pregiu-dizi, soprattutto religiosi, e avrebbe portato la società a una radicale trasfor-mazione;
3. la critica al principio d’autorità, mossa da Jean Baptiste d’Alembert (1717-1783) nel discorso preliminare dell’Enciclopedia. Si tratta di una critica rivoltaverso la cultura antica, importante sotto l’aspetto letterario ma non sotto l’a-spetto filosofico, e verso la cultura medievale, dominata dai teologi timorosidei danni che l’uso della ragione avrebbe potuto apportare alla fede cristia-na. Essi infatti, secondo d’Alembert, hanno eretto a dogmi di fede le loro per-sonali opinioni. Sono stati, invece, i primi filosofi moderni coloro i quali han-no permesso all’umanità di uscire dall’oscurantismo in cui per secoli era sta-ta relegata;
4. il materialismo esteso dall’universo all’uomo, che viene concepito comeuna macchina da Julien Offray de La Mettrie (1709-1751). Questi prova a mo-strare, infatti, come la vita dell’anima si possa ricondurre al funzionamentodel corpo, il quale a sua volta non può che essere inteso come una macchina;
5. la riflessione politica, portata da Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) suposizioni nuove e originali. Egli vede l’uomo come innocente nell’originariostato di natura e malvagio una volta introdotto nella società civile, dove gover-nano la brama di possesso e l’inimicizia. Per riappropriarsi della sua innocen-za originale, nonché di un radicale sistema di uguaglianza, l’uomo deve stipu-lare con il suo prossimo un nuovo contratto sociale, in cui ciascuno consegnai propri diritti nelle mani dell’intera comunità, la quale esercita non volontàparticolari ma un’unica volontà generale che mira all’utilità pubblica.
VOLTAIRE
SUL DEISMO
«Il deismo è una religione diffusa in tutte le religioni»
CANDIDO
La critica all’ottimismo leibniziano
QUESITI SULL’ENCICLOPEDIA
La critica alla filosofia tradizionale
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DENIS DIDEROT
DISCORSO PRELIMINARE ALL’ENCICLOPEDIA
Scopo e caratteri dell’«Enciclopedia»
JEAN BAPTISTE D’ALEMBERT
DISCORSO PRELIMINARE ALL’ENCICLOPEDIA
Critica al principio di autorità
JULIEN OFFRAY DE LA METTRIE
L’UOMO-MACCHINA
«L’uomo è una macchina così complessa»
JEAN-JACQUES ROUSSEAU
DISCORSO SULL’ORIGINE E I FONDAMENTI DELLA DISUGUAGLIANZA TRA GLI UOMINI
L’origine della disuguaglianza
IL CONTRATTO SOCIALE
«L’uomo è nato libero e ovunque è in catene»La volontà generale
L’ILLUMINISMO TEDESCO E ITALIANO
Caratteri analoghi a quelli emersi in Inghilterra e in Francia l’Illuminismo limanifestò anche in Germania e in Italia. Mentre in Germania questo “rischia-ramento” venne visto in stretto legame col sapere scolastico, che veniva inse-gnato nelle università, ed era teso a realizzare il perfezionamento morale del-l’uomo, in Italia esso assunse delle connotazioni civili, volte a coniugare la ri-flessione filosofica con l’impegno politico, inteso in senso fortemente riformi-stico.
I brani che presentiamo documentano queste tendenze presenti nell’Illumi-nismo tedesco e italiano:
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1. per la Germania leggiamo passi dall’opera del matematico Johann Hein-rich Lambert (1728-1777) che, distinguendo fra concetti a priori e concetti aposteriori, sviluppò una concezione della scienza del tutto originale, e dallariflessione filosofica e letteraria di Gotthold Ephraim Lessing (1729-1781), re-lativa al compito educativo della rivelazione, che spinge il genere umano a svi-luppare pienamente la ragione;
2. per l’Italia, invece, i brani provengono dalla riflessione civile svolta daidue più importanti illuministi del tempo, Pietro Verri (1728-1797) e CesareBeccaria (1738-1794), fondatori della celebre Accademia dei Pugni di Mila-no. Presentiamo la dottrina di Verri concernente il piacere e il dolore e le ar-gomentazioni svolte da Beccaria sulla pratica della tortura.
JOHANN HEINRICH LAMBERT
NUOVO ORGANO
I concetti fondamentali
GOTTHOLD EPHRAIM LESSING
L’EDUCAZIONE DEL GENERE UMANO
La rivelazione come educazione del genere umano
PIETRO VERRI
DISCORSO SULL’INDOLE DEL PIACERE E DEL DOLORE
Il dolore è il principio motore dell’uomo
CESARE BECCARIA
DEI DELITTI E DELLE PENE
Sulla tortura
LA SCIENZA NEL SETTECENTO
Il Settecento è il secolo in cui si assiste a un poderoso progresso e a un’enor-me estensione della scienza moderna. I brani che presentiamo riguardano i
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punti di maggiore novità emersi nella scienza settecentesca, in particolare inbiologia, in chimica e in fisica:
1. il lavoro svolto dal naturalista svedese Carl von Linné, detto Linneo (1707-1778), nella classificazione generale degli animali e delle piante; e per controla riflessione dinamica, di storia naturale, condotta da Georges-Louis Leclercde Buffon (1707-1788), in cui si sostiene la derivazione di tutte le specie viven-ti da un numero ristretto di prototipi;
2. la nascita della chimica come scienza, principalmente a opera dello scien-ziato francese Antoine Laurent Lavoisier (1743-1794) il quale, confutando lateoria del flogisto, scoprì la vera natura della combustione e la composizionedell’acqua, da sempre considerata un elemento non decomponibile;
3. lo studio scientifico dei fenomeni dell’elettricità, in cui si collocano gliesperimenti condotti sulle rane dal fisico italiano Luigi Galvani (1737-1798),il quale credette di aver scoperto il fenomeno dell’elettricità animale.
LINNEO
FONDAMENTI DELLA BOTANICA
I fondamenti della botanica
GEORGES-LOUIS LECLERC DE BUFFON
STORIA NATURALE GENERALE E PARTICOLARE
Sul modo di trattare e di studiare la storia naturale
ANTOINE LAURENT LAVOISIER
RIFLESSIONI SUL FLOGISTO
La vera natura della combustione
RIFLESSIONI SULLA COMPOSIZIONE DELL’ACQUA
«Suppongo che coloro che leggeranno queste riflessioni...»
LUIGI GALVANI
MEMORIE SULLA ELETTRICITÀ ANIMALE A LAZZARO SPALLANZANI
La discussione con Alessandro Volta sull’elettricità animale
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IMMANUEL KANT
Immanuel Kant (1724-1804) è uno dei maggiori filosofi di tutti i tempi, para-gonabile a pochi altri grandi pensatori della storia. La sua filosofia si suole de-finire critica e qui ne presentiamo i luoghi più significativi. I brani che seguo-no, infatti, sono tratti da:
1. i Prolegomeni ad ogni futura metafisica che si presenterà come scienza, in cui Kantspiega in che cosa precisamente consista il criticismo e come egli vi giunse do-po aver letto le critiche di Hume alla metafisica;
2. la Critica della ragion pura, in cui Kant si interroga sulla possibilità dellametafisica come scienza. Di essa si presentano alcuni brani introduttivi, in cuiKant spiega quale sia lo scopo dell’opera, ossia attuare una critica della fa-coltà di conoscere, e delinea la distinzione tra giudizi analitici e giudizi sin-tetici; e alcuni brani tratti dalle parti più significative in cui l’opera si artico-la: l’estetica trascendentale in quanto studio degli elementi a priori della co-noscenza sensibile, e la logica trascendentale, divisa in analitica e dialettica,in quanto studio del rapporto tra il pensiero puro e le intuizioni sensibili. Aquesti si aggiungono altri brani relativi ad alcuni passaggi significativi: la di-stinzione tra fenomeno (l’oggetto come appare) e noumeno (l’oggettocom’è in sé) delineata nell’analitica trascendentale, la descrizione della rivo-luzione copernicana apportata da Kant alla filosofia, così come essa è espo-sta nella Prefazione; la caratterizzazione trascendentale data da Kant del con-cetto di apparenza nella dialettica trascendentale; e infine l’esposizione delcosiddetto sistema delle idee trascendentali (Dio, anima e mondo) nella dia-lettica trascendentale;
3. la Fondazione della metafisica dei costumi, in cui Kant distingue, preparandoil terreno della seconda critica, gli imperativi ipotetici e gli imperativi catego-rici con cui la ragion pratica comanda la volontà;
4. la Critica della ragion pratica, detta anche seconda critica, in cui Kant inda-ga il fenomeno della moralità. Di essa si presentano i brani che riguardano ilnesso tra il dovere morale e l’autonomia della volontà, che è per Kant facoltàlibera; e l’idea di sommo bene, in quanto condizione incondizionata della mo-ralità, che è formata da due postulati fondamentali, cioè l’immortalità dell’a-nima e l’esistenza di Dio;
5. la Critica del Giudizio, detta anche terza critica, che verte su una terza fa-coltà, oltre a quelle di conoscere e desiderare: la facoltà del giudicare. Di es-
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sa si presentano due brani relativi ai due tipi fondamentali di giudizio, il giu-dizio determinante e il giudizio riflettente, e al problema della finalità dellanatura, in quanto condizione concernente la conoscenza degli oggetti.
IMMANUEL KANT
PROLEGOMENI AD OGNI FUTURA METAFISICA
Il problema critico: dalla «Prefazione»Il problema critico: dall’«Avvertenza preliminare»
CRITICA DELLA RAGION PURA
La critica della ragioneSulla differenza tra giudizi analitici e sinteticiL’estetica trascendentaleLogica generale e logica trascendentale, analitica e dialetticaFenomeno e noumenoLa rivoluzione copernicanaLa dialettica trascendentaleIdee della ragione e raziocinii dialettici
FONDAZIONE DELLA METAFISICA DEI COSTUMI
Imperativi ipotetici e imperativi categorici
CRITICA DELLA RAGION PRATICA
Dovere, libertà e autonomiaIl sommo bene e i postulati della ragion pratica
CRITICA DEL GIUDIZIO
Il Giudizio determinante e il Giudizio riflettenteLa finalità nella natura
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PERCORSI TEMATICIIL ROMANTICISMO E L’IDEALISMO TEDESCO
Tra le figure che giganteggiano nel panorama del pensiero romantico e idea-listico in Germania, presentiamo anzitutto i tre filosofi che anticipano e pre-parano la fioritura del movimento, cioè Johann G. Hamann (1730-1788),Johann G. Herder (1744-1803) e Friedrich H. Jacobi (1741-1819). Poi JohannW. Goethe (1749-1832) e, tra i romantici veri e propri, Friedrich Schlegel(1772-1829) e Novalis (1772-1801).
Tra gli idealisti ci limitiamo ai tre classici che – secondo un canone interpre-tativo inaugurato da Hegel – rappresentano le tre tappe essenziali nello svilup-po di tale corrente: Friedrich D.E. Schleiermacher (1768-1834), Johann G. Fichte (1762-1814) e Friedrich W.J. Schelling (1775-1854). Del primo, teologoprima ancora che filosofo, presentiamo alcune pagine sul problema dell’erme-neutica, grazie al quale oggi si è riscoperta l’attualità del suo pensiero anche daun punto di vista filosofico. Degli altri due presentiamo una scelta antologicache documenta non solo le loro teorie più note – come i tre princìpi della dot-trina della scienza fichtiana o la valorizzazione della natura in Schelling – maanche l’evoluzione e gli sviluppi del loro pensiero, quali la filosofia dell’Assolu-to del secondo Fichte o la dottrina delle età del mondo di Schelling.
JOHANN G. HAMANN
GHIRIBIZZI E DUBBI FILOLOGICI ATTORNO AD UNA MEMORIA ACCADEMICA
L’uomo come essere dotato di libertà e linguaggio
PARTE TERZA
OTTOCENTOE NOVECENTO
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JOHANN G. HERDER
IDEE PER LA FILOSOFIA DELLA STORIA DELL’UMANITÀ
Che cos’è il linguaggio umano
FRIEDRICH H. JACOBI
SULLA DOTTRINA DI SPINOZA
L’ateismo dell’intelletto e il «salto mortale» della «ragione» come «sentimentodel soprasensibile»
JOHANN W. GOETHE
ESPERIENZA E SCIENZA
«I fenomeni, che noi chiamiamo anche fatti, sono certi e distinti per natura»
ANALISI E SINTESI
«Ogni analisi presuppone una sintesi»
FRIEDRICH SCHLEGEL
FRAMMENTI
La poesia romantica
NOVALIS
LA CRISTIANITÀ OVVERO L’EUROPA
Il rinnovamento spirituale dell’Europa nel programma del romanticismo politico
FRIEDRICH D.E. SCHLEIERMACHER
L’ERMENEUTICA
«L’ermeneutica come arte della comprensione»
JOHANN G. FICHTE
FONDAMENTO DELL’INTERA DOTTRINA DELLA SCIENZA
I princìpi della «Dottrina della scienza» del 1794Il principio fondamentale della «Dottrina della scienza» del 1804
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SULLA MISSIONE DEL DOTTO
La missione del dotto
INIZIAZIONE ALLA VITA BEATA
L’Assoluto e l’Amore
FRIEDRICH W.J. SCHELLING
DELL’IO COME PRINCIPIO DELLA FILOSOFIA, OVVERO SULL’INCONDIZIONATONEL SAPERE UMANO
Gli inizi fichtiani: l’incondizionato come io assoluto
IDEE PER UNA FILOSOFIA DELLA NATURA
Il primo sistema: la filosofia della natura
SISTEMA DELL’IDEALISMO TRASCENDENTALE
Il primo sistema: l’idealismo trascendentale
FILOSOFIA DELL’ARTE
La filosofia dell’identità: Dio come «unitotalità» assoluta
RICERCHE FILOSOFICHE SULL’ESSENZA DELLA LIBERTÀ UMANA
L’origine del maleLa positività del maleL’abisso divino e l’amore
LE ETÀ DEL MONDO
I tre princìpi e la circolarità della vita divina
GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL
Vi sono luoghi dell’opera di Hegel (1770-1831) che sono diventati passaggiinevitabili del pensiero filosofico, testi ormai classici sui quali sempre si è di-scusso e sui quali sempre si tornerà. Ne presentiamo alcuni:
1. dalla Fenomenologia dello spirito la Prefazione (con l’illustrazione del cam-mino che la filosofia deve seguire per diventare scienza dell’Assoluto) e i ca-pitoli dedicati rispettivamente alla dialettica di servo e signore, e alla contrap-posizione della virtù al corso del mondo;
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2. dalla Scienza della logica la Prefazione e l’inizio della dottrina dell’esserecon la dialettica di essere, nulla e divenire;
3. dai Lineamenti di filosofia del diritto la Prefazione, contenente la famosaidentificazione di realtà e razionalità;
4. in testa al percorso proponiamo un celebre testo, Il più antico programmadi sistema dell’idealismo tedesco (1797), che – indipendentemente dall’attribuzio-ne (Schelling, Hölderlin o Hegel) – documenta sul nascere la vastità del dise-gno speculativo dell’idealismo.
GEORG WILHELM FRIEDRICH HEGEL
IL PIÙ ANTICO PROGRAMMA DI SISTEMA DELL’IDEALISMO TEDESCO
«Dacché l’intera metafisica si compirà in futuro nella morale...»
FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
La filosofia come scienza dell’interoLa dialettica di servo e signoreLa virtù e il corso del mondo
SCIENZA DELLA LOGICA
La logica speculativaEssere, nulla, divenire
LINEAMENTI DI FILOSOFIA DEL DIRITTO
La «nottola di Minerva» e l’identità di razionale e reale
CONTEMPORANEI E CRITICI DI HEGEL
Nella Germania filosofica della prima metà dell’Ottocento si pensa con He-gel o contro Hegel: il sistema hegeliano funge da imprescindibile punto di ri-ferimento per quanto accade sulla scena filosofica. In riferimento alla sua ope-ra può essere organizzato il quadro della filosofia dell’epoca, brulicante dipensatori, maggiori e minori, la cui posizione si definisce spesso in ragionedella distanza che essi assumono rispetto a Hegel, cioè a seconda del tipo direazione e di critica, «escludente» o «includente», che essi mettono in atto neiconfronti della speculazione.
Nel nostro percorso ci limitiamo alle figure maggiori e più originali:
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1. anzitutto Arthur Schopenhauer (1788-1860), l’acerrimo avversario di He-gel, la cui critica all’idealismo è fatta più a ritmo di ingiurie che non di argo-mentazioni;
2. quindi Max Stirner (1806-1856), altra originale ed eccentrica figura dipensatore, nella cui anarchica riflessione covano motivi che esploderannocon fragore nella crisi nichilistica innescata da Nietzsche;
3. poi Ludwig Feuerbach (1804-1872), la cui critica della religione svolge unruolo decisivo nel maturare della consapevolezza speculativa della sinistra he-geliana;
4. quindi Karl Marx (1818-1883);5. e da ultimo Søren Kierkegaard (1813-1855) che, pur essendo danese, può
essere considerato come una delle reazioni filosofiche più significative all’i-dealismo hegeliano.
ARTHUR SCHOPENHAUER
IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE
Il mondo come rappresentazioneIl mondo come volontà
SUL FONDAMENTO DELLA MORALE
La compassione come fondamento della morale le due virtù cardinali: la giustizia e la carità
IL MONDO COME VOLONTÀ E RAPPRESENTAZIONE
L’ascesi, la «noluntas» e il nulla
MAX STIRNER
L’UNICO E LA SUA PROPRIETÀ
«Io ho fondato la mia causa su nulla»
LUDWIG FEUERBACH
L’ESSENZA DEL CRISTIANESIMO
Le verità della religione ricondotte all’antropologia
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KARL MARX
TESI SU FEUERBACH
Le 11 Tesi
SØREN KIERKEGAARD
AUT-AUT
Stadio estetico e stadio etico della vita
TIMORE E TREMORE
Il paradosso della fede
LA FILOSOFIA DEL PRIMO OTTOCENTO IN FRANCIA E IN ITALIA
A differenza di quella tedesca, la filosofia francese e italiana nella prima metàdell’Ottocento appare caratterizzata più da movimenti di idee che da grandipensatori. E mentre nell’area linguistica tedesca si hanno opere capitali checostituiscono riferimenti classici per la storia della filosofia, non altrettanto sipuò dire per il pensiero francese e italiano di questo periodo.
Quanto al versante francese, una tradizione storiografica inveterata tende aprendere in considerazione, con motivazioni opposte ma simmetriche, so-prattutto gli scritti dei socialisti utopisti (Claude-Henri de Saint-Simon, Char-les Fourier, Pierre-Joseph Proudhon) e quelli dei pensatori tradizionalisti (Jo-seph de Maistre, Juan Donoso Cortés).
Nel nostro percorso ci pare opportuno invece dare spazio anche a due espo-nenti del pensiero liberale finora scarsamente considerati sul piano filosofico,ma interessanti per la lungimiranza della loro visione della società e per l’attua-lità delle tesi da loro sostenute: Benjamin Constant (1767-1830) e Alexis de Toc-queville (1805-1859). Essi furono tra i primi a valorizzare princìpi cardine del-le moderne società democratiche come la libertà individuale e l’uguaglianza.
Per quanto riguarda il pensiero italiano nella prima metà dell’Ottocento,senza sminuire l’importanza di altre figure solitamente considerate «minori»come Romagnosi, Cattaneo e Ferrari, il cui pensiero, specialmente la loro con-cezione di una «filosofia civile», viene oggi rivalutato, è d’obbligo considera-re i due pensatori che valgono come i due classici di questo periodo, cioè An-tonio Rosmini (1797-1855) e Vincenzo Gioberti (1801-1852).
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JOSEPH DE MAISTRE
DEL PAPA
Potere spirituale e sovranità temporale
JUAN DONOSO CORTÉS
SAGGIO SUL CATTOLICESIMO, IL LIBERALISMO E IL SOCIALISMO
L’anarchia della ragione umana e l’ordine delle sacre verità
CLAUDE-HENRI DE SAINT-SIMON
LETTERE DI UN ABITANTE DI GINEVRA AI SUOI CONTEMPORANEI
Il sogno di una nuova società
CHARLES FOURIER
IL NUOVO MONDO INDUSTRIALE E SOCIETARIO
«Soltanto da un secolo a questa parte ci si occupa di teorie industriali»
PIERRE-JOSEPH PROUDHON
CHE COS’È LA PROPRIETÀ
La proprietà come furto
BENJAMIN CONSTANT
SULLE REAZIONI POLITICHE
I princìpi e la loro applicazione: la controversia con Kant
ALEXIS DE TOCQUEVILLE
LA DEMOCRAZIA IN AMERICA
La tirannide della maggioranzaIl dispotismo amministrativo
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 55
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ANTONIO ROSMINI
NUOVO SAGGIO SULL’ORIGINE DELLE IDEE
L’idea dell’essere
VINCENZO GIOBERTI
NUOVA PROTOLOGIA
La «formola ideale»
POSITIVISMO ED EVOLUZIONISMO
Positivismo ed evoluzionismo caratterizzano la filosofia europea nella secondametà dell’Ottocento. Il positivismo si affermò a ridosso dello sviluppo dellescienze, non soltanto come indirizzo filosofico, ma altresì come visione del mon-do. Si diffuse rapidamente in tutta Europa caratterizzando il pensiero e la cultu-ra della seconda metà dell’Ottocento e dei primi anni del Novecento, alimen-tando il mito ottimistico del progresso e la fiducia nel potenziale emancipatoriodella scienza e della tecnica, che caratterizzarono la cosiddetta «Belle Époque».
Tra i molti esponenti della filosofia positivistica ci limitiamo a due figure rap-presentative, che toccano nella loro riflessione problemi che non hanno per-duto di interesse: Auguste Comte (1798-1857) per la cultura francese e JohnStuart Mill (1806-1873) per quella inglese. L’evoluzionismo a sua volta si af-fermò dapprima come ipotesi scientifica, con Charles Darwin (1809-1882), madivenne poi con Herbert Spencer (1820-1903) una vera e propria filosofia.
AUGUSTE COMTE
DISCORSO SULLO SPIRITO POSITIVO
I tre stati delle speculazioni umane
JOHN STUART MILL
SISTEMA DI LOGICA, RAZIOCINATIVA E INDUTTIVA
La logica si occupa di inferenze, non di verità intuitiveLa logica delle «scienze morali»
56 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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SULLA LIBERTÀ
La libertà come principio del liberalismo
UTILITARISMO
Che cos’è l’utilitarismo
CHARLES DARWIN
L’ORIGINE DELL’UOMO
«La conclusione principale cui siamo giunti...»
HERBERT SPENCER
PRIMI PRINCÌPI
Il sistema filosofico dell’evoluzionismo
FRIEDRICH NIETZSCHE
Il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900) è una figura di fine Otto-cento che proietta però l’ombra del suo pensiero su tutto il Novecento. Il no-stro percorso presenta alcuni tra i passi della sua opera che sono diventati or-mai «classici» e nei quali sono illustrate le sue dottrine fondamentali:
1. l’inizio della Nascita della tragedia in cui viene introdotta l’antitesi di apol-lineo e dionisiaco;
2. un brano del saggio Su verità e menzogna in senso extramorale che illustra lacritica della verità come supremo valore della conoscenza;
3. il brano n. 125 del terzo libro della Gaia scienza in cui Nietzsche presentaper la prima volta in modo esplicito il pensiero della «morte di Dio»;
4. alcuni passi in cui viene ipotizzata la dottrina dell’eterno ritorno dell’u-guale;
5. due brevi testi della follia, stilati poco prima del crollo psichico.
FRIEDRICH NIETZSCHE
LA NASCITA DELLA TRAGEDIA
L’antitesi di apollineo e dionisiaco
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SU VERITÀ E MENZOGNA IN SENSO EXTRAMORALE
La verità come errore
LA GAIA SCIENZA
La morte di DioL’eterno ritorno dell’uguale
FRAMMENTI POSTUMI
La «grande politica»«Perché sono un destino»
LA FILOSOFIA TEDESCA TRA SECONDO OTTOCENTOE PRIMO NOVECENTO
La filosofia tedesca nella seconda metà dell’Ottocento e nel primo Novecen-to – fino allo scoppio della grande guerra del 1914-18, cioè fino all’evento chesegna la fine della «Belle Époque» e rappresenta nell’atmosfera culturale il ve-ro spartiacque tra Ottocento e Novecento – è caratterizzata non solo dal posi-tivismo, ma anche dallo storicismo, una posizione filosofica incentrata sul ri-conoscimento della storicità quale orizzonte onnicomprensivo dell’esperien-za umana. Il panorama è arricchito inoltre dalla filosofia della vita, quale esi-to ultimo dello storicismo; dal neokantismo, che vede nel ritorno a Kant lapossibilità di una teoria della conoscenza e della scienza in grado di tenere ilpasso con i progressi del sapere scientifico; dal dibattito sullo «psicologismo»,in cui spiccano le figure di Frege e Husserl.
La drastica selezione che si rende necessaria ci impone di includere nel nostropercorso soltanto i pensatori più interessanti: Hermann Cohen (1842-1918),Paul Natorp (1854-1924) ed Ernst Cassirer (1874-1945) per la Scuola di Mar-burgo; Wilhelm Windelband (1848-1915) e Heinrich Rickert (1863-1936) perquella del Baden; WilhelmDilthey (1833-1911) per lo storicismo; GeorgSimmel(1858-1918) e OswaldSpengler (1880-1936) per la filosofia della vita; infine MaxWeber (1864-1920) quale padre-fondatore del moderno pensiero sociologico.
HERMANN COHEN
SISTEMA DI FILOSOFIA
Il compito della logica trascendentaleIl problema del «dato»
58 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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PAUL NATORP
I FONDAMENTI LOGICI DELLE SCIENZE ESATTE
La considerazione filosofico-trascendentale della scienza
ERNST CASSIRER
FILOSOFIA DELLE FORME SIMBOLICHE
Il simbolo come funzione conoscitiva
IL CONCETTO DI FORMA SIMBOLICA NELLA COSTRUZIONE DELLE SCIENZE DELLO SPIRITO
«L’unità di un ambito spirituale non può mai essere determinata»
WILHELM WINDELBAND
STORIA E SCIENZA NATURALE
Scienza nomotetica e scienza idiografica
HEINRICH RICKERT
L’OGGETTO DELLA CONOSCENZA
Scienze della natura e scienze della cultura
WILHELM DILTHEY
LE ORIGINI DELL’ERMENEUTICA
Il comprendere come compito dell’ermeneutica
GEORG SIMMEL
CONCETTO E TRAGEDIA DELLA CULTURA
« L’uomo, a differenza dell’animale, non si inserisce supinamente nella datità naturale del mondo»
OSWALD SPENGLER
QUESTIONI ORIGINARIE
L’uomo e il destino
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MAX WEBER
L’«OGGETTIVITÀ» DELLA CONOSCENZA DELLE SCIENZE SOCIALIE DELLA POLITICA SOCIALE
«Noi tutti sappiamo che la nostra scienza...»
ALCUNE CATEGORIE DELLA SOCIOLOGIA COMPRENDENTE
«L’atteggiamento umano»
ALTERNATIVE E REAZIONI AL POSITIVISMO
Tra i numerosi pensatori che caratterizzano il periodo dalla seconda metà del-l’Ottocento alla prima metà del Novecento proponiamo alcune tra le figurepiù rappresentative delle rispettive aree linguistiche.
In particolare, per l’area francese Henri Bergson (1859-1941); per quella ita-liana Bertrando Spaventa (1817-1883), Benedetto Croce (1866-1952) e Gio-vanni Gentile (1875-1944); per quella anglo-americana, infine, Charles S.Peirce (1839-1914), William James (1842-1910) e John Dewey (1859-1952).
HENRI BERGSON
L’EVOLUZIONE CREATRICE
Slancio vitale e significato dell’evoluzione
BERTRANDO SPAVENTA
LA FILOSOFIA ITALIANA NELLE SUE RELAZIONI CON LA FILOSOFIA EUROPEA
La nazionalità della filosofia
BENEDETTO CROCE
AESTHETICA IN NUCE
L’arte come intuizione dell’individuale
LOGICA COME SCIENZA DEL CONCETTO PURO
La logica speculativa come attività dello spirito
LA STORIA COME PENSIERO E COME AZIONE
L’universalità della conoscenza storica
60 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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FILOSOFIA E STORIOGRAFIA
La trasformazione dell’hegelismo
GIOVANNI GENTILE
CONCETTI FONDAMENTALI DELL’IDEALISMO
Origine della filosofia attualistica
CHARLES S. PEIRCE
COME RENDERE CHIARE LE NOSTRE IDEE
«Chi abbia scorso un trattato moderno di logica...»
CHE COS’È IL PRAGMATISMO?La definizione di pragmatismo
WILLIAM JAMES
PRAGMATISMO. UN NOME NUOVO PER ALCUNE VECCHIE MANIERE DI PENSARE
Il significato del pragmatismoIl metodo pragmatistico
JOHN DEWEY
LOGICA, TEORIA DELL’INDAGINE
Logica come teoria dell’indagine scientifica
LA FENOMENOLOGIA
La fenomenologia è stata tra i movimenti di pensiero più influenti nella pri-ma metà del Novecento. Ha avuto sviluppi significativi in Germania, Francia,Italia e negli Stati Uniti d’America, mantenendosi viva a lungo anche dopo laseconda guerra mondiale. Risulta tuttavia difficile definire con precisione isuoi contorni e, per alcune sue dottrine, essa dovrebbe essere fatta rigorosa-mente coincidere con l’opera del suo fondatore.
La massima husserliana «alle cose stesse!», che enuncia il programma fe-
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nomenologico, era suscettibile di interpretazioni così diverse che – comePaul Ricoeur ha acutamente osservato – la storia della fenomenologia è di-ventata in realtà la storia delle sue eresie. Allievi diretti di Edmund Husserl(1859-1938), come Martin Heidegger (1889-1976), o compagni di cammi-no, come Max Scheler (1874-1928) e Nicolai Hartmann (1882-1950), o pen-satori che a Husserl si ispirarono, come Jean-Paul Sartre (1905-1980) e Mau-rice Merleau-Ponty (1908-1961), raccolsero l’insegnamento fenomenologi-co più nello spirito che nella lettera, e videro in essa una possibilità da in-terpretare liberamente più che un corpo di dottrine da seguire in manierapedissequa.
Nel nostro percorso considereremo Franz Brentano (1838-1917), che con lascoperta dell’intenzionalità precorre la fenomenologia vera e propria; Hus-serl che ne è il fondatore e il caposcuola; e Scheler, che estese il metodo feno-menologico all’etica e all’antropologia filosofica.
FRANZ BRENTANO
PSICOLOGIA DAL PUNTO DI VISTA EMPIRICO
La psicologia descrittiva e il suo compitoL’intenzionalità come differenza dei fenomeni psichici dai fenomeni fisici
EDMUND HUSSERL
RICERCHE LOGICHE
Intuizione sensibile e intuizione categoriale
FILOSOFIA COME SCIENZA RIGOROSA
L’ideale della filosofia come scienza rigorosa
LA CRISI DELLE SCIENZE EUROPEE E LA FENOMENOLOGIA TRASCENDENTALE
La crisi delle scienze e il compito della filosofia
MAX SCHELER
LA POSIZIONE DELL’UOMO NEL COSMO
Il compito dell’antropologia filosofica
62 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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L’ESISTENZIALISMO
Per quanto riguarda l’esistenzialismo, concentriamo la nostra attenzione suisuoi due maggiori rappresentanti, Karl Jaspers (1883-1969) per la cultura te-desca e Jean-Paul Sartre (1905-1980) per quella francese, mentre tralasciamoaltri pur importanti esponenti di tale corrente, come Gabriel Marcel (1889-1973) e Maurice Merlau-Ponty (1908-1961).
KARL JASPERS
LA FILOSOFIA DELL’ESISTENZA
Come nacque la filosofia dell’esistenza
JEAN-PAUL SARTRE
L’ESSERE E IL NULLA
L’esistenza umana tra l’essere e il nulla
L’ESISTENZIALISMO È UN UMANISMO
«Che cos’è l’esistenzialismo?»
MARTIN HEIDEGGER
Il pensiero di Martin Heidegger (1889-1976) – allievo di Husserl a Friburgo –non è riducibile né alla fenomenologia né all’esistenzialismo, ma, dopo unainiziale adesione alla fenomenologia e dopo avere largamente ispirato l’esi-stenzialismo, esso ha aperto e seguito un proprio solitario cammino che miraa una sola questione, quella dell’essere.
MARTIN HEIDEGGER
ESSERE E TEMPO
Il problema dell’essere
IL CONCETTO DI TEMPO
L’analitica dell’esistenza: che cos’è l’esserci
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CHE COS’È METAFISICA?La metafisica come domanda dell’ente e l’angoscia come esperienza originariadel niente
NIETZSCHE
L’enigma della polisemia dell’essere
LETTERA SULL’«UMANISMO»Etica e pensiero dell’essere
LE FILOSOFIE A INDIRIZZO LOGICO E ANALITICO
Le filosofie a indirizzo logico e analitico, che hanno fatto valere in linea diprincipio, ciascuna a suo modo, l’esigenza della rigorosità scientifica del pen-siero filosofico a costo di limitarne le competenze, sono nate e cresciute prin-cipalmente nella cultura anglosassone – anche se non va dimenticato che l’im-pulso iniziale venne ai pensatori del Circolo di Vienna. Esse si sono poi rapi-damente affermate in tutto il mondo e sono diventate un orientamento dipensiero molto importante, per non dire dominante, nel panorama della fi-losofia odierna.
Numerosi e prestigiosi sono gli esponenti e le scuole in cui questa tenden-za si è manifestata. Il nostro percorso considera solo i pensatori più noti:Gottlob Frege (1848-1925), Bertrand Russell (1872-1970), George E. Moore(1873-1958), Ludwig Wittgenstein (1889-1951), Rudolf Carnap (1891-1970),Gilbert Ryle (1900-1976), John L. Austin (1911-1960), Peter F. Strawson(1919-2006), Richard M. Hare (1919-2002) e Willard Van Orman Quine(1908-2000).
GOTTLOB FREGE
SENSO E SIGNIFICATO
La distinzione tra senso e significato
LA DISTINZIONE TRA OGGETTO E CONCETTO E LA POLISEMIA DEL VERBO ESSERE
«La parola “concetto” viene usata in sensi diversi»
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BERTRAND RUSSELL
I PRINCÌPI DELLA MATEMATICA
La riconduzione della matematica alla logicaIl paradosso delle classi
LA VISIONE SCIENTIFICA DEL MONDO
Etica della scienza e futuro dell’uomo
GEORGE E. MOORE
PRINCIPIA ETHICA
L’indefinibilità del concetto di «buono» e la «fallacia naturalistica»
LUDWIG WITTGENSTEIN
TRACTATUS LOGICO-PHILOSOPHICUS
Il linguaggio come raffigurazione logica del mondo
RICERCHE FILOSOFICHE
Il linguaggio come «gioco»
RUDOLF CARNAP
IL SUPERAMENTO DELLA METAFISICA MEDIANTE L’ANALISI LOGICA DEL LINGUAGGIO
«Gli avversari della metafisica»
GILBERT RYLE
LO SPIRITO COME COMPORTAMENTO
Lo «spettro nella macchina»
JOHN L. AUSTIN
COME FARE COSE CON LE PAROLE
Gli atti linguistici: performativi e constatativi
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 65
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PETER F. STRAWSON
INDIVIDUI. SAGGIO DI METAFISICA DESCRITTIVA
Metafisica correttiva e metafisica descrittiva
RICHARD M. HARE
IL PENSIERO MORALE
Razionalità e prescrittività nell’analisi filosofica della morale
WILLARD VAN ORMAN QUINE
DUE DOGMI DELL’EMPIRISMO
Empirismo senza dogmi
QUIDDITATES. QUASI UN DIZIONARIO FILOSOFICO
Classi e insiemi
GLI SVILUPPI DEL MARXISMO
Pochissime altre filosofie hanno avuto nel Novecento una importanza compa-rabile a quella del marxismo. Ciò si spiega con il fatto che esso non ha propo-sto semplicemente una teoria filosofica fra le tante, ma ha rappresentato unavisione del mondo capace di catalizzare le aspettative di intere masse, di inter-pretarne gli interessi e di assumere quindi, in un certo senso, quasi i caratteridi una religione. Inoltre, per nessun’altra filosofia si è verificato ciò che è ac-caduto per il marxismo, vale a dire che la sua teoria si sia tramutata in prassi,i suoi pensieri siano diventati azione, la sua ideologia abbia trasformato larealtà storica. Per questo esso merita di essere considerato con attenzione, an-che se, dopo il crollo dei progetti politici che ad esso si sono ispirati, la suaenergia propulsiva appare ormai esaurita.
Tra le figure del marxismo ortodosso, che divenne l’ideologia ufficiale del-l’Unione Sovietica, ci limitiamo al solo Nicolaj Lenin (1870-1924). Più ricco efrastagliato, e filosoficamente più interessante, è invece il panorama offertodal marxismo occidentale: György Lukács (1885-1971), Ernst Bloch (1885-1977), Max Horkheimer (1895-1973), Theodor W. Adorno (1903-1969), Her-bert Marcuse (1898-1979), Walter Benjamin (1892-1940) sono autori il cui
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pensiero mantiene ancor oggi numerosi motivi di interesse. Ricorderemo in-fine, per la sua posizione originale e per l’importante ruolo che esercitò sul-lo sviluppo del marxismo in Italia, anche Antonio Gramsci (1891-1937).
NICOLAJ LENIN
QUADERNI FILOSOFICI
A proposito della dialettica
GYÖRGY LUKÁCS
STORIA E COSCIENZA DI CLASSE
Dialettica, totalità e contraddizione come concetti fondamentali del marxismo
ERNST BLOCH
EXPERIMENTUM MUNDI
L’ontologia aperta del «non ancora»
THEODOR W. ADORNO - MAX HORKHEIMER
DIALETTICA DELL’ILLUMINISMO
La dialettica dell’illuminismo e la teoria critica della società
HERBERT MARCUSE
EROS E CIVILTÀ
Il manifesto dell’emancipazione
WALTER BENJAMIN
SUL CONCETTO DELLA STORIA
L’angelo della storia
ANTONIO GRAMSCI
QUADERNI DEL CARCERE
La formazione degli intellettuali
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LE FILOSOFIE DI ISPIRAZIONE CRISTIANA, LE NUOVE TEOLOGIE, LA FILOSOFIA DELLA RELIGIONE, L’ESOTERISMO
La ricchezza degli argomenti affrontati nel percorso impone una scelta di te-sti limitata a pochi autori.
Per le filosofie di ispirazione cristiana prenderemo in considerazione Jac-ques Maritain (1882-1973) quale rappresentante del pensiero neotomista edEmmanuel Mounier (1905-1950) per quello spiritualistico-personalista.
Quanto alla teologia contemporanea è impossibile fornire un’idea anche so-lo sommaria delle profonde trasformazioni e dei molteplici tentativi di rinno-vamento che essa ha vissuto. Ci limiteremo qui a Karl Barth (1886-1968) e Ru-dolf Bultmann (1884-1976), per la confessione protestante, e a Romano Guar-dini (1885-1968), Hans Urs von Balthasar (1905-1988) e Karl Rahner (1904-1984) per quella cattolica. La nostra proposta è determinata, oltre che dall’im-portanza di tali autori, dal fatto che la loro opera presenta un interesse filoso-fico.
Per quanto riguarda la filosofia della religione e lo studio del mito, presen-tiamo qualche pagina di Rudolf Otto (1869-1937), Gerhardus Van der Leeuw(1890-1950), Mircea Eliade (1907-1986) e René Girard (nato nel 1923).
JACQUES MARITAIN
L’UOMO E LO STATO
Il popolo e lo Stato
EMMANUEL MOUNIER
CHE COS’È IL PERSONALISMO?«Il personalismo può sembrare inafferrabile»
KARL BARTH
L’EPISTOLA AI ROMANI
Esistenza e fede: il problema dell’eticaEsistenza e fede: la crisi della libertà
68 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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RUDOLF BULTMANN
IL DIBATTITO SUL MITO
La demitologizzazione del Nuovo Testamento
ROMANO GUARDINI
IL POTERE. TENTATIVO DI UN ORIENTAMENTO
Il concetto teologico del potere
HANS URS VON BALTHASAR
IL TUTTO NEL FRAMMENTO
Finitudine e salvezza dell’uomo
KARL RAHNER
UDITORI DELLA PAROLA
L’uomo come apertura a Dio
RUDOLF OTTO
IL SACRO. L’IRRAZIONALE NELLA IDEA DEL DIVINO E LA SUA RELAZIONE AL RAZIONALE
Razionale e irrazionaleIl numinosoIl sentimento «creaturale» come riflesso del senso del numinoso nella consapevolezza di sé (Momenti del numinoso I)Mysterium tremendum (Momenti del numinoso II)
GERHARDUS VAN DER LEEUW
FENOMENOLOGIA DELLA RELIGIONE
«La fenomenologia cerca il fenomeno»
MIRCEA ELIADE
OCCULTISMO, STREGONERIA E MODE CULTURALI. SAGGI DI RELIGIONI COMPARATE
Occultismo ed esoterismo nel mondo moderno
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 69
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RENÉ GIRARD
LA VITTIMA E LA FOLLA. VIOLENZA DEL MITO E CRISTIANESIMO
Cristianesimo e mito alla luce della teoria del capro espiatorio
LA NASCITA E LO SVILUPPO DELLE SCIENZE UMANE
Le scienze umane, con la loro crescente specializzazione, offrono un panora-ma ampio e frastagliato, difficile da abbracciare in tutte le sue ramificazioni.Ciascuna di esse – psicologia, sociologia, scienze politiche e giuridiche, lingui-stica, etnologia, antropologia, ecc. – richiederebbe un discorso specifico cir-ca la genesi, lo sviluppo, il metodo e i concetti che la contraddistinguono. Peroffrire una scelta di testi sufficientemente rappresentativa, ci limiteremo inciascuna disciplina ai suoi rappresentanti eminenti.
Per la psicoanalisi abbiamo scelto alcune pagine di Sigmund Freud (1856-1939) e di Carl G. Jung (1875-1961); della psicologia abbiamo voluto docu-mentare due suoi sviluppi recenti più originali con Jean Piaget (1896-1980).
Per la sociologia ci limitiamo a due classici, Émile Durkheim (1858-1917) eVilfredo Pareto (1848-1923), nonché al suo esponente più prestigioso, NiklasLuhmann (1927-1998).
Per il pensiero giuridico e politico proponiamo alcune pagine dei due gran-di antagonisti del Novecento, Hans Kelsen (1881-1973) e Carl Schmitt (1888-1985), oltre a brani di Leo Strauss (1899-1973), di Hannah Arendt (1906-1975) e, tra le figure del dibattito più recente, di John Rawls (1921-2002).
Per la linguistica diamo alcune pagine di Ferdinand de Saussure (1857-1913)e di Noam Chomsky (nato nel 1928). Per l’etnologia e l’antropologia di orien-tamento strutturalistico ci siamo limitati al loro caposcuola, Claude Lévi-Strauss (nato nel 1908).
Infine, per il cosiddetto pensiero post-strutturalista francese, abbiamo scel-to due brani di Michel Foucault (1926-1984).
SIGMUND FREUD
INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
L’interpretazione dei sogni come accesso all’inconscio
METAPSICOLOGIA
La definizione dell’inconscio
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AL DI LÀ DEL PRINCIPIO DI PIACERE
Principio di piacere e principio di realtà
IL DISAGIO DELLA CIVILTÀ
«L’esistenza di questa tendenza all’aggressione...»
CARL G. JUNG
IL CONCETTO DI INCONSCIO COLLETTIVO
L’inconscio collettivo e gli archetipi
JEAN PIAGET
INTERVISTA SU CONOSCENZA E PSICOLOGIA
Il concetto di struttura nello sviluppo della mente
ÉMILE DURKHEIM
DIZIONARIO DELLE IDEE
La filosofia positiva e la scienza della società
VILFREDO PARETO
TRATTATO DI SOCIOLOGIA GENERALE
La classificazione delle azioni
NIKLAS LUHMANN
ARCHIMEDES UND WIR
La teoria sistemica della società
HANS KELSEN
LA DOTTRINA PURA DEL DIRITTO
Il concetto di norma
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 71
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CARL SCHMITT
IL CONCETTO DEL «POLITICO»Il concetto di Stato presuppone quello di «politico»
LEO STRAUSS
CHE COS’È LA FILOSOFIA POLITICA?«Il significato e il carattere della filosofia politica»
HANNAH ARENDT
VITA ACTIVA
La condizione umana
JOHN RAWLS
UNA TEORIA DELLA GIUSTIZIA
Il velo di ignoranza
FERDINAND DE SAUSSURE
CORSO DI LINGUISTICA GENERALE
La «lingua» come oggetto della linguistica
NOAM CHOMSKY
RIFLESSIONI SUL LINGUAGGIO
Strutture innate del linguaggio e della menteIl linguaggio come tratto distintivo dell’uomo
CLAUDE LÉVI-STRAUSS
ANTROPOLOGIA STRUTTURALE
Il concetto di struttura
72 STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA ESPANSIONI IN ALEF
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MICHEL FOUCAULT
LE PAROLE E LE COSE. UN’ARCHEOLOGIA DELLE SCIENZE UMANE
Il sonno antropologico
L’ARCHEOLOGIA DEL SAPERE
Storia delle idee e archeologia del sapere
LA SCIENZA NEL NOVECENTO E LA NUOVA EPISTEMOLOGIA
I continui sviluppi della scienza nel Novecento e la posizione predominanteche essa ha assunto nella vita dell’uomo contemporaneo hanno alimentatouna ricca riflessione filosofica intorno alla sua natura, ai metodi e ai procedi-menti che la caratterizzano, alle potenzialità che ne fanno uno dei fattori de-cisivi del mondo moderno; ma hanno anche indotto a pensare ai rischi e aipericoli che il suo sfruttamento senza limiti nasconde.
Ha avuto così luogo negli ultimi tempi una profonda trasformazione del-l’immagine della scienza: partendo da una critica della concezione paleopo-sitivistica del sapere, la nuova epistemologia ha cercato di definire meglio checosa facciamo quando facciamo scienza, quando inventiamo e costruiamouna teoria scientifica. Ne è scaturita una nuova visione della scienza, della suagenesi, dei suoi paradigmi e dei suoi criteri di validità, tale da rivoluzionare lerappresentazioni che se ne avevano in precedenza.
I tre epistemologi che hanno maggiormente contribuito a tale rivoluzione,e che qui presentiamo, sono Karl R. Popper (1902-1994), Thomas Kuhn(1922-1996) e Paul K. Feyerabend (1924-1994).
KARL R. POPPER
CONGETTURE E CONFUTAZIONI
Che cos’è una teoria scientifica
IL FALLIBILISMO E LA TEORIA DEI TRE MONDI
«Oggi ci sono due mode filosofiche...»
THOMAS KUHN
NUOVE RIFLESSIONI SUI PARADIGMI
Che cos’è un paradigma scientifico
ESPANSIONI IN ALEF STORIA DELLA FILOSOFIA DALL’ETÀ ANTICA ALL’ETÀ CONTEMPORANEA 73
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PAUL K. FEYERABEND
SCIENZA COME ARTE
La scienza come arte
LE PROSPETTIVE DELLA FILOSOFIA OGGI
Quali spazi si aprono ancora, oggi, all’interrogazione filosofica? Quali compe-tenze spettano a questa attività dello spirito umano, in un sapere che apparesempre più dominato e colonizzato dalla specializzazione scientifica? V’è una«razionalità», una forma di argomentazione che il pensiero filosofico possa farvalere come propria nel mondo contemporaneo?
È vero, la filosofia non ha successi concreti da esibire. Ma, come Heideggerha notato, pretendere di giudicare la filosofia in base ai suoi successi praticisarebbe come voler valutare il pesce in base alla sua capacità di stare all’asciut-to. Equivarrebbe, in altri termini, ad applicare alla filosofia un criterio che leè per principio inadeguato. Al di là di tutti i ragionamenti che si possono fa-re intorno alla questione dell’utilità o meno della filosofia, la prova miglioredella sua indefessa vitalità la si ha leggendo le opere di pensatori ascoltati nelmondo odierno.
In questa prospettiva proponiamo alcuni brani di Chaïm Perelman (1912-1984) per la nuova retorica; di Hans-Georg Gadamer (1900-2002), Paul Ri-coeur (1913-2005) e Richard Rorty (1931-2007) quali esponenti dell’erme-neutica filosofica; di Joachim Ritter (1903-1974) per la riabilitazione della fi-losofia pratica; di Jürgen Habermas (nato nel 1929) per la proposta di un’eti-ca del discorso; di Hans Jonas (1903-1993) per il progetto di un’etica della re-sponsabilità; di Georg H. von Wright (1916-2003) per la teoria del sillogismopratico; di Alasdair MacIntyre (nato nel 1929) quale sostenitore del comuni-tarismo; di Emmanuel Levinas (1905-1995) e Jacques Derrida (1930-2004)per la loro critica della tradizione metafisica.
CHAÏM PERELMAN
IL CAMPO DELL’ARGOMENTAZIONE. NUOVA RETORICA E SCIENZE UMANE
La teoria filosofica dell’argomentazione
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HANS-GEORG GADAMER
ELOGIO DELLA TEORIA
L’ideale della filosofia pratica
PAUL RICOEUR
SÉ COME UN ALTRO
L’ermeneutica del «sé»
RICHARD RORTY
LA FILOSOFIA DOPO LA FILOSOFIA
Il criterio della solidarietà
JOACHIM RITTER
IL COMPITO DELLE SCIENZE DELLO SPIRITO NELLE SOCIETÀ MODERNE
«I problemi che oggi affliggono l’università»
JÜRGEN HABERMAS
ETICA DEL DISCORSO
Il principio morale dell’etica del discorso
HANS JONAS
IL PRINCIPIO RESPONSABILITÀ
Il principio di responsabilità e l’imperativo morale dell’età tecnologica
GEORG H. VON WRIGHT
SPIEGAZIONE E COMPRENSIONE
Il sillogismo praticoSpiegazione e comprensione
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ALASDAIR MACINTYRE
DOPO LA VIRTÙ
Nietzsche o Aristotele?
EMMANUEL LEVINAS
TOTALITÀ E INFINITO
Metafisica e trascendenza
JACQUES DERRIDA
POSIZIONI
Il vocabolario della decostruzione
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