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Collegio IPASVI
della provincia di Pavia
ESSERE INFERMIERE
IN PSICHIATRIA
L’attività Fisico-Sportiva:
uno strumento coerente per rinforzare
l’unità e l’autonomia nella persona.
Effetti di un lavoro di riabilitazione in psichiatria.
L’esperienza della Comunità Torchietto di Pavia: 2003 - 2010
SOMMARIO
La Comunità Torchietto di Pavia ha avuto sin dal 1992 una particolare attenzione all’attività
motoria.
Negli ultimi sette anni, dal 2003 ad oggi, l’attività è progettata e condotta da una infermiera
che ha maturato una lunga esperienza in campo sportivo e le competenze specifiche per
realizzare una attività terapeutica e riabilitativa in ambito psichiatrico. L’attività che ha visto
la partecipazione integrata degli utenti delle strutture residenziali e semiresidenziali della Co-
munità Torchietto, è stata svolta inizialmente nella palestra della struttura sanitaria. Dal 2005
l’attività è stata portata all’esterno e svolta presso il Palazzetto dello Sport di Pavia, ottenuto
in concessione gratuita dal Comune della città. Dal 2003 al 2010 è stato possibile sperimen-
tare: la danzamovimentoterapia, la ginnastica dolce, la ginnastica a corpo libero, il pilates,
un lavoro di stretching, giochi con la palla e giochi per sviluppare il movimento e l’espressione
corporea, un lavoro sulla respirazione. Molti sono stati i risultati positivi. L’attività motoria ha
favorito la crescita deI e nel gruppo, un gruppo che sceglie di partecipare a questo nuovo
modo di stare insieme, un modo che ha sviluppato anche la conoscenza reciproca, l’amicizia,
l’accettazione, la collaborazione oltre il progetto terapeutico. L’attività motoria è uno dei per-
corsi più apprezzati dagli utenti della Comunità Torchietto più giovani e meno giovani ed è
essenziale per armonizzare lo sviluppo biopsicosociale della persona e il movimento, è un
mezzo e non un fine. I dati dell’osservazione dell’attività sia a livello individuale sia di gruppo,
sono stati raccolti ogni anno attraverso strumenti cartacei creati ad hoc, elaborati, analizzati
e rappresentati graficamente.
SUMMARYThe Community Torchietto of Pavia since 1992 has had a particular attention to motor activity. Over
the past seven years, since 2003, the activity is designed and conducted by a nurse who has extensive
experience in the field of sport and the skills to achieve a therapeutic and rehabilitative activities in
the field of psychiatry.
The activity that saw the participation of users of integrated residential and semi Community Torchietto,
was initially held in the gymnasium of the hospital. Since 2005 the business was brought out and held
at the Sports Palace of Pavia, a concession for free by the City Council. From 2003 to 2010 it was
possible to experiment: the danzamovimentoterapia, the gymnastics, the free exercises, Pilates, a work
of stretching, ball games and games to develop body movement and expression, work on breathing.
There have been many positive results. Physical activity has encouraged the growth of and in the
group, a group that chooses to participate in this new way of being together, so that has also developed
a mutual understanding, friendship, acceptance, cooperation beyond the project therapy. Physical ac-
tivity is one of the most popular paths that users of the Community Torchietto younger and older people
and is essential to harmonize the development of the biopsychosocial and person movement, is a means
and not an end. The observational data of both individual and group, were collected annually through
ad hoc papers, processed, analyzed and graphed.
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
Presentazione
La Comunità Torchietto a Pavia è organizzata all’interno del Dipartimento di Salute Mentale
(Azienda Ospedaliera Pavia) della Provincia di Pavia dal 1998, anno della definitiva chiusura
dell’ex Ospedale Psichiatrico di Voghera, con tre strutture cosiddette “intermedie” di cui, due
di tipo residenziale (CRT (Centro Riabilitativo Terapeutico) sino al gennaio 2008 - CRA (Cen-
tro Riabilitativo ad Alta Assistenza) sino al 28 Febbraio 2010 - attualmente CRM (Centro Ria-
bilitativo a Media Assistenza) e la (Comunità Protetta ad Alta Assistenza) CPA) ed una di tipo
semiresidenziale, il Centro Diurno (CD).
Nella Comunità si organizzano e si realizzano le diverse attività terapeutiche-riabilitative di
gruppo con la partecipazione integrata degli utenti-ospiti delle tre strutture e la conduzione
integrata anch’essa degli operatori: infermieri, educatori e tecnici della riabilitazione psichia-
trica.
E’ sempre prevista la partecipazione di altre figure presenti nelle nostre strutture come sup-
porto aggiuntivo e per motivi legati alla preparazione di lavori di tesi sul campo: sono i Medici
Specializzandi in Psichiatria e gli studenti del corso di laurea in tecnica della riabilitazione
psichiatrica dell’Università degli Studi di Pavia.
Il percorso riabilitativo parte dalla Comunità e arriva sul territorio per favorire i processi di so-
cializzazione e l’utilizzo di servizi, spazi ed attività esistenti nella comunità sociale.
Uno spazio, il Torchietto, “sulla soglia” che sogna di essere in permanente dialettica con “il
fuori”.
L’Attività Motoria nella Comunità Torchietto di Pavia:
una pratica consolidata.
Il Progetto
L’educazione motoria si inserisce nell’ambito delle attività di riabilitazione e di socializzazione
che si svolgono all’interno della struttura psichiatrica denominata Comunità Torchietto in
Pavia.
Il lavoro clinico-assistenziale occupandosi della totalità dell’essere non può esimersi dal pren-
dere in considerazione la motricità, il movimento umano, la gestualità come modo di comu-
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
nicazione e modo di essere che sono i segni della socievolezza del soggetto e del suo adat-
tamento al mondo in cui deve vivere.
Nello specifico della sofferenza psichiatrica i fini dell’educazione motoria non riguardano
esclusivamente l’aspetto del movimento e dell’esercizio fisico ma spaziano oltre, assumendo
connotati psico-affettivi, cognitivi, emotivi e sociali.
Infatti, le persone con sofferenza psichiatrica presentano una alterazione del funzionamento
sociale con difficoltà nel sostenere un ruolo.
I sintomi positivi e cioè i deliri, le allucinazioni, i disturbi del pensiero caratteristici delle psicosi
impediscono all’individuo di esercitare abilità e attività limitando l’adempimento di ruoli sociali
e lavorativi.
Altri sintomi, cosiddetti negativi e quindi ritiro sociale, apatia, mancanza di energia, trascura-
tezza, anedonia non rispondono ai farmaci come i sintomi positivi, comunque gli stessi far-
maci non possono agire sulle abilità connesse al vivere e sulle abilità di coping se non
indirettamente attraverso la riduzione o l’eliminazione dei sintomi. Questi sono i sintomi con
cui maggiormente ci si confronta.
Molte dunque sono le condizioni che possono ridurre il movimento.
Si vuole valutare con questa attività, se attraverso una strategia di intervento basata sull’edu-
cazione fisico-motoria è possibile migliorare il disagio psichico e sociale, gli eventuali sintomi
negativi e positivi, la performance individuale; ridurre gli effetti collaterali extrapiramidali dei
farmaci antipsicotici che compromettono notevolmente le abilità motorie degli utenti (distonia
acuta, ovvero contrazioni muscolari del dorso, del collo, del volto, della lingua, rigidità, tremori,
bradicinesia, iporiflessia posturale, acatisia); fronteggiare la sedazione associata a sensa-
zione di affaticamento.
L’educazione motoria afferisce alle aree fondamentali della personalità di un individuo: area
corporea, area emotivo-affettiva, area intellettuale, area morale e sociale.
L’educazione motoria che basa il suo campo di indagine sul corpo, sul movimento e sulla co-
municazione non verbale risulta un mezzo efficace per stabilire un rapporto. Questo aspetto
relazionale riguarda diversi livelli: soggetto e attività, soggetto e gruppo, soggetto e operatori
e soggetto con se stesso.
L’attività motoria rappresenta uno strumento essenziale per armonizzare lo sviluppo bio-
psico-sociale della persona e il movimento è un mezzo non un fine.
OBIETTIVI
- SVILUPPO DELLA PERSONA
- SVILUPPO MENTALE
- SVILUPPO ARTISTICO
METODOLOGIA
L’incontro è strutturato in tre fasi:
1. FASE DI ACCOGLIMENTO: dedicata al saluto e alla relazione.
2. FASE CENTRALE DI ATTIVITA’: in cui viene attuato il programma del giorno.
3. FASE FINALE: riguarda la verbalizzazione dei vissuti dell’ospite nel corso dell’incontro.
Le tecniche e gli strumenti per svolgere l’attività sono definiti in itinere.
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
MODALITA’
Il gruppo è aperto, gli utenti proposti all’attività per gli anni 2004 – 2005 – 2006 – 2007 sono
stati gli ospiti delle tre strutture della comunità Torchietto; nel periodo Ottobre 2007 – Giugno
2008 l’attività è stata rivolta agli ospiti delle due strutture residenziali e il periodo Ottobre 2008
– Giugno 2009 l’attività è stata riservata agli ospiti della struttura CRA (Centro Residenziale
al Alta Assistenza) che hanno aderito nel numero di 9 su 12 in totale; nell’attività in corso
periodo 2009-2010 sono state reintegrate le strutture residenziali CPA (4 ospiti partecipanti)
e CRM (8 ospiti partecipanti) del Torchietto.
SEDI dell’ATTIVITA’ sono state:
SALONE DEL CENTRO DIURNO
PALASPORT – Via Treves – Pavia
PALESTRA Interna al Polo Torchietto.
GIORNI e DURATA
4 INCONTRI MENSILI - DUE FASCE ORARIO: 10.30 – 11.30 e 15.00 – 16.00.
La documentazione è composta da:
SCHEDA DI RILEVAZIONE PRESENZA/ASSENZA
SCHEDA INDIVIDUALE
RELAZIONE TRIMESTRALE di osservazione del gruppo.
RELAZIONE CONCLUSIVA con elaborazione e rappresentazione grafica dei dati raccolti.
Al termine di ogni incontro è prevista la compilazione della SCHEDA di VALUTAZIONE/OS-
SERVAZIONE INDIVIDUALE orientata a rilevare i livelli di autonomia negli ambiti seguenti:
• Orientamento Spazio/Temporale
• Abilità Cognitive (ATTENZIONE – CONCENTRAZIONE – MEMORIA OPERATIVA)
• Comunicazione Non Verbale (Postura Rilassata – Mimica Distesa Orientata al Sorriso –
Gestualità Armonica – Sguardo Sereno – Distanza Intersoggettiva Adeguata)
• Comunicazione Verbale (Forma Adeguata, Contesto Appropriato, Contenuto e Ricchezza
del Vocabolario)
• Ambito del Movimento (Muscoli del Corpo Rilassati e Distesi – Respiro Calmo e Tran-
quillo – Capacità di Rimanere Fermi anche a Lungo – Movimenti Composti e Armonici –
Quantità di Attività Equilibrate – Attività Motorie e Sportive Adeguate – Capacità o Talento
Particolare)
• Area del Comportamento (Adeguatezza, Disturbo, Aggressività, Clamorosità, Opposività,
Reattività, Rifiuto Ostinato, Fuga
Nelle aeree considerate la valutazione ha i seguenti livelli:
AREA DEL COMPORTAMENTO AREA DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
5 Mai 5 Totale Autonomia (acquisito)
4 Raramente 1 Assenza di Autonomia (non acquisita)
2 Spesso 3 Parziale Autonomia (emergente)
3 Talvolta
1 Sempre
5
Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
ORIENTAMENTO SPAZIOTEMPORALE / ABILITA’ COGNITIVE / COMUNICAZIONE
VERBALE / MOVIMENTO
5 Totale Autonomia (nessun aiuto)
4 Sufficiente Autonomia (aiuto verbale e/o gestuale)
3 Parziale Autonomia (modellamento e imitazione)
2 Minima Autonomia (aiuto fisico)
1 Assenza di Autonomia (totale sostituzione)
E’ rilevata la Presenza/Assenza su apposita scheda.
La documentazione prevede anche una relazione trimestrale sul gruppo e una relazione
conclusiva.
L’Attività Motoria è aperta alla partecipazione degli studenti tirocinanti in Scienze Infermieri-
stiche, in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica e ai Medici Specializzandi in Psichiatria.
PROGRAMMA ATTIVITA’ svolto in tutto il periodo 2004 – 2010:
obiettivi e feedback degli utenti.
Stretching
Si tratta di una pratica di esercizi che vanno intesi come una sorta di dialogo aperto tra l’Io e la fisi-
cità.
Lo stretching rappresenta un importante mezzo di auto educazione corporea e mentale.
Un messaggio che questa disciplina ci manda:
divenire flessibili e disponibili nella mente e nel corpo.
Durante lo stretching gli utenti sono riusciti a mantenere la concentrazione per tutto il tempo e ad
esprimere le loro difficoltà chiedendo aiuto, col passare del tempo sono inoltre riusciti a migliorare la
loro tolleranza al dolore derivante dall’allungamento muscolare.
Giochi con la palla e giochi per sviluppare il movimento e l’espressione corporea
La palla infatti, è un attrezzo che si presta ad una grande varietà di esercizi e di giochi. E’ un attrezzo
che costituisce un centro di interesse e da una nota di giocosità all’incontro. Affina la sensibilità neuro-
muscolare, migliora la prontezza di percezione, abitua al giusto impiego di energia, aumenta il dina-
mismo dell’atto motorio, acuisce il senso dello spazio e contribuisce all’educazione ritmica. L’uso
della palla inoltre, permette l’acquisizione di nuovi schemi motori migliora la prontezza dei riflessi, la
valutazione del tempo e dello spazio, le doti di destrezza ed abilità, la velocizzazione delle azioni mo-
torie. Inoltre nell’attrezzo si può trovare un valido aiuto contro le inibizioni e le insicurezze diventando
anche, la base insostituibile del rapporto di collaborazione fra i vari componenti del gruppo, favorendo
quindi la socialità.
Sono state previste palle di diversa misura, colore e peso e in più palla psicomotoria e medica. Il
programma complessivo comprende: PALLEGGI, ROTOLOMENTI, LANCI, OSCILLAZIONI e CIR-
CONDUZIONI, GIOCHI di SQUADRA.
I Giochi più in generale, hanno avuto lo scopo di far sperimentare ai partecipanti una particolare
forma di apprendimento, facilitando l’acquisizione di nuovi modi di pensare, sentire e relazionarsi, di
stimolare sul piano emotivo, affettivo, cognitivo ed esperienzale ed infine, di offrire condizioni che fa-
voriscono l’attivazione di processi dinamici all’interno del gruppo:
Regole e Prescrizioni che orientano il comportamento
Spazio Ludico in cui fare esperienze con altre persone
Garanzie di Sicurezza perché i giochi proposti non presentano situazioni ansiogene.
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
Il programma ha previsto soltanto i giochi che, utilizzando tecniche psico-corporee, potevano favorire
la percezione e la consapevolezza dell’unità mente/corpo.
GINNASTICA DOLCE
La ginnastica dolce costituisce un multiforme approccio al movimento perchè si avvale del contributo
di numerose discipline come lo yoga, il rilassamento, l’espressione corporea. La ginnastica dolce, a
differenza della ginnastica tradizionale, bandisce lo sforzo e lo spirito di competizione, sostituendoli
con un lavoro fondato sulla sensazione e sulla distensione. Inoltre la ginnastica dolce, mira a costruire
il rapporto tra uno spazio interno, o schema corporeo (definizione di Schilder: quadro mentale che ci
facciamo del nostro corpo, vale a dire il modo in cui il corpo appare a noi stessi), ed uno spazio
esterno, o spazio d’azione, soprattutto attraverso un lavoro fondato sulla senso-percezione. La co-
struzione dello schema corporeo può allora avvalersi di elementi cinestesici, non solo visivi, ottenendo
una migliore adeguazione tra il corpo vissuto ed il corpo rappresentato.
Ginnastica e Cura del Corpo: CORPO LIBERO
Questo programma comprende tutta la gamma degli esercizi elementari semplici e combinati su tutte
le parti del corpo: capo, arti superiori ed inferiori, tronco, busto, bacino, mani e piedi, tipici dell’edu-
cazione fisica di base. Tali esercizi (individuali, a coppie, in gruppo) sono stati eseguiti in stazione
eretta, in decubito supino e prono, senza attrezzi e con attrezzi (palle, clavette, bastoni, nastri, cerchi,
etc.), hanno riguardato la respirazione, l’equilibrio, lo schema corporeo, la coordinazione senso-mo-
toria e senso-percettiva, la strutturazione spazio-temporale, il movimento in generale (circuiti, per-
corsi, andature, salti, marce, esercizi di reazione), la coordinazione dinamica generale.
Ginnastica e Cura del Corpo: METODO PILATES
Pilates è un metodo di allenamento mente-corpo sviluppato da Joseph Pilates nei primi anni del XX°
Secolo.
Si tratta di una pratica che si concentra sull’armonia fra mente, corpo e spirito e trae origine dalle an-
tiche culture orientali, dalle arti marziali e dalla cerimonia giapponese del tè.
Il lavoro è stato svolto con le sequenze consigliate. Ciascun esercizio ripetuto dalle 3/5 alle 10 volte
procedendo in modo graduale. Per l’anno in corso sono stati perfezionati gli esercizi base.
Step e Ginnastica Aerobica
La ginnastica (aerobica) con lo step deve invece ritenersi estremamente allenante.
Circuiti/Percorsi Ginnici
L’allenamento a circuito (“circuit training”) consente di migliorare contemporaneamente la forza, la
potenza e la resistenza a livello muscolare, ma anche la funzionalità dell’apparato cardio-respiratorio.
Gli esercizi proposti sono stati facili da apprendere e semplici da eseguire. Gli obiettivi hanno consi-
derato soprattutto l’orientamento spazio/temporale, l’attenzione e concentrazione, la memoria ope-
rativa.
E’ stata stimolata anche la creatività dei partecipanti nella creazione di un percorso ginnico con e
senza gli attrezzi.
Rilassamento/Defaticamento/Raffreddamento
Il programma ha utilizzato il rilassamento muscolare per favorire:
la decontrazione da opporre alla fase attiva caratterizzata dalla contrazione muscolare
la distensione generale
la presa di coscienza di tutto il corpo
il defaticamento mentale
un piacevole stato generale di calma.
Per ogni incontro è stato preparato un programma su cui saranno indicati: ambito, fasi, spiegazione
degli esercizi per l’esecuzione degli stessi, gli obiettivi.
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
DOCUMENTAZIONE & VALUTAZIONE
Attività Motoria
Periodo Settembre 2003- Giugno 2007
La registrazione dell’attività prevedeva nel primo quadriennio, la compilazione da parte degli
operatori, di una scheda di osservazione e valutazione del lavoro svolto nella giornata e
di un altro modulo per trascrivere il commento dell’attività da parte degli ospiti partecipanti
ed eventuali note degli operatori. La scheda formata da due parti, la prima parte contenente
i dati generali, il programma svolto nella seduta e l’osservazione sul gruppo di lavoro. Nella
seconda parte è stata valutata la prestazione di ciascun ospite rispetto a tre parametri: com-
portamento, attenzione (concentrazione) e partecipazione.
Per rendere maneggevole lo strumento proposto, le tabelle sotto riportate hanno permesso
di descrivere in modo sintetico le diverse situazioni di comportamento, attenzione (concen-
trazione) e partecipazione; i numeri posti a fianco dei termini nelle tabelle sono stati riportati
su una scheda individuale per permettere una rapida analisi, elaborazione e valutazione dei
dati raccolti.
Al termine di ogni incontro è stata compilata una
scheda (allegata qui di seguito) con le osservazioni
sul sul lavoro individuale in termini di comporta-
mento, attenzione e partecipazione (Punteggio
CAP che è stato tradotto graficamente per una va-
lutazione complessiva di questi parametri).
A partire dal mese di Gennaio 2007, in vista della
preparazione del saggio, è stata introdotta la valu-
tazione di un’altra funzione cognitiva: la memoria
operativa in via sperimentale.
Tutti gli esercizi facenti parte del programma di gin-
nastica dolce, sono stati trascritti con il linguaggio
tecnico su fogli di diverso colore (ogni fase era
contraddistinta da un colore).
Complessivamente questo allenamento a memo-
rizzare gli esercizi ha gradualmente aiutato gli
utenti a comprendere un linguaggio specifico ed a
posizionare e muovere il corpo conseguente-
mente, a interiorizzare meglio gli esercizi proposti
e indirettamente ha dato vita ad una competizione
leale.
SCHEDA DI OSSERVAZIONE/VALUTAZIONE GIORNALIERA (ospiti partecipanti – opera-
tori – programma – strumenti usati) con le osservazioni sul gruppo
SCHEDA INDIVIDUALE
COGNOME/A o P * COMPORTAMENTO ATTENZIONE PARTECIPAZIONE
0 1 2 3 0 1 2 3 0 1 2 3 4 5
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
I COMPORTAMENTO
0 – attività impossibile
1 – disturba molto
2 – disturba poco
3 – non disturba
II ATTENZIONE
(CONCENTRAZIONE)
0 – non attento
1 – per un po’
2 – per molto
3 – per tutto il tempo
III PARTECIPAZIONE
0 – opposizione
1 – con passività
2 – con interesse
3 – con impegno
4 – collaborazione
5 – iniziativa
LEGENDA
I COMPORTAMENTO II ATTENZIONE (CONCENTRAZIONE) III PARTECIPAZIONE
0 – non attento 0 – non attento 0 - opposizione
1 – per un po’ 1 – per un po’ 1 – con passività
2 – per molto 2 – per molto 2 – con interesse
3 – per tutto il tempo 3 – per tutto il tempo 3 – con impegno
4 - collaborazione
5 – iniziativa
COMMENTO ATTIVITA’
da parte degli ospiti
Il commento dell’attività ad ogni incontro condotto dall’operatore e orientato a rielaborare ed
esprimere verbalmente l’esperienza vissuta, ad esplicitare eventuali momenti di difficoltà o
di soddisfazione o piacere.
Periodo 2007 – 2010
A partire dal mese di ottobre 2006, la documentazione per registrare l’attività è stata modi-
ficata come segue:
SCHEDA PRESENZA/ASSENZA
Data
COGNOME ASSENTE PRESENTE
SCHEDA INDIVIDUALE
Nome e Cognome
Operatori A. TANZI – L. ANGIONI – M. D’AMATO
Data
Orientamento Spazio/Temporale 5 4 3 2 1
Abilità Cognitive
• ATTENZIONE 5 4 3 2 1
• CONCENTRAZIONE 5 4 3 2 1
• MEMORIA OPERATIVA 5 4 3 2 1
Comunicazione Non Verbale
• Postura Rilassata/Gestualità Armonica 5 3 1
• Mimica Distesa Orientata al Sorriso 5 3 1
• Sguardo Sereno/Contatto Oculare 5 3 1
• Distanza Intersoggettiva Adeguata 5 3 1
Comunicazione Verbale
• Forma Adeguata 5 4 3 2 1
• Contesto Appropriato 5 4 3 2 1
• Contenuto e Ricchezza del Vocabolario 5 4 3 2 1
Ambito del Movimento
• Muscoli del Corpo Rilassati e Distesi 5 4 3 2 1
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
• Respiro Calmo e Tranquillo 5 4 3 2 1
• Capacità di Rimanere In Attività 5 4 3 2 1
• Movimenti Composti e Armonici 5 4 3 2 1
• Attività Motorie e Sportive Adeguate 5 4 3 2 1
• Capacità o Talento Particolare 5 4 3 2 1
Area del Comportamento Mai/ Raramente/ Talvolta/ Spesso/ Sempre
• Adeguatezza 5 4 3 2 1
• Comportamento Disturbante 5 4 3 2 1
• Rifiuto Ostinato 5 4 3 2 1
• Fuga 5 4 3 2 1
AREA DEL COMPORTAMENTO AREA DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
5 Mai 5 Totale Autonomia (acquisito)
4 Raramente 1 Assenza di Autonomia (non acquisita)
2 Spesso 3 Parziale Autonomia (emergente)
3 Talvolta
1 Sempre
ORIENTAMENTO SPAZIOTEMPORALE / ABILITA’ COGNITIVE / COMUNICAZIONE VERBALE /
MOVIMENTO
5 Totale Autonomia (nessun aiuto)
4 Sufficiente Autonomia (aiuto verbale e/o gestuale)
3 Parziale Autonomia (modellamento e imitazione)
2 Minima Autonomia (aiuto fisico)
1 Assenza di Autonomia (totale sostituzione)
NOTE
PUNTUALITA’ SI NO
GRADIMENTO ATTIVITA’: Molto Interessante Abbastanza Interessante Poco Interessante
IMPEGNO: Molto Impegnativa Abbastanza Impegnativa Poco Impegnativa
SODDISFAZIONE: Soddisfatto/a Abbastanza Soddisfatto/a Non Soddisfatto/a
DIVERTIMENTO: Presente Abbastanza Presente Non Presente
Come da progetto la documentazione ha compreso scheda/programma giornaliero,
scheda trimestrale di osservazione gruppo e relazione conclusiva.
L’Esperienza
L’attività motoria nell’intervento riabilitativo offre la possibilità di sperimentare il proprio corpo,
di sentirlo e usarlo per entrare in relazione con se stessi e con gli altri, vuol dire anche veico-
lare esperienze relazionali socio-affettive e cognitive. Una “ri-esplorazione del mondo” per ri-
appropriarsi di conoscenze e riprendere ad aver fiducia nelle proprie capacità.
L’Espressione Corporea nella Riabilitazione Psichiatrica
Come premesso, l’attività motoria nella Comunità Torchietto ha una lunga storia e in questa
storia diversi operatori si sono alternati nella conduzione dell’attività dal 1992 ad oggi.
Dall’anno 2003, ideatore e referente principale del progetto sono io, infermiera esperta nel-
l’ambito sportivo e psichiatrico, successivamente è stato costruito uno staff, con infermieri,
tecnici della riabilitazione psichiatrica, educatori che si sono alternati nella co-conduzione e
collaborazione per l’attività motoria.
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
Dal 2003 ad oggi.
Nel Settembre 2003 (Anno 2003/2004), utilizzando dapprima la piccola palestra della Comu-
nità Torchietto a Pavia e successivamente per esigenze di uno spazio fisico più ampio il sa-
lone del Centro Diurno, ha avuto inizio l’esperienza ed a tutt’oggi è ormai consolidata.
All’interno del progetto di partenza, ci sono stati in questi anni cambiamenti organizzativi e di
staff impiegato nella co-conduzione del gruppo; cambiamenti riguardanti l’utenza che ha po-
tuto usufruire di questa attività sebbene non significativi. Infatti, molte persone stanno com-
pletando un percorso psicomotorio di ben sei anni. Sono stati anche modificati di anno in
anno i programmi rispetto alla maturità psicomotoria acquisita dal gruppo ed allo sviluppo
del senso di responsabilità verso la propria salute fisica, psichica e sociale. Nel 2003, l’attività
è partita utilizzando lo spazio - palestra interno alla Comunità, strada facendo è diventata
una opportunità riabilitativa e terapeutica per “uscire fuori” dalla struttura sanitaria, dallo
spazio del quotidiano, per “abitare con il proprio corpo” luoghi nuovi (Palasport di Pavia).
L’ educazione motoria, afferisce alle aree fondamentali della persona: area corporea, area
affettiva-emotiva, area intellettuale, e area morale-sociale. L’ aspetto relazionale, riguarda
diversi livelli, vede il: soggetto e attività, soggetto e gruppo, soggetto e se stesso, soggetto
ed operatori.
Portare fuori l’attività ha degli obiettivi precisi:
• Integrare il sanitario con il sociale;
• Sviluppare l’autonomia per il rispetto di sé e degli altri;
• Vivere nuovi spazi oltre la struttura sanitaria;
• Migliorare i rapporti in seno al gruppo degli utenti, condividendo luoghi e spazi comuni, ri-
spettando regole di comportamento, orari e date.
Il progetto riabilitativo non è stato strutturato sul comportamento patologico dell’utente, ma
sull’individuo nella sua interezza, quindi il movimento come mezzo di educazione globale
della personalità.
Si è sempre cercato di valorizzare il potenziale di salute presente nel soggetto.
All’attività hanno partecipato inizialmente quindici utenti (diventati poi diciotto) eterogenei per
sesso, età e diagnosi psicopatologica, che presentavano totalmente e/o in parte:
• difficoltà di relazione con l’Altro
• dimensione spazio-temporale disturbata
• difficoltà a sentire l’unità corporea e un’accettazione vera e profonda del corpo
• difficoltà a scoprirsi e scoprire il proprio corpo in una dimensione diversa
• difficoltà a provare piacere e gioia del movimento
• difficoltà ad esprimersi con il corpo ed a comunicare attraverso il corpo
• difficoltà nelle funzioni cognitive: memoria, attenzione, concentrazione
• difficoltà nella coordinazione delle diverse parti del corpo
• difficoltà a controllare il movimento ed a dirigerlo sui contrari (dentro/fuori – alto/basso e
lateralità sinistra/destra).
A tutto questo si possono aggiungere abulia, indifferenza, depressione, ansia, paura della
prestazione, scarso controllo delle emozioni, spesso inadeguato grado di adattamento alla
realtà e incapacità di sopportare frustrazioni.
Il lavoro è stato sempre organizzato per fasi:
– Prima fase, dopo un momento di accoglienza e di saluti, si è cercato di stabilire un rap-
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
porto, un contatto attraverso il corpo, il movimento e la comunicazione non verbale con il
riscaldamento (utilizzando la musica).
– Seconda fase, ha preso in considerazione il gioco soprattutto con l’uso delle palle (di di-
verso diametro, colore, forma, consistenza e caratteristiche) e in alternativa esercizi per
stimolare e sviluppare la percezione di sé e quindi, esercizi di ritmo, tempo, spazio ed equi-
librio ed esercizi sulla lateralità e sui contrari; esercizi per il controllo e la distensione del-
l’ipertono muscolare; esercizi sia individuali sia coppia per permettere il contatto con l’intera
superficie corporea e in seguito esercizi in gruppo che hanno consentito di accedere ad
una maggiore intimità e identità gruppale con incremento del senso di appartenenza attra-
verso DANZA/MOVIMENTO – GINNASTICA DOLCE – ESERCIZI A CORPO LIBERO SU
TUTTE LE PARTI DEL CORPO – PILATES .
Il GIOCO, anche quello a squadre, è stato una delle componenti per il riscaldamento e affia-
tamento iniziali. Il gioco a squadre reca in sé piacere e divertimento e arricchisce la relazione
e l’interazione tra i partecipanti. Si tratta di una attività che permette di mettersi in gioco su
un piano di realtà per quello che si è in grado di fare al di là dei ruoli abituali. Poi il gioco ha
delle regole, e attraverso il gioco si riesce a mantenere controllo e concentrazione.
– Terza fase, stretching preparatorio individuale e di gruppo.
Ampio spazio ha avuto la respirazione, la conoscenza delle fasi di inspirazione ed espira-
zione e l’attuazione di esercizi corretti a favorirle. Rispetto alla respirazione gli utenti sono
stati aiutati a divenire consapevoli di questa funzione vitale per il controllo della stessa sulla
sfera affettiva ed emotiva, per comprendere il ritmo e l’ampiezza di respiro (questi ultimi cam-
biano ogni volta che ci troviamo, per esempio, ad essere dubbiosi, spaventati, eccitati) con-
siderato che la respirazione, è l’unica funzione corporea che ogni essere è in grado di
modificare volontariamente.
E’ stato comunque eseguito, grazie agli esercizi di padronanza del respiro a livello individuale,
un esercizio di sintonia di ritmo respiratorio durante il lavoro di gruppo.
Sono stati utilizzati strumenti quali: la musica, il ritmo, il suono, il gioco ed oggetti attivatori di
azioni e movimento.
Complessivamente è stata posta molta attenzione a creare un contesto emotivo piacevole e
via via questo ha permesso l’espressione delle emozioni , una gestualità sempre meno ste-
reotipata, un controllo dell’ansia derivante dal senso di contenimento nel gruppo oltre che
dallo stare in uno spazio definito e chiuso, un discreto controllo dei movimenti nel tempo e
nello spazio richiesto e infine, un atteggiamento di fiducia nei confronti degli operatori.
Ogni seduta è stata completata da una fase di rilassamento/defaticamento muscolare e
da una fase finale con la verbalizzazione dei vissuti dell’utente nel corso dell’incontro, attra-
verso il racconto delle proprie emozioni e sensazioni e delle proprie difficoltà e/o consapevo-
lezza di aver acquisito nuove abilità motorie o di aver migliorato la propria performance.
Nell’arco di questi anni sono emersi cambiamenti sia a livello motorio sia a livello relazionale.
Inizialmente, numerose sono state le difficoltà dei partecipanti per apprendere i nuovi schemi
motori programmati, gradualmente le capacità motorie dei singoli sono migliorate e vi è stata
una maggiore presa di coscienza dell’appartenenza al gruppo.
Nell’esperienza pratica dell’attività basata sulla GINNASTICA, sono stati tenuti presenti, al-
cuni principi base di questa, a sottolineare l’indissolubile legame tra schema corporeo, vissuto
corporeo motorio e vissuto psichico L’iter di crescita a livello motorio ha avuto proprio come
punto di partenza la presa di coscienza del proprio corpo per rendere il movimento una via
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per ascoltare di più il corpo, conoscerlo meglio, allentando blocchi e tensioni per migliorare
il contatto con la dimensione della “fisicità”.
All’interno di un periodo durato circa due anni, si è già potuto notare il buon livello di padro-
nanza corporea raggiunto dagli utenti. In alcuni si sono osservati, una corretta esecuzione
degli esercizi, un discreto livello di equilibrio e di coordinazione. In altri, questi elementi hanno
raggiunto comunque una sufficienza nonostante alcuni impedimenti di natura fisica, l’età non
giovane e talora difficoltà nell’apprendimento del gesto e della sua memorizzazione.
E’ bene evidenziare che l’attività non è mai stata impostata sulla “necessità” di insistere sulla
esatta riproduzione del gesto in riferimento ad un modello (il conduttore), ma di lasciare
spazio alla spontaneità, se pure veicolata verso l’obiettivo che si è inteso proseguire nell’in-
contro, controllando comunque la correttezza delle posture.
E ancora più importante far risaltare che “i gesti” non sono quasi mai sembrati svuotati di
“senso” soprattutto nel periodo avanzato e in prossimità del saggio, per questo si può affer-
mare che la prestazione fisica corrispondeva ad un vissuto interiore del movimento, un mo-
vimento abitato dal di dentro e non riprodotto meccanicamente.
Attraverso esercizi in coppia e in gruppo si è cercato di attuare un graduale avvicinamento
reciproco, per sollecitare i partecipanti a riconoscere le diverse potenzialità fisiche di cia-
scuno, ottenendo così un reciproco adeguamento motorio. Sono stati introdotti anche esercizi
di espressione corporea, utilizzando suoni (battiti di mani, vocalizzi, parole, tamburello) per
portare l’attenzione su modalità percettive diverse da quelle visive.
Il lavoro gradualmente si è spostato sull’allenare il senso dell’udito e del tatto (contatto fisico),
inteso come porsi all’ascolto del proprio corpo e imparare a toccarlo e massaggiarlo, perché
normalmente è stato notato che dei cinque sensi quello più usato è la vista che in un certo
qual modo rende sicuri e protegge.
Anche se il contatto corporeo è la forma più arcaica di comunicazione, e il tatto è il canale
privilegiato per i bambini, la comunicazione dipende soprattutto dai canali visivi e verbali. La
nostra esperienza degli altri è molto intellettualizzata. Nella vita, il contatto e la consapevo-
lezza sensoriale degli altri, sono molto limitati: il contatto fisico è quasi esclusivamente ses-
suale o aggressivo. Il contatto corporeo veicola molte emozioni.
Gli esercizi di adeguamento motorio reciproco portano non solo ad “adattarsi” ai ritmi ed ai
movimenti dell’Altro, ma anche a “sentire” il gruppo come “unità” , percependo meglio l’identità
di gruppo. Il movimento così diventa più complesso, in quanto è richiesta una maggiore co-
ordinazione, e si svolge al contempo un dialogo motorio che permette di accrescere sia la
consapevolezza di sé sia quella degli altri.
Nella realtà operativa è stato rispettato il criterio della gradualità nel contatto con l’altro, uti-
lizzando ad esempio il passaggio, senza contatto diretto, di un oggetto (palloni di diverse mi-
sure, stoffe e nastri) o del gioco sino a stabilire un contatto diretto attraverso il tenersi per
mano che è sempre stato ben accolto dal gruppo.
Con i pazienti psichiatrici, l’uso dell’oggetto o del gioco molto strutturato sono percepiti in
modo meno invasivo rispetto al contatto corporeo diretto o alla situazione libera: entrambi
svolgono una funzione rassicurante. Con la pressione o l’invasione si rischia il brusco rifiuto
o un ripiegamento del soggetto su di sé.
Il passaggio di un attrezzo tra i soggetti disposti in circolo favorisce inoltre, attraverso la conti-
nuità del movimento di ricevere e consegnare, la capacità di inserirsi in una azione collettiva.
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Si avvia così un importante processo di comunicazione nel realizzare un gesto motorio ne-
cessario a ricevere l’attrezzo da un vicino per passarlo a quello successivo. Esprimendo la
propria corporeità con gli altri, l’individuo fa del proprio corpo uno spazio sociale, luogo di in-
contro e di scambio.
“Il suono, come il grido, come il lancio degli oggetti, è, in primo luogo, prolungamento del
gesto che l’ha prodotto, prolungamento simbolico del corpo nello spazio”
Lapierre, B. Aucouturier
L’organizzazione di saggi a conclusione di un percorso annuale e prima della pausa estiva,
ha evidenziato anche un’attivazione sul piano cognitivo (memoria, attenzione, concentra-
zione, apprendimento), ha stimolato e sviluppato armoniosamente la sensibilità artistica ap-
profondendo l’espressione corporea in termini di tempo, spazio ed energia ed ha contribuito
a “tirar fuori” la creatività e … a rompere il silenzio o il rumore interno e a rompere il silenzio
con l’esterno … con l’Altro, con il mondo della vita, ad interrompere l’abulia, la tristezza, la
frammentazione, a calmare le tensioni e talora i bisogni di scoppio.
Il lavoro finale ha stimolato e sviluppato armoniosamente la sensibilità artistica approfon-
dendo l’espressione corporea in termini di tempo, spazio ed energia ed ha contribuito a “tirar
fuori” la creatività.
Il saggio è un momento di grande emozione, il gruppo ha sempre offerto una prestazione di
ottimo livello motorio se si considerano talora, limiti e difficoltà sui quali la riabilitazione non
può incidere per poterli superare, soprattutto limiti e difficoltà sul piano fisico.
Il saggio di fine anno (in giugno) è una esperienza che mira anche a far trascorrere una
giornata diversa, in cui scendere in campo per misurarsi con se stessi e con le abilità acqui-
site, è una esperienza interessante e affascinante, è una opportunità di relazione e socialità
per le persone portatori di un disagio psichiatrico e psicosociale, una relazione che privilegiata
perché il movimento del CORPO, ne è stato il mediatore.
Aspetti tecnici
Il saggio è organizzato con le attività specifiche svolte in tutto l’arco dell’anno:
FASE DI RISCALDAMENTO: corpo e musica con la realizzazione di una coreografia.
FASE DELLA RESPIRAZIONE con l’esecuzione di 10 esercizi in piedi.
FASE CENTRALE: Sintesi dell’ attività ginnica svolta
FASE CONCLUSIVA: esercizi di respirazione in posizione supina e commento finale.
FASE DELLA PREMIAZIONE con attestato di partecipazione personalizzato e un dono.
A completamento di tutto il lavoro svolto sono stati realizzati due DVD, un archivio fotografico,
una documentazione contenente i dati raccolti in termini oggettivi ma anche in termini sog-
gettivi con la narrazione dell’esperienza (memoria storica).
I Risultati
“Mens sana in corpore sano”
L’attività motoria rappresenta dopo 7 anni, un lavoro clinico molto importante, che si occupa
della totalità dell’essere, e delle capacità di movimento come mezzo di comunicazione e d’
espressione della personalità.
Il gruppo motorio della Comunità Torchietto, è un gruppo aperto per cui in itinere, in ogni pe-
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riodo di attività considerati, ci sono stati nuovi inserimenti anche per un tempo determinato
(ne è seguita la dimissione dalle strutture).
Questi cambiamenti hanno determinato un minimo di destabilizzazione che è rientrata veloce-
mente per la forza stessa del gruppo. Gli ospiti nuovi si sono sempre ben inseriti ed integrati.
RIFLESSIONE SUGLI AMBITI MOTORI PROPOSTI.
Il GIOCO, è stato un momento molto gradito dagli ospiti, disciplinati ma anche desiderosi di
vincere nei giochi di squadra o nelle prove individuali in circuito e a tempo. Questi aspetti
sono stati osservati persino in quei soggetti lenti dal punto di vista motorio ma anche mentale.
Il gioco ha risvegliato il senso della sfida e della competizione sebbene nel rispetto di un
certo fair play. Ogni volta, il momento del gioco è stato determinante per far accettare il lavoro
motorio successivo.
La fase del gioco e dell’uso del pallone è sicuramente una parte ludica irrinunciabile nella
quale gli ospiti hanno anche sviluppato capacità di conduzione e creatività. E’ in questa fase
che si raggiunge l’obiettivo del divertimento e del piacere e, si consolida lo spirito di gruppo.
La fase centrale dedicata alla ginnastica è stata spesso faticosa e richiesta con livelli di dif-
ficoltà crescenti. Tuttavia, gli ospiti sono diventati sempre più attenti e concentrati a tirar fuori
il meglio di sé sul piano motorio. E’ stata osservata grande serietà nel portare a termine il
compito.
La fase del rilassamento/defaticamento sportivo è un momento di grande importanza, è un
lavoro che piace a tutti ma il controllo del proprio movimento e del contesto ambientale ed
umano intorno a sè, non hanno immediatamente consentito un pieno rilassamento a partire
dalla chiusura degli occhi. Per alcuni ospiti, rilassamento e chiusura degli occhi appaiono
normali e spontanei accompagnati da un senso di piacevolezza che è emerso dalle verba-
lizzazioni finali.
Nella fase dedicata al commento finale, è stata osservata attivazione spontanea, corretta ca-
pacità di critica, autocritica e consapevolezza dei propri limiti corporei e motori ma anche
delle proprie capacità di apprendimento motorio, attenzione, concentrazione e partecipa-
zione.
La chiusura dell’incontro con il commento, è stata l’occasione e la possibilità per gli utenti di
rivivere in pochi minuti, le sensazioni, emozioni, la fatica e il piacere vissuti durante l’ attività
ed anche l’approdo ad una maggiore spontaneità e ricerca del confronto, della relazione con
un gruppo.
LA DIMENSIONE INDIVIDUALE
La maggior parte delle persone partecipanti ha migliorato o reso possibile la propria coordi-
nazione motoria, ha imparato ad avere confidenza con il ritmo, ad affrontare il problema del
tempo ed a rispettare il tempo, ad usare tutto lo spazio fisico e mentale per armonizzare
l’incontro tra mondo interno e mondo esterno, a confrontarsi in modo costante e dinamico
con le proprie capacità; a scoprire piacevolmente le proprie possibilità e a prendere coscienza
dei propri limiti, a sentire l’unità corporea, a recuperare la spontaneità e soprattutto a divertirsi
e provare piacere, un piacere che riguarda anche l’essere in un gruppo di persone per con-
dividere emozioni e conoscersi.
Si sono potuti osservare costanti miglioramenti soprattutto nella conoscenza e nel controllo
del proprio corpo per porre attenzione e concentrarsi e sulle richieste motorie. Le risposte
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motorie positive hanno riguardato l’equilibrio, l’attenzione sui contrari (dentro/fuori, alto/basso,
avanti/indietro) e sulla lateralità (destra/sinistra).
Complessivamente l’attività non è stata molto disturbata, non sono mai mancati l’interesse,
l’impegno ed il piacere di muoversi. Sul piano della collaborazione attiva e della iniziativa è
sicuramente indispensabile un lavoro più lungo tuttavia, quando gli ospiti sono stati varia-
mente chiamati a condurre certi esercizi, paure, incertezze e un senso di inadeguatezza
hanno via via lasciato il posto alla spontaneità e capacità di iniziativa.
La maggior parte degli ospiti ha sempre accettato il lavoro proposto ed ha mantenuto un con-
siderevole impegno anche nel momento in cui il livello di difficoltà motorio è aumentato. Ogni
partecipante ha gradualmente imparato a rilassarsi, a concentrarsi e riflettere sul proprio
corpo. Le musiche utilizzate sono state accolte favorevolmente ed il trasporto emotivo evo-
cato è stato evidenziato verbalmente. La respirazione (fase inspiratoria ed espiratoria) è com-
pletamente consapevolizzata, negli esercizi a corpo libero è utilizzata quasi automaticamente
senza aver bisogno di una consegna in questa direzione.
In questa esperienza sono emersi cambiamenti importanti (a livello motorio e relazionale),
questo è stato anche il vissuto dei partecipanti che hanno alla fine di ogni incontro verbaliz-
zato i loro miglioramenti, le emozioni, le difficoltà, esprimendo comunque la necessità di que-
sto appuntamento perché la ginnastica fa bene alla salute in generale e generalmente intesa
(e così percepita dagli ospiti) quale stato di benessere fisico, psichico e sociale.
LA DIMENSIONE GRUPPALE
L’attività motoria ha favorito la crescita deI e nel gruppo, un gruppo che sceglie di partecipare
a questo nuovo modo di stare insieme, un modo che ha sviluppato anche la conoscenza re-
ciproca, l’amicizia, l’accettazione, la collaborazione oltre il progetto terapeutico.
Si è creato un “setting di gruppo” in cui gli utenti e operatori hanno avuto la possibilità di
sperimentare relazioni ed emozioni con una valenza terapeutica molto forte.
Il senso di appartenenza al gruppo è stato un risultato concreto di un efficace lavoro riabili-
tativo.
Il gruppo, presenta un ottimo livello di maturità psicomotoria nonostante l’eterogeneità dei
componenti in termini di età, sesso, condizioni fisiche e psichiche.
Il gruppo ha interiorizzato l’impegno e questo ha determinato la totale autonomia a presentarsi
puntuali all’attività. La partecipazione è stata elevata nel tempo di durata dell’attività come
emerge dalla rappresentazione grafica dei dati raccolti. Sul piano del comportamento si sot-
tolineano disciplina e adeguatezza crescenti. Il gruppo ha dimostrato di saper accettare con-
sigli sul piano motorio e la risposta ha configurato un maggior impegno a progredire. Il lavoro
proposto ha ottenuto un indice di gradimento elevato.
La palla ed il lavoro di lanci hanno mantenuto i maggiori consensi. Tuttavia, la GINNASTICA
è stata accettata ed eseguita con molta serietà.
In massima parte gli obiettivi del progetto riguardanti lo sviluppo della persona, lo sviluppo
mentale, lo sviluppo creativo/artistico sono stati raggiunti. Questo risultato è stato avvertito
dal gruppo e comunicato a livello verbale. Nel lavoro complessivo, ogni ospite frequente-
mente ha avuto la possibilità di sperimentare il ruolo di conduzione di un gioco o di improv-
visare ritmi, esercizi, lanci con la palla. E’ un ruolo che è stato sempre accettato, la
responsabilità è avvertita ma nessuno rinuncia e le proposte/improvvisazioni sono spesso
bizzarre e creano divertimento.
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Gli elementi che hanno sempre avuto un ruolo determinante sono stati: la continuità e l’im-
pegno, il progredire della motivazione e la volontà di apprendimento nell’esecuzione degli
esercizi anche quando il lavoro è diventato via via più impegnativo sia fisicamente sia men-
talmente.
Conclusioni
Il gruppo favorisce il contatto di un ampia gamma di individualità, ognuna delle quali porta
tutta se stessa e trova il suo posto diventando l’incarnazione dell’intero.
L’attività motoria è uno dei percorsi consolidati nella Comunità Torchietto ed è essenziale per
armonizzare lo sviluppo biopsicosociale della persona e il movimento, è un mezzo e non un
fine. Gli utenti nonostante l’irreversibilità della condizione clinica, possiedono capacità motorie
non totalmente compromesse per questo, si è giustamente pensato di poter lavorare sulla
persona, sulla mente e sulle fantasie e attitudini artistiche, traendone dei vantaggi sulla vi-
sione in toto del corpo.
L’attività è puntualmente riconfermata ogni anno dall’equipe curante e rinnovata la fiducia al
referente principale del progetto.
Avere davanti un fine è fondamentale per dare una ragione esterna al lavoro che si svolge
… per ricostruire l’intero dai frammenti di pensieri, di movimenti, di parole che la malattia
ha spezzato.
“ La sostanza nervosa … ha trovato, nell’efficacia della propria attività muscolare, un crite-
rio per distinguere un “dentro” e un “fuori”.
S. Freud
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
PERIODO Ottobre 2003 – Giugno 2007
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI DATI RACCOLTI
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Collegio Ipasvi di Pavia Essere Infermiere in Psichiatria
PERIODO Ottobre 2007 - Giugno 2008
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI DATI RACCOLTI
L’indagine ha avuto come obiettivo iniziale la determinazione di un punteggio medio per
utente in ogni ambito di osservazione e valutazione.
Nello specifico, gli ambiti di osservazione e valutazione esaminati sono i seguenti:
Orientamento spazio-temporale
Abilità cognitive
Comunicazione non verbale
Comunicazione verbale Abito del movimento
Ambito del movimento
Area del comportamento
Segue tabella rappresentativa del punteggio medio delle schede di valutazione indivi-
duali dei 12 utenti partecipanti, attribuito su scala da 1 a 5.
Utenti Ambiti di osservazione e valutazione
Orientamento Abilità Comunicazione Comunicazione Ambito del Area del comportamento
spazio-temporale cognitive non verbale verbale movimento
A.B. 3,08 2,91 2,43 2,45 3 SEMPRE ADEGUATO
P.B. 4,61 4,46 4,46 3,92 4,15 SEMPRE ADEGUATO
C.G. 3,84 3,68 3,15 2,5 3,39 SEMPRE ADEGUATO
D.Q. 4,18 4,52 3,17 3,68 3,84 SEMPRE ADEGUATO
A.P. 4,9 4,8 4,87 3,65 4,57 SEMPRE ADEGUATO
E.R. 4,47 4,25 4,1 4,5 4,55 SEMPRE ADEGUATO
N.C. 4,94 4,89 5 3,5 4,68 SEMPRE ADEGUATO
L.G. 4,94 4,84 4,36 3,52 4,52 SEMPRE ADEGUATO
G.L. 4,26 4,93 4,86 4,46 4,9 SEMPRE ADEGUATO
V.B. 5 5 5 4,5 4,85 SEMPRE ADEGUATO
A.C. 2,73 2,93 2,47 2,19 2,82 SPESSO ADEGUATO
M.S. 2 2 1,4 1,7 1,6 RARAMENTE ADEGUATO
Successivamente, al fine di ottenere i valori medi complessivi sul campione, è stata calcolata
una media aritmetica sui punteggi medi individuali.
Il grafico seguente riporta per ogni ambito di osservazione e valutazione il valore medio del
campione:
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Come si evince dal grafico, i valori medi del campione sono positivi e non inferiori a 3. Tale
risultato conferma che, nel corso del TERZO PROGETTO DI ATTIVITA’ MOTORIA del POLO
TORCHIETTO, il lavoro svolto dagli utenti è stato produttivo in quanto le difficoltà motorie e
relazionali comunicative, dovute alla patologia psichiatrica, sono state consapevolmente su-
perate o parzialmente modificate.
L’area del comportamento, che manca nel grafico precedente, è stata valutata tenendo
conto di nove precisi parametri, osservati nei singoli incontri, e di seguito riportati:
• Adeguatezza
• Comportamento Disturbante
• Invadenza
• Aggressività
• Clamorosità
• Opposività
• Reattività
• Rifiuto Ostinato
• Fuga
L’analisi dei dati relativi all’area del comportamento ha come oggetto il parametro dell’ade-
guatezza.
I dati raccolti sono sintetizzati nella seguente tabella:
Area del comportamento
Adeguatezza Utenti
Mai 0
Raramente 1
Talvolta 0
Spesso 1
Sempre 10
Totale campione 12
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Di seguito, la rappresentazione grafica relativa alla valutazione del comportamento adeguato:
Come si evidenzia nel grafico, in quasi tutte le schede individuali, la frequenza con la quale
il comportamento adeguato si presenta con valore positivo “SEMPRE” (84% del campione)
è un punteggio medio elevato.
Il comportamento adeguato con valore “RARAMENTE”, che rappresenta l’ 8% del campione,
si riferisce ad un nuovo utente, ospitato dalla struttura Torchietto. L’equipe terapeutica, in-
sieme al medico psichiatra, ha pensato ad un progressivo inserimento nel gruppo dell’attività
motoria negli ultimi mesi poco prima della chiusura dei lavori. Ciò spiega le difficoltà mostrate
dall’utente ad inserirsi in un nuovo e sconosciuto setting di gruppo.
Il restante 8%, riferito al comportamento adeguato con valore “SPESSO” è relativo ad un
utente, che nella maggior parte degli incontri, ha avuto un comportamento adeguato e, solo
in particolari momenti, l’ agito e la parola sono risultati inadeguati al contesto per cause psi-
copatologiche.
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PERIODO Ottobre 2009 - Giugno 2010
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI DATI RACCOLTI
Coordinazione spazio- temporale, area cognitiva
Legenda: 5 Totale Autonomia (nessun aiuto)
4 Sufficiente Autonomia (aiuto verbale e/o gestuale)
3 Parziale Autonomia (modellamento e imitazione)
2 Minima Autonomia (aiuto fisico)
1 Assenza di Autonomia (totale sostituzione)
Orientamento Spazio/Temporale
Gli utenti utilizzano lo spazio in modo adeguato, disponendosi in cerchio o su una o più file,a
seconda dell’attività, in base alle istruzioni del conduttore. Talvolta è necessario far notare
che le distanze o l’occupazione dello spazio stesso risultano irregolari e poco omogenei, cosi
che tramite semplici manovre è possibile stabilire un maggior ordine e permettere a ciascuno
di muoversi in un’area appropriata
Abilità Cognitive
• Attenzione: mantenimento più o meno volontario del proprio pensiero e/o interesse su una
persona, un oggetto o una situazione specifica
Mediamente il gruppo segue gli operatori senza difficoltà, mostrando un buon livello di ascolto
e attenzione. Nel caso in cui l’esercizio esposto non sia compreso per distrazione o per la
complessità dello stesso, viene fatta richiesta verbale cui segue un immediato chiarimento.
I cali sono in genere dovuti a tratti del quadro psicopatologico che coinvolge il pensiero e
percezioni, le quali possono disturbare l’ascolto e quindi attenzione e comprensione del-
l’esercizio
• Concentrazione: prolungamento volontario dell’attenzione su una persona, un oggetto o
una situazione specifica.
Il grafico mostra chiaramente come la concentrazione sia stanziata su un alto livello. Questo
non solo sta a significare che vi sia un buon grado di ascolto ma anche che in funzione di
quest’ultimo gli esercizi proposti e illustrati siano ben compresi ed eseguiti il meglio possibile
• Memoria Operativa: o memoria di lavoro, è la capacità di memorizzare per un cospicuo pe-
riodo di tempo delle informazioni che vengono apprese.
Gli utenti, hanno mostrato durante il loro percorso durato quasi un anno e mezzo, di aver
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memorizzato in modo più o meno completo gli esercizi e le informazioni trasmesse dagli ope-
ratori, fatto ampiamente supportato, oltre che dal dato grafico, dall’ osservazione diretta, che
permette di far notare come essi ricordassero in maniera abbastanza precisa la scaletta degli
esercizi lungo un’ora di attività e talvolta chiedessero l’esecuzione di training specifici.
Deduzioni:
Il gruppo è in grado di orientarsi correttamente rispetto al tempo e allo spazio, di comprendere
gli esercizi spiegati dall’operatore senza eccessive difficoltà
L’operatore illustra gli esercizi in modo chiaro e preciso, tramite comunicazione verbale ed
esecuzione degli stessi
La flessione può essere dovuta al fatto che l’attività fosse iniziata da soli tre mesi e che quindi
non tutti gli esercizi fossero stati compresi a fondo. Per superare questa difficoltà sono bastati
dei suggerimenti di tipo verbale o spiegazioni più semplici e approfondite con ulteriori esempi
Difficoltà relative all’orientamento si sono avute raramente, in casi in cui gravi sintomi disper-
cettivi prendevano il sopravvento. Salvo questo talvolta è stato necessario spronare gli utenti
a porsi in una posizione più adeguata rispetto allo spazio.
ABILITA’ B
Comunicazione non verbale
Legenda: 5 Totale Autonomia (acquisito)
3 Parziale Autonomia (emergente)
1 Assenza di Autonomia (non acquisita)
Nel periodo considerato la situazione è poco costante, con flessioni regolari ad intervalli di
uno e poi due mesi, con ripresa finale.
Comunicazione Non Verbale: capacità di trasmettere messaggi tramite il multiforme lin-
guaggio del corpo con mimica facciale, sguardo, posizione nello spazio e rispetto agli altri,
postura ecc. ecc.
• Postura Rilassata/Gestualità Armonica
il gruppo in attività si mostra aperto e rilassato, i movimenti e i gesti denotano spontaneità e
agio nella relazione con gli altri e con lo spazio, senza evidenti forzature e rigidità posturale
• Mimica Distesa Orientata al sorriso
la sensazione di benessere e accoglienza all’interno del gruppo, così come un eventuale
stato di malessere psicofisico, viene manifestato molto più spesso tramite questo canale non
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verbale grazie a cui, con un’osservazione attenta e rapida, è possibile cogliere un importante
messaggio riguardo allo stato della persona che ci sta di fronte. Poiché l’accoglienza e il
clima all’interno del gruppo sono caratterizzati da piacere e condivisione nella maggior parte
dei casi la mimica è distesa e sorridente
• Sguardo Sereno/Contatto Oculare
“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, dice un proverbio. Per questo talvolta un’occhiata da
parte dell’utente è sufficiente a comprendere se i suoi pensieri siano più o meno sereni, così
come i sentimenti e l’espressione cui essi danno vita
• Distanza Intersoggettiva Adeguata
In ambito sociale, in una situazione in cui non ci sono confidenza o intimità, la distanza che
due individui interpongono tra loro è abbastanza ampia. In un gruppo coeso, in cui molti
hanno condiviso più anni di percorso, questo fattore si manifesta in modo più o meno accen-
tuato a seconda della relazione e del grado di conoscenza che c’è tra di essi, denotando per
alcuni una certa confidenza e sicurezza rispetto al rapporto con l’altro.
Deduzioni:
- Gli sguardi, i gesti e la postura sono adeguati e mai eccessivamente rigidi
- la comunicazione non verbale risulta molto buona, cosi che anche messaggi non pronunciati
direttamente siano colti sia tra gli utenti che nella comunicazione da e verso gli operatori
- I gesti trasmettono un senso di tranquillità ed armonia, gli scambi non verbali sono da tutti
riconosciuti e compresi
- I momenti di tensione emotiva e fisica vengono ben espressi tramite il corpo, soprattutto
attraverso gesti significativi e mimica facciale.
ABILITA’ C
Comunicazione verbale (C.V.)
Legenda: 5 Totale Autonomia (nessun aiuto)
4 Sufficiente Autonomia (aiuto verbale e/o gestuale)
3 Parziale Autonomia (modellamento e imitazione)
2 Minima Autonomia (aiuto fisico)
1 Assenza di Autonomia (totale sostituzione)
Solo per un terzo del periodo la C.V. è a livello medio, mentre per la maggior parte dell’espe-
rienza si mantiene su buoni valori, anche se l’alternanza tra i due livelli è oscillatoria, con
stabilizzazione negli ultimi mesi.
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Comunicazione Verbale
• Forma Adeguata
La comunicazione diretta, relativa alla propria condizione, così come alla comprensione degli
esercizi proposti, è quasi sempre adeguata al contesto ed all’attività, con domande abba-
stanza pertinenti riguardo ad eventuali chiarimenti, o espressione del proprio stato interiore
• Contesto Appropriato
Solitamente le richieste sono ben inserite nell’ambito dell’attività e riguardano quasi total-
mente quest’ultima. Vi sono però diversi casi in cui il contenuto riguarda una situazione per-
sonale o la volontà di avere una maggiore attenzione o considerazione da parte dei
conduttori, sia tramite parole espressione di complimenti e divertimento, sia attraverso de-
nuncia più o meno lamentosa dello stato di malessere
• Contenuto e Ricchezza del Vocabolario
Il vocabolario risulta semplice e corretto. I casi di scarsa comprensione reciproca possono
essere dovuti ad una mancata adeguatezza dei termini utilizzati dagli utenti, anche se questa
possibilità si verifica molto raramente.
Deduzioni:
- Gli ospiti comunicano tra di loro e con gli operatori in modo adeguato rispetto al contesto
- Chiedono spiegazioni se l’esercizio non è stato compreso
- La comunicazione verbale diventa strumento per attirare attenzioni sia in senso positivo
che negativo
- L’espressione del proprio stato interiore al termine dell’attività si vale della forma verbale:
essa risulta efficace al fine di esternare opinioni ed emozioni, preferenze e difficoltà.
ABILITA’ D
Area del movimento
Legenda: 5 Totale Autonomia (nessun aiuto)
4 Sufficiente Autonomia (aiuto verbale e/o gestuale)
3 Parziale Autonomia (modellamento e imitazione)
2 Minima Autonomia (aiuto fisico)
1 Assenza di Autonomia (totale sostituzione
Nel 2009-2010 si riscontra una leggera difficoltà nei primi mesi con successiva piena ripresa
per tutto il periodo rimanente.
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Ambito del Movimento
• Muscoli del Corpo Rilassati e Distesi
Per poter svolgere l’attività motoria in modo non dannoso è necessario che la muscolatura
non sia né rigida né tesa, a meno che questo stato di sforzo non sia richiesto dall’esercizio.
Il gruppo mantiene bene questa condizione, distinguendo i diversi momenti di lavoro e le ri-
chieste
• Respiro Calmo e Tranquillo
Nel momento del lavoro, il respiro si altera per seguire e sostenere lo sforzo fatto da tutto il
corpo o da parti dello stesso. Ha infatti una parte molto importante nella regolazione della fa-
tica e nel mantenimento di determinate posizioni, per cui vi viene sempre posta attenzione.
Al termine di esercizi impegnativi viene sempre effettuato il recupero per riportare la respira-
zione al livello di normalità
• Capacità di Rimanere In Attività
All’interno del gruppo non tutti riescono a mantenere questa abilità in modo costante; nel
complesso vi è chi riesce di più, chi meno. Alcuni seguono in modo più attento e nonostante
le eventuali difficoltà di comprensione ed esecuzione mantengono alto il livello di attenzione.
Altri, che possono per motivi psicologici quanto fisici non essere abituati a questo tipo di co-
stanza, si concedono una o più pause nel corso dell’attività, per riprendersi o riposarsi
• Movimenti Composti e Armonici
La prerogativa che permette di raggiungere questo livello di competenza è la comprensione
dell’esercizio. Quando esso è stato completamente capito, allora i movimenti rispecchieranno
le indicazioni date, risultando composti ed armonici. Se manca questa prerogativa l’esercizio
può essere eseguito in modo scorretto e/o incompleto
• Attività Motorie e Sportive Adeguate
Le attività proposte sono sempre state variegate, avendo il comune pregio di adattarsi alle
esigenze più disparate: dal fattore ludico che include i giochi con la palla, fino a quello più
serio e impegnativo di aerobica e pilates che vengono proposti una volta la settimana. Oltre
ad essi è presente il gruppo calcio, quello di ballo oltre che l’uscita in barca a vela
• Capacità o Talento Particolare
Ognuno ha mostrato le proprie preferenze negli esercizi che risvegliavano un senso di diver-
timento e coinvolgimento, così come in quelli verso i quali si era praticato assiduamente uno
sport prima dell’entrata in comunità.
Deduzioni:
- Gli esercizi vengono svolti in modo adeguato
- Dove si presentano difficoltà legate a limitazioni di tipo fisico, gli ospiti svolgono l’esercizio
al meglio delle loro possibilità
- Quest’area riguarda sia lo sforzo muscolare che il rilassamento e lo stretching: le abilità
dell’ospite riguardano quindi, anche la capacità di rilassarsi e di trarre il meglio da ogni
esercizio proposto
- Nel complesso tutto risulta ben compreso e svolto.
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ABILITA’ E
Area del comportamento
Legenda (in termini di adeguatezza) 5 Mai
4 Raramente
3 Spesso
2 Talvolta
1 Sempre
Nel complesso il comportamento del gruppo si è mantenuto adeguato e costante nel corso
del periodo preso in analisi, salvo rari e singoli casi nei quali l’attività poteva essere disturbata
da stati di malessere dei singoli, ma mai da una generale atmosfera di sufficienza o disat-
tenzione. Infatti vi sono stati solo un mese, (ottobre 2009) in leggero calo.
Area del Comportamento
• Adeguatezza
Il comportamento è sempre stato adatto alle situazioni. Gli unici momenti in cui sono state ri-
levate difficoltà in quest’ambito sono dipese quasi unicamente da ri-acutizzazione della pa-
tologia o esacerbazione di disturbi sensoriali (allucinazioni, più spesso uditive)
• Comportamento Disturbante
Salvo che per situazioni come quelle sopra citate, non si è rilevato altro comportamento di-
sturbante volontario. Anche le lamentele e le esternazioni di uno stato di fatica non hanno
mai impedito al lavoro di progredire.
• Rifiuto Ostinato
Questo non si è mai presentato se non a seguito di uno stato di malessere persistente, già
presente prima dell’inizio dell’attività. Ciò ha talvolta portato alcuni a sostenere di non essere
in grado in quel momento di svolgere gli esercizi proposti, preferendo riposare. Il rifiuto non
ha mai assunto una forma aggressiva o offensiva, ma si è semplicemente manifestato come
espressione di una difficoltà.
• Fuga
Anche questo aspetto ha le stesse cause del precedente. Non si è mai presentata una fuga
volontaria nel senso più classico del termine, solo l’interruzione dell’esercizio per chi non riu-
sciva più a sostenere il lavoro.
Deduzioni:
- L’adeguatezza del comportamento non concerne solo l’attività in senso stretto ma anche
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l’abbigliamento (che deve essere adatto) e la puntualità.
- Nel corso dell’attività propriamente detta si sono presentate solo raramente situazioni molto
disturbanti, legate soprattutto all’aggravarsi del quadro psicopatologico e manifestatesi tra-
mite verbalizzazione nella maggioranza dei casi e quasi mai tramite veri e propri agiti.
- L’atmosfera è stata caratterizzata da stati diversi in momenti diversi: durante l’esecuzione
degli esercizi da serietà ed attenzione, come da entusiasmo e ilarità durante i giochi o al
termine, dopo il rilassamento.
- Tutto ciò ha contribuito alla creazione di un clima piacevole e favorevole per lo svolgimento
delle attività proposte di volta in volta
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RAPPRESENTAZIONE GRAFICA PRESENZE
La rilevazione e rappresentazione delle presenze è iniziata nel periodo 2004-2005:
2004 – 2005
2005 – 2006
2006 – 2007
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Bibliografia
Libri di testo:
• GALIMBERTI U, Il Corpo, Ed. Universale Economica Feltrinelli
• MARIANELLA E, L’espressione creativa del corpo, Editoriale ESA
• BA G, Strumenti e Tecniche di Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale, Edizioni Franco
Angeli
• VACCARO G, Abilitazione e Riabilitazione, Edizioni McGraw-Hill
• ARGYLE M, Il Corpo e il suo Linguaggio, Edizioni Zanichelli, Milano 1992
• TORTOLONE GM, Corporeità e Movimento, Idelson Liviana, Napoli 1992
• DIODATO L, Il Corpo Parla, Armando Editore
• MORRIS, Il Comportamento Intimo, Ed. Mondadori Milano
• NANETTI, La Comunicazione Trascurata, Armando Editore
• LABAN R, L’Arte del Movimento, I libri dell’Icosaedro
• LOWEN, Il Linguaggio del Corpo, Saggi Universale Economica Feltrinelli
• SALVITTI, La Pratica dell’Attività Motoria con Disabili Mentali, Edizioni del Cerro
• DOLTO F, L’immagine inconscia del corpo, Ed. Tascabili Bonpiani
• BORGNA E, L’arcipelago delle emozioni, Ed. Feltrinelli
• ROVIDA, Attività motorie di gruppo, ricreative e del tempo libero, Editoriale CLU 2005
• PISTORINO M, La psicomotricità e le sue applicazioni, Ed. Zanichelli
• ORSATTI L, “Sport con disabili mentali”, Ed. Società Stampa Sportiva Roma
• PAYNE H, Danzaterapia e movimento creativo, Ed. Erickson
Tesi:
• TANZI A, “Il Nursing in un Servizio di Salute Mentale – Esperienza e Proposte, Tesi di Di-
ploma di I.P., Anno Scolastico 1992-1993.
• BLONNA D, Riabilitare in Psichiatria con l’Attività Psicomotoria, Tesi di Laurea in Tecnico
della Riabilitazione Psichiatrica, Anno Accademico 2001/2002. Relatore: Annamaria Tanzi.
• RAVERA S, L’Espressione Corporea nella Riabilitazione Psichiatrica: Un’esperienza inte-
grata nel Polo Psichiatrico Torchietto di Pavia, Tesi di Laurea in Tecnico della Riabilitazione
Psichiatrica, Anno Accademico 2003/2004. Relatore: Annamaria Tanzi.
• CUSINI I, Mens sana in corpore sano: Il Movimento e l’Esercizio Fisico nella Riabilitazione
Psichiatrica, Tesi di Laurea in Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, Anno Accademico
2006/2007. Relatore: Annamaria Tanzi.
• SABELLA M, Scoprire il piacere del corpo. La ginnastica nel percorso terapeutico e riabili-
tativo della Comunità Torchietto di Pavia, Tesi di Laurea in Tecnico della Riabilitazione Psi-
chiatrica, Anno Accademico 2007/2008. Relatore: Annamaria Tanzi.
• MUTTI D, L’importanza del movimento in forma educativa nel contesto del processo di ria-
bilitazione e recupero dell’integrità psico-fisica e sociale in ambito psichiatrico, Tesi di Di-
ploma, Scuola Media Superiore Dirigente Comunità Infantile, Anno Scolastico 2008-2009.
AUTORE
* Annamaria Tanzi - Infermiera CRM - Comunità Torchietto D.S.M. A.O. Pavia
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