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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea Barnabè Aut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643 884 Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXII- N°3 - MAGGIO/GIUGNO 2013 www.famijarciunesa.org - [email protected] CN/RN0665/2010 N°3 2013 MAGGIO-GUGNO Arriva l’estate... che meteo sarà?

Fa giugno 2013

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Giornale di Riccione

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Periodico bimestrale - Sped. a.p. 45% - Art. 2 comma 20/b - Legge 662/96 - Filiale di Forlì - Contiene I.P. - Dir. Resp. Carlo Andrea BarnabèAut. Trib. di Rimini n. 185 del 16/8/80 e del 26/8/92 - Red. e Amm. Riccione - Via Montebianco, 27 - Tel. 0541 643 884Stampa: Litografia La.Ser. Coriano - Grafica: Composet Riccione - Anno XXXII- N°3 - MAGGIO/GIUGNO 2013

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N°32013

MAGGIO-GUGNO

Arriva l’estate... che meteo sarà?

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Nuvole scure sull'estate. La crisi c'entra ma non basta per spie-gare il malumore degli operatori turistici, che per l'ennesima vol-ta, il giorno dopo Pasqua hanno scoperto di essere finiti nella tempesta perfetta. Peccato che fosse soltanto mediatica, visto che a conti fatti le previsioni di un ponte di maltempo non erano poi così azzeccate. Insomma, i signori del meteo avevano an-nunciato fulmini e saette, invece il sole aveva fatto capolino sulla

Previsioni flop: è tempo di fare da soli(e)riviera e le previste precipitazioni si erano dissolte, lasciando una scia di polemiche e recriminazioni. Albergatori pronti ad andare dall'avvocato per chiedere i danni e assessori incarogniti verso gli incauti siti che avevano affossato il primo prezioso ponte di primavera. In effetti tra mancate prenotazioni e disdette è stato un flagello. Complice anche la Pasqua bassa e le sempre più risi-cate risorse dei turisti. Una partenza col piede sbagliato, che ha riportato al centro del dibattito la necessità di dotarsi di un siste-ma autonomo di previsioni meteo, o quanto meno di veicolare le informazioni giuste sui siti collegati alle località rivierasche. Meglio fare da soli, per non venire schiacciati dai vari meteo che spesso - è l'accusa - non ci azzeccano. Gli amministratori lo pro-

mettono da anni, ogni qual volta i meteorologi steccano e un weekend va in fumo. Ma oltre agli strali e alle proteste nessuno ha mai agito, così si va avanti stancamente in ostaggio di previ-sioni sbagliate e postume lagne. Onestamente, il direttore del sito internet più popolare e seguito, Antonio Sanà, ha spiegato per rispondere alle accuse, che Rimini, come la costa ligure, è un'area difficile da inquadrare dal punto di vista metereologico. Che la presenza di alture alle spalle della costa rende particolar-mente difficile prevedere con esattezza l'evoluzione del tempo anche con poche ore di anticipo. Dunque che fare? La soluzio-ne potrebbe essere quella di invitare alla cautela chi le previ-sioni le sforna, dicendo che non vanno prese come oro colato. Al resto ci dovrà pensare Giove Pluvio o la Divina Provvidenza.

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Il prossimo 30 maggio, aprirà i battenti il Perle D’Acqua Park, il parco del benessere affacciato sulla spiaggia riccionese. È il luogo in cui tutte le generazioni, dagli adulti ai bambini piccoli, possono trovare gli spazi più adatti alle proprie esigenze di divertimento e/o di relax. La sua peculiarità sta nell’acqua sulfurea miscelata con acqua dolce che alimenta le piscine, le vasche idromassaggio, le cascatelle e gli idropercorsi presenti nel parco, che si rivela così un’opportunità per arricchire una vacanza a Riccione o impreziosire una pausa dal lavoro o dalla quotidianità. L’ospite viene accolto in una scenografia fatta di tre ettari di macchia mediterranea, pini marittimi, cespugli profumati, sabbia, e all’interno della quale si trovano i servizi tipici di uno stabilimento balneare. Nella piscina di 800 mq, mantenuta a una temperatura di 30 gradi, dotata di cascatelle a ventaglio, si può praticare attività fisica, dal nuoto all’aquagym al ballo, sollecitati anche dallo staff di animatori sempre disposti a trasformare il movimento in un’occasione di divertimento e di benessere. Attività che si possono prolungare immergendosi nelle sette vasche cromatiche, le cui cascate risvegliano i sensi e solleticano il corpo per una sensazione rigenerante. Da provare, l’idropercorso di 140 metri a temperature differenziate, da 30° a 18° C: qui ogni mattina, dalle ore 9,00 alle ore 11,00 si possono praticare “Le passeggiate del benessere”, un toccasana per circolazione sanguigna e gambe.Area giochi e una piscina a misura di bambini integrano l’offerta del parco, che si mostra davvero un posto ideale per tutta la famiglia. Oltre a proposte per bagni e tintarelle, non mancano aree dedicate al rilassamento, dove conce-dersi momenti di lettura, o sottoporsi a massaggi e trattamenti wellness praticati dai professionisti dell’Oasi SPA di Riccione Terme. Il parco sarà aperto tutti i giorni, dalle ore 9,00 per le passeggiate del benessere e dalle ore 10,00 per tutte le altre attività, sino alle ore 18,30. Non mancherà, tuttavia, di offrire anche serate musicali e altre iniziative come la grande festa delle Terme, “La Notte Celeste”, a giugno, mentre ad agosto si rinnoverà l’appuntamento con “Riccione per te”, un’intera giornata dedicata alla scoperta delle eccellenze sportive, musicali, culturali, del benes-sere e dell’enogastronomia del territorio.Il Perle D’Acqua Park conferma i costi d’ingresso della scorsa stagione, il ventaglio di abbonamenti stagionali, gli abbonamenti ad hoc per famiglie, il biglietto ridotto per il solo ingresso alle mattutine “Passeggiate del benessere” e per l’ingresso a fine giornata, dalle ore 17 alle ore 18,30, mentre i bimbi sotto il metro di altezza entrano gratis. E per agevolare la massima fruibilità del parco al maggior numero di turisti e cittadini, non mancheranno convenzioni con albergatori ed enti locali. Per scoprirne di più, si consiglia di visitare il sito www.perle_dacqua.it.

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addio ad un grande politico

Ha segnato gli ultimi trent’anni della vita politica, Valeriano Fantini. Lo ha fatto da dietro le quinte, con l’acume dei grandi tattici e la passione civile dei predestinati. Anche per l’uscita di scena ha scelto il pas-so felpato, la discrezione, la stessa che ha praticato nei giorni di gloria e in quelli del-la malattia. Una sofferenza terribile che ha addomesticato, fino a spegnersi in silenzio ma vivendo fino all’ultimo soffio. E’ scom-parso a 55 anni, confortato dall’abbrac-cio della moglie Monica e di Linda, la figlia amatissima, mentre a pochi metri gli amici piangevano il compagno che «saltava sulla bici per sfrecciare sulla statale diretto alla Casa del popolo». Un ragazzo diverso da tutti gli altri, animato da uno sguardo vi-vissimo e dalla smorfia ironica della boc-ca, un cavallo di razza che diventa prima consigliere comunale del Pci, poi assesso-re, commissario politico del partito, infine manager pubblico alla guida di Geat e in seguito della riminese Anthea. Un curricu-lum pesante ma che non racconta il reale ruolo svolto negli anni da Fantini. L’uomo che fabbricava i sindaci, potremmo dire parafrasando un noto film. O li affossava, come accadde agli esordi con Terzo Pie-

Fantini, l’uomo che fabbricava sindaci

rani, incoraggiato a lasciare la poltrona di primo cittadino dai ‘giovani turchi’ del Pci che chiedevano strada e per farlo preten-devano la fine del regno di Pierani, che finì così dopo 17 anni. Fantini fu quello che più di altri si espose nel progetto, cosa che ‘re Terzo’ non gli avrebbe mai perdonato. Fantini scelse per sè il ruolo di consigliere, e per Massimo Masini quello di sindaco. E fu sempre Fantini ha decretare la fine di

quel ciclo con la decisione di appoggiare la candidatura di Daniele Imola, e di farsi interprete della continuità nella disconti-nuità, garante degli equilibri precari che hanno attraversato da sempre la storia della sinistra riccionese. Dieci anni e anco-ra un’altra svolta, sofferta e cruenta. Con il tentativo dei ‘rivoluzionari’ capeggiati da Fabio Galli di sacrificare Valeriano Fanti-ni, individuato come totem della vecchia guardia per farsi largo. Sbagliando clamo-rosamente tattica e bersaglio. Ottenendo solo una pesantissima sconfitta. Fantini avrebbe preferito restare neutrale invece fu costretto a schierarsi con Massimo Pi-roni e lo trascinò verso l’affermazione alle primarie. Tre uomini e un grande cervello. Non a caso, alla sua morte, i tre sindaci hanno voluto tributare a Fantini quello che lui aveva sempre tenuto nascosto: il ruolo di numero uno. Nulla di sorprendente, per chi lo conosceva a fondo. Ma il lato che Fantini è riuscito a celare fino in fondo è quello più tenero, emerso nella genero-sità pianificata, e confermato dai parroci. Il cuore che batte dentro la corazza del guerriero. L’ultima e più intima rivelazione di un piccolo grande uomo.

Buon vicinAto - viA SiciliADomenica 10 Marzo u.s. abbiamo festeggiato tutte le donne con il pranzo alla presenza di un centinaio di soci per la giornata della solidarietà. Come consue-tudine per la giornata della donna il nostro Centro si impegna in iniziative be-nefiche con raccolta di denaro. Quest’anno la scelta della donazione è andata a due Associazioni: Centro 21 e IOR (Istituto Oncologico Romagnolo). La somma di euro 1.200, frutto di iniziative del nostro Centro (lotterie, pranzi sociali, gite, compleanni, ricorrenze, ecc...). è stato consegnato alla presenza del Sindaco Massimo Pironi, dell’Assessore ai Buon Vicinato Enrico Ghini e dai responsabili delle Associazioni con grande apprezzamento di tutti i presenti. Al termine della giornata un omaggio floreale a tutte le Donne.

Silvano Amadori

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rivoluzione in spiaggia

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La minacciosa “nube” della Bolkestein, direttiva europea sulle concessioni de-maniali, non frena l’intraprendenza dei bagnini riccionesi, che sulla spiaggia con coraggio stanno investendo milioni di euro. Sono una decina gli stabilimen-ti balneari che quest’estate sfoggeran-no una nuova veste. Altri lo faranno nei prossimi mesi. Nel 2012, infatti, l’Ufficio del Demanio ha rilasciato una quindicina di licenze. Per altre dieci la pratica è in fase d’istruttoria. L’onda dell’innovazio-ne allungherà così l’elenco delle nuove zone. Sono 23 quelle inaugurate negli ultimi due/tre anni, grazie a quell’effet-to “domino” che con la riqualificazio-ne sfida la crisi economica. Dall’arenile sono sparite centinaia di cabine, quelle rimaste in piedi sono state predisposte in perpendicolare rispetto la battigia, in modo tale da aprile dei “cannocchiali” sul mare. Eliminati anche tanti lastrica-ti, mentre si sono moltiplicate le piscine, le vasche per idromassaggi, palestrine, angoli wellness, aree giochi per i bimbi, pannelli termici e fotovoltaici. Per la pri-ma volta, dopo l’esperimento fatto una decina di anni fa da Fulvio Binotti con il noto conduttore televisivo Paolo Brosio, entreranno in funzione anche i “chirin-guiti”. Il primo ad allestirlo per offrire in spiaggia tutti i prodotti a base di frutta, tranne cocco, bomba e canditi, già ven-duti dagli ambulanti, è il Bagno 71 dei fratelli Conti in società con il bar risto-rante Frank di Gabriella Conti. La sta-bilimento è stato interamente rifatto su disegno del geometra Stefano Montana-ri. In attesa dei permessi per i chiringuiti altre Spiagge, come la 134-135 di Fausto Ravaglia (il bagnino che ha prestato il suo volto per lo spot promozionale televisi-vo della Regione Emilia-Romagna) , che l’anno scorso è stata completamente ri-disegnata , e la 112 con il bar ristorante Tanimodi dei fratelli Corazza. Sull’onda dell’innovazione decolla anche la terza Cooperativa Bagnini di Riccione la “Ri-viera” di recente formazione, ma con esperienza pluridecennale, cominciata con la Cooperativa marinai di Salvatag-

Nuovi bagni con piscine e chiringuiti

gio. I sei soci: Renè Vandi, Danilo Protti, Massimo Bianchini e Massimo Pignatel-lo con il presidente Giancarlo Ripa e il vice Giuseppe Amati, i mesi scorsi han-no rinnovato i Bagni 46 e 47, 130 e 131. In queste ultime due zone, in attesa di stringere un accordo con il Bar Movida per un chiringuito, il geometra Dome-nico Bellanova ha previsto pure una pi-scina per adulti con fungo d’acqua, una piccola piscina una per bimbi, un paio di idromassaggi con getti di per la stimola-zione vascolare, dove poter stare anche stesi, l’angolo del cardiofitness e la pale-stra. Poi le docce, calde anche di sera, il baby point con animazione, il parco gio-chi per i bambini, il wi-fi e punto internet. Il cannocchiale sul mare si è allargato fino 40 metri. Un’oasi del benessere im-mersa nel verde con idromassaggi e get-ti d’acqua, wellness e relax, piscine per adulti e bambini caratterizzano anche i bagni 46 e 47, accanto al bar ristorante Flamingo, risistemato dal nuovo gestore Giacomo Pratola. Anche in questo caso l’eliminazione di 13 cabine e la diversa disposizione delle altre ha consentito di aprire un varco visivo di oltre 61 metri. Considerato il fenomeno erosivo, tutti i

manufatti, compreso le casette dei ba-gnini, in queste due zone sono stati ar-retrati. Sempre su disegno di Bellanova, sono stati rinnovati i Bagni 60 e 70. Il primo di Giorgio Tontini è caratterizza-to da un’ampia piscina (pensata per fare anche aquagym, idromassaggi e ginna-stica per mamme) e un gazebo che fun-gerà da “piazza”. Le due strutture sono state realizzate al posto di un blocco centrale di 20 cabine, in parte recupera-te e in parte eliminate. Ed è sempre uno specchio d’acqua con un angolo fitness e relax a caratterizzare il nuovo look del Bagno 70 dei fratelli Raffaella e Mario Zannoni. Garantito il cannocchiale sul mare con l’eliminazione di 15 cabine sulle 63 preesistenti. Veste nuova, infi-ne, anche alla 76, Bagni Guido, e alla 95 di Marco Fabbri. Come ci confermano all’ufficio Demanio del Comune, ai ba-gni che quest’estate sfoggiano la nuova cartolina si aggiungono i 23 rifatti degli ultimi due/tre anni e quelli (una decina in tutto) con pratica in fase d’istruttoria. In soldoni, il salto di qualità interessa circa un terzo dei concessionari. E non è poco!

Nives Concolino

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Riccione, provincia di Mosca. E’ il sogno di centinaia di operatori turi-stici che hanno capito che soltanto i russi potranno, almeno nei pros-simi anni, risollevare le sorti dell’economia locale. Ragione per cui, a fine marzo, una delegazione targata Riccione ha preso un aereo per sbarcare nella capitale russa dove era in corso la fiera del turismo, ap-puntamento fino ad ora disertato dalle singole località della riviera. Riccione, grazie soprattutto ai vari consorzi che hanno investito sul mercato dell’Est, era presente con uno suo stand, il suo nome, i suoi operatori. Prima erano soltanto la Regione Emilia Romagna e l’Enit a

occuparsi della promozione, ma la concorrenza degli altri Paesi, per non parlare di quella delle mete turistiche italiane, hanno convinto i riccionesi a mettersi in proprio, nonostante l’irritazione manifestata dalle autorità regionali, indispettite dall’iniziativa solitaria della Perla verde. Come se l’appiattimento verso il basso o il marchio Emilia Romagna bastassero a sostenere l’afflusso dei vacanzieri russi. A dif-ferenza di altre partite, in questo caso l’amministrazione comunale si è resa disponibile a sostenere gli operatori, partecipando attiva-mente alla missione. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, dopo stagioni spese ad inseguire il mercato tedesco, sempre più asfittico, e i camperisti di Oltralpe. Segmenti ormai sgonfi, che solo marginal-mente puntano sulla Riviera, mentre i russi si mantengono in cima alla classifica delle presenze; numeri record che tengono a galla il settore alberghiero e soprattutto quello commerciale, come confermano i bilanci delle aziende che affidano i loro bilanci alla massiccia dose di rubli incamerati. I corsi riservati alle commesse e agli albergato-ri, l’utilizzo nei negozi di personale madrelingua, danno l’idea della penetrazione dei nuovi turisti, che hanno occupato il ruolo che negli anni Sessanta ricoprivano i tedeschi. L’unico rischio che pesa sul fu-turo è la tenuta dall’aeroporto Fellini, la principale porta d’accesso dei russi, schiacciato da una montagna di milioni di debiti. La flessio-ne dei voli produrrebbe un calo di presenze, un’eventualità temuta come la peste dagli imprenditori locali e dai soci pubblici dello scalo.

Quando innovazione fa rima con partecipazione. Nascel’ideario per la città, un luogo virtuale di discussione pubblica

turismo dell’est ASSOCIAZIONI

Perla verde? No, russa La mia idea per Riccione

Si chiama “La mia idea per Riccione” il nuovo ideario creato dall’As-sociazione “Giuseppe Savoretti”, pensato per tutti coloro che hanno voglia di partecipare in modo attivo alla vita cittadina. L’Ideario è un luogo virtuale di discussione pubblica in cui una vera e propria community s’incontra per contribuire a migliorare la città con idee, suggerimenti e proposte in tutti gli ambiti. L’ideario per Riccione è uno strumento facile da usare e aperto a tutti, con il quale è possi-bile inviare idee, votare quelle già esistenti o aggiungere commenti. Come funziona? Basta collegarsi al sito “riccione.ideascale.com”, re-gistrarsi e inviare le proprie idee. La community discute le varie pro-poste e vota le idee migliori. Quelle più votate salgono in cima alla lista e all’idea prescelta dalla rete e dall’associazione verrà rilasciato un riconoscimento durante un momento ufficiale. La consultazione social è una modalità nuova di discussione e confronto con il pubbli-co, attraverso la quale il cittadino può proporre delle azioni concrete

a partire dalla propria esperienza e dalle proprie esigenze. L’ideario per Riccione è un’iniziativa dal basso, apartitica, nata per creare par-tecipazione popolare. Milena Cecchini, Presidente dell’Associazione “Giuseppe Savoretti” ha commentato: “Si tratta di un’opportunità unica per i cittadini di Riccione, per far sentire la loro voce e mani-festare liberamente lo spirito pro-attivo che li contraddistingue. Con questo social miriamo ad attivare e a riattivare lo spirito propositivo e di partecipazione tipico di una comunità sana, perché crescere e migliorare insieme è l’obiettivo più importante e oggi più che mai indispensabile per vivere appieno il territorio”.

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AMICI CHE SE NE VANNO

Era un vulcano d’idee, un grande im-prenditore, capace di tessere importanti relazioni anche con personaggi di primo piano del mondo dello spettacolo. Non a caso a Riccione lo definivano “l’alber-gatore dei vip”. E tanti ne ha ospitati, da Mike Bongiorno ad Adriano Celentano fino a Mina e Walter Chiari. Manlio Con-ti, 79 anni, titolare dell’Hotel Gemma, se n’è andato lo scorso 11 marzo, dopo aver cercato invano di sconfiggere un male che non perdona. Ha lasciato la moglie Anna e i figli Roberto e Stefano, che lo affiancavano nel lavoro, portato avanti con tanta passione e senso d’imprendi-torialità. Caratteristiche che Manlio aveva ereditato dai genitori e dai nonni, sin dal 1933, titolari dell’Hotel Imperiale, dove tra l’altro era nato. Ed è qui che aveva conosciuto la sua Anna, che da Bologna fin da quando aveva quattro anni, veniva in vacanza a Riccione con i genitori Maria ed Emilio Parma, e gli zii, Laura e Augusto Bonori. Poi nel 1956 l’intuizione di aprire il nuovo Hotel Gemma (nome della madre), il matrimonio e, col tempo, i figli. Manlio Conti, lungimirante, da buon pioniere del turismo ha capito prima di tantissimi altri operatori che Riccione poteva giocare sulla destagionalizzazione. Ha così co-minciato a tenere aperto il suo tre stelle tutto l’anno. Particolare che ha avuto un ruolo importante nel richiamare anche gli artisti di fama. Una schiera di stelle che, poco tempo fa, Conti ci aveva confessato di voler radunare insieme a Riccione. Ma quel sogno se l’è portato in cielo con tut-ti i suoi grandi ricordi. Come i soggiorni di Celentano che al Gemma era venuto

Addio a Manlio Conti: albergatore dei VIP

con tutta la famiglia, compreso le sorelle Maria e Rosa, e poi con la moglie Claudia Mori. Il “molleggiato” suonava la chitar-ra nel giardino dell’hotel, dove si cantava alla presenza delle mamme: la sua, quella di Mike Bongiorno e la signora Gemma. L’amicizia era tale che, come racconta la signora Anna “ un giorno Adriano, molto religioso, chiese a Manlio di metterlo in contatto con un padre. Mio marito scelse frate Daniele, un braccio destro di Padre Pio che andò direttamente a Milano, a casa sua, dove rimase alcuni giorni”. Al Gemma Conti ospitò anche i noti atto-ri Walter Chiari, Carlo D’Apporto e Teo Teocoli, nonché altri cantanti, come Do-menico Modugno, I Camaleonti, Bobby

Solo, Albano e Romina Power, I Ricchi e Poveri, Loretta Goggi e Peppino di Ca-pri. Con loro anche Don Backy che, come ci ha raccontato di persona un paio di anni fa, arrivò a Riccione nell’inverno del 1963, dopo un concerto a Lecce. Aveva viaggiato tutta la notte con un furgoncino della Volkswagen e gli hotel erano tutti chiusi. Poi ecco l’insegna “Hotel Gem-ma aperto tutto l’anno”. Anni dopo Don Backy, forte dell’amicizia che lo legava a Conti, affittò l’intero albergo per il suo matrimonio con Liliana Petralia, celebra-to nella nuova chiesa di San Martino. Che dire poi dell’indimenticabile musicista e compositore Enrico Simonetti? Una sera il Maestro devastò la hall, dov’era entrato con l’auto dopo aver sfondato la vetrata! Pillole di storia che hanno contribuito a creare la “leggenda” di Riccione. In pri-mo piano sempre lui, Manlio Conti, pron-to a far cenare gli ospiti anche a mezza-notte. Tanta la passione per la famiglia e per il lavoro, ma anche per alcuni hobby, come la caccia, la pesca e il mare (con Giorgio Piccioni, Ennio Battarra, l’alber-gatore Tontini, Flores e Luciano Conti, aveva contribuito al recupero del vecchio trabaccolo “Arcioun”). Tanto l’amore an-che per la campagna, dove aveva costru-ito una casetta che non è riuscito a go-dersi. In città resta, comunque, l’impronta dell’uomo intraprendente, capace anche di coinvolgere amici e ospiti per andare in udienza dal Papa a Roma. Conti ora ri-posa nel vecchio camposanto di Riccione assieme ai suoi genitori.

Nives Concolino

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Non solo mare. Riccione quest’estate tratterrà turisti e residenti con una mi-riade di eventi che spaziano dallo sport allo spettacolo, dalla musica al teatro, fino alla presentazione di libri, gastro-nomia, moda e cinema. A proposito di nuove tendenze, il 25 maggio in Piazzale Roma torna Beautiful fashion night, pas-serella carpigiana con le nuove creazioni di beachweaer. Attesi diversi testimo-nial, come Manuela Arcuri, Paola Caru-so, Giulia Montanarini, Anna Safroncik, Joe Squillo e Vittorio Gucci. Altro tra-dizionale appuntamento è quello dell’8 giugno sul porto canale con la Festa del Bagnino, “rustida” con musica, bal-li e spettacolo pirotecnico, organizzata dalla Cooperativa Bagnini per ricordare il fortunale che l’8 giugno 1964 distrus-se la nostra spiaggia. Spazio anche allo sport con il Torneo Beach Handball, in programma dal 29 al 30 giugno in piaz-zale San Martino. Immancabile l’appun-tamento con Deejay Square 2013. Radio Deejay, diretta da Linus, torna a Riccione con due studi allestiti in viale Ceccarini e ad Aquafan e i protagonisti di sempre. Non mancheranno i concerti con i gran-di artisti nei primi venti giorni di agosto. Dal 2 al 4 luglio, invece, al palacongressi torna Cinè, convention delle case di di-stribuzione e dell’industria cinematogra-fica a cura dell’Anica. Saranno proiettati in anteprima trailer e film di prossima uscita con il red carpet di registi e attori protagonisti. Il 5 luglio spazio alla Notte rosa con negozi, hotel, pubblici esercizi e stabilimenti balneari che, rigorosamen-te in rosa, promuoveranno una miriade di iniziative. Arricchiranno il cartellone del Comune che prevede spettacolo con concerto e fuochi d’artificio. Dal 30 giu-gno al 6 luglio nuova edizione di Allegro

EVENTI IN ARRIVO

Estate, tempo di concerti, mostre e spettacoli

mosso Music Holiday, “Festival Europeo della Musica per la Gioventù” che por-terà a Riccione una miriade di giovani musicisti di diverse nazioni d’Europa. In programma nelle piazze le “live per-formance” di orchestre, bande, gruppi jazz, orchestre da camera, big band tra-dizionali e cori. Da mare alla campagna. A San Lorenzo l’idraulica Ricci, il 7 luglio in viale Lombardia, ripropone la tradi-zionale festa agreste. Ospite di questa edizione sarà Mal con il suo classico re-pertorio musicale. Tornando in centro, l’11 luglio in piazzale Roma è previsto The Talent Show , condotto da Fran-cesco Facchinetti. Il primo talent show itinerante, che fa scouting con il carrello della spesa, si conclude, dopo venti tap-pe in grandi centri commerciali. Sempre in piazzale Roma, il 12 luglio si alza il sipario sulle semifinali Vitasnella Dance award 2013. Si tratta del tour di danza

classica, moderna, contemporanea e hip hop, che prevede anche l’esibizione dei grandi maestri di danza moderna. Non mancherà Riccione moda Italia, Concor-so Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti, che dal 15 al 20 luglio prevede performance, work shop, mostre e sfila-te. L’appuntamento è a villa Mussolini. Dal 8 al 21 luglio nel Palazzo dei con-gressi grande esibizione di Fitnesslandia della “Cruisin”, con maestri provenien-ti anche da Francia, Austria, Germania, Spagna, Brasile, Svezia, Bulgaria. Infine i due grandi eventi culturali: dal 5 al 7 settembre, sotto la direzione artistica di Andrea Vianello, ritorna il Premio “Ilaria Alpi”, dedicato al giornalismo d’inchie-sta. Doppia la location: Villa Mussolini e Palazzo del Turismo, dove arriveranno le firme più illustri del giornalismo televisi-vo italiano e straniero.

Nives Concolino

CHEF

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arredo urbano

Doveva essere la Walk of fame riccio-nese con le impronte e le frasi dedica-te alla nostra città da celebri personag-gi del mondo dello spettacolo, invece, il vialetto del Vallechiara, che collega il Palas a viale “Ceccarini”, è diventato un esempio di squallore. Così Famija Arciunesa rilancia l’idea iniziale: creare il percorso hollywoodiano con impron-te e foto dei vip sul lungomare della Costituzione in via di rifacimento. In questo modo troverebbe compimen-to, pressoché a costo zero, il vecchio progetto curato dagli architetti Raffa-ele Pennisi e Studio Mariani, su idea di Andrea Cicchetti. D’altra parte il viottolino del vecchio dancing, non è un’ideale location. Se non altro perché il glorioso dancing all’esterno si è tra-

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Impronte dei vip: Famija Arciunesarilancia il Lungomare delle celebrità

sformato in una squallida cattedrale nel deserto. Tra erbacce, sporcizia e perfi-no foto imbrattate più volte dai vandali con pennarelli neri e spray il degrado è totale. Nessun decoro neppure per le lastre con le impronte delle mani, incastonate nella pavimentazione, ma senza alcun vetro di protezione. Per fare in modo che il vialetto con le immagini di Gina Lollobrigida, Emii Stewart, Sabrina Ferilli, Asia Argento, Valeria Marini, Anna Falchi, Martina Colombari e tante altre regine del mondo dello spettacolo e della can-zone riacquisti la sua dignità, il sinda-co Massimo Pironi ha chiesto aiuto a Massimiliano Giometti, alla guida del CinePalace. L’idea è quella di ri-stampare le foto, firmate da Epimaco (Pico) Zangheri e Pasquale Bove. Il noto imprenditore non si è tirato in-dietro, ma resta il problema della sor-veglianza e della pulizia del vialetto, animato da pochissimi passanti. Sono tanti i riccionesi che si chiedono per-ché sia stato abbandonato il progetto iniziale, che prevedeva la posa delle lastre con le impronte lungo un trat-to di lungomare. Per i turisti sarebbe stato un elemento di grande attrazio-ne. Tanto più che oltre alle impronte femminili già esposte, ci sono quelle maschili, lasciate dai Nomadi e dai Pooh, in occasione del loro quaran-tennale, nonché quelle di Giorgio Pa-

nariello, Gabriel Garco, Smaila, Franz Beckembauer, Rudolf Houdek e altre ancora, lasciate nel magazzino del maestro ceramista Giorgio Giulianelli, ora sotto sfratto, perché il Comune ha dichiarato l’ex colonia Adriatica inagi-bile. Da qui l’idea di Famija Arciunesa di dare visibilità a questo importante patrimonio, che tante città vorrebbe-ro possedere.

Nives Concolino

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“Alle ore 16 si forma il corteo in viale Maria Ceccarini che, preceduto da una squadra ciclistica della locale Sport Club “Biagio Nazzaro” e della banda municipale mon-tata su un camion completamente imban-dierato, sfila per viale Dante, viale Verdi e viale D’Annunzio, si porta al nuovo ponte costruito sul fiume Marano che dista circa 2 chilometri dal centro. Al passaggio, dalle ville imbandierate si saluta e si applaude” -così incomincia la cronaca della manife-stazione pubblicata sul periodico “La Ri-viera Romagnola” per l’inaugurazione del ponte della strada litoranea RiccioneRimi-ni, avvenuta Domenica 24 agosto 1924. L’avvenimento è importante perché risolve l’annoso problema di congiungere Rimini a Riccione lungo una strada litoranea. Fin dall’inizio del secolo, ai più avveduti ope-ratori fu chiaro che lo sviluppo balneare della fascia costiera della nostra parrocchia di San Lorenzino, che va dal torrente Ma-rano al rio Melo, poteva trovare l’impulso solo con una strada litoranea congiungen-te gli abitanti marini di Rimini e Riccione, togliendo questa zona dall’isolamento. Il ponte sul Marano (e poi sul Melo) sono le necessarie cerniere per dare continuità e compiutezza alla importante “passeggiata sul mare” lungo la quale dovrà svilupparsi la futura attività turistico balneare dell’am-pio sito marino. Festa grande dunque, per celebrare l’evento. Sul nuovo ponte si sono date convegno le Autorità politiche e civili locali del circondario e una folla festante di riccionesi e di bagnanti (anche i pescatori della numerosa flottiglia di vongolare sono rimasti a bordo dei loro battelli ormeggiati alla foce del fiume, loro naturale approdo e rifugio). Uno speciale Comitato di “San-lorenzesi” ha pubblicato un manifesto per esprimere all’Amministrazione Comunale “il plauso riconoscente e la maggiore gra-titudine”. Apre la cerimonia Don Giovanni Montali, Arciprete di San. Lorenzo, benedi-cendo il nuovo ponte con un’appassionato discorso nel quale accenna alla soddisfa-zione dei suoi parrocchiani che d’ora in poi il 24 agosto sarà per loro la festa solenne da celebrarsi ogni anno. Rivolge parole di ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito al compimento dell’opera. Al Sindaco Lombardini... ”Lo rivolgo, io ades-

LA NOSTRA STORIA

Ponte litoraneo sul Marano - 24 agosto 1924

so, sicuro che nell’avvenire, in un avvenire prossimo quando la linea tranviaria unirà Riccione a Rimini e farà di questa spiaggia uno dei posti più deliziosi e più ambiti del mondo questo pensiero di gratitudine e di riconoscenza, lo rivolgeranno domani an-che i nostri nipoti, agli artefici dei primi più importanti capisaldi di progresso di questa zona: a coloro che hanno fatto rifulgere gli innegabili pregi naturali del nostro paese”. Poi, il Sindaco Lombardini ringrazia tutti, e propone l’invio al Presidente del Consiglio Benito Mussolini il seguente telegramma: “A V. Eccellenza che ama molto i fatti poco le parole giunga rispettoso saluto popolo Riccionese mentre inaugura ponte che attiverà gran viale Riccione‑Rimini”.Riscossa la buona porzione di applausi per la proposta, prosegue...”Ho unito due sponde del piccolo fiume che ostacolava le vie di comunicazione e di sviluppo: l’unione di queste due sponde significa per gli uo-mini che devono per correre la bella strada che fiancheggia il mare che sono state crea-te per dare un ritmo più ampio e più rapido alle loro molteplici attività! Sono e sarà stru-mento di propulsione e di avanguardia per-ché la figlia, staccatasi dalla madre ad essa, in un rempo non lontano, si riallacci forte alle sue energie che vuole con pieno senso di responsabilità affermare nella sua ma-

gnifica indipendenza...”. Il sindaco termina il suo applaudito discorso e dà la parola al Cav. Sebastiano Amati, vecchio e valoroso rappresentante di Riccione nel Consiglio di Rimini e appassionato patrocinatore oltre che dell’Autonomia Comunale, di questa ma gnifica strada litoranea che oggi si com-pleta col ponte sul Marano; egli si compiace del fervore di opere che anima Riccione e termina con queste parole: “Gloria a voi buoni compaesani, cui le sventure moltipli-carono le energie nella chiara divinazione di un grande immancabile avvenire, gloria a voi Amministratori del nuovo comune che in pochi mesi avete fatto miracoli!”.La cerimonia volge al termine. “Mentre la banda suona la Marcia Reale e Giovinezza, la gentil signorina Anna Degli Uberti taglia il nastro tricolore ed il ponte sul Marano è aperto al transito. Poi alle autorità viene servito il rinfresco. Alla sera hanno avuto luogo splendidi fuochi artificiali che hanno chiuso la solenne giornata”.

Progettista: Ing. Ario Valentini;Costruttore: Impresa F.lli. Manfredi,Senigallia; Costo dell’opera L. 184.800

Tratto da “Una rotta nel Vento”di Dante Tosi

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Non solo commercianti. Per rilanciare il Pa-ese con eventi e altre iniziative, il comitato di Riccione Paese apre le porte ai residenti. Stratagemma che consentirà di organizzare le manifestazioni con più armonia e mag-giore contributo di idee. Per associarsi ba-sterà versare una quota simbolica. Ad an-nunciarlo è il neopresidente Dino Saponi, subentrato lo scorso 27 marzo a Lucia Ba-leani. Gli operatori (veterani e new entry), intanto, si rimettono in moto per fronteg-giare non solo la crisi economica, ma an-che tutte quelle situazioni che rischiano di ripercuotersi in modo negativo sul fatturato delle proprie attività. Elementi di preoccu-pazione sono soprattutto il trasferimento dei servizi sanitari con una cinquantina di dipendenti Ausl e centinaia di utenti al se-guito, da piazza Unità al centro commercia-le “Perla Verde”, e i lavori di arredo urbano nella stessa piazza che durante l’apertura del cantiere dirotterà altrove le bancarelle del mercato settimanale e, quindi, tante persone. Nel frattempo il Comitato cerca di riprendere quota, incrementando anche il numero delle attività associate. Non a caso, tenendo conto della crisi, l’assemblea ha ridotto drasticamente la quota associativa da 300 a 100 euro. “Si tratta di una quota base – spiega Saponi – che non comprende tutto, come prima. Per le luminarie e alcuni eventi ognuno parteciperà di volta in volta a sua discrezione”. Si parte, intanto, con le iniziative dell’estate: “In primo piano la Movida de pais, in programma dal 5 giu-gno al 4 settembre. Si tratta di quattordici serate a tema con tante novità e sorprese. In contemporanea dovrebbero tenersi dei concerti in biblioteca. Confermato, ogni seconda domenica del mese il mercatino del Rigattiere e tutti i venerdì, il mercati-no dei bimbi con la presenza dell’Unicef e

Saponi alla guida e apertura ai residenti

da quest’anno giochi per bambini. Torna (probabilmente il 4 agosto) anche la “Cena sotto le stelle”, che il neocomitato riporte-rà tra le vetrine in Corso Fratelli Cervi. Per movimentare il centro storico, si stanno contattando anche degli artisti, mentre con la Bilioteca comunale si conta di pre-sentare dei libri nella piazzetta Matteotti. A metà ottobre, infine, tornerà CiocoPae-se”. Non è tutto. Il comitato, infatti, inten-de riappropriarsi di altre due iniziative: la rassegna del Cinema in Paese, l’anno scor-so passata al Cinepalace, e la Festa della Befana trasferita al palazzetto dello sport. Nel portare avanti gli eventi Saponi de “Le cose di casa” sarà affiancato dal nuovo direttivo. Ne fanno parte la vice Stefania Pedrosi (Latteria del sole), la segretaria Enrica Riganti (Le cose di Chicca) il teso-riere Mario Masini (Polleria Argentina) e i consiglieri Paola Bellucci (Frutta e Verdura

Gattei), Laura Di Giuli (Tony calzature), Sa-brina Angelini (Angelini supermercati), Mi-chele Cirillo (Legea sport), Antonio Flamini (Conad Margherita), Gianni Ragni (La casa del bottone) e Gilberto Semprucci (Sor-gente). Con loro i revisori dei conti Cesare Arlotti (Cab moda), Stella Rotordam (Bol-licine) e Ezio Tonini (Budriel), ma anche gli altri soci che nell’assemblea al ristorante pizzeria La Frasca, in marzo hanno deciso di incontrarsi ogni due mesi per lanciare nuove idee. A loro anche il compito di appianare il piccolo debito di circa 4mila euro. “La massiccia partecipazione degli operatori del Paese ci ha davvero stupiti! _ commenta l’assessore alle Attività econo-miche Lanfranco Francolini, già presiden-te del comitato - . Tutti hanno capito che per non perdere quota bisogna investire e guardare avanti”.

Nives Concolino

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comitato san lorenzo

Gastronomia di Pesce ed altroDa quest’anno possibilità

di consumare i nostri piattinei tavoli del giardino esterno

Sulla scia del successo ottenuto lo scorso inverno con 20 serate e oltre 7.000 partecipanti, i commercianti di Riccione San Lorenzo mettono a fuoco gli eventi estivi, rivolti anche ai turisti. In cartellone la “Festa dell’ospite” che, in collaborazione con le categorie eco-nomiche, il 26 luglio traghetterà i turisti dal mare all’ antico Vicus Popilius con una serie di navette, “San Lorenzo sotto le stelle” (il 10 agosto), il tradizionale concerto lirico (23 agosto) e altre serate con concerti e cabaret in fase di definizione. “Siamo estremamen-te soddisfatti per gli apprezzamenti e la partecipazione registrata in tutte le iniziative, tenutesi nella tensostruttura riscaldata, accanto alla chiesa - sottolinea il presidente del comitato d’area Elio Mainardi - . Abbiamo proposto 20 serate con commedie dialettali, feste per i bambini, balli latino americani, cene di beneficenza e appuntamenti musicali, compreso quello di Radio Sabbia, con una media di 250 persone a spettacolo, per un

totale di circa 5.000 partecipanti. A questi si sono aggiunti i 2.000 presenti a iniziative ex-tracartellone: pranzo della Polisportiva San Lorenzo (330), quattro giornate comunitarie della parrocchia (circa 1.000), recital dei ragazzi (200) e feste di Carnevale, organizzate dalle scuole per l’infanzia (400)”. Un successo, considerato che il tutto si è retto sul vo-lontariato dei commercianti e di diversi simpatizzanti! “Gli operatori - sottolinea Minardi - non hanno dimenticato l’aspetto solidale. L’hanno fatto con il concerto delle orchestre romagnole, presentate da Sgabanaza, con la festa dei bimbi, in ricordo di Giacomo Morri, che da sola ha fruttato circa 2.000 euro devoluti all’onlus “Bimbo tu”, e con la commedia pro Caritas parrocchiale. Ora puntiamo sull’estate e anche sui turisti, partendo dalla Fe-sta del’Ospite che coinvolgerà anche Costa Hotels, Cna, Concommercio, Confesercenti, Confarticianato, Cooperativa Bagnini e Coop Bagnini “Adriatica”.

Nives Concolino

Sotto le stelle con i turisti Alzheimer

Alla “Pullé” aperto“Scaramaz Caffè”

Nella residenza per anziani “Felice Pullé” lo scorso 16 aprile ha aperto i battenti “Sca-ramaz Caffè”, insolito “salottino”, dove le persone affette da Alzheimer, familiari e altre persone interessate a questa patolo-gia possono aggiornarsi sulla malattia e sui servizi offerti a chi ha problemi di demenza senile. Un buon sostegno per diverse fami-glie, se si pensa che nell’intero Riminese i casi conclamati sono 3.700. Al di là del tra-dizionale servizio di ristoro, ai malati vengo-no proposte attività di stimolazione della memoria e laboratori manuali e creativi. Mentre ai familiari è offerto sostegno psico-logico e consulenza. Per tutti, invece, sono in programma attività ludiche e momenti di festa. Lanciato dall’assessorato alla Scuola e alle Politiche sociali, in collaborazione con l’Unità operativa anziani e disabili dell’Ausl e l’associazione Alzheimer di Rimini, “Sca-ramaz Cafè” rimane aperto tutti i martedì dalle 15 alle 18 fino al 16 luglio. Seguirà la chiusura per la pausa estiva, quindi nuova apertura dal primo ottobre al 17 dicembre. Come sottolinea l’assessore Federica Tor-colacci, questo spazio dedicato all’Alzhei-mer, è il secondo in provincia, dopo quello attivato dall’Asp al Valloni di Rimini.

ni.co.

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dei F.lli CurziAndrea e Simone s.n.c.

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mestieri artigiani

Scrivere per Famija Arciunesa non dà certo l’assillo di ricercare degli “sco-op”, ma trovare delle novità da met-tere “nerosubianco”crea quel pizzico di entusiasmo che è come il sale per una pietanza. Così quando ho saputo dell’esistenza di una “liuteria” a Riccio-ne ho rizzato le antenne della curiosità. Per me era un sostantivo da tempi e luoghi medievali o rinascimentali, avulso dal linguaggio di una città di mare e tu-rismo, circoscritto agli addetti ai lavori... e allora: dizionario.liuteria= Laboratorio o bottega del liu-taio - arte e tecnica del liutaio.liutaio= Fabbricante- venditore – ripa-ratore di liuti.liuto= strumento musicale a corde pizzi-cate con cassa armonica ovoidale, tastie-ra più o meno lunga e numero di corde variabili, dall’arabo “al-’ùd”= il legno.E poi in Via Galli, piccola via parallela al porto canale, lato Rimini, dove c’è la Liuteria G.F. Mi accolgono con un sor-riso spontaneo, tipicamente romagno-lo, Mauro Gaudenzi e Samuele Fabbri, due giovani dall’aria sveglia. L’ingresso che funge da sala mostra è minuscolo; vetrina colma di chitarre, un tavolo, tre sgabelli e una tenda che conduce alla vera liuteria...una serie di stanzette che sono una sorpresa dietro l’altra... alle pareti attrezzi di ogni genere... sui ban-chi di lavoro pezzi sagomati stretti nei morsetti... nelle scansie legni di tutto il mondo che affascinano con le sfuma-ture dei loro colori naturali e inebriano per gli odori che emanano... sembra di camminare indietro nel tempo... nell’in-canto di quando tutto era scandito da ritmi a misura d’uomo. Mi risveglio da questa ubriacatura e li faccio racconta-re... Mauro e Samuele si sono conosciuti ai cantieri Ferretti Yacht. Entrambi fale-gnami specializzati in interni, lavorando a stretto contatto di gomito, scoprono che oltre allo stesso amore per il legno hanno anche una smisurata passione per la chitarra che suonano per hobby. Pur contenti di un ambiente di lavoro sod-disfacente capiscono che nel loro futuro ci deve essere qualcosa in più: devono creare un matrimonio legno-musica. Si licenziano e investono nell’arte di mo-dellare il legno per costruire chitarre, strumenti musicali tra i più seducenti, vuoi per la forma che ricorda l’anatomia del corpo femminile, vuoi perchè per trarne suoni devi abbracciarla, accarez-zarla, sfiorarla. Nasce così nel settembre 2011 la Liuteria G.F. I primi lavori arri-vano grazie agli amici poi hanno l’occa-

Incredibile! Una liuteria nel centro di Riccione

sione di “rappezzare” alcuni strumenti di un chitarrista professionista: Marco Di Meo di Pesaro . Il risultato scaturito dal loro poker di mani è talmente sod-disfacente che Di Meo attiva un magi-co passaparola e le richieste lievitano. Ora frequentano le fiere più importanti (Milano, Pioraco, Sarzana) e girano la Brianza e la Val di Fassa per scegliere personalmente i legni occorrenti (quelli esotici sono costretti ad ordinarli): Abe-te e Cedro per la tavola armonica, Pa-lissandro, Mogano, Acero per fascia e fondo, Mogano e Acero per il manico. E creano pazientemente pezzi unici af-finchè la magia della musica non cessi mai. Ultimo grande successo produttivo al festival di San Remo col gruppo “Mar-ta sui tubi” che ha suonato con una loro chitarra. Forza ragazzi, è bello sapere che c’è chi ama il suo lavoro!

G.L.M.

Due chitarre che nessuno può comperare. Non sono in vendita essendo le prime nate dalle mani dei nostri due liutai (una addirit-tura realizzata con scarti di legno).

Da sin:. Samuele Fabbri, Carmelo del grup-po “marta Sui Tubi” e mauro Gaudenzi.

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Il Premio “Baleani 2013” è stato conferito a Frangiotto Angelini (classe 1936), tito-lare degli omonimi supermercati. La ce-rimonia si è tenuta il giorno delle Palme nella piazzetta del Faro, in viale Ceccarini, alla presenza di centinaia di persone. Sul palco, oltre al noto operatore, la moglie Andreina che lo ha sempre affiancato nel lavoro assieme alle figlie Sabrina e Simona. Durante la premiazione, oltre ri-cordare le quattro generazioni della sua famiglia che hanno portato avanti l’atti-

vità, Angelini ha rimarcato l’importante ruolo svolto dalla consorte, definendola “grande donna”. Un omaggio che ha suggellato le loro nozze d’oro. A conse-gnare il premio, alla presenza del sindaco Massimo Pironi e della signora Rita Ba-leani, moglie del noto gioielliere che dà nome al premio, è stato Giorgio Mignani, presidente del Consorzio d’area di viale Ceccarini. La cerimonia è stata un’occa-sione anche per ripercorrere a grandi linee la storia della nota attività, avviata da Olga e Adamo Angelini. Il negozio di

Riconoscimentoa Frangiotto Angelini,

veterano degli alimentaristisalumi e formaggi fu aperto in viale Dan-te nel 1936, anno della nascita del loro Frangiotto. Tra i clienti c’era anche l’alta borghesia che trascorreva l’estate a Ric-cione e Donna Rachele Mussolini, moglie del Duce. Nel dopoguerra la prima svol-ta: Frangiotto con il fratello Riccardo e la sorella Loretta cominciarono ad affianca-re nel lavoro mamma e papà, finché nel 1958 n viale Diaz aprirono uno dei primi “ Self Service” d’Italia. Nel 1975, invece, la piccola azienda di Olga ed Adamo si

trasformò nella società “Fratelli Angelini” e anche il negozio di viale Dante si tra-sformò in Self service. Il riconoscimento a Frangiotto è stato conferito “per il suo smisurato impegno nel rimanere a passo con i tempi. Per essere sempre un passo avanti rispetto gli altri”. Un particolare: al termine della cerimonia, rallegrata dal coro Le Allegre note del maestro Fabio Pecci, don Daniele Missiroli ha pregato con i presenti e, com’è tradizione, ha be-nedetto le palme.

Nives Concolino

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Da diversi anni andiamo conducendo ricerche storiche su Riccione ed il suo territorio a partire dall’antichità, ed il villino Mattioli-Graziani, attuale sede dell’associazione culturale “Centro Arti Figurative”, ha sempre destato in noi grande interesse e curiosità, se non al-tro per la sua vetustà. Questa pubbli-cazione trae origine da indagini archivi-stiche che, a partire dalla ricostruzione della “storia” di questa casa nobiliare, hanno portato, sorprendentemente, alla conoscenza di vicende sconosciu-te, del tutto trascurate dalla storiogra-fia riminese. Di quei fatti non è rimasta traccia alcuna nella tradizione orale cit-tadina, malgrado la notevole importan-za rivestita da tale abitazione nel corso di buona parte dell’Ottocento. Questo edificio rappresenta infatti la dimora più antica che, seppur modificata nel tempo, si erge tuttora a Riccione Paese: un’apprezzabile testimonianza architet-tonica riconducibile al XVIII secolo. La struttura venne costruita verso la metà del Settecento alle Casette, primo nu-cleo abitativo della borgata di Riccione lungo la via consolare Flaminia. Pos-seduta dai frati domenicani, la casa fu acquistata nel 1755 dai conti Mattioli, una ricca famiglia proprietaria di nu-merose abitazioni e tenute agricole nel territorio riminese. Un grande quantità di documenti attesta che quel palazzo, per il numero di stanze e di servizi di cui disponeva, e per la presenza di stalle in grado di accogliere cavalli ed animali da soma, era il primo a Riccione ad es-sere requisito dalle autorità civili e mili-tari in occasione del passaggio di eser-citi sull’antica strada romana, transiti particolarmente frequenti tra gli anni Quaranta e Sessanta dell’Ottocento. Il villino Mattioli-Graziani venne occu-pato dall’avanguardia dell’esercito au-striaco nel maggio 1849, invasione che causò ingenti danni materiali e morali alla popolazione locale e a partire dal 28 settembre 1859 alla prima decade di settembre del successivo anno 1860,

Riccione nel Risorgimento

quell’antica residenza divenne la sede del Quartier Generale del 2° Corpo d’Armata dell’Italia Centrale agli ordini di Luigi Mezzacapo, generale trapane-se, che con il fratello Carlo, deve an-noverarsi tra le figure più eminenti del Risorgimento italiano. Il 10 e 11 settem-bre 1860 partirono migliaia di soldati e volontari, acquartierati nel territorio riccionese, per la battaglia di Castel-fidardo (18 settembre 1860). Il villino Mattioli-Graziani, divenuto di proprietà comunale nel 1979, dopo essere stato trasformato dagli anni Trenta agli anni Sessanta del Novecento in una fabbrica per la costruzione di letti in ferro (Ditta Calza & Manzi), sino ai primo decennio dello scorso secolo, rappresentò un pregiato luogo d’incontro e intratteni-mento per le famiglie della borghesia che frequentavano la nascente stazione balneare. Dai primi anni Ottanta, in se-guito ai lavori di ristrutturazione e con-solidamento che ne hanno impedito l’ormai prossima distruzione, l’ex villino ospita al suo interno l’associazione cul-turale “Centro Arti Figurative”.

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Riccione ha adottato il “Piano d’emergenza” che scatterà in caso di calamità, ossia terremoti dai 5,5/6 gradi Richter, incen-di, disastri idrogeologici e incidenti chimico-industriali. Il disco verde è scattato, mentre nello specchio d’acqua tra Rimini e Riccione (a tre quattro miglia dalla riva), da alcune settimane si assiste a uno sciame sismico, con scosse fino a 2.4 gradi Richter. La mappa, redatta dai tecnici di sette settori comu-nali, con la consulenza del geologo Pietro Cucci, prevede l’al-lestimento di sette tendopoli e di altrettante aree d’attesa, in corrispondenza dei maggiori impianti sportivi. Quella più ampia è prevista nel centro “Italo Nicoletti” in viale Forlim-popoli, mentre le altre sono state individuate a Spontricciolo in viale Moncalieri , a San Lorenzo in viale Bergamo e in viale Brunate, ai Tre Villaggi in viale Arezzo, a Fontanelle in viale Puglia e nella zona artigianale in viale dell’Artigianato, dove si trova anche la sede del Coc (Centro operativo comunale). Accanto al casello dell’A14, in viale Berlinguer, altra area di ammassamento, riservata ai soccorsi in arrivo dall’esterno. Di fianco alle sette tendopoli, che in complesso possono ospi-tare 2.000 senzatetto, sono state organizzate altrettante aree di attesa scoperte per la confluenza degli sfollati in procinto di entrare nelle tende. Altre cinque, ma coperte e con servizi di prima mensa e possibilità di essere attrezzate con brandi-ne, sono state individuate nel palasport e nelle palestre. La capienza complessiva è di 800 persone. Non è un caso che le aree d’emergenza con tendopoli, aree d’ammassamento con magazzini per derrate e servizi, siano state individuate in corrispondenza di impianti sportivi: le reti di acqua, luce e gas faciliteranno gli allestimenti. Come spiega Riziero Santi, responsabile del Servizio comunale di Protezione civile che ha trovato casa nel Centro “Jimmy Monaco”, accanto alla nuova sede della Polizia municipale: “Per elaborare il piano, la città è stata divisa a scacchiera, in aree delimitate dai principali assi viari e fluviali: ferrovia, Flaminia e A14, in senso orizzontale, rio Marano e rio Melo, in verticale”. La rete d’intervento, ela-borata in base alle ultime disposizioni governative del 2012, è supportata dai 62 iscritti all’associazione di Protezione civile “Arcione” che dispone di una cinquantina di volontari, specia-lizzati attraverso specifici percorsi formativi. “Per informare i residenti – abbiamo tenuto una serie d’incontri in tutti i quar-tieri. Diverse le lezioni anche nelle scuole. Per testare il piano, l’8 maggio si è svolta un’esercitazione che ha coinvolto l’intera

protezione civile

Calamità. Pronto il Piano emergenza

città, nonché Prefettura, Vigili del fuoco, Polizia municipale, Geat e aziende di servizio”. Come osserva il sindaco Massimo Pironi, infine “l’approvazione del Piano consentirà di ottene-re risorse regionali e nazionali per l’adeguamento al rischio sismico degli edifici pubblici e scolastici”. A Riccione, ricorda l’assessore al Bilancio Ilia Varo “resta da sistemare la scuola di viale Alghero. L’intervento, per via del Patto di stabilità, sarà effettuato in due trance nel 2013 e il 2014”. Già pronto il piano preliminare”. Previsti anche finanziamenti per mettere in sicurezza fabbricati privati che si trovano in aree o su vie d’accesso delle aree d’emergenza.

Nives Concolino

REDAZIONEDirettore responsabile: Carlo Andrea Barnabè • Capo redattore: Giuseppe Lo Magro • redazione: Nives Concolino, Maria Grazia Tosi • Collaboratori di questo numero: Dante Tosi (archivio), Emanuela Cicchetti, Isidoro Lanari, Lorenzo Scola, Daniele Montebelli, Rodolfo Francesconi, Roberto Betti, Edmo Vandi, Thomas Arcangeli • Foto: Foto Riccione • Pubblicità: Tel. 338 4304667• Grafica e impaginazione: Composet Riccione: 0541 606680 • Stampa: Litografia La.Ser. Coriano

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A due passi da Viale Ceccarini.Perché accontentarsi quando si può avere di più?

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La sera dello scorso Venerdì 19 Aprile , all’Auditorium “Mario Del Monaco” di Villorba, una cittadina alla periferia di Treviso, con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura, è stata data la rappresentazione teatrale “COME BRANCHI DI ZEBRE…GLI INTERNATI MILITARI ITALIANI TESTIMONI STRAORDINARI DELLA SHOAH”, ideato dalla ricercatrice storica dott.ssa Eri-ka Lorenzon e dall’etnomusicologa maestra Francesca Gallo. Alla manifestazione, presenziata dall’Assessore alla Cultura, signora Girardi Greta, ha partecipato un folto pubblico, così numeroso da seguire in piedi la rievocazione del drammati-co internamento dei soldati italiani, all’indomani dell’Armisti-zio. All’oscuro di quanto stava succedendo, privi di ordini, si sono visti circondati e disarmati dai nazisti. Nell’impossibilità di difendersi, sono stati deportati su vagoni merci, piombati all’esterno, con piccole finestre sbarrate da filo spinato, stipa-ti come bestie, senza cibo, acqua, senza la possibilità di sod-disfare decorosamente le normali necessità fisiologiche. Con viaggi interminabili sono stati portati nei “lager” al confine con la Russia poi, con l’avanzata dei Russi, in altri verso Occidente. Mio padre Augusto, ufficiale di complemento con il grado di Maggiore, fu catturato dai Tedeschi in Val Venosta, dove gli era stato assegnato, nel Sottosettore Passirio, il Comando del Gruppo Capisaldi Senales, col Comando operativo alla Stretta di Tell, sulla strada dello Stelvio, dove venne colto dalla notizia dell’Armistizio, senza aver ricevuto ordini dai silenti Comandi da cui dipendeva. Insieme ad altri deportati, la prima tappa di un lunghissimo viaggio fu Hohenstein, nella Prussia orientale. Fatti scendere, attraversarono la città a piedi: insultati, oltrag-giati, sputacchiati, irrisi da donne, bambini, uomini anziani. Entrati nello Stammlager, mio padre venne immatricolato IMI numero 410. IMI (Internati Militari Italiani) era l’identità attribu-ita loro da un accordo siglato da Mussolini e Hitler. Arrivati nei campi, agli Ufficiali fu chiesto prima di aderire alle SS italiane, poi alla Repubblica Sociale. Mio padre rifiutò, pur sentendosi dire dall’interprete: “Da dove vi manderanno non è tornato più nessuno”. Sul suo internamento scrisse un memoriale che ho inviato all’Archivio di Pieve Santo Stefano, da anni divenuta “la città del diario”. Ultimamente mi sono arrivate dall’Archi-vio due richieste di liberatoria per l’accesso al memoriale, da parte della dott.ssa Lorenzon, interessata per una conferenza sugli IMI, tenuta a Londra, e per la realizzazione di una rappre-sentazione teatrale. L’inaspettata notizia mi ha profondamente

Venerdì 19 aprile 2013 ore 20.30

Auditorium“Mario del Monaco”

piazza Europa – Catena di Villorba (TV)

INGRESSO LIBERO INFO:

COME BRANCHI DI ZEBRE…

GLI INTERNATI MILITARI ITALIANI

TESTIMONI STRAORDINARI DELLA SHOAH

Francesca

Gallo

Erika

Lorenzon

Un Riccionese testimone della Shoah

commossa per la sensibilità mostrata nei confronti degli IMI, la cui storia, le cui vicissitudini, non sono conosciute da tut-ti. Sono più di settecentocinquantamila quelli che, pur nella consapevolezza di marcire nei campi, hanno detto “NO”. Han-no deciso, con una scelta sofferta, di essere “prigionieri per la libertà”, con un olocausto di oltre cinquantamila per fame, freddo, malattie, lavoro forzato nei lager di disciplina dove, non avendo lo “status di prigionieri di guerra”, non erano tu-telati dalle Convenzioni di Ginevra. La dottoressa Lorenzon, dopo aver letto per tre anni oltre quattrocento memorie, de-positate all’Archivio di Pieve e all’Istresco (Istituto per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea della Marca trevigiana), ha ricostruito la storia della deportazione, dall’8 Settembre al Giugno 1949, selezionandone alcune, tra cui an-che quella di mio Padre. Erika ha realizzato con Francesca un eccellente mosaico storico, usando tasselli di memorie inedi-te che favoriscono la conoscenza di un evento tragico e com-plesso. La rappresentazione teatrale, delicata per l’argomento trattato, è di alto livello, ha superato le aspettative di tutti per rigore, sobrietà ed eleganza. Lo spettacolo, condotto dalla voce narrante di Erika, dalla musica e dai canti di Francesca, è stato bellissimo nella sua drammaticità. Per la sua valenza didattica, educativa, dovrebbe essere proposto alle Scuole e rappresentato nei vari teatri italiani. Presenta uno dei momenti più difficili della nostra storia unitaria, i cui protagonisti sono tanti uomini che con le loro azioni, il loro eroismo, hanno scelto la via del lager per testimoniare la loro fedeltà ai valori della li-bertà, dell’onore e della dignità. Ci hanno lasciato un patrimo-nio umano, a cui poter attingere per sentirci tutti appartenenti alla grande “Famiglia Italia”.

Emanuela Cicchetti

fatti di guerra

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1 seppia di media grandezza200 gr. di piselli150 gr. di quadrettini1 spicchio d’aglio, olio q.b.½ cucchiaio di conservaPrezzemolo tritato, sale e pepe.

“Cena de Brudèt” dedicata

a Valter AmatiMarzo scorso, via Ippolito Nievo, ristorante Al Pescato-re, ritrovo per palati fini nell’eleganza di uno dei locali tipici della Perla verde, con l’impeccabile servizio di Fausto e del suo staff, sulla tavola si sono avvicendati un gran “carosello” di molluschi (bdèc, purace, gran-cèle, lumaghine) un risotto alla maniera marinara e un brodetto di pesce in fiamminga da far leccare i baffi anche a chi non li aveva. Era la sesta edizione della

“Cena de brudèt”organizzata da Famija Arciunesa con lo scopo di aggregare nel segno della tradizione e del-la solidarietà. Commento finale: i partecipanti si sono distinti per aver spazzolato e “scarpettato” i piatti in ta-vola! Al commiato della buonanotte è stato ricordato l’ideatore della prima edizione della cena Valter Ama-ti, scomparso qualche anno fa. Giuseppe Lo Magro ha letto in dialetto una sua simpatica Zirudèla dopo aver-ne dato copia ad ogni commensale. L’applauso finale caloroso e prolungato ha dimostrato quanti l’affabilità di Walter sia nei cuori di tanti che l’hanno conosciuto.

1.500 euro al Centro 21dal Teatro dialettale

Fratelli di Taglia e Famija Arciunesa hanno unito le loro forze per organiz-zare l’ennesima Rassegna di commedie vernacolari denominata “In dialèt l’è mej”. L’edizione 2013 si è svolta in cinque serate, da fine febbraio a fine marzo, nella simpatica atmosfera del rinnovato Teatro del Mare, con lo scopo di devolvere l’utile in beneficenza privilegiando i ragazzi del Centro 21 che si stanno costruendo la loro sede (con mille difficoltà e tanta energia). Così il 22 aprile u.s. Giovanni Ferma e Giuseppe Lo Magro si sono recati presso la sede provvisoria al Centro di Quartiere Fontanel-le per la “cerimonia” della consegna dei 1.500 euro raccolti nelle mani della presidente Maria Cristina Codicè. Quattro chiacchiere in allegria; i ragazzi hanno raccontato il loro progetti in corso d’opera; i “teatranti” hanno promesso di continuare l’opera di sostegno, poi la foto di gruppo! Ma tanto resta ancora da fare per cui, se qualcuno desidera contribuire ad aumentare la gioia di questi ragazzi suggeriamo gli IBAN degli “Amici del Centro 21”:

La ricetta di mare Quadrettini in brodo con seppia e piselliMettere in un tegame olio e aglio. Lasciare rosolare. Unire la seppia tagliata in piccoli pezzi. Salare e pepare a proprio gusto. Insaporire per qualche minuto, unire la conserva. Mettere due litri d’acqua. Quasi a fine cottura (tempo in base al tipo di seppia) aggiungere i piselli. Completare la cottura.Poi aggiungere i quadrettini. Ultimato il tutto, a fuoco spento, spruzzate il prezzemolo tritato.

Da sin.: Daniele Dainelli dei Fratelli di Taglia, Teresio Spadoni di Famija Arciunesa, i ragazzi del Centro 21, la Presidente maria Cristina Codicè e Giovanni Ferma dei Fratelli di Taglia.

www.centro21rimini.org

www.amicidicentro21.altervista.org

CREDITO VALTELLINESE: IT 90 H 05216 24100 0000000 60221. BANCA DI RIMINI: IT 25 M 08970 24100 0000900 06491 - Intestati al Centro 21 Potete destinare il vostro 5 x 1000: codice fiscale 91103040407(i contributi versati sono deducibili). E-mail: [email protected].

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CURIO ITàsenzaetàdi Maria Grazia Tosi

Da ArTiCOli DA SPiAGGiA pubblicazione della Coop. Bagnini di Ric-cione, del 10 marzo 1994 sotto il titolo THE DAY AFTER si legge del giorno, l’8 giugno del ’64. Non propriamente un ar-ticolo… ma un avvincente racconto.

Una giornata tranquilla come tante. Nel pomeriggio qualche nuvola cominciò ad affacciarsi da dietro gli alberghi del lun-gomare, e in serata, verso le 19, ad un tratto il cielo si rabbuiò, l’atmosfera si fece cupa e pesante come se percepisse che qualcosa di nuovo doveva succede-re. Un colpo di vento fortissimo diede un assaggio di ciò che di lì a poco sareb-be accaduto. Poi il vento magicamente scomparve e il silenzio avvolse tutto di una calma irreale, tetra, per far posto ad un clima ovattato, finto, che sembrava calarsi da un altro pianeta. Furono mo-menti di trepida attesa, non poteva es-sere finito tutto con quel colpo di vento, il cielo restava terribilmente scuro e la notte calò improvvisamente, fuori orario. La sensazione di spavento si percepiva dai volti preoccupati dei vecchi bagnini, dagli animali che si agitavano nervosi, e perfino dagli oggetti i cui contorni, per il buio improvviso, diventavano inquietanti e spettrali. Ed ecco infine che gli elemen-ti cominciarono la loro danza crudele e, in un vortice di straordinaria rabbia, scatenarono tutta la loro forza e così… come a voler sfogare un’ira repressa, il mare sospinto da un vento inaudito co-minciò la sua cavalcata, cancellando in un attimo settimane di paziente e ordinato lavoro dei bagnini, che avevano sistema-to tende, ombrelloni e cabine, all’epoca di legno. Il giorno dopo, delle file ordi-nate non rimase che una vaga ed insigni-ficante traccia: tutti i legni giacevano lì, sulla sabbia, in un disordine angosciante. Dopo un primo momento di sconforto i bagnini si rimboccarono le maniche: e fu qui che cominciò una straordinaria gara di solidarietà da parte dei turisti, all’epo-ca quasi tutti tedeschi, che si fecero in quattro per aiutare la ricostruzione e per ridare in soli due giorni un assetto nor-male alla spiaggia… quasi fosse stato solo un brutto sogno.

RICCIONE DI UNA VOLTA…UNA VOLTA ANCORA

il GiOrNAle della riVierA1° maggio 1954

Nel pezzo “ESPRESSA DAL CONVE-GNO DI RICCIONE LA VOLONTà DI RINASCITA DELLA RIVIERA”, la nostra città divenne protagonista non solo quale forza in campo nel settore in que-stione, ma anche perché l’importantis-simo convegno si tenne proprio a Ric-cione, organizzato dal giornale assieme al Comitato turistico cittadino, presso il Savioli Spiaggia. Un’occasione di con-fronto per promuovere una proposta di legge che potesse risolvere i principali problemi di una riviera che stava met-tendosi in piedi dopo le difficoltà della guerra.Dalla relazione dell’ing. Guglielmo An-tinori, presidente del Comitato riccio-nese: “Un centro balneare che non si aggiorni in maniera adeguata e che non offra alla clientela tutte le comodità è destinato ad un rapido declino.Diamo un rapido sguardo ai problemi che attendono da anni una soluzione e la loro grandezza economica. La ripa-razione dei danni di guerra ammonta solamente nel nostro circondario a oltre 10 miliardi; le assegnazioni del provve-ditorato alle Opere Pubbliche si sono ormai stabilizzate sulla cifra di 50 milioni annui per Rimini e di poco più per Ric-cione e i restanti Comuni. E’ mai pos-sibile che occorra attendere più di un secolo per vedere rimarginate le ferite di guerra?! Il rifornimento idrico, poi, è un problema assillante.La maggioranza dei nostri centri balne-ari ha necessità di un potenziamento o di un rifacimento totale degli acquedot-ti comunali, perché non rispondono più alle esigenze di una clientela quadrupli-cata rispetto all’anteguerra.Rimini da sola ha bisogno di spendere un miliardo e mezzo, e un altro miliar-do è necessario per Riccione, Cattolica, Misano e Cesenatico. Il problema del-la sistemazione delle fognature non è meno grave: la legge 321 del ‘34 rende-va obbligatoria per tutti i centri balneari l’esistenza di una perfetta rete fognaria per lo smaltimento delle acque nere.

Ma nelle nostre località, a causa degli sviluppi edilizi paralleli al mare, con bat-tenti di spiaggia sottili e profondi e con pochissimi fiumi con deflusso di magra, la soluzione del problema è difficile e costosa: Riccione, Rimini e Cattolica do-vrebbero disporre della rilevante cifra di cinque miliardi e mezzo… ma la dif-fusione di una qualsiasi manifestazione infettiva imputabile a deficienze igieni-che allontanerebbe per anni l’afflusso dei turisti.L’edilizia popolare attende anch’essa una soluzione proporzionata alle cre-scenti necessità della nostra riviera: la sola città di Rimini ha ancora una defi-cienza di ben 46.000 vani rispetto alla situazione anteguerra.La viabilità è un altro grosso proble-ma: c’è bisogno di decongestionare il traffico delle grandi arterie, dentro l’abitato, creando opportune rotabili di circonvallazione. Per l’effettiva valoriz-zazione della riviera è urgente la crea-zione di una strada litoranea che allacci tutti i centri turistici da Cervia a Mon-dolfo Marotta. Molte nostre città sono compromesse dal diaframma costituito dalla linea ferroviaria che divide in due tronconi il paese, e occorre per questo costruire cavalcavia e sottovia carroz-zabili. Per la viabilità la previsione dei lavori urgenti del litorale romagnolo e marchigiano si possono valutare di oltre 3 miliardi. E infine le provvidenze, pre-viste dal DL del 1946, per incrementare lo sviluppo alberghiero, che sono state godute da pochissimi privilegiati e in misura inadeguata.E’ indispensabile evocare disposizioni più estese ed efficaci che donino un beneficio anche al piccolo albergatore che vuole migliorare qualità del servizio e attrezzatura. Ci vorrebbe almeno, per l’intero litorale romagnolo-marchigiano una disponibilità di 5 miliardi.Per agevolare il riassetto dei bilanci co-munali e delle aziende di soggiorno lo Stato dovrebbe stabilire un contributo annuo ad integrazione, proporzionato all’importanza del centro turistico, con-sentendo la concessione di mutui dalla Cassa Depositi e Prestiti”.

Curioso è sbirciare tra la stampa locale più remota che si riferisce alla nostra città, per scovarne così un po’ di storia. (Gli articoli sono originali, sottoposti ad una sintesi che non ne altera il senso).

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GIRA E PRILLA SARà T.R.C.1 2 3 4 5 6 7 8

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Piazzale della Stazione – Viale Diaz Viale delle Magnolie

Sottopasso Via Parini- Rotonda Flavio Gioia- Rio Melo Via Rimini sud

Sottopasso Viali Emilia-Verdi – Zona Via Portovenere sud

Casa cantoniera Ponte sul Rio Marano- Sottopasso Via Pirandello

Strade, parcheggi, magnolie,

RICCIONE CENTRO QUESTO E’ IL PERCORSO DELLA DEVASTAZIONE ANNUNCIATA

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Sottopasso Viale Ceccarini Viale dei Mille

Sottopasso Via Puccini Via Rimini nord

Sottopasso Via Cavalcanti Via Portovenere nord

Via Aosta Sottopasso Via Angeloni – Zona Le Conchiglie

TRAGEDIA ROVINA CITTA’

Strade, parcheggi, magnolie,

RICCIONE MARANOQUESTO E’ IL PERCORSO DELLA DEVASTAZIONE ANNUNCIATA

pini: tutto questo sparirà!

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IL 28 e 29 giugno organizziamo l’8ª edizionedel TROFEO

INTERNAZIONALE dei Gruppi Spettacolo

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Il Pattinaggio Artistico Riccione ha compiuto 30 anni. Nato nel 1982 sotto la guida del Presidente Floriano Betti, prosegue a tutt’oggi con Gigliola

Mattei. In questi 30 anni tanti atleti hanno imparato a pattinare e i risultati sono stati ottimi. Tutto ciò è stato possibile per la sensibilità e la

lungimiranza dell’Amministrazione Comunale di Riccione ch e ha dotato la città di impianti idonei allo sport delle rotelle, dando la possibilità

a tanti giovani di praticare questo bellissimo sport e nel progetto “Turismo e Sport “ si organizzano numerose iniziative nazionali e internazionali.

PATTINODROMO via carpi 15 e CENTRO SPORTIVO GIARDINI via Milano 2

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Lò - S’at carèz la mèna, cus t’fè?

Lia - A cèm la mi nona.

Lò - S’at dagh un bès, cus t’fè?

Lia - A cèm la mi nona.

Lò - Sa cmènz a tastè, cus t’fè?

Lia - A cèm la mi nona

Lò - E perchè t’cèm la nona?

Lia - Perchè la è sorda!

E lèt l’è e postpiò periculos de mènd.Ui mòr l’utènta per centdla gènta.

DIALETTO

E sghétle (il solletico)a cura di Giuseppe lo magro

Piccola rubrica di battute surreali, barzellette seminuove, fantasie oniriche, filosofia popolare.Da leggere in relax e magari “degnare” di un sorriso come quando si è sottilmente sollecitati

Quand t’dvènt vècprèima tat scord i nompò tat scord al facepò’ tat scord da ciud la bartavèlae tl’utme tat scord da arvila.

Quand a sera burdèl la mi Ma lam giva sempre“Magna e pès ch’l’ha e fosforo”.“ Isé a dvènt inteligènt?”“Na, mo la nota tfè la lòma!”

E tèmp ad guèra avemieuna luda ch’l’as tajèva se curtèl... e una fèma tremèndaUn dè ho vèrt la cardènzaper ciarchì un troch-le ‘d pène ho trov un sòrs che pignivasi guc-loun t’j’èc...un eva trov gnint da magnè!

(Rubata dall’archivio di Rodolfo Ciotti)

Un omaggio alla sua ironia.Quando gestiva il Ristorante del Gallo,sul fondo dei portacenere,da lui creati in inverno con le conchigliescriveva in bella calligrafia“Rubato al Ristorante del Gallo”.

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Il Giocaestate torna dal 10 di giugno per divertire e far socializzare i giovanissimi della città di Riccione. Che cos’è il Giocaestate? E’ un’attività polivalente per bambini e ragazzi dai 4 ai 13 anni. Lo scopo principale del progetto é proporre un insieme d’iniziative ludico motorie ed espressive, coinvolgendo i partecipanti con sport e laboratori, per valorizzare la creatività e vitalità attraverso proposte polivalenti e multidisciplinari (con tanto di festa del Giocaestate nel mese di luglio). E’ il parco attorno allo Stadio del Nuoto lo spazio nel quale si muovono i ragazzi durante lo svolgimento delle attività. Il “Villaggio” comprende, oltre a tutto il parco dello Stadio del Nuoto di

Riccione con zone d’ombra attrezzate, anche le piscine con spogliatoi, piscine più piccole in relazione alle età dei bambini, campi da green volley e green tennis, campi da basket, docce e servizi, struttura polivalente per attività al coperto.Per avere informazioni sui prezzi, sull’esatto periodo di svolgimento e su tutto quanto possa essere utile, ci si deve rivolgere allo Stadio del Nuoto (tel. 0541 644410), oppure alla segreteria della Polisportiva (tel. 0541 643559).

(nelle foto: momenti della festa del Giocaestate 2012)

Dal 10 giugno

Torna il Giocaestate

La pista di pattinaggio Giardini Montanari in viale Milano, a due passi da viale Ceccarini, è una delle strutture estive che la Polisportiva Comunale e il Pattinaggio Artistico Riccione mettono a disposizione di riccionesi e turisti. Si tratta di una “piastra”, all’aperto, di 20x40 metri in cemento e quarzo. E’ dotata d’illuminazione e tribune. Chi

vuole farsi del bene praticando un po’ di sport, magari dopo una giornata di sole, può trascorrere lì un po’ del suo tempo libero. Naturalmente, alla pista si trovano anche istruttori qualificati. Così, chi vuole imparare o perfezionarsi può farlo in tutta sicurezza. Anche per quel che riguarda il Roller Free-Style, così divertente e in voga fra i giovanissimi.

La pista è aperta dal primo giugno al 15 settembre dalle 17 alle 24, ininterrottamente. Per maggiori informazioni si può telefonare al 3397658575 (Gigliola).

Nella foto: La pista Giardini Montanari

Dal 1° giugno

Riapre la pistadi pattinaggio“Giardini Montanari”

Il Calcetto Marano (in viale D’Annunzio 138 nella zona del Marano) è una delle strutture più belle della Polisportiva. Aperto tutto l’anno con quattro campi da calcio in sintetico di ultima generazione (uno polivalente anche per il tennis), vive la sua stagione di gloria dalla fine di marzo fino a ottobre, quando l’aria si addolcisce e chi vuole giocare assieme agli amici, trova un ambiente confortevole, dotato anche di bar e spogliatoi, cosa che rende piacevole la disputa di una partita o di un torneo.

Sono tanti i turisti e i riccionesi che al Calcetto Marano hanno trovato modo di divertirsi in un ambiente confortevole, sulla spiaggia, a due passi dal mare.Dal settembre dell’anno scorso, poi, il Calcetto Marano ospita anche la Scuola Calcio della Polisportiva (www.scuolacalcioriccione.com) aperta ai bambini nati fra il 2001 e il 2007. I piccoli riccionesi appassionati di calcio (che in inverno si sono allenati anche al coperto nel Play Hall), hanno trovato l’ambiente fisico e psicologico giusto per giocare

e per formarsi caratterialmente grazie al lavoro dello staff tecnico guidato da Salvatore Micale.Per avere info su orari, prenotazioni e costi della struttura, si può telefonare al 333.2951719.

(nella foto: piccoli atleti della Scuola Calcio della Polisportiva)

E’ estate…

“Ho voglia di Calcetto Marano”

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Venerdì 28 e sabato 29 giugno, alla pista Giardini Montanari di viale Milano, si tiene l’ottava edizione dell’International Skate Team Trophy, la competizione internazionale per gruppi di pattinaggio organizzata dal Pattinaggio Artistico Riccione con il patrocinio del Comune. Si esibiscono gruppi spettacolo e gruppi di pattinaggio sincronizzato. Le categorie partecipanti sono nove e vanno dai Quartetti ai Piccoli Gruppi, fino ai Grandi Gruppi e alle categorie Precision e Sincro. L’anno scorso parteciparono circa 600 atleti per una settantina di formazioni in gara provenienti, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna. Quest’anno è previsto l’arrivo nella Perla Verde anche di atleti dalla Francia, dall’Estonia e, probabilmente, dalla Slovenia.Il programma inizia nel pomeriggio del 28 giugno con le prove in pista (alle 20

la cerimonia di apertura con le autorità cittadine). In precedenza, la sfilata degli atleti lungo il viale Ceccarini fino alla pista. Una bella occasione per turisti e riccionesi per vedere un grande spettacolo d’arte e di sport.

Nelle foto: alcune immagini delle precedenti edizioni dell’International Skate Team Trophy

28 e 29 giugno

Ottava edizione dell’InternationalSkate Team Trophy

Con l’arrivo della stagione calda, lo Stadio del Nuoto apre la piscina esterna al pubblico. Dal 3 giugno, subito dopo la conclusione del trofeo Nicoletti di nuoto, sarà possibile nuotare all’aperto tutti i giorni fino al 15 settembre. Questi gli orari: dalle 10 alle 20 nei mesi di giugno e luglio; dalle 10 alle 19 nel mese di agosto e fino al 15 settembre. E per rinfrescarsi e ristorarsi dopo un bagno di sole o una bella nuotata, tutti all’AquaBlu, il bar esterno dello Stadio del Nuoto, proprio sul prato di fianco alla piscina. AquaBlu ti aspetta con tante sfiziose e dissetanti sorprese.

(nelle foto: la piscina e una suggestiva immagine dei trampolini esterni)

Stadio del Nuoto

Nuovi orari estivi dal 3 giugno

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Il Giocaestate torna dal 10 di giugno per divertire e far socializzare i giovanissimi della città di Riccione. Che cos’è il Giocaestate? E’ un’attività polivalente per bambini e ragazzi dai 4 ai 13 anni. Lo scopo principale del progetto é proporre un insieme d’iniziative ludico motorie ed espressive, coinvolgendo i partecipanti con sport e laboratori, per valorizzare la creatività e vitalità attraverso proposte polivalenti e multidisciplinari (con tanto di festa del Giocaestate nel mese di luglio). E’ il parco attorno allo Stadio del Nuoto lo spazio nel quale si muovono i ragazzi durante lo svolgimento delle attività. Il “Villaggio” comprende, oltre a tutto il parco dello Stadio del Nuoto di

Riccione con zone d’ombra attrezzate, anche le piscine con spogliatoi, piscine più piccole in relazione alle età dei bambini, campi da green volley e green tennis, campi da basket, docce e servizi, struttura polivalente per attività al coperto.Per avere informazioni sui prezzi, sull’esatto periodo di svolgimento e su tutto quanto possa essere utile, ci si deve rivolgere allo Stadio del Nuoto (tel. 0541 644410), oppure alla segreteria della Polisportiva (tel. 0541 643559).

(nelle foto: momenti della festa del Giocaestate 2012)

Dal 10 giugno

Torna il Giocaestate

La pista di pattinaggio Giardini Montanari in viale Milano, a due passi da viale Ceccarini, è una delle strutture estive che la Polisportiva Comunale e il Pattinaggio Artistico Riccione mettono a disposizione di riccionesi e turisti. Si tratta di una “piastra”, all’aperto, di 20x40 metri in cemento e quarzo. E’ dotata d’illuminazione e tribune. Chi

vuole farsi del bene praticando un po’ di sport, magari dopo una giornata di sole, può trascorrere lì un po’ del suo tempo libero. Naturalmente, alla pista si trovano anche istruttori qualificati. Così, chi vuole imparare o perfezionarsi può farlo in tutta sicurezza. Anche per quel che riguarda il Roller Free-Style, così divertente e in voga fra i giovanissimi.

La pista è aperta dal primo giugno al 15 settembre dalle 17 alle 24, ininterrottamente. Per maggiori informazioni si può telefonare al 3397658575 (Gigliola).

Nella foto: La pista Giardini Montanari

Dal 1° giugno

Riapre la pistadi pattinaggio“Giardini Montanari”

Il Calcetto Marano (in viale D’Annunzio 138 nella zona del Marano) è una delle strutture più belle della Polisportiva. Aperto tutto l’anno con quattro campi da calcio in sintetico di ultima generazione (uno polivalente anche per il tennis), vive la sua stagione di gloria dalla fine di marzo fino a ottobre, quando l’aria si addolcisce e chi vuole giocare assieme agli amici, trova un ambiente confortevole, dotato anche di bar e spogliatoi, cosa che rende piacevole la disputa di una partita o di un torneo.

Sono tanti i turisti e i riccionesi che al Calcetto Marano hanno trovato modo di divertirsi in un ambiente confortevole, sulla spiaggia, a due passi dal mare.Dal settembre dell’anno scorso, poi, il Calcetto Marano ospita anche la Scuola Calcio della Polisportiva (www.scuolacalcioriccione.com) aperta ai bambini nati fra il 2001 e il 2007. I piccoli riccionesi appassionati di calcio (che in inverno si sono allenati anche al coperto nel Play Hall), hanno trovato l’ambiente fisico e psicologico giusto per giocare

e per formarsi caratterialmente grazie al lavoro dello staff tecnico guidato da Salvatore Micale.Per avere info su orari, prenotazioni e costi della struttura, si può telefonare al 333.2951719.

(nella foto: piccoli atleti della Scuola Calcio della Polisportiva)

E’ estate…

“Ho voglia di Calcetto Marano”

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www.polcomriccione.com

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Venerdì 28 e sabato 29 giugno, alla pista Giardini Montanari di viale Milano, si tiene l’ottava edizione dell’International Skate Team Trophy, la competizione internazionale per gruppi di pattinaggio organizzata dal Pattinaggio Artistico Riccione con il patrocinio del Comune. Si esibiscono gruppi spettacolo e gruppi di pattinaggio sincronizzato. Le categorie partecipanti sono nove e vanno dai Quartetti ai Piccoli Gruppi, fino ai Grandi Gruppi e alle categorie Precision e Sincro. L’anno scorso parteciparono circa 600 atleti per una settantina di formazioni in gara provenienti, oltre che dall’Italia, anche dalla Spagna. Quest’anno è previsto l’arrivo nella Perla Verde anche di atleti dalla Francia, dall’Estonia e, probabilmente, dalla Slovenia.Il programma inizia nel pomeriggio del 28 giugno con le prove in pista (alle 20

la cerimonia di apertura con le autorità cittadine). In precedenza, la sfilata degli atleti lungo il viale Ceccarini fino alla pista. Una bella occasione per turisti e riccionesi per vedere un grande spettacolo d’arte e di sport.

Nelle foto: alcune immagini delle precedenti edizioni dell’International Skate Team Trophy

28 e 29 giugno

Ottava edizione dell’InternationalSkate Team Trophy

Con l’arrivo della stagione calda, lo Stadio del Nuoto apre la piscina esterna al pubblico. Dal 3 giugno, subito dopo la conclusione del trofeo Nicoletti di nuoto, sarà possibile nuotare all’aperto tutti i giorni fino al 15 settembre. Questi gli orari: dalle 10 alle 20 nei mesi di giugno e luglio; dalle 10 alle 19 nel mese di agosto e fino al 15 settembre. E per rinfrescarsi e ristorarsi dopo un bagno di sole o una bella nuotata, tutti all’AquaBlu, il bar esterno dello Stadio del Nuoto, proprio sul prato di fianco alla piscina. AquaBlu ti aspetta con tante sfiziose e dissetanti sorprese.

(nelle foto: la piscina e una suggestiva immagine dei trampolini esterni)

Stadio del Nuoto

Nuovi orari estivi dal 3 giugno

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L’uomo del coloreIl pittore Giuseppe RubertoEsegue: decorazioni interne ed esterne.murales, quadri per camere. Anche con soggetti indicati dal cliente

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Innovazione apprendimento lavoro

lo IAL (Scuola Alberghiera e di ristorazione), in viale Tori-no, chiuso l’anno scolastico per l’estate aprirà un Centro ricreativo diurno per bambini tra i sei e gli undici anni. La singolare iniziativa parte dallo stesso istituto che, in tem-po di crisi, ha pensato bene di autofinanziarsi, sfruttando l’arenile che ha in concessione con l’ex colonia Postele-

grafonici (sede dello IAL) e parte del personale scolastico, a partire dallo chef che si occuperà dei menù. Come anticipa la preside Daniela Casadei “i ragazzini, dalle 7,30/8 fino alle 16/16,30, per 14 settimane, ossia dal 10 giugno al 14 settembre, alterneranno la vita balneare ad attività ludiche e culturali, non senza tralasciare i com-piti. A seguirli saranno educatori, esperti e, in spiaggia, anche il bagni-no di salvataggio. I genitori potranno scegliere se iscrivere i figli per tutta l’estate o per una, due o più settima-ne, secondo le esigenze della famiglia e gli impegni di lavoro”. Per il resto la fantasia farà la sua parte: “Ogni set-timana – spiega la Casadei, preside e dietista - sarà caratterizzata da un laboratorio: come “In cucina con gu-sto” a cura dello chef della scuola, “Raccontiamo l’inglese”, “Ci sporchiamo le mani con la ceramica” e “Conosciamo i nostri amici animali” con la guida di un veterinario. E’ nostra intenzione offrire uno spazio dove giocare, incontrarsi, creare, imparare, fare i compiti e trovare un sano divertimento e un luogo d’incontro con attività che favori-scano la creatività, lo sviluppo fisico e psichico del bambino, ma anche l’educazione al rispetto delle regole di convivenza civile”. La dirigente spiega che di fatto c’era l’inten-zione di usare l’Arenile in concessione, come stabilimento balneare, ma il cambio d’uso temporaneo dell’edificio, da colonia a scuola, non ha incluso la spiaggia per cui, almeno per quest’estate, il progetto resta fermo. Ma l’entusiasmo è tanto anche per il centro ricreativo che consentirà alla scuola di autofinanziarsi. Cosa non da poco, se si considera che “lo IAL – come sottolinea la preside - non ha sostegni pubblici, se non quelli regio-nali per i corsi scolastici”. Oltretutto lo IAL di recente ha ristrutturato a sue spese parte dell’ex colonia, non senza fare debiti, per cui serve danaro. L’investimento è stato fatto anche perché la scuola ha stipulato un contratto d’affitto pluriennale con l’Inail che ha concesso pure l’uso della spiaggia. Un accordo che ha scongiurato il trasferimento dei 130 studenti e una sessantina di allievi adulti nel plesso di Rimini.

Nives Concolino

IAL: d’inverno scuola, d’estate centro ricreativo per bambini

COme uNA POeSiA

il nostro amore è come una poesiapiù invecchia più è bella.

mi avvolge la primavera,nel nostro giardino ci sono le viole,ma senza te non hanno profumo.

il nostro amore è come una poesiapiù invecchia più è bella,

Sono come tante primavere,ma senza te non hanno profumo.

APrile

Aprile dolce e gentilel’aria tiepida,i fiori si aprono al sole.

e’ primaveratutto si rinnova,si colora d’immenso.

Sussurra il ventotra i miei capelli,mi da un senso di libertà.

Amore tu non ci sei più,io sò cos’è un grande amore.e’ come una nuova primavera.

L’angolodella poesia

di GiuseppinaCialotti

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amici che se ne vanno

Un giornalista ha scritto pochissimi giorni fa un ricordo di Riccardo così rappresen-tandolo: “Avulso dalla città. Affascinan-te, figura ferrea, antica”. Non vi sono ag-gettivi più appropriati per descriverlo, lui che, come me, assieme a molti altri della nostra età eravamo migrati da Riccione, divenuta, negli anni del dopo guerra, troppo “piccola” per noi. Roma, Milano, Ferrara, Germania, Belgio, Ras Tanura, l’Italia del nord, l’Europa, financo l’Ara-bia Saudita sono state le nostre mete. In quegli anni, abbiamo cambiato amici, in-teressi, ci siamo lasciati, e i nostri ricordi del periodo riccionese si concentravano, quando riandavamo a quei tempi, sulle lunghe passeggiate notturne parlando del nostro futuro, sulle affinità, sulle ge-losie e sulle invidie (Riccardo era il più attraente e colmo quindi di attenzioni

femminili). Poi, per anni più nulla! Aveva-mo notizie indirette della vita di ciascuno di noi, io, dei suoi primi esordi con la zia Pina, poi via via delle sue interpretazioni, ma nessuna frequentazione. Dopo tanti, tantissimi anni venni avvertito del suoi debutti al Piccolo di Milano e lo scoprii un vero attore nel Faust, poi in Ipazia,

Riccardo Mantani: grande uomo, grande attore

riccardo mantani premiato da Famija Arciunesa quale cittadino meritevole all’88° compleanno di riccione al Parco Oltremare nell’ottobre 2010. Da sin. Dott. Giovanni Olivieri (vice-pres. F.A.), il presentatore edmo Vandi e riccardo mantani.

nell’Avaro, nell’Anima buona di Sezuan. Andai a trovarlo in camerino al termine di una prima, ma ci lasciammo presto per-chè io avevo già cenato prima dello spet-tacolo mentre lui invece lo faceva, come tutti gli attori, dopo e poi doveva tornare con un taxi notturno nella pensione che lo alloggiava alla periferia della città. Ci ritrovammo circa dieci anni fa a Riccione e iniziammo a frequentarci, a capirci, a scambiarci informazioni sui libri da leg-gere, a cenare, anche se raramente, as-sieme (il vino però lo poteva bere solo a sera inoltrata, al termine del nostro ipo-tetico “spettacolo”). Certamente avulso dalla città, conosciuto da pochissimi, concentrato sulle sue grandi passioni, la lettura dei grandi autori teatrali e lette-

rari e lo sport. Ogni tanto una telefona-ta, un incontro. Sempre riservato, quasi schivo, mai maldicente, veramente una figura “antica”.La medesima impressione ha fatto anche al giornalista già citato che ha così intitolato dopo due giorni un altro suo pezzo: “Mantani. Non l’ho conosciu-to; mi è caro più di molti conoscenti”. E’ quell’aggettivo, quel “caro” che mi ha molto colpito, perchè mi ha richiamato subito le carezze che ci siamo fatti, io con la mia mano sulla sua guancia ruvida, lui solo con gli occhi rivolti verso di me, du-rante una mia brevissima visita in ospe-dale. Caro, carissimo Riccardo, che ti di-scioglierai come un fiocco di neve al sole!

Rodolfo Francesconi

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amici che se ne vanno

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Era una delle donne più stimate della Croce Rossa di Riccione. Franca Sca-taggia Frisotti (75 anni) è scomparsa lo scorso 2 marzo dopo aver combattuto contro il male che l’affliggeva da tempo. Tenace e battagliera, dal 2001 al 2005 la volontaria era stata presidente del Comi-tato Femminile della locale Croce Rossa, dove aveva poi militato come consigliera. Ma la Scataggia, che ha lasciato due fi-gli, Nuccio e Tony, in città era conosciuta anche per altri motivi. Per diversi anni, infatti, ha gestito un negozio nella Gal-leria Viscardi di viale Ceccarini. Ma il suo ricordo resta legato soprattutto all’impe-gno sociale. Vanno in questa direzione le parole del presidente della Cri Antonio Manzo che dice: “Franca era una donna concreta, autoritaria, con tanta voglia di lavorare nel pieno rispetto dei principi e dei valori della Croce Rossa. Il suo è stato un periodo felice e produttivo”. Pensiero condiviso dalla professoressa e volontaria Daniela Berlini, che aggiunge: “Per i bi-sognosi Franca ha dedicato tanto tempo. Era stata lei a voler fondare il comitato femminile. Si faceva spesso promotrice di eventi per raccogliere fondi che servi-vano a sostenere i poveri. La Scataggia organizzava anche cene sociali, “rustide” e vendite di bonsai. Con la mediazione dell’ispettrice Fernanda Renzi, aveva por-tato a Riccione il concerto della fanfara dei carabinieri. Noi eravamo sempre felici di aiutarla”. Il presidente Giorgio Migna-ni, del Consorzio d’area i viale Ceccarini, ricorda: “Quando ci chiedeva dei contri-buti per le lotterie, noi eravamo ben di-sposti a collaborare”.

Nives Concolino

Ha tanto amato la sua professione da far-ne un’autentica missione, sempre lontano dai riflettori, ma vicino ai sofferenti e ai bisognosi. Stile di vita che gli ha procu-rato notorietà e stima, come le radici del suo casato: quelle dei Ceccarini. Giancar-lo Salvatori (88 anni), medico di base, se n’è andato per sempre lo scorso 7 aprile, lasciando un incolmabile vuoto tra quanti l’hanno conosciuto. Una perdita per tutta la città non solo per il suo impegno socia-le, ma anche per la sua memoria storica. Ancora in ottima forma, il noto medico di base aveva portato in pubblico il suo ultimo contributo con piccole, ma signifi-cative “pillole” di storia, lo scorso 11 ot-tobre per l’inaugurazione della statua di Maria Boorman Wheeler Ceccarini. Nato a Roma il 26 aprile 1924 da Marianna Ceccarini e Guglielmo Salvatori, anche lui medico come i fratelli Adolfo e Luciano, il noto camice bianco era l’ultimo proni-pote di Vincenzo Ceccarini, che ha dato il nome al piazzale del Palazzo del Turismo. Suo fratello Giovanni Ceccarini (medico al quale è dedicato l’ospedale di Riccione) era il marito della grande benefattrice Maria Boorman Wheeler, tuttora ricor-

Salvatori, ultimo pronipote di Vincenzo Ceccarini

data dal celebre viale. Il dottor Giancarlo si era trasferito a Riccione nel 1963, nel-la villa di Viale Orazio (sorta su una vigna di uva fragola), dopo aver lavorato negli ospedali “Forlanini” di Roma e al pneu-mologico “Achille De Giovanni” di Sacca Sessola (l’isola delle Rose) a Venezia. A Riccione è sempre stato medico di base e primo medico del Tennis Club, ma ha la-vorato anche come pneumologo in diversi dispensari della zona. Innamorato del la-voro e della famiglia, soprattutto della moglie Rossana e del figlio Enrico che con la sua consorte Francesca e la piccola Maria Vittoria, gli sono stati accanto fino all’ultimo respiro, è vissuto con modestia e discrezione. Schivo della vita mondana, ha dedicato la sua vita alla gente, rendendosi disponibile 24 ore su 24. Come ricordano in tanti, Salvatori era sempre pronto a cor-rere con il suo borsone da chiunque stesse male. Anche quando con la moglie Rossa-na si concedeva un po’ di relax al Cinema Turismo. E non si limitava a visitare e a or-dinare terapie. Spesso s’intratteneva con i pazienti per portare conforto e aiuto psi-cologico. Diversi decenni fa, determinante è stato il suo intervento per scongiurare la drammatica fine di una donna che, ol-tre a lanciare oggetti dall’alto, minaccia-va di buttarsi nel vuoto. Alla base della sua missione c’era sempre l’aiuto verso il prossimo. Salvatori era ogni giorno pronto a offrire il suo sostegno umano con pro-fessionalità e a superare tutte le difficoltà della vita con entusiasmo e dignità”. Già rotariano, il noto medico è andato in pen-sione alla fine degli anni Ottanta. Nono-stante l’età e la decisione di non prestare servizio in altri studi, ha continuato ad ag-giornarsi, studiando. Ogni sua attenzione era rivolta alla nipotina Maria Vittoria. Per il resto dedicava il tempo ai suoi hobby: fiori, musica e orologi a pendolo, ma sem-pre accanto alla sua Rossana con la quale ha condiviso 59 anni di matrimonio e quat-tro di fidanzamento.

Nives Concolino

Ciao Franca, tenace

crocerossina

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Riscaldamento e condizionamento:Sicurezza, prevenzione e risparmioa cura di michelotti roberto

ACQUA KM 0! Ecco come:In questo articolo parleremo della microfiltrazione dell'acqua, un bene prima-rio per il nostro organismo. Risulta sempre più comodo ed ecologico trattare l'acqua del rubinetto e renderla “potabile” anche se in realtà, nella nostra zona, lo sarebbe già. In effetti viene trattata a monte ma le tubazioni spesso molto vecchie ed altri fattoli fanno si che quando arriva al punto di prelievo necessiti di un ulteriore trattamento per far sì che perda le impurità, gli odori, i sapori, i batteri accumulati nel tragitto e che risulti gradevole mantenendo le proprietà utili al fabbisogno del nostro organismo. Diversi sono i metodi per trattare l'acqua ma sono efficaci per alcune appli-cazioni e incomplete per altre. Dal 1965 ad oggi sono state inventate 500.00 nuove sostanze chimiche. E’ quindi frequente trovare tracce di sostanze nocive nell’acqua potabile. Il cloro in eccesso favorisce la formazione di composti cancerogeni, ed è considerato causa di malattie cardiovascolari. La bollitura uccide i germi, tuttavia l’acqua bollita è un “acqua morta” priva povera di ossi-geno, e minerali. Inoltre favorisce lo sviluppo dei THM, trialometani sostanze potenzialmente cancerogene.

Il mercato offre diversi tipi di filtri per risolvere questi problemi:Filtri a carbone: trai più diffusi. Generalmente sono poco costosi, ma non rimuovono in modo definitivo ne batteri patogeni, ne virus, ne sostanze chimiche, ne metalli pesanti quali piombo, mercurio, ed arsenico.Questi filtri possono favorire la proliferazione di batteri al loro interno, per poi rilasciarli nella vostra acqua quando meno ve lo aspettate. Pertanto può essere più dannoso usarli, che non usarli.I filtri UV: non sono efficaci contro virus, cloro, metalli pesanti, erbicidi, pesticidi.La distillazione: toglie all’acqua le sue caratteristiche, diventa insipida, e può ancora contenere cloro ed altre sostanze chimiche .Inoltre rimuove i Sali minerali, ed oligoelementi essenziali per la salute.

L’osmosi inversa: in generale svolge una buona azione filtrante, ma tende a fornire prestazioni discontinue. Rimuove alcune impurità, ma non è affida-bile contro batteri, virus, e gas disciolti come il cloro. Spesso necessita di energia elettrica, e spreca una buona parte dell’acqua trattata.

Comunque ognuno di questi trattamenti è utile per alcune applicazioni ma non è completo. L’acqua filtrata sembra trasparente e pura, ma di fatto po-trebbe non esserlo.Allora come possiamo ottenere acqua veramente pura? La risposta è l’acqua purificata, non solo filtrata, erogata dall’unico vero pu-rificatore dell’acqua al mondo: il SEAGULL IV.Il purificatore Seagull IV opera sinergicamente in 4 modi per purificare l’acqua:1. La Microfiltrazione trattiene particelle ed organismi con dimensioni infe-riori a 0,4 micron presenti nell’acqua. Quindi trattiene tutti i batteri patogeni, e le sostanze nocive alla salute2. L’ Azione battericida mantiene o batteri in un ambiente letale per assenza di sostanze nutritizie. Quindi muoiono, e non avviene nessuna proliferazione notturna di batteri (come ad esempio nei filtri a carboni attivi).3. La Matrice assorbente con cariche positive e negative, aiuta la rimozione di particelle nocive ancora più piccole di quelle trattenute.4. La rimozione per assorbimento elimina numerose sostanze chimiche quali cloro, erbicidi, pesticidi, benzine ed oli detergenti , tracce di ferro, ed idro-geno solforato.In ultima analisi si ottiene un’acqua filtrata e purificata al 100%, priva di qualsiasi odore e colore sgradevole, che mantiene tutte le sostanze utili alla salute dell’uomo e con interventi di installazione minimi.Per maggiori informazioni vi consigliamo di contattare i nostri uffici allo 0541/602044 oppure inviare una e-mail.

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iNFOrmAziONi:Nuova sede Sportello Donnapresso CPO al piano seminterratodel Comune di riccione.il legale riceveil martedì dalle 15.30alle 18.00. Tel. 0541 608317

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PARI... O DISPARI?A cura di Maria Grazia Tosi, con Cosima Avantaggiato, Cinzia Bernardini, Ulrike Bonfini, Livia Agnese Bordoni, Sara Bordoni, Manuela Fabbri,Catia Loprete, Alessandra Marinozzi, Maurizia Petrucci, Annalisa Sanchi, Assunta Sorvino, Emanuela Tonini, Anna Maria Viviano

uNA GiOrNATA Di lAVOrOPer il lAVOrOIl Career Day che la nostra Commissio-ne ha proposto quest’anno in occasio-ne della Giornata internazionale della donna ha ottenuto un ottimo riscontro, forse maggiore del previsto. Anche se normalmente un evento di questo tipo è organizzato dalle università e quindi si rivolge ai laureandi e laureati, in occasio-ne dell’8 marzo come Commissione che particolarmente di diritti di genere si oc-cupa, abbiamo scelto di dare un preciso taglio a questa iniziativa che per il nostro territorio risulta inedita. E’ stato così un Career Day mirato a sostenere le donne, quelle che cercano il primo lavoro, che sono in cassa disoccupazione o mobilità e anche quelle che per motivi familiari si sono dovute dedicare ad altro e per que-sto ritenute ‘fuori corso’. Ma l’obiettivo non è stato o non è solo stato quello di far trovare un’idonea occupazione, ma anche consegnare loro strumenti utili per capire meglio come intercettare le aziende, come adeguarsi alle esigenze del mercato, come valutare la possibili-tà di creare una propria professione, ma anche semplicemente come redigere un curriculum.

PArTeCiPAziONe e CONDiViSiONeDomenica 9 marzo dalle ore 10.00 alle 18.00 la sala al primo piano del Palazzo del Turismo ha visto un via vai di don-ne di tutte le età e non solo italiane. Fa-cendo un approssimativo bilancio hanno partecipato alla giornata più di 350; sono stati effettuati più di 180 colloqui, hanno seguito i diversi momenti di formazione circa 200 di loro, sono state ascoltate le testimonianze di donne ‘che ce l’anno fatta’ da più 140. Tante sono state le as-sociazioni di categoria e quelle che con il mondo del lavoro sono a stretto con-tatto, ed è chiaro che un obiettivo così importante si è potuto raggiungere gra-zie alle loro preziose interazioni, che non solo sono consistite nel mettersi a dispo-sizione per tutta la giornata, ma anche nell’indicarci i migliori esperti per l’area formazione, elemento fondamentale del Career Day. Erano presenti l’Associazio-ne Albergatori, il Centro per l’Impiego,

OPPORTUNITY un evento ‘laborioso’

la Cna di Riccione e Rimini, il Cescot, il CDS, la Confartigianato, la Confcommer-cio, la Confesercenti, l’Obiettivo Lavoro. E poi il Gruppo Hera, che assieme alla Banca di Rimini hanno elargito un soste-gno economico al progetto, la Geat che ha provveduto all’addobbo floreale, e l’Anmil che ha prestato le sue belle im-magini sul lavoro delle donne proiettate per l’intera giornata; senza dimenticare l’apporto creativo dello Studio Monaco di Rimini che ci ha regalato un’elabora-zione grafica e comunicativa di alta qua-lità. Più di una decina le aziende che si sono prestate a partecipare nel loro desk ed incontrare tutte quelle donne che vo-levano improntare un colloquio di lavoro: Aikom Technology srl, Conad, Eurocom Innovazione, Eurocom Telecomunicazio-ni, Hotel Belvedere, Hotel Polo, Leardini Group, Legacoop, ManauraVitacafè, Neri Group (H. Augustus -Aldebaran -Cari-gnano), Ristobar Spiaggia Rimini, Serra Sicomoro,Teddy, Ubisol. La postazione poi dedicata al progetto Tegesmutter ha illustrato il ruolo di ‘mamme di giorno’ quale moderna opportunità di lavoro.

mOmeNTi Per CreSCereSignificativi momenti di formazione/in-formazione si sono avvicendati nel corso della giornata: sono iniziati con la spiega-zione dei Club di prodotto, riguardanti fette di mercato turistico che si riferisco-no ad una precisa categoria di persone (family, bike…), da parte di Alberto Gnoli della Top Team, di fronte ad una entusia-sta e curiosa platea di allievi dell’Istituto Savioli. Per passare alla relazione sulla professionalità necessaria anche per fare le camere degli hotel, approfondita dalla signora Cianfanelli e Pelliccioni per Te-amwork. Elisa Migliarini, per la Cescot, ha insegnato come redigere un curriculum da ‘non cestinare’, e Gabriele Frisoni per Buon Lavoro CNA come ci si presenta ad un colloquio, momento determinante per la possibilità di acquisire un posto. Per il Centro per l’Impiego di Rimini Jean Chri-stophe Pirini ha illustrato le opportunità offerte dalla Comunità Europea e Teren-zio Traisci ha relazionalo sull’importan-za del ruolo dei social network rispetto all’inserimento nel mercato del lavoro.

iO Ce l’hO FATTA!Sono state di grande interesse e soprat-tutto stimolo le testimonianze di donne che grazie alla loro perseveranza, creati-vità ed ingegno sono riuscite a ritagliarsi un ruolo rilevante nel campo lavorati-vo, valorizzando anche il proprio essere donne: dall’esperienza sartoriale della signora Borkovic originaria della Bosnia-Erzegovina che arrivando a Riccione in poco tempo ha improntato una linea sartoriale, alla capacità manageriale di Sabrina Vescovi che ha raccontato la sua esperienza di donna nello sviluppo delle tre aziende per le quali lavora, ribaden-do l’importanza che queste mettano a disposizione delle proprie dipendenti dei servizi che permettano una migliore conciliazione dei tempi; dalla verve di Marina Pasquini, temeraria albergatrice che ha spiegato quanto sia importante creare progetti che ‘svecchino’ l’impren-ditoria alberghiera, alla professionalità di Michela Ronci, responsabile Hera che ha spiegato l’esperienza del Divertity Management, fondata sul concetto che l’ascolto e il coinvolgimento siano uno strumento di primaria importanza per gestire l’azienda.

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STAR BENE

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Esperienza, Competenza e Professionalità

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Il coro riccionese nel mese di aprile ha partecipato al 5° Concorso Internazionale Giovani Musicisti “Città di Treviso” nella categoria Voci Bianche. È arrivato così un ennesimo riconoscimento ai nostri giova-ni coristi. La commissione, costituita da direttori d’orchestra e di coro, oltre che da cantanti, ha deciso di assegnare al

Continua ad inanellare successi!

Arriva l’estate e con essa il desiderio di tutti di abbronzarsi, grazie alle sfumature che il sole regala alla nostra pelle facendoci sentire più belli e ammirati! I raggi del sole portano benefici anche al corpo in generale, stimolando per esempio la vitamina D, elemento indi-spensabile per lo sviluppo e l’irrobustimento delle ossa; migliorando alcuni disturbi dermatologici come l’acne, la dermatite seborroica, la psoriasi; e infine alleviando i dolori reumatici. Senza dimenticare che influiscono positivamente anche sull’umore aumentando i livelli di serotonina, un neurotrasmettitore che svolge un ruolo importan-te nella regolazione del sonno, della sessualità e dell’appetito, oltre che del nostro stato d’animo. La pelle è l’organo più esteso e la sua funzione barriera è vitale per proteggere il corpo dalle aggressioni esterne; il primo passo è quello di proteggerla con il solare, come raccomandano tutti i dermatologi. La capacità schermante è indicata da un numero preceduto da una sigla (FP fattore di protezione). Per aiutare la pelle ad abituarsi al sole è consigliabile anche l’assunzione di integratori a base di vitamine, betacarotene ed estratti vegetali che rinforzano le difese cutanee nei confronti del fotoinvecchiamen-to, preservando la cute da eritemi, macchie scure, rughe. Contem-poraneamente preparano la pelle a una pigmentazione omogenea, intensa e prolungata nel tempo. Va ricordato che vanno assunti sem-pre da almeno un mese prima dei periodi in cui ci si espone ai raggi e per tutta la durata della stagione, i risultati saranno apprezzabili!

Arriva l’estate prepariamoci all’esposizione al sole

CORO “LE ALLEGRE NOTE”

coro il PRIMO PREMIO ASSOLUTO con la valutazione massima di 100 centesimi! I complimenti sono arrivati dalla com-missione sia alla preparazione musicale ed artistica evidenziata dai ragazzi, sia al lavoro di preparazione svolto dal M° Fa-bio Pecci, che ha permesso a così giova-ni coristi di affrontare un repertorio così

impegnativo. Il coro ha presentato brani dalla colonna sonora di Harry Potter 3°, la “danza dei folletti” di R. Goitre e un inte-ressantissimo programma sacro con musi-che a cappella e con accompagnamento, di B. Britten, M. Ligthfoot e P. Janczak. In particolare il “Sanctus” di Janczak ha colpito i commissari per la difficoltà e la precisione esecutiva e d’intonazione. Così come ciliegina sulla torta di un anno indimenticabile in quanto a numero di iscritti ( 146 coristi iscritti) e ricco di con-certi e affermazioni sul territorio naziona-le, è giunta questa ennesima vittoria che è un riconoscimento per tutta l’associa-zione: per i ragazzi, per il direttore, per il nucleo direttivo e per tutti i genitori che seguono ovunque i ragazzi nelle loro avventure corali. Inoltre, come si vede nell’immagine, a ritirare il premio i ragazzi ci sono andati con la nuova divisa, che ha il logo della F.A. in bella vista; il nome di Riccione ancora una volta è tenuto alto nel panorama corale nazionale dai nostri giovani ma determinati e vincenti coristi.

Sfatiamo la convinzione che i solari non facciano abbronzare! Usando solari con protezione media o alta ci si abbronza ugualmente, ma in modo più “dolce” e senza causare stress alla pelle: più graduale è l’approccio con il sole, più intensa, sicura e duratura sarà l’abbronza-tura! Infine, non va mai dimenticata l’applicazione del doposole per idratare, nutrire e rinfrescare la cute. Proteggiamo anche i capelli: i raggi ultravioletti ne danneggiano il fusto e il bulbo, accelerando il processo di invecchiamento e quindi la caduta. A ciò si aggiunge il vento e la salsedine che li inaridiscono. E’ quindi consigliabile assume-re integratori e antiossidanti per rinforzare il cuoio capelluto e proteg-gerli con prodotti specifici come spray, gel, oli. Proteggiamo anche i nostri occhi. La luce abbagliante del sole in estate può creare più di un problema alla vista, in particolare cornea e retina sono le parti più esposte al rischio. E’sufficiente uno sguardo verso il sole a occhio nudo per provocare il fenomeno dell’abbagliamento. Con l’esposi-zione diretta, i raggi colpiscono la zona centrale della retina, detta macula che è fornita di fotorecettori che, durante l’abbagliamento, per reazione fotochimica si svuotano dei loro pigmenti. Occorrono parecchi secondi per consentire ai fotorecettori dei coni di ricaricarsi di pigmenti e restituire la vista normale. Gli ultravioletti in particolare agiscono come ossidante delle cellule, favorendo il loro invecchia-mento. Un efficace prevenzione e aiuto può venire dall’assunzione di antiossidanti specifici, con integratori di Vitamina A, C ed E., che contengono anche la luteina, un carotenoide in grado di contrastare l’azione degli ultravioletti. E’ assolutamente consigliabile utilizzare gli occhiali e soltanto quelli omologati (con stampigliatura ben visibile del marchio CE), in grado di neutralizzare i raggi ultravioletti, i più temibili. Oltre agli occhiali da sole, si consiglia l’uso di creme ad alta protezione da spalmare in quantità attorno agli occhi; i raggi solari non tutti uguali e provocano differenti effetti sulla pelle. L’intensità delle radiazioni solari varia durante la giornata. Sono due le fasce ora-rie ideali per esporsi al sole, stimolando la pelle ad abbronzarsi: le prime ore del mattino fino alle ore 11.00 e il tardo pomeriggio dopo le ore 17.00. Meglio evitare dalle 12.00 alle 15.00 quando il sole è molto forte.

Scola dr Lorenzo

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Nel cuore di Riccione e dentro lo storico Arboreto Cicchetti, l’ex vivaio che prende il nome dalla famiglia di giardinieri pa-esaggistici che lo hanno creato e che per quattro generazioni lo hanno condotto con talento e devozione, trasformatosi dal-lo scorso dicembre, grazie all’impegno ed entusiasmo di Leti-zia Fabbri, Dany Greggio, Nadia Farina, Simona Ruzza, Maria Netta Farina, nella Risto Serra della Cooperativa La Ratatuia, si pone quale uno dei primi spazi in Italia interamente dedicato

a quelle pratiche economiche che si caratterizzano per l’utiliz-zo di processi a basso impatto ambientale, che garantiscono un’equa distribuzione del valore, che non perseguono il profit-to e la crescita a ogni costo, e che mettono al centro le persone e l’ambiente. Un progetto ‘culturale’, che propone un servizio di ristoro fatto di cibi e bevande preparati con prodotti prove-nienti da piccole aziende locali. Un’oasi immersa nella natura, dove la ricchezza del verde riesce ancora a sorprendere, ripor-tando alla memoria una delle più emblematiche peculiarità del-la nostra Perla.Ma qual è l’obiettivo più sentito che vi siete proposti di con-cretizzare?“Un obiettivo per noi importante – spiega Letizia – è quello di offrire uno spazio conviviale capace di favorire uno scambio di conoscenze, dove si intreccino l’ambito enogastronomico con quello artistico, letterario, filosofico, al fine di costruire nel tempo un punto di riferimento verso il quale far convergere le energie intellettuali che già operano nel nostro territorio. La nostra intenzione è quella di favorire il dialogo tra enti pubblici, mondo produttivo, operatori culturali ed associazioni, attraver-so iniziative rivolte a tutti i cittadini che avvertano la necessità di approfondire un processo di sensibilizzazione per la cono-scenza del proprio ambiente, delle proprie tradizioni nonché delle trasformazioni che stanno investendo il nostro pianeta per il raggiungimento di un benessere globale”. Un progetto decisamente ‘ambizioso’, che coniuga le diverse modalità di interazione con le persone, anche attraverso un buon cibo o la presentazione di un buon libro, un appuntamento d’arte, una serata di musica. Naturalmente il mangiare assieme rappresen-ta la prima e più visibile opportunità di confronto. “Ricette ve-getariane e vegane, zuppe, pane fatto in casa, tutti utilizzando materie prime di origine biologica e biodinamica, pesce fresco e carni di allevamenti che fanno pascolare all’aperto; il tutto annaffiato da vini locali. La nostra cucina farà da contorno a mostre ed eventi aperti alle più svariate forme d’espressione. In estate, poi, diventerà un palcoscenico all’aperto, che per-metterà ai nostri clienti di cenare sotto le stelle accanto ad un vero bosco.”

Maria Grazia Tosi

Ristoserra nell’ArboretoUn angolo sicuramente diverso che si affaccia ad un punto foca-le della città, quello tra il viale Dante e il porto canale. Avvolto da una spiccata tonalità di viola, il colore dell’ametista (pietra tramite la quale pare si acquisisca una conoscenza superiore di sé e degli altri), il Manaura è il primo ‘vitaCaffe’ in Europa. Cos’è un vitaCaffé?! E’ un bar che si fonde con un’erboristeria: accop-piata insolita che certamente esula da una più classica caratteriz-zazione, e che esplicita un progetto che va ben oltre di una più scontata attività imprenditoriale, ma che diventa contenitore di tante cose: dalla presentazione di libri alla lettura dei cristalli, dal corso di numerologia alla serata musicale, dalla mostra di pittura all’incontro dedicato alla Giornata mondiale dell’acqua. Anche perché è proprio quest’ultima un elemento naturale che viene lì particolarmente valorizzato: acque speciali, che proven-gono da tutti i paradisi incontaminati del pianeta, e che grazie ai loro packaging esteticamente accattivanti diventano non solo bevibili… ma appetibili per sofisticati collezionisti. La gestione è affidata a tre bolognesi: oltre a Stefania, esperta idro-somelier, c’è la naturopata Patrizia ed Orlando, anche’counsellour’ (figura di supporto a terapie psicologiche), tutti e tre provenienti da un percorso personale di studio e lavoro sul naturale. Perché avete scelto Riccione e quanto la città e la sua gente ha accolto il vostro progetto?

“Amando Riccione e frequentandola da vent’anni come località di vacanza – racconta Stefania - abbiamo pensato che sarebbe potuta diventare la giusta cornice per un’iniziativa innovativa. All’inizio non è stato comunque semplice ritagliarsi un proprio spazio in un mercato che propone molteplici attività ricettive e ricreative; anche se crediamo la nostra risulti differente un po’ da tutte: non solo nella parte dedicata ai prodotti erboristici, pochi ma accuratamente selezionali ed esclusivamente quelli che conosciamo molto bene, ma anche per quanto riguarda la parte dedicata alla cosmesi, dove vanno a ruba creme alla bava di lumaca, saponi all’olio d’oliva e alloro… Si differenzia anche quello che si beve al banco bar, dove oltre alle bevande clas-siche prepariamo cocktail a base di aloe puro con aggiunta di gocce di Fiori di Bach che il cliente stesso richiede a seconda della propria personalità, e poi al mirto, al rabarbaro, all’erba cedrina. Dopo una certa diffidenza iniziale, sia i residenti che i turisti sono rimasti affascinati da questo diverso modo di essere e di proporsi. In questo preciso momento, per altro, le persone sono più ricettive… come se dopo aver assaporato di tutto ci sia un desiderio di ritornare indietro e magari imparare a vedere il mondo in un’ottica diversa”.

Maria Grazia Tosi

Manaura “vitaCaffè”Nuovi punti d’incontro

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gente di casa nostra

Giuseppe Montebelli ha compiuto 92 anni. Da sempre chiamato “Fino” è nato il 22 febbraio 1921 a Rimini, in località Santa Maria in Cerreto, piccolo centro situato vicino all’attuale comunità di San Patrignano. Una famiglia contadina: il padre Domenico, la madre Adele, la nonna Emilia, sposata dopo la morte del marito, in seconde nozze con Tentoni Michele. Giuseppe non ha mai co-nosciuto “nonno Montebelli”, per lui è sempre stato Michele. La famiglia patriarcale costituiva l’ossatura fondamentale del sistema produttivo agricolo. I ruoli al suo interno, erano ben definiti: uo-mini e donne, giovani, anziani e bambini svolgevano compiti ben precisi assegnati dal capo famiglia. Nel maggio del 1921 tutta la famiglia si è trasferita Riccione per gestire a mezzadria un podere in località “Belvedere” (Villa Alta). Era in quel mese che veniva-no effettuati i cambi di gestione dei mezzadri nella gestione po-derale. Riccione (ancora frazione di Rimini) contava poco più di 5.000 residenti: un “piccolo mondo antico” caratterizzato da una grande povertà ma zeppo di racconti e di ricordi che suscitano spesso un senso di nostalgia. La “borgata” reclamava l’autonomia amministrativa per poter sviluppare le proprie potenzialità eco-nomiche e sociali, rappresentate soprattutto dalla nascente indu-stria turistica e il 19 ottobre1922 la ottenne con l’atto ufficiale. Il 4 novembre 1923 si insediò il primo sindaco, Silvio Lombardini. Tornando a Fino, nel 1922 nasce il fratello Pepino (Pino) che ha gestito per anni la barbieria in viale Gramsci di fronte al Grand Hotel, poi nel 1928 è venuto al mondo Alfredo che purtroppo morirà a solo due anni. Finita l’esperienza di mezzadria i Mon-tebelli e i Tentoni si trasferiscono in “Paese” vicino all’Ospedale Ceccarini, oggi viale Formia. La famiglia che aveva vissuto sempre insieme costruisce due piccole casette adiacenti, una per i Tento-ni, l’altra per i Montebelli. Fino racconta: “lungo la Viola nella sta-gione primaverile si poteva sentire l’intenso profumo dei fiori dei tigli, abbattuti durante la guerra e sostituiti dai pini”. Noi bambini giocavamo all’incrocio tra l’attuale viale Ceccarini e C.so F.lli Cer-vi davanti l’ingresso dell’Ospedale, dove oggi è stata realizzata una rotonda”. Fino ha frequentato, come tutti i suoi coetanei del Paese, la scuola elementare costruita nel 1910. Le sue insegnan-ti sono state le maestre Scaramucci e Sirocchi. Va ricordato che con l’autonomia comunale la scuola di Riccione si affrancava dal-la penalizzante condizione delle “Scuole Rurali” che per diversi motivi contribuivano a frenare la scolarizzazione. L’analfabetismo a Riccione nel 1931 risultava essere del 16,82%. Durante l’esta-te come altri bambini faceva il raccattapalle nei campi da tennis, prima presso la “Villa Santi” che confinava con la via Lamarmora (oggi parco Giovanni Paolo II), successivamente presso i campi del Grand Hotel, frequentati da facoltosi turisti, dall’élite riccione-se oltre che dai figli di Mussolini. Aiutava mamma Adele e nonna Emilia a raccogliere l’erba per i cavalli dei vetturali davanti alla stazione in attesa dei treni con il loro carico di turisti. Ogni balla veniva pagata due lire. Finita la scuola elementare andò a bottega

Giuseppe e maria moroncelli nel giorno del matrimonio.

Giuseppe “Fino” Montebelli

dal fabbro Conti vicino alla Cassa di Risparmio di Rimini, nel vi-colo pedonale che collega oggi il c.so F.lli Cervi con viale Lazio. Successivamente cominciò ad apprendere il mestiere di muratore con la ditta Benini nella costruzione della casa colonica della co-lonia Dalmine, lavorò anche alla realizzazione dei due palazzi dei ferrovieri (oggi via Santarosa) oltre che con le ditte edili Cupioli e Mingucci. L’8 gennaio del 1941 partì per il servizio militare; desti-nazione i confini con la Jugoslavia. Con l’armistizio dell’8 settem-bre 1943, e l’esercito italiano in rotta anche Fino insieme ai suoi commilitoni tornò a casa. La fame, la stanchezza di quel viaggio sono rimaste incise nella memoria di Fino assieme al ricordo dei contadini incontrati sulla strada del ritorno che offrivano la loro ospitalità: qualche uovo da mangiare e il fienile come giaciglio per riposare. Povera gente con i figli al fronte desiderosa di avere loro notizie. Nei pressi di Ravenna riuscì insieme ad alcuni altri, a salire su un treno che lo porterà a Rimini, da dove proseguì a pie-di, sulla litoranea, fino a Riccione. “Durante i bombardamenti ci rifugiavamo nei locali del Magazzino Comunale, (oggi Biblioteca) che confinavano con la nostra casa“. “L’esercito tedesco faceva i rastrellamenti per reperire gli uomini da impegnare nei lavori del-la Linea Gotica”. “La nostra famiglia è stata poi sfollata presso la casa colonica del contadino Caldari alle Fontanelle, vicino all’at-tuale campeggio Gobbi”. L’8 dicembre del 1947 ha sposato Ma-ria Moroncelli di Misano Monte e lasciata la casa paterna di viale Formia è andato a vivere nel seminterrato della villa “De Barbon” -la chiamavano così quella bella abitazione situata in viale Cecca-rini davanti all’attuale residence “la Viola”- con le mansioni di cu-stode. La grande casa era abitata dai signori Ragazzoni, Michele, Carla, i figli Giulio e Giovanna, originari di Brescia. Nello stesso anno ha acquistato un lotto di terreno nella nuova lottizzazione dell’ex podere Fabbri, sotto la vecchia Chiesa di San Martino. Lì, nei ritagli di tempo, ha costruito una parte della casa dove andrà abitare nel 1951. E’ una delle prime abitazioni del nuovo viale Nullo, senza asfalto, sterrato e con il fosso di scolo a cielo aperto del vecchio insediamento agricolo. Nello stesso anno nasce Da-niele e nel 1953 Ivana. In quel periodo fa il muratore e durante l’estate lavora come vigile urbano. La moglie Maria fa la sarta e durante la bella stagione esercita la professione nel negozio di Lea Montemaggi in viale Gramsci. Nel 1960 diventa dipendente dell’E.C.A. come assistente nella costruzione della nuova Casa di Riposo. Svolgerà poi mansioni di custode a “Casa Serena”. In pensione dal 1978. Tra le sue passioni la politica, la caccia, il mare... Rimane vedovo nel 1994, ora è nonno di tre nipoti Laura, Michele, Roberto e dal 2009 diventa il bisnonno di Emanuele. Tanti auguri Fino!

Daniele Montebelli

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gente di casa nostra

I riccionesi dell’Alba hanno dovuto dire addio alle loro amatissime suor Gemma e a Suor Albina, le veterane, nonché ultime “colonne”dell’Istituto delle suore francescane adoratrici di viale Boito. Congregazione presente in città fin dalla prima metà del secolo scorso. Il distacco non è stato affatto indolore, le consorelle, infatti, per i re-sidenti e per tanti turisti erano diventa-te mamme, amiche e consigliere. So-prattutto suor Gemma Di Bartolomeo (84 anni) era una pietra miliare, un’isti-tuzione. Nei decenni ha seguito cen-tinaia di bambini e ha visto crescere almeno tre generazioni. Era arrivata a Riccione nel 1945 e da quel momento è entrata a far parte della vita di tantis-sime persone e ha pure affiancato i sa-cerdoti (da don Alberto Torroni a don Tonino Brigliadori fino a don Franco Mastrolonardo) nell’attività pastorale. Un lungo e intenso cammino, finché lo scorso primo gennaio suor Gemma ha avuto un ictus. Per la riabilitazione è stata ricoverata nella Casa di cura Villa Salus di Torre Pedrera, dove si è ripre-sa, ma senza avere più la possibilità di tornare nella sua amatissima Riccione. Nonostante la voglia di riprendere la missione, per l’obbligo dell’obbedien-za, è stata costretta a trasferirsi nella casa madre delle Suore Francescane adoratrici di Maggio di Ozzano Emilia, nel Bolognese, dove intanto era stata trasferita anche Suor Albina, ancora in gambissima. A nulla sono valse le iniziative messe in campo dai parroc-chiani dell’Alba che, autotassandosi, le

Le Suore Gemma e Albina trasferite a Ozzano

avevano trovato una casa e la compa-gnia. Vana anche la raccolta di firme. “Dove mi trovo ora? In una bella cam-pagna! – esclama con un pizzico d’iro-nia suor Gemma, raggiunta per telefo-no a Ozzano -. Sono stata a Riccione 68 anni. A questa città ho dato la vita e qui ho lasciato il mio cuore. L’andar-mene per me è stato un grandissimo dispiacere. Anche se, dove mi trovo mi trattano bene. Spero solo di poter tor-nare in riviera almeno d’estate. Sono tanti i riccionesi che mi vogliono venire

a prendere! Se fosse dipeso da me, non mi sarei mai mossa per tutto l’oro del mondo, neppure se fossero venuti a prendermi con una carrozza”. ma come sono andate le cose? “Quan-do sono stata male - racconta suor Gemma - , ho parlato con Suor Albina e, nostro malgrado, visto che eravamo sole, avevamo pensato di andare a Bo-logna, perché avevamo paura di stare sole. D’altra parte non sapevamo della colletta e della raccolta delle firme per farci restare, né che ci volevano aiu-tare. Così, mentre ero in casa di cura, hanno portato via suor Albina e tutte le mie cose, compreso gli effetti perso-nali, a Ozzano. Mi dispiace tanto, per-ché pian piano mi sono ripresa bene, non proprio come prima, ma cammino e sono ancora in grado di predicare anche in spiaggia, al bagno 107, dove, ogni mattina alle 7 recitavamo le lodi. Qui, soprattutto negli ultimi vent’anni, ho conosciuto centinaia di turisti. Tante altre persone incontrate in parrocchia, compreso Aldo Moro che era venuto a salutare don Alberto. Ho seguito intere generazioni di riccionesi e a tutti ho vo-luto tantissimo bene”. Suor Gemma se n’è andata, ma non senza lasciare il suo grande dono: “Ai riccionesi - fa sape-re - offro il mio cuore, le mie preghie-re e un ricordo perenne che nessuno cancellerà - . Continuerò a pregare per loro, come ho fatto sempre. A tutti ho dato la mia vita, tanti anni di amore, più di così non potevo fare!”.

Nives Concolino

Suor Gemma.

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Politica culturale. Quando si parla di attività culturali cittadine si intende, normalmente, un ciclo di conferenze, mostre, convegni e spettacoli. Va tutto bene, purché la “cosa” susciti riflessio-ne, cioè cultura. Per la verità, qualunque iniziativa può avere esiti culturali, purché metta in agitazione la materia grigia di chi partecipa, ma non in modo casuale, bensì previsto. Ma procediamo con or-dine. Alla base di una corretta “politica culturale”,ci vuole un progetto. Per for-mulare il medesimo, occorrono alcune premesse che, alla luce della mia discreta esperienza, vado ad elencare. Anzitutto il censimento delle associazioni culturali cittadine e dei possibili contenitori per le attività. Per una buona gestione di un programma culturale, infatti, bisogna va-lorizzare al massimo le risorse locali, ve-rificandone la capacità realizzativa. Sarà anche utile un albo contenente i nomi dei concittadini segnalati per la loro com-petenza e disponibilità nelle varie aree culturali. Solo se resta qualche settore scoperto, l’amministrazione potrà inter-venire con risorse proprie o, infine, ester-ne all’area cittadina. Per questo è bene controllare la capacità e l’efficienza delle istituzioni locali (biblioteche, musei, fon-dazioni, ecc.); sta poi all’Ufficio cultura coordinare e tutelare le associazioni che dimostrano di offrire servizi utili alla col-lettività. Nell’elaborazione del progetto, si deve poi definire il “target”, ovvero la destinazione più opportuna dei servizi culturali in programma (bambini, giovani, anziani, ecc.) e verificare ogni possibile connessione con il mondo della scuola. Inoltre, è ancora opportuno un control-lo approfondito delle risorse finanziarie disponibili, con un margine di interven-to ulteriore, se ne vale la pena. Non ul-timo, un attento controllo dei mezzi di informazione facilmente accessibili (ma-nifesti, volantini, stampa, rete, ecc.) e so-prattutto un uso intelligente di apposite bacheche. Esistono, ancora, i cosiddetti “eventi di facciata”, ovvero un conve-gno, un premio, una mostra radicati nel luogo, ripetuti periodicamente e attesi dalla cittadinanza e dagli appassionati del circondario. Spesso queste manife-

Valorizzare le risorse localiRICCIONE perla CULTURA(4)

stazioni sono legate alla passione e alla capacità di una singola persona; ma se questa viene meno, allora tutto si azzera o si porta avanti in modo formale, sino a farla apparire uno “zombie”. Questo succede soprattutto quando le iniziative sono legate alla presenza di un politico: il naturale ricambio, anche nello stesso segno, conduce all’annullamento del lavoro precedente per incompetenza o per affermare diverse ambizioni realiz-zative. Questi “grandi eventi”, di solito, anche se sostenuti da un consistente contributo regionale o statale, risulta-no molto costosi. Ma di questo la citta-dinanza e la stampa sono tenute il più possibile all’oscuro. Ho infine maturato una profonda convinzione: se l’evento “di facciata” è amato dalla città, questo è destinato a crescere e ad affermarsi; se invece passa sopra la testa del cittadino, anche se sorretto da una forte volontà politico-amministrativa, è destinato ad inaridirsi. Infine, si devono computare e discutere le possibili offerte culturali esterne, private e non, che meritano di essere fruite dalla cittadinanza (mostre, convegni, ecc). Concludendo, sarebbe opportuno che l’intera programmazione potesse, in qualche modo, essere sotto-posta al parere competente della città. Per questo sarebbe utile l’istituzione di un Circolo culturale cittadino, opportu-namente apartitico, e tutelato al meglio dalla Civica Amministrazione, oppure, per almeno una volta l’anno, una Con-sulta cittadina della cultura, offerta dalla migliore dedizione e competenza di per-sone del luogo, con responsabilità solo consultiva e senza alcun gettone di pre-senza. Sulla base di tutto ciò, l’assesso-rato alla cultura, con il conforto dei suoi funzionari, proporrà il progetto culturale dell’anno al sindaco che, dopo eventuali modifiche, lo presenterà in Consiglio per l’approvazione. Tutto questo mi è sugge-rito da una lunga militanza nel cuore e ai margini della vita culturale. Sono però considerazioni teoriche e generiche. Ma qui, a Riccione, come vanno le cose? Ne ragioneremo la prossima volta.

Isidoro

Palazzodel TurismoGrazie alla Fiera del Francobollo, al-lestita dal 1949 a Riccione, il Palaz-zo del Turismo è diventato un’ico-na internazionale e la Perla verde è stata celebrata in senso filatelico da numerosissimi Stati del mondo: Repubblica San Marino, URSS, Ro-mania, Bulgaria, Albania, Senegal, Dahomey, Benin, Pakistan, Guinea Equatoriale, Uruguay, Paraguay.

Nel 1981 Riccione è consacrata in maniera eclatante per la sua voca-zione turistica-imprenditoriale con un francobollo speciale. La Consul-ta filatelica nazionale del Ministero P.T., nel novembre 1981, approva la

concessione alla città di Riccione di uno dei quattro francobolli ordina-ri a soggetto turistico da emettere nel 1983. Opera del prof. Vangelli, il francobollo può essere considerato un mini-manifesto che diventa mes-saggio diretto all’utente e costitui-sce al tempo stesso una delle forme più valide di pubblicità indiretta.

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Mens sana in corpore sano, dicevano i latini. Pragmatici ed essenziali avevano individuato in questa frase un binomio perfetto. Oggi come allora abbiamo la necessità di scoprire uno stile di vita sano che ci permetta di vivere meglio. E’ fondamentale partire dall’alimenta-zione. Siamo estremamente fortuna-ti perché nel nostro Paese si trovano prodotti alimentari di primissimo livel-lo, funzionali ad una dieta equilibrata. La celebre dieta mediterranea è diven-tata un vero e proprio marchio di fab-brica del made in Italy. Da sola, però, non basta. E’ assolutamente essenziale abbinare ad essa una continua attivi-tà fisica. Recenti studi dimostrano che uno stile di vita sano aiuta a preveni-re problematiche o addirittura vere e proprie patologie. Si pensi al diabete, a malattie cardio-circolatorie o a for-me tumorali che coinvolgono stomaco ed intestino. Se a ciò si aggiunge che anche l’umore ne trae beneficio, allora vale davvero la pena provare a seguire qualche piccolo consiglio di carattere generale. In primis dobbiamo scoprire il nostro fabbisogno calorico giornalie-ro, suddividendo le calorie secondo un ordine più o meno stabilito nel corso della giornata. E’ poi importantissimo variare le tipologie dei piatti seguendo la piramide alimentare. Noi tutti sia-mo i primi a dover essere consapevoli che uno stile di vita sano e attivo sta alla base della prevenzione di molte malattie. Oggi, solo per fare un esem-pio, l’obesità – malattia cronica legata

Mens sana in corpore sano!

ad una cattiva alimentazione e ad un sempre crescente stile di vita seden-tario – è ormai considerata una pan-demia a livello planetario. E in Italia l’aumento del fenomeno è a dir poco impressionante, specie in età pediatri-ca/adolescenziale. In sintesi, il proget-to di sviluppare una coscienza migliore in campo nutrizionale ed integrativo nasce da un’esigenza ormai diventata non procrastinabile. Per motivi diver-si e multiformi la nutrizione e soprat-tutto l’educazione alimentare, stanno subendo un’involuzione che gli addetti al benessere fisico, in quanto educato-ri, devono combattere. L’alimentazio-ne è alla base di quello che siamo, è

il modo che abbiamo per parlare con il nostro corpo e, nella maggior parte dei casi, curarci. Qualsiasi condizione intrinseca del nostro organismo di-pende dalla qualità alimentare a cui lo sottoponiamo. Oltre al progetto “ali-mentazione” in parallelo si dovrebbe percorrere anche quello di “integra-zione“. Se l’alimentazione è la base da cui si deve partire, l’integrazione rappresenta l’evoluzione in campo sportivo, ed i centri dove si pratica sport, in quanto punti di eccellenza, non potranno rimanere indietro su questo aspetto. Quando parliamo di integrazione però, non dobbiamo con-fonderla con il doping. Il discorso cen-trale sarà sempre basato sull’alimen-tazione a cui, con differenze in base all’età, al livello agonistico e al sesso, verrà aggiunto il percorso integrativo (del tutto volontario e senza pressio-ne alcuna). La nostra integrazione avrà come target il BENESSERE di chi pra-tica sport e non la loro performance. Dobbiamo pensare che il compito dei vari centri sia quello di contribuire alla salute dei propri utenti che, proprio in quanto “atleti” sani, potranno allenarsi meglio, con più intensità ed ottenere risultati migliori. Mens sana in corpore sano, insomma. Che avessero davvero ragione i latini?

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Taekwondo riccione - Song moo Kwan. Centro Specializzato che si avvale della lunga esperienza e serietà del D.T. M° Geo Ottaviani C.N. 6° Dan, diplomato alla World Taekwondo Federation Seul Korea. Allievo del Grande Maestro Chung Kwang Soo 9° Dan. Ambasciatore per I’Europa e D.T. FIST Taekwondo Academy coadiuvato dal M° Roberto Betti 5° Dan e degli aiutanti istruttori Gianluca Lotti 4° Dan e Uguccioni Luna 3° Dan.

oRARi DEi coRSi SEMPRE APERti

Iniziamo con l’evento che più ci ha impegnato nella preparazione invernale e riguarda il “ Open Challenge Cup” in Belgio. I nostri ragazzi quest’anno hanno partecipato in tanti e per molti di loro è stata la prima esperienza, sia nelle forme (tecnica) sia nel combatti-mento; tutti bravi considerando il livello qualitativo e di rilievo della competizione. Quest’ anno, nonostante la fortuna non sia stata dalla nostra parte, (Gianluca Lotti, massimo esponente nelle poomsae del team riccionese, ha dovuto saltare la competizione per problemi familiari e Migani Filippo,che quest’anno era la sua prima gara in-ternazionale come Juniores, ha dovuto rinunciare per problemi di salute) ma siamo riusciti a non deludere le aspettative: medaglia d’oro nel combattimento per Sacripanti Linda, e un bellissimo 3° posto (medaglia di bronzo) nel combattimento per Betti Alice, per-dendo la semifinale per 1 solo punto..La nostra veterana Uguccioni Luna invece purtroppo ha perso non riuscendo ad entrare nel com-battimento, eliminata dalla vincitrice della sua categoria del torneo, per lei giornata negativa. Celli Tobia, dopo un’assenza di 10 anni, è tornato sul tatami e la prima gara è stata proprio in Belgio, dove ha perso l’incontro ma ha dimostrato ottime capacità e determi-nazione nel combattimento dove con un po’ di esperienza potrà emergere e ottenere risultati. In rientro dall’Italia, 6-7 aprile, i nostri atleti hanno partecipato all’evento nazionale CSEN-FIST, svolto-si a Cesenatico con oltre 350 concorrenti da tutta Italia. Riccione ha portato un buon numero di atleti, bambini e adulti, e i risultati sono stati eclatanti. Nella categoria delle poomsae (forme) oro per Gianluca Lotti nel singolo, oro per Sacripanti Linda nel singolo e an-cora oro nel doppio con Bernardi Marcello, oro per Sanchi Aurora, argento per Caldari Roberto nel singolo, bronzo per Romagnuolo Elisa nel singolo e argento nel doppio con Matteini Eros, ma so-pratutto un’ottimo oro nella categoria team composto da Gennari

Oro e bronzo in Europa!la stagione agonistica 2013 del Taekwondo di riccione è ricca di impegni e di grandi sacrifici, e i nostri atleti sono sempre pronti e determinati ad affrontare nuovi traguardi.

Robert, Caldari Roberto, Sanchi Maurizio, Matteini Eros e Bernardi Marcello. Nella categoria combattimento è stato un successo, oro per Uguccioni Luna che ha ripreso a vincere con grande controllo e determinazione, oro per Sacripanti Linda con un bellissimo incontro di grande impatto, oro per Celli Tobia che dopo la trasferta in Bel-gio ha incominciato a maturare e fare esperienza sul tatami, e oro anche per Migani Filippo che dopo più di un mese di assenza agli allenamenti è tornato vincitore. Cat. bambini combattimento: oro per Marzialetti Doralice, oro per Pesaresi Enea, oro per Pesaresi Mattia, argento per Pesaresi Thomas, bronzo per Migani Federi-ca, bronzo per Anastasio Luca e bronzo per Cortellini Angelica, in totale Riccione ha messo nella “sua bacheca del medagliere” ben 12 ori, 3 argenti e 4 bronzi, direi un grandissimo risultato. L’unica assente e ormai conosciuta nel combattimento nel team di Riccione è Betti Alice, che per causa di un incidente stradale ha subito un brutto infortunio e temporaneamente sarà assente nella palestra e nelle competizioni. “Forza Alice che tutta la palestra del Taekwon-do di Riccione è con te e aspetta il tuo ritorno il prima possibile!”.

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i ricordi di edmo VANDI

Era un alto funzionario di un ente pubbli-co provinciale. Frequentava i locali not-turni di Riccione esibendosi come maturo “Latin Lover”. Non pagava mai! Faceva valere la sua qualifica di Pubblico Ufficia-le e pretendeva anche i tavoli di prima fila. Era odiato dal personale dei locali che assiduamente frequentava poichè lo stesso veniva pagato a percentuale e da lui non arrivava un centesimo. Non solo, era solito avvicinarsi ai tavoli dove sede-vano diverse ragazze, italiane o straniere, e al cameriere, all’atto della riscossione del conto, sfoderava un bel sorriso e di-ceva: “Per loro offro io” così non pagava per nessuno. Spesso, all’atto di uscire, si avvicinava al bar e diceva al barista: “Non conosco quel liquore lassù, mi fai veder la bottiglia ?” Avutala in mano, se la metteva sottobraccio, salutava e usci-va. In uno di questi locali venne chiamato “Von Plucken” e si studiò di provocargli un “incidente” per dirottarlo verso altri lidi. Venne organizzato un “gavettone” rimasto nella storia. Al camerierino più giovane venne affidato l’incarico di avvici-narsi da dietro all’ ignaro”ospite” (como-damente seduto) con un vassoio carico di una ventina di falsi Negronì. Inciampare in una sedia e stramazzare addosso al malcapitato fu tutt’uno. L”ospite” era ve-stito tutto di bianco. Accorrere del per-sonale, scuse e tentativi di togliere le fet-tine d’arancio dal collo di Von Plucken”. Ricovero nel retrostante bar di servizio e bagno intenzionale in acqua minera-le frizzante. Uscita con il vestito traspa-rente (visibile il cinto erniario) tra due ali di folla divertita. Non lo si vide mai più!

Gli anni ‘70 di Von Plucken

Nel maggio del 1989 Riccione ospitò una tappa del Giro d’Italia. Alcuni gior-ni prima la RAI mandò tre operatori con il compito di registrare le immagini per la sigla. Italo Nicoletti me li affidò per controllare che le immagini riguardasse-ro gli elementi più suggestivi (e positi-vi) della Perla verde. Vollero, tra l’altro, realizzare una panoramica della nostra baia dall’alto di Gabicce Monte. Li ac-compagnai sulla terrazza del Ristorante Posillipo da dove la vista era (ed è) ve-ramente magnifica. Mentre vestiti con le loro casacche vistosamente firmate RAI riprendevano, con le loro gigante-

sche telecamere (con la scritta RAI), un cameriere ci scoprì e, avendomi ricono-sciuto, urlò ai collleghi: ‘Venite, venite è arrivata Telerimini!”. Reazione degli operatori: “Ma chi c... è questa Teleri-mini!”. Ci avevano riferito poi che a Cat-tolica era stata allestita un’aiuola di fiori con la scritta: “Viva il Giro”. Ci recammo davanti al Kursaal (con l’auto RAI) e, av-vicinata una vigilessa, chiedemmo dove poteva essere. Ce la indicò e, ai nostri ringraziamenti, rispose: “Per Telerimini questo ed altro!”. Altro turpiloquio in romanesco degli operatori ai quali mi sono ben guardato dal dare spiegazioni.

Da Telerimini alla RAI

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La squadra dell’Artilegno. Da sin. In alto – Gennaro Zammarchi, Angelo Tonini, Renato “Gagèt” Ceccarelli, Giorgio “Paladèin” Silvagni, Corrado Tura, Walter Serafini, Luciano Bellettini, Alfio Gennari (seminascosto), Luigi Fabbri, Bruno Pozzi. In basso- Luigi Colombari, Virgilio Baschetti, Antonio Cecchini, Amedeo Rossi, Elio Balzi, Antonio “Tokai”Piccioni. Per la cronaca: Il capocannoniere del torneo fu Walter Serafini con 12 goal. N.B. Aiutateci a scoprire il nome della ma-scotte, quella “burdlina” piangente al cen-tro della foto. Adesso sarà una bella signo-ra sorridente. Ci piacerebbe conoscerla.

28 febbario 1982inaugurazione Centro Quartiere Fontanelle

riccione, Via Sicilia.Con la compagnia dialettale “i Arciunis” nella commedia

“Pidrul e i su fiul”.

Da sin.: Massimo Pironi, Giuseppe Lo Magro,

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Maddalena Mazzoli Vandi, modella riccionese si è bril-lantemente laureata alla Sta-tale di Milano nella Facoltà di Scienze Politiche Econo-mia Europea discutendo la Tesi sui Problemi della Pic-cola e Media Impresa. Alla neo-laureata e al nostro socio e collaboratore Edmo Vandi, i complimenti della “Famija”.

Estate 2012. Noleggio Valentina al Porto Canale di Riccione - Playboy a riposoDa sin.: Adriano Garavelli, Renzo Del Bianco, Dino Maioli, Raul Poletto,Vittorio Spimi, Albo Garavelli, Epimaco Zangheri, Caldari.

rimpatriata tra cugini mazzotti e Casadeialla Valle dei Tigli, Ca-vallino - 2013

In piedi da sinistra:Roberta M., Stefania M., Idina C., Cristian M., Simone M.,Michele M..In basso da sinistra: Cristina M., Michela M., Raffaella C., Cristia-na M., Oscar C.. Assen-ti: Patrizia M., Melissa M., Luca M.

CONG

RATU

LAZI

ONI

Laurea!

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LA ZIRUDELA

Manda giù il gatto

Dicono che la vecchiaia è una brutta malattiacon tanti acciacchi e una quantità di anni.Al giorno d'oggi però c'è la soddisfazioneche a parlare di malattie siamo dei dottoroni.

Adesso hanno tutti i loro nomi precisi precisiche a volte fai fatica quando li dici.Mia nonna Mariuccia, quasi novantennelegge senza occhiali, niente la spaventa,

ma ha l'Alzheimer e fa degli scattia starle appresso fa diventare tutti matti.A volte capisce come sembra a lei prende fischi per fiaschi e cosi sia.

L'altro ieri ho comperato un po' di pesce,al porto, che i pescatori ormai mi conoscono.Con un chilo di sogliole e quattro cannolicchimi hanno dato, gratis, due bei paganelli.

Erano per il mio Pirlotto, il gatto di casa sempre stanco, ama stare in pacecosì quando esco lo lascio dalla Mariucciasu al secondo piano, dove fa la cuccia.

Appoggio i paganelli nella carta argentatauna tavola apparecchiata, è un avvenimento.Tiro un urlo: “ Mariuccia manda giù il gatto!”senza dire...” per la scala”...che scriteriato.

Si sente un” smiaramiao!?” da oltretombaneanche in casa fosse scoppiata una bombae dalla finestra vola Pirlotto paracadutista.Gli occhi due palline di vetro fuori dalla testa,

zampe larghe, coda gonfia come un braccio, sulla schiena il pelo irto come uno straccio.Le mani nei capelli, ho detto:” Si schianta”ma i gatti hanno sette vite, forse cinquanta.

C'era un mucchio di foglie, appena rastrellate,e fortuna ha voluto che lì andasse a cadere!Ha preso la corsa ed via attraverso la siepe.E' sparito in un lampo e la Mariuccia rideva.

Sei contenta del guaio che hai combinato?””Si vede che non aveva fame...è un gatto!”E' tornato l’indomani, impaurito come un pulcino.Adesso quando mangia adocchia gli scalini.

manda giò e gat

I dis che la vciaia l'è un bròt malans'un sach d'aciach e una masa d'an.E dé d'og però ui è la sudisfazioun

che a zchèr di mèl a sém di duturoun.

Adés i ha tòt i su nom pricis pricische dal volte t'fè fadiga quand te dis.

La mi nona Mariòcia, quasi nuvèntala lèg senza ucèl, gnint la spavènta,

mo la ha l'Alzheimer e la fa di scatche a stej drì las fa dvantè tòt mat.

Dal volte la capés com ui pèr ma liala ciapa fés-ce per fiasch e così sia.

Pasir a sò 'ndè a tò una muliga 'd pèsme port, che i pscador ormai im cnès.Drì m'un chél ad sfoje e quatre canèlim ha mès, a gratis, dò bei baganèl.

I era per e mi Pirlòt, e gat ad chèsasempre strach, ui pis da stè in pèsa,

isé quand a scap al las da la Mariòciasò me sghènd pièn, du che fa la còcia.

Ariv e a pog i baganèl tla cherta d'argèntcom una tèvla parcèda, l'è un avenimènt.A tir un'urle “ Mariòcia manda giò e gat!”

senza dì... “ma la schèla”... a sò stè mat.

Us sint un “smiaramio!?!?” da oltretèmbagnènca ad chèsa la fòs s-ciupè una bèmba,e da la fnèstra e vola Pirlòt paracadutésta.J'èc l'è dò vidriole ch'al scapa da la testa,

zèmpe lèrghe, coda ghènfia come un brac,sora la schina e pel tòt rufid e pèr un strac.

A eva al mène ti cavél, ho dét: ”Us s-cènta”mo i gat i ha sèt vite, forse ènca cinquènta.

Ui era un mòc ad foje, agl'eva apèina rastlè,e furtouna l'ha vlù che ilé l'andés a caschè!

L'ha ciap la cursa e l'è pas travèrs la siva.L'ha sparì t'un lèmp e la Mariòcia la ridiva.

Ho dét:“Tzì cuntènta de guai che ti fat ?”E lia:” Us véd ch'un eva fèma...l'è un gat!”L'è 'rtorne e dé dèp, spartid com un plèin.

Adés quand e magna e dòcia mi scalèin.

E mi “amdìl”

A vli savè cus ch’l’è l’amdìl?

L’è e pèl che tèn insèn la paja de pajèr,l’è quel che tla vita e pò èsun genitòr, un cumpagn, un amigh,una mej, un marid.

E mi amdìl tzì tè,che t’am svèg la matèinaa t’am tèn strèt la sera.

Tzì tè che da semprat’am dè tòt senza dmandèm gnìnt.

Ténme sa té,fam ès la tu paja!

Edmo Vandi

Il mio “Amdìl”

Volete sapere cos’è l”Amdil”?

E’ il palo che tiene insiemela paglia del pagliaio,è quello che nella vita può essereun genitore, un compagno, un amico,una moglie, un marito.

Il mio “Amdìl” sei tu,che mi svegli la mattinae mi tieni stretto la sera.

Sei tu che da sempremi dai tutto senza chiedermi niente.

Tienimi con te,fammi essere la tua paglia!

I rasunamèntper capì la vitadi Edmo Vandi

Nu pasa la vita pansànd mal disgrèzie,al putria ènca no capitè.

Al gudùrie dla vita:putès gratè du ch’ut scadòra.

A sò quel cha sòperchè ho fat quel che ho fat.

Us dis: “L’appetito vien mangiando”veramènt mu mè um vèn s’an magn!

Us pasa la vita a saluti quei ch’i morfinchè e vèn e dé che t’salùtquei ch’i resta. (Tuchèv!)

S’avés trent’an ad mench!(i mi sbaj ai arfaria tòt).

di Giuseppe Lo Magro

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