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FRANCO SIMEONE FAUST (o quasi) DRAMMA IN DUE ATTI Collana I Quaderni

Faust (o quasi)

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Dramma in due atti di Franco Simeone

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FRANCO SIMEONE

FAUST (o quasi)

DRAMMA IN DUE ATTI

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FRANCO SIMEONE

FAUST (o quasi)

DRAMMA IN DUE ATTI

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In realtà avrei dovuto scrivere e parlare di tutt’altro Poi, improvvisamente, la radio ha trasmesso una canzone dei Nirvana che non ascoltavo da diverso tempo… Ho smesso da un pezzo di leggere e di ascoltare tutte le sciocchezze sui rockers maledetti e sul rock come musica che << deve>> essere ribelle. Altri, forse, queste sciocchezze le leggeranno e le ascolteranno ancora per diverso tempo.

I’m on warm milk & lassatives, cherry - flavoread antacids, sit and drink Pennyroyal Tea, distill the life that’s inside of me, sit and drink Pennyroyal Tea, i’ m anemic royalty...

Kurt Cobain, Pennyroyal Tea

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Per questo ho pensato di ricordare Kurt Cobain dicendo quelle cose che, proprio perché vere, non leggerete mai e non ascolterete mai. E il valore della musica pop, la morte della critica musicale italiana in fondo c’entrano non poco...

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FAUST (o quasi) DRAMMA IN DUE ATTI Personaggi: D: il Diavolo; G: il Giornalista; AG: un Altro Giornalista

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Atto primo Diavolo : Chi sei ? Perché mi disturbi ? Giornalista : Perdonatemi , Infimo. Sono un giornalista e voglio fare un patto con Voi in cambio della mia anima. D: Eccone un altro ! Ma che vi succede, mi evocate quasi ogni giorno. Anche tu vuoi la Fama ? Oppure vuoi diventare anche tu un amico di un ricco imprenditore per dirigere il suo giornale ? G: Niente di tutto questo, Maestro. Sono un semplice critico musicale e vorrei che mi aiutaste a trovare qualcosa di cui scrivere. Precisamente vorrei solo che faceste morire con una certa frequenza qualche rockstars, un Mito di quelli belli e dannati che fanno la gioia dei teenager annoiati. In tal modo potrò lavorare facilmente, tirando fuori il classico repertorio sul rock maledetto, sulla musica come ribellione, sulla nostalgia del punk—rock e così via.

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D: Ma non sarebbe più semplice se ti limitassi a parlare di musica !... Del resto è il tuo lavoro ! G: Ma come, Pessimo, non sapete?... Un critico musicale può far di tutto, tranne che parlare di musica. Egli di musica non capisce niente, non gli interessa neppure. Prendete me per esempio, di cosa potrei scrivere? Il jazz e la classica mi annoiano, il rock è morto: potrei dedicarmi alla musica pop che piace a molti, ma dicono che sia musica senza dignità e che parlarne sia decisamente out. Non dimenticate, inoltre, che ad un critico si chiede di esaltare solo alcuni personaggi, farne dei Miti, distruggerli quando sono diventati veramente validi ed esaltarli nuovamente dopo la morte. Ma come lavorare se non muore più nessuno se non di morte naturale? Vi prego, aiutatemi. Un tempo lo facevate assiduamente: non ricordate Jimi Hendrix, Jim Morrison e Janis Joplin ?

D: Ma di cosa blateri, sciocco ? Che vuoi che c’entri io con questi? E, poi, perché avrei dovuto chiamarli a me ?

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G: Ma che dite, Infimo! Essi Vi amano e Voi amate loro. Non siete Voi l’Ispiratore della musica rock? D: Io ?!?... Ma a me il rock non piace neppure. Io ascolto Richard Wagner e la musica dodecafonica, che vuoi che me ne freghi di Jimi Hendrix, Jim Morrison e Janis Joplin ?!?... E, poi, scusami, ma c’è qualcosa che non capisco. Se le cose stanno come tu dici, a che serve un critico musicale?

G: A nulla, Pessimo, è questo il punto. Del resto la critica musicale è morta da tempo proprio perché non serviva a nulla. Vi prego: si tratta di un simpatico circolo vizioso, il nostro compito è quello di snobbare la musica leggera per diffondere la convizione che il disimpegno (noi preferiamo chiamarlo commerciale, che fa più insulto) sia dannoso e anacronistico. Mentre facciamo circolare queste idiozie andiamo alla ricerca di ogni forma di ribellione e quando troviamo un cantante disperato, impegnato (magari anche drogato o gay così che ci sia parecchio da scrivere) creiamo il mito e lo

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serviamo ai giovani che, come Voi sapete, sono sempre in ribellione contro qualcosa ed hanno bisogno di qualche pessimo soggetto a cui ispirarsi. Se il Mito resta in vita, allora noi cerchiamo di crearne un altro e così via, finchè non ne arriva uno più bravo degli altri che si ammazza. In tal modo - caso noi lo piangiamo (mesi di articoli), lo studiamo (saggi per un anno) e dopo un po’ ci scriviamo un libro (anni di lavoro assicurato) dove torniamo a piangerlo ed a soffrire per la sua dipartita. Tutto qui. D: C’è proprio da ridere. Esaltandone la ribellione o, peggio, la disperazione voi distruggete in partenza quel personaggio, lo condannate a recitare un ruolo più grande di lui. Volete Miti scomodi e poi li piangete se si uccidono. Perché non vi limitate ad analizzare la loro musica e, una volta morti, a ricordare quanto di buono hanno fatto? G: Uffà!!!... Ma la musica non ci interessa. E le lacrime non sono mica vere. Il grande affare è proprio la morte , non i dischi anche se, oggi, li chiamano cd. Inoltre, non è detto che il morto debba essere un grande artista. E, poi, noi

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facciamo il nostro dovere: infatti, talvolta, per non destare sospetti ci scagliamo contro quel sistema perverso che condanna un musicista al successo per dopo schiacciarlo. Poi ricominciamo daccapo, è chiaro! D: Bhe, vedo che sei in gamba e cinico come piace a me. Affare fatto: io ti do i morti, tu mi dai l’anima. Cala il sipario.

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Atto secondo Il Giornalista ha visto esaudito il suo desiderio ed è felice: i suoi articoli lo hanno portato al successo. Qualcuno, però, non la pensa come lui … G: Quindi tu vorresti scrivere sul nostro giornale di cui io sono il direttore ? Vediamo un po’ che cosa hai scritto in proposito della morte di quell’idiota di Kurt Cobain ? AG (leggendo): Quando un ragazzo decide di formare una band e scrive canzoni lo fa solo per divertirsi, per sfuggire alla noia e alla forza delle cose, magari anche per i soldi. Ma non pensa, di certo,a fare il profeta, a diventare il simbolo di una generazione ribelle o a formulare massime di vita da declamare ad una stampa assetata di Miti. Il Mito non è un mestiere ma un ruolo che ti viene assegnato e che, alla fine, immancabilmente ti schiaccia. Kurt Cobain non era un paladino, era un autore di canzoni, non tutte eccezionali. Era un cantante rock che, forse senza neanche capirlo, ha

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gettato le basi per rivoluzionare definitivamente il linguaggio del rock. E’ stato il primo forse ad adoperare la violenza dell’hard rock non per attaccare Famiglia, Legge e Conformismo, ma per rivoluzionare il rock stesso. E lo ha fatto da due fronti. Quello della musica e quello del linguaggio. Nel primo campo i Nirvana si sono sempre distinti per aver arricchito le sonorità dure tipiche di questo genere con suoni pop che, lungi dall’impoverire la forza delle loro canzoni, le impreziosivano e le distinguevano dal rumore che tanto fa vendere in America. La loro grandezza, e quindi quella di Kurt Cobain come autore, è stata quella di aver esaltato, pur da musicista, il valore della musica leggera come sinonimo di orecchiabilità e commercialità ma non necessariamente banalità tout — court. Ma è nei testi la rivoluzione più grande: non rinnegando molti luoghi comuni del linguaggio rock i Nirvana sono riusciti ad utilizzare questo patrimonio raggiungendo lo scopo di contraddire e distruggere gli stereotipi. Razzismo, omofobia, sessismo, machismo: niente di tutto questo è presente nelle loro canzoni, anzi più di una

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non la pensava come loro a non acquistare i dischi dei Nirvana e a disertarne i concerti perché il rock tornasse ad essere occasione di riflessione, si, ma attraverso il divertimento, non la violenza. Valga per tutti il testo di Smells like teen sprit, dove la forza del rock viene adoperata per esprimere il senso di inutilità e di sconfitta dietro uno squallido tentativo di stupro da parte di << ragazzacci>>. Inoltre, come non sottolineare … G: Ma che hai scritto? Perché non hai insistito su sex , drugs & rock ‘n roll, e violenza? E il musicista maledetto dov’è? Così il pezzo non va bene. Vieni, ti spiego un paio di cosette … I due si allontano confabulando, il sipario si abbassa. <<With the lights out, it’s less dangerous, here we are now, enterrtain us, i feel stupid and contagious, here we are now, entertain us, a mulatto an albino a mosquito my libido yay a denial, hello, hello, hello, how low ?>> ( Kurt Cobain, Smelles like ).