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FELICE BATTAGLIA MARSILIO D A PADOVA E L A FILOSOFIA POLITICA D EL MEDIO E V O FIRENZE FELICE LE MONNIER EDITORE rg28

Felice Battaglia, Marsilio Da Padova

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    FELICE BATTAGLIA

    MARSILIO DA PADOVAE LA FILOSOFIA POLITICA

    DEL MEDIO EVO

    FIRENZEFELICE LE MONNIEREDITORE

    rg28

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    PROPRIETA LETTERARIA RISERVATA

    116?-27. - Firenze, Tipografla E. Ariaoi, Via Saa Gallo, 33.

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    Ceptrolo I.MARSILIO DA PADOVA

    E IL PENSIERO POLITICO MEDIEVALE..

    Vincenzo Cuoco, dirigendo nei primi anni ddl se-colo XIX, durante il dominio napoleonico, un periodico mi -lanese, iil Giornale italiano, ,a cui ora ritornano gl i stu-diosi per investigarvi la formazione di quella coscienzapol i t ica, cheesploder i nei mot i del 'zr , del 3r, del '48, Vin-cenzo Cuoco pubblicava un articolo breve e concettoso ),contenente, come nota il Croce, ( una sintesi vigorosadella storia degli studii politici in Italia dal medio evo sinoalla fine del secoio XVIII , sbozzala occasionalmente e conpochi tocchi da un uomo che padroneggiava la vasta ma-teria r. E in esso rivendicava all ' I tal ia nelle scienze po-litiche e socialli un primato, che nessuno le vorr) negare,una volta esaminati i titoli e [e opere che essa ha in questocampo prodotte.

    Oggi, dopo pin di un secolo, quell'articdlo cuochiano silegge ancora con interesse e con frutto; ma suggerisceuna osservazione. Il genio italiano ha spaziato alto nellescienze politiche, e da Dante a Machiavelli, da Vico a

    7) Giorn. it., r8o4, n. r54, 24 dicembre, pp. 625-26, Varietd, gib"ristampato due volte, una da M. RoueNo, Ricerche sr Vincenzo Cuoco,Isernia, r9o4, p. 23o e sgg., e un'altra da B. Cnoct, Un articolo dimen-ticato d, i Vincenzo Cuoco sugli scritlori politici italiani, in, Critica, a. II(rgo4), p. 337 e sBB., A stato ora alfi.ne raccolto in V. Cuoco, Scrittiuari, a cura di N. Conrpse e di F. NrcorrNl, Bari, rgz4,vol. I, p. tz5! sgg.

    F. Bemecr,re Marsitrio a Pad.oaa. r

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    I\{ARSILIO DA PADOVA

    Pagano e una ininterrotta catena di profonde specu-lazioni, volte a chiarire le tendenze psicologiche deipopoli, i fenomeni che nelle societi umane si svolgono :ma gli italiani hanno mai avuto ed hanno coscienzadi cid che essi in questo campo harrro fatto ? Io direidi no. Lo stesso Cuoco nel gettare il suo rapido sguardosulla vasta storia della cultura politica italiana, rile-vando e sbozzand,o uomini e sistemi, ha dimenticato,se non addirittura ignorato, un pensatore, la cui sin-golarissima figura oggi s' impone all'ammirazione di tutti,Marsiflio da Padova. Egli, che ha fatto pii che ognialtro conoscereagli italiani il pensiero di Vico, che ha siprofondamente intuito i[ nudleo detltle opere di Machia-velli, non ha mai un accenno per Marsitlio. Nd in questadeficienza d sotlo scrittori, a lui assariposteriori e quindidi lui ben pit muniti delle armi della critica e detltl'eru-dizione storica, si mostrano defl tutto ign.ari del formi-dabifie autore dal Delensor pacis. Cosi il Ferrari nel suoCorso sugli scrittori politici italcanir) ed it l Cavalli nelsuo lavoro sovra La scienza politica in ltaliaz) inizianole loro trattazioni sistematiche senza far cenno del Pado-vano; ed atltri ancora, e sono tanto numero.si che non Ail caso di far nomi, cercano di lumeggrare la figura dei-I'Alighieri senza porla in relazione con quella del nostro,tanto diverso dal divino poeta e pur cosi vicino a lui pervivo senso di realismo

    t) e per intima visione de' feno-meni politici.

    In questo campo, come purtroppo in molti altri, laconoscenza deltle cose italiane ci e pervenuta attraverso

    1) Milano, 1862.'-\ Memoric dell'Istituto ueneto, 1862, vol. XI e sg.3) Non sembri esagerato questo parlare d'un realismo dantesco, mail pensiero del Poeta si deve riguardare da un punto di vista ben diversoda quello tradizionale, come faremo noi in fine a questo lavoro, se-guendo le orme di A. Sorrr,r; Il pensiero politico di Dante, Firenze, tgzz.

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    LA FTLOSOFTAOLTTTCAELMEDrOEVO 3gi i stranieri, e sono stati precisamente francesi, tedeschi,inglesi e piri tardi americani che ci hanno rivelato f im-portanza di uno scrittore, che noi ignoravamo, ma chenon ignorarono coloro che nel secolo XVII e XVIII si pos-sono a buon diritto chiamare i padri della moderna criticafilologica e storica, i l Muratori e i l Tiraboschi ').

    Ora gl i scritti intorno a Marsilio sono un grande nu-mero, in cui lo stuciioso quasi si perde; e tutti convengonoin un'ammirazione verso ir l trecentesco dottore, che a voltepud parere esagerata, poichd in esso si vuotl rinvenirequel che neltl'et) d,i Dante e di Petrerca non poteva maiessere, neppure nellla pit onniveggente fantasia : erroreconsueto di ottica, da cui non ci si guarda mai abbastanza.Ma se il nostro non ha potuto prevedere tutto quel che glisi fa prevedere, certo egli si pud ben considerare itl pa-dre della moderna politica, e cid non in una mirabilecostruzione sistematica campata unicamente nel pensiero,bensi in un'armonica compenetrazione,e quindi un su-peramento, della realti storica che i tempi gli offrivano.L'opera sua occorre, pertanto, riguar,darla non in astratto,ma in funzione dell'epoca che la vide na,scere, poichAI'uomo giammai prescinde da la concreta esperienza sto-rica, e questa si riflette nella dottrina politica come inogni attivi$ intellettuale. Percid, pur accettando nellasostanza come vere le affermazioni entusiastiche degliscrittori che in Marsilio scorgonoI'avvenire, del Pastor 2)che, ripetendo un giudizio del Le Blanc') su lfus, inesso vede, con maggior diritto che il riformatore boemo, il

    1) Un altro grande storico e giurista che ebbe nozione delle dottrinemarsiliane fu P. GreNNoNB. Vedi di lui -I l Triregno, pubblicato conprefazione di A. PrnnANToNI, Roma, 1895, vol. II, p. 3o3; Storia civiledel rcgno di NaPoli,, Milano, 1846. vol. IV, p. 58.2; L. vow PesroR, Storia dei papi d,al!.a ine del medio eao, trad.A. MBnceu, r9ro, vol. I , p. 78.3) L. Ln Br.etc, Histoire de la ftuolulion frangaise, Paris, 1847,vol. I , p. rg.

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    4 MARSILIO DA PADOVAgenio generatore della Rivoluzione ; de l Laurent t ) e deiloHollweck') che lo proclamano I'antecessoredi Lutero pirilungimirante e serio ; dell'Atger t) che lo rivendica qualecreatore di quel radicalismo politico, che conta Altusio eRousseau ra i suoi pit i l lustri rappresentanti; dell 'Erner-ton a) che non esita a dirlo l 'araldo di un nuovo mondo, ilprofeta di un nuovo ordine sociale, quale colui che ha det-tato il Def ensor pacis, il pin rimarchevole prodotto lettera-rio del medio evo ; del Previt6-Orton 5)che lo riguarda comeil promulgatore di quelle teorie, che solo con la Rivoluzionefrancese hanno ricevuto un generalle consentimento; no ici sforzeremo di studiarlo sopra tutto in rapporto al suotempo, miran'do a determinare e a dimostrare quello squi-sito reaflismo che gli permise di vedere nelle varie com-plesse formazioni politiche del secolo XIV, in cui cerloerano i veri primi germi dell'avvenire : non dunque sforzointuitivo di un futuro ancora non nato e da venire, ma

    crit ica comprensionedi un presente in cui gi) vibra, s'or-ganizza e s'anima cid che sari la possibil iti di domani t).r1 F. LeunsNr, L'EgIise et l 'Etat, ltre partiel- le Moyerz-Age, Bru-xel les, 1858, p. r3z.?) J. HorlwEcK, Der apostolischeStuhl und Roru, Mainz, t8g5, p. 24.11 F. Arcen, Essay sur I'histoiye d,es doctrines du, contrat social ,Paris, 19o6, p. 7r .e) E. EueRroN, The Delensor 'pacis ol Marsiglio of Padua., Cam-bridge, rg2o, p. r.5) C. W. Pnevn6-ORroN, lVlarsiglio ol Pad,ua. Doctrines, in TheEnglish histoilcal Review, vol. XXXVIII, n. t4g, Janaary 1923: vedilo stesso pensiero espresso dalla grande autorite di O. GrBRxB, Dasd,eutscheGenossenschaltsrechl.,erl in, r88r, vol. III, p. 5r3.6) L'unico che discusse la modernittr di Marsilio fu un grande sto-rico italiano P. Vrrrenr, il quale forse per soverchio desiderio di porrein miglior luce il suo arrtore preferito, lo scrittore del Pilncipe, gravorroppo la mano sul Padovano. Il Vrrr.eRr, Niccolb Machiauelli e i suoitcrnpi, Milano, 1895, vol II , p. 244, scive: < In sostanza, sebbene Mar-silio sia stato a grusta ragione chiamato profeta dell'awenire, egli restaancora legato al medio evo ed alla Scolastica. Non solo la lotta, a cuipiglia parte e per la quale scrive, d ancora medievale, ma il suo metodo6 sempre un idealismo astratto, arido e metafisico ; le cognizioni cheesso ha della storia non sono mai superiori, spesso anzi inferiori a quelle

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    LA FILOSOFIA POLiTICA DEL MEDIO EVOEgli non solo intende piri che non altri le formazioni

    sociali del Trecento, ma da tutta la precedente specula-zione filosofica e giuspubblicista trae il succo pit vitale perelaborarne un sistema che d certo il pit poderoso, ma an-che il pit aderente ari vero, del medio evo; la trascendein conclusioni interamente nuove, che essa detl utto igo*rava, dato il legame che la vincola a presupposti intei-lettualistici e statici, che le inibivano ogni vero pro-gresso'). E questo il rearl ismopolitico che cclilega {ar-silio ad Atltusio e a Rousseau 'da una parte, dall'ratltraa Machiavelli e a Vico: poichd da un lato rivendica egli i lpopdlo come contenenza umana e viva delle strutturegiuridiche e sociali, dall'altro rivendica e \manizza 1oStato. IJmanizzaztone che in un certo senso d anche di-vinizzazione, giacchd in esso Stato si spi,egano tutte tlenostre facolt) etiche, s'assommano tutti i nostri spiritivolitivi, e insieme si potenziano in una libert) superiore,del suo tempo. A lui manca affatto il senso storico, il concetto dellosvolgimento naturale delle istituzioni, che nel suo libro sembrano messefuori dello spazio e del tempo. La fonte principale della sua sapienzad sempre Aristotele, che egli si sforza di mettere in armonia con le SacreCarte, nel che sta di certo il principalissimo carattere della Scolastica.Le repubbliche italiane, gid divenute piccoli Stati indipendenti, e lacultura cui esse dettero origine, ebbero una gran parte nella formazionedelle idee e della mente di Marsilio; ma queste idee si manifestano inlui come sentimento o presentimento, visione, se vuolsi, profetica del-l'avvenire, non come risultato d'un nuovo metodo scientifico, e moltomeno poi d' un esame positivo dei fatti. La. sua d una Monarchia buona,necessaria in tutti i tempi, in tutti i luoghi ; d, quasi direi, il trionfoastratto del diritto e della giustizia universale. Sebbene essa trovi la suapropria base nella coscienza popolare, nel che d di certo un pensierooriginale dell'autore, pur tuttavia il popolo ed il monarca di Marsiliosono ancora due astrazioni >. E con il Villari concorda sostanzialmenteF. Tocco, L'eyesia nel Medio Euo, Firenze, 1884, p. 62 n. Il nostrolavoro costituir) I'adeguata risposta alle suddette osservazioni.1) Questo duplice elemento sempre presente nell'opera di Marsilio,per cui egli b tra i politici dell'evo medio il pitr aderente alla realtd dellecose, ma nello stesso tempo quello che piir la trascende in una visionedell'avvenire che certo pud dirsi profetica, 0 stato ben messo in rilievodai piir recenti studiosi. Cosl, per esempio, 8,. Benxen, Mediacaal poll-

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    6 MARSILIO DA PADOVAche nel singolo non pud essere, perchd di necessit) linri-tatz da altre tliberD coesistenti.Ma queste affermazioni marsirliane, che sono poi in-declinabili conquiste deltla scienza politica, che tutta laspecutlazione posteriore del Rinascimento, della Riforma,deltla Rivdluzione francese elaboreri, non si possono, ri-peto, compr,en.dere,se non in relazione col secolo XIV, econ tutta l'antecedente dottrina medievale di cui sonol'ultimo portato e la negazione insieme. Occorre percidvedere prima quanto al sistema del Padovano abbia con-tribuito la filosofia anteriore, per riserbarci lungo il nostrofiavoro di metterne in luce le attinenze molteoiici con larealti politica del tempo.

    L'assoluta delimitazione tra i' l regno celeste e il ter-reno, tra l 'autorit i ecclesiasticae l 'autorit i secolare, cheil divin fondatore della Chiesa cristiana pose a fondamentodelle sue dottrine, fu rispettata dai seguaci detltlanuovatioal thought, is The social and, political id,eas ol some qreat mediaeualtbinhers: a series of lectures..., edited by F. J. C. Hrenwsuew, Lon-don, 1923, p. 3r. u In some respects he is prophetic-profethic of theReformation, and even of Rousseau ; but on the rvhole he expounds hisown age. It was the age of the death of a conception of hurnan society(which had lasted during the thousand years since the Emperor Con-stantine) as primarily religious in its motive and interest, and essen'tially universal in its scope: it was the age of the birth of a lay Statelimited in its range to the nation.... >. CosI sostanzialmente L. BnNorsr,Le lVJacfuauClisme,dr e partie, Aaant Machiaael, Paris, rgo7, p.335 e sg.r Le plus prds de Machiavel, l'homme ) qui il aurait pu devoir davan-tage, celui auquel il se peut qu'il doive quelque chose, c'est Marsile dePadoue, avec son Delensor pacis. Celui-ci est le moins

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    LA FTLOSOFTAOLTTTCAEL MEDrOEVO 7fede, ne'primi secoli deltl'Impero, onde pur fra tle tor-ture sofferte e gli strazi patiti, affisandosi nefllla libert)e nella pace del cielo, a nessun d'essi venne in pensierodi negare la sovranit) e il tributo a Cesare per dartli aDio e ai suoi vicari mondani'). Ne questa posizione mutdsubito con i1l trionfo della religione cristiana, riconosciutacome religione di Stato e persona giuridica : [a Chiesa daccanto allo Stato, all'Impero per operare con esso neltlssfera della giustizia e delrla pieti, ma accanto allo Statoin un vincolo di sottomissione giuridica ne'riguardi po-litici, se pur cinta di un'aureola di mistica superioritacome quella che anticipa e prepara I'utltima esatltazione.Ed Ambrogio allora riconosceva la dipendenza dellaChiesa daltlo Stato e questo poneva unico detentore deltlasovraniti terrena, detlfl'unica sovraniti che, infine, postada$li uomini pud esservi. u Se l'imperatore domanda iltributo >, scriveva,

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    MARSILIO DA PADOVAChiesa di Stato, convertiti sovrani e magxati, non rifiutasottomissione alla giurisdizione pubblica, anzi compenetratadi quello spirito di rinuncia e d'umilt) che d nella leggedi Cristo, vuol porsi in una condizione d'inferiorit i , ab-bassarsi, perchd sa che solo nel respingere il mondo e le suecaduche glorie s'acquista il cielo e I'eternit) t).

    Ma, alfiorquando itl potente organismo di Roma i*p"-riale cadde come uno scenario vecchio, per dirla co1 Poeta,dinanzi alla giovane forza dei barbai, \a Chiesa di Roma,stringendo sotto la sua protezione i vinti ed affratellan.dolicon i vincitori superbi in nome d'una superiore idealit),ebbe una coscienzapit grande di s!stessa,e cercd d'utiliz-zare ai suoi fini :una forza politica che altrirnenti si sarebbedispersa. In quest'afr.ermazione errena della Chiesa alcunihanno visto una secolare usurpazione, che perpetuatasiper secoli con,durr) a lotte cruente che saranno la nega-zione d'ogni retligiosit). Ma invero non d cosi : distruttoil maggiore organismo politico dell'evo antico, il mondosarebbe caduto in un pii grave stato di barbarie, si sa-rebbe completamente rinselvito, p!r usare una parolacara a Vico e a Foscoflo, se non vi fosse stata rla Chiesaa mantenere itl vincolo sociale per superiori finaliti. Cid dstato riconosciuto dai pit imparziali scrittori, e sopratutti da Cuoco, che ha ben dimostrato quale possentestrumento di civilti la Chiesa fu nei secoli di mezzo, nel ge-nerale decadimento de'pubblici poteri. In tempi bellicosi,osserva Cuoco, quel po'di virti che rimaneva era ne$liecclesiastici :

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    LA FTLOSOFIAOLITTCAEL MEDrOEVO 9essi introdussero rle feste a giorni fissi onde tle classi ser-vili trovassero alfine riposo, nonchd [e tregue di Dio,affinch! per un poco si desistesse dal frequente combat-tere. E venendo al campo giuridico [a stessa presuntausurpazione chiesastica ha la sua ragione concreta. a Cha-stellux >, scrive Cuoco, ( osserva con molto acume unacagione che ne'seco[i barbari dovette potentemente in-fluire sulla giurisdizione ecctlesiasticaed accrescenla.Nel-L'ignoranza della scrittura e ndlla mancanza de'docu-menti che potessero conservar memoria degli atti e deidiritti de i cittadini, i giudizi si terminavano o colle provedi Dio o col giuramento. E I'una e tl'atltra di queste cosedovea dare ai giudizi, ai matrimoni, ai testamenti uncarattere di santit) che dovea farrli considerare come di-pendenti datlla religione. Tutto tende a dimostrare il su-blime sistema 'd i Vico sul o periodo delle naziont r, e sullaparte che necessariamente acquista [a retl,igionenegli or-dini pubbtl ici e privati de'secoli barbari r r). Questa d laverit) storica; e le oper!sistematiche sono l'atlta confermadi tut to cid ).Ma [o stesso principio che reagisce all'atomizzazionesociale del medio evo, fl'affermaztone di un'identit) di na-tura tra gl i uomini, per cui itl barbaro vincitore d ugualeal romano vinto, d'un regno ce'leste n cui tutti i buonigodranno l'eter,no bene netlla fruizione di Dio, in terminipolitici si pone come la negazione delfio Stato per una mi-gl iore unit), la Chiesa. Ebbene, noi non possiamomiscono-scere questo principio e proclamarilo antiumano e inciviile.Dove era veramente uno Stato degno di questo nome?

    i ) Giorn. i t . , t8o4;nn. 14, 15, 16 i r,4,6 febbraio; Consideraziontsul concord,ato: ristampate nei citati Scritl,i uafi, vol. I, p. 6z e sg.z) Di cid mostra di essere compenetrato anche A. FneNcx, Desrapports, p. 64 : aCompar6e d la f6odalit6, e l'Anarchie, A la barbarie,A toutes les violences du moyen 6ge, la th6ocratie romaine, malgr6 sescruaut6s, malgr6 ses exc!s, a pu 6tre un bien relatif....;r.

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    IO MARSILIO DA PADOVA

    Ogni dottrina bisogna porla in rapporto ai tempi. Solocosi possiamo spiegarci come nello stesso tempo che laChiesa salva Ia civilt) umana, e costretta a negare loStato, e procedere per vie diverse da quelle che l'antichitiavea battute. Prima il principio civrlizzatore era nelloStato; caduto lo Stato, resta la Chiesa, onde questa af-ferma sA stessa come universale etico, e nega il primocome tale e 1o subordina. L'uomo che prima aveva comeunico dovere essere buon cittadino, ota deve essere buoncredente, e buon cittadino solo in quanto essere buon cit-tadino non implica negar,e dogmi e la veriti rivelata. Eun nuovo fine che si pone all'uomo nella piena afierma-zione di sd : il fine ultramondano e religioso.

    I nuovi principi che informano tutta la filosofia delmedio evo sono posti da sant'Agostino, il quale, bench!vissuto nelrl'et) romana, pud a buon diritto essere consi-derato come ill padre 6gritlenuove posizioni politiche del-I'et) successive).Se I'uomo fosse vissuto senza peccare, se itl suo poterenon fosse stato infirmato 'dal peccato originale, egli nonavrebbe mai avuto bisogno deltlo Stato per attingere isuoi fini. L'uomo peccatore non potrebbe invero mai sal-varsi se non fosse preordinato lo Stato : il quale d, quindi,si un v'ero rernedium peccati, ma d pure esso menomatonell'origine dallo stesso peccato, contro il quale d stru-mento, d menomato neltla sua stessa origine per itl fattoche egli non dispone di volonti sane, ma di volonti in-ferme, infrante da una originaria coll isione col male.L'uomo interamente libero non ha bisogno di reggimentopolitico, nd deila proprieti : I'uomo, la cu i liberti A me-nomata dal peccato, deve uniformarsi ad un ferreo regime

    r) Circa il pensiero politico discrive A. J. Cenr.vrn, Sl. Augustineraccolta di conferenzedi F. J. C.sant'Agostino rimando a quantoand the citlt of God, nella gii. citataHBenxsnaw p. 42 e sg.

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    LA FILOSOF'IA POLITICA DEL MEDIO EVOdi disciplina, divenire suddito, farsi schiavo, ed d sud,ditoe schiavo anche se principe e proprietario : suddito eschiavo del proprio male, dello Stato generato nel male.E questa infermiti costituzionale non d soltanto nel-I'esigenza i,deale di Agostino, ffi& nella storia concretadegli uomini d ampiamente comprovata : i delitti generanogl i Stati, e i sanguinosi delinquenti sono i lor fondatori :Caino e Romolo insegnino.

    La caducit) del,lo Stato si rivela non solo ndlla suaorigine, ndl suo essere, ma anche nel suo divenire. LoStato non d in eterno, perchd non d fiibero, ma preordi-nato ad un fine, attuato il quale per volonD divina, essocesseri. Sant'Agostino pone cosi di fronte alrla maculatae fosca ciaitas terrena la pura incontaminata ciaitas coe-lestis: tla prima, fatta da uomini, A composta di uominisuperbi nelrla loro ceciti, orgogliosi, fiacchi ndltla com-prensione del ver,o, empi; la seconda, creata da Dio, ecomposta da chi la legge evangetlicaosserva, da i veri fe-deli : lla prima ceder) ,dinanzi ailtlaseconda. Cosi tlo Statoviene esautorato; 's ll'somo non e pit cittadino , ma fe-dele, in un ideale ultramondano, che trascende l'empiricarealtA. L' ideale cosmopolitico degli stoi,ci, che I'uomofaceva cittadino del mon,do, d anoor superato in un idealepi i ampio che fa tl'uomo cittadino del cielo.

    Si crea cosi una citti perfetta che si fiibra sopra laterra, sopra gli Stati, in una composta armonia, in unafruizione continua dell 'Assoluto : ivi d la pace, d il bene,d Iddio. E la trascendenza nel senrc pit compiuto dellaparola. Lo spirito medioevale, disgustato di sd stesso, nelcrollo ,d i tutte le speranze mondane, ha bisogno d'obietti-varsi, di porre un altro da sd, per negarsi, per annullarsiin esso.

    Ma la trascendenza cosi rigidamente ,intesa non puda tlungo mantenersi. Una chtitas Dai cosi posta non ptid a

    I I

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    I2 X,IARSILIO DA PADOVAlungo resistere. E necessario che essa si affermi visibitl-mente agli uomini, e at sen,si de$li uomini panli. Eccola Chiesa, forma terrena della ciriLitas oelestis, nuovo epiri vero remedium peccati. Essa e il corpus mysticumChristi r), I ' insieme 'dei fedeli in Cristo credenti, daCristo rector et gubernator sospinti al fine celeste, afltlasatlvezza detill 'anima. Cristo e il nucleo e pur tutta tlaChiesa, per cui questa trova l 'unit) e, direi, la persona-fiti : egli, Dio ed uomo, e il tuait-d'union tra tla formaceleste e la forma terrena della cit i tas Dei.Ma in questo processo di personificazione della Chiesa1o Stato svanisce; quella debole larva di Stato, che ab-biamo visto, si perde. Sorge un nuovo problema, il pro-blema basilare, che vedremo risoluto in Marsilio, deirapporti tra Stato e Chiesa. La logica vorrebbe chesant'Agostino, conscio della vera importanza della Chiesa,corne queltla i'l cui capo d Cristo, i[ vero redentore deltlaumanitd caduta nel peccato, sopprimesse tlo Stato, maegli non lo fa: ancor compenetrato com'd degli ultimielementi romanistici, non 1o sopprime, si contenta di su-bordinanlo.

    La Chiesa ! 1o spirito, 1o Stato il corpo; e come 1ospiri to dirige ill corpo e di esso f a strumento e mezzo,cosi la Chiesa dirige tlo Stato, strumento e mezzo per ilfine sopramondano, per 1'attuazione del bene supremo,prima in terra e poi in cie'lo.Quindi 1o Stato non d fuoridalia Chiesa, ma netlrlaChiesa, da essa compreso. E flaorganizzazione, sono le gerarchie, sono tle tleggi dellaChiesa quelie che vincola"no,perchd sono veramente uni-versali, manrifestazioned'una volont) divina; sicchd 1'or-ganizzazrone,e gerarchie, le leggi dello Stato, espressionedi spi r i t i umani e malat i , sono in quanto al le pr ime non

    1) O. GIERr'r, Genossenschallsrecht,ol. III, p. 5a8.

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    L.{ FILOSOFIA POLITICA DEL MEDIO EVO

    deroghino. L'ideale classico si inverte : alla liberti unlanaassolutamente att inta nello Stato si sostituisce la l ibertiat t inta nel la Chiesa' ) .Questo sistema politico informa di sd tutto il dirittopubblico medievale, e ltresue ultime tracce si possono an-cor rinvenire in san Tommaso e in Dante; e saranno spaz-zate via sdlo con Marsilio e il Rinascimento. La lotta traChiesa e Stato si pone in miltle guise, trasmutabitle a vi -cenda : d tla lotta tra l'autoriti e lla volont),, tra La graziae la natura, tra 1o spiri to e la carne, tra la trascendenzae['immanenza, tra ['assollutismo e il t l iberal ismo: mitlleaspetti vari e storici d'un problema eterno deillo spiritoumano, rla cui vera risoluzione e nell'armonia deltle duetendenze, neltla maggior consapevolezzache llo spirito at-tinge di sA e de'ltlesue opposte posizioni.

    Ma il pensiero di sant'Agostino, spiegabile in quellasso di tempo che preludeva al crollo deiltl'Impero o inquei secoli che videro Roma invasa e i barbari cavatlli pre-mere lle sante zdlle, non pud soddisfare tle nuove esigenzedei secoli pi t tardi, che videro a poco a poco il'uomo,libero dalle paure de1 Mille, riacquistare i[ senso delladignit i dellla vita terrena neitl 'attivit) feconda dei com-merci deilile ndustrie deltle lettere; i primi nucrlei citta-dini formarsi fra l'urto de11e it disparate forze; le opereletter,ari,e antiche risorgere dai polverosi recessi de i si -lenziosi conventi e dei turriti castelli baronatli alfla mentedei lettori, forme s,empre armoniche e sempre dlette dinon peritur,a sapienza umana; rinsalldarsi a poco a pocouna nuova filosofia, riimporsi ai rapporti tra gl i uomini

    1) Cfr., per rilevare l'importanza di queste dottrine su tr:tto il si-stema della filosofia politica medievale, C). GrunxB, Genossenschaltsrecht,vol. I I IL p. 5r9.

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    I4 MARSILIO D.{ PADOVAun vecchio ma perfietto diritto, il diritto romano, neltlaforma che itl genio di Giustiniano seppe dargli.In quel giovan,ile rifluire di sangue, che corre per levene dell 'Europa dopo i l Mille, nuove esigenze spiri tualisorsero, le cu i infinite manifestaziont. la mente umana nonpud seguire se non partitamente. Tra esse prima i[ ri-nascere vigoroso del diritto romano, 7a trnportanza delquale per vero non fu mai de l tutto rinnegata nei tempianteriori t). E coi rinascere a nuova luce della letteraturaartistica, fi losofica e giuridica del mondo antico si dovevadi nuovo procedere ad una rivalatazione 'deila stess,avitapo}it ica; rivaiutazione, che ora non solo investiva i vec-chi enti, la Chiesa, potenziaLa dal decadere dell 'autorit ipubblica, e lo Stato degli Stati , ciod l ' Impero rinato conCarlo e di poi subito assopito in lungo sonno, e soload intervalli ridesto, ma anche gli Stati nuovi afferman-tisi fuori dall 'orbita della Chiesa e ,de11'Impero, conglo-merati nazionali ignoti ail cosmopolitismo romano, non-chd i Comuni, f.orze giovanili espresse dall 'energia ine-sauribi le deila razza italica mescolata con le barbariche.

    Nel campo scientifico noi vediamo confluire insiemeI'antica dottrina cristiana, rla cui formullazionetipica d inAgostino e la rinnovetllata dottrina classica di Aristotefiee dei giureconsulti romani, e gli elemqnti opposti armoniz-zarsi in una supeniore uniti, r,ispondente n modo perfettoalle esigenze d'una societ) in cui diversi enti coesistono.Da un lato, f idea, che sappiamo, d'un perfezionarnentospiri tuale, la cui mdta e irl cielo, att ingibi le mercd lafede e 7a grazia, ciod merc!la Chiesa maestra e reggitrice;dall 'altro, f idea di uno Stato, la cui espressione sanaed integra, 7a egge, ha in sd il potere sufificientea reaTiz-

    1) G. Vor-px,, XIouimenti relt,giosi e sette ereticali nella socield,medie-uale italtana, Firenze, rg2z, p. 34 e sgg.

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    LA FILOSOFIAPOLITICA DEL MEDIO EVO I5zare i\ bene degld uomini e a spiegare una compiuta li -berti morale. Da un lato Dio, daltl'altro lo spirito umanosempre piri conscio di sd. La filosofia dopo il Mille, laScolastica, d I'equazione tra i due opposti, termine mediotra essi, equazione che san Tommaso, sopra tutti, mira-bilmente compie in un'opera che d la chiave d'ogni po-steriore sistema t).

    Lo Stato, che per Agostino era generato nel peccato,bacato all'origine, infirmato ne[[e sue possibitlitd di bene,ritornan'do ad Aristotele, d da san Tommaso riabilitato inparte : pur ammettendo che I'uomo, senza tl'originariopeccato, avrebbe potuto daltlo Stato prescindere, cid nondi meno, e a llui riconosciuta una tliberti che prima nonaveva. I,o Stato A una espression'enaturale delrla societ)umana, necessario perchd senza di esso i bisogni nostrinon potrebbero venire soddisfatti. Proviene da Dio si,ma non immediatamente, bensi mediatamente : di fatticome organismo e struttura d generato dagli uomini per$l i uomini. Come tale attua un fine terreno, e in questaattuazione e perfetto: assicura il bene aiaere, la pace.

    Di fronte altlo Stato che attua un suo fine temporalec'd pure tla Chiesa che attua un suo fine spirituale, ondesi pone irl vecchio probfiema dei rapporti tra Stato eChiesa. San Tommaso non ha punto il rigorismo disant'Agostino; e cosi si comprende come da lui siano pro-ceduti scrittori diversissimi, il papista Egidio Romano etl'imperialista Dante Alighieri. Si direbbe quasi che eglieviti questo problema, poichd teme le gravi ultime conse-guenze che \a riabilitaziole detltlo Stato porta nei ri-guardi detltlaChiesa, la cui assolutezza d oramai infrantanelf insormontabile limite postole2).

    l ) P. JeNer, op. ci t . , vol. I , p. 368.z) Vedi a proposito le acute osservazionr di E. Cnose, I-a soaranititpopolare d.al medio eu o allariuolu:ittne francese, Torino, r915, p. 24 e sg.

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    r6 MARSILIO DA PAI)OVAEgli dice che per cid che tocca I'anima occorre obbe-

    dire ail potere spiritua'le anzichd al temporale, ma cheper cid che riguarda il bene civile occorre seguire lafiegge umana. Ma questa C una ddl,i.mitazione che nonspiega nultla, anche perchd poi san Tommaso aggiunge:a meno che le due autoriti non si trovino riunite in unasola persona come il papa, che C in capo all'una e al-tl'atltra potest) 1).

    San Tommaso nel campo politico fa I'effetto di ch ipone grand'i proposizioni, ma non osa estrarne le ultimepili gravi conseguenze, che pur nelle sue proposizionisono implicite ; e quindi tentenna tra un aspetto e l'altrodel problema.

    Un esempio tipico. Se un principe A infedetle, secondoil diritto delia Chiesa viene scomunicato, e dovrebbe es-sel! deposto e i suoi sudditi dovrebbero venire esone-rati daltl' ubbid,ienza. Queste iltlazioni ultime secondosan Tommaso non sono necessarie, poichd la sovranite ddi diri tto umano e non di ,diri tto divino. Ma la Chiesa,aggiunge, pud togliere a un principe il ,dominio per altreragioni. Ma a prescindere da queste inspecificate ragion,i,si pud pur sempre domandare : in base a qualle superioreautoriti ? Inoltre a complicare il problema il santo dot-tore distingue secondo che il principe governi tra popolicristiani e popoli infedeli; e questi ulti,mi crede non vin-colati da una sentenza di scomunica verso il sovrano,mentre i primi ipso iure sono senz'altro dispensati dal-l'ubbidienza. In cid d evidente grande incertezza.

    Questa incertezza si rivdla in un nudleo importantis-simo d'efitl'anticadottrina agostiniana, che permane inor-ganizzato nel sistema nuovo. E posto, per esempio, come1) F. ScADv'ro, Stato e Chiesa nesli scritti politici d,alla fine d,ellalotta f>er e inuestiture sino alla morte dr. I-udouico'il Bauaro, Firenze, r882,p. 34 : P. Jeurr, op . cit., vol. I, p. 389.

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    L.{ FILOSOF'IA POLITICA DI'L X{EDIO EVOpremio al buon re, non la gioria e l 'onore terreno, bensiun premio superiore, proveniente da Dio t) .

    Ma in senso assai ampio anche nell 'Aquinate tla su-premazia della Chiesa d salva. I'1 principe non sollo deveessere fidelis, in quanto uomo ; ma anche come re e si-gnore ! obbligato al culto, per,chd tale d stato unto condiio con-sacra,to,co l quatle ha conseguito speciale rive-renza e onore'). Anzi a proposito deltl'unzione introducenerlla regalit) una rappresenhanza divina che cozza conf istituzione a populo 3). Cosi in Tommaso non e ne-gata una supremazia detl ,divino suli'umano, nd detllaChiesa espressione terrena di Dio sullo Stato, opera de[-l'uomo. E questa supremazia trova rla sua espressioneconcreta nelle decime a cui iutti sono tenuti ex iure, com-preso ril capo 'dello Stato : o Et in recognitione eius prae-ceptum de decimis fuit institutum ad quod qui,libet obli-gatur, non in quantitate numeri, sed cuiuscumque rci exdic ta iam causa o).

    Il semplice abbozzo d'un dovere di ossequio delloStato verso lla Chiesa, o l'accenno ad un obbligo gene-ratle di culto e di professionismo genera cosi tutto un or-dine di cose, per cui la Chiesa si mantiene ancora sopralo Stato, e tl'affermata autonomia di questo certo non e

    r) D. THouee Agurul^trs, De regimine prtncipum ad regem Cg,pri,Parmae, 1578, p. 24: u Quoniam ergo mnndanus honor, et hominumgloria Regiae sollicitudinis non est sufficiens praemium ; inquirendumrestat, quale sit eidem sufficiens. Est autem conveniens, ut Rex prae-mium expectet a Deo r.2) D. THoMen Agurxerrs, op. cit., p. 95 :

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    I8 MARSILIO DA PADOVAintera, anzi in parte contraddetta. E n dal principio diuna generica sorveglianza sull'azione cristiana de[[oStato all 'affermazionedeil 'assotluta dipendenza di que-st'ultimo daltla Chiesa, come strumento passivo di unapedagtrgia cristiana del mondo, affidata al Papato erabreve i[ passo; ed esso fu mosso ai tempi di Bonifa-cio VIII, con [a letteratura che si svolge intorno altla fa-mosa bolla Unam sanctarn e che d 'dovuta principalmentea.... Eg:idio Colonna, oltrechd ad Enrico da Cremona, aJacopo da Viterbo e ad altr,i num'erosi scrittori r

    1).Contro questa ten'denzaabbiamo una triplice reazione :

    quella dei regalisti francesi di Fi l ippo i l Bello, PietroDubois, Raoul de Presle e Giovanni da Parigi; deglri m-perial isti , Engelbert d'Admont e Lupold di Bebenburg;e infine di due scrittori, che, afferman'do l'uno il principioimperiatle, l',altro il popolare, sono affatto originali comequelli che si affisano in una realt) v,iva, uno per siste-matizz,are n suprema unit) tutto il mondo politico, l 'al-tro per preludere all 'avvenire. Intendo dire Dante. Ali-ghieri e Marsi l io da Padova.

    Ora un rapidissimo sguardo alfia societ) in cu i questedottrine vivono ed appassionano gli spiriti, alfia societitrecentesca in cui operano uomini datltlecoscienze eroichecome Dante ed i l ( gran prete > Bonifacio, Clemente V eGuglielmo Ockam, Sciarra Cotlonna e Fitlippo il Bello,Petrarca e Cola di Rienzo, in cui fermentano germi dirinnovazione non sollo civile ma anche religiosa, in cui,riacquistato tl 'antico patrimonio fietterario e giuridico,rl'uomo si prepara ad una maggiore liberazione, al Rina-scimento. Questa varietd spiega perchd il secdlo XIV sia

    r) E. SoLMr, Il pensiero polit ico d,t Dante, p. 13. Vedi ancheA. Fnewcx, Rilorrnateuys et publicistes de l'Europe. Moyen. Age - Re-naissance,Paris, t864, P. 64,

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    LA SOCIETA MEDIEVALEuno dei secoli pi t appassionanti per la storia in tutte lesue forme, dalla storia giuridica a quella deltla cultura.Esso vede, come nota lo Janet, germinare [a maggiorparte detltle dee politi'che moderne. Esso comincia con lagrande epica lotta tra Bonifacio VIII e Filippo il Befilo,ma tosto ci mostra, nella sua seconda meti, uno spetta-cotlo nuovo, llo spettacolo deli'insurrezione popolare con-tro i[ potere assoluto e il potere signorile : l'antica que-stione tra Roma e i'l re, tra Roma e l'imperatore si mutain una nuova questione : quetlla ra itl sovrano e il popdlo t) .Come mai cid? La spiegazione sta netl fatto che rea[-mente la vita del secolo offre la possibiliti di tutti glisviluppi storici. Questa societi presenta gfi aspetti gitvari e molteplici, e in essa vivono enti antichissimi aventiuna storia di secoli con enti nuovi, formatisi da anni edestinati a regolare la vita moderna.

    Accanto atlrl'Imperoe arlla Chiesa si pongono e si affer-mano i nuovi Stati su basi nazionarli, form,azioni nuoveuscite daltleCrociate e poi dalle contesegiurisdizionafli, ac-centranti in sd or,amai tutti i feudatari maggiori e minori,laici ed ecclesiastici, emananti leggi proprie aventi vi -gore per virti propria e non gi) per delega o in quantonon contrastino con la legge imperiarle: cosi rla Francia,lla Spagna, [ 'Ungheria, r la Polonia, la Danimarca, rlasvezia, l ' Inghii terra, Napoli, Yenezia, che o addiri tturasi proclamavano Stati , ciaitates sibi principes, o superio-rern non recoglxoscentes,per insita loro virtri o per pre-scrizione, o pit larvatamente ammettevano solo una lievis-sima vaniente dipendenza').E fuori di questi enti nag_giori, t l ' I tal ia settentrionale, la provenz.a,le provincie delReno, \a Germania derl Nord pullurrano oramai de' co-

    1) P- JeNrr, op. cit., vol. I, p. 457.-_ ^ 2) circa i rapporti tra i vari stati sut'citati e l, Impero vedi G. BnvcE,Il sacro Romano Inipero, tradotto da u. Ber,ze*r, Mila^no r9o1, p. 2r7 e sg.

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    20 I\,IARSILIO DA PADOVAmuni, aventi ben piri d'un secolo di vita, che sembranorinnovare I'elrlenica nd)"6, e riconoscono if imperiarl su-premazia solo in diri tto, e di fatto sollo indipendenti.E come dire subordinati ad una autoritd sovrana i Co-muni, che emanano leggi ed esercitano pubbrl ica giuri-sdizione in mater ia civ i le e penale, levano tribut i , fannoprestiti, armano eserciti, stipulano paci guerre a7leanze,creano uffici ed ufficiali, trattano spesso senza inter-poste persone con pontefici imperatori re e duchi ? Epresso ai Comuni in vari luoghi ancora adergono il capoi vecchi signori feu,dali, maggiori e minori, che, secondovarie circostanzedi tempo e di luogo, hanno pii o menoautoritA, competenza legislativa e giudiziaria delegata.E nell 'ambito sia ,dei Comuni sia dei Feudi vivono nu-merose le corporazioni d' arti e mestieri, potentissime;tanto potenti da porre in dubbio spesso l ' ,autorit) dell 'or-ganismo che le compren,de,capaci di emanare statuti , digiudicare secondonorme social i le causetra i propri mem-bri e anche spessocon estranei, e non di rado anche inmateria penale.

    E un rigoglio dei nuclei politici pit diversi con lepi i diverse forme di reggimento : Comuni retti sovra ipili ampi principi 'democratici ed egualitari, Comuni iicui governo d oligarch,i co ed aristocratico, pi,ccoleSigno-rie in cui gii il capitano detl popdlo d divenuto capo asso-luto, floride repubbtlichette, cittA chiuse entro mura tur-rite larghe appena pochi chiLlometri, e citt) il cui poteres'estende sovra larga corona di centri rustici. E sovraun continuo fiorir,e e un continuo morire di gruppi so-cial i e politici, sovra Regni, Repubbliche, Principati, Si-gnorie, Comuni il potere dei due antichi enti mil lenari,I ' Impero e la Chiesa, enti si esautorati darl leantiche lotte,ma ,ancora, e a lungo, vivi nella coscienza dei popoliinsopprimibi lmente, sia per una tradizione immortale,

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    LA SOCIET..\ MEDIEVALE 2Isia per il loro diri tto perennementeattivo in un rigogliosenza pari, sia per wa forza intima non ancora esaurita,ma certo neppure pir\ elastica e giovanile come una volta.E ovunque trascorre un nuovo soffio di vita : neltleUniversit) si insegna i l Diri tto romano, e con esso unospiri to nuovo penetra ne'cervell i ancora ingombri dei pre-giudizi medievali, e col d,iritto risorgono le lettere an-tiche, fantasmi luminosi di bellezza; \a filosofia riponeI 'uomo a centro del mondo, e i l mondo in funzione del-I 'uomo. Da per tutto i 'att ivit) mercanti le spinge fl 'uomoa lunghi viaggi per terra e per mare, oltre le Alpi, oltreI 'Oceano; e cosi esso conoscealtri uomini, altre razze,altri costumi, e ritornando narra ai suoi cari di nuovecose ignote e belle, accende desi 'deri di avventure e diconquista. E un desiderio febbri le d'arricchire, di vivereagiatamente, di godere del bello; e quindi una energiaindefessa neltf ndustria e nelle arti maggiori e minori,dal l 'ebanisteria al la pi t tura, dal la 'scul tura al la maiol ica,dall 'oreficeria all 'architettura. Si elevano grandi chiese, ein esse si profondono tesori d'arte e ricchezze,monumentiperenni della gran'dezzadelrla stirpe.

    In quest'ambiente saturo di vita sorsero Dante Ali-ghieri e Marsi i io da Padova, i due uomini che nel campodelle scienze politiche tra gli italiani si levarono a mag-giore altezza: i l pr imo cercandodi t rascendere a real t imutevole da noi accennata n un ente che la discordia ditanti enti insieme armonizzasse, 'l secondoaffisandosi nessa realt) e sviscerandolaneltla sua intima essenzaperrinvenirvi le possibi l i tA del l1'avvenire').

    1) M. CRErcHroN, .4 history ol the Papacy d,uring the period, ol thercformation, London, r88z, vol. I, p. qo:

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    Caprroro I I .

    LA VITA DI MARSILIO DA PADOVAFINO ALLA COMPOSIZIONE

    DEL < DEFENSOR PACIS >.

    La vita di Marsillio da Padova e cinta da una fittanebbia, che 1o storico con difficolti, e spesso invano, sisf.orza di romper,e. Pochi i documenti che ci restano econtradittori, onde la critica solo a stento riesce ad ac-'cordarl i . Che irl grande scrittore politico sia nativo diquella Padova, che nel secolo XIV era gie in fiore perla sua un,iversit), non d dubbio, poichd tutti gli antichidocu,meriti padovani 1o proclamano cittadino t). La con-troversia nasce oirca 1' anno della sua nascita. Alcuni')lo dicono nato netl r27o: data troppo antica, poichd peressa Marsilio verrebbe ad avere ben quarantun'annonel r3rr, quando cioA Albertino Mussato gli rivolge unaepistola latina accennando atl,iasua florida g,ioventt. Al-

    r) Vedi S. RrBzrBn, Die literarischen Widersacher der Pal>ste zurZeit Ludwig des Baiers. b.in Reitrag zur Geschichte der Ktirnble zwischenStaat und, Kirche, Leipzig, 1874, p. 30 ; B. LeeeNce, Marsilio d,a Pa-doaa rilormatore politico e religioso del secolo XIV, Padova, 1882. Delresto MensIr.to stesso nel suo Delensor pacis dice chiaramente di esserepadovano : ( praemissis itaque Christi, sanctorum atque philosopho-rum monitis, attendens et obsequens Antenorides eigoecc. u (I , r) .2) S. RrEzten,Widersacher, p.3o. Il Bonm-Meunv, Le s pricurseursde la ftlormc et de la liberti de consciince dans les pays latins du XIIeau XVe siicle, Paris, r9o4, crede ll n75 anno di nascita del Padovano,ma no n prova la sua asserzione.

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    LA PRIMA FASE 23

    tri ' ) 1o dicono nato nel r2go: data troppo tardaz), poi-chd d impossibile pensare il nostro. che rs1 r3r2 era si-curamente professore e rettore all'universiti di Parigi,elevato ad appena ventidue anni a cos) alte cariche. Oc-corre fermarsi ad una data intermedia t) , che potrebbeanche essere l vTE t).

    La stessa oscuriti, che circonda il'anno di nascita diMarsitlio, circonda la stirpe 62llla qua,le trasse i natali.Nd tl'epistdla del Mussato, nd altri suoi scritti ci aiutano,se non per informarci della sua origine plebeau). Il suonome gentil izio sembra sia quello a de Mainardinis , u),nonostante che molti testi, per facile intuitivo errore d'an-tica trascrizione, lo modifichino in quello a de Raymundi-nis > e in altre guise t). Molti documenti sicuri parlano diun Buonmatteo de'Mainardini e di altre persone dellastessa famiglia che hanno 'lasciato traccia del loro pas-saggio in terra 8).

    i ) A. HURwI, Marsi le de Padoue: th0se, Paris, 1892, p. rr .:' ) Cosl giudica P. E. MEyEn, Etude sur Marsile de Padoue iuris-consulte et thCologiend,u XIVe siicle: thOse, Strasbourg, r87o, p. 6.3) B. LenANcA, Marsil io da Pad,oaa, p. 74) C. K. BnauproN, Marsiglio ol Padua, Liie, in En';lish histori-cal Reuiew, vol. XXXVII, n. r48, October 1922, p. Sor.5) A. l{ussATo, I-ud,ouicus Boaarus ad filiurn, in Muneror.r, Rerutnitalicarum scriptores, t. X, c. 773, lo dice : ,, Civis paduanus plebeius r.Ma N. C. Pepeoopulo, Historia eymnasii patauini.... cum auctario d,eclaris cum prolessoribustum alumnis eiusd,enr, enetiis, t7z6,t. II, p. r54,invece lo proclama,: uNobili Mainardina familia natus r.6) B. LAraxcA, Marsil io da Padova, p. g; C. K. BneurroN,op. cit., p. 5o2 : quest'ultimo per fissare il cognome di Marsilio ri -chiama l'autoritA di A. Gr.onrr, )ll[onumenti della Uniuersitd d,i Padoua(t3r8-t4oj, Podova, 1888, vol. I, p. ao8.7) H. WHIRToN, nell'Appendix a G. CevE, Scriptorurn ecclesia-sticorum historia lileravia, Genevae, rZoS, p. 17, lo chiama lVrar-silio Nlenandrino : lo stesso cognome d qrrello accolto da P. B.lYLn,Dictionnaire historique et critique, 5e 6dition, Amsterdam, 1734, vol. IV,p.r93.8) Circa i vari rami dclla famiglia di Marsilio e i nomi a noi noti,vedi B. LaneNce, Marsil io da Padoaa, p. ro e C. K. Bneunrorv, op .cl t . , p. 5o2.

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    2 4 LA VITA DI MARSILIO DA PADOVAIl padre di lVlarsil io, a detta di Albertino 1), fu Bon-

    matteo o Matteo, che forse d [o stesso Bonmatteo fi$liodi Giovanni, che nel rz65 d ricordato in un documentocome notaio del l 'Universi t) patavina2).

    Quale sia stata I 'educazione del nostro a noi non edato che intuire, ma d probabile che netltladotta citt) na-tiva il giovane abbia ricevuto i primi rudimenti letterarie poi nello Stu,dio una pit completa cultura t). M" a qualfine questi studi siano stati votlti non d facile stabilire.L'epistola mussatiana, che infine e irl primo documentoin cui i ' l nome di Marsilio appaia, e che, stando al Va-lo isn), d stata scri t ta tra i l r3rr e r3r2, e r ivol ta Admagistrunt. Marsilium phl'sicum: cid ci induce a credereche trfarsi l io di professione sia stato un medico e che

    r) [l testo dell 'epistola mussatiana d in J. G. Gneevrus e P. Bun-MANN, Thesaurus antitluitatnm et historiarum Italiae, Lugduni Rata-vorum, r7o4-27, t. VI, parte II, ep. n. XII, ma d stato ristampato inappendice dal L,reeNct, Marsil io da Padoua, pp . 227-229. Il nostro passo,ove si accenna al padre di l{arsil io, d cosl concepito: u Praedilecta boniproles benefausta Matthei >.2) A. GLoRre, fuIonu,menli d,ell 'Uniaersitd,di Padoaa (tzzz-r3r8),Venezia, 1884, p. zr.3) N. C. Pepeooputo, op. cit., t. II, p. r54 I (Constat, Marsil iumPatavinum impium quidem, sed doctum hominem, alumnum fuisse nostrigymnasii, ex quo prodiit omnibus liberalibus disciplinis instructissimus,una excepta Theologia, e,. qua una scelerate desipuitr. G. BoNrr-Meunv, op. cit., p. 96 fantasiosamente specifica la natura degli studidi Marsilio, ma si guarda bene dal darci la fonte delle sue scoperte :. lnuti le dire che la data del Bonrr-Maunv d affattopriva di attendibili$" storica.a) N. \rerors, Jean de Jandun et Marsile de Padoue auteurs d, u De-lensor facis, in Histoire l itt iraire de ia France, vol. XXXIII (19o6),p. 56r ; C. K. BneuproN, op. cit., p. 5o3 : la datazione si basa sulverso dell' epistola , che vuoi dire fin-chd il comune di Padova fu politicamente libero, vale a dire finchdEnrico VI I di Lussemburgo, disceso in Ttalia nel r3rt e incoronatore a Milano, non invid un suo vicario anche nella cittd d'Antenore,obbligandola a pagar tributo e a rendere omaggio. E, in errore iI Trne-BoscHI, Storia della letteratura italiana, Roma, 1783, vol. V, p. r5z, chevuole scritta l'epistola quando Nlarsilio era gi) a Parigi.

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    LA PRI}{A I. 'ASE

    come tale si sia addottorato in patria '). NIa che egli abbiaa flungo tentennato circa gli studi da perseguire, appareindiscutibilmente dal lVlussato che scrive :

    IVIe,bene si recolis,,Paduaedum regna rnanerent,consili i ignarum quamquam de pondere tanti,quaesist i , um le legesaudire f ,orensesmaluer im, medicaepot ius intendere physi :In parole povere, Marsi l io ha dovuto a lungo esser

    dubbioso tra gli studi forensi e quelli medici, per poidecidersi verso questi ultimi, secondo il consiglio del-ti'amico interpelllato, che ben 1o conosceva ne,l suo intimoanimo sempre agitato dal'la sete dell'oro, sete che certonon avrebbe soddisfatto con la carriera legaie lunga e nonpriva di delusioni.

    Ma Marsilio non fu soltanto avido di denaro :respondi, cor cerno tuum, tua viscera torrentaur i sacra fames, et avaro vivere quaestu;

    dovette anche essere incostante, e, oltre che esitantetra la medi,cinae la legge, dovette pure abbandonare, comevedremo, gli studi s,acri della filosofia (studii de tramitesacri) per quelli ,delle armi : probabilmente ad una espe-rienza militare si accenna n vari punti dell 'epistola.

    Ma ,l'integrare queste tlacune e opera piuttosto diffi-cile e di scarso vantaggio. Val piuttosto accennare allecondizioni di Padova nel tempo in cui il giovane vi fuscolaro e poi dottore, perchd esse di sicuro agirono, comevedremo, su quel che poi sar) i l suo sistema politico t').

    Padova durante itl primo periodo detltla ita marsirlianasi reggeva repubbiicanamente. Citti prospera, di grande

    1) All' epistola mussatiana attinge largamente G. Trnl,noscHr, op.ci t . , vol. V, p. r5r e sgg.z; e. E. MEyeR, op. ci t , , p. 7.

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    26 LA VITA DI MARSILIO DA PADOVAavvenire, sede di una celebre universit), e percid ricca diuomini dotti, aveva sperimentati i pin diversi regimi,ma dd rr83 al 1237 e poi dal rz56 al r3r8 f ior ivain piena democrazia. Caduta nel rz56 la tirannia diEzzelino da Romano, i Padovani ritornarono ai prischiordini, i quatli avevano tradizioni assai remote, risa-len'do agli ultimi anni del secolo XI; quando (.ogS) lacitt) d'Antenore aveva col carroccio rivendicata la sualibert), cneando i suoi primi consoli. Accenniamo bre-vernente alla costituzione di Padova, che bene o malericorda la costituzione di tutte tle citt) italiane del Du-gento e del Trecento. Base ! il popolo, il quale formail Consiglio Comune, in cu i tutti i cittadini sono am-messi renza eccezioni, ffi& che non si raduna se nonin casi speciali : ad esso in linea teorica spetta il po-tere legislativo ed esecutivo, la promulgazione delle leggie tla nomina dei magistrati. Ma per un processo natu-rale ,di cose, che noi verifichiamo in tutta I'Italia, daquesto consiglio se ne esprimono altri. Il popotloadunatoin assemblea pien aria era troppo tumultuoso e,d irruento ;spesso decideva senza aver preso conoscenza delle fac-cende pubbliche; mosso dai demagoghi, disfaceva oggiqueil che aveva fatto ieri; non era il pir) adatto a deci-dere nei rapporti esterni di pace e di guerra, in cui Anecessaria 7a piri responsabile unit), nonchd i l segreto.

    Cosi accanto al Comune abbiamo i l Consigiio M"g-giore, composto prima di trecento individui, piri tardi Ciseicento, per essere accresciuto infine a miltle, avente insostanza per delega que,lla stessa competenza, che avevama non poteva eser,citare l primo; e poi il Consiglio Mi-nore, composto di quaranta individui, divenuti quindisessantarappresentanti tutte le classi deltlacitt}. E sovraquesti organi di competenza essenzialmente legistlativa,sebbene ad essi spett.asseanche la nomina dei magistrati

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    LA PRINIA FASE

    civici, i l Consiglio degli anziani,,detto anche dei diciotto,daLlnumero dei componenti, cittadini scetlti e noti per ca-pacit i civile ed amministrat i 'va; consiglio i l quale avevauna funzione di controllo perenne sugii ufficiali pubblici efungeva quindi di tramite tra i l potere iegislativo, di cuiabbiam visto gli organi, e il potere esecutivo seguenteanchein Padova le alterne vicende di tutt i i Comuni italiani.

    Questa rla costituzione di Padova, quando, libera dallacrudellt) di Ezzelino, potd affermarsi rrelle vie della ci -vilti e della cultura. Es,sa ebbe un periodo di grandeprosperit), in cui potd dominare molte citt i guelfe deilamarca veronese,che temevano la potenza degli Scaligeri,imperanti in Verona t).

    E in questo periodo di floridezza nacque Marsilio, al-lorchd tla sua patria signoreggiava alf intorno e I'uni-versiti prosp!ra molti studenti e professori richiamavada ogni parte del mondo. Questa citti, superba della pro-pria l ibert)., che, nello stesso empo in cui Bonifacio VIIIindlgstr il Giubileo, celebr,ava con feste la patavina indi-pendenza, gioiva con nuove feste alla morte dell 'atteso daDante Enrico VII, questa citti ebbe a lungo a soffrire perdiscordie giuris,dizionali con la Chiesa. E ad essedobbiamoaccennare, poichd sono la prima esperienza po{it ica chesi concreterd con ir l Delensor pacis, poichd dall'atteggia-mento di Padova dipender) pure in parte l 'atteggiamentodel futuro scrittore.

    Padova, rispettosissima della spiri tuatl i t i rel igiosa,che, come nota irl Labanca'), ascoltd in vita e venerdmorto quel sant'Antonio, che non esitava ad affrorrtare

    Ezel ino, immanissimo t i rannoche f ia creduto f igl io del demonio,C. W. Pnevrr!-ORroN, p. ci t , , p. z.B. LesaNce.,Marsilio da Padoua,p. 90.

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    .* BlBllolitA *Nd;'.oy

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    28 LA VIT.{ DI N,IARSiLIO DA PADOVAsecondo ,la tradizione raccolta dall 'Ariosto, eg{i, solo edinerme, tacciandolo di crudeltd; Padova, che accofiserion-falmente San Bonaventura, venuto a trasferire in fluogodegno le ossa del maestro Antonio; Padova, che forseprima stabirli uno speciale cutlto per i1 santo d'Aquino, dd'altra parte 7a pit strenua sostenitrice dei diri tt i co-munarl i contro [' ingerenza ecclesiastica.

    Le immuniti clericali erano ovunque gravi; ma forsein nessuna cittd cosi gravi come in Padova, .acuite anchedarl fatto che irl clero ivi, come del resto in motlti altripaesi in quel tempo, pit che onorare la rel igione la pro-sti tuiva, addimostrandosi indegno dei riguardi che difronte ai pubbrl ici poteri esigeva sotto forma di esenzionipersonarl ie rea1i.

    Cosi, mentre ii Comune affermava la sua sovranit),riscuotendo da tutti t le imposte, il clero sosteneva tl suobuon diri tto non soio a non pagare queste, ma neppure aconcorrere a spese speciali per restauri di strade,ponti ecc. E cid era tanto pii grave, in quanto coloro,che esigevano 1e immunit) e i privirlegi, non erano sdloi sacerdoti, ma anche i frati e i cosi detti ordini laici,che in quel tempo pulluiavano ovunque '). Anzi la vita dicostoro era cosi scandalosache il Comune dovette con unsuo statuto particolare punire pii gravemente gl i omi,cidiperpetrati da religiosi.

    Afferman'do quindi rigi'damente il ctlero i suoi pri-vilegi, i l comune sempre pii sostenne i suoi diri tt i inuna legislazione per i1 tempo audacissim.a). Nei 1276

    t ,1 D. h., I I , 8: Gornesr, I I , p. zrz (ScHorz, p. 59). Vedi G. GBs-NARI, Annali della cittri di ' Pad,oua, r8o4, parte III, p.36.2) Per 1o sviluppo di questa lotta vedi particolarmente fA. Gronel,Conlrouersie tra il Zlero e il "onou,tt d, i Pad,oua d,el secolo XIII e relatiztoaccord,o per nozze Zacco-Prina), Padova, r855 ; B. LanaNct, Marsilio daPad,oua, .St . sgg. C. W. Pnnvrr6-OnroN, op. cit., p.3, che in nota dA piitampia UiUtiografia; e infine E. RuFFrNr AvoNno, Il uDelensor pacis> d, iMirsil io da Padoua, n Riuista' storica ital., a. XL I (r924), fasc. II, p' r49'

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    LA PRIMA FASE 29uno statuto stabil i che un chierico non potesse perse-guire giudiziariamente la sua ragione contro un laico r).Nel tz9z si credette opportuno fissare, che chi avesseucciso un prete non gi) venisseaffi i t to con pena di morte,ma semplicementemul tato con una somma inf ima r).Di fronte a questa legisla zione cosi fiera il clero, me-nomato non solo ne'suoi privilegi, ma anche nei suoi di-ritti elementari di tutela giuridica, poicha [a murlta perll 'uccisione di un chierico equivaleva alrf mpuniti , pro-testava, e col clero la chiesa di Roma, rispondendo coninterdetti e scomuniche, colpendo i sottoscrittori delleleggi e la citt i intera e lo Stu,dio nsieme, con I' intimazionepiri volte fatta a scolari e maestri di abbandonarlo ,).

    Questa storia a stata ben descri.,-ta a uno studiosopadovano, Andrea Gloria, ed e assai interessante per icultori di cose giuridiche. Dopo un primo accordo delrz8g, netl r2gg la lotta fu ripresa, poichd il Comunenon acconsenti alrlaesenzionedegli ordini laici, che volleancora limitare, nonchd a riconoscere e sentenzedei tri-buna,l i eccilesiasticie dell ' inquisizione, tenuta dai Fran-cescani e assai odiata darl lacittadinanza. Ma nel r3o2 sivenne infine ad un accordo in cui cedettero un po'tutt i ,compreso l Papa; il quale sostitui i Do,menicaniai Fran-cescani, tacciati di malversazione, nel governo delle coseecclesiastiche') .

    Quest'anrbiente cittadino, saturo di cultura, gelosodeltle sue autonomie comunali contro vicari imperial i einquisitori pontifici, afiermante principi di democrazia, aquetllo in cui si forma intellettualmente Marsirlio, e in-forma di sd buona parte dello spirito de l Deferlsor pacis,

    r ) A. Gronu,, Staturi , p.r6q; G. GoNNART,op. ci t . , p. zz.z) Liber regiminum pad,ia, in'Muneron.., Reruri itotirorum scriptores(ed. Cittl di Cistelto), t. VIII, p. 336.3) B. LABAxce, Marsilio d. i padoro, p. 93.4) G. GENNART,op . cit., parte III, p. S1"" .g.

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    3o LA VITA DI MARSILIO DA PADOVAche non e un fiore di serr,a; non e un libro maturatonelle soli tarie elucubrazioni 'di un ingegno privi iegiato daDio, ma un sistema vivo nella vita, alla formazione delquale concorrono i pii svariati elementi del secolo, filoso-fici e poli t ici, giuridici e rel igiosi.

    Ma ripren,diamo la vita di Marsilio. Questi dovettecerto, come ho d,etto, seguire il consiglio dell'amico Mus-sato, e studiare non gi) ,diri tto per vendere poi inuti l iparole, bensi medicina; e non tanto per arricchire quantoper poter'e studiare filosofia, poichd le scienze naturali equelle speculative erano allora unite da ben pii strett ivincotli che non abbiano oggi.

    Tuttavia f incostanza di Marsilio dovette dirigerloverso altre vie, se bene intendiamo tle atl lusioni mussa-tiane: egli dovette divenire forse anche so,ldato').

    . . . . Var iae nunquidvox improba famaevera refert, quod tu studii de tramite sacrilapsusad infandoshominum e verter isactus?Diceris ecce cavo contectus tempora ferroloricam perferre g'ravem, mentoque prementesuspensos lto vultus attol lere coelo.Quiclamaiunt , t ib i quoclg 'ermanus ingi tur ensis.Quiclamaiunt, c luod u germanoaccinger is nsi .

    Con chi realmente mil i tasse il nostro non si pud senon congetturare, poichd ill poeta non 1o dice diretta-mente. Pensando che ['epistola sia stata scritta trai l r3ir e it l r3r2, atl lorquando tl Lussemburghese fece [asua famosa calata in Ital ia, si pud pensare che il Ger-lnanus degli esametri d'Albertino sia f imperatore En-r ico ' ) . Ed d un po'di f f ic i le che sia diversamente.

    i ) S. I ITEZLER,Widersacher, p. 3r.2; N. Verors, Jean de Jandun, p. 534.

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    ESI)ERIENZE MiLITARIMa fl'epistola serra ben altri rompicapi, poichd dicecosiCarp' is i ter, sed proh ! sors dira sub omine laevo !Cal ' le quidem primo demulsus ab ore caninoreplest i faci les saevis hortat ibus (aa'r . atrat ibus) r) aures,inde repens, Ligures ut non (aar, mox) migraveris oras,fama subit , quod te saeva mulcedine captumimplevit (aat. implicuit torta saevissima vipera cauda.

    Gli storici in questi versi di coflore oscuro, densi dial lusioni e di simboli, hanno voluto vedere accenni a brevipermanenze del Padovano presso Can Grande della Scalaa Verona (demulsus ab ore canino), poi presso MatteoVisconti a Nlilano, nella cui insegna gentilizia2) era ap-punto una vipera 3).

    r1 Le varianti messe tra parentesi sono consigliate dal Trnanoscnr,op. cit., vol. V, p. r5r e accolte da S. RrBzrsn, Wid,ersacher, . 32 ; N. Ve"tors, Jean de Jandun, p. 563, n.4le r i t iene inammissibi l i .2) Ricordiamo che nel Purgatorio nella valletta de'principi Danteincontra precisamente un Visconti di Pisa, Ugolino o Nino, che lo pregadi raccomandarlo a sua figlia Giovanna, nello stesso tempo che si la-menta di sua moglie Beatrice d' Este che nel r3oo era passata a secondenozzeonGareaz'::::::::,:1r'::T,"1:""::iudice

    Nin genti'Ieff.:;' :",11ffi':,i,o,..J"n'"n' ''

    Non credo ch e la su a madre piir m'ami,poscia ch e trasmutb le bianche bende,le quai convien che, misera, ancor brami.

    Per lei assai di lieve si comprende

    :""ifi L T,1'11"';:.:."'*"i,llJJ.'n..Non le farir sl bella seDulturala vipera ch e 'l Melaneseaccampa,com'avria Jatto il gallo di Gallura.

    (Purg., VI I I , 2o-8r)Le bende bianche sono le bende della vedovanza: la vrpera l' insegnade i Visconti di Milano : il gallo di Gallura l'insegna dei Visconti di Pisa.3) S, RIEzLnx, Widersacher, p. 3r e sg.; N. VetoIS, .fean de tandunp. 563: vedi a proposito d'una pretesa permanenza di Marsil io a Mi-lano A. Fnaxcx, 'Rt1ormateuls, p. r37.

    3r

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    32 LA VITA DI MARSILIO DA PADOVAQualcuno addirittura, tenendo presente questi rap-

    porti tra Marsilio e gl i Scaligeri, ha ammesso lla possi-bil iti di un incontro dell 'autore del Defensor pacis conDante autore derlla Monarchia, in queil periodo esurleedospite presso i signori di Verona, e, ancorchd non visiano documenti positivi per quest'ipotetica relazione tradue uomini cosi importanti nellla storia d'Italia, iron visono ragioni per respingere una tesi, che ha a suo so-stegno argomenti ideali e parall ,el ismodi pensieri ').

    Oltre questi pochi versi del poeta di Ezzeltno nonabbiamo altra testimonianza della vita di Nlarsilio inItalia nel tumultuoso periodo che va fino alla morte diEnrico VII. E lecito quindi credere che egli si sia pre-sto stancato deltla vita solldatescae cortigiana, alla suanatura ,cogitabonda poco adatta ed abbia migrato versoaltri l idi; verso rla Francia, ove nel r3rz 1o rinveniamorettore e professore dell 'universitA di Parigi.

    Ma prima di venire a parlare di cid, d il caso di ac-cennare ad una questione importante, se ciod Marsilio siastato o non sia stato ad Orl6ans 2) ed ivi abbia studiatodiri tto civile. Da un lato abbiamo i l Wharton, il Bayleed altri t), che accennanoa Marsilio come ad un famosogiureconsulto, nonchd i l Meyer') che io vuole addiri ttura

    1) G. BRycE, op. cit., p. 618 ; C. K. BneuproN, op. cit., p. 5ol.2) Sull'importanza della citt). d' Orl6ans colne centro di studigiuridici nel Trecento vedi F. Lrr n'[etnn, Histoive de la uille et duchtd'Orleans, Orl6ans, 1648, vol. I, p. El z e sgg. ; F. C. Savrcxrr, Storiad,cl diritto rolnano nel Merlio Eao, Firenze, 1844-45, vol. II, parte II ,p. 245 e sgg.3) H. WHARToN, Append,ir a G. CerrB, op. cit., p. 17, dice Marsi-lio ,r n Aurelianensi Academia iurisprudentiae elementis imbutus ,) , non-ch0 r iurisconsultus sui temporis celeberrimus D.P. Bevr,e, op. cit., vol. IV,p. r93, poi lo proclama , e afferma 6hs ( il 6tudia dans l' Universit6 d' Orl6ans >. AncheF. Tocco, L'eresia nel Med,io Euo, p. 69, qualifica il Padovano ( il piirdotto giureconsulto del Trecento >.4) P. E. Mnvnn, op. ci t . , p. 7.

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    STUDI GIURIDICI E FILOSOFICIinsegnante di diri tto. Dal lato opposto, il Riezler 11 cherespinge tutte le precedenti tesi, adducendo come argo-mento radicale itl non esservi arlcun ricordo di quest'in-segnamento del Padovano. La prima opinione d fondataunicamente sovra un passo del Def ensor pacis che ha datoassai filo da torcere agli studiosi : < sic etiam qui librumhunc in lucem de,duxit, Studiosorum Universitatem Au-rel ianis degentem vidit, audivit et scivit per suos nun-cios et epistdlas requirentem et supplicantem ParisiensiUniversitati , tanquam famosiori et veneratiori, pro ipsiushabendis regulis, privilegiis atque statutis > 2). La se-conda, oltre che sultl 'addotto argomento anche sull 'evi-dente ignoranza che il nostro dimostra del diritto giu-stinianeo.

    1) S. Rrezr,rn, Widersacher, p. 33; N. V.tr.ors, Jean de Jandun,p.566; E. Rurnrnr AvoNno, op. ci t . , p. rrg.Tra gl i al tr i che sosten-gono la tesi che Marsilio abbia studiato ad Orl6ans sono P. Vrrrenr,Marcilio d,a Pad,oaa e il , articolo pubblicato per laprima volta nella Nuoua Antologia, ro aprile r9r3 e ristampato nel vo-l::me Storia politica e istruziona, n'lilano, p. 7 | I. B. Scnrven, Johan-nes Gerson, Wiirzburg, 1859, p. 30 ; A. Fne'xcr;, in Journal des sauants,a. 1883, p. rr8 (recensione dell 'opura di B. Leneuce).2) D. p., II, 18; Goroasr, II, p. 252 e sg. Nelle citazioni dal De-lensor pacis per la prima parte o dictio segtto I'edizione del CenrBrLIERr :Mensrr,lus vorv Paout, Delensor pacis. Erstes Buch nach dem Erstdruchlilr Seminarilbungen her tusgegebenvon A. CenrBr,LrERr, Leipzig, r9r3 ;per la seconda il testo dato dal M. Goroesr nella sua famosa raccoltadi giuspubblicisti, Monarchia S. Romani Imperii, Hanoviae, 16rr,vol. II , p. r54 e sgg. Tra parentesi poi porrd l'indicazione del testoabbreviato di R. Scuor-z: Mensrrrus voN Peoue, Delensor pacis liirUebungszueche bearbeitet von R. Scuorz, Leipzig und Berlin, r9r4,nella Quellensammlung zur Deutsahen Gescltichte. Nessuna di questestampe b riveduta sui manoscritti, quella del CInTBLLTERI riproducel'editio princeps pubblicata a Basilea da Lrconuus EveNcor,us nelr522,l 'altra dello Scnorz I' edizione di J. Gouen pubblicata a Fran-coforte nel r5gz. Percid, ove 0 iI caso, modiflcherd il testo sulla basedelle indicazioni date dal PnBvrrf-ORToN e dal RurrrNr AvoNoo neiIoro pregevoli lavori sulla base dei manoscritti rimastici. Questi _sonostati descritti accuratamente da J. Sulrtvl.x, lfhe Manuscripts and dateol Il[ arsigli o ol Padua 's nDelensor pacis , , in The English historical Reuiew,a. XX (r9o5), p. zg3 e sgg', e dal RurnNr Avoxoo, op' cit., pp - rz5 erz7, nn. 55 e 5T,limitatamente ai mss'italiani di Marsil io, il vaticano eil torinese. Vedi anche a proposito N. Verors, tean de Jand'un, p. 573.

    F. Berraclrr - Marsi l io da Padoaa. 3

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    34 LA VITA DI \{ARSII,IO DA PADOVAL'ultimo autorevolissimo biografo di Marsiiio, i l

    Brampton, ri t iene possibile una p!rmanenza di esso adOrl6ans. Con cid egli vede facilmente rimosse due dif-ficolt). In primo luogo, infatt i , un soggiorno neila dottacitt) francese pud aver ben preparato Marsilio a soste-nere poi i 'altissima carica rettorale alla Sorbona insecondo luogo, vi era ben poco interesse a domandareal Mussato se egli dovesse 'divenire leguleio o medico,qualora fosse gia idoneo per medico e non per avvo-cato, e ogni ragione p!r essere incerto nella scelta, qua-l lora fosse iaureato in legge e in scienze fisiche insieme.Insomma il Brampton pone a'ddiri ttura l ' ipotesi, sebbenetimi'damente, che il Padovano abbia fatto i l suo corso discolarodi diri tto romano ad Orl6ans, donde reduce, e forselaureato, avrebbe domandato al poeta Albertino consigliosulla via da seguire. Questo primo soggiorno studentesconou ne escludeuu secondomagistrale; que11o er cui Mar-si i io, reduce dall 'esercito del Lussemburghese, ri torna inFrancia per iniziare la sua carriera accademica ).

    Ma noi non possiamo accettare questa tesi audacis-sima per le ragioni addotte dal Valois e dal Riezier e peraltre ancora. Laddove nel Defensor pacis d diffusa unavasta dottrina canonistica ed ! non solo citata la notis-sima Donazione costantiniana, ma sono a piri riprese men-zionate le Pseudo-isidoriane e varie bolle e decretali di Bo-nifacio VIII, di Clemente V, di Giovanni XXII, neppureun aocenno vien fatto al diritto romano, quantunque lavaria legislazione imperiale ne sia la legittima conti-nuazione. Aggiungi a cid una irrefragabile prova. Intempo certo posteriore al Defensor Marsilio scrive ilDe translatione intpcri i 2), in cui affronta un probtlema

    r1 C. K. BneuproN, op. c i t . , p. 5o6.2) Tractatus de trqnslalione imperii, in Goroesr, Monarchia S. Ro -mani Im.perii, vol. II, p. r47 e sgg.

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    STUDI GITTRIDICI E FILOSOFICI

    di moda neltla pubblicistica medievale, i vari passaggidetl l ' Impero dai Romani ai Greci, dai Greci ai .Franchi,dai Franchi ai Germani , anulizzando ila base giuridicade'lle varie mutazioni. E un'opera priva di signif icato po-litico che segue passo per passo un'opera consimile dallostesso t i toio di Landolfo Colonna' ) . Orbene, mentre i ll lavoro del Cdlonna, d'evidente intenzione papista, citacon precisione pit d'una volta testi giustinianei, questistessi testi nerl ri facimento marsi l iano scompaiono deltutto senza lasciare traccia. E si tratta di testi assoirrta-mente innocui alla tesi imperialista di Marsi l io, poichAuno a proposito della carica patriziale concessada Adrianoa Carlo Magno, e tratto dalle l.stituzioni per accennareal valore giur id ico di ta le carica') ; 1 'a l t ro del Digestoafferma lia sottomissione di tutte [e genti atll'Impero, satlvoquelle che per privi legi o per consuetudine sono esenti,e proclama f imperatore con \a Lex R.hodia . Lo scrittore si riferisce nelle ultimestre parole al seguente testo giustinianeo : u iyd piv rot xioptov xitprce ,{Vor. }IarcrANUS, L. g, D. De l. Rhod,ia, 14, z),

    JJ

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    36 LA VITA DI N(^\RSILIO DA PADOVAdotto in scienze giuridiche che ii Brampton tratteggia ?Evidentemente ci troviamo dinanzi ad una persona che,se conosce il diri tto canonico, ignora i1 diri tto civile,ed d percid del tutto speciosa 'affermazione del Labancache u 1,apoca conoscenza....mostrata del diri tto romanoawenga ad arte ne,lla sua classica opera, com!per com-battere i l Papato con le medesime armi del Papato > ').Del resto, se ci dobbiarnoriferire ai documenti, la gi)tante volte citata epistola del Mussato depiora che Mar-sil io < studii de tramite sacri , sia caduto nerl le occupa-zioni mitlitari, e domanda :

    quae causa, quis ul lusmentis antor sar:r is egit te credere coeptis ?ma non si ri ferisce mai a studi giuridici che I 'arnico abbiapotuto in passato coltivare. Quale sia stato questo sacrostudio A facile intendere : la fi losofia e la teologia, chenel Trecento erano bene nsiernecompenetrate,come quellescienze he studiavano1'uomoe Dio di: l1 'uomo ausaprima,studi f i losofici e teologici che da quell i natural i al lora noner,anomolto lontani.

    Comunque abbia o non abbia Marsilio studiato edinsegnato ad Orl!ans, noi lo ri troviamo nel r3r2 pro[es-sore e rettore della Sorbona a Parigi, atlrloracentro fa-mosissimo degli studi fi losofici e teologici ,). Di cid eprova sicura irl.secondo documento che delia vita delgrande Padovano ci resta : una sua ordinanza enranatacirca 1'uso del sigil lo universitario

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    L'ESt'ERtENZAPARIGTNAcuiuscunque modi magno sigi l lo Univer'sitatis deceterosigi l letur, nisi prius per Universitatem visa et perquisitafueri t examine di l igenti>'). Nd deve recarc i meravigl iache uno straniero sia divenuto professore e rettore in uuauniversiti francese, se si pensa che it l fenomeno non erararo, e che pre'decessoridi Marsilio erano stati propriotlue stranieri, Emerico di Danimarca e Nicola da Vienna.Dopo tre mesi di rettorato, secondo gli statuti uni-versitari, \Iarsi l io dovette lasciare la carica firronon edubbio che egli sia rimasto in Parigi ad insegnare e adesercitare la professione del dottor fisico forse per bentre anni .

    I l soggiorno parigino ebbe sul pensiero di Marsiliouna importanza maggiore che non quetltlopadovano. Iviegli conobbe nnanzi tutto quei tre uomini, ai cui nomiil suo d sempre unito : Ubertino da Casale, Michetle diCesena, Giovarrni d i Jandun 2), e con essi Gugl ielmoOckan 3), f igure tutte ben note e nel campo religioso enel campo propriamente fitlosofico. Quel che occorre no-tare d tla intrinsichezza acquisita con Giovanni da Jandun,che con tlui condivise I'amarezza delll 'esil io, e, a detta dialcuni, t la gloria di aver partecipato alia composizione delDe cnsor.

    Giovarrni ' ) uacque n Jandun, vi l laggio del1aChampa-gne, e, .superat i pr imi anni det l l 'adolescenza,assda Pa-l; FI . DBrvInB, Chartularium unit;eysitatis parisiensis, Parisiis,r89r, vol. II, p. r58. D errato quanto ritiene il Fasnrcrus che Marsil iosra stato rettore nello Studio di Vienna, come dimostra in nota al Fa-bricius stesso l di lui editore MeNsr: J.A.Fesnrcrus, Bibl iothecalat ina,editio prima italica a P. I. D. MeNsr, Patavii, 1754, vol. V, p. 33 e sg.-1 C. K. Bnerrprow, op. c i t . , p. 5o5 e sg.3) J. SuLLIIN, Maysiglio ol Padu.a and, Wiltiana of Ockarn, n Ame-rican histotical Reuiew.vol. II (1896-97), pp . 4o9 e sgg., 59 3 e sgg. Il Pa-PADoPULo,op. ci t . , tomg IT, p. r54, lo dice addir i t tura nominal ista:u n castris Nominaliurn stetit >.4) E. Rr:Nlrv, Aueyrois et I'Aueryoisme, troisi0me 6dition, Paris,r866, p. 339.

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    38 L.4. VITA DI MARSILIO DA PADOVAr ig i , ove si addottord in let terel ) . Uomo di svel ta edacuta intell igenza presto sali in gran fama, sia per tf n-segxamento ai quaie si dedicd, sia per lle dotte sue operedi filosofia 2). La filosofia greca era allora una novit)di moda, e Giovanni ne fu un carldodivulgatore. Il cu-rioso sta in cid che il Jandun afferma di essere stato ilprimo fua i docenti universitari a leggere il Commen-tar io a i Problemi d'Aristotele di Pietro d 'Abano a luifatto conoscere ( per ditlectissimum fileum magistrumMarsil ium ,de Padua , '). Cid ha lasciato cre,dereal L,a-bancan) che Giovanni si riconoscessediscepolo di N{ar-sil io. Pit giustamente osserva il Valois') che il tneunl,si riferisce a dilectissimun, e non a magistru,nx, e denotisolo affetto di arnico ad amico e non di scolaro a mae-stro; cid che d pit probabile pensandoche i l fr,ancese rasu per git coetaneodelf i tal iano, ed inoltre nel tempo di cuici occupiamo troppo noto come cultore di filosofia per averbisogno di apprendere gie maturo alla scuola di aitri.Da questo rnomento in poi rtl nome di N[arsilio ri-chiama sempre quello di Giorranni di Jandun. Nel r3r5,quando gi) quest'ultimo era m.aeister artium e docentenel collegio di Navarra fondato alcur'. i anni prima dallamoglie di Filippo ir l Bello, fu erletto papa, dopo un con-clave assai agitato, Giovanni XXII. Questi da Avignone

    l) Sulla vita di Giovanni vedi anche IlrrzrrR, W,idersacl2er, .55,ma soprattutto N. Velors, Jean de Jandun., p. Sz B e sgg. L'afierma-zione di molti, come per esempio di G. Auorsro, Diritto pubblico dellaChiesa e delle qenti cristiane, Roma, 1863, vol. II, pp . 57, 77 , ch e Gio-vanni sia stato professore dell'Universittr di Perugia e italiano 6 errata.2) L'enumerazione e l ' indicazione dei lavori di Giovanni di -landurrvedi in N. Verors, Jean de Jand,wn,p. 536 e sgg.3) E. RENIN, Aaerrois, p. 34o.4) B. LABANcI, Marsil io da Padoua, p. 74 .5) N. Verots, Jean de Jandun, p. 568, n. 4. Nota giustamente ilVeLots, Jean de Jandu,n, p. 554, n. 5, l 'errore in cui d incorso B. Le-BANcA, Marsil io d,a Padoaa, p. 74, nel credere che il l ibro fatto cono-scere da Marsil io a Giovanni fosse il Concil iator d,ifrerantiarunodi Prp-tno o'AseNo.

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    L,ESPERIENZA PARiGINA

    nomind canonico di Padova Marsilio e di Senlis Gio-vanni t). Lnzi sembra che la nomina dell ' i tal iano sidebba allle pressioni dei cardinaii Giai.'omo Stefaneschi eFrancesco Caetani 2). Non si sa poi nulla se i l nostrosia effettivamente tornato in patria, nd quanto dopo il r3r8,anno in cui fu investito del primo beneficio vacante t), t isia rimasto, nd che mai egli, medico e fi losofo, vi abbiafatto. Su tuttb cid regna mdlta incertezza, tanto chequalche studioso ha avanzato l'idea che rVarsitlio cano-nico nultla abbia a che fare con Marsillio gie rettore eprofessore universitario e futuro autore del Def ensor o).Modo agevole di rinunziare ad investigare le profoncle ra-gioni che indu,ssero il Padovano a divenire avversariodel pontefice avignonese, pensando che e$li non sia maistato legato al la Chiesa; ma non altrettanto faci lmenteci si pud sbrigare dalle deplorazioni di Giovanni XXII,i l quale, dopo [a pubblicazione derl l . lefensor pacis e tlafuga dei due suoi presunti autori Marsitlio e Giovanni, [ichiama immemori ed ingrati degli accettati benefici, ( ac-ceptorum beneficiorum immemores et ingrati, t).

    1) A. Tnowe.s, E.vtraits des archiues du l'atican pour seruir d l 'hi-stoire littiraire du rnoyen d,ge, n Mllanges d'archdologie et d'histoire, a. II(1882), pp . 448, 452; Vatihanische Ahten zur Deutschen Geschichte nder Zeit haiser Lud,wigs des Bayern Innsbruck, r89r, p.5, n.6.2) N. Valors,, fean de Jandun, p. 567;A. Tnoues, op. ci t . , inMClanges d'archCologieet d'histoire, a. II (1882), p. ++9. Ch i fossero idlre cardinali protettori di Marsilio d noto, com' d ben noto il loro amorealle lettere e alle arti: vedi a proposito E. i\IUNrz, Etudes sur l'histoiredes arts d. Rorne pendant le rnot,en dge, in ll,Iilanges d' aychCologi,eetd,'histoire,vol. I (r88r), p. rr3. Su l modo in cui Nlarsil io venne in rap-porto con questi due personaggi non si possono fare che delle congetture.3) S. RrEzt-eR., Vqtihanische Ahten, p. 66, n. roo.4) H. DrNtrrr, Chartularium, vol. II , p. r58, n. Il Tnolres, op. cit,.in l\fClanges d,'archlologie et d'histoire, vol. II (1882), p. 449, ritiene in-vece non esservi nessun dubbio che Nfarsilio autore scomunicato del Dc-lensor pacis sia la stessa persona con Marsilio canonico di Padova bene-ficato da Giovanni XXII.5) E. MARTiNB e U. DuneNo, Thesaunts noaus anecdotorunt. Lu-tetiae Parisiorum, r717, r'ol. II , p. 6SS.

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    4o LA VITA DI \IARSILIO DA PADOVARitorniarno a noi. Marsi l io, se davvero andd a Pa-

    dova per esercitarvi i l suo nuovo uffcio, non vi rimasecerto a lungo dopo i l r3r8. Gli anni r3r8-r _?2T ono pit)importanti della sua vita, ma purtroppo i piri oscuri,perchd non ci resta traccia della sua attivit i intel let-tuale, sebbene n essi si sia venuto maturando quel trat-tato a cui i ' ignoto medico doveva affidare tutta 1a suagloria. Perchd i,l fedele canonico sia diveuuto eretico efierissimo nemico delrlaChiesa, non sappiamo. Si d fan-tasticato a lungo su cid. Alcuno t) ha voluto pensare adun preteso viaggio di Marsilio ad Avignone, dov'egliebbe i? constatare, nd pii nd meno come L,utero aRoma, 7a corrazione ecclesiasticae f ingordigia dei pre-lati , per cui l 'animo suo, colne l'animo di molti ri for-matori, si volse al la purit i del la Chiesa primitiva. Masono mere costruzioni senza una base positiva ').Riconoscendoquindi I' impossibil ite di squarciare que-sto velo, notiamo soltanto che presto Marsilio dovette ri-tornare a Parigi, al centro che Io airpassiclnava,per ivieserci tarvi t la sua professiouedi medico3). La cris i dicoscienzache fa d 'un uomo rer l ig iosouna best ia del-l 'abisso infernatie,

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    L,ESPERIENZA PARIGINAtrasto tra papa Caetani e i l re di Francia ; ivr erano an-cora sullle bocche di tutti le parole deile tre famosissimebolle bonifaciane, rla prima delle quali Clericis laicos(tzg6) scomunicava senz'altro tutt i i principi che aves-sero imposto tributi agli ecclesiastici, nonchd gli eccle-siastici che l i ave-sseropagati ; la seconda Auscultafil i (r3or) poteva intendersi come una paterna ammo-nizione, ma insieme come una fiera rampogna controtutte 1e menomazioni dei diritti chiesastici per operadetltla ega,litA tla terza infine IJnanr, sarl.ctam(r3oz) com-pendiava le prime d'ue in una a'ltezzosa proclamazionedeil'universalit) sovrana del Papato, sintetizzata nelleben note parole : ( porro subesseRomano pontifici omnemhumanam creaturam declaramus ). A Parigi erano ancorvivi i terrnini ideali delia lotta, e certo si leggevanoancoragli infiniti scritti che i giuspubblicisti di Fitlippo ave-vano opposti contro le esigenzedi Roma t).

    Sicuramente Marsi l io dovette conoscerenerl lesue per-maf lenze a Parig i , s ia t ra i r l r3r2 e i t1 t3t6, s ia dopoil r3rB, questi scritti, e questi scritt i dovettero sul suopensiero esercitare un'alta influenza, che unita alt le gio-vanili indistrutt ibi l i esperienzepatavine circa i ma,li del' lostrapotere clerica[e, determinarono in tlui quella crisi equelllo sviluppo spiritua'le, che 1o portd a' l Def ensorpacis2).

    La Summaria brei;is et co tttpendiosa octrina d.eabbre-z, iat ione uelrarLlnL, laDisputat io inter n' t i l i temet clericum

    r ) Per la storia di questa famosissima controversia tra Stato eChiesa, che tanta importanza ebbe sul pensiero marsiliano, rimando alleseguenti opere : P. Dupuv, Histoire dw difrerend entre le Papa Boni-faceVIII et Phil ipbe le Bel, Paris, 1655; A. Berr,mr. Histoire des di-mlkz du pape Bonilace VIII atec Philippe le Bel, rci de France, Paris,r7r8; A. B. Cnnrsropse, Histoire de la papautC pendant le X_IVesiCcle,P-aris, 8s3, vol. I , p.gz e sgg; J. Rrvrinn, Le probldmede l 'Egtise et det'Etat eu lernps de Philippe le Bel, Paris, 1926.2) G. BoNrr MeuRv, op. cit., p. 96.

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    42 I,A VITA DI NITRSILIO D.{ PADOVAsuper potestate, l De recuperat ione e roe sanctae,opercprobabilmente ,di Pietro Dubois

    t),l 'anonima Questio depotestatepapae, 1l Tractatus de potestate reg' ia et papal i

    di Giovanni da Parigi, tla Quaestio in tttramque partemdisputata de potestate regia et pontif ical i d'atttore ancoranon bene 'determinato, non poterono non influire, comeci sforzeremo di dimostrare nell 'esame dell 'opera mar-sil iana, sul suo spiri to t). E che cosi sia realmente 1odimostra i l fatto che nel Delensor f>acis, mentre soloappena si pud trovare un accenno alle lotte del Co-mune di Padova contro i l clero t), le tirate contro Bc.r-nifacio e i suoi successorisono frequentissime : i l che vuoldire che [e pretese deltla curia pontificia contro la regalit)e tl 'autonomia francese 1o impressionarono cosi altamenteda porre in secondaria lluce ogni altra esperienza pdli-t ica, sia quella patavina, sia quella pit recente, per llaquale componeva i' l suo trattato, la lotta di Giovanni XXIIcontro Ludovico IV di Baviera. Aggiungiamo a cid, colRuffini Avondo, che in Parigi non v'era

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    L.{ CO){POSiZIONE DEL ( DEFENSOR I'ACIS IUna questione gravissima d queri ladel,la composizionedel Def ensor pacis, ajlla quale dovette certo partecipare

    almeno indirettamente Giovanni di Jandun. Gii studiosisi divi'dono in due campi : da un lato abbiamo i l Fried-berg' ) , i l Labanca2), i l Sul l ivan 3), i quai i non esi tanoa negare all Jandun ogni partecipazioneall 'opera che nonsia quellia di mero copista o di confidente circa ia suastruttura e contenenza, che in un certo tempo dovetteroessere tenute segrete dall 'altro, i l Valois n) che nel la-voro vuole attribuire al francese una parte per to menouguale a quel la delt l ' tal iano. Altr i , colne 1'autoi :evoleRiezler 5),i l Nlel 'er u), i l Neander ), 1'Atger 8), credonoche i l primo pii o meno abbia coilaborato al lavoro dii \{arsi l io, ma che a quest' uit irno spetti 1'onore di averdato al mondo il pit formidabiie trattato politico derlrl 'evomedio.

    Gli ultimi e pi i acuti studiosi del.Dclensor ne riven-dicano senzaesitazionee timore di errare alf i tal iano f in-tera ed esclusiva paternit i . L' arnericano Emerton e),giudice imparziale, e percid affatto schivo di velleiti na-

    1) E. FnteDBERG, Die nrittelalterl ichctt I.ehren iiber da s Veyhtiltnissaon Staat und Kirche, Letpzig, 1874, parte II , p. 25, n.2.2) B. LABANC!', Malsil io da Padoua, p. rr7 e sgg.3) J. SuLLwrx, I/Iarsiglio of Padua, p. 4r2. Il Vnr,enl, l l larsil ioda Padoua. p. 8, non si pronuncia esplicitamente, ma mostra di cre.dere Marsil io l 'unico autore del Defensor.a1 La tesi del Var,ors appare dallo stesso titolo del suo studio, Jeande Jand,'un et Marsile de Padoue auleurs du u Delensor pacis r: vedip. 57r e sgg. Cosi pure R. JuNcrteNN, Dissezlationesselectae n historiantecclesiastican'r,Ratisbona, r886, vol. VI, p. r86, il quale dice che ilDcfenscr pacis

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    44 i .A VITA DI XIARSILIO DA PADOV.{ziona'listiche, ne1 suo recente volume marsiliano criticaex prolesso la tesi deil Valois.L'opera del Jarrdun d assai vasta i fr&, se la riguar-diamo nel suo complesso, essa presenta un carattere pre-valentemente specufiativo e metafisico, e ripugna adogni problema politico ed ecc'lesiastico.Essa ci si mani-festa un po't inta di mite scetticismo e il suo argomentopreferito ! t l 'annosa questione de'lla realt) degli univer-sali . Invero d difficile trovare un'identite di giudizio filo-sofico e politico tra la produzione di Marsit l io e quella diGiovanni : percid 1o stesso Valois si basa su argomentitutt 'estrinseci al ' la materia derl le opere dei suoi dueautori.

    Gl i argomenti del Valois ' ), discussi ampiamente dal-11'Emerton,sono in sostanza quattro. Abbiamo in primoluogo un poema trecentesco, De Ba' ' 'ar i apostasia2), i1quale unisce in.sienre nomi di tr{ar,si l io e di Jandun egenericamente Ili dice serpentini {emhti, autori di codi-ci l los, cartulas et l ibel los e di fa' ls i cornment i sopra test ia loro not i : l 'Emerton in cid vede solo un'al lusione ailavori fi losofici del francese, commentatore d'Aristotele ;e giustamente nota che del Dclensor pacis non si parla,nd si accenna ad una presunta cotl labora ione. In secondoluogo abbiamo il francese continuatore della C'ronica diGugl ielmo di Nangis, che, descrivendo 'arr ivo di NIar-sit l io a Norimberga, nota 'la compagnia inseparabile diJandun: ma anche qui nessun accennoa\ Dclcnsor e arl-t l 'operacomune. Possediamoancora un processoeret icale

    1) N. VALots, Jean de Jandun, p. 572.2) Pubblicato da Omo CenrELLrFrRr, in ltieues Aychiu dey Gesell-schalt l i ir allere deutsclteGesch.ichthunde,vol. XV (r9oo;, p. 7rz e sgg.Vedi anche 1o scr i t to di A. D'AxcoNe, La poesia pol i l ica ital iana aitempi di Lodouico il Beuaro, stampato in Varietd stoyiche e letterarie,serie seconda, NIilano, 1885, pp. 75-rr3, in appendice al quale b ripro-dotta ia citata poesia Conlya Ludouicunt Eauqrioyum imperatorent,.

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    LA COMPOSIZIONE DEL ( DEFENSOR PACIS Dcontro Francesco di Venezia, studente alla Sorbona efomulu,s del Padovano,accusatodi complicit) col suo mae-stro e con Giovanni dop la loro fuga in Germania : itlgiovane in esso dichiara che soli Nfarsii io e Jandun com-posero quel certo l ibro incriminato, che egii pii tardiseppe contenere degli errori, ma di cu i ignord sempre itlreale contenuto, chd altrimenti, secondo l suo dovere, loavrebbe'denunciato t). Infine vi d 'la bolla di scomunica,che Giovanni XXII scaglid contro i due canonici eretici,in cui si accenna ad un certo libro che essi presentaronoatlf mperatore e che forniva a questo ragioni per resisterecontro lla sede papale.

    Questi sono $l i argomenti che si possono addurre persostenere la tesi di una collaborazione di Giovanni diJandun al Delensor pacis, nra evidentemente sono troppoesigui. Si tratta di testi contemporanei che o non parlanopunto detl Delensor e deila partecipazione di Giovanni,o che vi parlano indirettamente senza entrare in meritocirca tl 'appartenenza. In quanto a questi ultimi, ciod itesti che accennano all l 'opera imputata, la deposizione diFrancesco di Venezia e la bolla di scomunica, l 'appuntofatto al Jandun pud bene riguardare le sue personaliopinioni, rivelatesi anche con lla fuga presso Ludovico ilBavaro, senza bisogno che esse si siano espressenetl trat-tato.

    Nd si puir ammettere un'att ivite di Giovanni di Jandunsubordinata a quell la di Marsi i io. Egli era un uomo ditroppo elevata cultura, troppo consapevole di sA e dei suoimerit i , per porsi a$li ordini di un'altra persona e lavo-rare per essa'). E una vdlta concessaquesta partecipa-

    1) S. Rer.uzrus, Il iscel,laneoru.m ,ibri, Parisiis, r628, vol. I, p. 31 3lcitato appresso).2) G. ProvANo, op. cit., p. 16z. Il Piovano critica la tesi di co-Ioro che