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F E R T I L I Z Z A R E C O N I L C O M P O S T I risultati del progetto Valorizzazione di compost certificato per l’agricoltura biologica

FERTILIZZARE CON IL COMPOST - Provincia di Torino · determinare, al momento dell’impiego del prodotto, effetti tossici nei confronti delle specie vegetali e di alcuni gruppi di

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FERTILIZZARECON IL COMPOST

I risultati del progettoValorizzazione di compost certificato

per l’agricoltura biologica

FERTILIZZARECON IL COMPOST

I risultati del progettoValorizzazione di compost certificato

per l’agricoltura biologica

Fertilizzare con il composti risultati del progettoValorizzazione di compost certificato per l’agricoltura biologica

Area Attività produttiveServizio Agricoltura – Dirigente: Antonio Parrini

Area Sviluppo Sostenibile e Pianificazione AmbientaleServizio Pianificazione Sviluppo Sostenibile e Ciclo Integratodei Rifiuti – Dirigente: Giorgio GolloCorso Inghilterra 7/9 – 10138 Torinowww.provincia.torino.it

Associazione italiana per l’agricoltura biologicavia Italia 45, Cascina Nuova, 10071 Borgaro Torinese (TO)www.aiab.piemonte.it

Centro di Competenza per l’Innovazione in campo Agro-ambientaleVia Leonardo da Vinci 44, 10095 Grugliasco (TO)www.agroinnova.org

Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologicavia S. Vincenzo 48, 10060 Bibiana (TO)www.provincia.torino.it/agrimont/crab/

Testi di Enrico Accorsi, Francesco Beldì, Ursula Gamba, GiovannaGilardi, Massimo Pinna. Supervisione: Elena Pedon, Tiziana Pia,Annalisa TurchiResponsabile scientifico: Maria Lodovica GullinoFotografie di Acea Pinerolese Industriale spa, Agroinnova,Francesco Beldì, Crab s.c.r.l., Provincia di TorinoCartografie: CSI PiemonteProgetto grafico e impaginazione: la fotocomposizione - TorinoStampato presso: Tipografia “La Grafica Nuova”, TorinoFinito di stampare nel mese di Marzo 2009

Questa pubblicazione è realizzata nell’ambito del progetto “Valorizzazionedi compost certificato per l’agricoltura biologica” finanziato dalla RegionePiemonte

Questa pubblicazione è stata stampata su carta con certificazione di qualità ecolo-gica Ecolabel. I contenuti sono riproducibili citando la fonte.

3presentazione

Indice

P pag. 4 Premessa

1capitolo pag. 5 Il compost

2capitolo pag. 8 Le analisi e le certificazionidell’ammendante compostato

3capitolo pag. 12 Importanza della sostanzaorganica nel suolo

4capitolo pag. 19 Il compost e la repressività

5capitolo pag. 23 Fertilizzare con il compost

6capitolo pag. 30 I rischi dell’utilizzo del compost

7capitolopag. 34 Il compost e gli agricoltori

pag. 40 Glossariopag. 44 I partner del progettopag. 47 Fertilizzare con il compost

4

Premessa

Q uesta pubblicazione nasce a conclusione del progetto “Valorizzazione di com-post certificato per l'agricoltura biologica” realizzato con il finanziamento dellaRegione Piemonte e con il supporto tecnico scientifico della Provincia di Torino.

Gli obbiettivi del progetto erano molteplici:• la valutazione degli effetti fertilizzanti del compost,• la caratterizzazione qualitativa dei compost con particolare riferimento

alle loro caratteristiche repressive,• l'analisi degli aspetti economico-organizzativi dell'impiego del compost

in azienda, • la divulgazione dei risultati ottenuti.

La realizzazione del progetto ha coinvolto:

per il coordinamento delle attività, le analisi sull'impiego del compost nelleaziende agricole e le valutazioni economiche sull'uso del compost,

per le prove in campo e in serra sulle capacità repressive del compost e la rea-lizzazione di molti dei test condotti sulla qualità del compost,

per la sperimentazione in pieno campo sugli effetti fertilizzanti del compost.L’ambito di interesse del progetto è l’agricoltura biologica, perché questo tipo diagricoltura attribuisce una particolare importanza alla fertilizzazione organica,ma i risultati ottenuti sono un patrimonio comune a cui potranno attingereanche gli agricoltori che adottano le pratiche convenzionali.

premessa

5

Il compost

IL compost è il risultato di un processo aerobico di trasformazione degliscarti organici di origine diversa in un prodotto biologicamente stabile1.

In presenza di ossigeno qualsiasi sostanza organica, per effetto dellaflora microbica presente nell’ambiente, subisce la medesima trasforma-zione. Gli impianti di compostaggio permettono di controllare e accele-rare questo processo naturale.Il processo di compostaggio si compone essenzialmente di due fasi:

• bio-ossidazione, nella quale si ha l’igienizzazione della massa:questa fase è caratterizzata da intensi processi di decomposizio-ne delle componenti organiche più facilmente degradabili, cheinducono un innalzamento termico tale da comportare una si-multanea igienizzazione della massa;

il compost

1capitolo

1 Centemero M., Zanardi W. (2008) “Compost.... per chi vuole bene alla terra”, a curadel Consorzio Italiano Compostatori

Cumuli in maturazione accelerata

6

• maturazione, durante la quale il prodotto si stabilizza: questafase è caratterizzata da processi di trasformazione della sostanzaorganica con formazione di sostanze umiche.

Il compost è classificato come “ammendante”, perché è “un materiale daaggiungere al suolo in situ, principalmente per conservarne o migliorarne lecaratteristiche fisiche e/o l'attività biologica” 2.

In commercio si possono trovare:– ammendante compostato verde (ACV): “prodotto attraverso un processodi trasformazione e stabilizzazione controllato di matrici organiche quali scarti

il compost

Lotto di compost in maturazione lenta

2 D.Lgs. 217 del 29 aprile 2006

7

della manutenzione del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti diorigine vegetale, con esclusione di alghe e altre piante marine”2;– ammendante compostato misto (ACM): “ottenuto attraverso un proces-so di trasformazione e stabilizzazione di residui organici, quali la frazione orga-nica dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU) proveniente da raccolta differenziata,rifiuti di origine animale (compresi liquami zootecnici), rifiuti di attivitàagroindustriali, scarti della lavorazione del legno e del tessile naturale non trat-tati, da reflui e fanghi, oltre che dalle matrici previste per l’ammendante com-postato verde”2.ACM ed ACV si distinguono quindi per il tipo di matrici impiegabili nelcompostaggio.Per poter impiegare ACM e ACV in agricoltura biologica, le matrici dipartenza devono far parte dell’allegato I del Reg. CE 889/2008.

il compost

8 Analisi e certificazioni dell’ammendante

Le analisi e le certificazionidell’ammendante compostato

LA legge che disciplina la vendita di fertilizzanti in Italia (D.Lgs. 217del 2006) prevede che, per ottenere un ammendante compostato, lematrici siano sottoposte a processi di igienizzazione, vale a dire che

siano mantenute ad una temperatura minima di 55 °C per almeno tregiorni. La legge non prevede invece requisiti relativi al grado di umifi-cazione della sostanza organica. Occorre tuttavia tener presente che un’umificazione insufficiente puòdeterminare, al momento dell’impiego del prodotto, effetti tossici neiconfronti delle specie vegetali e di alcuni gruppi di organismi del suolo.Tra le attività previste dal progetto sono state realizzati, nel periodo 2006-2008, test ed analisi atti a valutare la qualità degli ammendanti compo-stati impiegati nelle prove di campo.

In particolare sono stati utilizzati:• test di germinazione e test di accrescimento, applicando le pro-

cedure analitiche previste dalla Norma Italiana UNI 10780;• metodo Solvita®;• analisi del tasso, del grado e dell’indice di umificazione;• metodo oxytop®.

Le caratteristiche agronomiche degli ammendanti compostati dipendo-no essenzialmente dalle matrici di partenza e dal processo di trasforma-zione subito. I fattori che influiscono sul processo di compostaggio, reciprocamenteinterdipendenti, sono la temperatura, l’umidità e l’aerazione della massain trasformazione; un controllo accurato e continuo di questi parametri

2capitolo

9Analisi e certificazioni dell’ammendante

permette di intervenire sul processo in caso di necessità.Oltre al controllo di processo, i compostatori eseguono saggi analitici sulprodotto finito, per verificare che il compost ottenuto risponda ai requi-siti di legge in termini di:

• presenza di potenziali patogeni per l’uomo e le piante;• presenza di inerti (cioè materiali indesiderabili come vetro, pla-

stiche, tessuti e altro);• presenza di alcuni metalli pesanti (Zn, Cu, Pb, Ni, Hg, Cd e Cr VI).

Nel caso le analisi evidenzino una non conformità ai parametri stabilitidalla legge il prodotto non può essere impiegato in agricoltura.

In Piemonte esistono diversi impianti che trattano adeguatamente la matri-ce organica ottenendo un compost che possiede le caratteristiche richieste.Alcuni compostatori, per dare maggiori garanzie sulla qualità del pro-prio compost, hanno deciso di aderire a sistemi di certificazione.Il marchio “Compost CIC” e il marchio “consigliato AIAB”, rilasciati ri-spettivamente dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) e dall’Associa-zione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB), sono i due sistemi dicertificazione più diffusi.Il sistema di certificazione per il marchio “Compost CIC “è stato istitui-to “come strumento utile sia ai produttori di ammendante compostato qualifi-

Test di accrescimento

10

cati e competenti al fine di monitorare la produzione e la qualità del prodotto, siaai consumatori potenziali per verificare la qualità dell’ammendante richiesto e/outilizzato 3”. Attualmente (marzo 2009) i quantitativi di compost che pro-vengono da impianti certificati rappresentano circa il 20% della produ-zione italiana 4.Il marchio “Compost CIC” attesta che:

1. l’ACM o l’ACV certificati corrispondono a quanto stabilito dalD.Lgs. 217/2006;

2. gli impianti da cui provengono detti ammendanti sono costante-mente monitorati attraverso un processo di audit aziendale e unaserie di campionamenti ed analisi.

Analisi e certificazioni dell’ammendante

3 M. Centemero (2003 ) “Assegnazione del marchio di qualità all’ammendante compo-stato - Regolamento”, a cura di Consorzio Italiano Compostatori

4 http://compost.it/index.php?option=com_content&task=view&id=18&Itemid=31(marzo2009)

Identificazione di partita e lotti

Il marchio “consigliato AIAB”:– prevede la verifica dell’ammissibilità, ai sensi del Regolamento CE sul-l’agricoltura biologica, delle matrici di partenza;– stabilisce che il compost sia altamente umificato;– fissa, per il prodotto finale, dei limiti nel contenuto in metalli pesantipiù restrittivi rispetto a quanto previsto dalla normativa italiana sui fer-tilizzanti 5.

11Analisi e certificazioni dell’ammendante

5 AA.VV. (2008) “Condizioni di ammissibilità all’impiego del marchio ‘consigliato AIAB’per i fertilizzanti compostati o derivati da effluenti animali”, a cura di AIAB

12 Sostanza organica nel suolo

Importanza della sostanzaorganica nel suolo

LA fertilità di un terreno è la condizione in cui, in un suolo ricco di hu-mus, la crescita delle piante procede rapidamente, senza ostacoli,condizione tale da soddisfare le necessità delle piante che in esso si

sviluppano e da fornire una buona produttività6.Un terreno è fertile quando dispone di elementi nutritivi, acqua, ossige-no e microrganismi che soddisfano i suddetti requisiti. Ma la fertilità puòridursi fino al limite in cui il terreno diviene inospitale, nonostante l’im-piego di concimi ed altri mezzi di produzione. In queste condizioni siverifica il fenomeno della “desertificazione dei suoli” 7.Il Comitato Nazionale per la Lotta alla Desertificazione istituito presso ilMinistero dell’ambiente e della tutela del territorio stima che il 5,5% deisuoli italiani sia a rischio di desertificazione e che tale percentuale stiaaumentando nel tempo 8.

La sostanza organica permette di migliorare la struttura del terreno – inparticolare l’equilibrio fra macro e micropori – e la vivibilità stessa diquel suolo 9. Inoltre la sua decomposizione, con la successiva liberazione

6 Zucconi F. (1996) “Declino del suolo e stanchezza del terreno”, Ed. Spazio verde,Padova

7 ibidem8 AA.VV. (2005), “Relazione sullo stato dell’ambiente 2005”, a cura del Ministero del-

l’ambiente e della tutela del territorio, pp. 165-1689 Pagliai M., Vignozzi N., Pellegrini S., Papini N., Andrenelli M.C., Brandi G. (2006)

“Dinamica della sostanza organica ed effetti sulle caratteristiche fisiche del suolo”, in“Impiego in agricoltura di ammendanti compostati – Risultati di sei anni di speri-mentazioni”, CRPA, Reggio Emilia

3capitolo

13Sostanza organica nel suolo

10 Zucconi F. (1996) “Declino del suolo e stanchezza del terreno”, Ed. Spazio verde, Padova11 Conte L. (rielaborato da Costantini E.) (2006) “La gestione del suolo in agricoltura

biologica”, Regione Veneto – Veneto Agricoltura12 Vizioli V. (2001) “Conversione al biologico”, Edizioni AIAB

nella soluzione circolante di macro e microelementi, è fondamentale perla crescita delle piante.

Il prof. Zucconi, già docente della Facoltà di agraria di Ancona e ricono-sciuto tra i massimi esperti italiani in materia, nel suo “Declino del suoloe stanchezza del terreno” 10 scrive che “percentuali del 3-5% di humus per-mettono produzioni elevate con pochi implementi esterni. Se invece la sostanzaorganica scende sotto all’1% iniziano a manifestarsi fenomeni di desertificazio-ne, ridotta coltivabilità anche con input esterni e un forte danno per l’uso degliimplementi”.

Alcune pratiche agricole accelerano la mineralizzazione della sostanzaorganica; in questa direzione agiscono, in primo luogo, le lavorazioni delterreno che, arieggiando il suolo, aumentano la mineralizzazionedell’humus e, di conseguenza, la perdita di sostanza organica. Lo stessoeffetto è provocato anche dall’eccessivo impiego di concimi azotatiminerali. Nell’ecosistema agricolo a differenza di quanto accade negliecosistemi naturali, l’uomo allontana con la raccolta una parte dellasostanza organica che si forma durante la coltivazione.

L’agricoltore, quindi, deve intervenire per ripristinare la sostanza orga-nica e contrastare la perdita di fertilità dei suoli. A tal fine è necessarioutilizzare letame o compost, oppure interrare sovesci e residui colturali.L’impiego di altri fertilizzanti organici può solo contribuire a contrasta-re in piccola parte le perdite, per l’eccessivo apporto di azoto rispetto alcarbonio e/o per il loro costo.Le attuali conoscenze mettono in relazione la mineralizzazione dellasostanza organica con la granulometria del suolo attraverso la definizionedi un “coefficiente di mineralizzazione” K2. Alcuni autori hanno stimatola perdita di humus in un ordine di grandezza pari a 1-2 t/ha/anno11-12.

14 Sostanza organica nel suolo

Sulla base di quanto appena illustrato, nell’ambito del progetto “Va-lorizzazione di compost certificato per l’agricoltura biologica”, AIAB haconfrontato la fertilizzazione finalizzata alla reintegrazione della sostan-za organica, impiegando rispettivamente il compost prodotto pressol’impianto di Acea Pinerolese Industriale SpA, il letame e un compostgenerico, analizzandone i costi di impiego. La tabella 1 mette a confronto la capacità del letame e dei compost dievolversi in sostanza organica umificata.

Tabella 1 – Resa in carbonio umificato e in sostanza organica umificata del composte del letame

PRODOTTOC Umidità Coefficiente Carbonio s.o.

organico Umificazione organico umificataumificato

% S.S. % t.q. K1 kg/t t.q. kg/t t.q.

compost ACEA (1) 28 28 30 60 105

letame lettiera permanente (2) 30 75 30 23 39

compost (3) 20 35 30 39 66

(1) Dati riferiti alla media dei valori riscontrati nelle analisi condotte nell’ambito del progetto “Valorizzazione del com-post di qualità per l’agricoltura biologica” (2006-2007)(2) Fonte:“Recupero e utilizzo dei rifiuti organici in agricoltura” – Prov. di Forlì (1995)(3) Fonte Centemero, Zanardi, “Gli impieghi del compost di qualità in Italia”, in Compost di qualità, annuario 2006-2007, Il verde editoriale

La base del calcolo è data dal fertilizzante tal quale, cioè nelle condizioniin cui viene acquistato dall’agricoltore. La differenza fra i fertilizzanti sca-turisce dal diverso contenuto in acqua che, nel letame, è pari a circa il 75%.Il risultato è che, per apportare al suolo 1 tonnellata di humus, cioè perreintegrare quanto perso ogni anno in un ettaro a seguito dei processi dimineralizzazione, bisognerà utilizzare 10 t di compost ACEA oppure 25t di letame oppure 16 t di compost generico.Stabilite le quantità di fertilizzante da utilizzare per restituire al suolo lamedesima quantità di sostanza organica sono stati calcolati i costi di talioperazioni.

15Sostanza organica nel suolo

Per il costo dei fertilizzanti si è fatto riferimento al prezzo di mercato delcompost sfuso (ammendante compostato misto) di Acea PineroleseIndustriale SpA, mentre il prezzo del letame è stato determinato calco-lando la media dei prezzi indicati dagli agricoltori in un’indagine ese-guita nel Pinerolese.Per i costi di trasporto si è fatto riferimento a quelli applicati dalla dittadi autotrasporti convenzionata con Acea Pinerolese Industriale SpA peril trasporto del compost a 20 km di distanza dall’impianto, pari a 55 euroa viaggio.Considerando che gli automezzi impiegati per il trasporto hanno unacapacità di carico di 7 t sono stati conteggiati:– due viaggi per trasportare le 10 t di compost ACEA;– quattro viaggi per trasportare le 25 t di letame;– tre viaggi per trasportare le 16 t di compost generico.

Tabella 2 – Confronto dei costi fra compost e letame (per apportare 1 t di humus)

COSTO (in €)PRODOTTO Quantità Costo unitario Costo

utilizzata (t) fertilizzante(€/t) fertilizzante Trasporto Spandimento

TOTALE

compost ACEA (1) 10 22 220 110 78 408

letame lettierapermanente (2) 25 24 600 220 154 974

compost (3) 16 22 352 165 125 642

(1) Dati riferiti alla media dei valori riscontrati nelle analisi condotte nell’ambito del progetto“Valorizzazione del compost di qualità per l’agricoltura biologica” (2006-2007)(2) Fonte: Recupero e utilizzo dei rifiuti organici in agricoltura – Prov. di Forlì (1995)(3) Fonte: Centemero, Zanardi, “Gli impieghi del compost di qualità in Italia”, in Compost di qualità, annua-rio 2006-2007, Il verde editoriale

16 Sostanza organica nel suolo

Per i costi di spandimento sono stati utilizzati dati forniti da UNIMA 13

(Unione Nazionale Imprese di Meccanizzazione Agricola); tali dati indi-cano un costo orario di spandimento pari a 86,00 € e una capacità di dis-tribuzione pari a 11 t/ora per il compost e 14 t/ora per il letame.

Alle condizioni considerate il costo per reintegrare una tonnellata disostanza organica è pari a:– 408 € utilizzando il compost di Acea Pinerolese, – 974 € utilizzando il letame,– 642 € utilizzando un compost generico.

L’utilizzo del compost al posto del letame comporta un risparmio tra il35% e il 60% (rispettivamente utilizzando un compost generico o di AceaPinerolese).

Per completare il quadro della valutazione economica l’analisi è stataestesa agli apporti di elementi nutritivi.La tabella 3 riporta i contenuti in azoto, fosforo e potassio dei fertilizzanticonfrontati.

13 I dati sono stati forniti dal responsabile tecnico di UNIMA dott. agr. Uberto Frondonie sono stati ricavati sulla base di una ricerca condotta da UNIMA con il CRPA diReggio Emilia

Tabella 3 – Contenuto in macroelementi di compost e letami

FERTILIZZANTECONTENUTO in %

N P205 K2O

compost ACEA (1) 1,2 0,5 0,7

letame lettiera permanente (2) 0,5 0,25 0,65

compost (3) 1,5 0,4 0,7

(1) Dati riferiti alla media dei valori riscontrati nelle analisi condotte nell’ambito del progetto “Valorizzazione del com-post di qualità per l’agricoltura biologica” (2006-2007)(2) Dati tratti da Giardini L.,“Agronomia generale”, Patron Editore, 1986(3) Fonte: Centemero, Zanardi,“Gli mpieghi del compost di qualità in Italia”, in Compost di qualità, annuario 2006-2007, Il verde editoriale

17

A parità di sostanza organica reintegrata, le quantità di elementi mine-rali apportati variano come da tabella 4.

L’apporto di azoto risulta essere dello stesso ordine di grandezza nelcaso del compost Acea e del letame, mentre è pari a circa il doppio nelcaso del compost generico.L’apporto di fosforo risulta essere dello stesso ordine di grandezza per illetame e il compost generico, mentre è inferiore del 25% per il compostAcea.Per il potassio gli apporti con il letame risultano essere sempre superio-ri agli apporti determinati dall’impiego di compost.Questi valori comunque devono essere considerati con una certa caute-la, a causa della marcata eterogeneità dei letami e dei compost comeriportato in letteratura.È opportuno, infine, ricordare che solo una parte degli elementi nutriti-vi apportati con il letame e con il compost vengono resi disponibili per

Sostanza organica nel suolo

Tabella 4 – Apporti di macroelementi a parità di apporto di humus

FERTILIZZANTE

Quantità APPORTOapportata (in kg)

(in t tal quale)

N P205 K2O

compost ACEA (1) 10 120 50 70

letame lettiera permanente (2) 25 125 63 163

compost (3) 16 240 64 112

(1) Fonte: dati analitici(2) Dati tratti da Giardini L.,“Agronomia generale”, Patron Editore, 1986(3) Fonte: Centemero, Zanardi, “Gli impieghi del compost di qualità in Italia”, in Compost di qualità, annuario 2006-2007, Il verde editoriale

18 Sostanza organica nel suolo

la coltura già nel primo anno 14, mentre la restante parte viene liberatanegli anni successivi.

Oltre a migliorare la fertilità del suolo, l’utilizzo di fertilizzanti organicicontribuisce a mitigare gli effetti del riscaldamento del pianeta.Indagando sul ruolo che il suolo potrebbe avere nel contribuire a “seque-strare” CO2, è stato calcolato 15 che, se si aumentasse dello 0,15% il teno-re di sostanza organica in tutti i suoli italiani, si riuscirebbe a immobiliz-zare nei terreni agrari una quantità di CO2 corrispondente alle emissio-ni complessive annuali dell’Italia.Dal momento che l’effetto serra è determinato primariamente dall’au-mento del tenore di biossido di carbonio nell’atmosfera, “immagazzina-re” carbonio a lento rilascio all’interno del suolo (usando fertilizzantiorganici che sono in gran parte costituiti da composti carboniosi) puòfornire un contributo positivo all’ambiente.

14 La quantità effettivamente resa disponibile dipende da svariati fattori, fra i quali iltipo di fertilizzante e la granulometria del terreno. Il Regolamento regionale 10/Rapprovato con D.P.G.R. 29 ottobre 2007 indica valori variabili dal 24 all’84%

15 Giovanni Toderi (2005) Comunicazione “Il ruolo dell’agricoltura” nel Convegno “Ilprotocollo di Kyoto: il ruolo dei suoli nella cattura della CO2 atmosferica”, Bologna11 novembre 2005

19compost e repressività

Il compost e la repressività

I terreni repressivi sono stati definiti come “quei terreni nei quali il pato-geno non riesce a stabilirsi o persistere, oppure causa solo danni lievi o non licausa affatto, o provoca danni per un periodo temporale limitato, nonostante

continui ad essere presente nel suolo e nonostante la coltivazione di ospitisuscettibili e/o la presenza di condizioni pedologiche e ambientali favorevoliall’espressione della malattia”16.Il fenomeno della repressività può avere origine chimico-fisica, quandolegato a specifiche caratteristiche del suolo, oppure microbiologica, inseguito alla presenza di microrganismi capaci di contenere i danni cau-sati da alcuni patogeni tellurici oppure avere entrambe le origini. Alcuni compost, siano essi addizionati al suolo o impiegati tal quali co-me componenti di substrati per le colture in vaso, possono svolgere atti-vità repressiva nei confronti dei patogeni tellurici, rendendo così estre-mamente interessante il loro utilizzo nel settore orto-floricolo. In bibliografia scientifica è riportato il positivo effetto dei compost nei con-fronti di patogeni terricoli quali Pythium spp., Phytophthora spp., Fusariumoxysporum, Rhizoctonia solani e Sclerotinia sclerotiorum in vari sistemi coltu-rali; tuttavia la capacità repressiva di un suolo o di un substrato è spessocircoscritta a uno o ad un ristretto gruppo di patogeni terricoli. La ricca microflora che ricolonizza il cumulo di compost in seguito alla fasetermofila del processo di compostaggio è la causa principale di tale attivi-tà repressiva ed inoltre è strettamente legata al tipo di rifiuti impiegati perprodurlo, i quali possono poi condizionare la microflora del substrato in

16 Cook, R.J., Baker, K.F. (1983) “The nature and practice of biological control of plantpathogens”, St. Paul, MN: American Phytopathology Society, pp. 539

4capitolo

20 compost e repressività

modo tale che non sempresono presenti degli antago-nisti specifici nei confrontidi alcuni patogeni. A fronte di queste conside-razioni, la capacità repressi-va dei compost potrebbeessere aumentata e in qual-che modo resa costante at-traverso l’impiego di mi-crorganismi antagonisti adessi addizionati.Fra il 2005 e il 2008 pressoAgroinnova - Università de-gli Studi di Torino è stato

svolto uno studio sulla repressività dell’ammendante compostato verde(autorizzato in agricoltura biologica) proveniente da Acea Pinerolese neiconfronti di Phytophthora nicotianae e P. capsici agenti del marciume basa-le rispettivamente su pomodoro, zucchino e peperone.Tale substrato è stato utilizzato in miscela al 40% (volume/volume) conun ammendante torboso commerciale e arricchito con microrganismiantagonisti registrati in Italia, operando in presenza dell’inoculazioneartificiale del patogeno in condizioni controllate presso la serra ferro/vetro di Agroinnova (Tab. 5 e 6).La valutazione della capacità repressiva dell’ammendante compostato ver-de è stata svolta anche su peperone coltivato in tunnel e in pieno campopresso un’azienda di Carmagnola, già interessata da gravi problemi fito-patologici causati da P. capsici. I formulati a base di microrganismi sonostati impiegati secondo le indicazioni riportate in etichetta.Da quanto emerso in condizioni controllate, il compost testato ha mo-strato buone capacità repressive naturali nei confronti di P. nicotianae(Tab. 5), mentre inferiori sono risultate le sue capacità nel contenimentodegli attacchi di P. capsici su zucchino (Tab. 6).Nel corso della prova in campo non sono stati evidenziati specifici effettidi repressività naturale o indotta dei diversi trattamenti sugli attacchi diP. capsici su peperone rispetto a quanto osservato nel testimone aziendale.

Prova di repressività su zucchino

21compost e repressività

Tabella 5 – Protocollo sperimentale adottato nelle prove di lotta a P. nicotianae supomodoro cv Cuore di bue condotta in condizioni controllate di serra (Grugliasco, 2007)

Substrato FormulatoDose

Percentuale di repressivitàg/l

Prova 1 Prova 2

Compost ACM BIO Rootshield 2 – – 90,5 ab*Compost ACM BIO Rootshield 4 70,3 ab* 46,9 abCompost ACM BIO TV1 2 98,7 a 96,0 aCompost ACM BIO TV1 4 59,7 ab 72,6 abCompost ACM BIO Remedier 2 100,0 a 87,1 abCompost ACM BIO Remedier 4 90,0 ab 56,7 abCompost ACM BIO Testimone inoculato – 95,0 ab 89,8 abCompost ACM BIO Testimone non inoculato – 100,0 a 96,4 aTorba Tecno 2* Testimone inoculato – 0,0 b 0,0 bTorba Tecno 2 Testimone non inoculato – 106,7 a 100,0 a

* Tecno 2: substrato di riferimento Turco Silvestro S.n.C. di Albenga, SV; composizione: 90% torba, 10% argilla mont-morillonitica granulata, 4 kg/m3 di CaCO3

Tabella 6 – Effetto dell’impiego di compost sulla diffusione degli attacchi di P. capsici suzucchino (Grugliasco, 2008)

Tesi Trattamento Microrganismo

Inoculazione DosePercentuale di piante morte al Biomassaartificiale con

gP. capsici g o ml /ldi terreno

27/06 30/06 4/07 4/07

1 Testimoneinoculato – si – 14,0 ab 40,0 bc 64,0 b 20,06 bc

2 Testimonenon inoculato – no – 0,0 a 0,0 a 0,0 a 54,76 a

3 Serenade Bacillus subtilis si 4 18,0 ab 46,0 c 52,0 b 27,1 b4 Cedomon Pseudomonas

chlororaphis si 1,5 12,0 a 22,0 b 54,0 b 28,34 b5 Remedier Trichoderma viride +

T.harzianum si 2,0 34,0 b 50,0 c 64,0 b 14,94 c6 Serenade Bacillus subtilis no 4 0,0 a 0,0 a 0,0 a 54,7 a7 Cedomon Pseudomonas

chlororaphis no 1,5 0,0 a 0,0 a 0,0 a 50,74 a8 Remedier Trichoderma viride +

T.harzianum no 2,0 0,0 a 0,0 a 0,0 a 56,72 a

Nel corso della prova è stata utilizzata una miscela torba Tecno 2/compost 05PP in rapporto di 60:40 v/v.

22 compost e repressività

Prova in campo su peperone

I risultati del presente studio ed i dati reperiti in bibliografia indicanoche l’impiego del compost è utile al fine di contenere alcuni patogenidelle colture orticole; tuttavia, il successo nel contenimento di alterazio-ni causate da patogeni tellurici varia notevolmente a seconda dellamatrice utilizzata per il processo di compostaggio, della dose di impie-go, del livello di maturazione del compost e delle condizioni ambientaliin cui ci si trova ad operare; solo alcuni compost possono definirsi “diqualità” e questi vanno individuati attraverso saggi agronomici, oltre aquelli chimico-fisici. Una soluzione innovativa rivolta a valorizzare il compost può esserequella di sfruttare il meccanismo di repressività di tipo specifico che siavrebbe arricchendo il compost con microrganismi antagonisti selezio-nati.

23fertilizzare con il compost

Fertilizzare con il compost

IL CRAB – Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica – ha volu-to verificare le potenzialità fertilizzanti del compost e il suo contri-buto alla produzione. Il criterio di valutazione è stato il confronto con

altri fertilizzanti, normalmente impiegati in agricoltura biologica e conun testimone non fertilizzato. Le caratteristiche dei fertilizzanti confrontati sono le seguenti:– COMPOST ammesso in agricoltura biologica (prodotto presso l’im-pianto di ACEA Pinerolese SpA): compost maturo, derivante da residuiorganici ortofrutticoli e potature, avente i seguenti titoli: azoto 2,10%,carbonio 22,45%, fosforo 2,20%, potassio 2,34% (dati riferiti a un cam-pione della partita primaverile 2007);– RICINITO: residui di semi di ricino in scagliette di 3-5 mm, titolo inazoto 5%, durata effetto fertilizzante 80-120 giorni (indicazioni in eti-chetta);– AZOCOR 105: panello proteico di origine vegetale e animale (pennonee cornunghia), pellettato, avente i seguenti titoli: azoto 10,5%, carbonio39-45%, fosforo 1,5%, potassio 1,5% (indicazioni in etichetta).

Le prove sono state realizzate su differenti colture presso aziende biolo-giche e convenzionali della provincia di Torino, come riportato nellatabella 7.Ogni campo sperimentale è stato suddiviso in parcelle, diversamentefertilizzate.Si è quindi proceduto alla coltivazione sull’intero campo e, al momentodella raccolta, al rilievo della produzione ottenuta in ciascuna parcella. Idati ottenuti, confrontati e sottoposti ad analisi statistica, consentono diaffermare se, e in quale caso, siano riscontrabili delle differenze produt-

5capitolo

24 fertilizzare con il compost

tive in funzione del fertilizzante impiegato e alla dose applicata.Nei primi due anni di sperimentazione i fertilizzanti in prova sono statidistribuiti alla dose indicata in etichetta per ciascuna coltura. Nel 2008 siè scelto di uniformare i livelli di azoto distribuiti e di calcolare le dosid’impiego dei fertilizzanti in modo tale da somministrare il medesimoquantitativo di azoto (0,02 kg/m2 corrispondenti a 200 kg/ha), quindisono stati distribuiti 1 kg/m2 di compost (titolo in azoto 2%); 0,4 kg/m2

di ricinito (titolo del 5%) e 0,2 kg/m2 di azocor (titolo del 10,5%).L’esito delle prove non è stato univoco, in ogni caso è sempre stata rile-vata nelle parcelle fertilizzate mediante compost una produzione alme-no pari a quella derivante da parcelle fertilizzate con azocor. Bisognacomunque evidenziare che rispetto alla concimazione con altri fertiliz-zanti organici, l’impiego del compost ha assicurato anche un apporto si-gnificativo di sostanza organica al terreno.

Di seguito riportiamo i principali risultati ottenuti suddivisi per coltura.

ZucchinoLa prova è stata allestita su un terreno franco limoso, con reazione acida(pH 5,1), elevata dotazione di sostanza organica (s.o. 3,66%), ma bassacapacità di scambio cationico, titolo di azoto 0,225%. Le produzioni rile-vate nelle parcelle fertilizzate con “compost” e con “azocor” hanno for-nito a parità di azoto distribuito produzioni significativamente superio-ri rispetto a quelle “non fertilizzate” o fertilizzate con “ricinito”.

PomodoroLa prova è stata allestita su un terreno franco limoso, con reazione sub-alcalina (pH 7,6), elevata dotazione di sostanza organica (s.o. 2,65%) emedia capacità di scambio cationico, titolo in azoto 0,17%. Le produzio-ni ottenute con le diverse fertilizzazioni non hanno mostrato differenzequando è stata distribuita la stessa quantità di azoto.

PeperoneLa prova è stata allestita su un terreno con bassa dotazione di sostanzaorganica (s.o. 1,19%) e basso contenuto in azoto (0,07%). Mantenendocostante la quantità di azoto distribuita con le diverse fertilizzazioni nonsi registrano differenze nelle produzioni.

25fertilizzare con il compost

Valutazione della produttivitàsu peperone e pomodoro

26 fertilizzare con il compost

InsalataLa prova è stata condotta su terreni con elevata dotazione di sostanzaorganica (s.o. 2,7%) e titolo in azoto 0,19%, su differenti cultivar in serrao in pieno campo. I risultati non sono chiaramente interpretabili, inquanto si registrano degli incrementi produttivi legati all’impiego delcompost su alcune varietà e non su altre, ma tali risultati non vengonoconfermati sempre dalla ripetizione della prova.

Prova su insalata

27fertilizzare con il compost

FrumentoLa prova è stata eseguita, per tre anni successivi, sugli appezzamenticoltivati a frumento tenero di un’azienda di Cavour, caratterizzata daun terreno con media dotazione di s.o. Solo nel terzo anno di provesono state evidenziate differenze significative nello sviluppo vegetati-vo della coltura (maggiore altezza delle piante) fertilizzata con com-post.

Prova su frumento

28 fertilizzare con il compost

Tabella 7 – Dosi di compost utilizzate nelle prove sperimentali di campo

COLTURA MODALITÀ ZONA DI DOSE DIDI COLTIVAZIONE PRODUZIONE DISTRIBUZIONE

COMPOST(q/ha)

insalate pieno campo Piobesi T.se 100 (2006)125 (2007)

insalate pieno campo Chieri 100 (2008)

insalate coltura protetta Rivalta T.se 100 (2008)

pomodoro coltura protetta Chieri 125 (2007)100 (2008)

peperone coltura protetta Carmagnola 240 (2007)100 (2008)

zucchino pieno campo Bibiana 100 (2008)

frumento pieno campo Cavour 150 (2006)150 (2007)100 (2008)

mais pieno campo Bibiana 100 (2007)100 (2008)

29fertilizzare con il compost

Tabella 8 – Dosi di compost consigliate per la fertilizzazione

COLTURA DOSE DI COMPOST CONSIGLIATA *

POMODORO 18 t/ha

PEPERONE 18 t/ha

ZUCCHINO 10 t/ha

* I valori di azoto apportati annualmente devono comunque tener conto dei RegolamentiEuropei e della loro applicazione a livello regionale, sia per i piani di sviluppo rurale, sia perle norme che stabiliscono i quantitativi massimi di azoto apportabili in zone vulnerabili danitrati.

La tabella 8 fornisce le prime indicazioni di utilizzo del compost am-messo in agricoltura biologica per pomodoro, peperone e zucchino, sullabase dei risultati della sperimentazione.

30 rischi di utilizzo del compost

I rischi dell’utilizzo del compost

USO DI COMPOST POCO MATURO Gli ammendanti compostati che si trovano in commercio possono, tal-volta, per via di una incompleta maturazione, causare problemi di fito-tossicità alle piante.Un prodotto poco maturo è riconoscibile solitamente per l’odore piutto-sto sgradevole e potrà essere utilizzato solo su colture estensive e/o inperiodi dove l’attività radicale è ridotta o assente. Negli altri casi (ad es. coltivazione di specie orticole soprattutto se a ciclobreve, come le insalate) sarà sempre consigliabile completare la matura-zione del compost prima dell’utilizzo, lasciandolo in un cumulo di altez-za non superiore a 2 m e con una base di 3 m 17 qualche mese prima delladistribuzione.

LA PRESENZA DI INERTINel compost possono essere presenti inerti (soprattutto vetro e plastica)provenienti dalle matrici di partenza. Oggi questo problema, particolar-mente sentito fino a pochi anni fa, è generalmente superato grazie almiglioramento della raccolta differenziata (specie con la diffusione delporta a porta) e dei processi di vagliatura.

17 Scagliarini S. (2001) “Compostaggio aziendale degli scarti organici”, in “Il divulgato-re” marzo 2001

6capitolo

31rischi di utilizzo del compost

I METALLI PESANTII metalli pesanti costituiscono un’importante fonte di inquinamentoambientale.Rame e zinco, a basse concentrazioni, sono elementi fondamentali per lavita sulla terra, ma tutti i metalli pesanti, ad elevate concentrazioni, risul-tano tossici per la maggior parte degli organismi viventi.Le fonti di contaminazione da metalli pesanti possono essere di origineextra agricola o agricola. Piombo e cadmio derivano dai processi di combustione di carburanti elubrificanti; cadmio, zinco, rame e antimonio vengono immessi nell’am-biente con l’usura degli pneumatici e dei freni delle automobili; residuicon forti concentrazioni di cromo, cadmio e zinco derivano da processiindustriali come la concia del cuoio, la produzione di carta e la vernicia-tura. Metalli pesanti sono contenuti nelle pile, nel pellame, nelle vernici,nelle plastiche, nella carta e nei cosmetici.Le fonti di origine agricola sono rappresentate dall’uso di fertilizzan-ti chimici, principalmente fosfatici, dall’impiego di derivati del cuoiotorrefatto, dagli antiparassitari (in particolare per lo zinco, il rame e ilcadmio), dall’impiego di letame e di reflui zootecnici – nei quali la pre-senza di metalli pesanti deriva da additivi alimentari e medicinali aduso veterinario – dall’uso di altri fertilizzanti organici, come il com-post.La presenza di metalli pesanti nel suolo è legata anche al substrato pedo-genetico, cioè al tipo di rocce da cui si è originato il terreno. Ad esempio,il Pinerolese e la Val di Susa sono caratterizzate da elevate presenze dinichel, elemento che entra quindi naturalmente nel processo di produ-zione di biomasse vegetali derivanti da quelle zone.Il livello di concentrazione di metalli pesanti nel compost varia in rela-zione al tipo di raccolta della frazione umida dei rifiuti, ai diversi siste-mi di compostaggio, alla provenienza del materiale verde utilizzato per“dare struttura” al compost, alle matrici utilizzate.Ad esempio, i fanghi di depurazione possono risultare ricchi in metallipesanti a causa della presenza di pile, pellame, vernici, plastiche, cartae cosmetici. L’applicazione di compost sulle colture agrarie ed in gene-rale sul suolo, richiede una rigorosa valutazione per quel che riguardala presenza di inquinanti e, in particolare, di metalli pesanti. La mede-

32 rischi di utilizzo del compost

sima cautela adottata nella scelta del compost andrebbe adottata anchenella scelta del letame e di altri fertilizzanti organici. La tabella 9 mostraun confronto tra due compost, uno ammesso e uno non ammesso inagricoltura biologica, provenienti dall’impianto di Acea Pinerolese In-dustriale spa e letame, per il contenuto in metalli pesanti dalla quale sievince che anche il letame può apportare tali elementi seppure in misu-ra generalmente assai inferiore rispetto ai compost saggiati.La legislazione europea e quella italiana stabiliscono limiti di concentra-zione dei metalli pesanti in diverse matrici (Tabella 10); per quel che ri-guarda l’agricoltura biologica, il regolamento comunitario indica limitinel contenuto in metalli pesanti solamente per i rifiuti domestici compo-stati e fermentati. Nulla viene detto invece per quanto riguarda gli altriprodotti per i quali vale quindi la normativa generale sui fertilizzanti(D.lgs. 217/2006). Non esistono invece normative che regolino attual-mente i quantitativi massimi ammessi nel suolo agrario per poter esserecoltivato.

Tabella 9 – Confronto fra compost convenzionali, compost ammesso in agricolturabiologica e letame (contenuto in metalli pesanti)

AmmendanteCr Ni Cu Zn Cd Hg Pb

mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg

Media ACMAcea ammesso 62,67 64 67 180,5 0,43 <0,1 38,33in a.b.

Media ACMAcea non ammesso 64,3 53,3 86 327,5 0,53 <0,1 47,67in a.b.

Letame 35 12 56 253 0,7 n.r. 31

Fonti.per ACM: analisi eseguite nell’ambito del progetto c/o Lab. CCIAA Torino su campioni provenienti dall’impianto dicompostaggio di Acea Pineroleseper il letame: archivio dati ISMAA e Scuola Agraria del Parco di Monza

33rischi di utilizzo del compost

Tabella 10 – Normativa di riferimento e contenuto in metalli pesanti ammesso indiverse matrici (mg/kg)

Compost Rifiuti Fanghi di Suoli (*) Quantità Suolo Suoli Acque Alimentida RSU domestici depurazione destinati massime destinato destinati ad sotterranee

compostati o ad uso a annue ad uso attivitàfermentati agricolo ricevere che verde commerciali

i fanghi possono pubblico, edessere privato o industrialiimmesse residenzialeinterreniagricoli

L.217/06 Reg. CE Direttiva Direttiva Direttiva Dlgs Dlgs Dlgs Reg. (CE)889/2008 CEE CEE CEE 152/2006 152/2006 152/2006 1881/200686/278 86/278 86/278

Zn 500 200 2500-4000 150-300 30 150 1500 3000

Cu 150 70 1000-1750 50-140 12 120 600 1000

Ni 100 25 300-400 30-75 3 120 500 20

Cd 1,5 0,7 20-40 1-3 0,15 2 15 5 0,05 - 1

Pb 140 45 750-1200 50-300 15 100 1000 10 0,020 -1,5

Hg 1,5 0,4 16-25 1-1,5 0,1 1 5 1 0,5 – 1

Cr tot – 70 – – – 150 800 50

Cr VI 0,6 0 – – – 2 15 5

Norm

ativ

adi

rifer

imen

toM

atric

e

34 il compost e gli agricoltori

Il compost e gli agricoltori

Il problema del trasportoIl costo di utilizzo del compost è determinato in buona parte dalle spesedi trasporto, per via delle grandi quantità di materiale che è necessariodistribuire per unità di superficie. Ne deriva che può essere convenien-temente utilizzato solo da quelle aziende che sono vicine agli impianti diproduzione, e più precisamente entro un raggio di 20 km dagli stessi. Le cartine 1 e 2 (pagina 35 e 36) indicano gli impianti di compostaggio diproprietà pubblica ed evidenziano, sul territorio provinciale, le areeentro le quali l’utilizzo del compost risulta conveniente.

7capitolo

Alcune macchine per lo spandimento del compost

35il compost e gli agricoltori

Cartina 1 – PIEMONTE

36 il compost e gli agricoltori

Cartina 2 – PROVINCIA DI TORINO

37il compost e gli agricoltori

Le colture su cui è impiegatoNel corso del progetto “Valorizzazione del compost di qualità per l’agri-coltura biologica” AIAB ha verificato che nel Pinerolese il compost è uti-lizzato soprattutto da frutticoltori e viticoltori. Negli ultimi anni l’uso siè esteso anche sui piccoli frutti. I positivi risultati ottenuti da alcuneaziende su queste ultime colture, in termini di produttività e di accresci-mento vegetativo, sono abbastanza sorprendenti in quanto il pH ten-denzialmente basico del compost aveva sempre indotto a ritenere chenon fosse adatto all’utilizzo su colture che preferiscono suoli acidi o sub-acidi come i piccoli frutti, la fragola ecc.

Nelle aziende frutticole e viticole il compost rappresenta un ottimo sosti-tutivo del letame, rispetto al quale offre due vantaggi: richiede l’impiegodi quantitativi inferiori a parità di effetto fertilizzante e non contienesemi vitali di infestanti.Impiegando unicamente il compost le aziende frutticole che hanno unagestione oculata del cotico erboso (2-4 sfalci e/o trinciature del coticoall’anno e nessuna lavorazione del suolo) riescono ad apportare le unitàfertilizzanti necessarie alla produzione 18.

Il compost sembra adattarsi bene anche alle colture orticole, come dimo-strano le prove presentate al capitolo 5, tuttavia le indagini condotte han-no verificato che in questo settore il suo impiego non si è ancora diffuso.

Naturalmente il suo utilizzo resta consigliabile anche per tutte le azien-de i cui terreni sono poveri di humus o che sono interessate a mantene-re o a incrementare il livello di fertilità organica dei propri terreni, comead esempio, le aziende biologiche.

18 Baldi E., Toselli M., Marangoni B., Innocenti A., Scudellari D. (2006) “La gestione del-la nutrizione del frutteto attraverso la somministrazione di ammendante composta-to”, in “Impiego in agricoltura di ammendanti compostati – Risultati di sei anni disperimentazioni”, CRPA, Reggio Emilia

38 il compost e gli agricoltori

Distribuzione in campoLa distribuzione in campo dell’ammendante avviene, di norma, utiliz-zando le attrezzature già presenti presso l’azienda agricola: alcuni agri-coltori distribuiscono il prodotto percorrendo il campo con un rimor-chio, mentre con un badile (o una pala da mais) un altro operatore scari-ca il prodotto posteriormente (pieno campo) o lateralmente (nel caso difrutteti, piccoli frutti o vite).Altri agricoltori preferiscono utilizzare le attrezzature specifiche messe adisposizione da alcuni impianti di produzione. Le indagini hanno verificato che, anche a causa della limitata capacità dicarico della tramoggia dello spandicompost messo a disposizione daAcea Pinerolese Industriale SpA, i tempi di distribuzione si equivalgononei due casi: per un ettaro di frutteto è necessario circa un giorno di lavo-ro. Esistono anche macchine e prototipi realizzati appositamente per lospandimento del compost che riducono i tempi necessari alla distribu-zione, ma il breve periodo di utilizzo (alcuni giorni all’anno) ne rendepoco vantaggioso l’acquisto.

Spandicompost in funzione

39il compost e gli agricoltori

Effetto pacciamanteIl compost non ha solo caratteristiche fertilizzanti, ma può anche espli-care un effetto pacciamante.Una sperimentazione su asparago in corso presso la sede del CRAB eduna prova condotta da un agricoltore su mirtillo hanno fornito nel corsodel 2008 risultati incoraggianti.In particolare nel caso del mirtillo l’effetto pacciamante, soddisfacente intermini di controllo delle erbe infestanti, non ha ostacolato i ricacci vege-tativi. La combinazione dell’effetto fertilizzante e pacciamante è risultata parti-colarmente vantaggiosa perché l’esecuzione contemporanea delle opera-zioni di pacciamatura e di fertilizzazione ha consentito di ridurre i tempidi lavoro per la coltivazione.

Pacciamatura con compost su mirtillo

40

19 D. Lgs. 217 del 29 aprile 2006, art. 2, comma 1, punto z20 D. Lgs. 217 del 29 aprile 2006, allegato 221 D. Lgs. 217 del 29 aprile 2006, allegato 2

glossario

Glossario

AmmendanteMateriale da aggiungere al suolo in situ, principalmente per conservar-ne o migliorarne le caratteristiche fisiche e/o l’attività biologica 19

Ammendante Compostato MistoProdotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizza-zione controllata di rifiuti organici che possono essere costituiti dalla fra-zione organica di RSU proveniente da raccolta differenziata, da rifiuti diorigine animale compresi liquami zootecnici, da rifiuti di attività agroin-dustriale e da lavorazione del legno e del tessile naturale non trattati, dareflui e fanghi, nonché dalle matrici previste per l’Ammendante Com-postato Verde 20

Ammendante Compostato VerdeProdotto ottenuto attraverso un processo di trasformazione e stabilizza-zione controllata di rifiuti organici costituiti da scarti della manutenzio-ne del verde ornamentale, residui delle colture, altri rifiuti di originevegetale con esclusione di alghe e altre piante marine 21

BiomassaIndica tutta la materia organica sia di natura vegetale che animale

41glossario

22 Zucconi F. (1996) “Declino del suolo e stanchezza del terreno”, Ed. Spazio verde,Padova

Bio-ossidazionePrima fase del processo di compostaggio. Durante la bio-ossidazione sisviluppa una consistente quantità di calore, si registra un notevole con-sumo di ossigeno, si assiste ad un rapido abbattimento della fermente-scibilità e si raggiungono alte temperature che permettono l’igienizza-zione dei materiali

CompostaggioTrattamento biologico di scarti organici biodegradabili, condotto in pre-senza di ossigeno e in condizioni controllate, che porta alla produzionedi compost

DesertificazioneProgressivo inaridimento di un terreno dovuto a degradazione geologi-ca e climatica

Fertilità del suoloCondizione in cui, in un suolo ricco di humus, la crescita delle pianteprocede rapidamente, senza ostacoli, condizione tale da soddisfare lenecessità delle piante che in esso si sviluppano e da fornire una buonaproduttività 22

FitotossicitàAzione di sostanze che danneggiano o uccidono una pianta

GranulometriaCaratteristica dimensionale delle particelle che costituiscono un materia-le

HumusProdotto finale della trasformazione della sostanza organica. L’humus ècaratterizzato da un’elevata complessità molecolare e da un’elevata resi-

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stenza alla demolizione e svolge un ruolo di fondamentale importanzanei confronti della stabilità strutturale e della fertilità del terreno

Igienizzazione del compostDisattivazione degli agenti patogeni per l’uomo e per le colture, nonchédei semi vitali, presenti nelle matrici organiche sottoposte al compo-staggio

InertiMateriali non soggetti ad attacco microbiologico (pietre, ghiaia, vetro,plastica)

Matrice organicaMateriale costituito prevalentemente da sostanza organica di originenaturale la cui tipologia sia facilmente identificabile e riconoscibile

MaturazioneSeconda fase del processo di compostaggio. Durante la maturazione si hauna lenta trasformazione della sostanza organica caratterizzata da breveesotermia, incremento dell’umificazione e scomparsa della fitotossicità

Metalli pesantiElementi il cui peso specifico è pari o superiore a 5. Includono fra gli altripiombo, rame, zinco, mercurio, nichel, cromo, cadmio, arsenico, molib-deno, fluoro e selenio

PacciamaturaCopertura del terreno con materiali di diverso tipo allo scopo principaledi contenere lo sviluppo delle erbe infestanti

PorositàMisura degli spazi vuoti presenti tra le particelle della fase solida di unmateriale

RSURifiuti solidi urbani

glossario

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UmificazioneProcesso attuato da microrganismi che comporta la sintesi di compostiad elevato peso molecolare e a lenta degradazione e che presiede alla for-mazione dell’humus

VagliaturaOperazione che consente di separare le particelle di un materiale in fun-zione della loro granulometria

glossario

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I partner del progetto

Provincia di TorinoLa Provincia di Torino, a partire dall’anno 2000, è titolare delle compe-tenze in materia di agricoltura, fino ad allora in capo alla RegionePiemonte. Attraverso il proprio Servizio Agricoltura gestisce gli inter-venti a sostegno del settore agricolo per quanto concerne, tra l’altro, lacreazione di nuove aziende ed il miglioramento strutturale di quelle esi-stenti, le produzioni vegetali e animali, gli interventi per l’assistenza tec-nica, la divulgazione, la consulenza alle aziende agricole.In particolare il Programma di Assistenza Tecnica, Sperimentazione eDivulgazione del Servizio Agricoltura prevede attività a carattere speri-mentale e dimostrativo in campo agricolo e si propone di favorire l’evo-luzione dell’agricoltura provinciale verso forme avanzate di sostenibili-tà ambientale e produzioni di elevata qualità.La Provincia di Torino è inoltre titolare di competenze in materia di svi-luppo sostenibile e pianificazione ambientale. Attraverso il proprio Servi-zio Pianificazione Sviluppo Sostenibile e Ciclo Integrato dei Rifiuti coor-dina e monitora le politiche e le azioni intersettoriali prioritarie dell’Ente afinalità ambientale, realizza e sostiene progetti di sostenibilità ed educazio-ne ambientale, programma la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, pro-muove la sostenibilità dei consumi sia attraverso il protocollo “AcquistiPubblici Ecologici” (che introduce modelli di consumo sostenibili negli Entipubblici di vari prodotti, tra cui il compost), sia attraverso azioni dai risvol-ti anche sociali come il recupero di prodotti alimentari ancora perfettamen-te edibili e la promozione di un’imprenditoria socialmente responsabile. La Provincia di Torino quindi, attraverso azioni trasversali agli Assesso-rati all’Agricoltura ed allo Sviluppo Sostenibile e Pianificazione Ambien-tale, incoraggia l’adozione di adeguate tecniche di raccolta differenziata,

i partner del progetto

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trasporto e lavorazione della parte organica dei rifiuti, in modo da otte-nere un compost di qualità, che ben si presta ad integrare, se non a sosti-tuire, il letame nelle usuali operazioni di concimazione in ambito agrico-lo. La produzione e l’utilizzo su larga scala del compost permettono diraggiungere diversi obiettivi: ridurre la quantità di rifiuti destinati allosmaltimento in discarica (con tutte le ricadute ambientali, economiche esociali correlate), preservare l’ambiente naturale, ripristinare la dotazionedi sostanza organica del suolo agrario, introdurre tecniche agronomicheinnovative e di limitato impatto ambientale.

AIAB PiemonteL’AIAB nasce nel 1982 come “Commissione nazionale cos’è biologico”,nel 1988 presenta le prime “Norme italiane di agricoltura biologica” e, nel1990 fonda la rivista “Bioagricultura”, il più diffuso periodico nazionalenel settore. Dopo essere stata tra i primi Enti di Certificazione riconosciu-ti dal MIPAF, nell’anno 2000 AIAB, insieme ad altre realtà associative,promuove la costituzione di ICEA, un consorzio al quale ha trasferito lasua attività di controllo del comparto biologico. Sin dalla sua costituzio-ne AIAB si è impegnata nelle attività di ricerca, formazione e divulgazio-ne per promuovere l’agricoltura biologica e le sue produzioni. Nel 1995AIAB è tra i soci promotori di Banca Etica, nel 2003 ha promosso la costi-tuzione dell’Associazione Città del Bio (la rete dei Comuni che promuo-ve la cultura del biologico) e, nel luglio 2007, ha sostenuto la nascita dellaFondazione per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica. Uno degli obiettivi di AIAB è quello di promuovere l’incontro tra i pro-duttori ed i consumatori ed il tema della cosiddetta “filiera corta” è alcentro della sua iniziativa. Per questi motivi AIAB organizza ogni annola Biodomenica (1° domenica di ottobre) e la Primavera Bio, orientate afacilitare la conoscenza tra “città” e “campagna”.Aiab con Città del Bio promuove i concorsi nazionali per le produzionibiologiche: “BiodiVino” per i vini, “Le Forme del Bio” per i formaggi, “Ilmaiale si fa Bio” per i salumi e “Mielinbio” dedicato ai mieli.

AGROINNOVAIl Centro di Competenza per l’Innovazione in campo agro-ambientale,attivato dal 2002 presso l’Università degli studi di Torino, opera nel set-

i partner del progetto

tore della ricerca di base e applicata, nel trasferimento di conoscenze etecnologie, nella formazione permanente e nella comunicazione nei set-tori agro-ambientale e agro-alimentare. AGROINNOVA ha al suo attivonumerose collaborazioni nazionali e internazionali con Istituzioni pub-bliche e con imprese. Il Centro dispone di strutture moderne che com-prendono laboratori ben attrezzati, serre, campi sperimentali e ospitadue Laboratori certificati, uno per la sperimentazione di prodotti fitosa-nitari, l’altro per la diagnostica fitopatologica.Due docenti universitari, più di 40 tra dottorandi, assegnisti, consulenti,tecnici, collaboratori (con un’età media di circa 31 anni, 30% di stranierie un 40% di donne), oltre 30 progetti di ricerca (8 dei quali finanziatidall’Unione Europea e da Agenzie internazionali), 30 corsi di formazio-ne di alto livello svolti nel periodo 2003-2008: questi alcuni dei numeri diAGROINNOVA.

C.R.A.B. s.c.r.l.Il Centro di Riferimento per l’Agricoltura Biologica nasce nell’anno 2001,come “Centro di Documentazione” con lo scopo di divulgare le ricerchegià realizzate nell’ambito dell’agricoltura biologica. Dal giugno dell’anno2006 il C.R.A.B. s.c.r.l. ha assunto la forma giuridica di Società Consortile,con la Provincia di Torino e la Camera di Commercio di Torino come socifondatori.Il C.R.A.B. s.c.r.l., a partire dal 2002, svolge i servizi di ricerca, sperimen-tazione, dimostrazione e divulgazione nel comparto dell’agricoltura bio-logica e sostenibile, in coerenza con le finalità delle politiche di sviluppodella Regione Piemonte, del Ministero per le Politiche Agricole edell’Unione Europea. Il C.R.A.B. s.c.r.l. lavora in collaborazione e in partenariato con molteistituzioni pubbliche e associazioni private.

46 i partner del progetto

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Fertilizzare con il compost:un’alternativa possibile

Il 17 ottobre 2008 si è svolto a Pianezza, presso l’Istituto Tecnico Agrario“Giovanni Dalmasso”, l’incontro tecnico organizzato dalla Provincia diTorino in collaborazione con il Consorzio Italiano Compostatori (CIC)“Fertilizzare con il compost: un’alternativa possibile”. L’evento, che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone tra agricol-tori, operatori, tecnici del settore e studenti, ha focalizzato l’attenzionesullo stato dell’arte relativo alla produzione ed all’utilizzo dell’ammen-dante compostato.Di seguito vengono riportati, in sintesi, alcuni dati ed i risultati dei lavori. In Italia, nel corso del 2006, sono state prodotte 1.200.000 t di compost, dicui il 62% è stato impiegato in agricoltura in pieno campo, mentre il 34%è stato destinato alla produzione di terricci e substrati per il vivaismo.La situazione in provincia di Torino è abbastanza positiva: infatti la rac-colta differenziata del materiale organico da destinare a compostaggio,che nel 2007 ammontava a più di 125.000 t, ha registrato un incrementodi circa il 20% rispetto all’anno precedente. Gli impianti provinciali che trattano questa frazione sono AMIAT Spa eACEA Spa, che ad oggi avviano a compostaggio circa il 34% del totaleraccolto. Della frazione derivante dalla manutenzione del verde orna-mentale (sfalci, fogliame, potature) sono state raccolte circa 45.000 t, dicui il 78% è stato trattato da impianti pubblici (C.I.D.I.U. SpA ed ACEAPinerolese Industriale SpA) e privati situati nel territorio provinciale.

Nel corso dell’incontro il CIC ha descritto i possibili impieghi degli am-mendanti compostati, determinati dalle specifiche caratteristiche delprodotto e, in particolare, dal suo grado di maturazione. Ha inoltre evi-

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denziato che, a causa del minore tasso di umidità del compost, a paritàdi apporti equivalenti di elementi nutritivi e di sostanza organica, è pos-sibile impiegare quantità ridotte di compost rispetto al letame, riducen-do così i costi di trasporto e spandimento in campo.Uno studio redatto dai Tecnici del Servizio Agricoltura della Provincia diTorino, elaborato sulla base delle esigenze colturali del mais, ha eviden-ziato che l’utilizzo di compost permette un risparmio economico rispet-to all’impiego di soli concimi minerali.Nel corso dell’incontro sono state descritte le azioni intraprese dagli entipubblici per la valorizzazione del compost in agricoltura: come illustratodal Dirigente del Servizio Agricoltura, il Programma di Sviluppo Rurale2007-2013 della Regione Piemonte ha previsto un premio per l’impiego dicompost nelle zone con ridotta percentuale di carbonio organico nel suolo.

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