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Carissimi fratelli e sorelle, iniziamo un nuovo triennio per camminare insieme con questo primo numero del nostro notiziario regionale. La sinteticità del nome non rende il significato e la funzione che desideriamo che svolga. Non si tratta solo di diffondere delle notizie, di sapere delle cose; ma di uno strumento che, con semplicità, ci aiuti a sentirci più vicini e più prossimi. Per crescere nel senso di appartenenza alla fraternità regionale è indispensabile non lasciarsi sfuggire le occasioni che ci vengono offerte; il notiziario è una di quelle, non solo nel senso di leggere ma anche nel contribuire ai relativi contenuti. Uno stile che ha caratterizzato il precedente triennio di questo notiziario è stato quello di un maggior coinvolgimento delle fraternità locali. Una tipicità che deve continuare e migliorare per realizzare in modo sempre più intenso il nostro cammino verso una fraternità reale e non idealizzata. Se consideriamo l’eterogeneità e la vastità delle regioni in cui viviamo, Piemonte e Valle d’Aosta, uno strumento del genere nella sua semplicità, può costituire qualcosa di molto utile e prezioso per “abitare le distanze”, se tutti ci impegniamo a contribuire. Tanti sforzi e sacrifici sono stati fatti da chi ha svolto un delicato e proficuo ruolo di coordinatore. Tante cose realizzate, ma che non ci devono far provare un senso di assuefazione. La validità di uno strumento è funzionale al contesto ed al tempo in cui è utilizzato. Risulta fondamentale, quindi, non chiudere il cuore nell’ascoltare ciò che ci circonda e ciò che ci provoca nel seguire il Signore. Il primo numero di questo notiziario, per consuetudine, ogni anno fraterno viene reso disponibile per la festa di S. Francesco d’Assisi, nostro fondatore e modello ispiratore. Proviamo a non ridurla, però, a una consuetudine e ad un puro momento celebrativo. Invece, proviamo a lasciarci provocare su quali potrebbero essere le occasioni e le modalità per rendere viva ed attuale la testimonianza di Francesco sia personalmente che in fraternità. Lasciamoci interrogare dal suo modo di leggere e vivere il Vangelo senza dilazioni e mediazioni in modo semplice e diretto. Lasciamoci rapire dal suo desiderio di vivere per Gesù ed in intima unione con Lui al punto tale da essere definito non uno che prega, ma uno che è preghiera. Francesco con noi 2. Giornata della Famiglia Francescana A Vicoforte 4. Pellegrinaggio ad Assisi 7. Ritiro Fraternità di Cossato, Vercelli e Biella 8. Storia della Fraternità di Novara Sant’Andrea 9. Storia della Fraternità Nuova San Tommaso di Torino 10. Storia della Fraternità Madonna di Campagna di Torino 12. Proposta di volontariato 13. Storia della Fraternità di Asti 14. Storia della Fraternità di Vallerossi e Pocapaglia 15. Storia della Fraternità di Novi ligure 16. Capitolo Fraternità di Chivasso 17. Pillole di Vangelo e Calendario regionale e nazionale OFS 18. Santi Francescani 20. Gli araldini della Fraternità di Cossato ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA Fraternità Paolo Pio Perazzo Sommario IX Numero Ottobre 2018 Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs Piemonte - Valle d’Aosta

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Carissimi fratelli e sorelle, iniziamo un nuovo triennio per camminare insieme con questo primo numero del nostro notiziario regionale. La sinteticità del nome non rende il significato e la funzione che desideriamo che svolga. Non si tratta solo di diffondere delle notizie, di sapere delle cose; ma di uno strumento che, con semplicità, ci aiuti a sentirci più vicini e più prossimi. Per crescere nel senso di appartenenza alla fraternità regionale è indispensabile non lasciarsi sfuggire le occasioni che ci vengono offerte; il notiziario è una di quelle, non solo nel senso di leggere ma anche nel contribuire ai relativi contenuti. Uno stile che ha caratterizzato il precedente triennio di questo notiziario è stato quello di un maggior coinvolgimento delle fraternità locali. Una tipicità che deve continuare e migliorare per realizzare in modo sempre più intenso il nostro cammino verso una fraternità reale e non idealizzata. Se consideriamo l’eterogeneità e la vastità delle regioni in cui viviamo, Piemonte e Valle d’Aosta, uno strumento del genere nella sua semplicità, può costituire qualcosa di molto utile e prezioso per “abitare le distanze”, se tutti ci impegniamo a contribuire. Tanti sforzi e sacrifici sono stati fatti da chi ha svolto un delicato e proficuo ruolo di coordinatore. Tante cose realizzate, ma che non ci devono far provare un senso di assuefazione. La validità di uno strumento è funzionale al contesto ed al tempo in cui è utilizzato. Risulta fondamentale, quindi, non chiudere il cuore nell’ascoltare ciò che ci circonda e ciò che ci provoca nel seguire il Signore. Il primo numero di questo notiziario, per consuetudine, ogni anno fraterno viene reso disponibile per la festa di S. Francesco d’Assisi, nostro fondatore e modello ispiratore. Proviamo a non ridurla, però, a una consuetudine e ad un puro momento celebrativo. Invece, proviamo a lasciarci provocare su quali potrebbero essere le occasioni e le modalità per rendere viva ed attuale la testimonianza di Francesco sia personalmente che in fraternità. Lasciamoci interrogare dal suo modo di leggere e vivere il Vangelo senza dilazioni e mediazioni in modo semplice e diretto. Lasciamoci rapire dal suo desiderio di vivere per Gesù ed in intima unione con Lui al punto tale da essere definito non uno che prega, ma uno che è preghiera.

Francesco con noi

2. Giornata della Famiglia

Francescana A Vicoforte

4. Pellegrinaggio ad Assisi

7. Ritiro Fraternità di

Cossato, Vercelli e Biella

8. Storia della Fraternità di

Novara Sant’Andrea

9. Storia della Fraternità

Nuova San Tommaso di

Torino

10. Storia della Fraternità

Madonna di Campagna

di Torino

12. Proposta di volontariato

13. Storia della Fraternità di

Asti

14. Storia della Fraternità di

Vallerossi e Pocapaglia

15. Storia della Fraternità di

Novi ligure

16. Capitolo Fraternità di

Chivasso

17. Pillole di Vangelo e

Calendario regionale e

nazionale OFS

18. Santi Francescani

20. Gli araldini della

Fraternità di Cossato

ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Fraternità Paolo Pio Perazzo

Sommario

IX Numero – Ottobre 2018

Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs

Piemonte - Valle d’Aosta

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LA GIOIA DELLA FRATERNITA’: 15.09.18 GIORNATA DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA

La conferma più bella della bontà di un’esperienza è

quando alla fine in tanti si può dire: “Grazie! La ripetiamo,

vero?” Così ci sembra di poter interpretare i sentimenti di

quanti hanno partecipato sabato 15 settembre presso il

nostro monastero di Vicoforte alla “Giornata della

famiglia francescana”, un appuntamento che ha voluto

offrire innanzitutto una semplice occasione di incontro tra

il Primo ordine, il Secondo e l’Ordine Francescano

Secolare.

L’idea è nata dal desiderio di fare memoria insieme del 40°

anniversario della Regola dell’Ordine francescano

secolare: questo lo spunto iniziale che ha dato avvio a una

giornata “inedita” e quindi tutta da “inventare”. Così a

poco a poco ha preso forma e quando nella mattinata di

sabato 15 settembre la nostra chiesa si è riempita di tanti

fratelli e sorelle dell’OFS, insieme a qualche frate minore,

noi sorelle clarisse siamo state le prime ad essere

felicemente stupite. Per questo eccezionale

appuntamento si sono unite a noi anche una sorella del

monastero di Boves e una di quello di Bra. Il “filo rosso”

che ha unito i diversi momenti di questo giorno sono state

le parole del Testamento del Padre S. Francesco “il

Signore mi dette dei fratelli” e fr. Claudio Passavanti ofm

capp., nel suo contributo formativo, ci ha offerto spunti

molto profondi e concreti sul tema della fraternità.

Partendo dalla sacra Scrittura, fr. Claudio ci ha ricordato

che la fraternità è il compito più difficile ma anche più

bello che Gesù ci ha lasciato: l’amore per il prossimo è

infatti il metro di misura del nostro amore per Dio.

Francesco e Chiara da veri innamorati di Dio hanno vissuto

e testimoniato con la loro vita questa Parola del Vangelo,

accogliendo come dono del Signore ogni fratello e sorella.

Conosciamo i loro scritti e quello che ci hanno consegnato

come eredità più preziosa, ne ricordiamo qui uno fra i

tanti citati: la lettera a un Ministro. Qui S. Francesco tocca

il vertice della carità fraterna e della misericordia!

L’intento di fr. Claudio era soprattutto quello di provocare

e stimolare riflessioni e domande tra i presenti e così è

stato! Alla relazione del mattino, come a quella del

pomeriggio è seguita infatti la condivisione di risonanze

molto vivaci e interessanti, segno che quello della

fraternità è un tema che tocca ogni giorno la vita di tutti e

di ciascuno. Sullo sfondo della pagina evangelica del

giudizio universale (Mt 25,31-45) fr. Claudio ci ha invitati

innanzitutto a chiederci: “Qual è la fame delle persone più

vicine a noi? Come rispondiamo a questa fame?”

Rispondere concretamente a questa domanda è il

cammino di conversione quotidiana che si può e si deve

declinare in tanti gesti e stili di vita che vanno dal rispetto

alla premura per l’altro, fino alla cura per i “dettagli”,

perché l’amore è fatto di piccole cose. Sappiamo che tutto

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questo è possibile solo con una profonda vita spirituale,

perché solo una vita che profuma di Dio può testimoniare

il Vangelo e attirare altri fratelli e sorelle alle nostra

comunità. Ce lo ricorda il Padre S. Francesco di cui è detto:

“non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli

stesso tutto trasformato il preghiera vivente”. Da qui la

seconda domanda che fr. Claudio ci ha lanciato: “Quale

spazio do all’azione di Dio nella mia giornata? Come posso

parlare di Dio, della sua bellezza se non prego? Quanto

tempo sto davanti al Signore?”E infine l’ultima

provocazione: “Si è attraenti solo quando si è innamorati.

Tu di chi sei innamorato?” Forse noi siamo poco

“attraenti” perché siamo poco innamorati del Signore! E’

lo Spirito Santo che feconda la nostra vita e la fraternità è

dono suo! Per questo Francesco e Chiara ci hanno

esortato a desiderare sopra ogni cosa di “avere lo Spirito

del Signore e la sua santa operazione”.

La sosta per consumare insieme il pasto fraterno è stata

un’ulteriore occasione di scambio e di conoscenza, a cui è

seguito - nel primo pomeriggio- un secondo momento di

ascolto e di condivisione. Al termine di questa intensa

giornata ci siamo ritrovati tutti intorno all’ altare del

Signore e il Vangelo della liturgia della XXIV domenica del

tempo ordinario ci ha consegnato la domanda di Gesù:

“Ma voi, chi dite che io sia?” Sia la nostra vita la risposta

più vera a questa domanda, nella gioia di condividere

insieme il carisma di Francesco e Chiara che hanno fatto

del Vangelo la “forma” della loro vita. Ci siamo dunque

salutati con l’impegno di programmare già nella prossima

primavera un altro appuntamento, nel desiderio che

quanto vissuto dia l’avvio a un cammino di comunione

sempre più fecondo e concreto fra i tre Ordini francescani.

Le suore Clarisse di Vicoforte

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PELLEGRINAGGIO AD ASSISI: FRATERNITA’ SANTA MARIA DEL MONTE DI TORINO

15 giugno 2018 ore 6.00, siamo tutti pronti sul piazzale della

stazione Lingotto davanti all’autobus che ci porterà a vivere un

pellegrinaggio di 3 giorni ad Assisi.

Siamo in 60.

Abbiamo seguito un percorso, lungo 2 anni, lasciandoci condurre da 3

splendide guide, fra Michele, fra Franco e suor Milena sulla parola di

Francesco; ad Assisi, ad ogni tappa ci hanno condiviso catechesi e

riflessioni arricchenti per le nostre anime.

San Francesco, un Santo, ma prima di tutto un uomo che ha scommesso la propria

vita per il Signore e per i fratelli. ha dimostrato che è possibile vivere secondo il Vangelo e lo propone ai suoi frati, ma

anche alla gente comune di ogni ceto e condizione.

Vivere secondo Francesco equivale a vivere secondo il Vangelo.

Alla fine di questo percorso il pellegrinaggio ad Assisi è stato come un ritorno verso casa.

A Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola dove anche Francesco faceva spesso ritorno, dove ha voluto morire, lì ci

si sente accolti ed avvolti da un’atmosfera di pace, di amore come se San Francesco e Santa Chiara fossero ancora lì,

ad aspettare proprio te.

Ogni volta che torno lì scopro un aspetto nuovo della spiritualità di Francesco, un insegnamento nuovo per la mia

vita. In questo pellegrinaggio il tema era: “Essere protagonista”.

Protagonista della mia vita. Può sembrare una cosa scontata, ma così non è.

La vita, le mie virtù, le mie capacità, sono tutti doni che ho ricevuto e che devo riconsegnare, usare per i fratelli, per

testimoniare l’amore.

Per fare questo devo riuscire a spogliarmi di tutto ed affidarmi al Signore.

Ma quant’è difficile abbandonare le mie certezze!

Però ad Assisi Francesco ha dimostrato che questo è possibile.

Pensando a Francesco posso riconoscere e valutare aspetti nuovi della mia vita e decidere di cambiarla.

Qui tocco con mano che il Signore mi guida se lo lascio fare.

Posso decidere di collaborare con l’opera di Dio e mettermi a disposizione.

Sicuramente non ho né la forza né le capacità ma con la volontà e soprattutto con la preghiera posso dire il mio “si”

ed il Signore farà della mia vita un capolavoro, passando anche attraverso la fraternità OFS di cui faccio parte.

Per la Fraternità’ - Rita Finessi

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Al termine di un percorso spirituale durato due anni, seguendo il testo del Testamento di San Francesco, facciamo un

pellegrinaggio ad Assisi, seguendo un itinerario geografico - spirituale per vedere quello che Dio ha fatto nella vita di

frate Francesco e scoprire quali meraviglie può operare nella nostra vita.

In ogni luogo riceviamo una catechesi su alcuni punti essenziali per la faticosa e lenta conversione di Francesco, del

tempo per meditare e pregare ed alcune domande che ci interpellano e rappresentano i segnali indicatori per il

cammino di ognuno di noi.

RIVOTORTO Facciamo memoria della nostra vita per dare un senso a ciò che siamo oggi e Francesco lo fa qui a Rivotorto. Per la conversione come cambiamento di mentalità ecco tre punti chiave: 1) Incontro col lebbroso: Francesco comprende i valori veri; 2) Fraternità: dono della responsabilità verso i fratelli che non scelgo e che vanno accolti. La conversione porta alla carità. Il dono del mantello, che rappresenta le nostre sicurezze, al povero; 3) custodia della fede (approvazione dal Papa) e delle relazioni con i fratelli. A Rivotorto Francesco riceve il dono del lavoro come collaborazione all'opera di Dio nel creato. Qual è il talento che abbiamo e che possiamo donare con gioia ed impegno nelle nostre vallate di Rivotorto?

S. Maria degli Angeli - LA PORZIUNCOLA Qui Francesco ha voluto morire, qui ha ascoltato il Vangelo di Luca: non prendete bisaccia... "Questo voglio, questo desidero" dice Francesco. "Uomo protagonista della propria storia" è il tema generale del ritiro: essere protagonisti significa dare una direzione costante alla propria vita. Il credente lo diventa quando trasmette ad altri ciò che ha ricevuto. Il dono ricevuto segna la mia vita, mi è stato dato perchè diventi ricchezza per gli altri. Qui Francesco ha dato alla Chiesa un cuore pulsante di annuncio del Vangelo. Custodisco il dono della fede? Collaboro con altri ad annunciare il Vangelo? BASILICA DI SAN FRANCESCO Alle domande : Esco da questo ritiro come protagonista della mia storia? Scelgo fino in fondo quello che sto vivendo? Annuncio il Vangelo con la testimonianza di vita?

Ci sono 3 livelli di resistenza che ci bloccano e che sono... rappresentati dall'architettura della basilica 1) Basilica Superiore. Paure esterne che costellano la nostra vita: il giudizio altrui; 2) Basilica inferiore. Paure interiori: sono debole non ho la stoffa per l'annuncio, sono intriso di peccato. Nonostante la mia fragilità posso annunciare e mi fido perchè sono amico di Cristo!! Chiedo il coraggio. Quali sono le mie paure? 3) Cripta. Paura che nasce dalla vita che sfugge, il limite più grande della morte. Come mi pongo di fronte a questo limite? Viaggio spirituale attraverso l'arte nelle Basiliche. Al pellegrino che entra è proposto un cammino di spoliazione (gioco di specchi tra la vita di Cristo e quella di Francesco alter Christus): lascia tutti i pesi della tua vita e così vedi

che la grazia è già all'opera. "Ferma il passo e rallegrati o viaggiatore, hai raggiunto il colle del Paradiso.. " sull'arco all'ingresso. Cimabue identifica Francesco con due segni le Stigmate e il Vangelo: la Passione e la Parola. Quali segni potremmo dare di noi e della nostra vita? Francesco è uomo di Passione, di sogni, che vuole vedere Dio. E' anche il sogno di Dio che vuole abbracciare le persone che ama. Ciò che dice il valore di una vita è quanta passione ci metti dentro. Quanto sei innamorato della tua vita?

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CHIESA DELLA SPOLIAZIONE Qui Francesco fa una scelta e non sceglie una scorciatoia, come facciamo spesso noi. E' una scelta radicale. Dobbiamo lanciarci e mettere delle priorità. La spoliazione è una scelta verso un obiettivo a lungo termine. Dove poggia la mia felicità? Qui c'è la paternità della Chiesa che accoglie Francesco tramite il vescovo di Assisi. Qual è il nostro rapporto con la Chiesa locale? Sappiamo quello che fa il nostro vescovo? La spoliazione ha senso per rivestirci dei doni di Dio. Per Francesco un dono è Chiara, donna di preghiera che getta Francesco in Cristo: le relazioni intessute di preghiera fioriscono. Chiara è donna forte in Cristo,

protagonista della sua storia. Chiara, in clausura e inferma per 29 anni, ha scelto: realizza la sua vita nella preghiera come 1) Custodia : solo la preghiera arriva al cuore dell'altro; 2) Collaborazione: con la preghiera collaboro all'opera di Dio negli altri. Chiara corre interiormente; 3) Responsabilità: è la risposta a Dio che mi ha creato. Che posto ha la preghiera nella mia vita? SAN RUFINO A san Rufino Francesco è stato battezzato. La sorgente della passione di Francesco è l'immersione nella vita di Cristo. La facciata di San Rufino parla all'uomo medievale. Cristo è seduto, come Maestro: qui c'è un Signore da ascoltare. Cristo è Signore del cosmo e del tempo (sole e luna) regna e chiede l'obbedienza perchè è stato obbediente al Padre. Il Portale è luogo di passaggio dal pro-fanum al sacro. Facciamo memoria del nostro battesimo, l'amore in cui siamo stati immersi: superiamo la porta per incontrare il Signore.

RADURA NEL BOSCO A FOLIGNO Dare una direzione costante nella vita è lo stile di Francesco e

questo stile, col coraggio di mettersi in gioco, è possibile per

molti. Come può essere oggi reso vivo Francesco per

l'umanità? Per rispondere, leggiamo alcune pagine

dell'enciclica di Papa Francesco "Laudato sii": vedere il creato

come casa, punto di riferimento, relazione con le radici della

nostra vita. Siamo chiamati, alla fine di questo ritiro, a

custodire la casa comune, ossia ad opporci alla cultura

devastante dello scarto. La nostra vita non è una scarto e

nulla è da scartare. Il nostro corpo va accettato così com'è,

sano o malato che sia.

I doveri verso il creato e la natura fanno parte della nostra fede. Il creato è realtà che rimanda al Creatore Stare nella

creazione, non vuol dire stare comodi, ma accomodarsi e cercare uno spazio in cui creare una relazione. Farsi spazio

l’un l’altro. Il deterioramento delle relazioni è uno dei mali attuali. Educare a una spiritualità ecologica implica umiltà

e sobrietà. Il male di fondo è che l’uomo non sa riconosce il Creatore e mette se medesimo al centro, come faceva San

Francesco all'inizio della sua vita.

Riconoscenti per i grandi doni ricevuti in questo pellegrinaggio, torniamo alle nostre case pieni di coraggio ed energia

per camminare con docilità, alla scuola di Francesco, sul percorso ricco di segni che Dio ha tracciato per ognuno di

noi.

Per la fraternità - Cinzia Beatrice

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INSIEME E’ PIU’ BELLO: RITIRO DELLE FRATERNITA' DI COSSATO, VERCELLI E BIELLA

“E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad

aiutare Dio... Non mi faccio molte illusioni su

come le cose stiano veramente e rinuncio

persino alla pretesa di aiutare gli altri, partirò

sempre dal principio di aiutare Dio il più

possibile e se questo mi riuscirà, bene, allora

vuol dire che saprò esserci anche per gli

altri...”.

L'11 luglio 1942, intorno alle 11 di un sabato

mattina, una giovane donna scrive queste

cose sul suo Diario. Si chiama Etty Hillesum, è

un'ebrea olandese, intelligente ed

esuberante, che sta coscientemente correndo

verso la morte come tanti altri come lei su cui

si abbatte la scure di “tempi angosciosi”; Etty

morirà ad Auschwitz il 30 novembre 1943, dopo aver scritto su una cartolina gettata dal treno piombato in partenza:

“Abbiamo lasciato il campo cantando”.

Ebbene, proprio la testimonianza di questa donna fuori schema ha fatto da guida a un gruppo di Francescani Secolari

delle Fraternità di Cossato, Biella e Vercelli, che si sono ritrovati per la consueta giornata annuale di ritiro, lo scorso 1

luglio 2018, nel Monastero delle Sorelle Clarisse di Roasio.

Non ci siamo lasciati interrogare semplicemente dalla figura – pur gigantesca nella sua straordinarietà – di Etty, non a tutti

già nota; abbiamo cercato di scoprire come questa donna, ebrea non praticante, abbia incontrato Dio in un contesto

storico e culturale in cui molti semmai di Dio celebravano la “morte”; lei invece proprio nel suo tempo, quello dei lager e

delle camere a gas, lo incontra vivo, ma a patto di ribaltarne l'immagine tradizionale, per cui Dio diventa “bisognoso di

aiuto” di fronte al vacillare della responsabilità dell'uomo, sua creatura. Il tentativo è stato poi quello di rintracciare in

Chiara e Francesco non assurde analogie anacronistiche, ma sorprendenti consonanze di sentimento, nel momento in cui

entrambi – in modo diverso ma con lo stesso “respiro” come sempre – fanno l'esperienza spirituale di un Dio “debole”,

protagonista di uno svuotamento

radicale di sé che lo fa diventare

carne in Cristo povero e

crocifisso, pane spezzato, e

carne ferita dei poveri.

Abbiamo ascoltato voci non

scontate che ci hanno indotti ad

un momento intensissimo di

silenzio e riflessione personale,

sospeso tra le note di un flauto

suonate in giardino. Abbiamo

condiviso le forme che hanno

preso i pensieri, i dubbi, le

domande. Ci siamo accolti nella

preghiera liturgica del mattino e

ci siamo congedati con

l'Eucarestia presieduta

dall'assistente padre Domenico. E in mezzo, il tavolo semplice del pasto condiviso in serenità.

Davvero... “Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle

misericordie, per i quali siamo tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie, grande è quello della nostra

vocazione...” (TestC 2).

La Fraternità “Nostra Signora di Oropa”di Cossato (Biella)

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI NOVARA SANT’ANDREA

La vita della fraternità OFS di S. Andrea di Novara è

sempre stata strettamente legata a quella della

parrocchia.

Le prime notizie di una sezione femminile risalgono al

1887, quando la parrocchia era retta dai frati minori.

Dagli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’90 la fraternità ha

vissuto il suo periodo di maggior vivacità con una

cinquantina di sorelle attive nella vita fraterna: era

grande l’impegno nelle attività parrocchiali, nel sostegno

alle missioni dei frati minori e nell’organizzazione di

pellegrinaggi e di incontri di formazione e ritiri aperti

anche a numerosi parrocchiani - simpatizzanti e in

collaborazione con altre fraternità del novarese.

Negli anni ’90 iniziò il calo delle vocazioni e il conseguente invecchiamento della fraternità con una marcata diminuzione

del numero dei francescani attivi ma, alla chiusura del convento dei frati nel 2005, la fraternità mantenne viva la presenza

francescana in parrocchia iniziando una proficua collaborazione con il parroco, nominato nuovo assistente spirituale.

Da sempre impegnata nell’opera di unificazione anche attraverso l’impegno a livello regionale di alcune sorelle, la

fraternità operava già negli anni ’90 in collaborazione con la fraternità cappuccina di San Nazzaro di Novara.

Nel 2011 la fraternità si è impegnata ad accompagnare un gruppo di persone che frequentavano da alcuni anni un corso

di spiritualità francescana tenuto dai frati minori del Monte Mesma e questo percorso ha portato a nuove professioni

dopo quelle di fine anni ’90.

Il numero dei francescani secolari attivi è diminuito ma la fraternità tiene sempre vivo lo spirito francescano in parrocchia,

organizza iniziative missionarie, collabora con le altre fraternità novaresi e mantiene i contatti con alcune fraternità

anziane della zona con uno spirito di apertura verso l’esterno.

La sfida è quella di riuscire a coinvolgere le sorelle anziane in modo che possano donare il loro apporto con l’esempio di

una vita vissuta sulle orme di Francesco e allo stesso tempo prevedere attività per i giovani che si affacciano alla vita di

fraternità e spesso sono frenati dall’idea di assumere un impegno “per la vita” e preferiscono restare simpatizzanti

condividendo comunque in toto l’impegno dei francescani secolari.

Per la Fraternità - Elena Zabattini

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI TORINO NUOVA SAN TOMMASO

La Nostra Storia… di ieri e di oggi… raccontata dai fratelli storici e scritta da Gianna (Vice ministro attuale)

La Fraternità San Tommaso nasce a Torino circa 250 anni fa presso la Parrocchia San Tommaso Apostolo,

sita nel centro della città, retta dai Frati Minori sin dal 1621 e sede della Provincia dell'OFM.

Subisce a fine 1700 e inizio 1800 le conseguenze degli sconvolgimenti politici che affievoliscono la

consistenza di tutte le fraternità, anche a causa della suddivisione del TOF in tante branche quante

erano le famiglie del 1° Ordine.

Con l'elezione a Papa di Pio IX, primo di una serie consecutiva di sette Papi terziari francescani, il

francescanesimo secolare riprende ovunque vigore e slancio e anche la Tommaso ebbe figli illustri:

nei vecchi registri - tuttora conservati - risulta il nome di San GIOVANNI BOSCO, ma è notizia che

anche San GIUSEPPE CAFASSO e San GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO, terziari francescani entrambi, appartenessero

alla nostra Fraternità, poiché risultano dagli atti della Parrocchia S.Tommaso frequentatori abituali. Questi tradussero

l'ispirazione francescana nella carità verso i poveri, gli ammalati, gli emarginati, i carcerati e i giovani sbandati bisognosi di

guida e di istruzione.

Leone XIII promulga poi la nuova regola il 7.7.1883 con la quale propone ai terziari una vita sociale fondata sul Vangelo,

vissuta da laici nel vivo delle più acute problematiche sociali.

Il Servo di Dio Paolo Pio Perazzo - membro della Fraternità S. Tommaso - detto il Ferroviere Santo - sposa questa proposta

portando nel mondo del lavoro i principi della Rerum Novarum.

Lavorò per 47 anni nelle FF.SS., dove testimoniò con coraggiosa coerenza la sua appartenenza al Terz'ordine, non solo nel

soccorrere quanti ricorrevano a lui, ma anche con attività di difesa e promozione di azioni a favore del rispetto e

riconoscimento dei diritti dei lavoratori: davvero innovativo per quei tempi! Riposa nella Chiesa di S. Tommaso di fronte

alle sorelle Comoglio, anch'esse testimoni della spiritualità francescana, morte in odore di santità.

Con la costruzione del Convento e del Santuario di S. Antonio di Padova, fu in seguito incardinata qui la sede della

Provincia dell'OFM e quando i Frati Minori lasciarono la Parrocchia, affidata ai sacerdoti diocesani, anche la Fraternità

emigrò dapprima presso l'Istituto delle Suore Francescane Angeline, poi nella sede attuale presso il Convento di S.

Antonio.

L'11.11.2007, a seguito della riunione delle 3 fraternità OFS, nasce l'attuale Fraternità "NUOVA S. TOMMASO", cui hanno

fatto capo le Fraternità S. Tommaso, Paolo Pio Perazzo, Sant'Antono e Frate Jacopa.

Credo che S. Francesco abbia veramente sorriso di fronte a questa nuova Fraternità che ha trovato la sua integrazione con

un grosso sforzo di amore fra fratelli, perché alla sua costituzione era formata da molti elementi anziani e alcuni di mezza

età, ma ora raccoglie anche giovani e nuove famiglie con tanti meravigliosi bimbi.

Lo spirito è decisamente rinnovato, gli incontri sono vivi poiché vedono la partecipazione di tanti fratelli alla

presentazione degli argomenti di riflessione. Anche la preparazione dei novizi si avvale della fattiva collaborazione e di

esperienze anche presso il 2° Ordine.

La fraternità partecipa a molte iniziative dei Frati Minori, all'animazione delle feste francescane, alla gestione del Centro

di ascolto le cui attività aumentano continuamente. Cura la redazione del "Foglio" mensile (un minigiornalino) distribuito

a tutti e inviato in particolare a tutti quelli che per salute o per età non possono più essere presenti.

Membri della nostra fraternità (in particolare Maria Teresa Berardo che molti ricordano per essere stata anche Ministra

Regionale), hanno collaborato alla stesura della nuova Regola approvata da Paolo VI, di cui ricorrono i 40 anni, nonché alla

formazione degli atti per la causa di beatificazione di Paolo Pio Perazzo curata dal Vice Postulatore Padre Pesce.

Data la composizione della fraternità,

con la presenza di tutte le fasce d'età, è

comprensibile che le attività siano

svolte a seconda delle proprie

possibilità, ma ce n'è una che ci vede

tutti attivi e uniti ogni giorno: la

preghiera secondo l'intenzione e la

formula proposta sul foglio mensile.

"PACE E BENE!"

Per la Fraternità - Gianna

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ MADONNA DI CAMPAGNA

Ogni famiglia del rigoglioso, semprevivo “albero” di San Francesco, ha la Sua Storia e

l’Ordine Francescano Secolare, nato come i “ Penitenti “che con il tempo presero il

nome di Terziari Francescani o Terz’Ordine, non può esulare dalla spiritualità della

Famiglia Francescana in cui è stato accolto: vi si adopera e muove, a passo coi tempi,

il cammino con i fratelli e le sorelle che il Signore gli ha dato.

A Madonna di Campagna, sin da remoti frammenti storici risalenti al XIV sec., si

evince una forte devozione mariana: un’edicola sacra, raffigurante una Madonna, si

trovava, tra campi e boschi, pressappoco dove oggi è situata l’attuale Chiesa

Parrocchiale e per questo la Madonna in effige prese il nome di “Madonna di

Campagna”.

Nel 1557 il Consiglio dei Decurioni della Città di Torino concesse ai frati di officiare

nella chiesetta campestre dedicata a Nostra Signora di Loreto, comunemente detta

“La Madonna delle Campagne”.

Ed è proprio qui che, nei pressi della Cappelletta, sorse nel 1567 il Convento dei Frati

Cappuccini. Attorno, nel tempo, nacque e crebbe la borgata chiamata “ Madonna di

Campagna”.

Per adempiere ad un voto fatto durante la grande pestilenza del 1629-1631 venne

eretto un pilone votivo che nel 1936 sarà ricollocato nel muro di cinta del Convento

e riconsacrato.

Il Convento, in cui l’O.F.S. trova accoglienza, divenne Parrocchia nel 1834 (una delle

più antiche dell’Ordine).

L’8 dicembre 1943 un bombardamento aereo distrusse la Chiesa ed il Convento, ad

eccezione del Campanile e della Statua della Vergine. Sotto le macerie morirono

cinque cari frati e 59 compianti parrocchiani. La nuova Chiesa, ricostruita nel

dopoguerra, fu consacrata nel 1952.

A Madonna di Campagna, i nostri cari Terziari Francescani, sono stati ufficialmente presenti fin dal 1700 circa, ma si

presume che già dalla metà del 1500 alcuni laici Penitenti ci fossero già.

Dal 1885 la Parrocchia viene arricchita dalla presenza della Fraternità locale del Terz’Ordine Francescano.

Gli Assistenti Spirituali delle Fraternità erano denominati Direttori ed avevano il compito di dirigere il Terz’Ordine.

L’Assistente Provinciale e Regionale era il Commissario ed officiava anche le Professioni dell’Ordine Secolare. Tra

questi, Fra Bonaventura D’Urso, donatoci come Assistente Spirituale, è stato Provinciale per diversi anni e a

Frassino ha ricevuto il 14 giugno del 1981, nell’allora grande salone della Colonia, la Professione di Anna Maria

Corrado Cumino, durante un raduno dell’Ordine Francescano Secolare. La stessa Anna divenne poi una Consigliera

Internazionale. A Fatima, il 14 ottobre del 1990 (data importante per tutte le Famiglie dell’O.F.S.) ha partecipato al

Capitolo Generale, durante la consegna delle Costituzioni da parte della prima Ministra Generale Manuela Mattioli

che, con l’elezione avvenuta, ha consegnato il mandato alla neo-eletta Ministra Emanuela De Nunzio.

Nel 1993 Anna Maria Cumino ha fatto parte anche dei Consiglieri per il Capitolo Mondiale del Messico.

Capitolo Generale OFS a Fatima

Ministra Generale Manuela Mattioli

Ministra Emanuela De Nunzio( al centro)

e a destra Anna Maria 10

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Condividiamo con la nostra Consigliera Formatrice, Gribaudo Vittoria, la gioia di aver avuto nella Fraternità la cara

nonna e l’amata mamma, in cammino francescano, qui, a Madonna di Campagna.

Vittoria Valperga Gribaudo, mamma di nove figli, seguiva con fervore e spirito francescano la Fraternità di

Madonna di Campagna.

Il suo nome è iscritto nel Registro, pensiamo più storico della Fraternità!!

Vittoria Valperga Gribaudo ha ricevuto la Vestizione il 5 settembre 1886 e l’amata Professione il 6 settembre 1887

da P.Flaviano, a 16 anni!

Ed è bello oggi per noi tutti aver ricevuto una sua immagine che da sé già narra e ci rende il senso vero del dono

della famiglia cristiana e della Fraternità francescana. Nella foto è immortalata anche la mamma di Vittoria, di

nome Rosa Valperga Gribaudo, che, come risulta scritto nel Registro di Fraternità, ha ricevuto la Vestizione il giorno

11 marzo 1962 e con grande gioia la Professione all’Ordine il 30 giugno 1963.

Anche la nostra Consigliera Zingarelli Giarrizzo Rosalba ha in Fraternità il

carissimo ( anche per noi tutti) papà Domenico Zingarelli che è entrato a

far parte della Gioventù Francescana il 7 dicembre 1949 ed ha emesso la

Promessa Solenne a San Giovanni Rotondo il 24 aprile 1950 assumendo il

nome di Onorato. Mastropietro Zingarelli Grazia, la mamma di Rosalba,

desiderosa di diventare Francescana, è stata messa alla Formazione il

giorno 12 dicembre 2009 unitamente alla figlia e a Gianni Giarrizzo, suo

amatissimo consorte. La Ministra era Vittoria Gribaudo e Laura

Bevilacqua è stata la Formatrice. Nella foto l’Assistente Spirituale della

Fraternità Fra Fulgenzio Gottin.

Mi piace anche pensare che questo Convento sia stato luogo abituale di visite, già dalla metà del 1800 circa, da

parte del Can. Giuseppe Cottolengo che vi si recava per le sue Confessioni. Le Suore del Cottolengo erano tutte

Terziarie Francescane!

E Don Giovanni Bosco vi conduceva a passeggio i suoi ragazzi di Valdocco!

E tra i Novizi, presenti nel Convento di Madonna di Campagna, si menziona anche fra Guglielmo Massaja da Piovà

d’Asti; il 6 settembre del 1826 vestì il saio cappuccino assumendo il nome di fra Guglielmo da Piovà ad appena 17

anni.

Proprio nella nostra Fraternità hanno mosso i loro primi passi i Professi di Asti-Alba che sono stati gioiosamente

accolti dall’Assistente Spirituale Padre Fulgenzio Gottin e sostenuti dal 2009 dalla Ministra Laura Bevilacqua e dal

Vice Ministro Mariano Del Gaudio, con impegno e dedizione, avviando così la collaborazione con il gruppo

vocazionale aspiranti OFS, seguiti da tempo da fra Alberto Vaccaneo. Con l’approvazione dei Responsabili Regionali,

la Fraternità si è attivata per seguirli nella formazione che si svolgeva ogni 15 gg, una volta ad Alba con fra Alberto

ed una volta ad Asti con la Ministra Laura ed il Vice Ministro Mariano. Ogni due mesi, tutta la Fraternità di

Foto ricordo della famiglia.

Al centro, Vittoria Valperga

Gribaudo.

Foto ricordo del festeggiamento

dei novant’anni di Rosa Valperga

Gribaudo. Vittoria e la mamma,

sono nella foto, le prime, in alto, a

sinistra, attorniate, nel chiostro

del Convento, dalla La Fraternità

OFS, in festa .

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VOLONTARIATO E’ VITA: PROPOSTA PER GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA LEBBRA

Madonna di Campagna li accoglieva festosamente e con affetto. Indimenticabile resta il giorno della Celebrazione

per l’erezione della Fraternità di Asti, a fine marzo 2015, alla presenza del Vescovo Monsignore Francesco Ravinale,

del Ministro Provinciale Padre Michele Mottura e della Ministra dell’OFS Regionale Piera Garzotto.

Riconoscendoci in cammino nella Famiglia francescana, Dono ricevuto gratuitamente in eredità, ci sentiamo

chiamati a vivere fraternamente nel servizio, in Parrocchia in Fraternità e nel Chiostro esterno del vivere

quotidiano, nel mondo senza essere del mondo.

Per la fraternità - Lucia

“Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo.” Grazie a questa chiamata iniziò il nostro cammino francescano, da delle persone abbandonate da tutti e di cui il Santo di Assisi era anch’egli terrorizzato. Dopo secoli, però la piaga della lebbra non è ancora stata debellata, non per mancanza di cure ma per mancanza di fondi. Per lottare contro questa malattia, esistono diverse associazioni e una di queste è L’AIFO (Associazione Italiana amici di Raoul Follereau). Questa associazione, oltre ad attività lungo tutto l’anno, aderisce, l’ultimo

weekend di gennaio, alla Giornata Mondiale contro la Lebbra durante la quale chiede a dei volontari di predisporre banchetti e vendere miele, riso, caramelle al miele, il cui ricavato va alla lotta a questa immonda malattia. La merce va ordinata per tempo alla associazione e, dopo la giornata, va effettuato il bonifico alla stessa. Invito quindi le fraternità a riflettere se hanno la possibilità di aderire a questa iniziativa e dare disponibilità a gestire un banchetto nelle loro parrocchie. L'attività non è laboriosa ma dona molta speranza a chi è malato di poter tornare a vivere dignitosamente. Per informazioni, potete chiamare il numero dell'associazione 051 – 4393211 e chiedere di Patrizio.

Per la Redazione - Rajesh

Decreto di erezione della

Fraternità Fraternità di Asti Celebrazione Eucaristica ad Asti

Nella foto la piccola Ilaria dell’Ofs di Asti, anche lei al servizio dei più bisognosi

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI ASTI

Mi accompagna sempre un po’ di nebbia ogni

volta che vado ad Asti per l’incontro di

fraternità. Anche d’estate. Soprattutto nei

dintorni di San Damiano, al confine tra le due

provincie. Ma questa nebbia, seppur con la

dovuta prudenza, non mi spaventa più. È quasi

una nebbia amica, un biglietto da visita di viti

barbera e granoturco, una porta aperta che mi

avvicina alle sorelle e ai fratelli astigiani. Chissà

se per loro è la stessa cosa quando vengono ad

Alba?

Già perché la nostra fraternità è fortemente caratterizzata da questo bipolarismo territoriale che è presente sin dalle origini della fraternità Gifra locale (ora soppressa) composta sia da giovani astigiani, sia da giovani albesi. Di quell’esperienza gifrina è rimasto un forte amore fraterno con tanti fratelli e sorelle che poi hanno fatto scelte diverse, un grande senso di appartenenza alla famiglia francescana e un piccolo numero di gifrini ora invecchiati (ahimè) che hanno voluto continuare il cammino aggregando a loro altri fratelli e sorelle ricevuti in dono dal Signore.

Bipolarismo segnato sempre dal nostro nome: Fraternità di Asti… e Alba, che formalmente non è corretto, ma è un po’ nel cuore di tutti noi. Bipolarismo segnato dall’assenza di un convento francescano e che proprio per questo motivo, ci ha spinto da sempre ad aprirci alla realtà delle due Diocesi senza pregiudizi, cercando sostegno nei Vescovi che si sono succeduti, nei sacerdoti, e nelle varie esperienze di fede proposte dalla pastorale giovanile e familiare di Asti e di Alba. A volte questa integrazione è stata semplice e a volte complicata, ma sempre ricca della presenza del Signore. Abbiamo ricevuto tantissimo anche dalla fraternità regionale che ci ha accompagnati mettendo al nostro fianco professi e frati che ci hanno cresciuti amorevolmente. Non posso a tal proposito non parlare della guida da parte della fraternità di Madonna di Campagna che ci è madre nel cammino francescano. La formazione di quei lunghi anni è stata accompagnata da testimonianze di vita silenziose, umili e fraterne che hanno determinato il nostro modo di concepire l’essere sorelle e fratelli dell’OFS. Alla fraternità di Madonna di Campagna andrà sempre la nostra riconoscenza per averci fatto nascere. Dopo il cammino di formazione, infatti, quando siamo stati un numero sufficiente di professi perpetui, abbiamo fatto richiesta di fondare la nostra fraternità che, fino a quel momento, esisteva solo nei nostri cuori. In data 24 marzo 2015, alla presenza del Vescovo di Asti Mons. Francesco Ravinale, fra Michele Mottura ha firmato il decreto di erezione della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Asti, Cardinal Guglielmo Massaia. Da quel momento la nostra fraternità ha iniziato a camminare da sola cercando di dare molta attenzione alla crescita delle relazioni fraterne (weekend fraterni, Natali a Casa Porcellana, ecc…), alla dimensione regionale (partecipazione ai vari eventi regionali, redazione giornalino regionale) e all’evangelizzazione (pellegrinaggi Asti-Piovà Massaia, Scuola di Preghiera). Ci hanno aiutato tantissimo fra Alberto prima e ora fra Pasquale che sentiamo veramente fratelli e parte viva della nostra fraternità più che “assistenti spirituali”. Il nostro cammino si è arricchito della presenza di sei novizi ed ora la nostra fraternità è composta da 17 membri tra sorelle e fratelli. Insieme a loro la fraternità cammina riconoscente al Signore in questa seconda parte della sua vita dopo il capitolo che si è celebrato per la seconda volta a marzo di quest’anno. Grazie e a Lisa e a Sara, ministra e viceministra, si sta facendo molta attenzione alla crescita personale e cristiana dei fratelli, alle relazioni tra di noi e ai bambini che sono figli dei professi ma anche di tutta la fraternità regionale. La storia breve della nostra fraternità si volge così al prossimo futuro cercando di donare a chi è più piccolo e a chi incontra quel grande tesoro di amore ricevuto negli anni scorsi, perché: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Oggi inizia l’autunno e la nebbia tra qui ed Asti si farà più forte… ma non ho paura se mi aspettano i miei fratelli. Pace e Bene!

Per la Fraternità - Roberto

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI VALLE ROSSI E POCAPAGLIA

Come da vostra richiesta di materiale per il giornale e di parlare della nostra

fraternità, in qualità di Ministra di Valle Rossi e Pocapaglia, sono a raccontarvi

come è nata la nostra fraternità.

Ogni anno tra Natale e Capodanno, nella chiesa di Valle Rossi di Sommariva

Perno, si svolgono le Sante Quarant’ore. Nel 1990 il nostro parroco ha invitato

come predicatore Padre Felice Pontiglione (foto1); nei tre giorni di predicazione,

Padre Felice ha parlato molto di San Francesco, di Santa Chiara, delle loro vite e

dell'Ordine Francescano Secolare. Molte donne di Valle Rossi ne furono colpite e

si interessarono dell'OFS, in particolare una

di loro: Dellavalle Anna (foto2) nativa di

Pocapaglia, la quale sapeva che da diversi

anni esisteva a Pocapaglia una fraternità di

francescane seguita da Padre Virgilio di Bra

(foto3) ormai molto anziano. Anna propose

di formare una fraternità anche a Valle

Rossi e Padre Felice fu d'accordo di parlarne

con i superiori del centro Regionale i quali diedero il permesso di portare la

fraternità di Pocapaglia a Valle Rossi creando un'unione. Ebbe così inizio il corso di

formazione con 35 persone con due incontri al mese (presso i locali del Circolo Acli),

uno con Padre Felice e uno con la maestra di formazione Irene Rinero di Fossano,

una persona molto valida che ci ha preparato bene e a cui tutti si sono affezionati. Il

30/01/92 c'è stata l'ammissione e il 21/11/93 la professione perpetua di 31 persone,

4 sorelle si sono ritirate perché non convinte.

Nei primi anni del percorso della nostra fraternità, si sono aggiunte una quindicina di

sorelle di Pocapaglia, di Sommariva Perno e di San Giuseppe (una frazione di

Sommariva Perno). Nel cammino svolto dalla nostra fraternità sono stata eletta più

volte ministra, ho organizzato molte volte pullman per partecipare alle giornate di ritiro

spirituale a Saluzzo (due volte l'anno), ai convegni e nel periodo estivo, per passare

una giornata di riposo e di preghiera a Frassino nella casa francescana. Su

suggerimento di Padre Felice, ho invitato a queste giornate anche persone

simpatizzanti e, un po’ per curiosità un po’per simpatia per l'Ofs, hanno partecipato

volentieri iniziando a seguire anche gli incontri mensili. Nel 2007 sempre seguiti da

Padre Felice, hanno fatto la professione altre 8 sorelle di San Rocco di Montaldo e nel

2015 una sorella di Macellai di Pocapaglia. Purtroppo durante questi anni 24 sorelle

sono tornate alla casa del Padre e alcune non possono più partecipare perché non più

autosufficienti oppure ricoverate in casa di riposo. Purtroppo nel 2015 anche Padre

Felice è tornato alla casa del Padre. Durante la sua malattia ci ha seguiti Fra Luca

Margaria, giovane frate cordiale e gentile a cui tutte si sono affezionate. Dopo il suo

trasferimento a Novara, per due anni abbiamo organizzato giornate di preghiere e

svago nel convento in cui era stato assegnato (San Nazzario). Ora ci segue Padre

Francesco Daniele, un frate molto riservato, ma che con la sua semplicità e bravura

nella predicazione, ha saputo attirare nuove persone che vengono volentieri ad

ascoltare la parola di Dio. Ha ravvivato la nostra fraternità e lo ringraziamo perché

nonostante i suoi numerosi impegni, ci fa da guida spirituale. Attualmente la nostra

fraternità comprende 23 sorelle attive. Ringraziamo molto Padre Felice e la Sig.ra

Anna Dellavalle per la bella idea di formare la fraternità e il Signore per questo

prezioso dono.

Per la Fraternità - La ministra Rosso Dallorto Maria

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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI NOVI LIGURE

DALLA REDAZIONE: Grazie!

Attualmente la fraternità è composta da circa 30 professi, di cui

15 attivi, ma ci sono stati periodi in cui la fraternità poteva

contare su 90 professi.

Nei pochi documenti conservati nell'archivio non risulta né il

rescritto né la data di erezione della fraternità.

Dai registri risulta che la più vecchia professione è avvenuta nel

1935, anche se gli anni che hanno fatto segnare le professioni più

numerose sono state quelle degli anni dal 1940 al 1945 e poi

quelle dal 1985 al 1997.

Negli anni dal 1994 e 1995 esisteva a Novi anche una sezione

della Gifra e tre gifrini sono poi passati nell'OFS.

La fraternità novese ha pesantemente risentito della chiusura del

convento nel 2010 (considerato da sempre casa nostra) e, per un

certo periodo, della mancanza di un assistente e del passaggio

dalla regione Liguria a quello del Piemonte Val d'Aosta, avvenuta

nel 2008.

Le consorelle e i confratelli attuali continuano a mantenere viva l'attività e la spiritualità francescana di sempre, con

l'aiuto del Signore e di S.Francesco e S.Chiara.

Per la Fraternità - Gigi

Cari Fratelli,

Non immaginate che gioia ricevere gli articoli, leggerli, impaginarli e pubblicarli. Storie di vite fraterne che nel tempo si susseguono con un unico

scopo: diffondere l’amore di Dio!!! Grazie, grazie di cuore a tutti per come questo giornalino sta diventando parte integrante della Fraternità Regionale. Grazie per la puntualità ma soprattutto per la passione che dimostrate nel voler far conoscere agli altri la bellezza della Vostra fraternità che giorno dopo giorno cresce e cammina verso Lui. Il prossimo numero sarà dedicato al DESIDERIO: Sogni e propositi fraterni per l’anno che sta arrivando. Vi chiediamo pertanto di inviarci entro il 20 novembre articoli brevi, documentati se riuscite anche da qualche foto o immagine, su questo tema. Attendiamo anche (per chi non fosse riuscito per questo numero) articoli sulla storia della fraternità, informazioni su professioni, capitoli, eventi o iniziative inerenti al nostro essere Francescani nel mondo. L’indirizzo mail è [email protected] Se avete qualche difficoltà “tecnologica” ci rendiamo disponibili per elaborare l’articolo con Voi anche solo telefonicamente. Potete contattarci ai seguenti numeri: Lisa 333 7423197 - Roberto 338 1482043 Per leggere on-line il giornalino: www.ofspiemonte.it Pace e Bene!

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RINNOVIAMOCI : CAPITOLO ELETTIVO LOCALE DI CHIVASSO

Lunedì scorso 16 aprile si è tenuto, nel salone della parrocchia Madonna di Loreto, il capitolo elettivo della fraternità locale di Chivasso: a presiedere la consigliera regionale Laura Bevilacqua, affiancata dall'assistente regionale fra Luigi Dima, ofm. Il capitolo è arrivato al termine di un periodo difficile, così difficile che ci si è arrivati con il ministro dimissionario. Dal 2014 ad oggi la fraternità ha condiviso con la comunità parrocchiale un percorso di cambiamento piuttosto travagliato, che ha visto il passaggio dalla cura dei frati Cappuccini a quella di

un parroco diocesano e poi l’addio della fraternità cappuccina alla nostra città dopo 400 anni di presenza. Non è stato né semplice, né indolore, anche se abbiamo la consolazione di avere proprio nel parroco don Tonino Pacetta il primo convinto custode della memoria francescana del luogo e della comunità, tanto che ha accettato, oltre ai suoi tanti impegni, anche di occuparsi della nostra fraternità come assistente. Come succede spesso anche nelle nostre famiglie i momenti faticosi sono accompagnati da difficoltà “fisiologiche”: le malattie, i lutti, le incomprensioni. E così è stato per noi, infatti nessuno è stato risparmiato dalla malattia: dai semplici disturbi legati al passare degli anni, al cancro, malattia che prova duramente moltissimi al nostro tempo. Chi tra noi non è stato visitato direttamente da queste prove, lo èstato attraverso i famigliari e alcuni di noi in questo periodo hanno vissuto dei lutti: chi per il papà, chi il marito, chi addirittura per una figlia. Come francescani secolari seguiamo le orme di un santo, Francesco d’Assisi, che ha vissuto più di metà della sua breve vita da ammalato, tormentato alla fine dalle febbri e dalla quasi totale cecità in un’epoca in cui la scienza medica aveva ben pochi strumenti, così come anche Chiara, “inferma” per anni, ma sempre attiva nel servizio, eppure, nonostante questo, abbiamo fatto tanta fatica a non lasciarci scoraggiare, a continuare almeno nell’impegno di incontrarci. Persino le incomprensioni fra noi, ancora una volta, sono state in tutto simili a quelle delle famiglie: difficile a volte capirsi tra uomini e donne, difficile per le differenze di età e di sensibilità, modi diversi di ordinare le priorità, difficoltà nel capire gli altri e le loro fatiche, a volte impossibile leggere altri punti di vista senza mettersi in discussione. Nonostante tutto in questi anni ci sono state tre professioni, che sono state un dono grande sicuramente per le sorelle professe, ma anche per la fraternità, che ha potuto così ravvivare il desiderio di continuare a camminare insieme, per crescere come fratelli e sorelle e per mettere a disposizione di tutti, della Chiesa locale ma anche dei più poveri ed emarginati, il proprio impegno nel servizio. E così attraverso la formazione, curata fino il dicembre scorso da fra Carlo Basili, attraverso l’aiuto dei membri del Consiglio Regionale e del Ministro Mariano Del Gaudio che ci hanno fatto visita, attraverso il pregare insieme, attraverso l’impegno di attenzione gli uni verso gli altri, abbiamo cercato di superare le incomprensioni che, nel contesto di cui abbiamo già detto, erano nate. Con questo desiderio di ripartire, consapevoli che possiamo “seguire il Risorto seguendo Francesco“ unicamente se lo facciamo insieme, uscendo dall’individualismo, abbiamo celebrato il capitolo e consegnato l'incarico di guidarci ai nuovi eletti: Chiara Fluttero, ministro, Maria Pia Anselmino, vice ministro, Maria Muraca, Nadia Cena e Maria Rosa Calvo, consiglieri.

Per la Fraternità - Chiara Fluttero

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CALENDARIO OFS REGIONALE E NAZIONALE 2018/2019

In questa edizione di FRANCESCO CON NOI riportiamo le principali date conosciute al momento in cui chiudiamo il numero.

Appuntamenti Regionali

2 dicembre 2018: Ritiri zonali di Avvento

26 - 27 gennaio 2018: Weekend Famiglie

10 marzo 2019: Ritiri zonali di Quaresima

5 -7 aprile 2019: Weekend di Spiritualità 25 - 26 maggio 2019: Weekend Famiglie

16 giugno 2019: Convegno Regionale Appuntamenti Nazionali

31 ottobre 2018: Udienza Generale da Papa Francesco

23 - 25 novembre 2018: Assemblea Nazionale OFS a Palermo

21 - 24 gennaio 2019: Incontro Nazionale Assistenti OFS ad Assisi

03 - 05 maggio 2019: Assemblea Nazionale OFS a Milano

In questo elenco non sono compresi le iniziative locali che possono però essere di interesse regionale. Se volete pertanto farle conoscere, potete comunicarcelo scrivendo alla Redazione all’indirizzo mail [email protected] La prossima uscita di Francesco con Noi è prevista per metà dicembre.

PILLOLE DI VANGELO

“Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?”. La differenza tra un discepolo e un cuore indurito sta nel desiderio ardente di conoscere la risposta.

Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno un pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. Gesù sa e trasmette ai suoi discepoli che il vero “shabbat”, dove il nostro cuore solo può trovare riposo, è amare.

“In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”. La carne di Gesù è l’amore con cui è vissuto e il suo sangue l’amore con cui è morto: solo accogliendo questo amore vivremo davvero.

“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Solo il Figlio può condurci a desiderare come Dio e a collaborare con il suo amore creatore: solo questo ci completa.

(Commenti a cura di fra Alberto Vaccaneo)

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SANTI FRANCESCANI: SAN GIUSEPPE DA COPERTINO Giuseppe Desa nasce il 17 Giugno 1603 in una stalla, perché il padre, Felice, custode del castello dei marchesi di Copertino, si era dato alla macchia per aver firmato troppe cambiali in favore di amici. Sua Madre, Franceschina Panaca, era una donna forte e rigorosa, tanto che Giuseppe, diventato frate, ricordando gli anni della sua infanzia disse che “il primo noviziato glielo aveva fatto fare lei”. L’ambiente poco sereno e inadatto lo fece crescere un po’ trasognato e distratto, tanto da meritargli il nomignolo di “boccaperta” per essere rimasto incantato all’ascolto del suono dell’organo durante le prove di canto. A sette anni fu mandato a scuola, ma dovette presto lasciarla perché un tumore cancrenoso lo costringerà a letto per 5 anni. In questo tempo, ascoltando i racconti della mamma maturò il desiderio di vedere Assisi e di camminare alla sequela di San Francesco. Un giorno la mamma lo condusse presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie, a Galatone. Ricevuta l’unzione con l’olio della lampada votiva guarì all’istante. A 16 anni cominciò a fare il calzolaio, ma si rivelò un vero fallimento. Chiese in questo periodo di entrare tra i Frati Minori Osservanti ma ebbe poca fortuna e fu giudicato inadatto a tutto. Fu accettato come “fratello laico” tra i Cappuccini e nell’agosto 1620 fu inviato a Martina Franca per l’anno di Noviziato col nome di fra Stefano, ma qualche mese dopo fu rimandato perché “inetto a qualsiasi mansione”. Uscito dai Cappuccini si vergognò di tornare a Copertino e andò presso uno zio Conventuale che lo avvisò della avvenuta morte del padre, e dei soldati che ora cercavano lui, come erede dei debiti da pagare. Fu necessario nasconderlo nella Grottella, una chiesetta dedicata alla Madonna. Con la provvidenziale complicità di un frate sacrista che gli passava il cibo, trascorse circa sei mesi come “clandestino di Dio” in un bugigattolo addossato al Convento della Grottella. Visse così finché il sacrista stesso si presentò allo zio e diede buona relazione sul giovane, sempre applicato alle cose di Dio. Gli zii, entrambi francescani, gli concessero l’abito da terziario: avrebbe fatto il servo in quel convento di campagna. A 22 anni fu ammesso tra i “fratelli laici”, tra i frati cioè che emettono i voti, ma non sono ammessi al sacerdozio. Fra Giuseppe fece il suo anno di Noviziato da solo sotto la guida dello zio, padre Giambattista Panaca, superando qualche ostacolo

nell’apprendimento del latino e della Regola di San Francesco a memoria. Spesso lo sorprendevano di notte a leggicchiare di nascosto o a farfugliare qualche frase in latino. Non gli mancava la buona volontà di curare lo studio, per il dovere che avvertiva di riempire i vuoti del tempo passato. Studiava di nascosto e si esercitava nello scrivere anche di notte. Gli zii, al vederlo così pieno di buona volontà, decisero di presentarlo ai frati come possibile chierico. Tanto evidente fu l’intervento della Provvidenza che fu ammesso a continuare gli studi. Nell’anno di prova egli seppe sempre corrispondere,

pur nei limiti delle sue possibilità, all’obbedienza e fu capace di condurre vita austera. “Per la sua bontà” fu ammesso alla Professione. Ad essa non venne mai meno e non si concesse mai “sconti”, continuando con fedeltà il cammino che si faceva ancora più arduo. Scherzi della Provvidenza: Fra Giuseppe, riconosciuto come una persona scarsa di doti umane intellettuali e di una scienza adeguata, si prepara al sacerdozio ed il 28 marzo 1628 viene ordinato sacerdote. “Quando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei / et io la tromba. / Ma senza il fiato tuo / nulla rimbomba” L’intervento divino, segno di una predilezione tutta particolare era ben chiaro: la consapevolezza di aver ricevuto veramente tutto da Dio diventerà per Fra Giuseppe uno stimolo a perseguire la santità. Egli invitava tutti a ringraziare Maria, a chiedere la sua materna intercessione, ad abbandonarsi con fiducia tra le sue braccia. P. Giuseppe si distingueva per lo spirito di preghiera alla quale dedicava molte ore del giorno: il Signore gli concesse doni straordinari come estasi e levitazioni che confondevano l’umiltà del nostro santo il quale per parte sua evitava quanto più poteva di farsi vedere. Bastava un solo richiamo alle cose divine, attraverso una lettura, un salmo, un’immagine religiosa per

essere a volte lanciato fuori di sé. Confidò a un confratello: “Quando nello schioppo la polvere da sparo si accende manda fuori quel boato e fragore. Così il cuore estatico acceso di amore di Dio”. Viene anche mandato ad Assisi e qui vivrà per quindici anni: chiuso in tre stanzette a ridosso della selva, la sua giornata era un lungo colloquio con

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Dio, culminante nella Celebrazione Eucaristica nella cappella del vecchio noviziato. Era nella Messa che Dio mostrava in lui lo splendore della sua potenza e dei suoi misteri rivelati ai piccoli. Giuseppe si sollevava in alto, cadeva con la faccia a terra, ballava, piangeva, gridava. A chi si meravigliava di queste strane manifestazioni spiegava: “Le persone che amano Dio sono come gli ubriachi, che non stanno in sé, e perciò cantano, ballano e fanno cose simili”. Giuseppe non amava queste manifestazioni esteriori della grazia che lo esponevano alla curiosità della gente e quasi si scusava dicendosi affetto da una malattia ignota, mentre pregava il Signore di togliergli ogni manifestazione esterna, ma non fu esaudito. La mattina del 23 Luglio 1653, al termine della Messa fu chiamato dal suo superiore in portineria, dove lo attendeva l’Inquisitore generale dell’Umbria che gli annunciava solennemente il suo trasferimento: rimase impietrito finché il suo superiore non gli ricordò i meriti della Santa Obbedienza: allora P. Giuseppe si gettò in ginocchio per baciare i piedi del domenicano, ascoltò rassegnato il proclama del tribunale e quasi volò verso la carrozza, tra quattro soldati. Non aveva nulla con sé. Un ultimo sguardo all’amata Assisi e la carrozza si mosse per una destinazione ignota. Pietrarubbia, un paesino nascosto tra i boschi di Carpegna, nelle Marche accoglierà P. Giuseppe nel convento dei Cappuccini: così avevano stabilito i superiori. Non potrà parlare con nessuno, scrivere a nessuno, non rivelare la presenza; le relazioni personali erano riservate ai soli Cappuccini del Convento; gli ordini sarebbero stati affissi sulla porta del refettorio e della celletta di fr. Giuseppe. Chi tentasse di contravvenire a questi ordini sarebbe stato scomunicato! Nonostante l’accaduto P. Giuseppe era sereno e ai Cappuccini marchigiani non sembrava vero di avere tra loro quel Giuseppe da Copertino di cui tanto avevano sentito parlare. La cella di P. Giuseppe diventò ben presto un luogo di incontri spirituali in cui si trattavano argomenti di comune edificazione. Lui non accusava mai, non si lamentava, semmai si rallegrava che Iddio lo avesse sequestrato dal mondo e levato dalla curiosità che egli tanto aborriva. La notizia che P. Giuseppe era a Pietrarubbia non tardò a circolare e molta gente si riversò nel piccolo paese tra le colline Marchigiane. Grazie e miracoli erano profusi con dovizia:

l’Inquisizione, d’altra parte, non aveva dato disposizioni a riguardo della Messa, che egli continuò a celebrare in pubblico. Ma anche questo periodo ebbe termine. Il Vicario generale del Vescovo di Urbino arrivò a Pietrarubbia con l’ordine di condurlo in altro luogo. -“Dove mi porterete?” chiese P. Giuseppe. –“Mi è stato vietato di manifestarvelo” rispose il Vicario. –“Ci sarà Dio nel luogo dove mi portate?” –“Padre, sì, senza dubbio” –“E allora andiamo tranquillamente: il Crocifisso ci aiuterà”. Ecco la fede di Giuseppe da Copertino: la grazia lo aveva plasmato fino a farlo giungere alla perfetta assimilazione con la volontà di Dio. La sua ascesi era tutta volta a purificare e trasfigurare l’intera esistenza per evitare il ripiegamento su di sé. Alla scuola di Francesco assunse il Cristo come centro attorno al quale far ruotare tutta la sua esistenza e ordinare ogni aspetto della propria personalità. Viveva un amore incondizionato alla Chiesa, sempre disponibile alla pronta obbedienza ai pastori, accettando anche l’incredulità e il sospetto di alcuni ministri di Dio. Grande era la sua devozione e tenerezza per la Madre

di Dio, da lui contemplata nell’immagine della Grottella; devozione discreta, semplice: alle feste della Madonna si preparava con fervore e seguendo la sua fantasia con canzoncine e poesie. Rifulgono nella figura di questo santo le meraviglie che Dio opera con coloro che si consegnano completamente nelle sue mani senza opporre resistenza sicuri della Providenza del Padre Celeste. Giuseppe era affabile, il santo della gioia che esprimeva nel canto, nella danza, nelle composizioni musicali o poesie: in punto di morte chiese ai frati che cantassero con lui. Un uomo tutto donato e libero,

liberato dalla grazia di Dio dalla quale si era lasciato lavorare, libero nell’Obbedienza. Visse in Osimo e vi morì il 18 settembre 1663: un quarto d’ora prima di mezzanotte il volto si illuminò e concluse la sua vita terrena con un lungo e ineffabile sorriso. San Giuseppe da Copertino è il patrono degli aviatori e degli studenti.

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IL NOSTRO FUTURO: GLI ARALDINI DELLA FRATERNITA’ DI COSSATO

Eccoci di nuovo qua con i nostri araldini, pronti a trascorrere

un altro pomeriggio insieme.

Il tema che guiderà l’incontro è: Fraternizziamo ? – Araldini,

veri fratelli!!!!!!

Fra Maurizio, dopo la lettura del Vangelo (Mt 12, 46-50), ha

cercato di spiegare ai nostri araldini che, oltre la mamma, il

papà, i fratelli e le sorelle, dobbiamo considerare come

fratelli anche tutte le altre persone, perché sono figli di uno

stesso Padre, che seguono gli insegnamenti della sua Parola.

L’incontro è proseguito con la realizzazione di un cartellone,

sul quale sono state attaccate tante mani di cartoncini

colorati realizzate dai bambini, intorno ad un disegno centrale

dove tutti si tengono per mano: che bello vederli disegnare

seguendo il contorno delle loro manine con la matita, per poi ritagliarle!

Di seguito li abbiamo coinvolti nella risoluzione di un cruciverba, su cui alla fine si componeva la parola fraternità: che

gara per indovinare per prima le parole.

Alla fine, come ricordo dell’incontro da portare a casa, abbiamo realizzato ”gli anelli dell’amicizia“ utilizzando elastici

e bottoni riciclati, ognuno lo ha personalizzato scegliendo bottoni di forma e colori diversi. Ormai il tempo stava

terminando, allora merenda per tutti, prima di andare ad incontrare Gesù a messa.

Per la fraternità di Cossato - Adriana, Antonietta e fra Maurizio

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