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Carissimi fratelli e sorelle, iniziamo un nuovo triennio per camminare insieme con questo primo numero del nostro notiziario regionale. La sinteticità del nome non rende il significato e la funzione che desideriamo che svolga. Non si tratta solo di diffondere delle notizie, di sapere delle cose; ma di uno strumento che, con semplicità, ci aiuti a sentirci più vicini e più prossimi. Per crescere nel senso di appartenenza alla fraternità regionale è indispensabile non lasciarsi sfuggire le occasioni che ci vengono offerte; il notiziario è una di quelle, non solo nel senso di leggere ma anche nel contribuire ai relativi contenuti. Uno stile che ha caratterizzato il precedente triennio di questo notiziario è stato quello di un maggior coinvolgimento delle fraternità locali. Una tipicità che deve continuare e migliorare per realizzare in modo sempre più intenso il nostro cammino verso una fraternità reale e non idealizzata. Se consideriamo l’eterogeneità e la vastità delle regioni in cui viviamo, Piemonte e Valle d’Aosta, uno strumento del genere nella sua semplicità, può costituire qualcosa di molto utile e prezioso per “abitare le distanze”, se tutti ci impegniamo a contribuire. Tanti sforzi e sacrifici sono stati fatti da chi ha svolto un delicato e proficuo ruolo di coordinatore. Tante cose realizzate, ma che non ci devono far provare un senso di assuefazione. La validità di uno strumento è funzionale al contesto ed al tempo in cui è utilizzato. Risulta fondamentale, quindi, non chiudere il cuore nell’ascoltare ciò che ci circonda e ciò che ci provoca nel seguire il Signore. Il primo numero di questo notiziario, per consuetudine, ogni anno fraterno viene reso disponibile per la festa di S. Francesco d’Assisi, nostro fondatore e modello ispiratore. Proviamo a non ridurla, però, a una consuetudine e ad un puro momento celebrativo. Invece, proviamo a lasciarci provocare su quali potrebbero essere le occasioni e le modalità per rendere viva ed attuale la testimonianza di Francesco sia personalmente che in fraternità. Lasciamoci interrogare dal suo modo di leggere e vivere il Vangelo senza dilazioni e mediazioni in modo semplice e diretto. Lasciamoci rapire dal suo desiderio di vivere per Gesù ed in intima unione con Lui al punto tale da essere definito non uno che prega, ma uno che è preghiera.
Francesco con noi
2. Giornata della Famiglia
Francescana A Vicoforte
4. Pellegrinaggio ad Assisi
7. Ritiro Fraternità di
Cossato, Vercelli e Biella
8. Storia della Fraternità di
Novara Sant’Andrea
9. Storia della Fraternità
Nuova San Tommaso di
Torino
10. Storia della Fraternità
Madonna di Campagna
di Torino
12. Proposta di volontariato
13. Storia della Fraternità di
Asti
14. Storia della Fraternità di
Vallerossi e Pocapaglia
15. Storia della Fraternità di
Novi ligure
16. Capitolo Fraternità di
Chivasso
17. Pillole di Vangelo e
Calendario regionale e
nazionale OFS
18. Santi Francescani
20. Gli araldini della
Fraternità di Cossato
ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DEL PIEMONTE E VALLE D’AOSTA
Fraternità Paolo Pio Perazzo
Sommario
IX Numero – Ottobre 2018
Mariano Del Gaudio Ministro regionale Ofs
Piemonte - Valle d’Aosta
LA GIOIA DELLA FRATERNITA’: 15.09.18 GIORNATA DELLA FAMIGLIA FRANCESCANA
La conferma più bella della bontà di un’esperienza è
quando alla fine in tanti si può dire: “Grazie! La ripetiamo,
vero?” Così ci sembra di poter interpretare i sentimenti di
quanti hanno partecipato sabato 15 settembre presso il
nostro monastero di Vicoforte alla “Giornata della
famiglia francescana”, un appuntamento che ha voluto
offrire innanzitutto una semplice occasione di incontro tra
il Primo ordine, il Secondo e l’Ordine Francescano
Secolare.
L’idea è nata dal desiderio di fare memoria insieme del 40°
anniversario della Regola dell’Ordine francescano
secolare: questo lo spunto iniziale che ha dato avvio a una
giornata “inedita” e quindi tutta da “inventare”. Così a
poco a poco ha preso forma e quando nella mattinata di
sabato 15 settembre la nostra chiesa si è riempita di tanti
fratelli e sorelle dell’OFS, insieme a qualche frate minore,
noi sorelle clarisse siamo state le prime ad essere
felicemente stupite. Per questo eccezionale
appuntamento si sono unite a noi anche una sorella del
monastero di Boves e una di quello di Bra. Il “filo rosso”
che ha unito i diversi momenti di questo giorno sono state
le parole del Testamento del Padre S. Francesco “il
Signore mi dette dei fratelli” e fr. Claudio Passavanti ofm
capp., nel suo contributo formativo, ci ha offerto spunti
molto profondi e concreti sul tema della fraternità.
Partendo dalla sacra Scrittura, fr. Claudio ci ha ricordato
che la fraternità è il compito più difficile ma anche più
bello che Gesù ci ha lasciato: l’amore per il prossimo è
infatti il metro di misura del nostro amore per Dio.
Francesco e Chiara da veri innamorati di Dio hanno vissuto
e testimoniato con la loro vita questa Parola del Vangelo,
accogliendo come dono del Signore ogni fratello e sorella.
Conosciamo i loro scritti e quello che ci hanno consegnato
come eredità più preziosa, ne ricordiamo qui uno fra i
tanti citati: la lettera a un Ministro. Qui S. Francesco tocca
il vertice della carità fraterna e della misericordia!
L’intento di fr. Claudio era soprattutto quello di provocare
e stimolare riflessioni e domande tra i presenti e così è
stato! Alla relazione del mattino, come a quella del
pomeriggio è seguita infatti la condivisione di risonanze
molto vivaci e interessanti, segno che quello della
fraternità è un tema che tocca ogni giorno la vita di tutti e
di ciascuno. Sullo sfondo della pagina evangelica del
giudizio universale (Mt 25,31-45) fr. Claudio ci ha invitati
innanzitutto a chiederci: “Qual è la fame delle persone più
vicine a noi? Come rispondiamo a questa fame?”
Rispondere concretamente a questa domanda è il
cammino di conversione quotidiana che si può e si deve
declinare in tanti gesti e stili di vita che vanno dal rispetto
alla premura per l’altro, fino alla cura per i “dettagli”,
perché l’amore è fatto di piccole cose. Sappiamo che tutto
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questo è possibile solo con una profonda vita spirituale,
perché solo una vita che profuma di Dio può testimoniare
il Vangelo e attirare altri fratelli e sorelle alle nostra
comunità. Ce lo ricorda il Padre S. Francesco di cui è detto:
“non era tanto un uomo che prega, quanto piuttosto egli
stesso tutto trasformato il preghiera vivente”. Da qui la
seconda domanda che fr. Claudio ci ha lanciato: “Quale
spazio do all’azione di Dio nella mia giornata? Come posso
parlare di Dio, della sua bellezza se non prego? Quanto
tempo sto davanti al Signore?”E infine l’ultima
provocazione: “Si è attraenti solo quando si è innamorati.
Tu di chi sei innamorato?” Forse noi siamo poco
“attraenti” perché siamo poco innamorati del Signore! E’
lo Spirito Santo che feconda la nostra vita e la fraternità è
dono suo! Per questo Francesco e Chiara ci hanno
esortato a desiderare sopra ogni cosa di “avere lo Spirito
del Signore e la sua santa operazione”.
La sosta per consumare insieme il pasto fraterno è stata
un’ulteriore occasione di scambio e di conoscenza, a cui è
seguito - nel primo pomeriggio- un secondo momento di
ascolto e di condivisione. Al termine di questa intensa
giornata ci siamo ritrovati tutti intorno all’ altare del
Signore e il Vangelo della liturgia della XXIV domenica del
tempo ordinario ci ha consegnato la domanda di Gesù:
“Ma voi, chi dite che io sia?” Sia la nostra vita la risposta
più vera a questa domanda, nella gioia di condividere
insieme il carisma di Francesco e Chiara che hanno fatto
del Vangelo la “forma” della loro vita. Ci siamo dunque
salutati con l’impegno di programmare già nella prossima
primavera un altro appuntamento, nel desiderio che
quanto vissuto dia l’avvio a un cammino di comunione
sempre più fecondo e concreto fra i tre Ordini francescani.
Le suore Clarisse di Vicoforte
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PELLEGRINAGGIO AD ASSISI: FRATERNITA’ SANTA MARIA DEL MONTE DI TORINO
15 giugno 2018 ore 6.00, siamo tutti pronti sul piazzale della
stazione Lingotto davanti all’autobus che ci porterà a vivere un
pellegrinaggio di 3 giorni ad Assisi.
Siamo in 60.
Abbiamo seguito un percorso, lungo 2 anni, lasciandoci condurre da 3
splendide guide, fra Michele, fra Franco e suor Milena sulla parola di
Francesco; ad Assisi, ad ogni tappa ci hanno condiviso catechesi e
riflessioni arricchenti per le nostre anime.
San Francesco, un Santo, ma prima di tutto un uomo che ha scommesso la propria
vita per il Signore e per i fratelli. ha dimostrato che è possibile vivere secondo il Vangelo e lo propone ai suoi frati, ma
anche alla gente comune di ogni ceto e condizione.
Vivere secondo Francesco equivale a vivere secondo il Vangelo.
Alla fine di questo percorso il pellegrinaggio ad Assisi è stato come un ritorno verso casa.
A Santa Maria degli Angeli, alla Porziuncola dove anche Francesco faceva spesso ritorno, dove ha voluto morire, lì ci
si sente accolti ed avvolti da un’atmosfera di pace, di amore come se San Francesco e Santa Chiara fossero ancora lì,
ad aspettare proprio te.
Ogni volta che torno lì scopro un aspetto nuovo della spiritualità di Francesco, un insegnamento nuovo per la mia
vita. In questo pellegrinaggio il tema era: “Essere protagonista”.
Protagonista della mia vita. Può sembrare una cosa scontata, ma così non è.
La vita, le mie virtù, le mie capacità, sono tutti doni che ho ricevuto e che devo riconsegnare, usare per i fratelli, per
testimoniare l’amore.
Per fare questo devo riuscire a spogliarmi di tutto ed affidarmi al Signore.
Ma quant’è difficile abbandonare le mie certezze!
Però ad Assisi Francesco ha dimostrato che questo è possibile.
Pensando a Francesco posso riconoscere e valutare aspetti nuovi della mia vita e decidere di cambiarla.
Qui tocco con mano che il Signore mi guida se lo lascio fare.
Posso decidere di collaborare con l’opera di Dio e mettermi a disposizione.
Sicuramente non ho né la forza né le capacità ma con la volontà e soprattutto con la preghiera posso dire il mio “si”
ed il Signore farà della mia vita un capolavoro, passando anche attraverso la fraternità OFS di cui faccio parte.
Per la Fraternità’ - Rita Finessi
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Al termine di un percorso spirituale durato due anni, seguendo il testo del Testamento di San Francesco, facciamo un
pellegrinaggio ad Assisi, seguendo un itinerario geografico - spirituale per vedere quello che Dio ha fatto nella vita di
frate Francesco e scoprire quali meraviglie può operare nella nostra vita.
In ogni luogo riceviamo una catechesi su alcuni punti essenziali per la faticosa e lenta conversione di Francesco, del
tempo per meditare e pregare ed alcune domande che ci interpellano e rappresentano i segnali indicatori per il
cammino di ognuno di noi.
RIVOTORTO Facciamo memoria della nostra vita per dare un senso a ciò che siamo oggi e Francesco lo fa qui a Rivotorto. Per la conversione come cambiamento di mentalità ecco tre punti chiave: 1) Incontro col lebbroso: Francesco comprende i valori veri; 2) Fraternità: dono della responsabilità verso i fratelli che non scelgo e che vanno accolti. La conversione porta alla carità. Il dono del mantello, che rappresenta le nostre sicurezze, al povero; 3) custodia della fede (approvazione dal Papa) e delle relazioni con i fratelli. A Rivotorto Francesco riceve il dono del lavoro come collaborazione all'opera di Dio nel creato. Qual è il talento che abbiamo e che possiamo donare con gioia ed impegno nelle nostre vallate di Rivotorto?
S. Maria degli Angeli - LA PORZIUNCOLA Qui Francesco ha voluto morire, qui ha ascoltato il Vangelo di Luca: non prendete bisaccia... "Questo voglio, questo desidero" dice Francesco. "Uomo protagonista della propria storia" è il tema generale del ritiro: essere protagonisti significa dare una direzione costante alla propria vita. Il credente lo diventa quando trasmette ad altri ciò che ha ricevuto. Il dono ricevuto segna la mia vita, mi è stato dato perchè diventi ricchezza per gli altri. Qui Francesco ha dato alla Chiesa un cuore pulsante di annuncio del Vangelo. Custodisco il dono della fede? Collaboro con altri ad annunciare il Vangelo? BASILICA DI SAN FRANCESCO Alle domande : Esco da questo ritiro come protagonista della mia storia? Scelgo fino in fondo quello che sto vivendo? Annuncio il Vangelo con la testimonianza di vita?
Ci sono 3 livelli di resistenza che ci bloccano e che sono... rappresentati dall'architettura della basilica 1) Basilica Superiore. Paure esterne che costellano la nostra vita: il giudizio altrui; 2) Basilica inferiore. Paure interiori: sono debole non ho la stoffa per l'annuncio, sono intriso di peccato. Nonostante la mia fragilità posso annunciare e mi fido perchè sono amico di Cristo!! Chiedo il coraggio. Quali sono le mie paure? 3) Cripta. Paura che nasce dalla vita che sfugge, il limite più grande della morte. Come mi pongo di fronte a questo limite? Viaggio spirituale attraverso l'arte nelle Basiliche. Al pellegrino che entra è proposto un cammino di spoliazione (gioco di specchi tra la vita di Cristo e quella di Francesco alter Christus): lascia tutti i pesi della tua vita e così vedi
che la grazia è già all'opera. "Ferma il passo e rallegrati o viaggiatore, hai raggiunto il colle del Paradiso.. " sull'arco all'ingresso. Cimabue identifica Francesco con due segni le Stigmate e il Vangelo: la Passione e la Parola. Quali segni potremmo dare di noi e della nostra vita? Francesco è uomo di Passione, di sogni, che vuole vedere Dio. E' anche il sogno di Dio che vuole abbracciare le persone che ama. Ciò che dice il valore di una vita è quanta passione ci metti dentro. Quanto sei innamorato della tua vita?
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CHIESA DELLA SPOLIAZIONE Qui Francesco fa una scelta e non sceglie una scorciatoia, come facciamo spesso noi. E' una scelta radicale. Dobbiamo lanciarci e mettere delle priorità. La spoliazione è una scelta verso un obiettivo a lungo termine. Dove poggia la mia felicità? Qui c'è la paternità della Chiesa che accoglie Francesco tramite il vescovo di Assisi. Qual è il nostro rapporto con la Chiesa locale? Sappiamo quello che fa il nostro vescovo? La spoliazione ha senso per rivestirci dei doni di Dio. Per Francesco un dono è Chiara, donna di preghiera che getta Francesco in Cristo: le relazioni intessute di preghiera fioriscono. Chiara è donna forte in Cristo,
protagonista della sua storia. Chiara, in clausura e inferma per 29 anni, ha scelto: realizza la sua vita nella preghiera come 1) Custodia : solo la preghiera arriva al cuore dell'altro; 2) Collaborazione: con la preghiera collaboro all'opera di Dio negli altri. Chiara corre interiormente; 3) Responsabilità: è la risposta a Dio che mi ha creato. Che posto ha la preghiera nella mia vita? SAN RUFINO A san Rufino Francesco è stato battezzato. La sorgente della passione di Francesco è l'immersione nella vita di Cristo. La facciata di San Rufino parla all'uomo medievale. Cristo è seduto, come Maestro: qui c'è un Signore da ascoltare. Cristo è Signore del cosmo e del tempo (sole e luna) regna e chiede l'obbedienza perchè è stato obbediente al Padre. Il Portale è luogo di passaggio dal pro-fanum al sacro. Facciamo memoria del nostro battesimo, l'amore in cui siamo stati immersi: superiamo la porta per incontrare il Signore.
RADURA NEL BOSCO A FOLIGNO Dare una direzione costante nella vita è lo stile di Francesco e
questo stile, col coraggio di mettersi in gioco, è possibile per
molti. Come può essere oggi reso vivo Francesco per
l'umanità? Per rispondere, leggiamo alcune pagine
dell'enciclica di Papa Francesco "Laudato sii": vedere il creato
come casa, punto di riferimento, relazione con le radici della
nostra vita. Siamo chiamati, alla fine di questo ritiro, a
custodire la casa comune, ossia ad opporci alla cultura
devastante dello scarto. La nostra vita non è una scarto e
nulla è da scartare. Il nostro corpo va accettato così com'è,
sano o malato che sia.
I doveri verso il creato e la natura fanno parte della nostra fede. Il creato è realtà che rimanda al Creatore Stare nella
creazione, non vuol dire stare comodi, ma accomodarsi e cercare uno spazio in cui creare una relazione. Farsi spazio
l’un l’altro. Il deterioramento delle relazioni è uno dei mali attuali. Educare a una spiritualità ecologica implica umiltà
e sobrietà. Il male di fondo è che l’uomo non sa riconosce il Creatore e mette se medesimo al centro, come faceva San
Francesco all'inizio della sua vita.
Riconoscenti per i grandi doni ricevuti in questo pellegrinaggio, torniamo alle nostre case pieni di coraggio ed energia
per camminare con docilità, alla scuola di Francesco, sul percorso ricco di segni che Dio ha tracciato per ognuno di
noi.
Per la fraternità - Cinzia Beatrice
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INSIEME E’ PIU’ BELLO: RITIRO DELLE FRATERNITA' DI COSSATO, VERCELLI E BIELLA
“E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad
aiutare Dio... Non mi faccio molte illusioni su
come le cose stiano veramente e rinuncio
persino alla pretesa di aiutare gli altri, partirò
sempre dal principio di aiutare Dio il più
possibile e se questo mi riuscirà, bene, allora
vuol dire che saprò esserci anche per gli
altri...”.
L'11 luglio 1942, intorno alle 11 di un sabato
mattina, una giovane donna scrive queste
cose sul suo Diario. Si chiama Etty Hillesum, è
un'ebrea olandese, intelligente ed
esuberante, che sta coscientemente correndo
verso la morte come tanti altri come lei su cui
si abbatte la scure di “tempi angosciosi”; Etty
morirà ad Auschwitz il 30 novembre 1943, dopo aver scritto su una cartolina gettata dal treno piombato in partenza:
“Abbiamo lasciato il campo cantando”.
Ebbene, proprio la testimonianza di questa donna fuori schema ha fatto da guida a un gruppo di Francescani Secolari
delle Fraternità di Cossato, Biella e Vercelli, che si sono ritrovati per la consueta giornata annuale di ritiro, lo scorso 1
luglio 2018, nel Monastero delle Sorelle Clarisse di Roasio.
Non ci siamo lasciati interrogare semplicemente dalla figura – pur gigantesca nella sua straordinarietà – di Etty, non a tutti
già nota; abbiamo cercato di scoprire come questa donna, ebrea non praticante, abbia incontrato Dio in un contesto
storico e culturale in cui molti semmai di Dio celebravano la “morte”; lei invece proprio nel suo tempo, quello dei lager e
delle camere a gas, lo incontra vivo, ma a patto di ribaltarne l'immagine tradizionale, per cui Dio diventa “bisognoso di
aiuto” di fronte al vacillare della responsabilità dell'uomo, sua creatura. Il tentativo è stato poi quello di rintracciare in
Chiara e Francesco non assurde analogie anacronistiche, ma sorprendenti consonanze di sentimento, nel momento in cui
entrambi – in modo diverso ma con lo stesso “respiro” come sempre – fanno l'esperienza spirituale di un Dio “debole”,
protagonista di uno svuotamento
radicale di sé che lo fa diventare
carne in Cristo povero e
crocifisso, pane spezzato, e
carne ferita dei poveri.
Abbiamo ascoltato voci non
scontate che ci hanno indotti ad
un momento intensissimo di
silenzio e riflessione personale,
sospeso tra le note di un flauto
suonate in giardino. Abbiamo
condiviso le forme che hanno
preso i pensieri, i dubbi, le
domande. Ci siamo accolti nella
preghiera liturgica del mattino e
ci siamo congedati con
l'Eucarestia presieduta
dall'assistente padre Domenico. E in mezzo, il tavolo semplice del pasto condiviso in serenità.
Davvero... “Tra gli altri benefici, che abbiamo ricevuto ed ogni giorno riceviamo dal nostro Donatore, il Padre delle
misericordie, per i quali siamo tenute a rendere a Lui glorioso vive azioni di grazie, grande è quello della nostra
vocazione...” (TestC 2).
La Fraternità “Nostra Signora di Oropa”di Cossato (Biella)
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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI NOVARA SANT’ANDREA
La vita della fraternità OFS di S. Andrea di Novara è
sempre stata strettamente legata a quella della
parrocchia.
Le prime notizie di una sezione femminile risalgono al
1887, quando la parrocchia era retta dai frati minori.
Dagli anni ’60 fino all’inizio degli anni ’90 la fraternità ha
vissuto il suo periodo di maggior vivacità con una
cinquantina di sorelle attive nella vita fraterna: era
grande l’impegno nelle attività parrocchiali, nel sostegno
alle missioni dei frati minori e nell’organizzazione di
pellegrinaggi e di incontri di formazione e ritiri aperti
anche a numerosi parrocchiani - simpatizzanti e in
collaborazione con altre fraternità del novarese.
Negli anni ’90 iniziò il calo delle vocazioni e il conseguente invecchiamento della fraternità con una marcata diminuzione
del numero dei francescani attivi ma, alla chiusura del convento dei frati nel 2005, la fraternità mantenne viva la presenza
francescana in parrocchia iniziando una proficua collaborazione con il parroco, nominato nuovo assistente spirituale.
Da sempre impegnata nell’opera di unificazione anche attraverso l’impegno a livello regionale di alcune sorelle, la
fraternità operava già negli anni ’90 in collaborazione con la fraternità cappuccina di San Nazzaro di Novara.
Nel 2011 la fraternità si è impegnata ad accompagnare un gruppo di persone che frequentavano da alcuni anni un corso
di spiritualità francescana tenuto dai frati minori del Monte Mesma e questo percorso ha portato a nuove professioni
dopo quelle di fine anni ’90.
Il numero dei francescani secolari attivi è diminuito ma la fraternità tiene sempre vivo lo spirito francescano in parrocchia,
organizza iniziative missionarie, collabora con le altre fraternità novaresi e mantiene i contatti con alcune fraternità
anziane della zona con uno spirito di apertura verso l’esterno.
La sfida è quella di riuscire a coinvolgere le sorelle anziane in modo che possano donare il loro apporto con l’esempio di
una vita vissuta sulle orme di Francesco e allo stesso tempo prevedere attività per i giovani che si affacciano alla vita di
fraternità e spesso sono frenati dall’idea di assumere un impegno “per la vita” e preferiscono restare simpatizzanti
condividendo comunque in toto l’impegno dei francescani secolari.
Per la Fraternità - Elena Zabattini
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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI TORINO NUOVA SAN TOMMASO
La Nostra Storia… di ieri e di oggi… raccontata dai fratelli storici e scritta da Gianna (Vice ministro attuale)
La Fraternità San Tommaso nasce a Torino circa 250 anni fa presso la Parrocchia San Tommaso Apostolo,
sita nel centro della città, retta dai Frati Minori sin dal 1621 e sede della Provincia dell'OFM.
Subisce a fine 1700 e inizio 1800 le conseguenze degli sconvolgimenti politici che affievoliscono la
consistenza di tutte le fraternità, anche a causa della suddivisione del TOF in tante branche quante
erano le famiglie del 1° Ordine.
Con l'elezione a Papa di Pio IX, primo di una serie consecutiva di sette Papi terziari francescani, il
francescanesimo secolare riprende ovunque vigore e slancio e anche la Tommaso ebbe figli illustri:
nei vecchi registri - tuttora conservati - risulta il nome di San GIOVANNI BOSCO, ma è notizia che
anche San GIUSEPPE CAFASSO e San GIUSEPPE BENEDETTO COTTOLENGO, terziari francescani entrambi, appartenessero
alla nostra Fraternità, poiché risultano dagli atti della Parrocchia S.Tommaso frequentatori abituali. Questi tradussero
l'ispirazione francescana nella carità verso i poveri, gli ammalati, gli emarginati, i carcerati e i giovani sbandati bisognosi di
guida e di istruzione.
Leone XIII promulga poi la nuova regola il 7.7.1883 con la quale propone ai terziari una vita sociale fondata sul Vangelo,
vissuta da laici nel vivo delle più acute problematiche sociali.
Il Servo di Dio Paolo Pio Perazzo - membro della Fraternità S. Tommaso - detto il Ferroviere Santo - sposa questa proposta
portando nel mondo del lavoro i principi della Rerum Novarum.
Lavorò per 47 anni nelle FF.SS., dove testimoniò con coraggiosa coerenza la sua appartenenza al Terz'ordine, non solo nel
soccorrere quanti ricorrevano a lui, ma anche con attività di difesa e promozione di azioni a favore del rispetto e
riconoscimento dei diritti dei lavoratori: davvero innovativo per quei tempi! Riposa nella Chiesa di S. Tommaso di fronte
alle sorelle Comoglio, anch'esse testimoni della spiritualità francescana, morte in odore di santità.
Con la costruzione del Convento e del Santuario di S. Antonio di Padova, fu in seguito incardinata qui la sede della
Provincia dell'OFM e quando i Frati Minori lasciarono la Parrocchia, affidata ai sacerdoti diocesani, anche la Fraternità
emigrò dapprima presso l'Istituto delle Suore Francescane Angeline, poi nella sede attuale presso il Convento di S.
Antonio.
L'11.11.2007, a seguito della riunione delle 3 fraternità OFS, nasce l'attuale Fraternità "NUOVA S. TOMMASO", cui hanno
fatto capo le Fraternità S. Tommaso, Paolo Pio Perazzo, Sant'Antono e Frate Jacopa.
Credo che S. Francesco abbia veramente sorriso di fronte a questa nuova Fraternità che ha trovato la sua integrazione con
un grosso sforzo di amore fra fratelli, perché alla sua costituzione era formata da molti elementi anziani e alcuni di mezza
età, ma ora raccoglie anche giovani e nuove famiglie con tanti meravigliosi bimbi.
Lo spirito è decisamente rinnovato, gli incontri sono vivi poiché vedono la partecipazione di tanti fratelli alla
presentazione degli argomenti di riflessione. Anche la preparazione dei novizi si avvale della fattiva collaborazione e di
esperienze anche presso il 2° Ordine.
La fraternità partecipa a molte iniziative dei Frati Minori, all'animazione delle feste francescane, alla gestione del Centro
di ascolto le cui attività aumentano continuamente. Cura la redazione del "Foglio" mensile (un minigiornalino) distribuito
a tutti e inviato in particolare a tutti quelli che per salute o per età non possono più essere presenti.
Membri della nostra fraternità (in particolare Maria Teresa Berardo che molti ricordano per essere stata anche Ministra
Regionale), hanno collaborato alla stesura della nuova Regola approvata da Paolo VI, di cui ricorrono i 40 anni, nonché alla
formazione degli atti per la causa di beatificazione di Paolo Pio Perazzo curata dal Vice Postulatore Padre Pesce.
Data la composizione della fraternità,
con la presenza di tutte le fasce d'età, è
comprensibile che le attività siano
svolte a seconda delle proprie
possibilità, ma ce n'è una che ci vede
tutti attivi e uniti ogni giorno: la
preghiera secondo l'intenzione e la
formula proposta sul foglio mensile.
"PACE E BENE!"
Per la Fraternità - Gianna
9
LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ MADONNA DI CAMPAGNA
Ogni famiglia del rigoglioso, semprevivo “albero” di San Francesco, ha la Sua Storia e
l’Ordine Francescano Secolare, nato come i “ Penitenti “che con il tempo presero il
nome di Terziari Francescani o Terz’Ordine, non può esulare dalla spiritualità della
Famiglia Francescana in cui è stato accolto: vi si adopera e muove, a passo coi tempi,
il cammino con i fratelli e le sorelle che il Signore gli ha dato.
A Madonna di Campagna, sin da remoti frammenti storici risalenti al XIV sec., si
evince una forte devozione mariana: un’edicola sacra, raffigurante una Madonna, si
trovava, tra campi e boschi, pressappoco dove oggi è situata l’attuale Chiesa
Parrocchiale e per questo la Madonna in effige prese il nome di “Madonna di
Campagna”.
Nel 1557 il Consiglio dei Decurioni della Città di Torino concesse ai frati di officiare
nella chiesetta campestre dedicata a Nostra Signora di Loreto, comunemente detta
“La Madonna delle Campagne”.
Ed è proprio qui che, nei pressi della Cappelletta, sorse nel 1567 il Convento dei Frati
Cappuccini. Attorno, nel tempo, nacque e crebbe la borgata chiamata “ Madonna di
Campagna”.
Per adempiere ad un voto fatto durante la grande pestilenza del 1629-1631 venne
eretto un pilone votivo che nel 1936 sarà ricollocato nel muro di cinta del Convento
e riconsacrato.
Il Convento, in cui l’O.F.S. trova accoglienza, divenne Parrocchia nel 1834 (una delle
più antiche dell’Ordine).
L’8 dicembre 1943 un bombardamento aereo distrusse la Chiesa ed il Convento, ad
eccezione del Campanile e della Statua della Vergine. Sotto le macerie morirono
cinque cari frati e 59 compianti parrocchiani. La nuova Chiesa, ricostruita nel
dopoguerra, fu consacrata nel 1952.
A Madonna di Campagna, i nostri cari Terziari Francescani, sono stati ufficialmente presenti fin dal 1700 circa, ma si
presume che già dalla metà del 1500 alcuni laici Penitenti ci fossero già.
Dal 1885 la Parrocchia viene arricchita dalla presenza della Fraternità locale del Terz’Ordine Francescano.
Gli Assistenti Spirituali delle Fraternità erano denominati Direttori ed avevano il compito di dirigere il Terz’Ordine.
L’Assistente Provinciale e Regionale era il Commissario ed officiava anche le Professioni dell’Ordine Secolare. Tra
questi, Fra Bonaventura D’Urso, donatoci come Assistente Spirituale, è stato Provinciale per diversi anni e a
Frassino ha ricevuto il 14 giugno del 1981, nell’allora grande salone della Colonia, la Professione di Anna Maria
Corrado Cumino, durante un raduno dell’Ordine Francescano Secolare. La stessa Anna divenne poi una Consigliera
Internazionale. A Fatima, il 14 ottobre del 1990 (data importante per tutte le Famiglie dell’O.F.S.) ha partecipato al
Capitolo Generale, durante la consegna delle Costituzioni da parte della prima Ministra Generale Manuela Mattioli
che, con l’elezione avvenuta, ha consegnato il mandato alla neo-eletta Ministra Emanuela De Nunzio.
Nel 1993 Anna Maria Cumino ha fatto parte anche dei Consiglieri per il Capitolo Mondiale del Messico.
Capitolo Generale OFS a Fatima
Ministra Generale Manuela Mattioli
Ministra Emanuela De Nunzio( al centro)
e a destra Anna Maria 10
Condividiamo con la nostra Consigliera Formatrice, Gribaudo Vittoria, la gioia di aver avuto nella Fraternità la cara
nonna e l’amata mamma, in cammino francescano, qui, a Madonna di Campagna.
Vittoria Valperga Gribaudo, mamma di nove figli, seguiva con fervore e spirito francescano la Fraternità di
Madonna di Campagna.
Il suo nome è iscritto nel Registro, pensiamo più storico della Fraternità!!
Vittoria Valperga Gribaudo ha ricevuto la Vestizione il 5 settembre 1886 e l’amata Professione il 6 settembre 1887
da P.Flaviano, a 16 anni!
Ed è bello oggi per noi tutti aver ricevuto una sua immagine che da sé già narra e ci rende il senso vero del dono
della famiglia cristiana e della Fraternità francescana. Nella foto è immortalata anche la mamma di Vittoria, di
nome Rosa Valperga Gribaudo, che, come risulta scritto nel Registro di Fraternità, ha ricevuto la Vestizione il giorno
11 marzo 1962 e con grande gioia la Professione all’Ordine il 30 giugno 1963.
Anche la nostra Consigliera Zingarelli Giarrizzo Rosalba ha in Fraternità il
carissimo ( anche per noi tutti) papà Domenico Zingarelli che è entrato a
far parte della Gioventù Francescana il 7 dicembre 1949 ed ha emesso la
Promessa Solenne a San Giovanni Rotondo il 24 aprile 1950 assumendo il
nome di Onorato. Mastropietro Zingarelli Grazia, la mamma di Rosalba,
desiderosa di diventare Francescana, è stata messa alla Formazione il
giorno 12 dicembre 2009 unitamente alla figlia e a Gianni Giarrizzo, suo
amatissimo consorte. La Ministra era Vittoria Gribaudo e Laura
Bevilacqua è stata la Formatrice. Nella foto l’Assistente Spirituale della
Fraternità Fra Fulgenzio Gottin.
Mi piace anche pensare che questo Convento sia stato luogo abituale di visite, già dalla metà del 1800 circa, da
parte del Can. Giuseppe Cottolengo che vi si recava per le sue Confessioni. Le Suore del Cottolengo erano tutte
Terziarie Francescane!
E Don Giovanni Bosco vi conduceva a passeggio i suoi ragazzi di Valdocco!
E tra i Novizi, presenti nel Convento di Madonna di Campagna, si menziona anche fra Guglielmo Massaja da Piovà
d’Asti; il 6 settembre del 1826 vestì il saio cappuccino assumendo il nome di fra Guglielmo da Piovà ad appena 17
anni.
Proprio nella nostra Fraternità hanno mosso i loro primi passi i Professi di Asti-Alba che sono stati gioiosamente
accolti dall’Assistente Spirituale Padre Fulgenzio Gottin e sostenuti dal 2009 dalla Ministra Laura Bevilacqua e dal
Vice Ministro Mariano Del Gaudio, con impegno e dedizione, avviando così la collaborazione con il gruppo
vocazionale aspiranti OFS, seguiti da tempo da fra Alberto Vaccaneo. Con l’approvazione dei Responsabili Regionali,
la Fraternità si è attivata per seguirli nella formazione che si svolgeva ogni 15 gg, una volta ad Alba con fra Alberto
ed una volta ad Asti con la Ministra Laura ed il Vice Ministro Mariano. Ogni due mesi, tutta la Fraternità di
Foto ricordo della famiglia.
Al centro, Vittoria Valperga
Gribaudo.
Foto ricordo del festeggiamento
dei novant’anni di Rosa Valperga
Gribaudo. Vittoria e la mamma,
sono nella foto, le prime, in alto, a
sinistra, attorniate, nel chiostro
del Convento, dalla La Fraternità
OFS, in festa .
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VOLONTARIATO E’ VITA: PROPOSTA PER GIORNATA NAZIONALE CONTRO LA LEBBRA
Madonna di Campagna li accoglieva festosamente e con affetto. Indimenticabile resta il giorno della Celebrazione
per l’erezione della Fraternità di Asti, a fine marzo 2015, alla presenza del Vescovo Monsignore Francesco Ravinale,
del Ministro Provinciale Padre Michele Mottura e della Ministra dell’OFS Regionale Piera Garzotto.
Riconoscendoci in cammino nella Famiglia francescana, Dono ricevuto gratuitamente in eredità, ci sentiamo
chiamati a vivere fraternamente nel servizio, in Parrocchia in Fraternità e nel Chiostro esterno del vivere
quotidiano, nel mondo senza essere del mondo.
Per la fraternità - Lucia
“Il Signore concesse a me, frate Francesco, d’incominciare così a far penitenza, poiché, essendo io nei peccati, mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi; e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza di anima e di corpo.” Grazie a questa chiamata iniziò il nostro cammino francescano, da delle persone abbandonate da tutti e di cui il Santo di Assisi era anch’egli terrorizzato. Dopo secoli, però la piaga della lebbra non è ancora stata debellata, non per mancanza di cure ma per mancanza di fondi. Per lottare contro questa malattia, esistono diverse associazioni e una di queste è L’AIFO (Associazione Italiana amici di Raoul Follereau). Questa associazione, oltre ad attività lungo tutto l’anno, aderisce, l’ultimo
weekend di gennaio, alla Giornata Mondiale contro la Lebbra durante la quale chiede a dei volontari di predisporre banchetti e vendere miele, riso, caramelle al miele, il cui ricavato va alla lotta a questa immonda malattia. La merce va ordinata per tempo alla associazione e, dopo la giornata, va effettuato il bonifico alla stessa. Invito quindi le fraternità a riflettere se hanno la possibilità di aderire a questa iniziativa e dare disponibilità a gestire un banchetto nelle loro parrocchie. L'attività non è laboriosa ma dona molta speranza a chi è malato di poter tornare a vivere dignitosamente. Per informazioni, potete chiamare il numero dell'associazione 051 – 4393211 e chiedere di Patrizio.
Per la Redazione - Rajesh
Decreto di erezione della
Fraternità Fraternità di Asti Celebrazione Eucaristica ad Asti
Nella foto la piccola Ilaria dell’Ofs di Asti, anche lei al servizio dei più bisognosi
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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI ASTI
Mi accompagna sempre un po’ di nebbia ogni
volta che vado ad Asti per l’incontro di
fraternità. Anche d’estate. Soprattutto nei
dintorni di San Damiano, al confine tra le due
provincie. Ma questa nebbia, seppur con la
dovuta prudenza, non mi spaventa più. È quasi
una nebbia amica, un biglietto da visita di viti
barbera e granoturco, una porta aperta che mi
avvicina alle sorelle e ai fratelli astigiani. Chissà
se per loro è la stessa cosa quando vengono ad
Alba?
Già perché la nostra fraternità è fortemente caratterizzata da questo bipolarismo territoriale che è presente sin dalle origini della fraternità Gifra locale (ora soppressa) composta sia da giovani astigiani, sia da giovani albesi. Di quell’esperienza gifrina è rimasto un forte amore fraterno con tanti fratelli e sorelle che poi hanno fatto scelte diverse, un grande senso di appartenenza alla famiglia francescana e un piccolo numero di gifrini ora invecchiati (ahimè) che hanno voluto continuare il cammino aggregando a loro altri fratelli e sorelle ricevuti in dono dal Signore.
Bipolarismo segnato sempre dal nostro nome: Fraternità di Asti… e Alba, che formalmente non è corretto, ma è un po’ nel cuore di tutti noi. Bipolarismo segnato dall’assenza di un convento francescano e che proprio per questo motivo, ci ha spinto da sempre ad aprirci alla realtà delle due Diocesi senza pregiudizi, cercando sostegno nei Vescovi che si sono succeduti, nei sacerdoti, e nelle varie esperienze di fede proposte dalla pastorale giovanile e familiare di Asti e di Alba. A volte questa integrazione è stata semplice e a volte complicata, ma sempre ricca della presenza del Signore. Abbiamo ricevuto tantissimo anche dalla fraternità regionale che ci ha accompagnati mettendo al nostro fianco professi e frati che ci hanno cresciuti amorevolmente. Non posso a tal proposito non parlare della guida da parte della fraternità di Madonna di Campagna che ci è madre nel cammino francescano. La formazione di quei lunghi anni è stata accompagnata da testimonianze di vita silenziose, umili e fraterne che hanno determinato il nostro modo di concepire l’essere sorelle e fratelli dell’OFS. Alla fraternità di Madonna di Campagna andrà sempre la nostra riconoscenza per averci fatto nascere. Dopo il cammino di formazione, infatti, quando siamo stati un numero sufficiente di professi perpetui, abbiamo fatto richiesta di fondare la nostra fraternità che, fino a quel momento, esisteva solo nei nostri cuori. In data 24 marzo 2015, alla presenza del Vescovo di Asti Mons. Francesco Ravinale, fra Michele Mottura ha firmato il decreto di erezione della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare di Asti, Cardinal Guglielmo Massaia. Da quel momento la nostra fraternità ha iniziato a camminare da sola cercando di dare molta attenzione alla crescita delle relazioni fraterne (weekend fraterni, Natali a Casa Porcellana, ecc…), alla dimensione regionale (partecipazione ai vari eventi regionali, redazione giornalino regionale) e all’evangelizzazione (pellegrinaggi Asti-Piovà Massaia, Scuola di Preghiera). Ci hanno aiutato tantissimo fra Alberto prima e ora fra Pasquale che sentiamo veramente fratelli e parte viva della nostra fraternità più che “assistenti spirituali”. Il nostro cammino si è arricchito della presenza di sei novizi ed ora la nostra fraternità è composta da 17 membri tra sorelle e fratelli. Insieme a loro la fraternità cammina riconoscente al Signore in questa seconda parte della sua vita dopo il capitolo che si è celebrato per la seconda volta a marzo di quest’anno. Grazie e a Lisa e a Sara, ministra e viceministra, si sta facendo molta attenzione alla crescita personale e cristiana dei fratelli, alle relazioni tra di noi e ai bambini che sono figli dei professi ma anche di tutta la fraternità regionale. La storia breve della nostra fraternità si volge così al prossimo futuro cercando di donare a chi è più piccolo e a chi incontra quel grande tesoro di amore ricevuto negli anni scorsi, perché: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Oggi inizia l’autunno e la nebbia tra qui ed Asti si farà più forte… ma non ho paura se mi aspettano i miei fratelli. Pace e Bene!
Per la Fraternità - Roberto
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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI VALLE ROSSI E POCAPAGLIA
Come da vostra richiesta di materiale per il giornale e di parlare della nostra
fraternità, in qualità di Ministra di Valle Rossi e Pocapaglia, sono a raccontarvi
come è nata la nostra fraternità.
Ogni anno tra Natale e Capodanno, nella chiesa di Valle Rossi di Sommariva
Perno, si svolgono le Sante Quarant’ore. Nel 1990 il nostro parroco ha invitato
come predicatore Padre Felice Pontiglione (foto1); nei tre giorni di predicazione,
Padre Felice ha parlato molto di San Francesco, di Santa Chiara, delle loro vite e
dell'Ordine Francescano Secolare. Molte donne di Valle Rossi ne furono colpite e
si interessarono dell'OFS, in particolare una
di loro: Dellavalle Anna (foto2) nativa di
Pocapaglia, la quale sapeva che da diversi
anni esisteva a Pocapaglia una fraternità di
francescane seguita da Padre Virgilio di Bra
(foto3) ormai molto anziano. Anna propose
di formare una fraternità anche a Valle
Rossi e Padre Felice fu d'accordo di parlarne
con i superiori del centro Regionale i quali diedero il permesso di portare la
fraternità di Pocapaglia a Valle Rossi creando un'unione. Ebbe così inizio il corso di
formazione con 35 persone con due incontri al mese (presso i locali del Circolo Acli),
uno con Padre Felice e uno con la maestra di formazione Irene Rinero di Fossano,
una persona molto valida che ci ha preparato bene e a cui tutti si sono affezionati. Il
30/01/92 c'è stata l'ammissione e il 21/11/93 la professione perpetua di 31 persone,
4 sorelle si sono ritirate perché non convinte.
Nei primi anni del percorso della nostra fraternità, si sono aggiunte una quindicina di
sorelle di Pocapaglia, di Sommariva Perno e di San Giuseppe (una frazione di
Sommariva Perno). Nel cammino svolto dalla nostra fraternità sono stata eletta più
volte ministra, ho organizzato molte volte pullman per partecipare alle giornate di ritiro
spirituale a Saluzzo (due volte l'anno), ai convegni e nel periodo estivo, per passare
una giornata di riposo e di preghiera a Frassino nella casa francescana. Su
suggerimento di Padre Felice, ho invitato a queste giornate anche persone
simpatizzanti e, un po’ per curiosità un po’per simpatia per l'Ofs, hanno partecipato
volentieri iniziando a seguire anche gli incontri mensili. Nel 2007 sempre seguiti da
Padre Felice, hanno fatto la professione altre 8 sorelle di San Rocco di Montaldo e nel
2015 una sorella di Macellai di Pocapaglia. Purtroppo durante questi anni 24 sorelle
sono tornate alla casa del Padre e alcune non possono più partecipare perché non più
autosufficienti oppure ricoverate in casa di riposo. Purtroppo nel 2015 anche Padre
Felice è tornato alla casa del Padre. Durante la sua malattia ci ha seguiti Fra Luca
Margaria, giovane frate cordiale e gentile a cui tutte si sono affezionate. Dopo il suo
trasferimento a Novara, per due anni abbiamo organizzato giornate di preghiere e
svago nel convento in cui era stato assegnato (San Nazzario). Ora ci segue Padre
Francesco Daniele, un frate molto riservato, ma che con la sua semplicità e bravura
nella predicazione, ha saputo attirare nuove persone che vengono volentieri ad
ascoltare la parola di Dio. Ha ravvivato la nostra fraternità e lo ringraziamo perché
nonostante i suoi numerosi impegni, ci fa da guida spirituale. Attualmente la nostra
fraternità comprende 23 sorelle attive. Ringraziamo molto Padre Felice e la Sig.ra
Anna Dellavalle per la bella idea di formare la fraternità e il Signore per questo
prezioso dono.
Per la Fraternità - La ministra Rosso Dallorto Maria
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LA STORIA E’ VITA: FRATERNITA’ DI NOVI LIGURE
DALLA REDAZIONE: Grazie!
Attualmente la fraternità è composta da circa 30 professi, di cui
15 attivi, ma ci sono stati periodi in cui la fraternità poteva
contare su 90 professi.
Nei pochi documenti conservati nell'archivio non risulta né il
rescritto né la data di erezione della fraternità.
Dai registri risulta che la più vecchia professione è avvenuta nel
1935, anche se gli anni che hanno fatto segnare le professioni più
numerose sono state quelle degli anni dal 1940 al 1945 e poi
quelle dal 1985 al 1997.
Negli anni dal 1994 e 1995 esisteva a Novi anche una sezione
della Gifra e tre gifrini sono poi passati nell'OFS.
La fraternità novese ha pesantemente risentito della chiusura del
convento nel 2010 (considerato da sempre casa nostra) e, per un
certo periodo, della mancanza di un assistente e del passaggio
dalla regione Liguria a quello del Piemonte Val d'Aosta, avvenuta
nel 2008.
Le consorelle e i confratelli attuali continuano a mantenere viva l'attività e la spiritualità francescana di sempre, con
l'aiuto del Signore e di S.Francesco e S.Chiara.
Per la Fraternità - Gigi
Cari Fratelli,
Non immaginate che gioia ricevere gli articoli, leggerli, impaginarli e pubblicarli. Storie di vite fraterne che nel tempo si susseguono con un unico
scopo: diffondere l’amore di Dio!!! Grazie, grazie di cuore a tutti per come questo giornalino sta diventando parte integrante della Fraternità Regionale. Grazie per la puntualità ma soprattutto per la passione che dimostrate nel voler far conoscere agli altri la bellezza della Vostra fraternità che giorno dopo giorno cresce e cammina verso Lui. Il prossimo numero sarà dedicato al DESIDERIO: Sogni e propositi fraterni per l’anno che sta arrivando. Vi chiediamo pertanto di inviarci entro il 20 novembre articoli brevi, documentati se riuscite anche da qualche foto o immagine, su questo tema. Attendiamo anche (per chi non fosse riuscito per questo numero) articoli sulla storia della fraternità, informazioni su professioni, capitoli, eventi o iniziative inerenti al nostro essere Francescani nel mondo. L’indirizzo mail è [email protected] Se avete qualche difficoltà “tecnologica” ci rendiamo disponibili per elaborare l’articolo con Voi anche solo telefonicamente. Potete contattarci ai seguenti numeri: Lisa 333 7423197 - Roberto 338 1482043 Per leggere on-line il giornalino: www.ofspiemonte.it Pace e Bene!
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RINNOVIAMOCI : CAPITOLO ELETTIVO LOCALE DI CHIVASSO
Lunedì scorso 16 aprile si è tenuto, nel salone della parrocchia Madonna di Loreto, il capitolo elettivo della fraternità locale di Chivasso: a presiedere la consigliera regionale Laura Bevilacqua, affiancata dall'assistente regionale fra Luigi Dima, ofm. Il capitolo è arrivato al termine di un periodo difficile, così difficile che ci si è arrivati con il ministro dimissionario. Dal 2014 ad oggi la fraternità ha condiviso con la comunità parrocchiale un percorso di cambiamento piuttosto travagliato, che ha visto il passaggio dalla cura dei frati Cappuccini a quella di
un parroco diocesano e poi l’addio della fraternità cappuccina alla nostra città dopo 400 anni di presenza. Non è stato né semplice, né indolore, anche se abbiamo la consolazione di avere proprio nel parroco don Tonino Pacetta il primo convinto custode della memoria francescana del luogo e della comunità, tanto che ha accettato, oltre ai suoi tanti impegni, anche di occuparsi della nostra fraternità come assistente. Come succede spesso anche nelle nostre famiglie i momenti faticosi sono accompagnati da difficoltà “fisiologiche”: le malattie, i lutti, le incomprensioni. E così è stato per noi, infatti nessuno è stato risparmiato dalla malattia: dai semplici disturbi legati al passare degli anni, al cancro, malattia che prova duramente moltissimi al nostro tempo. Chi tra noi non è stato visitato direttamente da queste prove, lo èstato attraverso i famigliari e alcuni di noi in questo periodo hanno vissuto dei lutti: chi per il papà, chi il marito, chi addirittura per una figlia. Come francescani secolari seguiamo le orme di un santo, Francesco d’Assisi, che ha vissuto più di metà della sua breve vita da ammalato, tormentato alla fine dalle febbri e dalla quasi totale cecità in un’epoca in cui la scienza medica aveva ben pochi strumenti, così come anche Chiara, “inferma” per anni, ma sempre attiva nel servizio, eppure, nonostante questo, abbiamo fatto tanta fatica a non lasciarci scoraggiare, a continuare almeno nell’impegno di incontrarci. Persino le incomprensioni fra noi, ancora una volta, sono state in tutto simili a quelle delle famiglie: difficile a volte capirsi tra uomini e donne, difficile per le differenze di età e di sensibilità, modi diversi di ordinare le priorità, difficoltà nel capire gli altri e le loro fatiche, a volte impossibile leggere altri punti di vista senza mettersi in discussione. Nonostante tutto in questi anni ci sono state tre professioni, che sono state un dono grande sicuramente per le sorelle professe, ma anche per la fraternità, che ha potuto così ravvivare il desiderio di continuare a camminare insieme, per crescere come fratelli e sorelle e per mettere a disposizione di tutti, della Chiesa locale ma anche dei più poveri ed emarginati, il proprio impegno nel servizio. E così attraverso la formazione, curata fino il dicembre scorso da fra Carlo Basili, attraverso l’aiuto dei membri del Consiglio Regionale e del Ministro Mariano Del Gaudio che ci hanno fatto visita, attraverso il pregare insieme, attraverso l’impegno di attenzione gli uni verso gli altri, abbiamo cercato di superare le incomprensioni che, nel contesto di cui abbiamo già detto, erano nate. Con questo desiderio di ripartire, consapevoli che possiamo “seguire il Risorto seguendo Francesco“ unicamente se lo facciamo insieme, uscendo dall’individualismo, abbiamo celebrato il capitolo e consegnato l'incarico di guidarci ai nuovi eletti: Chiara Fluttero, ministro, Maria Pia Anselmino, vice ministro, Maria Muraca, Nadia Cena e Maria Rosa Calvo, consiglieri.
Per la Fraternità - Chiara Fluttero
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CALENDARIO OFS REGIONALE E NAZIONALE 2018/2019
In questa edizione di FRANCESCO CON NOI riportiamo le principali date conosciute al momento in cui chiudiamo il numero.
Appuntamenti Regionali
2 dicembre 2018: Ritiri zonali di Avvento
26 - 27 gennaio 2018: Weekend Famiglie
10 marzo 2019: Ritiri zonali di Quaresima
5 -7 aprile 2019: Weekend di Spiritualità 25 - 26 maggio 2019: Weekend Famiglie
16 giugno 2019: Convegno Regionale Appuntamenti Nazionali
31 ottobre 2018: Udienza Generale da Papa Francesco
23 - 25 novembre 2018: Assemblea Nazionale OFS a Palermo
21 - 24 gennaio 2019: Incontro Nazionale Assistenti OFS ad Assisi
03 - 05 maggio 2019: Assemblea Nazionale OFS a Milano
In questo elenco non sono compresi le iniziative locali che possono però essere di interesse regionale. Se volete pertanto farle conoscere, potete comunicarcelo scrivendo alla Redazione all’indirizzo mail [email protected] La prossima uscita di Francesco con Noi è prevista per metà dicembre.
PILLOLE DI VANGELO
“Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?”. La differenza tra un discepolo e un cuore indurito sta nel desiderio ardente di conoscere la risposta.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno un pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. Gesù sa e trasmette ai suoi discepoli che il vero “shabbat”, dove il nostro cuore solo può trovare riposo, è amare.
“In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita”. La carne di Gesù è l’amore con cui è vissuto e il suo sangue l’amore con cui è morto: solo accogliendo questo amore vivremo davvero.
“Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!”. Solo il Figlio può condurci a desiderare come Dio e a collaborare con il suo amore creatore: solo questo ci completa.
(Commenti a cura di fra Alberto Vaccaneo)
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SANTI FRANCESCANI: SAN GIUSEPPE DA COPERTINO Giuseppe Desa nasce il 17 Giugno 1603 in una stalla, perché il padre, Felice, custode del castello dei marchesi di Copertino, si era dato alla macchia per aver firmato troppe cambiali in favore di amici. Sua Madre, Franceschina Panaca, era una donna forte e rigorosa, tanto che Giuseppe, diventato frate, ricordando gli anni della sua infanzia disse che “il primo noviziato glielo aveva fatto fare lei”. L’ambiente poco sereno e inadatto lo fece crescere un po’ trasognato e distratto, tanto da meritargli il nomignolo di “boccaperta” per essere rimasto incantato all’ascolto del suono dell’organo durante le prove di canto. A sette anni fu mandato a scuola, ma dovette presto lasciarla perché un tumore cancrenoso lo costringerà a letto per 5 anni. In questo tempo, ascoltando i racconti della mamma maturò il desiderio di vedere Assisi e di camminare alla sequela di San Francesco. Un giorno la mamma lo condusse presso il Santuario di Santa Maria delle Grazie, a Galatone. Ricevuta l’unzione con l’olio della lampada votiva guarì all’istante. A 16 anni cominciò a fare il calzolaio, ma si rivelò un vero fallimento. Chiese in questo periodo di entrare tra i Frati Minori Osservanti ma ebbe poca fortuna e fu giudicato inadatto a tutto. Fu accettato come “fratello laico” tra i Cappuccini e nell’agosto 1620 fu inviato a Martina Franca per l’anno di Noviziato col nome di fra Stefano, ma qualche mese dopo fu rimandato perché “inetto a qualsiasi mansione”. Uscito dai Cappuccini si vergognò di tornare a Copertino e andò presso uno zio Conventuale che lo avvisò della avvenuta morte del padre, e dei soldati che ora cercavano lui, come erede dei debiti da pagare. Fu necessario nasconderlo nella Grottella, una chiesetta dedicata alla Madonna. Con la provvidenziale complicità di un frate sacrista che gli passava il cibo, trascorse circa sei mesi come “clandestino di Dio” in un bugigattolo addossato al Convento della Grottella. Visse così finché il sacrista stesso si presentò allo zio e diede buona relazione sul giovane, sempre applicato alle cose di Dio. Gli zii, entrambi francescani, gli concessero l’abito da terziario: avrebbe fatto il servo in quel convento di campagna. A 22 anni fu ammesso tra i “fratelli laici”, tra i frati cioè che emettono i voti, ma non sono ammessi al sacerdozio. Fra Giuseppe fece il suo anno di Noviziato da solo sotto la guida dello zio, padre Giambattista Panaca, superando qualche ostacolo
nell’apprendimento del latino e della Regola di San Francesco a memoria. Spesso lo sorprendevano di notte a leggicchiare di nascosto o a farfugliare qualche frase in latino. Non gli mancava la buona volontà di curare lo studio, per il dovere che avvertiva di riempire i vuoti del tempo passato. Studiava di nascosto e si esercitava nello scrivere anche di notte. Gli zii, al vederlo così pieno di buona volontà, decisero di presentarlo ai frati come possibile chierico. Tanto evidente fu l’intervento della Provvidenza che fu ammesso a continuare gli studi. Nell’anno di prova egli seppe sempre corrispondere,
pur nei limiti delle sue possibilità, all’obbedienza e fu capace di condurre vita austera. “Per la sua bontà” fu ammesso alla Professione. Ad essa non venne mai meno e non si concesse mai “sconti”, continuando con fedeltà il cammino che si faceva ancora più arduo. Scherzi della Provvidenza: Fra Giuseppe, riconosciuto come una persona scarsa di doti umane intellettuali e di una scienza adeguata, si prepara al sacerdozio ed il 28 marzo 1628 viene ordinato sacerdote. “Quando ti metti a studiare o a scrivere ripeti: Signor, tu lo Spirito sei / et io la tromba. / Ma senza il fiato tuo / nulla rimbomba” L’intervento divino, segno di una predilezione tutta particolare era ben chiaro: la consapevolezza di aver ricevuto veramente tutto da Dio diventerà per Fra Giuseppe uno stimolo a perseguire la santità. Egli invitava tutti a ringraziare Maria, a chiedere la sua materna intercessione, ad abbandonarsi con fiducia tra le sue braccia. P. Giuseppe si distingueva per lo spirito di preghiera alla quale dedicava molte ore del giorno: il Signore gli concesse doni straordinari come estasi e levitazioni che confondevano l’umiltà del nostro santo il quale per parte sua evitava quanto più poteva di farsi vedere. Bastava un solo richiamo alle cose divine, attraverso una lettura, un salmo, un’immagine religiosa per
essere a volte lanciato fuori di sé. Confidò a un confratello: “Quando nello schioppo la polvere da sparo si accende manda fuori quel boato e fragore. Così il cuore estatico acceso di amore di Dio”. Viene anche mandato ad Assisi e qui vivrà per quindici anni: chiuso in tre stanzette a ridosso della selva, la sua giornata era un lungo colloquio con
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Dio, culminante nella Celebrazione Eucaristica nella cappella del vecchio noviziato. Era nella Messa che Dio mostrava in lui lo splendore della sua potenza e dei suoi misteri rivelati ai piccoli. Giuseppe si sollevava in alto, cadeva con la faccia a terra, ballava, piangeva, gridava. A chi si meravigliava di queste strane manifestazioni spiegava: “Le persone che amano Dio sono come gli ubriachi, che non stanno in sé, e perciò cantano, ballano e fanno cose simili”. Giuseppe non amava queste manifestazioni esteriori della grazia che lo esponevano alla curiosità della gente e quasi si scusava dicendosi affetto da una malattia ignota, mentre pregava il Signore di togliergli ogni manifestazione esterna, ma non fu esaudito. La mattina del 23 Luglio 1653, al termine della Messa fu chiamato dal suo superiore in portineria, dove lo attendeva l’Inquisitore generale dell’Umbria che gli annunciava solennemente il suo trasferimento: rimase impietrito finché il suo superiore non gli ricordò i meriti della Santa Obbedienza: allora P. Giuseppe si gettò in ginocchio per baciare i piedi del domenicano, ascoltò rassegnato il proclama del tribunale e quasi volò verso la carrozza, tra quattro soldati. Non aveva nulla con sé. Un ultimo sguardo all’amata Assisi e la carrozza si mosse per una destinazione ignota. Pietrarubbia, un paesino nascosto tra i boschi di Carpegna, nelle Marche accoglierà P. Giuseppe nel convento dei Cappuccini: così avevano stabilito i superiori. Non potrà parlare con nessuno, scrivere a nessuno, non rivelare la presenza; le relazioni personali erano riservate ai soli Cappuccini del Convento; gli ordini sarebbero stati affissi sulla porta del refettorio e della celletta di fr. Giuseppe. Chi tentasse di contravvenire a questi ordini sarebbe stato scomunicato! Nonostante l’accaduto P. Giuseppe era sereno e ai Cappuccini marchigiani non sembrava vero di avere tra loro quel Giuseppe da Copertino di cui tanto avevano sentito parlare. La cella di P. Giuseppe diventò ben presto un luogo di incontri spirituali in cui si trattavano argomenti di comune edificazione. Lui non accusava mai, non si lamentava, semmai si rallegrava che Iddio lo avesse sequestrato dal mondo e levato dalla curiosità che egli tanto aborriva. La notizia che P. Giuseppe era a Pietrarubbia non tardò a circolare e molta gente si riversò nel piccolo paese tra le colline Marchigiane. Grazie e miracoli erano profusi con dovizia:
l’Inquisizione, d’altra parte, non aveva dato disposizioni a riguardo della Messa, che egli continuò a celebrare in pubblico. Ma anche questo periodo ebbe termine. Il Vicario generale del Vescovo di Urbino arrivò a Pietrarubbia con l’ordine di condurlo in altro luogo. -“Dove mi porterete?” chiese P. Giuseppe. –“Mi è stato vietato di manifestarvelo” rispose il Vicario. –“Ci sarà Dio nel luogo dove mi portate?” –“Padre, sì, senza dubbio” –“E allora andiamo tranquillamente: il Crocifisso ci aiuterà”. Ecco la fede di Giuseppe da Copertino: la grazia lo aveva plasmato fino a farlo giungere alla perfetta assimilazione con la volontà di Dio. La sua ascesi era tutta volta a purificare e trasfigurare l’intera esistenza per evitare il ripiegamento su di sé. Alla scuola di Francesco assunse il Cristo come centro attorno al quale far ruotare tutta la sua esistenza e ordinare ogni aspetto della propria personalità. Viveva un amore incondizionato alla Chiesa, sempre disponibile alla pronta obbedienza ai pastori, accettando anche l’incredulità e il sospetto di alcuni ministri di Dio. Grande era la sua devozione e tenerezza per la Madre
di Dio, da lui contemplata nell’immagine della Grottella; devozione discreta, semplice: alle feste della Madonna si preparava con fervore e seguendo la sua fantasia con canzoncine e poesie. Rifulgono nella figura di questo santo le meraviglie che Dio opera con coloro che si consegnano completamente nelle sue mani senza opporre resistenza sicuri della Providenza del Padre Celeste. Giuseppe era affabile, il santo della gioia che esprimeva nel canto, nella danza, nelle composizioni musicali o poesie: in punto di morte chiese ai frati che cantassero con lui. Un uomo tutto donato e libero,
liberato dalla grazia di Dio dalla quale si era lasciato lavorare, libero nell’Obbedienza. Visse in Osimo e vi morì il 18 settembre 1663: un quarto d’ora prima di mezzanotte il volto si illuminò e concluse la sua vita terrena con un lungo e ineffabile sorriso. San Giuseppe da Copertino è il patrono degli aviatori e degli studenti.
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IL NOSTRO FUTURO: GLI ARALDINI DELLA FRATERNITA’ DI COSSATO
Eccoci di nuovo qua con i nostri araldini, pronti a trascorrere
un altro pomeriggio insieme.
Il tema che guiderà l’incontro è: Fraternizziamo ? – Araldini,
veri fratelli!!!!!!
Fra Maurizio, dopo la lettura del Vangelo (Mt 12, 46-50), ha
cercato di spiegare ai nostri araldini che, oltre la mamma, il
papà, i fratelli e le sorelle, dobbiamo considerare come
fratelli anche tutte le altre persone, perché sono figli di uno
stesso Padre, che seguono gli insegnamenti della sua Parola.
L’incontro è proseguito con la realizzazione di un cartellone,
sul quale sono state attaccate tante mani di cartoncini
colorati realizzate dai bambini, intorno ad un disegno centrale
dove tutti si tengono per mano: che bello vederli disegnare
seguendo il contorno delle loro manine con la matita, per poi ritagliarle!
Di seguito li abbiamo coinvolti nella risoluzione di un cruciverba, su cui alla fine si componeva la parola fraternità: che
gara per indovinare per prima le parole.
Alla fine, come ricordo dell’incontro da portare a casa, abbiamo realizzato ”gli anelli dell’amicizia“ utilizzando elastici
e bottoni riciclati, ognuno lo ha personalizzato scegliendo bottoni di forma e colori diversi. Ormai il tempo stava
terminando, allora merenda per tutti, prima di andare ad incontrare Gesù a messa.
Per la fraternità di Cossato - Adriana, Antonietta e fra Maurizio
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