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Lunedì, 27 Novembre 2017 www.corrierefiorentino.it UOMINI, AZIENDE, TERRITORI IMPRESE TOSCANA Il punto Mutuo? In Toscana è più facile. Ma il mercato immobiliare frena 2 La politica Bruxelles, Roma e Piombino: il triangolo dell’acciaio (in attesa) 2 Locomotive Cromology 4.0: qui la rivoluzione dei robot non è uno slogan 5 Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L.46/2004 art. 1, c1 DCB Milano. Non può essere distribuito separatamente dal Corriere della Sera La lista dei 100 BANCA MPS E LE FALLE DEL SISTEMA di Roberto Barzanti I l segreto è durato ben poco. C’era da prevedere che la secretazione decisa fosse vanificata in breve. Ed ecco pubblicata e da tutti consultabile la sfilza dei primi 107 grandi debitori di Mps, debitori di cifre superiori ai 25 milioni, o per irrimediabili sofferenze o per probabili inadempimenti. Alcune delle principali situazioni erano già note, a partire dalla Sorgenia costruita da De Benedetti e ora ristrutturata. Anche dopo una veloce scorsa, si constata che l’elenco registra brutalmente, su scala nazionale, dissesti o difficoltà proprie di una fase fragile dell’avventuroso capitalismo italiano. Chi pensava di dimostrare che la gestione del credito della banca senese fosse stata compromessa dalle clientele di una banca rossa (o rosa) è rimasto deluso e dovrà ammettere che siamo in presenza di una fotografia sfocata, spiacevole e multicolore di un’economia insana, alla ricerca ovunque di risicate scommesse e consuete speculazioni. Nell’insieme la cifra che dall’elenco vien fuori, bloccata al 30 settembre scorso, si aggira sui 5 miliardi e rappresenta il 12,7% del totale dell’abnorme massa dei crediti accordati e andati in malora. Letti in controluce i nomi raccontano vicende note, talune scontate, altre curiose, alcune bizzarre. L’amarezza che si prova non è alleggerita dalla diversità dei casi e dei pesi. Notevole è lo schieramento di disgraziate società pubbliche tra le quali risaltano Atac e Alitalia, la Riscossione Sicilia Spa o, assai più sotto, l’Immobiliare Novoli. continua a pagina 5 Sguardi TUTTI AL PARTY DELLA SCONFITTA P reparate i popcorn: il 3 dicembre, dalle 11 alle 17, c’è una festa all’auditorium di Santa Apollonia. «La nostra via: seminario su politica e istituzioni ad un anno dal referendum». Ricco dj-set con Lorenza Carlassarre, Gustavo Zagrebelsky, Marco Travaglio. Intervento finale di Tomaso Montanari. Il tutto all’insegna della festa, si capisce, frizzi e lazzi per festeggiare la sconfitta di Renzi al referendum, avvenuta il 4 dicembre di un anno fa. Festa, sì, ma anche mestizia, visto che Eugenio Scalfari ha dato dei dispiaceri a Libertà e Giustizia, che organizza il party, dicendo di preferire Berlusconi a Di Maio. Poi l’Eugenio ha precisato, dicendo che non lo voterà mai, ma la frittata è fatta. «Purtroppo la dichiarazione a favore di Berlusconi ha il sapore dell’arrocco di quelli che sono “dentro” al sistema, a prescindere dalle posizioni e convinzioni politiche, rispetto a quelli che sono rimasti “fuori” e che devono continuare a rimanerci. Quelli che votano Cinque Stelle o che non votano proprio, quelli — tra cui gran parte dei giovani — che hanno perso ogni fiducia nella politica, proprio perché dominata da “cricche” indifferenti ai valori». Firmato, Paul Ginsborg, Montanari, Salvatore Settis. Il nuovo che è avanzato. @davidallegranti © RIPRODUZIONE RISERVATA di David Allegranti Contro il mito della startup Bastano una buona idea, qualche risparmio e un garage per tirare su un’azienda? La retorica dell’innovazione si scontra con il mercato: nella realtà i fatturati sono bassi, la crescita lenta e manca la capacità di creare lavoro a pagina 3 Cervone L’Abetone degli operai Però cinesi Ogni domenica da Firenze e Prato per imparare a sciare «Sembra l’assalto dei lavoratori italiani negli anni Sessanta» a pagina 7 Bernardini Sulle piste dell’Abetone Tendenze

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Lunedì, 27 Novembre 2017 www.corrierefiorentino.it

UOMINI, AZIENDE, TERRITORI

IMPRESETOSCANA

Il puntoMutuo? In Toscanaè più facile. Ma il mercatoimmobiliare frena

2

LapoliticaBruxelles, Romae Piombino: il triangolodell’acciaio (in attesa)

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LocomotiveCromology 4.0: quila rivoluzione dei robotnon è uno slogan

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La lista dei 100

BANCA MPSE LE FALLEDEL SISTEMAdi Roberto Barzanti

Il segreto è durato benpoco. C’era da prevedereche la secretazione decisafosse vanificata in breve.Ed ecco pubblicata e da

tutti consultabile la sfilza deiprimi 107 grandi debitori diMps, debitori di cifresuperiori ai 25 milioni, o perirrimediabili sofferenze o perprobabili inadempimenti.Alcune delle principalisituazioni erano già note, apartire dalla Sorgeniacostruita da De Benedetti eora ristrutturata. Anche dopouna veloce scorsa, si constatache l’elenco registrabrutalmente, su scalanazionale, dissesti odifficoltà proprie di una fasefragile dell’avventurosocapitalismo italiano. Chipensava di dimostrare che lagestione del credito dellabanca senese fosse statacompromessa dalle clienteledi una banca rossa (o rosa) èrimasto deluso e dovràammettere che siamo inpresenza di una fotografiasfocata, spiacevole emulticolore di un’economiainsana, alla ricerca ovunquedi risicate scommesse econsuete speculazioni.Nell’insieme la cifra chedall’elenco vien fuori,bloccata al 30 settembrescorso, si aggira sui 5miliardi e rappresenta il12,7% del totale dell’abnormemassa dei crediti accordati eandati in malora. Letti incontroluce i nomi raccontanovicende note, talune scontate,altre curiose, alcune bizzarre.L’amarezza che si prova nonè alleggerita dalla diversitàdei casi e dei pesi. Notevoleè lo schieramento didisgraziate società pubblichetra le quali risaltano Atac eAlitalia, la Riscossione SiciliaSpa o, assai più sotto,l’Immobiliare Novoli.

continua a pagina 5

Sguardi

TUTTI AL PARTYDELLA SCONFITTA

P reparate i popcorn: il 3 dicembre, dalle11 alle 17, c’è una festa all’auditoriumdi Santa Apollonia. «La nostra via:

seminario su politica e istituzioni ad unanno dal referendum». Ricco dj-set conLorenza Carlassarre, Gustavo Zagrebelsky,Marco Travaglio. Intervento finale diTomaso Montanari. Il tutto all’insegna dellafesta, si capisce, frizzi e lazzi perfesteggiare la sconfitta di Renzi alreferendum, avvenuta il 4 dicembre di unanno fa. Festa, sì, ma anche mestizia, vistoche Eugenio Scalfari ha dato dei dispiaceri

a Libertà e Giustizia, che organizza il party,dicendo di preferire Berlusconi a Di Maio.Poi l’Eugenio ha precisato, dicendo che nonlo voterà mai, ma la frittata è fatta.«Purtroppo la dichiarazione a favore diBerlusconi ha il sapore dell’arrocco di quelliche sono “dentro” al sistema, a prescinderedalle posizioni e convinzioni politiche,rispetto a quelli che sono rimasti “fuori” eche devono continuare a rimanerci. Quelliche votano Cinque Stelle o che non votanoproprio, quelli — tra cui gran parte deigiovani — che hanno perso ogni fiducianella politica, proprio perché dominata da“cricche” indifferenti ai valori». Firmato,Paul Ginsborg, Montanari, Salvatore Settis.Il nuovo che è avanzato.

@davidallegranti© RIPRODUZIONE RISERVATA

di David Allegranti

Contro il mito della startupBastano una buona idea,qualche risparmio e un garageper tirare su un’azienda?La retorica dell’innovazionesi scontra con il mercato:nella realtà i fatturati sonobassi, la crescita lenta e mancala capacità di creare lavoro

a pagina 3 Cervone

L’Abetonedegli operaiPerò cinesiOgni domenica da Firenzee Prato per imparare a sciare«Sembra l’assalto dei lavoratoriitaliani negli anni Sessanta»

a pagina 7 Bernardini

Sulle piste dell’Abetone

Tendenze

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FI

2 Lunedì 27 Novembre 2017 Corriere Imprese

I l mercato della casa in To-scana si muove, ma menovelocemente del passato, daquando 3 anni fa i mutuisono ripartiti assieme allacompravendita di immobili.La fotografia arriva dai datidel Gruppo Tecnocasa cheha analizzato la dinamichedei mutui e degli affitti neiprimi sei mesi del 2017. InToscana sono stati erogatimutui per 1,8 miliardi dieuro, il 7% del totale in Ita-

lia, ma il secondo trimestreha segnato meno 5,2% ri-spetto allo stesso periododell’anno precedente, per unvalore di meno 51,7 milionidi euro. L’andamento delleerogazioni del primo seme-stre ha mostrato invece unavariazione positiva di 1,1% enel secondo trimestre 2017in Toscana l’importo mediodi mutuo è stato di 122.000euro, in aumento rispetto aquanto rilevato durante lo

stesso trimestre dell’annoprecedente. Buone notiziedal fronte bancario: chi sot-toscrive un mutuo nella no-stra regione viene finanziatoil 10% in più rispetto allamedia italiana. Tecnocasa haindagato anche sugli affittied il risultato è che chi sce-glie l’affitto lo fa per motividi lavoro nel 45,2% dei casi,per abitare nel 43,8% e l’11%lo fa per motivi di studio. Ilcontratto di locazione più

utilizzato è quello a canonelibero da 4+4 anni (46,6%),seguito dai contratti a cano-ne concordato (30%), mentrei contratti a carattere transi-torio sono scelti nel 23,3%dei casi, triplicati rispetto alprimo semestre 2016. L’in-quilino tipo che affitta inToscana è single (40%) e vivein un bilocale (36% dei casi)oppure in un appartamentodi quattro stanze (29%); lecoppie che affittano sono

comunque oltre un terzo delmercato, mentre le coppiecon figlio sono il 26%. Ulti-mo dato, il rendimento an-nuo del «mattone», conside-rando sia i prezzi di venditache gli affitti, a Firenze è del4,2%, molto meno di Napolie Bologna con il 4,7% o diMilano con il 4,9%, ma quasicome Roma (4,3%). Nono-stante i prezzi nel centrostorico abbiano tenuto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Piazza Affari

Settimana dal 20 al 24 novembre

Centrale del Latte d'Italia

BioDue Spa

Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A.

B & C Speakers S.p.A.

11,1 1110,04

11,44 11,96

4,11 3,92 4,008 3,94 3,998

5,4 5,45,585 5,495 5,64

3,51 3,45 3,46 3,45 3,462

0,02040,0208 0,0205 0,0209

4,136 4,202 4,152 4,162 4,172

26,48 26,14 26,76 26,58 26,18

0,0601 0,0618 0,0609 0,0608 0,0629

1,021 1,021 1,0251,024 1,072

0,339 0,3389 0,3385 0,3386 0,3386

0,276 0,286 0,288 0,2892 0,2898

2,606

2,6862,65 2,636 2,648

1,184 1,18 1,22 1,188 1,188

21,44 21,93 21,78 22,05 22,20

24,94 25,2 24,96 24,82 24,71

1,53 1,534 1,5031,472 1,468

33,136 3,136

3,38 3,30

15,37 15,39 15,39 15,39 15,44

Intek

FrendyEnergy

Eukedos

Ergy Capital

El.En. S.p.A.

Dada S.p.A.

CHL S.p.A.

Toscana Aeroporti S.p.A.

Softec S.p.A.

Snaitech

Sesa

Salvatore Ferragamo S.p.A.

Rosss S.p.A.

Piaggio & C. S.p.A.

0,0202

Brie

fing

Labu

ssol

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ana

IL PUNTO

SORPRESA, A FIRENZE IL MATTONE RENDE MENOdi Mauro Bonciani

DistrettiCHIANTI E OLIOTRA I TOP 20IL BOOM IN CINA

I distretti dell’agro-alimentarein Italia continuano a cre-scere nell’export e la tenden-za premia anche quelli to-scani, sia pure tra luci edombre. Tra i primi 10 di-stretti esportatori del Paesesecondo il report di IntesaSanPaolo c’è il vino Chianti(primi sono i vini di Langhe,Roero e Monferrato), mentrel’olio toscanoè dodicesi-mo e venti-treesimo ilfloro-vivai-smo di Pi-stoia, perquasi 1,5miliardi dieuro diexport totalenel 2016. Ma se il Chiantisale di poco, confermando illivello raggiunto negli ultimianni, il distretto dell’oliocrolla addirittura del 36%nonostante il boom di botti-glie vendute in Cina (più68%), in un 2016 da dimenti-care anche per gli altri di-stretti oleari. I mercati prin-cipali per la Toscana agro-alimentare restano Germa-nia, Stati Uniti e Francia.

M.B.© RIPRODUZIONE RISERVATA

MODASTEFANO RICCI,OMAGGIOALLA VELOCITÀ

E leganza, legame con ilterritorio, identità e moto-

ri. C’è tutto questo nella scel-ta di Stefano Ricci di averel’autodromo del Mugello co-me fondale d’eccezione perla preview della nuova colle-zione moda uomo. Stile evelocità il binomio su cuipunta la casa di moda chedalla sedesulla Faentinafattura 130milioni dieuro l’annocon un obiet-tivo di cre-scere fino aquota 180milioni senzainvestitoriesterni. «Ho voluto osare unabbinamento con l’Autodro-mo del Mugello — spiegaFilippo Ricci, figlio del fon-datore Stefano e direttorecreativo della maison — econ la velocità. Una vita velo-ce per l’uomo di oggi checerca un’eleganza grintosa ediscreta. Il richiamo, indiret-to, è anche un tributo almessaggio intrinseco del Fu-turismo che pure si sviluppònelle piazze fiorentine».

Edoardo Lusena© RIPRODUZIONE RISERVATA

INDUSTRIABRUXELLES, ROMAE LE STRADEDELL’ACCIAIO

L e decisioni della politicaeuropea e di quella ro-

mana si incrociano nel cie-lo sopra Piombino. La par-tita fra il ministro delloSviluppo economico CarloCalenda e il magnate alge-rino di Cevital, Issad Re-brab, è finita male e sem-bra definitivamente avviatasul sentiero delle carte bol-late. Il ministro ha perso lapazienza e lunedì scorsoha dato il benservito alprogetto di Rebrab per leacciaierie ex Lucchini, di-cendosi stanco di esserpreso in giro. Ha rispostol’Ad di Aferpi e Cevital,Said Beninkene: «La stradadel contenzioso legale civedrà costretti a difender-ci». Il ministero si è stufa-to dei conti-nui rinviidegli algeri-ni (che peròdicono dinon volermollare eannuncianoil piano in-dustriale perdicembre) eha avviato leprocedureper la re-scissione delcontratto,ma non hadetto qualepossa esserel’alternativa.Forse uningresso dello Stato comeè stato fatto a suo tempoper l’Ilva? Nel frattemposembra che l’Antitrust eu-ropeo abbia imposto alGruppo Marcegaglia diuscire da AmInvestCo, ilconsorzio che ha rilevatol’Ilva di Taranto. Ed èemerso che Arcelor-Mittal,altro membro di AmInve-stCo, stia pensando di ce-dere a un’azienda italianal’impianto della Magona, aPiombino, proprio nell’am-bito dei possibili rimediAntitrust. Il pretendentepotrebbe essere GiovanniArvedi. Le decisioni di Bru-xelles potrebbero quindiaprire una porta per i qua-si 480 dipendenti dellaMagona, di cui oltre uncentinaio in solidarietà,con ammortizzatori in sca-denza nell’ottobre 2018.Sperando che quelle diRoma, invece, non traduca-no in realtà le parole del-l’ad di Aferpi, secondo ilquale le uniche vittime delcontenzioso legale saranno«i duemila dipendenti, ap-pesi per anni alle decisionidella giustizia».

Silvia Ognibene© RIPRODUZIONE RISERVATA

I dipendentidellostabilimentoArcelor - Mittal«Magona»di Piombino

480

Inizia oggi la nuova vita di quella che fu Banca Etruria:durante il week end è stato completato il processo di «mi-grazione» sulla piattaforma informatica di Ubi Banca, dellaquale sono adesso clienti a tutti gli effetti coloro che era-no rimasti fedeli all’istituto aretino. Sono 141 le filiali coin-volte, oltre 210 mila i conti correnti, quasi due milioni leanagrafiche di clientela, più di 67 mila i rapporti di home

banking. Nella nuova organizzazione targata Ubi la Toscanasarà divisa in tre poli (Firenze, Arezzo e Siena) che faran-no capo alla macro area dell’Italia centrale con sede a Ro-ma, guidata da Silvano Manella, già ad di Banca Tirrenica(cioè la vecchia Etruria). A Firenze sono state ammainateanche le insegne della Del Vecchio ma sotto il logo di UbiBanca resterà il polo per la gestione dei grandi patrimoni.

DIGITALEUN’APP CONTROLLALA FELICITÀDEI DIPENDENTI

U na applicazione persmartphone capace di

monitorare il clima inazienda, la felicità dei di-pendenti: l’ha creata lo stu-dio Gefar di Montevarchi,in provincia di Arezzo, ag-giudicandosi il contest na-zionale «Professionista digi-tale». Grazie alla Gefar AppS — dove S sta per sati-sfaction, soddisfazione —oltre alle informazioni utiliper valutare i dipendentidal punto di vista dei costie della produttività, il dato-re di lavoro può monitora-re anche il loro stato emo-tivo.L’elaborazione dei dati

genera poi un indice che,quando è negativo, diventaun alert per il responsabiledelle risorse umane chepuò così decidere di inter-venire per riportare l’equili-brio e la serenità in azien-da. App S è già stata adot-tata da trenta Piccole e me-die imprese italiane e lostudio Gefar ha annunciatoche rilascerà entro la finedell’anno una nuova versio-ne, pensata per le impresedi grandi dimensioni.

R.E.© RIPRODUZIONE RISERVATA

INCLUSIONEL’ANTROPOLOGAFA LA STILISTACOI PROFUGHI SARTI

I profughi diventano sarti erealizzano casacche dachef e divise da infermiericon stoffe provenienti dallaTanzania. E poi mantelli,copricapo e gonne che rie-vocano i costumi tradizio-nali africani. Apre con que-sto spirito a Firenze «Wax-more», un negozio labora-torio ideatodall’antropologa e stilistaMaria Cristina Manca.Allo staff, quasi tutto al

femminile, si sono aggiuntialcuni apprendisti sarti ri-chiedenti asilo che proven-gono dai centri di acco-glienza del territorio tosca-no e hanno svolto un tiro-cinio: l’obiettivo è anchefar trovare loro in questomodo uno sbocco nelmondo del lavoro, metten-do a frutto le passate espe-rienze sartoriali fatte inAfrica.«I nostri non sono pro-

dotti etnici — spiega MariaCristina Manca — ma piut-tosto vestiti belli creatidando spazio ai colori ealle conoscenze che pro-vengono dal continenteafricano».

Jacopo Storni© RIPRODUZIONE RISERVATA

MERCATI

SOCIALERICERCA

POLITICA

ICONE

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FI

3Lunedì 27 Novembre 2017Corriere Imprese

PRIMO PIANO

Startup, la favola finiscese non diventa aziendaUn’idea straordinaria, le prime prove nel garage, i soldi del nonno per partire...È la retorica delle imprese innovative, che però si scontra con la realtà:fatturato medio basso, pochi addetti e scarsa capacità di creare occupazione

hanno riguardato le toscaneImmerxive (azienda fiorentinaspecializzata in realtà aumen-tata), Kiunsys, iviLaB e la mo-denese Alchelabo: «Entriamocome soci di minoranza garan-tendo la massima autonomiaaltrimenti il rischio è limitarel’innovazione — premette Bru-schi — I nostri uomini nei cdasono degli innovatori che pos-sono indirizzare le startup ver-so le esigenze del mercato: ilnostro obiettivo è vendere mi-lioni di prodotti creati da que-ste realtà a cui, dando indiriz-zo commerciale, forniamo lin-fa vitale». TT Tecnosistemi og-gi ha 150 fra dipendenti ecollaboratori diretti, fattura 40milioni l’anno, reinveste total-mente gli utili (oltre un milio-ne l’anno) e ha chiaro che senon trovi un cliente al qualevenderla anche l’idea più bellanon serve a nulla. Questo fan-no i suoi uomini quando en-trano nelle startup: creano re-lazioni fra la neonata azienda ei clienti potenziali.«Attorno all’idea va svilup-

pata una filiera — dice Bruschi— lasciare le startup da sole difronte al mercato significametterne a rischio la sopravvi-venza, disperdendo così un pa-trimonio di innovazione. Qua-lunque sia il tasso di innova-zione contenuto nel prodottoinventato dagli startupper, val-gono le stesse regole della pro-duzione di biscotti: magari so-

no buonissimi ma se ti manca-no le scatole, non sai determi-nare i l g ius to prezzo divendita, non sai a chi venderlie attraverso quali canali, quan-ti devi produrne, la tua aziendadi biscotti chiuderà. Se non in-croci la tua idea con il bisognodi un cliente, la tua idea nonserve a nulla».Poca poesia, tanto realismo.

Il Ceo di TT Tecnosistemi sfataanche un altro mito, quellodelle startup geniali che chiu-dono perché non trovano fi-nanziamenti: «I soldi servono,certo, ma una volta che conl’autofinanziamento e un po’ dicredito si riesce a svilupparel’idea non ha senso continuarea rincorrere finanziamenti: èmeglio fermarsi alla realizza-zione e cercare di costruire at-torno all’idea una filiera che leconsenta di stare sul mercato,riuscire a vendere i propri pro-dotti e generare cassa con levendite, piuttosto che stare allaricerca continua di credito. Senon riesci a far stare la tuaazienda sul mercato, il creditoottenuto servirà solo ad allun-gare l’agonia».Insomma: se non vendi,

chiudi. E le startup devono es-sere capaci di individuare le(sottilissime) fette di mercatoancora inesplorate. C’è chi ciriesce bene, come Allergenio.«Noi abbiamo trasformato unobbligo di legge in un’opportu-nità di mercato, un mercatopotenziale di 10 milioni di per-sone che per tutelare la lorosalute hanno necessità di co-noscere gli ingredienti dei pa-sti» spiega Andrea Casadio,fondatore della spin-off del-l’Università di Firenze che nonricorre gli investitori perchépuò permettersi già il lusso disceglierli: sta valutando da chiaccettare un’iniezione di capi-tale da mezzo milione. L’intui-zione nel 2014, quando — aseguito di un regolamento eu-ropeo — tutte le attività chevendono e somministrano pro-dotti alimentari devono infor-mare il consumatore sulla pre-senza di allergeni: «Ci siamoallora chiesti come poter tene-re sempre aggiornate le infor-mazioni sui prodotti forniti inmodo da tutelare il consuma-tore e tenere a riparo l’esercen-te da una sanzione che puòarrivare fino a 18 mila euro»spiega Casadio. La risposta èstata Allergenio, ovvero unapiattaforma (e app) capace diaccedere al primo motore diricerca al mondo (creato daldipartimento di scienze dellasalute dell’Ateneo fiorentino)in grado di identificare gli al-lergeni su 18.450 ingredienti edi stampare così per ogni pro-dotto la lista completa: «Ognivolta che un allergico pranza ocena fuori deve purtroppochiedersi se torna a casa —conclude Casadio — E io vo-glio che queste persone, com-presa mia figlia, possano final-mente mangiare sereni dovevogliono». In sintesi: ingegnoe mercato. E anche un po’ dianima e cuore per la ricetta delsuccesso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Gaetano Cervone

Un’idea straordinaria, ilgarage di casa e i soldidel nonno per partire.Poi arriva chi ci crededavvero e tira fuori i

soldi veri, spianando la stradaper il successo. È la favola belladelle startup che, però, nellavita vera quasi non esiste. Per-ché, se abbandoniamo la reto-rica, l’idea conta e contano an-che i soldi, ma a fare la diffe-renza è sempre e soltanto ilmercato. Per le neonate impre-se innovative vale la regola disempre: se non vendi, muori.Negli ultimi anni le startup

hanno imparato a sopravvive-re, ma ancora non sono capacidi fare buoni affari. L’ultimarelazione del ministero delloSviluppo economico dice che iltasso di sopravvivenza a tre an-ni è di oltre il 95%. Più dellametà di queste imprese perònon riesce a produrre utili e acrescere. Dalla relazione an-nuale 2016 sullo stato di attua-zione e sull’impatto delle poli-cy per startup e Pmi innovativestilata dal Ministero è emersoche negli ultimi sei mesi inToscana sono state fondate 40start up, una media di 6 nuoverealtà innovative ogni 30 giorniche portano così a 354 il nu-mero complessivo. La nostraregione continua però a perde-re terreno vedendosi superata

❞Bruschi(TTTecnosistemi)La cosa più sbagliatada fare è innamorarsidella propria intuizionesenza considerareilmercato

IMPRESEA cura della redazionedel Corriere Fiorentino

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Supplemento gratuito al numeroodierno del

Direttore responsabileLuciano Fontana

biamo meno imprese ad altotasso di innovazione delle re-gioni di testa e, soprattutto,quelle che ci sono non creanooccupazione e non riescono adottenere un alto livello di qua-lità dei propri servizi e prodot-ti.Il fatturato medio annuale è

di circa 30 mila euro con (sol-tanto) il 42,8% delle startup inutile, mentre il numero mediodegli addetti è pari a 3,27 im-piegati. Poco. Troppo poco.Come costruire allora il succes-so di una startup trasforman-dola in un’azienda capace dicreare ricchezza e posti di lavo-ro? «Chiedendosi, dopo avercostituito la società, cosa tipuò rendere vivo — spiegaRiccardo Bruschi, Ceo di TTTecnosistemi — La risposta ènaturalmente il mercato, ovve-ro la capacità di vendere il pro-prio prodotto. La cosa più sba-gliata che si possa fare è inna-morarsi della propria idea aprescindere da tutto e nonconsiderare le tre regole piùimportanti da tenere in mente:il mercato, il mercato, il mer-cato».L’azienda pratese attiva da

oltre trent’anni nel settore del-l’Information Technology stapuntando molto sull’innova-zione e la creatività delle neo-nate imprese e negli ultimidue anni ha investito oltremezzo milione di euro in 4startup. Le ultime operazioni

per cento:la quotadelle startuptoscaneche sonoin utile

42,8

il numeromediodei dipendentidelle impreseinnovativetoscane

3,27

Il rapporto

● Il ministerodello Sviluppoeconomicopubblicaogni annola relazionesullo stato diattuazione esull’impattodella normativain favore dellestartup e dellePmi innovative

● La relazionenascedall’analisi suirisultati delloStartup Actitaliano, laprima leggenazionale sulleimpreseinnovative

● Allarelazionehannocontribuito20 diverseistituzioni eorganizzazioni

I numeriStartup innovative cessatetra gennaio 2014e giugno 2016

Tassodi sopravvivenzaa 3 anni 95,1%

Tosc

ana

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TOSCANA FANALINO DI CODAAccesso al fondo di gararnzia per le PMI

Rapporto tra startup beneficiarie del fondoe totale startup (%)

7,3 7,7 8,1 8,9 9,6 10,7 11,0 11,9 13,015,6 16,6

19,220,8 21,2 21,3 21,9

30,1 30,8

208 102

in liquidazione

Imprese innovative

Dove sono

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Lombardia22,8%

EmiliaRomagna

10,8%

Lazio9,9%

Veneto8,7%

Campania7,5%

Toscana4,51%

Marche4,52%

Sicilia5,13%

Piemonte5,49%

1.793

849 778 681 592431 403 355 354

❞La (buona) esperienzadi AllergenioDiecimilioni di personedevono conosceregli ingredienti dei loropasti: siamopartiti da quiper creare una spin-off

non solo dalle locomotiveLombardia (1.793) ed Emilia-Romagna (849), ma anche daCampania (592), Sicilia (403) eMarche (355) che a dispettodei problemi occupazionali simostrano invece molto dina-miche sul fronte startup. Ab-

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4 Lunedì 27 Novembre 2017 Corriere Imprese

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5Lunedì 27 Novembre 2017Corriere Imprese

LOCOMOTIVE

Nella fabbrica dei colorila rivoluzione è già arrivataNellasedelucchesedellamultinazionaleCromologyindustria4.0nonèunosloganLaricercacresce,eperprodurre32milionidikgdivernicibastanoduepersone

Alcuni marchi hannodecenni, la tradizio-ne è secolare. «Ma inrealtà Cromology èun’azienda giovane»,

perché tutto il gruppo ha scel-to questo nome due anni fa.Massimiliano Bianchi, diretto-re generale del ramo italiano,parla a Porcari, nella sede do-ve la multinazionale francesedi vernici e coloranti Cromo-logy (proprietà del fondoWendell) ha accorpato, dueanni fa, gran parte della pro-duzione, tra cui Baldini — no-ta in Toscana per la grandeinsegna lungo l’A11 — e mar-chi come il famoso Max-Meyer. Ma non è questa laforza del gruppo (presente in

i dipendentidi Cromologyche lavoranonellostabilimentodi Porcari

244

milioni:il fatturatodellamultinazionalerelativo allesedi italiane

115

tutta Europa, sud America enord Africa) che vede l’Italiacome secondo Paese per fat-turato. La forza è stata quelladelle scelte. Quella di rivolu-zionare l’organizzazione inter-na, di puntare alla ricerca (aPorcari, 14 persone dedicate)con collaborazioni con le Uni-versità di Firenze, Pisa, colSant’Anna. Con Pisa è partitauna ricerca, «Coolsun», persviluppare pitture «scure» ri-flettenti la luce, per abbassarei consumi energetici e non far«aggredire» i cappotti isolantidegli edifici. Non solo: in To-scana, a San Miniato, c’è l’hublogistico. In tutto, compresala manifattura in Veneto, 115milioni di fatturato (su 800complessivi mondiali). Unsuccesso passato da una rior-ganizzazione «ma soprattutto

secondo dai dati di fatturato edai margini «che anche que-st’anno si confermano in con-trotendenza con il mercatodel settore». Tradotto: soprat-tutto a causa della crisi del-l’edilizia, il settore ha perso il4% annuo di fatturato, mentre

il loro cresce «come l’annoscorso, a pari perimetro»,spiega Bianchi, affermandoCromology come l’aziendaleader italiana, con il 7% ditutto il mercato complessivo.Un mercato peraltro fraziona-tissimo «fatto anche di mi-c r o i m p r e s e l o c a l i » .Non è invece frazionato il la-voro nelle linee di produzio-ne. Su una di queste, capacedi 32 milioni di kg di produ-zione l’anno, lavorano duepersone: una controlla il ro-bot che sta «imparando» nuo-ve procedure di stoccaggio. Ilpassaggio all’«Industria 4.0»,all’automazione, infatti qui èpartito già prima dell’automa-zione. Lo dimostra il «controlcenter» che lega i silos dellematerie prime alle macchineche, grazie a sfere diamantate,spezzano e legano alle solu-zioni (principalmente a baseacqua, ma ci sono molti pro-dotti specializzati, sempre abasso impatto ambientale) icoloranti, per poi passare ilmateriale al packaging e infi-ne all’invio. Due schermi,«wysiwyg», cioè what you seeis what you get, quello chevedi è quello che hai in mano,fanno vedere gli impianti atti-vi, quelli in fase di carico, ilivelli di produzione, le per-centuali di efficienza. Questeultime appaiono anche su duealtri schermi a disposizionedegli impiegati per capire chista facendo meglio di altri.Competizione interna? Certo,«ma sempre con la massimaattenzione alla sicurezza», as-sicura Bianchi. Perché se perla qualità ci sono incontri set-timanali in cui tutto lo staff,dagli operai ai ricercatori, siconfronta su come sta andan-do la produzione, ogni giornotutti gli operai si fermano perverificare se ci sono stati pro-blemi sulla sicurezza, anchenear misses. Cioè i «quasi in-cidenti, la scatola che cade eche non ti prende. Ci prendia-mo il tempo per capire comenon farlo accadere di nuovo».Anche per questo motivo,Cromology ha ricevuto il pre-mio «Great place to work»,un riconoscimento per le con-dizioni di lavoro basato su co-me gli stessi lavoratori si sonoespressi, in modo anonimo,in un sondaggio, in tutti glistabilimenti. A Porcari lavora-no 244 dei 400 dipendenti ita-liani. Un’altra settantina sonoa San Miniato, il resto a Resa-na in Veneto. E l’obiettivo ènon fermarsi, dice Bianchi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Marzio Fatucchi

Profilo

● Cromology èun’impresamultinazionaleleader nelsettore dellaproduzione evendita dipitture peredilizia in Italia

● I marchi diCromologyvengonovenduti in oltre50 Paesi intutto il mondo,con unapresenzadiretta in 9nazioni

● Il direttoregenerale delramo italiano èMassimilianoBianchi (nellafoto), 47 anni:un passatoall’Onu, ècresciutodentroCromology

«Le Mur desCanuts» aLione, inFrancia:è il murales piùgranded’Europa(1.200 mq)ed è statodisegnatoancheutilizzandovernici diCromology.Sotto,lo stabilimentodellamultinazionalea Porcari,Lucca.

da due cardini: la persona alcentro dell’azienda e il rap-porto con il cliente». Sul pri-mo, si percepisce il lavoro fat-to dal clima nello stabilimen-to di Porcari e dai dati sullasicurezza: nessun incidenteda oltre tre anni e mezzo. Il

BANCA MPS E LE FALLE DEL SISTEMASEGUE DALLA PRIMA

Quando alcune società sibarcamenavano in male acquela banca assumeva il doppioruolo di partecipante e credi-trice, come con la Sansedonispa o con Siena Biotech (inliquidazione) o con la Valoriz-zazione Immobiliare spa. Nonsi contano, poi, gli armatori egli interporti come quellocampano: resta un mistero ca-pire perché sia stata così este-sa l’attenzione offerta ad unsettore così distante dagli in-teressi del territorio principale

di riferimento. Si direbbe chegli italiani siano un popolo dinavigatori. Non mancano,s’intende, nominativi che fan-no emergere un legame stret-to, talvolta di complicità, consospettabili trafficanti.Non continuiamo a spulcia-

re la lista nera. Conviene aquesto punto chiedersi checosa ha messo in luce finoral’andamento delle audizionisvolte e quale potrebbe esserel’utilità di un lavoro dai piùnon a torto visto con profondoscetticismo. In effetti la com-missione presieduta da Casiniha fatto toccare con mano di-sfunzioni di sistema che van-no eliminate. Perché non han-no saputo arginare disastritutt’altro che imprevedibili. Sedalle voci della Procura sene-

se, ad esempio, si è teso acircoscrivere le colpe della cri-si di Mps ai vertici della bancae a ristrette aree della sua tec-nocrazia, da chi indaga dalfronte giudiziario milanese siè indicata la necessità di allar-gare lo sguardo, e sono statichiamati in causa i meccani-smi vigenti dei controlli e ilcomportamento della stessavigilanza.La non brillante condizione

di Antonveneta era nota. Affi-dabili informazioni non uffi-cializzate circolavano abbon-danti. Eppure si arrivò nelmarzo 2008 a dare disco verdeall’acquisizione con sorpren-dente e diplomatica leggerez-za. Tra Consob e Bankitalial’armonia dei pareri non è ap-parsa affatto piena e unidire-

zionale. Il rapporto con le sedieuropee, e soprattutto con laDirezione concorrenza, fu in-tempestivo e inadeguato. Daquesto punto di vista risultachiaro che l’Unione bancariaeuropea e gli organismi di cuisi avvale hanno bisogno di es-sere rivisitati. In Italia processiin corso accerteranno daun’ottica penale se e come, dachi, si siano occultate carte es-senziali per capire la salutedel Monte e la verità del suobilancio.La commissione bicamerale

dovrà soffermarsi sugli aspettidi sistema e dare indicazioniper riforme indispensabilinon più soltanto a scala nazio-nale. C’è chi punta a usarespezzoni dell’inchiesta permettere sotto accusa Mario

attribuire genericamente allapolitica i guasti imputabili astrategie personali o a spre-giudicate lobbies.Semmai è urgente richia-

mare chi incarna ruoli di rap-presentanza politica in sedeistituzionale e quanti sonoimpegnati in partiti o movi-menti ad un autentico rispettodelle sfere proprie di una so-cietà basata sulla distinzionedegli ambiti di operatività:non idolatrando la neutralitàdella tecnica né consentendoalla politica di concretizzarsiin fazioso arbitrio e inappella-bile arroganza.

Roberto Barzanti© RIPRODUZIONE RISERVATA

La lista dei 100

Draghi. Altri enfatizzano ilruolo del Pd e del centrosini-stra in vista delle prossimeelezioni. Sarebbe un’occasionesprecata forzare le questionisul tavolo in termini effimeri epropagandistici e far deraglia-re la commissione dai fini peri quali è stata istituita. Chesono quelli di suggerire i me-todi da seguire per selezionareun ceto dirigente alla testadelle banche realmente auto-nomo e di dar vita a modalitàdavvero trasparenti di un mo-nitoraggio che renda com-prensibile ed evidenti le dina-miche del mercato finanzia-rio, restituendo fiducia ai ri-sparmiatori ed eliminandoocculti raggiri. Occorre eroga-re sostegni garantiti a soggettiche li meritino. È un errore

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7Lunedì 27 Novembre 2017Corriere Imprese

TURISMO

Style

STRINGIAMOLA CINGHIAI n vista dei gran banchettidelle prossime feste

natalizie, spunta un modooriginale per stringere lacintola con ironia. Daun’idea di Gianfranco

Pampaloniecco lacintura confibbia in

argento a forma di posata.Cucchiaio o forchetta peressere eleganti e in linea.(L.A.)

Pampaloni Firenzevia Porta Rossa 99168 euro

solito alloggia al Val di Lucespa Resort (4 stelle), gli orien-tali che risalgono la valle sonosolitamente operai. Personeche frequentano gli impiantila domenica, quando sono li-beri dai turni di lavoro: fami-glie con bambini, giovani. Inmolti casi quello è il loro pri-mo contatto con la neve.«Noi vediamo chiaramente

dall’approccio e dall’abbiglia-mento chi abbiamo di fronte— spiega un maestro di sci —e si tratta per lo più di perso-ne semplici e curiose, che vo-gliono sfruttare al massimo lagiornata come puro diverti-mento». Dieci ore è la perma-nenza media dei turisti dellaneve orientali, che in genereaffittano gli sci o lo slittino(pochissimi scendono con losnowboard), cento euro a per-

sona è quanto investono per iltrasporto (10 euro), il pranzocon un panino o un secondopiatto al ristorante (20 euro),l’affitto dell’attrezzatura, loskypass giornaliero e la lezio-ne (tra i 45 e gli 80 euro).«Oggi gli orientali sono mol-tissimi, ma non si può sotto-valutare un generale fenome-no multietnico di scopertadella montagna. Macedoni,slavi e filippini cominciano afrequentarla con continuità,come già fanno stabilmente icinesi. Somiglia molto ad unfenomeno di massa degli anniSessanta, quando a moltipli-carsi erano gli operai italia-ni», spiega il direttore dellascuola di sci. Un’analisi fattadi nostalgia e aspettative, chele nuove condizioni vorrebbe-ro trasformare in speranzaper un intero territorio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sulla neve dell’Abetonec’è un esercito cinese«Sembra l’assalto dei lavoratori italiani negli anni Sessanta» spiegano dalle piste,ma ora sono gli operai orientali che ogni domenica popolano la montagna pistoieseDa Prato e Firenze per imparare a sciare: «Organizziamo lezioni collettive per loro»

resse. L’inverno scorso hannocominciato a far capolino an-che i pullman organizzati conpartenza da Prato. E così a fi-ne stagione i numeri hannofatto contare circa 12 mila in-gressi giornalieri sui 250 milatotali registrati dagli impianti.«Ora organizziamo lezioni

collettive per principianti, co-sì da poter abbattere i prezziper persona — spiega ancoraMilianti — che scendono an-che sotto i trenta euro per unagiornata».Ma che tipo di clienti sono

gli sciatori cinesi dell’Abeto-ne? Non esistono ancora stati-stiche, ma dall’osservazionedei comportamenti di spesa edalla tipologia di consumi sipossono ricavare numeroseinformazioni. Al di là dell’esi-guo numero di esponenti diuna nuova borghesia impren-ditoriale, che è facoltosa e di

Un business che fun-ziona e parla la lin-gua che non ti aspet-ti. In cinese si scrive«Huáxu», ma sul-

l’Abetone si legge «opportu-nità». Se la stagione inaugu-rata in queste ore dovesseconfermare il trend di crescitadegli ultimi tre anni — conoltre il 5% della quota degliingressi effettuati da utenti ci-nesi nell’ultima tornata — lamontagna pistoiese si candi-derebbe a modellare la pro-pria offerta sulla nuova clien-tela. Arrivano da Firenze, Pi-stoia, e soprattutto — come èovvio — da Prato: oltre 10 mi-l a ingress i ne l l ’ inverno2016/2017. Rappresentano ilfenomeno di sviluppo piùsensibile nel mercato turisticodegli impianti per sport inver-nali toscani, che come notovivono una delle peggiori crisidel sistema ricettivo regionalenell’ultimo decennio. Ed ènell’opportunità offerta daquesta utenza inattesa che sifondano le speranze di un ri-lancio.«Quella cinese è una clien-

tela che porta importanti be-nefici, sia come affluenza checome disponibilità economi-ca: stiamo cercando di darlele attenzioni che merita orga-nizzandoci come possiamo,anche perché non ci aspetta-vamo questa crescita», con-fessa il direttore del comples-so Val di Luce Andrea For-mento. Una storia che partetre anni fa con sporadiche vi-site e che si sta strutturandofino alla formalità con accordiche permettono a gruppi mol-to numerosi di cinesi di gode-re giornate sulla neve.La direttrice della Scuola

sci Abetone Marilena Miliantiè stata la prima a poter ap-prezzare il movimento, acco-

gliendo i pionieri: da sporadi-ci arrivi frutto della curiositànel 2015, sino alla fiera di set-tore «Skypass» di quest’anno,dove si sono concretizzati per-sino contatti istituzionali. Inpochi anni le cifre sono cre-sciute a livello esponenziale.«In principio — racconta Mi-lianti — venivano pochi cine-si, saggiavano la neve e scatta-vano soprattutto foto al pae-saggio con i telefoni cellulari.Qualcuno di loro affittava l’at-trezzatura e provava a far lediscese da solo dopo aver no-leggiato i supporti con diffi-coltà, soprattutto per quantoriguarda la lingua. Ma era pe-ricoloso, la maggior parte nonsapeva ci fosse una tecnicaspecifica per scendere con glisci».Poi la svolta: le lezioni, le

famiglie, i gruppi di giovanistudenti, il crescendo di inte-

di Giorgio Bernardini Il simboloLe piramidi dell’Abetone, nella parte del paese, furonocostruite sull’antico confine fra il Granducato diToscana e il Ducato di Modena in occasionedell’apertura del valico (foto da Abetone.com).

12.000Gli ingressi giornalieri di visitatoricinesi sulle piste dell’Abetonedurante lo scorso inverno

10Le ore che in media i turisti cinesipassano sulla neve, affittandogli sci o lo slittino

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